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Renato Cianfarani - EDIT Edizioni italiane
18 Cultura LA VOCE DEL POPOLO SABATO, 20 ottobre 2012 Concluse le Giornate del «made in Italy» a Fiume: un grande successo. Il pubblico ha riconosciuto la GRAZIELLA TATALOVIĆ Renato Cianfarani: «Abbiamo approfondito leg e ci siamo innegabilmente avvicinati ancora di p FIUME – Dopo un’invidiabile serie di apprezzatissimi – e seguitissimi – appuntamenti di qualità, si sono concluse ieri le Giornate della Cultura e della Lingua italiana a Fiume. Evento clou e molto atteso della giornata (che si è chiusa con la conferenza di Lupi) è stata la premiazione dei vincitori di un concorso letterario rivolto agli alunni della Scuola media superiore italiana di Fiume, promosso sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica Italiana, dal locale Consolato generale d’Italia, in collaborazione con la SMSI. Il tema era “Come cambio la mia cit- tà”. Alla cerimonia, introdot- Zammattio, ha appunto prota dalla preside Ingrid Sever, gettato il sontuoso palazzo). accanto al console generale Sono stati 25 i temi perRenato Cianfarani, ha pre- venuti al concorso, di cui il ginalità delle idee, della capacità di svilupparle e della padronanza della lingua scritta”. Cianfarani si è com- Ieri mattina al Liceo la proclamazione dei vincitori del concorso «Come cambio la mia città»: la «picia mula fiumana» Nika Skerbec si aggiudica il primo premio; seconda classificata Matea Linić e terzo posto per Ana Šverko. Menzioni speciali per Vanna Vidotto, Ugo Gruden, Monica Vidotto, Josip Baković e Marco Sanelli so parte pure Vittorio Sgarbi, uno dei più seguiti ospiti di tutta la manifestazione, nonché l’architetto triestino Barbara Fornasir (un suo collega di “fin dè siecle”, Giacomo console ha sottolineato l’alta qualità e l’ampia partecipazione. “Non è stato facile effettuare una selezione – ha ammesso Cianfarani –. Abbiamo tenuto conto dell’ori- plimentato con i ragazzi per l’abbondanza delle proposte avanzate, tra cui ha segnalato piste ciclabili e parcheggi, zone a traffico limitato, idee per migliorare e abbellire il Una città con i valori positivi dello spirito italiano La visita di Vittorio Sgarbi a Fiume si è conclusa con un sopralluogo, fortemente voluto dall’illustre ospite, al cimitero monumentale di Cosala, uno dei più antichi d’Europa. A suggerire alcuni degli angoli più suggestivi da vedere è stata la preside Ingrid Sever. A cominciare dal parco all’entrata, progettato dall’architetto fiumano Venceslao Celligoi in stile futuristico, modellato a ferro di cavallo. E poi il Tempio votivo che sovrasta il cimitero, costruito nel 1934: rappresenta la più importante opera architettonica di carattere sacro nella Fiume del XX secolo (ne è autore Bruno Angheben, mentre gli angeli della facciata sono sculture del massimo artista della Fiume novecentesca, Romolo Venucci). Per Sgarbi anche una breve sosta davanti alle lapidi dei soldati garibaldini, una capatina al cimitero ebreo, uno sguardo ai mausolei delle famiglie patrizie che hanno fatto la storia di Fiume, vissute a cavallo del XIX e del XX secolo: sono stati concepiti in modo multiforme, dal punto di vista dell’architettura e della scultura, nello stile dello Storicismo e della Secessione; spiccano quelli di Gorup, opera del dalmata Ivan Rendić, e di Whitehead, del triestino Giacomo Zammattio. Quindi una passeggiata di sfuggita attraverso la parte più antica del camposanto, tra tante lastre tombe erose dal tempo, ma che compongono un patrimonio artistico, storico e architettonico dal valore inestimabile, da salvare. Ricordiamo che all’interno del complesso è ospitato pure un mausoleo dedicato ai soldati italiani caduti durante la Grande guerra. Un ultimo commento di Vittorio Sgarbi, prima di risalire in macchina per una breve capatina in Istria. Qual è la sua impressione a caldo su questa parentesi fiumana, dopo questo rapido “tour de force”? “Fiume è senza dubbio una città ordinata e molto consapevole del privilegio di essere una civiltà complessa, in cui l’Italia ha una componente importante. Per cui l’arte italiana, lo spirito italiano sono stati assorbiti nei valori positivi. Così mi è sembrato di capire”. (as) Molo Longo, il riutilizzo di edifici e fabbriche abbandonati, trasformando, magari le ex zone industriali in aree verdi o centri per lo sport e il divertimento, la rivalorizzazione e il restauro di palazzi storici e della Cittavecchia, senza dimenticare lo smaltimento e il riciclaggio dei rifiuti e l’utilizzo di energie alternative. La commissione esaminatrice del Consolato generale d’Italia a Fiume ha assegnato il primo premio a Nika Skerbec (motto: “La picia mula fiumana”), con la seguente motivazione: “Ottimo italiano, corretto ma non pedante, tema breve ma basato su un’idea semplice ma molto precisa e definita: riattivare il ‘vaporetto’ fra Laurana e Costrena. Seconda classificata Matea Linić (motto: “Nutellina”), per la: “grandissima padronanza della lingua, scorrevolezza, immaginazione, originali le idee sull’aspetto da dare alla città e sul suo significato umano e sociale, oltre che estetico; originale l’idea di creare punti di incontro). Al terzo posto si è piazzata Ana Šverko (motto: “Cigno”). “Ottimo italiano e idee originali: creare un brand della città che la caratterizzi – ha notato la commissione –, il ruolo delle piccole aree verdi-cortili dove i bambini possano giocare, una nuova biblioteca e un nuovo ospedale”. Vista l’alta qualità dei temi svolti, si è deciso di assegnare anche cinque menzioni speciali, andate a Vanna Vidotto, Ugo Gruden, Monica Vidotto, Josip Baković e Marco Sanelli. I premi sono stati offerti dall’Istituto PAR (Poslovna Akademija Rijeka) e dalla Veneto Banka. ”Le Giornate della Cultura e della Lingua italiana hanno avuto un grande successo – ha dichiarato il console a conclusione della parte ufficiale dell’incontro –, sia Il Liceo a misura di Sgarbi riguardo alla qualità sia per l’alto livello dei partecipanti protagonisti degli eventi. Ma è stato pure un grande successo di pubblico. Non posso non sottolineare la proficua collaborazione che c’è stata con la Città di Fiume e con le tante istituzioni coinvolte, grazie alle quali abbiamo approfondito legami non solo culturali, ma ci siamo innegabilmente avvicinati ancora di più alla maggioranza”. Dopo la cerimonia ufficiale, gli ospiti della SMSI hanno avuto modo soffermarsi ancora un po’ con la preside, che ha colto l’occasione per una breve visita all’edificio che ospita i liceali fiumani, edificio inaugurato nel gennaio del 1888, opera dell’architetto triestino Giacomo Zammattio. Vittorio Sgarbi, da esperto conoscitore dell’arte, ne ha apprezzato sicuramente le caratteristiche architettoniche. Non sono mancate le occasioni quasi “ludiche”, come la tappa in palestra, dove il noto critico e storico dell’arte è stato irresistibilemnte attratto da uno statimetro. Ardea Stanišić Cultura 19 LA VOCE DEL POPOLO SABATO, 20 ottobre 2012 qualità e la quantità degli eventi gami non solo culturali più alla maggioranza Un bel giornale! Siete bravi. Autori della CNI nell’antologia di Christian Eccher (EDIT) Sul tavolo della biblioteca dell’ex Liceo il quotidiano “La Voce del Popolo”; Vittorio Sgarbi ha voluto subito fogliare qualche pagina (narcisismo o curiosità per il nostro giornale? Fate voi...) soffermandosi innanzitutto sul servizio che lo ha visto protagonista della conferenza tenuta l’altra sera nella Sala del consiglio municipale. “Ma guarda che titolo, bellissimo!”, ha esordito, commentando che alcune redazioni avrebbero puntato tutto sulle parolacce (che negli appuntamenti con Sgarbi non mancano mai, ndr) e si sarebbero fermati lì, senza curarsi della conferenza e dell’argomento trattato. “Siete proprio bravi, voi giornalisti fiumani – ha commentato –. Sissì, soprattutto voi della ‘Voce!’” (as) Scrivere per rimarginare le ferite Recuperando un bagaglio culturale che ci legittima Il parlamentare ha fatto tappa a Valle, Draguccio e Rovigno «Torno in Istria per vedere come la CNI si flagella nel rimpianto dell’Italia» ROVIGNO – Dopo Fiume, la visita di Sgarbi è continuata nel cuore dell’Istria. Al paesino di Draguccio il noto critico d’arte, accompagnato dall’architetta triestina Barbara Fornasir, da Piero Colavitti e da Teobaldo Giovanni Rossi, rappresentante del Comitato della Regione Veneto per il restauro delle opere veneziane in Istria, ha visitato la Cappella di San Rocco per accertarsi sulle condizioni degli affreschi realizzati da Antonio da Padova nel 1529. Sgarbi ha fatto poi tappa nel Comune di Valle, recandosi a Castel Bembo, che presto diverrà la nuova casa della Comunità degli Italiani di Valle. Qui Sgarbi ha incontrato Silvio Delbello, presidente dell’Università Popolare di Trieste, Alessandro Rossit, direttore generale dell’UPT e la presidente della CI locale, Rosanna Bernè. Virginia Piombo, Predrag Matvejević, Christian Eccher e Silvio Forza A Castel Bembo Dopo una breve sosta a Sanvicenti, tra Palazzo Grimani e le chiese locali, Sgarbi ha concluso il suo viaggio istriano a Rovigno, ricevuto dal direttore del Centro di ricerche storiche Giovanni Radossi. “Una volta ogni sette anni vado a Guardia di Sanframondi per assistere alla processione dei flagellanti – ha dichiarato l’ex parlamentare italiano – e ogni sette anni torno in Istria per vedere come ZAGABRIA – Recuperare la memoria del popolo giuliano, spesso considerata come una vera e propria condanna, attraverso la tradizione letteraria. Scrivere di ciò che è accaduto è quasi un processo catartico con il quale rivivere il trauma dell’esodo, delle ingiustizie e di altre angherie subite; un dolore che va custodito e diffuso per poterlo poi definitivamente superare e iniziare un dialogo proficuo con la maggioranza. Sarebbe questo il principale merito della letteratura della nostra realtà comunitaria. Una tesi che non pecca di autoreferenzialità, perché sostenuta da un ricercatore “estraneo” al nostro mondo. È infatti di Christian Eccher, autore di “La letteratura degli Italiani d’Istria e di Fiume dal 1945 ad oggi” (EDIT, pp. 228). Il volume, fresco di stampa, è stato presentato a Zagabria in occasione del 60.esimo anniversario della fondazione della casa editrice fiumana. All’incontro, che si è svolto all’Istituto Italiano di Cultura (IIC) di Zagabria quale appuntamento della XII Settimana della Lingua italiana nel mondo, erano presenti l’autore della ricerca, il direttore dell’EDIT, Silvio Forza, e l’intellettuale di stampo europeo Predrag Matvejević, che ha contributo alla nascita del saggio. A fare gli onori di casa è stata l’addetta reggente dell’IIC, Virginia Piombo, sottolineando nel suo discorso che una delle direzioni in cui l’Istituto intende procedere è quella delle iniziative da realizzare in collaborazione, in sinergia con la CNI e le sue istituzioni, nonché della tutela del gruppo minoritario italiano. Silvio Forza ha ripercorso in modo schematico ma esaustivo i sei decenni di attività della casa editrice, l’importanza della sua salvaguardia e la lunga tradizione giornalistica che contraddistingue l’EDIT ma anche il territorio istro-quarnerino. Un argomento «estraneo» si flagellano gli italiani nel rimpianto dell’Italia. Un sentimento di appartenenza e nostalgia e di patriottismo che è più forte qui che nella stessa nazione madre”. Sgarbi ha concluso il suo intervento dichiarando che grazie a questo attaccamento quando si viene in Istria si ha la sensazione di vivere e sentire la storia veneta e italiana come un sogno ad occhi aperti. Sandro Petruz Con il direttore del Centro di Ricerche storiche di Rovigno, Giovanni Radossi Matvejević ha ripercorso la genesi del volume di Eccher, suo studente di dottorato alla Sapienza di Roma; ha accennato al fatto Tra il pubblico anche l’ambasciatrice dell’Italia in Croazia, Emanuela D’Alessandro, e il deputato della CNI al Sabor croato, Furio Radin di aver proposto la pubblicazione del lavoro alla Garzanti, sua casa di pubblicazione, che ha però declinato l’offerta, in quanto considerava l’argomento troppo estraneo al grande pubblico italiano. Poi, l’idea di rivolgersi all’EDIT, per cui è stato subito appoggiato. Il noto autore di “Breviario mediterraneo” ha confessato di aver suggerito a Eccher il tema della tesi spinto dalla grande ignoranza che vige nel Bel Paese a proposito della letteratura degli italiani d’Istria e di Fiume. Matvejević ha concluso la presentazione con l’auspicio che il volume possa avere buon riscontro anche in Italia. Le sfide del futuro Il quadro che l’autore ha tracciato nel volume poggia sostanzialmente su tre generazioni di scrittori. La prima è quella degli intellettuali del cosiddetto controesodo, che hanno avuto un rapporto migliore con le istituzioni e quindi più facilità a vedersi stampate le loro opere. A questa generazione va il merito di aver costituito una sorta di cuscino tra le autorità croate e gli italiani locali. Gli autori autoctoni sono giunti sulla cresta dell’onda solamente negli anni ’80, quando la Jugoslavia era in piena fase di “disgelo” dai pregiudizi del passato. La terza e ultima generazione, non si occupa più delle tematiche legate all’esodo. E ciò indica che il problema è stato in qualche modo superato o addirittura sostituito da altri, come la questione dell’identità, dal problema di essere rinchiusi nel ghetto e di scomparire. Eccher avverte che i confini dell’Istria si ampliano, per cui non esiste più una letteratura istriana o una comunità relegata semplicemente all’Istria e Fiume. E avverte che le nuove generazioni di italiani devono confrontarsi con l’Europa e con la globalizzazione. Un contesto nel quale la Comunità si gioca la propria sopravvivenza. Istriani e fiumani ancor sempre considerati fascisti in Italia Un profondo senso di rammarico ha provocato la testimonianza di Eccher di come la proposta della ricerca sia stata accolta alla Sapienza di Roma. Uno dei professori ha, infatti, chiesto allo studioso il perché della scelta di occuparsi “dei fascisti”. “L’Istria e Fiume – ha concluso Eccher – sono ancora sempre vissute in Italia come sinonimi di revanscismo e fascismo”. E davanti a tale ingiusta asserzione, uno dei professori del collegio, il celebre linguista italiano Tullio De Mauro, si è fatto avanti, offrendosi lui stesso di seguire la tesi di Eccher. Gianfranco Miksa