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Europa. Rivista d`informazione per giovani
Europa. Rivista d’informazione per giovani Unione europea Indirizzo Internet di questa rivista d’informazione, completa del relativo Libro dell’insegnante: http://europa.eu/teachers-corner/index_it.htm http://bookshop.europa.eu Commissione europea Direzione generale della Comunicazione Pubblicazioni 1049 Bruxelles BELGIO Redazione completata nel maggio 2013. Testo: Eckart D. Stratenschulte, Europäische Akademie Berlin. La pubblicazione «Europa. Das Wissensmagazin für Jugendliche» è stata originariamente pubblicata a cura di Aktion Europa (Governo federale della RFG, Parlamento europeo, Commissione europea) in Germania ed è stata rielaborata e aggiornata dalla direzione generale della Comunicazione della Commissione europea. L’impaginazione originale è stata curata da Zeitbild Verlag und Agentur für Kommunikation (Berlino) in collaborazione con MetaDesign AG (Berlino). Anche la serie fotografica che riproduce i giovani Alice, Jello, Patricia, Motian e Janette è stata curata da Zeitbild. Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni ufficiali dell’Unione europea, 2013 ISBN 978-92-79-29215-6 doi:10.2775/11721 56 pagg. — 21 × 29,7 cm © Unione europea, 2013 È consentita la riproduzione. L’uso o la riproduzione del materiale fotografico può avvenire solo su autorizzazione diretta dei titolari dei diritti d’autore. Europa. Rivista d’informazione per giovani Indice 1 L’Europa nella vita di tutti i giorni 4 Salve ragazzi! Siamo allievi della scuola media superiore «Robert Jungk» di Berlino e vi accompagneremo attraverso tutta la rivista. 2 Ma cos’è, insomma, l’Unione europea? 10 L’Unione europea è costituita da 28 Stati che si sono riuniti per prendere in mano le redini del proprio destino. 3 Come funziona l’Unione europea? 16 L’UE viene spesso paragonata a uno Stato. Tuttavia, l’UE non ha affatto la struttura di uno Stato. 4 Ma cosa fa effettivamente l’UE? 24 Alcuni dicono che l’UE non faccia abbastanza; altri sostengono che ficchi il naso dappertutto. Insomma, chi ha ragione? 5 L’Europa avanza: l’allargamento dell’Unione europea 34 L’Unione europea, pur fondata da sei Stati, ha sempre puntato all’Europa intera: è stata, cioè, sempre aperta a nuovi membri. 6 L’Europa nel mondo 40 Noi europei non siamo soli al mondo. Anzi, non rappresentiamo neppure lontanamente la maggioranza della popolazione mondiale. 7 Il futuro dell’Europa 46 Come si va avanti? La missione dell’UE nel 21º secolo. Indice | 3 1 L’Europa nella vita di tutti i giorni «Salve ragazzi! Siamo Alice, Jello, Patricia, Motian e Janette, allievi della scuola media superiore «Robert Jungk» di Berlino, una scuola a indirizzo globale con classi miste polacco-tedesche che si dedicano all’Europa. Ci rivedrete in questa rivista, insieme a un paio di importanti informazioni. In vari capitoli, vedrete che troverete compiti, quiz e idee da discutere, assai interessanti: Anche imparare può essere divertente!». 4 | L’Europa nella vita di tutti i giorni «L’Europa è altrove!». Si tratta, naturalmente, di un’esclamazione senza senso: come cittadini dell’Unione europea (UE), l’Europa è casa nostra e noi ci siamo in mezzo. E tuttavia l’Europa è, per molta gente, veramente molto lontana, soprattutto l’Unione europea, cioè proprio l’associazione dei vari Stati europei che insieme vogliono dare una forma comune al proprio futuro. Scopo di questo capitolo è prendere un po’ di confidenza con l’Unione europea. Vedrete che ben presto anche voi direte: l’Europa? Siamo noi! Compito ©Corbis Quanto è lontana «Bruxelles»? Ogni giorno, nei notiziari radiotelevisivi o sui giornali, sentiamo parlare di Unione europea. Ciononostante, molte gente non è per nulla interessata all’UE. Come mai, secondo voi? L’UE non è importante per la nostra vita. Piccolo quiz sull’Europa L’UE è troppo complicata. I media non danno notizie sufficienti sull’UE. Tutte le questioni importanti vengono decise negli Stati membri, non a Bruxelles o a Strasburgo: è sufficiente quindi occuparsi della politica nazionale. Quanti membri ha l’Unione europea? La politica è generalmente noiosa 12 15 28 30 25 Come vengono eletti i deputati al Parlamento europeo? Non sono affatto eletti ma nominati da ciascun capo di Stato su proposta del capo del governo. Con elezioni parlamentari che si svolgono in ciascuno Stato membro, perché i deputati europei sono contemporaneamente anche membri dei parlamenti nazionali. Sono inviati al Parlamento europeo dai parlamenti regionali. Compito In elezioni a suffragio universale diretto, esattamente come i deputati al parlamento del proprio paese. E per te personalmente? Quanti Stati dell’UE hanno adottato la moneta unica, l’euro? Io mi interesso all’Unione europea: molto abbastanza così così poco molto poco per nulla perché tutti gli Stati dell’UE i sei Stati fondatori 13 Stati 17 Stati L’UE ha speso, nel 2013, circa 133 miliardi di euro. Secondo voi, questa spesa che percentuale rappresenta del risultato economico, cioè del prodotto interno lordo (PIL), degli Stati membri? 80,9 % 50,2 % 15,3 % 0,99 % La Corte di giustizia dell’Unione europea vigila sull’attuazione del diritto europeo. Dove si trova la sede della Corte di giustizia? a Lisbona a Bruxelles a Strasburgo a Lussemburgo L’Europa nella vita di tutti i giorni | 5 Compito Cosa c’entra l’UE con la nostra vita? Dieci esempi Ritengo che sia Aspetti della nostra vita Il legame con l’UE Il commercio all’interno dell’Europa si intensifica di giorno in giorno. Oltre alle grandi compagnie, ne approfittano ora sempre più anche le piccole e medie imprese. Tutto ciò contribuisce a consolidare l’occupazione. Grazie all’apertura del mercato interno europeo, che conta 500 milioni di persone, il commercio tra i paesi dell’UE è aumentato dagli 800 miliardi di euro del 1992 ai 2 540 miliardi di euro del 2010. Anche telefonare è divenuto negli ultimi anni molto meno caro. L’UE, infrangendo i monopoli nazionali, ha liberalizzato il mercato delle telecomunicazioni e lo ha aperto alla concorrenza. Se la concorrenza non funziona in misura sufficiente, interviene l’UE direttamente. Così, grazie all’intervento del Parlamento europeo e della Commissione, le telefonate all’estero fatte con il cellulare costano oggi molto meno. Anche volare è diventato negli ultimi anni molto più economico, tanto che ora è più facile per giovani e famiglie con bambini potersi concedere un biglietto aereo. Anche in questo campo, l’UE ha eliminato monopoli nazionali e introdotto la concorrenza. Oggi, è possibile volare dall’Ungheria alla Francia con una compagnia aerea britannica. Sono stati inoltre rafforzati i diritti dei passeggeri. Chi restasse bloccato in aeroporto a causa del famigerato «overbooking» o mancasse un appuntamento per un ritardo, dovrà essere indennizzato. Eventuali contratti scaturiti dalle cosiddette «vendite porta a porta» in cui, a forza di chiacchiere, si è quasi costretti a comprare enciclopedie o aspirapolveri, possono essere revocati, evitando così ulteriori danni ai malcapitati. Ciò vale anche per contratti firmati casualmente per strada, come l’abbonamento a una rivista, ma anche per altri contratti. Grazie a una direttiva applicabile in tutta Europa, l’UE ha fortemente limitato la validità di «affari» di questo tipo. Dopo tali transazioni, oggi si può fare una pausa di riflessione anche se il contratto è già stato firmato. 6 | L’Europa nella vita di tutti i giorni molto importante importante poco importante Ritengo che sia Aspetti della nostra vita Il legame con l’UE Il periodo di garanzia su beni di consumo come gli apparecchi elettronici è oggi di due anni. Se quindi il cellulare dopo un anno si rompe, dovrà essere riparato o sostituito gratuitamente. La normativa europea ha permesso di introdurre scadenze unitarie. La garanzia vale in tutta Europa e non dipende dal paese UE in cui il cliente ha acquistato un oggetto. La degradazione dell’ambiente non conosce confini. Noi tutti dobbiamo a respirare. I problemi legati all’inquinamento dell’aria pulita hanno perciò assunto un particolare rilievo. Negli ultimi anni, la qualità dell’aria che respiriamo è migliorata. Sulla qualità dell’aria, l’UE ha introdotto in tutta Europa norme vincolanti che gli Stati membri devono attuare con misure concrete L’acqua serve a lavarsi. Ma non solo: dobbiamo soprattutto berla. E allora la sua qualità diventa fondamentale. Chi vive nell’UE, apre il rubinetto e può riempirsi un bicchier d’acqua senza preoccupazioni. Ormai da dieci anni esistono norme UE sull’acqua potabile a cui tutti gli Stati membri devono uniformarsi. Viaggiare in Europa è oggi assai semplice. Al confine tra la maggior parte degli Stati europei non esiste ormai alcun controllo. L’UE, grazie all’accordo di Schengen, ha reso superflui i controlli tra Stati alle frontiere. Viaggiare da Capo Nord alla Sicilia senza un solo controllo di frontiera è ormai una cosa normale nell’UE. Fanno eccezione solo l’Irlanda e il Regno Unito. Anche Bulgaria, Cipro e Romania non fanno ancora parte dell’accordo. In molti Stati europei, i cittadini dell’UE possono lavorare come a casa loro. Chiunque può mettersi a pensare dove convenga risiedere o cercare un lavoro. Nell’ambito del mercato interno dell’UE si ha il diritto di circolare liberamente. Per un viennese è altrettanto possibile lavorare a Bruxelles, a Roma, a Londra o a Varsavia come a Linz o a Innsbruck. Purtroppo, anche in vacanza ci si può ammalare o subire un incidente. Che sollievo poter essere curato senza problemi, e senza dover pagare, come accade in molti paesi europei! Gli Stati membri mettono reciprocamente a disposizione i propri regimi di assicurazione contro le malattie. Basta esibire la tessera europea di assicurazione malattia o il certificato sostitutivo provvisorio e si potrà pensare solo a guarire e non a una burocrazia di cui forse non si conosce neppure la lingua.. molto importante importante poco importante Compito Quali risposte hanno dato gli alunni? Valutare i risultati e discutere le valutazioni emerse. Compito L’UE entra in casa nostra Pensate un momento alla vita quotidiana della vostra famiglia. Vi accorgete dell’UE? Trovate degli esempi! Pensate all’alimentazione, ai soldi, alla scuola, allo studio e ai viaggi, agli acquisti e al lavoro. L’Europa nella vita di tutti i giorni | 7 Formazione professionale e studi universitari nei paesi UE La libera circolazione non è appannaggio della sola manodopera, ma anche di turisti, pensionati, studenti e apprendisti. La mobilità degli studenti, ad esempio, viene promossa dal programma UE «Erasmus», che offre agli studenti un sostegno finanziario e organizzativo per un periodo di soggiorno presso una università partner europea e che permette, attraverso un sistema di valutazione europeo, il riconoscimento delle competenze acquisite all’estero da parte delle università nazionali. Perciò, anche da questo punto di vista, i semestri frequentati all’estero non vanno persi. Alice: «Tra il 1987 e il 2012, circa 2,4 milioni di studenti e 300 000 insegnanti complessivamente hanno trascorso uno o due semestri in un altro paese UE nell’ambito del programma Erasmus. In 28 Stati UE e in cinque altri paesi esistono oltre 3 000 istituti di livello universitario che hanno partecipato alla cooperazione accademica». Esiste anche un particolare programma UE destinato agli apprendisti, denominato «Leonardo da Vinci», che promuove la formazione professionale transfrontaliera con contributi finanziari e organizzativi. Ogni anno, vi ricorrono 75 000 giovani cittadini dell’UE, che assolvono così parte del loro apprendistato in un altro paese. Al programma collaborano varie imprese e istituzioni. In tal modo nascono progetti ai quali i giovani (apprendisti, giovani lavoratori e anche giovani disoccupati) possono chiedere di partecipare. È vero che, all’inizio, bisogna forse fare qualche sforzo per adattarsi a progetti che si svolgono in un altro paese, ma i giovani che vi partecipano parlano di esperienze molto positive. Compito Provate a immaginare di trascorrere voi stessi una parte del vostro apprendistato o un anno di studio o addirittura l’intero corso universitario all’estero Fate un elenco di argomenti pro e contro! Prevalgono le ragioni a favore o quelle contrarie? Argomenti a favore di un periodo di formazione all’estero Argomenti contrari a un periodo di formazione all’estero 1. 1. 2. 2. 3. 3. 4. 4. Confrontare i risultati emersi nelle vostre discussioni e discuterli! 8 | L’Europa nella vita di tutti i giorni Compito Simboli europei Conoscete i simboli e gli oggetti qui riprodotti? Dove si possono trovare? Riflettete sulla relazione che essi hanno con l’Europa e con la nostra vita! L’Europa nella vita di ogni giorno Abbiamo cominciato chiedendoci perché l’Europa sembri essere a tanta gente così lontana. Persone diverse possono avere motivi diversi per pensarlo. Ma, riflettendo bene, si vede subito che l’Europa o, meglio, l’Unione europea, in realtà è vicinissima e influisce su molti aspetti della nostra vita. A cominciare dai soldi: l’euro è una moneta unica, non ancora adottata da tutti gli Stati membri, anche se lo è da ben più della metà di essi. Quando andiamo in vacanza in Austria, Francia o Spagna, possiamo pagare con la nostra moneta unica. Ma anche in paesi in cui non è la valuta ufficiale, l’euro viene accettato ben volentieri in quanto moneta forte internazionale. Con l’euro siamo i benvenuti in tutto il mondo. Il fatto che, oggi, in Europa sia così semplice viaggiare è per molte persone talmente ovvio che non se ne accorgono nemmeno. Fino a poco tempo fa, però, non era affatto così. Esistevano ancora i controlli dei passaporti alle frontiere e i doganieri controllavano occhiutamente quali acquisti ci portassimo a casa. occorrono anche regole comuni. Volare è divenuto molto più economico. Anche questo aspetto ha a che fare con l’UE, che ha provveduto a spezzare i monopoli nazionali. In pratica, non esistendo più una compagnia di bandiera per ciascun paese che abbia il permesso di coprire, da sola e a prezzo elevato, tutte le rotte, ogni compagnia aerea può volare, all’interno dell’UE, verso qualunque destinazione. Oggi, ad esempio, si può volare dalla Danimarca alla Spagna con una compagnia irlandese. Nell’UE collaborano strettamente tra loro anche le autorità di polizia, un’attività coordinata da una istituzione specifica: Europol, composta non da «superpoliziotti» che inseguono banditi in tutta Europa a pistole spianate, ma da agenti dei vari paesi aderenti che raccolgono informazioni su crimini, criminali e criminalità e li trasmettono poi alle autorità di polizia dell’intera UE. Queste informazioni riguardano sempre la grande criminalità. Europol non si occupa di divieti di sosta ma di trafficanti di esseri umani, di contrabbandieri di droga, di falsari e delinquenti sessuali, di ricettatori di veicoli rubati e di truffatori su Internet, gente che, per i propri loschi affari, approfitta volentieri delle frontiere aperte. La sicurezza dei voli nell’UE, che è indiscutibile, è stata ottenuta anche grazie alle norme di sicurezza comuni stabilite dall’Unione europea per tutti gli Stati membri e che impediscono, tra l’altro, l’ingresso nel nostro spazio aereo di «carrette dell’aria». Molte di queste norme si devono al mercato interno. Se vogliamo effettivamente avere un mercato interno, in seno al quale chiunque possa acquistare e produrre come e dove vuole, allora Nemmeno l’inquinamento ambientale conosce confini. Le minacce all’ambiente si possono perciò affrontare solo se lo facciamo insieme. Questo riguarda tutti noi da vicino e in modo immediato proprio perché noi tutti re- spiriamo, beviamo e trattiamo l’acqua e ci nutriamo di prodotti della terra. La tutela dell’ambiente in Europa, così come è praticata grazie alle norme comuni europee, garantisce che nell’UE nessun paese possa procurarsi vantaggi economici rispetto agli altri ignorando i vincoli ambientali per produrre così beni meno cari. Il dovere di conformarsi a un comportamento di equità in seno al mercato interno consolida e garantisce l’occupazione, perché impedisce la concorrenza sleale. Molti rifiutano gli alimenti prodotti con materie prime modificate geneticamente. Ma come riconoscere se i nostri corn flakes sono a base di un mais geneticamente modificato? L’UE ha introdotto, per tutti i produttori di alimenti, l’obbligo di etichettarli. Se il prodotto contiene componenti geneticamente modificate, ciò deve risultare anche sulla confezione. Gli esempi sono infiniti, ma ormai è chiaro: l’Europa? Siamo tutti noi! E l’Europa riguarda tutti noi. L’Europa nella vita di tutti i giorni | 9 2 Ma cos’è, insomma, l’Unione europea? 10 | Chi fa parte dell’UE? Quando si parla di Unione europea si parla di 28 Stati che si sono riuniti per gestire insieme il proprio destino. Quali sono gli Stati che insieme formano l’Unione europea e perché si sono messi insieme? Compito Chi fa parte dell’UE? Ecco, di seguito, un elenco di Stati. Si trovano tutti in Europa ma non tutti appartengono all’Unione europea. Cercate di scoprire quale di essi sia membro dell’UE. Inseritelo nell’elenco che segue e fatelo secondo la data di adesione. Stati membri dell’UE Albania, Andorra, Austria, Belgio, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, ex Repubblica jugoslava di Macedonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Islanda, Italia, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Malta, Moldavia, Montenegro, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica ceca, Regno Unito, Romania, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Stato della Città del Vaticano, Svezia, Svizzera, Ucraina, Ungheria. Paese Data di adesione Membro fondatore 1952/1958 Membro fondatore 1952/1958 Membro fondatore 1952/1958 Membro fondatore 1952/1958 Membro fondatore 1952/1958 Membro fondatore 1952/1958 1973 1973 1973 1981 1986 1986 1995 1995 1995 2004 2004 2004 2004 2004 2004 2004 2004 2004 2004 2007 2007 2013 Popolazione Capitale Compito Che altro sapete o potete riuscire a trovare su questi paesi? Raccogliete le vostre informazioni lavorando in gruppi; ordinatele e illustratele in modo sistematico. Cosa sappiamo della cucina, della cultura, delle lingue di questi paesi? Compilate una specie di carta d’identità dei paesi sui quali sapete di più o su cui avete raccolto più informazioni. Chi fa parte dell’UE? | 11 ©Imageglobe Piccolo quiz sull’Europa 1. Qual è la più piccola capitale dell’UE e quanti abitanti ha? 2. Qual è la capitale dell’UE più fredda, quella in cui, cioè, la temperatura media in gennaio è più bassa? 3. Qual è la montagna più alta dell’Unione europea? 4. Quali sono i mari che bagnano l’Unione europea? 5. Quali Stati dell’UE hanno un ordinamento monarchico e hanno come capo un re o una regina? 6. Quante lingue ufficiali esistono in Belgio? 7. Quale paese dell’Unione europea ha la popolazione più numerosa? 8. Quale paese dell’UE ha la superficie più vasta? 9. Quale capitale dell’Unione europea si trova più a Est? Domanda speciale per esperti: 10. Perché la bandiera dell’UE ha dodici stelle e non una per ciascun Stato membro? Perché l’Unione europea ha così tante lingue ufficiali? Essendo l’UE un’organizzazione democratica, essa deve poter comunicare non solo con i suoi cittadini ma anche con i governi degli Stati membri e le loro amministrazioni, con le imprese e con i più svariati tipi di organismi, nelle rispettive lingue. Ognuno ha il diritto di sapere cosa venga fatto in suo nome e di partecipare attivamente alla vita pubblica senza prima aver dovuto im- parare una lingua straniera. Inoltre, l’Unione europea emana prescrizioni che valgono immediatamente per tutti i cittadini dell’UE. Tali prescrizioni, per essere accessibili nelle rispettive lingue madri a tutti i cittadini e, naturalmente, ai tribunali di ogni ordine e grado, devono quindi essere pubblicate in tutte le lingue ufficia- li. L’uso delle lingue ufficiali contribuisce quindi alla trasparenza, alla legittimità e all’efficienza dell’UE e dei suoi organi. Un quiz molto divertente sulle lingue europee si trova alla pagina web http://ec.europa.eu/languages/quiz/quiz_it.htm Compito Parli europeo? Dopo l’adesione del paese la cui capitale è Zagabria, l’Unione europea, ha 24 lingue ufficiali. Ricomponetele dalle sillabe che seguono: a, bul, ce, ce, co, co, co, co, co, cro, da, de, de, de, de, e, e, er, fin, fran, ga, ga, ghe, ghe, gle, gno, gre, i, in, lac, lan, lan, let, li, li, lia, lo, mal, me, ne, ne, no, no, ne, ne, no, no, po, por, re, ro, ru, sco, se, se, se, se, se, se, se, se, se, slo, slo, spa, sto, sve, ta, te, te, to, to, to, tua, un, vac, ve 12 | Chi fa parte dell’UE? Economia Gli stati dell’UE non differiscono tra loro solo per grandezza ma anche per ricchezza. Esistono paesi nei quali la gente gode in media di un livello di vita piuttosto elevato e altri in cui il livello di vita è nettamente inferiore. È naturale quindi domandarsi come poter misurare queste grandezze e queste diversità. Anche perché in ogni paese vivono sia persone benestanti sia poveri. Che cosa prendiamo come unità di misura? L’imprenditore o il suo autista, la segretaria o il primario ospedaliero? tagli di capelli effettuati da un parrucchiere, tutti i litri di latte munti da una mucca e rivenduti, vengono espressi in una valuta e sommati. Alla somma di tutti questi valori si dà il nome di prodotto interno lordo (PIL). Il PIL, tuttavia, non riesce ancora a esprimere l’ammontare della ricchezza di un paese: esistono infatti paesi grandi e paesi piccoli. Il passo successivo è dunque quello di dividere il valore del PIL per il numero di abitanti del paese in questione. Si ottiene così il PIL pro capite. La statistica economica ha risolto questo problema provvedendo innanzitutto a misurare la forza economica di un paese. Si tratta della somma di tutti i valori prodotti da un paese nell’arco di un anno. Tutte le automobili prodotte da tale paese nell’arco di un anno, tutti i Ma non basta: se vogliamo comparare tra loro Stati molto diversi dal punto di vista economico, bisogna tener presente che ciascun paese ha un suo potere d’acquisto diverso da quello degli altri. Chi sia stato in vacanza in un altro paese avrà certamente potuto osservare che i prezzi all’estero possono essere più bassi o, al contrario, talora anche molto più alti rispetto a quelli di casa. Se in un paese un panino costa un euro, in un altro lo stesso panino può costare due o tre euro. Gli economisti calcolano perciò non solo la quantità di ricchezza di cui dispone pro capite la popolazione di un paese, ma anche la quantità di beni che è possibile acquistare con tale ricchezza. Questo è infatti l’aspetto decisivo e si chiama parità di potere d’acquisto (PPA). Solo le PPA rendono due paesi comparabili. Ecco i risultati che si ottengono quando si compara la forza economica dei paesi dell’UE in base alle PPA. Come stanno gli europei Comparazione tra il prodotto interno lordo pro capite della popolazione in base alle PPA, 2011 300 250 200 150 100 50 Il prodotto interno lordo pro capite dell’Austria o dell’Irlanda risulta essere superiore del 29 % alla media europea. Il PIL pro capite dell’Italia è esattamente pari a tale media e i PIL pro capite della Bulgaria e della Romania sono inferiori alla metà della media UE. All’interno dell’UE, le differenze di «livello di vita» continueranno a restare tali per molto tempo. L’Unione europea si è però imposta l’obiettivo di ridurre le distanze. Per questo le regioni più povere dell’UE ricevono aiuti finanziari destinati a migliorare le loro infrastrutture e, Bulgaria Romania Croazia Lettonia Polonia Ungheria Estonia Lituania Slovacchia Portogallo Grecia Repubblica ceca Slovenia Cipro Malta Spagna UE (28 paesi) Italia Zona euro (17 paesi) Francia Gran Bretagna Belgio Finlandia Germania Danimarca Svezia Austria Irlanda Paesi Bassi Lussemburgo 0 quindi, le loro possibilità economiche. Questa è la cosiddetta politica strutturale. Ad essa è destinata la metà circa dell’intero bilancio dell’UE. Chi fa parte dell’UE? | 13 L’Unione europea: unita nella diversità Come avete visto, l’UE si compone di Stati completamente diversi tra loro. Il più popolato, la Germania, ha quasi 82 milioni di abitanti. Il meno popolato, Malta, ne ha appena 400 000. L’Italia e la Finlandia sono membri dell’UE esattamente come la Polonia e il Portogallo. Se guardiamo una carta geografica si vede subito come sia varia l’UE. Vi si parlano diverse lingue, a loro volta scritte con tre diversi alfabeti. In essa convivono tradizioni, culture, abitudini alimentari e feste folcloristiche del tutto differenti. Anche le esperienze storiche sono diverse. In passato molti Stati che oggi sono nell’UE si sono fatti la guerra, con continue sottrazioni reciproche di territori; tuttora sopravvivono non pochi pregiudizi. Come è potuto accadere che, nonostante ciò, 28 Stati abbiano trovato la via della concordia? A questa domanda è possibile rispondere solo guardando alla storia. Al termine della seconda, terrificante guerra mondiale, scoppiata appena vent’anni dopo la prima, in molti si sono detti che ciò non avrebbe dovuto ripetersi ancora una volta. Tra gli ex nemici Francia e Germania si fece strada l’idea di cessare la stagione dei conflitti e di allearsi, in modo anche da potersi controllare reciprocamente. Gli uomini politici che modellarono e realizzarono questo principio furono il ministro degli esteri francese Robert Schuman (1886-1963) e il cancelliere tedesco Konrad Adenauer (1876-1967). La prima istituzione a partire dalla quale ebbe origine l’odierna UE fu la Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA), entrata in funzione nel 1952 con il compito di amministrare per conto degli Stati aderenti le riserve di carbone. All’epoca il carbone aveva la 14 | Chi fa parte dell’UE? stessa importanza che hanno oggi il petrolio e il gas naturale: era la principale fonte di energia. E poiché molti temevano che in Europa scoppiasse un nuovo conflitto su questa materia prima, si pensò di affidare la distribuzione del carbone e la ricostruzione dell’industria pesante a un’amministrazione comune in cui fossero rappresentati gli Stati membri della CECA che, oltre alla Francia e alla Germania, erano in quel momento, il Belgio, l’Italia, il Lussemburgo e i Paesi Bassi. Il principio sul quale si fondava la CECA era molto semplice: ogni Stato poteva intervenire in determinati dibattiti interni altrui e accettava intromissioni altrui nella propria sfera di attività. In tal modo nessun paese avrebbe potuto tramare o addirittura armarsi segretamente a scapito di un altro. Si poteva però ricostruire insieme l’Europa. Al tempo stesso, ai partner diveniva possibile superare i reciproci timori e dare una base sicura alla pace in Europa. Il primo presidente dell’Alta Autorità della CECA fu il francese Jean Monnet (1888-1979), ritenuto anche uno dei più importanti fautori dell’integrazione europea. Alcuni anni dopo, questo principio venne esteso all’intera economia attraverso la Comunità economica europea (CEE), istituita dal trattato di Roma nel 1957 ed entrata in funzione nel 1958. Così, il conflitto si trasformò in una cooperazione che ebbe un vasto successo e che permise il verificarsi di un’impetuosa crescita economica nella Comunità europea. Non desta perciò meraviglia se, nel corso degli anni, il numero dei paesi membri sia costantemente aumentato. Nel 1973 la Danimarca, l’Irlanda e il Regno Unito aderirono all’odierna UE; nel 1981 fu il turno della Grecia, seguita, nel 1986, dal Portogallo e dalla Spagna. Con l’estinguersi del conflitto est-ovest si spianava la strada per paesi neutrali come l’Austria, la Finlandia e la Svezia, che divennero membri nel 1995, e anche per Stati fino allora appartenenti alla zona d’influenza dell’ex Unione Sovietica. Nel 2004 aderirono una serie di paesi dell’Europa centrale e orientale: Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica ceca, Slovacchia, Slovenia e Ungheria. Ad essi si aggiunsero Cipro e Malta. Nel 2007 questa tornata di allargamento venne completata con l’adesione della Bulgaria e della Romania. Il 1º luglio 2013 è stata accolta come 28º membro dell’UE la Croazia. Nonostante contrasti e litigi, talvolta anche aspri, i principi fondamentali dell’UE sono restati da allora immutati: garantire la pace tra gli Stati membri, cooperare a fini di utilità reciproca e assumere un atteggiamento sempre più unitario verso l’esterno. Il fatto che da più di 50 anni l’UE abbia percorso un importante itinerario con il suo impegno a favore della pace, della democrazia e dei diritti umani in Europa è stato onorato dal comitato del premio Nobel, che nel 2012 conferì all’Unione europea il premio Nobel per la pace. L’UE è quindi la prima unione di Stati al mondo cui sia stato concesso questo onore. © UE Compito Storia dell’UE per immagini 1. Alla fine della seconda guerra mondiale, numerose città in tutta Europa sono pressoché distrutte: qui la città tedesca di Francoforte sul Meno. © UE © UE Assegnate alle fotografie che illustrano la storia dell’Unione europea le didascalie pertinenti. 2. Un atto simbolico: Jean Monnet, presidente dell’Alta Autorità della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA), presenta nell’aprile del 1953 il primo blocco d’acciaio «europeo» e inaugura con questo gesto il mercato comune dell’acciaio. © UE © UE 3. 25 marzo 1957: i rappresentanti dei sei Stati fondatori Belgio, Francia, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi e Repubblica federale tedesca firmano a Roma i cosiddetti «trattati di Roma» con cui vengono fondate la Comunità economica europea (CEE) e la Comunità europea dell’energia atomica (Euratom). 4. Il 7 febbraio 1992 i capi di Stato o di governo firmano il trattato di Maastricht con cui viene fondata l’unione economica e monetaria (UEM). 6. All’inizio del 2007 l’UE dà il benvenuto ai nuovi Stati membri Bulgaria e Romania con un grande striscione esposto all’esterno dell’edificio della Commissione europea a Bruxelles. ©Imageglobe © UE 5. Il trattato di Amsterdam del 1997 sancisce la progressiva istituzione di uno spazio europeo di libertà, sicurezza e giustizia. Qui, il testo del trattato con le firme e i sigilli. 7. Il 10 dicembre 2012 a Oslo (Norvegia) viene consegnato all’Unione europea il premio Nobel per la pace. Il comitato del premio Nobel riconosceva così l’impegno pluridecennale profuso dall’UE a favore della pace, della democrazia e dei diritti umani in Europa Chi fa parte dell’UE? | 15 3 © UE Come funziona l’Unione europea? I tre presidenti dell’UE. Ciascuna delle tre grandi istituzioni dell’UE ha un presidente. Da sinistra a destra: Herman Van Rompuy (Consiglio europeo), José Manuel Barroso (Commissione europea) e Martin Schulz (Parlamento europeo). 16 | Istituzioni L’UE viene spesso paragonata a uno Stato. Talora si sente dire: «L’UE fa così e cosà. Da noi, invece le cose vanno diversamente: noi le facciamo cosà e così». Sono confronti che avvengono spesso ma vanno effettuati con prudenza. L’UE, infatti, non è uno Stato ma una particolare forma di associazione di Stati. La sua struttura differisce pertanto notevolmente anche da quella del tuo paese. Scopo del presente capitolo è spiegare com’è costruita l’UE, quali siano le sue istituzioni e cosa fanno, quali competenze esse abbiano. © UE © UE © UE © UE Da sinistra a destra: la Commissione europea a Bruxelles, il Parlamento europeo a Strasburgo, La Corte di giustizia dell’Unione europea a Lussemburgo e il Consiglio dell’Unione europea a Bruxelles. Chi detiene il potere in Europa? Le istituzioni dell’Unione europea Di fatto, chi detiene il potere in Europa? È chiaro innanzitutto che non esiste una persona che decide la rotta perché è il «capo». Ma dovrà pur esserci qualcuno che indichi la strada. Chi decide gli affari europei? È un comitato oppure un paese? Insomma, chi? A prima vista, appare sempre un po’ noioso occuparsi di istituzioni, ma sono proprio le istituzioni i luoghi in cui si esercita il potere. La struttura istituzionale dell’Unione europea chiarisce perciò anche la questione del potere, che comunque si presenta in forma certamente diversa rispetto a quanto avviene in un singolo Stato membro. L’Unione europea è un’associazione di Stati e di cittadini. Questo traspare anche dal modo in cui è costruita. Le questioni europee sono discusse sia dagli Stati (cioè, dai rispettivi governi) sia dalla popolazione di tali Stati. Ciò avviene attraverso il Consiglio dell’Unione europea e il Parlamento europeo. politica, sono emanate le leggi euro- Il Consiglio dell’Unione europea (spesso denominato «Consiglio dei ministri») rappresenta i governi degli Stati dell’UE. Di esso fanno parte i ministri di tutti gli Stati membri. A seconda dell’argomento, si tratterà ad esempio dei ministri degli affari esteri, dell’interno o dell’agricoltura. Il Consiglio è uno dei due organi decisionali. Nel Consiglio viene elaborata la qualificata»). I grandi Stati dell’UE pee che, a seconda dei casi, si chiamano regolamenti o direttive. Senza il Consiglio, insomma, nell’Unione europea non funziona nulla. Il Consiglio delibera all’unanimità oppure a maggioranza. Le decisioni a maggioranza devono raccogliere il 70 % dei voti circa (cioè una «maggioranza dispongono di un numero di voti maggiore degli Stati piccoli. A partire dal 2014, entrerà in vigore il principio della «doppia maggioranza». Esso significa che per ogni decisione occorre una maggioranza di Stati membri che, a loro volta, devono rappresentare una maggioranza della popolazione. Il presidente del Consiglio cam- Istituzioni | 17 Janette: «Il Parlamento europeo rappresenta i cittadini e decide le leggi europee (direttive e regolamenti)». bia ogni sei mesi; tutti gli Stati membri rivestono questa carica a rotazione. Nel 2013 la presidenza spetta all’Irlanda e alla Lituania, nel 2014 alla Grecia e all’Italia e nel 2015 alla Lettonia e al Lussemburgo. Le linee fondamentali della politica europea vengono tracciate dal Consiglio europeo. Esso raccoglie i capi di Stato o di governo che si incontrano a intervalli regolari e comunque almeno ogni tre mesi. Il presidente del Consiglio europeo è eletto e resta in carica due anni e mezzo. Dal 2009 tale carica è rivestita dall’ex presidente del consiglio belga Herman van Rompuy. Solitamente, comunque, il Consiglio non può decidere da solo. Esso ha bisogno del Parlamento europeo, che rappresenta i cittadini degli Stati membri dell’UE e che da questi viene eletto direttamente. Il Parlamento si compone attualmente, e fino al termine della legislatura, di 766 rappresentanti prove- Jello: «La Banca centrale europea vigila sulla stabilità dell’euro». 18 | Istituzioni Alice: «La Corte dei conti europea controlla il bilancio dell’UE». nienti da tutti gli Stati membri. Per la prossima elezione del Parlamento europeo, nel 2014, il numero dei seggi è stato fissato, conformemente al trattato di Lisbona, a 751. I grandi Stati membri hanno un numero di deputati maggiore di quelli piccoli. Il Parlamento non può prendere decisioni con forza di legge per l’UE da solo; di solito, invece, deve approvare una decisione del Consiglio dell’Unione europea perché essa diventi applicabile. Questa è la cosiddetta «procedura di codecisione». Il Parlamento deve anche confermare con un voto la Commissione europea e la può destituire. Inoltre, esso decide il bilancio dell’Unione europea. In Europa quindi, senza il Parlamento europeo, diretto rappresentante dei cittadini, si può decidere ben poco. Un’altra importante istituzione dell’UE è la Commissione europea. Il collegio dei commissari si compone di un membro per ciascun paese, che tuttavia in Patricia: «Il Consiglio dei ministri rappresenta i governi degli Stati membri e decide le leggi europee». seno alla Commissione non rappresenta il proprio paese d’origine ma gli interessi comuni dell’Unione europea. Ogni membro della Commissione è competente per un determinato settore (analogamente a un ministro). La Commissione europea fa sì che gli Stati membri rispettino le regole comuni e per questo viene chiamata «custode dei trattati». Essa deve amministrare l’UE in base agli orientamenti formulati dal Consiglio e dal Parlamento. Una particolarità del sistema europeo è il fatto che il Consiglio e il Parlamento possono decidere solo proposte presentate dalla Commissione. Questo esclusivo diritto di proposta permette alla Commissione europea di influire sulle decisioni, perché essa ne formula gli orientamenti. Con ciò viene garantito che, fin dal principio, si tenga conto degli interessi comuni dell’Unione europea. Naturalmente, il Consiglio e il Parlamento possono discostarsi dalla proposta. Motian: «La Commissione europea amministra l’Unione europea e formula proposte per le leggi europee». In tutti questi anni gli Stati membri hanno accumulato una mole enorme di giurisprudenza comunitaria. Comprensibilmente, esistono anche controversie sull’interpretazione da dare alla normativa. Inoltre, continua ad accadere che singoli Stati non si attengano a determinate regole. Esiste perciò per tutti gli interessati la possibilità di ricorrere alla Corte di giustizia dell’Unione europea, composta da un giudice per Stato membro che però formula sentenze in modo del tutto indipendente, in base alla legislazione europea. La Corte può annullare norme che sono in contrasto con la legislazione europea e può condannare gli Stati a pene pecuniarie, se essi non si comportano in modo conforme alla legge. Che il denaro sia importante lo sanno tutti, ma non basta averlo: occorre anche che esso mantenga il suo valore. Su ciò vigila la Banca centrale europea (BCE), che è la banca di emissione dei paesi dell’area dell’euro. Essa è formata dai rappresentanti dei paesi che hanno introdotto l’euro. La BCE regola la circo- Per il 2013 il bilancio dell’Unione europea sarà pari a circa 133 miliardi di euro. Là dove è speso tanto denaro, è necessario anche controllare che ciò avvenga in modo legittimo. Questo è compito della Corte dei conti europea, che controlla proprio se il denaro europeo sia stato speso secondo le regole e in base a criteri di opportunità e ragionevolezza. Essa garantisce pertanto una gestione finanziaria efficiente. Ciascuno Stato membro designa un rappresentante. lazione monetaria e fissa il tasso di riferimento. Compito Chi fa cosa nell’UE? Finora abbiamo parlato molto di istituzioni, ma dobbiamo anche riuscire a sapere chi nell’UE sia responsabile di che cosa. Fate una prova per verificare se avete letto attentamente il testo. Mettete una crocetta nel riquadro dell’Istituzione che corrisponde alla descrizione. Consiglio europeo Consiglio dell’Unione europea Parlamento europeo Commissione europea Corte di giustizia dell’Unione europea Banca centrale europea Corte dei conti europea Formula proposte di regolamentazione nell’UE ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ Conta un rappresentante per Stato membro ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ Fissa il tasso di riferimento ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ Controlla le spese dell’UE ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ Viene eletto dalla popolazione ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ Decide le leggi (regolamenti e direttive) dell’UE ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ Nomina il presidente della Commissione ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ Amministra l’UE ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ Rappresenta gli interessi dei cittadini ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ Rappresenta gli interessi degli Stati membri e dei loro governi ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ Decide sull’interpretazione delle norme europee ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ Decide gli orientamenti politici ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ Descrizione Istituzioni | 19 Compito Le istituzioni dell’Unione europea Riunite ancora una volta le competenze delle varie istituzioni in un grafico. Vi abbiamo già dato una mano. Dovete solo attribuire le definizioni alla casella giusta: Parlamento europeo Commissione europea Banca centrale europea Corte di giustizia dell’Unione europea Banca centrale europea Corte dei conti europea Consiglio dei ministri Rappresentanza dei capi di Stato o di governo Fissa obiettivi e priorità, dirime controversie del Consiglio dell'Unione europea. formula proposte Amministrazione dell'Unione europea Giurisprudenza Decidono, legiferano mediante direttive e regolamenti (le leggi dell’UE) Controllo sulla moneta Rappresentanza dei governi Rappresentanza dei cittadini Controllo sulle entrate e sulle uscite I trattati europei La base giuridica dell’Unione europea è costituita da una serie di trattati che gli Stati membri hanno concluso tra loro e che sono stati ratificati dai parlamenti nazionali o mediante referendum popolari. I trattati regolano le modalità secondo le quali devono essere prese le decisioni, descrivono i poteri di cui dispongono le Istituzioni e delimitano i campi entro i quali si esplica l’azione comune degli Stati dell’UE. Anche gli ulterio- 20 | Istituzioni ri sviluppi dell’UE avverranno in base a dei trattati. Da un esame attento dei trattati si può verificare quanto sia cambiata l’Unione europea. La sua attuale base giuridica è il trattato di Lisbona, firmato nella capitale portoghese nel 2007. Il trattato di Lisbona è entrato in vigore nel 2009, dopo essere stato approvato da tutti gli Stati membri. Discussione Torniamo ora alla questione iniziale Chi detiene il potere in Europa? Discutetene un po’ tra voi L’influenza dei cittadini I cittadini degli Stati membri dell’Unione europea influiscono sulla politica dell’UE in due momenti. Innanzitutto allorché eleggono il loro parlamento nazionale, che esprime il governo. Quest’ultimo sarà poi rappresentato in seno al Consiglio dell’Unione europea (quando si riuniscono i «capi», cioè i capi di Stato o di governo, esso si chiama «Consiglio europeo»). I cittadini influiscono sulla politica europea in un secondo momento quando eleggono il Parlamento europeo. Ma anche il singolo cittadino può farsi sentire, se si ritiene trattato ingiustamente o se è deciso a eliminare un’irregolarità a livello europeo. Esiste infatti anche un Mediatore europeo, comune- que cittadino può rivolgersi a lui per reclamare; lo si può fare addirittura via email. Di chi ci si può lamentare con lui? In quali casi può aiutare? In quali casi invece no? Una risposta a queste domande potete trovarla sulla pagina Internet del Mediatore europeo: http://ombudsman.europa.eu mente chiamato Ombudsman. Qualun- Altre possibilità di partecipazione attiva © UE Il trattato di Lisbona, entrato in vigore nel 2009, ha introdotto la possibilità della cosiddetta «iniziativa dei cittadini». Con un milione di firme (cioè lo 0,2 % della popolazione dell’Unione europea) raccolte in almeno un quarto degli Stati UE (cioè sette paesi) è possibile sollecitare la Commissione europea a occuparsi di un determinato tema o problema e proporre una legge. Naturalmente, il tema o il problema devono rientrare nel campo di competenza dell’UE. Oltre a ciò, si possono comunque esercitare pressioni attraverso dimostrazioni che si rivolgano alle Istituzioni UE. Che siano agricoltori, sindacati o organizzazioni a favore dell’ambiente: tutti fanno sentire così le proprie richieste. In seno al Parlamento europeo esiste inoltre una commissione per le petizioni. Compito Raccogliete ulteriori informazioni sull’iniziativa dei cittadini europei L’iniziativa dei cittadini europei vi dà la possibilità di influire in modo immediato su ciò di cui vorreste che l’Unione europea si occupasse. Quale Iniziativa vorresti organizzare e da dove potresti cominciare? Vi potete informare non solo sulla procedura da seguire ma anche sulle iniziative attualmente in corso sulla pagina Internet http://ec.europa.eu/citizens-initiative/public Istituzioni | 21 Compito Cos’è una petizione? Cercate di rispondere a questa domanda e di capire chi può rivolgersi al Parlamento. Ecco dove poter trovare ulteriori informazioni: http://www.europarl.europa.eu/aboutparliament/it/00533cec74/Petitions.html Esiste una commissione per le petizioni anche nel vostro parlamento nazionale? Documentatevi su questo punto. Compito I nostri deputati a Strasburgo e a Bruxelles I deputati del Parlamento europeo si organizzano in gruppi politici ai quali appartengono parlamentari di un determinato orientamento politico. Non è detto che in tutti i gruppi politici siano presenti deputati di tutti i paesi. Cercate di sapere quali partiti del vostro paese abbiano avuto successo alle ultime elezioni al Parlamento europeo e vi siano perciò rappresentati da dei deputati. Trovate poi in quale gruppo politico del Parlamento europeo essi si siano inseriti. In quale gruppo politico sono rappresentati i vari partiti? Una rapida risposta a questa domanda si trova sul sito Internet http://www.europarl.europa.eu Gruppi politici del Parlamento europeo PPE — Gruppo del Partito popolare europeo (democratici cristiani) S&D — Gruppo dell’Alleanza progressista di socialisti e democratici al Parlamento europeo ALDE — Gruppo dell’Alleanza dei liberali e dei democratici per l’Europa VERDI/ALE — Gruppo Verde/Alleanza libera europea ECR — Gruppo dei conservatori e riformisti europei EFD — Gruppo Europa della libertà e della democrazia GUE/NGL — Gruppo confederale della Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica NI 22 | Istituzioni Non iscritti Quanti membri ha questo gruppo? Questo gruppo comprende deputati dei seguenti partiti del mio paese: Compito Informatevi sulle persone del vostro paese o della vostra regione che siedono nel Parlamento europeo Quale partito rappresentano questi deputati del Parlamento europeo? Piccolo quiz sull’Europa Chi è l’attuale presidente del Parlamento europeo? Herman Van Rompuy (Belgio) 1 2 © UE Martin Schulz (Germania) Robert Schuman (Francia) Presidente del Parlamento europeo Presidente del Consiglio europeo 3 © UE José Manuel Barroso (Portogallo) © UE © UE E chi sono le altre personalità nella fotografia? 4 Ministro degli esteri francese dal 1948 al 1952, uno dei fondatori della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA) Presidente della Commissione europea Ecco come funziona l’UE Abbiamo chiarito che l’Unione europea non è uno Stato, come ad esempio la Lituania o i Paesi Bassi, ma anche che essa è più di un’associazione di Stati europei senza troppi vincoli o obblighi. Per descrivere la sua particolarità, i giuristi definiscono spesso l’organizzazione dell’UE come organizzazione «sui generis». È latino e significa «a modo suo». Gli Stati membri dell’UE restano cioè sovrani, ma in taluni settori mettono in comune le loro competenze allo scopo di affrontare con maggior efficacia le difficoltà. In proposito l’UE ha fondato una serie di istituzioni proprie alle quali trasferire tali competenze. In pratica ciò significa che decisioni in merito a determinate questioni di interesse comune possono essere prese democraticamente a livello europeo. L’UE, perciò, pur non essendo uno Stato federale, come ad esempio gli USA, è però qualcosa di più di una semplice associazione, come potrebbero essere considerate le Nazioni Unite (ONU). Nell’UE le decisioni sono prese congiuntamente dai governi nazionali, raccolti nel Consiglio europeo, e dal Parlamento europeo, eletto dal popolo. Esistono degli ambiti che costituiscono un’eccezione e nei quali il Consiglio decide da solo. È il caso soprattutto della politica estera. La Commissione europea cura gli affari amministrativi dell’UE e fa sì che tutti si attengano alle norme dei trattati europei. Se ciò non avviene, gli interessati sono denunciati alla Corte di giustizia dell’UE, che con le proprie sentenze provvederà a far cambiare il loro atteggiamento. Sulla legittimità e la correttezza della gestione finanziaria delle istituzioni europee vigila la Corte dei conti europea. Qualunque singolo cittadino può esporre un reclamo davanti al Mediatore europeo se ritiene di essere stato trattato ingiustamente da una istituzione europea. Istituzioni | 23 4 Ma cosa fa effettivamente l’UE? 24 | Compiti dell’UE Il mercato interno La parte centrale e motrice della politica economica e sociale è il mercato interno, che viene inteso come uno spazio economico comune che garantisce le cosiddette quattro libertà e cioè: la libera circolazione delle persone, la libera circolazione delle merci, la libera prestazione dei servizi, la libera circolazione dei capitali. ©Imageglobe Alcuni dicono che l’UE non faccia abbastanza; altri sostengono che si immischi di troppe cose. Non sono scorrette entrambe le affermazioni? Ma allora chi ha ragione? E cosa fa esattamente l’UE? L’UE si adopera in numerose attività politiche: ad esempio nella politica economica, nella protezione dei consumatori, nella politica estera, nella tutela dell’ambiente, nella politica interna e della giustizia e in molte altre ancora. Di seguito illustreremo con esempi alcune politiche elaborate per i settori sopra elencati. In tal modo, ciascuno potrà farsi un’idea delle tematiche di cui ci si occupa a Bruxelles e nelle capitali degli Stati dell’UE. Le libertà all’interno del mercato interno La cessazione dei controlli alle frontiere La libera circolazione delle persone ci riguarda da vicino per molteplici ragioni. Sia che vogliamo andare in vacanza in un altro paese dell’UE, sia che vogliamo andarvi a lavorare o ad abitare anche se non abbiamo ancora in esso un posto di lavoro, noi abbiamo il diritto di farlo. E quando torniamo dall’estero, possiamo tranquillamente portare con noi i nostri acquisti, allo stesso modo in cui possiamo fare acquisti via Internet in un altro paese. Questo è quanto garantisce la libera circolazione delle merci. Tuttavia, possono essere oggetto di transazioni transfrontaliere non solo l’acquisto di merci ma anche la fruizione di servizi: ecco l’oggetto della libera prestazione dei servizi. Se qualcuno preferisce investire il proprio denaro in un paese dell’UE diverso dal proprio, lo può fare perché garantito dalla libera circolazione dei capitali. Se volete fare un viaggio da Capo Nord alla Sicilia, potete tranquillamente lasciare a casa il passaporto. Nell’UE, infatti, i controlli alle cosiddette frontiere interne (cioè, ad esempio, al confine tra Estonia e Finlandia o tra Repubblica ceca e Slovacchia) hanno cessato di esistere. Questa libertà di muoversi e di viaggiare è regolata dall’accordo di Schengen, ormai divenuto parte dei trattati europei. L’Irlanda e il Regno Unito non vi partecipano, cosa che invece fanno l’Islanda, il Liechtenstein, la Norvegia e la Svizzera, Stati che neppure appartengono all’UE. Per Bulgaria, Cipro, Croazia e Romania vigono ancora norme transitorie, prima che possano parteciparvi. L’accordo di Schengen si chiama così perché fu firmato nella omonima cittadina lussemburghese. Compiti dell’UE | 25 Piccolo quiz sull’Europa Per voi cosa significano concretamente le quattro libertà? Assegnate correttamente gli esempi che seguono ai quattro settori del mercato interno e contrassegnate la relativa casella. Libera circolazione delle persone Libera circolazione delle merci Libera prestazione dei servizi Libera circolazione dei capitali Si può acquistare una vettura in Danimarca e portarsela a casa in esenzione doganale. 1 0 2 3 All’interno dell’UE è consentito spostarsi a proprio piacimento. 9 6 3 7 È possibile investire il proprio denaro in una banca tedesca. 2 3 1 0 È possibile studiare in Ungheria. 5 1 0 9 I miei genitori possono far restaurare il loro bagno da un piastrellista portoghese. 4 3 1 7 I miei genitori possono spedirmi soldi in Spagna, luogo in cui studio. 1 2 3 9 È possibile acquistare merci via Internet in Svezia. 4 5 1 2 In quanto architetto, posso abitare a Malta e costruire case in Italia. 5 6 0 8 Le cifre compongono una data in formato GG/MM/AAAA. Di che data si tratta? e cosa accadde in quel giorno? ../../.... 26 | Compiti dell’UE La moneta EUROpea Dal 1999 esiste una moneta unica europea che dal 1º gennaio 2011 circola in 17 Stati dell’UE. È probabile che la Lettonia introduca l’euro nel gennaio 2014; a quella data, esso circolerà in 18 Stati. Più di 332 milioni di cittadini dell’UE, pari a due terzi della sua popolazione complessiva, hanno l’euro come moneta unica. zona euro, altri non soddisfano ancora i severi criteri di adesione. Ad esempio, un paese che voglia far parte della zona euro non deve essere troppo indebitato. Il suo tasso d’inflazione non deve superare per più dell’1,5 % quello dei tre paesi della zona euro con il tasso d’inflazione più basso. stabilità, gli Stati della zona euro hanno In seno al mercato interno, la manodopera può spostarsi liberamente e le merci, i servizi e il capitale possono essere liberamente scambiati. Senza barriere valutarie, le imprese e i consumatori, i lavoratori dipendenti e quelli autonomi possono beneficiare dei vantaggi del mercato interno in misura anche più ampia. È facile fare acquisti e comparare i prezzi di prodotti fabbricati nell’UE se si possono fare i calcoli nella stessa valuta. Tra l’altro, con l’incremento del commercio online, ciò è interessante anche per persone che non vivono nelle immediate vicinanze di un confine. La maggior trasparenza delle offerte aiuta a tenere sotto controllo l’andamento dei prezzi: ottima cosa per tutti gli acquirenti. Nonostante queste chiare premesse, nel 2010 la zona euro è scivolata nella crisi. Si tratta di un tema assai complicato, ma in generale si può dire che gran parte dei problemi è nata dal fatto che gli Stati della zona euro non si sono attenuti alle premesse fissate insieme e si sono indebitati eccessivamente. L’UE era ed è fortemente impegnata ad attenuare i rischi che si profilano per la moneta unica. Uno degli strumenti sviluppati sono le garanzie per gli Stati che hanno difficoltà a rifinanziarsi a tassi d’interesse accettabili sui mercati internazionali dei capitali. Per garantire la onale hanno aderito, con l’eccezione del dato vita a un «salvagente» da 700 mi liardi di euro, detto meccanismo europeo di stabilità (MES). Al tempo stesso gli Stati dell’euro si sono impegnati a diminuire il loro indebitamento attraverso un patto di bilancio. A questo trattato di diritto internaziRegno Unito e della Repubblica ceca, anche gli Stati non appartenenti alla zona euro. Oltre che diminuire i debiti, occorre anche rafforzare la competitività dei paesi dell’euro e dell’UE nel suo complesso. Parte dei problemi dalla moneta unica era dovuta anche al fatto che le banche non sottostavano ad alcun adeguato meccanismo di controllo. L’UE ha perciò rafforzato la vigilanza bancaria per impedire che interi Stati siano trascinati in situazioni di squilibrio da banche che Altro vantaggio della moneta unica: quando ci si sposta da un paese all’altro non occorre cambiare valuta (né fare le necessarie conversioni). Si risparmia tempo e denaro. Anche le imprese traggono benefici dalla moneta unica: devono far calcoli e conti in una sola valuta e non hanno i rischi legati alla fluttuazione delle monete. Anche la sparizione di questi «costi legati alle transazioni» aiuta a limitare l’aumento dei prezzi. La moneta unica è anche caratterizzata da tassi molto bassi, di cui beneficiano in egual misura sia i consumatori che le imprese. Ciò lascia maggior spazio agli investimenti, che, a loro volta, generano crescita. Una moneta comunitaria stabile, sostenuta dal robusto spazio economico della zona euro, rafforza la posizione economica dell’Europa nel mondo. Ma mentre l’intera UE è un mercato unico (il mercato interno), solo una parte di esso, sia pur la maggiore, ha l’euro come moneta unica. Alcuni Stati per ora non intendono entrare a far parte della Stati membri dell’UE che hanno l’euro come moneta (situazione: 2013). Stati membri dell’UE che non hanno l’euro come moneta. È probabile che il 1º gennaio 2014 la Lettonia introduca l’euro come moneta. Compiti dell’UE | 27 effettuano speculazioni azzardate. Per previsti, è destinata a far sì che l’Europa la valuta comune, gli ultimi anni sono appartenga, anche in futuro, alle più in- stati difficili e la gestione della crisi è novative regioni del mondo. Lo scopo è costata molti sforzi. Essa ha però anche un potenziamento dell’economia e dimostrato che i paesi della zona euro dell’industria che non solo garantisca la sono più che mai decisi a mantenere competitività, ma pesi anche il meno una valuta comune stabile. possibile sull’ambiente. Altri, non meno importanti scopi sono la creazione di La politica economica europea posti di lavoro e la lotta alla povertà Per rafforzare e stimolare l’economia all’interno dell’UE. Poiché l’Unione euro- dell’Unione europea, la Commissione ha pea guarda a sé stessa come a una co- elaborato la strategia «Europa 2020» munità di valori e si sente legata a valo- per la crescita e l’occupazione che, tra ri fondamentali di uguaglianza e solida- l’altro con gli investimenti nel campo rietà. È importante che tutti gli europei della formazione e della ricerca da essa beneficino della crescita. Il processo decisionale all’interno dell’UE Di solito, nell’UE le decisioni sono prese insieme da tutti gli Stati membri. Esistono tuttavia questioni che riguardano in modo specifico i paesi che hanno l’euro come moneta unica. I ministri di tali paesi si incontrano a intervalli regolari e stabiliscono le modalità con cui si deve procedere nella zona euro. È chiaro che tali decisioni si riflettono anche sugli altri paesi dell’Unione europea che non hanno, o che non hanno ancora, adottato l’euro come moneta ma che ne subiscono le conseguenze in seno al mercato interno. Compito Chi deve decidere sulla moneta unica? Riguardo alle decisioni dell’Eurogruppo all’interno dell’Unione europea esistono interpretazioni differenti. Eccone alcuni esempi. n n n «È assolutamente giustificato che gli Stati della zona euro decidano tra di loro tutto quanto serva a garantire la sicurezza e la stabilità della moneta unica. Così è e così deve restare». «Gli Stati della zona euro devono poter decidere non solo su questioni valutarie di diretto interesse ma andare oltre e decidere sul futuro economico dell’intera zona. Rappresentando infatti il nocciolo dell’UE, essi devono decidere su tutte le questioni comuni relative all’economia dell’euro, compresi, ad esempio, gli aspetti fiscali, occupazionali o anche di sicurezza sociale. E dovrebbe essere così anche quando le decisioni hanno effetti su altri paesi dell’Unione europea. Chi voglia aver voce in capitolo, aderisca all’euro». «Non è possibile che 17 Stati decidano da soli per l’intera zona euro. L’UE decide su molte altre questioni che non riguardano tutti, per esempio quando si tratta di Mar Baltico o di Mar Mediterraneo. E tuttavia, ciascuno dà il proprio voto. La maggior parte degli Stati dell’UE intendono anche entrare a far parte dell’unione monetaria nei prossimi anni. Anch’essi quindi, devono già poter influenzare le modalità del suo sviluppo». Che ne pensate? Discutete nel gruppo le diverse posizioni e cercate di elaborare un’idea originale vostra da discutere poi con quanto emerso dagli altri gruppi. Ulteriori informazioni su come funziona la zona euro si trovano sul sito Internet http://eurozone.europa.eu 28 | Compiti dell’UE Piccolo quiz sull’Europa Tre paesi NON appartengono alla zona euro. Quali sono? Indicateli con una crocetta. Austria Francia Lussemburgo Regno Unito Belgio Germania Malta Slovacchia Cipro Grecia Paesi Bassi Slovenia Estonia Irlanda Polonia Spagna Finlandia Italia Portogallo Svezia Compiti dell’UE | 29 © UE Interventi a salvaguardia del clima © UE Il clima sta cambiando ovunque e l’atmosfera terrestre si surriscalda con gravi e negative conseguenze a livello meteorologico: bufere e alluvioni più frequenti, estati più calde, desertificazione che incalza in Africa e nell’Europa meridionale, liquefazione delle calotte polari, sommersione conseguente di intere isole. Tutto ciò non può lasciarci indifferenti. I mutamenti climatici sono essenzialmente una conseguenza delle emissioni inquinanti degli Stati industrializzati. Trattandosi purtroppo di un processo ormai inarrestabile, diviene ancor più importante frenare l’aumento della temperatura. Nei prossimi anni si deciderà se riusciremo in questo intento. Sarà perciò particolarmente importante agire in modo rapido 30 | Compiti dell’UE e coerente. Nessuno Stato può fermare da solo i mutamenti climatici. Nel 2008, l’UE ha fissato obiettivi molto chiari: una diminuzione dei gas a effetto serra del 20 %, un incremento della quota delle energie rinnovabili (vento, sole, biocarburanti) del 20 % e un risparmio energetico pari al 20 %. L’Europa è dunque all’avanguardia e ciò le permette di richiamare alle loro responsabilità altri grandi inquinatori e consumatori d’energia, come Cina e USA. Compito Secondo voi, le politiche qui delineate sono giuste? Quale punto di vista tra quelli che seguono ritenete sia da condividere? Assolutamente d’accordo Parzialmente d’accordo Parzialmente contrario Assolutamente contrario L’UE deve ridurre le proprie emissioni inquinanti solo se lo fanno anche gli altri. ☐ ☐ ☐ ☐ L’UE deve in ogni caso raggiungere i propri obiettivi. ☐ ☐ ☐ ☐ L’UE deve porsi obiettivi ancor più ambiziosi. ☐ ☐ ☐ ☐ Non dobbiamo ammattire dietro a queste discussioni. Non sarebbe un dramma se da noi il caldo aumentasse di un paio di gradi. ☐ ☐ ☐ ☐ Gli Stati dell’UE non coglieranno comunque gli obiettivi che si sono posti perché in realtà pensano solo al proprio tornaconto. ☐ ☐ ☐ ☐ La protezione del clima non deve andare a scapito dei posti di lavoro ☐ ☐ ☐ ☐ Non dobbiamo permettere che gli scienziati dettino i nostri obiettivi ma puntare al grado di protezione climatica che riusciamo a ottenere senza dover fare troppi sacrifici. ☐ ☐ ☐ ☐ La protezione climatica crea nuovi posti di lavoro. Ne beneficiano sia le imprese sia i lavoratori. Anche per questo dovremmo impegnarci in questo campo. ☐ ☐ ☐ ☐ Compiti dell’UE | 31 Lo spazio comune di giustizia L’Europa è divenuta ormai da tempo uno spazio di vita comune. Molte persone oltrepassano le frontiere interne dei paesi UE per vivere o lavorare altrove, o semplicemente per guardarsi intorno. Si fa conoscenza, ci si innamora, ci si sposa. Talvolta, purtroppo, qualcosa va storto e si è costretti allora a divorziare. A questo punto è importante che esista un diritto uniforme: perché qui sorgono i problemi di mantenimento e di affidamento. Ora, se un signore austriaco e una signora lussemburghese vivono in Italia e lì divorziano, nessuno dei due può far appello al proprio diritto nazionale. È per que- sto che la cooperazione degli Stati dell’UE nel campo del diritto civile è così importante. Tale cooperazione regola anche le questioni ereditarie e molti altri aspetti della nostra vita di tutti i giorni. Anche i criminali si rallegrano per le frontiere aperte: sperano così di sfuggire ai procedimenti penali. Su questo punto però si sbagliano, perché nel frattempo è divenuta assai stretta la cooperazione tra forze di polizia e organi giudiziari: è Europol, ufficio europeo di polizia, a coordinare questa interazione. Diritti fondamentali nell’Unione europea I diritti umani e i diritti fondamentali hanno enorme rilevanza in tutte le società perché riguardano tutti i cittadini. Nell’UE, che è un’organizzazione di democrazie, i diritti fondamentali sono solitamente tutelati a livello nazionale attraverso una costituzione. Poiché tuttavia l’Unione europea stessa promulga leggi e regolamenti che riguardano direttamente le persone, è importante che esista una Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Essa fa parte del trattato di Lisbona. Il testo della Carta si trova qui: http://europa.eu/legislation_summaries/ human_rights/fundamental_rights_within_ european_union/l33501_it.htm Compito Date un’occhiata alla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e confrontatela con la vostra Costituzione nazionale o con l’atto giuridico che tutela i vostri diritti fondamentali Quali norme sono identiche? Cosa si trova solo nella Carta dei diritti fondamentali? Cosa manca nella Carta dei diritti fondamentali? Sintetizzate il tutto in un riepilogo. Discussione Discussione sulla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea Qual è l’importanza di una Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea? Abbiamo veramente bisogno di qualcosa che completi la tutela dei diritti fondamentali a livello nazionale? Se aveste dovuto scrivere voi la Carta dei diritti fondamentali, cosa sarebbe stato diverso? cosa sarebbe stato completato? cosa sarebbe stato cancellato? Elaborate queste domande in piccoli gruppi e confrontate in seguito i risultati. 32 | Compiti dell’UE Compito L’albero della politica europea Dall’albero della politica europea pendono molte foglie. Di seguito, sono elencati alcuni campi di attività politica sui quali gli Stati membri collaborano nell’ambito dell’UE. Subordinate «le foglie» ai vari campi di attività politica in modo che pendano dal ramo giusto. Politica estera Politica economica Politica interna e di giustizia Tutela dei consumatori Tutela dell’ambiente Politica agricola e strutturale UE ©Istock Libertà di viaggiare (Schengen) Sviluppo rurale Norme ambientali comuni Mercato interno Lotta comune alla criminalità Moneta unica Protezione del clima Energie rinnovabili Etichettatura degli alimenti Politica strutturale a favore delle regioni Politica estera comune Norme vincolanti sugli alimenti Norme sociali minime vincolanti Politica di sicurezza e di difesa comune Politica comune di asilo Diminuzione delle tariffe per telefonate all’estero da cellulari Cooperazione nel campo delle procedure civili e penali Compiti dell’UE | 33 5 ©Imageglobe L’Europa avanza: l’allargamento dell’Unione europea Festa per l’allargamento dell’UE alla Porta di Brandeburgo, a Berlino. Il 1º maggio 2004 nella capitale tedesca sono stati lanciati centinaia di palloncini blu con la scritta «Europa» per dare il benvenuto a Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica ceca, Slovacchia, Slovenia e Ungheria. 34 | Allargamento dell'UE Pur essendo stata fondata da soli sei Stati, L’Unione europea ha sempre puntato all’Europa intera: è stata, cioè, sempre aperta a nuovi membri. Oggi l’UE comprende 28 membri; altri sono in attesa. Che cosa rende l’UE così attraente per altri Stati? E come sta andando avanti il processo di allargamento? Questi temi sono trattati dal presente capitolo. Principi fondamentali dell’UE «RISOLUTI a rafforzare, mediante la costituzione di questo complesso di risorse, le difese della pace e della libertà e facendo appello agli altri popoli d’Europa, animati dallo stesso ideale, perché si associno al loro sforzo». Oggi, l’articolo 49 del trattato sull’Unione europea recita: «Ogni Stato europeo che rispetti i valori di cui all’articolo 2 e si impegni a promuoverli può domandare di diventare membro dell’Unione». Articolo 2 del trattato sull’Unione europea: © UE Già il preambolo (cioè la prefazione) dei trattati di Roma firmati nel 1957, che fondavano la Comunità economica europea e la Comunità europea dell’energia atomica, proclamava: «L’Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze. Questi valori sono comuni agli Stati membri in una società caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e uomini». Il testo dei trattati di Roma con le firme dei capi di Stato o di governo e dei plenipotenziari dei governi dei sei membri fondatori. Compito Chi può diventare membro? Cosa significano, concretamente, i principi espressi all’articolo 2? Uno Stato che miri a diventare membro dell’UE cosa deve fare? E cosa non deve fare assolutamente? Che ne pensate? Uno Stato... può diventare membro dell’UE non può diventare membro dell’UE che non garantisce la libertà di stampa che ammette la pena di morte che permette ai cittadini di protestare contro il governo in cui periodicamente si elegge il parlamento in cui un presidente governa a vita e, deceduto, viene sostituito dal figlio in cui gli omosessuali hanno gli stessi diritti degli eterosessuali in cui la politica è determinata dai capi militari, che eventualmente intervengono militarmente nella politica interna in cui le persone sono considerate innocenti finché un tribunale non ne sancisce la colpevolezza in cui esiste un solo partito che pertanto è sempre al governo che protegge le minoranze anche quando la maggioranza vorrebbe reprimerle Allargamento dell'UE | 35 Dove si collocano i confini dell’Europa? La questione dei confini dell’Europa non può essere risolta sul piano meramente geografico. Soprattutto verso est e sudest, l’Europa non ha confini molto chiari. I geografi stessi non sono mai stati d’accordo, né lo sono ora, sulla questione di dove finisca il continente. Nella storia della geografia si è sempre assistito a confini tracciati in modo diverso a seconda delle ideologie a cui si uniformavano i vari specialisti. Quindi, non è guardando la carta geografica o il mappamondo che scopriamo l’Europa; accade invece che abbiamo una determinata idea in testa, che poi andiamo a riscoprire. Ciò appare evidente là dove esistono effettivamen- te chiari confini naturali del continente: cioè verso nord e verso ovest. Per noi è ovvio: l’Islanda appartiene chiaramente all’Europa. Di fatto però essa è assai lontana dalla terraferma e nel bel mezzo del Mare del Nord. Che l’Irlanda e il Regno Unito appartengano all’Europa è per tutti noi del tutto naturale. Si pensi tuttavia che il canale tra la Francia (la terraferma, quindi) e il Regno Unito è molto più largo dello Stretto di Gibilterra che separa Spagna e Marocco. «L’aggettivo europea ingloba una serie di fattori — geografici, storici e culturali — che contribuiscono tutti insieme alla costruzione dell’identità europea. La condivisione di idee e di valori e l’esperienza comune di interazione storica non possono essere condensate in una semplice formula eterna e immutabile, ma vengono invece sottoposte alla disamina di ogni nuova generazione». Fonte: comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio dal titolo «Strategia di allargamento e sfide principali per il periodo 2006-2007», COM(2006) 649 dell’8 novembre 2006, pag. 17. Così si esprime la Commissione europea su questo tema: Compito Compito Dove finisce l’Europa? Un viaggio in Australia Un paese che voglia appartenere all’UE deve dunque essere democratico. Ma deve anche essere «europeo». Immaginate di fare un viaggio in Australia in occasione di uno scambio di alunni. L’Australia è lontanissima e sicuramente non appartiene all’Europa. Ma i vostri compagni di classe, laggiù, sono veramente curiosi e vi pregano di tenere una breve relazione in classe sul tema: «Cos’è l’Europa?». Dove si trovano i confini dell’Europa? Prendete una carta fisica o un atlante e provate a fissare voi i confini dell’Europa. Quali sono i criteri in base ai quali decidete se un paese appartiene all’Europa o no? Dove si trova la Turchia? L’Islanda, appartiene all’Europa? Che ne è della Georgia? O della Groenlandia? Che facciamo del Marocco? Dopo aver fissato quelli che, secondo voi, dovrebbero essere i confini dell’Europa, leggete il testo che segue. In un gruppo ristretto, preparate una relazione su questo tema. Avete però solo cinque minuti di tempo; dovete cioè concentrarvi su alcuni aspetti tra i più importanti e interessanti. Come spiegate ai vostri coetanei australiani cosa sia l’Europa? Fate loro «assaggiare» un po’ d’Europa. Qual è il particolare senso della vita qui da noi? Da quali segni sentite di essere europei? Cosa trovate di bello nell’Europa? E cosa invece non lo è affatto? ©Istock Eccovi, qui di seguito, un elenco di parole chiave. Quali elementi vorreste inserire nella vostra relazione e quali invece no? Attenzione: cinque minuti sono veramente pochi! 36 | Allargamento dell'UE Geografia Musica Bere Viaggi Storia Cinema Libertà Sistema scolastico Differenze Letteratura Tempo libero Problematiche Analogie Mangiare Economia Proiezione nel futuro Esclusa l’Albania, questi Stati appartenevano tutti alla Jugoslavia, che negli anni novanta si è dissolta, in parte dopo scontri sanguinosi. Il Montenegro e la Serbia erano fino al 2006 uno Stato unico e si sono poi divisi pacificamente. Sull’appartenenza del Kosovo alla Serbia, si scatenò nel 1998-1999 un violento conflitto, cui la NATO pose fine con un attacco militare alla Serbia. Nel 2008, infine, dopo essere stato posto sotto l’amministrazione delle Nazioni Unite, il Kosovo si dichiarò indipendente. L’Unione europea vede nell’adesione di questi paesi all’UE l’occasione migliore di portare una pace durevole nella regione. Questo venne sottolineato dai capi di Stato o di governo in una conferenza tenutasi nel 2003 a Salonicco. Cinque Stati dell’UE si sono tuttavia rifiutati di riconoscere l’indipendenza del Kosovo. Il lungo percorso fino all’ingresso nell’UE Gli Stati dei Balcani occidentali hanno una lunga strada da percorrere prima di raggiungere l’UE. Essi devono innanzitutto concludere con l’Unione europea un accordo di stabiliz- zazione e di associazione, che obbliga a concrete riforme. Tale accordo deve essere ratificato da tutti gli Stati membri e, naturalmente, da ciascuno dei paesi partner; deve cioè essere approvato dai parlamenti. Il patto dev’essere poi attuato concretamente. Se dà prova di funzionare, gli Stati interessati possono porre la propria candidatura a membri dell’UE, e se successivamente la Commissione europea avrà dato parere positivo sull’atto di candidatura, il Consiglio europeo — cioè i capi di Stato o di governo dell’UE — li nominerà candidati ufficiali. Una volta che saranno state attuate ulteriori riforme, potranno cominciare i negoziati. Questi si concentrano soprattutto sulla rapidità con cui i paesi candidati sono capaci di far proprie le normative comuni dell’UE. Appena i negoziati si saranno conclusi positivamente, processo che in base all’esperienza accumulata dura alcuni anni, i singoli paesi interessati e tutti gli Stati dell’UE devono ratificare il trattato di adesione. In alcuni Stati ciò avviene mediante referendum. Deve votare a favore anche il Parlamento europeo. Solo allora i candidati divengono membri dell’Unione europea. A che punto sono questi paesi? Nel loro cammino verso l’UE, gli Stati dei Balcani occidentali hanno percorso distanze diverse e asimmetriche. I ne- ©Photodisc/getty ©Imageglobe Nel luglio 2013, la Croazia è entrata a far parte dell’UE. Ha ottenuto un consenso di fondo anche l’adesione all’Unione europea di altri Stati dei Balcani occidentali. Essi sono: l’Albania, la Bosnia-Erzegovina, l’ex Repubblica jugoslava di Macedonia, il Montenegro e la Serbia. ©Photodisc/getty Gli Stati dei Balcani occidentali goziati con la Croazia si sono conclusi: essa aderirà all’UE il 1º luglio 2013. Con il Montenegro i negoziati di adesione sono iniziati nel 2012. La ex Repubblica jugoslava di Macedonia è candidato ufficiale all’adesione ma i colloqui non hanno ancora avuto inizio. Anche la Serbia si trova nella stessa condizione. Gli altri Stati (Albania, Bosnia-Erzegovina e Kosovo) sono finora considerati «candidati potenziali». L’Albania ha concluso un accordo di stabilizzazione e di associazione, entrato in vigore dal 2009. Nel 2012 la Commissione europea ha consigliato di conferire all’Albania lo status di candidato ufficiale. Anche l’accordo di stabilizzazione e di associazione con la Bosnia-Erzegovina è stato firmato ma non è ancora entrato in vigore. Una missione dell’UE sta appoggiando lo sviluppo in senso democratico del Kosovo. Compito Dove si trova ciascuno di essi? Trascrivete i nomi degli Stati e quelli delle capitali nella carta geografica. Potete aiutarvi con quella che si trova nell’ultima pagina della rivista. Allargamento dell'UE | 37 Compito Tappe verso l’UE Avete provato a contare quante tappe devono superare i paesi dei Balcani occidentali per diventare membri dell’UE? Disponete correttamente le seguenti tappe nel percorso che porta questi Stati verso l’UE. Parere positivo della Commissione europea sulla domanda di adesione Inizio dei negoziati di adesione Ratifica del trattato di adesione in tutti gli Stati membri e nel paese partner (da parte dei parlamenti o mediante referendum) Ratifica da parte del Parlamento europeo Messa in atto dell'accordo Ratifica dell'accordo di stabilizzazione e di associazione da parte degli Stati Membri e del paese partner Nomina dei candidati Conclusione positiva dei negoziati di adesione Conclusione di un accordo di stabilizzazione e di associazione Domanda di adesione Piena appartenenza 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 Compito A che tappa si trovano gli Stati dei Balcani occidentali? Riportate nella casella il numero pertinente. Albania Bosnia-Erzegovina Croazia Ex Repubblica jugoslava di Macedonia Kosovo Montenegro Serbia 38 | Allargamento dell'UE ©Corbis Altri due candidati a divenire membri dell’UE: Turchia e Islanda ©Corbis La Turchia, oggi uno Stato assai dinamico, collabora già strettamente con l’UE in molti settori. L’UE è, ad esempio, il maggior partner commerciale della Turchia. Questa stretta collaborazione con l’UE iniziò circa 50 anni fa. Dal 1995 tra UE e Turchia esiste un regime di unione doganale. La procedura vera e propria di adesione all’UE iniziò nel 1999, sostenuta unanimemente da tutti gli Stati membri. Oggi, le opinioni se la procedura riuscirà a sfociare in un’effettiva adesione, sono discordi. L’appartenenza all’UE resta però un fine strategico della Turchia. L’Islanda, paese dell’estremo nord, è membro dal 1993 dello Spazio economico europeo, in cui vigono in larghissima misura le regole del mercato interno dell’UE. Paese profondamente e stabilmente democratico, legato strettamente all’UE, l’Islanda appartiene già all’accordo di Schengen che garantisce ai cittadini un’ampissima libertà di movimento in quanto ha abolito i controlli alle frontiere. Nel 2009 l’Islanda ha chiesto ufficialmente di entrare a far parte dell’Unione europea. Dal luglio 2010 sono in corso negoziati di adesione. E ora, come si va avanti? È chiaro che il dibattito sull’allargamento non è affatto semplice. Da un lato l’Unione europea non ha mai ritenuto di essere un club chiuso ed esclusivo, ma ha voluto e vuole essere aperta ai paesi europei. In passato, l’ingresso di nuovi paesi ha garantito pace e stabilità in Europa. Dopo la caduta della cortina di ferro e dopo il collasso dell’Unione Sovietica, l’Europa è riuscita, grazie alla sua politica di allargamento, ad allargare la zona in cui vigono la democrazia e l’econo- mia di mercato ai paesi dell’Europa centrale e orientale. Nove paesi, che in precedenza appartenevano alla zona d’influenza dell’Unione Sovietica, sono ora membri dell’UE; vanno aggiunti inoltre la Slovenia e, dal 2013, anche la Croazia, che facevano parte della dissolta Jugoslavia, nonché le isole mediterranee di Cipro e Malta. Dall’altro lato, non è stato chiarito (il che d’altronde non può essere deciso una volta per tutte) se e dove finisca questa Europa e fin dove debba giunge- re la politica di promettere, e concedere, ai paesi l’appartenenza all’UE. Questa politica continua a essere portata avanti nei confronti degli Stati della ex Jugoslavia e dell’Albania, anch’essa appartenente alla regione che oggi chiamiamo «Balcani occidentali», e nei confronti dell’Islanda e della Turchia. Questi paesi hanno la prospettiva di divenire membri anche se, nel caso di alcuni di essi, occorrerà probabilmente ancora molto tempo perché essa si concretizzi. Allargamento dell'UE | 39 6 L’Europa nel mondo 40 | L'Europa nel mondo Noi europei non siamo soli al mondo. Anzi, non rappresentiamo neppure lontanamente la maggioranza della popolazione mondiale. È per questo che non ci possiamo limitare a occuparci solo di noi stessi, ma dobbiamo rivolgere la nostra attenzione anche ad altri continenti. Di essi abbiamo bisogno come partner per il nostro stesso benessere, perché acquistano i nostri prodotti e ci offrono i loro e perché ci forniscono le materie prime di cui non disponiamo. Esistono però anche problemi che non ci devono lasciare indifferenti. In proposito, da un lato occorre ricordare guerre e sottosviluppo che impediscono a interi popoli di vivere degnamente. Dall’altro, l’inquinamento dell’ambiente e i mutamenti climatici non si arrestano alle frontiere dell’Unione europea. Compito I continenti del mondo Se prescindiamo dall’Antartide, possiamo suddividere il mondo in sei continenti: Africa, Asia, Australia/Oceania, Europa, America settentrionale e America meridionale. Esistono anche altre modalità di suddivisione che riuniscono Nord e Sudamerica in un’unica America o Europa e Asia in Eurasia. Qui, adottiamo però la versione dei sei continenti (Antartide esclusa). Fate una ricerca sulle informazioni mancanti e trascrivetele nella tabella. Continente Superficie Percentuale della superficie totale della terra Popolazione Classifica in base PIL (*) pro capite Classifica in base alla popolazione in dollari USA al PIL (*) Africa Asia Australia/Oceania Europa America settentrionale America meridionale (*) PIL: prodotto interno lordo. Gli interessi dell’Europa nel mondo L’Europa è un continente relativamente piccolo, ma economicamente significativo. Ciò dà luogo a doveri e interessi che intende far valere nei confronti di altri. L’UE persegue con la sua politica internazionale molteplici scopi: protegge i propri interessi, combatte il terrorismo, la criminalità organizzata e l’immigrazione clandestina; contribuisce al mantenimento di un ambiente sostenibile (politica sui cambiamenti climatici, di protezione ambientale ecc.); cerca di usare la propria influenza per portare e mantenere la pace (ad esempio, nel Medioriente, in Africa); aiuta altri paesi a svilupparsi e a superare povertà, analfabetismo e sottosviluppo; si impegna in tutto il mondo per la democrazia e lo Stato di diritto. L'Europa nel mondo | 41 Compito Le sfide globali Alla fine del 2003, l’Unione europea decise di mettere in atto una «strategia europea in materia di sicurezza» in cui fossero stabiliti i punti salienti delle sfide globali. Essa descriveva le sfide globali che l’UE avrebbe dovuto fronteggiare. Date un’occhiata a tale elenco e subordinate le proposte di soluzione elaborate nell’ambito della strategia europea in materia di sicurezza alle diverse problematiche. Le sfide globali Possibili soluzioni Guerre e conflitti interni a singoli Stati Povertà Malattie Sottosviluppo Carenza di risorse Dipendenza energetica dell’Europa Invecchiamento della popolazione europea Terrorismo Proliferazione delle armi di distruzione di massa Criminalità organizzata Minacce all’ambiente naturale Proposte di soluzione della strategia europea in materia di sicurezza: Aiuto allo sviluppo per l'Africa Cancellazione dei debiti dei paesi sottosviluppati Ampliamento dei sistemi sanitari nei paesi meno sviluppati Convenzioni internazionali sul controllo degli armamenti e del disarmo Lotta all'inquinamento marino 42 | L'Europa nel mondo Sostegno della democrazia in altri paesi Lotta contro il terrorismo internazionale Dialogo con il mondo islamico Cooperazione internazionale di polizia Messa in sicurezza delle riserve idriche della Terra Protezione del clima Iniziative di pacificazione attraverso interventi militari Cooperazione in campo energetico al di là delle frontiere europee Apertura dei mercati europei a prodotti provenienti da paesi in via di sviluppo Immigrazione controllata Sicurezza informatica Fortezza Europa? Tema assai dibattuto all’interno dell’Unione europea è la migrazione. In sé, il termine «migrazione» descrive semplicemente lo «spostamento» con cui una serie di persone abbandona un determinato luogo per andarsi a stabilire in un altro. Di fatto, invece, il pubblico dibattito apertosi da noi ruota intorno alla «immigrazione», cioè allo spostamento verso il nostro territorio. Esiste una immigrazione legale negli Stati membri dell’UE: a persone provenienti da Stati non membri dell’UE è cioè consentito di giungere da noi in modo del tutto ufficiale, per lavorare, studiare o semplicemente (come il coniuge di un cittadino UE) per vivere. Molte di queste persone arrivano qui perché nell’Unione europea si augurano una vita migliore. Ma sono importanti anche per noi, per cui talvolta le chiamiamo direttamente. Gli immigrati, infatti, portano in dote le loro competenze e la loro disponibilità a inserirsi nel tessuto economico. Sono proprio i giovani immigrati a essere im- portanti per noi, visto che le nostre società in media invecchiano sempre di più, con tutti i problemi che ciò comporta per pensioni e casse previdenziali. Per facilitare a lavoratori specializzati provenienti da paesi esterni all’UE il trasferimento verso l’UE, l’Unione europea ha escogitato la cosiddetta «Carta blu». Con essa possono lavorare da uno a quattro anni nell’UE. Finora, la maggior parte dei migranti specializzati provenienti da paesi terzi si recava negli USA. Oltre all’immigrazione legale e protetta, esiste una immigrazione illegale, di persone cioè che arrivano qui senza autorizzazione. Tali persone violano con ciò le leggi degli Stati UE, ma spesso sono a loro volta vittime di bande di trafficanti di esseri umani che succhiano loro ogni avere per introdurle clandestinamente nell’UE Per molta gente di ogni parte del mondo, l’Europa appare un paradiso nel quale cercare di appro- dare. Sono assai note le immagini degli africani lasciati andare alla deriva in mare su qualche barcone per poi essere fortunosamente intercettati da motovedette italiane, maltesi o spagnole. Nessuno sa quante persone si trovino illegalmente in Europa. Secondo stime della Commissione europea, potrebbero essere circa 4,5 milioni. L’Unione europea fa grandi sforzi per impedire l’immigrazione clandestina. Tra essi vanno ricordati il potenziamento dei controlli alle frontiere esterne e una più stretta collaborazione con i paesi di provenienza. Al tempo stesso, si lavora intensamente per dare a cittadini provenienti da Stati non UE la possibilità di giungere nell’UE e di viverci. Mediante la cooperazione allo sviluppo con i paesi più poveri del mondo, l’UE cerca di migliorare a tal punto le condizioni di vita nei paesi di provenienza degli immigrati illegali da far sì che questi non debbano più lasciare il loro paese. L’UE e i suoi partner L’UE ha allacciato rapporti con numerosi paesi in tutto il mondo e ha intensi contatti con paesi in via di sviluppo in Africa e in America latina, nonché con gli Stati grandi e piccoli dell’Asia. Questi variegati rapporti non si possono affrontare in questa sede. Sul portale Internet dell’Unione europea si possono ottenere informazioni su di essi: http://europa.eu/pol/cfsp/index_it.htm Un elemento particolarmente importante della politica estera dell’UE è la cooperazione nel campo della politica di sviluppo con i paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP). Con gli attuali 78 Stati ACP vengono conclusi accordi di partenariato economico destinati ad aiutare questi paesi a integrarsi nell’economia mondiale e a combattere efficacemente la povertà al loro interno. L’Unione europea e i suoi Stati membri sono i maggiori donatori al mondo di aiuti allo sviluppo. Essi elargiscono più della metà di tutti gli aiuti ai paesi poveri. Tuttavia, la politica di sviluppo è qualcosa di più della messa a disposizione di acqua pulita e di strade percorribili, per quanto importante ciò possa essere. L’UE sostiene lo sviluppo anche attraverso il commercio, aprendo il proprio mercato alle importazioni dai paesi in via di sviluppo e incoraggiandoli ad ampliare i reciproci scambi commerciali. L'Europa nel mondo | 43 Compito L’UE e la cooperazione allo sviluppo Qui potete vedere vari settori della cooperazione allo sviluppo dell’UE. Provate a collegare i numeri delle immagini ai contenuti da esse rappresentati e ai relativi provvedimenti di cooperazione allo sviluppo. Attenzione: le immagini e i relativi provvedimenti non necessariamente sono direttamente vicini le une agli altri! 44 | L'Europa nel mondo 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 N. Immagine Provvedimento Equipaggiamento di strutture sanitarie con veicoli destinati a servizi di ambulanza in Sud Africa Promozione dei diritti umani e della democrazia Formazione di lavoratori forestali in Papua-Nuova Guinea Ampliamento di infrastrutture Consegne di riso destinato a essere distribuito a popolazioni bisognose nel porto di Zanzibar 1 N. 1 Promozione delle energie rinnovabili/approvvigionamenti energetici Campagna di sminamento in Laos Alimentazione idrica Scavo di pozzi a Dacca, Bangladesh Risoluzione di conflitti/consolidamento della pace Concessione di microcrediti a cucitrici della Bosnia-Erzegovina Promozione della salute Produzione di energia elettrica eolica in Bolivia Protezione dell’ambiente Osservazione di elezioni in Nigeria Provvedimenti a sostegno della crescita economica Costruzione di scuole a Eterasama, regione di Chapare, Bolivia Garanzia di un’istruzione di base per tutti Costruzione di strade nel Benin Eliminazione della povertà Discussione Discussione sulla migrazione Circa 214 milioni di persone in tutto il mondo vivono in uno Stato che non è la loro patria d’origine. Potete immaginare anche voi di voltare le spalle per sempre al paese in cui siete nati? Per quali motivi lo fareste? E per quali motivi sareste disposti a entrare in un paese in cui il vostro arrivo non è affatto desiderato o addirittura vietato? Discutetene in gruppo. Informatevi su quali possano essere le motivazioni delle persone che cercano di raggiungere l’Europa da sud e da est e condividete queste informazioni con il gruppo. L’Europa nel mondo L’Europa non è un’isola ma fa parte di un mondo che cresce in modo sempre più integrato. L’UE sente perciò la responsabilità di impegnarsi fortemente sul piano internazionale. Lo fa per proteggere i propri interessi, per contribuire positivamente allo sviluppo del mondo e per aiutare altre popolazioni prive della possibilità di vivere in modo sicuro e agiato come gli europei. Per questo l’UE esprime un forte impegno nel campo della lotta ai mutamenti climatici e cerca di coinvolgere in una strategia comune anche altri paesi, che inquinano l’aria con enormi quantità di anidride carbonica. Parliamo, ad esempio, della Cina e degli USA. Grande importanza per la protezione dell’ambiente hanno anche altre questioni che possono essere risolte solo affrontandole insieme. L’inquinamento dei mari e l’eccesso di pesca ne sono solo due esempi. Ovunque l’UE si impegna a favore della democrazia e si sforza di far valere la propria influenza per indurre anche altri paesi a rispettare i diritti e le libertà democratiche fondamentali e a garantirle ai loro cittadini. L’UE è molto attiva nello sforzo di cogliere i cosiddetti «Obiettivi di sviluppo del millennio» voluti dalle Nazioni Unite, che in sostanza mirano a dimezzare la povertà assoluta entro il 2015. Si tratta di persone che dispongono di un reddito giornaliero inferiore a un dollaro. L’Europa non può certo pretendere di guidare da sola i destini della Terra, ma senza Europa non c’è nulla che possa andare avanti. Viviamo in un mondo in cui è impossibile che a noi vada bene se ad altri va male. L'Europa nel mondo | 45 7 Il futuro dell’Europa Dove pensate di abitare nel 2030, come intendete vivere e cosa desiderate fare? 46 | Il futuro dell'Europa L’Europa è qualcosa di più di un’associazione economica. È piuttosto una comunità di valori, un’associazione cioè di Stati e cittadini che condividono convinzioni fondamentali comuni e che intendono professarle. Tra l’altro, nel 21º secolo molte questioni si pongono in modo ben diverso che nel 20º. La pace tra gli Stati membri è assicurata e vecchie inimicizie hanno potuto essere trasformate in stabili amicizie o quanto meno in una pacifica collaborazione. Ma l’UE deve affrontare e superare prove del tutto nuove, se intende continuare a garantire ai cittadini i suoi valori fondamentali anche nel nuovo secolo.. Compito L’anno 2030 e io Dove pensi di abitare nel 2030, in che modo pensi di vivere e cosa desideri fare? A questa domanda ciascuno risponderà sicuramente in modo diverso. La realizzazione dei propri desideri non dipende però solo dalle capacità personali e dalla fortuna ma anche dalle premesse politiche generali. Cosa prevede il vostro piano? cosa chiedete alla politica? Nel 2030 vorrei abitare a/in e lavorare come Mi auguro che le mie condizioni di vita private siano: Per poter raggiungere questi obiettivi, oggi devo chiedere ai politici del mio paese che: Alla politica europea chiedo che: L’Europa nel mondo È evidente che le singole economie degli Stati europei si trovano di fronte a enormi problemi. Problemi che da un lato nascono dalla globalizzazione, cioè dall’allargamento a gran parte del mondo dell’economia di mercato. Merci, capitale, idee e informazioni oltrepassano assai rapidamente le frontiere, sono ovunque fruibili e danno luogo a una concorrenza a livello mondiale. Ciò ha per noi conseguenze immediate: un’impresa francese non può più limitarsi a sapere cosa offra il tale concorrente nel proprio paese o il talaltro al di là dei Pirenei, in Spagna. Essa dovrà anche tener conto di cosa e a che prezzo venga prodotto in Cina, in India o negli USA e calcolare se potrà essere competitiva rispetto a tali prezzi, ad esempio offrendo i propri prodotti a prezzi altrettanto bassi o producendo beni che, anche se più cari, siano però di qualità migliore. D’altra parte, le nostre condizioni di vita cambiano per ragioni che nulla hanno a che fare con la globalizzazione. La gente invecchia e invecchiano le società. Che la gente invecchi è una buona notizia: significa infatti che viviamo più a lungo. Ma ciò significa anche: le spese che dovremo sostenere per i regimi sanitari aumenteranno e le pensioni do vranno essere corrisposte più a lungo. Contemporaneamente — notizia meno buona — il numero delle nascite sta diminuendo. Nei decenni passati, molte persone si sono decise per famiglie meno numerose o, addirittura, di rinunciare a mettere al mondo dei figli. Ciò provoca però un grave problema macroeconomico: un numero sempre minore di giovani deve mantenere un numero sempre maggiore di anziani. Il futuro dell'Europa | 47 Compito L’Unione europea sulla scena mondiale In seno all’UE e ai suoi Stati membri esiste attualmente un vasto dibattito sugli aspetti che dovrà assumere il futuro dell’UE. Molte persone cercano di immaginarsi il futuro dell’Europa. Fanno altrettanto, naturalmente, anche i principali politici dell’UE. Ecco alcuni esempi: Analizzate, e poi discutete, cosa pensate delle affermazioni che seguono. 1. José Manuel Barroso Presidente della Commissione europea. Discorso tenuto in occasione del Think Tank Dialogue sul tema «Situazione dell’UE nel 2013: federalismo o frammentazione?», Bruxelles, 22 aprile 2013. «Anch’io sono dell’opinione che, in tempi in cui l’Europa sembra ondeggiare tra integrazione e frammentazione, dobbiamo definire i nostri progetti politici, le nostre opzioni, le nostre intenzioni. Dobbiamo prendere una decisione fondamentale se vogliamo portare al successo l’ideale europeo e i valori europei, sia internamente sia esternamente ai nostri confini. Io, ad esempio, non ho alcun timore a pronunciare la parola federalismo. Innanzitutto, esso significa esattamente il contrario di quanto molti sospettano o temono. Una federazione non è un «superstato» quanto piuttosto un’associazione democratica di Stati nazionali, capaci di affrontare problemi comuni, che esercita la sovranità in modo tale che ciascun paese e ciascun cittadino possa plasmare da sé il proprio futuro. Ciò significa che occorre accettare esplicitamente il fatto che non si può unificare l’Europa contro la volontà degli Stati membri e che quindi la si deve costruire insieme ad essi. Credo in un’Europa nella quale la gente è orgogliosa delle proprie nazioni, orgogliosa di essere europea e orgogliosa dei nostri valori europei. L’Unione europea nella sua forma attuale denota già numerosi innegabili elementi federativi: una Commissione 48 | Il futuro dell'Europa europea sovranazionale con il mandato di promuovere gli interessi generali europei, è un Parlamento europeo eletto direttamente, una Banca centrale europea indipendente e una Corte di giustizia dell’Unione europea basata su un sistema normativo il cui primato sulle legislazioni nazionali è riconosciuto da tutti. Tutte queste istituzioni dispongono di poteri sovranazionali che, col tempo, sono aumentati. La suddivisione dei poteri tra il livello centrale e i singoli Stati membri non è fissata una volta per tutte. Essa potrà sempre essere rimessa in discussione e sarà rimessa in discussione. Addirittura in Stati tradizionalmente federali, dalla Germania agli USA, è in corso un incessante dibattito sulla sussidiarietà e si discute cosa può e deve fare il governo federale e dove finiscono o dovrebbero finire le sue prerogative. Nei prossimi decenni credo che l’Unione guarderà ancor più in avanti e si proietterà maggiormente verso l’esterno. Essa diventerà per i cittadini europei e anche per gli Stati membri uno strumento estremamente potente per dar forma alla globalizzazione e per difendere i nostri valori comuni. Il mondo cambia in modo assai rapido e gli Stati membri possono giocare, se lo fanno insieme, un ruolo decisivo. Solo uniti e potenziando le nostre istituzioni comuni saremo in grado di padroneggiare le sfide che le crisi economiche e finanziarie, la scarsità di risorse, i mutamenti climatici, la povertà e il sottosviluppo si trascinano in tutto il mondo. Uniti potremo creare migliori condizioni per proteggere i nostri valori comuni e, accompagnandolo con riforme, il nostro modello sociale, la nostra economia sociale di mercato e mantenere le principali caratteristiche del modello di vita europeo». Fonte: http://europa.eu/rapid/pressrelease_SPEECH-13-346_en.htm 2. Martin Schulz Presidente del Parlamento europeo, si è così espresso in un libro dedicato all’Unione europea: «Sono convinto che l’Europa debba continuare a crescere unita, se non vuole fallire. Dalla bocca di un politico europeo, questa richiesta può anche non sorprendere troppo. Del resto, davanti a gente annoiata è stato così spesso predicato che la nostra comunità funziona come una gita in bicicletta: non appena si smette di pedalare, si cade dalla bici. Ma non è in questo senso che lo dico. Se si vuole impedire il fallimento dell’UE, è ineluttabile continuare a portare avanti l’integrazione europea. Certo, si può immaginare una situazione che possa essere accettata come stadio finale dell’unificazione. Tale situazione, tuttavia, non si ancora creata. Il «più» di cooperazione a cui penso si fonda sulla semplice constatazione che, in un paio di punti, non abbiamo lavorato con la cura necessaria allorché costruimmo l’edificio europeo. Così, ad esempio, disponiamo di una moneta unica europea ma non di una politica fiscale e finanziaria comune. Ciò non poteva che andar storto e ora i famosi mercati mostrano ogni giorno come gli europei si lascino aizzare l’uno contro l’altro a causa di questo errore. Anche nella politica di spesa dell’UE abbiamo preso la strada sbagliata. Invece di investire in settori importanti per il futuro, buttiamo via i nostri soldi in abissi di sovvenzioni e teniamo artificialmente in vita settori ormai sorpassati. Altrettanto penosa è Jello: «Date ciascuno una risposta e discutete in classe i risultati che saranno emersi». la nostra cacofonia, questa sì da torre di Babele, nel campo della politica estera e di sicurezza, che ci ha reso ridicoli a livello internazionale. Infine, a medio termine servirebbe nell’UE un po’ di chiarezza istituzionale, 3. Herman Van Rompuy progetto europeo: sarà in grado l’Unione Presidente del Consiglio europeo, si è così espresso in un discorso tenuto a Copenaghen su come recuperare la fiducia dei cittadini: nazionali dovranno adeguarsi a situa- europea di dare le risposte giuste? È un fatto comunque che tutte le economie zioni in continuo mutamento. Per restare competitivi, gli europei do- dal momento che perfino gli specialisti vranno lavorare di più e meglio, essere fanno ormai fatica a distinguere tra le creativi e innovativi. Non ci possiamo specifiche competenze che caratteriz- più permettere di vivere al di sopra delle zano il presidente del Parlamento euro- nostre possibilità. Sono necessarie delle peo, il presidente della Commissione, il presidente del Consiglio e il presidente del Consiglio europeo. Ciò di cui abbiamo urgente bisogno è un governo autenticamente europeo che sia eletto e controllato da un parlamento». (Martin Schulz: Der gefesselte Riese: Europas letzte Chance, Berlino 2013) «La crisi delle banche e dei debiti sovrani ha profondamente scosso la fiducia del pubblico nelle capacità delle economie nazionali: l’Europa può continuare a restare un continente attraente e concorrenziale in un mondo che cambia così rapidamente? Si sta anche diffondendo una certa preoccupazione per il riforme, con o senza UE. Un deficit pubblico pari al 15 % e un debito pubblico pari al 160 % del PIL sono inaccettabili, con o senza UE. La competitività delle nostre economie nazionali deve aumentare, con o senza UE. Ma, nonostante il fatto che le decisioni siano prese a livello nazionale, la pubIl futuro dell'Europa | 49 «Come sarebbe se»: un video pone la domanda di come sarebbe la nostra vita se non esistesse l’UE. Il video lo trovi qui: http://bit.ly/Debate_Europe blica opinione riversa spesso la colpa sull’Unione europea. La verità è che quando tutto andava bene non abbiamo cambiato nulla, o non abbastanza. Dobbiamo quindi attuare i cambiamenti quando le cose vanno male. E comunque è sempre meglio se questi cambiamenti li facciamo insieme. Tutti i dirigenti politici europei lo sanno e si comportano di conseguenza, come posso verificare a ogni vertice. Ma: come possono essere convincenti con i cittadini? Ecco la sfida ultimativa. Occupazione, crescita e la loro precondizione: la stabilità politica e finanziaria. Questi sono i principali ingredienti per poter recuperare la fiducia della gente, la fiducia nelle capacità e nella resistenza del nostro continente, delle nostre economie nazionali e la fiducia nel progetto europeo. Anche qui ogni cosa si collega a un’altra e fa parte di un tutto. 50 | Il futuro dell'Europa C’è ancora un altro modo con cui gli uomini e le donne che fanno politica possono recuperare la fiducia dell’opinione pubblica: devono dire la verità. Una delle verità da dire è che serve tempo finché le riforme possano influenzare tangibilmente la crescita e l’occupazione. Un’altra è che la risposta definitiva alla crisi non consiste nella creazione di strumenti finanziari (fondi e bond) ma nell’apportare modifiche all’economia reale. Una terza è che senza l’Europa i costi sarebbero insostenibili. Chi dà a intendere che il proprio paese potrebbe farcela da solo, non si limita a illudere, semplicemente mente! Il populismo e il nazionalismo non possono dare risposte alle sfide del nostro tempo. I politici devono dire chiaramente quale sia la posta in gioco. E devono impegnarsi in modo forte e chiaro a fa- vore delle loro convinzioni europeistiche. Come si può chiedere di battersi a favore della causa europea se i leader politici non hanno il coraggio di difendere e promuovere l’integrazione europea? Le cose stanno semplicemente così. Abbiamo bisogno di una politica europea, ma soprattutto di un linguaggio europeo». «Beyond the institutions: Why Europe today?», discorso di Herman Van Rompuy, presidente del Consiglio europeo, in occasione della conferenza sull’Europa, tenutasi a Copenaghen l’11 maggio 2012 Fonte: http://www.consilium.europa.eu/ uedocs/cms_data/docs/pressdata/en/ ec/130149.pdf E ora tocca a VOI! Come vedete la questione? Lo sviluppo futuro dell’Unione europea riguarda soprattutto le giovani generazioni che vivono la loro vita e vogliono plasmare la propria esistenza nel 21º secolo. Che cosa desiderate? Che cosa è importante per voi? Prendete spunto dai testi di questi leader politici europei per porvi anche voi le questioni che essi sollevano. Ciascuno per conto proprio, cerchi di compilare un elenco di priorità. Quali sono i tre punti che mettereste al primo posto? Quali altri tre punti non vorreste assolutamente? L’elenco potrebbe avere questo aspetto. Desidero assolutamente: Non voglio in alcun caso: 1. 1. 2. 2. 3. 3. Ampiezza n L’UE deve ingrandirsi. Solo con più Stati di adesso disporrà del peso necessario. n L’UE non deve accogliere altri nuovi membri, perché altrimenti si differenzierebbe eccessivamente e perderebbe la sua capacità di manovra. n L’UE deve fare una salutare cura dimagrante. Per rafforzare la sua coesione, occorre che i paesi che non hanno voglia di partecipare a ulteriori sviluppi abbandonino l’UE. Competenze n Affinché l’UE possa agire efficacemente, gli Stati membri devono trasferire ad essa competenze più ampie. Ciò significa: un numero maggiore di decisioni a nome dell’intera UE dovranno essere prese a livello centrale a Bruxelles e a Strasburgo. n L’attuale suddivisione dei compiti tra UE e Stati nazionali deve essere mantenuta, perché e ben equilibrata. n L’UE deve restituire competenze agli Stati membri per concentrarsi su questioni essenziali, come il funzionamento del mercato interno. Gli Stati membri sono responsabili per le politiche di tutela dell’ambiente e di protezione dei consumatori, o per la politica estera. Questioni militari n L’UE deve disporre di un proprio esercito europeo per poter far sentire le proprie esigenze ed effettuare azioni militari per conto proprio, per esempio nei Balcani o in Africa. n L’UE è un potere civile e non deve immischiarsi in questioni militari. Confrontate fra di voi le priorità che avete elaborato e discutete in classe come dovrebbe essere la vostra Europa del futuro. Eccovi alcune idee: come deve essere organizzata l’UE per essere in grado di affrontare le sfide che ha davanti? Cercate di ripensare anche a ciò che avete già discusso nel compito sulla moneta unica («Chi deve decidere sulla moneta unica?», pag. 28). n L’UE deve mantenere l’attuale collaborazione con la NATO e ricorrere a proprie truppe da combattimento solo in missioni limitate, che non interessino la NATO. Processi decisionali n Nell’UE le decisioni devono essere prese dal solo Parlamento europeo, perché i deputati che in esso siedono il maggior numero possibile di Stati scelga la moneta unica ed, eventualmente, dobbiamo anche aiutarli finanziariamente. n Devono entrare a far parte della zona euro solo i paesi che si conformano effettivamente alle condizioni dell’unione monetaria. Essi devono continuare a essere sottoposti a controlli regolari per verificare il rispetto delle regole. n Una moneta unica non fa bene all’Europa. Proprio in tempi di crisi si vede che nell’UE è impossibile accordarsi su politiche comuni. Una politica finanziaria e valutaria nazionale può agire meglio e più rapidamente. L’UE deve perciò tornare alle valute nazionali; ciò non esclude certo la cooperazione. sono eletti dall’intera popolazione. n Com’è sempre accaduto finora, nell’UE le decisioni devono essere prese dal Consiglio dell’Unione europea e dal Parlamento europeo congiuntamente. n Le decisioni più importanti vanno subordinate a un referendum europeo da tenersi nello stesso giorno in tutta Europa. Procedure decisionali n Fondamentalmente nell’UE le decisioni vanno prese a maggioranza, perché altrimenti, con quasi 30 Stati, sarebbe difficile accordarsi se non attraverso lunghi negoziati. n Fondamentalmente nell’UE le decisioni vanno prese all’unanimità, perché non si deve mettere in minoranza uno Stato indipendente. n Nell’UE le questioni ordinarie vanno decise a maggioranza; quelle a carattere fondamentale, invece, all’unanimità. Ciò rappresenta infatti un giusto equilibrio tra efficienza e rispetto di tutti. Euro n Quanti più Stati accetteranno l’euro come loro moneta tanto più strettamente l’Europa crescerà insieme. Dobbiamo pertanto premere affinché Occupazione n L’Unione europea deve cercare attivamente di creare posti di lavoro. Si potrebbero creare molti posti di lavoro grazie a progetti, possibilmente transfrontalieri e sostenuti dall’UE, nel campo delle infrastrutture, come la costruzione di strade e ponti che congiungano gli Stati membri dell’UE. n I vari Stati sanno benissimo da soli come creare posti di lavoro all’interno del loro territorio. È inutile che se ne occupi l’UE n Non è per nulla necessario creare posti di lavoro: abbiamo un numero sufficiente di posti vacanti in Europa. Grazie a una libera circolazione rafforzata e a migliori informazioni chi cerchi un impiego può trovarlo più rapidamente. Il futuro dell'Europa | 51 L’Unione dei cittadini Come abbiamo già visto, i cittadini europei sono rappresentati nell’UE dal Parlamento europeo. Il Parlamento europeo viene eletto da tutti gli elettori dell’Unione europea per cinque anni. Si diviene elettori a 18 anni; in Austria addirittura a 16 anni. L’età dell’eleggibilità passiva è diversa da uno Stato membro all’altro. Mentre si può essere eletti al Parlamento europeo già a 18 anni, ad esempio in Danimarca, Finlandia o Germania, questa soglia d’età si alza a 21 anni in Lituania, Polonia e Regno Unito. A Cipro, in Grecia e in Italia occorre avere addirittura 25 anni prima di poter divenire europarlamentare. I cittadini dell’UE che vivono in un altro paese UE (come un austriaco in Ungheria) possono votare in quest’ultimo. Il Parlamento è un importante fattore decisionale della politica europea. In seno all’Unione europea, il legislatore è costituito dal Parlamento e dal Consiglio insieme. Quindi, senza il Parlamento europeo in Europa non funziona nulla! Partecipazione alle elezioni europee 62,0 59,0 58,4 56,7 49,5 45,5 1979 1984 1989 1994 1999 2004 Sebbene il Parlamento europeo rivesta importanti funzioni e rappresenti direttamente i cittadini, l’interesse per le elezioni europee è relativamente scarso. L’influenza del Parlamento europeo è enormemente aumentata dal 1979. Esso può «codecidere» in un numero di casi sempre maggiore. E nonostante il Parlamento europeo abbia oggi molti più poteri di 30 anni fa, la partecipazione alle elezioni europee è diminuita. Nell’UE in media solo il 43 % degli elettori ha effettivamente espresso un voto alle ultime elezioni del Parlamento europeo nel 2009. 43,0 2009 Percentuale degli elettori che hanno partecipato alle elezioni del Parlamento europeo. Compito Perché la partecipazione alle votazioni è così scarsa? Discutete le vostre ipotesi e riflessioni in un gruppo ristretto e chiedete poi a persone che fossero elettori o elettrici già nel 2009 (ad esempio, genitori, conoscenti o amici, o anche persone intervistate per strada) se hanno partecipato alle votazioni per il Parlamento europeo. In caso negativo: perché no? Raccogliete i risultati su un cartellone, ciascuno corredato da una tabella che illustri gli argomenti addotti «pro e contro l’andare a votare». Vi vengono in mente ulteriori argomenti? Completate con essi il cartellone. Compito E tu? Come ti comporterai? Motiva la tua decisione. In seguito a quali avvenimenti potrebbe cambiare la tua intenzione? 52 | Il futuro dell'Europa Ora mi trovo all’inizio della primavera del 2014 Io e sono elettore/ e non sono ancora elettrice elettore/elettrice andrò/andrei a votare resterò/resterei a casa L’Unione europea: un’associazione che ha un futuro L’unione europea è stata fondata dopo la seconda guerra mondiale con l’obiettivo di sostituire il secolare antagonismo tra gli Stati europei con l’amicizia e la cooperazione. Più di 50 anni dopo, si può ormai dire che tale obiettivo è stato raggiunto. È vero che resiste tuttora qualche reciproco pregiudizio, ma nessuno tiene più il vicino sotto la minaccia delle armi. I dissensi si esprimono nelle sale conferenze e, generalmente, vengono composti con un compromesso ben accetto a tutti gli Stati interessati. L’Europa deve affrontare nuovi problemi: dalla difesa contro i mutamenti climatici alla comprensione della globalizzazione, alla lotta contro il terrorismo internazionale. È del tutto chiaro che in Europa nessuno Stato singolo sia in grado di risolvere questi problemi. Ma, tutti insieme, siamo quasi mezzo miliardo di persone con una forte economia alle spalle e una buona cultura nella testa. Tutti insieme possiamo fare qualcosa. L’Unione europea ci aiuta con ciò a plasmare la nostra esistenza personale in modo che corrisponda ai nostri propri desideri. L’Unione europea ha dunque raggiunto l’obiettivo originario di garantire la pace tra gli Stati membri. Ma con ciò non è divenuta superflua, perché i valori che essa porta in sé non hanno perso nulla della loro validità. Naturalmente, non cesseranno mai le discussioni e i litigi sul modo in cui l’Europa deve andare avanti. Soluzioni brevettate non esistono e le varie concezioni a questo proposito sono molto diverse da uno Stato membro all’altro. L’UE è quindi un cantiere di «lavori in corso», è una istituzione in via di mutamento. Se vogliamo che essa si sviluppi secondo gli orientamenti che noi, cittadini dell’Europa, riteniamo giusti, dobbiamo farci coinvolgere. Il primo passo è la partecipazione alle votazioni per il Parlamento europeo. Più alta sarà la partecipazione alle votazioni, maggiore sarà la capacità del Parlamento di influire e di farsi sentire. Se non vogliamo che altri decidano per noi, dobbiamo farlo noi stessi. Il Parlamento europeo ci aiuta in questo sforzo. L’Europa e noi Un’ottima possibilità di informarsi sul Parlamento europeo è quella di invitare una volta il o i vostri europarlamentari a scuola e di intervistarli. Naturalmente avere un colloquio con un membro del Parlamento europeo non è l’unica possibilità di informarsi sull’Europa o addirittura di impegnarsi personalmente per essa. «Ci auguriamo che abbiate trovato queste informazioni interessanti. Se volete saperne di più, alla pagina seguente abbiamo raccolto per voi un paio di consigli. Ciao a tutti!». Il futuro dell'Europa | 53 Qui trovate alcuni consigli su cosa si potrebbe leggere o fare qualora si volesse avere «più Europa» in testa L’angolo dei bambini Giochi e quiz sull’Europa per bambini e ragazzi Homepage: http://europa.eu/kids-corner/index_it.htm L’UE per gli insegnanti Materiale didattico interessante e stimolante sull’Unione europea Homepage: http://europa.eu/teachers-corner/index_it.htm Portale europeo per i giovani Pagine europee e nazionali su scuola, lavoro, viaggi e molto altro ancora per giovani Homepage: http://europa.eu/youth/it Europe Direct Centri d’informazione sull’UE ovunque in Europa. È possibile porre le proprie domande per telefono o per email, oppure visitare uno dei Centri più prossimi. http://europa.eu/europedirect/meet_us/index_it.htm La storia dell’Unione europea Informazioni e video sui padri fondatori dell’UE Homepage: http://europa.eu/about-eu/eu-history/index_it.htm La tua Europa Consigli e aiuti per cittadini di un paese UE e le loro famiglie Homepage: http://europa.eu/youreurope/citizens/index_it.htm Il dibattito sul futuro dell’Europa Portale di informazione sui dibattiti europei Homepage: http://ec.europa.eu/debate-future-europe/ Compito Provate a visitare gli indirizzi Internet elencati sopra Dividetevi in gruppi ristretti. Ogni gruppo esamini un indirizzo Internet e cerchi di scoprire quanto in esso ci sia di informativo e stimolante. Quali pagine vi sono piaciute? Quali no? Infine, illustrate ai vostri compagni le conclusioni cui siete pervenuti. In questo modo ciascuno si occuperà di un argomento, ma alla fine li conoscerete tutti. Buon divertimento! 54 | Il futuro dell'Europa Come ottenere informazioni sull’Unione europea ONLINE Informazioni in tutte le lingue ufficiali dell’Unione europea sono disponibili all’indirizzo http://europa.eu DI PERSONA In tutta Europa esistono centinaia di centri locali d’informazione UE. Potete trovare l’indirizzo del centro più vicino a voi sul sito http://europedirect.europa.eu PER TELEFONO O PER E-MAIL Europe Direct è un servizio che risponde alle vostre domande sull’Unione europea. Potete contattare questo servizio telefonando al numero verde 00 800 6 7 8 9 10 11 (alcuni operatori di telefonia mobile non consentono l’accesso ai numeri 00 800 o potrebbero fatturare queste chiamate) oppure, dall’esterno dell’UE, al numero di telefono a pagamento +32 22999696 o ancora per posta elettronica attraverso il formulario accessibile dal sito http://europedirect.europa.eu LEGGENDO LE NOSTRE PUBBLICAZIONI Consultate pubblicazioni sull’UE con un semplice clic sul sito web EU Bookshop: http://bookshop.europa.eu Per ottenere informazioni e pubblicazioni sull’Unione europea in lingua italiana, rivolgersi a: RAPPRESENTANZE DELLA COMMISSIONE EUROPEA Rappresentanza in Italia Via IV Novembre 149 00187 Roma ITALIA Tel. +39 06699991 Internet: http://ec.europa.eu/italia E-mail: [email protected] Rappresentanza a Milano Corso Magenta 59 20123 Milano ITALIA Tel. +39 024675141 Internet: http://ec.europa.eu./italia E-mail: [email protected] Ufficio di Milano Corso Magenta 59 20123 Milano ITALIA Tel. +39 024344171 Internet: http://www.europarl.it E-mail: [email protected] UFFICI D’INFORMAZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO Ufficio di Roma Via IV Novembre 149 00187 Roma ITALIA Tel. +39 06699501 Internet: http://www.europarl.it E-mail: [email protected] Il futuro dell'Europa | 55 «L’Europa è altrove». Con questa frase provocante inizia il primo capitolo della Rivista d’informazione per giovani, per la prima volta rivolta all’intera UE. Ci troviamo naturalmente nel bel mezzo dell’Europa e la rivista intende trasmettere il significato dell’Europa. Chi guida l’Europa? Che significa Unione europea per la vita quotidiana della gente? In che direzione si sviluppa il nostro continente in un mondo globalizzato? Quale dev’essere il futuro dell’Europa? Questo, e altro ancora, possono esperire ed elaborare in modo interattivo alunni e alunne tra i 13 e i 18 anni. Per gli insegnanti è disponibile un apposito libro di accompagnamento. Stati membri dell’Unione europea (luglio 2013) Paesi candidati e candidati potenziali all’adesione NA-31-13-822-IT-C Europa. Rivista d’informazione per giovani