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Linee guida Piani di gestione dei siti UNESCO

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Linee guida Piani di gestione dei siti UNESCO
Linee guida
Piani di gestione
dei siti UNESCO
P.O.R. CAMPANIA
2000 - 2006
ASSE II - MISURA
2.1 - AZIONE B
ASSISTENZA A P.A. E P.M.I.
PER LA REALIZZAZIONE E GESTIONE
DEL PROGETTO INTEGRATO
GRANDE ATTRATTORE CULTURALE
“CERTOSA DI PADULA”
COD. INTERVENTO S CMV 000 008
La tua Campania cresce in Europa
Redatto da TERRITORIO S.P.A.
__________________________
Comunità Montana Vallo di Diano
Cofinanziato dalla Misura 2.1, Azione B)
P.O.R. Campania 2000-2006 Fondo F.E.S.R.
© 2008 Comunità Montana Vallo di Diano
Viale Certosa 84034 Padula (SA)
tel. 0975/577111 e fax 0975/577240
Linee guida Piani di gestione siti UNESCO
INDICE
1.Fondamenti del piano di gestione
1
2.Piano di gestione integrato
3
3.Definizione del modello del piano di gestione:
interazione tra oggetti e soggetti legati alla testimonianza di un bene culturale
5
4.Struttura e metodologia per la redazione di un piano di gestione
7
5.Modalità per la presentazione di un piano di gestione
9
Allegato piano di gestione-UNESCO
10
Parte prima il quadro di riferimento generale del piano
11
Parte seconda - il sistema informativo territoriale
18
Parte terza - tutela e conservazione
22
Parte quarta - il modello dello sviluppo culturale locale
23
Parte quinta - controllo e monitoraggio
26
Linee guida Piani di gestione siti UNESCO
1.FONDamENtI DEL PIaNO DI gEStIONE
Un piano di gestione è definibile come una sequenza di azioni ordinate nel
tempo in cui sono identificate le risorse disponibili per conseguire gli obiettivi
di valorizzazione e conservazione di un bene concepito come testimonianza di
uno specifico momento della storia dell’Umanità.
Il piano pertanto, deve garantire un elevato livello di protezione del
bene eccellente e contribuire alla sua integrazione nei processi di adozione dei
piani e programmi finalizzati allo sviluppo locale sostenibile.
Il legame attribuisce un valore caratteristico allo sviluppo economico il
che suggerisce di tenere distinti i due momenti: quello della valutazione o stima
dei valori fondanti del sito e quello della valorizzazione o creazione di valore di
attività economiche del sito stesso. Questi due momenti sono due facce di una
stessa medaglia, alla base dell’identità’ storica del sito e della vitalità della
cultura che esso esprime.
Qualunque progetto di vitalità o di sviluppo economico deve quindi tenere
conto delle interdipendenze nei valori da attribuire ai beni che rappresentano
l’aspetto storico, emblematico e potenziale del sito e , allo stesso tempo,
cogliere le opportunità per creare valore attraverso investimenti ed iniziative
che trascendono, in certa misura, dal retaggio storico che il sito rappresenta.
I Piani di Gestione sono stati introdotti dall’UNESCO che non ne ha
proposto un modello unico né ha fornito una definizione di Piano di Gestione.
Ogni realtà nazionale e locale deve individuare la configurazione più idonea per
tale strumento, alla luce della normativa vigente e delle specifiche situazioni.
Tuttavia le diverse esperienze internazionali sviluppate in questo settore
presentano alcuni elementi comuni ed un’impostazione metodologica che
sinteticamente si può così descrivere: dopo avere individuato i valori culturali
dei siti, si persegue l’obiettivo della loro salvaguardia applicando metodi e
strumenti di tipo legale, amministrativo, finanziario e tecnico e prevedendo
adeguate strategie e specifiche azioni.
Le esperienze finora condotte in Italia hanno ripercorso lo stesso processo,
evidenziando inoltre anche alcune tematiche di tipo economico e sociale.
Infatti, l’iscrizione di un sito alla World Heritage List sancisce il riconoscimento
dell’importanza mondiale di un dato patrimonio culturale, ma costituisce
1
Linee guida Piani di gestione siti UNESCO
anche un importante momento di riflessione e di analisi delle opportunità per
lo sviluppo reale capace di coinvolgere le risorse locali in una maglia di azioni
integrate di tutela, conservazione e valorizzazione.
Il Piano di Gestione definisce quindi un modello efficace di gestione delle
risorse di carattere storico, culturale e ambientale, in grado di orientare le scelte
della pianificazione urbanistica ed economica dell’area, che nella sostanza si
esplica nella individuazione di corretti indirizzi di conoscenza, conservazione e
valorizzazione orientati verso lo sviluppo delle risorse distintive del territorio.
Tiene conto dei peculiari caratteri del territorio e dell’insieme di soggetti
e strumenti attivi nell’attuale assetto amministrativo fungendo da coordinatore
e indirizzo dell’azione di pianificazione e gestione. Il fine è evidentemente
non solo la salvaguardia e conservazione del patrimonio che si vuole portare
all’attenzione mondiale attraverso l’iscrizione alla WHL, ma anche e soprattutto
l’individuazione di quegli indirizzi di governo dello sviluppo socio-economico e
delle trasformazioni territoriali capaci di:
• mantenere nel tempo l’integrità dei valori che hanno
consentito il riconoscimento del sito come Patrimonio
dell’Umanità e quindi consentire la sua permanenza nella
lista UNESCO, nel caso di siti già iscritti;
• cogliere l’occasione della candidatura o della iscrizione
nella Lista del patrimonio Mondiale, per definire e rendere
operativo un processo condiviso da più soggetti competenti
che coniughi e renda compatibili le inderogabili esigenze
di tutela e conservazione con uno sviluppo integrato del
territorio.
2
Linee guida Piani di gestione siti UNESCO
2. PIaNO DI gEStIONE INtEgratO
Per tenere conto dei principi fondamentali, che devono essere
congiuntamente soddisfatti, diventa essenziale non separare le attività di tutela
da quelle di conservazione e valorizzazione poiché solo una programmazione
integrata di queste attività può far sì che le attività gestionali siano coerenti
con i vincoli prima illustrati.
La non separabilità delle attività di tutela, conservazione e valorizzazione
non esclude la possibilità di attribuire la loro gestione (integralmente o
parzialmente) a soggetti diversi. In altri termini, è possibile mettere in
atto processi di esternalizzazione, solo quando l’agire dei singoli soggetti
sia coordinato e monitorato nell’ambito di un processo di programmazione,
valutazione e monitoraggio, in grado di dare unitarietà e coerenza ad attività
gestite in modo separato.
In questo quadro è essenziale favorire la partecipazione delle collettività
ai processi di valorizzazione. La crescita di identità deve diventare un obiettivo
strategico delle attività e dei processi di gestione anche perché più forte è la
percezione dell’utilità sociale di un bene da parte delle collettività, maggiore
sarà la loro accettazione dei vincoli d’uso ed il loro contributo alle attività
di conservazione. Contributo che può esprimersi o attraverso una “auto
censura” dei comportamenti dannosi o attraverso la messa in atto di processi
cooperativi.
Le caratteristiche intrinseche dei beni culturali e quelle derivanti dalle
relazione che si devono stabilire con i fruitori attuali e potenziali, comportano
che il processo di gestione dei beni culturali debba essere in grado di perseguire
quattro grandi obiettivi:
• garantire che siano messe in atto tutte le iniziative, in primo luogo
le attività di conoscenza, necessarie a tutelare il bene;
• procedere a conservare il bene integro e autentico per le generazioni
future;
• mettere in atto processi di valorizzazione che siano sostenibili e
compatibili con l’insieme dei significati coagulati nei differenti beni.
3
Linee guida Piani di gestione siti UNESCO
La valorizzazione, tenendo conto di un attributo relativamente
recente dei processi di gestione dei beni culturali, deve intendersi
sia di natura culturale che economica;
• attivare processi di valorizzazione e condivisione che siano in grado
di comunicare le valenze ai fruitori (empowerment) ed accrescere
le relazioni di appartenenza (il valore identitario) tra beni e
collettività.
La “gestione integrata” va proiettata oltre le logiche di tutela e
conservazione per assumere una struttura complessa in cui l’attuazione delle
diverse fasi attiva organismi e competenze differenti, richiedendo costanti
momenti di controllo (monitoraggio) e continui aggiustamenti nella definizione
delle metodiche di attuazione delle strategie.
La struttura da porre a fuoco per un corretto piano di gestione risponde a
tale “visione dinamica” che coinvolge in modo analogo sia le fasi di analisi che
quelle propositive stabilendo l’attuazione di costanti controlli che ridefiniscono
costantemente il piano stesso.
In sintesi, il piano di gestione dovrà costituire uno strumento strategico ed
operativo che individui gli obiettivi di conservazione e valorizzazione e le azioni
che si intendono mettere in campo per perseguirli. Il piano dovrà costituire
anche una “dichiarazione di principi”, in quanto per suo tramite le autorità
responsabili e le collettività nazionali e locali si impegnano ad una tutela attiva,
ad un’attività di conservazione adeguata ed una valorizzazione compatibile e
rispondente alle esigenze identitarie e culturali delle collettività.
4
Linee guida Piani di gestione siti UNESCO
3. DEFINIzIONE DEL mODELLO DEL PIaNO DI gEStIONE: INtErazIONE tra
OggEttI E SOggEttI LEgatI aLLa tEStImONIaNza DI UN bENE CULtUraLE
La normativa in materia di beni culturali concepisce i Piani di Gestione
come programmi di intervento, piani di valorizzazione, progetti integrati e solo
raramente come piani di gestione in senso stretto, cioè strumenti di attuazione
e gestione di programmi e progetti integrati di singole iniziative.
Di conseguenza, i Piani di Gestione proprio perché non sono sufficientemente
definiti nella loro articolazione e nei loro contenuti, costituiscono strumenti che
trovano modo di specificarsi nelle forme e nei contenuti in relazione oltre che,
naturalmente, ai vincoli dati dalla normativa di riferimento, agli oggetti delle
iniziative da gestire ed ai soggetti chiamati a gestire le relative iniziative.
Tra gli oggetti si possono considerare:
2. i prodotti finali:
• corrispondenti ai servizi culturali, facenti capo
essenzialmente alle attività di valorizzazione
• i servizi aggiuntivi
3. i processi decisionali concernenti:
• a livello macroeconomico, il processo produzione/
offerta di servizi la loro qualità e quantità,
l’organizzazione interna delle sedi, le condizioni
interne ed esterne per la migliore utilizzazione dei
capitali culturali disponibili, ecc.
• a livello macro-territoriale e macroeconomico, gli
obiettivi di sistema, le risorse finanziarie pubbliche
e le loro fonti, gli interventi da realizzare per
la conservazione dei capitali utilizzati, le regole
da predisporre, i criteri e le procedure per la
progettazione e l’attuazione degli interventi, i criteri
di priorità, i tempi, ecc.
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Linee guida Piani di gestione siti UNESCO
Per quanto riguarda i soggetti, è ormai noto che nello svolgimento delle
attività di valorizzazione dei beni culturali, possono concorrere, cooperare o
partecipare , con i soggetti pubblici, i soggetti privati.
Il concorso, la cooperazione e la partecipazione dei soggetti privati
alle attività di valorizzazione dei beni culturali vanno intesi come concorso,
cooperazione e partecipazione, oltre che alla gestione in senso stretto, anche
ai processi di formazione delle decisioni da assumere sui servizi culturali da
gestire direttamente o indirettamente, sulle strategie da adottare per la
migliore utilizzazione possibile di capitali culturali, sulle scelte delle azioni
prioritarie, sui piani gestionali da predisporre per l’attuazione e il controllo.
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Linee guida Piani di gestione siti UNESCO
4. StrUttUra E mEtODOLOgIa PEr La rEDazIONE DI UN PIaNO DI gEStIONE
La gestione di un sito UNESCO per sua natura è un processo che prende avvio
dal riconoscimento di valore universale del bene ed è volto alla conservazione di
tale valore. Per l’attuazione del processo di gestione del sito è pure condizione
prioritaria che tutti i soggetti responsabili della tutela, conservazione,
valorizzazione del bene sanciscano attraverso opportuni accordi formali linee
di governo dello sviluppo socio economico e delle trasformazioni territoriali
fondate sulla conservazione del valore del bene e di un uso compatibile delle
risorse culturali e paesaggistiche.
In termini funzionali, il Piano di Gestione è lo strumento capace di
fornire ai responsabili del bene le informazioni necessarie a guidare il processo
decisionale volto a garantirne, nel tempo, la protezione come patrimonio
dell’umanità, ma anche la valorizzazione e la sua integrazione nei processi
della crescita economica, sociale e culturale della comunità locale.
Il Piano mette in pratica un sistema di gestione che, partendo dai valori
che hanno motivato l’iscrizione, perviene ad una analisi integrata dello stato
dei luoghi individuando le forze di modificazione in atto, valuta poi gli scenari
futuri raggiungibili attraverso obiettivi - opzioni di intervento, ne valuta gli
impatti probabili sul sistema locale, sceglie i progetti strategici per conseguire
i traguardi fissati, ne verifica il conseguimento tramite una serie di indicatori in
grado di realizzare il monitoraggio sistematico dei risultati nel tempo. Il piano di
gestione deve quindi fornire gli strumenti anche per una valutazione periodica
della sua efficacia e quindi consentire di applicare gli eventuali correttivi per
avviare nuove fasi d’attuazione.
Il piano di gestione così concepito è quindi un metodo di pianificazione
e programmazione di progetti, integrato ed iterattivo nel tempo, in cui sono
chiamati ad intervenire, nelle varie fasi, i decisori politici, i rappresentanti degli
interessi sociali, culturali ed economici, i tecnici che progettano ed attuano gli
interventi, operatori pubblici e privati.
Sembra però necessario ricordare che le nostre leggi non prevedono la
adozione di piani di gestione per territori, centri storici, complessi monumentali.
Solo nel caso dei parchi sono previsti strumenti di gestione che corrispondono,
7
Linee guida Piani di gestione siti UNESCO
almeno in parte, ai sistemi di gestione, coordinati e finalizzati alla tutela e
valorizzazione, richiesti dall’UNESCO.
Nell’esperienza finora condotta per le ultime candidature italiane
presentate, il piano di gestione è dunque un elaborato tecnico che costituisce
lo strumento necessario per definire e rendere operativo un processo di tutela
e di sviluppo, condiviso da più soggetti e formalizzato attraverso un accordo
di programma o altro strumento di concertazione. Si tratta di una definizione
legata alle esigenze poste dalla realtà culturale, istituzionale ed operativa
italiana, in cui appare utile soprattutto coordinare le logiche settoriali dei
diversi soggetti competenti, sia istituzionali sia privati, per il raggiungimento
di obiettivi, da tutti concordati, e per pervenire ad un equilibrato rapporto tra
conservazione e sviluppo.
La redazione e attuazione del piano costituisce infine un processo circolare
che partendo dalle attività propedeutiche, percorre le fasi della conoscenza
(analisi), della definizione degli obiettivi e strategie (progettazione), della
realizzazione (azioni attuative) e della valutazione (monitoraggio che è di
nuovo anche analisi), per tornare nuovamente ad una successiva ridefinizione
degli obiettivi e così via.
Il Piano come detto, costituisce anche una “dichiarazione di principi”,
in quanto per suo tramite, le Autorità (responsabili della tutela e gestione
dei siti) e le collettività nazionali e locali (alle quali i siti “appartengono”) si
impegnano - sia nei confronti dell’Unesco, sia nei confronti dell’intera umanità
- ad una tutela attiva, alla conservazione ed alla valorizzazione compatibile
rispetto alle esigenze identitarie e culturali delle collettività locali.
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Linee guida Piani di gestione siti UNESCO
5. mODaLItà PEr La PrESENtazIONE DI UN PIaNO DI gEStIONE
Per sottolineare l’importanza di un’adeguata gestione del patrimonio,
nel 2002, nel corso della sua 26° sessione, il Comitato del Patrimonio Mondiale
ha adottato la “Dichiarazione di Budapest” invitando tutti i partner a sostenere
la salvaguardia del Patrimonio Mondiale attraverso degli obiettivi strategici
fondamentali, cercando di assicurare un giusto equilibrio tra conservazione,
sostenibilità e sviluppo, in modo che i beni del Patrimonio mondiale possano
essere tutelati attraverso attività adeguate che contribuiscono allo sviluppo
socio-economico e alla qualità della vita delle nostre comunità; attraverso
strategie di comunicazione, educazione, ricerca, formazione e sensibilizzazione;
ricercando il coinvolgimento attivo degli enti locali, a tutti i livelli, nella
individuazione, tutela e gestione dei beni del Patrimonio mondiale.
Ciascuna richiesta di iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale deve
quindi essere accompagnata da un Piano di Gestione in cui viene descritto in che
modo l’eccezionale valore del sito sarà tutelato. Obiettivo primario del Piano
di Gestione è dunque quello di assicurare un’efficace protezione del bene, per
garantirne la trasmissione alle future generazioni. E’ per questo motivo il Piano
di Gestione deve tener conto delle differenze tipologiche, delle caratteristiche
e delle necessità del sito, nonché del contesto culturale e/o naturale in cui si
colloca. Può inoltre recepire i sistemi di pianificazione già esistenti e/o altre
modalità tradizionali di organizzazione e gestione del territorio. Nel caso di siti
seriali, e/o transnazionali, il Piano di gestione deve garantire il coordinamento
nella gestione delle componenti separate del sito.
In ambito nazionale è la legge 20 febbraio 2006, n. 77 “Misure speciali
di tutela e fruizione dei siti italiani di interesse culturale, paesaggistico e
ambientale, inseriti nella ‘lista del patrimonio mondiale’, posti sotto la tutela
dell’UNESCO” che introduce i Piani di gestione per i siti italiani già iscritti nella
Lista, al fine di assicurarne la conservazione e creare le condizioni per la loro
valorizzazione; la legge prevede l’approvazione dei Piani di gestione e misure
di sostegno anche per la loro elaborazione.
1 In allegato alla presente Linea Guida, il Format predisposto dall’Unesco
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Linee guida Piani di gestione siti UNESCO
aLLEgatO
FOrmat PIaNO DI gEStIONE-UNESCO
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Linee guida Piani di gestione siti UNESCO
PartE PrIma IL QUaDrO DI rIFErImENtO gENEraLE DEL PIaNO
Identificazione del significato Universale
L’atto preliminare ad ogni piano di gestione è costituito dal preciso
riconoscimento dei valori che rendono un determinato bene unico o d’eccezionale
valore mondiale. Si tratta in altre parole di precisare i motivi che hanno
consentito di inserire un sito nella Lista del Patrimonio Mondiale e che devono
essere tenuti sempre in conto per tutelare e valorizzare le caratteristiche e
le specificità che sono proprie di quel bene e non di altri. Il piano deve quindi
contenere le motivazioni, l’identità ed i valori culturali in base ai quali il sito
viene iscritto nella lista.
Motivazione
Identità
storica
Valori culturali
Identificazione degli ambiti territoriali
L’iscrizione alla Lista del Patrimonio Mondiale definisce anche i confini
entro cui la tutela e la conservazione sono applicate (dai singoli ambiti dei beni
11
Linee guida Piani di gestione siti UNESCO
iscritti ai territori limitrofi del buffer zone). La valorizzazione travalica tali
limiti facendo riferimento ad un concetto di territorio più vasto. Da una parte
sono da considerare i confini amministrativi, o urbanistici (il limite comunale,
il limite del centro storico, il bene tutelato e iscritto), dall’altra, la geometria
variabile dello sviluppo definita dagli ambiti dinamici dei fenomeni culturali o
dalle logiche dei fenomeni economici.
Il piano di gestione dovrebbe in ogni caso essere applicato ad entrambe
le categorie per evitare che diversità di prescrizioni fra le zone protette e le
restanti parti del territorio immettano dei pericolosi differenziali.
Ambito territoriale
iscritto
Ambito territoriale
esteso
Identificazione dei soggetti promotori
E’ necessario che un soggetto (o più soggetti) con competenza istituzionale
per la gestione del sito si faccia promotore delle attività di coordinamento,
stesura del piano, ed in seguito, anche della gestione dei processi. Tale ruolo
spetta alla “proprietà”, agli amministratori locali che sono chiamati a gestire
direttamente o a coordinare i processi di sviluppo degli ambiti territoriali definiti.
Naturalmente il soggetto può essere diverso nei casi di singoli monumenti o
aree archeologiche.
Il soggetto promuove un accordo con tutti i soggetti interessati che va
riportato in questa sezione al fine di avere una manifestazione chiara di volontà
di condividere il disegno strategico posto alla base del piano. Tale accordo
riveste peraltro una valenza anche di politica amministrativa ed è opportuno
che sia formalizzato attraverso gli strumenti della programmazione negoziata
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Linee guida Piani di gestione siti UNESCO
o attraverso ogni altro strumento utile a sancire ufficialmente le intese
raggiunte.
Gli impegni diretti dei soggetti e dei portatori d’interessi privati, in tale
accordo, sono strumentali sia alla fase d’elaborazione tecnica del piano e sia
alla fase di gestione degli interventi che potranno essere così sostenuti in modo
convinto, tempestivo, efficace ed efficiente.
Soggetti
pubblici
Soggetti
privati
Accordi e
intese
Identificazione del soggetto responsabile
Qui si fa riferimento all’eventuale costituzione di un soggetto giuridico
preposto alla gestione del sito con risorse e competenze tali da tutelare e
conservare i beni, sviluppare e valorizzare la crescita sociale ed economica dei
portatori d’interesse e della comunità. Il modello dipende da molte variabili:
13
Linee guida Piani di gestione siti UNESCO
•
•
•
•
•
•
Identità dei soggetti e degli interessi coinvolti
Quantità e qualità degli obiettivi da condividere
Entità e regole di raccolta delle risorse finanziarie.
Merceologia delle attività economiche di sviluppo
Capacità imprenditoriali utili al disegno strategico
Intensità e completezza delle attività di ricerca e formazione
Il nostro ordinamento offre una vasta gamma di formule giuridiche
istitutive dei soggetti ai quali affidare la responsabilità nella gestione dei beni
culturali. Si va dalla semplice gestione in economia, alle aziende speciali,
alla concessione, convenzione e/o associazione con soggetti privati, imprese
pubblico/ private, fondazioni,volontariato. La prassi offre almeno sei tipologie
di soggetti che sono qui definiti come modelli organizzativi di gestione di un
bene culturale unico o sistemico.
1- Gestione diretta in economia
E’ la formula più semplice in cui l’Autorità responsabile (la “proprietà)
non definisce un nuovo soggetto ma gestisce in regia diretta, affidando tuttavia a
ditte specializzate alcuni servizi interni ed esterni ai beni culturali coinvolti con
esclusivo riferimento alle sole funzioni marginali, ovvero i servizi di custodia,
pulizia, servizi aggiuntivi.
2- Azienda Speciale locale
In questa seconda modalità la”proprietà” promuove ed istituisce ai
sensi della legge vigente un soggetto approvandone statuto e regolamento ed
affidandogli la gestione imprenditoriale il bene.
3- Fondazione tra Istituzioni
Le Autorità locali o altre istituzioni Regione, Provincia, Comuni assieme
alle proprietà dei beni da gestire si costituiscono in una Fondazione, ovvero
organizzazione con finalità sociali a beneficio delle comunità locali. Le
fondazioni hanno autonomie finanziarie, tecniche ed organizzative ed i compiti
sono stabiliti dallo Statuto.
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Linee guida Piani di gestione siti UNESCO
4- Le Società di capitali
Le varie formule di società di capitali costituiscono il modo in base alla
quale le prospettive di valorizzare beni culturali, soggetti, risorse territoriale
coinvolte suggeriscono di formare una società di capitali in grado di realizzare
con risorse pubbliche e /o private una missione di impresa economica sia
nella fase della conservazione che in quella di gestione delle attività lucrative
derivanti dall’utilizzo degli oggetti e delle opportunità che il territorio offre.
5- Istituto della Concessione
E’ la formula espressamente prevista anche dalla legge finanziaria del
2002 in base alla quale anche al Ministero per i Beni e le attività culturali è data
la possibilità di concedere a soggetti diversi la gestione dei servizi finalizzati
alla fruizione e valorizzazione del patrimonio culturale. Un bando di gara
seleziona ed affida ad un operatore specializzato esterno il compito di gestire
in modo integrato tutte le attività culturali del territorio e le risorse in regime
di concessione contro prestazione sotto forma di canone o altro meccanismo di
partecipazione sui ricavi e/ sui costi.
6- Le Formule miste
Nei casi complessi in cui i soggetti e gli oggetti sono numerosi e complessi
il soggetto si configura come una combinazione a cascata di più soggetti aventi
natura solo pubblica attraverso le associazioni o patti fra territori diversi.
Nelle specifiche realtà, soprattutto al livello locale, sono state
sperimentate tutte queste formule, ma non esiste ancora un pensiero definito
circa la formula ritenuta la più valida. E’ certo che non esiste una soluzione
univoca al problema. La gestione di una situazione complessa come quella dei
Beni culturali è il frutto di una serie di mediazioni fra la responsabilità collettiva
della tutela e l’esigenza di mettere a frutto beni comuni.
7- Il modello giuridico
La varietà delle formule indica che la veste giuridica con la quale si
configura l’organo non ha in fondo un ruolo critico nel piano di gestione. Assai
più importante è invece quello che deve fare l’organo (o gli organi) nel piano
15
Linee guida Piani di gestione siti UNESCO
di gestione le cui attività – spesso - sono di competenza delle singole Autorità
responsabili. In ogni caso sono necessari due livelli organizzativi
Il primo mette assieme “la proprietà” dei siti in una delle formule
associative o di patto, anche consortili o di Fondazione, ovvero tutti gli interessi
pubblici e privati coinvolti
Il secondo assume una delle formule giuridiche identificate e svolge il
ruolo di “architetto di sistema “ il compito imprenditoriale nella gestione del
piano. Si identifica nel soggetto previsto dalla legge noto come Sistema Turistico
Locale.
Formula
giuridica
Statuto
Regolamento
Programmi e Problematiche
Gli ambiti territoriali definiti sono di norma già dotati di una fitta rete di
strumenti normativi, amministrativi, sviluppo, mobilità, accessibilità, scambi,
riqualificazione, ognuno, in grado di produrre effetti rilevanti nella costruzione
del disegno strategico della gestione.
16
Linee guida Piani di gestione siti UNESCO
L’identificazione di tale sistema di piani è perciò indispensabile. Senza,
infatti, un quadro specifico di conoscenza delle problematiche che i diversi
piani affrontano, le risorse finanziarie in ognuno già stanziate o progettate,
le connessioni con la tutela ed i valori del sito, senza questa prima analisi,
verrebbe a mancare una base di riflessione sulla quale costruire le ipotesi ed i
criteri di gestione e ripartizione delle competenze e responsabilità.
L’analisi deve riportare una sintesi di documenti già esistenti con una
lettura trasversale per isolare le connessioni che ciascuno ha con i beni culturali
del sito e con la cultura materiale ed immateriale coinvolta.
Piani
urbanistici e
funzionali
Piani settoriali
e/o integrati
Piani di
sviluppo socio
economico
Piani specifici
per la tutela
del sito
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Linee guida Piani di gestione siti UNESCO
PartE SECONDa - IL SIStEma INFOrmatIvO tErrItOrIaLE
Il sistema informativo del Piano deve incorporare ogni possibile
informazione, sotto forma di dati, relazioni, cartografie, elaborati grafici e
fotografici, per comprendere lo stato di fatto del sito e le cause che spiegano
i cambiamenti in atto. Questa prima analisi del patrimonio del sito fornisce un
quadro aggiornato dello stato di fatto articolato in tanti ambiti di rilevazione
da sistemare possibilmente in un GIS, ovvero:
Analisi del Patrimonio Culturale
Beni culturali
musei,
ambiente,
archeologia,
arte,storia,
edifici
Cultura
materiale:
artigianato,
prodotti tipici,
risorse naturali
Cultura
intangibile:
eventi,
produzione
culturale, usi e
costumi
Stato di
conservazione
del patrimonio
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Linee guida Piani di gestione siti UNESCO
Analisi delle Risorse
Risorse
ordinarie per la
conservazione
Risorse
naturali ed
ambientali
Cultura
intangibile:
eventi,
produzione
culturale, usi e
costumi
Risorse
organizzative e
intellettuali
19
Linee guida Piani di gestione siti UNESCO
Analisi dei Rischi e dei Vincoli
Accessibilità
e fruibilità dei
beni
Sistema degli
Indicatori
e fattori di
rischio.
Sistema degli
Indicatori sulla
pressione,
cause/effetto.
Mappa dei
rischi, delle
tutele e delle
protezioni.
Sistema degli
Indicatori
di governo,
norme,
interventi.
Sistemi di
qualità storica
da trasferire
alla futura
generazione
20
Linee guida Piani di gestione siti UNESCO
Analisi Sociale ed Economica
Gli indicatori
demografici
Gli indicatori
dell’occupazione
Le attività
produttive
settoriali
Il turismo e le
attività collegate
Le attività
culturali
Attese ed
Intenzioni
dei portatori
d’interesse
21
Linee guida Piani di gestione siti UNESCO
PartE tErza - tUtELa E CONSErvazIONE
Un’attenta valutazione dei danni e dei fattori di rischio, i cambiamenti
in atto forniti dal Sistema Informativo con la proiezione a lungo termine delle
relazioni causa /effetti offrono le basi per gli interventi di tutela, protezione e
conservazione del sito. Tali interventi si manifestano a più livelli:
Piano degli
interventi sulle
strutture
Piano degli
interventi di
manutenzione
Piano dei
Recuperi e delle
protezioni
Piano
d’adeguamento
degli strumenti
normativi ed
urbanistici
Piano finanziario
degli interventi
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Linee guida Piani di gestione siti UNESCO
PartE QUarta - IL mODELLO DELLO SvILUPPO CULtUraLE LOCaLE
Questa è la fase più delicata nella stesura del piano. Si tratta di formulare
una vera e propria teoria dello sviluppo locale via beni culturali. Una volta
assicurata la conservazione e la protezione con interventi puntuali, il piano di
gestione si articola in progetti strategici integrati che piegano la gestione alla
crescita sociale ed economia della comunità. Il momento focale del modello è,
quindi, la stesura dei piani progetti, ognuno dettagliato con obiettivi, strategie,
tattiche, azioni, e simulazione dei risultati attesi. E’ il momento creativo in
cui il sistema locale rende del tutto originale e specifico il suo modello dello
sviluppo.
Attività culturali ed economia dei beni qui s’ intrecciano per costruire
un modo di gestire la filiera. Diventa pertanto una prerogativa tutta italiana
quello di considerare il sito come fattore critico di successo nella crescita dei
sistemi locali. Il modello descrive le relazioni fra beni, cultura, infrastrutture
ed attività produttive con riguardo a quello che è già accaduto e quello che si
vuole che accada.
I piani progetti hanno sempre un orizzonte temporale di lungo termine.
Costruiscono la cornice entro cui si può poi individuare il piano annuale
d’azione. Questo ricalca una prassi consolidata in economia d’azienda che può
certo trovare applicazione anche nella realtà dei beni culturali. Contengono
il sistema degli obiettivi da conseguire nel breve così come nel medio e lungo
termine riguardo ai quali si scelgono le strategie ovvero cosa e come fare
per conseguirli. II sistema di azioni individua infine le scelte, ne valuta la
praticabilità ed efficacia, orienta il processo di applicazione di differenti opzioni
che rispondano alla necessità di salvaguardare, restaurare e valorizzare il bene
all’interno di uno sviluppo sostenibile.
23
Linee guida Piani di gestione siti UNESCO
Piano della
ricerca
scientifica e
tecnologica.
Piano di
coinvolgimento
delle comunità
locali
Piano delle
accessibilità e
permeabilità
Piano della
formazione e
della diffusione
Piano
dell’accoglienza
del turismo
culturale
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Linee guida Piani di gestione siti UNESCO
Piano delle
attività tipiche
locali
Piano degli
eventi e delle
attività culturali
Piano del
marketing
territoriale
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Linee guida Piani di gestione siti UNESCO
PartE QUINta - CONtrOLLO E mONItOraggIO
Per aiutare il processo decisionale e permettere la valutazione nel tempo
dei risultati conseguiti il piano di gestione utilizza un sistema di indicatori.
Gli indicatori trasformano le informazioni in misure, cifre, stime, percentuali,
tassi, valutazioni o ispezioni documentabili. Essi sono le basi del monitoraggio
del bene. Sono utili per avere informazioni sull’andamento di un fenomeno,
evidenziare le situazioni critiche, identificare i fattori chiave su cui intervenire
e governarne l’evoluzione alla luce delle politiche di risposta adottate. Tale
approccio permette di valutare e confrontare i progressi nella gestione e
il governo del bene e di stimare costantemente i risultati conseguiti nel
perseguimento degli obiettivi prefissati.
E’ necessario quindi che gli indicatori rispondano a determinate
caratteristiche e quindi siano: pochi e pertinenti, validi, semplici e facilmente
utilizzabili. In questa parte conclusiva del piano si disegna il sistema degli
indicatori che misurano in continuo gli obiettivi raggiunti ed i motivi del mancato
raggiungimento La gestione di tale sistema deve però avvenire a stretto contatto
con il territorio, costruendo negli ambiti amministrativi interessati (comuni) i
poli informativi, costantemente connessi in rete telematica che devono attivare
fasi di raccolta codificata delle informazioni in un Data Base comune.
Controllo
delle opere di
manutenzione
Controllo
delle opere
riconversione
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Linee guida Piani di gestione siti UNESCO
Controllo
delle opere di
prevenzione
Controllo delle
opere di tutela
Controllo
delle opere di
trasformazione
Controllo
delle opere di
protezione
Controllo
delle opere di
valorizzazione
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Linee guida Piani di gestione siti UNESCO
Monitoraggio
delle fonti da
inquinamento
Controllo dei
flussi e del
carico antropico
Controllo del
consenso del
residente
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Il presente documento è stato realizzato dalla Comunità Montana Vallo di Diano
Finanziato dalla Misura 2.1 del P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 Fondo F.E.S.R.
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