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Europa. Rivista d`informazione per giovani

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Europa. Rivista d`informazione per giovani
Europa.
Rivista d’informazione
per giovani
Unione europea
Indirizzo Internet di questa rivista d’informazione, completa del relativo Libro dell’insegnante:
http://europa.eu/teachers-corner/index_it.htm
http://bookshop.europa.eu
Commissione europea
Direzione generale della Comunicazione
Pubblicazioni
1049 Bruxelles
BELGIO
Redazione completata nel maggio 2013.
Testo: Eckart D. Stratenschulte, Europäische Akademie Berlin.
La pubblicazione «Europa. Das Wissensmagazin für Jugendliche» è stata originariamente pubblicata a
cura di Aktion Europa (Governo federale della RFG, Parlamento europeo, Commissione europea) in
Germania ed è stata rielaborata e aggiornata dalla direzione generale della Comunicazione della
Commissione europea. L’impaginazione originale è stata curata da Zeitbild Verlag und Agentur für
Kommunikation (Berlino) in collaborazione con MetaDesign AG (Berlino). Anche la serie fotografica che
riproduce i giovani Alice, Jello, Patricia, Motian e Janette è stata curata da Zeitbild.
Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni ufficiali dell’Unione europea, 2013
ISBN 978-92-79-29215-6
doi:10.2775/11721
56 pagg. — 21 × 29,7 cm
© Unione europea, 2013
È consentita la riproduzione. L’uso o la riproduzione del materiale fotografico può avvenire solo su
autorizzazione diretta dei titolari dei diritti d’autore.
Europa.
Rivista d’informazione
per giovani
Indice
1 L’Europa nella vita di tutti i giorni
4
Salve ragazzi! Siamo allievi della scuola media superiore «Robert Jungk» di Berlino
e vi accompagneremo attraverso tutta la rivista.
2 Ma cos’è, insomma, l’Unione europea?
10
L’Unione europea è costituita da 28 Stati che si sono riuniti per prendere in mano
le redini del proprio destino.
3 Come funziona l’Unione europea?
16
L’UE viene spesso paragonata a uno Stato. Tuttavia, l’UE non ha affatto la struttura di uno Stato.
4 Ma cosa fa effettivamente l’UE?
24
Alcuni dicono che l’UE non faccia abbastanza; altri sostengono che ficchi il naso dappertutto.
Insomma, chi ha ragione?
5 L’Europa avanza: l’allargamento dell’Unione europea 34
L’Unione europea, pur fondata da sei Stati, ha sempre puntato all’Europa intera:
è stata, cioè, sempre aperta a nuovi membri.
6 L’Europa nel mondo
40
Noi europei non siamo soli al mondo. Anzi, non rappresentiamo neppure lontanamente
la maggioranza della popolazione mondiale.
7 Il futuro dell’Europa
46
Come si va avanti? La missione dell’UE nel 21º secolo.
Indice | 3
1
L’Europa nella vita
di tutti i giorni
«Salve ragazzi! Siamo Alice, Jello, Patricia, Motian e Janette,
allievi della scuola media superiore «Robert Jungk» di Berlino,
una scuola a indirizzo globale con classi miste polacco-tedesche
che si dedicano all’Europa. Ci rivedrete in questa rivista, insieme
a un paio di importanti informazioni. In vari capitoli, vedrete che
troverete compiti, quiz e idee da discutere, assai interessanti:
Anche imparare può essere divertente!».
4 | L’Europa nella vita di tutti i giorni
«L’Europa è altrove!». Si tratta, naturalmente, di un’esclamazione senza senso: come cittadini
dell’Unione europea (UE), l’Europa è casa nostra e noi ci siamo in mezzo. E tuttavia l’Europa è,
per molta gente, veramente molto lontana, soprattutto l’Unione europea, cioè proprio l’associazione dei vari Stati europei che insieme vogliono dare una forma comune al proprio futuro.
Scopo di questo capitolo è prendere un po’ di confidenza con l’Unione europea. Vedrete che ben
presto anche voi direte: l’Europa? Siamo noi!
Compito
©Corbis
Quanto è lontana
«Bruxelles»?
Ogni giorno, nei notiziari radiotelevisivi o sui giornali,
sentiamo parlare di Unione europea. Ciononostante, molte
gente non è per nulla interessata all’UE. Come mai,
secondo voi?
L’UE non è importante per la nostra vita.
Piccolo quiz sull’Europa
L’UE è troppo complicata.
I media non danno notizie sufficienti sull’UE.
Tutte le questioni importanti vengono decise negli
Stati membri, non a Bruxelles o a Strasburgo: è sufficiente
quindi occuparsi della politica nazionale.
Quanti membri ha l’Unione europea?
La politica è generalmente noiosa
12 15
28 30
25
Come vengono eletti i deputati al Parlamento europeo?
Non sono affatto eletti ma nominati da ciascun capo di Stato su
proposta del capo del governo.
Con elezioni parlamentari che si svolgono in ciascuno Stato
membro, perché i deputati europei sono contemporaneamente
anche membri dei parlamenti nazionali.
Sono inviati al Parlamento europeo dai parlamenti regionali.
Compito
In elezioni a suffragio universale diretto, esattamente come i
deputati al parlamento del proprio paese.
E per te personalmente?
Quanti Stati dell’UE hanno adottato la moneta unica, l’euro?
Io mi interesso all’Unione europea:
molto
abbastanza
così così
poco
molto poco
per nulla
perché tutti gli Stati dell’UE
i sei Stati fondatori
13 Stati
17 Stati
L’UE ha speso, nel 2013, circa 133 miliardi di euro. Secondo voi,
questa spesa che percentuale rappresenta del risultato economico,
cioè del prodotto interno lordo (PIL), degli Stati membri?
80,9 % 50,2 % 15,3 % 0,99 %
La Corte di giustizia dell’Unione europea vigila sull’attuazione del
diritto europeo. Dove si trova la sede della Corte di giustizia?
a Lisbona a Bruxelles a Strasburgo a Lussemburgo
L’Europa nella vita di tutti i giorni | 5
Compito
Cosa c’entra l’UE con la nostra vita?
Dieci esempi
Ritengo che sia
Aspetti della nostra vita
Il legame con l’UE
Il commercio all’interno dell’Europa si intensifica
di giorno in giorno. Oltre alle grandi compagnie,
ne approfittano ora sempre più anche le piccole
e medie imprese. Tutto ciò contribuisce a
consolidare l’occupazione.
Grazie all’apertura del mercato interno europeo,
che conta 500 milioni di persone, il commercio
tra i paesi dell’UE è aumentato dagli 800 miliardi
di euro del 1992 ai 2 540 miliardi di euro del
2010.
Anche telefonare è divenuto negli ultimi anni
molto meno caro.
L’UE, infrangendo i monopoli nazionali, ha
liberalizzato il mercato delle telecomunicazioni e
lo ha aperto alla concorrenza. Se la concorrenza
non funziona in misura sufficiente, interviene
l’UE direttamente. Così, grazie all’intervento del
Parlamento europeo e della Commissione, le
telefonate all’estero fatte con il cellulare costano
oggi molto meno.
Anche volare è diventato negli ultimi anni
molto più economico, tanto che ora è più facile
per giovani e famiglie con bambini potersi
concedere un biglietto aereo.
Anche in questo campo, l’UE ha eliminato
monopoli nazionali e introdotto la concorrenza.
Oggi, è possibile volare dall’Ungheria alla Francia
con una compagnia aerea britannica.
Sono stati inoltre rafforzati i diritti dei passeggeri.
Chi restasse bloccato in aeroporto a causa
del famigerato «overbooking» o mancasse un
appuntamento per un ritardo, dovrà essere
indennizzato.
Eventuali contratti scaturiti dalle cosiddette
«vendite porta a porta» in cui, a forza di
chiacchiere, si è quasi costretti a comprare
enciclopedie o aspirapolveri, possono essere
revocati, evitando così ulteriori danni ai
malcapitati. Ciò vale anche per contratti firmati
casualmente per strada, come l’abbonamento a
una rivista, ma anche per altri contratti.
Grazie a una direttiva applicabile in tutta Europa,
l’UE ha fortemente limitato la validità di «affari»
di questo tipo. Dopo tali transazioni, oggi si può
fare una pausa di riflessione anche se il contratto
è già stato firmato.
6 | L’Europa nella vita di tutti i giorni
molto
importante
importante
poco
importante
Ritengo che sia
Aspetti della nostra vita
Il legame con l’UE
Il periodo di garanzia su beni di consumo
come gli apparecchi elettronici è oggi di due
anni. Se quindi il cellulare dopo un anno si
rompe, dovrà essere riparato o sostituito
gratuitamente.
La normativa europea ha permesso di introdurre
scadenze unitarie. La garanzia vale in tutta
Europa e non dipende dal paese UE in cui il
cliente ha acquistato un oggetto.
La degradazione dell’ambiente non
conosce confini. Noi tutti dobbiamo a respirare.
I problemi legati all’inquinamento dell’aria
pulita hanno perciò assunto un particolare
rilievo. Negli ultimi anni, la qualità dell’aria che
respiriamo è migliorata.
Sulla qualità dell’aria, l’UE ha introdotto in tutta
Europa norme vincolanti che gli Stati membri
devono attuare con misure concrete
L’acqua serve a lavarsi. Ma non solo: dobbiamo
soprattutto berla. E allora la sua qualità
diventa fondamentale. Chi vive nell’UE, apre il
rubinetto e può riempirsi un bicchier d’acqua
senza preoccupazioni.
Ormai da dieci anni esistono norme UE sull’acqua
potabile a cui tutti gli Stati membri devono
uniformarsi.
Viaggiare in Europa è oggi assai semplice.
Al confine tra la maggior parte degli Stati
europei non esiste ormai alcun controllo.
L’UE, grazie all’accordo di Schengen, ha reso
superflui i controlli tra Stati alle frontiere.
Viaggiare da Capo Nord alla Sicilia senza un solo
controllo di frontiera è ormai una cosa normale
nell’UE.
Fanno eccezione solo l’Irlanda e il Regno Unito.
Anche Bulgaria, Cipro e Romania non fanno
ancora parte dell’accordo.
In molti Stati europei, i cittadini dell’UE possono
lavorare come a casa loro. Chiunque può
mettersi a pensare dove convenga risiedere
o cercare un lavoro.
Nell’ambito del mercato interno dell’UE si ha il
diritto di circolare liberamente. Per un viennese è
altrettanto possibile lavorare a Bruxelles, a Roma,
a Londra o a Varsavia come a Linz o a Innsbruck.
Purtroppo, anche in vacanza ci si può
ammalare o subire un incidente. Che sollievo
poter essere curato senza problemi, e senza
dover pagare, come accade in molti paesi
europei!
Gli Stati membri mettono reciprocamente a
disposizione i propri regimi di assicurazione
contro le malattie. Basta esibire la tessera
europea di assicurazione malattia o il certificato
sostitutivo provvisorio e si potrà pensare solo a
guarire e non a una burocrazia di cui forse non si
conosce neppure la lingua..
molto
importante
importante
poco
importante
Compito
Quali risposte hanno dato gli alunni?
Valutare i risultati e discutere le valutazioni emerse.
Compito
L’UE entra in casa nostra
Pensate un momento alla vita quotidiana della vostra famiglia. Vi accorgete dell’UE?
Trovate degli esempi! Pensate all’alimentazione, ai soldi, alla scuola, allo studio e ai viaggi,
agli acquisti e al lavoro.
L’Europa nella vita di tutti i giorni | 7
Formazione professionale
e studi universitari
nei paesi UE
La libera circolazione non è appannaggio della sola manodopera, ma anche
di turisti, pensionati, studenti e apprendisti.
La mobilità degli studenti, ad esempio,
viene promossa dal programma UE
«Erasmus», che offre agli studenti un
sostegno finanziario e organizzativo
per un periodo di soggiorno presso
una università partner europea e che
permette, attraverso un sistema di
valutazione europeo, il riconoscimento
delle competenze acquisite all’estero
da parte delle università nazionali.
Perciò, anche da questo punto di vista,
i semestri frequentati all’estero non
vanno persi.
Alice: «Tra il 1987 e il 2012, circa 2,4 milioni di
studenti e 300 000 insegnanti complessivamente
hanno trascorso uno o due semestri in un altro
paese UE nell’ambito del programma Erasmus. In
28 Stati UE e in cinque altri paesi esistono oltre
3 000 istituti di livello universitario che hanno
partecipato alla cooperazione accademica».
Esiste anche un particolare programma UE destinato agli apprendisti, denominato «Leonardo da Vinci», che
promuove la formazione professionale
transfrontaliera con contributi finanziari e organizzativi. Ogni anno, vi ricorrono 75 000 giovani cittadini
dell’UE, che assolvono così parte del
loro apprendistato in un altro paese. Al
programma collaborano varie imprese
e istituzioni. In tal modo nascono progetti ai quali i giovani (apprendisti,
giovani lavoratori e anche giovani disoccupati) possono chiedere di partecipare.
È vero che, all’inizio, bisogna forse
fare qualche sforzo per adattarsi a
progetti che si svolgono in un altro
paese, ma i giovani che vi partecipano
parlano di esperienze molto positive.
Compito
Provate a immaginare di trascorrere voi stessi una parte del
vostro apprendistato o un anno di studio o addirittura l’intero
corso universitario all’estero
Fate un elenco di argomenti pro e contro! Prevalgono le ragioni a favore o quelle contrarie?
Argomenti a favore
di un periodo di formazione all’estero
Argomenti contrari
a un periodo di formazione all’estero
1.
1.
2.
2.
3.
3.
4.
4.
Confrontare i risultati emersi nelle vostre discussioni e discuterli!
8 | L’Europa nella vita di tutti i giorni
Compito
Simboli europei
Conoscete i simboli e gli oggetti qui riprodotti? Dove si possono trovare?
Riflettete sulla relazione che essi hanno con l’Europa e con la nostra vita!
L’Europa nella vita di ogni giorno
Abbiamo cominciato chiedendoci perché l’Europa
sembri essere a tanta gente
così lontana. Persone diverse
possono avere motivi diversi
per pensarlo.
Ma, riflettendo bene, si vede
subito che l’Europa o, meglio,
l’Unione europea, in realtà è
vicinissima e influisce su molti
aspetti della nostra vita.
A cominciare dai soldi: l’euro
è una moneta unica, non ancora adottata da tutti gli
Stati membri, anche se lo è
da ben più della metà di essi.
Quando andiamo in vacanza
in Austria, Francia o Spagna,
possiamo pagare con la nostra moneta unica. Ma anche
in paesi in cui non è la valuta
ufficiale, l’euro viene accettato ben volentieri in quanto
moneta forte internazionale.
Con l’euro siamo i benvenuti
in tutto il mondo.
Il fatto che, oggi, in Europa
sia così semplice viaggiare è
per molte persone talmente
ovvio che non se ne accorgono nemmeno. Fino a poco
tempo fa, però, non era affatto così. Esistevano ancora
i controlli dei passaporti alle
frontiere e i doganieri controllavano occhiutamente
quali acquisti ci portassimo
a casa.
occorrono anche regole comuni.
Volare è divenuto molto più
economico. Anche questo
aspetto ha a che fare con
l’UE, che ha provveduto a
spezzare i monopoli nazionali. In pratica, non esistendo più una compagnia di
bandiera per ciascun paese
che abbia il permesso di coprire, da sola e a prezzo elevato, tutte le rotte, ogni
compagnia aerea può volare, all’interno dell’UE, verso
qualunque destinazione.
Oggi, ad esempio, si può volare dalla Danimarca alla
Spagna con una compagnia
irlandese.
Nell’UE collaborano strettamente tra loro anche le autorità di polizia, un’attività
coordinata da una istituzione
specifica: Europol, composta
non da «superpoliziotti» che
inseguono banditi in tutta
Europa a pistole spianate,
ma da agenti dei vari paesi
aderenti che raccolgono informazioni su crimini, criminali e criminalità e li trasmettono poi alle autorità di
polizia dell’intera UE. Queste
informazioni riguardano
sempre la grande criminalità. Europol non si occupa di
divieti di sosta ma di trafficanti di esseri umani, di contrabbandieri di droga, di falsari e delinquenti sessuali, di
ricettatori di veicoli rubati e
di truffatori su Internet, gente che, per i propri loschi affari, approfitta volentieri delle frontiere aperte.
La sicurezza dei voli nell’UE,
che è indiscutibile, è stata
ottenuta anche grazie alle
norme di sicurezza comuni
stabilite dall’Unione europea
per tutti gli Stati membri e
che impediscono, tra l’altro,
l’ingresso nel nostro spazio
aereo di «carrette dell’aria».
Molte di queste norme si
devono al mercato interno.
Se vogliamo effettivamente
avere un mercato interno, in
seno al quale chiunque possa acquistare e produrre
come e dove vuole, allora
Nemmeno l’inquinamento
ambientale conosce confini.
Le minacce all’ambiente si
possono perciò affrontare
solo se lo facciamo insieme.
Questo riguarda tutti noi da
vicino e in modo immediato
proprio perché noi tutti re-
spiriamo, beviamo e trattiamo l’acqua e ci nutriamo di
prodotti della terra. La tutela
dell’ambiente in Europa, così
come è praticata grazie alle
norme comuni europee, garantisce che nell’UE nessun
paese possa procurarsi vantaggi economici rispetto agli
altri ignorando i vincoli ambientali per produrre così
beni meno cari. Il dovere di
conformarsi a un comportamento di equità in seno al
mercato interno consolida e
garantisce l’occupazione,
perché impedisce la concorrenza sleale.
Molti rifiutano gli alimenti
prodotti con materie prime
modificate geneticamente.
Ma come riconoscere se i
nostri corn flakes sono a
base di un mais geneticamente modificato? L’UE ha
introdotto, per tutti i produttori di alimenti, l’obbligo di
etichettarli. Se il prodotto
contiene componenti geneticamente modificate, ciò
deve risultare anche sulla
confezione.
Gli esempi sono infiniti, ma
ormai è chiaro: l’Europa? Siamo tutti noi! E l’Europa riguarda tutti noi.
L’Europa nella vita di tutti i giorni | 9
2
Ma cos’è, insomma,
l’Unione europea?
10 | Chi fa parte dell’UE?
Quando si parla di Unione europea si parla di 28 Stati che si sono riuniti per gestire insieme il
proprio destino.
Quali sono gli Stati che insieme formano l’Unione europea e perché si sono messi insieme?
Compito
Chi fa parte dell’UE?
Ecco, di seguito, un elenco di Stati. Si trovano tutti in Europa ma non tutti appartengono all’Unione europea.
Cercate di scoprire quale di essi sia membro dell’UE. Inseritelo nell’elenco che segue e fatelo secondo la data di adesione.
Stati membri dell’UE
Albania, Andorra, Austria,
Belgio, Bosnia-Erzegovina,
Bulgaria, Cipro, Croazia,
Danimarca, Estonia,
ex Repubblica jugoslava di
Macedonia, Finlandia, Francia,
Germania, Grecia, Irlanda,
Islanda, Italia, Lettonia,
Liechtenstein, Lituania,
Lussemburgo, Malta, Moldavia,
Montenegro, Norvegia, Paesi
Bassi, Polonia, Portogallo,
Repubblica ceca, Regno Unito,
Romania, Serbia, Slovacchia,
Slovenia, Spagna, Stato della
Città del Vaticano, Svezia,
Svizzera, Ucraina, Ungheria.
Paese
Data di adesione
Membro fondatore 1952/1958
Membro fondatore 1952/1958
Membro fondatore 1952/1958
Membro fondatore 1952/1958
Membro fondatore 1952/1958
Membro fondatore 1952/1958
1973
1973
1973
1981
1986
1986
1995
1995
1995
2004
2004
2004
2004
2004
2004
2004
2004
2004
2004
2007
2007
2013
Popolazione
Capitale
Compito
Che altro sapete o potete riuscire a trovare su questi paesi?
Raccogliete le vostre informazioni lavorando in gruppi; ordinatele e illustratele in modo sistematico. Cosa sappiamo della
cucina, della cultura, delle lingue di questi paesi? Compilate una specie di carta d’identità dei paesi sui quali sapete di più o
su cui avete raccolto più informazioni.
Chi fa parte dell’UE? | 11
©Imageglobe
Piccolo quiz sull’Europa
1.
Qual è la più piccola capitale dell’UE e quanti abitanti ha?
2.
Qual è la capitale dell’UE più fredda, quella in cui, cioè, la temperatura media in gennaio è più bassa?
3.
Qual è la montagna più alta dell’Unione europea?
4.
Quali sono i mari che bagnano l’Unione europea?
5.
Quali Stati dell’UE hanno un ordinamento monarchico e hanno come capo un re o una regina?
6.
Quante lingue ufficiali esistono in Belgio?
7.
Quale paese dell’Unione europea ha la popolazione più numerosa?
8. Quale paese dell’UE ha la superficie più vasta?
9. Quale capitale dell’Unione europea si trova più a Est?
Domanda speciale per esperti:
10. Perché la bandiera dell’UE ha dodici stelle e non una per ciascun Stato membro?

Perché l’Unione europea ha così tante
lingue ufficiali?
Essendo l’UE un’organizzazione democratica, essa deve poter comunicare
non solo con i suoi cittadini ma anche
con i governi degli Stati membri e le
loro amministrazioni, con le imprese e
con i più svariati tipi di organismi, nelle
rispettive lingue. Ognuno ha il diritto di
sapere cosa venga fatto in suo nome e
di partecipare attivamente alla vita
pubblica senza prima aver dovuto im-
parare una lingua straniera. Inoltre,
l’Unione europea emana prescrizioni
che valgono immediatamente per tutti
i cittadini dell’UE.
Tali prescrizioni, per essere accessibili
nelle rispettive lingue madri a tutti i cittadini e, naturalmente, ai tribunali di
ogni ordine e grado, devono quindi essere pubblicate in tutte le lingue ufficia-
li. L’uso delle lingue ufficiali contribuisce
quindi alla trasparenza, alla legittimità
e all’efficienza dell’UE e dei suoi organi.
Un quiz molto divertente sulle lingue europee
si trova alla pagina web
http://ec.europa.eu/languages/quiz/quiz_it.htm
Compito
Parli europeo?
Dopo l’adesione del paese la cui capitale è Zagabria, l’Unione europea, ha 24 lingue ufficiali.
Ricomponetele dalle sillabe che seguono:
a, bul, ce, ce, co, co, co, co, co, cro, da, de, de, de, de, e, e, er, fin, fran, ga, ga, ghe, ghe, gle, gno, gre, i, in, lac, lan, lan, let, li, li, lia, lo, mal, me, ne, ne,
no, no, ne, ne, no, no, po, por, re, ro, ru, sco, se, se, se, se, se, se, se, se, se, slo, slo, spa, sto, sve, ta, te, te, to, to, to, tua, un, vac, ve
12 | Chi fa parte dell’UE?
Economia
Gli stati dell’UE non differiscono tra loro
solo per grandezza ma anche per ricchezza. Esistono paesi nei quali la gente
gode in media di un livello di vita piuttosto elevato e altri in cui il livello di vita è
nettamente inferiore. È naturale quindi
domandarsi come poter misurare queste grandezze e queste diversità. Anche
perché in ogni paese vivono sia persone
benestanti sia poveri. Che cosa prendiamo come unità di misura? L’imprenditore o il suo autista, la segretaria o il primario ospedaliero?
tagli di capelli effettuati da un parrucchiere, tutti i litri di latte munti da una
mucca e rivenduti, vengono espressi in
una valuta e sommati. Alla somma di
tutti questi valori si dà il nome di prodotto interno lordo (PIL). Il PIL, tuttavia,
non riesce ancora a esprimere l’ammontare della ricchezza di un paese:
esistono infatti paesi grandi e paesi
piccoli. Il passo successivo è dunque
quello di dividere il valore del PIL per il
numero di abitanti del paese in questione. Si ottiene così il PIL pro capite.
La statistica economica ha risolto questo problema provvedendo innanzitutto
a misurare la forza economica di un
paese. Si tratta della somma di tutti i
valori prodotti da un paese nell’arco di
un anno. Tutte le automobili prodotte da
tale paese nell’arco di un anno, tutti i
Ma non basta: se vogliamo comparare
tra loro Stati molto diversi dal punto di
vista economico, bisogna tener presente che ciascun paese ha un suo potere
d’acquisto diverso da quello degli altri.
Chi sia stato in vacanza in un altro paese avrà certamente potuto osservare
che i prezzi all’estero possono essere
più bassi o, al contrario, talora anche
molto più alti rispetto a quelli di casa.
Se in un paese un panino costa un euro,
in un altro lo stesso panino può costare
due o tre euro. Gli economisti calcolano
perciò non solo la quantità di ricchezza
di cui dispone pro capite la popolazione
di un paese, ma anche la quantità di
beni che è possibile acquistare con tale
ricchezza. Questo è infatti l’aspetto decisivo e si chiama parità di potere d’acquisto (PPA). Solo le PPA rendono due
paesi comparabili.
Ecco i risultati che si ottengono quando
si compara la forza economica dei paesi
dell’UE in base alle PPA.
Come stanno gli europei
Comparazione tra il prodotto interno lordo pro capite della
popolazione in base alle PPA, 2011
300
250
200
150
100
50
Il prodotto interno lordo pro capite
dell’Austria o dell’Irlanda risulta essere
superiore del 29 % alla media europea.
Il PIL pro capite dell’Italia è esattamente pari a tale media e i PIL pro capite
della Bulgaria e della Romania sono inferiori alla metà della media UE.
All’interno dell’UE, le differenze di «livello di vita» continueranno a restare tali
per molto tempo. L’Unione europea si è
però imposta l’obiettivo di ridurre le distanze. Per questo le regioni più povere
dell’UE ricevono aiuti finanziari destinati
a migliorare le loro infrastrutture e,
Bulgaria
Romania
Croazia
Lettonia
Polonia
Ungheria
Estonia
Lituania
Slovacchia
Portogallo
Grecia
Repubblica ceca
Slovenia
Cipro
Malta
Spagna
UE (28 paesi)
Italia
Zona euro (17 paesi)
Francia
Gran Bretagna
Belgio
Finlandia
Germania
Danimarca
Svezia
Austria
Irlanda
Paesi Bassi
Lussemburgo
0
quindi, le loro possibilità economiche.
Questa è la cosiddetta politica strutturale. Ad essa è destinata la metà circa
dell’intero bilancio dell’UE.
Chi fa parte dell’UE? | 13
L’Unione europea: unita nella diversità
Come avete visto, l’UE si compone di
Stati completamente diversi tra loro. Il
più popolato, la Germania, ha quasi 82
milioni di abitanti. Il meno popolato,
Malta, ne ha appena 400 000. L’Italia e
la Finlandia sono membri dell’UE esattamente come la Polonia e il Portogallo.
Se guardiamo una carta geografica si
vede subito come sia varia l’UE. Vi si
parlano diverse lingue, a loro volta scritte con tre diversi alfabeti. In essa convivono tradizioni, culture, abitudini alimentari e feste folcloristiche del tutto
differenti. Anche le esperienze storiche
sono diverse. In passato molti Stati che
oggi sono nell’UE si sono fatti la guerra,
con continue sottrazioni reciproche di
territori; tuttora sopravvivono non pochi
pregiudizi. Come è potuto accadere che,
nonostante ciò, 28 Stati abbiano trovato la via della concordia?
A questa domanda è possibile rispondere solo guardando alla storia. Al termine
della seconda, terrificante guerra mondiale, scoppiata appena vent’anni dopo
la prima, in molti si sono detti che ciò
non avrebbe dovuto ripetersi ancora
una volta.
Tra gli ex nemici Francia e Germania si
fece strada l’idea di cessare la stagione
dei conflitti e di allearsi, in modo anche
da potersi controllare reciprocamente.
Gli uomini politici che modellarono e
realizzarono questo principio furono il
ministro degli esteri francese Robert
Schuman (1886-1963) e il cancelliere
tedesco Konrad Adenauer (1876-1967).
La prima istituzione a partire dalla quale ebbe origine l’odierna UE fu la Comunità europea del carbone e dell’acciaio
(CECA), entrata in funzione nel 1952
con il compito di amministrare per conto degli Stati aderenti le riserve di carbone. All’epoca il carbone aveva la
14 | Chi fa parte dell’UE?
stessa importanza che hanno oggi il
petrolio e il gas naturale: era la principale fonte di energia. E poiché molti temevano che in Europa scoppiasse un
nuovo conflitto su questa materia prima, si pensò di affidare la distribuzione
del carbone e la ricostruzione dell’industria pesante a un’amministrazione comune in cui fossero rappresentati gli
Stati membri della CECA che, oltre alla
Francia e alla Germania, erano in quel
momento, il Belgio, l’Italia, il Lussemburgo e i Paesi Bassi. Il principio sul
quale si fondava la CECA era molto
semplice: ogni Stato poteva intervenire
in determinati dibattiti interni altrui e
accettava intromissioni altrui nella propria sfera di attività. In tal modo nessun
paese avrebbe potuto tramare o addirittura armarsi segretamente a scapito
di un altro. Si poteva però ricostruire insieme l’Europa. Al tempo stesso, ai
partner diveniva possibile superare i reciproci timori e dare una base sicura
alla pace in Europa. Il primo presidente
dell’Alta Autorità della CECA fu il francese Jean Monnet (1888-1979), ritenuto anche uno dei più importanti fautori
dell’integrazione europea.
Alcuni anni dopo, questo principio venne
esteso all’intera economia attraverso la
Comunità economica europea (CEE),
istituita dal trattato di Roma nel 1957
ed entrata in funzione nel 1958.
Così, il conflitto si trasformò in una cooperazione che ebbe un vasto successo e
che permise il verificarsi di un’impetuosa crescita economica nella Comunità
europea. Non desta perciò meraviglia
se, nel corso degli anni, il numero dei
paesi membri sia costantemente aumentato. Nel 1973 la Danimarca, l’Irlanda e il Regno Unito aderirono all’odierna UE; nel 1981 fu il turno della
Grecia, seguita, nel 1986, dal Portogallo
e dalla Spagna. Con l’estinguersi del
conflitto est-ovest si spianava la strada
per paesi neutrali come l’Austria, la Finlandia e la Svezia, che divennero membri nel 1995, e anche per Stati fino allora appartenenti alla zona d’influenza
dell’ex Unione Sovietica. Nel 2004 aderirono una serie di paesi dell’Europa
centrale e orientale: Estonia, Lettonia,
Lituania, Polonia, Repubblica ceca, Slovacchia, Slovenia e Ungheria. Ad essi si
aggiunsero Cipro e Malta. Nel 2007
questa tornata di allargamento venne
completata con l’adesione della Bulgaria e della Romania. Il 1º luglio 2013 è
stata accolta come 28º membro dell’UE
la Croazia.
Nonostante contrasti e litigi, talvolta
anche aspri, i principi fondamentali
dell’UE sono restati da allora immutati:
garantire la pace tra gli Stati membri,
cooperare a fini di utilità reciproca e
assumere un atteggiamento sempre più
unitario verso l’esterno. Il fatto che da
più di 50 anni l’UE abbia percorso un
importante itinerario con il suo impegno
a favore della pace, della democrazia e
dei diritti umani in Europa è stato onorato dal comitato del premio Nobel, che
nel 2012 conferì all’Unione europea il
premio Nobel per la pace. L’UE è quindi
la prima unione di Stati al mondo cui sia
stato concesso questo onore.
© UE
Compito
Storia dell’UE per immagini
1.
Alla fine della seconda guerra
mondiale, numerose città in tutta
Europa sono pressoché distrutte: qui
la città tedesca di Francoforte sul
Meno.
© UE
© UE
Assegnate alle fotografie che illustrano la storia dell’Unione europea le
didascalie pertinenti.
2. Un atto simbolico: Jean Monnet,
presidente dell’Alta Autorità della
Comunità europea del carbone e
dell’acciaio (CECA), presenta nell’aprile del 1953 il primo blocco d’acciaio
«europeo» e inaugura con questo
gesto il mercato comune dell’acciaio.
© UE
© UE
3. 25 marzo 1957: i rappresentanti dei
sei Stati fondatori Belgio, Francia,
Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi e
Repubblica federale tedesca firmano
a Roma i cosiddetti «trattati di
Roma» con cui vengono fondate la
Comunità economica europea (CEE)
e la Comunità europea dell’energia
atomica (Euratom).
4. Il 7 febbraio 1992 i capi di Stato o di
governo firmano il trattato di
Maastricht con cui viene fondata
l’unione economica e monetaria
(UEM).
6. All’inizio del 2007 l’UE dà il benvenuto ai nuovi Stati membri Bulgaria e
Romania con un grande striscione
esposto all’esterno dell’edificio della
Commissione europea a Bruxelles.
©Imageglobe
© UE
5. Il trattato di Amsterdam del 1997
sancisce la progressiva istituzione di
uno spazio europeo di libertà,
sicurezza e giustizia. Qui, il testo del
trattato con le firme e i sigilli.
7. Il 10 dicembre 2012 a Oslo
(Norvegia) viene consegnato
all’Unione europea il premio Nobel
per la pace. Il comitato del premio
Nobel riconosceva così l’impegno
pluridecennale profuso dall’UE a
favore della pace, della democrazia
e dei diritti umani in Europa
Chi fa parte dell’UE? | 15
3
© UE
Come funziona
l’Unione europea?
I tre presidenti dell’UE. Ciascuna delle tre grandi istituzioni dell’UE ha un presidente.
Da sinistra a destra: Herman Van Rompuy (Consiglio europeo), José Manuel Barroso (Commissione europea) e Martin Schulz
(Parlamento europeo).
16 | Istituzioni
L’UE viene spesso paragonata a uno Stato. Talora si sente dire: «L’UE fa così e cosà. Da noi, invece
le cose vanno diversamente: noi le facciamo cosà e così». Sono confronti che avvengono spesso
ma vanno effettuati con prudenza. L’UE, infatti, non è uno Stato ma una particolare forma di associazione di Stati. La sua struttura differisce pertanto notevolmente anche da quella del tuo
paese.
Scopo del presente capitolo è spiegare com’è costruita l’UE, quali siano le sue istituzioni e cosa
fanno, quali competenze esse abbiano.
© UE
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Da sinistra a destra: la Commissione europea a Bruxelles, il Parlamento europeo a Strasburgo, La Corte di giustizia dell’Unione europea
a Lussemburgo e il Consiglio dell’Unione europea a Bruxelles.
Chi detiene il potere in Europa?
Le istituzioni dell’Unione europea
Di fatto, chi detiene il potere in Europa? È chiaro innanzitutto che non
esiste una persona che decide la
rotta perché è il «capo». Ma dovrà
pur esserci qualcuno che indichi la
strada. Chi decide gli affari europei?
È un comitato oppure un paese? Insomma, chi?
A prima vista, appare sempre un po’
noioso occuparsi di istituzioni, ma
sono proprio le istituzioni i luoghi in
cui si esercita il potere. La struttura
istituzionale dell’Unione europea
chiarisce perciò anche la questione
del potere, che comunque si presenta in forma certamente diversa rispetto a quanto avviene in un singolo Stato membro.
L’Unione europea è un’associazione
di Stati e di cittadini. Questo traspare anche dal modo in cui è costruita.
Le questioni europee sono discusse
sia dagli Stati (cioè, dai rispettivi
governi) sia dalla popolazione di tali
Stati. Ciò avviene attraverso il Consiglio dell’Unione europea e il Parlamento europeo.
politica, sono emanate le leggi euro-
Il Consiglio dell’Unione europea
(spesso denominato «Consiglio dei
ministri») rappresenta i governi degli
Stati dell’UE. Di esso fanno parte i
ministri di tutti gli Stati membri. A
seconda dell’argomento, si tratterà
ad esempio dei ministri degli affari
esteri, dell’interno o dell’agricoltura. Il
Consiglio è uno dei due organi decisionali. Nel Consiglio viene elaborata la
qualificata»). I grandi Stati dell’UE
pee che, a seconda dei casi, si chiamano regolamenti o direttive. Senza
il Consiglio, insomma, nell’Unione
europea non funziona nulla. Il Consiglio delibera all’unanimità oppure a
maggioranza. Le decisioni a maggioranza devono raccogliere il 70 % dei
voti circa (cioè una «maggioranza
dispongono di un numero di voti
maggiore degli Stati piccoli. A partire
dal 2014, entrerà in vigore il principio
della «doppia maggioranza». Esso significa che per ogni decisione occorre
una maggioranza di Stati membri
che, a loro volta, devono rappresentare una maggioranza della popolazione. Il presidente del Consiglio cam-
Istituzioni | 17
Janette: «Il Parlamento europeo rappresenta i cittadini e decide le leggi europee
(direttive e regolamenti)».
bia ogni sei mesi; tutti gli Stati membri
rivestono questa carica a rotazione. Nel
2013 la presidenza spetta all’Irlanda e
alla Lituania, nel 2014 alla Grecia e
all’Italia e nel 2015 alla Lettonia e al
Lussemburgo.
Le linee fondamentali della politica europea vengono tracciate dal Consiglio
europeo. Esso raccoglie i capi di Stato o
di governo che si incontrano a intervalli
regolari e comunque almeno ogni tre
mesi. Il presidente del Consiglio europeo è eletto e resta in carica due anni e
mezzo. Dal 2009 tale carica è rivestita
dall’ex presidente del consiglio belga
Herman van Rompuy.
Solitamente, comunque, il Consiglio non
può decidere da solo. Esso ha bisogno
del Parlamento europeo, che rappresenta i cittadini degli Stati membri
dell’UE e che da questi viene eletto direttamente. Il Parlamento si compone
attualmente, e fino al termine della legislatura, di 766 rappresentanti prove-
Jello: «La Banca centrale europea
vigila sulla stabilità dell’euro».
18 | Istituzioni
Alice: «La Corte dei conti europea
controlla il bilancio dell’UE».
nienti da tutti gli Stati membri. Per la
prossima elezione del Parlamento europeo, nel 2014, il numero dei seggi è
stato fissato, conformemente al trattato di Lisbona, a 751.
I grandi Stati membri hanno un numero
di deputati maggiore di quelli piccoli. Il
Parlamento non può prendere decisioni
con forza di legge per l’UE da solo; di
solito, invece, deve approvare una decisione del Consiglio dell’Unione europea
perché essa diventi applicabile. Questa
è la cosiddetta «procedura di codecisione». Il Parlamento deve anche confermare con un voto la Commissione europea e la può destituire. Inoltre, esso decide il bilancio dell’Unione europea. In
Europa quindi, senza il Parlamento europeo, diretto rappresentante dei cittadini, si può decidere ben poco.
Un’altra importante istituzione dell’UE è
la Commissione europea. Il collegio
dei commissari si compone di un membro per ciascun paese, che tuttavia in
Patricia: «Il Consiglio dei ministri
rappresenta i governi degli Stati membri
e decide le leggi europee».
seno alla Commissione non rappresenta
il proprio paese d’origine ma gli interessi comuni dell’Unione europea. Ogni
membro della Commissione è competente per un determinato settore (analogamente a un ministro). La Commissione europea fa sì che gli Stati membri
rispettino le regole comuni e per questo
viene chiamata «custode dei trattati».
Essa deve amministrare l’UE in base
agli orientamenti formulati dal Consiglio e dal Parlamento. Una particolarità
del sistema europeo è il fatto che il
Consiglio e il Parlamento possono decidere solo proposte presentate dalla
Commissione. Questo esclusivo diritto
di proposta permette alla Commissione
europea di influire sulle decisioni, perché essa ne formula gli orientamenti.
Con ciò viene garantito che, fin dal principio, si tenga conto degli interessi comuni dell’Unione europea. Naturalmente, il Consiglio e il Parlamento possono
discostarsi dalla proposta.
Motian: «La Commissione europea amministra l’Unione
europea e formula proposte per le leggi europee».
In tutti questi anni gli Stati membri hanno accumulato una mole enorme di giurisprudenza comunitaria. Comprensibilmente, esistono anche controversie
sull’interpretazione da dare alla normativa. Inoltre, continua ad accadere che
singoli Stati non si attengano a determinate regole. Esiste perciò per tutti gli
interessati la possibilità di ricorrere alla
Corte di giustizia dell’Unione europea, composta da un giudice per Stato
membro che però formula sentenze in
modo del tutto indipendente, in base
alla legislazione europea. La Corte può
annullare norme che sono in contrasto
con la legislazione europea e può condannare gli Stati a pene pecuniarie, se
essi non si comportano in modo conforme alla legge.
Che il denaro sia importante lo sanno
tutti, ma non basta averlo: occorre
anche che esso mantenga il suo valore.
Su ciò vigila la Banca centrale europea
(BCE), che è la banca di emissione dei
paesi dell’area dell’euro. Essa è formata
dai rappresentanti dei paesi che hanno
introdotto l’euro. La BCE regola la circo-
Per il 2013 il bilancio dell’Unione europea sarà pari a circa 133 miliardi di
euro. Là dove è speso tanto denaro, è
necessario anche controllare che ciò
avvenga in modo legittimo. Questo è
compito della Corte dei conti europea,
che controlla proprio se il denaro europeo sia stato speso secondo le regole e
in base a criteri di opportunità e ragionevolezza. Essa garantisce pertanto
una gestione finanziaria efficiente. Ciascuno Stato membro designa un rappresentante.
lazione monetaria e fissa il tasso di riferimento.
Compito
Chi fa cosa nell’UE?
Finora abbiamo parlato molto di istituzioni, ma dobbiamo anche riuscire a sapere chi nell’UE sia responsabile di che
cosa. Fate una prova per verificare se avete letto attentamente il testo. Mettete una crocetta nel riquadro
dell’Istituzione che corrisponde alla descrizione.
Consiglio
europeo
Consiglio
dell’Unione
europea
Parlamento
europeo
Commissione
europea
Corte di
giustizia
dell’Unione
europea
Banca
centrale
europea
Corte
dei conti
europea
Formula proposte di
regolamentazione nell’UE
☐
☐
☐
☐
☐
☐
☐
Conta un rappresentante per
Stato membro
☐
☐
☐
☐
☐
☐
☐
Fissa il tasso di riferimento
☐
☐
☐
☐
☐
☐
☐
Controlla le spese dell’UE
☐
☐
☐
☐
☐
☐
☐
Viene eletto dalla popolazione
☐
☐
☐
☐
☐
☐
☐
Decide le leggi (regolamenti e
direttive) dell’UE
☐
☐
☐
☐
☐
☐
☐
Nomina il presidente della
Commissione
☐
☐
☐
☐
☐
☐
☐
Amministra l’UE
☐
☐
☐
☐
☐
☐
☐
Rappresenta gli interessi dei
cittadini
☐
☐
☐
☐
☐
☐
☐
Rappresenta gli interessi degli
Stati membri e dei loro governi
☐
☐
☐
☐
☐
☐
☐
Decide sull’interpretazione delle
norme europee
☐
☐
☐
☐
☐
☐
☐
Decide gli orientamenti politici
☐
☐
☐
☐
☐
☐
☐
Descrizione
Istituzioni | 19
Compito
Le istituzioni dell’Unione europea
Riunite ancora una volta le competenze delle varie istituzioni in un grafico. Vi abbiamo già dato una mano.
Dovete solo attribuire le definizioni alla casella giusta:
Parlamento europeo
Commissione europea
Banca centrale europea
Corte di giustizia dell’Unione
europea
Banca centrale europea
Corte dei conti europea
Consiglio dei ministri
Rappresentanza dei capi
di Stato o di governo
Fissa obiettivi e priorità, dirime
controversie del Consiglio
dell'Unione europea.
formula proposte
Amministrazione
dell'Unione europea
Giurisprudenza
Decidono, legiferano mediante
direttive e regolamenti
(le leggi dell’UE)
Controllo sulla moneta
Rappresentanza dei
governi
Rappresentanza dei
cittadini
Controllo sulle entrate e sulle uscite
I trattati europei
La base giuridica dell’Unione europea è costituita da una serie
di trattati che gli Stati membri hanno concluso tra loro e che
sono stati ratificati dai parlamenti nazionali o mediante referendum popolari. I trattati regolano le modalità secondo le
quali devono essere prese le decisioni, descrivono i poteri di
cui dispongono le Istituzioni e delimitano i campi entro i quali
si esplica l’azione comune degli Stati dell’UE. Anche gli ulterio-
20 | Istituzioni
ri sviluppi dell’UE avverranno in base a dei trattati. Da un
esame attento dei trattati si può verificare quanto sia cambiata l’Unione europea. La sua attuale base giuridica è il trattato di Lisbona, firmato nella capitale portoghese nel 2007. Il
trattato di Lisbona è entrato in vigore nel 2009, dopo essere
stato approvato da tutti gli Stati membri.
Discussione
Torniamo ora
alla questione iniziale
Chi detiene
il potere in
Europa?
Discutetene
un po’ tra voi
L’influenza dei cittadini
I cittadini degli Stati membri dell’Unione
europea influiscono sulla politica dell’UE
in due momenti. Innanzitutto allorché
eleggono il loro parlamento nazionale,
che esprime il governo. Quest’ultimo
sarà poi rappresentato in seno al Consiglio dell’Unione europea (quando si riuniscono i «capi», cioè i capi di Stato o di
governo, esso si chiama «Consiglio
europeo»).
I cittadini influiscono sulla politica europea in un secondo momento quando
eleggono il Parlamento europeo.
Ma anche il singolo cittadino può farsi
sentire, se si ritiene trattato ingiustamente o se è deciso a eliminare un’irregolarità a livello europeo. Esiste infatti
anche un Mediatore europeo, comune-
que cittadino può rivolgersi a lui per reclamare; lo si può fare addirittura via email. Di chi ci si può lamentare con lui? In
quali casi può aiutare? In quali casi invece no? Una risposta a queste domande
potete trovarla sulla pagina Internet del
Mediatore europeo:
http://ombudsman.europa.eu
mente chiamato Ombudsman. Qualun-
Altre possibilità di partecipazione attiva
© UE
Il trattato di Lisbona, entrato in vigore nel 2009, ha introdotto la possibilità della cosiddetta
«iniziativa dei cittadini». Con un milione di firme (cioè lo 0,2 % della popolazione dell’Unione
europea) raccolte in almeno un quarto degli Stati UE (cioè sette paesi) è possibile sollecitare la
Commissione europea a occuparsi di un determinato tema o problema e proporre una legge.
Naturalmente, il tema o il problema devono rientrare nel campo di competenza dell’UE.
Oltre a ciò, si possono comunque esercitare pressioni attraverso dimostrazioni che si rivolgano
alle Istituzioni UE. Che siano agricoltori, sindacati o organizzazioni a favore dell’ambiente: tutti
fanno sentire così le proprie richieste. In seno al Parlamento europeo esiste inoltre una
commissione per le petizioni.
Compito
Raccogliete ulteriori informazioni sull’iniziativa dei cittadini
europei
L’iniziativa dei cittadini europei vi dà la possibilità di influire in modo immediato su ciò di cui vorreste che l’Unione europea si
occupasse. Quale Iniziativa vorresti organizzare e da dove potresti cominciare? Vi potete informare non solo sulla procedura
da seguire ma anche sulle iniziative attualmente in corso sulla pagina Internet http://ec.europa.eu/citizens-initiative/public
Istituzioni | 21
Compito
Cos’è una petizione?
Cercate di rispondere a questa domanda e di capire chi può rivolgersi al Parlamento. Ecco dove poter trovare ulteriori
informazioni: http://www.europarl.europa.eu/aboutparliament/it/00533cec74/Petitions.html
Esiste una commissione per le petizioni anche nel vostro parlamento nazionale? Documentatevi su questo punto.
Compito
I nostri deputati a Strasburgo e a Bruxelles
I deputati del Parlamento europeo si organizzano in gruppi politici ai quali appartengono
parlamentari di un determinato orientamento politico. Non è detto che in tutti i gruppi politici
siano presenti deputati di tutti i paesi. Cercate di sapere quali partiti del vostro paese
abbiano avuto successo alle ultime elezioni al Parlamento europeo e vi siano perciò
rappresentati da dei deputati. Trovate poi in quale gruppo politico del Parlamento europeo
essi si siano inseriti.
In quale gruppo politico sono rappresentati i vari partiti? Una rapida risposta a questa
domanda si trova sul sito Internet http://www.europarl.europa.eu
Gruppi politici del Parlamento europeo
PPE — Gruppo del Partito popolare europeo
(democratici cristiani)
S&D — Gruppo dell’Alleanza progressista
di socialisti e democratici al Parlamento
europeo
ALDE — Gruppo dell’Alleanza dei liberali e
dei democratici per l’Europa
VERDI/ALE — Gruppo Verde/Alleanza libera
europea
ECR — Gruppo dei conservatori e riformisti
europei
EFD — Gruppo Europa della libertà e della
democrazia
GUE/NGL — Gruppo confederale della
Sinistra unitaria europea/Sinistra verde
nordica
NI
22 | Istituzioni
Non iscritti
Quanti membri ha questo gruppo?
Questo gruppo comprende deputati
dei seguenti partiti del mio paese:
Compito
Informatevi sulle persone del vostro paese o della
vostra regione che siedono nel Parlamento europeo
Quale partito rappresentano questi deputati del Parlamento europeo?
Piccolo quiz sull’Europa
Chi è l’attuale presidente del Parlamento europeo?
Herman
Van Rompuy
(Belgio)
1
2
© UE
Martin
Schulz
(Germania)
Robert
Schuman
(Francia)
Presidente del Parlamento
europeo
Presidente del Consiglio
europeo
3
© UE
José Manuel
Barroso
(Portogallo)
© UE
© UE
E chi sono le altre personalità nella fotografia?
4
Ministro degli esteri
francese dal 1948 al 1952,
uno dei fondatori della
Comunità europea del
carbone e dell’acciaio (CECA)
Presidente della
Commissione europea
Ecco come funziona l’UE
Abbiamo chiarito che l’Unione europea
non è uno Stato, come ad esempio la
Lituania o i Paesi Bassi, ma anche che
essa è più di un’associazione di Stati
europei senza troppi vincoli o obblighi.
Per descrivere la sua particolarità, i
giuristi definiscono spesso l’organizzazione dell’UE come organizzazione «sui
generis». È latino e significa «a modo
suo». Gli Stati membri dell’UE restano
cioè sovrani, ma in taluni settori mettono in comune le loro competenze allo
scopo di affrontare con maggior efficacia le difficoltà. In proposito l’UE ha
fondato una serie di istituzioni proprie
alle quali trasferire tali competenze. In
pratica ciò significa che decisioni in
merito a determinate questioni di interesse comune possono essere prese
democraticamente a livello europeo.
L’UE, perciò, pur non essendo uno Stato
federale, come ad esempio gli USA, è
però qualcosa di più di una semplice
associazione, come potrebbero essere
considerate le Nazioni Unite (ONU).
Nell’UE le decisioni sono prese congiuntamente dai governi nazionali,
raccolti nel Consiglio europeo, e dal
Parlamento europeo, eletto dal popolo.
Esistono degli ambiti che costituiscono
un’eccezione e nei quali il Consiglio
decide da solo. È il caso soprattutto
della politica estera. La Commissione
europea cura gli affari amministrativi
dell’UE e fa sì che tutti si attengano
alle norme dei trattati europei. Se ciò
non avviene, gli interessati sono denunciati alla Corte di giustizia dell’UE,
che con le proprie sentenze provvederà
a far cambiare il loro atteggiamento.
Sulla legittimità e la correttezza della
gestione finanziaria delle istituzioni
europee vigila la Corte dei conti europea. Qualunque singolo cittadino può
esporre un reclamo davanti al Mediatore europeo se ritiene di essere stato
trattato ingiustamente da una istituzione europea.
Istituzioni | 23
4
Ma cosa fa effettivamente
l’UE?
24 | Compiti dell’UE
Il mercato interno
La parte centrale e motrice della politica economica e
sociale è il mercato interno, che viene inteso come uno
spazio economico comune che garantisce le cosiddette
quattro libertà e cioè:
la libera circolazione delle persone,
la libera circolazione delle merci,
la libera prestazione dei servizi,
la libera circolazione dei capitali.
©Imageglobe
Alcuni dicono che l’UE non faccia abbastanza; altri sostengono che si immischi di troppe cose.
Non sono scorrette entrambe le affermazioni? Ma allora chi ha ragione? E cosa fa esattamente
l’UE?
L’UE si adopera in numerose attività politiche: ad esempio nella politica economica, nella
protezione dei consumatori, nella politica estera, nella tutela dell’ambiente, nella politica interna
e della giustizia e in molte altre ancora.
Di seguito illustreremo con esempi alcune politiche elaborate per i settori sopra elencati. In tal
modo, ciascuno potrà farsi un’idea delle tematiche di cui ci si occupa a Bruxelles e nelle capitali
degli Stati dell’UE.
Le libertà all’interno
del mercato interno La cessazione
dei controlli
alle frontiere
La libera circolazione delle persone ci riguarda da vicino per
molteplici ragioni. Sia che vogliamo andare in vacanza in un
altro paese dell’UE, sia che vogliamo andarvi a lavorare o ad
abitare anche se non abbiamo ancora in esso un posto di
lavoro, noi abbiamo il diritto di farlo. E quando torniamo
dall’estero, possiamo tranquillamente portare con noi i
nostri acquisti, allo stesso modo in cui possiamo fare
acquisti via Internet in un altro paese. Questo è quanto
garantisce la libera circolazione delle merci. Tuttavia,
possono essere oggetto di transazioni transfrontaliere non
solo l’acquisto di merci ma anche la fruizione di servizi: ecco
l’oggetto della libera prestazione dei servizi. Se qualcuno
preferisce investire il proprio denaro in un paese dell’UE
diverso dal proprio, lo può fare perché garantito dalla libera
circolazione dei capitali.
Se volete fare un viaggio da Capo Nord alla Sicilia, potete
tranquillamente lasciare a casa il passaporto. Nell’UE, infatti, i
controlli alle cosiddette frontiere interne (cioè, ad esempio, al
confine tra Estonia e Finlandia o tra Repubblica ceca e
Slovacchia) hanno cessato di esistere.
Questa libertà di muoversi e di viaggiare è regolata
dall’accordo di Schengen, ormai divenuto parte dei trattati
europei. L’Irlanda e il Regno Unito non vi partecipano, cosa che
invece fanno l’Islanda, il Liechtenstein, la Norvegia e la
Svizzera, Stati che neppure appartengono all’UE. Per Bulgaria,
Cipro, Croazia e Romania vigono ancora norme transitorie,
prima che possano parteciparvi.
L’accordo di Schengen si chiama così perché fu firmato nella
omonima cittadina lussemburghese.
Compiti dell’UE | 25
Piccolo quiz sull’Europa
Per voi cosa significano concretamente le quattro libertà?
Assegnate correttamente gli esempi che seguono ai quattro settori del mercato interno e contrassegnate la relativa
casella.
Libera
circolazione
delle persone
Libera
circolazione
delle merci
Libera prestazione
dei servizi
Libera
circolazione
dei capitali
Si può acquistare una vettura in Danimarca e
portarsela a casa in esenzione doganale.
1
0
2
3
All’interno dell’UE è consentito spostarsi a proprio
piacimento.
9
6
3
7
È possibile investire il proprio denaro in una banca
tedesca.
2
3
1
0
È possibile studiare in Ungheria.
5
1
0
9
I miei genitori possono far restaurare il loro bagno da
un piastrellista portoghese.
4
3
1
7
I miei genitori possono spedirmi soldi in Spagna, luogo
in cui studio.
1
2
3
9
È possibile acquistare merci via Internet in Svezia.
4
5
1
2
In quanto architetto, posso abitare a Malta e costruire
case in Italia.
5
6
0
8
Le cifre compongono una data in formato GG/MM/AAAA. Di che data si tratta? e cosa accadde in quel giorno?
../../....
26 | Compiti dell’UE
La moneta EUROpea
Dal 1999 esiste una moneta unica europea che dal 1º gennaio 2011 circola in 17
Stati dell’UE. È probabile che la Lettonia
introduca l’euro nel gennaio 2014; a
quella data, esso circolerà in 18 Stati. Più
di 332 milioni di cittadini dell’UE, pari a
due terzi della sua popolazione complessiva, hanno l’euro come moneta unica.
zona euro, altri non soddisfano ancora i
severi criteri di adesione. Ad esempio,
un paese che voglia far parte della zona
euro non deve essere troppo indebitato.
Il suo tasso d’inflazione non deve superare per più dell’1,5 % quello dei tre paesi della zona euro con il tasso d’inflazione
più basso.
stabilità, gli Stati della zona euro hanno
In seno al mercato interno, la manodopera può spostarsi liberamente e le merci, i
servizi e il capitale possono essere liberamente scambiati. Senza barriere valutarie, le imprese e i consumatori, i lavoratori dipendenti e quelli autonomi possono
beneficiare dei vantaggi del mercato interno in misura anche più ampia. È facile
fare acquisti e comparare i prezzi di prodotti fabbricati nell’UE se si possono fare
i calcoli nella stessa valuta. Tra l’altro,
con l’incremento del commercio online,
ciò è interessante anche per persone che
non vivono nelle immediate vicinanze di
un confine. La maggior trasparenza delle
offerte aiuta a tenere sotto controllo l’andamento dei prezzi: ottima cosa per tutti
gli acquirenti.
Nonostante queste chiare premesse, nel
2010 la zona euro è scivolata nella crisi.
Si tratta di un tema assai complicato,
ma in generale si può dire che gran parte dei problemi è nata dal fatto che gli
Stati della zona euro non si sono attenuti alle premesse fissate insieme e si
sono indebitati eccessivamente. L’UE
era ed è fortemente impegnata ad attenuare i rischi che si profilano per la
moneta unica. Uno degli strumenti sviluppati sono le garanzie per gli Stati che
hanno difficoltà a rifinanziarsi a tassi
d’interesse accettabili sui mercati internazionali dei capitali. Per garantire la
onale hanno aderito, con l’eccezione del
dato vita a un «salvagente» da 700 mi­
liardi di euro, detto meccanismo europeo di stabilità (MES).
Al tempo stesso gli Stati dell’euro si
sono impegnati a diminuire il loro indebitamento attraverso un patto di bilancio. A questo trattato di diritto internaziRegno Unito e della Repubblica ceca,
anche gli Stati non appartenenti alla
zona euro. Oltre che diminuire i debiti,
occorre anche rafforzare la competitività dei paesi dell’euro e dell’UE nel suo
complesso.
Parte dei problemi dalla moneta unica
era dovuta anche al fatto che le banche
non sottostavano ad alcun adeguato
meccanismo di controllo. L’UE ha perciò
rafforzato la vigilanza bancaria per impedire che interi Stati siano trascinati in
situazioni di squilibrio da banche che
Altro vantaggio della moneta unica:
quando ci si sposta da un paese all’altro
non occorre cambiare valuta (né fare le
necessarie conversioni). Si risparmia
tempo e denaro. Anche le imprese traggono benefici dalla moneta unica: devono far calcoli e conti in una sola valuta e
non hanno i rischi legati alla fluttuazione
delle monete. Anche la sparizione di questi «costi legati alle transazioni» aiuta a
limitare l’aumento dei prezzi. La moneta
unica è anche caratterizzata da tassi
molto bassi, di cui beneficiano in egual
misura sia i consumatori che le imprese.
Ciò lascia maggior spazio agli investimenti, che, a loro volta, generano crescita. Una moneta comunitaria stabile, sostenuta dal robusto spazio economico
della zona euro, rafforza la posizione
economica dell’Europa nel mondo.
Ma mentre l’intera UE è un mercato unico (il mercato interno), solo una parte di
esso, sia pur la maggiore, ha l’euro
come moneta unica. Alcuni Stati per ora
non intendono entrare a far parte della
Stati membri dell’UE che hanno l’euro come moneta (situazione: 2013).
Stati membri dell’UE che non hanno l’euro come moneta.
È probabile che il 1º gennaio 2014 la Lettonia introduca l’euro come moneta.
Compiti dell’UE | 27
effettuano speculazioni azzardate. Per
previsti, è destinata a far sì che l’Europa
la valuta comune, gli ultimi anni sono
appartenga, anche in futuro, alle più in-
stati difficili e la gestione della crisi è
novative regioni del mondo. Lo scopo è
costata molti sforzi. Essa ha però anche
un potenziamento dell’economia e
dimostrato che i paesi della zona euro
dell’industria che non solo garantisca la
sono più che mai decisi a mantenere
competitività, ma pesi anche il meno
una valuta comune stabile.
possibile sull’ambiente. Altri, non meno
importanti scopi sono la creazione di
La politica economica europea
posti di lavoro e la lotta alla povertà
Per rafforzare e stimolare l’economia
all’interno dell’UE. Poiché l’Unione euro-
dell’Unione europea, la Commissione ha
pea guarda a sé stessa come a una co-
elaborato la strategia «Europa 2020»
munità di valori e si sente legata a valo-
per la crescita e l’occupazione che, tra
ri fondamentali di uguaglianza e solida-
l’altro con gli investimenti nel campo
rietà. È importante che tutti gli europei
della formazione e della ricerca da essa
beneficino della crescita.
Il processo decisionale all’interno
dell’UE
Di solito, nell’UE le decisioni sono prese
insieme da tutti gli Stati membri. Esistono tuttavia questioni che riguardano in
modo specifico i paesi che hanno l’euro
come moneta unica. I ministri di tali paesi
si incontrano a intervalli regolari e stabiliscono le modalità con cui si deve procedere nella zona euro. È chiaro che tali
decisioni si riflettono anche sugli altri paesi dell’Unione europea che non hanno, o
che non hanno ancora, adottato l’euro
come moneta ma che ne subiscono le
conseguenze in seno al mercato interno.
Compito
Chi deve decidere sulla moneta unica?
Riguardo alle decisioni dell’Eurogruppo all’interno dell’Unione europea esistono interpretazioni
differenti. Eccone alcuni esempi.
n
n
n
«È assolutamente giustificato che gli Stati della zona euro decidano tra di loro tutto
quanto serva a garantire la sicurezza e la stabilità della moneta unica. Così è e così deve
restare».
«Gli Stati della zona euro devono poter decidere non solo su questioni valutarie di diretto
interesse ma andare oltre e decidere sul futuro economico dell’intera zona.
Rappresentando infatti il nocciolo dell’UE, essi devono decidere su tutte le questioni
comuni relative all’economia dell’euro, compresi, ad esempio, gli aspetti fiscali,
occupazionali o anche di sicurezza sociale. E dovrebbe essere così anche quando le
decisioni hanno effetti su altri paesi dell’Unione europea. Chi voglia aver voce in capitolo,
aderisca all’euro».
«Non è possibile che 17 Stati decidano da soli per l’intera zona euro. L’UE decide su
molte altre questioni che non riguardano tutti, per esempio quando si tratta di Mar
Baltico o di Mar Mediterraneo. E tuttavia, ciascuno dà il proprio voto. La maggior parte
degli Stati dell’UE intendono anche entrare a far parte dell’unione monetaria nei prossimi
anni. Anch’essi quindi, devono già poter influenzare le modalità del suo sviluppo».
Che ne pensate? Discutete nel gruppo le diverse posizioni e cercate di elaborare un’idea
originale vostra da discutere poi con quanto emerso dagli altri gruppi. Ulteriori informazioni
su come funziona la zona euro si trovano sul sito Internet http://eurozone.europa.eu
28 | Compiti dell’UE
Piccolo quiz sull’Europa
Tre paesi NON appartengono alla zona euro. Quali sono?
Indicateli con una crocetta.
Austria
Francia
Lussemburgo
Regno Unito
Belgio
Germania
Malta
Slovacchia
Cipro
Grecia
Paesi Bassi
Slovenia
Estonia
Irlanda
Polonia
Spagna
Finlandia
Italia
Portogallo
Svezia
Compiti dell’UE | 29
© UE
Interventi a
salvaguardia
del clima
© UE
Il clima sta cambiando ovunque e l’atmosfera terrestre si
surriscalda con gravi e negative conseguenze a livello meteorologico: bufere e alluvioni più frequenti, estati più calde,
desertificazione che incalza in Africa e nell’Europa meridionale, liquefazione delle calotte polari, sommersione conseguente di intere isole. Tutto ciò non può lasciarci indifferenti.
I mutamenti climatici sono essenzialmente una conseguenza
delle emissioni inquinanti degli Stati industrializzati. Trattandosi purtroppo di un processo ormai inarrestabile, diviene
ancor più importante frenare l’aumento della temperatura.
Nei prossimi anni si deciderà se riusciremo in questo intento.
Sarà perciò particolarmente importante agire in modo rapido
30 | Compiti dell’UE
e coerente. Nessuno Stato può fermare da solo i mutamenti
climatici.
Nel 2008, l’UE ha fissato obiettivi molto chiari:

una diminuzione dei gas a effetto serra del 20 %,

un incremento della quota delle energie rinnovabili (vento,
sole, biocarburanti) del 20 % e

un risparmio energetico pari al 20 %.
L’Europa è dunque all’avanguardia e ciò le permette di richiamare alle loro responsabilità altri grandi inquinatori e consumatori d’energia, come Cina e USA.
Compito
Secondo voi,
le politiche qui
delineate sono giuste?
Quale punto di vista tra quelli che
seguono ritenete sia da condividere?
Assolutamente
d’accordo
Parzialmente
d’accordo
Parzialmente
contrario
Assolutamente
contrario
L’UE deve ridurre le proprie emissioni inquinanti solo se lo
fanno anche gli altri.
☐
☐
☐
☐
L’UE deve in ogni caso raggiungere i propri obiettivi.
☐
☐
☐
☐
L’UE deve porsi obiettivi ancor più ambiziosi.
☐
☐
☐
☐
Non dobbiamo ammattire dietro a queste discussioni.
Non sarebbe un dramma se da noi il caldo aumentasse di
un paio di gradi.
☐
☐
☐
☐
Gli Stati dell’UE non coglieranno comunque gli obiettivi
che si sono posti perché in realtà pensano solo al proprio
tornaconto.
☐
☐
☐
☐
La protezione del clima non deve andare a scapito dei
posti di lavoro
☐
☐
☐
☐
Non dobbiamo permettere che gli scienziati dettino
i nostri obiettivi ma puntare al grado di protezione
climatica che riusciamo a ottenere senza dover fare
troppi sacrifici.
☐
☐
☐
☐
La protezione climatica crea nuovi posti di lavoro. Ne
beneficiano sia le imprese sia i lavoratori. Anche per
questo dovremmo impegnarci in questo campo.
☐
☐
☐
☐
Compiti dell’UE | 31
Lo spazio comune di giustizia
L’Europa è divenuta ormai da tempo
uno spazio di vita comune. Molte persone oltrepassano le frontiere interne
dei paesi UE per vivere o lavorare altrove, o semplicemente per guardarsi
intorno. Si fa conoscenza, ci si innamora, ci si sposa. Talvolta, purtroppo,
qualcosa va storto e si è costretti allora a divorziare. A questo punto è importante che esista un diritto uniforme:
perché qui sorgono i problemi di mantenimento e di affidamento. Ora, se un
signore austriaco e una signora lussemburghese vivono in Italia e lì divorziano, nessuno dei due può far appello
al proprio diritto nazionale. È per que-
sto che la cooperazione degli Stati
dell’UE nel campo del diritto civile è
così importante. Tale cooperazione regola anche le questioni ereditarie e
molti altri aspetti della nostra vita di
tutti i giorni.
Anche i criminali si rallegrano per le
frontiere aperte: sperano così di sfuggire ai procedimenti penali. Su questo
punto però si sbagliano, perché nel
frattempo è divenuta assai stretta la
cooperazione tra forze di polizia e organi giudiziari: è Europol, ufficio europeo di polizia, a coordinare questa interazione.
Diritti fondamentali nell’Unione europea
I diritti umani e i diritti fondamentali
hanno enorme rilevanza in tutte le società perché riguardano tutti i cittadini.
Nell’UE, che è un’organizzazione di democrazie, i diritti fondamentali sono
solitamente tutelati a livello nazionale
attraverso una costituzione. Poiché
tuttavia l’Unione europea stessa promulga leggi e regolamenti che riguardano direttamente le persone, è importante che esista una Carta dei diritti
fondamentali dell’Unione europea.
Essa fa parte del trattato di Lisbona. Il
testo della Carta si trova qui:
http://europa.eu/legislation_summaries/
human_rights/fundamental_rights_within_
european_union/l33501_it.htm
Compito
Date un’occhiata alla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione
europea e confrontatela con la vostra Costituzione nazionale o
con l’atto giuridico che tutela i vostri diritti fondamentali
Quali norme sono identiche? Cosa si trova solo nella Carta dei diritti fondamentali? Cosa manca nella Carta dei diritti
fondamentali? Sintetizzate il tutto in un riepilogo.
Discussione
Discussione sulla Carta dei diritti fondamentali
dell’Unione europea
Qual è l’importanza di una Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea? Abbiamo
veramente bisogno di qualcosa che completi la tutela dei diritti fondamentali a livello
nazionale? Se aveste dovuto scrivere voi la Carta dei diritti fondamentali, cosa sarebbe stato
diverso? cosa sarebbe stato completato? cosa sarebbe stato cancellato?
Elaborate queste domande in piccoli gruppi e confrontate in seguito i risultati.
32 | Compiti dell’UE
Compito
L’albero della politica europea
Dall’albero della politica europea pendono molte foglie. Di seguito, sono elencati alcuni campi di attività politica sui quali gli
Stati membri collaborano nell’ambito dell’UE.
Subordinate «le foglie» ai vari campi di attività politica in modo che pendano dal ramo giusto.
Politica estera
Politica economica
Politica interna e di giustizia
Tutela dei consumatori
Tutela dell’ambiente
Politica agricola e strutturale
UE
©Istock
Libertà di viaggiare
(Schengen)
Sviluppo rurale
Norme ambientali
comuni
Mercato
interno
Lotta comune alla criminalità
Moneta
unica
Protezione del
clima
Energie
rinnovabili
Etichettatura
degli alimenti
Politica strutturale a favore
delle regioni
Politica estera
comune
Norme vincolanti
sugli alimenti
Norme sociali minime
vincolanti
Politica di sicurezza
e di difesa comune
Politica comune
di asilo
Diminuzione delle tariffe per telefonate
all’estero da cellulari
Cooperazione nel campo delle
procedure civili e penali
Compiti dell’UE | 33
5
©Imageglobe
L’Europa avanza:
l’allargamento
dell’Unione europea
Festa per l’allargamento dell’UE alla Porta di Brandeburgo, a
Berlino. Il 1º maggio 2004 nella capitale tedesca sono stati
lanciati centinaia di palloncini blu con la scritta «Europa» per
dare il benvenuto a Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta,
Polonia, Repubblica ceca, Slovacchia, Slovenia e Ungheria.
34 | Allargamento dell'UE
Pur essendo stata fondata da soli sei Stati, L’Unione europea ha sempre puntato all’Europa intera:
è stata, cioè, sempre aperta a nuovi membri.
Oggi l’UE comprende 28 membri; altri sono in attesa. Che cosa rende l’UE così attraente per altri
Stati? E come sta andando avanti il processo di allargamento? Questi temi sono trattati dal
presente capitolo.
Principi fondamentali dell’UE
«RISOLUTI a rafforzare, mediante
la costituzione di questo complesso di risorse, le difese della pace e
della libertà e facendo appello agli
altri popoli d’Europa, animati dallo
stesso ideale, perché si associno al
loro sforzo».
Oggi, l’articolo 49 del trattato
sull’Unione europea recita:
«Ogni Stato europeo che rispetti i
valori di cui all’articolo 2 e si
impegni a promuoverli può
domandare di diventare membro
dell’Unione».
Articolo 2 del trattato sull’Unione
europea:
© UE
Già il preambolo (cioè la prefazione) dei trattati di Roma firmati
nel 1957, che fondavano la Comunità economica europea e la
Comunità europea dell’energia
atomica, proclamava:
«L’Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità
umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza,
dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi
i diritti delle persone appartenenti a minoranze. Questi
valori sono comuni agli Stati membri in una società
caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione,
dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla
parità tra donne e uomini».
Il testo dei trattati di Roma con
le firme dei capi di Stato o di
governo e dei plenipotenziari
dei governi dei sei membri
fondatori.
Compito
Chi può diventare membro?
Cosa significano, concretamente, i principi espressi all’articolo 2? Uno Stato che miri a diventare membro dell’UE cosa
deve fare? E cosa non deve fare assolutamente? Che ne pensate?
Uno Stato...
può diventare
membro dell’UE
non può diventare
membro dell’UE
che non garantisce la libertà di stampa
che ammette la pena di morte
che permette ai cittadini di protestare contro il governo
in cui periodicamente si elegge il parlamento
in cui un presidente governa a vita e, deceduto, viene sostituito dal figlio
in cui gli omosessuali hanno gli stessi diritti degli eterosessuali
in cui la politica è determinata dai capi militari, che eventualmente intervengono militarmente
nella politica interna
in cui le persone sono considerate innocenti finché un tribunale non ne sancisce la colpevolezza
in cui esiste un solo partito che pertanto è sempre al governo
che protegge le minoranze anche quando la maggioranza vorrebbe reprimerle
Allargamento dell'UE | 35
Dove si collocano i confini dell’Europa?
La questione dei confini dell’Europa non
può essere risolta sul piano meramente
geografico. Soprattutto verso est e sudest, l’Europa non ha confini molto chiari.
I geografi stessi non sono mai stati
d’accordo, né lo sono ora, sulla questione di dove finisca il continente. Nella
storia della geografia si è sempre assistito a confini tracciati in modo diverso
a seconda delle ideologie a cui si uniformavano i vari specialisti.
Quindi, non è guardando la carta geografica o il mappamondo che scopriamo l’Europa; accade invece che abbiamo una determinata idea in testa, che
poi andiamo a riscoprire. Ciò appare
evidente là dove esistono effettivamen-
te chiari confini naturali del continente:
cioè verso nord e verso ovest. Per noi è
ovvio: l’Islanda appartiene chiaramente
all’Europa. Di fatto però essa è assai
lontana dalla terraferma e nel bel mezzo del Mare del Nord.
Che l’Irlanda e il Regno Unito appartengano all’Europa è per tutti noi del tutto
naturale. Si pensi tuttavia che il canale
tra la Francia (la terraferma, quindi) e il
Regno Unito è molto più largo dello
Stretto di Gibilterra che separa Spagna
e Marocco.
«L’aggettivo europea ingloba una serie di
fattori — geografici, storici e culturali
— che contribuiscono tutti insieme alla
costruzione dell’identità europea. La
condivisione di idee e di valori e
l’esperienza comune di interazione
storica non possono essere condensate
in una semplice formula eterna e
immutabile, ma vengono invece
sottoposte alla disamina di ogni nuova
generazione».
Fonte: comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio dal titolo «Strategia
di allargamento e sfide principali per il periodo
2006-2007», COM(2006) 649 dell’8 novembre
2006, pag. 17.
Così si esprime la Commissione europea su questo tema:
Compito
Compito
Dove finisce l’Europa?
Un viaggio in Australia
Un paese che voglia appartenere all’UE deve dunque
essere democratico. Ma deve anche essere «europeo».
Immaginate di fare un viaggio in Australia in occasione di
uno scambio di alunni. L’Australia è lontanissima e
sicuramente non appartiene all’Europa. Ma i vostri compagni
di classe, laggiù, sono veramente curiosi e vi pregano di
tenere una breve relazione in classe sul tema: «Cos’è
l’Europa?».
Dove si trovano i confini dell’Europa? Prendete una carta
fisica o un atlante e provate a fissare voi i confini
dell’Europa. Quali sono i criteri in base ai quali decidete
se un paese appartiene all’Europa o no? Dove si trova la
Turchia? L’Islanda, appartiene all’Europa? Che ne è della
Georgia? O della Groenlandia? Che facciamo del
Marocco?
Dopo aver fissato quelli che, secondo voi, dovrebbero
essere i confini dell’Europa, leggete il testo che segue.
In un gruppo ristretto, preparate una relazione su questo
tema. Avete però solo cinque minuti di tempo; dovete cioè
concentrarvi su alcuni aspetti tra i più importanti e
interessanti. Come spiegate ai vostri coetanei australiani
cosa sia l’Europa?
Fate loro «assaggiare» un po’ d’Europa. Qual è il particolare
senso della vita qui da noi? Da quali segni sentite di essere
europei? Cosa trovate di bello nell’Europa? E cosa invece non
lo è affatto?
©Istock
Eccovi, qui di seguito, un elenco di parole chiave. Quali
elementi vorreste inserire nella vostra relazione e quali
invece no? Attenzione: cinque minuti sono veramente pochi!
36 | Allargamento dell'UE
Geografia
Musica
Bere
Viaggi
Storia
Cinema
Libertà
Sistema scolastico
Differenze
Letteratura
Tempo libero
Problematiche
Analogie
Mangiare
Economia
Proiezione nel futuro
Esclusa l’Albania, questi Stati appartenevano tutti alla Jugoslavia, che negli anni
novanta si è dissolta, in parte dopo scontri sanguinosi. Il Montenegro e la Serbia
erano fino al 2006 uno Stato unico e si
sono poi divisi pacificamente. Sull’appartenenza del Kosovo alla Serbia, si scatenò nel 1998-1999 un violento conflitto,
cui la NATO pose fine con un attacco militare alla Serbia. Nel 2008, infine, dopo
essere stato posto sotto l’amministrazione delle Nazioni Unite, il Kosovo si dichiarò indipendente.
L’Unione europea vede nell’adesione di
questi paesi all’UE l’occasione migliore di
portare una pace durevole nella regione.
Questo venne sottolineato dai capi di
Stato o di governo in una conferenza tenutasi nel 2003 a Salonicco. Cinque Stati
dell’UE si sono tuttavia rifiutati di riconoscere l’indipendenza del Kosovo.
Il lungo percorso fino all’ingresso
nell’UE
Gli Stati dei Balcani occidentali hanno
una lunga strada da percorrere prima di
raggiungere l’UE.
Essi devono innanzitutto concludere con
l’Unione europea un accordo di stabiliz-
zazione e di associazione, che obbliga a
concrete riforme. Tale accordo deve essere ratificato da tutti gli Stati membri
e, naturalmente, da ciascuno dei paesi
partner; deve cioè essere approvato dai
parlamenti.
Il patto dev’essere poi attuato concretamente. Se dà prova di funzionare, gli
Stati interessati possono porre la propria candidatura a membri dell’UE, e se
successivamente la Commissione europea avrà dato parere positivo sull’atto
di candidatura, il Consiglio europeo —
cioè i capi di Stato o di governo dell’UE
— li nominerà candidati ufficiali.
Una volta che saranno state attuate ulteriori riforme, potranno cominciare i
negoziati. Questi si concentrano soprattutto sulla rapidità con cui i paesi candidati sono capaci di far proprie le normative comuni dell’UE.
Appena i negoziati si saranno conclusi
positivamente, processo che in base
all’esperienza accumulata dura alcuni
anni, i singoli paesi interessati e tutti gli
Stati dell’UE devono ratificare il trattato
di adesione. In alcuni Stati ciò avviene
mediante referendum. Deve votare a
favore anche il Parlamento europeo.
Solo allora i candidati divengono membri dell’Unione europea.
A che punto sono questi paesi?
Nel loro cammino verso l’UE, gli Stati
dei Balcani occidentali hanno percorso
distanze diverse e asimmetriche. I ne-
©Photodisc/getty
©Imageglobe
Nel luglio 2013, la Croazia è entrata a
far parte dell’UE. Ha ottenuto un consenso di fondo anche l’adesione all’Unione
europea di altri Stati dei Balcani occidentali. Essi sono: l’Albania, la Bosnia-Erzegovina, l’ex Repubblica jugoslava di Macedonia, il Montenegro e la Serbia.
©Photodisc/getty
Gli Stati dei Balcani
occidentali
goziati con la Croazia si sono conclusi:
essa aderirà all’UE il 1º luglio 2013. Con
il Montenegro i negoziati di adesione
sono iniziati nel 2012. La ex Repubblica
jugoslava di Macedonia è candidato ufficiale all’adesione ma i colloqui non
hanno ancora avuto inizio. Anche la
Serbia si trova nella stessa condizione.
Gli altri Stati (Albania, Bosnia-Erzegovina e Kosovo) sono finora considerati
«candidati potenziali». L’Albania ha concluso un accordo di stabilizzazione e di
associazione, entrato in vigore dal
2009. Nel 2012 la Commissione europea ha consigliato di conferire all’Albania lo status di candidato ufficiale. Anche l’accordo di stabilizzazione e di associazione con la Bosnia-Erzegovina è
stato firmato ma non è ancora entrato
in vigore. Una missione dell’UE sta appoggiando lo sviluppo in senso democratico del Kosovo.
Compito
Dove si trova ciascuno di essi?
Trascrivete i nomi degli Stati e quelli delle capitali nella carta geografica.
Potete aiutarvi con quella che si trova nell’ultima pagina della rivista.
Allargamento dell'UE | 37
Compito
Tappe verso l’UE
Avete provato a contare quante tappe devono superare i
paesi dei Balcani occidentali per diventare membri
dell’UE?
Disponete correttamente le seguenti tappe nel percorso
che porta questi Stati verso l’UE.
Parere positivo della Commissione
europea sulla domanda di adesione
Inizio dei negoziati di
adesione
Ratifica del trattato di adesione in tutti gli Stati membri e nel paese
partner (da parte dei parlamenti o mediante referendum)
Ratifica da parte del
Parlamento europeo
Messa in atto dell'accordo
Ratifica dell'accordo di stabilizzazione e di associazione da parte
degli Stati Membri e del paese partner
Nomina dei
candidati
Conclusione positiva dei negoziati di
adesione
Conclusione di un accordo di
stabilizzazione e di associazione
Domanda di
adesione
Piena
appartenenza
11
10
9
8
7
6
5
4
3
2
1
0
Compito
A che tappa si trovano gli Stati dei
Balcani occidentali?
Riportate nella casella il numero pertinente.
Albania
Bosnia-Erzegovina
Croazia
Ex Repubblica jugoslava di Macedonia
Kosovo
Montenegro
Serbia
38 | Allargamento dell'UE
©Corbis
Altri due candidati a divenire membri
dell’UE: Turchia e Islanda
©Corbis
La Turchia, oggi uno Stato assai dinamico, collabora già
strettamente con l’UE in molti settori. L’UE è, ad esempio, il
maggior partner commerciale della Turchia. Questa stretta
collaborazione con l’UE iniziò circa 50 anni fa. Dal 1995 tra
UE e Turchia esiste un regime di unione doganale. La procedura vera e propria di adesione all’UE iniziò nel 1999, sostenuta unanimemente da tutti gli Stati membri. Oggi, le opinioni se la procedura riuscirà a sfociare in un’effettiva adesione, sono discordi. L’appartenenza all’UE resta però un fine
strategico della Turchia.
L’Islanda, paese dell’estremo nord, è membro dal 1993 dello
Spazio economico europeo, in cui vigono in larghissima misura le regole del mercato interno dell’UE. Paese profondamente e stabilmente democratico, legato strettamente
all’UE, l’Islanda appartiene già all’accordo di Schengen che
garantisce ai cittadini un’ampissima libertà di movimento in
quanto ha abolito i controlli alle frontiere. Nel 2009 l’Islanda
ha chiesto ufficialmente di entrare a far parte dell’Unione
europea. Dal luglio 2010 sono in corso negoziati di adesione.
E ora, come si va avanti?
È chiaro che il dibattito sull’allargamento non è affatto semplice. Da un lato
l’Unione europea non ha mai ritenuto di
essere un club chiuso ed esclusivo, ma
ha voluto e vuole essere aperta ai paesi
europei.
In passato, l’ingresso di nuovi paesi ha
garantito pace e stabilità in Europa.
Dopo la caduta della cortina di ferro e
dopo il collasso dell’Unione Sovietica,
l’Europa è riuscita, grazie alla sua politica di allargamento, ad allargare la zona
in cui vigono la democrazia e l’econo-
mia di mercato ai paesi dell’Europa
centrale e orientale. Nove paesi, che in
precedenza appartenevano alla zona
d’influenza dell’Unione Sovietica, sono
ora membri dell’UE; vanno aggiunti inoltre la Slovenia e, dal 2013, anche la
Croazia, che facevano parte della dissolta Jugoslavia, nonché le isole mediterranee di Cipro e Malta.
Dall’altro lato, non è stato chiarito (il
che d’altronde non può essere deciso
una volta per tutte) se e dove finisca
questa Europa e fin dove debba giunge-
re la politica di promettere, e concedere,
ai paesi l’appartenenza all’UE.
Questa politica continua a essere portata avanti nei confronti degli Stati della
ex Jugoslavia e dell’Albania, anch’essa
appartenente alla regione che oggi
chiamiamo «Balcani occidentali», e nei
confronti dell’Islanda e della Turchia.
Questi paesi hanno la prospettiva di divenire membri anche se, nel caso di alcuni di essi, occorrerà probabilmente
ancora molto tempo perché essa si
concretizzi.
Allargamento dell'UE | 39
6
L’Europa nel mondo
40 | L'Europa nel mondo
Noi europei non siamo soli al mondo. Anzi, non rappresentiamo neppure lontanamente la
maggioranza della popolazione mondiale. È per questo che non ci possiamo limitare a occuparci
solo di noi stessi, ma dobbiamo rivolgere la nostra attenzione anche ad altri continenti. Di essi
abbiamo bisogno come partner per il nostro stesso benessere, perché acquistano i nostri prodotti
e ci offrono i loro e perché ci forniscono le materie prime di cui non disponiamo.
Esistono però anche problemi che non ci devono lasciare indifferenti. In proposito, da un lato
occorre ricordare guerre e sottosviluppo che impediscono a interi popoli di vivere degnamente.
Dall’altro, l’inquinamento dell’ambiente e i mutamenti climatici non si arrestano alle frontiere
dell’Unione europea.
Compito
I continenti del mondo
Se prescindiamo dall’Antartide, possiamo suddividere il mondo in sei continenti: Africa, Asia, Australia/Oceania, Europa,
America settentrionale e America meridionale. Esistono anche altre modalità di suddivisione che riuniscono Nord e
Sudamerica in un’unica America o Europa e Asia in Eurasia. Qui, adottiamo però la versione dei sei continenti (Antartide
esclusa). Fate una ricerca sulle informazioni mancanti e trascrivetele nella tabella.
Continente
Superficie
Percentuale della
superficie totale
della terra
Popolazione
Classifica in base PIL (*) pro capite Classifica in base
alla popolazione in dollari USA
al PIL (*)
Africa
Asia
Australia/Oceania
Europa
America settentrionale
America meridionale
(*) PIL: prodotto interno lordo.
Gli interessi dell’Europa nel mondo
L’Europa è un continente relativamente piccolo, ma
economicamente significativo. Ciò dà luogo a doveri e
interessi che intende far valere nei confronti di altri.
L’UE persegue con la sua politica internazionale molteplici
scopi:

protegge i propri interessi, combatte il terrorismo, la
criminalità organizzata e l’immigrazione clandestina;

contribuisce al mantenimento di un ambiente sostenibile
(politica sui cambiamenti climatici, di protezione ambientale
ecc.);

cerca di usare la propria influenza per portare e mantenere
la pace (ad esempio, nel Medioriente, in Africa);

aiuta altri paesi a svilupparsi e a superare povertà,
analfabetismo e sottosviluppo;

si impegna in tutto il mondo per la democrazia e lo Stato
di diritto.
L'Europa nel mondo | 41
Compito
Le sfide globali
Alla fine del 2003, l’Unione europea decise di mettere in atto una «strategia europea in materia di sicurezza» in cui fossero
stabiliti i punti salienti delle sfide globali. Essa descriveva le sfide globali che l’UE avrebbe dovuto fronteggiare.
Date un’occhiata a tale elenco e subordinate le proposte di soluzione elaborate nell’ambito della strategia europea in
materia di sicurezza alle diverse problematiche.
Le sfide globali
Possibili soluzioni
Guerre e conflitti interni a singoli Stati
Povertà
Malattie
Sottosviluppo
Carenza di risorse
Dipendenza energetica dell’Europa
Invecchiamento della popolazione europea
Terrorismo
Proliferazione delle armi di distruzione di massa
Criminalità organizzata
Minacce all’ambiente naturale
Proposte di soluzione della strategia europea in materia di sicurezza:
Aiuto allo sviluppo
per l'Africa
Cancellazione dei debiti dei
paesi sottosviluppati
Ampliamento dei sistemi sanitari nei paesi
meno sviluppati
Convenzioni internazionali sul controllo
degli armamenti e del disarmo
Lotta all'inquinamento marino
42 | L'Europa nel mondo
Sostegno della democrazia
in altri paesi
Lotta contro il terrorismo
internazionale
Dialogo con il mondo islamico
Cooperazione
internazionale di polizia
Messa in sicurezza delle riserve
idriche della Terra
Protezione
del clima
Iniziative di pacificazione
attraverso interventi militari
Cooperazione in campo energetico
al di là delle frontiere europee
Apertura dei mercati europei a prodotti
provenienti da paesi in via di sviluppo
Immigrazione
controllata
Sicurezza
informatica
Fortezza Europa?
Tema assai dibattuto all’interno dell’Unione europea è la migrazione. In sé, il
termine «migrazione» descrive semplicemente lo «spostamento» con cui una
serie di persone abbandona un determinato luogo per andarsi a stabilire in un
altro. Di fatto, invece, il pubblico dibattito apertosi da noi ruota intorno alla
«immigrazione», cioè allo spostamento
verso il nostro territorio. Esiste una
immigrazione legale negli Stati membri dell’UE: a persone provenienti da
Stati non membri dell’UE è cioè consentito di giungere da noi in modo del tutto
ufficiale, per lavorare, studiare o semplicemente (come il coniuge di un cittadino UE) per vivere. Molte di queste
persone arrivano qui perché nell’Unione
europea si augurano una vita migliore.
Ma sono importanti anche per noi, per
cui talvolta le chiamiamo direttamente.
Gli immigrati, infatti, portano in dote le
loro competenze e la loro disponibilità a
inserirsi nel tessuto economico. Sono
proprio i giovani immigrati a essere im-
portanti per noi, visto che le nostre società in media invecchiano sempre di
più, con tutti i problemi che ciò comporta per pensioni e casse previdenziali.
Per facilitare a lavoratori specializzati
provenienti da paesi esterni all’UE il
trasferimento verso l’UE, l’Unione europea ha escogitato la cosiddetta «Carta
blu». Con essa possono lavorare da uno
a quattro anni nell’UE. Finora, la maggior parte dei migranti specializzati
provenienti da paesi terzi si recava negli
USA.
Oltre all’immigrazione legale e protetta,
esiste una immigrazione illegale, di
persone cioè che arrivano qui senza autorizzazione. Tali persone violano con
ciò le leggi degli Stati UE, ma spesso
sono a loro volta vittime di bande di
trafficanti di esseri umani che succhiano loro ogni avere per introdurle clandestinamente nell’UE Per molta gente di
ogni parte del mondo, l’Europa appare
un paradiso nel quale cercare di appro-
dare. Sono assai note le immagini degli
africani lasciati andare alla deriva in
mare su qualche barcone per poi essere
fortunosamente intercettati da motovedette italiane, maltesi o spagnole.
Nessuno sa quante persone si trovino
illegalmente in Europa. Secondo stime
della Commissione europea, potrebbero
essere circa 4,5 milioni.
L’Unione europea fa grandi sforzi per
impedire l’immigrazione clandestina.
Tra essi vanno ricordati il potenziamento dei controlli alle frontiere esterne e
una più stretta collaborazione con i paesi di provenienza. Al tempo stesso, si
lavora intensamente per dare a cittadini
provenienti da Stati non UE la possibilità
di giungere nell’UE e di viverci. Mediante
la cooperazione allo sviluppo con i paesi
più poveri del mondo, l’UE cerca di migliorare a tal punto le condizioni di vita
nei paesi di provenienza degli immigrati
illegali da far sì che questi non debbano
più lasciare il loro paese.
L’UE e i suoi partner
L’UE ha allacciato rapporti con numerosi paesi in tutto il
mondo e ha intensi contatti con paesi in via di sviluppo in
Africa e in America latina, nonché con gli Stati grandi e piccoli
dell’Asia. Questi variegati rapporti non si possono affrontare
in questa sede. Sul portale Internet dell’Unione europea si
possono ottenere informazioni su di essi: http://europa.eu/pol/cfsp/index_it.htm
Un elemento particolarmente importante della politica estera
dell’UE è la cooperazione nel campo della politica di sviluppo
con i paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP). Con gli
attuali 78 Stati ACP vengono conclusi accordi di partenariato
economico destinati ad aiutare questi paesi a integrarsi
nell’economia mondiale e a combattere efficacemente la povertà al loro interno.
L’Unione europea e i suoi Stati membri sono i maggiori donatori al mondo di aiuti allo sviluppo. Essi elargiscono più della
metà di tutti gli aiuti ai paesi poveri. Tuttavia, la politica di
sviluppo è qualcosa di più della messa a disposizione di acqua
pulita e di strade percorribili, per quanto importante ciò possa
essere. L’UE sostiene lo sviluppo anche attraverso il commercio, aprendo il proprio mercato alle importazioni dai paesi in
via di sviluppo e incoraggiandoli ad ampliare i reciproci scambi commerciali.
L'Europa nel mondo | 43
Compito
L’UE e la cooperazione allo sviluppo
Qui potete vedere vari settori della cooperazione allo sviluppo dell’UE. Provate a collegare i
numeri delle immagini ai contenuti da esse rappresentati e ai relativi provvedimenti di
cooperazione allo sviluppo. Attenzione: le immagini e i relativi provvedimenti non
necessariamente sono direttamente vicini le une agli altri!
44 | L'Europa nel mondo
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
N.
Immagine
Provvedimento
Equipaggiamento di strutture sanitarie con veicoli destinati a
servizi di ambulanza in Sud Africa
Promozione dei diritti umani e della democrazia
Formazione di lavoratori forestali in Papua-Nuova Guinea
Ampliamento di infrastrutture
Consegne di riso destinato a essere distribuito a popolazioni
bisognose nel porto di Zanzibar
1
N.
1
Promozione delle energie rinnovabili/approvvigionamenti
energetici
Campagna di sminamento in Laos
Alimentazione idrica
Scavo di pozzi a Dacca, Bangladesh
Risoluzione di conflitti/consolidamento della pace
Concessione di microcrediti a cucitrici della Bosnia-Erzegovina
Promozione della salute
Produzione di energia elettrica eolica in Bolivia
Protezione dell’ambiente
Osservazione di elezioni in Nigeria
Provvedimenti a sostegno della crescita economica
Costruzione di scuole a Eterasama, regione di Chapare, Bolivia
Garanzia di un’istruzione di base per tutti
Costruzione di strade nel Benin
Eliminazione della povertà
Discussione
Discussione sulla migrazione
Circa 214 milioni di persone in tutto il mondo vivono in uno Stato che non è la loro patria d’origine. Potete immaginare anche
voi di voltare le spalle per sempre al paese in cui siete nati? Per quali motivi lo fareste? E per quali motivi sareste disposti a
entrare in un paese in cui il vostro arrivo non è affatto desiderato o addirittura vietato? Discutetene in gruppo. Informatevi su
quali possano essere le motivazioni delle persone che cercano di raggiungere l’Europa da sud e da est e condividete queste
informazioni con il gruppo.
L’Europa nel mondo
L’Europa non è un’isola ma fa parte di un mondo che cresce in
modo sempre più integrato. L’UE sente perciò la responsabilità di impegnarsi fortemente sul piano internazionale. Lo fa
per proteggere i propri interessi, per contribuire positivamente allo sviluppo del mondo e per aiutare altre popolazioni prive della possibilità di vivere in modo sicuro e agiato come gli
europei.
Per questo l’UE esprime un forte impegno nel campo della
lotta ai mutamenti climatici e cerca di coinvolgere in una
strategia comune anche altri paesi, che inquinano l’aria con
enormi quantità di anidride carbonica. Parliamo, ad esempio,
della Cina e degli USA. Grande importanza per la protezione
dell’ambiente hanno anche altre questioni che possono essere risolte solo affrontandole insieme. L’inquinamento dei mari
e l’eccesso di pesca ne sono solo due esempi.
Ovunque l’UE si impegna a favore della democrazia e si sforza di far valere la propria influenza per indurre anche altri
paesi a rispettare i diritti e le libertà democratiche fondamentali e a garantirle ai loro cittadini.
L’UE è molto attiva nello sforzo di cogliere i cosiddetti «Obiettivi di sviluppo del millennio» voluti dalle Nazioni Unite, che in
sostanza mirano a dimezzare la povertà assoluta entro il
2015. Si tratta di persone che dispongono di un reddito giornaliero inferiore a un dollaro.
L’Europa non può certo pretendere di guidare da sola i destini
della Terra, ma senza Europa non c’è nulla che possa andare
avanti. Viviamo in un mondo in cui è impossibile che a noi
vada bene se ad altri va male.
L'Europa nel mondo | 45
7
Il futuro dell’Europa
Dove pensate di abitare nel 2030,
come intendete vivere e cosa
desiderate fare?
46 | Il futuro dell'Europa
L’Europa è qualcosa di più di un’associazione economica. È piuttosto una comunità di valori,
un’associazione cioè di Stati e cittadini che condividono convinzioni fondamentali comuni e che
intendono professarle.
Tra l’altro, nel 21º secolo molte questioni si pongono in modo ben diverso che nel 20º. La pace
tra gli Stati membri è assicurata e vecchie inimicizie hanno potuto essere trasformate in stabili
amicizie o quanto meno in una pacifica collaborazione. Ma l’UE deve affrontare e superare prove
del tutto nuove, se intende continuare a garantire ai cittadini i suoi valori fondamentali anche
nel nuovo secolo..
Compito
L’anno 2030 e io
Dove pensi di abitare nel 2030, in che modo pensi di vivere e cosa desideri fare?
A questa domanda ciascuno risponderà sicuramente in modo diverso. La realizzazione dei propri desideri non dipende però
solo dalle capacità personali e dalla fortuna ma anche dalle premesse politiche generali.
Cosa prevede il vostro piano? cosa chiedete alla politica?
Nel 2030 vorrei abitare a/in e lavorare come Mi auguro che le mie condizioni di vita private siano:
Per poter raggiungere questi obiettivi, oggi devo chiedere ai politici del mio paese che:
Alla politica europea chiedo che:
L’Europa nel mondo
È evidente che le singole economie degli Stati europei si trovano di fronte a
enormi problemi. Problemi che da un
lato nascono dalla globalizzazione, cioè
dall’allargamento a gran parte del mondo dell’economia di mercato. Merci, capitale, idee e informazioni oltrepassano
assai rapidamente le frontiere, sono
ovunque fruibili e danno luogo a una
concorrenza a livello mondiale.
Ciò ha per noi conseguenze immediate:
un’impresa francese non può più limitarsi a sapere cosa offra il tale concorrente
nel proprio paese o il talaltro al di là dei
Pirenei, in Spagna. Essa dovrà anche tener conto di cosa e a che prezzo venga
prodotto in Cina, in India o negli USA e
calcolare se potrà essere competitiva rispetto a tali prezzi, ad esempio offrendo
i propri prodotti a prezzi altrettanto bassi
o producendo beni che, anche se più cari,
siano però di qualità migliore.
D’altra parte, le nostre condizioni di vita
cambiano per ragioni che nulla hanno a
che fare con la globalizzazione. La gente invecchia e invecchiano le società.
Che la gente invecchi è una buona notizia: significa infatti che viviamo più a
lungo. Ma ciò significa anche: le spese
che dovremo sostenere per i regimi sanitari aumenteranno e le pensioni do­
vranno essere corrisposte più a lungo.
Contemporaneamente — notizia meno
buona — il numero delle nascite sta diminuendo. Nei decenni passati, molte
persone si sono decise per famiglie
meno numerose o, addirittura, di rinunciare a mettere al mondo dei figli. Ciò
provoca però un grave problema macroeconomico: un numero sempre minore di giovani deve mantenere un numero sempre maggiore di anziani.
Il futuro dell'Europa | 47
Compito
L’Unione europea sulla scena mondiale
In seno all’UE e ai suoi Stati membri esiste attualmente un vasto dibattito sugli aspetti che dovrà assumere il futuro dell’UE.
Molte persone cercano di immaginarsi il futuro dell’Europa. Fanno altrettanto, naturalmente, anche i principali politici dell’UE.
Ecco alcuni esempi: Analizzate, e poi discutete, cosa pensate delle affermazioni che seguono.
1. José Manuel
Barroso
Presidente della Commissione europea.
Discorso tenuto in occasione del Think
Tank Dialogue sul tema «Situazione
dell’UE nel 2013: federalismo o frammentazione?», Bruxelles, 22 aprile
2013.
«Anch’io sono dell’opinione che, in tempi
in cui l’Europa sembra ondeggiare tra
integrazione e frammentazione, dobbiamo definire i nostri progetti politici,
le nostre opzioni, le nostre intenzioni.
Dobbiamo prendere una decisione fondamentale se vogliamo portare al successo l’ideale europeo e i valori europei,
sia internamente sia esternamente ai
nostri confini.
Io, ad esempio, non ho alcun timore a
pronunciare la parola federalismo. Innanzitutto, esso significa esattamente il
contrario di quanto molti sospettano o
temono. Una federazione non è un «superstato» quanto piuttosto un’associazione democratica di Stati nazionali,
capaci di affrontare problemi comuni,
che esercita la sovranità in modo tale
che ciascun paese e ciascun cittadino
possa plasmare da sé il proprio futuro.
Ciò significa che occorre accettare
esplicitamente il fatto che non si può
unificare l’Europa contro la volontà degli Stati membri e che quindi la si deve
costruire insieme ad essi. Credo in
un’Europa nella quale la gente è orgogliosa delle proprie nazioni, orgogliosa
di essere europea e orgogliosa dei nostri valori europei.
L’Unione europea nella sua forma attuale denota già numerosi innegabili
elementi federativi: una Commissione
48 | Il futuro dell'Europa
europea sovranazionale con il mandato
di promuovere gli interessi generali europei, è un Parlamento europeo eletto
direttamente, una Banca centrale europea indipendente e una Corte di giustizia dell’Unione europea basata su un
sistema normativo il cui primato sulle
legislazioni nazionali è riconosciuto da
tutti. Tutte queste istituzioni dispongono
di poteri sovranazionali che, col tempo,
sono aumentati.
La suddivisione dei poteri tra il livello
centrale e i singoli Stati membri non è
fissata una volta per tutte. Essa potrà
sempre essere rimessa in discussione e
sarà rimessa in discussione. Addirittura
in Stati tradizionalmente federali, dalla
Germania agli USA, è in corso un incessante dibattito sulla sussidiarietà e si
discute cosa può e deve fare il governo
federale e dove finiscono o dovrebbero
finire le sue prerogative.
Nei prossimi decenni credo che l’Unione
guarderà ancor più in avanti e si proietterà maggiormente verso l’esterno.
Essa diventerà per i cittadini europei e
anche per gli Stati membri uno strumento estremamente potente per dar
forma alla globalizzazione e per difendere i nostri valori comuni. Il mondo
cambia in modo assai rapido e gli Stati
membri possono giocare, se lo fanno
insieme, un ruolo decisivo. Solo uniti e
potenziando le nostre istituzioni comuni
saremo in grado di padroneggiare le
sfide che le crisi economiche e finanziarie, la scarsità di risorse, i mutamenti
climatici, la povertà e il sottosviluppo si
trascinano in tutto il mondo. Uniti potremo creare migliori condizioni per proteggere i nostri valori comuni e, accompagnandolo con riforme, il nostro modello sociale, la nostra economia sociale
di mercato e mantenere le principali
caratteristiche del modello di vita europeo».
Fonte: http://europa.eu/rapid/pressrelease_SPEECH-13-346_en.htm
2. Martin Schulz
Presidente del Parlamento europeo, si
è così espresso in un libro dedicato
all’Unione europea:
«Sono convinto che l’Europa debba continuare a crescere unita, se non vuole
fallire. Dalla bocca di un politico europeo, questa richiesta può anche non
sorprendere troppo. Del resto, davanti a
gente annoiata è stato così spesso predicato che la nostra comunità funziona
come una gita in bicicletta: non appena
si smette di pedalare, si cade dalla bici.
Ma non è in questo senso che lo dico. Se
si vuole impedire il fallimento dell’UE, è
ineluttabile continuare a portare avanti
l’integrazione europea. Certo, si può immaginare una situazione che possa essere accettata come stadio finale
dell’unificazione. Tale situazione, tuttavia, non si ancora creata. Il «più» di cooperazione a cui penso si fonda sulla
semplice constatazione che, in un paio
di punti, non abbiamo lavorato con la
cura necessaria allorché costruimmo
l’edificio europeo. Così, ad esempio, disponiamo di una moneta unica europea
ma non di una politica fiscale e finanziaria comune. Ciò non poteva che andar storto e ora i famosi mercati mostrano ogni giorno come gli europei si
lascino aizzare l’uno contro l’altro a
causa di questo errore. Anche nella politica di spesa dell’UE abbiamo preso la
strada sbagliata. Invece di investire in
settori importanti per il futuro, buttiamo
via i nostri soldi in abissi di sovvenzioni
e teniamo artificialmente in vita settori
ormai sorpassati. Altrettanto penosa è
Jello: «Date ciascuno una risposta e
discutete in classe i risultati che
saranno emersi».
la nostra cacofonia, questa sì da torre di
Babele, nel campo della politica estera
e di sicurezza, che ci ha reso ridicoli a
livello internazionale.
Infine, a medio termine servirebbe
nell’UE un po’ di chiarezza istituzionale,
3. Herman
Van Rompuy
progetto europeo: sarà in grado l’Unione
Presidente del Consiglio europeo, si è
così espresso in un discorso tenuto a
Copenaghen su come recuperare la fiducia dei cittadini:
nazionali dovranno adeguarsi a situa-
europea di dare le risposte giuste? È un
fatto comunque che tutte le economie
zioni in continuo mutamento.
Per restare competitivi, gli europei do-
dal momento che perfino gli specialisti
vranno lavorare di più e meglio, essere
fanno ormai fatica a distinguere tra le
creativi e innovativi. Non ci possiamo
specifiche competenze che caratteriz-
più permettere di vivere al di sopra delle
zano il presidente del Parlamento euro-
nostre possibilità. Sono necessarie delle
peo, il presidente della Commissione, il
presidente del Consiglio e il presidente
del Consiglio europeo. Ciò di cui abbiamo urgente bisogno è un governo autenticamente europeo che sia eletto e
controllato da un parlamento».
(Martin Schulz: Der gefesselte Riese:
Europas letzte Chance, Berlino 2013)
«La crisi delle banche e dei debiti sovrani ha profondamente scosso la fiducia
del pubblico nelle capacità delle economie nazionali: l’Europa può continuare a
restare un continente attraente e concorrenziale in un mondo che cambia
così rapidamente? Si sta anche diffondendo una certa preoccupazione per il
riforme, con o senza UE. Un deficit pubblico pari al 15 % e un debito pubblico
pari al 160 % del PIL sono inaccettabili,
con o senza UE. La competitività delle
nostre economie nazionali deve aumentare, con o senza UE.
Ma, nonostante il fatto che le decisioni
siano prese a livello nazionale, la pubIl futuro dell'Europa | 49
«Come sarebbe se»: un video pone la
domanda di come sarebbe la nostra vita
se non esistesse l’UE. Il video lo trovi qui:
http://bit.ly/Debate_Europe
blica opinione riversa spesso la colpa
sull’Unione europea. La verità è che
quando tutto andava bene non abbiamo
cambiato nulla, o non abbastanza. Dobbiamo quindi attuare i cambiamenti
quando le cose vanno male. E comunque è sempre meglio se questi cambiamenti li facciamo insieme. Tutti i dirigenti politici europei lo sanno e si comportano di conseguenza, come posso
verificare a ogni vertice. Ma: come possono essere convincenti con i cittadini?
Ecco la sfida ultimativa.
Occupazione, crescita e la loro precondizione: la stabilità politica e finanziaria.
Questi sono i principali ingredienti per
poter recuperare la fiducia della gente,
la fiducia nelle capacità e nella resistenza del nostro continente, delle nostre economie nazionali e la fiducia nel
progetto europeo. Anche qui ogni cosa
si collega a un’altra e fa parte di un
tutto.
50 | Il futuro dell'Europa
C’è ancora un altro modo con cui gli
uomini e le donne che fanno politica
possono recuperare la fiducia dell’opinione pubblica: devono dire la verità.
Una delle verità da dire è che serve
tempo finché le riforme possano influenzare tangibilmente la crescita e
l’occupazione. Un’altra è che la risposta
definitiva alla crisi non consiste nella
creazione di strumenti finanziari (fondi
e bond) ma nell’apportare modifiche
all’economia reale. Una terza è che senza l’Europa i costi sarebbero insostenibili.
Chi dà a intendere che il proprio paese
potrebbe farcela da solo, non si limita a
illudere, semplicemente mente! Il populismo e il nazionalismo non possono
dare risposte alle sfide del nostro tempo. I politici devono dire chiaramente
quale sia la posta in gioco. E devono
impegnarsi in modo forte e chiaro a fa-
vore delle loro convinzioni europeistiche. Come si può chiedere di battersi a
favore della causa europea se i leader
politici non hanno il coraggio di difendere e promuovere l’integrazione europea?
Le cose stanno semplicemente così.
Abbiamo bisogno di una politica europea, ma soprattutto di un linguaggio
europeo».
«Beyond the institutions: Why Europe
today?», discorso di Herman Van Rompuy, presidente del Consiglio europeo, in
occasione della conferenza sull’Europa,
tenutasi a Copenaghen l’11 maggio
2012
Fonte: http://www.consilium.europa.eu/
uedocs/cms_data/docs/pressdata/en/
ec/130149.pdf
E ora tocca a VOI!
Come vedete la questione? Lo sviluppo futuro dell’Unione europea riguarda soprattutto le giovani generazioni che vivono la loro
vita e vogliono plasmare la propria esistenza nel 21º secolo. Che cosa desiderate? Che cosa è importante per voi?
Prendete spunto dai testi di questi leader politici europei per porvi anche voi le questioni che essi sollevano. Ciascuno per conto
proprio, cerchi di compilare un elenco di priorità. Quali sono i tre punti che mettereste al primo posto? Quali altri tre punti non
vorreste assolutamente?
L’elenco potrebbe avere questo aspetto.
Desidero assolutamente:
Non voglio in alcun caso:
1.
1.
2.
2.
3.
3.
Ampiezza
n
L’UE deve ingrandirsi. Solo con più
Stati di adesso disporrà del peso
necessario.
n
L’UE non deve accogliere altri nuovi
membri, perché altrimenti si differenzierebbe eccessivamente e perderebbe
la sua capacità di manovra.
n
L’UE deve fare una salutare cura
dimagrante. Per rafforzare la sua
coesione, occorre che i paesi che non
hanno voglia di partecipare a ulteriori
sviluppi abbandonino l’UE.
Competenze n
Affinché l’UE possa agire efficacemente, gli Stati membri devono trasferire
ad essa competenze più ampie. Ciò
significa: un numero maggiore di
decisioni a nome dell’intera UE
dovranno essere prese a livello
centrale a Bruxelles e a Strasburgo.
n
L’attuale suddivisione dei compiti tra
UE e Stati nazionali deve essere
mantenuta, perché e ben equilibrata.
n
L’UE deve restituire competenze agli
Stati membri per concentrarsi su
questioni essenziali, come il funzionamento del mercato interno. Gli Stati
membri sono responsabili per le
politiche di tutela dell’ambiente e di
protezione dei consumatori, o per la
politica estera.
Questioni militari n
L’UE deve disporre di un proprio
esercito europeo per poter far sentire
le proprie esigenze ed effettuare
azioni militari per conto proprio, per
esempio nei Balcani o in Africa.
n
L’UE è un potere civile e non deve
immischiarsi in questioni militari.
Confrontate fra di voi le priorità che avete elaborato e
discutete in classe come dovrebbe essere la vostra Europa del
futuro.
Eccovi alcune idee: come deve essere organizzata l’UE per
essere in grado di affrontare le sfide che ha davanti? Cercate
di ripensare anche a ciò che avete già discusso nel compito
sulla moneta unica («Chi deve decidere sulla moneta unica?»,
pag. 28).
n
L’UE deve mantenere l’attuale collaborazione con la NATO e ricorrere a
proprie truppe da combattimento solo
in missioni limitate, che non interessino la NATO.
Processi decisionali n
Nell’UE le decisioni devono essere
prese dal solo Parlamento europeo,
perché i deputati che in esso siedono
il maggior numero possibile di Stati
scelga la moneta unica ed, eventualmente, dobbiamo anche aiutarli
finanziariamente.
n
Devono entrare a far parte della zona
euro solo i paesi che si conformano
effettivamente alle condizioni dell’unione monetaria. Essi devono continuare a essere sottoposti a controlli
regolari per verificare il rispetto delle
regole.
n
Una moneta unica non fa bene
all’Europa. Proprio in tempi di crisi si
vede che nell’UE è impossibile
accordarsi su politiche comuni. Una
politica finanziaria e valutaria
nazionale può agire meglio e più
rapidamente. L’UE deve perciò tornare
alle valute nazionali; ciò non esclude
certo la cooperazione.
sono eletti dall’intera popolazione.
n
Com’è sempre accaduto finora, nell’UE
le decisioni devono essere prese dal
Consiglio dell’Unione europea e dal
Parlamento europeo congiuntamente.
n
Le decisioni più importanti vanno
subordinate a un referendum europeo
da tenersi nello stesso giorno in tutta
Europa.
Procedure decisionali n
Fondamentalmente nell’UE le decisioni
vanno prese a maggioranza, perché
altrimenti, con quasi 30 Stati, sarebbe
difficile accordarsi se non attraverso
lunghi negoziati.
n
Fondamentalmente nell’UE le decisioni
vanno prese all’unanimità, perché non
si deve mettere in minoranza uno
Stato indipendente.
n
Nell’UE le questioni ordinarie vanno
decise a maggioranza; quelle a
carattere fondamentale, invece,
all’unanimità. Ciò rappresenta infatti
un giusto equilibrio tra efficienza e
rispetto di tutti.
Euro
n
Quanti più Stati accetteranno l’euro
come loro moneta tanto più strettamente l’Europa crescerà insieme.
Dobbiamo pertanto premere affinché
Occupazione
n
L’Unione europea deve cercare
attivamente di creare posti di lavoro.
Si potrebbero creare molti posti di
lavoro grazie a progetti, possibilmente
transfrontalieri e sostenuti dall’UE, nel
campo delle infrastrutture, come la
costruzione di strade e ponti che
congiungano gli Stati membri dell’UE.
n
I vari Stati sanno benissimo da soli
come creare posti di lavoro all’interno
del loro territorio. È inutile che se ne
occupi l’UE
n
Non è per nulla necessario creare posti
di lavoro: abbiamo un numero sufficiente di posti vacanti in Europa.
Grazie a una libera circolazione
rafforzata e a migliori informazioni chi
cerchi un impiego può trovarlo più
rapidamente.
Il futuro dell'Europa | 51
L’Unione dei cittadini
Come abbiamo già visto, i cittadini europei sono rappresentati
nell’UE dal Parlamento europeo.
Il Parlamento europeo viene eletto da tutti gli elettori dell’Unione europea per cinque anni. Si diviene elettori a 18 anni; in
Austria addirittura a 16 anni. L’età dell’eleggibilità passiva è
diversa da uno Stato membro all’altro. Mentre si può essere
eletti al Parlamento europeo già a 18 anni, ad esempio in Danimarca, Finlandia o Germania, questa soglia d’età si alza a
21 anni in Lituania, Polonia e Regno Unito. A Cipro, in Grecia e
in Italia occorre avere addirittura 25 anni prima di poter divenire europarlamentare. I cittadini dell’UE che vivono in un altro
paese UE (come un austriaco in Ungheria) possono votare in
quest’ultimo. Il Parlamento è un importante fattore decisionale della politica europea. In seno all’Unione europea, il legislatore è costituito dal Parlamento e dal Consiglio insieme. Quindi, senza il Parlamento europeo in Europa non funziona nulla!
Partecipazione alle
elezioni europee
62,0
59,0
58,4
56,7
49,5
45,5
1979
1984
1989
1994
1999
2004
Sebbene il Parlamento europeo rivesta importanti funzioni e
rappresenti direttamente i cittadini, l’interesse per le elezioni
europee è relativamente scarso. L’influenza del Parlamento
europeo è enormemente aumentata dal 1979. Esso può «codecidere» in un numero di casi sempre maggiore. E nonostante il Parlamento europeo abbia oggi molti più poteri di 30 anni
fa, la partecipazione alle elezioni europee è diminuita. Nell’UE
in media solo il 43 % degli elettori ha effettivamente espresso
un voto alle ultime elezioni del Parlamento europeo nel 2009.
43,0
2009
Percentuale degli elettori che hanno
partecipato alle elezioni del
Parlamento europeo.
Compito
Perché la partecipazione alle votazioni è così
scarsa?
Discutete le vostre ipotesi e riflessioni in un gruppo ristretto e chiedete poi a persone che
fossero elettori o elettrici già nel 2009 (ad esempio, genitori, conoscenti o amici, o anche
persone intervistate per strada) se hanno partecipato alle votazioni per il Parlamento
europeo. In caso negativo: perché no?
Raccogliete i risultati su un cartellone, ciascuno corredato da una tabella che illustri gli
argomenti addotti «pro e contro l’andare a votare». Vi vengono in mente ulteriori argomenti?
Completate con essi il cartellone.
Compito
E tu? Come ti
comporterai?
Motiva la tua decisione. In seguito a quali
avvenimenti potrebbe cambiare la tua
intenzione?
52 | Il futuro dell'Europa
Ora mi trovo
all’inizio della
primavera del 2014
Io
e sono elettore/
e non sono ancora
elettrice
elettore/elettrice
andrò/andrei a
votare
resterò/resterei a casa
L’Unione europea: un’associazione
che ha un futuro
L’unione europea è stata fondata dopo
la seconda guerra mondiale con l’obiettivo di sostituire il secolare antagonismo tra gli Stati europei con l’amicizia e
la cooperazione.
Più di 50 anni dopo, si può ormai dire
che tale obiettivo è stato raggiunto. È
vero che resiste tuttora qualche reciproco pregiudizio, ma nessuno tiene più il
vicino sotto la minaccia delle armi. I
dissensi si esprimono nelle sale conferenze e, generalmente, vengono composti con un compromesso ben accetto
a tutti gli Stati interessati.
L’Europa deve affrontare nuovi problemi: dalla difesa contro i mutamenti climatici alla comprensione della globalizzazione, alla lotta contro il terrorismo
internazionale. È del tutto chiaro che in
Europa nessuno Stato singolo sia in
grado di risolvere questi problemi. Ma,
tutti insieme, siamo quasi mezzo miliardo di persone con una forte economia
alle spalle e una buona cultura nella
testa. Tutti insieme possiamo fare qualcosa. L’Unione europea ci aiuta con ciò a
plasmare la nostra esistenza personale
in modo che corrisponda ai nostri propri
desideri.
L’Unione europea ha dunque raggiunto
l’obiettivo originario di garantire la pace
tra gli Stati membri. Ma con ciò non è
divenuta superflua, perché i valori che
essa porta in sé non hanno perso nulla
della loro validità.
Naturalmente, non cesseranno mai le
discussioni e i litigi sul modo in cui l’Europa deve andare avanti. Soluzioni brevettate non esistono e le varie concezioni a questo proposito sono molto diverse da uno Stato membro all’altro.
L’UE è quindi un cantiere di «lavori in
corso», è una istituzione in via di mutamento. Se vogliamo che essa si sviluppi
secondo gli orientamenti che noi, cittadini dell’Europa, riteniamo giusti, dobbiamo farci coinvolgere. Il primo passo
è la partecipazione alle votazioni per il
Parlamento europeo. Più alta sarà la
partecipazione alle votazioni, maggiore
sarà la capacità del Parlamento di influire e di farsi sentire. Se non vogliamo
che altri decidano per noi, dobbiamo
farlo noi stessi. Il Parlamento europeo ci
aiuta in questo sforzo.
L’Europa e noi
Un’ottima possibilità di informarsi sul
Parlamento europeo è quella di invitare
una volta il o i vostri europarlamentari a
scuola e di intervistarli. Naturalmente
avere un colloquio con un membro del
Parlamento europeo non è l’unica possibilità di informarsi sull’Europa o addirittura di impegnarsi personalmente per
essa.
«Ci auguriamo che abbiate trovato queste informazioni interessanti. Se volete saperne di più,
alla pagina seguente abbiamo raccolto per voi
un paio di consigli. Ciao a tutti!».
Il futuro dell'Europa | 53
Qui trovate alcuni consigli su cosa si
potrebbe leggere o fare qualora si
volesse avere «più Europa» in testa
L’angolo
dei bambini
Giochi e quiz sull’Europa per bambini e ragazzi
Homepage: http://europa.eu/kids-corner/index_it.htm
L’UE
per gli insegnanti
Materiale didattico interessante e stimolante sull’Unione europea
Homepage: http://europa.eu/teachers-corner/index_it.htm
Portale
europeo per i giovani
Pagine europee e nazionali su scuola, lavoro, viaggi e molto altro ancora per giovani
Homepage: http://europa.eu/youth/it
Europe
Direct
Centri d’informazione sull’UE ovunque in Europa. È possibile porre le proprie domande
per telefono o per email, oppure visitare uno dei Centri più prossimi.
http://europa.eu/europedirect/meet_us/index_it.htm
La
storia dell’Unione europea
Informazioni e video sui padri fondatori dell’UE
Homepage: http://europa.eu/about-eu/eu-history/index_it.htm
La
tua Europa
Consigli e aiuti per cittadini di un paese UE e le loro famiglie
Homepage: http://europa.eu/youreurope/citizens/index_it.htm
Il
dibattito sul futuro dell’Europa
Portale di informazione sui dibattiti europei
Homepage: http://ec.europa.eu/debate-future-europe/
Compito
Provate a visitare gli indirizzi Internet elencati sopra
Dividetevi in gruppi ristretti. Ogni gruppo esamini un indirizzo Internet e cerchi di scoprire quanto in esso ci sia di informativo
e stimolante. Quali pagine vi sono piaciute? Quali no? Infine, illustrate ai vostri compagni le conclusioni cui siete pervenuti. In
questo modo ciascuno si occuperà di un argomento, ma alla fine li conoscerete tutti.
Buon divertimento!
54 | Il futuro dell'Europa
Come ottenere informazioni
sull’Unione europea
ONLINE
Informazioni in tutte le lingue ufficiali dell’Unione europea sono disponibili all’indirizzo
http://europa.eu
DI PERSONA
In tutta Europa esistono centinaia di centri locali d’informazione UE. Potete trovare l’indirizzo del centro
più vicino a voi sul sito
http://europedirect.europa.eu
PER TELEFONO O PER E-MAIL
Europe Direct è un servizio che risponde alle vostre domande sull’Unione europea. Potete contattare
questo servizio telefonando al numero verde 00 800 6 7 8 9 10 11 (alcuni operatori di telefonia
mobile non consentono l’accesso ai numeri 00 800 o potrebbero fatturare queste chiamate) oppure,
dall’esterno dell’UE, al numero di telefono a pagamento +32 22999696 o ancora per posta elettronica
attraverso il formulario accessibile dal sito
http://europedirect.europa.eu
LEGGENDO LE NOSTRE PUBBLICAZIONI
Consultate pubblicazioni sull’UE con un semplice clic sul sito web EU Bookshop:
http://bookshop.europa.eu
Per ottenere informazioni e pubblicazioni
sull’Unione europea in lingua italiana,
rivolgersi a:
RAPPRESENTANZE DELLA
COMMISSIONE EUROPEA
Rappresentanza in Italia
Via IV Novembre 149
00187 Roma
ITALIA
Tel. +39 06699991
Internet: http://ec.europa.eu/italia
E-mail: [email protected]
Rappresentanza a Milano
Corso Magenta 59
20123 Milano
ITALIA
Tel. +39 024675141
Internet: http://ec.europa.eu./italia
E-mail: [email protected]
Ufficio di Milano
Corso Magenta 59
20123 Milano
ITALIA
Tel. +39 024344171
Internet: http://www.europarl.it
E-mail: [email protected]
UFFICI D’INFORMAZIONE
DEL PARLAMENTO EUROPEO
Ufficio di Roma
Via IV Novembre 149
00187 Roma
ITALIA
Tel. +39 06699501
Internet: http://www.europarl.it
E-mail: [email protected]
Il futuro dell'Europa | 55
«L’Europa è altrove». Con questa frase provocante inizia il primo capitolo della Rivista d’informazione per giovani,
per la prima volta rivolta all’intera UE. Ci troviamo naturalmente nel bel mezzo dell’Europa e la rivista intende
trasmettere il significato dell’Europa. Chi guida l’Europa? Che significa Unione europea per la vita quotidiana della
gente? In che direzione si sviluppa il nostro continente in un mondo globalizzato? Quale dev’essere il futuro
dell’Europa? Questo, e altro ancora, possono esperire ed elaborare in modo interattivo alunni e alunne tra i 13 e i
18 anni. Per gli insegnanti è disponibile un apposito libro di accompagnamento.
Stati membri dell’Unione europea (luglio 2013)
Paesi candidati e candidati potenziali all’adesione
NA-31-13-822-IT-C
Europa. Rivista d’informazione per giovani
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