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+ All. - Cercasi Donna Bastarda

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+ All. - Cercasi Donna Bastarda
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
A.A.A.
CERCASI
DONNA BASTARDA
PERCHE’ di RAZZA
L’HO GIA’ AVUTA
ANTONIO ANIMAVIVA
1
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
PRESENTAZIONE
Antonio Animaviva - lo conosco - è un bell’uomo.
E’ comprensibile, non essendo sposato, che le donne
lo guardino con un certo interesse, tanto più che è
professionalmente ben avviato. Racconta questa storia,
come fosse un racconto di fantasia, un romanzo.
Ma è tutto inventato? E’ avvenuto che una donna Arianna Boscarolo - l’avvicinò e ne nacque un intenso
rapporto.
C’è anche un terzo personaggio - un cane - Nerina,
simpatica, intelligente, affettuosa, quasi parla, ma non
lascia testimonianze.
Ci sono tre avvocati, due carabinieri, medici, e vari
testimoni e andiamo un po’ nel difficile. Dicono, e un po’
ci credo, che in tutte le vicende umane, anche in quelle
tragiche, se ci si siede e si osserva con calma, ci si
accorge di qualche aspetto patetico e buffo. Forse…
Dato che il racconto di Antonio Animaviva vuole essere
anche un’auto difesa, tutto e tutti sono mascherati da un
velo sul volto che li rende irriconoscibili, soprattutto lei:
non si sa chi sia, di che colore siano i suoi capelli.
Per cui in tanto anonimato (eccetto il cane, che ha nulla
da nascondere), e del giovane perdutamente innamorato,
che ingoia tutto senza lamentarsi, giorno dopo giorno,
anno dopo anno, il sistema migliore è di servirsi di
qualche immagine, paragone o simbolo. In tal modo si
dice tutto e non si disturba nessuno. Come fece Erasmo
che fa dire ad un pazzo delle sacrosante verità, ma chi lo
poteva accusare? Era un pazzo! Dante alla porta
dell’Inferno si sente dire: «… tu vedrai le genti dolorose,
c’han perduto il ben de l’intelletto”. La diagnosi è
talmente dura che anche gli psichiatri sembrano smarrirsi.
2
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Califano scrisse una canzone dal titolo: Un uomo da
buttare via, ma che non si lascia “buttar via!” Un uomo,
se è indegno, una donna lo può anche buttar via.
Ma poi non andarselo a prendere, per buttarlo via a
piacimento.
Un simbolo che mi è venuto spontaneo alla lettura del
romanzo, dove un amore sincero e una dedizione senza
limiti si tramutano in una accusa di “molestie e di
minacce”, tanto che l’infelice deve ricorrere agli avvocati,
il simbolo, dico, che mi è venuto in mente è quello della
Mantide. La mantide è un insetto, alquanto ripugnante,
predatore, aggressivo e feroce: la femmina uccide e
divora il maschio dopo l’accoppiamento.
Per di più questo complicato insetto è anche chiamato
Mantis religiosa, perché le zampe anteriori, molto
sviluppate, in posizione di riposo, sono raccolte piamente
in un atteggiamento di preghiera.
Di qui il suo nome scientifico.
Medici e psichiatri intervennero nella lunga e triste
vicenda e dicevano ad Animaviva: «Lascia perdere: questa
donna è pericolosa, psichicamente ammalata, forse anche
mitomane». Ma erano diagnosi segrete,
fatte da
professionisti, tenuti al segreto.
Di che si tratta? Di continue cattiverie. Si sottopongono
entrambi, lui e lei, all’esame di una dottoressa specialista.
Interviene anche un sacerdote (essendoci anche la
componente religiosa).
Nonostante tutto lui continua ad amarla, ad assisterla…
aspettando che ritorni in sé.
Si giunge al colmo quando Antonio Animaviva nel
maggio 2005 è denunciato da lei presso i carabinieri di
“minacce, molestie”.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Il povero Animaviva, profondamente rammaricato,
deve anche lui difendersi da queste accuse e farsi assistere
da avvocati.
E’ il colmo.
Tra i due litiganti, con delle pause che sembrano quasi di
sereno, svolge la sua parte la piccola cagnetta, in attesa
che ritorni la pace, che non ritorna!
Molti anni - troppi - passati così. Nel romanzo sono
descritti al rallentatore molti incontri, scontri, viaggi,
sale da ballo, pranzi, vacanze, visite mediche, ricoveri in
ospedale… sempre aspettando che ritorni il sereno.
Ma non è ritornato!!
La rottura è definitiva nel 2006.
D.
4
Igino Tubaldo
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Personaggi principali:
Arianna Boscarolo
la vittima ?
il Signor Pipino
il nuovo straccio di Arianna ?
Antonio Animaviva
lo straccio di Arianna
il colpevole ?
1° P.M. Dott.ssa Copatu
2° P.M. Dott.ssa Dugarretti
3° P.M. Dott.ssa Nartimetto
Nerina
la cagnina (innocente)
Giudice: Dott.ssa
Aristocratico
Fermardi Ceresella
un ex amica di Arianna
T. Neleo
avvocato
Rozzala Giovanna
una amica di Antonio
Teo dal Ponte
Avvocato
Don Giovanni Dritto
il prete
R. De Concetti
Avvocato
Maresciallo Bevilacqua
un carabiniere
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
La personalità di chi avvilisce un suo simile è conforme a quella di chi pratica il
potere: se si annienta un essere umano, umiliandolo, lo si ha in pugno.
Più facile è umiliarlo facendolo apparire agli occhi degli altri un farabutto, un
mascalzone.
Così sarà più facile avere l’esito perseguito, influenzando la gente e chi dovrà
materialmente condannare.
Ma non sempre chi viene umiliato accetta remissivamente la condizione in cui lo si
vuole sistemare .
Le rivoluzioni nascono proprio da chi non accetta di essere umiliato e sottomesso .
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
AVVERTENZA
I fatti, i tempi, i modi, i luoghi, le persone e quanto
altro è stato descritto in questo libro, sono scaturiti dalla
mia immaginazione, ogni riferimento a qualsiasi elemento
reale è puramente casuale. I numeri di telefono e
qualsiasi data o numero sono inventati e non
corrispondono a utenze telefoniche, targhe o altro
riferibili ai personaggi di fantasia del libro.
----------------------------- . ---------------------------------------
D’altronde una storia così non può e non potrà mai
accadere.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
AL SIGNOR SINDACO
DEL COMUNE
DI COSTA LONTANO DA
ERICHI
Io sottoscritta BOSCAROLO Arianna residente in Via S. Meo, 72- Costa
Lontano da Erichi.
DICHIARO di aver ceduto in data 22.06.04 il cane a me intestato di nome
NERINA
razza meticcio - femmina, codice identificativo 8to08802 al signor
ANIMAVIVA Antonio, residente in via Quartiere Po, 92/Z Tortorino
COSTA
22 / 06 / 04
Arianna Boscarolo
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Nerina a mamma Arianna
Ero il tuo cane, mi chiamavi la tua bambina.
A pochi mesi di vita non hai esitato a farmi legare
a pancia in su per le quattro zampe e farmi sterilizzare.
Ti consideravo la mia mamma, tu mi legavi al
termosifone con una corda lunga un metro e trentatre,
ti ringrazio mamma perché mi lasciavi una ciotola
d’acqua. I miei peli di cane peloso t’infastidivano, ti
sporcavano la tua bella casa. Un giorno ormai lontano
invece di stare con me preferisti, malgrado fosse tanto
tempo che non mi dedicavi un’intera giornata, andare
in piscina.
Quel giorno stesso mi abbandonasti.
Non dimenticarlo mai come io non lo dimenticherò
mai.
---------------------------------------------------------------------Papà Antonio era il tuo compagno
Ti ha dato il suo amore
Ti ha dato il suo cuore
Ti ha dato il suo corpo
Ti ha dato i suoi baci più sinceri e appassionati
Ti ha dato ogni suo bene
Povero papà lui viveva soltanto per te.
Tu gli dicevi che era un bambino, lo trattavi come
un cretino e per tanti anni lo hai usato come uno
straccio.
Sai, papà è molto più simile ad un cane quale sono
io che a te donna di razza e di questa sua somiglianza
sono felice perché so che noi cani non tradiamo mai.
Lui non tradirà mai me. Purtroppo devo dirti
anche che noi “cani” anche maltrattati e abbandonati,
amiamo per sempre quello che era il nostro “padrone”.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
INTRODUZIONE
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Ho compiuto da poco cinquantadue anni (sigh).
Da circa venticinque sono impiegato in un Corpo di
Polizia.
Casa mia da quindici anni è un magazzino di carte
che via via hanno riempito ogni spazio libero.
Per tutti questi anni pur avendo aggiunto un altro
tavolo in cucina, ho pranzato e cenato facendomi un po’
di spazio tra tutti i documenti che occorrevano per
difendermi, prima da un’accusa di aver violato il
regolamento disciplinare, poi di abuso in atti d’ufficio,
poi di sequestro di persona, poi di arresto illegale e in
ultimo di false dichiarazioni, da ognuna di queste
imputazioni penali da cui sono stato assolto, seguivano
poi altri procedimenti amministrativi e anche da questi
venni assolto.
Le varie contestazioni d’addebito (procedimenti
disciplinari) che mi sono state imputate prima, dopo e
durante, hanno riempito la mia vita ed è stato come vivere
un decennio su un altro mondo congelando il tempo per
poi tornare sulla terra e accorgermi che il tempo invece è
continuato a scorrere, che fra i miei capelli neri sono
comparsi quelli bianchi e che la mia barba anche lei non è
più tanto nera.
Sarete curiosi di sapere che cosa ho combinato per
mettermi in tal pasticcio.
Mi piacerebbe raccontarvi tutto questo, però non è
ancora il momento, sappiate soltanto che dovetti
denunciare fatti che andavano a “infastidire” i soliti pezzi
da novanta che poi cercarono di farmela pagare caramente.
Quando decisi di saltare il fosso e denunciare
situazioni che ritenevo veramente vergognose e in
violazione ad una moltitudine di articoli del codice penale
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
sapevo che inevitabilmente sarei stato perseguitato con
ogni mezzo, rimasi comunque stupito quando un amico
mi avvertì di essere intercettato telefonicamente, pedinato
e quasi arrestato.
Questa storia posso dire che si è conclusa con un lieto
fine, sono stato assolto.
Durante questa vicenda incontrai una donna e me ne
innamorai.
Non erano momenti facili per me come vi ho detto,
mangiavo in mezzo a montagne di scartoffie che
riempivano anche, oltre ai miei mobili, ogni mio
pensiero, la sua comparsa ebbe su di me un effetto
veramente positivo, è stato come mettersi un impermeabile
e andare sotto la pioggia di proposito, per veder che
l’acqua scivolava via e non poteva bagnarmi.
Io avevo indossato l’impermeabile dell’amore.
Ogni cosa che mi capitava, sì, mi colpiva come fa la
pioggia cadendo,
ma nulla riusciva più a darmi
sofferenza, certo non è che fossi diventato tutto di un
tratto cinico o insensibile, soffrivo per ciò che subivo ma
finalmente,
grazie alla sua presenza,
riuscivo a
controllare il replay ossessivo innescato da tutte le vicende
del lavoro.
Tutto e non solo i miei problemi del lavoro passavano
in secondo piano perché al di sopra di ogni cosa veniva
sempre per prima lei.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Come ho già detto mi aspettavo dai miei superiori
una reazione di vendetta per averli “disturbati”, ma mai e
poi mai mi sarei atteso ciò che vi racconterò qua appresso
da una persona che credevo “amica”.
Non sono un gran lettore di libri e il mio tempo libero
lo utilizzo per lavori manuali che mi piacciono e mi
appagano di più della carta stampata.
Dei vari libri che ho ricevuto in regalo un giorno lessi
un racconto del famoso e piacevole Andrea Camilleri.
Il modo di narrare, il suo inserire nel racconto i testi
di lettere, inviati e ricevuti dai vari uffici statali mi hanno
dato l’idea di scrivere e come scrivere questo mio primo
romanzo.
Dedico quindi questa mia modestissima opera agli amici e
al signor Andrea che spero non se ne vorrà a male se mi
sono permesso di citarlo
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Ringraziamenti
Il dubbio se di
fantasia si tratti, vedendo
gli allegati allo scritto, vi
verrà,
ma ascoltatemi,
anche il mio computer si è
ammalato come me di
fantasia e questa malattia
(virus) lo ha inquinato a
tal punto da creare cose
che sembran vere.
Perciò non state in
pena, tutto ciò, ripeto,
non è mai accaduto.
Se però pensate che
quello che leggerete vi
possa fare innalzare la
pressione sanguigna, o
farvi venire un bel mal di
testa,
vi
consiglio
amichevolmente
di
munirvi di pastiglietta da
ingurgitare all’occorrenza.
Di
solito
i
ringraziamenti si fanno
sempre alla fine, ma io
voglio fare a modo mio e
sin d’ora ringrazio tutte le
persone
che
manco
conoscevo e si sono
dimostrate più amiche di
qualcuno che invece a
torto credevo tale.
Ringrazio anche tutti
quelli che hanno avuto
pazienza di ascoltare
raccontata da me mille
volte, questa penosa storia
che, ripeto, è solo il
frutto della mia fervida
fantasia.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Nerina
Mi chiamo Nerina, sono la meticcia grassottella fotografata
sulla copertina del libro.
La mia mamma adottiva si chiama Arianna e il mio papà adottivo
Antonio.
Arianna e Antonio stavano già assieme da parecchi anni
quando io sono arrivata.
Fu la figlia di Arianna che mi “trovò” in un allevamento di
cani dove io nacqui da un accoppiamento un po’ promiscuo.
Subito andai a vivere in casa di Arianna ma dopo qualche mese la
mia mamma mi lasciò in affidamento ad Antonio.
Mamma mi lasciava chiusa in casa tante, tante ore e io mi
annoiavo tantissimo. Quando invece stavo con papà ero sempre in
giro a divertirmi. Se facevo la pipì in casa mamma mi sgridava, mi
tirava dietro le ciabatte e non solo quelle, ma io che ne potevo se
lei mi teneva chiusa in casa tante ore? Lo sanno tutti che i cani da
cuccioli, come i bambini, non riescono a trattenere! Con papà mi
è scappata qualche volta ma lui non mi picchiava, mi sgridava
solamente e io in poco tempo ho capito come dovevo comportarmi
e che stavo molto meglio con lui che con la mamma.
Ma mamma ogni tanto mi riprendeva con sé ed io dovevo di
nuovo stare chiusa in casa, sola e senza far nulla, così una volta,
per dimostrare il mio disappunto, rosicchiai un soprammobile di
legno e poi mangiucchiai la fodera di un cuscino del divano.
Quando mamma arrivò a casa mi diede un sacco di botte e
poi mi legò con una fune al termosifone. Tutte le volte che andava
via io restavo sola a casa legata al termosifone.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Ero proprio triste, ma un giorno, Antonio venne a sapere che
mamma mi legava al termo e sgridò mamma, lei allora mi diede a
papà dicendogli che non mi voleva più.
Ero felice di andare via con papà ma volevo bene anche a
mamma. Papà mi disse che quando sarei diventata grande non
avrei più fatto marachelle e allora avrei potuto tornare anche a
casa di mamma.
Tutte le settimane papà mi portava da mamma e assieme
abbiamo fatto tante belle gite, però mamma maltrattava sempre
Antonio e così quando erano ormai passati otto anni dal momento
in cui Antonio condivideva la vita con Arianna, lui decise di
lasciarla.
Lui le era sempre stato fedele, Papi non riusciva neanche a
pensare di fare la più banale cosa senza che lei ne facesse parte.
In sole due occasioni ha cercato di allontanarsi da lei per una
breve gita, ma quando era lontano sentiva subito il desiderio di
tornare per stare con lei. Benché Antonio la amasse e non
meritasse il suo sgradevole modo di comportarsi, mamma lo ha
sempre umiliato ogni volta che se ne presentava l’opportunità.
Mamma ha una malattia che le causa dolore fisico e spesso le
mancavano le forze e diventava indolente. Vederla così afflitta
dava tanto dolore ad Antonio e anche se lui avrebbe dovuto
lasciarla già tanto tempo prima, non ci riusciva sia perché l’amava
veramente e poi perché non riusciva a lasciarla sola a combattere
le quotidiane battaglie con una malattia che non poteva essere
fermata in alcun modo.
Dopo essere stato calpestato e offeso gratuitamente per la
milionesima volta, papà decise di riprendersi la sua vita e troncare
quella storia che gli aveva causato già troppe sofferenze.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Il giorno in cui troncò la relazione con Arianna, io fui a lui
ceduta come un pacco.
Non riuscivo a credere che quel giorno io tornassi a casa con
papi, dei quattro anni in cui facevo parte della loro vita, pur
essendo di Arianna, ero stata sempre con papà.
Arianna disonestamente diceva che a causa della sua malattia
non riusciva ad accudirmi e così con lei stavo raramente.
Papà era tanto affezionato a me e nella immensa tristezza
causata dal distacco definitivo con Arianna sentì un po’ di sollievo
sapendo che io avrei dormito accanto a lui per sempre.
Due giorni dopo l’ultimo incontro con Arianna, papà fu
chiamato dai Carabinieri e poi gli venne notificato di essere stato
denunciato da Arianna per minacce e molestie.
Papi non ha mai scritto un libro e non aveva neanche
intenzione di scriverne uno.
La storia che vi racconto è narrata così com’è stata da lui
scritta per difendersi da una falsa accusa.
Dentro la storia vi invito a cercare il lato umano della
vicenda, il gran dolore che in silenzio viviamo io e papà per il
distacco e la lontananza da Arianna.
CIAO!! CIAO!!
Chiedo scusa!
BAU!! BAU!!
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Ill.mo Sig. Procuratore della Repubblica presso il Tribunale
Ordinario di Tortorinolo.
Procedimento penale 99999999999 / 05..R.G.N.R. nei confronti
di Antonio Animaviva
DICHIARAZIONE DI NOMINA A DIFENSORE
Il sottoscritto Antonio Animaviva, nato a Tortorinolo il
14.2.56, residente in Tortorinolo, via Quartiere Po 92 / z,
indagato come in atti nel procedimento penale indicato in epigrafe,
con il presente atto dichiara di nominare proprio difensore di
fiducia in relazione al predetto procedimento l’avv. Teresa Neleo
del Foro di Tortorinolo,
Con il presente atto dichiara altresì di eleggere domicilio per
le comunicazioni / notificazioni relative a detto procedimento
presso lo studio dell’avv. Teresa Neleo.
Con ossequio.
Tortorinolo, 24.5.05
Antonio Animaviva
E’ autentica
Avv. Teresa Neleo
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
All’Ill.mo signor
Giudice
Tribunale di
Tortorinolo
Egregio signor Giudice,
pur non piacendo al sottoscritto fare premesse, debbo
doverosamente dire che non avrei voluto produrre un lungo
memoriale, impegnandoLa così in una lunga lettura, ma mi sono
reso conto che soltanto che le dichiarazioni spontanee non sarei
mai riuscito ad esporre quanto è veramente accaduto tra me e la
querelante, perciò ho dovuto optare per la memoria difensiva.
Aggiungo inoltre che la Procura, come avrebbe dovuto, non mi
risulta abbia condotto indagini per le eventuali verifiche della
veridicità circa le affermazioni della signora Boscarolo né tanto
meno ha condotto doverose indagini volte a stabilire se vi erano
prove a mio discarico, anzi, la Procura non ha voluto neanche
sentire il sottoscritto nella prima fase del procedimento, fase in
cui avrei già potuto facilmente ridimensionare le vicende citando
con esattezza i modi, i luoghi e i fatti in cui la relazione tra me e la
signora Boscarolo si è svolta.
Non solo, ma la mia ex compagna, dopo avermi denunciato, è
stata, per quanto mi consta, l’istigatrice di minacce di morte
proferitemi da un suo amico dichiaratosi suo compagno ma che in
realtà non lo è stato mai. Mi è stata dolosamente danneggiata
l’auto ed io ho seri sospetti che il responsabile sia questo suo
amico. Sono stato dalla stessa Boscarolo avvicinato in due
occasioni in cui, per non averle permesso di avvicinarsi al mio
cane, mi minacciò: “te la farò vedere, te la farò pagare”.
In un’altra occasione ella quasi mi investì con la sua auto mentre
io ero a piedi e sempre perché io non le permettevo di avvicinarsi
al cane.
Presentate precise e circostanziate querele sui fatti brevemente
citati, con la richiesta di acquisizione di atti necessari a scagionare
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
il sottoscritto e a perseguire la signora Boscarolo per minacce,
molestie e calunnie, mi sono visto archiviare due dei tre
procedimenti senza che la Procura abbia proceduto ad alcuna
indagine e senza che abbia acquisito alcune delle mie richieste ed
inoltre senza che il sottoscritto, la mia ex compagna e il suo
falsamente dichiarato fidanzato siano mai stati sentiti e questo
benché io avessi evidenziato che l’integrazione probatoria
richiesta, dell’acquisizione dei tabulati telefonici indicati,
costituiva elemento indispensabile per smentire le dichiarazioni
della signora Boscarolo e dimostrare la mia totale estraneità ai fatti
oggetto della denuncia da lei presentata nei miei confronti, ovvero,
ribadisco, non sono state portate a compimento alcune indagini
e non è stato acquisito alcun documento richiesto.
Lo scritto che segue racconta fatti avvenuti in quasi dieci anni
della mia vita.
Mi rendo conto che ai suoi occhi e di qualsiasi altro addetto ai
lavori, la mia ricostruzione risulterà eccessivamente precisa e
circostanziata rispetto al reato di cui sono stato denunciato.
La persona che ha messo in atto nei miei confronti l’accusa di
molestie ha una personalità molto complessa e abitudinariamente
incline alle false dichiarazioni.
L’unico strumento a mia disposizione per far fronte alle menzogne
della mia ex compagna sono i fatti circostanziati e corredati dalle
prove.
Sin dall’inizio della relazione la mia ex compagna mi ha accusato
falsamente di atti dei quali ognuno avrebbe di per se stesso portato
a rompere definitivamente ogni nostro rapporto se solo il
sottoscritto ne fosse stato veramente responsabile.
La mia ex compagna fin dall’inizio della nostra relazione mi
indicò come responsabile, non certo denunciandomi ma a livello
di chiacchiera, di averle trasmesso V P H (All. 1 e 1 bis –
Boscarolo; All. 2 e 2 bis - Animaviva) e Serianis Vulgaris
(infezione dove, in seguito ad esami effettuati, io risultai negativo
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
mentre lei risultò positiva), di averla sequestrata e anche
violentata.
Erano tutte penose menzogne raccontate da una donna che oggi
giudico soltanto più una tapina.
Oggi quello che ha fatto la signora Boscarolo non sono più
pettegolezzi con le amiche e quello che deve trattare codesto
Tribunale è un presunto illecito.
Io ci tengo particolarmente ad uscirne immacolato da un reato che
considererei, l’avessi commesso, infamante alla stessa stregua di
altri reati ben più pesanti e vergognosi
Tanto più che il mio ruolo in questa vicenda non è certo
quello di carnefice ma sicuramente di vittima.
La prego di scusarmi se le darò un sacco di lavoro nel leggere
questa banale storia e La prego di credermi, il dover raccontare ad
estranei le “cose” private della mia ex compagna mi pesa e non mi
garba, ma oggi è diventato indispensabile.
La situazione in cui mi trovo non mi dà alcuna scelta, se non
quello di narrare tutto ciò che ho visto, sentito e vissuto nella
relazione intercorsa dal 1996 al 2004 tra la signora Boscarolo e
me.
Egregio signor Giudice, mi consenta di esternare una mia
riflessione prima ancora di entrare nei particolari.
Mia madre, ad un certo punto della sua vita, si è trovata
all’improvviso sola e a far fronte alle normali esigenze della vita,
dopo cinquant’anni di convivenza e matrimonio a causa della
tragica e improvvisa morte di mio padre.
Mia madre, dopo la scomparsa di suo marito, entrò in uno stato
depressivo dal quale non uscì più. In seguito, dopo la morte di mio
padre, ebbe un incidente in cui si ruppe il setto nasale, poi ancora
terribile e devastante la morte della figlia di 52 anni che passò dal
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
sonno alla morte mentre si trovava nel letto a riposare, proprio con
mia madre.
Lo stato depressivo e l’ansia causarono un ictus che portò mia
madre alla completa perdita, prima della parola e poi anche,
complice un investimento stradale, alla perdita della
deambulazione.
Durante queste vicende ho dovuto portarla al pronto soccorso per
episodi di innalzamento della pressione e conseguenti svenimenti
una miriade di volte, sino a poi, con estremo dolore, farla interdire
e ricoverare presso un Convitto.
Ultimamente, prima che doverosamente chiedessi l’interdizione,
diceva e faceva cose “strane”, picchiò la badante che l’assisteva,
gettava i cerini accesi nell’immondizia e metteva le mani nel
fuoco come se il fuoco non esistesse.
Quando iniziò il declino, così superficialmente e sommariamente
da me raccontato, il sottoscritto sapeva benissimo dove sarei
giunto e dove sarebbe giunta la mia povera mamma e tutto ciò pur
non essendo un medico.
L’ho assistita come meglio potevo e ho dovuto, mio malgrado,
analizzando ciò che stava accadendo, privarla di ogni libertà.
La mia ex compagna ha una malattia che fortunatamente (o forse
no) non è la stessa della mia povera mamma, ma che si eguaglia in
alcuni aspetti e soprattutto nella produzione dello stato d’ansia e
nello stato depressivo, inoltre la mia ex compagna, affetta da PioOriditismo autoilleso, assumeva Rioteux e Toxenal che
esercitavano, senza alcun dubbio, un ulteriore mutevolezza
dell’umore.
La mia ex compagna ha dovuto subire anch’essa la morte di un
figlio (appena nato), ha subito senz’altro lo stress dalla
separazione del marito anche se non dovuta alla morte e quello
della sua malattia. Tutto ciò, per quanto mi consta, era vissuto
dalla mia ex compagna in uno stato psicologico percepito come
cronicamente stressante.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Nel caso di mia madre ho dovuto agire e decidere tutto da solo
perché i parenti, in questi casi, lo si sa, si defilano veloci come dei
razzi; d’altro canto, anche con la mia ex compagna la situazione è
stata la stessa, una madre la cui figlia ha preferito andare a
lavorare a Mirini dichiarando, con questa scelta, cos’era primario
nella sua vita, ovvero il bisogno e la voglia di apparire “saltando”
in groppa a dei poveri pesci e con essi facendo spettacolo,
dichiarando così, secondo me, il menefreghismo dello stato di
malattia in cui si trovava e si trova la mamma.
Tutti gli altri parenti della signora Boscarolo, che credo neppure
sapessero di ciò che le lei dal 1996 al 2004 era afflitta, non si
fecero mai vedere.
Io mi sono trovato a gestire, penso nel migliore dei modi, una
scabrosa situazione con una persona che amavo, che era per me da
assistere come fosse una madre o meglio come fosse una moglie,
ma che di fatto non lo era.
Non ho mai richiesto intervento dei medici (se non quello della
guardia medica), come ho dovuto invece fare, con gran
responsabilità, per mia madre.
Con la mia ex compagna mi sono limitato ad assisterla
ogniqualvolta stava male e ad accondiscendere a tutte le richieste
da lei fattemi.
Mi creda ancora sulla parola, signor Giudice, il frigo della mia ex
compagna era come il serbatoio della sua auto, sempre in riserva.
Nel suo serbatoio, con la scusa di lavarle l’auto, mettevo benzina,
ma non troppa perché lei non se ne accorgesse, ma nel frigo non
potevo mettere nulla, allora la invitavo ad accompagnarsi a me,
tutte le volte che potevo con la mia disponibilità, a pranzo e a
cena.
Quando cercai aiuto dalla sorella Samira, per lo stato di salute di
Arianna, questa non volle sentirmi; quando cercai aiuto dal
Parroco di Costa lontano da Erichi era giammai per farmi aiutare a
continuare la nostra relazione, ma bensì per aiutare lei a sollevarsi
dalla sua condizione.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Sarei un ipocrita e un falso se non dicessi che c’era una remota
speranza nel sottoscritto che se la salute fisica e psichica della mia
ex compagna fossero migliorate, questa avrebbe vissuto la vita e la
nostra relazione magari in altri termini.
Con grande umiltà mi permetto di fare un resoconto introduttivo di
alcune esternazioni, fatti visti, sentiti o appresi durante codesta
relazione.
Ritengo utile fare tale elencazione al fine di rendere possibile il
comprendere la personalità della mia ex compagna, la quale ha
una rilevante capacità intellettiva e comunicativa, riesce
facilmente a risultare credibile e dunque a convincere gli altri.
Ella è senz’altro sorretta da una gran facilità di auto
convincimento.
Per quanto mi consta, la signora Boscarolo ha sempre la
presunzione di essere al di sopra degli altri e quindi di poterli
segretamente manipolare. Tende a dare di sé un’immagine molto
positiva, coprendo ogni atteggiamento che possa portare a giudizi
negativi o a possibili disapprovazioni, inoltre mostra un palese
risentimento verso le persone che non le danno abbastanza
attenzione o che non le concedono ciò che lei si aspetta, ovvero il
comunicarle quella stima o considerazione che la esalta agli occhi
degli altri.
Spesso, durante i momenti di sofferenza causati dalle patologie
che la affliggono, diventa imprevedibile, emotiva e
melodrammatica. I cambiamenti improvvisi di umore, le crisi di
ansia, di depressione e la sua tendenza alla teatralità appaiono
come un bisogno di mettersi in mostra e chiedere affetto.
Ella è in continua ricerca di approvazione da parte degli altri e gli
altri devono essere possibilmente degli estranei altrimenti dubita
dei consigli che ha preteso e ricevuto. Dubita perché le persone a
lei vicino teme siano in qualche modo false. Tende inoltre ad
essere egocentrica, con poca o nessuna tolleranza per le delusioni
o le frustrazioni.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
E’ tutto buono ciò che serve al suo ego, cattivo tutto ciò che
ostacola la sua affermazione, per lei è imperativo usare chiunque
nei modi più vari in rapporto alle sue esigenze e alle differenti
situazioni.
In lei domina una camaleontismo comportamentale coerente però
con il suo narcisismo.
Arianna ha la mania dell’ordine, abita in una casa dove ogni cosa
è talmente a posto e ordinata da sembrare che in essa non vi abiti
nessuno.
A causa di questo narcisismo è incapace di amare la gente, la
quale è solo uno strumento al suo servizio. Quando una qualsiasi
persona non la serve a dovere o la critica, ella reagisce con
sentimenti di rabbia e di rancore.
All’inizio della nostra relazione, durante una discussione in cui si
disquisiva tra sesso e amore, mi disse che lei con me non veniva a
letto, ma bensì faceva l’amore e che lei non era mai stata a letto
con un uomo se questi non l’amava e se l’amore non fosse stato
reciproco.
E’ proprio da questa affermazione, signor Giudice, che mi
permetto di dire che non vi è dubbio che la morbosità sia il lato
patologico degli affetti, la perversione del voler bene (o a quanto
dice la mia ex compagna dell’amare), essa non tiene mai in
considerazione i bisogni degli altri riducendoli ad oggetti del
proprio bisogno e piacere, strumenti del proprio “adulto” ma
immaturo egocentrismo furioso.
Questa è la condizione della signora Boscarolo ed è così che si
può spiegare il motivo per cui ella mi denuncia per molestie: non
le servivo più ed ero da eliminare perché mi permettevo di
criticare i suoi atteggiamenti ipocriti ed ero entrato per troppo
tempo nella sua vita conoscendone così ogni suo “segreto”.
La mia figura diventa così un pericolo e un ostacolo
all’ammirazione e all’attenzione invidiosa degli altri di cui lei è
oltremodo assetata.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
D’altro canto il comportamento del Comandante della Stazione dei
C.C. di Costa che scrive: note non conferenti alla condotta dello
scrivente, malgrado avesse assunto notizie sulla mia buona
condotta dall’Ispettore della Polizia Municipale, Ezio Urbani e
dalla signora Rozzala Giovanna, (All. 3) o il P.M. che decide la
mia sorte senza neppure sentirmi, non possono derivare che
dall’atteggiamento bugiardo che la denunciante ha tenuto nei
confronti dei due soggetti, tendendo, con varie modalità, a
condurre i colloqui a proprio vantaggio e dunque ad alterare i fatti
manipolandoli.
Ecco le esternazioni ed i fatti
Nei primi giorni di frequentazione ella mi disse che il marito era
un fallito, che aveva avuto un camion di sua proprietà e che se lo
era perso a carte.
Mi disse che quando lei “aspettava” la figlia lui quasi non si
presentò all’ospedale.
Aggiunse che lei era costretta a tornare a lavorare perché lui non
guadagnava più abbastanza essendo diventato dipendente.
Mi disse di avere avuto un negozio e che questo era fallito.
Mi raccontò che un uomo tentò di violentarla ma poi desistette.
Un giorno un gatto nero ci attraversò la strada, io non ci avevo
fatto neppure caso, lei mi urlò di fermarmi, io non lo feci, lei mi
insultò a dismisura e non cessò per un bel pezzo.
Raccontandomi del suo primo bacio lo descrisse: “Uno schifo!”
Concorde con lei, quando abitavo in via Giovanni da Ravezzano,
mi feci una tessera per noleggio di film, ma non potei mai vederne
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
alcuno perché lei affermò che non poteva vedere nessuna scena di
violenza di alcun genere.
In una delle tante serate trascorse nella sala danze “La Mazurca”
all’improvviso mi disse che tutte le donne del locale erano
“puttane” e che siccome alcune delle mie ex erano frequentatrici
della Mazurca, anche loro erano puttane. (Sigh!)
Sempre in una delle serate alla Mazurca e sempre all’improvviso,
mi disse: “Quelli che si baciano in sala da ballo sono tutti porci e
puttane”.
Al termine di un amplesso se il suo corpo veniva bagnato dal
liquido seminale pareva che lei stessa fosse stata bagnata da un
acido corrosivo, tanto è vero che elle, come una molla, schizzava
in bagno a lavarsi.
Una volta “completato” un rapporto nel letto di casa sua, venni
gettato dalla stessa letteralmente a terra, io ero convinto scherzasse
ma lei mi disse molto seriamente che le stavo sporcando il copri
materasso di lana merinos, strappò il lenzuolo dal letto e lo portò
immediatamente in lavatrice.
Andò dal medico del Sindacato per essere visitata allo scopo di
presentare una domanda per un assegno di cura all’INPS e vi andò
indossando minigonna e perizoma. Il medico le disse, con buone
maniere, di presentarsi vestita diversamente alla visita medica
della controparte.
Andò dal medico incaricato dall’INPS per la valutazione della sua
malattia e ci andò nuovamente con la minigonna e il perizoma.
Risultato: non le fu riconosciuta la malattia che purtroppo ha.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Comprai un furgone, andai a prenderla a casa sua. Il furgone era
pulito, quasi come nuovo e quando lei scendendo da casa lo vide
mi redarguì, dicendomi che non dovevo mai più andare a
prenderla a casa con quel furgone, poiché non ci sarebbe mai più
salita. Pochi mesi dopo andai a prenderla con una bellissima
Lancia Dedra, non me lo sarei mai aspettato, anche per questa mi
disse: “Mi vergogno a salirci”.
Mi feci prestare una Mercedes, lei salì senza dire nulla, fui io che
parlai e le dissi che di lì a poco l’avrei venduta, che era solo
un’auto di passaggio come il furgone e la Dedra. Dopo qualche
minuto la mia compagna dal silenzio sbottava: “Io questa non la
darei via”.
Ospite delle amiche, al mare, per tutto il mese di agosto, dopo una
decina di giorni se ne andò perché queste le avevano fatto fare, a
suo dire, una brutta figura, chiedendo una revisione del conto da
pagare al ristorante.
San Valentino 2002 (giorno del mio compleanno). La mia
compagna: “Esco solo perché è il tuo compleanno.” Arrivato a
casa sua la vedo, lei mi saluta poi si alza la gonna e facendomi
vedere che aveva indossato autoreggenti e perizoma mi chiese:
“Va bene così?”
Dopo tanto tempo da una delle tante serate in cui Arianna dormì a
casa mia, venni a sapere da una sua amica che lei le aveva detto
che la avevo sequestrata e violentata.
In mia presenza e alla presenza di quell’amica a cui aveva detto
che l’avevo violentata e sequestrata (o viceversa), raccontò che
lei in chiesa a volte vedeva Gesù Cristo che si muoveva sulla
croce e a volta vedeva la Madonna andarle incontro.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Ritornando dal mare, Mirini 2003. Io ero a Tortorinolo, le
telefonai se il viaggio stava andando bene.
Il telefono squillò poi cessò all’improvviso al terzo squillo.
Dopo più di un’ora mi telefonò dal suo telefono di casa
dicendomi, senza che io glielo chiedessi, che la pila del cellulare
era esaurita.
La solita amica, dopo tanto tempo, con grande genuinità ed un
sorriso mal celato sulle labbra mi disse che Arianna aveva
“staccato” la comunicazione perché in auto con lei c’era l’ex
marito.
Avrei da aggiungere altre mille cose ma per me è più che
sufficiente.
Spero proprio che Lei, signor Giudice, non mi voglia chiedere il
resto.
A questo punto è opportuno ancora Le dica, che la signora
Boscarolo a 27 anni fu ricoverata per una polmonite, che fu curata
a lungo con antibiotici errati che compromisero le sue difese
immunitarie; a 33 anni fu ricoverata per sindrome vertiginosa; nel
1996, quando la conobbi, ebbe un ricovero al Pronto Soccorso
dell’ospedale di Atea a seguito di uno svenimento e di una
rovinosa caduta sulle scale dell’Hotel per una emorragia causata
da una cisti ovarica.
Già nel 1996 la stessa andava all’ospedale perché le era stata
diagnosticato: sindrome di STERC, manifestazione di Naudeyr,
Redosclerima e Pio- Oriditismo autoilleso.
Tra il 2002 e il 2003 a seguito di esami la stessa mi informò,
facendomi vedere le lastre e il referto, di avere problemi a livello
gastrico.
I farmaci che io vidi da lei assumere durante la nostra relazione
erano Rioteux 100 (giornalmente), di questo farmaco, venni a
conoscenza durante la nostra relazione che lo specialista le aveva
aumentato il dosaggio.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Inoltre assumeva spesso del Toxenal e giornalmente del Xalom.
Le furono prescritti anche degli antidepressivi che lei mi disse di
non assumere.
Spesso la signora Boscarolo manifestava emotività, rapidi cambi
di umore, crisi d’ansia, stati depressivi e per due volte è stata
ricovera al P.S. dell’Ospedale di Erichi per crisi di vomito e
diarrea con conseguente svenimento e disidratazione.
In un altro episodio analogo ella non volle essere trasportata con
l’ambulanza per non far sapere ai vicini che stava male, io ero a
Tortorinolo, dovetti andare a casa sua a Costa e chiamare la
guardia medica, così come lei volle.
Prima di procedere al racconto di ciò che è avvenuto, mi
consenta, Signor Giudice qui di seguito richiamare le motivazioni
dell’imputazione: “ Con più azioni esecutive di un medesimo
disegno criminoso, per petulanza e/o altro biasimevole motivo
recava molestie a Boscarolo Arianna in particolare, fra l’altro,
seguendola ovunque ella andasse, facendole regali, e facendo
pressione sulle persone a lei vicine per convincerla riprendere
una relazione non gradita. In Costa lontano da Erichi almeno
dal 2001 e fino al maggio 2005.
E’ l’imputazione stessa, oltre che la querela della signora
Boscarolo, colma di falsità, ad indurmi a raccontare le vicende tra
me e la stessa sin dall’inizio della relazione.
Escludendo parte di questa, non riuscirei a farLe comprendere il
mio dolore e il mio stupore nel leggere la sequela di menzogne
concentrate in sole sei pagine e non meno non riuscirei a farLe
comprendere che il sottoscritto non ha commesso nessun reato.
Nelle pagine che seguono spiegherò dettagliatamente i fatti ma sin
d’ora mi preme considerare alcune fondamentali dichiarazioni
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
della mia ex compagna che sicuramente non corrispondono alla
realtà.
Ella esordisce dicendo: “Ci siamo frequentati per qualche mese”.
Mi perdoni, signor Giudice, ma marzo 1996, marzo 2004, non
sono qualche mese ma ben otto anni!
“Accettavo di vederlo cedendo alle sue insistenze…”
Le pare possibile, signor Giudice, non tanto che io abbia
“insistito” per otto anni ma che la signora Boscarolo abbia
mangiato e dormito presso la mia abitazione, fatto gite settimanali
e quant’altro Lei può immaginare possa succedere tra un uomo e
una donna per ben otto anni e questo cedendo alle mie insistenze?
Io, signor Giudice, non ho tanta voglia di scherzare in questo
contesto, nonostante io sia persona di carattere allegro e gioviale,
però non posso fare a meno di citare una “storiella” che, a mio
avviso, può proprio andar bene alla situazione reale.
Una suora giovane e bella esce al mattino dal convento per fare la
spesa, la sera rientra in convento e urla: mi hanno violentata e
sequestrata tre giovani per tre giorni interi. La suora che le va
incontro subito le dice: ma scusa, guarda che tu sei stata fuori solo
un giorno e l’altra le risponde: sì, però adesso ritorno e ci resto
altri due giorni.
Mi scusi signor Giudice se mi sono permesso di inserire una
barzelletta ma ciò che mi accade è veramente essere cornuti e
mazziati senza aver fatto nulla e cercare di prendere le cose con
filosofia mi aiuta ad ingoiare “il boccone” più indigesto che il
sottoscritto si è trovato a dover inghiottire nel corso della propria
vita.
Mi permetta, ma se la querela della signora Boscarolo non fosse
stata scritta per un Tribunale, potrebbe essere la barzelletta più
lunga e ridicola che io abbia mai sentito.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
“Nel frattempo ho anche cominciato ad avere problemi
abbastanza seri di salute... invece il problema della mia salute è
diventato un motivo in più per lui di starmi addosso. Prendeva
appuntamenti a mia insaputa da medici e specialisti…”
La prima menzogna, quella di esserci frequentati per qualche mese
è una sciocchezzuola confronto a ciò che asserisce la Boscarolo
circa i medici e le visite.
La verità è che lei era già ammalata quando io l’ho conosciuta
(vedi allegata relazione del suo medico di famiglia) mi preme di
dire, signor Giudice, che la signora Boscarolo abita a poche
centinaia di metri dal fratello Gian di Costa lontano da Erichi.
La sorella Samira, la sorella Arula e la sorella Grazia, abitano tutti
in Erichi ovvero a cinque chilometri da Costa lontano da Erichi
che tradotti in tempo sono a meno di tre o quattro minuti in auto
dalla sua abitazione.
Orbene, io tutti questi fratelli, che conosco di persona, non li ho
mai visti a casa sua, e dire che io mi trovavo da lei pressoché ogni
giorno, salvo quando ero lontano da Tortorinolo.
Non ho mai visto i suoi parenti quando stava bene e non li ho mai
visti nei momenti in cui stava male.
Ero sempre io ad essere interpellato. Mi pare opportuno dire che
se non fosse stata lei ad informarmi delle sue “crisi” io non avrei
modo di sapere, tanto più che quando accadevano, guarda caso,
sempre a notte fonda, io ero nel letto di casa mia che dormivo
beatamente.
Inoltre le visite all’affermazione della signora Boscarolo in cui si
dice che io prendevo appuntamenti da medici e specialisti a sua
insaputa, se non dovesse bastare la mia parola che così non è stato,
ma che si tratta ancora di una brutta menzogna, provvederanno i
testi citati all’uopo.
La denunciante prosegue: “Si presentava con informazioni utili
per curare la mia malattia… così con il ricatto morale la storia
continuava”.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Signor Giudice, io non so se la querela è farina del sacco della
signora Boscarolo (io credo di no) ma se lo fosse, questa ennesima
falsità depone chiaramente sull’intento calunniatorio, io non ho
mai portato informazioni utili per la sua malattia, ben rammento
che ella mi disse che un’amica le avrebbe fatto una ricerca su
internet. D’altro canto una sera vidi in televisione una pubblicità
dell’associazione sul Redosclerima che forniva un numero verde
che io trascrissi su un foglio di carta e quando vidi Arianna le
comunicai quel numero.
Ecco tutte quelle che sono, come dice la denunciante, “le
informazioni utili” da me fornite, d’altronde se alla signora
Boscarolo venisse chiesto di fornire prove di questa circostanza
non avrebbe nulla da produrre che corroborasse le sue
affermazioni, se non artatamente confezionato.
Ciò che ritengo doveroso affermare, signor Giudice, al riguardo
della malattia della mia ex, è che il sottoscritto si è comportato né
più né meno di come qualsiasi persona dovrebbe comportarsi nei
confronti di una persona “sofferente” ovvero assistendola e
aiutandola nei momenti di difficoltà.
Mi permetto dire che, a mio modo di vedere, era la signora
Boscarolo che, chiamandomi nei momenti in cui stava male, mi
voleva far sentire in “colpa” se non fossi subito andato da lei.
In una delle tante volte che lei mi telefonò a notte fonda perché mi
recassi da lei, stufo di essere usato come uno straccio da lavar per
terra, obiettai sul fatto che io mi trovavo a trenta chilometri da lei
mentre invece i fratelli e “l’amica” Peppiniela si trovavano a due
minuti da casa sua. Orbene, lei mi supplicò, piangendo, di andare
subito.
Non posso dire che lei mentisse a proposito della crisi di dolore e
mi creda signor Giudice, scrivendo provo ancora lo stesso dolore
di allora nel sentire la mia compagna, la donna che amavo, urlare:
sto male, vieni Toni, e chiudere la conversazione. Ecco qual è un
vero “ricatto” morale, signor Giudice, e sarebbe inutile dirlo ma fu
sempre solo il bene che io provavo per la signora Boscarolo ad
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
indurmi ad accorrere sempre da lei ai suoi accorati e sofferenti
appelli.
Malgrado questa realtà triste, molto triste, la signora Boscarolo,
con estrema protervia, cerca di far credere che il sottoscritto sia
un molestatore ma la colpa che io ho non è questa, ma quella di
non aver saputo dire basta per tempo all’egocentrismo di questa
donna.
Signor Giudice, sorvolo su buona parte della querela in questa fase
iniziale perché troverà risposta alle menzognere affermazioni della
denunciante nella ricostruzione dei fatti, mi preme soltanto toccare
velocemente due punti che a mio avviso sono una “brutta” e
“feroce “ distorsione della realtà.
La querelante ad un certo punto dice: “Ho perso tutte le amicizie…
“
La signora Boscarolo, per quanto mi consta frequentava, durante
la nostra relazione, solo due persone: Peppiniela e Ceresella.
La prima, che è quella di cui lei non dice il nome ma cita come
quella con cui ho avuto più di una discussione, ovvero la signora
Peppiniela, è, per quanto mi consta, tutt’ora frequentata dalla
signora Boscarolo e questo anche per motivi di lavoro, mentre la
signora Ceresella smetterà di frequentarla, stufa anch’essa di
essere “usata” per le più disparate esigenze dalla signora
Boscarolo.
Per quanto riguarda la signora Peppiniela è opportuno che io Le
dica, signor Giudice, che trasportai questa persona da Mirini a
Tortorinolo. La signora Peppiniela soggiornò a Mirini con la
signora Boscarolo, ospite della casa della figlia.
Io ero a Mirini così come ci sono stato centinaia di volte e in
quella circostanza la Boscarolo mi chiese se al mio rientro a
Tortorinolo accompagnavo la sua amica Peppiniela che, abitando
ad Erichi, si trovava sulla strada da me percorsa. Io acconsentii e
in quella circostanza, durante il viaggio, parlando del più e del
meno, la signora Peppiniela mi riferì spontaneamente alcuni
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
aspetti del carattere della mia compagna ed ella si definì come
persona più adeguata ad una relazione con il sottoscritto e nella
circostanza ero definito da lei persona altruista e di buon carattere.
Io ringraziai la signora dell’elogio e risposi che ero innamorato di
Arianna.
Dopo questo episodio, quando mi accorsi che la stessa mi era
ostile e presumibilmente mi metteva in cattiva luce nei confronti
della signora Boscarolo, ne fui dispiaciuto, non dissi mai nulla alla
mia ex del “discorso” di Peppiniela, anche perché avevo il dubbio
che il comportamento di questa potesse essere stato suggerito o
indotto dalla mia ex compagna alla scopo di mettermi alla prova
per poter capire se io fossi stato “disponibile”.
Quando incontrai casualmente il padre della signora Peppiniela,
tacendo gli apprezzamenti della figlia, gli chiesi cortesemente di
pregarla di non mettere discordia, inopportunamente, tra la mia
compagna e me.
La prova di ciò che affermo, signor Giudice, la può trovare nelle
parole della signora Boscarolo che, senza volerlo, conferma la mia
versione quando dice nella querela: “… e che lei non era l’oggetto
delle sue attenzione…” (pag. 5 – rigo 4 della querela).
Da queste parole emerge o il fatto che la signora Boscarolo abbia
indotto l’amica alla disponibilità o che l’amica si sia dichiarata
“disponibile” nei miei confronti. Per quanto mi consta l’ex
amica Ceresella, da me chiamata a testimoniare, avrà
probabilmente un atteggiamento omertoso per paura delle
conseguenze della sua deposizione, mentre l’amica Peppiniela,
teste che sarà presumibilmente citato dalla signora Boscarolo,
avrà un atteggiamento animoso e avverso al sottoscritto a
causa di ciò che ho raccontato e per la sua collusione con la
denunciante.
L’ultimo capitolo della querela che mi preme sin d’ora
controbattere, è il fatto che io mi intrometterei nella sua vita o in
particolare nella vita della figlia.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
In primo luogo devo dire che la signora Boscarolo mi ha portato
presso tutte le abitazioni della figlia:
- la prima, al piano terra di via Santa Raffaella 20 ad Erichi
- la seconda – la mansarda - in corso Onorio Pisa 5 bis a
Variano
- la terza, al primo o secondo piano di via Lucio Mando 34 a
Mirini
- la quarta, al piano terra di via Dante Alighieri 32 a Mirini.
Di queste abitazioni non mi dilungo nella descrizione degli interni
perché conto che Lei me ne chieda la rappresentazione.
Vedasi anche cassetta video all. n.156
Per quanto riguarda il fatto che la figlia della denunciante abbia
cambiato casa e sia stata operata e che io sappia tutto questo, non
posso dire altro che sia la verità, io l’ho saputo perché è stata l’ex
amica, la signora Ceresella a riferirmelo, io stesso, quanto
Ceresella me lo disse, posi la domanda a quest’ultima di come
facesse a saperlo giacché non si frequentavano più.
Ceresella mi rispose che era stata sua figlia a sentire la figlia della
signora Boscarolo telefonicamente ed era così che aveva saputo
anche lei dell’operazione per un problema al seno e del cambio
dell’abitazione.
Mi consenta signor Giudice, se insisto sulle inopportune
affermazioni della mia ex compagna, ma come vede, quella che
ella descrive come intromissioni nella vita privata, non è che il
frutto di una confidenza non richiesta e fattami dalla sua ex amica.
Aggiungo ancora, riguardo all’abitazione della figlia sita in
Variano, che il sottoscritto accompagnò due volte la signora
Boscarolo in quel Comune, presso l’agenzia Tecnocasa che si
occupa di compravendita di case ed è sita in via Mazzini n. 8.
La prima volta la accompagnai per stipulare il contratto di vendita
e la seconda volta la riaccompagnai, su sua richiesta, perché la
casa era stata venduta.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Non meno importane, per farLe comprendere che la Boscarolo
non dice la verità sui rapporti esistenti tra lei, me e la figlia,
brevemente Le cito tre episodi:
1° La signora Boscarolo mi chiese di vendere alla figlia un’auto
di mia proprietà, una Y 10 (All. n. 4 e All. n. 5).
Il giorno 24/05/1998, dopo una preparazione meticolosa dell’auto,
la consegnai alla figlia perché la provasse.
Il giorno dopo, il 25/05/1998, la figlia, alla guida di quest’auto
superando i limiti di velocità consentita venne contravvenuta ai
sensi dell’art. 348 del codice della strada (All. n. 6 ).
La contravvenzione, essendo l’auto ancora intestata al sottoscritto,
venne a me notificata. Io diedi il conto corrente per l’oblazione
alla signora Boscarolo che si recò alla posta di Erichi per
effettuare il pagamento. (All. n. 7 )
Un ultimo caso in cui si evince il sistematico “uso” del sottoscritto
da parte della Boscarolo, è questo: nel novembre del 2002 la mia
ex compagna mi chiede di demolire un’altra auto posseduta dalla
figlia ovvero una Taif 621, mi chiede questo favore dicendomi
che la figlia non aveva tempo per farlo lei. Io, sempre disponibile
alle sue richieste, mi faccio accompagnare da quest’ultima sino a
Variano ove si trovava l’auto da demolire. L’auto era nel
parcheggio antistante l’abitazione della figlia.
Messa in moto l’auto, che era in buone condizioni e veniva
demolita per inutilizzo, io partii in direzione Tortorinolo verso
l’officina del mio amico Mauro, il quale come concordato con la
signora Boscarolo, avrebbe proceduto alla demolizione dell’auto.
La signora Boscarolo, mentre io viaggiavo verso Tortorinolo, si
recò al lavoro.
Giunto nell’officina citata, consegnavo a Mauro l’auto
parcheggiandola nel cortile.
Il signor Mauro, che doveva materialmente portare l’auto allo
sfasciacarrozze, si premurò di guardare il tagliando
dell’assicurazione, cosa che io non avevo fatto (sigh !) e così mi
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
informò, polemicamente, di aver viaggiato da Variano a
Tortorinolo senza la copertura assicurativa.
Telefonammo subito alla signora Boscarolo che candidamente ci
disse che si era scordata di dirmelo!
Il signor Mauro informò la signora Boscarolo che per portare
l’auto dal demolitore lui non era intenzionato a rischiare il
viaggio senza una copertura assicurativa e che avrebbe quindi
dovuto utilizzare un carro-attrezzi. La signora Boscarolo non poté
far altro che acconsentire.
Egregio signor Giudice, non commento il fatto che si commenta
da sé, mi preme soltanto evidenziare che la cessazione della
circolazione del veicolo Taif 621 di proprietà della figlia della mia
ex compagna è avvenuta il 15/11/2002 (All. 8) ovvero quasi un
anno dopo la data in cui il sottoscritto, per il P.M., diventa un
molestatore.
Il signor Mauro, Lei vedrà, è citato quale teste informato sui fatti e
potrà riferire opportunamente su quell’episodio e su altri
conferenti e in opposizione alla querela della signora Boscarolo.
Opportunamente riferisco brevemente che la signora Boscarolo il
giorno 30/10/2002, servendosi del sottoscritto si recò, sempre a
bordo della mia auto, presso la concessionaria Dorf, poiché era
intenzionata all’acquisto di un’auto e lì firmò un contratto per
l’acquisto di una Dorf Akka.
Il giorno 4 o 6/11/2002, sempre servendosi del sottoscritto, si fece
accompagnare nuovamente presso la concessionaria dove le fu
consegnato il veicolo Dorf Akka targato DC981GW.
Il venditore della Dorf che compilò il contratto, fu lo stesso che
consegnò il veicolo il giorno 06/11/2002 (anche questo signore è
citato quale teste informato sui fatti e potrà riferirLe circa la mia
presenza nelle due occasioni citate).
Usciti dalla Dorf io a bordo della mia vettura e la signora
Boscarolo a bordo della Dorf Akka, ci recammo all’officina
meccanica del signor Mauro perché questi desse un’”occhiata”
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
all’auto in modo che non ci fossero dubbi sulla perfetta efficienza
dell’auto.
Come per l’episodio precedente mi preme, signor Giudice, porre
l’accento sul fatto che la data del 06/11/2002 è di nuovo di molto
posteriore alle ipotesi incriminatorie formulate dalla Procura.
Mi consenta ma mi pare che stoni non solo una nota della canzone
ma tutta la canzone quando si vuole dipingere il sottoscritto come
un molestatore, quando invece è la signora Boscarolo che,
servendosi del sottoscritto a suo uso e consumo e come ho già
detto come uno straccio per lavare per terra, che mi interpella
approfittando del mio “buon temperamento”. Tutto ciò non può
che deporre per l’opposto di quello che la cara signora Boscarolo
vorrebbe far credere prima alla Procura della Repubblica e poi
forse anche a codesto Tribunale.
Mi scusi signor Giudice ma non avendolo ancora detto sino a
questo punto, mi pare opportuno dire che la signora Boscarolo
dopo aver forse ripassato mnemonicamente tutta la vicenda che io,
con gran fatica ho cercato di ricostruire, ha proceduto a fare
remissione della Querela!!!
Memorie difensive
Premetto che il sottoscritto già conosceva la signora Arianna
Boscarolo sin dagli anni 1970, seppur marginalmente, in quanto
frequentavo la cittadina di Erichi, siccome mio padre lavorava
presso la ditta Cartotecnica Erichese dove lavoravano anche il
padre e, per quanto mi consta, anche tre dei suoi fratelli ( All.n.9 ).
Nel maggio del 1996 incontravo in un locale pubblico, la sala
danze “La Mazurca”, sita in via Nonteng a Tortorinolo, la signora
Boscarolo che, di sua iniziativa, venne presso tale locale dopo
essere venuta a conoscenza da una comune amica che lo
frequentavo regolarmente tutti i sabato sera. Durante questo
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
incontro la signora Boscarolo mi confermò quanto già sapevo per
tramite della nostra comune amica, ovvero che la stessa era
sposata e che da questo matrimonio era nata una figlia che nel
1996 aveva circa 19 anni. La signora Boscarolo mi confidava
anche che il legame matrimoniale si era deteriorato per colpa del
marito a tal punto da volersi separare.
In quella serata del maggio del 96 trascorsa in questo locale
dove l’attività ricreativa era il ballo, nacque tra me e la signora
Boscarolo un chiaro coinvolgimento. La serata fu piacevolissima
grazie anche alla comune passione per il ballo. Devo aggiungere
che per il sottoscritto ci fu una forte attrazione, che, con le parole,
i modi e le circostanze del ballo esternai alla signora Boscarolo la
quale ricambiò il mio stato con l’abbandonarsi durante la serata ad
innocenti abbracci durante i balli cosiddetti lenti.
Tengo a precisare che la signora Boscarolo mi fece
intendere la sua disponibilità ad un incontro successivo.
Credo che l’attrazione fosse reciproca e che avremmo
ambedue voluto che il coinvolgimento superasse gli abbracci.
Da parte mia però vi erano delle remore, non volevo
sbagliare, essere frainteso e perdermi l’opportunità di avere una
relazione seria e possibilmente duratura con la signora Boscarolo,
inoltre, volevo essere certo delle sue intenzioni nei confronti del
suo compagno.
Per le mie convinzioni e per il mio carattere era ed è
indispensabile iniziare un rapporto con una donna non essendo
l’artefice di una frattura in una coppia già esistente e, in questo
caso, la signora Boscarolo era a tutti gli effetti ancora sposata
Dopo un paio di settimane incontrai nuovamente la signora
Boscarolo, la quale, nel corso di tale incontro, mi ripropose la sua
situazione matrimoniale, definendo lei e suo marito dei “separati
in casa”. Io chiesi se poteva essere uno stato passeggero ed ella mi
rispose che erano anni che sopportava e che lui tornava a casa dal
lavoro, mangiava, si lavava, si vestiva ed usciva per andare al
bar a giocare a carte con gli amici ed aggiunse che quando nacque
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
la figlia suo marito stentò quasi ad andare in ospedale ad attendere
il parto.
Questa risposta e i modi bruschi e da infastidita con cui mi fu
data, mi fecero superare ogni remora e da quel momento iniziai
una relazione con la signora Boscarolo. I nostri primi incontri
avvenivano, per volere della stessa che abitava nella città di
Erichi, in luoghi lontani dall’abitazione.
Ci incontravamo quasi sempre a Tortorinolo dietro alla
stazione della funicolare di Gupersa per poi trascorrere la serata
in una sala da ballo fuori Tortorinolo e precisamente all’Everly
Bhill di Thiansà, locale scelto da me per evitare incontri con l’ex
marito. Dopo circa due mesi dall’inizio della nostra relazione,
Arianna mi disse al rientro da una serata che io e lei avevamo
trascorso insieme che il marito l’attese sotto casa e, prendendola
per il collo, minacciò di strozzarla e, di fatto, la maltrattò.
Io chiesi se dovevo intervenire, la signora Boscarolo mi disse
che dopo quel fatto aveva enunciato al marito che se non fosse
andato via di casa lui, se ne sarebbe andata lei.
Dopo qualche tempo fui informato dalla stessa che il marito
aveva cercato un’altra sistemazione abitativa.
La signora Boscarolo mi chiese, dopo questo episodio, di
procurarle gli stampati reperibili presso gli uffici della Pretura di
Tortorinolo, atti a presentare la domanda di separazione.
Procurati gli stampati, per richiesta della stessa, provvedevo
ad accompagnarla in Tortorinolo presso gli uffici della Pretura a
quel tempo in via delle Senza Madre, dove la stessa presentò la
domanda di separazione.
Ho ritenuto doveroso fare questa premessa in modo da
chiarire che la relazione con la signora Boscarolo fu da me iniziata
dopo avere accertato che la stessa fosse sicura delle sue decisioni,
ciò per correttezza, ma ancor di più era per me doveroso sapere
quale fosse il suo rapporto con il marito in quanto mi sentivo
coinvolto in una nascente “storia” di carattere sentimentale e non
in un’avventura con una donna sposata in qualità di amante.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Dopo un breve periodo di reciproca conoscenza, io mi
sentivo fortemente coinvolto ed anche legato sentimentalmente
alla signora Boscarolo e glielo esternai, ella mi rispose che non
avrebbe mai avuto un rapporto sessuale con me se non mi avesse
amato e se io non avessi amato lei. Posso affermare senza essere
smentito da nessuno che dedicavo ogni momento del mio tempo
libero alla stessa, durante la settimana lavorativa era mia
consuetudine, cessato l’orario di lavoro, recarmi ad Erichi ad
attenderla all’uscita dall’ufficio per poi offrirle abitualmente il
pranzo, combinando il pasto con una gita fuori porta.
Il sabato e la domenica erano da me esclusivamente trascorsi
insieme a lei, senza che ci fossero da parte mia limitazioni di
tempo per altre attività, di fatto, dopo qualche tempo, la signora
Boscarolo rimaneva a trascorrere la notte del sabato a casa mia,
Eravamo, per quanto mi consta una coppia stabile.
Brevemente aggiungo, in quanto ci vorrebbe un racconto a
parte, che la figlia per un periodo gestì un bar a Caliemonri, ma
quando subentrò una socia si crearono dei problemi al punto che la
figlia della signora Boscarolo preferì sciogliere la società
perdendo ogni sua competenza finanziaria e questa scelta fu anche
determinata da una proposta lavorativa nel Comune di Mirini,
dove la stessa si trasferì definitivamente e dove ancor oggi è
residente e lavora presso uno pseudo sottomercato del pesce della
città.
Questa decisione di trasferimento della figlia mi fu
comunicata dalla signora Boscarolo che mi chiese anche un
parere. Io risposi che la figlia era maggiorenne e che, oltre ad
essere un lavoro, per lei era una passione lavorare con gli animali
acquatici e che, secondo me, non sarebbe stato giusto opporsi a
questo trasferimento. Unica nota dolente era che la signora
Boscarolo rimaneva sola in casa con i suoi problemi di salute
proprio nel momento in cui ne aveva più bisogno.
A proposito del bar della figlia, mi preme solo dire che la
signora Boscarolo mi riferì esattamente dove questo bar si trovava
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
(tra Caliemonri e Ninocheli) e mi portò a vederlo da fuori per poi
vietarmi di andarci dicendomi che avrei potuto incontrare il suo ex
marito. Io non dissi niente a proposito, anche se avrei voluto
eccepire che non mi importava più di tanto di frequentare il bar
della figlia, oltretutto situato in un luogo dove io non passavo se
non raramente.
La signora Boscarolo, quando la figlia prese in gerenza
questo bar, trasferì il proprio conto corrente bancario, o era
contestataria del conto con la figlia, nella banca adiacente
l’esercizio pubblico (Banca C.R.I. - Cassa di Risparmio di Itas)
così alcune volte, per richiesta della signora Boscarolo la
accompagnai presso questa banca, lei poi passava dalla figlia ed
io stavo a bordo della mia autovettura ad aspettarla un po’ più in
là.
Pochi giorni prima che la figlia cedesse il bar, la signora
Boscarolo mi chiese di accompagnarla lì perché doveva portare
via alcune cose. Naturalmente io non solo non feci commenti e la
aiutai, (era presente la figlia), ma fui invitato a ritornare al bar il
giorno seguente per ritirare delle piante e alcuni altri oggetti,
perché la figlia non voleva ritornare a causa dei diverbi avuti con
l’ex socia.
Ancora una volta, senza commentare, diedi la mia
disponibilità.
Prima che la figlia lasciasse il bar mi fu chiesto dalla signora
Boscarolo di fare alcune foto ricordo del locale e della figlia che
io eseguii nella stessa giornata. Avendo ancora della pellicola nel
rullino da utilizzare, prima di svilupparlo, la signora mi chiese
anche di fare alcune foto del suo alloggio.
Anche questa richiesta fu da me esaudita (foto A).
Riflettendo oggi, anche su questo aneddoto, seguito da altri
dello stesso tenore, traggo la conclusione che la signora
Boscarolo non volesse che gli altri, figlia compresa, sapessero
che la nostra relazione e la nostra frequentazione era costante nel
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
tempo, chissà quali storie sono state da lei raccontate di cui io non
so nulla.
Un giorno la sig.ra Boscarolo mi mise al corrente che il
proprietario dell’alloggio da lei condotto le disse che per fine
locazione il contratto d’affitto le sarebbe stato rinnovato ma con
una richiesta di incremento di quasi il doppio della pigione, perciò
la stessa che lavorava in qualità di segretaria presso una ditta edile
si attivò per acquistare un alloggio da ristrutturare e di fatto lo
comprò nel vicino Comune di Costa lontano da Erichi, io la
accompagnai a visitare quello e anche un altro.
Già quando iniziò la mia relazione con la signora Boscarolo vi
furono episodi in cui la stessa accusava malori: vertigini, dolori
addominali, stanchezza, ed era anche facilmente osservabile che a
causa di un cambiamento di temperatura da caldo a freddo le
prime due falangi delle dita della mano della stessa diventavano
incredibilmente bianche e poi bluastre.
Pensai che lo stress della separazione e quello del forzato cambio
di abitazione con tutti i problemi finanziari annessi avessero
messo a dura prova la resistenza psico-fisica della stessa e che i
malesseri accusati in quei giorni fossero il segnale d’allarme di
una sindrome depressiva. Nell’anno in cui la signora Boscarolo
cambiò casa il nostro rapporto, per richiesta della stessa, avrebbe
dovuto cessare, a causa, a suo dire, di un diverso modo di
interpretare la vita di coppia, motivazione che io ritenevo assurda.
Io ero innamorato e legatissimo alla stessa e, con tanta pazienza,
riuscii a continuare la relazione seppure non vi fossero da parte
della mia compagna atteggiamenti che mi portassero a pensare
almeno nell’immediato ad una vera relazione o ad una convivenza
così come io auspicavo.
Come ho già detto, la signora Boscarolo aveva problemi di salute
e spesso accusava dei malesseri, un mattino mi telefonò la figlia,
che ancora non si era trasferita stabilmente a Mirini, dicendomi
che la sua mamma era stata così male che era stata da lei condotta
al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Erichi e mi chiese di
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
raggiungerle. Preciso che erano alcuni giorni che io non la vedevo.
Proprio perché era stata lei a chiedermi di non vederla per un po’
di tempo, mi stupì tantissimo la chiamata della figlia, mi recai lo
stesso prontamente all’ospedale, dove venivo informato dai medici
che la stessa, per una crisi acuta di dolori all’addome si era
disidratata, ciò anche a causa di una crisi di vomito e dissenteria,
inoltre ed aveva perso conoscenza.
Quando giunsi all’ospedale constatai che le erano stati
somministrati una soluzione fisiologica per reidratarla e degli
antidolorifici e il problema si stava risolvendo. Io le stetti accanto
sino a quando fu dimessa e poi l’accompagnai a casa.
Dopo questo fatto nuovamente ci frequentammo.
Negli anni a venire la stessa fu portata da me al Pronto
Soccorso per analoghi episodi almeno altre due volte ed in un’altra
occasione, giudicandola intrasportabile, mi attivai al fine di far
giungere presso l’abitazione della signora Boscarolo al più presto
la guardia medica in quanto la stessa mi chiedeva di evitare, se
possibile, di chiamare l’autoambulanza. Preciso che fu la stessa
che mi chiamò telefonicamente in tutti e tre gli episodi verso le 3 /
4 del mattino chiedendomi di recarmi urgentemente a Costa
lontano da Erichi.
Con estrema tristezza devo aggiungere che la signora
Boscarolo non mi permetteva di fermarmi e pernottare a casa sua,
ma quando capitavano questi casi in cui lei stava male, venivo
invitato a fermarmi. Io naturalmente cedevo alla sua richiesta
perché mi sarei sentito in colpa lasciandola sola.
Dentro di me mi dicevo che ero solo un infermiere o un
volontario, allora dormivo sul divano. Tante altre volte restai a
casa sua quando aveva dei malesseri, mi chiedeva di darle del
Toxenal o farmaci tipo il Xalom per evitare o calmare i dolori di
stomaco. Stavo con lei sino a che si sentiva meglio, poi si
assopiva ed io me ne andavo tirandomi la porta di casa, proprio
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
perché sapevo che a lei non faceva piacere trovarmi lì il mattino
seguente.
Tra il 1997 e il 2004 la sig.ra Boscarolo mi chiese di aiutarla
nei suoi problemi di salute e di darle una mano perché le
riconoscessero un’invalidità, in quanto qualcuno l’aveva informata
che le era possibile a seguito del riconoscimento di questa
invalidità, conseguire un contributo economico.
Dopo aver pianificato con lei il da fare, mi attivai per farla
visitare da un mio amico medico e poi mi attivai perché ottenesse
il ricovero per ben due volte presso una clinica convenzionata di
Driassandela, dal 20 al 25/03/2000 per studiare il suo caso più
approfonditamente ed avere una documentazione da utilizzare per
l’ipotesi di un assegno di invalidità e dal 6 all’11/2/2004 per altre
analisi.
Gli accertamenti ribadirono che la stessa era affetta da
sindrome di STERC, manifestazione di Naudeyr, Pio- Oriditismo
autoilleso e Redosclerima.
Delle cartelle cliniche, non ritirate dalla signora Boscarolo
perché dimessa, mi furono compilata da lei due deleghe in cui mi
si autorizzava al ritiro delle stesse.
Per comodità diedi queste deleghe al mio amico dottore nel suo
studio di Tortorinolo affinché, recandosi a Driassandela, ritirasse
le cartelle cliniche.
Assieme alla delega la signora Boscarolo mi consegnò le copie
delle sue carte di identità, copie le quali mi furono restituite e che
per anni sono rimaste a dormire fra mille altri documenti e che
produco ai fini probatori delle mie dichiarazioni (All. n. 10
e
All. n. 11).
Oltre a ciò vi era una degenerazione del tessuto intestinale.
Queste patologie aggravavano o erano provocate da una sindrome
depressiva e uno stato perenne di ansietà causate alla stessa,
soprattutto da problemi finanziari e dall’incertezza del suo stato di
salute.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Ero veramente in pensiero per la salute della mia compagna
che un giorno mi confidò anche che qualche volta al mattino, al
risveglio, non riusciva ad alzarsi dal letto.
Le chiesi di spiegarsi meglio e lei mi disse che lei avrebbe
voluto alzarsi ma che il corpo non rispondeva al suo comando di
alzarsi e mettersi in piedi. Chiesi spiegazione al mio amico medico
che, se ben ricordo, mi disse che ciò che il Redosclerima causava
esternamente sulle estremità della signora Boscarolo e che io
avevo avuto modo di vedere e di descrivergli, accadeva
presumibilmente anche a livello neurologico e che ciò che riferiva
la signora Boscarolo poteva esserle veramente accaduto.
Andammo anche parecchie volte da un erborista (Dino) che le
prescrisse delle tisane che lei assunse per parecchio tempo.
Di questo erborista la signora Boscarolo seppe mentre eravamo
nell’officina di un mio amico. Sentì la discussione tra questo mio
amico e altre persone in cui si apprezzavano le cure e i rimedi
prescritti da questo erborista ed era interessata a tal punto che mi
invitò al più presto ad accompagnarla da lui.
Andammo anche da un medico ad Itas, specialista in fiori di bach
che le prescrisse altre terapie. In una farmacia venni a conoscenza
dell’esistenza di questo medico. In seguito parlando del più e del
meno raccontai alla mia compagna di questo dottore, lei molto
interessata mi chiese se potevamo andarci. (All . n.12 ).
Quello che mi rimane fortemente impresso di questa ultima
visita, è che la signora Boscarolo alla fine del consulto chiese a
questo dottore, come se questi mi conoscesse e così non era o
come se fosse un indovino, se io ero una persona perbene, una
brava persona. Naturalmente il medico le rispose, sapendo che ero
stato io ad accompagnarla, che ero una brava persona.
La mia compagna mi chiese dopo aver effettuato queste visite
cosa ne pensavo, io la stimolai a provare le cure che le erano state
prescritte, pur non credendole efficaci se non per l’effetto placebo
che avrebbero avuto su di lei e devo dire che ebbi una buona
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
intuizione, per un lungo periodo la sig.ra Boscarolo stette molto
meglio.
Ancora grazie alle mie conoscenze e alla mia disponibilità
feci istruire in breve tempo dal sindacato una pratica per il
riconoscimento di un assegno di invalidità per lo stato di salute
della signora Boscarolo.
Insomma, malgrado il minor o scarso coinvolgimento della
signora Boscarolo nella nostra relazione e il perenne maltrattarmi,
io mi ponevo giornalmente a sua disposizione.
Io credo che cerchiamo tutti di non vedere ciò che ci fa star
male, ma io sentivo che lei non era innamorata di me e a torto o a
ragione avendo sempre in mente una sua frase scrittami in una sua
lettera “non so quando mi sentirò di nuovo in grado di mettere la
mia vita nelle mani di un uomo” ho cercato, con il mio modo di
comportarmi e di essere, di farmi accettare e di ottenere fiducia
dalla stessa.
Per alcuni periodi la nostra relazione poteva sembrare
normale e tranquilla poi tutto ad un tratto la mia compagna si
voleva allontanare.
Ci sono innumerevoli fatti che definisco incredibili, ma
veramente accaduti, che possono dare esempio dell’atmosfera che
dovevo vivere e malgrado tutto ciò che racconterò appresso il mio
sentimento non subiva nessuna instabilità, anzi io ho sempre
creduto che con il tempo determinati atteggiamenti negativi da
parte della mia compagna sarebbero cessati ma purtroppo con il
tempo invece si verificarono scene che io non ho affatto
sottovalutato, anzi, ma grazie alla mia personalità ho cercato di
affrontare in modo sempre positivo e risolutivo anche per dare alla
mia compagna un po’ di forza e non farla sentire sola di fronte alle
avversità.
Il primo episodio successe il primo anno della nostra
relazione (1996). Eravamo in vacanza a Atea (foto B) ed essendo
tutte le sere assieme anche a dormire ne approfittammo ed
avemmo più rapporti intimi, cosa che a Tortorinolo avveniva per
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
lo più solo il fine settimana. A mezzogiorno di uno di questi giorni
di vacanza, dopo esserci concessi, scendemmo per il pranzo,
dopodiché la signora Boscarolo mi precedette nel ritornare in
camera di pochi istanti, io mi ero attardato a salutare delle
persone, salendo le scale all’improvviso la trovai svenuta sui
gradini della scala con la testa rivolta verso il basso e infilata nella
ringhiera, il colorito della stessa e il non rianimarsi mi fece
addirittura pensare fosse morta. E’ stata la prima volta per me in
assoluto che ho perso il controllo malgrado avessi fatto un corso di
pronto soccorso e mi sentissi in grado di intervenire, ritornai di
corsa nel salone dell’Hotel a chiedere aiuto, lì una delle cameriere
che per fortuna prestava servizio nella croce rossa intervenne
prontamente e rianimò la sinora Boscarolo che fu da me
trasportata poi all’ospedale.
All’ospedale le fu diagnosticata una emorragia ad una cisti
ovarica, così mi riferì la signora Boscarolo. Fui stupito di questa
diagnosi perché non sapevo che la signora Boscarolo avesse
questo problema ma dopo esserne stato informato capii perché
dopo un rapporto, la stessa avesse a volte dei dolori addominali,
quello che più mi sconcertò fu che alla mia domanda, se lei
sapesse di avere quel problema, ella mi rispose di saperlo e
aggiunse che i medici le avevano chiesto se era stata violentata.
Io naturalmente le chiesi cosa avesse risposto e le dissi che
mi pareva una domanda inaudita. Lei mi rispose che aveva riferito
di avere avuto un normale rapporto, dopodiché, eseguitale una
ecografia, i medici ebbero visione di quella cisti ovarica che
aveva prodotto una emorragia. Visto da solo questo fatto sembra
una banalità ma così non fu.
Oggi questo episodio lo valuterei certamente diversamente, non
una banalità ma un fatto indicativo di ciò che si rivelerà nel tempo
la personalità “singolare” della signora Boscarolo.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Un altro episodio successe a Pasqua del 1998: quel mattino la
chiamai tardi perché aspettavo la sua telefonata che ancora non era
giunta. Non volevo svegliarla perché la sera prima eravamo andati
a dormire tardi, così chiamai quando mancavano circa 15 minuti a
mezzo giorno. La salutai, le chiesi come stava, mi rispose bene,
allora io le chiesi a che ora dovevo andarla a prendere
aggiungendo che era già un po’ tardi per decidere dove andare a
pranzo, lei mi rispose che forse sarebbe andata a pranzo con sua
figlia. Questa risposta in qualche modo mi insospettì in quanto
non mi era stato detto di questa possibilità, anzi sapevo che la
figlia doveva uscire con il suo compagno, io le chiesi se potevamo
andare insieme a pranzo perché a quell’ora sarei rimasto solo e mi
dispiaceva.
A questo punto elle mi disse che non potevo andare con loro
perché forse avrebbe pranzato con lei e sua figlia anche suo
marito.
Io rimasi stupito di questa novità perché mi aveva sempre detto
che non voleva mai più avere a che fare con il signor Sconiglio,
suo ex marito (l’aspirante strangolatore). Le dissi subito che ero
stupito e che avrebbe potuto dirmelo prima così mi sarei aggregato
a qualcuno della mia famiglia o dei miei amici per trascorrere
anche io la Pasqua in compagnia.
Io andai ad Erichi dai miei parenti, per non rimanere da solo.
Preciso che gli unici miei parenti italiani viventi abitano in
Erichi.
Alcuni di loro abitano proprio nel proseguimento della strada
dove vivono, per quanto mi consta, le famiglie di due sorelle
della signora Boscarolo.
Parcheggiai la moto davanti alla chiesa limitrofa alla sua
abitazione (il Duomo) e a piedi mi avvicinai alla sua abitazione
proprio mentre la sua auto si allontanava. Ebbi un attimo di grande
sconforto, non capivo, io con lei mi ero sempre comportato
correttamente, lei era sempre informata di cosa io facevo e dove
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
ero, in quelle rare occasioni in cui non fossi stato in sua
compagnia.
Pensai che si fosse riconciliata con il marito, ma se così fosse
stato perché non dirmelo? Anche se la delusione sarebbe stata
ugualmente grande lo avrei saputo almeno in un modo meno
traumatico. Ritornai a riprendere la mia moto dopo essermi ripreso
dallo stupore e mi misi in marcia in direzione di Tortorinolo in
quanto i miei parenti non rispondevano al telefono.
Mentre percorrevo la strada verso Tortorinolo incontrai l’auto di
Arianna al semaforo dell’incrocio per la strada di Cettope.
Fu lì che vidi che effettivamente che c’era il marito alla guida
dell’auto.
Stavo per superarli e andarmene quando fui stretto dall’auto verso
il marciapiede a sinistra della carreggiata, fermai la moto
appoggiandola sul cavalletto laterale, anche l’auto più avanti si
arrestò, ne discese l’ex marito della signora Boscarolo che
avvicinandosi a me urlava epiteti nei miei confronti. Di fatto mi
colpì con due pugni al volto, uno dei due colpi fu parzialmente
attutito dal casco che non avevo neppure avuto il tempo di
togliermi, l’altro pugno mi colpì alla mascella senza per altro che
io riportassi nessuna conseguenza. Io cercai di parlare con il
signor Sconiglio e mi ero preparato mentalmente a difendermi
attivamente. Questi si avventò sulla mia moto che era rimasta una
ventina di metri indietro e di fatto si mise a prenderla a calci, così
facendo la moto che era appoggiata al cavalletto laterale cadde a
terra riportando una ammaccatura al serbatoio, la rottura del freno
destro e la rottura della staffa di alluminio del poggiapiedi del
passeggero.
Stavo per reagire a questo comportamento quando comparve un
tizio che si avventò sul signor Sconiglio trattenendolo per le
braccia (venni poi a sapere che doveva essere il fratello dello
stesso che era nelle immediate vicinanze o che era stato
telefonicamente avvertito).
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
La signora Boscarolo a questo punto urlò, con mio stupore, all’ex
marito: fermati, guarda che è un vigile.
A questo punto capii che al signor Sconiglio erano state riferite a
proposito della mia presenza delle cose non corrispondenti alla
verità, io credo che lo stesso quando venne informato che ero un
vigile capì che la sua ex moglie non gli aveva detto tutta la verità e
interruppe il suo comportamento.
La mia moto è molto pesante, con fatica la rialzai, dopo averla
messa in moto risalii e mi misi in marcia, fu in quel momento che
il signor Sconiglio rivolgendosi a me disse: bastardo, se ti trovo
a Tortorinolo ti passo sopra con il camion.
Seppi, a distanza di molto tempo dalla signora Cersella, madrina
della figlia, che la signora Boscarolo in quella circostanza aveva
riferito all’ex marito, per nascondere la nostra relazione, che io la
importunavo negando di avere una relazione con me.
Io scelsi di allontanarmi ritenendo fosse la cosa più saggia da fare.
Ero solo in quella circostanza, non avevo testimoni, senz’altro
avrebbero cambiato lo svolgimento del fatto e io mi sarei ritrovato
coinvolto in una rissa con tutte le conseguenze che ritenevo
inopportune. Per le stesse ragioni non denunciai l’accaduto alle
Autorità giudiziarie.
Ritengo solo necessario aggiungere che senz’altro se lo
svolgimento dei fatti fosse stato diverso da quello da me ora
rappresentato, la signora Boscarolo non avrebbe continuato a
frequentarmi ancora per altri cinque anni.
Questa affermazione senz’altro vale, anche se non la
ripeterò, per altri episodi in cui la signora Boscarolo cercherà
di mutare gli eventi e le considerazioni.
In merito alla frequentazione tra me e la sig.ra Boscarolo non
dispongo di molte prove documentali dell’anno 1997, mi sono
rimaste le ricevute: del 22/6/97 relativa ad un pernottamento a
Marina di Polo (All. n. 13 ), del 7/8/97 (All. n 14 ) e del 9/8/97
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
(All. n 15 ) + All.(foto B) relative alle ferie e in ultimo la ricevuta
del 5/12/97 (All. n 16 ) + (All.foto C) di un soggiorno a Garipi di
quattro giorni, di cui invece di essere perlomeno benvoluto,
ricevetti un rimprovero per non averla anche portata a visitare il
maniero di Trasailles.
Le chiesi perché fosse così adombrata per il fatto che non
l’avessi accompagnata a Trasailles ed ella mi rispose che da
bambina aveva sempre fantasticato di essere la regina in quella
reggia. Allora non diedi alcuna importanza a questa affermazione
e al relativo malumore della mia compagna, oggi sono propenso a
pensarla diversamente e che anche questa affermazione può dare,
a mio avviso, una indicazione della personalità della signora
Boscarolo.
Un altro importante episodio successe nella mia nuova
abitazione dove vissi dal marzo 1997 al marzo 1999.
Un fine settimana,
non ricordo perché,
ma molto
probabilmente perché la figlia era via con il suo compagno, la
signora Boscarolo dormì a casa mia il venerdì e il sabato sera e
quindi restammo assieme anche la domenica.
Il venerdì avemmo un rapporto, il sabato no perché
tornammo da ballare stanchi e la domenica mattina, dopo aver
preso il caffè avemmo un altro rapporto.
Facemmo la doccia assieme, lei uscì dal bagno per prima, io
rimasi ancora, finii di asciugarmi e quando uscì a mia volta dal
bagno la chiamai. Dato che non rispondeva la cercai in camera da
letto ma lì non c’era, in cucina c’ero già stato e non l’avevo vista,
non capivo, ho pensato che volesse scherzare e si fosse nascosta
ma non c’era da nessuna parte, ero così convinto che stesse
giocando che la cercai sotto il letto, dietro all’armadio,
nell’armadio stesso, nello sgabuzzino. Andai sul balcone, poi mi
affacciai alla finestra e la vidi per la strada che si allontanava da
casa mia. Non capivo, non era successo nulla, non avevamo
bisticciato, eravamo sereni. Per accedere al mio alloggio al primo
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
piano, ingresso dal ballatoio, bisognava superare un cancello
chiuso a chiave e lei per uscire si era arrampicata e lo aveva
scavalcato. Corsi per la strada, la raggiunsi e la convinsi a tornare
a casa con me. Le chiesi spiegazioni e lei mi disse che non poteva
sopportare di avere ben due rapporti la settimana e sfogandosi
cominciò a dirmi che lei non aveva mai masturbato neanche suo
marito, che le faceva schifo toccarlo e che le faceva schifo il
liquido seminale sul suo corpo e che non le piaceva ancor di più
che io le accarezzassi le sue parti intime dopo il coito.
E’opportuno che io specifichi che non avevo mai chiesto alla
sig.ra Boscarolo durante il rapporto sessuale di masturbarmi ma,
provocatoriamente, di dirmi se sapeva di avere le mani e se
sapeva che poteva qualche volta usarle.
L’assurdo era che lei mi diceva di preferire una carezza sul
volto ad altre carezze quando in realtà non si sottraeva a queste
ultime ma semplicemente non le contraccambiava né nelle mie
parti intime né tanto meno sul volto.
Io seppur sbalordito da quelle affermazioni che mettevano in
luce una personalità che io non conoscevo affatto, cercai di avere
un dialogo pacato e le feci delle domande per capire.
Seppi così che anche con il suo ex marito aveva rapporti a
volte anche solo mensili e che questo comportamento era
consolidato già dall’inizio del suo matrimonio.
Nonostante lo stato d’animo in cui mi trovavo, un misto di
stupore e di incredulità, conservai rigorosamente un atteggiamento
pacato e accondiscendente verso la mia compagna.
Dopo aver fatto colazione assieme in un bar vicino alla mia
abitazione ed esserci recati in chiesa per la Messa domenicale,
trascorremmo la giornata andando, come spesso facevamo, ad un
mercatino dell’usato. La sera ritornammo a casa mia poi cenammo
in un ristorante sotto casa dove spessissimo ci recavamo, dopo di
che la accompagnai a casa.
Era da poche ore successo un fatto per me veramente
incredibile ma ero riuscito a nascondere la mia preoccupazione sia
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
per quello che avevo visto che per ciò che mi portava a dedurre il
fatto.
Amavo quella donna ed ero intenzionato a adeguare il mio
comportamento sessuale ai suoi bisogni anche se mi rendevo
conto che non ci sarebbe più stato da parte mia, nei nostri incontri,
la spontaneità che è doverosa durante un rapporto sessuale.
Credo infatti che nessuno faccia l’amore senza usare le
proprie mani per eccitare il proprio partner o per semplici
tenerezze.
Nel tragitto da casa mia verso casa sua, a bordo della mia
auto, la signora Boscarolo volle intavolare un discorso su quanto
aveva fatto quella mattina, io le dissi che per me era come se non
fosse successo nulla e che mi sarei adeguato alle sue esigenze.
Sapevo di sbagliare nel cercare di controllare il mio
comportamento sessuale, ma ci avrei almeno provato, conscio che
la nostra relazione sarebbe terminata, se non avessi cercato di
andarle incontro.
La signora Boscarolo espresse dei dubbi sul fatto che
potessimo trovare un’intesa, io cercando di farla ragionare sulle
sue limitazioni mi addentrai in un discorso del quale non mi resi
subito conto di quanto fosse pericoloso.
Chiesi alla signora Boscarolo di farsi un’autocritica e
chiedersi se il suo modo di comportarsi sessualmente, anche con
il suo ex marito, non fosse stato il motivo dell’allontanamento di
questi. Le chiesi se alla sua età, non certo adolescenziale, non
fosse venuto il momento di affrontare le ripugnanze che lei mi
aveva manifestato.
Forse fui un po’ duro nel dirle queste cose, ma io volevo solo
che lei si rendesse conto che se si trovava in quella situazione,
ovvero un fallimento matrimoniale ed ora un altro fallimento di
relazione, era solo grazie alle sue esagerate limitazioni nella sfera
intima, sia nelle manifestazioni che nell’esigua frequenza.
All’improvviso la signora Boscarolo spalancò la porta
dell’auto e sarebbe uscita dall’auto in movimento se non l’avessi
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
prontamente trattenuta, certamente si sarebbe arrecata dei seri
danni, se non, per assurdo la morte, in quanto percorrevamo la
discesa che da Nipo Tortorinolese porta ad Erichi all’altezza della
strada che conduce a Monte Picep.
Con una mano continuai a trattenerla mentre compivo una
svolta a sinistra, unica manovra che mi era consentita dalle
circostanze, andando di fatto in una strada trasversale priva di
traffico, lì arrestai l’auto e subito venni da lei prima aggredito
verbalmente poi colpito con due schiaffi e graffiato
intenzionalmente sul viso, dopo di che la stessa scese dall’auto in
preda ad una crisi di nervi; urlava, tremava, si abbassò sulle
gambe accosciata e si tenne le braccia sul ventre come se avesse
forti dolori e convulsioni, io la raggiunsi la cinsi da dietro
accosciandomi a mia volta, poi mi sedetti a terra facendo così
sedere lei su di me, poi con dolcezza la invitai a calmarsi.
Dopo qualche minuto si tranquillizzò.
Io ero stravolto, avrei voluto portarla all’ospedale ma pensai
che avrei dovuto spiegare al medico che cosa le era successo e che
per lei sarebbe stato un motivo di vergogna, indiscutibilmente
avrei peggiorato la sua situazione emotiva. Così la portai a casa e
le stetti vicino fino a quando si mise a letto e la vidi tranquilla.
Oggi sono portato a pensare che la signora Boscarolo avrebbe
senz’altro reso al medico dell’ospedale delle dubbie dichiarazioni
concernenti il suo stato emotivo. Negli anni ho capito che ogni
occasione era buona per cambiare gli eventi, magari non con
l’intento di calunniare me, ma sicuramente per dimostrare che lei
era sempre nella ragione, nel giusto, che lei era sempre vittima.
Successivamente mi giunse una lettera ( All. n.17 ) della
signora Boscarolo colma di astio nei miei confronti che di fatto
stravolgeva tutto ciò che io le avevo detto, soprattutto non mi
sarei mai permesso appellarla come lei dice nella lettera, la parola
“puttana” era da lei usata frequentemente, soprattutto quando
faceva riferimento alle persone delle mie passate relazioni, non
solo ma tutte le frequentatrici della sala da ballo che io ed anche
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
lei frequentavamo, erano tutte “puttane”, inoltre non potevo
accettare che lei mi dicesse di rinfacciarle che pagavo tutto io, io
le avevo fatto notare più di una volta e soprattutto in una
discussione con la signora Ceresella che lei era una persona avara
ma avara di sentimenti, una persona arida ( e non mi sbagliavo).
Ho scritto negli anni tante lettere alla signora, lettere che non
mi preoccupo di fornire in quanto lo farà senz’altro lei, in quanto
la stessa desume da queste che lei non mi abbia mai amato.
Ebbene queste lettere cercavano di spiegarle ciò che pensavo
e provavo per lei, ahimè, credevo di essermi spremuto fino
all’impossibile nel cercare di spiegarle che io l’amavo a tal punto
che ogni mio bene era anche suo e il mio comportamento fu
sempre coerente con ciò che scrissi.
Negli anni ho confidato di essere finalmente compreso ma
poi i fatti mi prospettavano un’altra realtà della quale, non mi
stancherò mai di ripeterlo, deponeva per una grande aridità di
sentimenti da parte della signora Boscarolo nei miei confronti e
nei confronti della gente in generale.
Rileggendo quella lettera di Arianna traggo e trassi molte
conclusioni che non esprimo, mi è sufficiente dire che credo di
essere stato usato e finché ho taciuto ciò che invece avrebbe
dovuto essere detto, sono stato tollerato. Nel momento in cui persi
la pazienza e le dissi come la pensavo, anziché farne autocritica,
la signora Boscarolo mi congedava.
La lettera termina chiedendomi di non chiamarla per non
mettere di nuovo tutto in discussione, sennonché dopo una
inaspettata riflessione la signora Boscarolo riprenderà a
frequentarmi dopo essere stata lei stessa a cercarmi.
A sostegno di questa mia affermazione chiederò di acquisire
le telefonate fattemi spontaneamente dalla signora Boscarolo da
più utenze: dal suo primo cellulare da me regalatole con scheda a
me intestata n. 03367736420, dal secondo cellulare sempre da me
regalatole n. 3364568301, dal telefono del lavoro GERANIO srl
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
presso Centro Commerciale “IL CALDO” (non ricordo il
numero),
dal telefono del Geranio srl sede attuale n.
066/6411610, dal telefono della OMC Demolizioni nella prima
sede del quale non ricordo il numero e dalla sede attuale n.
0666478373.
Inoltre dal telefono di un ufficio di amministrazioni di stabili
in Subitorino dove la signora Boscarolo prestò servizio per
qualche tempo sita in Subitorino in via Dolcetti 16. Dal telefono
dell’ex abitazione di Erichi n. 0666425212 telefono
dell’abitazione attuale n. 0666468216 telefono che non è più
attivo.
Aggiungo inoltre che dispongo di un nastro registrato (All. n.18 )
dalla mia segreteria telefonica in cui è chiaro, per alcune frasi
dette dalla signora Boscarolo e per il tono con cui vengono dette,
che il sottoscritto in alcuni casi si è sottratto volutamente alla
presenza quotidiana con la signora Boscarolo e che questa era
dispiaciuta della mia assenza. Il periodo è facilmente deducibile
poiché altre persone lasciano messaggi di condoglianze per la
morte di mio padre.
In uno dei messaggi è persino dichiarato allusivamente, che
a lei la telefonata non costa perché è messa in atto dalla ditta
dove lavorava.
Era l’anno 1999, erano passati all’incirca tre anni, io superai
questo episodio e mi adeguai ai comportamenti della signora
Boscarolo ed ero sempre sicuro ( povero illuso) che il tempo
avrebbe ridotto le distanze anche da queste inattese novità.
Per la Pasqua di quel ’99 andai con la signora Boscarolo a
trascorrere le festività in Costa Azzurra.
Pensai a quello che mi aveva combinato la Pasqua dell’anno
passato e mi venne voglia di andarmene in vacanza da solo ma fu
solo la riflessione di un attimo. Sapevo benissimo che mi sarebbe
mancata dopo pochi minuti e che mi sarei sentito in colpa.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Mi recai in una agenzia di viaggi e chiesi, anche se non me
lo potevo permettere, un soggiorno in un luogo ove potessi
trovare mare pulito e un ottimo hotel dove si mangiasse bene.
Mi prospettarono diversi luoghi tra cui Barcellota, feci allora
una telefonata alla signora Boscarolo alla quale prospettavo le
località propostemi dall’agenzia, lei, con entusiasmo, mi rispose
di sì per la Costa Azzurra, escludendo Barcellota perché mi disse
c’era già stata con l’ex marito, scegliemmo così la rinomata
cittadina di Juan le Piedin.
Quando arrivammo sul posto considerai che l’hotel e il
servizio erano effettivamente di un tenore superiore a quello che il
sottoscritto era abituato.
Gradita sorpresa: il pranzo veniva servito non in hotel ma in
spiaggia in una coreografia di tipo tropicale.
La signora Boscarolo era allegra, di compagnia, aveva
insolitamente perso il suo solito malumore.
Fu una gita finalmente piacevole e pensavo che le cose
stessero cambiando ma nei mesi successivi il rapporto fu
caratterizzato dalle stesse tensioni provocate dalle diverse
aspettative che ciascuno di noi aveva nei confronti dell’altro.
Continuammo in ogni caso a vederci. (vedi contratto di
viaggio) (All. n 19 ) + (All.foto D).
Dal 17/8/1999 trascorremmo alcuni giorni ad Atea, lo si
deduce che eravamo insieme dalla ricevuta in cui si legga: una
matrimoniale.(All. n 20 ) + (All.foto E)
Il giorno 10/9/1999 andammo a cena alla Taverna delle Rose
e aggiungo solo che fu una cena a lume di candela.(All. n 21).
Il giorno prima del suo compleanno, il 4/10/1999, festeggiai
la ricorrenza in sua compagnia ed in compagnia di una coppia di
miei amici. Prenotai al maniero del Salentino, luogo per me
romanticissimo, le feci trovare al tavolo 44 rose rosse (All. n. 22).
Sempre per il suo compleanno del 99 le regalai anche un
televisore (All. n.23 ) per sostituire il suo che si era guastato e due
biglietti per un volo andata e ritorno per Nodral, comprensivo di
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
soggiorno per tre giorni e le dissi che quello sarebbe stato
l’ultimo evento prima di una nostra separazione che ritenevo
doverosa.
A proposito del televisore regalatole per il suo compleanno,
mi tocca spendere due parole. Rammentando che quando portai il
televisore nel suo voluminoso imballo era mia intenzione toglierlo
dalla scatola e installarlo al posto del vecchio, ma ella non volle.
Le chiesi il perché e mi rispose che così magari qualcuno gliene
avrebbe regalato un altro (sigh!).
Io speravo che quel viaggio chiudesse un capitolo confuso
per poi, forse, aprirne uno nuovo dopo un periodo di
allontanamento che ci portasse ad una vera relazione dove ci fosse
un impegno anche da parte sua ad un progetto di vita insieme.
Mi preme precisare che i biglietti del volo per Nodral e il
soggiorno glieli offrii per lei e per sua figlia e fu la signora
Boscarolo che scelse di fare quel viaggio con me. Io acconsentii
dicendole che però quella era l’ultima volta che sarei stato con lei
e che dopo ci saremmo pacificamente separati.
Partimmo il 16/10/1999 per Nodral (All. n.24 ) e dopo
l’entusiasmo del suo primo volo di linea, la signora Boscarolo,
come suo solito, diventò scontrosa per un motivo banale, non
aveva portato scarpe da passeggio, a suo dire perché io non le
avevo detto che c’era da camminare. Il nostro hotel distava poche
centinaia di metri dal palazzo reale, dove avremmo dovuto
assistere al tradizionale cambio di guardia, quella breve
passeggiata in una giornata piacevolmente assolata diventò una via
crucis.
Per un imprevisto ritardo del primo transito della
metropolitana perdemmo il volo di ritorno in quanto non ci
accettarono al check- in, ci furono tensioni che io non avrei mai
avuto se fossi stato accompagnato da una persona che mi amava e
che mi desse il suo appoggio, così quel viaggio fu un fallimento,
a mero titolo di prova documentale aggiungo ricevuta di acquisto
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
valute, da me acquistate, da utilizzare per il soggiorno a Nodral
(All. n 25 ) + (All.foto F).
Dopo il viaggio a Nodral, circa una mese dopo, la signora
Boscarolo mi chiamò telefonicamente e mi comunicò di avere dei
disturbi vaginali. Mi specificò di avere delle perdite accompagnate
da dolori.
Le furono prescritti dei test ed io come al solito, per sua
volontà dovetti accompagnarla all’ospedale.
Ci recammo all’ospedale Ziamaurino sia per i prelievi che per
ritirare gli esiti.
Fu una vera sorpresa quando, aperta la busta del referto dei
test, scoprimmo che la voce Serianis Vulgaris ( All.n.26) era
riferibile alla malattia venerea che noi comunemente chiamiamo
“filo d’acqua”.
Subito dopo anche io mi recai all’ospedale Medeo di Vasoia
per verificare se ne ero anche io portatore.
Gli esami esclusero che avessi questa infezione.
Gli esami ai quali mi sottoposi deponevano inoltre che
nell’immediatezza non avevo assunto antibiotici. ( All.n. 27
richiesta copia esami )
Quando partii per Nodral si era recidivata una fistola anale
che aveva formato un ascesso. Proprio per questo evento mi erano
stati prescritti degli antibiotici dal mio medico curante al quale
chiesi spiegazioni circa questa infezione.
Lo stesso mi spiegò che per la cronologia dei fatti, in
riferimento anche all’ultimo rapporto sessuale avuto con la signora
Boscarolo durante il soggiorno a Nodral, non avrei potuto, grazie
all’assunzione di questi antibiotici, né contrarre l’infezione da una
ipotetica altra partner, né trasmetterla alla signora Boscarolo, né
essere da lei infettato. ( All. n. 28 – 28bis – 28ter ).
Io non avevo avuto nessun altro rapporto con nessun’altra
partner (povero fesso), potevo solo pensare, con cristiana
rassegnazione, che questa infezione potesse essere stata trasmessa
alla signora Boscarolo non solo per via sessuale in quanto se
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
escludevo, questa possibilità, con caritatevole tolleranza, mi
rimaneva solo da pensare che la mia compagna avesse avuto un
incontro con un altro partner e devo dire che pensai effettivamente
ad un “convegno”, nello spazio temporale in cui non ci siamo più
incontrati, con il suo ex marito di professione, camionista……..
Devo dire che da parte mia anche questo episodio è stato
perdonato e avrei continuato lo stesso la mia relazione, anche se
gli scenari non erano dei più immacolati.
La signora Boscarolo riferì alla sua amica Ceresella che era
stata da me infettata. Anche questo episodio fu da lei utilizzato per
calunniarmi ingiustamente.
Ora anche se ho cercato di non esprimere in questo mio
scritto dei giudizi personali sulle vicende, sono costretto a
chiedere una riflessione a codesto rispettabile Tribunale su questo
fatto, ponendo una domanda. Se effettivamente fossi stato io ad
avere “il filo d’acqua” ed averlo trasmesso alla signora Boscarolo,
quest’ultima non avrebbe dovuto interrompere definitivamente la
relazione con me?
Anche quell’anno finì e festeggiammo assieme il capodanno
nella solita sala da ballo da noi frequentata ( La Mazurca).
L’anno 2000 trascorse nuovamente con alti e bassi provocati
dal comportamento della signora Boscarolo.
Data che ricorderò perché segnai sul mio calendario e
conservai le ricevute : (All. n. 29 ) il 13 febbraio 2000 (domenica),
un giorno prima del mio compleanno, andammo a Quartieretto
Spirito Santo per festeggiare i miei 44 anni. In aprile la
accompagnai per la prima volta alla UIL per la visita medico
legale per un eventuale assegno di invalidità. Il medico curante
della sig.ra Boscarolo compilò un certificato a tale proposito di cui
io conservo ancora l’originale che mi fu dato dalla stessa (All. n.
30 ). Questo documento non fu prodotto perché giudicato dal
medico del sindacato incompleto e ne fu stilato un altro.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Mi preme mettere in evidenza che nell’anamnesi remota e
prossima, il medico curante riporta:
2000 ricovero per Redosclerima, anni 27 ricovero per polmonite,
anni 33 ricovero per sindrome vertiginosa.
Stato generale manifestazione di Naudeyr.
Documentazioni sanitarie eseguite: cartelle cliniche relative ai
ricoveri e alle visite specialistiche reumatologiche.
Eventuali terapie praticate: Rioteux 100
Diagnosi: Redosclerima con interessamento cutaneo, arterioso
esofageo, tiroideo.
Da tale anamnesi si può evincere che la sig.ra Boscarolo già prima
di conoscermi aveva avuto episodi di vertigini e che le malattie
descritte non sono certo malanni improvvisi ma malattie che si
sono manifestate nel tempo e cronicizzate con dei peggioramenti
episodici non certo correlati alla frequentazione del sottoscritto.
Vede signor Giudice, la signora non sapeva neanche più lei cosa
mangiare per non sentirsi male, qua di seguito le allego un
“pizzino” scritto di suo pugno in cui fa un promemoria da
sottoporre a qualcuno: “Cosa mangio durante la giornata?
Parmigiano? Marmellata? Solo quelle verdure?” (All. n. 31).
In giugno la riaccompagnai al sindacato sempre per lo stesso
motivo.
Le fu poi fatta una visita di controparte da un medico legale di
Tortorinolo nei pressi di piazza Anarchia e precisamente in via
Teucci n. 4.
La cosa ridicola di queste visite è che io tutte tre le volte
scoprii, perché ebbi intimità con la signora Boscarolo, che la
stessa si era recata a queste visite medico-legali con la biancheria
intima non certo consona ad una visita in quanto la stessa
indossava in tutte e tre le occasioni un perizoma.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Lo stesso medico del Sindacato le aveva fatto notare questo
particolare in mia presenza, dicendole di vestire in un’altra
maniera più adeguata…….
Nei giorni seguenti l’ultima visita, la signora Boscarolo mi
disse che anche sua sorella, non mi disse quale, ma credo Samira,
si espresse negativamente sulla biancheria intima indossata alle
visite. Ciò voleva dire che ne avevano parlato, o del fatto in se
stesso o che io l’avessi ripresa di quel comportamento.
Certo molte volte si raccontano dei fatti per intavolare una
discussione, per il piacere della conversazione, oggi invece sono
certo che la signora Boscarolo volesse sentire quale fosse il parere
della sorella perché non accettava il mio. Rammento una sua
estenuante discussione in cui ella mi diceva che il medico doveva
giudicare la sua malattia e non le sue mutandine ed io seguitavo a
dirle che purtroppo veniva valutato anche il suo modo di vestire
non consono ad una persona che si definiva malata e con dei
problemi e con delle difficoltà gravissime nel condurre la sua vita
quotidiana, così come lei sosteneva.
Non solo, ma oggi comprendo che l’abbigliamento non
conveniente al caso, fa parte dei “disturbi” di cui soffre, per
quanto mi consta, la signora Boscarolo.
Aggiungo, perché ci si faccia una chiara idea delle
contraddizioni della sig.ra Boscarolo che io stesso sapendo che lei
preferiva tale indumento intimo, indossandolo al posto del
comune slip, gliene feci dono più volte nel corso della nostra
frequentazione. Semplicemente li acquistavamo al mercato.
Ebbene, un giorno all’improvviso mi disse che le dava
fastidio che io glieli comprassi e regalassi, che preferiva al posto
di questi o di un completo intimo, che io le facessi dono di un
libro. Le chiesi cosa le dava fastidio, se lei stessa se li comprava,
oltre che poi indossarli nei momenti sbagliati quali le visite e lei
mi rispose che io li compravo per poi vederli indossati!!!
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Evitai di commentare, un sabato, invece di andare al mercato
con lei, andai in un’edicola-libreria, le comprai un libro intitolato
“Il falco della nevi”, lo scelsi perché nel retro della copertina il
libro veniva così descritto: “Una storia tenera e drammatica,
un impareggiabile affresco in cui si mescolano amore e
pericolo. Il falco della nevi è un romanzo straordinario”.
In quelle poche parole identificavo la mia relazione con la
signora Boscarolo.
Lei senz’altro non avrà neanche associato quelle parole al
mio gesto indotto dalle sue assurde parole.
Era l’ennesimo paradosso che udivo dalla mia compagna, nel
comperare il libro volevo solo risponderle che io le regalavo delle
cose che pensavo le fossero gradite, delle cose che le servissero
nella quotidianità e dal momento che lei indicava che un libro le
faceva piacere, le acquistai il libro.
Il 21 giugno del 2000 fui ricoverato per un’operazione a quella
fistola anale che già mi aveva disturbato nel viaggio a Nodral.
(All. n. 32 e 33 ).
La signora Boscarolo, venne a prendermi il 23 giugno perché
fui io a chiederle questo favore, non fu certo lei ad offrirsi, vedi
ricevuta parcheggio (All. n.34 ). Lo stesso giorno nel ritornare a
casa avemmo un rapporto sessuale.
Il 24 e 25 agosto trascorremmo due giorni in riviera e in
quell’occasione visitammo le grotte di Notoira (vedi foto e
ricevute ristorante) (All. n.35 – 36) +( All. foto G). Il 24 dicembre
(vedi ricevuta) (All n. 37 ) cenammo assieme e così il 30 dicembre
(vedi ricevuta) (All. n. 38 ) .
Il 31 dicembre festeggiammo la fine dell’anno a ballare con la
figlia della signora Boscarolo che venne a casa della mamma per
trascorrere le feste di fine anno. La signora Boscarolo mi invitò
per il capodanno presso una sala da ballo di Scaira, dove lavorava
il compagno della figlia. Li brindammo assieme, salutando
l’ultimo giorno dell’anno.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Del 2000 allego ancora 12 ricevute che provano la nostra
frequentazione. (all. dal 39 al 50 ).
Nel 2001 la relazione continuava – dispongo di 46 ricevute fiscali
di ristoranti vari in cui io e la signora Boscarolo pranzammo o
cenammo insieme, da (All. n.51 al 96 ).
Tra le date per me più significative, il 1° gennaio 2001
pranzammo o cenammo insieme (vedi ricevuta).( All. n. 97 )
Il 14 febbraio 2001, giorno del mio compleanno, cenammo
in un ristorante di via Zalon a Tortorinolo dove un mio carissimo
amico allietava la serata suonando la chitarra e cantando. (All. n.
98).
Quella sera andai a prenderla a Costa, il giorno prima mi
aveva premesso che sarebbe uscita con me solo per il mio
compleanno e non perché era San Valentino, festa degli
innamorati. Salii a casa sua perché non era ancora pronta (come al
solito), lei mentre finiva di vestirsi mi chiamò in camera da letto e
alzando la gonna mi face vedere che aveva indossato calze
autoreggenti e perizoma, poi mi chiese se andava bene come era
vestita per “quella serata”. Io fui stupito di ciò proprio per la
premessa del giorno prima ed anche perché era la prima volta che
la stessa indossava le calze autoreggenti, calze che io riconobbi,
erano quelle ormai da me dimenticate che avevo acquistato
erroneamente per lei alla stazione F.F.S.S. a Tortorinolo l’anno
prima in quanto le si erano smagliate le calze che indossava.
Terminata la serata al ristorante, sulla strada del ritorno le
chiesi se potevo fermarmi per strada, chiaramente per avere un
rapporto, e lei mi disse di essere disponibile per non più di 20
minuti al massimo mezz’ora perché l’indomani andava a lavorare,
data l’ora tarda che si era fatta.
A questo punto devo dire che la signora Boscarolo mi aveva
sempre vietato di avere rapporti sessuali nella casa dove aveva
vissuto con il marito perché “… quella è la casa del mio
matrimonio” mentre nella casa nuova di Costa il motivo da lei
addotto per cui non potevamo avere rapporti era “… perché
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
lo farò solo con l’uomo che starà con me tutta la vita e che
amerò”.
I nostri rapporti quindi avvenivano solo a casa mia o nei
luoghi dove capitava, il più delle volte nei prati limitrofi a casa
sua. Comunque accettai la disponibilità e mi appartai dietro il
distributore di benzina dopo la galleria di NipoTortorinese così
come avevamo già fatto altre volte.
Naturalmente, neanche dopo aver fatto l’amore con lei nel
giorno di San Valentino, non mi fu concesso di dormire a casa sua.
Il divieto di dormire da lei cessava sempre quando era colta
da malori più o meno intensi e devo dire che qualche volta mi
concesse di dormire da lei, senza alcuna ragione a me evidente.
Il 3 marzo 2001 andammo al mercato del pesce di Navoge
poi pernottammo a Marina di Polo per il fine settimana (vedi
ricevute) ( All. n. 99 e All n. 100 )
Il 2 aprile portai la signora Boscarolo da un medico ad Itas,
di cui ho già parlato, specializzato in farmaci omeopatici.
Fu soddisfatta e felice delle visite e del responso. (All. n.12
L’allegato è già citato).
Pasqua 2001 pranzammo al Ristorante Lo Staniero di Costa
lontano da Erichi
(vedi ricevuta più menu) – ( All. n. 101 e
All.n.102 ).
Quel giorno la signora Boscarolo doveva pranzare con figlia
ed ex marito ma poi cambiò programma, non ho mai saputo il
perché, se la figlia o il marito fossero stati occupati altrove.
Il primo giugno del 2001 stufo delle situazioni create dalla
signora Boscarolo, decisi di andarmene via da solo per qualche
giorno e scelsi di andare in un’Isola ospite di una coppia di miei
amici. Non le dissi nulla. Mentre stavo pranzando sul traghetto,
mi giunse una telefonata della signora Boscarolo, la quale non
sentendomi mi chiese dove fossi finito, le dissi dov’ero e lei ne
rimase stupita, anche perché era la prima volta che non le offrivo
di trascorrere un fine settimana insieme, le dissi che me ne ero
andato perché non sopportavo più il suo modo di fare nei miei
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
confronti e che avevo bisogno di stare qualche giorno solo a
riflettere, la salutai e tornai al mio pasto.
Io avrei voluto che fosse con me come sempre, anche se
sapevo che ogni gita piacevole veniva poi da lei “trasformata”.
Mi mancò tantissimo in quei pochi giorni.
Il 3/6/01 pranzai a Santa Teresa di Pollura (All. n 103)
Tornai a casa il lunedì 4 giugno 2001.
Il martedì seguente andai ad aspettarla all’uscita del lavoro
alle ore 12.30. Pranzammo insieme al ristorante di Costa lontano
da Erichi (non trovo la ricevuta ma mi si creda sulla parola) e
durante il pranzo le diedi un crocefisso d’oro di filigrana, tipica
lavorazione sarda, che lei accettò. All’incirca alle 13.30, finito il
pranzo, ci recammo a casa sua e inaspettatamente e per la prima
volta mi concesse di avere un rapporto completo nella sua
abitazione. Era un fatto per me sconcertante ma gradito,
rammento che mi aveva detto che nella casa nuova avrebbe
fatto l’amore solo con l’uomo della sua vita… per di più lei
stessa mi aveva più volte detto che lei non faceva mai sesso perché
se si concedeva era per amore. Pensai che quel mio andarmene per
la prima volta senza dirle nulla fosse servito a farla riflettere e che
la concessione fattami fosse un segno di amore nei miei confronti.
Pensai che con quella “concessione” io fossi finalmente
accettato e ricambiato nei sentimenti. Unico neo, se vogliamo
pietosamente così appellarlo, fu il fatto che poi fui letteralmente
sbattuto giù dal letto, perché a dire della signora Boscarolo, con
il mio liquido seminale: “Le sporcavo il copri materasso di
merinos”.
Da questo episodio in poi ci vedemmo abbastanza spesso.
Io aspettavo che fosse lei a chiamarmi e se proprio non lo
faceva allora la cercavo io, soprattutto per sapere come stava.
Il 7 settembre 2001 ricevetti una lettera della signora
Boscarolo in cui, con toni pacati, mi chiedeva di: “Sforzarmi di
staccarmi un po’ da lei” la lettera proseguiva con questa frase….
“anche se sono sicura che quando ci riuscirai sentirò molto
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
anche io la tua mancanza, però sono sicura che non potrà
farci altro che bene. Ti voglio bene. Arianna”. (All. n. 104 )
Questa lettera mi emozionò fortemente, da una parte mi
chiedeva di starle lontano, dall’altra mi dava una speranza quando
nella stessa lettera scriveva: “Comunque diamo tempo al
tempo, mai dire mai, ma bisogna che le cose vadano da sole
senza forzature”.
Da questa lettera e dal nostro primo incontro erano passati
più di cinque anni, altro che forzature, io in questi anni
sicuramente ho dimenticato di avere una dignità e mi sono
completamente annullato nell’aspettare quali fossero le giornaliere
intenzioni della signora Boscarolo.
Quando trovavo un po’ di forza per stare senza di lei ecco che
ricompariva e io speravo sempre fosse per tornare
definitivamente. Comunque cercai di ascoltare le sue richiesta
ma, ripeto, quando io sparivo ecco che lei mi chiamava.
Il 5/10/2001, a distanza di un mese dalla sua lettera nel
giorno del compleanno della signora Boscarolo cenammo a Costa
al Ristorante Lo Staniero ( All. n.105 ).
Il 2001 finisce con un evento che subito potrebbe sembrare
banale ma non lo è.
Per Natale sua figlia le regalò un cucciolo di cane, io vengo a
saperlo solo perché la vedo per strada con questo cucciolo al
guinzaglio nelle vicinanze del bar gestito dalla figlia, poi i primi
giorni del 2002 la stessa mi disse di quel regalo.
A scanso di equivoci, sappia, questo Tribunale, che nella via
dove gestiva il bar la figlia della sig.ra Boscarolo, abitavano e
abitano ancora i miei amici, quelli che mi ospitarono all’Isola,
(non quella dei famosi).
Dopo circa un mese il cane fece dei danni nella casa della
signora Boscarolo ovvero morse lo spigolo dell’orologio a
pendolo, una gamba di uno scrittoio e la gamba di un altro mobile.
Un pomeriggio, proprio quando mi ero recato a casa sua perché
ella mi aveva telefonato di andarmi a prendere il cane perché non
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
lo voleva più, il cane fece un’altra marachella di cui subito
nessuno se ne accorse: prese un soprammobile sul tavolo del
salotto, un cavalluccio a dondolo di legno regalatole dall’amica
Peppiniela, e lo morse fino a farlo letteralmente a pezzi.
Io presi il cane e mentre mi trovavo sulla strada di ritorno per
Tortorinolo la signora Boscarolo mi chiamò dal telefono di casa
sua n. 066 6468216 sul mio cellulare 3365074650 chiedendomi
perché io le avessi rotto il regalo di Peppiniela. Io le risposi stupito
che non le avevo spaccato proprio niente e mi alterai perché la
stessa insisteva che ero stato io. Tornai subito indietro a casa sua e
guardando il soprammobile le feci notare che erano chiari sul
legno i segni dei dentini del cane. All’evidenza dei fatti, ella
allora, seppur recalcitrante mi rispose: ”E’ vero è stata Nerina!”,
così in un silenzio colmo di disperazione mi portai via il
soprammobile, che riparai la sera stessa con tanta pazienza
quando fui giunto a Tortorinolo.
Il soprammobile è ancora oggi in suo possesso.
Mentre ritornavo a casa con il cane, non potei non
domandarmi perché lei assurdamente ascrivesse a me il
danneggiamento di quel soprammobile regalatole dall’amica
Peppiniela, anche se a chiunque sarebbe subito apparsa la realtà.
Il cavallo in questione Lo può vedere, posato sul tavolo,
nella foto allegato A, la sesta dall’inizio.
La signora Boscarolo quando mi affidò il cane dichiarò che
non era più disponibile a tenerlo perché non voleva che le
danneggiasse altre cose. Il cane stette con me per circa due mesi e
devo dire che non fece mai alcun danno nella mia abitazione.
Saltuariamente riportavo la cagnina alla signora Boscarolo per il
fine settimana e devo dire onestamente che grazie alla presenza di
questo cane ci fu nuovamente una frequentazione anche più
assidua in quanto lei mi chiamava per uscire a spasso con la
bestiola…….e la bestia più grande………che ero io !!!
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Dispongo di 49 ricevute fiscali di vari ristoranti dell’anno
2002 (da All . n.106 a All. n.154 ) dove io e la signora
Boscarolo abbiamo pranzato e cenato insieme a volte nella stessa
giornata. Le ricevute testimoniano che vi fu una frequentazione
durante l’anno e che sia per il mio compleanno, 14 febbraio ( All.
n. 113 ) che per il suo, 5 ottobre ( All. n. 114 ) trascorremmo la
giornata insieme. In ogni caso la relazione tra la signora Boscarolo
e me, nonostante i presupposti che sembravano caratterizzare un
cambiamento anche in virtù di quella lettera da lei scrittami nel
novembre dell’anno 2001, continuava ma non ne cambiava il
tenore.
Il 26 maggio del 2002 decisi nuovamente di troncare questo
rapporto e lo dissi alla signora Boscarolo. Di fatto ci recammo
nella cittadina di Paerotta a trascorrere la giornata, pranzammo al
ristorante “la Questua” di Paerotta – vedi ricevuta (All. n.155)- e
nel pomeriggio lei, io e il cane andammo a passeggiare in
montagna. In quella circostanza, di comune accordo, avemmo
l’ultimo rapporto.
Esiste anche filmato di parte della giornata (nastro all. 156).
La telecamera con cui fu ripreso il nostro soggiorno, mi era
stata prestata e quindi il sottoscritto a malapena riuscì ad
utilizzarla. Durante la ripresa compariva sul visore l’ora, io cercai
il modo di eliminarla ma non vi riuscii. Oggi devo dire che anche
questa coincidenza è utile a corroborare le mie dichiarazioni in
quanto proprio dagli orari che appaiono negli spezzoni del filmato
si può evincere che vi fu un intervallo nelle riprese prima che ci
allontanassimo dal luogo e mi si creda ancora sulla parola, quel
tempo non impresso sul nastro magnetico è però impresso
indelebilmente nei miei ricordi in un mix di gioia e tristezza in
quanto in quegli intervalli consumai quello che doveva essere il
mio ultimo rapporto con la signora Boscarolo.
A proposito del nostro “ultimo rapporto” in cui, con mio
stupore, riuscii anch’io ad avere orgasmo, in quanto la mia
compagna non lamentava come spesso faceva dolori addominali o
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
all’apparato genitale, la signora Boscarolo con mio stupore mi
disse: “Ti va bene così avrai un buon ricordo”.
Buon ricordo non lo posso avere, pensai io, trovavo questa
frase fuori luogo perché per me era effettivamente l’ultimo giorno
in cui avrei dovuto uscire con lei, evento per me molto triste, e
non era certo, (come diceva lei), una eiaculazione che mi lasciava
un buon ricordo, anzi, trovai la frase di estremo cattivo gusto.
Le frequentazioni, malgrado io volessi terminare il rapporto
come ho detto poc’anzi però continuarono e in altre occasioni ci
fu intimità.
Le ricevute dei ristoranti frequentati nel corso del 2002
danno ancora una volta prova di una frequentazione assidua tra me
e la sig.ra Boscarolo
Del 2003 non dispongo più di alcuna prova a supporto della
frequentazione tra me e la signora Boscarolo che comunque
avveniva con una certa regolarità, frequentavamo un ristorante a
S. Carlo di Letiglio, dove non ci davano mai la ricevuta, così come
succedeva in vari altri ristoranti e in particolare in un locale per
soli soci in Tortorinolo.
E’ certo che in detto ristorante io e la signora Boscarolo ci
andammo per l’ultima volta il 4 aprile 2004 (domenica).
Ricordo con precisione la data perché o smarrii o mi venne rubato
il telefono cellulare e di questo misi al corrente i gestori del locale
pregandoli di contattarmi, in caso di ritrovamento, tramite il
numero di cellulare della mia compagna.
Il giorno seguente, 5/4/2004 chiesi al gestore del mio telefonino, la
TIM, di farmi il duplicato della scheda.
La prego, signor Giudice, di considerare questo particolare
episodio in netta opposizione all’imputazione e alle false
dichiarazioni della mia ex compagna. Il teste informato su
questo fatto è stato citato.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Ritornando indietro nel tempo, dal 27/7/2003 al 25/11/2003
ero a casa dal lavoro e soggiornai per tutto quel periodo nel
Comune di Paesana.
Il cane, restò con me per tutto questo periodo.
Il fine settimana per tre volte la signora Boscarolo venne a
Paerotta a trovare il cane. Io volevo allontanarmi dal luogo in cui
la signora Boscarolo aveva deciso di passare qualche ora ovvero
lungo il fiume Più. Nerina, come io mi allontanavo, cercava di
seguirmi perciò dovetti, mio malgrado, restare in compagnia di
Arianna. (All. foto H )
Quando di ritorno da questo periodo restituii il cane, ci fu un
altro episodio in cui lo stesso danneggiò in due diversi momenti le
fodere dei divani della casa della signora Boscarolo quindi la
stessa mi ritelefonò e il cane fu nuovamente affidato a me dopo
soli tre giorni.
Sembrava fosse successo chissà quale disastro, la signora
Boscarolo era quasi isterica per ciò che aveva fatto il cane tanto
che chiamò la sua amica Ceresella per farsi aiutare nel togliere le
fodere dei divani.
Da questo periodo in poi vi fu un peggioramento della salute
della signora Boscarolo tanto che la stessa che prestava lavoro al
mattino presso una ditta e al pomeriggio presso un’altra, si dovette
licenziare scegliendo la ditta del pomeriggio (OMC Demolizioni)
perché a suo dire il titolare della ditta del mattino (la Geranio
s.r.l.) era un persona disordinata e confusionaria e lei, con i suoi
problemi di salute, non riusciva più a star dietro a tutte le
incombenze di quell’ufficio (specifico che era la sola impiegata
dell’ufficio).
A suo dire il titolare aveva anche problemi di liquidità e stava
per fallire, subentrava allora nella ditta un socio che lei mi disse
doveva essere un politico o vicino all’ambiente politico e l’arrivo
di questo socio la indisponeva.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Poco tempo dopo il suo licenziamento la signora Boscarolo
mi riferì, prima telefonicamente e poi di persona che il suo ex
titolare e il nuovo socio avevano aperto un enorme cantiere per la
costruzione di un grande fabbricato in Tortorinolo nella ex area
dei mercati federali e che nel cantiere era successa una disgrazia
ed era morto un operaio extracomunitario. La sig.ra Boscarolo al
telefono mi invitò ad acquistare il quotidiano locale che ne
riportava la cronaca e commentò dicendo:”Mi dispiace per il mio
ex titolare, meno male che me ne sono andata”.
Io sentii l’impulso di dirle ciò che pensavo della sua
esternazione, ma tacqui. Se c’era qualcuno per cui dispiacersi,
questi era l’operaio morto, già ma la mia ex compagna non aveva
una gran considerazione per coloro che invece io definisco, povera
gente spremuta e umiliata.
Questa scelta, per motivi di salute, fu a lungo discussa dalla
signora Boscarolo con il sottoscritto, poiché la mancanza di uno
stipendio metteva in difficoltà la conduzione della propria vita
privata in quanto lei doveva far fronte al mutuo per il pagamento
della casa e anche alla rata dell’acquisto di una nuova vettura, che
io mi ero permesso di sconsigliarle. Naturalmente nelle
discussioni io le feci presente che non avrebbe dovuto accettare il
regalo del cane perché era in ogni caso un onere finanziario che
comunque, devo dire polemicamente, si era risolto con il fatto
che il cane lo tenevo sempre io, che la casa era pur necessaria ma
avrebbe potuto economizzare sui materiali scelti e che
l’autovettura avrebbe potuto comprarla anche usata riducendo così
le spese.
Devo dire che vi erano altri acquisti che io ritenevo superflui
per esempio un giorno mi fece vedere che aveva acquistato un
paio di stivali di colore rosa su cui abbiamo scherzato molto
proprio per il colore e che le erano costati 400.000 delle vecchie
lire.
Lei mi disse che sentendosi depressa aveva bisogno di
farsi questi regali che la tiravano su di morale.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
E’ la prima volta che lo dico ma la signora Boscarolo mi
faceva sempre presente la difficoltà nel far quadrare i conti tanto è
vero che nel trasloco dalla casa di Erichi a quella di Costa,
dovendosi disfare frigo vecchio di vent’anni, anziché regalarmelo,
me lo vendette per la somma di lire 200.000 (sigh?), inoltre un
giorno mi chiese di venderle o impegnarle una pelliccia di volpe
che lei mi disse non usava più. Io tentai di darla al Monte di Pietà
a Tortorinolo ma mi dissero che ne avevano già tante e che non
me l’avrebbero ritirata. Chiesi quanto poteva valere, mi risposero:
“300.000 Euro”. La somma la diedi di tasca mia ad Arianna.
La pelliccia è ancora in mio possesso inutilizzata.
Un teste per questo episodio è stato citato.
Io ho sempre confidato, invitandola a pranzo o a cena di
concorrere alle sue spese di gestione ma né ho sempre ricevuto in
cambio delle frasi del tipo: “Io mangio poco o quasi non mangio
perché non sto bene”. Certo è che dal 1996 sino alla fine del
nostro rapporto non ho mai ricevuto un invito né a cena né a
pranzo, né in un ristorante, né per un pranzo preparato a casa sua.
Le poche volte che ho assunto cibo in casa sua, mi sono
portato la spesa. Alcune volte trovandomi da lei nell’ora di pranzo
o nell’ora di cena ero invitato a restare con queste parole:” Adesso
devo mangiare perché se no sto male, o ti fermi o te ne vai”.
Così molte volte sono sceso a comprare due pizze o
qualcos’altro per poi consumare a casa sua. E’ opportuno dire che
le ricevute dei ristoranti che ho allegato sono un’esiguità rispetto
alle volte che io la invitavo in locale pubblico.
Sia chiaro che dei soldi non mi importava nulla, erano i modi
che mi ferivano, era la mancanza della stessa generosità che io
avevo con lei che mi turbava, erano decine e decine le volte che le
dissi che tutto ciò che possedevo era anche suo e per me non erano
solo parole. Il 2003 finì, lei passò la festività di Natale e
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
capodanno a Mirini da sua figlia, io la raggiunsi come c’eravamo
accordati e il giorno di S. Stefano andai a pranzo con lei.
L’anno 2004 iniziò come sempre, ci vedevano ogni tanto –
l’accordo era da amici.
Nel gennaio la signora Boscarolo stava nuovamente male, la
accompagnai, su sua richiesta, all’ospedale Maltese da un altro
dottore mio conoscente specialista in gastroenterologia (dott.
Disou) e lei gli chiese personalmente di ricoverarla. La richiesta
era dettata dal fatto che la sig.ra Boscarolo diceva di non avere
soldi da spendere. Questi non la ricoverò poiché la signora
Boscarolo era già in possesso di tutte le analisi che avrebbero
dovuto eseguirle nel reparto di gastroenterologia.
Di suo pugno il dott. Disou scrisse dietro un biglietto un
esame che la signora Boscarolo avrebbe poi potuto fare
ambulatorialmente, ovvero la colonscopia virtuale, su un’altro
biglietto scrisse il nome del medico con cui doveva mettersi in
contatto a suo nome, poi ci congedò. (All.n.157 e 158 e 158 bis ).
A seguito del diniego del dottor Disou, per richiesta della
stessa, le fornii il numero telefonico del dottor Riferi e lei, con la
richiesta del suo medico curante, gli chiese se poteva nuovamente
ricoverarla all’ospedale di Driassandela.
Stette in quell’ospedale dal 6/2/2004 all’11/2/2004, io la
accompagnai e ogni giorno andavo pure a farle visita, poi finita la
permanenza in ospedale la riaccompagnai a casa.
Durante la degenza la stessa mi chiese di far ricoverare anche
la figlia che aveva un menisco da regolarizzare e grazie alle mie
dirette conoscenze con il chirurgo ortopedico ( dott. Riferi
Giuseppe ) feci in pochi giorni accettare anche la figlia presso
l’ospedale per l’intervento che avvenne il 23/2/2004.
In quell’occasione prima del ricovero della figlia la signora
Boscarolo offrì il pranzo in un ristorante da noi spesso frequentato
nei pressi di Itas (San Carlo di Letiglio ), a me, alla figlia ed al
compagno della figlia. Ne rimasi stupito, anche se ripensandoci
era un atto che la signora Boscarolo riteneva soltanto dovuto.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Durante la degenza della figlia che fu dal 23 al 25/2/04 io non
mi recai all’ospedale, ci sarei andato volentieri, ma Arianna mi
disse che all’ospedale ci sarebbe passato l’ex marito e che quindi
era meglio che io non ci andassi.
Dopo l’intervento la figlia soggiornò per qualche giorno a
Costa e poi tornò a Mirini. Tra i due ricoveri, di madre e figlia, il
14/2/04 c’era nuovamente S. Valentino, che era anche il giorno del
mio compleanno. La sera della ricorrenza che cadeva di sabato, la
signora Boscarolo ed io ci recammo a ballare nella solita sala da
ballo ( La Mazurca ), dove ci trattenemmo tutta la serata in
compagnia della sorella Samira e del compagno della sorella,
( vedi foto all. I ).
Il giorno seguente, Domenica 15/2/04, la signora Boscarolo
ed io trascorremmo la giornata assieme, poi cenammo al
Ristorante Lo Straniero di Costa lontano da Erichi ( All . n. 159 )
Arianna il 6 maggio 2004 mi telefonò e mi disse che non
stava troppo bene, aveva mal di gola.
Mi recai da lei e in quell’occasione feci delle foto con il
telefonino a lei che giocava nel letto con la cagnina.
Quando arrivai la signora Boscarolo aveva un’espressione
funerea, era, come spesso la trovavo, in uno stato di nera
depressione. Con il mio allegro e felice modo di fare cercai di
svagarla. Mentre scattavo le foto con il mio telefonino appena
acquistato, la incitavo a ridere. Calandomi nella parte dello
scherzoso giullare, riuscii così, come tante altre volte, a farla
ridere, terapia straconosciuta da chiunque, consigliata per qualsiasi
malanno e indicatissima per una persona depressa.
Altro che molestarla, mi viene da pensare oggi riguardando
quelle foto e anche tutte le altre foto qui allegate.
Quando io andavo da lei, malgrado sapessi tristemente quale
fosse il mio “ruolo”, indossavo sempre virtualmente l’abito del
giullare, io volevo vederla allegra per il suo bene ed anche perché
così mi si riempiva il cuore di gioia.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Il giorno 7 maggio 2004 alle ore 12, 17 ricevetti un
messaggio in cui la signora Boscarolo mi inviava il numero di
cellulare della figlia, un numero nuovo che io non avevo, in modo,
lei mi disse, che io inviassi su un cellulare predisposto al
ricevimento, le sue foto a letto che giocava con il cane, il quale
oramai soggiornava stabilmente a casa mia, forse all’insaputa
della figlia che glielo aveva regalato,. Chissà perché mi chiese di
mandare le foto? Forse mi fu chiesto per far vedere alla figlia che
anche lei teneva il cane!?
Rimessasi da quel periodo di malattia il 6/6/2004, la signora
Boscarolo partì per Mirini per andare a casa della figlia e vi
giunse il giorno stesso. Mi informò di questo viaggio il giorno
prima, poiché durante il ricovero in ospedale avevo di nuovo
deciso di allontanarmi, in quanto malgrado io continuassi ad
offrirle le mie disinteressate attenzioni, ella continuava a trattarmi
come un estraneo o forse anche peggio.
Di questo ricovero della sig.ra Boscarolo mi preme ricordare
che una sera delle cinque giornate in cui era degente ed io ero
andato a farle visita, entrando nella sua camera, la sorpresi mentre
stava piangendo. Per me fu subito grande angoscia e dolore.
Le chiesi subito se stesse male, lei mi rispose di no.
Non le chiesi se era successo qualcosa, mi aspettavo fosse lei
a rendermi edotto, ma non ebbi risposta.
La osservai qualche istante, il suo viso era sofferente e
continuava a piangere, per offrirle un gesto di tenerezza mi
avvicinai e la strinsi forte a me, lei mi allontanò come infastidita e
io ci rimasi male e fondamentalmente stupito.
Tutti i giorni della sua degenza ero partito da Tortorinolo per
recarmi nell’ospedale di Driassandela dove lei era ricoverata per
farle visita, per darle un conforto morale.
Erano mesi che non avevo rapporti con lei né mai gliene
avevo chiesti, mi comportavo “da amico” come mi aveva chiesto
lei. Le avevo dato niente più che un abbraccio e non so se sono in
grado di spiegare cosa provavo, era una condivisione di quel
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
dolore che io vedevo tramite le sue lacrime e il suo viso che
esprimeva dolore e amarezza.
Perché allora mi allontanava così infastidita?
Dopo un attimo in cui provai vero dolore per il suo gesto, le
dissi: “Ti saluto” e stavo per andarmene.
La sig.ra Boscarolo vedendo il mio disappunto mi richiamò a
sé dicendomi: ”Vieni qua”, invitandomi con la mano a sedermi sul
letto accanto a lei.
Io le risposi: ”No !”. Poi le chiesi perché mi offendeva così.
Lei mi disse nuovamente di avvicinarmi, ma io rifiutai.
Ero veramente amareggiato, trattenei a malapena un pianto di
rabbia. Le dissi subito che quando fosse tornata dall’ospedale le
avrei restituito la sua cagnina così non ci sarebbe stato più nessun
“cordone ombelicale” che ci legasse.
La sua unica preoccupazione, vedendomi così risoluto nel
manifestare il mio desiderio di allontanarmi da lì e da lei, fu se io
mi fossi ancora occupato dell’operazione della figlia e prima che
io uscissi dalla sua camera mi chiese se io avessi ancora
intenzione di “aiutarla”.
Era per me l’ennesima offesa, ormai a questo punto del
racconto è sicuramente chiaro a chi legge quali fossero i torbidi
pensieri della signora Boscarolo. Mentre io facevo tutto e di più
soltanto per il vero sentimento d’amore che provavo per lei e che
io ritenevo estendersi a sua figlia e ad ogni altro suo parente e
amico, lei si preoccupava soltanto di sapere se io avrei mantenuto
la mia parola, per non perdere le prestazioni di favore…...
Quello che mi fece male è che non portò con sé il suo cane a
Mirini, non capivo il suo comportamento, come mai in
un’occasione mi aveva persino assurdamente minacciato di andare
dai Carabinieri se non glielo avessi riportato e ora che andava in
vacanza non me lo chiedeva?
Chiesi spiegazioni del perché non lo portasse con sé, mi fu
risposto che la figlia aveva un gatto in casa.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Nerina, convive ormai stabilmente con la mia gattina (Cicci),
(hanno la stessa età) e non hanno mai bisticciato.
Il 6/6/04 alle ore 11, 09 ricevetti sul mio telefonino
(3365074650) un messaggio dalla signora Boscarolo giunta a
Mirini: “Sono arrivata, tutto o.k.” (3364568301).
Il 10/6/2004 alle ore 10, 25 ricevetti dalla stessa un nuovo
messaggio sul cellulare (3365074650) “sono di nuovo a letto”.
Quest’ultimo messaggio me lo inviò da Costa lontano da
Erichi, da casa sua, ora comprendo perché, le avevo detto che al
suo ritorno da Mirini le avrei restituito il cane.
A questo punto è doveroso che io descriva un personaggio
presente in moltissime occasioni: la signora Fermardi Ceresella,
madrina della figlia della signora Boscarolo e parente della stessa,
non so con quale grado.
Durante un incontro avvenuto tra la signora Boscarolo e
Ceresella, in cui ero presente anch’io, la signora Ceresella,
sfogandosi, ci disse che il marito aveva una relazione con un’altra
donna e che pur “uscendo” con quest’altra, quando ritornava a
casa voleva avere anche con lei dei rapporti intimi. Ci disse
inoltre che il marito voleva impedirle di uscire la sera, malgrado
lui andasse fuori, e che più di una volta le aveva messo “le mani
addosso”. La signora Boscarolo diventò così assidua
frequentatrice della signora Ceresella.
Un giorno tutti e tre assieme a bordo della mia auto ci
recammo a Tortorinolo, dovevo accompagnare Ceresella da un
mio conoscente, titolare di una agenzia investigativa.
Ceresella si era decisa a separarsi, però prima di
intraprendere la divisione voleva essere certa della relazione che il
marito aveva ed averne le prove.
Durante il tragitto si parlava del più e del meno, ad un certo
punto la signora Boscarolo, rivolta a Ceresella le disse: “Sai
Ceresella, quando vado a messa, mentre pregavo mi è capitato a
volte, di vedere Gesù sulla croce che si muove e a volte vedo la
Madonna che mi viene incontro”.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Io rimasi stupito di questa affermazione della signora
Boscarolo, scambiai un’occhiata con la signora Ceresella e la
signora Boscarolo cambiò discorso.
Ceresella ed io ci vedemmo in molte occasioni dopo quella
dichiarazione e tutti e due riparlandone manifestavamo stupore per
ciò che avevamo sentito. Durante gli incontri con Ceresella le
raccontavo tutti i problemi che avevo con la signora Boscarolo,
cercavo da lei un aiuto, le chiesi di parlare ad Arianna e cercare di
capire se voleva tornare con il marito, naturalmente le raccontai
l’episodio di quando la signora Boscarolo si voleva gettare fuori
dell’auto e tante altre cose.
Ceresella mi rispose subito che non era vero ciò che mi aveva
detto Arianna ovvero che il marito arrivava a casa, mangiava e
poi se ne andava e mi raccontò che la signora Boscarolo per un
lungo periodo fece l’animatrice della Parrocchia e si occupava
anche della squadra di pallavolo in cui giocava anche la figlia,
così quando il marito tornava a casa non trovava nessuno ad
aspettarlo.
A proposito dei malori della signora Boscarolo mi disse che
questa non stava già bene di salute prima ancora di conoscere me e
aggiunse che lei per parecchi anni era andata in ferie con Arianna
e i rispettivi mariti, con altri fratelli e le rispettive mogli, durante
queste ferie la signora Boscarolo non si occupava come le altre
donne di cucinare o delle altre faccende, proprio perché diceva di
non sentirsi bene, però quando era ora di uscire e di andare a
ballare ecco che le ritornava tutto il vigore.
Nel tempo, io e la signora Ceresella diventammo, si può dire,
anche un po’ più che solo conoscenti, io la ritenevo un’amica e
credo che anche lei mi ritenesse tale. Mi raccontò molte novità sul
passato di Arianna ed io ero meravigliato di questi racconti che
erano fatti che lei non mi aveva mai confidato.
Tutto mi portava a dedurre che per lei ero solo un
accompagnatore di comodo, che ero stato usato per i suoi bisogni,
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
vuoi a volte come infermiere o come quello che la portava a
pranzo e cena, in gita e perché no, anche a letto al suo bisogno.
La signora Boscarolo seppe che io saltuariamente incontravo
Ceresella e fece un apprezzamento che ormai non mi stupiva più,
mi disse: “Magari lei esce per venire a letto con te”.
Avevo pena di lei, per questa incredibile frase che era la
prova di quanto fosse prevenuta, maligna e cattiva.
A questa frase io replicai dicendole che se era arrivata a
meditare ad una cosa così meschina era veramente fuori di testa.
Riferii a Ceresella di questa frase detta da Arianna e la stessa
convenne con me sulla malignità e quanto fosse fuori luogo il solo
averlo pensato.
In uno degli incontri tra me e Ceresella quest’ultima mi riferì
di aver parlato ad Arianna di me e di averle chiesto se era sicura di
voler chiudere la nostra relazione. Arianna le rispose che mi
avrebbe frequentato finché c’ero, che poi in seguito avrebbe
deciso cosa fare.
Aggiunse anche che avrebbe desiderato la mia lontananza per
vedere se io le fossi mancato.
L’anno in cui la signora Boscarolo acquistò l’alloggio, per
ristrettezze economiche fu ospite nelle vacanze estive di Ceresella
che aveva affittato un alloggio a Mirini ed esattamente in Via
Selvaggio angolo Via Divina Mora.
L’anno seguente Ceresella, con altre due amiche, affittò
nuovamente un appartamento per le vacanze estive.
Arianna era sempre in ristrettezze economiche ed io ero stato
nuovamente allontanato parzialmente, così Ceresella le offrì di
ospitarla gratuitamente.
Durante questi giorni io telefonavo sia ad Arianna che a
Ceresella, telefonavo di proposito poco ad Arianna per farmi
sentire lontano da lei.
In una delle telefonate a Ceresella questa mi disse che
Arianna era stata male nottetempo e che era ancora a letto.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Io partii all’istante. Neppure Ceresella sapeva come
intervenire nel caso in cui Arianna venisse colta da malore, così
credetti doveroso accertarmi delle condizioni di quella “persona”
che comunque amavo infinitamente.
Partii alle ore 12.00, ero così in pensiero che chiesi un po’
troppo alla mia vecchia auto che durante il tragitto di ritorno si
fermò definitivamente per un guasto al motore, episodio di cui
non informai neanche la mia compagna. Giunsi da Arianna in
tempo record e fui subito rincuorato dal suo stato, non era così
grave da essere condotta al Pronto Soccorso, mi fermai soltanto
una ventina di minuti, dovevo essere a casa a tutti i costi alle17,
se le condizioni di Arianna fossero state pessime avrei rischiato e
non sarei tornato a casa.
Me ne andai a malincuore e non potei fare a meno di pensarla
durante tutto il viaggio di ritorno con quel viso pallido con una
smorfia di dolore.
Giunto a casa, la prima cosa che feci fu telefonare a Ceresella per
non disturbare Arianna, Ceresella mi riferì che Arianna stava un
po’ meglio.
Le ferie di Ceresella, delle due altre amiche e di Arianna
avrebbero dovuto durare tutto il mese, se non che dopo circa due
settimane, o forse meno, Arianna mi comunicò che sarebbe tornata
a casa.
Io le chiesi perché e lei mi rispose che aveva bisticciato con
le altre perché le facevano fare delle figuracce; io chiesi a
Ceresella cosa fosse successo e lei mi riferì che una sera, alla fine
di una cena in un ristorante, vedendosi portare un conto troppo
salato, avevano chiesto spiegazioni. Arianna non voleva che si
facessero questioni sul prezzo perché a suo dire ci si faceva una
brutta figura, le altre invece vollero chiedere come era stato fatto
il conto.
In definitiva il giorno dopo, così mi riferì Ceresella, la
signora Boscarolo preparò i bagagli per andarsene via e
unitamente a questi prese i generi alimentari da lei acquistati da
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
utilizzare in comune. Mi fu riferito che portò via nientemeno che il
pacco della pasta già iniziato e i resti della frutta!!!!!!!!
Ricordo che andai a prenderla e concordai con la stessa di
trascorrere tre giorni al mare, lì, poco distante da dove stavano
Ceresella e le amiche e che lei, nei giorni a seguire vedendole da
lontano, voleva che evitassimo.
Dopo questi episodi e tanti altri, anche Ceresella conveniva
con me che Arianna usava tutti per le sue necessità.
Ceresella stessa, sfogandosi mi disse che aiutò Arianna nel
trasloco da Erichi a Costa e che aiutò anche la figlia di Arianna
nel trasloco da Erichi a Variano e che poi non fu neanche invitata
a partecipare all’inaugurazione del bar gestito dalla figlioccia.
Ceresella è una persona di cuore e perdonò questi
comportamenti da parte di Arianna, la quale intanto era entrata in
una crisi depressiva, in quando come ho già avuto modo di dire
era costretto licenziarsi dal lavoro, perché non riusciva più a
gestire da sola tutte le incombenze dell’ufficio in cui prestava
servizio……!!!
Ricordo che provai una gran tristezza, quando Ceresella mi
disse che Arianna le domandò a proposito del suo licenziamento
se poteva contare su un piatto di pasta nel caso non gliel’avesse
fatta, non solo, ma disse anche a Ceresella che sperava che io le
dessi dei soldi nel caso in cui avessi vinto una causa di lavoro
ancora pendente presso il Tribunale dove io ero parte offesa, in
quanto lei mi aveva aiutato qualche volta a battere a macchina dei
miei scritti. (Gulp!! )
Ceresella mi riferì anche che Arianna le aveva chiesto un
prestito sia per lei che per la figlia, mi pare di ricordare, due
milioni delle vecchie lire a lei e due per la figlia.
In quella circostanza io dissi a Ceresella che Arianna aveva
chiesto anche a me se le prestavo dei soldi e che ora capivo perché
mi avesse detto che non le servivano più.
La cosa che mi colpì, ancora di ciò che mi riferì Ceresella, è
che Arianna le disse che lei le era amica da più tempo e che quindi
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
non doveva dare ragione a me di certi suoi comportamenti anche
se lei avesse avuto torto.
La signora Ceresella potrà opportunamente anche riferire
sull’episodio che ora racconterò, non perché questa sia stata
presente al fatto, ma perché mi riferì che la signora Boscarolo le
disse che io l’avevo sequestrata e violentata.
Una sera di settembre-ottobre 2002 la signora Boscarolo
venne a casa mia perché, come eravamo d’accordo, saremmo
andati assieme a ballare.
Premetto che di fronte alla porta di casa mia in via Quartiere
PO 29/a, abitava la signora Rozzala con cui avevo ed ho un
ottimo rapporto di amicizia.
Preso atto del fastidio che la signora Boscarolo aveva nei
confronti della signora Rozzala, io omisi di dire che la stessa
abitava in via Quartiere PO dove io mi trasferii per abitare
stabilmente nell’agosto del 2000.
Io non avrei avuto alcun problema nel riferire che oltre che
esserne dirimpettaio, era stata la stessa signora Rozzala, con
grande amicizia, che mi propose l’affitto di quell’alloggio
sapendolo libero, tanto più che la signora Boscarolo sapeva che le
mie vicende lavorative mi avevano arrecato un danno economico
così oneroso che dovetti soggiornare per più di un anno in una
roulotte sita in un campeggio di Tortorinolo. (All.n. 160, 160 bis,
160 ter).
Quell’alloggio, in una zona poco confortevole non era il
meglio, ma il canone era modesto perciò colsi l’occasione al volo.
In cuor mio avrei voluto che Giovanna ed Arianna si
conoscessero e divenissero anche amiche, ma mentre la prima
avrebbe anche potuto instaurare un rapporto di amicizia, la
seconda, come ho già detto, storceva il naso solo a sentirne
parlare.
La signora Rozzala era provvista di una chiave per entrare nel
mio alloggio ed io avevo la sua. La confidenza tra noi è così
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
grande che sia lei che io entravamo nei rispettivi alloggi non
suonando i campanelli ma utilizzando le chiavi.
Questa consuetudine faceva sì che quando rispettivamente
eravamo in compagnia dei nostri partner, ambedue lasciavamo la
chiave nella serratura, proprio per segnalare all’altro la presenza
di ospiti. Quando dalla scala si sentiva vociare all’interno
dell’alloggio, era già scontata la presenza di qualche persona ed
allora la signora Rozzala ed io nel caso volessimo parlarci ci
telefonavamo,
Fatta questa premessa torno a quella serata che doveva essere
“danzante”.
Preparai cena e attesi l’arrivo della mia compagna la quale
per problemi di salute, così come mi fece sempre osservare,
doveva mangiare alle 19,30 e non più tardi, in caso contrario le
venivano vertigini e dolori di stomaco.
Cenare a casa mia era un evento eccezionale, perché, come
si può constatare dagli allegati stessi, era consuetudine andare al
ristorante, orbene, Arianna arrivò e mi disse che non aveva voglia
di cenare. A parte il fatto che mi ero messo a spignattare con gran
gioia per prepararle una cenetta e mi dispiaceva che lei non avesse
appetito, c’era anche da considerare che quando saremmo stati in
sala da ballo, dopo un po’ di movimento, la mia compagna a
digiuno, sicuramente come era già successo altre volte, si sarebbe
sentita subito debole tanto da non voler più ballare nonostante il
suo grande entusiasmo per la danza, poi le sarebbero comparse
come al solito le già citate vertigini e mal di stomaco.
Con dolcezza insistetti perché lei mangiasse qualcosa di
quello che avevo preparato, (con tanto amore e anche con l’aiuto
di Giovanna), per evitarle di stare poi male.
Per carità, non l’avessi mai fatto, nello spazio di pochi
secondi “la serata” era finita. Lei con protervia, come fossi il suo
schiavo, dicendomi che non voleva più andare a ballare, mi ordinò
di portarla a casa.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Io in un soprassalto di dignità le risposi che poteva tornare
con l’autobus, così come era venuta; che io avrei cenato e poi
sarei andato a letto a dormire. Le dissi che l’indomani, se mi fosse
passata, l’avrei riportata a casa e che se voleva poteva dormire da
me.
Io cenai, lei si spogliò e andò a letto.
Mentre mangiavo pensai che Giovanna poteva venire in casa
perché si era detto che noi saremmo andati a ballare. La chiamai al
telefono, alzando un po’ il volume del televisore per non far
sentire ad Arianna che telefonavo (pazzesco!) ma Giovanna non
mi rispose.
Lasciai la chiave nella toppa e dopo aver visto la fine di un
film andai a letto.
A me, come al solito, l’incazzatura era già passata, ormai ero
più che vaccinato, mi avvicinai alla mia compagna, le parlai con
dolcezza, poi inaspettatamente facemmo l’amore.
Sapevo benissimo che l’indomani non l’avrei di nuovo rivista
per un po’ di tempo, era la mia punizione per aver tirato fuori
soltanto un po’ di dignità.
Parecchio tempo dopo Ceresella mi disse, con mio stupore,
che Arianna le aveva raccontato questa storia dicendole appunto
che io l’avevo violentata e sequestrata.
Naturalmente potranno riferire e confermare questi fatti la signora
Rozzala Paola e la signora Girardi Ceresella che sono citate quali
testi informati sui fatti.
Non sono un campione di furbizia, le gare di questa
specialità le ho perse tutte, non ho mai concorso a gare di
sequestro, né gare di minacce, né gare di molestia, da quando ho
conosciuto la signora Boscarolo ho dovuto, anche contro la mia
volontà, partecipare a molte gare di pazienza con ottime
classificazioni.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
In riferimento a questa accusa mossami dalla signora
Boscarolo ho veramente fatto più di quel che mi potevo aspettare
da me stesso e mi sono guadagnato, credo, il primo premio
assoluto.
Non dovrei neanche dirlo ma se l’avessi sequestrata e
violentata non sarei qui a scrivere di altre “allucinazioni”
segnalate dalla signora Boscarolo e non potrei certo produrre
allegati successivi al fatto, ma innanzitutto non potrei più
camminare a testa alta.
Purtroppo la caparbietà che è una delle mie caratteristiche,
unita al sentimento d’amore e di compassione che ho sempre
avuto per questa donna, mi hanno impedito di cessare
definitivamente questa relazione al momento opportuno.
Mi ritornano in mente le parole lette in un libro che dicevano
che anche un albero robusto di fronte ad una bufera deve piegarsi
altrimenti verrà spezzato e solo oggi capisco a fondo il significato
di quelle parole.
Sorvolando su tanti altri fatti arrivo all’episodio, sempre
riferitomi da Ceresella, che, di fatto, le fa decidere di troncare
ogni rapporto con Arianna.
Nell’anno 2003, non ricordo assolutamente la data, la
signora Ceresella mi telefona dicendomi che Arianna le aveva
telefonato mentre si trovava al lavoro, chiedendole di
accompagnarla dai Carabinieri per testimoniare sul fatto che io
l’avrei minacciata. La signora Ceresella mi riferì che le rispose
che lei non mi aveva mai sentito minacciarla. Arianna allora
troncò la conversazione dicendole: ” Va bene, ho capito….., io ho
da fare”.
A proposito di questa richiesta della signora Boscarolo, nei
confronti della signora Ceresella Fermardi, circa l’andare dai
Carabinieri a denunciarmi per minacce, devo dire che
precedentemente a quella telefonata (il giorno prima), mi ero
recato da Ceresella per una visita di cortesia, in cui parlando della
mia compagna dissi di amarla e che volevo fare qualche cosa per
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
migliorare la nostra relazione e il suo comportamento sempre
arido e offensivo, volto sempre e soltanto a chiedere e ricevere
favori e attenzioni, ma mai disponibile a contraccambiare con un
minimo di affetto.
Le dissi anche che ero stanco di troppi tira e molla e che la
storia doveva finire.
Fu il giorno successivo a questo incontro che la signora
Boscarolo, appreso della mia visita a Ceresella, le telefonò con
l’intento di convincerla a denunciarmi per minacce.
Come per ogni altro episodio relazionato in questo mio scritto
ho, dove ne avevo la possibilità, prodotto una prova.
Giudicai questo fatto, riferitomi da Ceresella, troppo grave,
allora intenzionalmente mi recai dalla stessa portando con me un
registratore e all’interno della sua abitazione registravo la nostra
conversazione, nella quale la S.V. potrà prendere atto che il
sottoscritto sta raccontando veridicitamente una storia penosa,
una storia in cui la signora Boscarolo a questo punto istiga
dolosamente e falsamente la signora Ceresella a denunciare il
sottoscritto per minacce mai poste in essere. (All. n.142 bis)
Mi permetto qui di seguito per economia della spesa pubblica
di trascrivere la parte del colloquio in cui si configura chiaramente
il reato di istigazione a false dichiarazioni.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
TRASCRIZIONE COLLOQUIO:
P – Animaviva
S – Ceresella
P – Ma poi quella volta che ti ha chiamato che ti ha detto
andiamo dai Carabinieri
S – Eh,
P – ma non era successo proprio niente, cioè no
S- era stato che il giorno prima eri venuto qua
P – Ah
S – per quello voleva sapere cosa mi hai detto, io ho detto niente,
le solite cose, che ti vuole bene e vuole cambiare le cose, mi ha
detto nient’altro. Allora andiamo a denunciarlo. Io non …
P – Ah, perché ti sono venuto a dire che…
S – io le ho detto no, io non ci vengo perché davanti a me non ti
ha mai minacciato. Allora va be’, va be’ ho capito, io ho da fare
e mi ha chiuso il telefono e io dovevo richiamarla?
P – ecco, di nuovo, di nuovo… lei, lei., deve solo salvaguardare
la sua faccia, perché a lei quello che interessa è che la gente, per
gente dico che Ceresella ha capito che io male non gliene ho fatto
S – tè, tè Nerina, (Ceresella sta chiamando il cane per darle
qualcosa)
P – e invece lei vuol far passare che io le faccio del male
S – vieni Nerina
P – vai, vai (mando il cane da Ceresella che la chiamava)
S – ma poi aveva sempre detto che andava con Peppiniela, poi
non ho mai detto che io andavo a denunciarti anche perché
denunciare una persona vai……, perché devo testimoniare il
falso? Ho detto: davanti a me non l’ha mai detto.
P – ma poi voglio dire, ma se quel giorno qua fosse successo
qualcosa, che abbiamo bisticciato? Ma abbiamo parlato!
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Il resto della conversazione non viene da me trascritto, non
prova di per se stesso nulla perché è solo il sottoscritto a parlare
riferendo a Ceresella il bizzarro comportamento della signora
Boscarolo che una settimana mi chiedeva per risparmiare, di fare
la spesa al mercato vicino a casa mia perché lì da me costava
meno che a Costa, poi la settimana dopo di mia spontanea volontà
con grande pulsione d’affetto rifeci una spesa con i generi da lei
graditi. Quando gliela portai, ottenni dalla stessa, che ripeto, era
finanziariamente dissestata, esclusivamente una serie d’insulti e
maltrattamenti; ciò nonostante la mia compagna trattenne la spesa
senza peraltro richiederne il costo in quanto a suo giudizio non
avendomi chiesto quell’acquisto, nulla mi era dovuto.
Dopo questa registrazione ho capito, per certe mezze frasi di
Ceresella, che Arianna aveva fatto anche dei pesanti
apprezzamenti sulla nascente relazione che la signora Ceresella
aveva con un uomo conosciuto da poco, ovvero che Arianna le
aveva detto che frequentava questo signore per il suo denaro.
Una sera del 2005 andai a trovare Ceresella a casa sua, lì vi
trovai questo amico, il quale, quando sentì che parlavamo di
Arianna, molto infastidito disse: “Con quello che sta dicendo di
noi in giro Arianna, non voglio neanche più sentirla nominare”.
Questa frase confermò quello che avevo parzialmente compreso
da quanto riferitomi da Ceresella.
Ci sono ancora due personaggi sui quali devo spendere
qualche parola perché si comprenda quanto mi stavano a cuore la
salute di Arianna ed anche la nostra relazione, queste due persone
sono la dott.ssa Condona psico-sessuologa ed il parroco di Costa
Don Giovanni Dritto.
La prima volta che ebbi un colloquio, con la dottoressa
Condona fu nel febbraio 2002. Fui inviato a questa visita dal
medico curante, poiché il sottoscritto più volte durante i rapporti
sessuali aveva sofferto di anorgasmia. Alla dott.sa Condona
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
prospettai il lungo periodo di stress subito a causa delle vicende
accadutemi sul lavoro e alle quali avevo dovuto far fronte sin dal
1992.
La dott.ssa Condona mi disse subito che era chiaramente lo
stress che avevo subito che condizionava i miei rapporti.
Per escludere altri problemi organici mi prescrisse dei test a
cui mi sottoposi e che diedero risultati negativi. Morale della
favola, mio “ fratello.” funzionava ma la mia materia grigia aveva
assorbito un po’ troppa m….
Durante i colloqui avuti con la dottoressa, dopo questi test,
raccontai anche della mia relazione con la signora Boscarolo,
evidenziando tutti gli episodi già trattati in questo mio scritto ed
altri che a mio parere dovevano essere valutati da un
professionista.
Alla fine di questo racconto chiesi se vi fosse da parte mia
qualche “problema”, la dottoressa mi rispose senza indugio che la
persona che aveva bisogno di essere visitata era la signora
Boscarolo e non io.
Ipotizzando che la signora Boscarolo non si sarebbe resa
disponibile ad un colloquio per problemi a lei addebitabili, la
dottoressa ed io prendemmo questi accordi: lei avrebbe telefonato
alla mia compagna prospettandole di avere bisogno di parlarle per
dare un “aiuto” a me.
La signora Boscarolo convocata con questa motivazione si
rese subito disponibile.
Il giorno 27/5/2003 mi recai a Costa lontano da Erichi a casa
della signora Boscarolo ed assieme andammo dalla dottoressa
Condona presso il suo studio dell’ASL di via Brera a Tortorinolo.
Per quell’evento anziché avere a disposizione un’ora, come
solitamente avveniva, prenotai su suggerimento della dott.ssa, per
ben due ore di colloquio (All. n. 161 e All. n. 162 ).
Nella prima mezz’ora elencai di fronte alla dottoressa e alla
signora Boscarolo tutti gli episodi, peraltro già a conoscenza della
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
dottoressa, su cui ritenevo che la signora Boscarolo dovesse poi
confrontarsi.
Dopo questa elencazione, per mia volontà, chiesi di uscire
dallo studio perché loro potessero parlare da sole.
Dopo più di un’ora fui invitato a rientrare, io mi sedetti al
mio posto e vidi che la dottoressa Condona completava una
richiesta per la signora Boscarolo per una visita specialistica da
uno psichiatra o da uno psicologo.
Non ci fu un successivo scambio di idee in quanto la
dottoressa ed io avevamo stabilito di sentirci senza la signora
Boscarolo dopo quel colloquio.
Dopo qualche tempo andai dalla dottoressa, la quale mi disse
subito che la signora Boscarolo aveva negato ogni vicenda da me
citata. Io le chiesi perché, anziché seguire lei personalmente la
signora Boscarolo, l’avesse inviata ad altro professionista.
La dottoressa mi rispose che la signora Boscarolo di fronte ad
un medico estraneo e che non aveva anche rapporti con me forse
si sarebbe sentita più disponibile ad affrontare certi temi.
Mi preme precisare, che durante il nostro precedente
colloquio con la dottoressa Condona, citai tra i vari episodi anche
un tentativo di violenza subito dalla mia compagna prima della
nostra relazione e che mi era stato raccontato dalla stessa.
Feci notare alla dottoressa che la signora Boscarolo durante
l’elencazione di tutti i fatti aveva sempre taciuto ma nel momento
in cui io citai il fatto della tentata violenza la stessa, sobbalzando
sulla sedia, perse il controllo dichiarando: “Ma io quell’episodio
l’ho superato”.
Chiesi alla dottoressa se quella risposta esclamata in modo
così concitato dalla signora Boscarolo, non deponesse invece per
l’opposto di ciò che ella così emotivamente voleva farci intendere.
La dottoressa mi rispose che effettivamente la reazione della
signora Boscarolo lasciava dubitare.
In ultimo chiesi alla dott.a Condona se lei vedesse nel mio modo
di confrontarmi con la signora Boscarolo un’ossessione.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
La dott.a Condona mi rispose di no e aggiunse che quello che le
avevo raccontato era una bella storia d’amore.
La signora Boscarolo mi aveva sempre dato l’idea di non
fidarsi degli uomini in generale e di non avere nemmeno né
rispetto né fiducia per il sottoscritto, pertanto pregai la dottoressa
di confidare alla signora Boscarolo le sue convinzioni circa il mio
sentimento e l’esclusione di un’ossessione, lei mi rispose che lo
avrebbe senz’altro fatto.
Fu la mia stessa compagna che mi mise al corrente che la
dottoressa le aveva telefonato senza peraltro dirmi il contenuto di
quella telefonata. Dopo questa vicenda mi frequentò normalmente,
io mi aspettavo, dopo aver citato quegli episodi di fronte alla
dottoressa, che lei fosse risentita nei miei confronti, invece,
almeno apparentemente era come rasserenata da ciò che la
dottoressa le aveva espresso.
L’elenco pro-memoria delle vicende e degli episodi di cui
feci riassunto nel colloquio, con la dottoressa Condona e la
signora Boscarolo è tuttora da me conservato, prego codesto
Tribunale, se lo ritenesse opportuno, di interrogarmi in merito, al
fine di integrare formalmente questa mia relazione che già include
parte di esso.
La prego signor Giudice, di considerare che questo colloquio, a
cui la mia compagna si sottopose spontaneamente, non si può
assolutamente dare la caratteristica di petulanza da parte del
sottoscritto, così come il P.M. vorrebbe ascrivermi.
Quel colloquio, ripeto, fu accettato dalla signora Boscarolo e ve
n’è prova proprio nella querela presentata dalla stessa, fu posto in
essere proprio per aiutarla a superare alcuni atteggiamenti, che per
quanto mi consta, e concorde con me la psicologa, indubbiamente
sono deleteri per la vita di relazione.
In seguito nelle mie memorie difensive, parlerò ancora degli
incontri avuti con la dottoressa Condona.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Dopo l’incontro con la dott.sa, come ho detto, ci fu un
periodo di tranquillità, almeno apparente, però era a me chiaro
che era solo uno dei tanti momenti di illusoria calma e che ci
sarebbe stato di nuovo improvviso un mutamento di
comportamento nei miei confronti da parte della signora
Boscarolo.
La stessa si era dichiarata più volte persona devota a
Sant’Antonio, così per esaudire un suo desiderio, la accompagnai
anche a Vodapa a chiedere una grazia per la nipote gravemente
ammalata.
La domenica, ma non sempre, andava o andavamo a Messa.
Durante gli anni passati con lei la vidi, tutte le volte che la sera
andava a letto a dormire, tirare fuori da sotto il cuscino una
vecchia e consumata foto della madonna, grande come un foglio
protocollo e baciarla, dopo di che baciava un Gesù Cristo appeso
sopra il letto salendo in piedi sul letto stesso, in seguito alla foto e
al Gesù Cristo si aggiunse, dopo la gita a Vodapa, una statuetta di
Sant’Antonio che veniva anch’essa baciata in sequenza.
Questo modo di fare mi fece pensare che la persona più
appropriata che potesse parlare ad Arianna dei suoi problemi e dei
problemi che manifestava all’interno della nostra relazione fosse
un sacerdote.
Previo appuntamento telefonico mi recai così a Costa, a
parlare con il parroco.
A Don Giovanni raccomandandomi il segreto della
confessione, raccontai lungamente di tutto il tempo vissuto in
compagnia della signora Boscarolo e lo pregai di affrontare
successivamente con lei i vari argomenti che sembravano essere di
ostacolo o di disturbo ad una relazione quieta e duratura e alla
tranquillità della sua vita stessa.
Don Giovanni parlò successivamente con la signora
Boscarolo, io non mi attendevo un resoconto di ciò che si erano
detti perché consideravo il colloquio riservato.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
A distanza di molti mesi, quando la mia relazione entrò di
nuovo in un periodo di difficoltà, tornai da Don Giovanni che,
solo in quell’occasione, mi disse di non aver avuto il coraggio di
chiedere alla signora Boscarolo se vi erano problemi nei suoi
rapporti interpersonali.
Don Giovanni mi disse che aveva parlato ad Arianna
dicendole di aver avuto un incontro con me e riferendole che io
era intenzionato ad avere con lei, se lei lo desiderava, una
relazione seria e duratura.
Tornai ancora da Don Giovanni in un momento in cui mi
sembrava non ci fosse più niente da fare per continuare la mia
relazione con la signora Boscarolo e in quella occasione gli lasciai
uno scritto da consegnare alla mia compagna in cui la pregavo di
non allontanarsi da me perché l’amavo a tal punto, che malgrado le
sue intemperanze l’avrei anche sposata, se solo lei lo avesse
desiderato..
Don Giovanni mi riferì di aver consegnato la mia lettera, poi
non ci sentimmo più.
Tornerò dal parroco ancora una volta quando ci fu l’ultimo e
definitivo episodio negativo con Arianna che si era recata dai
Carabinieri di Costa, gli chiesi di parlare ancora una volta alla mia
amata per ottenere che tra noi ci fosse una pacificazione, non mi
illudevo di avere ancora una relazione con lei, sapevo che a quella
stregua era improbabile, volevo solo se era possibile rimanere con
lei in buoni rapporti.
Riprendendo cronologicamente il racconto della nostra
relazione interrotto prima………, il 17 giugno 2004 essendo a
conoscenza che la signora Boscarolo si era rimessa dal mal di gola
dopo essere tornata da Mirini, portai presso la sua abitazione
Nerina per lasciargliela definitivamente come le avevo enunciato
all’ospedale. Era mia intenzione farle una gradita sorpresa invece
la signora Boscarolo mi disse con voce tagliente: “ti avevo detto
di avvertirmi quando mi portavi il cane perché io domani ho
intenzione, se sto bene, di andare in piscina”.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
A quel punto ho veramente perso la pazienza, ma non era
appena andata al mare a curarsi il mal di gola?
Poi chiesi alla signora Boscarolo se il cane fosse mio o suo
dato che sembrava che dovesse essere lei a dovermelo tenere.
A questo punto le dissi perentoriamente che doveva decidere
se il cane era mio o suo dato che, ribadisco, in una precedente
occasione (in cui io mi ero reso volontariamente irreperibile per
una settimana), la stessa mi disse che il cane era suo e che se non
glielo portavo sarebbe andata dai Carabinieri.
Aggiunsi, ricordandole che mi aveva minacciato di andare
dai Carabinieri che a parole il cane era “la sua bambina” ma che
di fatto scoprii che la legava al termosifone con una corda che
permetteva al cane di spostarsi solo nel raggio di circa un metro
affinché non arrivasse al vicino divano (di questo fatto ne è al
corrente la signora Ceresella) e che nei tre anni di vita del cane io
avevo provveduto al suo mantenimento per oltre due anni e
mezzo, che il suo amore per il cane non era certo supportato da
alcuna spesa per questo. La cuccia l’avevo comprata io, e così il
cappottino, tutti i giochini, il collare, i guinzagli, le uniche spese
sostenute dalla signora Boscarolo furono i vaccini e purtroppo,
per sua scelta e imposizione, l’operazione di sterilizzazione e che
io non avrei voluto fosse fatta.
A onor di cronaca si sappia che dopo il bisticcio che mi
appresto a raccontare, la cuccia di Nerina e i giochi che io le
avevo comperato furono a dire della mia cara Arianna, presi e
gettati via o regalati a non so chi!
Le dissi che avevo forti remore a lasciarle il cane che restava
troppe ore solo in casa ed anche legato. Provocatoriamente le
dissi: “ A parte il periodo che io ti ho chiesto di lasciarmelo
mentre ero nel comune di Paerotta (quattro mesi), decidi tu quanto
mi devi per il mantenimento giornaliero del restante periodo”.
Ella mi rispose: “Portatelo pure via e prendi nel cassetto il
libretto del veterinario e ricordati che io non ti ho mai amato e
non ho mai voluto i tuoi regali”.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Rimasi sorpreso di quelle parole, ma non del fatto che mi
cedeva il cane, nel tempo avevo capito che non poteva sopportare
che il cane perdesse i peli o le portasse via del tempo per i bisogni,
(purtroppo la signora Boscarolo aveva già dei precedenti di
abbandono di un animale domestico).
In passato possedeva un gatto che venne regalato, ad un’altra
persona, proprio per lo stesso problema (i peli).
Rimasi stupito del fatto che completamente slegato dal
problema di chi teneva il cane, aggiungesse, come mi aveva già
rimarcato innumerevoli volte, il fatto che non avesse mai voluto i
miei regali. Oramai avevo perso la pazienza, forse la signora
Boscarolo mi conosceva tanto bene che quella frase fu detta
proprio con l’intenzione di provocarmi, o forse solo per
offendermi, sapendo che io non avevo mai reagito neppure
verbalmente.
Decisi che era l’ultima volta che mi avrebbe detto quella
frase e le risposi che quella sera stessa avrei portato via tutte le
cose che negli anni le avevo regalato.
Di fatto, cominciai con l’autorizzazione e l’incitamento della
signora Boscarolo a prelevare dalla sua abitazione ogni cosa che le
era stata da me regalata. Lei, quando capì che facevo sul serio
chiese ad un vicino di casa di presenziare. Io proseguii nel portare
tutti gli oggetti sulla mia vettura che, mi resi conto, erano talmente
tanti da non riuscire a trasportarli in un’unica volta.
Finito di caricare la macchina ritornai nell’alloggio della
signora Boscarolo e chiesi a questo vicino di allontanarsi,
dicendogli che non c’era nulla da temere e che avevo piacere
soltanto di parlare con Arianna.
Restai li circa un’ora, riguardammo alcune fotografie scattate
durante la nostra relazione, lei era intenzionata a restituirmele, io
le dissi che poteva tenerle per ricordo, poi ci accordammo che il
giorno seguente avrei ritirato i restanti regali e avremmo portato
dal veterinario la cagnina, per l’ultima volta assieme.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Quando la sera dopo, alle ore 20, giunsi presso l’abitazione
della signora Boscarolo, in quanto il veterinario visitava dalle ore
21, la stessa mi disse che quella sera l’ambulatorio era chiuso e
che io avrei potuto telefonarle per avere notizie.
Io replicai che avrebbe potuto telefonarmi lei per dirmelo.
La signora Boscarolo mi rispose che ci saremmo recati dal
veterinario il giorno dopo.
Aggiungo che di tutti i regali dati alla signora Boscarolo, non
avevo portato via alla stessa il telefonino cellulare, era il secondo
che le regalavo, dicendole che non lo ritenevo opportuno proprio
perché, data la sua cagionevole salute, le sarebbe stato
indispensabile, non portai via anche dei vetri cattedrale da me
regalati che erano stati montati sulle porte interne del bagno e
della camera da letto.
Quando la signora Boscarolo mi disse che non saremmo
andati dal veterinario io le chiesi se voleva mangiare qualche cosa
con me e lei mi rispose: “Vai pure tu da solo, io ti tengo il cane e
quando ritorni suoni perché non voglio che tu salga in casa, te lo
porto giù io”. Che primato ragazzi!! In poche ore quella che prima
era la sua bambina era diventata il cane, il mio cane
Feci pochi passi per andare al ristorante ma quest’ultima frase
mi aveva fortemente indispettito, proprio perché il giorno prima,
in quell’ora in cui ero rimasto a parlare con la signora Boscarolo,
mi era parso che ci fosse un accordo di almeno mantenere un
rapporto di amicizia, ma con quelle premesse era chiaro che
ancora una volta mi aveva lasciato intendere delle cose che poi
non avrebbe mantenuto. Bisognava proprio che io non mi facessi
più incantare da Arianna…tutta panna!!!
Ritornai quindi presso l’abitazione della signora Boscarolo e
ricordandole il lungo e pacato colloquio della sera prima in cui io
avevo veramente creduto, le comunicai che era mia intenzione,
dato il suo comportamento falso e ambiguo, di riavere anche il
cellulare e i vetri a cattedrale.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
La signora Boscarolo nella circostanza mi disse: “Portati pure
via anche le porte intere” e io le risposi che non ero disposto a
raccogliere i suoi rifiuti in quanto le porte erano state costruite dal
falegname con dei difetti ed erano quindi da sostituire (vedi
denuncia presentata dalla signora Boscarolo,
contro il
falegname, ai Carabinieri della Stazione di Erichi).
La stessa mi diede un cacciavite e io in pochi secondi smontai
i vetri dalle porte e me li portai via assieme al cellulare.
Rimasi ancora una decina di minuti a discutere con il vicino
di casa che era stato nuovamente chiamato dalla signora Boscarolo
ad assistere. Mi congedai io credo, anche se ero veramente
turbato, in maniera civile e come al solito speravo che, come
succedeva solitamente, il far vedere di avere “le palle” sarebbe
servito alla signora Boscarolo per ripensare al suo comportamento
tutt’altro che corretto, sia nei miei confronti che nei confronti della
cagnina, di cui non posso fare a meno di considerare nuovamente
che veniva appellata dalla stessa “la mia bambina”.
Ripeto, non sono i soldi che per me contano ma debbo dire
che l’unica volta in due anni che ricevetti dalla signora Boscarolo
10 euro per comparare qualche cosa da mangiare alla cagnina, mi
furono offerti soltanto perché era presente la nipote che così
poteva testimoniare che lei provvedeva al suo mantenimento.
Il giorno seguente, il 18/6/2004 fui raggiunto dalla telefonata
di un maresciallo dei Carabinieri della Stazione di Costa lontano
da Erichi che mi invitava per il giorno successivo a portarmi
presso la stazione da lui comandata.
Decisi di recarmi da un mio conoscente-amico, un
maresciallo dei Carabinieri, al quale raccontai le mie vicissitudini
con questa mia ex compagna.
Dopo aver ascoltato il mio racconto, questo mio conoscente
telefonò al maresciallo dei Carabinieri di Costa per spiegargli la
situazione in cui mi trovavo.
Egli si mise in comunicazione e, di fatto, si limitò a riferire di
recenti foto, messaggi e telefonate della signora Boscarolo da lui
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
viste poco prima sul mio cellulare, che dimostravano una libera e
spontanea frequentazione fra me e la signora.
Il maresciallo mio conoscente fece presente al maresciallo di
Costa che esisteva ancora un unico problema, ovvero che la
signora Boscarolo doveva rilasciarmi una dichiarazione poiché
aveva deciso spontaneamente di cedermi il cane.
Il giorno 22/6/2004 la signora Boscarolo consegnava detta
dichiarazione al maresciallo dei Carabinieri di Costa ed io il
24/6/2004 mi recai a ritirarla. (All. n. 163 )
In quell’occasione parlai con questo maresciallo dei
Carabinieri (Bevilacqua) al quale spiegai brevemente l’antefatto.
Il 12/7/2004 mi recai dal parroco della chiesa di Costa di
Erichi con cui avevo già avuto altri incontri proprio per avere
dallo stesso un aiuto nel mediare le situazioni incresciose che via
via si erano create con la signora Boscarolo.
In quella circostanza chiesi al parroco di invitare la signora
Boscarolo ad incontrarsi con me per “una pacificazione” poiché
non ritenevo giusto che dopo molti anni vi fosse un distacco con
una frattura così profonda.
Ero appena uscito da questo colloquio con il parroco che mi
giunse la telefonata dal maresciallo dei Carabinieri della stazione
di Costa a cui dissi di essere appena stato dal parroco ed egli mi
invitò a presentarmi il giorno 13/7/2004 per un confronto con la
signora Boscarolo.
Il giorno 13/7/2004 mi presentai alla stazione dei C.C. ma la
signora Boscarolo non venne. Fu in quell’occasione che raccontai
nei particolari cosa era successo in quei giorni a casa della signora
Boscarolo, portando delle prove documentali a supporto di quanto
esposi.
Il maresciallo mi disse che la signora Boscarolo aveva
lasciato presso i suoi uffici una querela nei miei confronti e che la
stessa non la aveva firmata ma lo avrebbe fatto se il sottoscritto si
fosse ancora fatto vivo con lei.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
A questo punto il maresciallo dei Carabinieri ad una mia
domanda mi rispose che la signora Boscarolo mi accusava di
molestie, di essere una persona violenta, lo stesso mi contestava,
pur non attribuendolo alla sig.ra Boscarolo, che io avrei saltato
un muretto per entrare nel cortile dell’abitazione della sig.ra
Boscarolo, aggiunse che la stessa si era ammalata a seguito della
nostra relazione e che se si fosse tolta la vita sarebbe stato causa
mia. A questo punto il maresciallo voleva che io promettessi che
non mi sarei più recato nel Comune di Costa di Erichi ed io gli
risposi che ero libero di recarmi dove più mi piaceva e che sarei
stato senz’altro lontano dalla sig.ra Boscarolo che con quel suo
ultimo comportamento, ovvero lamentarsi di fatti calunniosi e
diffamatori, aveva chiuso definitivamente la nostra relazione.
Chiesi al maresciallo di mettermi a confronto con chi gli
riferiva di avermi visto saltare il muretto e di contestarmi subito il
reato di violazione di domicilio, quasi cambiando discorso il
maresciallo mi chiese, con mia meraviglia, se io giravo armato ed
io risposi che giravo “armato di tanta pazienza”. Lo stesso mi
chiese di mostrare un documento che fu fotocopiato, dopo di che
il maresciallo era intenzionato a congedarmi, ma io dissi che
avevo diritto di replica e gli chiesi di prendere nota formalmente
delle ultime telefonate e dei messaggi che avevo ricevuto dalla
sig.ra Boscarolo.
Mostrai anche le fotografie della stessa scattate presso la mia
abitazione il giorno del mio compleanno il 14 febbraio del c.a. ed
anche le fotografie scattate il 6 maggio 2004 presso l’abitazione
della sig.ra Boscarolo che, come ho già raccontato, era malata a
casa, brevemente raccontai anche dei due ricoveri, della figlia e
della sig.ra Boscarolo, di cui mi ero occupato personalmente.
Fatte queste precisazioni gli domandai se in questi miei
atteggiamenti egli ravvedesse un comportamento quale quello che
mi era stato poc’anzi contestato, poco dopo mi congedai dal
maresciallo Bevilacqua. A proposito del muretto “saltato”, io non
so se sia stata un’invenzione della signora Boscarolo o di altri,
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
certo è che a distanza di nove mesi apparve su un quotidiano un
articolo che catturò subito la mia attenzione. L’articolo riportava
le vicende di furti avvenuti a Costa lontano da Erichi e nei
dintorni. I denunciati erano due clandestini Moldavi.
Mi venne subito in mente che il garzone dell’artigiano che
aveva eseguito i lavori di ristrutturazione nella casa della signora
Boscarolo era presumibilmente Moldavo, non ne avevo però la
certezza, mi venne il desiderio di telefonare al maresciallo
Bevilacqua, ma poi lasciai perdere. Forse qualcuno aveva
veramente saltato il muretto e forse la mia presenza aveva fatto
desistere l’autore dell’impresa a portare a compimento il proprio
proposito (All . n . 164) .
Il giorno seguente l’alterco con la signora Boscarolo
(avvenuto il 17 giugno 2004) ovvero il 18/6/2004, quando mi
recai a Costa per andare dal veterinario con la signora Boscarolo,
il vicino di casa che abita al piano terreno, (ne disconosco il
nome), nuovamente interpellato per assistere, nel giungere
nell’alloggio della signora Boscarolo mi disse: “Se ti vedevo io
saltare il muretto ti tiravo col fucile”. Gradirei che questa Procura
gentilmente volesse controllare se il tizio in questione detiene in
casa un fucile e se ne avesse regolare porto d’armi.
Io in quella fase, non capivo ancora questi di cosa parlasse,
rimasi stupito della frase e non gli risposi, anche se in pochi istanti
compresi che la signora Boscarolo aveva inventato un’altra storia
iniziando una sorta di vendetta nei miei confronti e capii purtroppo
che l’imbeccata ero stato proprio io a dargliela, poiché qualche
giorno prima le avevo fatto notare che alcune tegole posizionate
sul muretto di confine della proprietà erano cadute a terra
rompendosi in parte. Ricordo che notai ciò mentre ero nel cortile
con la cagnina, aspettando che lei scendesse, mi avvicinai alle
tegole e ne rimisi a posto un paio che non erano rotte.
Lì davanti alla casa di Arianna c’è una numerosa colonia di
gatti che vanno e vengono, io stesso più volte ho portato loro
qualche lattina di cibo. Era chiaro che le tegole, soltanto
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
appoggiate e non cementate erano cadute sotto la spinta di
qualcuno di questi.
Il 21/6/04 ricevevo un telefonata sul mio cellulare, sul
display appariva il numero +36051450268 era la figlia della sig.ra
Boscarolo che mi proferiva una serie di insulti a cui io non risposi
anzi cercai di spiegare cosa era accaduto, a questo punto la figlia
della sig.ra Boscarolo mi chiese come facevo ad essere così
tranquillo, le risposi che non avevo fatto nulla di cui vergognarmi,
le avrei raccontato volentieri ciò che era successo e che sua madre
legava Nerina al termosifone, ma la stessa dopo la mia risposta
troncò la telefonata. Subito dopo ricevetti un’altra chiamata
sempre dalla figlia della sig.ra Boscarolo in cui la stessa mi disse:
“Te la farò pagare” (un vizietto di famiglia).
Dopo qualche tempo, ed esattamente sabato 14 agosto 2004
ricevevo una telefonata sul mio cellulare (3365074540), dalla
sig.ra Fermardi Ceresella (cellulare n. 3364466140), in cui la
stessa mi domandava se ero a Tortorinolo.
La sig.ra Fermardi Ceresella è la madrina della figlia della
sig.ra Boscarolo, negli anni in cui ho frequentato la stessa è nato
un rapporto di amicizia con la sig.ra Ceresella, malgrado ciò non
c’era alcun motivo per quella chiamata. Mi fu chiesto se sapessi se
la sig.ra Boscarolo era al mare da sua figlia o se era a casa, io
risposi che non ero informato di dove ella fosse e, per quanto mi
constava, come l’anno precedente, la stessa doveva essere in
vacanza presso l’abitazione della figlia a Mirini, mi fu
ridomandato se mi trovassi a Tortorinolo ed io risposi di sì.
Lo stesso giorno il 14 agosto 2004, dopo aver riflettuto sulla
misteriosa telefonata ricevuta, richiamavo dal numero fisso
066/4360126, (numero non di mia proprietà, utenza della signora
Rozzala Giovanna), (All. n. 165), la sig.ra Ceresella chiedendole
se la sig.ra Boscarolo fosse stata male e lei me lo tacesse.
Lei mi rispose di no e mi domandò se era mia intenzione
recarmi in vacanza presso il Comune di Mirini, io risposi di sì e
che sarei partito non prima del 19 agosto, ma che non sapevo la
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
data precisa. Indi terminai la telefonata. Il 15 agosto 2004 alle ore
10.00 mi recai presso il cimitero di Erichi a far visita alla tomba
del papà della signora Boscarolo in occasione della ricorrenza del
decesso, nella circostanza notai il macellaio, che conoscevo perché
il suo negozio era sottostante l’abitazione della signora Boscarolo
quando ella abitava in Erichi. Verso le 10.45 dello stesso giorno,
passai davanti alla chiesa di Costa perché volevo salutare il
parroco, la chiesa era ancora chiusa allora me ne andai poiché ero
atteso da degli amici nel Comune di Paerotta e vi giunsi alle ore
11.45. Mi fermai al mercato per acquistare dei generi alimentari e
alle 12.00 ricevetti una telefonata sul mio cellulare (3365074650)
dalla sig. Rozzala Giovanna (cellulare n. 3335860217) che mi
chiedeva se ero giunto in Paerotta.
Presso il Comune di Paerotta sono rimasto fino alle 20 – 20,
30 per poi ritornare a casa, arrivai a Tortorinolo verso le 21, 30
sono certo dell’ora perché telefonai dal mio cellulare 3365074540
alla signora Rozzala per dirle che ero arrivato a Tortorinolo.
Inoltrai la telefonata sul numero fisso di sua proprietà
017064117.
Alle 10, 26 del 15/8/2004 mandai un messaggio ad una mia
amica .
Alle 22, 40 dello stesso giorno feci un prelievo al Bancomat.
(All. n. 166 )
Il lunedì 16/8/2004 andai al mercato verso le 9, 20.
Ritornato a casa alle ore 11, 20 ricevevo una telefonata dalla
figlia della signora Boscarolo, che mi chiese: “Che tempo fa a
Mirini?”. Subito non avevo capito che era la figlia e ho chiesto:
“Scusa chi sei?” credevo fosse un’altra mia amica che soggiornava
per le vacanze nella stessa zona e che sapeva che avrei dovuto
recarmi in vacanza a Mirini. Io ho ridomandato chi sei e lei mi
richiese la stessa cosa. Ho capito allora dalla voce chi fosse e le ho
risposto che non sapevo che tempo facesse a Mirini perché io ero a
Tortorinolo, a questo punto lei mi rispose dicendomi: “ Adesso hai
un’altra denuncia qui a Mirini per danneggiamento”.
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Io le risposi che non capivo di cosa parlasse.
La comunicazione fu interrotta bruscamente.
Poco dopo, alle ore 11, 25 ricevevo nuovamente una
telefonata dalla figlia, sul display del mio cellulare (3365074650)
appariva il numero 0514503621 e la stessa mi diceva che aveva le
prove e i testimoni, poi troncò nuovamente la conversazione.
Alle ore 11, 45 dal telefono 0664360126 chiamavo la signora
Ceresella al numero 3364466140 per chiederle se sapesse qualche
cosa di quello che stava accadendo e lei mi disse che non ne
sapeva nulla.
Alle ore 11, 52 dal mio cellulare 3365074650 chiamavo la
Stazione dei Carabinieri di Costa chiedendo di essere messo in
comunicazione con il maresciallo Bevilacqua e mi veniva risposto
che lo stesso era in congedo, ho spiegato al carabiniere che mi
rispose, di cui ignoro il nome, quali erano i fatti di cui volevo
relazionare il maresciallo Bevilacqua e gli chiesi di riferire.
Alle ore 12, 12 dal mio cellulare 3365074650 richiamavo il
numero apparsomi sul display 0514503621 per chiedere
spiegazioni ma il numero risultava appartenere ad un fax.
Mi recavo quindi alle ore 12, 30 al Commissariato di Polizia
della mia zona dove informavo un ufficiale della Polizia di Stato,
responsabile di turno, di ciò che era accaduto e pregavo di tener
nota della mia presenza presso il Commissariato.
Successivamente, quando la signora Boscarolo ritornò dalle
vacanze, vidi in Erichi nel parcheggio attiguo all’abitazione della
sorella della stessa la sua autovettura, una Dorf Akka, a cui era
stata danneggiata la vernice superficialmente sul parafango
anteriore sinistro e sul tettuccio dell’auto.
L’auto era stata parcheggiata dimenticando di chiudere il
finestrino dal lato del passeggero, io pensai anche di suonare il
campanello della sorella per avvertirla del finestrino aperto, poi
vidi Arianna e la sorella Samira che andavano verso il vicino
cimitero ed essendo ormai le stesse ormai giunte al suo interno
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
non intesi disturbarle, ritenendo che di dì a poco sarebbero tornate
indietro e lei si sarebbe accorta del finestrino aperto.
Successivamente feci in modo di incontrare la sig.ra
Boscarolo e nella circostanza feci presente quanto poc’anzi ho
descritto e che a Mirini in ferie, io non ci ero ancora andato.
Lei mi rispose: “ Va bene” e se ne andò.
Non essendo soddisfatto il 25/10/04 chiedevo e ottenevo
dalla sig.ra Boscarolo un appuntamento, ci recammo in un bar e
in quell’occasione ribadivo i miei spostamenti e ancora una volta
discutevamo di quello che era successo in questi anni e ci
congedammo amichevolmente.
Per un lungo periodo non la vidi più.
Il 12 e il 13 novembre 2005 registrai due conversazioni.
La prima con la signora Boscarolo e la seconda con il
maresciallo Bevilacqua dei C.C. di Costa lontano da Erichi.
La telefonata con la signora Boscarolo è prova dell’astio che
la stessa ha nei miei confronti per averle portato via, anche se con
il suo consenso, i regali che negli anni le avevo dato.
I toni della mia ex compagna sono molto accesi e la tesi
pittoresca da lei sostenuta è che portandole via i miei regali, le
avevo danneggiato tutta la casa, ciò prova già di per se stesso che
la stessa andò proprio il giorno dopo alla Caserma dei C.C. per
denunciarmi falsamente di minacce e molestie.
Attenzione: in tutta la telefonata Arianna non fa alcun
cenno sulla cagnina, quella che invece avrebbe dovuto essere la
perdita maggiore, già, ma non tutti la pensano come me, tanto
meno lei.
La telefonata è per me veramente penosa e durante questa
non riesco neppure ad esprimermi razionalmente.
Credo che questa registrazione sia una prova importante da
tenere in grande considerazione.
Sulla seconda telefonata con il maresciallo dei Carabinieri
vorrei soltanto evidenziare che lo stesso mi disse: “Sono stufo di
questa cosa” e alla mia domanda risponde che la signora
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Boscarolo continuava ad andare da lui dicendo che io la
importunavo.
Io spiegai che pensavo di essere io l’importunato cercando di
raccontare di essere stato minacciato telefonicamente dalla figlia
della signora Boscarolo per un fatto accaduto a Mirini e di cui io
ero estraneo. Egli mi rispose: “è una cosa che dovete risolvere lei
e la signora Boscarolo”. Più che la risposta di un maresciallo dei
Carabinieri, mi sembrava quella di uno che aveva poca voglia di
affrontare anche un minimo di attività investigativa per inquadrare
un po’ più realisticamente il caso.
Sono il primo a rendermi conto che l’Arma avrà senz’altro
notizie di reato ben più importanti su cui lavorare ma ritengo che
sia sbagliato credere senza alcun riscontro alle affermazioni della
signora Boscarolo, persona abile a reiterare sistematicamente il
falso in episodi della sua vita.
Il tono della voce del maresciallo, nella telefonata che
registrai, era del tipo “Sono scocciato”, ciò mi indusse già allora a
pensare che lo stesso non fosse stato al di sopra delle parti, ma con
una delle parti ed è chiaro quale.
Poco mi importerebbe se questi non fosse colui che a mio
avviso avrebbe dovuto cercare riscontri che l’avrebbero indotto ad
avvisare la mia ex compagna che le bugie nel codice penale si
chiamano calunnia e sono sanzionabili. (nastro allegato 167).
La vigilia di Natale 2004 io la trascorsi a Mirini.
Andai a messa al Duomo, se fossi rimasto a Tortorinolo non
avrei resistito a non andare a Costa di Erichi alla messa di Natale e
così vi avrei incontrato la signora Boscarolo.
Volevo riuscire a non cedere al forte bisogno affettivo di
vederla in un giorno dove tutte le persone care si incontrano.
Il giorno di Natale (2004) tornai a casa e tra le ore 12 / 13
(non ricordo bene l’ora esatta) mi giunse sul cellulare una
telefonata, guardai il display era il numero 333556255 di
proprietà della figlia della signora Boscarolo. Non risposi.
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Avevo cambiato il mio numero proprio per non ricevere più
telefonate dalla figlia che mi aveva minacciato di “farmela
pagare”. Avevo comunicato il mio nuovo numero di telefono alla
signora Boscarolo dicendo che doveva tenerlo solo per lei perché
io le volevo comunque bene e che malgrado tutto, poteva sempre
contare su di me. Invece mi giungeva una chiamata proprio dalla
figlia!?
Ero seriamente impensierito da quella telefonata, ma cosa
volevano ancora da me? Erano altre minacce o Arianna stava
male?
Andai ad Erichi a trovare i miei parenti per i saluti delle
festività e nell’occasione vidi l’auto della signora Boscarolo, vidi
il compagno della sorella, allora pensai che Arianna stava bene e
che al massimo era una telefonata di cattiverie quella a cui non
avevo risposto.
Tempo dopo la signora Boscarolo mi chiamò e mi disse che
quella era una telefonata per farmi gli auguri di Buon Natale,
confermando così che era una telefonata di cattiverie.
Io ero solo con la cagnina mentre avrei voluto essere con lei
che avevo sempre considerato la “mia famiglia”.
Non erano auguri che gradivo perché erano falsi e ipocriti.
Le chiesi perché mi telefonò dal cellulare della figlia quando
io l’avevo pregata di non dare il mio numero a nessuno, tanto
meno alla figlia. Lei mi rispose falsamente che era l’unico
telefono disponibile.
Io credo che quando un individuo tiene veramente ad ottenere
ciò che gli sta a cuore deve lottare con tutte le sue forze e con tutto
il sentimento di cui dispone. Quando abbandona alle prime
difficoltà vuol dire che il “desiderio” era un fuoco di paglia.
Questo secondo me vale per tutte le opportunità che la vita
offre e particolarmente nelle questioni sentimentali.
Ormai però erano passati troppi anni difficili ed era ora che
pensassi alla mia vita e alla mio benessere invece di addossarmi
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ogni problema di salute, o della vita quotidiana della mia ex
compagna.
Ho ripreso così ad uscire la sera in compagnia, dopo anni
riuscivo finalmente ad andare a vedermi un film. Con Arianna ciò
non era possibile, film e telegiornali erano vietati perché la stessa
diceva che non poteva vedere scene di violenza né vere né di
finzione; a proposito dei films, qualunque esso fosse, dal film
d’amore, al giallo, al triller o a quello di fantascienza, io la
invitai a ricordare sempre che doveva dividere la finzione dalla
realtà ma lei mi disse di non esserne capace.
Ripresi anche ad andare a ballare assiduamente, nella
speranza di conoscere una donna che mi portasse i pensieri lontani
da Arianna.
Malgrado il “comportamento” tenuto in tutti questi anni dalla
signora Boscarolo, io amavo ed amo ancora questa donna e così
cedetti all’impulso di rivederla. Il giorno 05/10/2004 o il giorno
prima le feci telefonicamente gli auguri di compleanno.
Il giorno 25/10/2004 ero andato da mia cugina che abita in
Erichi, poi aspettai Arianna sulla statale che porta da Erichi a
Costa, avrei potuto benissimo aspettarle nei pressi dell’ufficio
dove lei lavora ma non volevo che lei si sentisse obbligata a
fermarsi. Rischiai quindi, aspettando sulla statale, che non ci
incontrassimo in quanto la signora Boscarolo non sempre uscendo
dall’ufficio ritorna a casa.
Fui fortunato, lei mi vide, si fermò, io le chiesi di andare a
bere qualche cosa, lei mi chiese perché, io le dissi che malgrado
tutto le volevo ancora bene e che non ritenevo giusto che
rimanessimo in cattivi rapporti; la pregai di accettare l’invito che
era volto ad un chiarimento e ad una distensione; lei infine accettò,
io parcheggiai la mia auto e salii a bordo dell’auto della signora
Boscarolo.
Andammo in un bar poco distante e precisamente al Bar
Trastevere di via Trastevere n. 5 ad Erichi dove consumammo due
panini, una bibita e un the (All. n. 168) nel bar, che data l’ora,
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
erano le 12, 50 circa, era strapieno di gente, non parlammo molto
quindi quando uscimmo io le chiesi di fermarsi per qualche
minuto, lei acconsentì e ci fermammo.
Inutile che riporti ciò che le dissi parola per parola, in sintesi
le confermai quali erano i miei sentimenti e le dissi che mi
dispiaceva di non poterle fare uno squillo, come avevo sempre
fatto, per sapere come stava e le chiesi se poteva darmi il suo
nuovo numero di telefono; lei mi rispose che per il momento non
aveva intenzione di darmelo e che nel tempo forse avrebbe deciso
di concedermelo; aggiunse che per il momento potevo telefonarle
di tanto in tanto al lavoro e che quando non poteva parlare era
perché era presente il titolare e non poteva parlare tanto come
quando era negli uffici della Geranio s.r.l..
Io non capivo e ancora non comprendo oggi perché lei abbia
cambiato i numeri di telefono. Io non l’ho mai chiamata ad ore in
cui potessi disturbare, la mia ultima chiamata giornaliera era
sempre e solo per assicurarmi che lei stesse bene e la telefonata
avveniva di solito un venti minuti dopo che io l’avessi lasciata
sola a casa sua. I venti minuti sono il tempo del viaggio da Costa
lontano da Erichi a casa mia.
L’unica volta in cui la chiamai per essere da lei aiutato ed
eventualmente accompagnato al Pronto Soccorso per un grave
problema agli occhi, che già precedentemente mi aveva reso quasi
totalmente non in grado di vedere (testi: Ceresella Fermardi e
Giovanna Rozzala), ecco che lei non mi risponde. In quella
circostanza telefonai più volte, io non capivo, poteva rispondere
e mandarmi al diavolo, dirmi che non le importava nulla di me o
semplicemente dirmi che non intendeva aiutarmi, inoltre telefonai
da un telefono pubblico dove mi capitava, non riuscivo neanche a
vedere i tasti del mio telefonino e qualche volta sbagliai anche il
numero, lei non poteva sapere con certezza che ero io. Per quanto
mi consta in casa non aveva alcun apparecchio telefonico in cui si
visualizzasse il numero di telefono, ma se ciò fosse, non credo
che da una cabina del telefono sia trasmesso il numero telefonico.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
A quel punto, pur essendo io ad avere diarrea e vomito, più
il problema degli occhi, ero io in ansia per lei.
Il 4/7/2004, andai al Pronto Soccorso dell’ospedale dove mi
confermarono che era un problema virale come la volta precedente
e mi diedero la cura appropriata. (All. n. 169)
Ora non ricordo precisamente ma credo nella mia giornata
stessa del mio passaggio al Pronto Soccorso telefonai ancora alla
signora Boscarolo sia sul cellulare che dal telefono fisso e da tutti
e due non ebbi risposta, anzi, sul telefono fisso rispondeva una
voce pre-registrata che sostanzialmente diceva che l’utente non era
collegato. Telefonai allora all’ufficio della signora Boscarolo che
mi comunicò, dopo la mia richiesta di spiegazioni, di non aver
risposto al telefono perché non mi voleva parlare. Io le domandai
come facesse a sapere che ero io e lei mi rispose di averlo intuito.
Le dissi allora la motivazione della mia telefonata ma era chiaro
che non ci credeva, ero sbalordito, io non avevo, ripeto, mai
telefonato in orario di riposo notturno mentre lei sì ed anche più
volte.
Avrei voluto dirle la mia rabbia, non per la mancata risposta,
ma per la sua condizione mentale, la salutai invitandola a
riflettere su come io mi ero sempre reso totalmente disponibile
anche nei tempi in cui tra me e lei non vi era già più un rapporti
intimi.
In questo periodo non avevo ancora parlato con un medico
competente di questi atteggiamenti della signora Boscarolo,
credevo potessero essere un mero disturbo della personalità
dovuto ai suoi trascorsi anni matrimoniali che lei definisce, in una
lettera già citata, “forse è appunto perché l’ho fatto una vita e mi
sono annullata per questo e sono rimasta solo piena di
amarezza, penso che ci vorrà ancora molto tempo perché io
riponga la mia fiducia e rimetta la mia esistenza nelle mani di
un uomo”. Pensavo che malgrado tutto dovevo perdonarla di
questi suoi atteggiamenti di menefreghismo per quello che lei
diceva di aver vissuto negativamente e perché non si era ancora
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
resa conto di essere stata compagna di un uomo che aveva
dimenticato forzatamente cosa fosse la dignità perdonandogli
sempre ogni sua offesa.
Da quel giorno al bar Trastevere decisi di rivederla solo per le
ricorrenze più importanti, non c’entra niente l’educazione, era
una scelta obbligata, io l’avrei vista per i suoi “bisogni”
ugualmente ogni giorno se lei solo me lo avesse chiesto e questo
anche se lei avesse avuto un’altra relazione. Io non avevo cessato
di volerle bene e ciò mi spingeva e mi spinge ad essere con lei
sempre disponibile al di là dei suoi sentimenti scarsi o
completamente mancanti.
E’ necessario che io affermi che è per me un motivo di
orgoglio essere disponibilissimo per la gente in generale e mi
appaga assai di più quando l’offerta di aiuto è di mio impulso.
Sono stato impiegato al nucleo infortunistica del mio lavoro
ma sono tanti di più gli incidenti in borghese e fuori dell’orario di
servizio in cui ho prestato il mio soccorso senza contare i mille e
più interventi per situazioni umane in cui ho investito parte del
mio tempo libero. Ciò che in tutti questi anni ho fatto per lei
l’avrei fatto per una qualsiasi altra persona, l’unica differenza è
che per lei l’ho fatto con grande affetto.
Ecco perché ancora oggi mi stupisco del comportamento
ostile della signora Boscarolo. Non ho mai chiesto nulla in cambio
né a lei né ad altri, se c’è un compenso nel darsi disponibile
questo è già accreditato nel momento stesso in cui io sento di
dover “aiutare”.
Superando i maltrattamenti, che io ritenevo inopportuni da
parte della signora Boscarolo, mi recai ad Erichi il giorno del mio
compleanno, San Valentino.
Passai a trovare i miei parenti poi andai a vedere se mi
riusciva di salutare la donna con cui per tanti anni avevo condiviso
quella festività.
Fui fortunato, svoltò nella via che stavo percorrendo per
avvicinarmi all’ufficio dove lavora; la salutai, lei ricambiò il
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
saluto, io scesi dall’auto, le porsi un piccolo mazzo di fiori; gli
altri anni erano rose rosse ma scelsi volutamente dei comuni fiori,
volevo solo dirle che le volevo bene anche se in cuor mio avrei
voluto comprare tutte le rose rosse che aveva il fioraio.
Lei mi disse che non poteva accettare, io aprii la confezione,
ne estrassi un solo fiore e glielo diedi in mano dicendole: “Questo
rappresenta il bene che ti voglio”. Lo prese.
Avremmo dovuto andare a bere qualche cosa, eravamo già
per la strada a bordo della sua auto. Io pur cercando di impormi di
essere pacato ebbi un improvviso e silenzioso pianto, così le
chiesi di tornare alla mia auto; poi me ne andai salutandola con un
bacio sulla fronte.
L’otto marzo (2005), festa della donna, comprai un grosso
mazzo di mimose all’ingrosso dei fiori, ne portai un mazzolino a
mia madre, ne feci un altro mazzo ad una mia carissima amica,
glielo portai, poi andai ad Erichi e diedi un po’ di mimosa a mia
zia e a mia cugina poi mi misi sulla statale che da Erichi porta a
Costa ed aspettai.
Lei mi vide e si fermò. Io presi la mimosa dal sacchetto in cui
la tenevo nascosta e gliela diedi dicendole: “Auguri”, lei la prese
e mi disse: “Ci avrei giurato che saresti venuto”, io le risposi:
“Vuol dire che mi conosci bene”. Le diedi una carezza sul viso e
me ne andai.
Il 20 di marzo 2005, domenica delle palme, come facevo
tutti gli anni, andai davanti alla Chiesa di Costa e presi qualche
ramo d’ulivo per Arianna. Era mia intenzione, non potendo
darglieli di persona, infilarli, dopo la Messa nelle sua buca delle
lettere. Non volevo suonare il campanello, non volevo sapere se
c’era o non c’era, non volevo disturbarla, volevo solo
trasmetterle un messaggio di pace.
Ero lì nella piazza con la cagnina e l’ulivo, Don Giovanni
diede la benedizione ed ecco che dalla gente lì riunita mi viene
incontro Arianna che mi saluta.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Nerina (la cagnina) la riconobbe e le fece le feste.
Era per me un misto di felicità e di rabbia, Nerina era stata
abbandonata da Arianna, se avessi ipotizzato di incontrarla non
avrei portato Nerina con me, ma ora erano lì assieme e Nerina la
leccava festosamente sul viso.
Pur sapendo benissimo perché ero lì la signora Boscarolo mi
chiese cosa facessi, io le risposi che ero venuto a prendere l’ulivo
per poi darglielo come avevo fatto tutti gli altri anni passati e le
dissi anche dove avevo pensato di lasciarglielo.
La gente lì radunata si mosse in una breve processione verso
la chiesa, io chiesi ad Arianna se potevo andare a messa con lei,
lei mi rispose dicendomi: “Dove metti Nerina?”.
Io senza risponderle, ero così felice di stare un’ora con lei,
di corsa salii sulla mia auto e la parcheggiai poco distante
all’ombra, fischiai, Nerina con pochi balzi saltò sull’auto e si mise
a cuccia sul sedile.
Entrando in chiesa Arianna mi diede da tenere tutti i rametti
d’ulivo, quelli presi da lei più quelli che le avevo dato io.
La chiesa era tutta piena, ci mettemmo al fondo della navata
sinistra davanti all’altare, la messa iniziò, all’improvviso lei mi
disse che andava a sedersi, superò la prima fila ed andò a sedersi
nella seconda, esattamente nella terza posizione rispetto all’altare,
nell’allontanarsi mi disse: “Vado a sedermi, là c’è un posto, lo sai
che non riesco a stare in piedi per tutta la messa”.
Ormai negli anni ho imparato a comprendere la signora
Boscarolo, il vero motivo per cui si era allontanata da me era
sicuramente per non fare vedere agli altri che non stava lì a messa
con me. Chissà chi aveva visto, suo fratello? Le nipoti?
Il maresciallo dei Carabinieri?
O forse non aveva visto nessuno, ma pensando che ci
potessero vedere aveva fatto quella scelta.
Ero tentato di andarmene, nella panca di fianco a noi c’era
posto, quel gesto che sarebbe stato tollerato in altri tempi mi
offendeva, ma soprattutto mi faceva star male, mi imposi di
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
restare, non sapevo come fare, avrei attirato l’attenzione di tutti e
poi avevo tutto l’ulivo.
Dentro di me mi dissi che ero lì per me stesso e rimasi.
Nel momento in cui Don Giovanni ci invitò a scambiarci un
segno di pace, superai la fila di panche che mi separavano da
Arianna e le porsi la mano, come sempre ero disposto a
perdonarla.
Finita la messa le diedi l’ulivo, lei si fermò a parlare in
Chiesa, io andai in sacrestia a salutare Don Giovanni, attesi in fila
che altre persone lo salutassero, Arianna arrivò e superando tutti
salutò il parroco interrompendo la conversazione che egli teneva
con una ragazza che stava prendendo accordi per l’indomani.
Quando venne il mio turno salutai Don Giovanni, poi andai verso
l’uscita. La signora Boscarolo era ancora sul sagrato e mi chiese se
le facevo salutare ancora Nerina. Acconsentii. Nerina le fece
ancora le feste, assieme la accompagnammo sino alla via centrale
del paese, poi io mi fermai e Nerina con me. Era chiaro che
Arianna aveva fretta perché guardò l’orologio più volte e subito si
dimenticò che Nerina esisteva.
Lei proseguì verso casa, io verso il prato dove ormai da
centinaia di volte mi recavo a giocare con la cagnina.
Il venerdì seguente, il 25 marzo, due giorni prima della
Pasqua mi recai nuovamente ad Erichi. Andai il venerdì per farle
gli auguri Pasquali, poiché non avrei certo avuto l’occasione di
vederla il giorno di Pasqua in quanto io pensai che avrebbe
trascorso i tre giorni di festa con sua figlia a Mirini.
Con le stesse modalità delle altre volte mi misi sulla statale
aspettando che passasse.
Lo preciso ora, anche per gli altri eventi, che scelsi sempre
un punto dove le auto marciano a velocità sostenuta, non vicino
ad un semaforo o alla rotonda, la scelta era sempre dovuta alla
stessa motivazione, io non volevo che la signora Boscarolo si
sentisse costretta a fermarsi.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
In quell’occasione scelsi la piazzola del distributore del gas, lei
mi vide, superò il primo accesso alla piazzola e si fermò nello
spiazzo interno.
Era una manovra studiata in anticipo, era chiaro che mi aveva
già visto da lontano, lei abbassò il finestrino, io le dissi: “Buona
Pasqua” e le diedi un grazioso ovetto in regalo.
Lei mi chiese: “Sei a piedi?” le risposi di sì; lei mi disse di
salire che mi avrebbe accompagnato sino al semaforo dove vicino
c’è il capolinea del pullman che porta a Tortorinolo.
Io rifiutai, le dissi che avevo voglia di fare due passi e che
era il mio giorno libero. Non volevo assolutamente imporle di
accompagnarmi, lei sa benissimo che non posso camminare molto
a causa di esiti di meniscectomia e artrosi, ma dubito che il gesto
fu di pura cortesia, non le costava nulla essendo la stessa strada
che avrebbe dovuto percorrere per recarsi al lavoro.
La salutai, le diedi un grosso bacio sulla fronte chiedendole
questa volta prima il permesso di farlo e me ne andai in direzione
opposta alla sua, per poi, quando lei sparì alla vista, tornare sui
miei passi.
Ho descritto i fatti relativi all’8, al 20 e al 27 marzo 2005 in
maniera oltremodo dettagliata in modo che si potesse evincere
dalla descrizione dei fatti che gli incontri, pur cercati da me, sono
sempre stati da lei accettati.
Sono certo delle date impossibili da non richiamare alla
memoria.
Nel seguito di questo scritto, per alcuni eventi non sono più
assolutamente certo della data esatta anche se la cronologia dei
fatti mi porta a pensare di non sbagliare.
Il sabato successivo, come al solito, mi recai a ballare.
Abitudinariamente vado subito per un po’ di tempo in una
sala danze che dista poche decine di metri da casa mia, poi se non
trovo compagnia proseguo la serata in un’altra sala danze, La
Mazurca, che si trova poco distante in via Nonteng, sala in cui io
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
mi intrattengo ormai da ventitré anni. Anche quest’ultima sala da
ballo è vicina alla mia abitazione.
Quando entro alla Mazurca, faccio come al solito, il mio giro
di saluti: guardarobiera, cassiera, proprietari e baristi che ormai
conosco da quasi metà della mia vita.
Quando mi girai vedi di fronte al bar la signora Boscarolo che
stava ballando. Ne rimasi sorpreso,
dal marzo dell’anno
precedente, quando bisticciammo perché lei voleva andare in
piscina anziché tenere Nerina, non era mai più venuta né al De
Prac né tanto meno alla Mazurca e credevo, perché me lo aveva
detto lei stessa, che proprio in quest’ultima sala non ci sarebbe più
venuta, anche perché quando c’ero io lei affermò, che per rispetto,
non avrebbe ballato con altri!!!!!
Ora non ero più il suo compagno, era libera di fare ciò che
voleva, stetti lì a guardare, ero emozionato, dentro di me pensai
che forse voleva riavvicinarsi anche solo in amicizia.
Forse il mio comportamento coerente con i miei sentimenti
l’avevano indotta a mutare atteggiamento.
Ero lì ad un metro, ero come un fantasma, mi vedeva ma non
mi salutava. Eravamo uno di fronte all’altro, allora la salutai io e
le feci un cenno invitandola ad avvicinarsi, stava ballando con un
abituèe della sala da ballo, un uomo truculento con pochi capelli
impomatati sulla testa, uno con cui credo non avesse niente da
spartire, anche se dicono che le vie del Signore sono infinite, uno
che non potrebbe mai avere, per quanto mi consta, una relazione
con la signora Boscarolo; se fosse stata una persona che non
conoscevo, malgrado l’apparenza, e che potevo pensare in sua
compagnia, non mi sarei certo permesso di invitarla ad
avvicinarsi.
Lei superò i tavoli al bordo della pista e si avvicinò.
La salutai. Lei mi rispose indispettita: “Tony, sto ballando”.
Io le risposi: “Torna pure a ballare, volevo solo salutarti”.
Subito non capii perché era indispettita, ma poi, dopo un
attimo di riflessione, ci arrivai: certo la sorella e il suo compagno
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
che erano con lei non sapevano nulla dei nostri incontri, io
dovevo restare agli occhi di questi il “mostro” che le aveva portato
via i regali e che le aveva rubato il cane.
Pensavo a questo quando all’improvvisa Arianna mi disse
che lei era venuta alla Mazurca soltanto perché invitata dalla
sorella che festeggiava l’acquisto di una nuova auto e che non
sarebbe più venuta. Proseguì dicendomi inaspettatamente: “Dopo,
se vuoi, balliamo il rock and roll”. Ne rimasi veramente
sbalordito! Lei tornò a ballare con l’impomatato ed io mi
allontanai continuando il mio giro di saluti.
Pochi istanti dopo, il complesso attaccò il rock and roll.
Tornai sui miei passi, presi per mano Arianna ed andai a ballare.
Era passato più di un anno da quando l’avevo fatto l’ultima volta.
Finito quel ballo ci fu il solito intervallo tra la disco music e i balli
lenti.
Quando il complesso iniziò a suonare i balli lenti, io mi
riavvicinai ad Arianna, le chiesi di ballare, lei mi rispose di no,
io insistetti e con un bel sorriso sulle labbra le dissi: ”Tu hai
voluto ballare un rock and roll, io vorrei solo ballare un lento”.
Mi fu concesso. Nell’istante in cui questo ballo finì, mi
staccai da lei e la salutai incamminandomi decisamente verso
l’uscita della sala da ballo. Lei mi chiese dove andavo e io le
risposi che non sarei riuscito a rimanere lì vedendo lei che ballava
con altri, che proprio non potevo. Lei mi disse: “Non andare via,
voglio vederti ballare con un’altra, tanto lo so che tu qui hai i tuoi
“filarini ”. Non le risposi e me ne andai. Se le avessi risposto mi
sarei ricordato che, quando un giorno le dissi che malgrado io e
lei non avessimo più rapporti, io non riuscivo nonostante l’istinto,
a pensare di averne con un’altra donna perché mi sentivo ancora
legato a lei, la sua risposta a questa mia affermazione fu: ”Puoi
sempre andare a puttane!”
Certo che ora avevo dei “filarini” come li chiamava lei, ma
quei filarini erano qualcosa di un po’più nobile di ciò che voleva
sottointendere lei, erano l’amicizia di alcune donne frequentatrici
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
da anni come me della Mazurca, che conoscevano la mia storia
con la signora Boscarolo e che in diversi modi seppero rendere
meno triste la mia condizione di uomo separato contro la propria
volontà dalla compagna che amavo e che ancora amo.
Il caposala all’ingresso nel vedermi schizzare via mi chiese:
“Vai già via Tony?” le risposi: “È molto peggio se rimango,
questione di cuore”.
Il sabato seguente, 9 aprile 2005, stesse modalità, prima la sala
vicino a casa e poi Mazurca.
Incredibile, malgrado mi avesse detto che non sarebbe più
venuta alla Mazurca, era nuovamente lì.
Quello che non ho detto prima è che alla signora Boscarolo,
chiesi solo un favore, ovvero che quando lei decidesse di venire
alla Mazurca, di farmi la cortesia di farmelo sapere con una
telefonata ed io non ci sarei andato.
Stava ballando, questa volta davanti all’orchestra.
Ero già da un po’ nella sala da ballo, non mi ero accorto che
c’era perché non stava seduta come faceva di solito con la sorella
e il compagno della sorella al tavolino a loro riservato di fronte al
bar, ma era seduta nei divani a lato dell’orchestra con delle
persone che avevo conosciuto con lei quando ancora ci
frequentavamo.
Ero lì vicino a lei, come la volta precedente, ero diventato di
nuovo un fantasma eppure, riflettevo dentro di me, c’era stato il
chiarimento del 25/10/04, l’incontro della festa della donna, la
messa insieme al giorno delle Palme, il breve saluto del giorno di
Pasqua. Non erano eventi a cui avevo dato significati scorretti,
non mi ero illuso, pensavo di essere riuscito a far comprendere ad
Arianna che malgrado lei mi avesse ingiustamente maltrattato io
ero pur sempre un “amico”.
Mi avvicinai a dove lei stava ballando stetti lì a guardarla a
mani conserte, ero pronto a salutarla con un cenno della mano.
Ballava con un uomo che è un abitué della sala e che sapeva
benissimo che io e lei eravamo stati assieme per tanti anni.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Ha sempre avuto la fama del playboy e non mi è mai piaciuto
come persona, quando cerca di affascinare una donna è tutto
sorrisi mielosi, quando balla si atteggia in modi da film
“felliniani”, il caschè fatto anche in danze che non lo prevedono
diventa per lui il mezzo per accentrare l’attenzione della sua dama,
è patetico nella sua ripetitività. Ero irritato non per la sua presenza
accanto ad Arianna, bensì perché lei mi guardava insistentemente
ed era chiaro che non mi salutava per ottenere opportunamente
una mia reazione, purtroppo quella donna mi conosce molto bene.
Io superai le sedie che mi dividevano dalla pista e rimasi lì,
fermo, questa volta con le mani in tasca; forse allora mi avrebbe
visto e salutato, forse in quel momento ad un metro di distanza
non avrebbe potuto fingere di non vedermi.
Sulla statale, dove andava forse ad oltre 100 km l’ora, dove
nessuno, secondo lei, ci conosceva o ci faceva caso, si era fermata
a salutarmi. Lì, dove ora ci trovavamo, e quasi tutti “sapevano”,
ecco quel comportamento.
Continuai a guardarla fissa negli occhi, come del resto faceva
lei, a questo punto il tizio che ballava con lei, con chiara
intenzione di approdare ad un alterco, mi chiese: “Guardi me?”.
Io gli risposi con calma e sempre con le mani in tasca: “No”.
Il tizio, avvicinando la sua faccia alla mia, mi chiese nuovamente
mettendomi una mano sulla spalla: ”Guardi me? Ma questa è la
tua donna?”. Io gli risposi nuovamente di no e sorvolando sulla
mano messami sulla spalla gli dissi di evitare di parlarmi così
vicino perché il suo alito era sgradevole.
Dietro di me un’altra persona che ritengo un suo amico mi
metteva anch’esso una mano sulla spalla, stavo reagendo a
quest’ultimo quando un addetto alla sala da ballo lo allontanò.
Non successe nulla, io mi allontanai, ero stato ad un passo
da essere aggredito da due e forse più persone.
In quella circostanza mi venne vicino una mia amica, che mi
toccò e mi disse: “Toni stai tremando”, io gli risposi “Lo so”.
Subito le chiesi: “Hai visto?”. Lei mi rispose di sì.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Lei conosceva benissimo e approfonditamente la mia storia
con Arianna.
Questa amica mi chiese ancora: ” ma perché si comporta
così?”, Io scossi la testa cercando una risposta, poi le dissi: “Non
lo so”.
La invitai dopo una breve discussione ad andare dalla sig.ra
Boscarolo pregandola di dirle
che non meritavo
quell’atteggiamento e quelle che io ritenevo provocazioni, e che
le chiedevo soltanto di avvisarmi in qualche modo quando sarebbe
tornata alla Mazurca così, opportunamente, io mi sarei recato in
altri luoghi. Le chiesi di dirle di comprendere il mio stato d’animo
nel vederla ballare lì di fronte a me senza neanche salutarmi e poi
oltretutto con una persona di cui lei conosceva la mia poca stima e
che si atteggiava anche a “protettore” e attaccabrighe.
Decisi di andarmene. All’ingresso della sala da ballo trovai
l’uomo del personale che era intervenuto e che mi conosceva da
venti anni, a domanda risposi spiegando brevemente in che
situazione mi trovavo, in quel mentre sopraggiunse il tizio che
ballava con Arianna che si insinuò nelle mie spiegazioni e di fatto
mi chiese: “E se io volessi uscire con Arianna e venire qui a
ballare?”. Io mi ritengo una persona civile, ma quella era una vera
istigazione, forse anche architettata con la complicità della sig.ra
Boscarolo.
Non sono uno che apprezza la violenza, le risse, i bisticci
ma quello era proprio il momento in cui avrei potuto dimenticare
ogni mio buon comportamento del passato e vigliaccamente
provocato passare alle vie di fatto. Secco e senza esitazioni dissi al
tipo di essere un agente di polizia anche se presumo già lo sapesse,
aggiunsi che era padrone sia lui che lei di uscire con chi volessero
e che se era una persona con in testa del buon senso avrebbe
potuto evitarmi di vederli assieme. A queste affermazioni il tipo
mi rispose: “Adesso deciderò se uscire o no assieme a lei.”.
Per me quello era soltanto un idiota che credeva e crede di
essere un superuomo. Io non dimenticai mai un istante la mia
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
condizione giuridica anche se avrei veramente voluto poter
scendere al suo livello e magari fargli una sgradita sorpresa.
La Procura della Repubblica, se questo signore dovesse adire
alle vie di fatto, conoscerà in brevissimo tempo le sue generalità,
mi pare di essere già stato sino a questo punto sin troppo
tollerante.
Quando rividi la sig.ra Boscarolo le chiesi il perché di quel
comportamento e ne ottenni questa risposta: “Tu vieni a
salutarmi? Io vengo a ballare”. Per me era una risposta assurda,
cercai di spiegarle che c’era una gran differenza tra il mio
preoccuparmi come stava e quindi sporadicamente andarla a
salutare e il suo venire a ballare con gli atteggiamenti connessi,
come se tra noi non ci fosse stata una storia di tanti anni.
Lei non rispose alcunché a queste mie affermazioni, io la
pregai di non maltrattarmi e mi congedai.
La settimana seguente decisi di mettere in discussione il mio
stato d’animo e i comportamenti della sig.ra Boscarolo con un
professionista. Il 12 aprile 2005 ebbi un colloquio con una dott.ssa
in psichiatria, la quale, sentita la mia storia e rispondendo alle mie
domande, mi disse in breve, che io non avevo problemi
psichiatrici mentre la mia ex compagna probabilmente ne aveva e
quasi certamente si trattava di psicosi; non entro nel merito dei
particolari riferitemi dalla dott.ssa in quanto all’uopo, se sarà
ritenuto opportuno, sarà interpellata la stessa. La dottoressa mi
disse inoltre che non potevo aspettarmi un comportamento
coerente da una persona “malata” e che le varie patologie che io le
avevo descritto nel racconto
erano senz’altro di natura
psicosomatica e tipiche del suo “stato”.
Io, sentendo la parola psicosi domandai timidamente alla
dott.ssa se si trattava di un disturbo della personalità. La dott.ssa
mi rispose secca di no e che il disturbo in cui si inquadrava la
sig.ra Boscarolo era ben più grave. Misi al corrente l’analista che
io e la sig.ra Boscarolo eravamo già stati assieme dalla dott.ssa
Condona (psicosessuologa) e che di fronte a questa e alla mia ex
123
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
avevo declamato un lungo elenco di fatti, gli stessi a lei raccontati,
che peraltro sono in parte quelli già citati in questo mio scritto.
Riferii anche alla psichiatra che dopo aver raccontato alla
dott.ssa Condona gli episodi che ritenevo utili ad inquadrare la
personalità della sig.ra Boscarolo, uscii dallo studio come avevo
concordato con la stessa, lasciando che quest’ultima parlasse con
la mia compagna. Raccontai anche che alla fine del colloquio fui
invitato a rientrare nell’ambulatorio e che in quella circostanza la
dott.ssa Condona prescrisse una visita psichiatrica alla sig.ra
Boscarolo.
Opportunamente le dissi ancora che successivamente a
questo incontro io rividi da solo la dott.ssa Condona, la quale mi
rivelò che la sig.ra Boscarolo, rimasta sola con lei, aveva negato
ogni episodio da me riportato.
Raccontai infine alla psichiatra un particolarissimo fatto che
espongo qui di seguito. Dopo qualche tempo la visita dalla
psicosessuologa la signora Boscarolo mi disse che era andata
dallo psichiatra che l’aveva visitata e le aveva detto che se io
avessi continuato così sarei finito all’ospedale e aggiunse che
questi mi avrebbe voluto parlare.
La settimana dopo aver sentito questa affermazione dalla
signora Boscarolo, mi recai di persona al Centro di Salute Mentale
ove la mia ex era in cura. Spiegai il motivo della mia visita,
ovvero che lo psichiatra che aveva sentito la sig.ra Boscarolo
aveva espresso il desiderio di parlarmi. La segretaria del suddetto
Centro cercò nel registro il nome del medico e su di un biglietto
intestato al Centro Medico (All n. 170) mi scrisse il nome del
dottore e il numero che avrei dovuto chiamare perché quel giorno
non era presente.
Dopo qualche giorno telefonai al dottore che mi era stato
indicato, spiegai brevemente chi ero e perché lo avevo cercato,
questi subito mi rispose, come se cascasse dalle nuvole, che non
aveva assolutamente detto alla sig.ra Boscarolo di volermi vedere
124
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
né tanto meno la frase già citata che se avessi continuato così
sarei finito all’ospedale.
Io esternai il mio stupore al dott. De Trombon e chiesi se
fosse lo stesso possibile da parte mia parlargli di persona.
Il dott. De Trombon mi rispose che era superflua la mia
presenza e che avrebbe “inquadrato” la sig.ra Boscarolo anche
senza di me, io insistetti facendogli presente che già in un
colloquio con un altro professionista (la dott.ssa Condona) la
sig.ra Boscarolo aveva alterato la verità. Il dottore mi rispose che
mi avrebbe sentito solo con l’autorizzazione della sig.ra
Boscarolo, allora risposi che avrei parlato con lei e poi avrei
ritelefonato.
Misi al corrente la signora Boscarolo del mio colloquio
con il dottore, lei ne rimase sconcertata, certo non si aspettava che
io così sollecitamente mi adoperassi a ciò che proprio lei mi aveva
richiesto.
Le domandai perché aveva mentito sulle dichiarazioni
attribuite al dott. e lei, invece di rispondermi, mi accusò di aver
violato la sua privacy.
Cercai successivamente lo psichiatra, il dott. De Trombon,
per sapere se aveva avuto l’autorizzazione dalla signora Boscarolo
e se dovevo prendere appuntamento. Devo dire che già mi
immaginavo quale sarebbe stata la risposta ma non mi aspettavo
che questi mi facesse dire dalla segretaria più volte di non essere
presente.
Dovetti promettere di recarmi alla stazione dei Carabinieri
per una ipotesi di omissione in atti d’ufficio per ottenere di
parlargli; questi, seccato, infine mi rispose dicendomi ciò che io
già avevo intuito ovvero che la signora Boscarolo non aveva dato
la sua autorizzazione al colloquio.
Mi ero comportato correttamente nelle conversazioni avute
con il dottore e benché ne avessi la possibilità non raccontai
nessuno degli “episodi” citati alla dott.a Condona; il “malumore”
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
del dottore derivava senz’altro, per quanto mi consta, da qualche
altra falsità propinatagli dalla signora Boscarolo.
Dopo questo episodio naturalmente io e la signora Boscarolo
continuammo a frequentarci. La mia unica speranza era di aver in
ogni caso messo in allarme il dott. e speravo che le mie telefonate
lo avessero almeno indotto a trattare il caso con una particolare
attenzione.
Al termine di questo lungo racconto chiesi alla Psichiatra se
potevo fare qualche cosa per aiutare la signora Boscarolo o se lei
potesse parlare con il suo collega di Erichi.
La dottoressa mi rispose che potevo tornare al Centro di
salute mentale di Erichi e chiedere nuovamente di parlare con il
dottore. Le risposi che non ci avrei neppure provato, ero certo che
non sarei stato né ricevuto né ascoltato.
La Psichiatra mi disse allora che un’altra possibilità era di
parlare con un parente della signora Boscarolo perché il parente
avrebbe poi avuto facoltà di recarsi dallo psichiatra che la seguiva,
riferire ciò che io gli avrei raccontato e conseguentemente
informarsi del suo stato di salute e se seguisse le terapie che le
erano state prescritte.
La Psichiatra mi chiese ancora se alla signora Boscarolo
erano stati prescritti dei farmaci, io risposi di sì, degli
antidepressivi e del Toxenal e aggiunsi che Arianna assunse gli
antidepressivi per pochi giorni perché, a suo dire, la facevano star
peggio mentre per il Toxenal più volte avevo visto la signora
Boscarolo mettere le gocce in un bicchiere per poi assumerle; io
stesso, su sua richiesta, mentre era a letto indisposta, le portai
molte volte un bicchiere con un po’ d’acqua e la boccetta del
farmaco.
Dissi infine alla dottoressa che avevo tentato di parlare della
salute di Arianna con la sorella Samira ma che la sorella, non
comprendendo le mie benevoli intenzioni, o forse volutamente,
mi negò un appuntamento, dicendomi che lei non poteva far nulla
per la nostra relazione. Io ribadii che non volevo parlarle dei
126
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
rapporti che avevo con la sorella ma solo a proposito della salute
di Arianna e malgrado la mia affermazione non ottenni il
colloquio.
La psichiatra infine mi congedò. Le chiesi allora di poterla
rivedere per poter approfondire alcuni aspetti della mia relazione
con la signora Boscarolo ma soprattutto per mettere in discussione
il mio comportamento.
La dottoressa mi rispose che mi avrebbe rivisto, se proprio io
lo volevo, ma che non avevo nulla di cui preoccuparmi perché ero
mentalmente sano.
Dopo questo colloquio decisi di rivedere la dott.a Condona e
mi fu dato un appuntamento per il 27 aprile 2005 (All. n. 171)
Nel corso di quest’ultimo incontro con la dott.a Condona le
raccontai le ultime vicende tra me e la signora Boscarolo ed il
colloquio avuto con la psichiatra. La dott.a Condona era sempre
stata messa da me al corrente degli eventi e degli incontri avuti
con la signora Boscarolo, così ritenni opportuno riferirle anche
questi ultimi eventi che, debbo dire, mi avevano fortemente
turbato.
La dott.a Condona era intenzionata ad aiutarmi come aveva
già fatto in passato anche telefonando alla signora Boscarolo, ma
convenimmo che non era possibile in quanto non possedevo più
alcun numero telefonico della mia ex compagna se non quello del
lavoro. Quest’ultima ipotesi di comunicazione la scartammo anche
se, infine, la dott.a Condona mi disse di attendere una sua
riflessione in merito e prima di congedarmi mi disse,
sorprendendomi, che nel corso del colloquio con la signora
Boscarolo era stata informata dalla stessa che era ancora
innamorata del marito allora io commentai: “Ma allora perché
non glielo dice e tornano assieme?”
Era scaduta l’ora del mio appuntamento e ci salutammo con
la promessa di risentirci.
Nei giorni successivi riflettendo sulla mia relazione, sugli
ultimi fatti e sui colloqui avuti con le due dottoresse e con il mio
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
medico curante, il dott. Piccoli che aveva anch’esso visitato
Arianna, trassi la definitiva conclusione che questa donna era una
persona infelice, che in tutti questi anni si era accompagnata a me
con una forte dose di opportunismo, che un po’ di bene per me
forse l’avrà anche avuto, ma il suo ego le negava una relazione
stabile e duratura, probabilmente sentendosi ancora legata
emotivamente al suo ex marito.
Mi tornò in mente quanto passeggiando con lei mano nella
mano per la via centrale di Erichi ad un certo punto incontrammo
delle persone che io non conoscevo, che lei salutò e con le quali si
intrattenne in una breve conversazione ed io non fui neppure
presentato.
Poi quando ci allontanammo da queste persone lei si rivolse a
me dicendomi: “Ecco vedi quelli sono dei miei parenti e adesso
penseranno che ho una relazione con te”. Non dissi nulla,
pensai che fossero parenti del marito, continuammo a passeggiare
per Erichi ma non più mano nella mano.
Malgrado tutte le umiliazioni che ho ricevuto negli anni dalla
signora Boscarolo non sono mai riuscito ad odiarla, calpestavo la
mia dignità con i miei stessi piedi per il sentimento d’amore che
provavo per lei, forse ho sempre saputo inconsciamente quali
erano i sentimenti per il suo ex marito, non potevo e non posso
biasimarla, d’altronde pensavo, quando mi diceva che lo rivedeva,
che aveva avuto una figlia da lui e superavo così sempre i suoi
atteggiamenti sgarbati, confidando che nel tempo lei potesse
chiudere con il passato e vivere felicemente con me e con se
stessa.
Essendo ora una certezza il fatto che lei ancora amasse suo
marito e di fronte all’evidenza che le sue malattie fossero correlate
alla sua infelicità oltre che ad altri fattori biologici, sentivo che
ero l’unica persona responsabile che poteva aiutarla, d’altronde in
tutti questi anni passati non avevo visto nessun familiare che si
occupasse di lei come invece mi ero adoperato io.
Decisi così di parlarle francamente.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Verso la fine di aprile o i primi di maggio 2005 la incontrai,
lei mi fece sedere sulla sua auto, io dopo i saluti le dissi senza
tergiversare e con tutta la gentilezza che potevo, che ero
preoccupato per lei, che avevo parlato con uno psichiatra delle
ultime incresciose situazioni da lei create, le dissi con dolcezza
che mi ero reso conto le lei amava ancora il suo ex marito,
(tacendo la confidenza fattami dalla dottoressa Condona) e la
pregai di valutare la possibilità di tornare con lui, se questo la
poteva rendere felice. Come risposta ne ebbi una risata sarcastica,
poi ella aggiunse:”Figurati, se io lo volessi mi basterebbe
schioccare due dita e lui correrebbe da me”.
La risposta per quanto mi risultava, aggiungeva, certezza alla
certezza. Io le risposi di schioccare quelle sue dita.
Poi le chiesi se mi autorizzava ad un colloquio con suo
fratello, quello che mi conosceva personalmente perché era il papà
di quella nipote ammalata per la quale la signora Boscarolo ed io
ci eravamo recati a Vodapa a chiedere la grazia e per il fatto che
mi ero recato all’ospedale a farle visita mentre era degente; per
questo pensavo, avrebbe accettato di parlarmi con benevolenza.
Lei mi chiese perché volevo parlare al fratello, io le spiegai
che ritenevo opportuno allontanarmi da lei definitivamente perché
ne andava di mezzo la mia salute, ma anche perché mi ritenevo un
irresponsabile a non riferire ad una persona di famiglia quanto
avevo visto negli anni e quanto mi era dato di sapere.
Arianna prese dalla borsa il cellulare e provocatoriamente mi
disse: “Adesso telefono al maresciallo Bevilacqua, andiamo da lui
così parli con lui”.
Io con molta calma risposi che se voleva ci sarei anche
andato dal maresciallo Bevilacqua, ma che non serviva a nulla.
Il maresciallo, le dissi, non può venire a parlare con il tuo
psichiatra, mentre un tuo parente, se lo desidera, lo può fare.
A questo punto lei ritirò nella borsetta il cellulare e mi disse:
“Fai quello che vuoi, se vuoi parlare con mio fratello fai pure, hai
già cercato di parlare con Samira che non ti ha voluto sentire”.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Io replicai: “ è per questo che ti chiedo di telefonare tu a tuo
fratello, e poi andiamo assieme”. Arianna mi rispose che lei non
gli avrebbe telefonato, io allora le dissi che da solo non potevo
andarci e neanche contattarlo perché senz’altro lei mi avrebbe
anticipato, non riferendogli certo la vera motivazione per cui mi
sentivo in dovere di parlargli.
Cercai di convincerla rammentandole quante attenzioni avevo
avuto negli anni passati nei suoi confronti e che il mio
interessamento era meramente a fin di bene e non certo per
petulanza, aggiunsi: “ mi hai sempre fatto partecipe dei tuoi
problemi di salute, io stesso ho cercato di sostenerti portandoti
dove tu mi chiedevi, dove potevano aiutarti, ora invece divento un
estraneo, non mi dici neppure che tua figlia è stata operata e che
ha cambiato casa”. Lei mi chiese come sapevo questi fatti, io
risposi evasivamente che lo avevo saputo e basta, non volevo
dirle che era stata Ceresella a riferirmi i due eventi.
Le chiesi se era un delitto preoccuparsi di sapere delle notizie
delle persone a me care ma non ne ebbi risposta. Mentre scendevo
dall’auto le chiedevo ancora se si era resa conto di essere venuta a
ballare per provocarmi, che aveva cercato di farmi bisticciare; le
chiesi se voleva in qual modo portarmi in una situazione per cui ne
avrei dovuto pagare delle conseguenze anche solo per essermi
difeso. La salutai pregandola di riflettere.
Qualche giorno dopo, esattamente il giorno 24 maggio 2005
( o il giorno seguente) ricevetti una telefonata da quel maresciallo
mio amico che, alterato, mi diceva di essere stato chiamato in
Procura perché la signora Boscarolo mi aveva denunciato (non mi
disse per cosa) e aggiunse: “Ti avevo detto di non andare più a
lavare la macchina a Costa”. Io cercai di spiegare come, quando e
perché l’avevo rivista ma non certo mentre andavo a lavare la
macchina. Il maresciallo mi disse che avrei dovuto raccontarlo al
Procuratore a cui era stata trasmessa la denuncia, cosa che avrei
fatto volentieri.
130
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Cercai in seguito il maresciallo per dargli delle spiegazioni di
persona, ma evidentemente questi non voleva o non poteva
sentirle.
Dopo questa telefonata chiamai l’avvocato Neleo per fissare
un appuntamento e nella stessa giornata le diedi la delega per la
mia difesa.
Preciso che l’avvocato Neleo era a conoscenza dei fatti
avvenuti tra me e la signora Boscarolo perché la stessa era già
stata da me contattata per una “riflessione” giuridica al tempo in
cui la signora Boscarolo mi cedette il suo cane e si recò alla
caserma dei Carabinieri di Costa di Erichi.
Dopo aver saputo della denuncia e aver dato la delega
all’avvocato decisi autonomamente di recarmi dalla signora
Boscarolo.
Alle ore 12 del 10 giugno 2005 giunsi ad Erichi, mi misi
sulla statale tra Erichi e Costa dal lato direzione Costa a fianco
della “Manifattura tessuti” situata in via Costa n, 48 e ne attesi il
passaggio. Come le altre volte scelsi quella posizione perché lei
non si sentisse obbligata a fermarsi, tanto più che ora mi aveva
denunciato.
La ”Manifattura tessuti” si trova a metà strada tra due
semafori, proprio nel punto in cui le auto hanno maggior velocità.
Alle ore 13 vidi da lontano giungere la sua auto, che con
mia sorpresa e con una frenata repentina si fermò per poi
chiedermi cosa facessi lì. Io le risposi testuali parole:”Scusami,
era un po’ che non ti vedevo e ti ho aspettato per salutarti”.
Come al solito le chiesi se potevo darle un bacino per
salutarla, lei mi rispose di sì, si sporse un po’ dal finestrino, io la
baciai sulla fronte e me ne andai. Ero veramente sconcertato, mi
aveva denunciato, anche se non sapevo per cosa, e malgrado
questo si era fermata e nelle modalità descritte, come se nulla
fosse accaduto.
Oggi, sapendo che la denuncia da lei presentata fu per
molestie e minacce mi riesce ancor più difficile capire perché si
131
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
sia fermata, certo è che se io denunciassi qualcuno per molestie e
soprattutto per minacce, mi guarderei bene dal fermarmi a lui o a
lei appresso conversando e facendomi dare un bacio in fronte,
figuriamoci poi se la denuncia fosse, come è, falsa.
E’ estremamente importante che io chiarisca che l’essermi
messo ad aspettarla, dopo aver saputo della denuncia, era solo al
fine di vedere quale fosse la sua reazione, non intendevo
assolutamente fare alcun cenno sulla denuncia stessa che per me
era ancora di carattere informale, mi attendevo semplicemente
che la stessa nel vedermi proseguisse la sua marcia senza
arrestarsi.
Per essere certo che questo episodio non mi fosse contestato
come un ulteriore molestia o minaccia giunsi sul posto con un
teste, il signor Odino Pere.
La presenza di una persona voleva anche essere in un
domani, quando avrei dovuto difendermi dalle false accuse della
mia ex, la prova che lei non mi temeva, ma anzi che era vero il
contrario. Inoltre se si fosse fermata e si fermò, ciò voleva anche
deporre per la sua persistente incoerenza tra il dire e il fare.
Le incoerenze nei suoi modi di fare sono l’elemento
principale che contraddistingue il suo comportamento nei miei
confronti. Un giorno mi diceva che non voleva………, il giorno
dopo o pochi giorni dopo mi cercava e voleva……..
Attesi sino al 27 o 28 di giugno, solo allora l’avvocato Neleo
mi comunicò che la denuncia era vera e che si trattava di denuncia
per molestie e minacce.
Sempre di mio impulso il 29 giugno 2005 mi recai
nuovamente ad Erichi con un altro testimone la signora Rozzala
Giovanna. Questa volta volevo chiedere alla signora Boscarolo per
quale motivo o per quale fatto mi avesse denunciato e dimostrare
con un altro teste la condotta della mia ex.
Mi accordai in precedenza con la signora Rozzala perché
questa mi raggiungesse nel luogo dove intendevo incontrare la
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
signora Boscarolo. Volevo assolutamente che ci fosse una persona
che testimoniasse che io non la avevo costretta a fermarsi.
Mi misi in attesa nella strada limitrofa a quella dove lei
lavora e precisamente in via Aldo Bianco a 50 metri dall’incrocio
proprio di fianco ad un cancello. La signora Rozzala stava
all’angolo con la via Aldo Bianco e la stradina che porta agli
interni della stessa via, poco distante ma in una posizione idonea
a testimoniare dell’incontro. (All. 172 - disegno della via).
Per essere sicuro di incontrarla avrei dovuto aspettarla nelle
immediate vicinanze all’ufficio dove lavora, ma così il teste non
sarebbe servito allo scopo. Il posto dove scelsi di aspettarla mi
dava una buona percentuale di sicurezza che ci saremmo incontrati
perché, tra le varie strade che percorre per andare a casa era
quella da lei più utilizzata.
Verso le 12 e 45 l’auto con a bordo la signora Boscarolo
svoltò nella via, arrivata vicino a me la salutai, lei si fermò, mi
salutò e mi disse che aveva fretta, doveva andare alla posta ed era
già tardi. Le dissi che avrei rubato solo tre minuti.
Fermo, di fronte a lei che era seduta in auto, le chiesi, senza dare
alcun’enfasi alla mia domanda: “Perché mi hai denunciato?”
Mi rispose: “Io non ti ho denunciato”.
Ero rimasto volutamente in piedi di fronte a lei, non mi ero
seduto in auto perché non ci fosse da parte sua un qualsiasi timore,
seppur infondato, ed anche perché non si sentisse impedita ad
allontanarsi. Dopo che lei negò di avermi denunciato, io le dissi
con molta calma ma con fermezza che avevo già da qualche tempo
nominato un avvocato e che questi mi aveva appena comunicato,
dopo essere stato in Procura, che ero stato da lei denunciato per
molestie e minacce. Le domandai perché avesse fatto quel gesto
ai danni di una persona con cui aveva avuto una relazione di quasi
sette anni, che l’aveva sempre amata e aiutata di fronte ad ogni
avversità. Le dissi che per le molestie era possibile mettere in
discussione il mio modo di fare, che ciò che io ritenevo soltanto
un modo per sapere come stava e non interrompere
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
completamente i rapporti con lei era anche padrona di valutarla
inopportunamente una molestia, le rammentai i nostri incontri del
primo di aprile, delle Palme, di Pasqua, le rammentai che
proprio alle Palme quando le chiesi se aveva intenzione di ridarmi
il numero di cellulare mi rispose: “Per adesso vediamoci così
quando capita”. Le domandai perché in quegli ultimi tempi si era
sempre fermata a salutarmi e sottolineai che non la avevo mai
costretta, naturalmente tacendole la presenza di testimoni.
Le dissi che per quanto riguardava le minacce, io non mi ero
mai permesso di minacciarla di alcunché e con una gran dose di
autoironia le chiesi se forse intendesse una minaccia il fatto di
averle detto che la avrei amata per sempre.
A questo punto la signora Boscarolo capendo che ero stato
informato formalmente della denuncia, mi disse: “Sì, ti ho
denunciato perché è ora che tu smetta di interessarti delle mie
cose, sei andato a chiedere in giro di mia figlia e io non voglio
che tu lo faccia”. Io le risposi che quando la figlia era stata da
operare al ginocchio non si era posta “il problema” che oggi si
poneva, anzi per l’intervento chirurgico al ginocchio della
figlia ero stato chiamato da lei decine di volte, con l’esplicita
richiesta di aiuto e del mio interessamento.
Le dissi in ultimo che non ero assolutamente andato in giro a
chiedere, ma che ciò che sapevo mi era stato raccontato
spontaneamente da una persona che entrambi conoscevamo e che
per di più preoccuparmi di sapere della sua salute o di quella della
figlia non si poteva certo definire un reato di minaccia o di
molestie.
Non ero certo soddisfatto di ciò che mi diceva perché le sue
motivazioni mi parevano assurde. Decisi di interrompere la
conversazione, le ribadii che io e lei avevamo avuto una relazione
di sette anni in cui mi ero sempre prodigato a tutte le sue necessità
e la pregai di riflettere su ciò che aveva fatto pregandola di ritirare
la querela. Come responso a questa ultima frase la signora
Boscarolo mi rispose: “Io e te non abbiamo mai avuto nessuna
134
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
relazione”. Non c’era più nulla da dire di fronte a questa
affermazione, la salutai e ritornai a Tortorinolo.
Oltre al testimone, per collocare temporalmente l’evento il
sottoscritto si è recato: alle 12, 22 in via Costa n. 17 al bar il
Dolce Caffè (All. n. 173 ) poi ritornato a Tortorinolo mi recai
immediatamente presso il bar I due pilastri ed esattamente alle ore
13, 14 (All. n. 174 ).
Opportunamente il sottoscritto con grande umiltà invita
codesto Tribunale, se lo ritiene opportuno, sia per questo fatto
che per tutti quelli che ho citato, di indagare su quale centrale
telefonica fossero agganciati e in che ora, il mio cellulare e quello
nuovo della signora Boscarolo, di cui non conosco il numero.
I giorni successivi telefonai alla dott.a Condona per metterla
al corrente dei fatti, preso atto delle mie dichiarazioni e del fatto
che io avrei dovuto rispondere a questa Procura sul mio
comportamento, mi consigliò, in quella circostanza, di farmi fare
una relazione psichiatrica per sgomberare il campo da possibili
interrogazioni ci potessero essere sul mio stato mentale.
La dottoressa Condona insistette sulla relazione psichiatrica
affermando che sicuramente Arianna per vendetta e peculiarità di
coloro nelle sue condizioni intellettive, avrebbe fatto in modo che
si dubitasse del mio stato psichico, finanche per allontanare le
attenzioni sul suo.
Il giorno 14/7/2005 andai all’ASL dove fui sottoposto ad un
colloquio da uno psichiatra ( mai visto ne conosciuto) che come da
certificazione del mio medico curante doveva valutare il mio stato
mentale e “ difficoltà di coppia”.
Al termine di un lunghissimo colloquio il medico dell’ASL
mi rilasciava certificazione in cui si legga: ”Il signor Animaviva
non presenta turbe psicopatologiche - vengono riferite
problematiche di coppia, non necessita di terapie specifiche (All.
135
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
n. 175 ) il medico nel consegnarmi il certificato mi disse: “Non
veda più quella donna, è pericolosa”.
Voglio con questo mio scritto evidenziare che ho cercato di
riportare tutti i fatti che secondo me sono necessari per far
comprendere che il sottoscritto non ha mai inteso molestare né
tantomeno ha mai minacciato la signora Boscarolo.
Le mie intenzioni nei confronti della stessa sono sempre state
di un sentimento che contempla anche l’aiuto morale e
materiale ed è ciò che io ho sempre perseguito.
Le prove documentali sono state ricercate con meticolosità e
prodotte allo scopo di provare la nostra assidua
frequentazione che, di fatto, era una relazione almeno per me.
Opportunamente chiedo a questo Tribunale che la signora sia
interrogata prima che lei possa leggere questo scritto al fine di
far emergere anche l’assurdità e falsità di quello che asserisce
la signora Boscarolo; in altre parole che questa relazione non è
mai esistita o che irrazionalmente sia durata solo alcuni mesi.
La dichiarazione della signora Boscarolo che tra me e lei non
vi è stata mai alcuna relazione, è stato il motore che mi ha indotto
a raccontare buona parte del vissuto dal 1996 ad oggi, confidando
che sia compresa l’assurdità sia della dichiarazione della mia ex
compagna che della querela che questo Tribunale deve valutare,
querela che io ritengo calunniosa e altamente offensiva ancor più
perché proveniente da persona di cui io ho sempre avuto rispetto
anche di fronte ai maltrattamenti, da lei, gratuitamente inflittimi.
Voglio ricordare a questa Procura che persino con il suo cane,
che definiva la sua bambina, la signora ha tenuto un
comportamento definibile di maltrattamento, quando, pur anche
per evitare dei danneggiamenti alle proprie cose, non trovava
altra soluzione che legarla ad un termosifone con una corda
che non permetteva alla cagnina di muoversi che per pochi
passi a circa un metro dal termosifone, questa soluzione fu
superata solo dopo che il sottoscritto la richiamò e la signora
risolse il problema affidando a me il cane.
136
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Tutto ciò che sono stato costretto a raccontare e pongo
l’accento, costretto, descrive, per quanto mi consta, una persona
con aridità di sentimenti, con una personalità disturbata, forse
anche indotta da particolari “vissuti” che ne fanno certo
un’attenuante, pur non cancellando l’intenzionalità delle
menzogne dette e pur non annullando la protervia con cui ella
cercò di descrivermi negativamente.
A seguito del colloqui, avuto con gli psichiatri, sono anche
dovuto giungere definitivamente alla conclusione che la stessa sia
afflitta da problemi psichici e credo che proprio il mio
esternarle queste ipotesi abbia indotto la stessa a denunciarmi
per evitare che io informassi altre persone della sua famiglia
della mia convinzione riguardo alla sua salute mentale.
Insto formale domanda alla Procura e a codesto Tribunale
questa Procura, di sottoporre la stessa a perizia psichiatrica in
modo da ottenere risposte oggettive sul suo stato mentale e trarne
anche di conseguenza la considerazioni se la denuncia sia fondata
o meno. Naturalmente il sottoscritto, pur avendo già prodotto
idoneo documento atto a provare le sue condizioni mentali, si
rende disponibile ad ogni valutazione di carattere periziale a
cui l’A. G. vorrà sottoporlo.
In ultimo, chiedo di valutare attentamente il mio scritto (All.
n. 176) che è una lettera da me preparata per la signora Boscarolo
e mai spedita, per il semplice motivo che il giorno in cui volevo
inviarla fui avvisato dal maresciallo di essere stato denunciato.
La lettera è stata inserita qui di seguito per comodità di
lettura.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Ciao Arianna
Mancavano pochi mesi e sarebbero stati otto anni che
condividevo la mia vita con te.
Otto anni Arianna!
Quante cose abbiamo vissuto assieme!
Anche se mi hai tenuto sempre un po’ distante, non
permettendomi di diventare completamente il tuo compagno, io
ho fatto tutto ciò che il mio sentimento verso di te mi diceva di
fare.
Il mio amore per te in questi anni era cresciuto, era grande,
grande.
C’era passione, tenerezza, serietà e c’ era desiderio di stare
con te ogni attimo.
Nulla era più mio ma di noi due.
Sarei stato disposto ad ogni sacrificio pur di vederti allegra,
felice.
Io credevo con il mio amore, con la mia pazienza, di aiutarti
a sconfiggere i problemi della vita e farti superare le difficoltà
della malattia.
Non riuscivo ad allontanarmi da te, né col corpo, né con la
mente, un solo attimo. Era un dovere per me starti vicino, io ho
creduto di essere importante per te, come tu lo eri per me.
Tu non te ne sei accorta ieri e neanche oggi sai quante
umiliazioni mi hai inflitto!
Io superavo ogni tuo atteggiamento negativo con il mio
amore per te, non immagini quanto dolore mi hai dato senza
neanche accorgertene!
Non riuscivo a rassegnarmi, nonostante il tuo modo di porti a
me, speravo che il tempo che passava ti facesse capire che, per
me, tu non eri un gioco, non eri un po’ di sesso, un’alternativa,
ma una persona speciale.
138
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Dentro di me c’era una promessa di un progetto di vita che ci
portasse ad essere felici.
Le nostre vite hanno percorso la stessa direzione, tu più
lenta, a volte ferma, io veloce, a volte più della luce.
E’ passato un sacco di tempo da quando sono arrivato nello
starti vicino, alla consapevolezza di desiderare la mia vita con te
ed ero felice, nonostante tutto, di aver raggiunto questo stato.
Oggi le nostre vite vanno in direzioni opposte ma è corretto dire
“vanno”!
Io sono rimasto senza energia, è lo spirito di sopravvivenza
che mi spinge ad alzarmi al mattino. Eri diventata veramente la
benzina del motore della mia vita.
Io credo che abbiamo cercato tutti, quando c’è capitato, di
non vedere ciò che ci poteva far stare male; io sentivo che non eri
innamorata di me, non capivo perché! Ero gentile, premuroso,
attento ad ogni tuo bisogno, non mi concedevo mai nulla, senza
sapere prima se tu non c’ eri o non ci saresti stata.
Abbiamo passato, qualche volta, un bel po’ di tempo a casa
tua a guardare la televisione.
Io ti passavo la crema sulle caviglie e sulle braccia, dove la
malattia ti stava aggredendo, ti scaldavo i piedi, ti coprivo con la
coperta, ti accarezzavo i capelli.
Non c’ era nulla di più ma io ero felice lo stesso.
Non eravamo andati da nessuna parte ma era come se
fossimo stati nel più bel posto del mondo.
A volte venivo via da casa tua e ringraziavo il cielo per aver
trascorso ancora una volta un giorno con te. Spesso tornando a
casa mi lagnavo con me stesso, mi mancavi dopo pochi metri.
Arrivavo su dalla salita e prima di entrare nella galleria già ti
chiamavo.
Dopo la galleria e sino a quasi a Tortorinolo manca la linea
telefonica, ecco perché ti chiamavo in quel tratto di strada,
chiamarti dopo quel tratto di strada voleva dire attendere dieci
139
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
minuti per poterti risentire, poi sotto casa già ti richiamavo per
dirti che ero arrivato e darti la buonanotte.
Qualche volta mi hai visto piangere; forse non si addice ad un
uomo ma io assolutamente non mi vergogno di aver pianto.
Il pianto per amore lo paragono all’emozione di un bacio
intenso dato all’innamorata. Quello che non sai è che molte volte,
dopo aver fatto l’amore con te, ho pianto per la gioia, sì Arianna,
per la gioia di avere te lì con me e dopo quel pianto avrei voluto
poterti dire cosa sentivo dentro di me e che quell’emozione non
l’avevo mai provata in vita mia.
Ci sono state altre grandi e dolorose emozioni che mi fecero
piangere: cadesti svenuta nelle scale dell’Hotel Parconi, io ti
credetti morta, in quegli attimi prima di vederti riprendere
conoscenza era come se fossi morto anche io. Mentre ti visitavano
all’ospedale ero sconvolto e quando fui solo, nascondendomi a te,
piansi tanto per la paura vissuta. Ho ancora negli occhi e nella
mente il tuo naso schiacciato contro la ringhiera, il tuo viso
bianco, ti chiamavo e non rispondevi, è stata la prima volta in
assoluto nella mia vita che mi sono lasciato prendere dal panico.
Uno dei tanti giorni vissuti assieme mi dicesti che se non
aveste venduto la casa di Nipo Tortolinese sarebbero stati guai e
che rischiavi di rimanere senza lavoro, per te era uno sfogo
confidarti con me, io ti ascoltavo e cercavo di rincuorarti.
E’ difficile spiegarti cosa provavo, mi venne come una
vampata di calore, era un così grosso dispiacere sentirti così
avvilita. Non piansi, il mio ruolo in quel frangente era di darti
forza, tu non te ne accorgesti ma io piansi dentro di me in silenzio.
Oggi se passo davanti a quella casa mi lagno liberamente
pensando a quanto ero anche io avvilito nel vederti preoccupata.
Ci sono tanti altri episodi in cui condividevo il tuo dolore,
con un dolore altrettanto forte e tu non te ne accorgevi, quando
quel medico all’ospedale ti fece tanto male nel farti una puntura
che paradossalmente era per farti cessare il forte dolore allo
stomaco, io in quel momento sentii nuovamente quella vampata
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
di calore dentro di me, non scorderò mai l’espressione sofferente
sul tuo viso e non scorderò mai il dispiacere e l’impotenza che
provai.
I dolori più grandi e struggenti che hai vissuto in questi anni,
io li ho vissuti con te, tu non te ne sei resa conto che queste
condivisioni mi legarono a te per sempre e anche oggi pur lontana
da me, io sento forte questo legame.
Questo lungo tempo passato al tuo fianco mi ha donato un
numero infinito di ricordi, di emozioni contrastanti; ora c’è un
vuoto pauroso, è vero dolore, è perdere la vita rimanendo vivo
(chissà se mi capisci), è come essere rimasto senza fiato.
Eppure il mio cuore batte e quando ripenso ai momenti
vissuti con te, inevitabilmente aumenta il ritmo, forte, forte.
Arianna, tu non immagini quanto io ti amo!
Mi mancano le parole per dirtelo e non immagini quanta
nostalgia abbia di te!
Io conosco le tue ansie come nessun altro e so cosa fai in ogni
momento della giornata così bene che mi basta socchiudere gli
occhi e sono li con te.
Sono arrivato sino a quel giorno di giugno vivendo di ciò che
mi davi ed era sempre meno guardando le cose con distacco, ma
per me qualsiasi attimo con te era una gioia, magari sbagliavo,
cercando di rosicchiare come potevo un po’ di tempo per stare un
po’ di più con te, ma tu eri la mia vita.
Ripeto, sbaglierò ma solo il fatto che ho desiderato stare
sempre accanto a te avrebbe dovuto lusingarti, intenerirti, che so,
darti la certezza dei miei sentimenti.
Quel giorno, quando mi dicesti: “Io domani, forse, vado in
piscina” ho capito che di me non ti importava nulla.
Hai chiamato Nerina mille volte “la mia bambina”.
Sappi Arianna che, per me, Nerina è come se fosse nostra
figlia, una figlia adottiva. Avrei voluto che stessimo tutti assieme,
correre per i prati, essere felici e tu invece, come se neanche fosse
141
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
stata la tua cagnina, mi dicesti: “Te l’ho detto che devi avvisarmi
quando me la porti”.
Te lo giuro Arianna che rinuncerei a qualsiasi cosa, anche
all’opportunità, se mi si offrisse, dell’eterna giovinezza, se tu ti
presentassi all’improvviso a casa mia. Se io dovessi scegliere tra
te e l’immortalità non avrei neanche un istante di esitazione, la più
piccola delle titubanze, sceglierei te!
Ciò che è accaduto dopo la tua risposta al mio venire da te
con Nerina, tu lo sai. Forse puoi cercare di dare altre risposte, ma
una sola è la verità: tu mi hai ferito in quel momento, dicendomi
quelle cose così dolorose che aggiunte alle altre vissute in silenzio
negli anni passati, io non ce l’ ho fatta più !
Sei stata assente in tante occasioni particolari e importanti della
mia vita, sei stata assente e non avresti dovuto esserlo, era giusto
che tu ci fossi, anche solo in cambio del fatto che io non sono mai
mancato in tutte le tue rilevanti e particolari “vicissitudini” e
ritengo che avresti dovuto esserci anche per corrispondere l’amore
che ti ho dimostrato lungamente con la mia presenza giornaliera e
ad ogni tuo appello.
Quel giorno sentii che la mancanza di sentimenti non era solo
nei miei confronti ma anche nei confronti di Nerina e non resistetti
a dirti la mia rabbia ed il mio dolore.
Povera Cagnina e povero Toni, per noi sei il nostro
riferimento di vita, lei non può dirtelo con le parole e non ci
sarebbe neanche bisogno di parlare per capire quanto eri e sei
importante, per lei, per me.
Avresti dovuto capire nel silenzio dei fatti.
Che tu sia andata o che andrai in piscina o non ci andrai mai
più poco importa, resta il fatto che non provi le stesse trepidazioni
che Nerina ed io abbiamo nel vederti e nello stare con te.
Ricordalo, Nerina dalla contentezza ti saltava sino sulla spalla e ti
baciava leccandoti, sembrava vedendoti salire al settimo cielo, la
sua coda scodinzolava così forte che io qualche volta ho pensato
sorridendo dentro di me, che se quella coda fosse stata un’elica
142
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Nerina sarebbe volata veramente al settimo cielo……… e Toni ?
Toni vedendoti ti ha sempre abbracciata forte forte e poi tenuta la
mano, bacino e cara, volavo anche io al settimo cielo ed ero in
estasi solo a guardarti negli occhi. Tu invece di stare con noi ci
dicesti: “Forse vado in piscina”. Che tristezza, che pena di fronte
alla tua mancanza di sentimenti nei confronti di tal immenso
amore di una “bestia” (solo perché quadrupede) e di un’altra
“bestia” che sono io perché non ho capito prima che in te c’ è una
frattura che ti scollega dalla possibilità di dare e di dare solo per
amore, anche senza ricevere nulla in cambio. Poi, ciò non sarebbe
perché tu da me hai avuto tanto amore senza nulla dare.
Sai? Mi viene in mente quando mi dicevi che giocando a
palla con Nerina sporcavo le piastrelle di lucido per scarpe, o
quando ti lamentavi per i peli o delle marachelle che, ogni tanto,
la Piccina combinava e così so cosa è più importante per te.
Non mi sbaglio Arianna, finché vedrai le “piastrelle sporche”
o i peli del cane, o del gatto che già ti sbarazzasti per la stessa
ragione, non sarai mai felice né amerai. L’amore è anche
rimetterci piuttosto che guadagnarci, per amore di Nerina, darei
in cambio anche tutta la casa e qualcosa di più, come per te darei
anche la vita.
In una recente telefonata mi hai detto che ti ho arrecato danno
portandoti via ciò che ti avevo regalato e che le porte, se non ti
avessi dato i vetri io, le avresti fatte fare con altri vetri e ora non
dovresti spendere.
Intanto i vetri non te li ho dati, ma regalati e quando mi
dicesti che ti sarebbero piaciuti, li ho tolti ad un’altra persona a
cui li avevo già regalati e che me li ha restituiti sapendo quanto io
ci tenessi darli a te e farti felice.
Non credere che io abbia avuto una qualche soddisfazione nel
portarti via ciò che per me era anche un’esternazione del mio
amore, piccoli ed un po’ più grandi regali che io ti avevo donato
con grande gioia. Ogni volta che ti compravo anche solo un
peluche, non stavo più nella pelle, non vedevo l’ora di portartelo,
143
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
di strapparti un sorriso, un bacio o un semplice piccolo e
appagante grazie.
Tu ora vedi solo un danno materiale e forse sarà sempre e
solo un danno materiale per te, ma per chi ama o vuole bene
(come mi dicevi tu), non c’è nulla che non valga la pena di perdere
pur di conservare il compagno che ti ha sempre amato così
disinteressatamente. Per il bene tuo, io perderei ogni mia cosa e
sarei anche disposto a farmi ogni sorta di debito, pur di vedere il
sorriso di chi amo.
Le cose che ti regalai sono da me custodite, sono sempre tue.
Dentro di me ci sono anche i regali non materiali che ti donai e
che tu non vedesti e ancora oggi non vedi, quelli sì che erano
importanti, un pezzo della mia vita, il più bello, il più rigoglioso.
Quel mio pezzo di vita che ti è stato regalato, era il dono più
importante che potevo darti, ma per te contano ben altre cose.
Ricordi? Ti dissi: “Invece di comprare gli stivali rosa spendi quei
soldi per fare una grande festa a casa tua, invita gli amici”; mi
avresti fatto sentire per una sera il tuo amato compagno, avremmo
riso, avremmo scherzato, avremmo gioito della mia felicità, che
forse sarebbe stata anche la tua.
No Arianna, per me non sarebbe stata solo felicità ma tanto
di più.
Le mille occasioni ed il tuo modo di fare mi hanno portato a
capire che per te è più importante l’apparire che l’essere.
A me non importa se vado in giro con un furgone Transit
cassonato, non me ne frega niente se indosso camicie 70%
plastica e 30% cotone o se le mie scarpe sono un po’ fruste.
Per me contano altre cose e queste risiedono tutte nell’essere
e non nell’apparire.
Sono fiero di me perché riesco ad andare contro tutto e tutti
se credo che sia giusto, sono fiero di me perché non mi piego a
compromessi, agisco liberamente, non curante di ciò che gli altri
pensano o dicono di me. Non devo rendere conto a nessuno di
nulla se non a me stesso e credimi, io sono un giudice severo con
144
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
me stesso. Quando agisco è perché ho già considerato che è
legittimo ed inderogabile.
Naturalmente posso sbagliare anche io.
Essere così mi è sempre costato molto, ad andare contro i
potenti o i vigliacchi c’ è sempre da rimetterci perché in un modo
o in un altro, te la fanno sempre pagare.
Io ho fatto la mia scelta e finché avrò la forza, mi opporrò ad
ogni vessazione che sia rivolta a me o ad un qualunque essere che
da solo non sia in grado di difendersi.
Ti ho appena detto che non devo rendere conto a nessuno di
ciò che faccio, l’unica persona a cui avrei permesso di condividere
le mie scelte, della quale avrei ascoltato il parere, quella eri tu,
questo si chiama fiducia e la fiducia è un complemento dell’amore
che io provo per te.
Sono stato tanto leale con te, tanto da sembrare un ingenuo,
ti ho sempre messo al corrente di ogni cosa io abbia fatto nella
vita sin dall’inizio della nostra relazione, al contrario di te che mi
hai nascosto episodi importanti e dolorosi che io avrei di buon
grado condiviso con te.
Tutto ciò avrebbe dovuto “rendermi” amore, il tuo amore e
non certo come mi dicesti tu: ”L’amore non si compra con i
regali”.
Come se io ti regalassi qualcosa per comprarti!
Povera Arianna, povero amore mio, come fai a pensare una cosa
del genere? Cosa hai vissuto di così deleterio che ti porta a fare un
pensiero così meschino?
Ho sempre pensato, facendoti un regalo, di fare un po’ di
quello che sto facendo adesso, era come scrivere “Ti amo”.
Ti ho regalato la mia vita in questi anni, questo regalo
avrebbe potuto, avrebbe dovuto aprirti il cuore e concedermi di
entrarci per sempre e se fosse dipeso da me ci sarei rimasto per
tutta la vita, nella buona e nella cattiva sorte.
Dopo tanti anni in cui ti ho veramente adorato, anni in cui mi
sono legato a te indissolubilmente per una fusione spirituale (solo
145
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
mia) che solo un vero sentimento permette, hai chiuso il nostro
rapporto con l’unico gesto improduttivo che potevi fare!
Io non ti porto rancore. Forse in un domani, ciò che oggi hai
ritenuto giusto fare, ti darà all’improvviso un senso di assurdità e
forse dolore nella consapevolezza di essere stata ingiustamente
crudele.
Se ciò non avverrà buon per te così non ne soffrirai.
Rifletti comunque sul fatto che io non sono una macchina ma
un uomo. I miei sentimenti mi rendono insopportabile la tua
lontananza ancora oggi dopo sei mesi, potresti pretenderlo da un
cervello elettronico di cancellare una storia in pochi istanti,
semplicemente ciccando su “elimina”, ma io ripeto sono solo un
uomo e non potrò mai cancellarti dalla mia memoria.
Se l’amore per te non ci fosse stato, ti avrei girato le spalle e
me ne sarei andato per la mia strada, invece dopo quasi due anni in
cui tra noi non c’era più stato alcun rapporto sessuale (non certo
per una mia carenza di desiderio), io ero ancora lì accanto a te e ti
appartenevo come se nulla fosse mutato.
Per quanto riguarda il sesso, ti ricordo che a ballare, alcune
volte, prima ancora di stringerti a me mi succedeva di avere
un’erezione e tu mi dicevi: “Mi fai schifo”.
Oggi non ti rendi conto, così come non te ne rendevi conto
ieri, che quell’eccitazione era una grandissima lusinga nei tuoi
confronti, perché quell’eccitazione non era causata da un contatto
tra i nostri corpi ma proveniva dalle mie pulsioni, derivava dal
sentimento nei tuoi confronti, dalla passione, dal desiderio di te.
Non ti rendi conto che quella manifestazione era una impulso
di vita innocente e infinitamente naturale, non ti rendi conto che
era la manifestazione dell’amore che portavo e porto dentro di me
e non ti rendi conto di ciò che ci hai negato nel non lasciarti
prendere dal vortice dell’amore e dell’emozione di un bacio
appassionato.
In tanti anni non c’è mai stata una volta che tu mi abbia
sbottonato neanche il bottone del colletto della camicia prima di
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
far l’amore, forse con le parole non riesco a darti l’idea di quanto
soffro nel pensiero che non hai mai provato il piacere o la voglia
di essere tu a dare il via a momenti magici, a momenti felici.
Soffro ma non solo per me, soffro anche per te che non riesci
a provare gioia nell’eros.
Tante sere, dopo una giornata vissuta con te, ti
accompagnavo a letto, prima ti rivoltavo la coperta, accendevo il
lume, spegnevo il lampadario, tu arrivavi infreddolita come
sempre ed io per scaldarti il letto ero stato col mio corpo sul
materasso dalla “tua parte”, tu entravi sotto le coperte, io ti
coprivo bene poi infilavo le mani sotto le coltri e ti scaldavo i
piedi. Ti mettevo un bicchiere d’acqua sul comodino, ti
accarezzavo i capelli, ti coccolavo, di nascosto pregavo per te e
poi uscivo in silenzio da casa tua, tirandomi dietro la porta piano
piano per non svegliarti. Morivo dentro perché anche se ti era
passato il mal di stomaco avevo fifa che ti tornasse e che quando
questo accadesse, tu non avessi la forza di chiamarmi.
Morivo dentro anche quando baciavi la foto della Madonna
che hai sotto il cuscino, baciavi la statuetta di S. Antonio che hai
sul comodino e baciavi il Gesù Cristo (prima casa) appeso al muro
ma non baciavi me che ti ero stato così vicino, così vicino da
soffrire io stesso interiormente e dolorosamente di quel maledetto
“mal di stomaco” che ti veniva dopo mangiato.
Morivo dentro perché non potevo stare lì a vegliare sul tuo
sonno per essere presente se fosse necessario soccorrerti e curarti.
Avrei voluto abitare vicino a te per almeno essere lì in pochi
istanti se ne avessi avuto bisogno, ci ho pensato tante volte e tu lo
sai, di cambiare casa cercandone una il meno distante da te, anche
questo pensiero era amore, certo non mi sarebbe mai venuto in
testa di andarmene ad abitare a quattrocentocinquanta chilometri
di distanza, come a fatto tua figlia, neanche se ciò mi avesse reso
ricchezza o gratificazione.
Credo che valga anche la pena dirti di riflettere che malgrado
siano mesi che non ci frequentiamo io sono rimasto solo e non
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
sono certo andato in giro in luoghi che abbiamo condiviso o
altrove, facendomi vedere in compagnia di più donne.
Realtà che mi distingue da altra persona. Realtà che ti
dovrebbe dire dove sta colui che ti ama veramente e dove quello
che preferiva a te, un mazzo di carte (se vogliamo chiamarlo
così).
Soprattutto e aldilà di come “altri” si sono comportati nei tuoi
confronti, io sono solo perché non posso dare nulla di giusto ad
un'altra donna mentre amo ancora te e quindi sto solo e non inizio
un'altra relazione, per non fare ad un’altra quello che non avrei
voluto che fosse fatto a me.
Certo non mi sono fatto mancare un po’ di compagnia
femminile ma per lo meno sono stato sincero circa i miei
sentimenti, evitando di creare fittizie illusioni.
Tornando a quei giorni di giugno ricordo ancora che mi
dicesti una frase, il tuo tono era sibilante, una sentenza : “Tanto
io ho le tue lettere e testimoniano che io non ti ho mai amato”
Cara Arianna, gli uomini hanno costruito gli orologi, quasi
tutti ci guardano l’ora, pochi altri ad un orologio ci hanno
collegato dell’esplosivo e ucciso delle persone. La stessa polvere
pirica fu inventata per quanto mi consta per fare i fuochi
d’artificio, per rendere le feste più importanti, più celebrate e poi
invece è stata usata per scopi bellici.
Ti ho fatto questi esempi per dire che tante cose sono state
fatte dall’uomo per uno scopo preciso, poi altri le utilizzano
diversamente. I primi di solito creano qualcosa di utile, di buono,
gli altri se ne servono per atti contrari.
Così le mie lettere che testimoniano per i loro contenuti
quanto sia stato grande il mio amore nei tuoi confronti, io le creai
per esternartelo, diventano per te un “atto” contrario.
Dipende da un punto di vista diverso. Io rimango dalla parte di chi
ha creato l’orologio per guardarci l’ora e così anche per chi ha
creato la polvere pirica con lo scopo di rendere la festa più
avvincente.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Quelle lettere erano lettere d’amore serie, sconsolate,
propositive, colme di intensa tenerezza di passione.
Non erano parole, erano verità. Questo mio scritto, questa
lettera per te, ha ancora una volta la stessa motivazione, gli stessi
contenuti anche ripetuti delle altre mie lettere, ma tanto seri che
definisco importanti come la tua stessa vita, perciò ti prego dagli
il giusto senso.
In questi anni credo di averti ampiamente dimostrato che ti
amavo, so benissimo che anche dare tutto me stesso non è servito
a farti innamorare di me, è successo a me come è successo a tante
altre persone però credo che tu non abbia mai voluto affrontare le
difficoltà (quelle tutte tue) e quelle che inevitabilmente si formano
in tutti i legami stabili. Sei fuggita dalle tue responsabilità ed è
questo che ti rinfaccio e non i regali che ti feci come vai dicendo
tu.
Mi dicesti di non aver sporto querela nei miei confronti
(falsamente) perché mi volevi bene bene.
Io ci credo Arianna che tu mi abbia voluto bene, credo anche
che quel bene sia stato da me ampiamente meritato.
Non è nelle cose che ho fatto o che ti ho dato il mio merito
ma in ciò che pensavo ogni giorno per te, ed era di farti ridere,
darti piacere, darti calore, farti sentire importante e soprattutto non
farti sentire sola di fronte alle avversità. Non mi hai querelato per
il bene che mi vuoi? Forse è vero in parte, ciò che ti ha
“sconsigliata”è che io non ti ho mai fatto altro che del bene fine a
se stesso. Quello che ti contenne, per quanto mi consta, è la tua
dipendenza “dall’apparire”, io di certo avrei raccontato le mie
debolezze in te e conseguentemente avrei anche raccontato tutta la
mia vita con te senza tralasciare alcun aspetto.
Il tuo “apparire” avrebbe subito un terremoto.
Da parte mia accetterei una sentenza negativa se avessi
responsabilità ma non posso altro che addebitarmi un amore
sincero non corrisposto. Un amore dove ripeto ti appartenevo e
giammai pensavo di possederti.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
L’amore è l’esercizio più sublime e alto di rispetto dell’altro
ed io ti ho rispettata in tutto ciò che credo sia il rispetto per una
donna o per la donna che amo e ti ho rispettata anche se non mi
hai mai amato ed in questo caso, credo che il mio rispetto valga
ancora di più
Ti ho rispettata anche di fronte alle tue debolezze, alle tue
fragilità ed alle tue singolari illogicità.
Il mio amore per te non è finito anzi, è più forte di prima e
produce ancora in me dolore e sconforto. Un giorno forse
scoprirai che non provavi solo affetto per me ma vero amore,
chissà? Oppure scoprirai che non sono stato nulla, neanche un
affetto.
Mi fosti descritta come persona che non ammette mai di
sbagliare e negli anni mi sono reso conto che purtroppo era vero.
Sbagli ancora se non vuoi ammettere che hai cominciato a
perdere visibilmente la salute, da quando hai sofferto di quel
cambiamento della tua vita da te voluto e di fronte all’estremo
della sopportabilità io credo che quel cambiamento non fosse
rimandabile.
Il Redosclerima è una malattia psicosomatica sicuramente,
sono altresì propenso a pensare che anche le altre malattie che ti
affliggono siano scatenate dal tuo ego che non trova pace da quel
lontano giorno.
Il tuo cuore non è libero!
Liberalo, ti prego!
La scelta è solo tua, non rimandarla, altrimenti continuerai a
pagarne le conseguenze.
Non c’è astio in questo mio scritto ma solo desiderio di farti
meditare.
Arianna ti prego ama qualcuno, amalo per pregi e difetti,
amalo perché ti dà incondizionatamente la sua vita, dagli fiducia e
vedrai, ciò ti guarirà.
Io ti ho chiesto sempre scusa, anche quando non avevo niente
di cui scusarmi. La mia dignità così finiva calpestata sotto i miei
150
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
stessi piedi ma, non contava nulla di fronte al bene così prezioso
della tua presenza nella mia vita. Io mi auspico che il tuo orgoglio
non ti neghi la possibilità di tornare con me se ne sentirai
l’impulso. Ti prego perciò Arianna di pensare a noi, a questi
lunghi anni in cui ci puoi trovare quelle emozioni che potrebbero
rivelarti un sentimento e le motivazioni per vivere la tua vita con
me.
A scuola se sbagli un esame, te lo fanno ripetere, nella vita
che è fatta completamente di esami, se ne sbagli uno, non ti si dà
la possibilità di ripeterlo e l’errore lo paghi sempre sulla tua pelle.
Non posso altro che dirti che ti ho amata con gran passione e
che ancora ti amo con tutto me stesso. Ti aspetto, pur vivendo la
mia vita, ti aspetto con grande tenerezza e con grande
determinazione.
Non ho scritto a mano questa lettera perché tu potessi
leggerla senza la fatica dell’interpretare la mia grafia. Se ti và
fammi una cortesia rileggendola ancora una volta, io te ne sarò
grato.
Grazie
La lettera che c’è nella busta assieme a questo mio scritto era
già stata da me ultimata da più di un mese, poi ti ho
incontrata e mi hai detto delle cose a cui voglio risponderti.
1°)
Io sono orgoglioso di come ti ho amato perché il mio non è stato
un amore di parole ma di fatti concreti.
Non ho sbandierato l’amore per te defilandomi dagli impegni
e dai doveri che un compagno ha verso l’altro.
Mi sentivo fortemente responsabile nei tuoi confronti e ho
agito come penso qualsiasi persona debba comportarsi se
veramente ama, quando tu mi dicesti e uso le tue parole: “Che il
tuo bilancio familiare non ti permetteva di fare tutte le cose che
151
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
volevi” ho iniziato ancor più di prima ad invitarti a pranzo e a
cena.
All’inizio cenare o pranzare con te era solo un piacere ma
dopo che tu mi parlasti del tuo bilancio familiare divenne anche
un dovere, anche se dicevi che mangiavi poco, quel poco non hai
dovuto comprarlo e credo che un po’ di sollievo finanziario me lo
puoi attribuire giacché prendendo un anno a caso (degli almeno
sette in cui ti ho frequentato) siamo andati a pranzo e a cena più di
100 volte. Ho pagato con i soldi del mio portafogli, ma quello che
tu, mio “povero” amore, non sai e che quei soldi usciti dal mio
portafogli io li consideravo anche tuoi.
Avrei voluto fare la spesa con te al supermercato e spadellare
in cucina come qualche volta ho fatto, ma tu non me l’hai
permesso. Avremmo risparmiato tanti soldini che si sarebbero
potuti utilizzare in tante altre cose che ti rendessero serena e se
possibile felice. Non sai quante volte avrei voluto comprarti un
auto usata che fosse più affidabile della tua e siccome non me lo
avresti permesso ho pensato di aiutarti come potevo. Nei momenti
in cui ho voluto, ho dovuto raccontare la nostra storia, ho esternato
il mio rammarico nel non essere stato apprezzato per la mia
generosità nei tuoi confronti.
Ancora oggi non ho avuto il piacere di ricevere un invito da
te per una cena, che sia stata da te pensata, voluta e preparata
appositamente dalle tue mani per il quadrupede (asino) che ti ha
considerato in tutti questi anni più importante di se stesso.
Io se potevo ti compravo qualcosa: la brioche il mattino,
qualche volta il pane, il vino, l’acqua quando me la chiedesti e
qualche volta la spesa fatta al mercato di casa mia ecc.ecc..
Se la gioia che io avevo dentro di me, ogni qualvolta potevo
portarti fuori a mangiare o comprarti qualche cosa si fosse
trasformata in zucchero, oggi potrei far fronte al fabbisogno di
dieci Stati per almeno dieci anni. Ero totalmente felice e riuscivo
ad esserlo senza neppure un’oncia di riguardo da parte tua nei miei
confronti.
152
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Mi hai detto che dico in giro che “Ti davo da mangiare”.
Non ti pare che sarei un gran coglione se riducessi a quattro
parole quello che ho cercato di fare per te con grande amore ??
E’ chiaro che chi ti dice che avrei parlato così, non ha capito
che ciò che mi ferisce non è il denaro speso, ma la tua mancanza
d’amore verso chi, pur senza avere un qualsiasi legame, si é posto
nei tuoi confronti con la stessa o maggiore responsabilità
attribuibile ad un coniuge o ad un consanguineo.
2°)
Ricordi i brutti giorni che hai vissuto prima di separarti, di fatto,
dal tuo ex marito?
Ricordi quando ti chiesero il doppio dell’affitto e dovesti cercarti
casa?
Ricordi quando il “panzone” ritardava nel finirti i lavori della
casa nuova?
Ricordi le porte che si “piegavano”e i litigi con il falegname ?
Ricordi quando tua figlia distrusse la y10.
Ricordi quando bisticciò con il compagno (primo e secondo ).
Ricordi quando ti disse e mi dicesti che si voleva trasferire a
Mirini.
Ricordi tutti i problemi legati al bar di tua figlia?
Il fido?
La nuova socia? I litigi con questa?
153
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Ricordi com’eri agitata e depressa quando la Geranio s.r.l. aveva
problemi di liquidità.
Ricordi quando ti hanno rubato il portafogli al mercato.
Ricordi com’eri nervosa e stressata perché volevi andartene
dalla Geranio s.r.l., mi dicevi che il tuo datore di lavoro era un
disordinato, perdeva o non sapeva dove metteva le fatture e tu eri
alla fine del mese sempre sotto tensione per chiudere la contabilità
e non reggevi più tutto ciò.
La lista dei ricordi non sarebbe ultimata, anzi, solo che sono
io a volere stendere un velo pietoso.
Questi fatti che ho ricordato e citato brevemente sono stati tra
quelli che più hanno inciso sulla tua serenità e sulla tua salute.
Questi avvenimenti erano sempre legati ad un peggioramento
della tua malattia, soprattutto al tuo mal di stomaco.
L’ultima tua ricaduta periodica di questo”mal di stomaco”, si
lega proprio al tuo licenziamento dalla Geranio che temporalmente
è concomitante al tuo ultimo ricovero all’ospedale.
Io c’ero sempre a sostenerti durante questi stress e guarda
caso ogni volta che sei stata male (pronto soccorso … chiamato
da tua figlia, trasportarti io al pronto soccorso ...perché
chiamato da te, Guardia medica, richiesto intervento da me
perché eri intrasportabile) erano parecchi giorni che non ci
vedevamo proprio perché eri snervata dai tuoi problemi e mi
dicevi di star lontano.
Io ubbidivo, anche se poi il sentimento che provavo per te
faceva prevalere la disubbidienza, che era soltanto finalizzata a
rendermi conto di persona dello stato di salute e bisogno in cui si
trovava la mia adorata Arianna.
Medita su questi precisi ricordi e traine se ci riesci le giuste
considerazioni.
154
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Non dimenticarlo mai Arianna, il male che facevano a te era
come se lo facessero a me, il male che tu avevi allo stomaco era
come se lo avessi avuto anche io.
3°)
Per quanto riguarda il poter avere il tuo numero di telefono...
In questi anni io ti telefonavo assiduamente perché ti amavo,
ogni minuto di silenzio era sia una pena che stare in pena per te.
Tu mi hai telefonato tante volte ma credo non riusciresti mai
a raggiungere la quota di chiamate o di messaggi che io ho attuato
per il mero bisogno di sentire la tua voce o per dirti che eri nei
miei pensieri. Mi manca tanto la tua voce perciò mi rimetto alla
tua comprensione e alla tua gentilezza se me ne vorrai accordare.
Sai Arianna ci si perdona a vicenda... io perdonavo te… e tu
avresti dovuto perdonare me, (anche se non so di cosa dovrei
essere perdonato) è così che si salda un’unione !
Stai commettendo uno sbaglio Arianna, perché stai
emarginando l’unica persona che ti è sempre stata vicina e che
sempre lo sarà. Non ho altro da dirti.
Tuo Toni
Lo scritto può da solo testimoniare di quali siano sempre stati
i miei propositi nei suoi confronti, questa lettera non fu spedita
per evitare di essere erroneamente interpretata, mi sia consentito
dire che io ho inteso allegare anche questa lettera a questa mia
ricostruzione dei fatti perché la signora Boscarolo ne possa
leggere comunque il contenuto, chissà mai che ne possa avere
un’illuminazione.
Il mio atteggiamento verso la stessa è stato, giammai, né
morboso né di molestia e tanto meno minaccioso ma solo di
grande affetto e responsabilità.
Confido che codesto Tribunale e la signora Boscarolo
traggano da questo mio scritto le opportune considerazioni.
155
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
I problemi della signora Boscarolo ossia di una persona
turbata, confusa e depressa meritano altrettanta sensibilità e
amore di una persona malata di cardiopatia, di cancro o di HIV.
La depressione può uccidere ma io ritengo che non sia la
malattia che è letale, ma il disinteresse, la leggerezza, l’ignoranza
delle persone che circondano il depresso.
Se Arianna avesse bisogno di una chemioterapia contro il
cancro e io chiedessi aiuto ai suoi parenti, sarei circondato da
“amici” compassionevoli, per Arianna stessa diventerei il “suo
amato Toni”, purtroppo la sua malattia è una di quelle che mettono
imbarazzo, è una malattia che spesso fa sì che chi se ne ammala
sia vittima di pregiudizio e stigmatizzazione sociale.
Il sottoscritto si è sempre sentito in dovere di aiutarla sia che
questa fosse la sua compagna o non lo fosse.
Quando la accompagnai dal dott. Piccoli, amico e ottimo
professionista per una manifestazione di Naudeyr, una sindrome
di STERC, un Redosclerima e un Pio- Oriditismo autoilleso,
nessuno né tanto meno la signora Boscarolo ebbe nulla da
obiettare, così come quando la accompagnai dal dott. Minora, dal
dott. Disou, all’ospedale di Driassandela o dall’erborista Tino.
Poiché invece la signora Boscarolo ha un problema
presumibilmente della psiche, il sottoscritto diventa prima
molestatore e poi anche una minaccia.
Da parte della signora Boscarolo vengono quindi avanzate a
codesta Autorità Giudiziaria immaginarie ipotesi di reato ed è mia
convinzione che ci sia da parte di questa anche la volontà di
vendetta per avere infine accettato di portare via i regali e il cane,
vi è stata altresì la tendenziosa volontà di mettere in cattiva luce
il sottoscritto, sino al punto di far credere agli altri che la
circondano che sia io ad avere una qualche sindrome della psiche,
ciò al fine di evitare i pregiudizi e le stigmatizzazioni di cui ho
parlato prima.
Mi duole dirlo, anche se ciò non vuole costituire un’offesa,
ma è l’ignoranza della signora Boscarolo che non le permette di
156
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
comprendere che i suoi problemi sono causati da forze biologiche
come in tante altre malattie e che non è una vergogna
l’ammissione di essere malata e di avere bisogno di cure.
Capisco che sarà anche opinabile da parte della signora Boscarolo,
dai suoi parenti o dei suoi amici il mio comportamento e ne
capisco le ragioni, ma il sottoscritto rigetta ogni sua accusa a suo
carico e chiede all’Illustrissimo Giudice di assolvere il sottoscritto
dal reato ascrittogli a seguito delle motivazioni addotte e delle
numerose prove documentali fornitegli, tenendo anche in
considerazione che la signora Boscarolo ha proceduto a
remissione della sua querela.
Inoltre voglio doverosamente ricordare che il sottoscritto
appartiene ad un corpo di Polizia della Città di Tortorinolo dal
1983.
La preparazione avuta e l’entusiasmo di appartenere al Corpo
mi hanno sempre indicato a quale disciplina e il rispetto delle
leggi e dei regolamenti e dal punto di vista professionale mettere
in atto, tutte le mie qualità di agente onesto e leale in qualunque
servizio io sia stato preposto ed anche nella mia vita privata.
L’essere imparziale e responsabile nel campo del mio lavoro
mi ha portato a dover far fronte a delle pesanti accuse ritorsive al
mio operato che hanno “occupato” la mia vita sin dal 1992.
Tali accuse sono state tutte archiviate con formula piena sia
in sede penale che amministrativa. Il sottoscritto era cosciente che
fare il proprio dovere si sarebbe potuto tramutare in una fonte di
guai e di ritorsioni, ma sicuro di agire in rispetto alle norme,
ritenni moralmente doveroso il mio comportamento.
Per brevità allego fotocopia dell’articolo del quotidiano
locale del 15/3/2000 relativo alla mia assoluzione, a cui per mero
diritto di cronaca, aggiungo che quando dissi alla signora
Boscarolo di acquistarne una copia, lei dopo un po’ mi ritelefonò
e mi disse: “Speriamo che non ti associno a me!” All. n. 177)
157
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Ma questa è una storia che racconterò in altro scritto.
Le vicende della mia vita privata con la signora Boscarolo mi
hanno portato nuovamente ad una scelta che non è stata di
opportunismo ma di serietà e di impegno sociale ed anche
sentimentale.
Ho lasciato in ultimo tre episodi che testimoniano per la
singolarità del pensiero della signora Boscarolo, per l’incoerenza,
l’opportunismo e la falsità.
Come ho già detto abitai più di un anno in una roulotte in un
campeggio, la roulotte di mia proprietà mi venne fatta posizionare
dal responsabile del campeggio proprio a lato di un enorme
formicaio, malgrado io abbia un grande rispetto per il mondo
animale non riuscivo più a sopportare di trovarmi al mattino
invaso da queste formiche che non disdegnavano nemmeno di
passeggiarmi allegramente sulla pancia durante il sonno.
Dissi alla signora Boscarolo di questo fatto che rabbrividì
sentendo il mio racconto e mi propose di accompagnarmi al
Consorzio agricolo di Erichi, dove lei si recava spesso a
comperare del cibo per il gatto e dove aveva visto che vendevano
delle sostanze tossiche appropriate a contrastare le invadenti
formiche.
Il giorno seguente andai con lei a fare l’acquisto del veleno,
uscito dal cortile del Consorzio la stessa mi indicò quale strada
percorrere, ad un certo punto, all’improvviso mi disse:”Vedi, lì
ho dato il mio primo bacio con la lingua, che schifo!” dicendo
queste parole mimò un brivido e il suo volto espresse disgusto.
Io avrei voluto entrare nel merito della sua affermazione, feci
finta di essere un po’ tonto (forse lo sono) e le chiesi con un
158
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
pizzico di ironia molto ben celata: “Ma quello che hai baciato,
aveva l’alito cattivo?” lei, come se io non avessi capito, mi
rispose: “Ma no, non mi ha fatto schifo per quello!”.
Purtroppo mi ero già reso conto che la mia compagna,
parlando ironicamente di gare come ho già fatto, non avrebbe mai
vinto premi relativi a competizioni nel bacio.
Proseguimmo nelle viuzze per poi arrivare nella via
principale di Erichi dove notai un negozio di acconciature per
donna che non avevo mai visto e tanto per cambiare discorso lo
dissi, alla mia accompagnatrice; lei mi rispose che quell’ esercizio
era già lì da un bel po’ poi mi disse: “Sai, l’uomo di quella
pettinatrice si è cosparso di benzina davanti a lei, si è dato fuoco
ed è morto”.
Io le chiesi perché e lei mi rispose che lo aveva fatto, per
quel che ne sapeva, per riconquistarla in quanto lei lo aveva
lasciato. Dopo qualche secondo di riflessione (forse i secondi
erano stati troppo pochi), aggiunse: “Gli uomini sono proprio
stupidi”. Io pensai dentro di me che era veramente inconcepibile
ciò che lei desumeva da questo fatto, le chiesi se al contrario il
tale, con un gesto così violento non intendesse, come era
successo, terminare la sua esistenza e commentai dicendo: “Non
certo è piacevole vivere con uno sfigurato dalle fiamme tanto più
se la pettinatrice era già dell’idea di non essere più la sua
compagna”.
Manco il mio fosse il ragionamento di uno squilibrato, lei mi
guardò sbigottita e ribadì: “Quello l’aveva fatto per
riconquistarla”.
Pensai che forse la mia compagna si aspettava che alla
prossima sua decisione di lasciarmi io mi dessi fuoco per
riconquistarla, mi feci un segno della croce virtuale, interruppi il
discorso recandomi ad acquistare gli agnolotti nel vicino negozio
di gastronomia della nostra comune amica.
159
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Il secondo episodio è brevemente raccontabile, purtroppo non
ho un’idea precisa del periodo che comunque colloco tra il 2002 e
il 2003.
Ero come al solito in “castigo” per qualcosa che non avevo
commesso, per castigo intendo l’allontanamento parziale voluto
dalla mia compagna.
All’improvviso mi giunge una telefonata dalla stessa che
disperata mi chiedeva di raggiungerla perché le avevano rubato il
portafoglio mentre era a fare la spesa al mercato di Erichi.
Io andai subito da lei e assieme ci recammo alla caserma dei
Carabinieri che è sita proprio di fronte al mercato.
Successivamente venni a conoscenza che le era stato
sottratto, insieme al portafoglio, il bancomat e che lei teneva
inopportunamente il numero della password nello stesso
portafoglio.
Risultato di questa imprudenza, che io le avevo sempre
pregato di non fare, fu che i ladri erano subito andati a comperare
due cellulari in un vicino centro Tim di Erichi e che naturalmente
l’avevano fatta franca.
La accompagnai al Centro Tim cercando di vedere se era
possibile in qualche modo riparare al danno subito ma, essendo la
carta utilizzata, un bancomat, ed inoltre con il numero di password
esatto, il titolare del negozio si sollevò da ogni responsabilità.
Nella circostanza venimmo a conoscenza della presenza nel
negozio di una telecamera collegata al relativo registratore, di
conseguenza ci recammo nuovamente dai Carabinieri per
notiziarli di questo fatto.
Nei giorni seguenti, andammo nuovamente alla caserma dei
C.C. ove il Carabiniere con cui avevamo già interloquito in
precedenza ci mostrò le foto dei ladri tratte dal filmato, foto che
però erano scarsamente nitide.
Non ci furono altri sviluppi in seguito.
160
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Questo racconto di cui codesta Autorità Giudiziaria, può
controllarne la veridicità è solo uno dei tanti episodi in cui la
signora Boscarolo mi interpella a suo uso e consumo.
Durante la nostra relazione ogniqualvolta le accadeva
qualcosa, Toni correva, per poi prendersi una sonora pedata
nel sedere alla fine dei servizi richiesti.
Vi è un ultimo episodio che non fu tenuto da me nella giusta
considerazione quando mi fu raccontato, ma che ora mi induce
perlomeno ad evidenziarlo a chi dovrà giudicare proiettivamente
la personalità della signora Boscarolo.
Era da poco tempo che Arianna era andata ad abitare nella
nuova casa di Costa lontano da Erichi quando mi raccontò
all’improvviso e in modo concitato, con un’espressione sul volto
di felicità, che aveva chiesto al muratore che le stava
ristrutturando la casa di aggiustare un mobile, non ricordo se mi
disse che questo mobile aveva una gamba da accorciare o una
porta che non chiudeva, sono più propenso a ricordare fosse una
porta che non chiudeva, lei mi disse che il muratore le rispose che
era un lavoro da falegname e che non lo poteva fare.
Il giorno seguente, proseguì il racconto Arianna, tornò a casa
e constatò che il mobile era stato aggiustato, allora andò dal
muratore per ringraziarlo ma questi le disse che lui non aveva fatto
nulla. Arianna insistette chiedendo al muratore se negava per
scherzare ma il muratore ripeté di non aver fatto nulla.
Arianna a questo punto del racconto mi disse che allora era
stato Biagio.
Io le chiesi chi era Biagio, lei mi rispose:”Già, non te l’ho
detto, Biagio è il fantasma che abita a casa mia”.
Aggiunse: “Sai, l’orologio a pendolo che ho in sala non
l’ho mai più caricato e Biagio qualche volta di notte lo fa
suonare”.
Io dopo aver “assimilato” la “fantascientifica” dichiarazione
le risposi seriosamente che il legno dei mobili poteva aver subito
dei cambiamenti, anche di grossa entità, dovuti dal trasloco,
161
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
dall’ambiente asciutto in cui si trovavano a quello umidiccio in cui
erano stati portati recentemente, che il grado di umidità, il caldo
e il freddo potevano verosimilmente aver modificato le fibre del
legno dilatandole o restringendole.
Le feci esempio del suo tavolo della cucina da me restaurato
a Tortorinolo, al quale si divisero le assi del piano di quasi due
centimetri, dopo qualche tempo di permanenza a casa sua che è
sempre super riscaldata e le dissi che questo processo era tanto più
rapido in riferimento al tipo di legno e di stagionatura, perciò quel
mobile di cui lei chiese al muratore un intervento e le pareva
“aggiustato da qualcuno”, poteva essere stato piuttosto corretto dal
cambio di luogo e dalla temperatura che ne avevano modificato le
dimensioni.
Le spiegai che il supporto della pendola era in legno e che
per lo stesso motivo già descritto e particolarmente nella
variazione di umidità e di calore che avveniva dal giorno alla
notte, il legno si “muoveva” e questi movimento anche minimi
venivano trasmessi alla meccanica dell’orologio e che anche un
lieve residuo di carica della molla che permetteva al martelletto
dell’orologio di scattare e di conseguenza il pendolo suonava.
Le aggiunsi, siccome lei mi disse che erano già due volte
che accadeva, che quando la molla si fosse scaricata del tutto ciò
non sarebbe più accaduto.
A nulla valsero queste mie spiegazioni, che reputò
inammissibili. Arianna dopo un po’ mi disse: “No, è stato
senz’altro Biagio, ma non credere, io non ho paura, anzi
sono contenta perché mi fa compagnia”.
Avevo quasi dimenticato questo episodio perché tra tutte le
esternazioni di Arianna, mi sembra la più innocua, un incontro
con Ceresella avvenuto nel settembre del 2005 mi ha riportato alla
mente ciò che ho appena raccontato proprio perché Ceresella
mentre io inventariavo dei fatti relativi ad Arianna, aggiungeva
spontaneamente il fantasma Biagio all’elencazione che stavo
facendole.
162
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Ripeto, forse l’episodio potrà essere il più innocuo, certo
che lei lo ha raccontò con un piglio di serietà e quando mi disse
che Biagio le faceva compagnia, devo dire onestamente che già
allora pensai che forse per lei il fantasma ero io e che mi
materializzavo a suo uso e bisogno.
Non ho più voglia né il tempo di riesumare dettagliatamente
altri fatti e ce ne sarebbero a decine, sappia, questo Tribunale che
la mia compagna, durante il nostro rapporto ebbe anche due
incidenti stradali in cui, tutte le volte, avendo anche fatto il
mestiere di carrozziere, riparai la sua auto senza alcun compenso
neanche quello di un di ringraziamento verbale.
In particolare nel secondo incidente la stessa percepì dalla
Assicurazione una cifra superiore alle 400.000 lire delle vecchie
lire, io ne spesi 220.000 per i ricambi, lei mi fece un assegno per
questo importo, assegno che io strappai dopo un certo periodo
poiché non era mia intenzione incassarlo, (All. n178).
Vorrei proprio sapere che cosa penserete di me dopo aver
confessato che io conservai l’assegno per il numero di c/c e per
eventualmente fare, se occorresse, (dato che lei mi diceva di essere
sempre in rosso), un versamento sul conto della mia compagna,
purtroppo dell’assegno strappato ne sono rimasti in mio possesso
solo due pezzi.
Questa è la fotografia della signora Boscarolo, scattata con
un obiettivo impostato sulla massima profondità di campo, come
dire che sono impresse in questa mia relazione tutto ciò che è stato
davanti a me per anni, anche ciò che per molti altri è fuori fuoco e
non visibile, perché gli altri riescono a vedere con nitidezza solo
ciò che lei decide sia visibile.
A proposito di fotografie allego ancora le foto del 6 maggio
2004 scattate con la fotocamera del mio cellulare relative al giorno
in cui la signora Boscarolo mi disse di avere mal di gola (all L).
Inoltre allego le fotografie di numerose altre gite di fine
settimana, successivi reperti di prova della nostra relazione.
163
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Sarebbe superfluo dire che il sottoscritto non sempre portava
con sé un apparecchio fotografico.
Allegati:
M
Gita al colle
N
Gita ai monti
O
Due gite ad un museo privato delle Ferrovie
P
Gita al rifugio
Q
Gita a Thioggia e Tira
R
Gita nel Panavese
S
Gita in Guliria
T
Passeggiata in collina
U
Gita in montagna – corsa di slitte
V
Gita – 69° compleanno di mia madre
W
Gita nei dintorni di Erichi
X
Scampagnata nel prato di Costa
Y
Z
Gita a Visa
Scampagnata al santuario di Casanova d’Itas
AA Cena al Ristorante Lo Staniero di Costa
BB Cena a casa mia
164
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
CC una visita all’ospedale da mia madre operata di tumore al
Fegato
Aggiungo inoltre un filmato dell’8/8/1998 ripreso da un
operatore del sottomercato del pesce di Mirini ( All. nastro 179)
dove la figlia che ormai vi lavorava stabilmente, fa invitare sua
madre e me a prendere parte al “lavoro”, ciò dimostra già da
sé le prevalenti falsità e le contraddizioni dichiarate in
querela.
Di seguito si vedrà altro filmato di un episodio analogo, che
per quanto mi consta è dell’anno seguente.
.
Inoltre aggiungo un nastro registrato in cui vi è una lunga
conversazione tra me è una frequentatrice della sala danze “La
Mazurca” (Mariella), la quale nel corso di una serata nel locale
succitato informandomi di conoscere da parecchi anni la mia
allora compagna, mi raccontò un episodio vecchio di almeno
quindici anni, in cui la sig.ra Boscarolo che era di fatto sposata,
cercò di ”entrare“ nelle simpatie di un uomo che era in sua
compagnia.
La signora Mariella concluse dicendomi che per quanto le
risultava, la mia compagna, durante il matrimonio aveva avuto
altre relazioni occasionali.
Quando riferii di questa conversazione alla mia allora compagna
questa mi rispose che io mi ero inventato tutto
Siccome il sottoscritto non si è mai inventato nulla, decisi di farmi
ripetere il racconto dalla signora Mariella, in quella occasione
registrai la conversazione, misi al corrente la stessa di aver
registrato il suo racconto e che lo stesso l’avrei fatto sentire alla
sig.ra Boscarolo.
Naturalmente la stessa nonostante la sussistenza del fatto negò
ancora una volta, addirittura negò di conoscere Mariella.
165
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Il sabato seguente la signora Boscarolo volle andare di proposito
alla Mazurca e incontrata la sig. Mariella, le si scagliò addosso
verbalmente, con gran varietà di turpiloquio, tanto che la signora
Mariella manifestò l’intenzione di dargli una “ lezione”.
Naturalmente io pregai Mariella di non farlo.
Il resto della storia se Lei lo ritiene opportuno potrà sentirlo dalla
stessa signora Mariella.
Ritengo solo opportuno dire che quando decisi di registrare e
utilizzare“le novità”che mi riferiva la signora Mariella,
cominciavo ad averne le tasche piene di farmi rimpinzare di falsità
e falsi moralismi dalla mia compagna, io le avevo sempre detto
che non mi interessava il suo passato, ma che mal sopportavo la
sua ostinazione nell’apparire la santa donna, che per quanto mi
risultava e risulta, non era e non è!!!
L’amore è cieco signor Giudice, ma purtroppo non è anche sordo
Il nastro è l’allegato n.180
Per quanto riguarda l’allegro carattere della mia compagna in
generale, mi preme fare alcuni esempi:
condizionatore acceso in auto: spegnilo, sai che non sopporto
l’aria condizionata - tre minuti di caldo di agosto: forse è meglio
che lo accendi
autoradio accesa: spegnila, mi viene mal di testa - mezz’ora di
silenzio: che cassette hai, Toni? –
Giornale, prima di pranzare: lo sai che non è educato leggere –
Posato! – bene, adesso lo leggo io TV – guardiamo un film Arianna? – No, lo sai che non mi
piacciono i film – sei a casa mia, non cambiare programma –
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Mani da lavare – non lavarti nel lavandino che mi spruzzi il
marmo che rimane macchiato Acquisto di una matita per gli occhi con i miei soldi – sei andato
in quel negozio!?, senz’altro ti hanno fregato
Furgone Transit acquistato dal sottoscritto per aggiustarlo e
rivenderlo – non venire più con il furgone perché io mi vergogno e
non ci salgo più
Lancia Dedra acquistata dopo il furgone – mi vergogno a salirci
Cantavo per Costa felice in sua compagnia: un angelo blu che se
fischio vola via ……… non cantare, io qui ci devo vivere
Attraversò la strada un gatto nero – fermati! Torna indietro – io
non esaudii il desiderio – vedi, quando ti chiedo una cosa non la
fai – e continuò a rimproverarmi imbronciata –
Boscarolo Arianna si definisce persona devota…………. ma è una
persona che ascolta gli oroscopi televisivi come fossero un
oracolo. Una volta le interruppi l’ascolto proprio nel momento del
suo segno zodiacale, pareva avessi commesso un delitto.
E’ una superstiziosa. La sua ultima lettura, lei si stupirà persino
che io lo sappia è stato il libro Tortorinolo Magica e ciò forse non
dice nulla o forse dice molto.
Ho finito, scusatemi se ho dovuto tediarvi con questo
racconto ma per me era uno sfogo doveroso. Più di sette anni
della mia unica vita sono stati gettati via da una persona il cui
perbenismo è solo un’ipocrita facciata.
Doverosamente faccio ammenda sapendo di non dover
attribuire alcunché su questo spreco se non a me, alla mia poca
astuzia e ai miei sentimenti mal riposti.
167
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
A riguardo delle accuse mossemi dalla signora Boscarolo
rigetto in toto quella di minacce. Per quanto riguarda l’accusa di
molestie, devo dire che il comportamento ambiguo tenuto dalla
signora Boscarolo narrato in questo mio scritto dovrebbe di per se
convincere che il sottoscritto non ha mai inteso molestare, se solo
una volta la mia ex compagna mi avesse allontanato
definitivamente io avrei rispettato la sua volontà, le sue parole non
erano mantenute dai fatti ed io ogni volta ci ricascavo.
Infatti, come ho già detto, quando già il sottoscritto aveva
definitivamente chiuso la relazione il 26 maggio 2002 e
domiciliava nel Comune di Paerotta, la signora Boscarolo veniva
a trascorrere il fine settimana proprio nello stesso Comune.
A prova di ciò oltre alle fotografie già richiamate
nell’allegato H già citato, ritengo sia ben dimostrabile dalle
testimonianze in fase dibattimentale della signora Rozzala
Giovanna, proprietaria dell’immobile dove soggiornavo e della
signora Ceresella Fermardi che compare nelle fotografie, ex
amica e accompagnatrice della signora Boscarolo.
-------------------------------------------------------------------------------Carissimi lettori
Tutto quanto è stato da me precedentemente scritto, era stato
preparato nel caso il P.M. non si fosse convinto per attività propria
che io fossi innocente dei reati ascrittimi.
La ricostruzione di tutte le vicende tra la signora Boscarolo e
me che vanno dal 1996 ad arrivare sino al 2005, servivano,
soprattutto a me e agli avvocati che mi difendevano, come
elemento di memoria per controbattere, nella maniera più esatta
possibile, eventuali richieste di delucidazioni da parte del P.M.
Il sottoscritto infatti attendeva così come era intendimento del
P.M. di lasciar passare un periodo in cui il sottoscritto sarebbe
stato posto in osservazione per poi, se le circostanze lo avessero
richiesto, essere interrogato o rilasciare spontanee dichiarazioni.
168
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Il 21 dicembre del 2005, quindi dopo un lungo periodo di
osservazione poiché per quanto mi risulta la denuncia della
signora Boscarolo risaliva al maggio del 2005, il sottoscritto
concorde con i propri avvocati, scriveva una accorata lettera da
spedire alla signora Boscarolo in occasione delle festività
Natalizie dove, di fatto, richiedevo alla mia ex compagna di
giungere ad una conciliazione.
Il 23 di dicembre 2005, certo che non fosse ancora stata
recapitata alla signora Boscarolo questa lettera, mi sono recato
anche nel Comune di Erichi accompagnato da un testimone il
signor Odino Pere che già in un’altra occasione si era prestato ad
accompagnarmi in qualità di teste, con la raccomandazione di
osservare e riferire se vi fosse stata la necessità, che il mio
atteggiamento non fosse lesivo della libertà della signora
Boscarolo.
Questa decisione io la presi dopo una lunga riflessione e mi
recai ad Erichi per incontrarla col solo intento di farle di persona i
miei auguri per Natale.
Il racconto, di questo incontro paradossale, lo troverete
più avanti, quando leggerete la mia richiesta di interrogatorio
rivolto alla Dottoressa Copatu
Il testo integrale della lettera scritta per Natale, per comodità
di lettura non è stato inserito negli allegati ma è stato inserito
qui di seguito.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Cara Arianna,
a Natale agli amici che non si possono vedere per svariati motivi,
si fa una telefonata, oppure si scrive un semplice biglietto di
auguri e lo si manda.
Tu per me sei molto di più di un semplice amico, sei la
persona più importante delle mia vita.
Ovunque io fossi e qualsiasi fossero i miei impegni verrei da
te anche per un solo abbraccio a qualsiasi costo.
In questo momento della mia vita per fattori che non
dipendono dalla mia volontà mi si preclude di poter passare con te
qualche momento in celebrazione della festività che ogni uomo
desidera trascorrere con la persona che ama.
Scriverti un mero biglietto di auguri falserebbe quale è la
realtà e perciò mi perdonerai se con la spontaneità di sempre ti
scrivo due righe portando sulla carta quali sono i miei pensieri.
Quando ci incontrammo la prima volta alla Mazurca eri
sposata e vivevi con tuo marito.
Venisti alla Mazurca, come mi riferì la nostra amica che ormai
non c’è più, proprio per incontrare me. Dopo pochi giorni io ebbi
quello che ancora considero il privilegio di poter congiungermi a
te. Tu tornavi a casa dopo i nostri incontri e dormivi accanto a tuo
marito.
Nel tempo ho dovuto constatare con vari episodi che la cosa
che più ti preme è l’immagine che agli altri vuoi dare di te ovvero
quello di una “santa donna” che in tutti gli anni della tua
separazione non hai avuto nessuna relazione e che il fallimento del
tuo matrimonio non dipende da te.
La relazione tra te e me c’è stata, eccome se c’è stata, solo
che io ti ho trattato come si fa con una persona che si ama mentre
tu mi hai usato come meglio ritenevi.
Sono stato il tuo servo ma se ciò è potuto avvenire è solo
perché io te l’ho permesso e sia chiaro “l’autorizzazione” a
trattarmi come hai fatto deriva non certo dal fatto che ne ottenevo
170
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
un po’ di sesso ma soltanto per una mia innata predisposizione ad
aiutare i più deboli e poi senza alcun dubbio perché ti amavo.
Io e te sappiamo bene come sono andate le cose tra di noi,
certo puoi mentire agli altri e riuscire a falsare tutta la realtà ma il
sottoscritto sa benissimo di essere stato un gentiluomo, con te
attento alle tue esigenze di donna.
Ho messo tutto il cuore che potevo per aiutarti e mi pare
veramente assurdo ciò che hai fatto a mio danno.
Se la tua denuncia è volta ad intimidirmi, a farmi tacere
episodi vissuti con te che denotano forse tue eventuali
responsabilità, hai sbagliato completamente perché io non
accetterò mai di essere condannato seppure ad una pena accessoria
qual è l’oblazione, per estinguere un reato che non ho commesso.
Ti dissi molte volte che stavo in pena per te ed è solo per
questo che nei mesi seguenti il nostro definitivo distacco ti cercai.
Anche se in tutti questi anni ti eri comportata in un modo
veramente ripugnante, ti volevo bene perché mi dicevo che la
causa del tuo disprezzarmi e usarmi derivava da una malattia.
Oggi, pur mantenendo la convinzione che tu sia molto malata
a causa di sofferenza psichica, sento più giusto dire di provare
una gran pena.
Mi hai detto recentemente che stai bene ma è l’ennesima
menzogna. Il tuo viso rispecchiava tutt’altro che salute.
Mi dispiace Arianna, pur ancora dopo l’offesa di questa falsa
denuncia da te inoltrata ti voglio un gran bene ma non posso
tollerare di essere incriminato di un fatto che io non ho commesso
e perciò dovrò fare opposizione all’ipotetico (per ora)
provvedimento del P.M. e quindi si farà un processo dove io avrò
ampia facoltà di esporre l’accaduto tra di noi che io ho già
ricostruito con pazienza e dovizie di particolari, compreso il
fantasma Biagio che tu dici vive in casa tua e personaggi della
Sacra Famiglia che riferisci ti vengono incontro in Chiesa.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Io vorrei potermi comportare ancora da gentiluomo e non
mettere in piazza capitoli di cui io non mi devo assolutamente
vergognare.
Vorrei che la Procura chiudesse con una archiviazione ciò
che tu, ripeto, falsamente hai denunciato e dipende soltanto dalla
mia esposizione dei fatti convincere che chi ha avuto un danno
dalla nostra relazione sono stato io, perciò non nasconderò alcun
fatto che possa farmi conseguire la mia assoluzione.
Io ritengo che tra noi si possa ancora giungere ad una
conciliazione e se ciò avvenisse te ne sarei grato.
Senza falsità e senza ipocrisia ti auguro un buon Natale,
sperando che il futuro ti risparmi il dolore che questa vicenda
ingiustamente ha inflitto a me.
Comunque sia andata o andrà, qualsiasi cosa ti serva io resto
a tua disposizione.
Buon Natale da me e da Nerina che appellavi la “tua
bambina” e dici di amare e di avermi affidato con grande pena ma
a cui Natale non manderai nemmeno una scatoletta di carne.
Ciao.
Antonio
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Il giorno dell’Epifania in un momento di calma e di
riflessione, sugli ultimi avvenimenti, misi mano alla penna e
decisi dopo un lungo ragionamento di scrivere al P.M. una
richiesta di interrogatorio.
Io ancora non sapevo che il P.M. malgrado non mi avesse ancora
né visto né sentito, avesse già trasmesso il fascicolo al G.I.P..
Con la mia solita genuinità scrissi la richiesta, la stampai, poi
la sottoposi alla lettura degli avvocati che mi stavano difendendo.
L’avvocato Neleo però mi informò come ho già detto che il
mio fascicolo era già in viaggio alla volta del G.I.P. che, di fatto,
non era ancora neppure stato incaricato, così con gran delusione
non potei trasmettere la mia richiesta di interrogatorio al P.M.
Naturalmente appena avessi saputo quale sarebbe stato il
Giudice gli avrei trasmesso lo scritto che avevo precedentemente
preparato.
La richiesta di interrogatorio non la utilizzai, ma utilizzai il
contenuto per la memoria difensiva, così la aggiungo ancora
integralmente a questo mio manoscritto. Perdonatemi se si ripete
in esso un episodio già descritto, d’altronde spesso dovrò
ripetermi nell’intento di convincere chi mi giudicherà.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Antonio Animaviva
Via Quartiere Po 92/z
10152 TORTORINOLO
Alla dott.a Copatu
Presso Procura della
Repubblica
di Tortortorinolo
Oggetto: richiesta di interrogatorio
A seguito di quanto mi ha riferito l’avv. Teresa Neleo circa
l’intenzione di chiudere il procedimento penale nei miei confronti
emettendo un provvedimento di oblazione, mi oppongo e mi
accingo a scriverLe questa richiesta proprio nel giorno della
festività dell’epifania essendo il primo giorno in cui posso
interamente dedicarmi ad un capitolo della mia vita che
desidererei chiudere al più presto e cercare di dimenticare pur
conservandone l’insegnamento che mi darà un protocollo di
comportamento per la mia vita futura.
Il 17 luglio del 2005 mia madre fu investita da un auto che le
procurò un trauma cranico ed una frattura del piatto tibiale del
ginocchio, conseguentemente fu ricoverata e sottoposta ad un
intervento chirurgico.
Prima di questo incidente mia madre era completamente
autosufficiente pur avendo una parziale afasia causata da un
probabile ictus.
Oggi, purtroppo, dopo essere stata visitata dall’unità di
valutazione geriatrica è stata giudicata persona da assistere 24 ore
al giorno poiché la sua condizione cognitiva a causa del trauma e
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
presumibilmente dell’anestesia usata durante l’intervento è
vertiginosamente precipitata.
In tutti questi mesi, essendo il suo unico figlio (mia sorella è
morta lo scorso anno per ictus a 53 anni) ho dovuto far fronte a
tutte le incombenze che si sono prospettate.
La burocrazia che bisogna affrontare in questi casi è stata per me
una gravosa novità, ma infine dopo un tentativo fallito di
assistenza domiciliare con una badante, sono riuscito a trovare
una sistemazione dignitosa per la mia sfortunata madre.
Le ho fatto questa premessa non tanto per suscitare in lei nei
miei confronti sentimenti di pietismo ma solo perché anche la
vicenda di mia madre, in un certo senso può darle delle
indicazioni sulla decisione che Lei dovrà intraprendere riguardo
alla denuncia a mio carico da Lei trattata e più avanti ne spiegherò
i motivi.
Così come Le avevano riferito l’avv. Teo Dal Ponte e l’avv.
Teresa Neleo, io avevo già redatto una ricostruzione della
relazione che ho avuto con la signora Boscarolo. Io reputo questo
scritto ampiamente descrittivo a 360° della situazione da me
sostenuta in questa storia che per quanto mi consta depone per un
vissuto, in cui il sottoscritto, si è di volta in volta calato secondo le
necessità della mia ex compagna, nelle vesti di infermiere,
accompagnatore e consigliere a tempo pieno e anche di amante,
questo però part-time.
Le mansioni che di volta in volta mi venivano affidate io le
svolgevo con grande “passione” e ciò mi sia consentito dire solo e
per null’altro che il grande sentimento d’amore che io provavo per
la mia compagna e che di fatto sorreggeva una relazione che
certamente ed onestamente io non ho mai reputato di egual misura
di coinvolgimento.
Dal giorno in cui ultimai la mia ricostruzione sono avvenuti
altri fatti pertinenti di cui io vorrei descriverne un paio, uno di
questi, l’ultimo, di per se stesso lo reputo risolutorio a mio
beneficio della pendenza che io ho con codesta Procura.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Per mia spontanea decisione non ho voluto integrare o mutare
il precedente scritto pertanto entrerò nei particolari di questi
episodi in quest’ultimo.
Riguardo all’incidente che mia madre ebbe nel luglio del
2005, devo doverosamente dire che la stessa fu ricoverata dopo
l’intervento per quattro mesi presso una struttura sanitaria sita nel
comune di Arignona (villa Adariana), comune che dista, se non
sbaglio, soli 3 chilometri da Costa lontano da Erichi,
opportunamente devo dire che Arignona era già da me conosciuta
e frequentata prima di avere la relazione con la signora Boscarolo
in quanto nei pressi risiedevano dei miei carissimi amici ora
scomparsi. Conoscevo la struttura sanitaria Villa Adariana e la
scelsi con l’accordo dell’assistente sociale proprio perché
recentemente ristrutturata ed efficiente, inoltre gli unici miei
parenti risiedono nel Comune di Erichi.
Più volte io e la signora Boscarolo ci siamo recati ad
Arignona per intrattenerci in un ristorante (il Tiranò) sito nella
stessa via della struttura, così più volte ebbi modo di notare questa
casa di cura. Ho fatto questa premessa perché spesso, proveniente
da Tortorinolo, utilizzando la tangenziale per recarmi da mia
madre mi sono servito degli esercizi commerciali di Costa lontano
da Erichi per acquistare dei generi alimentari, come mia
consuetudine e ancor più perché le spese da me fatte erano poi
prelevate dal c/c di mia madre, ho conservato gli scontrini per la
contabilità dove si può vedere tutte le volte che sono stato a
Costa.
Di tutti questi miei passaggi presso la cittadina di Costa,
sarei curioso di conoscere se esiste segnalazione alla Signoria
Vostra e se vi fosse credo che la mia spiegazione farebbe
interpretare la mia assidua presenza a Costa lontano da Erichi ed
anche ad Erichi per motivi che non conducono alla signora
Boscarolo, inoltre opportunamente faccio rilevare che come fanno
tutte le persone anche io mi reco nei negozi che reputo di fiducia o
anche solo per abitudine e gli esercizi di Costa sono ormai da me
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
frequentati da oltre cinque anni, credo persino che alcuni gestori
mi credano residente a Costa.
Pur anche non ci fossero segnalazioni della mia presenza a
Costa lontano da Erichi in questi quattro mesi in cui, come mi ha
riferito l’avv. Neleo io fossi sottoposto ad “un’osservazione” da
parte Sua, sarebbe a mio parere rilevante la considerazione che il
sottoscritto non si è mai recato, né mai si recherà in detto Comune
per molestare la signora Boscarolo. Io mi sono sempre comportato
in ogni luogo in rispetto alle leggi e alle persone, non vedo perché
avrei dovuto cambiare repentinamente le mie abitudini proprio a
Costa e proprio con una persona a cui purtroppo con grande
sofferenza voglio ancora un gran bene.
Sempre nel recarmi ad assistere mia madre presso la casa di
cura citata, sono spesso transitato, proveniente dalla statale che
parte da Tortorinolo, nella cittadina di Erichi e lì spesso ho fatto
anche acquisti nel mercato che si tiene due volte la settimana e
proprio durante una di queste volte ho incontrato la signora
Boscarolo e ciò è avvenuto precisamente il giorno 2 dicembre
2005.
Ciò che mi preme dire di questo primo episodio dei due che
in premessa dissi volevo descrivere, è che io in quella circostanza
colsi l’attesa occasione per porgere le mie scuse alla signora
Boscarolo, le chiesi semplicemente di perdonarmi.
Lei nella circostanza accolse le mie scuse salutandomi e
dicendomi che era di fretta perché la sorella l’attendeva per
pranzo. Volli di proposito farle le mie scuse anche se non potei
entrare nel merito di quali scuse io le porgessi per la sua fretta.
Sia però chiaro a codesta Procura che non era mia intenzione
formulare scuse per atti da me commessi sfocianti in presunti
reati, ma il perdono da me richiesto era il non aver saputo
tempestivamente interpretare in modo corretto il suo stato di salute
psichica e di conseguenza non ci sarebbe stato l’episodio che in
parte, per quanto mi consta, portò la mia ex compagna per ripicca
alla denuncia fatta nei miei confronti.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Il secondo episodio risale a pochi giorni or sono, ovvero al
23/12/2005. Dopo una lunga riflessione decisi di recarmi ad Erichi
per incontrare la mia ex compagna semplicemente per farle di
persona i miei auguri per Natale.
Alle ore 12 giunsi nei pressi dell’ufficio dove lei lavora,
sostai con l’auto nella via di fronte al parcheggio pubblico che è
attiguo al fabbricato in questione.
Arianna solitamente esce alle 12, 30 così io ed il cane siamo
andati a fare una passeggiata. Alle 12, 20 sono ritornato nei pressi
della mia auto e pochi istanti dopo Arianna usciva dal cancello
dell’ufficio e si accingeva a salire sulla sua auto.
Io dissi a Nerina (il cane) vai a salutare Arianna, Nerina
subito di corsa andò verso Arianna che nel frattempo era salita
sull’auto e stava facendo manovra per uscire dal parcheggio.
Quando la vide interruppe la manovra e scese dall’auto per
farsi salutare e salutare la cagnina. Dopo qualche minuto Nerina
ritornò di corsa da me che ero rimasto fermo sul marciapiede
accanto alla mia auto. Io aprii la porta destra della mia auto e
Nerina salì.
A mia volta stavo anch’io salendo in auto per andarmene,
stavo per fare un cenno di saluto ad Arianna quando lei risalì in
auto e invece di andarsene, come io credevo, venne a
parcheggiare dietro la mia auto, ridiscese e venne verso di me,
subito mi chiese se poteva ancora salutare Nerina, le dissi di sì,
allora lei salì nella mia auto dove Nerina nuovamente, con il suo
fare festoso, le saltò in braccio sberliccandola come è suo solito
fare con le persone amiche.
Mentre guardavo Arianna e Nerina sulla mia auto che si
salutavano, non riuscii a trattenere un forte tremore alle gambe e
più cercavo di far smettere qual tremore, più si accentuava.
Rimasi comunque lì fermo ad aspettare che Arianna e Nerina
finissero di giocare. Nerina ad un certo punto, come spesso fa,
rubò ad Arianna un guanto e si mise con esso a giocare dentro la
mia auto. Arianna di conseguenza si rimise anch’essa a giocare.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Dopo un paio di minuti lei scese dalla mia auto e mi disse: “Lascio
i miei guanti a Nerina” poi si avvicinò a me dicendomi: “Auguri”,
mi abbracciò e ci baciammo.
Ero stato in silenzio sino a quell’istante, nell’attimo in cui ci
abbracciammo le dissi: “Questo voleva essere il mio regalo di
Natale”.
Lei salì sulla sua auto e si allontanò in direzione del centro di
Erichi. Dopo qualche istante anche io mi diressi nella stessa
direzione. La rincontrai al mercato dove, come solitamente faccio,
acquistai un pollo arrosto per me e per Nerina. La salutai ancora
una volta e poi non la vidi più.
Mi consenta Dottoressa Copatu, è questo il comportamento
che Lei terrebbe con una persona da Lei denunciata per molestie e
minacce? O forse di fronte ad un molestatore minacciatore non
avrebbe proseguito la marcia a bordo della sua auto evitando i
possibili “rischi” nell’intrattenersi con me?
La verità sta in tutto quello che ho scritto ma soprattutto in
quest’ultimo episodio nel comportamento della denunciante che
non è diventata improvvisamente sprezzante del pericolo ma che
ben sa che dal sottoscritto non può che ricevere del bene e che nei
suoi confronti il sottoscritto non ha mai proferito minaccia né mai
ci sono stati episodi di molestie né preterintenzionali né
intenzionali.
A cinquant’anni ho imparato, non certo perché faccio parte
di un Corpo di Polizia, che si commettono degli atti contrari alla
“decenza” e alle leggi se c’è un movente e questo non è sempre
facilmente comprensibile agli inquirenti.
Io dopo tanti anni credo di conoscere la mentalità della mia
ex compagna e sono certo che il movente per la denuncia a mio
carico è stato per la signora Boscarolo non certo dipendente da un
mio comportamento lesivo ma una ripicca per averle portato via
tutti i regali che negli anni le avevo donato. (vedi registrazione) e
poi in maniera molto più marcata la denuncia (falsa per quanto mi
consta) le è servita o meglio le sarebbe servita per intimidirmi
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
circa un possibile colloquio da me auspicato con un suo parente
(il fratello) riguardante le sue condizioni di salute.
Purtroppo per me la mia ex compagna è una persona che
spesso ricorre ad una bugia per nascondere verità che a lei sono
scomode ma che per altri, me compreso, sono soltanto una
banalità o non certo cose che io reputerei infamanti come invece
ella ritiene.
Questa abitualità nel mentire per conservare una facciata di
perbenismo le hanno reso negli anni una marcata dimestichezza
nell’interpretare la parte della donna vessata dai suoi compagni.
La prego di tenere debitamente conto di queste mie
considerazioni che sono solo il frutto di una seria e attenta analisi
della personalità della signora Boscarolo.
In ultimo le faccio presente che il 21 dicembre ho spedito una
lettera alla mia ex compagna dove, di fatto, le comunico che farò
opposizione ad un ipotetico provvedimento di sanzione da Lei
emanato nei miei confronti e dove inoltre chiedo alla signora
Boscarolo di tentare una conciliazione. (allego la copia della
lettera in questione).
La prego, prima di decidere, di leggere come Lei
solitamente fa, tutta la ricostruzione dei fatti in cui io credo
coglierà anche dei momenti in cui la signora Boscarolo con
perfidia crea situazioni che serviranno per far cadere il sottoscritto
in episodi di “debolezza” che poi sarebbero serviti per vendicarsi
con la denuncia del sottoscritto.
Il mio parere è che l’ultimo episodio, quello dei guanti,
dovrebbe, nel contesto di tutto il racconto, darLe la prova, con il
comportamento tenuto dalla signora Boscarolo e da me
evidenziato, che il sottoscritto non ha commesso alcun reato ai
danni della stessa.
Io non sono certo nella posizione di chi può darLe dei
suggerimenti, ma se io fossi al posto suo anziché sentire ad
interrogatorio il denunciato, convocherei la denunciante e quando
questa fosse nel mio ufficio, le chiederei di riconoscere se i guanti
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
sistemati in bella mostra sulla mia scrivania fossero suoi e se sì,
dove e quando li avesse persi e in quale circostanza, poi
perlomeno le darei una bella tirata d’orecchie per non essersi
ancora resa conto del danno provocato e non solo a me, con il suo
comportamento.
Le chiedo scusa di quest’ultima frase che potrebbe sembrare
impertinente. Mi consenta un’ultima riflessione, amare è volere il
bene della persona che si ama e non è certo amore il desiderio di
possesso verso la propria compagna, io amo ancora questa donna
e voglio il suo bene, al di là del fatto che lei non è più neanche al
mio fianco.
La prego quindi di perdonarmi non per aver commesso alcun
che ma per essere stato intempestivo nel capire che il mio rapporto
è stato con una persona di estrema debolezza e che avrei dovuto
forse essere anche più tollerante verso taluni atteggiamenti e
responsabilità della stessa.
Confido nella sua discrezionalità.
Distinti saluti.
Antonio Animaviva
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Il giorno di San Valentino, ricorrendo la data del mio
compleanno e non avendo ancora avuto alcun cenno di riscontro
alla mia precedente lettera alla signora Boscarolo, colsi
l’occasione della festività che oltre ad essere, come ho già detto,
il mio compleanno, è anche la festa dell’amore.
Questa lettera venne da me scritta il sabato precedente per
avere l’opportunità di sottoporla a lettura degli avvocati che mi
assistono in questa vicenda, dopo di che il giorno 13/2/2006 mi
recai, accompagnato dalla signora Rozzala Giovanna nel Comune
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
di Costa presso la Stazione dei Carabinieri dove incontrai il
maresciallo Bevilacqua a cui riferii il motivo per cui mi trovavo lì,
facendo presente al maresciallo che mi ero recato di persona
perché il tempo non mi consentiva l’inoltro via posta in quanto i
tempi di consegna avrebbero superato senz’altro il giorno della
festività.
Feci notare allo stesso che mi ero procurato un
accompagnatore proprio per non incorrere in situazioni spiacevoli
o più probabilmente in situazioni inventate e create ad arte dalla
signora Boscarolo.
Mentre stavo per allontanarmi mi venne l’idea di chiedere
allo stesso maresciallo se potevo lasciargli la busta, chiarendogli
che l’oggetto di quel mio scritto era una ulteriore richiesta di
conciliazione. Lo stesso sentita la motivazione accoglieva la mia
richiesta e tratteneva la lettera da recapitare alla signora
Boscarolo.
Il testo, nuovamente per comodità di lettura non è stato
inserito tra gli allegati ma è stato inserito qui di seguito.
E’ sabato sera.
Giovedì scorso, anticipando il mio compleanno sono andato a
cena con i miei più cari amici.
Alfredo mi ha regalato una sveglia di quelle che proiettano l’ora
sul muro, Giovanna mi ha regalato una bella camicia di Valentino.
Da buon single mi sono spostato i bottoni dei polsini che in tutte le
camicie per me sono larghi, poi l’ho stirata, questa sera la
indosserò per andare alla Mazurca.
Fra tre giorni è San Valentino, compio anche io cinquant’anni e
almeno in quello riesco a raggiungerti.
Naturalmente mi è impossibile non ricordare che anche tuo papà
nacque nello stesso giorno.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
San Valentino è il patrono dell’amore e in tutti gli anni della mia
vita, da quando cominciai ad avere una relazione festeggiavo i
miei anni, ma festeggiavo anche la più bella cosa che la vita ci
offre, l’amore.
Negli anni che sono stato al tuo fianco prima ancora di pensare che
il 14 febbraio era il mio compleanno, pensavo a come vivere con te
nel modo più gioioso questa ricorrenza perché ti amavo.
La festa non era per l’anno passato, ma perché quell’anno era
passato con te, se devo dire proprio tutta la verità, cara Arianna,
da quando ebbi il privilegio di averti al mio fianco ogni giorno nel
mio cuore festeggiavo San Valentino. Ero felice e la mia felicità
proveniva dal dono che ricevevo con la tua sola presenza.
Ho vissuto quindi la gioia dell’amore per te in tutti questi anni ed
anche, legato a questo amore, il dolore per i periodi in cui la tua
salute era precaria. Era gioia e dolore che si fondevano e ne
nasceva un’infinita tenerezza.
Oggi la tua volontà mi porta lontano da te e San Valentino non lo
trascorrerò certo con te salvo un improbabile miracolo.
Ogni tanto ripenso a quando mi dicesti che tuo marito, una sera al
nostro ritorno sotto casa tua ti aspettò e ti prese per il collo
maltrattandoti e ricordo anche che mi dicesti che ti infilava delle
rose nel tergicristallo della tua auto.
Io per il collo non ti ho mai preso e i fiori te li ho sempre fatti
recapitare o recapitati nel modo tradizionale ad eccezione di una
sera in cui, uscito da ballare sentii il bisogno di dirti con un fiore
strappato in un vicino cespuglio che ti volevo bene.
Quando penso a ciò mi domando se per te ci sono due pesi e due
misure nel valutare le cose e nel concedere il tuo “perdono” a chi,
secondo il tuo parere, ti minaccia e molestia.
Resta il fatto che io non ho certo bisogno di quel perdono perché
le mie mani si sono sempre posate su di te con tenerezza e con
grande amore, anche quella volta, purtroppo senza buoni risultati,
in cui mi improvvisai come tuo callista - pedicure.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Se mi chiedono se credo nell’Onnipotente io rispondo di essere un
agnostico, (credo tu sappia cosa voglia dire), non sono in grado
di dire sì c’è o no non esiste, questo però non mi impedisce di
capire dove sta il bene e dove sta il male e dove c’è giustizia e
dove no.
Il tuo modo di trattare le persone che ti amano non è né bene né
giusto, il tuo modo di fare due pesi e due misure non è giusto e
non è bene.
Ti evidenzio che ho detto ”persone” al plurale perché ormai sono
più d’uno gli esseri umani che hai usato e gettato.
Cara Arianna, per te che dici di credere in ciò che invece io dico
che non so, ti ricordo che colui che sarebbe il creatore della terra
e dell’uomo ha sempre insegnato di amare il prossimo tuo come
te stesso, tu denunciando falsamente chi ti ha amato con gran
dedizione non hai certo dimostrato di aver seguito questa dottrina.
Pur non comprendendo il perché, so che il tuo nei miei confronti,
e i fatti lo provano, è odio.
Prova a fare come faccio io quando penso al male che mi fa il tuo
comportamento, prendi l’odio, metti una bella x sulla o e ne
rimarrà Dio con il suo insegnamento di pace, di bene e più di ogni
altra cosa di perdono.
Sembra un gioco ma ti assicuro che non lo è.
Io pur non essendo un credente come lo sei tu, ti perdono per tutto
il male che mi hai fatto finora, ma difetto d’un tratto di coerenza,
sperando che tutto ciò che da ragazzino al Catechismo mi fu
insegnato esista, perché se così fosse, pur perdonandoti, Lui, ti
farà passare qualche millennio in qualche stanza sperduta del
Purgatorio, mentre il vecchio Tony sarà già da un bel pezzo che
starà girovagando beato tra il bianco delle nuvole e l’azzurro del
cielo, guadagnato con tanti bei gesti a volte anche compiuti
mettendo a rischio la mia vita, con il mio modo umile di vivere e
anche per buona dose con la misericordia avuta nei tuoi confronti.
Non che sia possibile ma avrei voluto dimenticarti.
184
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Non sarà realizzabile neppure con il tempo far tacere il tuo
“suono” che a volte mi rimbomba dentro, dato che dovrò per molti
anni, visti i tempi della giustizia, scrivere e parlare di te per
difendermi da una calunnia vergognosa.
Ti faccio due promesse, questa è l’ultima volta che ti scrivo una
lettera in cui ci metto il mio sentimento per te, lo prometto.
La seconda promessa è che mi batterò lealmente contro la tua
denuncia ma che ci metterò ogni mia risorsa possibile, compresa
l’esperienza acquisita in tanti anni di lotta sindacale che mi hanno
fatto comprendere quanto vale l’opinione pubblica, perciò
percorrerò anche la strada della diffusione di questa nostra storia,
con ogni sistema consentitomi dalla legge e dalla democrazia che
riterrò opportuno e possibile, vicenda in cui, ripeto, non mi sono
macchiato di colpa alcuna.
Tu sai, per esperienza diretta quanto sono serio e caparbio quando
devo raggiungere un traguardo che io ritengo giusto.
Persone amiche mi hanno domandato se ne vale la pena di buttare
tutto questo tempo, io ho risposto a loro e rispondo anche a te, si!
(anche se ne farei a meno).
Non posso sopportare una ingiustizia commessa ai danni di altri,
tanto meno se commessa contro di me, perciò ne vale la pena.
Inoltre chissà che il giudizio della gente, oltre a quello dei giudici
e dei periti che nominerò, non ti possa aiutare ad uscire da uno
stato di pensiero disturbato di cui il sottoscritto crede ormai con
certezza sia causa delle tue malattie, (forse tutto il male non viene
per nuocere).
Quello che mi domando è come fai ad asserire di aver detto agli
inquirenti che non vuoi che mi facciano del male, quando tutto
ciò mi porterà inevitabilmente a conseguenze fastidiosissime sul
lavoro e nella mia vita privata, ma forse è proprio quello che vuoi.
Sarebbe anche stupido che mi intrattenessi con te anche solo in
modo epistolare. Non sei stata capace di riconoscere il valore del
mio sentimento, rispettarlo e tenertelo stretto come fosse un
inestimabile tesoro, così neppure hai compreso quanta genuina
185
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
tenerezza c’era nel mio scriverti, se sentirò debolezza e mi
capiterà lo so, mi limiterò a mandarti i miei saluti e della mia cara
Cagnina.
Arianna mia cara, te lo chiedo ancora per un’ultima volta,
incontriamoci in qualsiasi luogo che a te possa dare sicurezza e
tranquillità, anche alla Stazione dei Carabinieri se vuoi e per
favore facciamo la pace. Pace intesa soltanto come remissione
del passato.
Avrei voluto spendere il mio denaro e il mio tempo per te ma non
certo per una causa in Tribunale. Avrei voluto invecchiare
parlando con te e di te ma non certo davanti ad un Giudice, ti
prego quindi di riflettere perché di qua in poi non ci sarà una via di
ritorno.
Mi auguro che tu possa trascorrere con qualcuno che possa amarti,
anche più di quanto ti ho amato io, la festività di San Valentino e
mi auguro che tu possa essere felice.
Nerina dorme sul divano, ha fatto la pappa, è un po’ paffutella,
io dico a tutti che va in palestra dove fa culturismo, tutti, sentendo
questa mia frase mi guardano compiaciuti e mi sorridono.
Per una volta sii gentile e educata, telefonami e incontriamoci e
dimmi cosa intendi fare. In alternativa, se proprio ti dà fastidio
incontrarmi, ti prego di prendere contatto direttamente o
indirettamente con gli avvocati che mi difenderanno che sono
l’avvocato Neleo tel. n. 066633663 o l’avvocato Teo Dal Ponte
con l’avvocato R. De Concetti tel. n. 0664397189.
Un bacio affettuoso
Antonio
186
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Purtroppo speravo di non dover aggiungere alcun capitolo
amaro a questa vicenda, ma purtroppo sabato 18/2/2006, come
tutti i sabati sera, mi sono recato alla sala danze “La Mazurca” e
vi giungevo alle ore 23, 30 circa.
Dal piano terra, dopo aver salutato la signora che sta alla
cassa sono sceso nell’interrato, ho lasciato al guardaroba la mia
giacca e pochi istanti dopo notavo sulla pista da ballo l’individuo
da me conosciuto con il nome di Pipino che, come ho già
raccontato in precedenza in questo mio scritto, aveva tentato di
provocarmi per giungere ad una colluttazione, episodio che
accadde sempre nello stesso locale alla presenza della signora
Boscarolo che si intratteneva con questi.
Ritornando alla sera del 18 febbraio, il signor Pipino
proseguì il ballo lungo il margine della pista ed io mi portai
davanti al bar, fu solo a quel punto che riconobbi come sua
compagna di ballo la mia ex compagna, la quale vestiva in un
modo per lei inusuale giacché invece dell’abito da sera più
consono a quella sala da ballo, vestiva una comune gonna con
camicia e maglietta e invece della solita scarpa da sera con il tacco
alto, indossava un paio di stivali neri, inoltre i capelli mi
ritardarono il riconoscimento in quanto non erano ricci come al
solito ma lisci e molto più lunghi del solito.
Come ho già detto mi ero soffermato davanti al bar, loro
giunsero davanti a me, in quell’istante lei che molto probabilmente
aveva già notato la mia presenza, baciò il suo compagno di ballo.
Per un attimo ho creduto di non essere stato visto da lei, mentre
ero sicuro che lui mi avesse già notato perché di fronte a me, la
stessa scena fu ripetuta una seconda volta da lei dopo essersi girata
verso di me e quindi la mia presupposizione di un bacio dato con
casualità venne subito meno.
Fui subito certo che quella era una provocazione, una risposta
perentoria al mio scritto dato nelle mani al maresciallo dei
Carabinieri il giorno prima di San Valentino.
187
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Supponendo di dover far fronte ad un ulteriore provocazione
da parte del compagno di ballo della signora Boscarolo e ad un
altro tentativo di addivenire ad un alterco o una rissa, che per
quanto mi consta poteva essere anche architettata con la
complicità della signora Boscarolo, informai subito il proprietario
della sala da ballo della possibilità che il signor Pipino avesse
intenzione di avere un alterco con me e dichiarai anche allo stesso
che se ciò fosse successo questa volta non sarei rimasto passivo,
dopo di che avvicinai un altro avventore della sala da ballo, un
certo Lotar, che io conosco di vista da molto tempo e che per
quanto ne so deve aver lavorato in un locale pubblico come
addetto alla sicurezza, lo mettevo al corrente del fatto antecedente
e di quello che temevo avrebbe potuto accadere e gli chiesi per
favore di fare molta attenzione a quello che accadeva intorno a
me. Lo stesso acconsentì.
Finita la serie di balli la mia ex compagna con il suo ballerino
si recarono dalla parte opposta rispetto al bar sul lato sinistro
dell’orchestra dove in precedenza era stato loro assegnato un
tavolo.
Io ero rimasto davanti al bar per qualche istante, parlai con
una delle mie amiche, poi sedendomi con la sua amica Rina
raccontai la precedente scena del bacio.
Alla signora Rina dissi che la sua amica mi aveva
precedentemente riferito che lei era stata anche testimone dello
sgradevole episodio che era già avvenuto in precedenza con il
signor Pipino e le dissi che avrei molto gradito la sua spontanea
testimonianza nell’eventualità di un processo, poi mi alzai e mi
recai nuovamente al bar.
Proprio mentre ero al bar sopraggiunse il signor Pipino che
mi disse testuali parole: “L’altra volta te l’ho lasciata passare
perché non uscivo ancora con lei, adesso è diverso perché
usciamo assieme. Vuoi un consiglio? Stai alla larga da lei perché
se ti trovo attorno ti faccio fuori”.
188
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Feci finta di non sentire la provocazione e risposi molto
pacatamente: “Tu sai benissimo che io ci sto male a vedervi qui,
guarda che il dolore che sto provando io, domani potresti provarlo
tu” e lui mi rispose: “Hai solo da andare a ballare altrove”.
Mi allontanai facendo ricorso al mio autocontrollo, riflettei
sul fatto che non vi erano testimoni di questa minaccia appena
ricevuta, mi avvicinai al signor Lotar e lo misi al corrente delle
minacce ricevute e gli chiesi se se la sentiva di accompagnarmi da
colui che mi aveva minacciato per vedere se questi avesse
l’intenzione di ripetersi. Il signor Lotar, con fare molto
amichevole mi dissuase dicendomi di essere superiore.
Restai nella sala da ballo intrattenendomi con la mia amica
Rita e al termine della serata danzante fui accompagnato da lei e
da un’altra amica presso la mia autovettura che avevo
parcheggiato in via Sale angolo via Don Selva non trovando
parcheggio nelle vicinanze.
Dal momento in cui il signor Pipino mi minacciò, presumo
che si sia allontanato dalla sala da ballo in quanto non ebbi più
modo di vederlo all’interno della stessa.
Mi sia consentita una riflessione, tanto lo scritto è già lungo
di per se stesso.
Perdere la persona che si ama è una ferita profonda sia che
questa la si perda perché muore sia perché questa ci abbandoni.
Nessuno è tanto stupido da grattarsi la ferita che sta
guarendo. Il distacco dalla persona che ti sembrava essere parte di
te stesso ha senz’altro due valenze differenti nei casi che questa
muoia o se ne vada per un’altra vita.
La morte è uno stato di cui né io né nessun altro può fare
qualcosa per porvi rimedio, piano piano, giorno dopo giorno
quasi tutti accettano di essere impotenti di fronte a tale evento.
Quando invece la persona che amavi si allontana
definitivamente per una nuova vita, è come se ti amputassero una
parte di te stesso e quella parte, pur non avendola più, tu la senti
189
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
ancora lì presente e sei sgomento perché ti pare ci sia, ma lì invece
c’è solo il dolore.
E’ un percorso io credo più lungo il sanare la ferita che ti
infligge l’amore perduto.
Si può guarire, il più delle volte lo si fa. Io lo desideravo e
mi guardavo bene dal non grattarmi la ferita, la proteggevo
esponendola a meno rischi possibili ma è una violenza inaudita ed
ha un effetto emotivo devastante che proprio la persona che ti ha
procurato quella profonda ferita venga di proposito a lacerartela
premeditatamente.
Chiunque già logorato dagli eventi si difenderebbe con una
reazione violenta anche spinta dal panico che ti assale.
E’ vero, ciò che è giusto oggi può essere sbagliato domani e
ciò che è sbagliato oggi può essere giusto domani. Io so che lei
sbaglia nel mortificarmi, nel cercare di provocarmi per vendicarsi
e sapere che domani potrà forse rendersi conto dell’errore non
lenisce affatto il mio dolore.
Comunque sia, le reazioni che ho avuto sono solo state
interiori e nessuno ha visto la virtuale rissa che ci fu dentro di me.
In seguito inoltravo formale denuncia presso gli uffici della
Procura della Repubblica (All. 181 ) – copia denuncia minacce
ricevute il 18/2/2006). Allego inoltre copie dei verbali di
assunzione di informazioni rilasciate dei tre testi informati sui fatti
(All. n.182– n.183 – n.184).
190
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
La bozza della denuncia fu da me scritta e poi perfezionata
dall’avvocato Neleo.
Eccola qui di seguito:
Ill.mo Sig. Procuratore della Repubblica presso
il Tribunale Ordinario di Tortorinolo
Atto di denuncia - querela
Il sottoscritto Antonio Animaviva, nato a Tortorinolo il 14.2.56,
residente in Tortorinolo, via Quartiere Po 92 /z espone quanto segue.
Svolgo da anni la professione di vigile urbano, non sono sposato, e mi
occupo personalmente dell’assistenza della mia anziana madre sig.ra
Francesca Corine, le cui condizioni di salute si stanno progressivamente
deteriorando.
L’unico interesse che coltivo con continuità, fuori dal lavoro, è quello
per il ballo, che rappresenta una vera e propria passione.
Il giorno 18.2.06, alle ore 23.30 circa, come tutti i sabato sera, mi
recavo alla sala danze “La Mazurca”, a Tortorinolo, via Nonteng, per
trascorrere la serata.
Mentre mi trovavo davanti al bar del locale, riconoscevo sulla pista da
ballo un uomo di circa quarant’anni anni ( che successivamente apprendevo
chiamarsi “Pipino”), che già in altre occasioni avevo incontrato nel locale.
In particolare, in passato Pipino aveva cercato di corteggiare la mia
compagna sig.ra Arianna Boscarolo, e addirittura, in data 9.4.2005, proprio
alla“Mazurca”, aveva tentato di provocarmi ad una lite, mettendomi una
mano sulla spalla ed inveendo contro di me : solo l’intervento di un addetto
alla sicurezza della sala ed il mio autocontrollo, in tale occasione, avevano
evitato il degenerare in scene di violenza.
La sera del 18 febbraio ultimo scorso, invero, alcune cose erano
cambiate rispetto al passato : Arianna Boscarolo non era più la mia
191
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
compagna ( come era stato per circa sette anni), ed anzi ci separava la
denuncia-querela da lei presentata nei miei confronti per presunte molestie
( art. 660 c.p.), che -per quanto mi risulta- ha incardinato il proc. pen. n.
99999999999 /05 R.G.N.R., in relazione al quale è tuttora pendente richiesta
al Gip di emissione decreto penale.
Non mi dilungo ad evidenziare che nego qualsiasi addebito elevato nei
miei confronti dalla mia ex compagna e che riservo alle sedi opportune ogni
mia difesa in relazione ai fatti che mi sono contestati. Allo stato, peraltro, ne
ignoro i dettagli, perché non sono mai stato sottoposto ad interrogatorio ne
ho mai ricevuto avvisi o comunicazioni per adempimenti difensivi.
Resta il fatto che mi addolora profondamente che quella che
consideravo la donna della mia vita abbia deciso di rivolgersi al Magistrato,
sottoponendo al freddo vaglio processuale i fatti e le emozioni di quella che
per me è stata semplicemente una bellissima storia d’amore.
La sera del 18.2.06, comunque, riconoscevo nella compagna di danze
di “Pipino” la mia ex fidanzata, la quale - evidentemente con l‘intento di
sottolineare che tra noi tutto è finito- dopo avermi notato e fissato in viso,
baciava ripetutamente il suo compagno di danza.
Il sottoscritto si asteneva da qualsiasi reazione e rimaneva in prossimità
del bar, dove però parlava con il proprietario della sala da ballo e con un
addetto alla sicurezza,
cui raccomandava di fare attenzione a ciò che
accadeva intorno allo scrivente, in quanto temevo che il compagno della mia
ex, Pipino, avrebbe potuto nuovamente cercare di provocarmi o peggio di
aggredirmi come era successo, ingiustificatamente, in passato.
Parlai anche con una mia amica, (Signora Graziella) e con una sua
accompagnatrice, tale Rina, la prima delle quali aveva assistito all’episodio
di due anni fa tra Pipino e me, anzi, alla gratuita provocazione del Pipino
nei miei confronti.
Proprio mentre me ne stavo al bar distogliendo lo sguardo dalla pista da
ballo, mi si avvicinava il Pipino, il quale - spintonandomi il braccio - mi
apostrofava con le seguenti parole “ l’altra volta te l’ho lasciata passare
perché non uscivo ancora con lei, adesso è diverso perché usciamo insieme,
vuoi un consiglio ? Stai alla larga da lei perché se ti trovo attorno ti faccio
fuori”.
Io rispondevo che sì, stavo male a vederli insieme, ma che il dolore
che provavo io “domani potresti provarlo tu”, ricevendo per risposta la frase
“hai solo da andare a ballare altrove”.
Non aggiunsi altro e feci appello a tutto il mio autocontrollo per non
reagire; ne parlai amareggiato con un avventore di nome Lotar, con il quale
mi ero intrattenuto poc’anzi : Lotar mi dissuase da prendere eventuali
192
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
iniziative, così come fece anche un collega ( vigile urbano come me )
presente in sala.
Trascorsi il resto della serata con una mia amica, Rita, senza più
notare il Pipino che, forse, dopo la minaccia rivoltami, si era allontanato
con la mia ex.
Nella mia mente, peraltro, si inseguivano interrogativi e domande. In
particolare, la frase usata dal Pipino ( “stai alla larga da....”) ne richiamava
un’altra, analoga, trovata recentemente su di un biglietto rinvenuto sul
parabrezza della mia auto ( Honda Civic blu), che allego in originale alla
presente e che contiene la seguente frase: “stai alla larga da dove sai”( doc.
n. 1).
Detto bigliettino si trovava per l’appunto sul parabrezza della mia auto
il giorno sette oppure otto gennaio 2006 ( era un weekend), ove lo rinvenni
in Tortorinolo, ove la mia auto era regolarmente parcheggiata.
Peraltro, segnalo altresì che pochi giorni prima, ossia il 2.1.06, avevo
rinvenuto lo stesso veicolo, nello stesso posto di cui sopra (l’ingresso
secondario della mia abitazione), seriamente danneggiato al tettuccio ed allo
specchietto retrovisore sinistro, come da fotografie che mi riservo di produrre
e di cui dispone la mia assicurazione ( il tetto presentava segni di orme di
scarpe da ginnastica ).
Apparentemente, il danno era opera di ignoti, anche se i fatti verificatisi
successivamente mi inducono a nutrire motivati sospetti sull’effettivo autore;
in ogni caso, del fatto sporsi regolare denuncia in data 3.1.06, che allego in
copia ( doc. n. 2 ).
Sinceramente, nutro il sospetto che tutti gli episodi di cui alla
precedente narrativa siano in qualche misura collegati al mio precedente
rapporto sentimentale con la sig.ra Arianna Boscarolo ; al riguardo, tengo
peraltro a precisare che mi sono rassegnato al fatto che la nostra relazione sia
finita, limitandomi sinceramente a sperare che anche gli strascichi
giudiziari in corso possano avere termine, con un’eventuale conciliazione fra
le parti.
Non ho più cercato la mia ex, limitandomi a semplici auguri natalizi e
ad una lettera in occasione del mio compleanno, iniziative francamente del
tutto normali - credo -nei confronti di persona con cui si è condivisa una fase
importante della propria vita.
Desidero sinceramente, peraltro, che sia fatta chiarezza sulle accuse
elevate nei miei confronti che respingo recisamente, con la speranza che la
mia ex comprenda di avermi fatto un torto nel denunciarmi per fatti non
rispondenti al vero.
193
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
In ogni caso, non sono disposto a tollerare ulteriormente le minacce del
Pipino, siano o meno condivise e concertate con la mia ex sig.ra Boscarolo.
Dette minacce, anche alla luce del danneggiamento subito dalla mia
autovettura e dall’anonimo scritto minatorio rinvenuto sulla stessa, nonché
dall’atteggiamento di reiterata prevaricazione del Pipino nei miei confronti
(già evidenziato nell’episodio del 2005 raccontato nella precedente
narrativa), paiono obiettivamente serie e preoccupanti.
Alla luce delle considerazioni sovra esposte, pertanto, chiedo che
l’Ill.mo Sig. Pubblico Ministero voglia valutare se nei fatti richiamati siano
ravvisabili estremi di reato, in particolare sotto il profilo della violazione
dell’art. 612, 660 ovvero 635 c.p., oppure di altre previsioni incriminatrici
la S.V. abbia a ravvisare nella narrativa che precede.
Insto affinché, previa identificazione degli autori del reato, si proceda
nei loro confronti e nei confronti di quanti abbiano eventualmente con gli
stessi concorso nella commissione dei fatti, chiedendo espressamente la
punizione dei colpevoli, nei cui confronti il sottoscritto Antonio Animaviva,
come infra generalizzato, intende sporgere e con il presente atto sporge
formale denuncia querela.
Quanto all’identificazione del sig. Pipino, ritengo che le sue complete
generalità siano note alla sig.ra Arianna Boscarolo, nata ad Erichi il 10.5.55,
residente in Costa lontano da Erichi.
Ai sensi dell’art. 408 II comma c.p.p. chiedo di essere informato
nell’eventualità di richiesta di archiviazione del presente procedimento,
opponendomi altresì alla sua definizione a mezzo decreto penale.
Con riserva di costituzione di parte civile, nomino difensore di persona
offesa l’avv. Neleo del Foro di Tortorinolo, cui conferisco delega al deposito
del presente atto con facoltà di subdelega,
e presso il cui studio in Tortorinolo, eleggo domicilio per le
comunicazioni/notificazioni relative al presente procedimento.
Chiedo di essere sentito quale persona offesa e indico quale persona
informata sui fatti la sig.ra Graziella.
Indico altresì quali residue persone informate dei fatti i sig.ri Rina e
Lotar che assistettero all’episodio del 18.2.06, dei quali mi riservo di
indicare recapito aggiornato.
Allego la documentazione di cui alla narrativa che precede (denuncia di
danneggiamento veicolo e originale biglietto rinvenuto sul parabrezza della
mia auto).
Chiedo, ove possibile in relazione alle rispettive fasi processuali, la
riunione del presente procedimento con quello rubricato al n.
194
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
99999999999/05 R.G.N.R., nel quale lo scrivente risulta indagato su
denuncia-querela presentata dalla sig.ra Arianna Boscarolo, sottolineando
come la predetta riunione possa obiettivamente giovare alla complessiva
valutazione dei fatti di cui ad entrambi i procedimenti in oggetto ed
all’individuazione delle eventuali rispettive responsabilità degli indagati.
Con ossequio.
Tortorinolo, 6.3.06
Antonio Animaviva
E’ autentica
Avv. T. Neleo
------------------------------------------------------------------------
Questi sono i fatti sino al 19 febbraio 2006.
195
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Mi sia consentito aggiungere che se non fossi così convinto
riguardo la compromissione dello stato di salute mentale della
signora Boscarolo, sarebbe ovvia da parte dello scrivente una
richiesta di imputazione per la stessa ai sensi degli art. 368 – 595
- 727 e in ultima analisi 582 del C.P.
Io credo che l’imputazione per calunnia, diffamazione,
maltrattamento di animali (Nerina ed io ) e lesioni personali
potrebbe essere una sorta di giusto castigo per il suo
comportamento che definisco veramente censurabile, ma da tale
imputazione la signora Boscarolo non credo ne trarrebbe alcun
giovamento.
A scanso di equivoci o malintesi allego infine i seguenti
documenti che dimostrano la mia assoluzione in vari procedimenti
amministrativi e penali instaurati a mio carico.
All. 185 – procedimento amministrativo a mio carico per
violazione regolamento disciplinare chiuso con l’archiviazione.
All. 186 – procedimento penale a mio carico per presunto abuso in
atti d’ufficio (art. 323 C.P.) chiuso con la motivazione che la
notizia di reato è infondata.
All. 187 – trasmissione alla Pretura del fascicolo di cui venni
accusato falsamente di abuso in atti d’ufficio per l’eventuale
accertamento di reati commessi a carico della persona che
generalizzai.
196
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
All. 188 – mia assoluzione del presunto reato di sequestro di
persona (art. 605 C.P.).
All. 189 – mia assoluzione del presunto reato di falsa
testimonianza commesso assieme al reato di sequestro di persona
(art. 372 C.P.).
All. 190 - copia delle dichiarazioni di miei superiori e colleghi
riguardanti la mia attività professionale.
All. 191 e All. 192 - allego anche copia di due apprezzamenti
ricevuti per attività di servizio.
All. 193 – All. 194 - copia di quotidiani locali in cui si può
evincere quali denunce inoltrai all’A.G. che mi portarono ad
essere falsamente e dolosamente indagato dei reati già descritti di
cui poi fui assolto con formula piena.
Io spero di aver convito codesto Tribunale su quale sia stato il
mio atteggiamento con la signora Boscarolo e spero che in ogni
modo le siano almeno contestati verbalmente il suo opportunismo
e sopratutto le sue ambiguità.
Di una cosa sono certo, la pena più grande che le è già
stata somministrata è il giornaliero convivere con se stessa.
197
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Mi preme precisare in ultimo che ho avuto più volte la
disponibilità delle chiavi dell’alloggio della signora Boscarolo a
Costa lontano da Erichi.
I suoi comportamenti mi fanno pensare e temere che con un
altro compagno, non così paziente come lo sono stato io, si
potrebbero verificare episodi anche gravi che potrebbero poi
essere, dati i precedenti, a me imputati.
Per sgomberare il campo da qualsiasi ipotesi di reato a me
attribuibile, chiedo rispettosamente a Codesta Procura di ordinare
alla signora Boscarolo di sostituire la serratura della sua
abitazione, anche a mie spese.
Sono a disposizione per eventuali chiarimenti. Sono convinto
che la relazione che ho preparato sarà benevolmente accolta da
codesto Tribunale.
Antonio Animaviva
198
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
FINE ?
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
CAPITOLO ULTIMO ???
Non ci crederete mai, ma questo scritto era già finito.
Anzi, dirò di più, per ben due volte, con la collaborazione di una
copisteria e di una legatoria, avevo prodotto un libro finito e con
tanto di copertina.
Una parte di queste copie le distribuii ad alcune persone
fidate perché mi dicessero che cosa ne pensavano e poi mi
restituissero la copia in prestito.
Dopo aver sentito i loro pareri, decisi che non avrei certo
fatto una figuraccia, quello che mi preoccupava era più che altro la
mia grammatica, arrugginita e di scarsa sostanza scolastica.
Tutte le persone che avevano letto il mio libro, si dicevano
stupite per i fatti narrati.
Quello che tutti consideravano è che non avrebbero mai
pensato che il sottoscritto avesse la capacità di stendere così bene i
propri sentimenti sulla carta, anche perché tutti questi mi
conoscono più che altro come una persona che svolge lavori
manuali.
Qualcuno mi disse di avere letto il libro tutto d’un fiato, altri
mi comunicarono senza mezzi termini che il libro gli era piaciuto.
Una persona mi chiese se non avevo paura della reazione del
signor Pipino.
Un’altra mi pregò di dimenticare per la mia salute.
Quella che però mi ha dato tanta soddisfazione e forza è stata
una signora cui sono solo conoscente, la quale, dopo aver letto il
mio libro, nell’atto di riconsegnarmelo non disse nulla, mi guardò
negli occhi e regalandomi un sorriso che voleva esprimere
200
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
tenerezza, mi accarezzò tenendo per tre lunghissimi secondi la sua
mano sulla mia guancia.
Ecco, quel gesto, quel sorriso, mi facevano comprendere
che qualcuno aveva recepito non tanto il mio livello di scolarità
ma il mio dolore, che io credo impregni persino la spessa
copertina che ricopre questo libro.
Nessuno potrebbe mai farmi desistere dal rendere pubblica
questa storia, si sa però che a volte una persona può anche
cambiare idea. Quella carezza e quel sorriso gettavano nel posto
più remoto che si possa immaginare, la già di per se stessa limitata
possibilità che io desistessi dal mio intento.
Le positive dichiarazioni di quelli che erano diventati miei
primi lettori, mi davano quindi un po’ di benzina in più di quella
di cui già disponevo per percorrere la strada, del tutto nuova per
me, quella del narratore.
Ad un certo punto però, quando pensavo che non ci fosse più
nulla da aggiungere ai fatti raccontati, la mia fantasia produsse
all’improvviso un capitolo nuovo.
Certo mi toccava rimaneggiare tutto ciò che avevo già fatto
con grande fatica, ma il capitolo nuovo in se stesso già da solo
poteva dare un grande stimolo per rispondere infine ai miei
potenziali futuri lettori, se questa storia tratta il reato di molestie e
minacce da parte mia nei confronto di Arianna o se invece sia
Arianna che per dipingermi soggetto poco raccomandabile nei
confronti degli altri, abbia premeditato degli “eventi” con la
volontà di vendicarsi di averle portato via le cose che le avevo
regalato negli anni e soprattutto per cercare di evitare l’inevitabile,
ovvero il divulgare le sue “bizzarrie”.
201
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
L’ULTIMO CAPITOLO ???
Erano le 18, 15 del 28 aprile 2006, un venerdì come tanti
altri.
All’improvviso il silenzio che regnava nell’appartamento era
interrotto dal suono inconfondibile di un messaggio in arrivo sul
mio telefonino: “Ciao, tutto O.K.? Allora, questa sera va
bene, arrivo da te verso le nove e trenta?”.
Io risposi telegrafico: “Sì”.
Era un messaggio mandatomi da una mia cara amica con la
quale da qualche tempo avrei dovuto passare una serata.
Sinceramente non mi aspettavo che lei fosse libera quel
venerdì. Ero sdraiato sul divano, annoiato e senza energia, quel
messaggio fu come girare la chiave dalla messa in moto di un’auto
ferma da tanto tempo e stupirsi che la batteria è ancora carica,
abbastanza da metterla ancora in moto.
Mi alzai dal divano interrompendo tutti i pensieri vari e tristi
che stavo facendo in quello stravaccato relax.
Un caffè era quello che ci voleva per iniziare i preparativi
fisici ed estetici per la piacevole serata che mi auspicavo.
Così iniziai con la preparazione del bricco del caffè che misi
sul fuoco, nell’attesa della bollitura preparai asse e ferro da stiro
per la stiratura dei capi di vestiario per quella serata.
Non che non avessi altri indumenti già pronti, ma volevo
indossare quelli con cui mi sentivo più piacevole e a mio agio,
naturalmente, come al solito, quelli erano da preparare.
Comunque, da buon single, questo è un lavoro che si fa con
abituale rassegnazione.
Dopo lo stiraggio e il coffee, doccia, shampoo e vestitura,
con finale lustratura di scarpe, ero decisamente in anticipo, così
scesi in strada e mi feci una passeggiata.
202
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Roxy arrivò con qualche minuto di ritardo, come la vidi
pensai subito che avrei fatto a meno di uscire e che me la sarei
volentieri “coccolata” tra le mura della mia “casina”.
Lei, quasi leggendomi nel pensiero mi disse: “ Ciao! Allora,
mi porti a ballare? ”.
La nuvoletta con visioni celestiali che stazionava sul mio
cranio come nei fumetti, si infranse e cadde a terra.
Io le chiesi dove voleva andare e lei mi disse che andava bene
qualsiasi posto.
Salimmo in auto e partii in direzione del centro della città poi
svoltai a sinistra verso il fiume, passammo innanzi alla sala da
ballo dove io spesso mi intrattengo, la scartammo, io proposi di
andare in collina, lei acconsentì.
Dopo circa mezz’ora eravamo al colle della Naddamela.
Parcheggiai l’auto, era presto, invece di entrare subito nel
locale decisi con lei di fare una passeggiata nel vicino parco.
La serata era calda, il cielo era limpido, la città, la sotto,
sembrava di poterla toccare con la mano, le luci migliaia di luci
tremolavano rendendo più vivo e più romantico il paesaggio che
stava di fronte a noi.
Distolto lo sguardo dalla città vidi attorno a noi alcune coppie
che a loro volta erano già state catturate (e poi rilasciate)
dall’incanto della vista.
Si stavano tutti teneramente stringendo e baciando.
Pensai: che bello l’amore! Ma quanto male ti può dare?
Superai i pensieri del passato, (come dice il proverbio:
“Acqua passata non macina più”), strinsi a me Roxy e le diedi un
bacio, poi mano nella mano entrammo nel locale prescelto che
confinava con il parco in cui eravamo appena stati.
Il locale è uno di quelli tutto buio con candele accese ai
tavoli, atmosfera romantica al mille per mille, propiziata dal
pianista-cantante che snocciola una dietro l’altra piacevoli
canzoni. Quelle canzoni che, se sei cinquantenne come me,
riescono a riportarti indietro di tanti decenni facendoti rivivere
203
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
storie che si sono fermate nel cuore per sempre, come una
registrazione su un nastro magnetico a cui hai strappato la
linguetta che impedisce la sovrapposizione di qualsiasi altra
registrazione o ti impedisce la cancellazione di ciò che avevi già
registrato.
A dire la verità sto abbastanza alla larga da questi locali, mi
danno un po’ troppa dolorosa nostalgia.
Quella sera forse avevo voglia di tornare indietro nel tempo
con l’aiuto della musica, ritornare all’incanto non più vissuto,
ormai mi sembrava da mille anni, di una serata semplice condita
di risate stupide, di whisky e coca o di gin fizz, di carezze gentili
e tenere e poi infine di baci dolci, appassionati che mi avrebbero
trasportato con lei, ad occhi chiusi, su di un tappeto magico in
qualche luogo terreno ma nello stesso tempo celestiale che ci
avrebbe visti lungamente abbracciati.
In questa descrizione, vista e riesumata da giovani e felici
ricordi mi viene anche in mente che l’unica cosa che va quasi
sempre storta è che nel luogo celestiale (ma terreno) in cui ci si
apparta, soprattutto d’estate, c’è sempre qualche diabolica zanzara
che riesce ad infilarsi nella tua auto, da quel micro spiraglio che
hai lasciato nei finestrini per poter “respirare” mentre gli
“abbracci” diventano sempre più intensi. Il risultato é che torni a
casa e facilmente puoi dire di essere stato ad una festa dal
commendator Zanzara, l’unica cosa é che la festa in casa ce l’ha
fatta lui.
Lo so, ho divagato un po’, i ricordi sono ricordi e le zanzare
anche in un romanzo di fantasia, com’è questo, sono vere assai,
come direbbe un mio amico napoletano.
Prima che io vada avanti a raccontare cosa succederà, mi
permetto di dire che il proverbio che ho citato poc’anzi ovvero
“acqua passata non macina più”, è un proverbio che io definirei
da “rincoglionito” che va giusto bene se si parla di farina, ma è un
proverbio fasullo se lo si vuole usare per esorcizzare il passato.
204
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Purtroppo l’acqua passata, ovvero la vita già vissuta a volte
macina con tanta forza di più di quella che ancora deve essere
vissuta, che non riesci neppure ad accorgerti che questa forza è
riuscita a travolgerti e che ancora stai rotolando rovinosamente
senza che nessuno possa aiutarti ad arrestarti, se non te stesso con
la tua forza e la tua volontà.
E’ da ipocriti solamente pensare qualcosa che sia
minimamente diverso da ciò che è la mia descrizione del passato,
cambiano le persone e con loro cambia la forza, cambiano le
volontà che tengono “a bada” il tempo passato, la verità è che
ognuno di noi prima o poi ha a che fare con il dolore e il senso di
impotenza che ti dà il non essere riuscito nella cosa che più di
stava a cuore: “L’amore per lei o l’amore per lui”.
Come ho detto, dopo la passeggiata io e Roxy entrammo nel
locale, il cameriere ci venne incontro, scegliemmo un sofà di
fronte al pianista e ci sedemmo.
Avevamo proprio voglia di un po’ di musica e un po’ di
allegria, fu proprio per quello che non scegliemmo un luogo più
appartato come fanno le coppie che la musica la vogliono solo
come sottofondo…
Dopo una decina di minuti Roxy ed io ordinammo da bere,
lei un Margarita ed io un gin fizz.
Stavamo bevendo e parlando, io ero girato verso destra dove
lei era seduta, la mia gamba destra era infilata sotto la sinistra in
maniera da essere frontale a lei.
Ad un tratto il pianista scherzò con due ragazze che erano
appena arrivate e che stavano sedute davanti a noi un po’ sulla
nostra sinistra, io mi girai istintivamente per vedere.
In quell’istante vidi Arianna che con una donna usciva da
una porta sulla nostra destra dove sapevo ci fossero le toelette.
Senza preamboli mi girai verso Roxy e le dissi: “Ecco,
quella è Arianna, così l’hai vista dal vivo almeno una volta”.
Roxy mi chiese: “Ma quale?” io risposi: “La più piccola”.
205
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Quando le due donne ci oltrepassarono sparendo alla nostra
sinistra in un locale attiguo a quello dove noi eravamo seduti,
Roxy mi disse: “Ma hai visto? Ti ha salutato con un cenno della
mano!” io le risposi: ”No, non ho visto perché mi sono girato
verso di te”.
Non indossavo gli occhiali e già mi domandavo come avevo
fatto a riconoscere Arianna, nel buio del locale, in quei pochi
istanti in cui era apparsa davanti a me.
Roxy mi chiese ancora: “Ma sapevi che veniva qui?” io le
risposi persino un po’ incazzato: “No, assolutamente no”.
Aggiunsi: “Io non vengo in questo locale da anni, non sono mai
venuto con lei e se avessi saputo che veniva qua sarei certamente
andato da un’altra parte, ti dirò, io volevo rimanere solo a casa
con te…
Stetti un po’ in silenzio poi dissi a Roxy: “È proprio vero, il
diavolo fa le pentole ma non i coperchi”.
Porcaccia miseria! Continuavo a dirmi, ma con tutti i posti
che ci sono proprio qui dovevo venire? Era un fatto veramente
diabolico.
Di lì a pochi istanti mi aspettavo di vedere Pipino il nuovo
accompagnatore di Arianna che “saltellava” davanti ai miei occhi
per farmi girare un po’ le palle o per cercare di combinarmene
qualcuna con la connivenza di Arianna.
Cercai di scollarmi da quei pensieri, il pianista attaccò una
canzone lenta, io chiesi a Roxy di ballare. In pista cercai di fare
l’indifferente, evitavo persino di alzare la testa ed anche lo
sguardo dalla mia compagna di ballo.
Ad un certo punto, tra le note della canzone, sentii ridere e
le risate provenivano proprio da dove Arianna era seduta in
compagnia di un uomo con i capelli bianchi, e una coppia di amici
(l’uomo non era certo Pipino).
Lei guardava verso di noi e rideva, anche gli altri ridevano,
non stava certo raccontando una barzelletta, non credo che quella
206
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
donna ne sappia una, certamente aveva fatto qualche battuta
stupida rivolta a me e alla mia compagna.
Ci tengo, per dovere di cronaca che la mia accompagnatrice
ha quasi una ventina d’anni in meno che il sottoscritto Antonio
Animaviva e che se usassimo la terminologia in voga dovremmo
dire che Roxy e una “gran bella gnocca”, ma io, vecchio
cinquantenne e gentiluomo non mi permetterò di usare certe
terminologie a me non più consone.
Roxy parve leggermi nei pensieri e guardandomi mi disse:
“Sono proprio contenta che ti veda con me”. Io le chiesi perché e
lei mi rispose: “Beh, perché io sono una bella gnocca, non come
le vecchiette che frequenti alla “Mazurca”. Risi proprio di gusto.
Quella donna cominciava veramente a leggermi nel pensiero!
Continuammo a ballare, il pianista suonò due altre canzoni
“lente”.
Arianna, sfruttando il fatto che la potevo vedere, scivolò fra
le braccia del suo cavaliere e lo baciò lungamente e
profondamente.
Ero disgustato, non perché lei si baciasse, ma perché
durante la nostra relazione, quando ci trovavamo in una sala da
ballo dove delle coppie si baciavano durante il ballo o sui divani,
lei mi diceva che quelle persone le facevano schifo, che quelle
cose in un luogo pubblico non si facevano.
Tornai a sedermi con Roxy e ordinammo due altre bibite.
Anche lei aveva visto la “scenetta d’amore”, io le raccontai i miei
pensieri.
Il tizio che stava con Arianna ci passò davanti e andò in
bagno. Ero di nuovo senza occhiali ma ad occhio e croce aveva
qualcosa più che sessant’anni.
Dopo poco, terminate le bibite, la mia accompagnatrice ed
io uscimmo dal locale. Attraverso i vetri del dehors non potemmo
non notare che Arianna che con grande tempestività si rigettava
nelle braccia del fantomatico presunto vecchietto e per “salutarmi”
si rimetteva a baciarlo.
207
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
All’inizio della serata, entrando nel locale, vidi che vi era
parcheggiata una rossa Ferrari. Uscendo non c’era più.
Un po’ malignamente dissi a Roxy: “Beh, il vecchietto non è
il proprietario della fuori serie”.
Appena sopra tirai una bella riga, l’avete vista?
Io consideravo che il “vecchietto” in compagnia di Arianna
fosse il suo nuovo compare e che questi se la sarebbe portata in
locali ben lontani dalla Mazurca. I capelli bianchi del tipo mi
inducevano a pensare che questi avesse la saggezza dell’età e che
finalmente non avrei più dovuto sopportare le apparizioni di
Arianna.
Come al solito presi una bella cantonata.
Di quello che accadde, care signore e cari signori, vado qui di
seguito a raccontarlo.
Mi dovete scusare, ma per mia decisione inserirò il testo della
seconda querela che decisi di presentare all’A.G.
Vi dico subito, che né dalla prima querela, né tanto meno
da questa, mi aspetto che la Procura persegua le malefatte di
Arianna.
Quel che spero, è, che un giorno emerga tutto il ridicolo che
accompagna questa grottesca storia, dove il sottoscritto si
ritiene essere tutto meno che “Il Molestatore”.
Vi prego di avere pazienza perché la querela per forza
riassumerà brevemente il passato e ciò che ho già scritto in
precedenza
208
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Ill.mo Procuratore della Repubblica presso il Tribunale Ordinario
di Tortorinolo.
Atto di denuncia - querela
Il sottoscritto Antonio Animaviva, nato a Tortorinolo il 14.2.1956
e ivi residente in via Quartiere Po 92/Z espone quanto segue.
Sono stato assunto nel 1983 presso il Comune di Tortorinolo
in qualità di Vigile Urbano.
Ho compiuto nel mese di febbraio 50 anni, non ho altri
parenti viventi in Tortorinolo che mia madre la quale è ricoverata
presso una casa di cura e con la quale non mi è possibile avere
alcun rapporto se non di mera visita in quanto la stessa ha perso
l’uso della parola a causa di una vasculopatia che le ha anche
procurato una demenza senile la quale a poco a poco la sta
rendendo come un vegetale.
A dire il vero ho due cugini che abitano in Tortorinolo ma
che non ho mai frequentato e che a volte dimentico persino
esistano, tanto è vero che mia madre è ricoverata da oltre un anno
e gli stessi non sono mai andati a farle visita.
Gli unici parenti con cui mi vedo e posso relazionare sono
mia zia (sorella di mia madre) e i miei cugini che abitano nel
Comune di Erichi.
Non sono sposato, non lo sono mai stato e attualmente non ho
una compagna.
Tengo anche a precisare che la mia vita di relazione l’ho
pressoché vissuta nei luoghi limitrofi al comune di Erichi, sia per
il fatto che mio padre ha lavorato per più di un trentennio in uno
stabilimento sito in Erichi, sia per il fatto che io stesso ho lavorato
in un locale pubblico (San Michele-Novavilla D’Itas ) dove ho
avuto modo di conoscere delle persone provenienti dai comuni
limitrofi e in particolare: Novavilla D’Itas, Francavilla D’Itas,
Valfebianca, S. Miadano, Costa Lontano da Erichi, Lapucco,
Mairabrate, Ranacanta ecc ecc.
209
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
In particolare nel comune di Novavilla D’Itas, mi reco spesso
in visita a due persone a me molto care, decedute sventuratamente
e precocemente.
Nel 1996 ho incontrato una donna, la signora Arianna
Boscarolo, che già conoscevo da molti anni prima e che abitava
anch’essa nel Comune di Erichi; lei si stava separando e dopo
poco tempo da questo nostro incontro iniziammo una relazione
che durò sino al 2004.
Durante questa relazione almeno due volte decisi di troncare i
rapporti con questa donna che nel tempo si era dimostrata con le
sue esternazioni e con i suoi modi di fare un soggetto con
problemi psichici, ella mi disse di vedere la Madonna che le
andava incontro in Chiesa, a volte Gesù Cristo che si muoveva
sulla croce e in ultimo di avere un fantasma presente nella sua
nuova abitazione di Riva presso Erichi che le faceva compagnia
aggiustandole i mobili e facendole suonare il pendolo; mi disse
anche che questi si chiamava Biagio e che lei non ne aveva timore,
anzi, Biagio le faceva compagnia.
Fortemente innamorato ho sempre superato tutte queste
esternazioni e tutte le contrarietà che lei creava.
Lei faceva leva sui miei sentimenti soprattutto quelli di
umanità e fraternità facendomi sempre presente che era malata.
Mi faceva vedere le mani che a volte diventavano bianche,
rosse e poi violacee, mi diceva che aveva forti dolori allo stomaco,
io allora mi intenerivo, sapevo benissimo quali erano le sue
malattie (sindrome di STERC, manifestazione di Naudeyr, PioOriditismo autoilleso, Redosclerima e patologie degenerative
dell’apparato digerente).
Se le contrarietà fossero state le malattie io avrei lo stesso
continuato la relazione ma spesso la signora Boscarolo mi
offendeva in pubblico e in privato.
Due volte, in locali pubblici, mentre pranzavamo
pacificamente lei chiese alla cameriera se mi voleva; in privato
210
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
una volta mi disse che ero un cialtrone e anche quella volta non ve
ne era motivo e un’altra volta mi disse di andare a puttane.
Alle amiche invece riferì che in un’occasione io la sequestrai
e la violentai. Quando non sapeva più che dirmi per farmi alterare
e per offendermi mi diceva: “Io non ti ho mai amato e non ho mai
voluto i tuoi regali”, mentre poi continuava a prendere tutto ciò
che io con grande amore e disinteressatamente le porgevo.
Il 17 giugno 2004, proprio dopo avermi detto per l’ennesima
volta la frase appena citata ( Io non ti ho mai amato e non ho mai
voluto i tuoi regali), io decisi di troncare definitivamente il nostro
rapporto anche in virtù del fatto che non solo maltrattava me ma
maltrattava anche, legandolo al termosifone di casa sua, quella che
avrebbe dovuto essere il suo cane ma che, di fatto, da più di due
anni e mezzo viveva con me.
Quel pomeriggio del 17 giugno 2004 la signora Boscarolo mi
restituì i regali che io le avevo donato nel corso della nostra
relazione poi come presagivo mi cedette il cane dicendomi:
“Portatelo via e prenditi il suo libretto sanitario nel cassetto”.
Anche il giorno seguente, ovvero il 18 giugno 2004, dovetti
recarmi dalla signora Boscarolo come avevamo concordato per
ritirare delle suppellettili ed in quella circostanza venni ancora una
volta maltrattato e insultato senza che ce ne fossero i presupposti,
se non altro da parte mia.
Per farla breve è opportuno che Lei sappia, Signor
Procuratore, che la signora in seguito si recò presso la Caserma dei
C. C. di Costa, Comune dove lei abita e nella circostanza mi
denunciò falsamente per molestie e minacce.
Cercò persino di far credere al Comandante della Caserma
che io avessi saltato un muro per entrare nella sua abitazione.
La denuncia fu stilata di pugno della signora Boscarolo ma
non fu da lei firmata. Io venni chiamato dal Comandante della
Caserma al quale poi in più di un’occasione ebbi modo di spiegare
e provare che la mia ex alterava la verità e gli confidai inoltre,
senza mezze parole, che questa aveva anche dei problemi psichici.
211
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Oggi posso dire con conoscenza di causa che il maresciallo
Bevilacqua, Comandante della Caserma dei C.C. ha ignorato le
mie dichiarazioni e le dichiarazioni spontanee di una teste
informata sui fatti, mentre purtroppo ha continuato a credere,
senza riscontro alcuno, alla signora Boscarolo che per quanto mi
consta è persona molto abile a costruire teoremi inveritieri
modificando a volte fatti accaduti o inventandone altri in virtù del
suo desiderio di apparire vittima, in virtù del suo desiderio di
vendetta nei miei confronti.
Pochi giorni dopo l’alterco avvenuto tra me e la mia ex
compagna ed esattamente il giorno 21.6.2004 sullo schermo del
mio cellulare, appariva il numero di utenza 051450280, chi mi
chiamava era la figlia della signora Boscarolo, residente a Mirini,
la quale mi proferiva una serie di insulti dopo di che troncò la
conversazione per poi ripetere la chiamata dopo pochi istanti e in
questa ulteriore circostanza mi minacciò dicendomi: “ tela farò
pagare”.
Dopo qualche tempo esattamente il 18.8.2004 ricevevo due
telefonate dalla figlia di Arianna. Nella prima alle ore 11,20 circa
appariva sul display del mio cellulare la voce “privato”, una
ragazza mi chiese: “Che tempo fa a Mirini?” io risposi dopo averla
riconosciuta dalla voce che ero a Tortorinolo, lei proseguì
dicendomi: “Adesso hai un’altra denuncia qui a Mirini per
danneggiamento” poi interruppe la comunicazione.
Sulla falsa riga della volta precedente mi richiamò subito
dopo, alle ore 11,25 circa e senza darmi possibilità di parlare mi
disse: “Abbiamo le prove e i testimoni” naturalmente troncò
subito la conversazione.
Doverosamente riferisco che nulla mi è stato notificato al
riguardo di queste telefonate in cui io avrei dovuto essere l’autore
di danneggiamenti arrecati nel Comune di Mirini all’auto di
proprietà della mia ex e di cui io ne sono estraneo.
212
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Dopo questi fatti ci fu per me un certo periodo di tranquillità
e aggiungo che vidi la mia compagna alla quale feci gli auguri in
occasione della festa della donna e della pasqua 2005.
La domenica delle palme 2005 andammo anche, avendone
l’occasione, a Messa insieme.
Credetti così che lei stesse desistendo dai suoi propositi di
vendetta quando invece il 9.4.2005 ricomparve nella mia vita
privata venendo a ballare in un locale pubblico che era già
frequentato da me sin dal lontano 1983 – 84 in ogni fine
settimana e che poi durante gli anni della nostra relazione
frequentammo assieme.
Per brevità Le dirò solamente che ad un certo punto
l’occasionale compagno di danze della mia ex, affermando che io
lo guardavo, tentò assieme ad un altro avventore della sala da
ballo di giungere alle vie di fatto con il sottoscritto che non
aderendo alle provocazioni riuscì anche grazie ad un addetto della
sala ad evitare la sicura rissa che ne sarebbe seguita.
Dopo questo episodio che considerai veramente spiacevole
ma di cui non volli notiziari l’A.G. ne successe un altro nella
stessa sala danze e con lo stesso accompagnatore della mia ex il
quale, in questa nuova occasione, il 18.2.2006 mi minacciò
dicendomi che lui adesso era il compagno della mia ex e che se mi
avesse trovato vicino alla signora Boscarolo mi avrebbe fatto
fuori.
Questo secondo episodio non potei più tollerarlo e perciò
presentai denuncia-querela all’A.G.
Le allego il testo di questa querela presentata il 6.3.2006
presentata presso gli uffici della Procura per cui Lei leggendola
potrà meglio farsi un’idea di ciò che accadde.
Il procedimento per quanto mi consta è tuttora in fase di
indagine.
Dopo i fatti narrati nella querela incontrai casualmente la mia
ex in un altro locale della collina Tortolinese dove proprio non mi
sarei mai immaginato di trovarla.
213
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Era il 28.4.2006, io ero in compagnia di un’amica e dopo
pochi istanti dal momento in cui ero entrato nel locale mi
comparve innanzi la mia ex la quale si andò a sedere poco distante
a fianco di un uomo che non era chiaramente quello da me
querelato per minacce… e che si era dichiarato il suo compagno il
18.2.2006.
Il primo ha circa quarant’anni, ha i capelli lunghi e neri, il
secondo invece dimostra circa sessanta anni, forse anche di più,
con capelli corti e completamente bianchi.
La mia ex, dopo essersi seduta accanto a questo tizio a me
sconosciuto, più volte come già aveva fatto del resto con l’altro
accompagnatore cominciò a baciarlo più volte profondamente e
platealmente.
Io dopo un po’ decisi di andarmene e dovendole passare
accanto per uscire vidi con la mia accompagnatrice che ella ripeté
di proposito la scena del bacio.
Dopo questo episodio purtroppo ho rivisto più volte la
signora Boscarolo nei locali che io frequento e per evitare scene
sgradite e provocazioni volte ad alterchi ho preferito andarmene e
cambiare locale.
Ora dopo i fatti che Le racconterò appresso che rappresentano
veramente il colmo della mia pazienza, sento doveroso oltre che
denunciare l’accaduto, chiedere all’Ill.mo Procuratore della
Repubblica ad aiutarmi a far cessare questa situazione che mi sta
facendo perdere la salute.
FATTO
Venerdì 1.9.2006 alle ore 11,30 circa a bordo della mia
autovettura mi recavo nel Comune di Erichi e vi giungevo alle ore
12,30 circa.
Il venerdì, essendo un giorno per me non lavorativo mi recai
presso il Comune di Erichi per presentare al Giudice di Pace una
richiesta di archiviazione relativa ad un verbale a me elevato.
214
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Prima di portarmi presso gli uffici Comunali mi recai presso
il mercato settimanale dove feci degli acquisti.
Nell’atto di riporre i miei acquisti nel baule dell’auto
sopraggiunse nel parcheggio attiguo il plateatico la mia ex
compagna, la signora Boscarolo la quale, poco distante,
parcheggiò la sua autovettura.
Io salii sulla mia auto e stavo compiendo una manovra di
retromarcia per allontanarmi quando vidi la signora Boscarolo a
fianco alla portiera di guida che cercava di aprirla, io le impedii
questo gesto abbassando la sicura.
La signora Boscarolo era già alterata e mi chiese di farle
salutare il cane, il suo era il tono di chi dava un ordine.
Io le risposi di no e proseguii con molta prudenza la mia
manovra di retromarcia.
A questo punto la signora Boscarolo introdusse il suo braccio
dal finestrino che era un poco abbassato, non ebbi modo di capire
se voleva protendersi per toccare il cane o se avesse intenzione di
fare qualche altro gesto.
Io la invitai ad allontanarsi perché non avevo nessuna
intenzione di farle salutare il cane, a questo punto lei mi disse con
voce alterata: “Io ho ritirato la querela nei tuoi confronti, te la
faccio vedere io”, io le risposi che il suo ritirare tardivamente la
querela non era servito a nulla.
Ella, sempre più alterata allontanandosi e nel salire sulla
propria auto, rivolgendosi verso di me aggiunse ancora “Te la
farò pagare”.
Io mi allontanai e alle ore 13 circa, in tempo utile, riuscii
ancora a presentare il ricorso presso il Giudice di pace, motivo per
cui mi ero recato ad Erichi.
Alle 13,20 circa passai presso la caserma dei Vigili Urbani
dove lasciai il mio numero telefonico da dare ad una collega
perché questa mi richiamasse al suo rientro in servizio, dopo di
che m’incamminai verso Tortorinolo e vi giunsi alle ore 13,40
circa.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
La domenica seguente ovvero il giorno 3.9.2006 dopo aver
passato parte del pomeriggio nell’ordinare documenti riguardanti
lo stato di salute di mia madre decisi, terminata questa
incombenza, di recarmi ad Erichi per una visita a mia cugina che
lì risiede con il marito.
Lo scopo della mia visita era sapere da mia cugina la sua
impressione circa lo stato di salute di mia madre in quanto il
giovedì precedente si era recata a trovarla presso la struttura ove è
ricoverata.
Alle 17,40 c.a. giunsi in Erichi. Prima di recarmi presso
l’abitazione di mia cugina passai dall’abitazione di mia zia, suonai
il campanello ma non mi fu risposto. Mia zia è quasi
completamente sorda o non mi aveva sentito o non c’era, così me
ne andai.
Sapendo che c’era una festa al quartiere Vodapa che è sito
poco distante dall’abitazione di mia cugina, decisi di andarci.
Dieci minuti più tardi ero nel prato ove era stata allestita la
festa.
Purtroppo la manifestazione a quell’ora era già pressoché
finita, mi fermai lo stesso a vedere dei falchi che erano stati esibiti
alla manifestazione, ascoltai per qualche tempo le spiegazioni che
il falconiere dava al pubblico sugli animali poi decisi di
andarmene, presi atto che per cena vi era lo stand gastronomico e
mi riproposi semmai di tornare dopo la visita a mia cugina per
mangiare qualche spiedino.
Ritornai alla mia moto e a bordo della stessa imboccai la via
di fronte a me per poi svoltare a sinistra in direzione
dell’abitazione di mia cugina. Giunto quasi all’altezza della
rotonda vidi sulla sinistra della carreggiata, sul marciapiede, due
persone che quando furono a pochi metri da me identificai per la
mia ex e la sua amica Peppiniella.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
La prima cosa che pensai fu, ecco, adesso andranno dal
maresciallo Bevilacqua e diranno che io le ho seguite.
Signor Procuratore, mi perdoni ma non so se riesco a farle capire
quale fosse il mio stato d’animo quando ho realizzato che le due
persone che percorrevano quella via erano la signora Boscarolo e
la sua amica.
Ebbi come un soprassalto che cercai di combattere con
indifferenza, infatti, proseguii per la mia strada senza neanche
girare la testa e facendo finta di non averle neanche viste.
In ogni caso mi ripetevo nei pensieri che ora le due amiche
sarebbero andate dai Carabinieri a riferire chissà che cosa,
d’altronde non potevo non pensare alla mia ex compagna che il
venerdì precedente con le sue minacce era stata più che esplicita e
ravvisati gli episodi che le ho raccontato precedentemente non mi
rimaneva che dire una speranzosa preghiera.
Alle 18,40 giunsi presso l’abitazione di mia cugina, lei non
c’era, mi aprì il marito.
Restai lì con lui sino alle ore 19,10 circa poi me ne andai.
Non troppo allegro per l’incontro di poco prima, ritornai
comunque, come mi ero riproposto alla festa.
Lì vi incontrai il fioraio di Costa e ci salutammo, quell’incontro
mi mise ulteriormente di malumore così me ne andai con l’intento
di ritornare a Tortorinolo.
All’altezza dell’incrocio con il Traforo e la strada che porta a
Nipo Tortolinese vidi, un centinaio di metri più avanti, nella
colonna delle auto che proseguivano verso Tortorinolo, una Dorf
Akka che è l’auto che possiede la mia ex, per un momento pensai
fosse la sua, di nuovo sono stato assalito dall’angoscia che fosse
lei con la sua amica e che nuovamente lei potesse dire che la
seguivo. Avvicinandomi constatai poi che non era lei, l’auto era di
colore scuro ma non lo stesso colore. Mentalmente mi annotai la
targa RB332TW, erano le ore 20.
Alle ore 20,30, dopo avermi lasciato alle spalle la Dorf Akka,
ma non i timori di rappresaglia, giunsi sotto casa mia.
217
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Egregio signor Procuratore della Repubblica, i timori che Le
ho esternato nel racconto che precede si fanno ancora più tangibili
e Le spiego il perché.
Il giorno 29 settembre 2006 alle ore 10,30, così come avevo
in precedenza concordato, mi sono recato presso la Procura della
Repubblica dal Brigadiere a cui è stato dato l’incarico dal P.M. di
indagare circa il mio esposto già citato precedentemente a carico
di ignoti e Boscarolo Arianna.
Nella circostanza ho rilasciato le mie dichiarazioni e ho anche
depositato uno scritto con degli allegati. In questo documento che
Le allego in copia (All. 7) Lei potrà constatare che il sottoscritto
chiede all’A.G. di interrogare la signora Boscarolo e il suo
dichiarato ma non certo compagno, il signor Pipino; inoltre
superati gli scrupoli che avevo dettati dal grande affetto che ho
verso la signora Boscarolo, dichiarai formalmente che la stessa,
per quanto mi consta, avrebbe problemi di salute e psichici e che
oltre a ciò il desiderio di vendetta per aver accettato la restituzione
dei miei regali e la cessione del cane alla fine della nostra
relazione, come del resto fu lei a chiedermi, sono le componenti
che portarono la mia ex compagna a denunciarmi falsamente.
Ribadisco inoltre che nell’occasione ho richiesto
formalmente di sentire la signora Boscarolo e suo tramite
identificare e indi interrogare il signor Pipino.
Non sono in grado di riferire se tale formalità da me richiesta
sia stata accolta o meno.
Il giorno 3/10/2006 (martedì) così come mi era stato in
precedenza notificato (All. 8) mi recai nel Comune di Erichi per
una udienza avanti il Giudice di Pace che si teneva alle ore 13.
Verso le ore 11,15 sono partito dalla mia abitazione e sono
giunto ad Erichi poco prima di mezzogiorno. Avendo ancora
un’ora prima dell’udienza ho portato Nerina a fare una passeggiata
nei prati attigui al centro commerciale, lasciai la mia auto nel
parcheggio attiguo alla cartotecnica Erichese, lì dove per tanti anni
ho atteso mio padre che uscisse dal lavoro.
218
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Sono stato a passeggio nel prato per circa 15, 20 minuti, poi
sono tornato all’auto. Sarà la casualità, ma mentre salivo in auto si
avvicinò una pattuglia del 112, i due C.C. a bordo mi guardarono
per brevi istanti e poi si allontanarono. La mia ex compagna lavora
a 100 metri dal centro commerciale, ho subito pensato che mi
avesse visto e avesse chiamato la pattuglia con chissà quale
pretesa.
Pochi istanti dopo mi fermai in un parcheggio all’inizio della
via, per recarmi al vicino mercato. Di nuovo dopo essere sceso
dall’auto mi ritrovai la pattuglia del 112 che si avvicinava.
La Caserma dei C.C. è antistante il mercato, pensai che
potesse essere un caso che la pattuglia mi ripassasse vicino,
magari stava rientrando in Caserma. Feci un giro tra i primi banchi
del mercato poi preferii andarmene, pensai che la mia ex
compagna poteva aver escogitato qualche altra cosa per “farmela
pagare” così come mi aveva detto, poi mi vennero in mente anche
le parole degli psichiatri che consultai, ovvero di fare attenzione
che quella donna era “pericolosa” e allora rinunciai alle mia
libertà.
Contrariamente all’orario prefissato l’udienza del Giudice di
Pace si tenne alle ore 13,30, avevo fatto bene a prendermela con
calma anche se mi seccava di non aver fatto i miei soliti acquisti al
mercato.
Il giorno 6/10/2006 (venerdì) essendo la mia giornata libera
decisi, prima di andare a far visita a mia madre in Convitto, di
recarmi, così come faccio molto spesso, in un negozio sito poco
distante il Comune di Costa.
Sono partito alle 8 per poter arrivare all’apertura del negozio,
in quanto i capi scontatissimi, soprattutto le scarpe (12 euro)
vengono venduti nel giro di pochissimo tempo. All’incirca alle ore
8,30 ero al semaforo di ingresso della Città di Erichi fermo
nell’attesa del via libera un automobilista vicino mi fece notare
che la mia auto perdeva acqua. Subito credetti fosse l’acqua del
condizionatore ma poi si accese la spia rossa della gradazione
219
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
dell’acqua, così capii che la mia automobile aveva un guasto, ero
ormai arrivato all’altezza della rotonda che porta al rettilineo della
statale, girai a destra mi recai all’autolavaggio che è sito tra il
centro commerciale e la cartotecnica Erichese, luogo ove sapevo
di poter trovare dell’acqua nel caso fosse servita.
Constatai subito che da un manicotto del radiatore perdevo
acqua, strinsi come meglio potevo la fascetta da cui fuoriusciva
l’acqua e rabboccai sino al livello. Presi atto che la perdita dopo
aver stretto la fascetta era esigua e ripartii verso la meta stabilita
riproponendomi di far controllare l’auto da un meccanico, cosa
che feci l’indomani (All. 9). Proseguii la marcia nella via attigua al
lavaggio in direzione Riva di Erichi, ad un certo punto di questa
via è obbligatorio svoltare a sinistra e ritornare sulla statale poiché
il proseguimento della strada ha il divieto di transito e di fatto è
una via ciclabile. Mentre stavo svoltando vidi proprio dalla via
ciclabile, proveniente da Costa lontano da Erichi, una pattuglia dei
C.C..
Nuovamente non potei far altro che pensare che la signora
Boscarolo mi avesse visto e avesse chiamato i Carabinieri.
La mia posizione in quel momento rispetto a dove lavorava
la mia ex era all’incirca di 400/500 metri, pensai ancora che i
Carabinieri mi seguissero e mi fermassero, invece vidi che
proseguirono la loro marcia in direzione di Erichi.
Alle 9 in punto ero nel negozio dove acquistai delle scarpe
ed un vestito. (All. 10).
Per tutto il giorno, signor P.M., non potei non riflettere su
questa ulteriore apparizione dei Carabinieri, certo le mie potevano
essere solo suggestioni, ma poteva anche essere che la signora
Boscarolo stesse di proposito creando altre situazioni che le
permettessero di vendicarsi.
Il sabato successivo, 7/10/2006, come al solito andai a ballare
nel locale, che non mi stuferò mai di ripetere, ormai frequento da
più di vent’anni e che è sito a poche centinaia di metri da casa
mia.
220
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Dopo pochi minuti all’interno della sala da ballo mi resi
conto che la mia ex era lì e che presente in sala, anche se per conto
suo, c’era pure il Pipino, ovvero colui che già in passato mi
minacciò e che cercò di avere un alterco con me.
Dalla riapertura della sala, dopo la pausa estiva, i due non li
avevo mai più visti.
Ero preoccupato dalla loro presenza che reputavo non casuale
ed inoltre ciò, secondo me voleva indicare che la signora
Boscarolo stava presumibilmente tentando con la complicità del
Pipino di mettere in atto la sua vendetta proclamatomi
apertamente al mercato il primo settembre 2006 con la sua frase
“te la faccio vedere, te la faccio pagare”. Per un attimo pensai di
andarmene, poi vidi la mia amica Roberta con Vanna e Francesca
e andai a sedermi con loro.
Anche se ero in buona compagnia non riuscii mai a rilassarmi
completamente e a godermi la serata.
A questo punto, signor P.M., mi consenta, anche se mi ripeto,
forse saranno solo mie suggestioni dovute al fatto che sono stato
minacciato dal Pipino ( “ti faccio fuori”) o per il fatto che conosco
lo stato mentale della signora Boscarolo e che ciò mi porta una
grande tensione, ma in due distinte occasioni ho avuto la
sensazione che qualcuno di proposito toccandomi da dietro
all’altezza delle ascelle si fosse accertato se io fossi armato.
Dopo i due eventi che volevo ancora credere casuali e che mi
hanno portato a pensare di essere al centro di “strane attenzioni”
non potei fare a meno di notare che la signora Boscarolo e il
Pipino che fino ad allora si erano ignorati, all’improvviso
iniziarono a danzare assieme, dopo di che si andarono a sedere al
tavolo dove per sette anni il sottoscritto si è seduto con la signora
Boscarolo.
Io ballavo con la mia amica Roberta e ogni volta che passavo
davanti a loro i due, come se vedessero un film comico, ridevano,
si guardavano, mi guardavano e ridevano.
221
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Può darsi, ripeto, che siano mie suggestioni ma francamente
penso che qualcuno abbia veramente controllato se ero armato e
che accertatosi che non lo fossi, abbia comunicato l’esito
dell’ispezione fattami ai due, la mia ex e il Pipino, e che gli stessi
avessero precedentemente concordato di provocarmi con la
conseguenza di farmi reagire e “qualcuno” sarebbe poi
intervenuto.
Alla fine della serata, mentre io ero ancora in compagnia
delle mie amiche e l’orchestra suonava l’ultima canzone,
comparve un Carabiniere in divisa che, fermo davanti al bar a
pochi metri da me e dalle mie amiche, interloquiva con il
proprietario della sala. Ancora una volta ebbi la sensazione che
non vi fosse casualità.
Terminai la serata accompagnando presso la loro abitazione
la mia amica Roberta e le sue due compagne. Mi fermai sotto casa
di Roberta per una mezz’ora e un po’ per sfogo le raccontai ciò
che credevo fosse accaduto durante la serata.
Finita la mia esposizione dei fatti, con mio stupore, Roberta
mi confermava che il Pipino non era il compagno della signora
Boscarolo poiché lo stesso, nel mese di agosto, durante una serata
trascorsa in un locale pubblico, le aveva chiesto se voleva
intrattenersi con lui oltre la serata e le aveva confidato che si era
innamorato di una ragazza rumena che l’aveva lasciato e che ora
era solo.
Mi parve ancor più chiaro, alla luce di queste dichiarazioni,
che ciò che accadde precedentemente con il Pipino e la signora
Boscarolo fu premeditato.
Sabato 11/11/06 la signora era nuovamente presso la sala
danze La Mazurca, io vidi presenti in sala due mie care amiche, mi
sedetti al loro tavolo evitando di allontanarmi troppo da loro
quando mi alzavo, quasi esse fossero la mia protezione ad
eventuali gesti che avrebbero potuto essere posti in essere dalla
mia ex.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Quando uscii dalla sala da ballo lo feci in compagnia delle
mie due amiche, mentre la signora Boscarolo si intratteneva
ancora nella stessa.
Il sabato successivo 18/11/06 come sempre e ribadisco da
ventitré anni, andai ancora una volta a ballare alla Mazurca.
Giunsi verso le ore 23e15, feci come al solito il giro di saluti nella
sala, poi mi portai al bar dove ordinai una consumazione e li
rimasi a sorseggiare la mia bibita.
La gente presente sulla pista si stava sedendo ai propri tavoli
in quanto l’orchestra aveva cessato di suonare per il consueto “
Riposino”.
A questo punto vidi la signora Boscarolo che anch’ella
proveniente dalla pista da ballo si sedeva ad un tavolo davanti al
bar ed era in compagnia della sorella Samira e del compagno della
stessa.
Pensai alla querela presentata dalla signora Boscarolo ai miei
danni in cui disse falsamente: “Ho smesso di frequentare quei
posti…..” ( Pagina 3 rigo n° 9 della denuncia querela della sig.ra
Boscarolo del 6 maggio 2005 ), pensai che solo con un
avvenimento soprannaturale poco probabile, potessero comparire
o il maresciallo Bevilacqua o il PM dott.ssa Copatu per rendersi
conto di persona di quanto sia falsa la mia ex compagna.
Come ho detto rimasi davanti al bar a bere la mia bibita,
dietro di me c’erano tre persone che chiacchieravano,
all’improvviso mi sentii urtare sulla spalla destra, mi girai per
vedere chi era e a tutto avrei potuto pensare ma non che fosse la
signora Boscarolo, che improvvisamente alzatasi dal tavolo era
venuta intenzionalmente a sbattermi contro, poi proseguendo per
mascherare, per quanto mi consta, il suo misterioso intento andava
a salutare le persone che erano ferme dietro di me.
Posai immediatamente il bicchiere sul banco, andai al
guardaroba, ritirai il mio soprabito e me ne andai.
223
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Credo sia inutile io le faccia la cronaca di ciò che era il mio
stato d’animo.
Affermando che le circostanze mi possono aver indotto a
credere di essere “sotto osservazione” e ribadendo che potrebbero
senza dubbio essere mie suggestioni, chiedo in ogni caso alla S.V.
di esperire le indagini che Lei ritiene opportune per verificare se vi
siano stati interventi da parte delle forze dell’ordine o di
quant’altri nella narrativa che precede.
Egregio signor Procuratore, dopo questi fatti che Le ho
raccontato, la mia vita non è stata più scandita dall’orario del
lavoro o della mia vita privata ma dagli orari per andare dagli
avvocati o per scrivere le memorie difensive di questa storia che
osservata dal mio punto di vista sta diventando un tormento
continuo.
Mi sono comportato da gentiluomo e da uomo innamorato,
ho dimenticato la mia dignità perché mettevo davanti a questa i
problemi di salute e psichici della mia compagna.
Non posso più andare nei posti che frequento sin dalla mia
infanzia o da più di trent’anni e non posso più andare nei locali
pubblici che frequento da oltre vent’anni senza che mi assalga la
paura che lei mi veda e vada a riferire che io l’ho seguita o
molestata.
A natale del 2005 incontrandola le ho fatto salutare il suo
cane, lei mi ha detto che non desiderava più rivederlo, io mi sono
attenuto alla sua richiesta, malgrado ciò ora addirittura lei si
avvicina a me cercando di aprire con la forza la portiera della mia
auto e non riuscendovi infila il braccio dentro l’abitacolo, mi
minaccia “te la faccio vedere io, te la faccio pagare!”.
Ho consultato tempo addietro due psichiatri a cui ho
raccontato i comportamenti della mia ex, ambedue mi dissero con
mio grande stupore che quella donna è pericolosa.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Io chiesi spiegazioni di questa loro affermazione e questi mi
dissero, riferendosi ad un mio racconto dove io le davo un bacio
sulla fronte… che lei è capacissima di dire che invece io ho
cercato di baciarla sulla bocca o addirittura di violentarla.
Non è che io non voglia farle salutare il cane, è che in
assenza di testimoni ho paura lei vada a denunciare dei fatti che
non sono successi.
Questa donna con le sue fandonie ben architettate,
spalleggiate dalla sua amica e dalla figlia che non conosce la
verità, è già riuscita a produrre esiti nefasti tanto e vero che il
sottoscritto si trova a doversi difendere presso il Tribunale
Ordinario in un processo per molestie in quanto mi sono rifiutato
di pagare un’ammenda perché ciò era, per quanto mi consta, un
mero atto di autolesionismo e masochismo.
Io prego l’A.G. di aiutarmi ad uscire da questa sgradevole
situazione, ho una madre invalida al 100%, gli unici miei parenti,
affermo ancora una volta, abitano nel Comune di Erichi, non sono
più libero di andare da loro senza che lei riferisca ricorrenti
menzogne al maresciallo dei C.C. comandante la Stazione di
Costa, il quale, per quanto mi consta, continua a credere
ciecamente alla signora Boscarolo pur essendo stato edotto
personalmente da me dello stato di salute mentale della mia ex che
con il suo comportamento ricerca la vendetta per il fatto che io le
abbia portato via, seppure su sua esplicita richiesta, il cane e i
regali che le avevo dato in dono in sette anni di relazione.
Ora sono veramente stufo di comportarmi da gentiluomo, è
dal giugno del 2004 che ricevo minacce e molestie dalla signora
Boscarolo, in concorso, per quanto mi consta, con quello che si
dichiarò essere il suo compagno ma che invece ora sono certo non
lo è, sono costretto a presentare questa seconda querela contro la
signora Boscarolo che non solo potrebbe essere l’istigatrice delle
minacce proferitemi dal Pipino, ma lei stessa, calando la maschera
indossata della donna impaurita e molestata, ora apertamente mi
minaccia di persona.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Le recenti minacce (te la faccio vedere – te la farò pagare )
potrebbero sembrare lievi e di poco conto se trattate a se stanti,
ma queste due intimidazioni, per quanto mi consta sono il
preambolo a chissà quali altre ritorsioni che sono già state o
saranno sicuramente poste in essere dalla signora Boscarolo.
Ella potrebbe presentare altra querela inventando chissà
quali altri teoremi, d’altronde il suo ritirare tardivamente la
querela nei miei confronti, è soltanto l’ennesimo gesto
d’astuzia, messo in atto per far credere, come lei spesso dice, che
lei mi vuole bene e che non vuole che mi si faccia male.
Agli occhi di tutti io devo apparire il lupo mentre lei vorrebbe
essere considerata l’agnello.
Oltre all’ipotesi di un’ulteriore falsa denuncia nei miei
confronti, esiste sempre la possibilità più grave che ella istighi
qualcuno, come ha già fatto, perché io venga assalito e
malmenato e magari indagato anche per rissa.
Ribadisco esimio P.M. che il sottoscritto non vorrebbe
presentare né questa né altre querele, ritengo però non vi sia
nessun’altra lecita possibilità da me percorribile per difendermi se
non rivolgermi alla A.G.
Chiedo a codesta Procura di sottoporre a provvedimento
restrittivo la signora Boscarolo, impedendole di avvicinarsi al
sottoscritto soprattutto nei due luoghi da me frequentati, la sala
danze La Mazurca, luogo in cui ella potrebbe, come ha già fatto,
cercare di provocarmi affinché io reagisca o utilizzare altre
persone, come ha già fatto, nell’intento di farmi malmenare o
chissà anche peggio. D’altronde la minaccia proferitami: ” Te la
faccio vedere – te la faccio pagare” e gli altri episodi narrati non
possono che far intuire che la signora Boscarolo voglia cercare di
far succedere altri episodi come quelli citati.
Chiedo le venga comunque vietato di avvicinarsi alla mia
persona e alla mia abitazione.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Chiedo in ultimo che codesta Procura valuti la possibilità che
la stessa sia sottoposta a perizia medico legale al fine di stabilire lo
stato psichico e l’attendibilità.
Doverosamente informo la S.V. che il sottoscritto ha ritenuto
opportuno presentare denuncia-querela nei confronti del
Comandate dei C.C. il maresciallo Bevilacqua, in quanto lo stesso,
per quanto mi consta, avrebbe tenuto dei comportamenti che
sfociano in reati perseguibili penalmente.
Alla luce delle considerazioni sopra esposte pertanto chiedo
all’Ill.mo signor P.M. voglia valutare se nei fatti sopra esposti
siano ravvisabili estremi di reato, in particolare sotto il profilo
della violazione dell’art. 81, 612 e 660 C.P. oppure di altre
previsioni incriminatici che la S.V. abbia a ravvisare nella
narrativa che precede .
Insto affinché si proceda nei confronti dell’autore del reato e
di quanti abbiano eventualmente con lo stesso concorso nella
commissione dei fatti e chiedo espressamente la punizione dei
colpevoli, nei cui confronti il sottoscritto Antonio Animaviva,
come infra generalizzato, intende sporgere e con il presente atto
sporge formale denuncia querela.
Ai sensi dell’art. 408 II comma c.p.p. chiedo di essere
informato nell’eventualità di richiesta di archiviazione del
presente procedimento opponendomi altresì alla sua definizione a
mezzo decreto penale.
Con riserva di costituzione di parte civile nomino difensore di
persona offesa l’avvocato Teo Dal Ponte, eleggo domicilio per le
comunicazioni/notificazioni relative al presente procedimento
presso la mia residenza in via Quartiere Po 92/z Tortorinolo.
Chiedo di essere sentito quale persona offesa.
Allego la documentazione di cui alla narrativa che precede il
fascicolo completo relativo al procedimento rubricato al numero
227
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
10332/05 R.G.N.R. P.M. Dott.ssa Copatu e numero 4499/06
R. G.I.P.
Allego copia della mia denuncia-querela a carico della
signora Boscarolo Arianna e del signor Pipino presentata presso la
Procura della Repubblica il 6 marzo 2006.
Allego altresì copia della denuncia-querela a carico del
Maresciallo dei C.C. Bevilacqua, presentata presso il Tribunale
Militare e presso il Tribunale Ordinario di Tortorinolo il
16/10/2006.
Chiedo, ove possibile in relazione alle rispettive fasi
processuali la riunione del presente procedimento con quello
rubricato al numero 10332/05 R.G.N.R. P.M. dott.ssa Copatu e
numero 4499/06 R. G.I.P. più quello numero 28175/06 ignoti
P.M., più quello relativo alla denuncia-querela contro il
maresciallo Bevilacqua, Comandante della stazione dei C.C. di
Costa lontano da Erichi da me presentato il giorno 16/10/2006
presso il Tribunale Ordinario e il Tribunale Militare di
Tortorinolo.
Sottolineando come la predetta riunione possa
obiettivamente giovare alla complessiva valutazione dei fatti di cui
a entrambi i procedimenti in oggetto ed all’individuazione delle
eventuali rispettive responsabilità degli indagati.
Antonio Animaviva.
228
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
NON ERA L’ULTIMO CAPITOLO !!!!
Forse lo sarà questo ????
Quando presentai la mia memoria difensiva dopo aver fatto atto
di opposizione alla pena pecuniaria che mi era stata inflitta tirai un
sospiro di sollievo. Ricostruire tutto l’accaduto mi è costato mesi
di lavoro, ogni ritaglio di tempo l’avevo dedicato allo scrivere la
vera storia della mia relazione.
Come tutti sanno il Tribunale di Tortorinolo, come tanti altri
Tribunali del nostro Paese è oberato di lavoro e le cause che
“pendono” presso questi uffici sono tante, centinaia, centinaia di
migliaia.
Spesso mi sono chiesto se fosse arrivato il giorno in cui si sarebbe
“celebrato” il mio processo ed il più delle volte mi sono risposto
che non ci sarebbe stato nessun processo, ciò perché il reato
ascrittomi era temporalmente inserito tra i reati indultati e che tra
migliaia di processi molto più importati del mio che non venivano
neppure iniziati, certamente non potevo pensare che il Tribunale di
Tortorinolo per farmi un piacere mi facesse “magicamente”
passare in “testa” alla “coda”.
Stavo lì in attesa come essere nell’antinferno dove Dante nella
Divina Commedia pone i non desiderosi d’onore e i pusillamini.
Ma a chi potevo rivolgermi per dire che io il processo lo volevo?
Che non volevo che nessun dubbio rimanesse sul mio
comportamento e che soprattutto non avrei mai accettato che la
229
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
prescrizione chiudesse la vicenda. Non c’era nessuna alternativa,
dovevo aspettare e avere fiducia.
Gli avvocati mi dicevano che avrei avuto poche probabilità che il
processo si “facesse” e uno dei due, l’avvocato Neleo, non voleva
neppure che io presentassi al Tribunale la memoria difensiva
scritta intermente di mio pugno.
Dopo tanti mesi di lavoro in ore da festa di capodanno mi
sentivo come essermi scrollato di dosso un esercito di “pulci”.
Non riuscirò mai a farvi comprendere (o forse sì) quanto mi ha
condizionato la vita l’essere accusato di qualcosa che non ho
commesso. Però finita la via crucis del cercare le prove che
facessero corredo alla mia memoria e ultimata la scrittura ho
ripreso parzialmente a pensare alla mia vita.
Durante il lavorare alla memoria difensiva ero come
paralizzato sia nel corpo che nella mente, ogni movimento, ogni
pensiero erano possibili solo se erano finalizzati a quel “lavoro”
tutto il resto era non possibile, persino mangiare e dormire erano
un lusso che non potevo permettermi.
Un bel dì, mentre andavo a comperare le inevitabili sigarette, mi
squillò il telefono e così seppi che il processo era stato fissato.
Voi non saprete mai, cosa ho provato dentro di me, quando in
quell’istante, ho preso atto che ciò che desideravo, più di ogni
cosa al mondo, mi era stata concessa.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
LA PRIMA UDIENZA
In un giorno come tanti altri, (si fa per dire), entrai in Tribunale
per presentarmi all’udienza preliminare, era il 14/03/2008.
Mi addentrai nell’aula, c’era un sacco di gente rumoreggiante, il
mio non era certo il solo processo che si celebrava quel giorno.
I miei avvocati si sedettero in prima fila, io dietro all’avvocato Dal
Ponte.
Il Giudice iniziò l’udienza interloquendo con l’avvocato Neleo.
Ad un certo punto il Giudice chiese informazioni, sempre
all’avvocato Neleo, circa un tabulato telefonico che io avevo
allegato alla mia memoria.
L’avvocato non sapeva rispondere, lunghi secondi passavano
nell’attesa della risposta che non arrivava, allora io mi spazientii e
dissi che il tabulato l’avevo fornito io e che l’utenza non era a me
intestata.
Il Giudice mi disse di tacere.
Io mi scusai dicendo al Giudice che non sapevo che non avevo
facoltà di parola.
Dopo aver parlato con l’avvocato Neleo il Giudice chiese
all’avvocato Dal Ponte se aveva qualche cosa da dire e fu in qual
momento che l’avvocato disse al Giudice che intendeva presentare
una memoria da me redatta.
Fu così che il mio lavoro diurno e notturno di tanti mesi finì dove
doveva, dove e per cosa era stato creato.
Il Giudice esaminò quindi la lista dei testi, (25 persone), poi come
mi aspettavo disse che erano troppi e che avrebbe ridotto il
numero di ammessi.
Dopo qualche istante di silenzio, il Giudice disse, che la lista
sarebbe stata ridotta a soli due testi!!!!
Immaginate il mio stato d’animo ????
231
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Avevo una gran voglia di replicare, ma il mio cervello, che avevo
già messo in moto di prima mattina mi consigliò di tacere, tanto
opporsi era inutile.
La seconda esternazione del Giudice fu che i testi dalla lista li
avrebbe scelti Lei.
Io credo che il mio buon senso sia andato a cercare in qualche
recondita parte della mia materia grigia, la cassaforte nascosta,
contenente la mia riserva segreta di saggezza e forza d’animo, da
impiegare in caso di guerra atomica e in questo caso utilizzabile
per superare l’ennesima miserabile, vergognosa imposizione.
Ero furente e avvilito. Il Giudice stava con lo sguardo sulla
lista….., chissà come e con che criterio stava scegliendo i due
nomi. Ad un certo punto, per distogliere i miei cupi pensieri,
immaginai che di lì a poco il Magistrato chiedesse un cappello per
metterci dentro venticinque biglietti con i nomi dei 25 testimoni e
poi che dal fondo dell’aula apparisse Arianna, che invitata dal
Giudice si avvicinasse al banco ed estraesse dal copricapo i due
fortunati partecipanti alla commedia del ridicolo.
Io non so se lassù nel firmamento c’è Qualcuno, ma se Qualcuno
c’è deve volermi veramente un gran bene.
Il Giudice, rompendo il silenzio, declamò i due nomi.
Nella mia personale classifica i prescelti erano per importanza, il
numero 1 e il numero 2 della lista.
Sentii un brivido lungo la schiena, lo sento ancora ora mentre vi
sto raccontando quell’ istante.
Il signor Magistrato, senza volerlo, mi aveva servito due carte che
senza l’aiuto di nessuno si sarebbero ben giocate da sole, e che
presumibilmente mi avrebbero fatto prevalere nella “partita” che
sembrava essere iniziata a mio sfavore.
Il mio umore nero, risucchiato da un vortice di colori, si assestò su
un paradisiaco azzurro intenso con sprazzi di sole caldo.
Tirai un appariscente sospiro di sollievo e il mio cervello
automaticamente richiuse lo sportello delle mie risorse di
emergenza.
232
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
L’udienza finì in pochi minuti, d’altronde era una udienza
preliminare.
Fuori dell’aula l’avvocato Neleo mi aggredì subito verbalmente
dicendomi che lei non voleva che io presentassi la memoria
difensiva. Io cercai in me stesso tutto l’auto controllo che
disponevo, l’avrei mandata volentieri a vendere… ma non lo feci.
Io sono sicuro che se la memoria difensiva l’avessi presentata già
al P.M. nella fase iniziale non ci sarebbe stato un proseguo della
vicenda e che il P.M. avrebbe richiesto l’archiviazione, ma
l’avvocato Neleo non mi permise di presentare la mia difesa.
Adesso grazie alla sua errata linea difensiva, ero giunto, mio
malgrado, in un’aula di Tribunale e ora anche lì questo tracotante
avvocato cercava di impedirmi la rappresentazione scritta di ciò
che a mio parere mi avrebbe scagionato da ogni accusa.
In definitiva l’avvocato Neleo nel lasciarmi mi disse di passare nel
suo ufficio con il libretto degli assegni e che lei non mi avrebbe
più difeso.
In verità vi dico che ho tirato un sospiro di sollievo, era già da un
po’ che volevo dismetterle il mandato ma non riuscivo perché mi
dispiaceva e non volevo né offenderla né darle spiegazioni.
Poco dopo ero fuori del Tribunale.
La data della prima vera udienza era fissata per il 17/6/2008.
Mi sono dimenticato: Arianna in aula non c’era.
233
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
LA SECONDA UDIENZA
Il 17 di giugno 2008 mi alzai di buon’ora.
L’udienza era convocata per le ore 9.
Quella mattina se il tempo lo permetteva ed il Giudice lo
disponeva, avrebbe dovuto testimoniare Arianna, un paio di testi
(quelli scelti dal Giudice) ed infine sarei stato interrogato io.
Alle 8 e 30 ero nello studio dell’avvocato Dal Ponte e assieme al
suo collaboratore, De Concetti, ci recammo in Tribunale.
Nell’udienza preliminare il Giudice aveva assunto la mia memoria
difensiva ma non aveva ritirato gli allegati e in questi allegati c’era
anche un corposo album fotografico in cui Arianna ed io eravamo
ritratti in numerose occasioni, quindi quella mattina mi trascinavo
dietro per l’ennesima volta una borsa carica di documenti e
l’album delle fotografie.
Quando entrai nella sezione del Tribunale dove si sarebbe tenuta
l’udienza nell’anticamera vidi sedute sulla sinistra Arianna e
Peppiniella, le salutai con un distaccato buongiorno, loro mi
salutarono con un ciao.
Avrei voluto dire qualcosa a proposito di quel confidenziale e
fuori luogo saluto ma mi dissi che non era il momento né il luogo,
così posai la borsa e tornai fuori a prendere una boccata d’aria e a
fumare una Camel lunga, la fumai sino al filtro, così cominciò
anch’esso nel bruciacchiare ad emettere un odore ripugnante,
quasi come quello che avevo sentito nell’avvicinarmi ad Arianna e
alla sua amica Peppiniella. .
Dopo un’ora circa venimmo chiamati nell’aula.
Dopo pochi minuti fu chiamata Arianna.
Il P.M. ed il Giudice fecero a turno delle domante ad Arianna, che
sin dalla prima risposta disse menzogne con la sua abituale
flemma di ballista incallita.
234
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Man mano che il Giudice la interrogava presi atto che si era letto
tutta la mia memoria difensiva e che le domande erano fatte allo
scopo di convincersi se io avevo presentato una memoria veritiera,
anche perché la denuncia di Arianna era l’esatto contrario di ciò
che affermavo io.
Il P.M. invece faceva domante ad Arianna ispirandosi totalmente
alla querela da lei scritta.
Un paio di volte, mentre sentii una spudorata menzogna uscire
dalla bocca di Arianna, mi mossi dalla panca dove ero seduto in
maniera repentina, ero tentato di uscire per non sentire le dolorose
bugie che la donna che amavo diceva contro di me.
Mi feci forza e restai. Preparai quattro domande da fare ad
Arianna e le passai all’avvocato De Concetti.
Assieme alle domande gli diedi anche una foto dove si vedeva la
mia ex sotto la tour Feilfè a Garipi.
Sulla tour nel 1998 era stato applicato un timer che scandiva il
conto alla rovescia dei giorni che mancavano al 2000.
Nella foto il timer indicava che mancavano 756 giorni e quindi la
foto era tata scattata esattamente il giorno cinque del mese di
dicembre dell’anno millenovecentonovantotto.
Perché avevo dato quella foto all’avvocato tra tante altre?
Arianna, tra le bugie che ormai ripeteva come un automa, disse al
Giudice che io e lei eravamo andati in vacanza nel 1996 e che
dopo la nostra relazione si era interrotta a causa della nostra
diversità caratteriale.
Quella foto, sotto la tour Feilfè da cui si poteva facilmente
evincere la data in cui era stata scattata, mi sembrò una delle prove
più schiaccianti che la mia ex mentiva, così la misi in gioco per
prima.
Ora, siccome il mio libro è un mix di cronaca e di atti processuali,
non vi dirò il proseguo raccontandovelo ma facendovi leggere la
trascrizione dell’udienza in cui dopo la mia ex vennero sentiti i
testimoni scelti dal Giudice ovvero la signora Rozzala Giovanna
e la signora Moutagiù Banhana.
235
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Quello che ancora devo dirvi prima di farvi leggere l’udienza nella
sua originalità e che dopo Arianna e i testi avrei dovuto essere
sentito anch’io nella stessa mattinata. Il P.M. però, dopo essersi
reso conto che c’erano troppe contraddizioni tra quello che diceva
Arianna e quello che avevano riferito i testi, chiese al Giudice di
rinviare la mia escussione per aver tempo di leggere la mia
memoria difensiva.
Sì, carissimi lettori, ve lo ripeto, il P.M. chiese di aver tempo…
di leggere la mia memoria, quindi voleva dire che questi era
venuta in aula senza neppure leggersi una sola parola di
quanto io avevo scritto.
Un’altra cosa cari lettori, il P.M. (pubblico ministero) quello che
aveva interrogato Arianna, non era il P.M. titolare la dott.ssa
Copatu ma una certa dott.ssa Dugarretti dell’ufficio V.P.O. del
Tribunale di Tortorinolo.
L’udienza, dopo la richiesta del P.M. Dugarretti stava
repentinamente concludendosi quando io chiesi all’avvocato De
Concetti di domandare al Giudice di assumere tutti gli allegati
della mia memoria difensiva compreso il “corposo” album di
fotografie scattate con la mia ex durante la nostra relazione.
Il Giudice acconsentì e prese dalle mani dell’avvocato allegati e
album.
Anche se eravamo già stati tutti congedati, io restai attento su ciò
che faceva il Magistrato e così vidi che la stessa prese a sfogliare
l’album poi pochi istanti dopo sollevò lo sguardo e andò a cercare
quello del P.M..
Secondo me il messaggio che il Giudice voleva trasmettere al
P.M. con quello sguardo un po’ sbalordito da ciò che aveva visto
era più che chiaro.
Uscii dall’aula dicendo tra me e me che ero stato comunque
fortunato ad avere quel Giudice, che sicuramente avrebbe anche
valutato con attenzione, ogni allegato da me depositato.
236
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Come vi ho già detto ebbi fuori dell’aula un breve ma disdicevole
colloquio con l’avvocato Neleo poi me ne andai in silenzio dal
Tribunale con l’avvocato De Concetti e l’avvocato Dal Ponte.
Fu l’avvocato Dal Ponte che ruppe il silenzio mentre
sull’auto tornavamo in studio e disse: “Questo Giudice ha letto
tutto ed era preparatissima. Io ero convinto che non avrebbe letto
tutta la sua lunga relazione. La signora Rozzala ha testimoniato in
maniera ineccepibile e senz’altro ha convinto il Giudice”.
Quelle parole mi facevano certo piacere, alla resa dei conti
mancava soltanto l’ultimo round, io però stavo pensando ad
Arianna, alla sua faccia da ammalata e allora pensai che erano
passati quattro anni dall’ultimo giorno che eravamo stati assieme,
che era così lampante che non ero certo io che la feci “ammalare”
e che quattro anni lontano dal suo dichiarato “carnefice” non
l’avevano certo fatta guarire.
Dentro di me, dopo questo pensiero, urlai senza emettere un
suono: vigliacca bugiarda.
Ora, qui di seguito vi inserisco il testo della trascrizione
dell’udienza, vi prego di leggerlo attentamente e se vi riesce,
trarne delle conclusioni.
Queste così le confronterete con ciò che ho poi scritto a seguito
delle dichiarazioni di Arianna e dei testi.
237
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
TESTO TRASCRIZIONE UDIENZA
TRIBUNALE DI TORTORINOLO
Ia SEZIONE MONOCRATICA
Dott.ssa Aristocratico
Giudice
VERBALE DI UDIENZA REDATTO DA FONOREGISTRAZIONE
PAGINE VERBALE: n. 42
PROCEDIMENTO PENALE N. 6161/07 R.G.
A CARICO DI ANIMAVIVA ANTONIO
UDIENZA DEL 17/06/2008
Esito: Rinvio al 20 Novembre/2008
INDICE ANALITICO PROGRESSIVO
DEPOSIZIONE DEL TESTE – BOSCAROLO ARIANNA –...................... 3
PUBBLICO MINISTERO............................................... 3
DIFESA – Avv. De CONCETTI–...................................... 22
DEPOSIZIONE DEL TESTE – ROZZALA GIOVANNA –...................... 33
DIFESA – AVV. DE CONCETTI –..................................... 33
ESCUSSIONE DEL TESTE MOUNTAGIU BHANANE.......................... 40
DIFESA – Avv. De CONCETTI –..................................... 41
TRIBUNALE DI TORTORINOLO – Ia SEZIONE MONOCRATICA
Procedimento penale n.616161616161/07 Udienza del 17/06/2008
238
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Dott.ssa Aristocratico
Dott.ssa Dugarretti
Vanni Terbucci
Albert Runisso
Giudice
Pubblico Ministero
Ass. d’Udienza
Ausiliario tecnico
PROCEDIMENTO A CARICO DI – ANIMAVIVA ANTONIO –
DEPOSIZIONE DEL TESTE – BOSCAROLO ARIANNA –
Generalità: Boscarolo Arianna, nata a Erichi il
residente a Costa lontano da Erichi, Via San Meo 72 .
10/05/55,
PUBBLICO MINISTERO
DOMANDA
–
Signora, buongiorno. Vuole riferire al Giudice i
motivi che la indussero a sporgere querela nei confronti
del signor Animaviva? Lei quando lo conobbe il signore
Animaviva?
RISPOSTA – Penso nel 1996 circa.
DOMANDA
–
Sul lavoro?
RISPOSTA –
No, in una sala da ballo.
DOMANDA
Dove?
–
RISPOSTA –
A
ballare
alla
Mazurca,
una
sala
che
si
chiama
Mazurca qui a Tortorinolo
DOMANDA
–
RISPOSTA –
C’è stata una relazione sentimentale tra di voi?
Quando ci siamo conosciuti si, all’inizio abbiamo
cominciato a frequentarci per conoscerci, certo.
DOMANDA
–
RISPOSTA –
Da quanto tempo vi siete frequentati?
Allora,
io
i
primi
problemi
li
ho
avuti
dopo
qualche mese di frequentazione, gli avevo detto appunto
che…
239
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
DOMANDA
–
Allora, voi avete iniziato a frequentarvi nel 1996.
RISPOSTA –
Sì, penso fosse aprile – maggio, giù di lì.
DOMANDA
In primavera?
–
RISPOSTA –
Si.
DOMANDA
Da
–
quanti
mesi,
insomma,
da
quanto
tempo
siete
ecco,
fino
prima
vacanza
quando
siamo
tornati
usciti assieme?
RISPOSTA
– Diciamo,
d’agosto
che
la
conoscenza,
abbiamo
fatto
insieme,
avevo capito che…
DOMANDA
–
Sempre il 1996?
RISPOSTA –
Sì, sì.
DOMANDA
Quindi fino ad agosto 1996?
–
RISPOSTA –
Più o meno sì. Dopodiché ho cominciato a trovare
delle cose che non andavano nel nostro rapporto, che non
funzionava,
forse
per
problemi
miei,
mi
ero
appena
separata e quindi gli avevo detto che probabilmente le
cose
non
perdere.
andavano
Però
problemi,
lui
vedrai
bene,
che
forse
dice:
“Ma
no,
che…
devi
solo
era
forse
meglio
tu
ti
superare
lasciar
fai
questa
dei
fase
qui, io ti voglio bene, non smettiamo di vederci”…, e
ha
insistito
per
continuare
a
vederci
e
così
abbiamo
continuato dietro sua insistenza anche perché se
gli dicevo no veniva sotto casa ad aspettarmi, quindi.
DOMANDA
–
E dietro sua insistenza per quanto tempo questo
rapporto è andato avanti?
RISPOSTA – Eh,
comunque
parecchio,
ho
anche
per
anni
delle
perché
lettere
che
poi
lo
comunque
provano,
io
per
dire, non è che me lo sono inventato; già nel 1998 avevo
detto di brutto: “lasciami stare perché non funziona, è
inutile insistere, non sto bene con te”, però lui non si
rassegnava, continuava a dire che, lui mi voleva bene,
che…,
io
problemi
poi
di
comunque
salute
e
ho
questa
cominciato
cosa
mi
ad
avere
dei
dava
anche
più
ansia, più stress, più…. E lui continuava a dire che…
DOMANDA
- Cioè lui non si rassegnava al fatto…
240
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
RISPOSTA -
Non si rassegnava all’idea, no.
DOMANDA
… Che lei non volesse più vederlo?
-
RISPOSTA -
No.
DOMANDA
E quindi i comportamenti che teneva di che tipo
-
erano?
RISPOSTA uscire
Ah beh, se io anche facevo qualcosa al di fuori di
con
lui,
mi
seguiva
perché
veniva
dietro
dove
andavo, cosa facevo…
DOMANDA
-
Era diventato ossessivo?
RISPOSTA -
Si.
DOMANDA
Spieghi
-
bene
in
che
modo,
voleva
sapere
i
suoi
spostamenti, i suoi movimenti, sapeva dove lavorava, la
controllava?
RISPOSTA -
Sì,
sì,
lui
veniva
anche
al
posto
di
lavoro,
telefonava o mi aspettava fuori dall’ufficio.
DOMANDA
-
Ecco, ma questo avveniva tutti i giorni, due volte
la settimana?
RISPOSTA -
Durante la settimana, se poi uscivo il sabato e la
domenica e non uscivo con lui, veniva a cercarmi.
DOMANDA
-
RISPOSTA -
Dove veniva a cercarla a casa?
O a casa, o anche sotto casa di mia sorella o sotto
casa della mia amica, o se era in settimana in ufficio,
dove poteva… pensava di trovarmi.
DOMANDA
-
Lei nel 1996 abitava a Costa di Erichi?
RISPOSTA -
No, abitavo a Erichi ancora.
DOMANDA
Abitava a Erichi?
-
RISPOSTA -
sì!
DOMANDA
E dove lavorava?
-
RISPOSTA -
Alla Geranio, Geranio S.r.l.
DOMANDA
Ma dove?
-
RISPOSTA -
A Erichi.
DOMANDA
Sua sorella abita anche sempre a Erichi?
-
RISPOSTA -
Si.
DOMANDA
Quindi
-
voglio
dire,
questi
controlli
avvenivano
comunque in Erichi o li vicino, dove lei frequentava i
241
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
suoi posti abituali?
RISPOSTA -
Va
beh,
io
in
settimana
non
uscivo,
quindi
o
lavoravo o ero a casa, o…
DOMANDA
-
Ho capito. Senta, lei ha fatto riferimento a dei
problemi
di
salute,
quando
ha
iniziato
a
avere
questi
problemi di salute e di che tipo fossero?
RISPOSTA -
Subito…, beh, proprio in quel periodo li mi sono
accorta,
probabilmente…,
io
ho
una
forma
di…,
una
malattia auto immune rara… (non si comprende) che…
DOMANDA
-
RISPOSTA -
In quel periodo lì cosa significa?
Si è scatenata in quel periodo…, probabilmente lo
stress comunque della mia separazione…
DOMANDA
-
RISPOSTA -
Quindi nel 1996 già?
Sì, sì, ho iniziato a fare i primi controlli in
quel periodi lì.
DOMANDA
-
Ecco, lei accennava a questo problema di salute in
relazione poi al comportamento tenuto sempre dal signor
Animaviva?
RISPOSTA -
Sì, perché questo mi causava la tensione quando io
discutevo con lui e cominciavo a dire: “Lasciami stare,
non
ne
posso
più”,
cominciavo
anche
a
non
uscire,
a
volte la domenica stavo chiusa in casa per evitare di
uscire, però q uando me lo tr ovavo fu ori da ll’uffic i o
o … i n s i s t e v a : “ M a p u r t r o p p o i o n o n r i e s c o a s t a r e se
non riesco a vederti”, io dovevo stare lì a discutere e
poi mi veniva il nervoso, cominciavo ad avere dolori di
stomaco
e
quindi
era
una
conseguenza,
anziché
tranquillizzarmi, cercare di stare calma, mi innervosivo
sempre di più.
DOMANDA
a
-
Ecco, però in relazione, lei lo spiega in relazione
questa
sua
malattia
il
comportamento
del
signor
Animaviva, cioè questa sua insistenza nel vederla, nel
cercarla,
nel
controllarla,
come
si
è
manifestato
in
relazione a questo suo problema di salute? Lei lo spiega
in querela.
242
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
RISPOSTA -
Sì, mi venivano attacchi di panico…
DOMANDA
No, ma con lei, che cosa faceva il Animaviva.
-
RISPOSTA -
Ah, che cosa faceva? Insisteva, quando io dicevo
“Vai via”, non andava via, cioè io dicevo “devo andare…”
DOMANDA
-
Ma si interessava della sua malattia? E’ questo che
volevo sapere.
RISPOSTA -
Va
beh,
quello
lui
sì:
“Guarda,
io
ho
telefonato…”, si interessava, sì, sì, per carità.
DOMANDA
-
E allora che cosa faceva? Spieghi, è quest’aspetto
che volevo emergesse.
RISPOSTA -
In che senso? Cosa devo dire?
DOMANDA
Che cosa faceva il signor Animaviva, che cosa ha
-
fatto quando ha saputo di questa sua malattia? Lei ha
detto
che
la
riempiva
di
attenzioni,
diceva
era
ossessivo…
RISPOSTA -
Ah, sì, sì, quelli sì…
DOMANDA
Ecco,
-
che
cosa
faceva?
L’accompagnava
a
visite
mediche?
RISPOSTA -
Ah,
prendeva
lui
iniziative,
telefonava
a
qualcuno, poi mi fissava degli appuntamenti, anche se io
dicevo
“No,
perché
lo
fai?
Perché
preferisco
farlo
da
sola”, però lui prendeva appuntamenti e io accettavo e
dicevo “va bene, ok, io vengo a fare questa visita”, che
mi
pagavo
regolarmente
Animaviva,
problemi
eh.
a
Anzi,
pagare
però,
io
gli
delle
non
è
che
dicevo:
cose,
per
“Io
me
ho
cui,
la
pagasse
anche
dei
preferirei
decidere io quando e dove andare a farmi i controlli”,
per il semplice fatto che poi effettivamente passava da
una situazione di… a dirmi: “Ma per favore, se tu avessi
un
amico,
non
ti
faresti
aiutare
da
un
amico?
Perché
rifiuti che io ti faccia queste cortesie? Io ti voglio
bene…”
DOMANDA
-
Quindi questa sua malattia motiva ancora di più
da parte del Animaviva di starle addosso, è questo, è
così?
243
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
RISPOSTA -
Lui diceva così “io sono preoccupato perché tu sei
sola e quindi lo faccio perché ti voglio bene”.
DOMANDA
-
Quando è che la situazione poi precipita e degenera?
Ci sono degli episodi che lei racconta in querela.
RISPOSTA -
Eh, più di uno, sì.
DOMANDA
Iniziamo con calma. Lei purtroppo deve raccontare
-
quanto…
RISPOSTA -
Eh,
ricordarmi tutto,
adesso sono
passati dieci
anni…
DOMANDA
-
Lei si ricorda di che cosa è accaduto a Pasqua del
1999?
RISPOSTA -
Sì, io dovevo andare…, io sono separata, quindi
avevamo comunque in comune accordo io e il mio ex marito
le feste, Pasqua, Natale, delle occasioni passarle con
nostra figlia, perché abbiamo una figlia.
DOMANDA
-
RISPOSTA -
All’epoca nel 1999 quanti anni aveva sua figlia?
Adesso ha trent’anni, aveva diciotto o diciannove
anni.
DOMANDA
-
Quindi dovevate passare la Pasqua 1999 insieme?
RISPOSTA -
Sì.
DOMANDA
E che cosa succede?
-
RISPOSTA -
Che
lui
mi
piomba
sotto
casa
la
mattina
che
dovevamo andare a pranzo con mia figlia e mio marito e
ci
segue
con
la
moto.
Mio
marito
si
arrabbia,
giustamente, perché dice: “Ma chi è questo qui?”, e io
gli ho detto: “beh, è una persona che conosco, che ho
frequentato
faccio:
e
“Non
che…”,
lo
so
“E
cosa
adesso
vuole”.
cosa
A
un
vuole?”
certo
e
punto
gli
mio
marito ha fermato la macchina, si è arrabbiato, perché
lui proprio viaggiava con la moto quasi attaccato alla
macchina.
Mia
figlia
ha
cominciato
ad
agitarsi,
ha
cominciato a piangere, si è spaventata perché comunque
già la situazione era difficile con mio marito, perché
anche lei la viveva un pochettino così, volevamo passare
244
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Una
giornata
eravamo
tranquilla,
tutti
sereni
innervositi,
al
almeno
che
a
mio
pranzo
marito
e
si
è
fermato, è sceso e gli ha detto: “Cosa vuoi?”
DOMANDA
-
E quindi è successa una discussione?
RISPOSTA -
E’ successa una discussione, mia figlia purtroppo si
è arrabbiata e l’ha anche preso a pugni perché era già
capitato altre volte che lui…
DOMANDA
-
Cioè è venuto alle mani con sua figlia il Animaviva
in quella circostanza?
RISPOSTA di
Io sinceramente, perché poi con i miei problemi
salute
sono
un
a
me
po’…
capita
così,
poi
come
di
svenire,
adesso,
ad
perdo
i
esempio,
sensi,
che
mi
agito, comincio ad avere dei problemi…
DOMANDA
-
No, ma lei non deve agitarsi, stia tranquilla.
RISPOSTA -
Eh, ma ricordare quelle cose mi fa ancora male.
DOMANDA
Ecco,
-
ma
lei
dice
“Il
mio
ex
marito
ferma
la
macchina, scende, c’è una discussione accesa”..
RISPOSTA cosa
C’è una discussione e mia figlia dice: “Vai via,
vuoi?”,
perché
comunque aveva
già
avuto
modo
mia
figlia di discutere con lui a telefono perché quando io
gli
dicevo,
esco”,
quando
allora
poi
chiamava
a
continuava
casa
a
e
dicevo
insistere
al
“no,
non
telefono,
mia figlia prendeva il telefono e diceva: “Non ha voglia
di uscire, lasciala stare”, e lui continuava a discutere
anche con lei.
DOMANDA
-
Ecco,
ma
in
quella
circostanza,
lei
prima
spiegava, questa discussione è degenerata, suono venuti
alle mani il suo ex marito e l’Animaviva?
RISPOSTA -
Guardi,
l’Animaviva
dice
che
mio
marito
gli
ha
datu un pugno, io sinceramente non….
DOMANDA
-
Lei non si ricorda perché è svenuta, ha avuto un
malessere?
RISPOSTA -
No,
guardare
non
perché
sono
svenuta,
cominciavo
a
ma
io
non
tremare
e
volevo
neanche
allora
gli
solo detto “vai via, vai via”, e poi è andato via dopo
245
ho
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Che è successo questa piccola discussione, io stavo in
quel
momento
entrando
al
bar per
prendere qualcosa
da
bere e poi quando sono rientrati mia figlia e mio marito
lui
è
andato
via,
ho
visto
passare
la
moto.
Però
sinceramente ho sentito anche persone che erano al bar
che
us civano
perdere”,
per…
perché
Dice vo
a
mi o
probabilmente
ma ri to:
sarebbe
“L ascia
successo
veramente…
DOMANDA
-
figlia
Sì, ma al di là delle persone che erano al bar, sua
poi
le
ha
detto
“il
Animaviva
mi
ha
dato
uno
schiaffo, ha dato uno schiaffo a papà”?
RISPOSTA -
No, no, mia figlia no, non penso…
DOMANDA
Sua figlia… Ascolti le domande…
-
RISPOSTA -
No, non mi ha detto “mi ha dato uno schiaffo” mia
figlia, no, no. E’ mia figlia che mi ha detto: “Gli ho
dato anche due pugni, non andava via”.
DOMANDA
-
Ah,ho capito,
in questo senso lei prima spiegava?
RISPOSTA -
Sì.
DOMANDA
Quindi c’è stato quest’episodio sgradevole, poi…
-
RISPOSTA -
Si, e da li poi… E da lì proprio…, io poi sono
stata male dopo, di conseguenza da quell’episodio gli ho
detto proprio: “Non ti voglio più… Lasciami stare, io
ho bisogno di tranquillità”, e per qualche giorno stava
tranquillo,
poi
si
ripresentava:
“Ma
io
non
posso
non
vederti; perdonami”, mia figlia lo voleva denunciare, io
gli ho detto: “Guarda, non lo denunciamo perché in fondo
se
effettivamente
lo
fa
perché
mi
vuole
bene,
si
rassegnerà un po’ per volta”, e invece non è successo.
DOMANDA
-
L’ossessione è continuata?!
RISPOSTA -
Continuata.
DOMANDA
Lei poi ha dovuto cambiare anche abitazione?
-
RISPOSTA -
Non ho dovuto cambiare, io ho cambiato abitazione
perché con la separazione, io li ero in affitto, era un
appartamento un po’ caro, per cui io con la separazione,
era anche grande, ho poi optato per una soluzione meno
246
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
cara.
DOMANDA
-
E quando si è trasferita?
RISPOSTA -
Nel 2000.
DOMANDA
Si è trasferita?
-
RISPOSTA -
A Costa.
DOMANDA
Da Erichi a Costa di Erichi.
-
RISPOSTA -
Sì.
DOMANDA
Ecco,
-
questo
in
suo
relazione
cambiamento
a
questo
di
suo
trasferimento,
abitazione,
il
signor
avevo
detto,
Animaviva è venuto a saperlo?
RISPOSTA -
E’
appunto,
stare,
venuto
onde
qui
a
saperlo
evitare,
tu
cerca
perché
“io
adesso
di
non
io
gli
cambio casa, lasciami
venire,
lasciami
stare
tranquilla”…
DOMANDA
-
Ma
quindi
il
Animaviva
sapeva
dove
lei
sarebbe
mi
seguiva
andata ad abitare?
RISPOSTA -
Ah,
beh,
sì,
ma
tanto
Animaviva
dappertutto, sapeva qualsiasi cosa facevo, anche se io
non dicevo, non…, lui lo veniva a sapere comunque, ma
me lo diceva anche: “Tanto io lo so”.
DOMANDA
-
Quindi
anche
dal
momento
in
cui
lei
ha
cambiato
abitazione, la situazione non è migliorata?
RISPOSTA -
Sì, sì, anzi, quando ho cambiato abitazione lui è
andato addirittura dal parroco del paese a chiedermi di
parlarmi.
DOMANDA
-
Il parroco, Don Giovanni?
RISPOSTA -
Don Giovanni.
DOMANDA
E poi Don Giovanni ha parlato anche con lei?
-
RISPOSTA -
Sì, sì, poi mi ha parlato, ha capito anche lui la
situazione
spiegato
e
a
anche
lui
lui
tante
mi
ha
volte
poi
detto
comunque
che
io
ha
non
anche
volevo
nessuna relazione con lui, che volevo essere lasciata in
pace.
DOMANDA
-
RISPOSTA -
Andiamo avanti. L’atteggiamento ossessivo continua?
Sì.
247
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
DOMANDA
-
La seguiva dove, quando, cioè di giorno, di sera,
tutti i momenti erano buoni, era così?
RISPOSTA -
Sì.
DOMANDA
Quindi lei non poteva avere una sua vita privata in
-
sostanza?
RISPOSTA -
No.
DOMANDA
Ci sono stati degli episodi in cui lei è uscita con
-
un amico e si è presentato il Animaviva…?
RISPOSTA -
Purtroppo sì.
DOMANDA
Vuole raccontare qualche episodio?
-
RISPOSTA -
Sono
uscita
una
sera
per
andare
siamo,
lei
abita
a
prendere
un
a
di
gelato con un amico e…
DOMANDA
-
Allora,
questo
già
Costa
Erichi?
RISPOSTA -
Sì.
DOMANDA
Quindi è dopo il 2000? Solo per contestualizzarlo.
-
RISPOSTA -
Sì, dopo il 2000.
DOMANDA
Riesce a individuare l’anno oppure…?
-
RISPOSTA -
No, guardi, mi dispiace…
DOMANDA
Allora, che cosa è successo in questa circostanza?
-
RISPOSTA -
Sono
andata
a
cena
da
un’amica
e
ho
sentito
un
amico che non lavora sempre a Erichi, che lavora un po’
fuori,
mi
ha
telefonato,
mi
ha
detto:
“Io
rientro
stasera, andiamo a bere qualcosa”, ho detto “Ok, io sono
da un’amica, se vuoi passare a prendermi”, siamo andati
a bere qualcosa, a prendere un gelato e tornando a casa
verso le undici, così, mi sono vista sotto casa lui con
la
moto
Perché
e…
non
“Dove
mi
hai
sei
andata?
detto
che
Che
andavi…,
cosa
mi
hai
ha
fatto?
detto
che
andavi a cena da un’amica…”, e ha fatto un po’…
DOMANDA
-
RISPOSTA -
Ha fatto una scenata?
Sì,
infatti
questa
persona
che
è
un
semplice,
veramente, amico mi ha detto: “Vai su”, gli ho detto:
“Ma non vado su, che ti lascio a fare discussioni sotto
casa alle undici di sera?!...”
248
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
DOMANDA
-
Quindi era presente anche questo signore?
RISPOSTA -
Sì, sì.
DOMANDA
Questo signore come si chiama?
-
RISPOSTA -
Si chiama Gianfranco Nicheletti.
DOMANDA
-
Quindi ha assistito a questa scenata?!
GIUDICE
-
Questo quando accadeva, mi scusi?
RISPOSTA -
Dopo il 2000, sarà stato un anno dopo che abitavo a
Costa, 2001/2000.
PUBBLICO MINISTERO – Quindi Gianfranco Nicheletti?
RISPOSTA -
Sì.
DOMANDA
Ecco,
-
e
quanto
è
durata
questa
scenata,
questa
discussione?
RISPOSTA -
Guardi,
Gianfranco
non
mi
ha
lo
so
detto
perché
“vai
su”
poi
effettivamente
perché
ha
visto
che
cominciavo a agitarmi e io sono andata su, dopodiché lui…
Nicheletti è andato via quando lui ha parlato e lui ha
cominciato a suonare il campanello ma io non ho aperto. E
il
mattino
era
sotto
casa
mia
perché
la
volante
dei
Carabinieri mi ha detto che l’hanno fermato per chiedergli
che cosa faceva lì e lui poi mi ha detto che era lì perché
doveva spiegarsi, chiedermi scusa perché non voleva… Però
io non sono scesa.
DOMANDA
-
Ecco,
perché
dopo
queste
scenate
il
signor
Animaviva le chiedeva scusa?
RISPOSTA -
Sì, piangeva disperato: “Scusami, perdonami…”
DOMANDA
E che scuse addiceva?
-
RISPOSTA -
“Perché ti voglio tanto bene”.
DOMANDA
Quindi non si rassegnava in sostanza?
-
RISPOSTA -
Non si rassegnava.
DOMANDA
Senta una cosa, lei oltre che coll’Animaviva e con
il
-
parroco
situazione
di
a
Costa
di
qualche
Erichi,
persona
ha
parlato
che
fosse
di
questa
vicino
al
Animaviva, per cercare di farlo ragionare?
RISPOSTA che
mi
Mi è capitato, sì, con un medico da cui ero andata
aveva
preso
appuntamento
249
lui,
che
era
un
suo
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
conoscente, lo conosceva e io gli ho telefonato perché
lui a quel punto conosceva anche me, avevo chiesto anche
a lui: “Visto che sei anche il suo medico, chiedigli,
per favore, di lasciarmi stare, diglielo, io gli voglio
anche bene a livello di amicizia, gli auguro tutto il
bene possibile, ma non sto bene con lui come persona,
come
coppia,
mondo
è
come…,
pieno
di
quindi
donne,
di
che
ricambi”, ma queste cose
farsene
cerchi
una
ragione,
qualcun
altro
il
che
le ho dette anche a lui tante
volte, “tu meriti qualcuno che ricambi, che non stia con
te o venga a pranzo con te perché gli fai pena, perché
piangi, deve stare con te perché vuole stare con te. Io
sto con te perché mi obblighi quasi, ti imponi perché se
io esco e ti trovo sotto casa e tu mi dici: “Ma io sono
solo,
non
sono
un
cane,
possiamo
mangiare
qualcosa
insieme…”.
DOMANDA
-
Quindi
queste
affermazioni
erano
un
po’
ricattatorie, diciamo?
RISPOSTA -
Era una forma psicologica…
DIFESA
Adopera sempre lei parole, almeno sei volte “Scenata”
-
lo dice lei e non lo dice la teste che è così composta,
“ricattatorie”
è
proprio
un
termine
che
non
vorremmo
sentire…
GIUDICE
-
Va bene, lei ha detto il termine “ricattatorie”…
PUBBLICO
MINISTERO
parlato
con
–
Senta,
qualcun
oltre
altro
che
della
con
sfera
questo
di
amico,
amicizie
ha
del
Animaviva comune?
RISPOSTA penso
Ma lui aveva un’amica che è ancora, probabilmente,
sia
la
signora
che
ho
visto
fuori
con
cui
lui
aveva avuto una relazione molto tempo prima di conoscere
me,
che
dice
di
essere
una
sua
cara
amica,
come
una
sorella, con la quale ha un buonissimo rapporto e che io
non avevo mai conosciuto, l’avevo solo sentita nominare
E con la quale lui continua ad avere questo rapporto di
amicizia, di favori, infatti lui ogni tanto mi seguiva
250
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
con macchine diverse che poi mi diceva essere di questa
sua
amica.
montagna
E
questa
dove
convalescenza
o
sua
amica
lui
andava
era…
Una
ha
anche
spesso
volta
una
quando
siccome
ero
casa
in
era
in
veramente
stanca, non ce la facevo più perché avevo già chiesto al
Maresciallo di chiamare il Animaviva per parlargli, per
chiedergli
tranquillamente
di
lasciarmi
stare,
ho
provato a telefonare a questa sua amica perché lui mi
diceva essere come una sorella, io l’ho chiamata e gli
ho
detto
“Guardi,
presentata,
avevo
io
mi
questo
chiamo
numero
Arianna”,
di
montagna
mi
sono
perché
io
avevo un cagnolino che mi aveva regalato mia figlia, e
lui spesso mi diceva: “Tanto io sono là in montagna, tu
lavori, lasciamelo, così mi fa compagnia e lui sta anche
fuori”.
Allora
ho
telefonato
a
questa
sua
amica
per
chiederglielo: “Lo faccia lei che è una sua amica, se
gli vuole bene, perché così si rovina la vita lui e la
sta rovinando a me”, e mi sono anche presa degli insulti
perché mi ha detto di non permettermi, perché io sono
un’opportunista
serviva.
allora
Al
che
che
mi
faceva
mi
ho
detto
buongiorno,
mi
comodo
“Va
scusi”,
averlo
bene,
e
ho
quando
quando
è
mi
cosi
attaccato
il
telefono.
GIUDICE
-
RISPOSTA -
Come si chiama questa persona?
Giovanna, io so che si chiama Giovanna, però non
la conosco.
PUBBLICO
MINISTERO
seguiva
sul
–
posto
Senta
di
una
cosa,
lei
lavoro, dovunque
ha
detto
che
la
lei andasse,
la
seguiva anche fuori Tortorinolo?
RISPOSTA -
Sì, se io andavo fuori Tortorinolo me lo trovavo
in sale, magari fuori Tortorinolo.
DOMANDA
-
Ma questo in relazione alla sua passione per il
ballo?
RISPOSTA non
mi
Sì, perchè a e.., cioè io per un anno circa, poi
sono
proprio
più
mossa
251
di
casa,
anche
se
lui
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
veniva sotto casa, al sabato “dai, usciamo”, io dicevo
che
non
ne
avevo
voglia
perché
speravo
che
in
quel
frattempo lui conoscesse qualcun altro, non avendo me,
non uscendo di casa, me ne stavo in casa, magari chiusa
in casa tutte le sere, però ho detto, fra me ho detto
“non avendo me, magari riesce, non avendo l’ossessione
di me davanti”, e allora lui veniva e io dicevo no, non
uscivo e lui usciva, andava, usciva per conto suo. Però
l’ossessione non passava. Io se non uscivo comunque la
domenica me lo trovavo lo stesso sotto casa. E allora
dopo un anno circa ho ripreso uscire perché a me piace
ballare, però cercavo di uscire di nascosto, telefonavo
all’amica,
stavo
a
magari
casa
di
uscivo
due ore
un’amica
prima
o…,
per
di
andare,
evitare
che
poi
lui
arrivasse sotto casa, ma tanto lui girava e mi veniva a
trovare.
DOMANDA
-
Ha dovuto pertanto modificare delle abitudini di
vita?
RISPOSTA -
Sì, sì.
DOMANDA
Cioè in questo senso?
-
RISPOSTA -
Sì, sì, anche perché comunque…
DOMANDA
Di uscire di nascosto?
-
RISPOSTA -
Sì. A volte facevo anche delle strade diverse per
evitare di…
DOMANDA
-
Di incontrarlo?
RISPSOTA -
Sì.
DOMANDA
Ecco,
-
lontani,
è
però
vero
in
che
relazione
sua
appunto
figlia
si
è
a
viaggi
trasferita
Mirini?
RISPOSTA -
Sì.
DOMANDA
In che anno?
-
RISPOSTA -
Penso nel 2001 più o meno, 2001/2002.
DOMANDA
Lei andava sovente a trovarla?
-
RISPOSTA -
Andavo quando potevo andavo a trovarla.
252
più
a
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
DOMANDA
-
Ma
con
che
frequenza,
una
volta
al
mese,
una
volta ogni due mesi?
RISPOSTA due
Ma quando ce n’era la necessità, in genere ogni
mesi
più
o
meno,
se
non
c’erano
altri
motivi,
cercavo di rendermi qualche giorno ogni due mesi, perché
è lontana io lavoro quindi cercavo di…
DOMANDA
-
Ecco,
è
capitato
che
il
signor
Animaviva
la
seguisse anche a Mirini?
RISPOSTA -
Sì.
DOMANDA
In quante e quali occasioni?
-
RISPOSTA -
Diciamo che se su tre volte io andavo a Mirini
lui veniva.
DOMANDA
-
Ecco,
ma
veniva
in
macchina
dietro
di
lei?
Spieghi un po’ bene.
RISPOSTA -
Allora, se c’era quell’attimo di pace, nel senso
che mi diceva: “Ma no, tu da sola guidare a Mirini, no,
tanto io ti accompagno, poi vengo via, stai tranquilla,
almeno
sono
vivere,
ok…
tranquillo
perché…”,
Se
dicevo
arrabbiava:
invece
“Ecco
perché…,
allora
“no,
vado
io
ti
io
per
da
quieto
sola”,
voglio
si
solo
accompagnare, non vedo perché mi devi trattare così…”,
non
accettava
il
fatto
che
dicevo:
“No,
io
vado
da
sola”.
DOMANDA
-
Quindi
è
capitato
che
lei
accettasse
di
andare
con lui a Mirini?
RISPOSTA -
Sì, sì, poi lui tornava indietro perché comunque
io stavo da mia figlia e mia figlia sapeva che era una
situazione che vivevo male e quindi anche lei mi diceva:
“Mamma, starà male un po’, poi gli passerà”, però anche
se gli dicevo no, lui si imponeva lo stesso. Infatti in
prima
di
arrivare
alla
denuncia,
e
tante
volte
glielo
dicevo a lui “io non voglio farti del male, non voglio
che
ti
succeda
niente,
non
voglio
che…,
però
mi
devi
lasciar stare, io non vivo più”. Cioè a volte anche solo
la discussione degenerava, io cominciavo a tremare
253
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Cominciavo ad avere dei dolori di stomaco, stavo male.
DOMANDA
-
Ma
quando
queste
discussioni
degeneravano
il
Animaviva diventava aggressivo?
RISPOSTA -
Ma, diventava aggressivo, male a me fisico non ne
ha mai fatto, non mi ha mai alzato le mani, diventava
aggressivo
a
parole,
se
io
dicevo:
“Vai
via”,
non
andava, “Io sto qua, vado via quando voglio io”, oppure
quando accettavo di… “Ok, andiamo a mangiare qualcosa”,
“Adesso sei in macchina e ti porto a casa quando voglio
io”.
DOMANDA
-
Ecco
ma
è
capitato
che
l’abbia
minacciata,
insultata?
RISPOSTA dicevo
Va beh, sì, qualche insulto sì, perché quando io
“Lasciami
stare,
vai
via”
che
veramente
non
ne
potevo più perché avevo dei problemi fisici seri, quando
mi arrabbiavo proprio mi mancavano le forze, cominciavo
ad avere attacchi di panico e allora lo imploravo quasi
“vai via”, a volte andavo a dormire…, dice “ma io vado a
dormire, lasciami stare”, e lui “No, io ti devo vedere
andare a dormire, che poi vado via”.
DOMANDA
-
tenore
nei
Sì,
di
suoi
ma
insulti,
questi
volevo
insulti,
confronti.
Le
ha
capire
se mai
detto
che
genere,
sono
stati
che
qualche
il
proferiti
volta
è
stata anche insultata.
RISPOSTA -
Sì, perché…
DOMANDA
Ma che cosa le diceva? E’ questo che io volevo
-
sentire dire da lei.
RISPOSTA -
“Sei una merda”.
DOMANDA
Altre parole?
-
RISPOSTA -
Insulti…
DOMANDA
Minacce?
-
RISPOSTA -
Insulti
che
possono
essere
“Stronza”
scusate
il
termine…
DOMANDA
-
RISPOSTA -
No, deve dirlo.
Quelle cose lì; quando io dicevo “mi devi lasciare
254
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Stare”, allora lui diceva “ma io ti voglio bene”, le sole
cose, “sei una stronza, non capisci quanto io ti voglio
bene, io voglio
sono
invecchiare con te, non lo capisci,
innamorato”,
innamorato,
ma
io
sono
dicevo
io
che
“ma
io
ci
non
sono
credo
che
innamorata,
io
sei
devi
accettare che io non voglio stare con te”.
DOMANDA
-
Senta, lei è stata in cura da uno psicologo per
questi fatti?
RISPOSTA -
Sì.
DOMANDA
In che periodo?
-
RISPOSTA -
Eh, adesso… Due anni fa…
DOMANDA
Allora, adesso siamo nel 2008.
-
RISPOSTA -
Ecco,
mettiamo
che
fosse
nel
2005…,
nel
2005
sicuro.
DOMANDA
-
Per quanto tempo, per un anno?
RISPOSTA -
Per un paio di annetti andavo.
DOMANDA
A causa dello stress e dell’ansia?
-
RISPOSTA -
Stress e ansia, appunto, non sapevo come affrontare
questa situazione.
DOMANDA
-
Come
mai
lei
si
decide
a
presentare
querela
soltanto il 6 maggio del 2005?
RISPOSTA lo
Perché volevo evitare questa cosa qui, volevo che
capisse
tranquillamente
senza
arrivare
a
una
denuncia.
DOMANDA
-
E poi alla fine…
RISPOSTA l’ha
Ma infatti il Maresciallo dei Carabinieri di Erichi
chiamato
due
volte
prima
che
io
facessi
questa
denuncia.
DOMANDA
-
Perché
lei
era
entrata
in
contatto
anche
con
il
stazione
di
Maresciallo?
RISPOSTA -
Sì, perché cominciavo ad avere paura.
DOMANDA
Come
-
si
chiama
il
Maresciallo
Erichi?
RISPOSTA -
Bevilacqua.
DOMANDA
Bevilacqua ?
-
255
della
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
RISPOSTA -
Il nome non me lo ricordo.
DOMANDA
Il Maresciallo Bevilacqua. Quindi era a conoscenza
-
di questa sua situazione?
RISPOSTA -
Sì.
DOMANDA
Ecco, lei presenta querela il 6 maggio 2005, poi a
-
distanza
di
un
presentazione
sono
ancora
anno
della
state
ritira
la
querela.
querela
la
situazione
occasioni
in
cui
vi
Dopo
migliora?
siete
visti,
la
Ci
vi
siete chiariti?
RISPOSTA -
No, no, anzi, io cercavo, quando le volte che mi si
avvicinava
e
io
cercavo
di
evitarlo,
di
dirgli
di
lasciarmi stare.
DOMANDA
-
RISPOSTA -
Quindi, allora lei…
Al
punto…
dicevo
“guarda
che
c’è
una
denuncia,
lasciami stare”.
DOMANDA
del
-
Quindi dopo la
6
maggio
2005,
presentazione
questo
della querela che è
atteggiamento
del
signor
Animaviva è continuato ancora?
RISPOSTA -
Ma molto raramente, cioè è capitato poche volte che
lo incontrassi, sempre a Erichi naturalmente.
DOMANDA
-
Sì, anche perché la città è piccola, la cittadina è
piccola.
Quindi
si
sono
un
po’
rarefatte
queste
circostanze?
RISPOSTA -
Sì, sì.
DOMANDA
Sono cessate del tutto? Perché lei poi dopo un anno
-
ritira la querela, volevo capire anche per quale motivo?
RISPOSTA -
Sono quasi cessate del tutto, sì.
DOMANDA
Che cosa significa “sono quasi cessate del tutto”?
-
RISPOSTA -
Perché a volte in queste occasioni qua, purtroppo,
lui lo faceva apposta, veniva ad esempio, sapeva che io al
mercato
andavo
a
un
determinato
giorno
al
mercato
di
Erichi, lui abita a Porta Reggia dove c’è tutto mercato,
veniva al mercato quando io uscivo dall’ufficio a Erichi.
DOMANDA-Lui abita a Porta Reggia qua a Tortorinolo o a Erichi?
RISPOSTA -
A Tortorinolo.
256
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
DOMANDA
-
E veniva a Erichi…?
RISPOSTA -
Al mercato, quando io andavo al mercato.
GIUDICE
Questo ben dopo la presentazione della querela e la
-
remissione?
RISPOSTA -
Sì,
non
so
se
prima
o
dopo
la
remissione,
so
che…, cioè io…
PUBBLICO MINISTERO – Sicuramente dopo… (non si comprende).
RISPOSTA -
Ho
detto,
reagito
avevo
lui,
mi
lui,
devo
lavoravo
un
aveva
male
cane,
un
il
giorno,
mio
cagnolino
regalato mia figlia
dire
che
comunque
quindi
lui
quando
perché,
ci
come
che
che stava
stava
aveva
avevo
adesso
spesso
volentieri,
questi
periodi
ha
con
io
di…,
andava e lo portava con lui. E ha cominciato a dire che
lui doveva venire perché voleva stare anche lui un po’
con il cane, perché lo sentiva anche un po’ suo. Allora
dietro consiglio del Maresciallo mi fa “visto che adesso
ha
anche
la
scusa
del
cane,
se
lo
tratta
bene,
glielo
lasci il cane, almeno così…, e così gli ho lasciato il
cane.
E
lui
veniva
con
il
cane
e
non
me
lo
faceva
toccare.
DOMANDA
-
Ma veniva con il cane a casa?
RISPOSTA -
Al mercato, sì.
DOMANDA
Ma questo…
-
RISPOSTA -
E allora lì in
quell’occasione l’ho insultato io
perché il cane ha tirato per venire, era il mio cane,
lui l’ha tirato e gli ha detto: “Quando parli con me,
poi ti faccio toccare il cane”.
DOMANDA
-
RISPOSTA -
Ma questa è stata una occasione?
Quella l’unica occasione, fu l’unica volta che mi
sono arrabbiata io e che ho perso la pazienza.
DOMANDA
-
RISPOSTA negli
Quanto tempo fa?
Più di due anni dietro comunque. Ultimamente
ultimi
due
anni
non
credo,
a
parte
no,
l’occasione
sporadica che posso vederlo in sala, ma non mi dice
Niente, non succede niente.
257
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
DOMANDA
-
Quindi, l’atteggiamento è quello di indifferenza?
RISPOSTA -
Sì, ultimamente, negli ultimi due anni…
DOMANDA
Da due anni, quindi oggi siamo, oggi è il 17 giugno
-
2008, è da due anni la situazione si è sistemata?
RISPOSTA -
Sì, sì.
DOMANDA
Va bene. Per il momento non ho altre domande.
-
DIFESA – Avv. De Concetti –
DOMANDA
-
Nel 1999 voi avevate, partiamo da una data un po’
remota, avevate fatto anche una gita insieme assieme, eravate
andati in vacanza in Costa Azzurra assieme?
RISPOSTA -
Sì, sì, siamo andati a… mi pare Juan Le Piedin.
DOMANDA
-
Sì, ci sono state altre occasioni…
GIUDICE
-
Questo mi scusi, quando avevate già interrotto la
relazione?
RISPOSTA -
No, sempre nel periodo prima della denuncia, prima
del…
DOMANDA
-
RISPOSTA -
Sì, ma stavate ancora insieme?
Stavamo
insieme
relativamente,
cioè
quando
insisteva, diceva “ma per favore, anche solo a livello
di
amicizia,
sola…”,
e
per
favore,
allora
io
sono
capitava
da
solo,
che
mi
tu
sei
da
lasciavo
convincere…
DOMANDA
-
Quindi
la
relazione
sentimentale
si
era
già
interrotta?
RISPOSTA -
Sì era già interrotta però comunque…
DOMANDA
C’era una frequentazione a titolo di amicizia?
-
RISPOSTA -
Era una frequentazione, da parte mia era un modo
come un altro per affievolire il distacco…
DOMANDA
-
Per farlo abituare?
RISPOSTA -
Sì, ecco.
DOMANDA
E’ quanto tempo è durato questo suo atteggiamento di
-
farlo abituare, così, ad accettare?
RISPOSTA agosto
Eh, da quando avevo cominciato, diciamo, dal famoso
che avevo capito che non c’era molto di
258
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
compatibilità
caratteriale,
fino
a
quando
ha
cominciato…
DOMANDA
-
RISPOSTA -
Agosto 1999?
Sì,
fino..
No,
no,
nel
1996,
cioè
dopo
qualche
mese che io l’ho conosciuto e gli ho detto: “Guarda che
caratterialmente io con te non sto bene”.
DOMANDA
-
li
ha
detto
Allora quindi, cerchi di da fare il momento in cui
interrotto
“senti,
la
relazione
neanche
come
e
il
momento
in
basta,
non
amicizia,
cui
ha
voglio
vederti più”.
RISPOSTA -
Alla denuncia.
DOMANDA
Cioè lei ha interrotto la relazione quando?
-
RISPOSTA -
Definitivamente qualsiasi rapporto? Alla denuncia.
DOMANDA
No.
-
RISPOSTA -
Va beh, come relazione di coppia?
DOMANDA
La relazione sentimentale, chiaramente.
-
RISPOSTA -
Da parte mia il sentimento era solo più fraterno, è
da parte sua che ogni tanto..
DOMANDA
-
Sì, ma al di là, diciamo, del sentimento, diciamo
quando è che lei ha detto: “Non stiamo più insieme, come
coppia”?
RISPOSTA -
Forse in quell’occasione brutta che è arrivato alle
mani con mia figlia, nel 1999.
DOMANDA
-
Quindi Pasqua?
RISPOSTA -
Nel 1999, forse.
DOMANDA
Pasqua del…?
-
RISPOSTA -
1999,
credo,
non
mi
ricordo
le
date,
abbia
pazienza.
DOMANDA
-
Perché
fino
a
quel
momento
c’erano
stati
dei
rapporti?
RISPOSTA -
Sì, ma anche dopo sinceramente…
DOMANDA
No, signora, ma rapporti intendo rapporti nel senso
-
sessuali, effusioni, sentimentali?
RISPOSTA -
E’ capitato anche dopo.
DOMANDA
Ecco, e ci spieghi, quando è capitato?
-
259
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
RISPOSTA -
Eh, le date guardi, è capitato, se vogliamo dire la
verità,
gli
purtroppo
dicevo
“scusami,
no,
quasi… quasi
non
perché
violenza
smetteva,
voglio
però
dimostrarti
perché
poi
se io
mi
tutto
diceva
l’amore,
perché…”, tutte quelle cose lì.
DOMANDA
-
Ecco, fino a quando è capitato, signora, questo?
RISPOSTA -
Beh, forse… Siamo nel 2004 l’ultima volta forse
che abbiamo avuto rapporti, fisici diciamo, che torno a
ripetere,
violenza,
per
me
subirlo,
non
era
un
perché lui
rapporto…,
comunque
era
piangeva:
quasi
“Io
ti
voglio bene, sono le mi dimostrazioni d’affetto, perché
io ho un grande amore”, però quasi sempre, le volte che
succedeva,
io
dopo
piangevo
perché
mi
sentivo
proprio
male.
DOMANDA
-
E quindi poi dal 2004 in poi gli ha detto “Guarda,
basta”.
RISPOSTA -
“Basta”.
DOMANDA
Ed è stata, più, diciamo, rigida?
-
RISPOSTA -
Sì,
sì,
“Basta”,
in
qualsiasi
modo,
infatti
poi
quando lui non accettava che io non lo vedessi neanche
più
per
pranzo,
neanche
più…,
è
diventato
quasi
cattivo.
DOMANDA
-
RISPOSTA -
Cioè?
Cominciava ad andare a disturbare mia sorella, le
amicizie, le conoscenze: “No, perché lei deve capire che
io ho fatto affidamento su un rapporto con lei, lei
è
qui…”,
è
diventato
che…
“Io
ti
voglio
a
tutti
i
costi” praticamente.
DOMANDA
-
Prego, Avvocato. Prosegua pure.
DIFESA
-
Volevo sapere questo: ci sono
occasioni
in
cui
voi
siete
andati
state quindi altre
all’estero,
tipo
Garipi e a Nodral?
RISPOSTA -
Prima, prima del 2004, sì.
DOMANDA
Prima del 2004 ci sono state occasioni in cui avete
-
passato dei giorni, delle sere assieme?
260
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
RISPOSTA -
Sì, sì.
DOMANDA
Dove siete andati ad esempio, dica al Giudice, la
-
sera?
RISPOSTA -
Le occasioni che abbiamo passato…?
DOMANDA
Ci dica una sera di gita, dove siete andati?
-
RISPOSTA -
A Garipi.
DOMANDA
-
A Nodral?
RIPOSTA
-
A
Garipi,
a
Nodral.
Ma
ripeto,
non
decisioni
di
vacanze insieme, di situazione voluta, si presentava con
i biglietti: “Io ormai ho i biglietti, se non vieni con
me,
vai
con
tua
figlia,
io
l’ho
fatto
come
un
gesto
d’amore”.
DOMANDA
-
E lei ci è andata?
RISOSTA
-
E
io
ci
andavo,
perché
comunque…
piangeva,
si
disperava.
DOMANDA
-
RISPOSTA erano
Ad esempio la gita a Garipi quanto è durata?
Due
giorni,
gite
due
giorni
d’amore,
in
cui
felici,
ho
pianto.
dei
week-
E
non
end,
gliel’assicuro. Da parte mia erano…
DOMANDA
-
E la gita a Nodral quanto è durata?
RISPOSTA -
Due giorni, due giorni, andata e tornata.
DOMANDA
Sono le uniche capitali estere che avete visto o
-
siete andati in altre parti?
RISPOSTA -
No,, altre parti non mi risulta, no.
DOMANDA
Siete andati in montagna a fare dei week-end, al
-
mare?
RISPOSTA Mirini.
siamo
No, veramente io andavo al mare da mia figlia a
Sinceramente
andati
da
non
mi
q ualch e
ricordo
altra
se
in
part e ,
questi
anni
perc hé…
e
comunque le occasioni in cui, adesso quando io gli avevo
detto,
non
erano
occasioni
di
dire
“oh,
che
bello,
andiamo lì insieme, facciamo questo insieme”, no.
DOMANDA
-
RISPOSTA -
“No”, ma cosa vuole dire che…?
Non
era
così,
era
sempre
una
situazione
che
accettavo perché lui si disperava: “Io non so cosa fare;
261
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
sono solo, non ho nessuno”.
DOMANDA
-
Senta
signora,
lei
sa
se
il
Animaviva
ha
dei
parenti a Erichi o a Costa di Erichi?
RISPOSTA -
A Costa di Erichi non lo so, mi pare che abbia a
Erichi
una
zia,
perché
ogni
tanto
mi
diceva,
quando
capitava: “Ah, ma sono venuto da mia zia”, dicevo “Ma
tua zia è a Erichi, non a Costa”, oppure quando veniva…
“Ma io vado a trovare mia zia”, “Ma vieni a Costa per
andare a trovare tua zia?”, aveva sempre…
RISPOSTA -
Siccome lei ha parlato del mercato di Erichi?
RISPOSTA -
Perché io faccio un lavoro d’ufficio, esco alla
mezza…
DOMANDA
-
No,
Erichi,
mi
ma
d’accordo,
chiedevo
solo
mica…
se
lei
andare
al
sapeva
che
mercato
aveva
di
dei
parenti a Erichi.
RISPOSTA -
Io sapevo che aveva una sia a Erichi, ma da lì a
venire da Porta Reggia che c’è il mercato tutti i giorni
a
comprare
al
mercato
di
Erichi
alla
mezza
quando
io
esco dall’ufficio, mi sembra una combinazione troppo…
DOMANDA
-
RISPOSTA -
Comunque ha dei parenti a Erichi?!
Che io sappia, ha una zia, che io non conosco, però
so che ha una zia. Credo, lui mi ha detto di avere una
zia.
DOMANDA
ha
-
Senta, altri viaggi, ha detto al Giudice che non ne
fatti,
ma
queste
frequentazioni
un
po’
più
–
come
dire? – intime hanno avuto occasione da viaggi che avete
fatto o erano avvenuti a Costa di Erichi?
RISPOSTA -
Sinceramente
adesso
mi
fa
delle
domande…
Sono
anni che non… non mi ricordo dov’è successo.
DOMANDA
-
Cioè avete avuto dei week-end, avete trascorso dei
week-end da qualche parte?
RISPOSTA -
Ma se vuole sapere se andavamo a fare dei week- end
di passione d’amore, no.
DOMANDA
-
No?
RISPOSTA -
No.
262
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
DOMANDA
-
Non ho nessun’altra domanda.
GIUDICE
-
Non ci sono altre domande? Senta signora, quindi,
ritornando
al
momento
in
cui
lei
cessa
anche
la
disponibilità di avere rapporti sessuali, che mi ha detto
è del 2004, dal 2004 sostanzialmente al momento in cui lei
presenta
la
querela,
quante
questi
comportamenti
volte
di
si
saranno
pedinamento
verificati
da
parte
dell’imputato?
RISPOSTA -
Continui.
DOMANDA
Con frequenza giornaliera?
-
RISPOSTA -
Ci
sono
anche
delle
persone
che
possono
testimoniare.
DOMANDA
-
RISPOSTA -
Con frequenza giornaliera?
Forse
giornaliera
no,
però
sicuramente
più…,
in
settimana più di una volta.
DOMANDA
-
Quindi, lei è sicura che dal 2004 alla data della
querela non avete fatto week-end insieme, non avete fatto
viaggi insieme?
RISPOSTA -
Non mi sembra proprio.
DOMANDA
Lei
-
è
mai
andata
da
un
medico
accompagnata
dall’imputato?
RISPOSTA -
Sì, sono andata…, allora, per la mia salute sì, un
paio di volte da un suo medico che conosceva che stava
facendo…
non
approfondire
sperimentazioni,
questa
malattia,
io
stava
cercando
di
ho
malattia,
un
un
tumore, quindi delle conoscenze più approfondite, perché è
anche una malattia rara.
DOMANDA
-
E come si chiama questo medico?
RISPOSTA -
Lo sa che non me lo ricordo?
DOMANDA
Dottor Piccoli può essere?
-
RISPOSTA -
Sì.
DOMANDA
E in che periodo quindi si è presentata da questo
-
medico?
RISPOSTA -
Prima, prima che mi trasferissi a Costa, prima del
2000, nel 1996/1997 penso.
263
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
DOMANDA
-
Ed è riferibile a questo periodo anche l’eventuale
frequentazione dello studio medico del dottor Riferi, lo
conoscere il dottor Riferi?
RISPOSTA -
Il dottor Riferi è un chirurgo.
DOMANDA
Lei ha mai portato sua figlia da quel medico?
-
RISPOSTA -
Eh,
se
il
dottor
Riferi
è
il
chirurgo,
sì,
lì
dunque, allora, è di nuovo un’altra di quelle occasioni:
mia
figlia
problema
lavorava
al
a
menisco
e
al
Delfinario,
il
Animaviva
aveva
mi
avuto
aveva
un
detto:
“Guarda, io ho un amico che è bravissimo a fare questi
interventi
qua,
titolo
amicizia…”,
di
se
vuoi
ti
ho
fisso
detto
un
appuntamento
“Ok”,
e
questo
e
a
dottore
opera, alla clinica universitaria, dove io sono stata poi
anche una settimana a fare tutti i controlli per la mia
malattia. E ha operato, penso, questo dottor Riferi, che
si chiami così, sinceramente non me lo ricordo ma penso
di sì, che è un amico del signor Animaviva.
DOMANDA
-
Ecco, questo in che periodo si è verificato?
RISPOSTA -
Si è operata mia figlia, può essere 1992/93.
DIFESA
1992/93?
-
RISPOSTA -
Mi
sembra,
non
mi
ricordo,
sinceramente,
abbiate
pazienza le date…, non mi sono portata gli appunti.
GIUDICE
-
Senta, lei conoscere Luigina Gravin?
RISPOSTA -
Non mi dice niente questo nome.
DOMANDA
Titolare di un locale? Ha mai frequentato il locale
-
della
signora
Gravin
in
compagnia
dell’imputato?
Dove
andavate quando uscivate?
RISPOSTA -
Allora,
dall’ufficio
lui
che,
quando
ripeto,
veniva
non
a
prendermi
richiesto,
non
fuori
voluto,
anche se ostinatamente, e ci sono testimoni che possono
confermarlo,
che
gli
dicevo
“no,
ho
fretta,
devo
andare”; “Ma per favore, mangiamo qualcosa velocemente
insieme”, andavamo spesso, mi portava a una specie di
Trattoria
ristora
al
San
Carlo,
chiamasse così, io conosco il nome.
264
ma
non
so
se
si
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
DOMANDA
-
Questo
anche
dopo
il
2004,
quando
avevate
cessato…?
RISPOSTA -
Non
credo
volta
che
dopo
magari
il
2004,
volesse
può
essere
parlami,
ma
successo
non…
una
non
più
come succedeva prima che “Ok, andiamo a mangiare”, no,
non mi ricordo ma non penso.
DOMANDA
-
Senta,
lei
ha
comprato
un’autovettura
presso
l’autosalone di Sambaudi Giuseppe?
RISPOSTA -
Mi fa una bella domanda… Chi è Sambaudi Giuseppe,
cos’è?
DOMANDA
-
Lei
ha
comprato
un’autovettura
in
compagnia
dell’imputato?
RISPOSTA -
Ha comprato una Akka.
DOMANDA
L’ha
-
aiutata
l’imputato
ad
acquistarla,
gliel’ha
donata?
DOMANDA
-
Ei ci spieghi, l’ha portata in quest’autosalone?
RISPOSTA -
Non è che mi ha portata in questo autosalone, è
sempre
il
piombava
solito
a
casa
discorso,
mia
e
io
voleva
dovevo
essere
andare
presente
e
lui
quando
facevo queste cose, ma io ho fatto un finanziamento per
comprarmi la macchina, non mi ha mai fatto nessun tipo
di regalo costoso, che non può essere magari lo Swatch
in
quel
quando
periodo
ho
detto
o
i
“non
pranzi
ti
che
voglio
mi
pagava,
vedere”
mi
che
ha
dopo
detto
“io spendo un sacco di soldi per te”, e si è ripreso
tutte
quelle
cianfrusagliette in casa
mia che secondo
lui erano sue, gli ho detto: “Ma prenditi tutto quello
che vuoi”.
DOMANDA
-
Questo nel 2004?
RISPOSTA -
Dopo che io avevo fatto la denuncia però, dopo.
DOMANDA
Ah, dopo la denuncia?
-
RISPOSTA- Sì, sì, sì, quando io proprio…., è lì che è
Diventato
neanche
proprio…,
più
quando
vederti
per
265
io
gli
ho
amicizia,
detto
il
“non
cane
te
voglio
l’ho
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
lasciato,
nonostante
il
cane
tu
ce
l’abbia,
continui
a
venire, mi fai anche star male perché io vedo il cane e
non posso accarezzarlo”…
DOMANDA
-
Ecco signora, mi faccia capire, che cos’è che cambia
nel 2004, cioè perché lei mentre prima a fronte dei suoi
pianti, lamenti…?
RISPOSTA -
Non ce la facevo più, il mio medico, il dottor De
Trombon che allora era il mio psicologo, mi ha detto: “Lei
non
può
continuare
–
testuali
parole
–
a
tenere
una
persona sui piedi anche se le fa male perché se lo butta
giù si fa male lui”, io avevo paura di far male a lui
perché lui comunque, essendo un pubblico ufficiale, so
che con una denuncia avrebbe avuto dei problemi e allora
lo psicologo mi fa: “Ma lei sta andando proprio fuori di
testa
in
situazione
questo
così,
modo,
se
non
la
può
denuncia
più
è
stare
l’unica
in
cosa,
una
lo
denunci”.
DOMANDA
-
Sì, ma io non a caso le ho detto: cosa cambia nel
2004, lei la denuncia la fa nel maggio 2005. Lei mi ha
detto:
“dal
2004
io
ho
rifiutato
categoricamente
rapporti sessuali”.
RISPOSTA -
Sì.
DOMANDA
Quindi c’è un comportamento che cambia?
-
RISPOSTA -
Non
ce
la
facevo
più,
sì,
perché
non
era
più
sostenibile, io sono andata a parlare con il Maresciallo
Bevilacqua appunto a Costa prima di fare la denuncia, per
quello.
DOMANDA
-
RISPOSTA -
Quindi un anno prima della denuncia?
Sì,sì,
sicuramente
un
anno
prima
io
sono
già
andata a parlare con il Maresciallo che l’ha chiamato.
DOMANDA
-
Ecco, ma come…, il Maresciallo le ha detto di non
avere più rapporti sessuali?
RISPOSTA -
No, no, no, i l Maresci allo h a chiama to lu i per
parlargl i.
266
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
DOMANDA
-
Sì,
ma
vo glio
comporta menti
capire,
dell’impu tat o
perch é
mentre
riusciva no
prima
dei
comunque
a
impietos irla, dopo que sto n o n accade più?
RISPOSTA -
Non ce l a fac e vo più.
DOMANDA
Non ce la faceva più. E quindi da quando lei rifiuta
-
i rapport i ses suali rif iuta tutto, ci oè og ni tipo di
frequent azion e ?
RISPOSTA -
Sì, ma io comunque l’ho sempre rifiutata…
DOMANDA
Sì,
-
ho
capito,
però
alla
fine
ci
ha
raccontato
che cedeva.
RISPOSTA -
Ho
detto
basta,
basta,
dovevo
dare
una
fine
a
questa cosa qua.
DOMANDA
-
Ecco, questo vorrei capire, quindi c’è stata una
fine drastica nel 2004…
RISPOSTA -
Sì, sì, ho dovuto…
DOMANDA
…
-
Nel
senso
che
lei
non
può,
dal
2004
in
poi,
avere alimentato delle speranza…
RISPOSTA -
No, no…
DOMANDA
… Perché ha avuto un comportamento rigido?
-
RISPOSTA -
Beh signora, se lei cede determinate volte, magari
l’altro…
RISPOSTA -
Sì, va bene, io…
DOMANDA
Io questo le sto chiedendo, di chiarire dal 2004
-
siamo sicuri che non ci sono state più queste…?
RISPOSTA -
No. Sì, sì, perché mi ammalavo io.
DOMANDA
-
Va bene.
DIFESA
-
Scusi, non è per caso che l’operazione di sua figlia
è avvenuta nel 2004? Le ha detto 1994, ma..?
RISPOSTA -
No, ho detto 2004.
GIUDICE
-
No, signora, aveva detto 1994.
DIFESA
-
Io avevo capito 1994.
RISPOSTA -
NO, 2004, nel 1994 neanche lo conoscevo.
GIUDICE
E beh, scusi, lei ha appena detto che dal 2004 ha
-
Rifiutato, ogni contatto.
267
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
RISPOSTA -
Ho
detto
2002/2003
l’operazione,
non
mi
ricordo,
non 2004 l’operazione, 2002/2003.
GIUDICE
-
Signora,
confermato
faccia
alla
attenzione,
difesa
che
adesso
l’operazione
ha
è
appena
del
2004.
Faccia attenzione alle risposte che dà.
RISPOSTA -
Abbia
pazienza,
non
ho
i
documenti,
non
mi
sono
portata la documentazione.
DOMANDA
-
E allora dica “non lo ricordo”.
RISPOSTA -
Non lo ricordo.
DIFESA
L’operazione
-
è
stata
gratuita
o
avete
pagato
qualcosa?
RISPOSTA -
Ma
niente,
era
era
un
un
ospedale
convenzionato,
ospedale,
neanche
se
non
era
ho
una
pagato
clinica
privata, era convenzionata.
DOMANDA
-
Ma era una clinica privata però. Neanche la degenza
avete pagato?
RISPOSTA -
Se era convenzionato?!
DOMANDA
-
Con cosa?
GIUDICE
-
L’ha pagato lui? Ma Avvocato, che tipo di intervento
è
questo,
scusi?
In
questa
fase
dovete
fare
solo
il
controesame, non dare risposte.
DIFESA
-
RISPOSTA -
Era convenzionata con cosa?
Ma
io
facevo
le
richieste
mediche,
le
portavo
all’ASL.
DOMANDA
-
RISPOSTA si
Glielo chiedo solo, per mia conoscenza.
Io facevo la richiesta del mio medico e il… (non
comprende)faceva
andavamo
là
con
la
la
richiesta
richiesta
dal
medica
suo
medico
ospedaliera,
normale.
GIUDICE
-
Cioè con l’impegnativa?
RISPOSTA -
Con l’impegnativa.
GIUDICE
E ha anche pagato un ticket?
-
RISPOSTA -
Sì.
DOMANDA
Quindi neanche la degenza è stata pagata? Io non
-
Dico l’operazione, ma neanche la degenza?
268
e
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
RISPOSTA -
No,
io
no,
perché…
no,
io
ho
pagato
solo
il
ticket…
DOMANDA
-
RISPOSTA -
Neanche sua figlia?
… Come se fosse un ospedale, ho pagato il ticket
per..
GIUDICE
-
Quanto tempo, scusi, è rimasta… Per quanto tempo
si è protratto il ricovero?
RISPOSTA -
Di mia figlia?
DOMANDA
Sì.
-
RISPOSTA -
Penso
tre
giorni,
l’intervento,
due
giorni,
tre
giorni, non ricordo bene, era il menisco.
DOMANDA
-
Altre domande?
DIFESA
-
Nessuna, signor Giudice. Grazie.
GIUDICE
-
Può andare, signora, grazie.
DEPOSIZIONE DEL TESTE – ROZZALA GIOVANNA
IL TESTE, AMMONITO AI SENSI DELL’ART.M. 497 DEL CODICE DI
PROCEDURA PENALE, LEGGE LA FORMULA DI RITO.
Generalità:
Rozzala
Giovanna,
nata
a
Tortorinolo
il
Animaviva.
Lei
7/11/54, ivi
residente in Corso Arto inferiore 93 I.
INTERVENTO DEL GIUDICE – Prego, difesa.
DIFESA – AVV. DE CONCETTI
DOMANDA
-
Signora,
sono
il
difensore
di
conosce il signor Animaviva e da quando?
RISPOSTA -
Eh, da tantissimo tempo, più di vent’anni.
DOMANDA
Possiamo definirla come un’amica di lunga data del
-
signor Animaviva?
RISPOSTA -
Sì.
DOMANDA
Quindi
-
è
a
conoscenza
di
fatti
anche
intimi
del
signor Animaviva?
RISPOSTA -
Sì.
DOMANDA -
E ci può dire, se non pare troppo generico al
269
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Giudice, che cosa sa della storia – sto parlando di
storia..
d’amore
–
del
Animaviva
con
la
signora
Boscarolo, vuole dirlo al Giudice?
RISPOSTA -
Sì,
è
una
storia
che…,
allora,
con
Animaviva
siamo amici da tantissimo tempo, dal 2001 lui è venuto
ad abitare dove abitavo io allora,
era
il
mio
dirimpettaio.
Via Quartiere Po e
Spessissimo
lui
era
a
cena,
cenava con mio marito e con me a casa e ci raccontava di
questa stranissima vicenda, di questo tira e molla, di
questa storia di questa donna di cui lui era follemente
innamorato
e
che
cercava
di
accettare
come
meglio
poteva.
GIUDICE
-
RISPOSTA -
Che significa “di accettare come meglio poteva?”
Perché era sempre un tira e molla perché questa
storia si interrompeva, poi la signora telefonava, poi
dopo
si
interrompeva,
sempre…
molto
molto
poi
le
strana
ritelefonava,
come
storia.
è
stata
Io
posso
testimoniare per quello che ho visto io, che spessissimo
a cena le telefonate arrivavano, di notte addirittura –
e perché lo so? – perché spesso, qualche volta gli ho
dovuto
prestare
la
macchina
per
andare
su
di
corsa
perché lei stava male, di notte, alle due e alle tre di
notte, a mezzanotte. E’ stato sempre un altalenarsi così,
finché a un certo punto io ricordo che, questa data la
ricordo bene perché purtroppo è una triste ricorrenza,
che
era
aveva
il
mancato
deciso
problema
Regala
aereo
di
suo
per
per
il
il
mio
papà,
1999
la
storia
interromperla,
dice
“adesso
che
dire
di
non
sapeva
compleanno
andare
nel
a
della
Nodral,
per
signora
lei
e
no
lui
basta…”,
purtroppo.
un
biglietto
per
la
figlia,
perché pare che la signora non avesse mai volato e poi
all’ultimo
“Senti,
venire
momento,
devo
con
funerale
andare
me”,
del
lo
tutto
felice,
io
Nodral
a
ricordo
mio papà, se
270
trafelato
perché
perché
era
ha
il
mi
dice:
deciso
giorno
di
del
no non ricordo..(non si
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Comprende)
questa
data.
E
allora
ho
detto:
“Va
beh,
benissimo, vi siete rimessi insieme?”, “Ma, non si sa”,
ed è stato tutto così, tutto così sempre.
Poi un’altra data che ricordo bene, nel 2003 – perché la
ricordo? – perché lui ha avuto un periodo di aspettativa
ed è stato in montagna dove io ho una casa, a Paerotta,
aveva fatto qualche lavoretto in casa, aveva scritto una
data,
2003
sul
muro,
ecco
perché
lo
ricordo,
era
proprio venuto anche per cercare di staccarsi da questa
donna,
che
però,
ahimè,
continuava
a
venire
su
alla
domenica. Lei veniva, avevano un cagnetto in comune, con
la
scusa
fatto
del
sta
cane,
la
scusa…,
non
so
per
che
cosa,
che spesso la domenica questa signora veniva
su, trascorrevano la giornata insieme e poi lei se ne
tornava a casa…
GIUDICE
-
RISPOSTA -
Lei l’ha visto questo?
Io
l’ho
visto,
io
la
signora
non
l’ho
mai
conosciuta personalmente, l’ho vista la prima volta qua
fuori, però è una vallata abbastanza stretta, il fiume
lì
sotto
che
scorre,
si
vedeva
da
casa,
si
vedeva
facendo la passeggiata con mio marito, tantissime volte
ho visto lei.
GIUDICE
-
Che arrivava però con il signor Animaviva?
RISPOSTA -
Ma no, Animaviva era da me.
DOMANDA
Era sola?
-
RISPOSTA -
Se venisse da sola, io l’ho vista spesso con delle
amiche,
veniva
partiva,
su
andavano
con
giù,
delle
amiche,
stavano
al
telefonava,
fiume
il
Tony
pomeriggio,
non mi ricordo se pranzassero assieme o no, questo non
me
lo
questo
ricordo,
è
poi
successo
lei
alla
spesso.
sera
Una
tornava
volta
a
ricordo
casa.
E
che
la
signora con Animaviva è venuta a casa, mi aveva detto:
“Posso venire a farti conoscere Arianna?”, io ho guardato
mio
marito,
non
eravamo
assolutamente
in
condizioni
di
ricevere nessuno, stavamo trafficando nell’orto, dico:
271
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
“Senti,
facciamo
proprio
nessuna
un’altra
voglia
volta”,
di
poi
conoscere
dico
“Non
questa
ho
signora
perché… non ne ho voglia, comunque non oggi”.
La
settimana
seguente
questa
signora
mi
telefona.
Indispettita perché io non l’avessi fatta entrare e io
le ho semplicemente detto: “Guardi signora, che primo
non
eravamo
dico,
io
in
non
condizioni
di
neanche
voglia
ho
ricevere
di
nessuno
mettermi
e
in
poi,
questa
vostra storia, di essere coinvolta?, e lei mi disse che
non
riusciva
assolutamente
a
liberarsi,
disse
lei,
di
Animaviva e io ho detto: “Guardi signora, che non penso
sia impossibile, anche perché se una persona non vuole
più stare con un’altra esiste un no, non esiste oggi non
ci sto, poi ti telefono, poi ti chiamo, poi ti vengo a
trovare, poi faccio il viaggio, poi faccio la vacanzina,
poi
andiamo
a
cena,
poi
ricominciamo,
poi
interrompiamo”, e così si è conclusa la telefonata. Io
poi da allora questa signora non l’ho più vista, cioè
non
l’ho
sentita.
vista
Poi
neanche
questa
quella
storia
di
volta,
nuovo
si
non
l’ho
interrompe,
più
di
nuovo…
DOMANDA
-
RISPOSTA -
Questa telefonata quando si è verificata?
La settimana successiva alla domenica in cui era
venuta, la domenica successiva.
DOMANDA
-
RISPOSTA -
In che periodo siamo?
Siamo
scrittina.
fisso
di
nel
Aveva
2003,
lo
ricordo
telefonato
Paerotta,
perché
sul
lei
sempre
per
telefono
telefonava
quella
che
spesso
ho
a
Animaviva mentre lui era lì, di fatto non conosceva il
mio numero di cellulare, ma conosceva il mio numero di
casa. Poi cosa è successo? Alla fine.. Poi non so, le
cose sono sempre continuate in questo modo, finché nel
2004 ricordo che Animaviva mi ha chiesto se mio marito
poteva…
Mio
marito
è
un
ortopedico,
se
poteva
interessarsi per il ricovero della signora nella clinica
272
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
dove lui lavora. E’ stata ricoverata, poco tempo dopo ha
chiesto
se
menisco,
poteva
la
Tortorinolo,
anche
figlia
essere
arrivava
comunque
in
operata
da
la
Mirini,
fretta
e
figlia
non
furia,
al
era
con
a
tutta
l’urgenza di questo mondo perché lei aveva un problema
lavorativo
stata
e
non
operata
e
poteva
poi
assentarsi
le
cose,
poi
per
noi
molto
tempo,
abbiamo
è
cambiato
casa, però so che la storia ha continuato ancora, sempre
sempre in questo modo. Lui cercava di allontanarsi, lei
gli
telefonava,
lui
cercava
di
allontanarsi,
lei
si
presentava.
Questa
storia,
le
ripeto,
tutti
questi
anni
è
stata
caratterizzata da questo… (non si comprende)
DIFESA
ci
è
Quindi, perché la signora poco fa, la parte offesa
venuta
a
dire
poco
fa
che
invece
era
un
assillo
continuo, anche in Erichi del Animaviva. Lei invece ci
sta dicendo adesso che era la signora che telefonava.
RISPOSTA -
Io
non
posso
dire
cosa
succedeva
in
Erichi
ovviamente, io posso dire quello che..
DOMANDA
-
Ma
come
fa
a
sapere,
ad
esempio
mi
viene
la
curiosità, delle telefonate, perché lei dice abitava in
Via Quartiere Po di fronte al Animaviva, come faceva a
sapere che la signora telefonava a Animaviva?
RISPOSTA -
Perché
cenava
con
noi
spessissimo,
lui
essendo
solo…
DOMANDA
-
Quindi telefonava al cellulare?
RISPOSTA -
Telefonava sul cellulare, certo.
DOMANDA
Questo una volta o più volte in una sera?
-
RISPOSTA -
No, in una sera più volte no, però io so che quasi
sempre tutte le volte che era a cena da noi, noi...
DOMANDA
-
RISPOSTA -
Cioè la telefonata partiva dalla signora?
La
telefonata
arrivava
dalla
signora,
sì,
sì,
spessissimo lui poi andava su. Questa una mia cosina, io
gli avevo detto: “Smettila, se non sta bene, non dico di
disinteressarti,
manda
la
273
guardia
medica,
se
no
non
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
interromperai
mai
questa
cosa”,
io ricordo anche
lui
aveva cercato di avere altre storie, ha conosciuto altre
ragazze, ci ha presentato altre ragazze con cui usciva,
però
poi
richiesta
arrivava
di..,
puntualmente
la
richiesta
la
telefonata,
che
può
essere
la
di
intervento, per esempio, non so..
DOMANDA
-
RISPOSTA -
Di aiuto..
.. Di aiuto, di cose, oppure la macchina rotta, o
la figlia che aveva bisogno di un’altra cosa, o..
DOMANDA
-
Invece andava su a ripararla?
RISPOSTA -
Sempre, sempre, che io sappia, sempre.
DOMANDA
Magari glielo diceva il giorno dopo “ho ricevuto
-
una telefonata in piena notte dalla signora”…?
RISPOSTA -
Sì, beh, in
piena notte ovviamente
non
veniva a
dirmi..
DOMANDA
-
No, ma è successo che le abbia detto “sai, mi ha
telefonato nuovamente”..
RISPOSTA -
Sì, sì,
le
ripeto, qualche
volta è
successo che
l’ho vissuta in diretta perché è venuto a chiedermi se
poteva usare la macchina, perché magari era..
DOMANDA
-
RISPOSTA -
Per precipitarsi su a Erichi?
Per precipitarsi su a Erichi. Questo testimone io,
testimone mio marito.
DOMANDA
-
Quindi
un
rapporto,
possiamo
definirlo
di
disponibilità di Animaviva nei confronti della signora?
RISPOSTA -
Eccessiva.
DOMANDA
Eccessiva?
-
RISPOSTA -
Sì, per le richieste della signora, per quello a
cui ho potuto assistere io sì.
DOMANDA
-
Per quello che lei sa?
RISPOSTA -
Per quello che so e per quello che ho visto.
DOMANDA
E’
-
inutile
che
io
innamorato di questa donna?
RISPOSTA -
Beh, direi proprio…
DOMANDA
E’ ovvio no?
-
274
le
chieda
se
Animaviva
era
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
RISPOSTA -
.. All’eccesso. Veramente innamorato, sì.
DOMANDA
Proprio
-
da
amica
quale
lei
è,
Animaviva
è
una
notare
che
persona gentile, tranquilla?
RISPOSTA -
Guardi,
io
non
ho
mai
avuto
modo
di
fosse una persona maleducata, una persona invadente, una
persona..
DOMANDA
-
RISPOSTA -
Fuori dalle righe..?
Sì,
non..
non
lo
riconosco
per
come
viene
descritto...
DOMANDA
-
Con lei non ha mai…, con voi, con lei, suo marito,
non ha mai trasceso?
RISPOSTA -
Assolutamente no.
DOMANDA
No,
-
parliamo
della
signora,
dicendo
“Questa
questa… Etc.”?
RISPOSTA -
No,
lui
ne
parlava
sempre
come
una
persona
innamorata che parla di questa persona e lui a un certo
punto diceva “io non posso cambiarla, io sono innamorato
di
questa
donna,
l’accetto
così
com’è
con
tutte
le
umiliazioni che mi procura, però l’accetto così”.
DOMANDA
-
Io altre domande non ne ho.
GIUDICE
-
Signora,
lei
ricorda
di
telefonate
arrivate
sul
cellulare del Animaviva dopo il 2004, dal 2004 al 2005?
RISPOSTA -
Ne saranno arrivate di sicuro, però io non.. può
darsi che.., io le ripeto, sono rimasta in quella casa
fino
alla
Sicuramente
fine
del
perché
2004,
lui
poi
abbiamo
continua
a
cambiato
frequentarci
casa.
ancora
oggi, telefonate ne sono arrivate, però io..
DOMANDA
-
Come
“continua
a
frequentarci
ancora
oggi”
che
più
lì,
significa?
RISPOSTA -
Animaviva,
anche
se
adesso
non
abito
continua..
DOMANDA
-
Si,
va
beh,
ma
non
Boscarolo a tornare?
RISPOSTA -
No, no, lui.
275
è
che
continua
la
signora
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
DOMANDA
-
Io le sto chiedendo se lei ha un ricordo preciso
di telefonate intervenute durante queste
vostre
cene
da parte della signora Boscarolo dal 2004 in poi.
RISPOSTA -
Fino al 2004 di sicuro perché ho abitato lì e me
lo ricordo.
DOMANDA
-
Dal 2004?
RISPOSTA -
Poi no,
no.
Se
parliamo dell’inizio
del
2005 in
poi, non lo ricordo.
DOMANDA
-
No, sto parlando dell’inizio del 2004.
RISPOSTA 2004
Inizio
la
2004
signora
l’intervento
sì,
è
della
tant’è
stata
che
nella
ricoverata
figlia,
per
il
da
suo
primavera
mio
marito
ricovero,
del
per
questo
sì, lo ricordo bene.
DOMANDA
-
RISPOSTA periodo
2003,
Lei è sicura di questa data?
Sicura, sicura. Sicura perché l’anno successivo al
che
era
lui
ha
trascorso
l’estate
del
in
2003,
montagna,
è
stata
che
la
era
del
primavera
successiva.
DOMANDA
-
RISPOSTA -
E la figlia in che periodo è stata operata?
Uguale, subito dopo, so che era stata ricoverata
la mamma per degli accertamenti e poi subito dopo aveva
chiesto
a
mio
marito
se
poteva
d’urgenza
operare
figlia perché si era..
DOMANDA
-
Dov’è stata operata?
RISPOSTA -
Nella clinica dove lavora mio marito.
DOMANDA
E’ una clinica convenzionata?
-
RISPOSTA -
Una clinica convenzionata.
DOMANDA
Va bene. Possiamo congedare la teste? Grazie.
-
Buongiorno.
276
sua
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
ESCUSSIONE DEL TESTE MOUNTAGIU BHANANE
Generalità: Mountagiu Bhanane, nata a Biancacasa il 8/5/1977,
residente a Tortorinolo, in Via.. (non si comprende, pare
dica Porta Pia 10).
GIUDICE
-
Senta, lei ha un bar con la signora Sconiglio ?
RISPOSTA -
No, avevo un bar con la Sconiglio.
DOMANDA
Lo aveva?
-
RISPOSTA -
Sì,
DOMANDA
La figlia della signora Boscarolo.. Allora, il vostro
-
capitolo
di
Sconiglio,
prova
è
figlia
quale
della
contitolare
persona
con
offesa,
la
di
Signora
un
bar
in
Tortorinolo all’epoca dei fatti, potrà riferire in ordine
agli accessi dell’imputato presso tale locale e rapporti
tra lo stesso e signora Sconiglio.
DIFESA – Avv. De Concetti
DIFESA
-
Traduco, per la signora. Allora, conosce il signor
Animaviva?
RISPOSTA -
Sì, l’ho visto una volta.. due volte.
DOMANDA
L’ha
-
visto
da
solo
o
l’ha
visto
con
la
signora
Boscarolo?
RISPOSTA -
L’ho visto da solo, è venuto a prendere una pianta
al bar Caffellatte, di cui ero proprietaria insieme alla
signora Sconiglio e poi l’ho visto un’altra volta al bar
Caffellatte da me.
DOMANDA
-
Conosce la signora Boscarolo?
RISPOSTA -
Chi sarebbe la signora Boscarolo?
DOMANDA
-
La parte offesa.
GIUDICE
-
La madre della signora Sconiglio, lei l’ha mai vista?
RISPOSTA -
Sì, sì.
DIFESA
Cosa
-
sa,
ci
sono
stati
all’interno
di
quel
bar
degli screzi?
RISPOSTA -
No,
assolutamente,
io
ripeto:
ho
visto
questo
signore una volta, è venuto a prendere la pianta, l’ha
portata via e poi si è presentato nell’altro bar che ho
277
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
adesso
dicendomi
di
questa
cosa
qua,
che
mi
avrebbe
citato per testimoniare. Questo è quanto.
DOMANDA
-
RISPOSTA -
Senta, in che periodo è venuto per questa pianta?
Allora,
io
la
società
l’ho
fatta
nel
2001,
nell’arco, sarà stata l’estate del 2001, adesso..
DOMANDA
-
Lei quindi non sa null’altro dei rapporti tra il
signor Animaviva e la madre della sua ex socia?
RISPOSTA -
No.
DIFESA
Nessun’altra domanda.
-
Esito: rinvio
Data: 20 novembre 2008
Quello che voglio dirvi, prima che leggiate
la mia
memoria difensiva n°2, è che nessuno, tanto meno gli
avvocati che mi hanno difeso, hanno messo mano ai
miei scritti difensivi. La farina è del mio sacco, buona
o cattiva che possa risultare. Soltanto ad un amico ho
permesso di esprimere la sua critica e sempre soltanto
a questi ho consentito di esternare, i suoi gentili,
consigli di pacatezza.
278
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
MEMORIA DIFENSIVA DUE
Procedimento penale n. 6161/07 R.G.
A carico di:
Antonio Animaviva
Egregio Signor
Giudice
Dott.ssa
Aristocratico
Egregio P.M.
Dott.sa
Dugarretti
La deposizione resa in aula il 17/06/2008 dalla signora
Boscarolo mi induce ancora una volta a formare una memoria
corredata da allegati al fine di provare che la denunciante, ora,
anche sotto giuramento, continua a mentire sugli episodi e sulle
circostanze che formano la lunga relazione sentimentale che c’è
stata con il sottoscritto.
Quello che voglio provare è che la signora Boscarolo
artatamente manipola gli eventi in modo che l’accaduto possa
apparire un reato mentre tutto il vissuto dal 1996 sino al 2004 è
una comune relazione in cui il sottoscritto si pone, senza riserve,
al “servizio” della propria compagna la quale comprendendo che il
mio carattere, il mio altruismo e la mia coscienza non mi
permettono di dire mai di no ad ogni sua richiesta e ciò anche
perché la stessa reiteratamente esercita pressioni psicologiche sul
sottoscritto circa la sua “malattia” e sugli eventi che la correlano.
Ella sfrutta al meglio la situazione fino a quando il sottoscritto il
17/06/2004 decideva di mettere fine alla relazione.
279
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Quel giorno, Le rammento, su richiesta della signora Boscarolo
portavo via tutti i regali che le avevo donato durante la nostra
relazione e su decisione della stessa portavo via con me
definitivamente il cane che era di sua proprietà e che mi fu ceduto.
Di lì in poi, per quanto mi consta, la signora Boscarolo ha
pianificato e poi messo in atto ciò che a suo modo di vedere sarà la
sua vendetta nei confronti della mia decisione di troncare
definitivamente quella che era, a mio giudizio, una relazione di
grande e intenso sentimento, ma che ella, per quanto mi consta,
psichicamente disturbata, vuol fare intendere a codesto Tribunale
sia invece stata una relazione portata avanti solo da parte mia.
Certo non posso dire io allora quali fossero i sentimenti della
signora Boscarolo, certo è che lei è presente nella mia vita dal
1996 al 2004 per sua spontanea volontà e ciò è emerso senza
ombra di dubbio dalle testimonianze rese dal teste escusso in
aula, la signora Rozzala e se fosse stata permessa la
testimonianza di altre persone, ciò che sarebbe emerso
avrebbe suscitato un grande stupore, oltre che convincere il
Giudice, riguardo alle menzogne enunciate dalla mia ex
partner.
Signor Giudice, la questione principale è farle comprendere
l’abilità mentale, la furbizia e la scaltrezza in questo caso
accusatoria della signora Boscarolo, ella sia nella querela che nella
deposizione in aula manipola gli eventi alterandoli in maniera per
cui da uno o più episodi accaduti veramente, con lievi mutamenti
della realtà si possa giungere alla conclusione che il sottoscritto è
un molestatore.
Non Le chiedo sicuramente di tralasciare quanto è scritto in
querela dalla denunciante dove anzi, a mio avviso, si possono già
trovare mille contraddizioni ma Le chiedo cortesemente di
focalizzare tutta la Sua attenzione sulle dichiarazioni rese dalla
stessa sotto giuramento il 17/6/2008 e accertare se le mie
conclusioni possano essere condivise, ovvero: la signora
Boscarolo durante la deposizione, quando le fa comodo ricorda
280
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
date e fatti ma teme che le sue stesse risposte la smentiscano,
allora diventa vaga e comincia a non ricordare.
Un esempio stigmatizzante lo si può trovare già dalla prima
domanda: “Quando ha conosciuto Animaviva?” più avanti, nel
mio scritto e con il sussidio degli allegati, Le proverò che ella
mente. Quello che mi preme, è di farLe capire perché mente già da
questa prima domanda.
La data della nostra conoscenza è di almeno 25 anni prima di ciò
che lei ha dichiarato (1996), ma ammettere questa verità
confermerebbe, come ho già avuto modo di spiegarLe nella mia
prima memoria difensiva, che la signora venne nella sala danze La
Mazurca a Tortorinolo nel 1996, stuzzicata dal racconto
dell’amica Maria, ovvero che Maria le disse di avermi conosciuto
nella sala danze “la Mazurca” e che, avendo io saputo che la
signora Maria abitava in Erichi, nel chiacchierare del più e del
meno dissi alla stessa che nella città di Erichi aveva lavorato tanti
anni mio padre, che i miei zii abitavano ad Erichi e che lì
conoscevo parecchie persone tra cui Aura Boscarolo e Arianna
Boscarolo.
Ecco il punto che la mia ex vuole nascondere ed è il fatto di essere
venuta alla Mazurca per incontrarmi perché lei sapeva benissimo
chi ero e chi era mio padre, ma ciò vuol dire ammettere
apertamente che così facendo fu lei a tradire suo marito e non il
contrario e soprattutto che fu lei, incuriosita, a venire a cercarmi
e anche a scegliermi quale “amante”.
Se non bastasse, signor Giudice, questa mia ricostruzione, sarebbe
sufficiente verificare la data della presentazione della domanda di
separazione dal marito avvenuta ben dopo l’aprile-maggio del
1996, data dichiarata dalla denunciante in aula, per indicare
l’inizio della nostra relazione, seguita inoltre dalla sua ammissione
di essere venuta in ferie con me nel 1996, per comprendere che la
denunciante usa la strategia del ricordare in parte o solo ciò che le
fa comodo e mi consenta, Signor Giudice, mi pare una teoria poco
probabile se lei sostenesse in un altro ipotetico interrogatorio di
281
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
essersi dimenticata che mio padre lavorava con i suoi parenti più
prossimi o che io ero già stato amico della sorella o che ci siamo
visti tante e tante volte in altri locali pubblici.
Mi permetta signor Giudice, le bugie hanno le gambe corte ma i
bugiardi vogliono fare lo stesso tanta strada e allora detta la
prima bugia iniziano a dirne a catena. Certo, se mi soffermassi
su tutte dovrei scriverLe fiumi di parole perciò mi limito a
scriverle di quelle più palesi ed eclatanti.
La signora Boscarolo nella sua deposizione del 17/06/2008.
P.M.: Lei, quando conobbe il Animaviva?
Lei risponde di seguito: nell’aprile del 1996 replicando a pagina
31: No, nel 94 neanche lo conoscevo.
Le spiego qui di seguito perché mente.
Come ho già avuto modo di dirLe mio padre lavorava ad Erichi in
uno stabilimento dove prestavano la loro attività lavorativa anche i
fratelli, la sorella e il padre della signora Boscarolo.
Io sin da ragazzo frequentavo la cittadina di Erichi,
soprattutto una sala da ballo che si chiamava il Puma.
Al Puma si esibiva un complesso (Le slavine) che era composto da
persone di cui in parte o tutti (non ricordo esattamente) erano
colleghi di lavoro di mio padre, i quali come secondo lavoro
suonavano. Nell’anno 1972/1973 frequentando i locali pubblici di
Erichi conobbi Aura, la sorella della signora Boscarolo.
Nacque tra la sorella e me una semplice amicizia.
In occasione del mio compleanno, il 14 febbraio, la festa di San
Valentino, io ho sempre festeggiato il mio compleanno come si
usava a quei tempi con una festa in casa. Alla festa dei miei 17
anni, 1973, svoltasi a casa mia in via Guserana 91 a Tortorinolo,
era presente anche Aura Boscarolo (all. n. 1 - foto).
In quell’occasione andai a prendere a casa Aura che abitava con la
sua famiglia in via della Dualgeria ad Erichi. Fu in
quell’occasione che conobbi per la prima volta Arianna.
282
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Ad Erichi, oltre che il Puma c’era un’altra sala da ballo, il Tio
Club, Arianna frequentava quella sala dove io e i miei amici
andavamo in alternativa al Puma e lì ebbi modo di incontrare
spesso la signora Arianna la quale, nei tempi della nostra relazione
mi rammentava, spesso con grande enfasi, la sua amicizia con il
proprietario della sala, rimarcandomi il fatto che il signor Tio
diceva sempre che lei era la sua “preferita”.
Perché Lei, signor Giudice, meglio comprenda che la mia vita di
relazione si svolgeva nei dintorni di Erichi, devo dirle ancora che
sempre nel 1973 venni a conoscenza che a pochi chilometri di
distanza da Erichi, nel Comune di Sudino San Michele era nata
una nuova sala da ballo, il Sumic’s Palace.
Con i miei amici andammo la prima volta in occasione del
concerto di Claudio Raglioni e poi, piacevolmente impressionati
dal come era frequentata la sala, ci recammo abitualmente sino
alla sua chiusura che avvenne all’incirca nel 1978-80 a causa di
due incendi dolosi che la distrussero prima parzialmente e poi
definitivamente.
Durante la mia assidua frequentazione conobbi i soci proprietari
della sala con i quali instaurai anche un rapporto di lavoro che mi
permetteva di entrare sempre gratuitamente e di guadagnare
qualche lira, in quegli anni feci un po’ lo strappa biglietti, il
guardarobiere, il disc-jokej e il sorvegliante.
L’attività che mi affidò il proprietario e che più mi piacque fu di
portare nei comuni limitrofi i manifesti dei concerti che si
tenevano al Sumic’s Palace. Fu proprio per quella mansione che
conobbi tutti i Comuni limitrofi ad Erichi sino ad arrivare ad Itas e
furono questi incarichi che permisero di conoscere centinaia di
persone e alcune delle quali divennero compagne o amicizie.
Durante il periodo chiamato austerity (dicembre 1973) in cui
venne introdotta la circolazione delle auto con targhe alterne, mi
fu affidato anche il compito di accompagnare l’autista di un
pulmann messo a disposizione dalla sala da ballo in tutti i Comuni
limitrofi per prelevare i frequentatori della sala.
283
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Posso affermare, signor Giudice, che pur vivendo a Tortorinolo,
dal 1972 al 1981 ho vissuto la mia vita di relazione tra Erichi ed
Itas. Le frequentazione di Erichi e paesi limitrofi per me non sono
mai cessata perché ho avuto in seguito un’altra relazione con una
donna che abitava ad Erichi.
Mi sono permesso, signor Giudice, di raccontarLe il mio vissuto
tra gli anni 72 – 81 perché la signora Boscarolo (vedi a pagina 26
verbale dell’udienza del 17/6/2008) vuol far intendere alla
Signoria Vostra che il sottoscritto non ha nulla da fare nei pressi
della cittadina di Costa e intenzionalmente vuole far credere che la
mia presenza in quei luoghi sia da imputare a mie “attenzioni
morbose” nei suoi confronti da connotare quali molestie.
La prego quindi di ben valutare ciò che ho già dichiarato e ciò che
le dirò appresso.
Nel corso della mia frequentazione e attività lavorativa presso la
sala danze di Sudino San Michele (Novavilla d’Itas), come Lei
potrà immaginare e come io ho poc’anzi detto, ho avuto il piacere
di conoscere persone con cui ho avuto un’ amicizia e con alcune
anche delle relazioni.
Non intendo tediarla con il lungo elenco che potrei fare, mi
soffermo solo al fine di provarLe le mie dichiarazioni con alcune
di queste amicizie e frequentazioni di cui purtroppo tre di queste
sono passata a “miglior vita”.
Il primo, il più caro amico del Music’s Palace fu Luigi Misconti il
quale abitava nel Comune di Valtenera e che morì a causa di un
tumore il 20/11/1979 e venne sepolto nel cimitero di Valtenera
sito a pochi minuti da Costa di Erichi. (All. 2).
La seconda è una persona con cui ho avuto una relazione
(platonica) e negli anni è rimasta una grande amicizia finita
purtroppo a causa del suo prematuro decesso nell’anno1996.
Di questa amicizia conservo ancora una sua lettera datata
Novavilla 13 febbraio 1975. il timbro sulla busta è 14 febbraio
1975 (All. n. 3). Antonietta è sepolta nel cimitero di Novavilla.
La terza persona, Milena, era la mia compagna nel 1975.
284
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Abitava a Tortorinolo ma aveva una casa con gli zii vicino a
Novavilla dove spesso trascorrevamo dei fine settimana.
Una sera tornando dal Sumic’s Palace fummo urtati da un’auto
che non rispettò la precedenza, la perizia del Tribunale sentenziò
che quell’auto viaggiasse a 100-120 chilometri orari.
Lei morì all’istante e io fui portato all’ospedale quasi indenne
nonostante l’urto violento e la mia auto in fiamme.
Milena è sepolta nel cimitero dietro Borgo Stazione – frazione di
Novavilla.
La quarta persona, Giorgina, abitava a Francavilla d’Itas.
Ebbi con lei una relazione che durò dal 1973 al 74. per due anni e
più e quasi giornalmente a bordo della mia vespa (non avevo
ancora la patente) andavo a Francavilla con Giorgina e
frequentavo tutte le località limitrofe.
E’ importate, signor Giudice, che Le racconti che Giorgina
nell’agosto del 1973 andò al mare con le cugine Grazia,
Margherita e l’amica Eliana. Si recarono tutte e quattro a
Vellarbise (provincia di Mirini). Giorgina con una lettera
speditami da Vellarbise mi chiedeva di andarla a trovare il 5
agosto 1973 (All. 4).
Il 5 agosto 1973 mettevo piede per la prima volta da solo e non in
compagnia dei miei genitori, in terra di Ramogna. (All. 4 bis –
foto).
Dal 1973 ad oggi non c’è stato anno in cui io non mi sia recato in
una località della Ramogna da Atea a Vellarbise.
Chiaramente ciò che ho descritto era al fine di provarLe che sia
Costa che Mirini e zone limitrofe sono state da me frequentate da
oltre 25 anni e ciò è in netta opposizione alle dichiarazioni
tendenziose della signora Boscarolo.
Al fine di meglio provare la mia decennale presenza in Ramogna,
Le allego copia dei certificati rilasciatimi dall’istituto di cure
termali Giocondo Alessio che comprende gli anni dal 1985, ’86,
’87, ’88, ’89, 90, 91, 92, 94.
285
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Inoltre riconducibili alla mia presenza nel territorio di Ramogna
produco una serie di documenti: cartoline da me spedite dalle città
di Separo e Mirini del 21/7/1968 – 25/7/1968 e 2/6/1993; una
lettera speditami da un’amica con cui ho avuto una relazione
durata due stagioni dalla città di Atea il 24/8/1983; varie ricevute
dal 1987 al 2008 da cui si può evincere che il sottoscritto ha
dimorato in varie località della Ramogna anche più volte nello
stesso anno. (All. 5 – 1/30)
Mi consenta dire, ancora una volta, che se esaminassi ogni
menzogna detta nell’udienza del 17/6/2008 non finirei mai questo
scritto, perciò mi riprometto ancora di esaminare le bugie più
evidenti, al fine di farle comprendere la malafede e la falsità della
signora Boscarolo.
A pagina 4 dell’udienza del 17/6/2008
La signora Boscarolo dice: “Mi ero appena separata…”
Questa è un’altra dichiarazione falsa che si lega alla prima.
Lei non era separata, il marito stava ancora con lei sotto lo
stesso tetto coniugale, tanto è vero che per partire assieme per le
vacanze da trascorrere in Ramogna ci demmo appuntamento nel
Comune di Variano vicino alla stazione ferroviaria e precisamente
in una piazzetta dove vi è una particolare e sgraziata statua che mi
pare sia dello scultore Jo Verdura.
Arianna fu accompagnata dalla sua amica Peppiniella la quale
venne poi sempre in quel luogo a riprenderla al nostro ritorno.
Mi permetto di indicarLe che la foto All. n. B dell’album,
depositata in udienza, è una istantanea scattata durante una
passeggiata serale a Mirini, che di per se stessa può dare un’idea
di quali erano i rapporti tra me e la allora mia compagna.
286
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
A pagina 5 dell’udienza del 17/6/2008
Il P.M. domanda (e io direi suggerisce): era diventato ossessivo?
La Boscarolo risponde: “ Sì”.
A tale proposito, signor Giudice, vorrei dire che la mia ex
compagna anche questa volta mente. Io non dovevo, su sua
richiesta, farmi vedere sotto casa, lei mi diceva di aspettarla
nel negozio di gastronomia di Maria, anche questa però era
una assurdità, perché il negozio era esattamente davanti alla
porta di casa sua.
Sempre a pagina 5 la signora Boscarolo prosegue dicendo
(sempre, a mio avviso, su suggerimento del P.M.): “ Sì, sì, lui
veniva anche al posto di lavoro, telefonava e mi aspettava fuori
dell’ufficio”.
Certo che l’aspettavo fuori dell’ufficio, signor Giudice, era lei che
mi aveva chiesto di non incontrarci sotto casa sua e di andarla
sempre a prendere in ufficio.
L’ufficio era insediato nel complesso commerciale il “Caldo” di
Erichi dove vi era anche un bar ristorante e proprio lì abbiamo
iniziato a pranzare assieme decine di volte.
Non le pare strano, tra l’altro, che io sia andato decine di volte
dentro a quell’ufficio se non ero gradito? (un molestatore).
Quando Lei vorrà io potrò descriverLe gli interni di
quell’ufficio ma sin d’ora Le dico che oltre che l’attività edile, il
suo principale nel suo ufficio personale aveva parecchi trofei e
gadget legati ad una seconda attività, ovvero il tiro al piattello (con
la carica di segretario dell’associazione), tanto è vero che Le posso
aggiungere che la signora Boscarolo si diceva “stressata” dal
gestire anche tutte le incombenze che ruotavano attorno
all’associazione, oltre a quelle della Geranio s.r.l.
Le rammento inoltre che già nella memoria difensiva Le ho fornito
la prova che era anche la signora Boscarolo che mi telefonava dal
lavoro (è il nastro audio All. n. 18) ed il periodo, Le ricordo, è
287
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
ben stabilito perché risale al decesso di mio padre avvenuto il 9
gennaio 1997.
Per quanto riguarda la frequenza dei nostri incontri la signora
Boscarolo diceva, sempre a pagina 5: “durante la settimana” e
cerca con grande disinvoltura di sorvolare sulla verità e la verità è
che io andavo, previa telefonata di accordo, ogni volta che potevo,
compatibilmente con il mio lavoro.
I turni del mio impiego erano: dalle 7 alle 14,12 e dalle 13 alle
20,12. Lei usciva alle 12,30 dall’ufficio. Lascio a Lei trarre le
conclusioni.
A pagina 6
La signora Boscarolo riguardo alla sua salute, rispondendo alle
domande del P.M. dice: “Sì, perché questo mi causava
tensione…….”
Intanto, signor Giudice, La prego di leggere la risposta data poco
prima, in riferimento alla sua malattia, sempre a pagina 6 al rigo
11 e 12: “Si è scatenata proprio in quel periodo… probabilmente
lo stress comunque della separazione”.
Ecco, finalmente, un pezzo di verità.
Come Le ho detto nella mia prima memoria difensiva chi
“l’aspettava” e la seguiva era il marito che si era accorto della
nostra relazione e che, come Le ho già raccontato, una sera, al
nostro ritorno da ballare l’ aspettò sotto l’allora casa coniugale e la
malmenò, infatti lei mi disse piangendo che la prese per il collo e
che se lui ora non se fosse andato (da casa) se ne sarebbe andata
lei.
Sono altre le componenti che scatenano i suoi malanni, peraltro
già conosciuti dal suo medico curante, la dott.a Bulbo, che nel
certificato già allegato nella mia memoria difensiva scrisse: a 27
anni ricovero per polmonite (all’età di 27 anni ovvero 1982); a
33 anni ricovero per sindrome vertiginosa (all’età di 33 anni
ovvero 1988). Quindi le sindromi vertiginose, che furono il
segnale che ella aveva già problemi di salute legati alla
288
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
sindrome di STERC, alla manifestazione di Naudeyr, al
Redosclerima e al Pio- Oriditismo autoilleso si manifestarono
già nel 1988 ovvero otto anni prima che nascesse la nostra
relazione.
Ma lo stress più importante la signora Boscarolo me lo indicò lei
stessa già dai primi mesi della nostra conoscenza e lo stress si
chiama Fagiano Pino e figlio. Il primo, il suo principale presso la
Geranio s.r.l., mi è descritto come un vecchio confusionario che
non le dà mai tutte le fatture, che le perde e lei non riesce mai a
presentare la contabilità alle scadenze, inoltre lei mi confidava che
erano tanti i soldi che “giravano in nero” e che era lei che doveva
gestirli, portarli nelle banche (so dirLe anche le banche signor
Giudice: San Pietro, in piazza Garibaldi– Erichi; Democratica
di Novara, in piazza Uberto 1°- Erichi e Unidebit di Via Villa
di Città - Erichi, (quest’ultima come Tesoreria ), inoltre già dal
2002 la mia ex compagna, signor Giudice, mi confidava che la
Geranio s.r.l. era destinata a fallire.
A questo punto, signor Giudice, devo dire che aveva ragione
perché la Geranio s.r.l. ha iniziato le procedure di fallimento
proprio quest’anno ed esattamente il 23/7/2008 (All.n. 6 – 6 bis –
6 ter)
L’episodio che mi tocca di più e che mi fa condividere
emozionalmente le “pene” della mia ex compagna è quando lei mi
racconta che il suo capo è nei guai perché non riesce a farsi pagare
i lavori, già iniziati, di una nuova costruzione edile relativa ad una
Villetta a Nipo Tortolinese, sita in strada Tortorinolo 510.
Anche di questa costruzione la signora Boscarolo si lamentava con
me che gran parte delle somme erano “circolate” in nero e che lei
rischiava sempre personalmente girando con tutti quei soldi.
L’ultima cosa che devo dirLe, signor Giudice, circa i problemi sul
lavoro e sul relativo stress subito dalla mia ex compagna è un fatto
parzialmente già da me riportato nella memoria difensiva a pagina
24 e che ora Le voglio meglio definire.
289
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Il giorno 2 agosto 2003 (All. n. 7) la signora Boscarolo mi
telefonava e mi diceva di andare subito a comperare il quotidiano
La Bugiarda. La sua voce era roca e non posso dirlo con certezza
ma mi è parso piangesse. Le chiesi cosa era accaduto e lei mi
diceva che lo sapeva che prima o poi sarebbe successo qualcosa,
Fagiano è un brav’uomo ma se l’è proprio andata a cercare.
A quel punto iniziai a capire che mi parlava di qualche cosa
successa e inerente al suo lavoro.
Le chiesi di essere più chiara e lei mi disse che era morto un
operaio nel cantiere di Tortorinolo. Ero già stato messo al corrente
di quel cantiere dalla signora Boscarolo che me ne parlò perché
dovendosi recare e non conoscendo Tortorinolo, voleva sapere
quale strada percorrere, invece la accompagnai io perché lei mi
pregò di farlo.
La conversazione quel sabato 2 agosto 2003 proseguì e mi disse
che quell’evento le aveva fatto decidere definitivamente di
dare le dimissioni.
C’è un particolare, signor Giudice, che mi preme evidenziarLe
riguardo all’articolo de La Bugiarda del 2/08/2003.
Come Ella potrà vedere, nell’ultima colonna dell’articolo è citata,
come impresa che realizzava l’opera di costruzione, dove avvenne
l’incidente mortale, la “Orchidea di Erichi”.
E’ chiaro che il compositore o il giornalista erroneamente scrisse
Orchidea anzichè Geranio e ciò si può evincere dall’allegato n. 7,
pagina 4, rigo 3 e 4 dove invece è scritto con esattezza Geranio
costruzioni – Pino Fagiano. Tanto Le ho evidenziato per
dimostrarle che io non venni a conoscenza del “fatto” perché
lo lessi sul quotidiano La Bugiarda, ciò non tanto perché non
leggo tale quotidiano ma perché, anche se avessi letto
l’articolo, non avrei mai capito che “Orchidea” era un refuso
del giornalista e che la ditta era invece la Geranio s.r.l. dove
prestava la sua attività lavorativa la mia ex compagna e ciò
anche perché in quell’articolo è citato, come direttore dei
lavori, un certo architetto Mario Tonchia, persona a me
290
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
sconosciuta allora come oggi. D’altro canto è proprio l’articolo
apparso su La Bugiarda il 7/3/2006 che prova che vi fu un
errore nel citare Orchidea anziché Geranio. Questo episodio,
per quanto mi consta, prova quindi, tra l’altro, che nell’agosto
del 2003 fu la signora Boscarolo che mi cercò per esternare
questa sua angoscia e mi cercò perché ero il suo compagno e
tutto questo non può provare altro che c’era una relazione tra
noi e che non ero certo io a provocarle quell’ansia e quello
stress che presumibilmente le provocavano un aggravamento
alla sua condizione di salute.
In merito all’allegato n. 7 devo doverosamente dirLe che ne sono
entrato in possesso l’11/8/2008 dopo essermi recato all’archivio
del quotidiano La Bugiarda ed è ancora per me doveroso dire che
sino a tale data nulla sapevo circa la condanna del titolare della
Geranio s.r.l. apparsa sul quotidiano il giorno 7/3/2006.
Per quanto mi consta la signora Boscarolo alla fine di settembre
2003, a due mesi dall’incidente mortale, cessò il suo rapporto di
lavoro part-time con la Geranio s.r.l. e proseguì la sua attività
lavorativa part-time con una ditta, sempre edile, la MCO
distruzioni la quale, mi pare di ricordare che ella avesse iniziato
l’attività nel gennaio del 1999.
Quello che, di fatto, cambiò dal febbraio 1999, è che lei prima
prestava servizio al mattino alla Geranio s.r.l. e di pomeriggio alla
MCO, ora invece il suo orario lavorativo era 8,30 – 12,30 e la sua
retribuzione calava così di una congrua somma.
Questi erano gli stress che subiva la mia allora compagna e non
certo quelli che lei denuncia di mia competenza. Io facevo quello
che potevo, le pagavo pranzo e cena, la ospitavo a casa mia tutti i
fine settimana o se andavamo via in gita ero io che mi prendevo il
peso di ogni spesa.
Signor Giudice, è proprio tra il 2002 e il 2003 che la mia ex
compagna mi chiese addirittura di andarle ad impegnare una
pelliccia e che, come Le ho già raccontato, non accettandola il
291
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Monte dei pegni, la tenni io dandole i soldi del valore indicatomi
proprio da un impiegato del monte dei Pegni.
La pelliccia è in mio possesso ancor oggi a Sua disposizione
quale prova probatoria.
A pagina 7 dell’udienza del 17/6/2008
Il p.m. a questo punto, sempre suggerendo nella domanda anche
la risposta chiede alla denunciante: “Si interessava alla sua
malattia? …la riempiva di attenzioni, diceva era ossessivo…”
La signora Boscarolo risponde: “Sì”. Poi prosegue cercando di far
credere (mi consenta, sul suggerimento del P.M.) che io ero
ossessivo e dice: “Poi mi fissava degli appuntamenti anche se io
dicevo no…”.
Poco più avanti dice: “Va bene, o.k. io vengo a fare questa visita”
che mi pagavo regolarmente.
Signor Giudice, io in aula a questa affermazione ho provato tanto
dolore e tanta pena, avevo voglia di alzarmi e farle io delle precise
domande su queste false e calunniose affermazioni, domande che
il P.M. avrebbe dovuto e potuto formulare ovvero: ne ha le prove?
Ha delle fatture? Delle ricevute? Dove e quando il signor
Animaviva ha prenotato? Ci sono persone che possono
testimoniare?
La realtà, signor Giudice, è ben diversa ed è questa: alla signora
Boscarolo, per quanto mi consta la sua malattia (sindrome di
STERC, manifestazione di Naudeyr, Redosclerima e PioOriditismo autoilleso), le è stata diagnosticata presso l’ospedale
Limonette di Tortorinolo dove io qualche volta, ma non sempre,
l’ho accompagnata.
Io la portavo sin davanti all’ospedale per poi attenderla sino a
quando lei mi chiamava telefonicamente ed io andavo a
riprenderla all’ospedale per poi riportarla a casa dopo essere, come
al solito, andati a pranzo assieme.
La prego accoratamente, signor Giudice, a questo punto di andare
a verificare a pagina 32 della deposizione del 17/6/2008 della
292
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
signora Boscarolo, cosa lei dice in riferimento ad un ricovero
avvenuto il 6/2/2004.
Il ricovero è presso la Casa di Cura Città di Driassandela.
La querelante è in fibrillazione, sa che ciò che dirà la può
smentire su tutto e allora prima mente dicendo che è stato nel
1994, poi ripresa dice 2004, poi prosegue dicendo 2002 e 2003
cercando di far credere che non ricorda bene.
E’ la seconda volta, signor Giudice, che provo tanta pena per
questa donna, durante la sua escussione, provo pena perché so
benissimo la fatica che lei fa nel mentire, nel fingere di non
ricordare e come può non ricordare 6/2/2004 suo ricovero e
23/3/2004 ricovero della figlia, quando questi due eventi distano
temporalmente soltanto 88 giorni da quando io sono chiamato alla
caserma dei Carabinieri di Costa dove un maresciallo dei C.C. mi
contesta una ipotesi di minacce e molestie, durate anni, nei
confronti della mia ex compagna?
E’ la bugia per me è ancora più grande quando penso che in
mezzo ai due ricoveri ci fu la festa di San Valentino e che io
trascorsi la serata a ballare alla Mazurca con lei (vedi All. n. I –
album foto – prima memoria difensiva), sua sorella ed il
compagno della sorella e che quella sera io le regalai un piccolo
cornetto d’oro che lei prese avida di superstizione e che quella
stessa sera facemmo ancora l’amore.
Ma questi, signor Giudice, sono ricordi miei che in parte non
posso provare quello che conta e ciò che lei dice nel proseguo di
pagina 32, rispondendo alle domande del mio difensore, rigo 24:
“ma io facevo la richiesta medica, la portavo all’Asl”
“io facevo la richiesta dal mio medico e il (non si comprende)… e
andavamo con la richiesta medica ospedaliera normale”.
Mi perdoni, signor Giudice, la là dove?
Andavamo… ma chi?
La mia ex compagna poco prima, Le rammento disse che pagava
lei le visite da me prenotate, ora dice che andava all’ospedale e
che aveva l’impegnativa e che pagava solo il ticket?
293
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Le bugie, l’ho già detto, hanno le gambe corte ma lei neanche si è
accorta di essersi smentita da sola quando dice: Io facevo le
richieste dal mio medico…
Mi perdoni, signor Giudice, ma nessuno ha chiesto alla signora
Boscarolo se io ero con lei da questo medico che le prescriveva la
visita e se c’ero non le avessi puntato un’arma, sia a lei che al
medico, minacciandole per avere le ricette per le prenotazioni.
Mi perdoni, ma nel gergo un po’ poliziesco quello che dice la
signora è tutta aria fritta, la verità è che per poter prenotare
una visita per telefono o di persona bisogna disporre
dell’impegnativa, del tesserino dell’ASL e anche a volte di una
delega, altrimenti nessun ospedale, tanto meno le Limonette di
Tortorinolo, procedono ad una prenotazione.
All’uopo le fornisco la mia domanda di informazioni redatta il
14/8/2008 e presentata all’URP dell’ospedale (All. n. 8) da cui si
evince che una prenotazione può solo essere fatta da chi ha
materialmente la disponibilità e di ricetta e di tessera sanitaria
(All. n. 9) inoltre a mero titolo “accessorio” produco anche copia
del volantino affisso presso il C.U.P. delle Limonette dove si
può evincere la veridicità delle mie affermazioni (All. n. 10).
Inoltre confesso: non ho mai avuto materialmente delle
impegnative della signora Boscarolo ma se lei mi avesse chiesto di
andarle a fare delle prenotazioni, io sicuramente (pollo) ci sarei
andato.
Purtroppo per me, che mi devo difendere da una falsa accusa e
purtroppo per Lei, signor Giudice, che deve leggersi questa nuova
memoria, siamo solo a pagina 8 della testimonianza ma qui c’è di
nuovo una importante risposta della signora Boscarolo che
conferma la mia tesi, ovvero la denunciante mente e ciò lo si può
dedurre analizzando le sue “calibrate” risposte.
294
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Pagina 6 – rigo 7
Domanda: iniziamo con calma, lei purtroppo deve raccontare
quanto…
Risposta:” eh, ricordarmi tutto, adesso sono passati 10 anni”.
Ma quali 10 anni! Siamo nel luglio del 2008, l’ultimo giorno della
nostra “relazione” è stato nel giugno del 2004 quindi quattro anni
prima. Non è un tempo stratosferico quattro anni, certo è una cosa
soggettiva da individuo ad individuo avere memoria delle cose
passate. Io non sono uno psichiatra però so con certezza che la
mente umana ha una predisposizione per i ricordi “brutti”, mentre
i ricordi belli sono sempre i più labili. La mia ex compagna, a
quanto pare, ha di me solo ricordi brutti e questi ricordi, per
quanto mi consta e per quanto dichiarato dalla signora Boscarolo,
sono da lei riferiti dal 1997 al 2004, senza ombra di dubbio, però
la stessa finge di non ricordare.
Il suo ricovero all’ospedale di Driassandela e il ricovero della
figlia nello stesso ospedale vengono da lei riferiti come successi
nel 1994 e se Lei, signor Giudice, non l’avesse ripresa, la stessa
avrebbe taciuto l’errore che errore non era, ma lucido calcolo ed è
solo quando Lei, signor Giudice, l’ha esortata a dire: non lo
ricordo, che la signora Boscarolo ha ritrovato la memoria.
Pagina 32 della testimonianza del 17/6/2008 – rigo 4,5,6 e 9.
Ma attenzione, signor Giudice, la domanda che segue alla risposta
appena citata è: Lei si ricorda cosa è successo a pasqua del
1999? (Pagina 8 – rigo 9, 10).
Signor Giudice, dalla domanda alla risposta passa il battito di
un sopracciglio (lo può verificare nella registrazione) e la
risposta è un secco sì seguito da una sequela di bugie infilate in
ciò che è accaduto veramente e che io ho già ampiamente
raccontato nella mia prima memoria.
E’ chiaro che sono pronto, nell’udienza del 20/11/2008, a
rispondere a tutte le domande che Lei o il P.M. vorrete farmi ma
fin d’ora Le chiedo di valutare che il “sì” così declamato
fulmineamente dalla signora Boscarolo corrisponde nuovamente
295
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
ad una data sbagliata, è nel 1998 e non nel 1999 che con grande
spirito di sopportazione mi prendo due pugni dall’ex marito più
numerosi calci dalla figlia e ciò non perché io sia un vigliacco ma
perché sapevo benissimo che lei mentiva a tutti sulla nostra
frequentazione e naturalmente mentiva, con grande
spudoratezza, al marito. Fu solo per questo che non reagii se non
cercando di evitare i colpi che mi furono dati e quando io mi
allontanai indietreggiando il marito della Boscarolo con un calcio
spedì a terra la mia moto che si danneggiò gravemente, (teste
citato).
Quello che conta, di questo aneddoto, è che ancora una volta
c’è da parte della denunciante un’amnesia parziale che
diventa, per quanto mi consta, totale quando ella non dice che
l’anno dopo, sempre a Pasqua, siamo andati in Costa Azzurra
e precisamente a Juan le Piedin (vedasi allegato 19 della mia
prima memoria e le foto dell’album – all. D).
Quello che secondo il mio parere conta ancora per rilevare
l’assoluta tendenziosità a mentire della denunciante: a pagina 22
dell’udienza 17/6/2008 – rigo 12 quando il mio difensore le
chiede di queste vacanze in Costa Azzurra e la signora
Boscarolo risponde: sì, sì, siamo andati a… e finisce la frase con
un “mi pare”. E’ chiaro che con questo “mi pare” vorrebbe far
credere o pensare che non ricorda bene.
Ma come! Prima dice che aveva un accordo con il marito,
ovvero di passare Pasqua, Natale e tutte le feste comandate
assieme alla figlia (vedi risposta della denunciante a pagina 8 –
rigo 13) e poi proprio l’anno dopo un episodio che, se fosse
andato come lei dice sarebbe stato un episodio di molestie
aggravato da una rissa, lei viene con me: a Pasqua in Costa
Azzurra, in ferie in Ramogna nell’estate e ad un soggiorno a
Nodral nell’autunno???
Prima la signora Boscarolo diceva: sono passati dieci anni e non
ricordo bene… ma dieci anni non sono passati.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Ora di anni dal 1998 al 1999 ovvero dalla presunta lite con suo
marito, alla gita in Costa Azzurra, alle ferie e al viaggio a Nodral
ne è passato solo uno di anno. Ma è mai possibile credere che lei
non ricordi l’alterco provocato da lei proprio la Pasqua dell’anno
precedente?
Ma le menzogne non bastano, signor Giudice, così la mia ex
compagna, quando parla delle nostre gite, veda sua risposta a
pagina 25 – rigo 17 dice: “Due giorni, due giorni in cui ho
pianto e non erano gite d’amore, felici, dei week- end, glielo
assicuro”.
Io credo, signor Giudice, che Lei abbia sfogliato l’album foto che
Le ho fornito quale allegato alla mia prima memoria e se ne sia
fatta un’idea. D’altro canto io dico che non c’è foto in cui lei non
rida o scherzi con me o addirittura siamo abbracciati.
Cosa avrebbe da dire su queste foto se Lei lo chiedesse alla
signora Boscarolo? Magari che era in posa? Che rideva mentre io
piangevo? O magari che subito dopo piangeva Lei?
E’ tutto tanto ridicolo, signor Giudice, ma è anche tanto
doloroso.
Ora, signor Giudice, passo a pagina 11 della testimonianza
17/6/2008 – quando la denunciante vuol far credere che io la
seguissi e che sia venuto a sapere della sua nuova abitazione a
Costa presso Erichi proprio seguendola.
Intanto la domanda del P.M. – pagina 11 – rigo 8, 9, 10 – è
nuovamente una domanda, che per quanto mi consta, suggerisce
la risposta.
Domanda: ” Ecco, in relazione al suo trasferimento questo suo
cambiamento di abitazione il signor Animaviva è venuto a
saperlo?”
Risposta: ”E’ venuto a saperlo perché io gli avevo detto,
appunto, onde evitare io adesso cambio casa, lasciami stare, qui
tu cerca di non venire, lasciami stare tranquilla”.
Ma quale “venuto a saperlo?” certo l’occasione non sfugge alla
mia ex per mettere carne al fuoco.
297
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Ecco invece come sono andate le cose con dovizia di
particolari. Per primo lei mi confidò di avere ricevuto una
richiesta di affitto, per l’alloggio dove abitava in Erichi, che era il
doppio di quello che già pagava. Trascorso qualche tempo mi
disse di aver trovato due abitazioni che le piacevano e che avrebbe
voluto acquistare una. Un sabato mattina mi chiese di
accompagnarla a vedere queste due abitazioni, anche perché lei
voleva un mio parere in quanto il sottoscritto ha anche lavorato nel
campo dell’edilizia. Io acconsentii e la accompagnai con la mia
auto. La prima abitazione dove lei mi condusse si trovava e si
trova sulla strada provinciale 124 a 400 metri dal confine di
Cepetto Tortolinese, ma già in territorio di Nipo Tortolinese al
civico 12. Giunti sul posto parcheggiammo nel prato attiguo poi
lei mi condusse al lato del fabbricato e da lì mi fece vedere una
finestra ad angolo affacciata in direzione Pecetto. Poi mi disse che
dietro quella finestra c’era una mansarda vuota, che un tempo era
stata abitata dal figlio del proprietario dello stabile, mi disse
inoltre che quella mansarda era inabitata perché quel ragazzo era
morto suicidandosi.
Andammo quindi all’ingresso dell’abitazione, suonò ad un
campanello ma nessuno risponde.
Io rammento che le chiesi se aveva un appuntamento, lei mi
rispose di no e proseguì dicendo che il proprietario non era quasi
mai in casa perché faceva il custode in una villa sita in
Tortorinolo.
Non essendoci nessuno mi chiese se l’accompagnassi a vedere
l’altra abitazione, io acconsentii perché non era ancora ora di
pranzo.
Ridiscendemmo la strada verso Erichi e poi mi fece dirigere in
direzione di Itas, al semaforo di Costa mi fece svoltare verso il
centro e dopo pochi istanti eravamo sotto ad una vecchia cascina
sita in via san Meo n. 72.
Ci sarebbe da dire che il sottoscritto sapeva benissimo quale era la
casa che lei mi aveva già descritto verbalmente perché conoscevo
298
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
benissimo tutto il territorio di quel piccolo paesino, un particolare
magari insignificante, ma dove ora ci sono i campi di calcio
dell’oratorio un tempo, nel 1973, c’erano dei campi da tennis dove
io più volte sono andato.
Nuovamente parcheggiai l’auto e lei mi fece vedere dall’esterno
quale fosse la porzione della cascina che voleva comperare.
La spiegazione fu assai articolata, Arianna era su di giri solo nel
descrivere quello che era suo desiderio fare di quello stabile, io
ascoltavo e qualche volta facevo delle domande.
Oramai eravamo in orario di pranzo così ci andammo.
Fu così che durante il pranzo mi chiese di accompagnarla a
Tortorinolo per parlare con il proprietario dell’altra casa che
avevamo visto a Nipo Tortolinese.
Nel pomeriggio andammo alla villa dove lavorava come custode,
il proprietario di quella mansarda vista da fuori.
Questi ci ricevette in un basso fabbricato a sinistra dell’edificio
principale, che per quanto mi consta, era l’alloggio del custode.
La mia compagna chiese ed ottenne un appuntamento per poter
vedere la mansarda.
Mentre parlavamo della mansarda, il proprietario raccontò ad
Arianna della morte del figlio che, se ben ricordo, disse, si era
tolto la vita chiudendosi dentro un’autovettura e lasciandosi
asfissiare dai fumi del motore, proprio nel giardino della Villa
vicino ad uno dei laghetti artificiali.
La settimana successiva accompagnai nuovamente la mia
compagna a Nipo Tortolinese, visitammo la mansarda poi
restammo ancora a lungo a chiacchierare. Un particolare: il
proprietario della mansarda aveva nel cortile una vecchia roulotte,
mi chiese se mi interessava, contrattammo anche sul prezzo ma
poi io non la acquistai.
Visti gli alloggi, la mia compagna mi chiese quale, secondo il mio
parere, era da acquistare ed io le dissi che se non aveva altre
opportunità la casa di Costa mi piaceva molto di più perché era
inserita nel contesto del paese, mentre quella di Nipo era troppo
299
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
isolata e addirittura in mezzo ai campi, anche se l’ingresso era
confinante con la strada statale.
Davanti alla casa di Costa ci siamo passati decine di volte dopo
quella prima volta sino a che Arianna mi disse che aveva deciso di
acquistarla. Poi, più avanti nel tempo, due o tre mesi dopo,
andammo in questa casa dove lei si incontrò con un muratore, che
lei mi spiegò avrebbe fatto i lavori di edilizia, mentre per i lavori
di idraulica ed elettricità avrebbero provveduto altri operai che lei
avrebbe utilizzato dai dipendenti della ditta dove lei lavorava, la
Geranio s.r.l..
Le posso ancora precisare, signor Giudice, che l’alloggio della
signora Boscarolo fu il primo ad essere ultimato mentre il resto
dello stabile fu finito parecchi mesi dopo anche perché la
ristrutturazione proseguì in virtù della vendita degli altri alloggi.
Un’altro di quelli finiti subito dopo il suo, se bene ricordo, era
quello della figlia del muratore, alloggio che poi la stessa, dopo
circa un anno, vendette (2001 – 2002).
Un particolare che ben ricordo è circa le piastrelle da posare
nell’alloggio, lei mi aveva raccontato che avrebbe usato per fare
tutti i pavimenti del suo alloggio le vecchie piastrelle di cotto che
erano presenti in tutta la cascina ovvero che il muratore doveva
toglierle dagli altri ambienti, pulirle e poi posarle in casa sua.
In verità devo dire che lei mi disse che era l’operaio di questo
muratore, un ragazzo mi pare romeno o moldavo che doveva fare
questo lavoro, ma questo particolare lavoro andava a rilento e così
lei, più di una volta, ebbe a litigare con il muratore.
Un’ultima cosa, la signora Boscarolo aveva ormai l’acqua alla
gola perché doveva lasciare l’alloggio di Erichi e così mi spiegò
che aveva un grosso problema, ovvero che aveva bisogno di
prendere la residenza a Costa ma che questa non le veniva
concessa se non fosse stata data dal Comune di Costa l’abitabilità
allo stabile, con il conseguente cambio d’uso, considerato che la
porzione dello fabbricato in cui lei era andata ad abitare non era
censita come abitazione.
300
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Un mattino vidi la mia compagna vestita con una vertiginosa
minigonna di seta azzurra con bordo bianco e con una camicetta
smanicata bianca a contatto della nuda pelle. Io le chiesi se
andavamo al mare, lei non comprendendo la mia scherzosa battuta
mi rispose che prima doveva andare in Comune, dal geometra,
perché doveva pregarlo di darle l’abitabilità….. anche se i lavori
nell’edificio non erano ancora terminati.
Dopo una mezz’ora ritornò con il sorriso stampato sulle labbra e
mi disse che il problema era risolto, ovvero che le avrebbero
concesso a breve l’abitabilità, poi andammo al mare.
Aggiungo, signor Giudice, che l’alloggio di fronte a quello della
signora Boscarolo era stato acquistato da una coppia: Carina e
Franchino, quest’ultimo di mestiere faceva il muratore, lo stesso
fece dei lavori, se non tutti nel suo alloggio e la signora Boscarolo
mi raccontò che in quell’alloggio il tetto era troppo basso per
avere l’abitabilità e che se lei non fosse andata dal geometra in
Comune a chiedere una “cortesia” non avrebbero mai avuto i
permessi.
In seguito la signora Boscarolo mi disse che avrebbero poi alzato
quella porzione di tetto ed effettivamente quando andai dai
Carabinieri di Costa per ritirare la remissione di querela
l’8/3/2008, vidi che il tetto della casa era stato modificato ed erano
stati costruiti degli abbaini che prima non c’erano.
Potrei andare avanti a descrivere tante cose che potrebbero
provare la mia presenza nella casa della signora Boscarolo.
Cito ancora, a proposito della ringhiera dell’unico balcone
dell’alloggio, ringhiera che invece di essere murata fu fissata con
due (miseri) tasselli e che tutte le volte che lei si appoggiava
tendeva a staccare i due poco rassicuranti tasselli.
Al colmo del ridicolo delle false affermazioni della signora,
sappia, signor Giudice, che un giorno Arianna mi chiamò e mi
chiese se potevo verniciare un finestrotto posto sopra l’ingresso
dello stabile che non era stato cambiato e che era tutto da
sverniciare prima di poterlo far ridiventare color legno.
301
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Io aderii alla sua richiesta, mi fu persino promesso un compenso
che mi sarebbe dovuto pervenire quando ella avesse ricevuto i
soldi del lavoro dai condomini. In definitiva io quel lavoro l’ho
fatto gratis e mentre ero lì per questo finestrotto diedi anche una
mano di vernice trasparente a tutto il mancorrente della scala
condominiale. Mi scusi, signor Giudice, ma mi torna ancora in
mente che la signora Boscarolo mi raccontò, mentre ero con lei
nella casa di Costa che la casa del muratore, aveva preso fuoco e
mi chiese di condurla a vedere l’entità dei danni. Io la portai poco
distante da casa sua, lei vide la casa del muratore e poi mi disse:
sono contenta, le sta bene.
Signor Giudice, a pagina 14 dell’udienza del 17/6/2008 – dopo
che il legale mio difensore, avvocato Dal Ponte, fa notare al P.M.
che questi suggerisce delle parole, ad esempio la parola
“ricattatorio” viene domandato alla teste, sempre dal P.M. se ella
aveva parlato con qualcun altro nella sfera delle mie amicizie.
La signora Boscarolo, nella risposta, cita una mia cara amica ma
attenzione, a pagina 15 – rigo 2, 3 dice: infatti lui ogni tanto mi
seguiva con macchine diverse che poi mi diceva di essere di
questa amica.
Mi perdoni, signor Giudice, intanto se voglio seguire una persona
non le dico assolutamente che la seguo con macchine diverse che
mi presta un’altra persona altrimenti questa, ogni volta che si
muove, si guarda bene alle spalle se c’è una macchina con a bordo
il sottoscritto.
Inoltre mi perdoni ancora, signor Giudice, ma a questo punto, pur
conoscendo l’abilità nel produrre menzogne da parte della mia ex,
sono sobbalzato dalla sedia, e se lei ricorda mi sono cadute più
cose a terra, tanto che l’avvocato De Concetti mi disse di stare
tranquillo, ma quel che conta ora è la mia volontà di provarLe che
anche questa non è altro che una perfida menzogna.
302
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
In breve, il sottoscritto, da quando ha conosciuto la signora
Boscarolo ha posseduto queste auto:
FIAT Uno turbo diesel - TO 03117H
LANCIA Y
TO 94582L – venduta alla figlia della
Boscarolo
AUDI 90
AT 524 AT
FORD Sierra
AK 153 CK
FIAT Tempra
TO 02173V
LANCIA Dedra
TO 71257T
MERCEDES 200
BE 541 GR- poi ritargata BJ 830 ED
FIAT Uno
TO 39124N
FIAT Uno –
TO 67470N
ALFA ROMEO 146
AB 355 WW
HONDA Civic
AW 117 LE
FIAT Punto t.d.
BR 361 XD
FIAT Multipla
BG 715 FP
Se mi è consentito vorrei dire che su ognuna delle auto da me
possedute all’epoca della nostra relazione, la signora Boscarolo è
stata trasportata e posso affermare, senza alcun dubbio, che erano
di mia proprietà e a tal fine le allego copia dei vari certificati che
lo dimostrano. (All. n. 11 - 26)
Inoltre allego una visura del M.T.C. da cui si può evincere che le
auto suindicate sono tutte le auto da me possedute, sia prima, sia
durante la relazione con la signora Boscarolo 1996-2004, sia dopo
la relazione 2004-2008 (All. n. 27).
Le auto succitate sono state da me acquistate sinistrate o con
problemi di meccanica e riparate dal sottoscritto. Per quanto
riguarda le auto di proprietà della signora Rozzala, la quale
sarebbe presumibilmente la mia amica che la signora Boscarolo
cita nella sua deposizione e che a suo dire mi prestava le auto per
seguirla, le allego una visura del M.T.C. che elenca le auto
303
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
possedute dalla signora Rozzala (All. n. 28) alcune sono state
possedute prima del 1996 e sono:
TO X 21439 –
TO S04125 –
TO H 53486 –
TO B81088
TO 99967N –
TO 15271A
TO 04186G
Nel 1996
AT 250 CS – Lancia Y
BE 541 GR – Mercedes – ritargata BJ 830ED
BW 516 GN – Toyota Yaris
Per quanto riguarda la Mercedes targata BE541GR (All. 29) e
ritargata BJ830ED (All. 30) per deterioramento del libretto di
circolazione (All. 31) posso aggiungere che era stata acquistata
dalla signora Rozzala, che l’aveva danneggiata in un sinistro, poi
mi è stata venduta senza fare il passaggio di proprietà poiché
l’auto dopo la riparazione era mia intenzione venderla, così chiesi
alla signora Rozzala di non fare il cambio di proprietà, ma una
procura speciale (All. 32). La denunciante non può certo dire di
non essere mai salita a bordo di questa auto e di non sapere che
fosse di mia proprietà.
A prova della veridicità delle mie affermazioni, Le allego ricevuta
della concessionaria Mercedes per una riparazione, tale ricevuta è
intestata al sottoscritto. La ricevuta è deteriorata perché è finita
nell’acqua, così come il libretto di circolazione (All. 33). Allego
inoltre una foto di una gita al santuario di Fortevico in
compagnia della signora Boscarolo, di sua sorella e del
compagno, dove si può vedere che il sottoscritto, con fare
304
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
scherzoso si è sdraiato nel cofano della Mercedes e che la mia
ex compagna è sulla destra che guarda divertita. (All. 34).
Per quanto riguarda la Lancia y, anche questa sinistrata fu da
me riparata e data alla concessionaria Toyota all’acquisto
della sua odierna auto, una Toyota Yaris, la Lancia y non fu
mai neppure vista dalla signora Boscarolo.
Se mi consente, signor Giudice, non si può certo dire che io avessi
utilizzato un’auto conosciuta dalla stessa per poi inseguirla così
come lei vuol far credere, poiché sarei stato facilmente
individuabile, d’altro canto mi preme anche ricordare che proprio
la Mercedes fu da me prestata per tutta una settimana alla signora
Boscarolo che aveva dovuto affidarmi la sua vecchia FIAT Uno
perché io la portassi dal meccanico, per la sostituzione della
frizione e altri lavori.
L’ultima auto posseduta dalla signora Rozzala è una Toyota Yaris
targata BW 516 GN.
Tale vettura è tuttora in suo possesso. La signora Rozzala ha già
detto in udienza che mi prestò l’auto per correre dalla mia allora
compagna che mi aveva chiamato perché stava male ( pag. 38
rigo 16,17,18,20,21 ).
A pagina 15 dell’udienza del 17/6/2008 continuano le menzogne,
la signora Boscarolo dice: avevo già chiesto al maresciallo di
chiamare il Animaviva per parlargli, per chiedergli
tranquillamente di lasciarmi stare.
Poi prosegue raccontando di aver chiamato telefonicamente la
signora Rozzala nella sua abitazione in montagna (Paerotta) è la
signora Boscarolo stessa che dice: avevo questo numero di
montagna – pag. 15 – rigo 13.
Certo, signor Giudice, che la Boscarolo aveva il numero della
montagna, perché il numero glielo avevo dato io, su sua richiesta,
perché lei mi disse che voleva chiamarmi a quel numero e non sul
cellulare per risparmiare i costi della telefonata.
305
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Più avanti, signor Giudice, Lei chiede alla denunciante – pag. 15 –
rigo 26 : Come si chiama questa persona? La sig.ra Boscarolo
risponde: “Giovanna, io so che si chiama Giovanna, però non la
conosco”.
Il numero telefonico della signora Rozzala era in elenco, ma la
mia ex non sapeva il cognome della signora Giovanna ed è quindi
evidente che lei il numero lo aveva perché le era stato fornito dal
sottoscritto non certo per la sola telefonata citata in aula ma per
tante, tante altre telefonate che lei mi fece mentre io soggiornavo a
Paesana.
Ancora a pag. 15 il P.M. pone ancora una volta una domanda alla
denunciante, mi consenta signor Giudice, per quanto mi consta,
anche suggerendo la risposta: “Senta, lei ha detto che la seguiva
sul posto di lavoro, dovunque lei andasse, la seguiva anche fuori
Tortorinolo?”. Risposta: “Sì, se io andavo fuori Tortorinolo me lo
trovavo in sale magari fuori Tortorinolo”.
Mi scusi, signor Giudice, ma il P.M. non ha chiesto assolutamente
alla signora Boscarolo in quali sale. In Ramogna io vado da
decenni in due sale che si chiamano 007 e Mon Amour.
Nella prima ci sono andato anche con la denunciante e nella
seconda sempre da solo e sicuramente nei fine settimana non parto
da Tortorinolo per andare a ballare il sabato sera a 500 chilometri
di distanza.
In Toscana, sempre da decenni vado in due sale, il Pirata e il
Miami. Nella prima sono andato con la Boscarolo alcune volte,
nella seconda sempre da solo. Anche lì sono oltre 300 chilometri
per arrivarci e non ci vado i fine settimana.
In Piemonte da 35 anni vado a Thiansà all’Everly Bylls, a
Tortorinolo alla Mazurca, al Club 48, al Las Vegas, alla Lucerna,
al Mixing e finché non ha chiuso i battenti, alla Baita del
Salentino, stesso dicasi per il Club del Guerriero e il Club 33.
Tranne le ultime due tutte le altre sale sono state frequentate da me
in compagnia della signora Boscarolo e poi anche separatamente.
306
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Dire che io la seguivo è solo una grossa menzogna, la verità è che
il sottoscritto “vive”, e non saprei usare altro termine,
letteralmente nelle sale da ballo perché amo il ballo.
Il sabato sera, come d’altronde fanno tante altre persone che io
conosco, mi reco in una sala e se lì non trovo la compagnia adatta
alle mie aspettative me ne vado e mi reco in un’altra e poi magari
in un’altra ancora; mentre a volte già nel primo locale trovo amici
e compagnia che gradisco, allora lì mi fermo.
Io sono certo che se il P.M. avesse chiesto alla signora Boscarolo
se io la seguivo al Las Vegas, lei avrebbe detto di sì malgrado
questa sala sia a 100 metri da casa mia e a 20 chilometri da casa
sua.
Io sono inoltre amico di uno dei due titolari del Las Vegas, almeno
dall’anno 1978, così dicasi per il Club 48 dove il sottoscritto era
conosciutissimo dal titolare (deceduto). Proprio al Club 48, in
occasione di una gara di ballo liscio e moderno – 1986 – vinsi il
1° premio con la mia allora compagna.
(MILLENOVECENTOOTTANTASEI, ovvero 22 anni fa).
Le allego due fotografie di quella serata. (All. 35-36).
Comunque sia, anche se il sottoscritto, come ha esposto, aveva e
ha l’abitudine di spostarsi in più sale, la signora Boscarolo
avrebbe avuto da eccepire astrusamente che io sarei dovuto andare
alla Mazurca e non muovermi più di lì perché così, magari i suoi
amici avrebbero potuto vedere cosa io facessi e se magari avessi
altre relazioni.
Mi creda, signor Giudice, io non ho mai seguito la signora
Boscarolo, anzi, in molte occasioni, quando mi separai da lei la
vidi e automaticamente dopo i saluti agli amici me ne andai
altrove per evitare di incontrarla.
307
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
A pagina 16. Nell’escussione della denunciante ci si possono
trovare queste risposte a seguito delle domande: “Se io la seguissi
anche fuori Tortorinolo”.
1. pagina 16 – rigo 2: poi non mi sono più mossa di casa
2. pagina 16 – rigo 15/18: telefonavo all’amica, magari uscivo
due ore prima di andare, poi stavo a casa da un’amica per
evitare lui arrivasse sotto casa, ma tanto lui girava e mi veniva a
trovare.
3. pagina 16 – rigo 24/25: sì, a volte facevo strade diverse per
evitare di…
Mi permetta, signor Giudice, ma prima la signora Boscarolo dice
che non si muoveva più da casa, poi, pochi istanti dopo dice che
telefonava all’amica e usciva due ore prima.
Intanto le due ore prima non si capisce prima di che cosa?
Forse dell’orario in cui era solita uscire? Ma io, signor Giudice,
che ne so in che giorno e in che orari lei uscisse? Io so che quando
andavo io a prenderla lei mi diceva di andare per le ore 21,30 poi
lei era in ritardo e allora io attendevo a casa sua, davanti al
televisore, che lei si preparasse e al solito uscivamo verso le ore
22 per poi andare a ballare.
Signor Giudice, la signora Boscarolo comunque dice che
telefonava all’amica e usciva due ore prima, allora non stava in
casa come dice qualche istante prima, ma andava dall’amica.
Ora, signor Giudice, come vede c’è una netta contraddizione
che mette di nuovo in luce le menzogne che la signora
Boscarolo oramai dice a raffica.
Io vorrei che Lei prendesse in considerazione l’ultima
affermazione: sì, a volte facevo strade diverse per evitare di…
Intanto queste strade diverse non si è sentito per andare dove, ma
se la signora Boscarolo intendesse (e così è) per andare a
Tortorinolo, allora, ripeto, non è vero che la stessa stesse in casa
ma che invece venisse a ballare a Tortorinolo e ciò trova riscontro
nella denuncia inoltrata all’Autorità Giudiziaria dal sottoscritto nei
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
confronti della signora Boscarolo la quale viene alla Mazurca con
uno pseudo compagno, un certo Pipino, che con lei a fianco mi
minacciò addirittura di uccidermi.
Per quanto riguarda le strade diverse la Boscarolo, dopo il giugno
2004, (quando io portai via da casa sua, su suo invito, i regali e il
cane) usciva con una donna, una certa signora Stalloni Grazia che
abitava, per quanto dettomi dalla signora Boscarolo, nel Comune
di Arignona, comune confinante con Costa di Erichi, certo è che
per andare ad Arignona lei, presumo, percorreva una strada
diversa da quella più veloce per arrivare a Tortorinolo, ovvero
Costa – Arignona e poi Arignona - Erichi per poi percorrere la
solita statale che conduce a Tortorinolo, quindi le strade diverse
citate dalla Boscarolo sarebbero in pratica il tratto Costa –
Arignona e Arignona – Erichi.
Queste però, signor Giudice, sono mie supposizioni anche se è
certo che poi la signora Boscarolo, in compagnia con la
signora Stalloni all’improvviso comparissero presso la sala
danze La Mazurca.
Ora signor Giudice passo a pagina 19 e la prego di leggere la
pagina completamente per farsi un’idea della montagna di
menzogne che ella dice in merito al suo ‘andare a Mirini’.
Intanto era la signora Boscarolo ad andare a Mirini, mentre io,
come Le ho già provato con gli allegati n° 5 da 1 a 20, andavo in
altri luoghi.
Inoltre è molto importante la risposta data dalla Boscarolo quando
le viene chiesto: quindi le è capitato che lei accettasse di andare
con lui a Mirini? Risposta: “ Sì, sì, poi lui tornava indietro perché
comunque io stavo da mia figlia. Ecco altre menzogne.
Io, ripeto, andavo in altri luoghi limitrofi a Mirini per i fatti miei e
quando mi è capitato di andare a Mirini con lei lo abbiamo
concordato assieme e come vede, signor Giudice, la signora
Boscarolo ha risposto sì, sì alla domanda: quindi le è capitato che
lei accettasse di andare con lui a Mirini? Avrei soltanto da
309
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
eccepire che è nuovamente un suggerimento dato nella domanda
dire che lei accettasse. Non era una accettazione il nostro andare a
Mirini assieme, infatti a volte siamo partiti assieme a bordo della
mia auto, altre volte l’ho raggiunta dove lei si trovava e se così
non fosse, non so come avrei saputo delle abitazioni della figlia e
che questa oltre a lavorare al mercato del pesce, lavorava anche in
un bar nel centro di Mirini e inoltre non so come avrei saputo che
la signora Boscarolo trascorse le vacanze con la figlia e con
l’amica Ceresella nel Comune di Biserva confinante con Mirini?
Sempre seguendola? No, non è proprio così, signor Giudice, se io
fossi stato uno che la seguiva contro la sua volontà non potrei
avere le foto che ora le allego. (All. 37).
La prego, guardi le foto, le ho fatte stampare come provino a
contatto per provarLe che fanno parte dello stesso rullino
fotografico e Lei potrà vedere che prima (fotogramma 2,3,4)
siamo al mare sul pedalò ed è la mia compagna che mi fotografa,
poi (fotogramma 6,7,8,9) ci siamo ritratti a vicenda sulla
fontana di Atea, poi il fotogramma 10, un gatto a San Ramino.
Il fotogramma 11 è la figlia nel cortile della casa di Biserva.
Sempre a prova del fatto che io non seguivo la signora Boscarolo
ma che ero in sua compagnia, Le allego un foto-index riguardante
il 31 agosto 1999 (All. 38) dove io e la mia compagna ci
trovavamo in vacanza ad Atea.
Sono importanti i fotogrammi numerati da X ad A15 dove si
vedono la Boscarolo, un’amica della figlia e la figlia; i
fotogrammi 12A, 13A, 15, 15A dove si può vedere la figlia della
signora Boscarolo nel cortile della casa, sempre a Biserva.
Aggiungo la foto del fotogramma n° 15 (All. 39) e del
fotogramma n° 15A (All. 40) come Lei può vedere la figlia della
signora Boscarolo è sicuramente allegra e divertita.
Nei restanti fotogrammi dal 16A al 24 A ci si può osservare la
signora Boscarolo che si trovava con me nel Comune di Atea.
Mi preme sottolineare che le foto sono del 1999 ovvero tre
anni dopo l’inizio della nostra relazione e mi preme
310
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
sottolineare che la signora Boscarolo nell’udienza del 17/6/08
pagina 4 – rigo 7 e seguenti, vuol far credere all’A.G. che noi
fossimo andati ad Atea solo nell’anno 1996 e che poi non ci
saremmo più frequentati per una dichiarata diversità
caratteriale.
Sempre per provare che i rapporti erano di grande allegria tra me e
la mia compagna, e non certo di un molestatore e la sua vittima,
Le allego due foto scattate sul terrazzo dell’Hotel Parconi ad Atea
(All. 41 e 42) dove è evidente che vi sia tra noi due giocosità e
allegria, sicuramente alla signora Boscarolo non è stata puntata
una pistola alla tempia per scattarmi la foto dove io sono in mezzo
ai panni stesi a fare il burlone.
Allego inoltre altri due fotogrammi scattati poco dopo a San
Ramino (All. 43 e 44).
Ancora una volta e non sarà l’ultima, la prego, signor Giudice, di
leggere le risposte della signora Boscarolo circa la nostre “gite” –
pagina 25 – rigo 17,18,19: E non erano gite d’amore, felici, dei
week-end gliel’assicuro e pagina 26 – rigo 33: ma se vuole
sapere andavamo a fare dei week-end di passione e d’amore no.
Domanda: No? Risposta: No!
Mi perdoni, signor Giudice, anche se nella mia prima memoria
difensiva ho già dato ampia prova con le fotografie allegate dei
rapporti cordiali e allegri che vi fossero con la mia ex, non posso
esimermi dall’allegarLe ancora svariati fotogrammi di momenti
vissuti con la signora Boscarolo da cui Lei potrà trarre le
deduzioni che vorrà: (All. 45 – 46 – 47 – 48 – 49 – gita in
campagna), (All. 50 – 51 – gita alla tenuta del Gregge),
(All. 52 – 53 – 54 gita alla Mole Nanetolliana), (All. 55 gita ),
(All. 56 gita in montagna), ( All. 57 visita al museo del
trasporto), (All. 58 – 59 - gita a Nodral), (All. 60 – 61 gita al
lago), (All. 62 – gita in montagna), (All. 63 – 64 gita a
Paerotta), (All. 65 – 66 gita alla tenuta del Gregge).
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
In particolare mi preme farLe notare che i fotogrammi (All. 67 68) sono due istantanee riprese nella casa della signora Boscarolo
a Costa.
Nell’allegato 67 si può vedere la signora Boscarolo che ride
divertita davanti alla finestra della mansardina di casa sua e sullo
sfondo i tetti coperti di neve dell’inverno 2003.
La 68 invece è una foto che non avrei voluto in un primo tempo
utilizzare perché è molto personale, ma dopo aver sentito le
menzogne della mia ex, ogni remora è stata spazzata via. Come
Lei può vedere la mia allora compagna, in un’atmosfera di
assoluta intimità e allegria, a preludio di momenti di tenero
abbandono, si fa ritrarre in abbigliamento che io definirei di
grande confidenza e familiarità.
A pagina 20 – rigo 29/34 la signora Boscarolo risponde ad una
serie di domande in cui il Tribunale, mi pare, voglia stabilire se
dopo la presentazione della querela, ovvero il 6 maggio 2005 il
sottoscritto molestava la signora Boscarolo.
Ecco la risposta: “ Perché a volte in queste occasioni qua,
purtroppo lui lo faceva apposta, veniva ad esempio, sapeva che io
al mercato andavo a un determinato giorno al mercato di Erichi,
lui abita a Porta Reggia dove c’è tutto mercato, veniva al mercato
quando io uscivo dall’ufficio a Erichi”.
Prima ancora di questa risposta la signora Boscarolo dice che mi
incontrava molto raramente pagina 20 – rigo 19, e prima ancora
pagina 20 – rigo 10 dice: no, no, anzi io cercavo quando le volte
che mi si avvicinava e io cercavo di evitarlo, di dirgli di lasciarmi
stare.
Pochi istanti dopo Lei, signor Giudice, chiede alla signora
Boscarolo se gli incontri al mercato avvenivano dopo la
remissione della querela e la signora Boscarolo risponde che non
sa.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
A questo punto il P.M. (che pur comprendendo sta facendo il
suo lavoro), cerca di suggerire per l’ennesima volta la risposta
e dice: pagina 21 – rigo 3: Domanda: ” Sicuramente dopo…”.
Ma la signora Boscarolo non è così scaltra da avvalersi del
suggerimento del P.M. e dà una risposta di tutt’altro contenuto –
pagina 21 - rigo 9/21 che è una macedonia di falsità ma nel
contempo emergono da questa risposta anche delle verità perché la
mia ex dice: E lui veniva con il cane e non me lo faceva toccare,
poco dopo, su domanda chiarisce che andavo al mercato con il
cane. Poi la stessa prosegue impudentemente dicendo:
“ E allora in quell’occasione l’ho insultato…!”.
Ora, se mi permette signor Giudice, ecco come stanno le cose: in
primis in data 3/8/2005 mia madre fu ricoverata, a seguito di una
operazione, in una casa di cura, sita nel Comune di Arignona,
comune confinante con le città di Erichi e di Costa presso Erichi.
La degenza durò fino al 30/9/2005, poi fu trasportata
all’ospedale dove rimase sei giorni dal 30/9/05 al 5/10/2005, poi
nella stessa giornata del 5/10/2005 ritornò ad Arignona e vi rimase
sino all’1/12/2005 (All. 69), persino la visita per il riconoscimento
dell’invalidità civile è stata effettuata presso l’ASL di Erichi (All.
69bis).
Io, quasi tutti i giorni mi recavo da mia madre passando a volte da
Erichi e percorrevo quindi la strada statale, mentre a volte passavo
da Costa avendo percorso la tangenziale ed essendo uscito al
casello di Novavilla d’Itas.
Il mercato ad Erichi viene effettuato il martedì, il venerdì e il
sabato. Io, ogni volta che andavo da mia madre, passando da
Erichi andavo al mercato e comperavo qualche genere alimentare
in quanto nel “lager” dove era ricoverata, il vitto era di
scarsissima qualità e quantità. In tutto quel periodo, oltre quattro
mesi, la signora Boscarolo dice che mi ha incontrato al mercato e
che io lo facevo apposta. Vede, signor Giudice, la signora
313
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Boscarolo sapeva che mia madre era stata investita da un’auto e
che stava molto male, perché glielo dissi io, ma non sapeva invece
che era stata portata in convalescenza ad Arignona perché a quel
punto il nostro rapporto era cessato, ma quello che è certo è che io
non dovevo certo chiederle il permesso di andare in un luogo
pubblico quale è il mercato.
Le allego, signor Giudice, la foto di mia madre seduta in
carrozzella nel cortile della casa di cura con in braccio la cagnina
che sventuratamente fu abbandonata dalla mia ex. ( All. 70 )
Secondo: la signora Boscarolo ammette, nella sua deposizione di
essere venuta lei vicino a me al mercato di Erichi per cercare di
accarezzare il suo ex cane e io Le aggiungo, signor Giudice, che
una volta cercò di aprirmi la portiera dell’auto con la forza e che la
seconda volta quasi mi investì con la sua auto e quella volta inveì
anche contro di me. Tutte due le volte, signor Giudice, ho
presentato denuncia all’A.G., ma purtroppo non avevo testimoni…
E’ ancora la Boscarolo a dire a pagina 21 – rigo 21: E lui veniva
con il cane e non me lo faceva toccare. Poi prosegue a pagina 21
– rigo 25:
E allora in quell’occasione l’ho insultato. Ecco come stanno
veramente i fatti, signor Giudice, ecco le ammissioni che
confermano quanto io avevo relazionato alla Procura della
Repubblica.
Per quanto riguarda ciò che vuole stabilire codesto Tribunale
ovvero se gli incontri al mercato sono avvenuti prima o dopo la
remissione di querela, Le rispondo io seriamente e senza
menzogne, la remissione di querela fu fatta dopo i nostri due
incontri al mercato ma non trovo quale importanza abbia perché
non ero io ad infastidire la Boscarolo e questo non sono io a
dirlo, questo emerge dalle stesse dichiarazioni della
denunciante, inoltre, signor Giudice, La prego di prestare molta
attenzione al seguente documento (All. 71), l’Ispettore capo
della Polizia di Stato, Roberto Fettis, su invito del P.M., la
dottoressa Copatu, domanda al Comandante della Stazione dei
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Carabinieri di Costa presso Erichi se ci fossero stati episodi degni
di interesse.
Lo stesso Fettis informa il Maresciallo Bevilacqua, comandante
dei C.C. di Costa, che la signora Boscarolo era stata sentita il
30/5/2005 dal P.M. e che la stessa aveva riferito di non aver
più rivisto il Animaviva.
La risposta del Maresciallo all’interrogazione dell’Ispettore Fettis,
ovvero del P.M. dott.a Copatu fu data il 17/6/2005 ed è questa:
alle ore 18,50 circa lo scrivente contattava telefonicamente
l’oggettivata, riferiva che dal giorno in cui aveva presentato la
querela nei confronti del Animaviva questi non la aveva più
importunata. ( All. 72 )
Intanto, signor Giudice, devo dire che io non avevo mai
importunato la signora Boscarolo né prima né dopo la sua querela
e che il finale della dichiarazione del Maresciallo Bevilacqua
(questi non la aveva più importunata) è una affermazione che il
Comandante della Stazione C.C. di Costa rilascia senza alcuna
prova oggettiva e solo sulla base delle dichiarazioni della
denunciante, d’altro canto a me risulta il contrario e cioè che fu la
Boscarolo che dopo la nostra “separazione” e dopo la
presentazione della querela iniziò ad importunarmi e ciò trova
riscontro in quanto ho già evidenziato precedentemente nelle
dichiarazioni rese dalla Boscarolo stessa, perché, signor
Giudice, non riesco a credere che se la mia ex, come è successo,
si avvicinò a me in modo violento e offensivo non ci sia stato
reato e se invece viceversa lo avessi fatto o lo facessi io, il reato si
consumi.
Ma io, ripeto, facevo la mia vita e la mia strada senza cercare di
avvicinarla, né per parlarle, né per avere contatti fisici, certo è che
in due occasioni, così come Le ho relazionato nella prima
memoria difensiva, poco tempo dopo la presentazione della
querela, la signora Boscarolo, a bordo della sua auto, si fermò in
315
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
due occasioni vicino a me e come se nulla fosse mi salutò
calorosamente e stette con me a conversare. (testi: Rozzala – Pere)
Inoltre le menzogne della Boscarolo, circa i nostri incontri,
trovano ancora riscontro nelle deposizioni rese da due testi
avanti l’Ispettore di P.G. Natariello, appositamente delegato dal
P.M. dott. Robert Curlan c/o Procura della Repubblica (All. 73 74).
Intanto, signor Giudice, mi consenta di rammentarLe che la
signora Boscarolo dice che non era più uscita di casa e come io Le
ho narrato antecedentemente ciò non trova alcun riscontro, anzi è
vero il contrario.
Ora però, perché Lei ne prenda atto, Le chiedo cortesemente di
leggere interamente le due deposizioni delle due testi per
comprendere fino a quale punto la signora Boscarolo sia in
grado di dire menzogne.
Preciso che si tratta di un episodio successo alla Mazurca il
9/4/2005 e ciò già di per se stesso prova che la denunciante
continuava a venire alla Mazurca anche se in querela la stessa
scrisse che non veniva più nei posti da me frequentati, inoltre è
di molto valore ciò che dice una delle testimoni nel verbale di
assunzione di informazioni del 13 giugno 2006, ovvero il citato
allegato n. 72 pagina 1 – rigo 18 a.d.r.: ad un certo punto la
Boscarolo ed il suo compagno si sono fermati davanti al
Animaviva e ho visto l’uomo mettere una mano sulla spalla del
Animaviva…Signor Giudice, la testimone dice che il compagno (si
fa per dire) della Boscarolo mise una mano sulla mia spalla, ma
questo tizio, con cui non ho mai avuto alcun rapporto, ci si può
pensare anche vagamente che mi metta una mano sulla spalla per
un saluto? No, signor Giudice, questo signore mi mise la mano
sulla spalla per iniziare, con quella provocazione, un alterco e la
teste, nella sua risposta, ha ben precisato che assieme a
quest’uomo c’era di fianco la signora Boscarolo, ma l’alterco
316
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
non iniziò e fu solo perché il sottoscritto, con grande
autocontrollo, si sottrasse a tale istigazione.
La teste prosegue: nello stesso momento ho visto che le persone
che erano vicine a loro si sono alzate per intervenire perché
sembrava che dovesse succedere qualche cosa. Ciò non può che
deporre per l’inizio di una controversia che è stata interrotta dal
mio comportamento composto e da personale della Sala che
intervenne così come ho già raccontato nella mia prima memoria
difensiva.
Da questo punto in poi delle vicende, è ammesso alle domande
il mio difensore e mi preme di porre l’accento soltanto su
qualche cosetta.
A pagina 27 – rigo 27 la signora Boscarolo dice: … io ho una
malattia, un tumore.
Ho seri dubbi, signor Giudice, che la signora Boscarolo abbia un
tumore, ma se così fosse ne sono molto dispiaciuto, ma
conoscendo la personalità della mia ex compagna sono molto più
propenso a credere che lei dica di avere un tumore per
condizionare il verdetto nei miei confronti, di conseguenza sono
costretto a chiederLe di approfondire le dichiarazioni della signora
Boscarolo o in alternativa di non tener conto di tale dichiarazione
perché il sottoscritto non può essere certo responsabile, sotto alcun
profilo, dello stato di salute della signora Boscarolo, anzi io mi
sono prodigato nell’esaudire tutte le richieste fattemi dalla mia ex
compagna e mi preme ricordarLe, come ho già relazionato nella
mia prima memoria, signor Giudice, che a Atea, nel 1996, la
portai d’urgenza al Pronto Soccorso dell’ospedale locale perché,
nella circostanza, la signora Boscarolo, svenendo era caduta nelle
scale dell’hotel ove dimoravamo e in quell’occasione addirittura io
la credetti morta. Poi, un paio di volte, mentre era nella sua
dimora di Erichi, su sua richiesta, la accompagnai al Pronto
317
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Soccorso e un’altra volta, a Costa presso Erichi, feci intervenire,
sempre su sua richiesta, la Guardia Medica.
Mi sono inoltre prodigato non soltanto per lei ma anche alla
richiesta da lei rivoltami per un’operazione di menisco per la figlia
e ciò trova riscontro nella testimonianza resa dalla signora
Rozzala il 17/6/2008 – pagina 40.
Per quanto riguarda i due ricoveri della mia ex compagna e della
figlia presso la Clinica Casa di Cura Città di Driassandela, sita
nell’omonima città, posso soltanto ribadire che io ho solo fornito il
numero di telefono dell’ospedale e il nome del medico. Le
prenotazioni vennero effettuate dalla signora Boscarolo per lei e
poi per la figlia e nel caso Lei non creda a queste mie
dichiarazioni, Le chiedo ossequiosamente di leggere la
dichiarazione qui allegata rilasciatami dal dott. Giovanni Riferi.
Il dott. Riferi era già stato indicato nella lista dei testi.
(Allegato A).
Insistentemente Le ricordo inoltre, signor Giudice, che su questi
ricoveri la Boscarolo ha mentito persino sull’anno, ella disse 1994
anziché 2004 e sino a che non fu da Lei ripresa non ammise di
aver detto una data che non corrispondeva alla realtà.
Un ultimo particolare degno di attenzione si ritrova all’interno di
una risposta data dalla signora Boscarolo a pagina 29 – rigo 24/26:
Non mi ha mai fatto nessun tipo di regalo costoso che non può
essere magari lo Swatch in quel periodo o i pranzi che mi pagava.
Veda, signor Giudice, questa per me è una affermazione degna di
rilievo poiché l’imputazione a mio carico scritta dal P.M.
dottoressa Caputo dice, tra le altre cose che motivano detta
imputazione, che io avrei fatto dei regali (P.M.: facendole regali)
alla mia ex, regali che il P.M., mi pare, voglia evidenziare come se
questi fossero stati fatti come una sorta di ricatto psicologico, ma
come Lei, signor Giudice può constatare, è la signora Boscarolo
stessa che nei modi in cui esplica il non valore di questi regali,
vuole anche affermare che non avevano valenza alcuna, infatti
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
la stessa dice che i regali non erano costosi – pagina 21 – rigo
25/26.
Mi rimane, signor Giudice, una breve documentazione fotografica
con la quale io voglio terminare questo mio scritto e con la quale
voglio provare, ancora una volta, che sono un’assurdità le
dichiarazioni della Boscarolo quando ella dice che la seguivo nelle
sue abitazioni o che l’aspettavo sotto casa anche se lei non voleva.
Come già fatto precedentemente, ho fatto stampare uno
spezzone di pellicola fotografica con sei fotogrammi perché Lei
possa constatare che queste fotografie sono sequenziali.
Nel fotogramma 9 e 10 Lei può vedere il sottoscritto che si trova
in montagna circondato da una abbondante nevicata.
Questi fotogrammi erano già stati da me depositati il 17/06/2008
come Allegato N, anzi la prima foto dell’allegato N è la signora
Boscarolo che mi guarda sorridente mentre scatto la fotografia e
ha come sfondo la stessa montagna innevata dei fotogrammi 9 e
10. Nei seguenti fotogrammi dello spezzone ovvero l’11 e 12 si
può osservare il sottoscritto che si trova nell’abitazione della
signora Boscarolo ad Erichi e che ha in braccio il gatto della
signora Boscarolo. Nel seguente fotogramma, il numero 13, si
può vedere la stessa che, dopo avermi fotografato con il gatto
in braccio, si fa a sua volta fotografare sempre con il suo gatto.
Nell’ultimo fotogramma di questo spezzone, il numero 14, Lei
può osservare una ragazza in atteggiamento divertito che è
soltanto parzialmente vestita mancandole la parte inferiore
dell’abbigliamento (era in mutande). La ragazza in questione è la
figlia della signora Boscarolo. Questa fotografia fu scattata
dalla signora Boscarolo in un momento di estrema allegria.
Ciò non può altro che deporre che il sottoscritto era in quella
casa non certo contro la volontà della stessa e d’altro canto la
stessa fotografia affidatami per lo sviluppo assieme a tutte le
altre non può che dimostrare, come ho già avuto modo di dire,
una grande confidenza e famigliarità tra il sottoscritto, la signora
Boscarolo e sua figlia.(All. 75).
319
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Del fotogramma n. 11, signor Giudice, le allego anche la
fotografia (All. 76) che va ad aggiungersi ai fotogrammi allegati
nella prima memoria difensiva che sono identificabili dalle lettere
DD, tali fotografie sono tutte scattate, come ho già detto, nella
residenza della signora Boscarolo di Erichi, quella a cui io Le
chiedo di prestare attenzione è il fotogramma in cui la figlia della
signora Boscarolo appare felice di fronte a due uova di Pasqua ed
un mazzo di rose rosa da me regalatele. Mi pare opportuno
ricordarLe, signor Giudice, che nell’udienza del 17/6/2008 la
signora Boscarolo ha voluto far intendere alla S.V. che le festività
le avrebbe trascorse tutte con il suo ex marito e la figlia!
Ricordando che ho già prodotto la prova di una Pasqua passata
con lei a Juan le Piedin – 1999, ora aggiungo questa foto che
addirittura prova la mia presenza in casa con lei e con la figlia in
un altro anno all’epoca della festività di Pasqua.
Sempre in merito alla mia presenza in casa della signora
Boscarolo in Erichi, produco altro provino a contatto e relativi
fotogrammi (All. 77- 78 – 79 - 80) dove si possono osservare il
gatto della signora Boscarolo, il trasportino del gatto sul
pavimento della cucina, i mobili della cucina e nuovamente il suo
gatto su un mobile dell’ingresso.
Nel proseguo del provino a contatto – fotogrammi 31 e 32 – vi è
l’immagine della signora Boscarolo di fronte ad una Cappella (una
piccola chiesa). Tali fotografie erano già state da me depositate
con la prima memoria difensiva, allegato identificabile alla lettera
R. Quello che io La prego di considerare, signor Giudice, oltre
che per il fatto in se stesso della mia presenza presso l’abitazione
della signora Boscarolo, è che successivamente, ed io affermo
nella stessa giornata, siamo andati in gita.
Tra la moltitudine di fotografie rinvenute presso la mia abitazione,
voglio evidenziarLe quest’ultima (All. 81) in cui il sottoscritto,
fotografato dalla signora Boscarolo, è seduto nell’ingresso della
casa a fianco ad un tavolo e a delle scatole riempite con
320
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
suppellettili da traslocare nella nuova abitazione della signora
Boscarolo in Costa lontano da Erichi.
Un ultimo capitolo, credo degno di attenzione, sono i telefoni
cellulari che il sottoscritto ha regalato alla signora Boscarolo.
Il primo era un Motorola di quelli che ora vengono definiti “ una
cabina telefonica “, quel telefono fu usato dalla mia ex un paio
d’anni, poi l’ex marito regalò ad Arianna un Ericson T10S, ovvero
uno di quei telefoni che la EGLI regalava con i punti della
benzina. Questo telefono ad un certo momento ebbe dei problemi,
ovvero, all’improvviso spariva il display. La signora Boscarolo me
lo diede, io riuscii a farlo rifunzionare, ma più volte il telefono
ebbe lo stesso problema, per cui annotai su un foglio i numeri che
c’erano in rubrica in quanto questi erano stati memorizzati sulla
memoria del telefono stesso e non su quella della Sim.
Il foglio con i numeri annotati lo diedi alla mia compagna
assieme ad un nuovo telefonino da me acquistato (Tomorola).
Quando nel giugno del 2004 ella mi restituì tutti i regali che le
avevo dato in dono durante la nostra relazione, mi restituì anche il
Tomorola.
Signor Giudice, a distanza di quattro anni ho acceso quel telefono
e con grande stupore ho scoperto che la mia ex compagna aveva
inserito nuovamente i numeri di telefono nella memoria del
telefono e non della Sim - card. Ecco l’elenco: Barbara –
333xxxxxxx;
Beppe – 328xxxxxxx; Casa – 01xxxxxxxx;
Cinzia – 349xxxxxxx;
Daria – 392xxxxxxx;
Gm 335xxxxxxx ; Graziella – 338xxxxxxx; Mari – 338xxxxxxx;
Maria Ales – 347xxxxxxx; Marilena – 333xxxxxxx; Maura –
338xxxxxxx Mio-328xxxxxxx; Nadia – 338xxxxxxx; Nadia
Cest – 333xxxxxxx;
Nanni – 347xxxxxxx;
Paolo –
3475753133; Zia – 01xxxxxxx; Senza nome -347xxxxxxx.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Facendoli scorrere ho avuto quella che definirei una “ grandissima
sorpresa “. Ovvero nel momento in cui sul display appariva il
nome della figlia, il telefono emetteva sonoramente la voce
della signora Boscarolo che chiamava la figlia .
Stessa cosa successe quando feci scorrere il display sul mio
nome.
Ci ho messo qualche istante a capire che la mia ex aveva inserito il
comando di chiamata vocale sul numero della figlia e sul mio.
Ora Signor Giudice mi consenta di esporle quelle che sono le
mie conclusioni.
Intanto devo dirLe che l’ultimo apparecchio telefonico il
Tomorola lo regalai alla mia compagna perché lei non fosse priva
di telefono, poiché nella nuova abitazione di Costa presso Erichi
non c’era ancora l’allacciamento con la rete fissa, (2000).
La mia preoccupazione era che se le succedeva qualcosa non
poteva contare sulla presenza di alcuna persona, perché in quella
casa abitava soltanto lei e nessun altro. A fronte del suo stato di
salute era per me fuori luogo lasciarla sola con un telefono mal
funzionante.
L’aver scoperto che sul telefonino ci sono due attivazioni vocali di
chiamata, quello della figlia ed il mio, non può portarmi che a
dedurre ed a sostenere che l’aver inserito la chiamata vocale, sul
mio nome, costituisce una inoppugnabile prova che la signora
Boscarolo mi chiamava, per di più, il fatto che il nome della
figlia ed il mio, siano gli unici che abbiano la chiamata verbale,
depone quale volontà della signora Boscarolo di prevedere una
chiamata alle due persone più care, in una ipotetica situazione
di emergenza, di cui devo nondimeno dire che la figlia non
avrebbe potuto far fronte perché distante del luogo di residenza
della mamma di oltre 450 Km.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
In alternativa credo si possa sostenere che io e la figlia fossimo
le persone più chiamate e quindi la chiamata vocale erano una
comodità o una accelerazione.
Io sono convinto, Signor Giudice, che se Lei volesse, potrebbe
disporre in poco tempo dei dati che confermerebbero ciò che io ho
affermato, ovvero che la signora Boscarolo mi chiamò spesso sino
al giugno del 2004. Il telefono oggetto di queste mie ultime
dichiarazioni è tutt’ ora in mio possesso ed è indubbiamente a Sua
disposizione per eventuali perizie Lei voglia disporre.
Di tutta questa nuova documentazione varia e fotografica lascio a
Lei trarre le opportune conclusioni.
Allego in ultimo a supporto delle mie affermazioni, le
dichiarazioni rilasciatemi da cinque persone informate sui fatti:
(Allegato A, B, C, D, E ).
In conclusione.
Nell’udienza preliminare Lei, signor Giudice, mi disse che
non potevo parlare.
Io non sapevo assolutamente che non avevo facoltà di intervenire.
Quando vidi che l’avvocato Neleo non riusciva a rispondere alla
Sua domanda, ovvero di chi era il tabulato telefonico che le aveva
appena presentato, mi venne spontaneo dire che non era di una
mia utenza.
Lei mi disse di tacere, io presi atto che non potevo parlare e
nel resto dell’udienza ho taciuto anche se avrei avuto altre cose da
dire in merito alle Sue richieste.
Certo è che se dopo avermi detto di tacere, Lei mi avesse invitato
a parlare io mi sarei sentito così spiazzato che non avrei più saputo
come comportarmi e nell’incertezza sicuramente prima di parlare
323
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
mi sarei rivolto al mio avvocato perché mi dicesse se veramente
potevo parlare.
Le dico questo, signor Giudice, perché per me ha una sicura
relazione con il mio modo di comportarmi nella mia vita privata.
Se qualcuno mi dice che una cosa non può essere fatta,
semplicemente mi adeguo a quella richiesta.
La relazione che ho avuto con la signora Boscarolo è una
lunga strada di sette anni e non tre mesi come dice lei, colma di
incertezze, ma queste incertezze non derivano dal mio
comportamento ma dal comportamento della mia compagna la
quale un giorno mi diceva che lei a letto con un uomo ci andava
solo se lo amava e poi magari anche solo due giorni dopo mi
diceva che non voleva più uscire con me.
Io, signor Giudice, prendevo atto di quello che Arianna mi diceva
e mi ritiravo nel più assoluto silenzio.
La prima volta che mi disse che voleva stare un po’ sola, io non la
sentii per una decina di giorni, poi all’improvviso mi squillò il
telefono e ricordo di sicuro che erano circa le 8, 8 e un quarto di
un qualsiasi giorno ed era lei che mi chiamava. Perché mi
chiamò? Io credevo per salutarmi o perché aveva voglia di
vedermi. No, non era così, senza neanche dirmi ciao (o forse ciao
me lo disse), mi enunciò che aveva rotto la macchina mentre stava
andando a lavorare e mi chiese se io gliela potevo aggiustare.
Io, signor Giudice che ho lavorato come meccanico, essendo in
grado di riparargliela, acconsentii. Partii quindi da Tortorinolo e
andai a prenderle l’auto, lasciandole la mia in prestito.
Questa fu la prima volta, signor Giudice, di una lunga lista,
dove la signora Boscarolo mi diceva di lasciarla un po’ sola e poi
per una ragione o per l’altra mi cercava.
Nei sette anni che siamo stati assieme sono infinite le volte che la
mia compagna si è comportata in tale maniera; prima mi diceva
che voleva star sola e poi mi chiamava per i più disparati motivi,
in particolare ne rammento alcuni: due volte ebbe un incidente con
la sua vecchia Uno, tutte due le volte mi chiamò ed io corsi da lei
324
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
senza peraltro fare alcun commento sul suo modo di
“comportarsi”.
E’ forse lì che ho sbagliato, dovevo dirle di no, ma l’amavo e non
ho saputo negarmi. Poi le richieste non furono solo più per se
stessa ma anche per la figlia, mi chiese di trovarle un’auto e gliela
trovai, mi chiese di portargliene un’altra, sempre della figlia, dallo
sfasciacarrozze ed io la portai.
Poi sempre per la figlia mi chiese di andare presso il bar che
gestiva a ritirarle degli effetti personali ed io ci andai.
Tra le tante richieste che mi sono pervenute e che mi pare
superfluo elencare, mi pare Signor Giudice invece opportuno
citare che nel giugno del 2004 la signora Boscarolo mi telefonava
dicendomi che stava male. Oramai non ci facevo neppure caso al
fatto che prima mi diceva di voler star sola e poi mi chiamava,
ormai conoscendola bene avevo riflettuto che se la “volevo” me la
dovevo tenere così com’era, con i suoi comportamenti che io
definirei ineluttabilmente border-line.
Così anche per questa ennesima richiesta di soccorso, senza
dirle nulla a proposito della vicinanza di tutti i suoi parenti, sono
partito e sono andato a fare l’infermiere……..
La domanda che veniva in seguito alla richiesta di soccorso, è
stata, pochi giorni dopo, ovvero quella di prodigarmi per un suo
ricovero in ospedale dove un mio amico medico vi lavorava e vi
lavora.
Signor Giudice, inutile dire che purtroppo mi ripeto, Lei
questa storia l’ha già letta nella mia memoria, ma aggiungo che la
signora Boscarolo, io credo al colmo dell’ipocrisia, non solo mi
chiese di far ricoverare lei, ma anche la figlia per un intervento al
ginocchio.
Ora, fatta questa premessa, se Lei lo permette, vorrei solo
dire quale è per me la definizione di molestia:
si definisce molestia ogni comportamento indesiderato che
offenda la dignità di donne o uomini, ivi inclusi atteggiamenti di
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
tipo fisico, verbale o non verbale, sconvenienti e offensivi per
coloro che li subiscono. La molestia morale è un comportamento
ostile, psicologicamente persecutorio, rivolto verso un individuo e
caratterizzato da ripetizione protratta e sistematica, umiliante o
lesiva dell’integrità psico-fisica, intimidazioni, calunnie, insulti,
diffusione di notizie riservate, insinuazioni ed ogni altra azione
tesa a sminuire il valore di una persona.
Orbene, tutto ciò è molestia.
Mi perdoni Signor Giudice, ma nel mio comportamento non
c’è una pur minima traccia di quanto appena affermato, d’altro
canto io credo che invece sia la signora Boscarolo che mi calunnia
e offende la mia dignità con il raccontare falsamente alle amiche
che l’ho violentata e sequestrata o che sono il suo untore per
averle trasmesso una malattia venerea che lei aveva ed io no.
Se c’è una sistematica ripetizione di atteggiamenti di molestia e di
umiliazione, è da parte della medesima nei miei confronti, la
quale, dopo aver io interrotto la nostra relazione, con una falsa
denuncia di molestie e minacce, queste già per altro derubricate, si
presenta nel locale da me frequentato da oltre venticinque anni in
compagnia di un uomo che mi minaccia di morte senza che il
sottoscritto abbia compiuto alcun gesto.
Se ci sono atteggiamenti sconvenienti e quindi di molestie questi
sono sempre da imputare alla mia ex compagna che
avvicinandomi cerca con la forza di aprirmi la portiera dell’auto
con la scusa di voler salutare il cane e che a seguito della mia
negazione, mi minaccia dicendomi: “Te la farò vedere, te la farò
pagare”.
A tale proposito, per quell’episodio, Le cito le parole del
Giudice dott. Roberto Rigagnolo che sommessamente il
sottoscritto palesemente dichiara di non condividere e che sono:
“rispetto alla fattispecie di minaccia la frase che l’indagata
avrebbe pronunciato in data 1/9/2006 (“te la faccio vedere – te la
farò pagare”) dopo che il Animaviva le aveva negato la
possibilità di accarezzare il cane che si trovava nell’abitacolo
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
dell’autovettura del querelante risulta, tenuto conto del contesto
dei rapporti personali intercorsi con la Boscarolo, del tutto priva
di efficacia intimidatoria.”.
Questa sentenza (All. n. 82 ) mi induce a credere che
qualsiasi cosa dica o faccia la mia ex compagna, le è concesso per
il semplice fatto che abbiamo avuto una relazione, mentre il suo
dire “te la farò vedere, te la farò pagare” per me non può essere
connotato se non come una minaccia e questo, Signor Giudice, è
un ennesimo dato oggettivo che mi spiazza e mi rende ancora più
difficile capire perché dovrò essere ancora una volta il 20/11/2008
in un aula di Tribunale come soggetto indagato e non come parte
lesa.
Se mi è permesso, il signor Giudice Rigagnolo riconosce con le
sue parole che questa relazione c’è stata, mentre la mia ex
compagna sostiene il contrario, con una querela colma di falsità e
non supportata da alcuna prova.
Circa l’attendibilità della signora Boscarolo è doveroso che
Le faccia notare che la stessa nelle dichiarazioni rilasciate presso
la Procura della Repubblica al P.M. dott.a Copatu dice: “È
arrivato al punto di fare in modo di portarmi via il cane che mi
aveva regalato mia figlia dicendo che se il cane non lo accudiva
lui io lo maltrattavo tenendolo legnato al termosifone”.
Io replico, Signor Giudice, che questa è una delle mille falsità in
quanto negli allegati che ho citato nella memoria difensiva, vi è
una dichiarazione della signora Boscarolo datata 22/6/2004 da lei
portata alla stazione dei C.C. di Costa di Erichi in cui si evince
che il cane mi è stato ceduto spontaneamente dalla stessa.
Mi preme soltanto dire che questa dichiarazione mi è stata
consegnato dalle mani del maresciallo Bevilacqua nella Stazione
dei C.C. di Costa di Erichi.
Nella stessa dichiarazione al P.M. ella prosegue dicendo: “Io sono
convinta che lui si sia creato un mondo tutto suo, si è convinto che
io essendo separata non abbia più fiducia negli uomini e che non
voglia credere che lui mi ama veramente”.
327
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Questa, Signor Giudice è nuovamente la prova di una falsità, Le
leggo lo stralcio di una lettera consegnatami a mano dalla mia ex
compagna: “Penso che ci vorrà ancora molto tempo prima che io
riponga la mia fiducia e rimetta la mia esistenza nelle mani di un
uomo”.
Veda, Signor Giudice, al di là di queste parole, mi sarei
comunque comportato come la mia coscienza mi dettava e la mia
coscienza mi diceva perentoriamente di aiutarla in tutto e per tutto
e ciò che ho fatto per lei, l’ho fatto per molte altre persone con cui
non avevo nessun legame sentimentale, ma conseguente alle sue
dichiarazioni avevo anche così la speranza di conquistarmi la
fiducia che lei dichiarava aver perso verso gli uomini.
Signor Giudice, nella querela la mia ex compagna dice: “Non
ho più avuto momenti di pace in quanto anche quando cercavo di
uscire per conto mio con delle amiche mi seguiva e se non
riusciva a seguirmi mi veniva a cercare nei posti che sapeva
potevo frequentare”.
Io, Signor Giudice, non riesco a darmi pace di queste
dichiarazioni false, che bisogno avevo da seguirla se lei
continuava a venire nei locali da me frequentati, che, ripeto, sono
a Tortorinolo e distano poche decine di metri da casa mia.
Mi perdoni signor Giudice, ma gli atteggiamenti di molestia sono
stati da parte della mia ex e non certo da parte mia.
Io sono stato sincero e nella mia memoria non ho omesso
alcuna circostanza, non ho nascosto neppure le ammissioni che
avrebbero potuto danneggiarmi, in particolare rammento le tre
volte che mi sono recato da lei per gli auguri e per dei saluti e non
credo neppure che in quell’occasione io abbia commesso un reato,
tanto più che è stata lei a rendersi disponibile di sua spontanea
volontà e senza nessuna costrizione da parte mia.
Le molestie ci sono state, signor Giudice, ma da parte della
signora Boscarolo che dopo avermi denunciato falsamente voleva
addirittura far credere che io le avessi danneggiato l’auto mentre
ella si trovava a Mirini ed è a tale proposito che Le rammento
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
che il tabulato telefonico datoLe dall’avvocato Neleo voleva
proprio provare che il sottoscritto in quella circostanza si
trovava a Tortorinolo.
E’ veramente sgradevole quando la signora Boscarolo, a
conclusione della sua querela, dice di diffidarmi da lasciarla in
pace, di non avvicinarmi più alla sua persona o a componenti della
sua famiglia e qualche riga prima dice: “ Non posso permettere
queste intromissioni anche nella vita di mia figlia”.
Sono innumerevoli le prove documentali in cui si può
evincere che non ero io che cercavo la figlia ma era la figlia che
cercava me per simili servizi accordati alla mamma.
Il documento che io ritengo più probatorio delle falsità dette dalla
mia ex compagna è la videocassetta in cui si può vedere che il
sottoscritto era proprio sotto casa della figlia con cane, figlia,
mamma e tutti quanti vivevamo allegramente, senza contare tutte
le foto allegate.
In ultimo, Signor Giudice, Le chiedo di tenere in giusta
considerazione il fatto che il maresciallo Bevilacqua, comandante
della Stazione C.C. di Costa di Erichi, pur non avendo nessun
riscontro e mai ne avrebbe potuti avere, mi ha descritto in codesta
maniera: “Visti i ripetuti atteggiamenti da parte del Animaviva
Antonio, proclivi alla violenza fisica e psichica, nonché
l’aggressività dimostrata, che appaiono sintomatici di una
personalità prepotente, aggressiva e priva di freni inibitori, per
poter fronteggiare la pericolosità dell’indagato, si chiede a
codesta Autorità Giudiziaria di valutare la possibilità di emettere
nei suoi confronti, un’ordinanza applicativa di allontanamento
da questo Comune, dal posto di lavoro, nonché di vietargli di
avvicinarsi alla stessa querelante e alla figlia, tutto ciò per
cercare di prevenire eventuali atti inconsulti”.
329
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Ma dove sono gli atti inconsulti? Forse nell’andare a messa
con lei e offrirle un ramo di ulivo?
Sono convinto che tali dichiarazioni approdate sulla scrivania
del P.M. dott.a Copatu, la abbiano indotta in errore
provocando così la richiesta di un decreto di condanna nei
miei confronti, ma le prove che le cose non stanno così come dice
il maresciallo dei Carabinieri sono nel fatto che il sottoscritto
anche nel lavoro ha sempre solo avuto elogi per il suo
comportamento e ulteriore prova la si può trovare nelle
dichiarazioni dell’Ispettore Ezio Urbani, mio superiore, che di sua
spontanea volontà contattò il maresciallo Bevilacqua e gli
relazionò verbalmente sulla mia buona condotta nella mia vita
privata e sul lavoro. (Vedasi allegato numero 3 relazione
dell’ispettore E. Urbani del 21/9/06 della mia prima memoria
difensiva).
Signor Giudice, lo stalking, termine mutuato dal linguaggio
della caccia, da to stalk, fare la posta, della caccia ha i connotati.
Bracca la preda, la riduce all’angolo, le ruba la vita.
Questa è la situazione in cui mi sono trovato io e non la mia
ex compagna.
Io nel giugno del 2002 avevo decisamente reciso la mia relazione
con la signora Boscarolo e di quella giornata, che era una giornata
come tante altre, le ho proposto nei miei allegati un filmato che
sarebbe persino stato superfluo citare, ma nella mia ansia di
documentare tutto ciò che ho dichiarato non ho saputo non
richiamare in giudizio.
Anche in questa ultima occasione in cui mi ero riproposto di
rifarmi una vita, nella quale Arianna non fosse più presente, per
nessun motivo, fosse anche stato il motivo più plausibile, non ho
saputo mantenere la promessa fattami e purtroppo, con le stesse
330
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
modalità già raccontate, mi lasciavo incantare dalle telefonate
della mia ex compagna che come sempre aveva qualcosa da
chiedermi.
Il comportamento di una persona che si dichiara molestata,
dovrebbe essere di fermezza e che non lasci adito ad alcun tipo di
fraintendimento, laddove ci siano richieste moleste si dovrebbe
evitare di rispondere offrendo al molestatore una vaga speranza e
quindi dicendo un no secco e senza giustificazioni.
Tutto il tempo di questa relazione: 1996 – 2004 è stata
connotata da una condotta tenuta dalla signora Boscarolo che è
esattamente l’opposto di quella che avrebbe dovuto tenere con un
molestatore.
Mi necessita, Signor Giudice, di dire che la signora
Boscarolo, interrogata dal P.M. dott.a Caputo, a domanda
risponde: “Non ci sono mai stati episodi di aggressione nei miei
confronti, non ha mai avuto gesti violenti nei miei confronti”.
Vorrei solo anticipare una domanda, se lei me la ponesse, i
miei sentimenti nei confronti di questa donna non sono mutati e
ripeto che la mia coscienza mi ha indotto ad aiutare questa donna
ed anche perché era lei che mi chiedeva questo aiuto.
Le chiedo di assolvermi per non aver commesso il reato.
Con deferenza
Animaviva Antonio
331
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Il round finale
Mentre scrivo questa parte conclusiva del libro, l’atto
finale di questa commedia tragi-comica si è già consumato,
mancano pochi giorni a Natale 2008………….
Dall’udienza del 17/6/2008 in cui aveva testimoniato la
mia ex compagna all’udienza del 20/11/2008, data in cui il
Giudice aveva rinviato l’udienza in cui sarebbe stato sentito il
sottoscritto, dovevano passare 125 giorni.
Qua c’entra tutto quel modo di dire: vedere il bicchiere
mezzo pieno o mezzo vuoto.
Vedete, per quanto mi consta il bicchiere non era certo
mezzo pieno di una bibita dolce e fresca e neanche ad
esempio di un buon barbera da centellinare accompagnato da
un bel piatto di acciughe al verde. Quel bicchiere di
dimensione superiore alla media era a mio avviso di sostanze
organiche putrescenti (immaginate voi il nome proprio della
sostanza). A farla breve era come se il medico mi avesse
prescritto di prendere qual bel bicchierone di emme a piccole
dosi per 125 giorni di seguito sino a finire dose e cura.
Vi assicuro che non ho esagerato nel descrivere le mie
sensazioni, quando considerai che a causa dell’andamento
poco razionale del processo dovevo aspettare 125 giorni, più
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
uno per trovarmi nuovamente in aula e finalmente essere
interrogato, pensai proprio che per finire la razione di…. che
mi era stata propinata avrei dovuto rimettere in moto il mio
stomaco a questo punto divenuto di ferro.
Vorrei proprio vedere e sentire cosa avreste fatto o detto
voi quando vi avessero comunicato che i “giochi” non erano
finiti perché il signor P.M. doveva ancora leggersi cosa
avevo scritto nella mia memoria difensiva numero uno.
Mentre riflettete forse ancora sul fatto che il P.M.
Dugarretti si presentò in aula senza aver letto una sola riga di
ciò che avevo scritto a mia difesa, sappiate che nell’ultima
udienza, quella che mi appresto a raccontarvi, ovvero quella
del 20/11/2008 non venne né il P.M. Copatu titolare del
procedimento (quello che non volle neanche sentirmi e
chiese, ottenendolo, un decreto penale nei miei confronti), né
venne il P.M. Dugarretti, (quello che chiese il rinvio per poter
leggere la mia memoria), ma sorprendentemente venne un
altro P.M. ancora, il quale ancor oggi non so dire se abbia
letto al posto del precedente Pubblico Ministero la mia
prima memoria difensiva e soprattutto se questi abbia
letto la mia seconda memoria difensiva, quella che io
scrissi dopo aver sentito le nauseanti menzogne dette dalla
mia ex nell’udienza del giugno 2008.
Per quanto mi consta la mia risposta al quesito: lesse?
Non lesse?... La mia risposta è: no! Non lesse!! Né la prima,
né la seconda.
Lascio in ogni caso a voi, il sacrosanto diritto di
giudicare, nel momento in cui leggerete la trascrizione
dell’udienza che più avanti inserirò nelle pagine del libro.
Una cosa comunque doverosamente devo dirla, il
Giudice, la signora Aristocratico, aveva di nuovo letto
puntualmente anche la mia seconda memoria difensiva.
Come faccio a saperlo? Lo capii nel momento in cui, prima di
iniziare il mio interrogatorio, mi mise al corrente di quali
333
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
erano i miei diritti. Dalla sua voce non traspariva alcuna
ostilità, anzi, io nella sua voce sentii come una non dichiarata
ma inconscia volontà di far finire tutto al più presto.
Tornando al bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto
sicuramente da un certo punto di vista, aspettare ancora 125
giorni per sapere se si è condannati o meno da una reato che
neanche nelle più inconsce mie volontà avevo commesso,
può essere paragonato, come ho fatto poc’anzi ad una forzata
e schifosa medicina, ma d’altro canto il bicchiere era mezzo
vuoto perché 125 giorni per difendermi rispondendo alle
menzogne della mia ex con esatte e precise circostanze e tutte
le prove possibili erano un lasso di tempo che consideravo
molto esiguo.
Tenete presente che una ventina di giorni erano già
bruciati nell’attesa di avere la copia della trascrizione del
verbale di udienza, poi arrivò agosto ed io avevo una gran
voglia di vacanze…
Anche se mi promisi di lasciare tutto alle spalle mentre
mi godevo un po’ di riposo, non riuscii a mantenere la
promessa. Dentro la valigia, assieme alle pinne, al fucile e
agli occhiali, ci infilai anche la trascrizione dell’udienza del
17/6/2008 e assieme mi portai tre evidenziatori di colore:
giallo, arancio e azzurro.
Il giallo lo usai per evidenziare le falsità meno gravi,
l’arancio quelle più gravi e l’azzurro per le contraddizioni.
Così tra una piadina al prosciutto e un piatto di taiadele
(tagliatelle), come contorno, mi sono letto la trascrizione
dell’udienza, fino alla sensazione di schifo.
Ogni volta che la leggevo (senza prendere alcun
appunto) creavo nella mia mente come due distinti file, uno
con la storia vera della mia relazione e l’altro con le
menzogne di Arianna.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Dopo non so quante volte aver letto le 41 pagine della
memoria, all’improvviso ho iniziato ad evidenziare lo scritto
con i tre colori diversi, alla fine di questo lavoro è stato per
me come aver completato un puzzle, un puzzle che solo io e
nessun altro poteva ricomporre, tessera dopo tessera, alla
realtà. Una parte del lavoro era terminata.
Così per gratificarmi me ne andai in un ristorante, che
ormai frequentavo da trent’anni e chiesi al cameriere di
servirmi un bel piatto di spaghetti allo scoglio, accompagnati
da un mezzo litrozzo di vino bianco ghiacciato.
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Ora mi rimaneva la ricerca e la “confezione” delle
prove da allegare allo scritto difensivo anch’esso ancora tutto
da stendere e consentitemi, una vera faticaccia.
Così come mi ero ripromesso (promessa questa volta
mantenuta), il primo di settembre iniziai il lavoro.
Se per caso foste capitati a casa mia il due di settembre,
vi sareste resi conto di persona in che condizioni si può
trovare un “povero diavolo” che deve difendersi da una
montagna di falsità, non una montagna qualsiasi, un Everest
di menzogne. Ogni documento pertinente era sistemato in
bella vista proprio in modo che io potessi vederlo e quindi
non dimenticarlo. Su un tavolo le foto, su un altro le ricevute,
su un altro ancora gli oggetti, poi sui mobili e sulle sedie tutto
ciò che avevo già prodotto nella prima memoria difensiva,
non volevo infatti riproporre al Giudice fatti o prove già
citati.
Io abito in una mansarda con le travature a vista, quando
le superfici dei mobili furono tutte occupate, cominciai ad
affiggere i restanti documenti, con delle puntine da disegno
proprio alle travi.
Per me la coreografia era talmente “forte” che ad un
certo punto ero quasi intenzionato a scattare una foto di
quello scenario un po’ surreale ma poi decisi di non
realizzarla perché mi dissi che alla fine… di tutto avrei voluto
dimenticare.
Un bel giorno finii anche di mettere a posto tutte le
tessere di quel rompicapo e di scrivere la memoria.
Ora rimanevano da numerare gli allegati e fotocopiarli
in triplice copia, una per il Giudice, una per il P.M. e una per
il mio difensore.
Mi ero ripromesso, tra le tante promesse, di portare in
Tribunale la memoria difensiva numero due, con tutti gli
allegati, entro il 20 di ottobre 2008, ciò perché il Giudice e il
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
P.M. avessero almeno un mese di tempo per leggere il mio
scritto.
Mantenni di nuovo la promessa, il 20 di ottobre alle ore
9,45, 11 centesimi e 9 millesimi, il cancelliere della segreteria
del signor Giudice, la dottoressa Aristocratico, incollava sulla
mia copia la marca da bollo da Euro 3,10 e subito dopo la
timbrava con la dicitura: originale depositato in segreteria
il 20/10/2008.
Perché vi rendiate conto del lavoro fatto e del sollievo
che ebbi uscendo dal Tribunale dopo aver depositato il mio
nuovo scritto, vi dirò non le ore dedicate alla questione ma le
sigarette fumate: Camel n. 4300, non le normali… quelle
lunghe; i caffè 1245.
Mancava un mese esatto all’udienza, decisi di riprendere
un po’ di fiato. Dopo un bel po’ di tempo sono riuscito a
concedermi una serata danzante nel locale a me più caro, “La
Mazurca”. La settimana dopo invece sono andato in giro per
più sale contemporaneamente, il solito tran tran, del vecchio
incallito frequentatore di sale da ballo.
C’era ancora un lavoro che dovevo fare per l’udienza del
20/11/2008, era preparare qualche domanda da girare al mio
avvocato perché me la ponesse alla fine dell’interrogatorio
che mi avrebbero somministrato il P.M. e il Giudice.
Quello che volevo far risaltare negli ultimi minuti del
processo era che Arianna: primo non aveva mai avuto paura
di me, secondo che le molestie non erano mai iniziate, tanto
meno nel 2001 come aveva sentenziato il P.M., terzo che era
una bugia astronomica il fatto che io avessi seguito Arianna
nella nuova casa di Costa come lei asseriva.
Mancava ormai solo più una settimana e nel rovistare
ancora una volta nei miei cassetti trovai un biglietto scritto di
pugno da Arianna, un post-it. Su questo biglietto, che mi era
stato affidato dalla mia ex mentre stava traslocando dalla casa
di Erichi alla casa di Costa c’è scritto: casa vecchia – staccare
337
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
tende, lavare lavatrice, stendere, prendere roba, acetone –
cera – viakal; nel retro del biglietto: prendere numeri ENEL.
Ormai, quando lo trovai avevo già depositato la seconda
memoria difensiva così pensai di utilizzarlo per il round
finale. In definitiva preparai un piccolo incartamento con
dentro: la ricevuta dell’albergo Stinatrie datata 20/8/2001, le
foto di quella giornata in cui oltre ad Arianna era presente
l’amica Pepinella poi, ben ripiegata, infilai nella busta
trasparente anche una maglietta bianca della Onix con
stampato sul davanti una grande margherita gialla con la
scritta flower.
Voi vi chiederete perché?
E io vi rispondo!
Ad agosto del 2001, Arianna mi chiamò e mi chiese se
io avevo piacere di andare a prendere al mare lei e
Peppiniella.
Loro erano andate in vacanza ed io ero rimasto a
Tortorinolo. Risposi di sì. Anziché partire la domenica partii
sabato sera per non trovare la classica coda della domenica,
così pernottando anch’io nell’hotel dove alloggiavano mi fu
data la ricevuta che naturalmente io ho conservato tutti questi
anni in mezzo ad altri mille documenti.
Al mattino della domenica, Arianna, Peppiniella ed io
salimmo in auto e, come avevamo concordato la sera prima,
ci recammo in gita alle Cinque Terre prima di far rientro a
casa.
Le foto di quelle giornate le avevo già inserite negli
allegati depositati in Tribunale, tre di queste le tenni per
spiegare al Giudice come si svolse quella giornata.
In quelle tre foto si vedevano Arianna e Peppiniella
ridere divertite dal sottoscritto, ma in una in particolare si
vedeva Arianna che si era messa in posa di fianco alla mia
auto e come per canzonare se stessa fingeva di stare
sull’attenti con il petto in fuori, risultato il seno terza misura,
338
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
sotto una maglietta super attillata con quella margherita
gialla, risaltava ancor di più.
Perché avevo fatto quella foto?
Arianna, mentre percorrevo l’autostrada, all’improvviso
ci informò che la maglietta che indossava, dopo quella volta
sarebbe andata in pensione proprio perché questa era
eccessivamente stretta e le faceva risaltare troppo i seni!!!
Sigh!
Sigh!
Gulp!
Voi pensate che io scherzi!?
Non scherzo affatto!
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A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Quando tornammo a casa Arianna si sfilò la maglietta e
come se nulla fosse mi disse porgendomela: te la regalo!
Visto che il P.M. asseriva che io avevo cominciato a
molestare Arianna nel 2001, mi pareva proprio opportuno
raccontare di quella giornata e di quel grottesco episodio.
Siccome l’imputazione recitava che il sottoscritto aveva
molestato sino al 2005 la signora Boscarolo, misi in un’altra
busta trasparente due guanti ad ella appartenenti.
Considerato che Arianna mi aveva denunciato nel
maggio del 2005 era per me importante provare che, come ho
già detto, lei non aveva paura di me e che malgrado mi avesse
querelato quando mi incontrava continuava a parlare con me
come se nulla fosse anche dopo la denuncia.
I guanti mi erano stati regalati da Arianna il 23/12/2005!
Sei mesi dopo la denuncia.
Come?
La storia probabilmente la ricordate ma meglio se la
rammento…….
La incontrai ad Erichi, feci scendere Nerina dalla mia
auto e le disse: vai a salutare mamma. Nerina di corsa,
festosamente andò scodinzolando da Arianna.
Dopo pochi istanti la richiamai, Nerina tornò vicino a
me e saltò dentro l’auto. Stavo per allontanarmi quando
Arianna, superandomi, si infilò nell’auto dalla parte del
passeggero e chiamò Nerina, questa festosamente sberliccò la
faccia di Arianna e poi all’improvviso giocosamente rubò il
guanto che Arianna si sfilò dalla mano destra e che teneva
nella mano sinistra. Dopo il “furto” Nerina, per non farsi
riprendere il guanto, sgusciò al fondo della macchina sulla
340
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
cappelliera. A quel punto Arianna si girò verso di me, si sfilò
l’altro guanto dalla mano sinistra e me lo diede dicendomi:
” te li regalo per Nerina ”.
Ri-sigh e ri-gulp!
Non scherzo, vi giuro che non scherzo, anzi, aggiungo
che quel giorno malgrado fosse dicembre e non facesse per
niente caldo, Arianna portava come al solito una minigonna e
nell’infilarsi nell’auto, s’inginocchio sul sedile del
passeggero, beandomi della vista del suo fondoschiena
attraversato dal filo di un perizoma di colore nero.
In altre circostanze le avrei anche fatto qualche
apprezzamento sul quella “vista” o forse mi sarei lasciato
andare ad una pacca sul posteriore così impudicamente
mostrato, ma in quel momento mi vennero in mente le parole
dello psichiatra che mi avvisava della pericolosità di Arianna
e allora non feci nessun commento né feci azioni che mi
potessero “incasinare”.
Questo aneddoto è stramaledettamente vero e anche se i
guanti potevano essere di chiunque io sapevo che erano di
Arianna e che Arianna me li diede proprio quel giorno: sei
mesi dopo avermi denunciato.
Dentro il dossier ci infilai anche un’agenda del 2004 di
quella associazione cui faceva parte il suo datore di lavoro,
che Arianna aveva preso in ufficio e mi aveva regalato.
Aggiunsi ancora nelle buste del fascicolo, una
confezione lunga una quindicina di centimetri e larga due che
a prima vista poteva sembrare una merendina, una barretta di
cioccolato, sulla busta bianca, stampata quattordici volte, la
parola Predictor.
Forse qualcuno di voi o forse tutti avrete già capito che
cos’era quella barretta non certo di cioccolato.
341
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Nel 1999, una domenica pomeriggio, Arianna arrivò nel
campeggio dove io allora dimoravo con la sua auto, quella
vecchia e sgangherata Uno bianca che possedeva.
Scese dalla macchina e poi salì nella roulotte dove io
facevo il mio solito riposino. Lei si sedette di fianco a me ed
io ancora appisolato, supino, senza girarmi allungai una
mano e le diedi una carezza sulle le gambe.
Dopo pochi istanti la sentii nuda sotto le coperte vicino
a me. Mi girai, dopo averla ancora una volta accarezzata e
guardata a lungo negli occhi facemmo l’amore. Quando ci
risvegliammo fui io il primo ad alzarmi, così feci il caffè.
Mentre eravamo seduti a gustarci l’odore e l’aroma di quel
caffè Arianna mi disse che probabilmente, visto che era in
ritardo con il ciclo, era probabilmente in stato interessante.
La cosa che facemmo, dopo esserci vestiti, fu di cercare
una farmacia aperta per comperare un test di gravidanza.
Prima di proseguire vorrei solo dire che quando Arianna
mi disse che probabilmente era incinta, io non trovai le parole
per dirle quali erano le mie sensazioni, ero troppo
emozionato, semplicemente mi avvicinai e le diedi una
carezza ed un bacio.
Per quanto mi riguardava, avere un figlio da lei era la
più grande fortuna che mi potesse capitare, avrei amato lei e
avrei amato nostro figlio
Trovammo la farmacia così acquistai un prodotto che il
farmacista mi consigliò dal nome Predictor. Dentro la scatola
c’erano due confezioni, Arianna il giorno seguente ne usò
una, il test diede responso negativo.
La sera di quel lunedì ci vedemmo e fu lì che lei mi
disse che era stato un falso allarme anche perché subito dopo
il test le era arrivato il ciclo.
La confezione del Predictor che non venne utilizzato, va
a sapere perché, mi venne restituito da Arianna ed io la misi
342
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
nella cassetta dei farmaci dove è stata a dormire per ben nove
anni.
Sulla confezione, inserita tra la 14 volte Predictor c’era
la data di scadenza del farmaco: settembre 1999.
Forse la confezione in se stessa con stampigliata la data
di scadenza non era un granché di prova, ma quello che mi
premeva era di raccontare al Giudice di quell’ormai lontano
pomeriggio di amore e di trepidazione che il sottoscritto
aveva vissuto e che non sarei mai riuscito a maltrattare
nessuna donna tanto meno la donna che amavo così
intensamente.
Tanto perché non vi rimanga il dubbio…….., non ho
mai avuto rapporti protetti con Arianna, nemmeno la prima
volta, quando le chiesi se voleva che io usassi un profilattico
e lei mi rispose che il preservativo le faceva schifo!!
Per ultimo stampai le spontanee dichiarazioni che avevo
scritto e che avrei desiderato leggere al termine del mio
interrogatorio. Quando la mia super – lenta stampante, sfornò
i tre fogli che contenevano le mie ultime elucubrazioni, li
presi e li sistemai in prima posizione all’interno del fascicolo.
Il testo delle mie dichiarazioni eccolo qui:
La signora Boscarolo ha detto nell’udienza del 17/6/2008 che
io sapevo dove abitava e dove lavorava perché io la seguivo.
Come ho già avuto modo di scrivere ella mentiva ma alla pari
di quello che dice lei sulle sue abitazioni, come se fosse una
domanda ma è una affermazione, signor Giudice, io Le chiedo:
ma come sapeva la signora Boscarolo dove abitavo io?
Perché anche lei mi seguiva?
343
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Io ho cambiato ben cinque abitazioni durante la nostra relazione,
lei è stata ospite da me in ogni luogo da me abitato e se non crede
alla mia parola, signor Giudice, facilmente e con poco tempo a
disposizione potrei provare ciò che affermo.
E’ la più grande assurdità che nella mia vita ho dovuto subire
e sentire, ovvero che molestavo la mia compagna e poi che questa
venisse a dormire ogni fine settimana a casa mia.
Mi perdoni, signor Giudice, ma c’è un lungo elenco di fatti
che ho ricostruito nelle mie memorie difensive e che nella veste di
molestatore non avrei mai potuto sapere.
I fatti che, mi permetta, elenco ora e che introduco con la
domanda: come farei a sapere, sono un’affermazione e non una
domanda.
Alcuni brani, signor Giudice, sono banali o forse lo sono tutti
ma nel contesto della vicenda, per quanto mi consta, vogliono solo
evidenziare che il rapporto tra me e la Boscarolo non era un
rapporto tra una donna e un molestatore ma tra due persone che
hanno avuto un’ordinaria relazione.
Come farei a sapere:
- che da ragazza, con la sua famiglia abitava in via della
Dualgeria,
- che frequentava il Tio Club,
- che ha lavorato all’incirca dal 1974 al 1979 per due ditte di
manifattura tessile,
- che poi all’incirca dal 1980 al 1983 ha lavorato presso la ditta
Romando e che lì si è ammalata di polmonite perché restava
immobile in un luogo gelido,
344
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
come farei a sapere:
- che poi lei cambiò totalmente lavoro sino a che nel 1990-1991
iniziò a lavorare part-time per l’Orchidea s.r.l.,
- che nel 1997 o 1998 lavorò per un commercialista di Roipino, in
via Dolcetti, dove lei mi disse che lavorava in nero,
- che nel 1998 iniziò in part-time a lavorare per la MCO
distruzioni dove probabilmente lavora tuttora,
come farei a sapere:
- che il titolare dell’Orchidea s.r.l. è un consigliere
dell’associazione di Tiro a Volo – e che lo stesso fu indagato per
essere stato responsabile di un incidente mortale avvenuto in un
suo cantiere in Tortorinolo,
- che la figlia della signora Boscarolo ha avuto un fidanzato ad
Erichi che si chiamava Alessandro e che quando si è trasferita a
Mirini ha avuto una relazione con un certo Paolo Vazatta
comproprietario del bar che sta di fronte al sotto mercato del
pesce di Mirini, dove la stessa lavorava,
Come saprei:
- che la figlia ha lavorato a Nipo Tortolinese in un bar di cui non
ricordo il nome
- che ha lavorato ad Erichi al Bar Dotrà,
- allo Studio 54,
- che ha abitato in piazzetta del mercato ad Erichi,
- che poi è andata ad abitare a Roipino,
- che quando si è trasferita a Mirini condivideva un alloggio con
altre due o tre ragazze che lavoravano con lei al sotto mercato del
pesce e di cui ricordo che una si chiamava Carlotta,
345
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
- che oltre a lavorare al sotto mercato del pesce di Mirini questa
ragazza lavorava in un bar sito nella piazzetta attigua al
Municipio,
come saprei:
- tutti i particolare sull’acquisto della casa di Costa, che era
una costruzione in parte censita come deposito e che la signora
Boscarolo dovette fare una variazione della destinazione d’uso,
come saprei:
- dell’agenzia alla quale venne affidato l’incarico per la vendita
della casa della figlia della signora Boscarolo a Roipino e del
conto bancario presso l’istituto bancario, filiale di Caliemonri,
vicino al bar della figlia,
- del fatto che la signora Boscarolo denunciò il falegname che le
aveva fatto delle porte inutilizzabili e che la denuncia venne
presentata ai C.C. di Erichi,
- che sempre presso i C.C. di Erichi denunciò il furto del
portafoglio e l’utilizzo di una carta bancomat da parte del ladro
per l’acquisto di due cellulari presso il centro TIM di Erichi.
Come saprei:
- che il suo medico curante era una rappresentante del gentil sesso
e si chiamava Angela Bulbo, che prima aveva lo studio in piazza
Pollastra, dove la Boscarolo andava dalla parrucchiera ogni
settimana, e che poi questa dottoressa si era trasferì in strada
Costa,
346
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
- che la sarta dove andava la signora era a 50 metri dalla
parrucchiera ed esattamente in via Vittime e che poi si è trasferita
in via Bittasti a Erichi,
come farei a sapere:
- che la signora Boscarolo aveva comperato dei mobili per la casa
nuova di Costa a Casal Obeso, presso la ditta Mobil - Costruzion
e che il piano della cucina fu sostituito con uno di marmo per
volere della signora Boscarolo e che questo fu realizzato da un
marmista sito a pochi metri, nella via dove la signora lavorava o
lavora,
come saprei:
- il cognome del muratore, sig. Demonillo, che le aveva
ristrutturato la casa,
- i particolari delle piastrelle riciclate che furono uno dei motivi
per cui la Boscarolo bisticciò con questo muratore e che a questo
prese fuoco la casa e che la casa era in via Matagonne, poco
lontano dalla casa della signora Boscarolo,
come potrei sapere:
- che il proprietario della casa che la signora Boscarolo voleva
acquistare a Nipo Tortolinese era il custode di villa Ebagg e che
suo figlio si suicidò nel parco della villa lasciandosi asfissiare dai
gas di scarico di un’auto.
Potrei andare avanti signor Giudice, ma mi fermo qui.
347
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Queste, signor Giudice, sono delle domande che ho posto, prima a
me stesso e che ora pongo a questo Tribunale, forse in un
atteggiamento un po’ polemico, ma sono convinto che ognuna di
queste mie affermazioni potrebbero essere da Lei controllate una
ad una e che alla fine Lei non rintraccerebbe in nessuna di queste
una pur piccola menzogna, ovviamente tutto ciò che ho elencato è
per dimostrarLe che non vi sono state alcune molestie da parte del
sottoscritto ma soltanto una relazione in cui, non a causa del
sottoscritto, ci sono stati dei contrasti che a mio avviso non
possono avere, neanche lontanamente, la fisionomia di un reato.
Antonio Animaviva
La vigilia dell’udienza n°3
Il pomeriggio del 19/11/2008, così come
avevo
concordato, passai ancora una volta nello studio degli
avvocati che l’indomani mi avrebbero difeso in aula.
Naturalmente feci a loro vedere quali erano le cose che
volevo presentare al Giudice. Ebbi la loro approvazione e
infine ci mettemmo d’accordo per l’orario in cui ci saremmo
incontrati l’indomani, poi mi congedai.
L’udienza era fissata per mezzogiorno.
Ogni volta che ci penso mi viene in mente il titolo del
film: ” Mezzogiorno di fuoco”.
Al contrario di quello che credevo, la sera mangiai
abbondantemente con grande appetito e dopo il solito film e
un po’ di zapping alla TV, mi addormentai placidamente
come un bimbo.
348
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
LA TERZA UDIENZA
Alle 9,00 del 20/11/2008 la musichetta della sveglia del
mio telefonino mi risvegliò da ben dieci ore di santissimo
sonno.
Infilate le ciabatte e mentalmente inviato del lubrificante
alle mie intorpidite articolazioni, andai in cucina e accesi il
fuoco sotto il bricco del caffè.
Prima di coricarmi avevo stirato e preparato appesi gli
indumenti che avrei indossato in Tribunale: l’abito grigio e
l’abito nero a righe.
Mentre seduto sul divano sorseggiavo il caffè e
guardavo il T.G., decisi che avrei indossato l’abito nero a
righe con la camicia bianca e la cravatta grigia antracite.
Sorridevo mentre prendevo quella decisione e sorridevo
perché quell’abbigliamento mi avrebbe fatto sembrare più ad
un individuo che si stava preparando per andare a nozze che
ad un uomo che si recava ad un processo per molestie.
Chissà se il Giudice avrà pensato alla stessa cosa nel
vedermi!
Dopo aver indossato l’abito ed infilato le scarpe extra
lucide, chiamai un taxi.
Lo studio degli avvocati non era tanto lontano da casa
mia ma quello era un giorno particolare ed io volli andarci
con il taxi anche perché volevo risparmiarmi lo stress della
guida nel nervoso traffico della città.
Alle 11,50 gli avvocati ed io entrammo nell’anticamera
dell’aula 52 dove di lì a poco avrei saputo cosa la sorte mi
aveva riservato.
Io rimasi lì nell’anticamera, loro invece entrarono in
aula.
Mi trattenni lì qualche istante poi uscii nel cortile e mi
accesi una sigaretta, la solita camel lunga.
349
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Ero abbastanza tranquillo ma una sigaretta mi sarebbe
servita per ingannare il tempo che incalzava.
Mi piazzai rivolto all’anticamera e attraverso i vetri della
porta aspettavo di vedere quando il cancelliere mi sarebbe
venuto a chiamare.
A quell’ora l’anticamera dell’aula 52 era deserta, proprio
come “Il deserto dei Tartari”.
Manco ci fossimo sincronizzati, gettai, il filtro della
camel lunga nel posacenere e il cancelliere comparve dalla
porta dell’aula.
Io, come un fulmine, superai la porta a vetri e senza
neanche udire chiamare il mio nome risposi: sono io, poi
entrai nell’aula accompagnato dal cancelliere con tutti i miei
bagagli.
Mi sistemai su indicazione degli avvocati nelle sedie
dietro di loro. Posai la borsa con i documenti che mi ero
portato appresso e posai anche il grosso sacchetto con dentro
la pelliccia di Arianna che anni prima le avevo comperato
perché si era lamentata di essere senza soldi, (vi ricordate?).
Mi tolsi il cappotto, poi intenzionalmente, facendo
rumoreggiare la plastica del sacchetto che la conteneva, sfilai
la pelliccia e la misi in bella vista sul banco dietro di me, in
una posizione in cui non fosse coperta dalla presenza
dell’avvocato Dal ponte e dall’avvocato De Concetti.
Sicuramente il Giudice aveva notato le mie manovre.
Volevo soltanto dimostrare che anche quella pelliccia, di
cui avevo raccontato nelle mie memorie difensive, esisteva
veramente e che non era frutto della mia fantasia.
Non ho la certezza, ma con tutto il rumore prodotto da
quella borsa scelta da me antecedentemente proprio per la sue
particolarità, credo proprio di aver raggiunto il mio scopo,
senza essere costretto a dire una sola parola.
350
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Dopo pochi istanti, di silenzio assoluto, il Giudice mi
chiamo a se!
Con passi studiatamente lenti mi avvicinai, riuscii
ancora a pensare che l’aula era pressoché deserta così come
era deserta l’anticamera. Presenti in aula, oltre ai miei
avvocati, c’erano soltanto il Giudice, il P.M., il cancelliere,
l’addetto audio e il sottoscritto e seduti tra i banchi un uomo e
una donna che poi mi dissero erano un P.M. e un avvocato
che avevano ancora una causa dopo la mia.
Arianna, la mia cara Arianna, non c’era.
Pensai ancora che la sera prima avevo scommesso tra
me e me 100 euro che non sarebbe venuta e così avevo già
vinto i 100 euro.
Ero sicuro di me, ma sebbene fossi calmo, le pulsazioni
del mio cuore salirono all’improvviso, proprio come mi è
accaduto allorché mi sono trovato ad essere in una situazione
di pericolo
Anche se volutamente avevo rallentato la mia marcia,
ero ormai arrivato davanti al Giudice, mi fermai dove mi fu
indicato, davanti alla sedia e al microfono, dove ad istanti
avrei potuto finalmente far sentire la mia voce e le mie
ragioni. Le pulsazioni stavano per stabilizzarsi ed in breve
tornarono quasi alla normalità.
Il Giudice mi guardò per un istante negli occhi poi
leggendo un foglio appoggiato di fianco al bancone mi lesse
la formula di rito aggiungendo che se avessi citato dei nomi,
questi avrebbero potuto anche essere chiamati a testimoniare.
In quel momento, ridacchiando dentro di me pensai,
eccome se le avrei fatto dei nomi! Avrei avuto da eccepire
che la lista dei testi era composta da una lunga trafila di
nomi e che Lei la lista l’aveva già ridotta a sole due
persone, lo pensai ma non lo dissi!
351
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
A questo punto il mio interrogatorio ebbe inizio.
Eccovi la trascrizione integrale.
TRIBUNALE DI TORTORINO – Ia SEZIONE MONOCRATICA
Procedimento penale n.616161616161/07 Udienza del “20/11/2008
Dott.ssa Aristocratico
Dott.ssa Nartimetto
Giudice
Pubblico Ministero
Caterina Latlarico
Ilaria Cianfeli
Cancelliere
Ausiliario tecnico
PROCEDIMENTO A CARICO DI – ANIMAVIVA ANTONIO –
DEPOSIZIONE DELL’IMPUTATO – ANIMAVIVA ANTONIO –
L’IMPUTATO, RICEVUTI GLI AVVERTIMENTI DI CUI ALL’ARTICOLO 64
TERZO COMMA DEL GIUDICE DI PROCEDURA PENALE, DICHIARA CHE
INTENDE RISPONDERE.
GENERALITA’: Animaviva Antonio.
PUBBLICO MINISTERO
DOMANDA
sua
–
Ho letto tutta la vicenda che lei ha scritto nella
memoria,
relativamente
alla
sua
relazione
con
la
signora Boscarolo Arianna. La signora come manifestava? Cioè,
le diceva che non voleva in realtà più stare con lei?
352
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
RISPOSTA –
No,
no,
non
è
diceva:
“Voglio
stare
la
volontà;
poi
sua
così
un
le
semplice.
po’
mi
da
Qualche
sola,
e
richiamava,
volta
io
ed
mi
rispettavo
io
tornavo
ad
essere suo compagno di sempre.
DOMANDA
–
Ecco, lei era molto attaccato a questa persona; come
dimostrava
veniva
questo
attaccamento?
chiamato,
ad
Andava
aspettarla
sotto
anche
casa?
se
Le
non
mandava
dei regali?
RISPOSTA –
No, assolutamente no.
DOMANDA
Quindi,
–
lei
interveniva
solo
quando
la
signora
la
chiamarla?
RISPOSTA –
si
Sì, ma voglio dire: oggi andava tutto bene…, domani
alzava
“Senti,
dico
voglio
lasciavo
per
col
piede
stare
quel
un
sbagliato,
po’
tempo
da
da
sola”.
sola;
poi
e
mi
Io,
lei
diceva:
ripeto,
la
autonomamente
mi telefonava e quindi riprendeva una relazione normale.
DOMANDA
–
Quindi, secondo lei, non ha mai manifestato fastidio
per i suoi regali..?
RISPOSTA –
Il
regalo
perché
mi
aveva
se
il
suo
era
non
è
che
glielo
richiamato;
compleanno,
facevo
glielo
il
facevo
giorno
in
dopo
occasione
se
era
il
suo
onomastico,
se
non
le
ha
mai
manifestato
un
era Natale, se era Pasqua.
DOMANDA
–
Quindi,
la
signora
fastidio per la sua presenza?
RISPOSTA –
No, anzi.
DOMANDA
Ricorda dei momenti dove magari ci sono state delle
–
scenate
di
rifiuto
da
parte
della
signora,
con
ritorni,
pianti da parte sua?
RISPOSTA –
dire
il
No,
la
pianti
signora
medico
malissimo:
uno
che
per
parte
Boscarolo
dell’ospedale
stava
pianto
da
ho
piange,
quel
mia…,
sono
le
ha
quelli
che
pianti…,
fatto
ho
una
pianto
anch’io
così,
alla
prima
ho
pianto
sentimento…,
353
con
avrà
voluto
pianto
quando
puntura
lei.
a
Io
e
lei
non
sono
emozione;
ho
casa:
mentre
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
per
esempio
preparavo
tutte
queste
cose
e
dovevo
ripassare dei momenti che, per me, sono stati belli.
DOMANDA
–
Quindi lei non ha mai percepito questa sensazione di
rifiuto,
di
pesantezza
nel
vederlo
da
parte
della
signora?
RISPOSTA
–
Ma no. Era una così scontata che lei un giorno era
in una maniera, e l’altro giorno era in un’altra; per me
è
una
cosa
scontatissima:
è
una
persona
proprio
così,
è
fatta così.
DOMANDA
–
Quindi
secondo
lei,
però
arrivare
alla
denuncia…,
secondo lei perché è arrivata a fare questa denuncia?
RISPOSTA
–
E’ arrivata la denuncia…, io credo, suppongo perché
non lo so per certo: è venuta a ballare in sala da ballo
con
un
certo
cognome;
perché
ho
Nino.
fatto
questo
Io
so
anche
Nino
mi
solo
una
ha
il
denuncia
messo
una
nome,
di
non
questo
mano
so
il
episodio,
sulla
spalla,
e
cercava un alterco; però l’alterco non è successo.
Io,dopo
visto
quell’episodio
durante
psichiatra
donna
la
a
era
e
tutte
nostra
chiedere
un
le
altre
relazione,
se
il
cose
sono
che
andato
comportamento
comportamento
dovuto
ad
avevo
da
in
un
una
questa
disturbo
caratteriale, o quant’altro. La psichiatra mi ha avvertito di
fare molta attenzione a questa persona, e io le ho chiesto
perché.
Perché,
lei
ha
mi
bacio
che
di
“Guarda,
risponde
che
fronte;
mi
violentata.
paura
detto
sulla
lei
mi
ha
quella
questa
io
da
donna;
voglio
donna
è
e
le
andare
a
quel
momento
in
incontrata
questa
ha
capace,
di
l’ho
più
psichiatra,
incontrata
raccontato,
Quindi,
non
l’ha
questa
relazione,
dato
con
dire
e
un
quello
che
poi,
le
perché
ho
l’ha
avuto
ho
detto:
assolutamente;
dopo quello che mi hai fatto in sala da ballo:che io credo
sia
una
grossa
una
psichiatra,
psichiatra;
persino
e
chiesto
assurdità”,sono
e
le
di
le
ho
ho
detto
andare
354
andato
raccontato
a
che
la
parlare
addirittura
cos’ho
detto
psichiatra
con
lo
mi
da
alla
ha
psichiatra
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
che
ti
non
lo
sta
seguendo:
ritengo
questa
ma
giusto,
psichiatra
parente”.
tuo
Io
problemi”.
ho
Lei,
in
in
non
voglio
disse:
detto
Perché
lasciarti
questo
non
mi
allora
fratello?
voglio
io
balia
quel
“Mi
me
ne
te
momento,
un
parlare
vado
il
Però
con
fai
stessa,
apre
perché
così.
parli
lei:
di
faccio
impormi
“Ne
a
io
lo
con
con
e
non
i
tuoi
cellulare
e
mi
Bevilacqua
a
dice: “Andiamo a parlarne dal Maresciallo Bevilacqua”.
Io
ho
detto:
“Io
vengo
parlarne;
però
dal
psichiatra:
tuo
Allora
lei
il
dal
Maresciallo
Maresciallo
chiude
può
il
Bevilacqua
soltanto
cellulare,
non
venire
e
mi
può
un
dice:
venire
parente”.
“Fai
come
vuoi: se vuoi andare da tuo fratello, vacci pure”. Io ho
risposto: “No, da tuo fratello senza che tu telefoni, senza
che andiamo assieme, io non ci andrò”. L’indomani di questa
chiacchierata
è
andata
a
presentare
la
denuncia
dai
Carabinieri.
DOMANDA
–
Ecco,
comunque
in
qualche
occasione
le
manifestava
che il suo interessamento era eccessivo?
RISPOSTA
– No, no, mai. Mi scusi, è il contrario: io più di
una
le
volta
due
andati
ho
cercato
di
principali,
prima
Londra;
poi
a
e
lasciarla,
di
ho
almeno
tutto
tre
questo,
persino
volte.
quando
allegato
un
Ma
siamo
filmato:
adesso la data esatta non lo so, ma è nel 2002. Sono due
volte che ho detto che volevo cessare questa relazione…, e
poi lei mi
ritelefonava. L’ultima, quella di
stupito
più
di
ricoverata
di
di
tutte,
nuovo
all’ospedale,
mi
è
quando
all’ospedale;
chiede
di
e
mi
chiese
mentre
fare
cui mi sono
èra
ricoverare
di
essere
ricoverata
anche
la
figlia. Ecco perché, le dico, era una cosa a cui io non
facevo
neanche
più
quando
lei
mi
non
caso;
quando
chiamava
me
a
ballare,
avevo
altre
andavo
a
Però
le
dire,
signor
non
mi
chiamava
stavo
interessi,
Paesana…,
mi
ne
miei
posso
lei
ricordo
355
P.M.,
se…,
mi
che
pare
casa.
quel
22
andavo,
Avevo
i
compagnie.
giorno
luglio
a
del
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
2002,
io
di
telefonava
però
di
lì
ci
lì
ho
detto
uscivo,
basta…
facevo
ho iniziato
a
Sì,
quello
farmi
d’accordo,
che
una
ho
mia
quando
sempre
fatto;
vita. Lei
lo
ha
capito; lo ha capito ed ecco perché era più presente. Io
credo, almeno.
PUBBLICO MINISTERO –
Ho capito. Non ho altre domande.
DIFESA – AVV. CONCETTI
DOMANDA
-
Buongiorno. Qual è il suo lavoro?
RISPOSTA
-
Io faccio il Vigile Urbano dal 1983.
DOMANDA
-
In che settore lavora?
RISPOSTA
-
Ho
anni,
lavorato
fino
in
tanti
all’altro
settori.
anno
Ho
lavorato
per
le
sette
notifiche
di codesto Tribunale e della Procura.
DOMANDA
-
E adesso?
RISPOSTA
-
Adesso,
sono
dopo
all’ufficio
case,
sentivo
che
la
personalità:
mia
un
quel
anno
dove
lavoro
e
ho
era
più
insomma,
tre
mesi
chiesto
consono
aiutare
la
di
aspettativa,
di
andare
perché
a
quella
che
gente
per
è
avere
la casa.
DOMANDA
-
La rilevanza di queste domande?
RISPOSTA
-
Per capire anche la personalità di (fuori microfono).
GIUDICE
-
Ma è emersa dalla memoria…, è più che emersa. Forza,
facciamo
domande
relative
ai
fatti,
ma
che
abbiamo
rilevanza.
DOMANDA
-
Senta,
avrebbe
come
Animaviva.
iniziato
dice
in
particolare
a
molestare
querela,
che
A
proposito
la
nel
dell’imputazione,
signora
2001;
vorrebbe
c’è
Boscarolo,
un
almeno
episodio
raccontare,
che
in
è
in contraddizione con quello scritto?
RISPOSTA
-
Sì.
DOMANDA
-
Episodio
significativo
da
dire
al
Magistrato;
non
mille episodi. Uno.
RISPOSTA
-
No, uno solo infatti. Allora, era esattamente il 20
di agosto del 2001. Era il 19 di agosto, mi correggo.
356
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Io mi trovavo a casa, e la signora Boscarolo mi ha telefonato
ed era al mare, con una sua amica, una certa Peppiniella
Pochino.
Erano
giorni;
a
lei
state
mi
prenderci
tu
al
mare
telefonò
al
e
mare?”,
una
mi
settimana,
disse:
perché
erano
dieci
“Senti,
andate
vieni
col
treno.
Io ho detto: “Sì, sì, vi vengo a prendervi. Allora vengo
domenica
a
prendervi”.
Invece
poi
sono
partito
la
sera
prima per non dovermi fare il viaggio con tutta la coda della
domenica,e mi sono fermato a dormire in questo hotel, che si
chiama
è
“Albergo
l’allegato
che
voglio
questo
Stinatrie”.
76.
Ecco,
raccontare
racconto.
l’altro
è
delle
prestata;
siccome
mio
carrozziere
amico
già
quello
che
perché
si
Mentre
una
Ho
tornavamo
tante
c’è
di
con
la
una
l’allegato:
particolare
capisca
la
macchine
(inc.)…;
è
prodotto
che
che
me
vero
macchina…,
mi
macchina
Y:
è
è
tra
stata
di
ne
e
questo
sono
accorto,
perché dalle foto che ho presentato, c’è una foto che si
vede uno sportello della macchina.
GIUDICE
-
Deve proprio sintetizzare tantissimo, eh?
RISPOSTA
-
Beh,
Ci
siamo
fermati
macchina
mettere
comunque
diceva
perché
volevo
a
Samone:
che
questa
era
troppo
farle
qua
vedere,
è
signor
Samone,
maglietta
attillata.
Giudice.
perché
non
la
Tanto
lei
in
voleva
più
vero
che
è
questa maglietta ce l’ho qua.
GIUDICE
-
Va
bene.
Quindi,
racconta
l’episodio
in
cui
siete
usciti insieme…
RISPOSTA
-
C’è
questa
maglietta
che
mi
ha
regalato,
perché
diceva che lei non la metteva più.
GIUDICE
-
Va
beh.
Francamente
tutto
questo
ha
memoria
in
eccessivo.
Forza,
bene
contesto:
il
reso
una
credo
che
sia
cui
mi
ha
sembra
spiegato
sufficiente.
Altre
domande, avvocato?
DOMANDA
-
Sì, ce ne ho poche. Qual è l’ultimo giorno che lei
ha visto e ha parlato con la signora Boscarolo, dopo che
357
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
l’ha
denunciata?
La
denuncia
è
stata
del
maggio
2005,
se
non sbaglio.
RISPOSTA
-
Esattamente il giorno non lo so. Però ricordo bene,
invece,
siamo
il
23
salutati
avvicinarmi
salutata;
venuta
in
una
guanto.
dicembre
a
poi
in
per
lei.
il
E’
cane
cane
un
è
è
in
siamo
anzi,
che
è
salito
venuta
guanto,
salita
Ci
Natale;
Il
macchina,
mano
2005.
io
in
da
e
cane
teneva
le
ha
l’ha
lei
macchina:
mano
ci
volevo
lei,
macchina,
la
nell’altra
il
non
andato
dentro
macchina,
incontrati,
è
teneva
l’altro
rubato
il
guanto e m’ha detto: “Ti regalo i guanti per Nerina”. Ecco
qua i guanti.
DOMANDA
-
Quindi questo, successivamente alla denuncia?
RISPOSTA
-
Successivamente alla denuncia, sì.
DOMANDA
-
Allora,
due
sole
domande.
Quando
è
stata
l’ultima
volta a Erichi?
RISPOSTA
-
Erichi.
DOMANDA
-
In
tutto
questo
tempo
quante
volte
è
andato
a
vado
a
Erichi?
RISPOSTA
-
trovare
Decine
mia
e
decine:
zia,
che
tutte
abita
a
le
settimane
Erichi;
ho
un
io
collega,
ho
mia cugina.
DOMANDA
-
Va anche al mercato di Erichi?
RISPOSTA
-
Sì, tutte le settimane.
DOMANDA
-
Sa, il problema è che siccome lei abita vicino ad un
mercato, come mai…?
RISPOSTA
è
-
che
Lo so. Infatti io, signor Giudice mi permetto: non
faccio
sempre
acquisti
a
Erichi,
però
io
ho
tutti
i biglietti, di tutte le cose che faccio. Questi sono tutti
gli acquisti che ho fatto dal 2005 ad arrivare al 18/10/2008.
DOMANDA
-
Cioè gli scontrini fiscali del mercato di Erichi?
RISPOSTA
-
Tutti gli scontrini!. Non solo del mercato, dei negozi
dove vado a comperare a Erichi; non del mercato, perché…
358
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
DOMANDA
-
Perché li chi c’è, la zia, i parenti?
RISPOSTA
-
Mi
del
scusi,
pollo;
ma
quello,
al
lo
mercato
scontrino
vado
a
fiscale
comperare
non
me
lo
da
mai, altrimenti l’avrei messo…...
DOMANDA
-
Va bene. A Costa…, c’è andato anche?
RISPOSTA
-
Sì.
Sono
quest’anno:
andato
sono
l’ultima
andato
a
volta
il
comperare
04/10
dei
di
generi
alimentari da una parente di questo mio collega.
DOMANDA
-
Perché è lì che abita la signora Boscarolo?
RISPOSTA
-
Sì.
me
ne
Sono
sono
andato
quell’episodio
signora
alle
andato
mi
lì,
a
la
una
dal
devo
comperare
fare
c’è
conosce
ginocchia,
a
mia
cosa
’96,
rifarmi
e
degli
passeggiata;
che
mi
alimentari,
voglio
ha
operare”.
Io
le
però,
dire.
detto:
poi
Questa
“Ho
ho
di
male
dato
il
Non
le
numero del Dottor Riferi…
GIUDICE
-
Sì,
ma
queste
ripetiamo,
eh?
L’istruttoria
è
cose
qua
Concluso?
più
che
già
Sì
completa.
posto. Grazie.
TRIBUNALE DI TORTORINO
Ia SEZIONE MONOCRATICA
359
sono
emerse.
può
Può
accomodare.
ritornare
al
suo
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
L’arringa finale.
Come avrete constatato dalla lettura della trascrizione
dell’udienza, la mia deposizione fu alquanto breve e concitata.
Una ventina di minuti in tutto.
Il Giudice non mi permise di presentare tutta la mia
“mercanzia”né di leggere le dichiarazioni spontanee che avevo
preparato. Considerate il fatto non trascurabile che era già passata
l’ora di pranzo da un bel pezzo.
Tutto sommato mi pareva comunque che fosse filato tutto liscio,
come mi sarei mai aspettato.
Con gli avvocati ero rimasto d’accordo che se il Giudice non mi
avesse dato l’opportunità di leggere le mie dichiarazioni le avrei
chiesto di assumerle agli atti. Me ne dimenticai, nella fretta di
alzarmi da quella sedia che non era diventata “troppo calda”, ma
che avrebbe potuto, era un mio presentimento, diventare
rovente, se avessi soltanto un “pochino” contrariato il Magistrato
o ritardata la pausa del pranzo. A questo punto il Giudice invitò i
miei difensori alle conclusioni finali.
Teo Dal Ponte si alzò con la maestosità e la lentezza della sua
veneranda età.
L’avvocato De Concetti con la mano sinistra diede una veloce
“aggiustata” alla toga del collega.
Nello stesso istante in cui aveva terminato l’atto di alzarsi dalla
sedia l’avvocato Dal Ponte iniziò la sua arringa.
Quello che mi colpì subito fu il tono delle sue parole.
Più che il tono, direi il volume.
La sua voce era quasi un sussurro, io che gli ero accanto facevo
fatica a comprendere tutte le parole che, come un fiume in piena,
stavano uscendo dalla sua bocca.
Se fossimo stati in un altro luogo gli avrei detto: “volume!”.
Ma poi capii. Quel volume era stato scelto dall’avvocato per far sì
che l’attenzione del Giudice fosse rivolta esclusivamente a quello
360
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
che egli stava dicendo, tant’è vero che questi alzò lo sguardo e lo
diresse verso l’avvocato.
In quel tono sommesso l’avvocato stava dicendo che secondo il
suo parere le vicende intercorse tra Arianna e il sottoscritto erano
fatti di natura privata e che questi avrebbero dovuto rimanere tali.
All’improvviso nel fiume di parole che io ho sintetizzato
miseramente, l’avvocato Dal Ponte si interruppe (volutamente)
come se gli mancassero le parole per proseguire.
Nell’aula c’era un silenzio tale che potevo sentire il mio cuore
battere e l’aria entrare e uscire dalle narici del mio naso.
All’improvviso Dal Ponte riprese il suo eloquio.
Poco prima il volume della sua voce era basso, ora invece aveva
una sonorità inaspettata.
L’avvocato, come ponesse una domanda al Giudice e al P.M.
disse: “Ma lo sapete quante volte ho accolto nel mio studio il
signor Animaviva che veniva a raccontarmi un pezzo di questa
dolorosa storia? L’ho ascoltato come un padre che ascolta il
proprio figlio, un figlio che esterna il suo tormento.
Sino a quel momento ero rimasto impassibile, sul mio viso anche
il miglior investigatore non avrebbe trovato una smorfia o un
atteggiamento che facesse intendere cosa stavo meditando.
Quando l’avvocato disse questa frase ai convenuti, dovetti
reprimere le lacrime che stavano per schizzare dai miei occhi.
Era vero ciò che stava dicendo il mio caro amico Teo, erano
decine e decine le volte che senza neanche avere un appuntamento
passai nel suo studio per esprimergli la mia angoscia, la mia pena
nel vedere trasformato il mio amore per Arianna in un volgare
“spettacolo” di dubbio gusto.
Come se l’avvocato avesse acceso un amplificatore da 1000 Watt
o come un tuono fosse esploso nell’aula egli continuò rivolto al
P.M.: “Ma non ero io quello che doveva “sentire” le ragioni del
signor Animaviva, “era il Pubblico Ministero che doveva
sentirlo!!!”
361
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Quest’ultima frase fu declamata con tale dirompenza che io
immaginai l’avvocato avesse premuto il tasto di un invisibile
equalizzatore impostato sui toni travolgenti da concerto in uno
stadio.
Io non sapevo assolutamente cosa egli avrebbe detto, nulla mi era
stato anticipato…
Era come se l’avvocato mi avesse letto nel pensiero, mille volte
avrei voluto andare in Procura dal P.M. la dottoressa Copatu o
dagli altri P.M. che la sostituirono a urlare il mio diritto di difesa,
finalmente ora, anche se non dalle mie labbra, era uscito con il
tono adeguato, tutto il disdegno per l’aver agito nei miei confronti
con estrema scorrettezza.
L’avvocato tornando ad un volume apparentemente normale
proseguì: ” Lei sa signor Giudice quanto io sia amico dei P.M.
e anche dei Giudici ma dovevo dirlo, Animaviva non è mai
stato mai sentito”.
Di nuovo ci fu un lungo istante di silenzio.
Il Giudice ed il P.M. guardavano attenti l’avvocato, non credo si
aspettassero una così solenne e violenta mazzata dall’attempato,
ma energico dotto in giurisprudenza.
Con una sbalorditiva tranquillità egli riprese la mia difesa
rivolto al Magistrato e come se non si fosse mai interrotto disse:
“D’altronde in questa vicenda da parte dell’Animaviva non
c’è mai stata alcuna volgarità”.
Finì di pronunciare questa frase, poi tra l’ancora essere eretto e
l’atto di sedersi, così come fosse una ingiunzione perentoria disse:
“ Lo assolva! “
Così terminò la sua arringa.
Ricordate quando vi fu raccontai della scelta dei testi da parte del
Giudice e che quando disse i nomi il mio umore si “assestò”
sull’azzurro intenso con sprazzi di raggi di sole??
362
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA
Ora, anche se non sapevo ancora come sarebbe finita, il mio
umore tradotto in sensazioni e colore era un turbinio di tinte sature
di energia e splendore.
Pensai alle allucinazioni di Arianna, il suo vedere la Madonna che
le andava incontro o Gesù sulla croce che si muoveva e allora io
empio e carico di gelosia mi creai lì per lì la mia allucinazione
personale, così vidi all’istante svolazzare nell’aula un unico
pennuto, una vivace cinciallegra che cinguettando con grande
fracasso andò a posarsi sulla bilancia della giustizia e con il suo
peso portò i due piatti, che sino a poco prima erano ingiustamente
e fastidiosamente in dislivello, alla stessa altezza.
Ma la mia non era una allucinazione, il “volatile” canterino stava
lì davanti a me e con il suo “gorgheggio” aveva veramente
ristabilito una accettabile e verosimile equità, assente
ingiustificata nell’arena, “santuario”, del Diritto e della
moralità.
Il round finale ebbe così termine anche se io non avevo sentito
l’immancabile gong!
Il Giudice non si ritirò per deliberare, come pensavo avrebbe fatto,
ma restò lì e di fronte a noi prese a scrivere quello che in gergo
viene chiamato il dispositivo della sentenza.
Mentre il Giudice scriveva, rimisi la ex pelliccia di Arianna nel
sacchetto, cercando questa volta di fare meno rumore possibile.
Presi i documenti che avevo appoggiato sul banco e con lentezza
da moviola li infilai nella borsa.
Il Giudice aveva ultimato il dispositivo e stava per darne lettura,
mi alzai e trattenendo il respiro attesi la sentenza.
CONTINUA………
363
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