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+ All. - Cercasi Donna Bastarda
A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ di RAZZA L’HO GIA’ AVUTA ANTONIO ANIMAVIVA 1 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA PRESENTAZIONE Antonio Animaviva - lo conosco - è un bell’uomo. E’ comprensibile, non essendo sposato, che le donne lo guardino con un certo interesse, tanto più che è professionalmente ben avviato. Racconta questa storia, come fosse un racconto di fantasia, un romanzo. Ma è tutto inventato? E’ avvenuto che una donna Arianna Boscarolo - l’avvicinò e ne nacque un intenso rapporto. C’è anche un terzo personaggio - un cane - Nerina, simpatica, intelligente, affettuosa, quasi parla, ma non lascia testimonianze. Ci sono tre avvocati, due carabinieri, medici, e vari testimoni e andiamo un po’ nel difficile. Dicono, e un po’ ci credo, che in tutte le vicende umane, anche in quelle tragiche, se ci si siede e si osserva con calma, ci si accorge di qualche aspetto patetico e buffo. Forse… Dato che il racconto di Antonio Animaviva vuole essere anche un’auto difesa, tutto e tutti sono mascherati da un velo sul volto che li rende irriconoscibili, soprattutto lei: non si sa chi sia, di che colore siano i suoi capelli. Per cui in tanto anonimato (eccetto il cane, che ha nulla da nascondere), e del giovane perdutamente innamorato, che ingoia tutto senza lamentarsi, giorno dopo giorno, anno dopo anno, il sistema migliore è di servirsi di qualche immagine, paragone o simbolo. In tal modo si dice tutto e non si disturba nessuno. Come fece Erasmo che fa dire ad un pazzo delle sacrosante verità, ma chi lo poteva accusare? Era un pazzo! Dante alla porta dell’Inferno si sente dire: «… tu vedrai le genti dolorose, c’han perduto il ben de l’intelletto”. La diagnosi è talmente dura che anche gli psichiatri sembrano smarrirsi. 2 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Califano scrisse una canzone dal titolo: Un uomo da buttare via, ma che non si lascia “buttar via!” Un uomo, se è indegno, una donna lo può anche buttar via. Ma poi non andarselo a prendere, per buttarlo via a piacimento. Un simbolo che mi è venuto spontaneo alla lettura del romanzo, dove un amore sincero e una dedizione senza limiti si tramutano in una accusa di “molestie e di minacce”, tanto che l’infelice deve ricorrere agli avvocati, il simbolo, dico, che mi è venuto in mente è quello della Mantide. La mantide è un insetto, alquanto ripugnante, predatore, aggressivo e feroce: la femmina uccide e divora il maschio dopo l’accoppiamento. Per di più questo complicato insetto è anche chiamato Mantis religiosa, perché le zampe anteriori, molto sviluppate, in posizione di riposo, sono raccolte piamente in un atteggiamento di preghiera. Di qui il suo nome scientifico. Medici e psichiatri intervennero nella lunga e triste vicenda e dicevano ad Animaviva: «Lascia perdere: questa donna è pericolosa, psichicamente ammalata, forse anche mitomane». Ma erano diagnosi segrete, fatte da professionisti, tenuti al segreto. Di che si tratta? Di continue cattiverie. Si sottopongono entrambi, lui e lei, all’esame di una dottoressa specialista. Interviene anche un sacerdote (essendoci anche la componente religiosa). Nonostante tutto lui continua ad amarla, ad assisterla… aspettando che ritorni in sé. Si giunge al colmo quando Antonio Animaviva nel maggio 2005 è denunciato da lei presso i carabinieri di “minacce, molestie”. 3 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Il povero Animaviva, profondamente rammaricato, deve anche lui difendersi da queste accuse e farsi assistere da avvocati. E’ il colmo. Tra i due litiganti, con delle pause che sembrano quasi di sereno, svolge la sua parte la piccola cagnetta, in attesa che ritorni la pace, che non ritorna! Molti anni - troppi - passati così. Nel romanzo sono descritti al rallentatore molti incontri, scontri, viaggi, sale da ballo, pranzi, vacanze, visite mediche, ricoveri in ospedale… sempre aspettando che ritorni il sereno. Ma non è ritornato!! La rottura è definitiva nel 2006. D. 4 Igino Tubaldo A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Personaggi principali: Arianna Boscarolo la vittima ? il Signor Pipino il nuovo straccio di Arianna ? Antonio Animaviva lo straccio di Arianna il colpevole ? 1° P.M. Dott.ssa Copatu 2° P.M. Dott.ssa Dugarretti 3° P.M. Dott.ssa Nartimetto Nerina la cagnina (innocente) Giudice: Dott.ssa Aristocratico Fermardi Ceresella un ex amica di Arianna T. Neleo avvocato Rozzala Giovanna una amica di Antonio Teo dal Ponte Avvocato Don Giovanni Dritto il prete R. De Concetti Avvocato Maresciallo Bevilacqua un carabiniere 5 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA La personalità di chi avvilisce un suo simile è conforme a quella di chi pratica il potere: se si annienta un essere umano, umiliandolo, lo si ha in pugno. Più facile è umiliarlo facendolo apparire agli occhi degli altri un farabutto, un mascalzone. Così sarà più facile avere l’esito perseguito, influenzando la gente e chi dovrà materialmente condannare. Ma non sempre chi viene umiliato accetta remissivamente la condizione in cui lo si vuole sistemare . Le rivoluzioni nascono proprio da chi non accetta di essere umiliato e sottomesso . 6 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA AVVERTENZA I fatti, i tempi, i modi, i luoghi, le persone e quanto altro è stato descritto in questo libro, sono scaturiti dalla mia immaginazione, ogni riferimento a qualsiasi elemento reale è puramente casuale. I numeri di telefono e qualsiasi data o numero sono inventati e non corrispondono a utenze telefoniche, targhe o altro riferibili ai personaggi di fantasia del libro. ----------------------------- . --------------------------------------- D’altronde una storia così non può e non potrà mai accadere. 7 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA AL SIGNOR SINDACO DEL COMUNE DI COSTA LONTANO DA ERICHI Io sottoscritta BOSCAROLO Arianna residente in Via S. Meo, 72- Costa Lontano da Erichi. DICHIARO di aver ceduto in data 22.06.04 il cane a me intestato di nome NERINA razza meticcio - femmina, codice identificativo 8to08802 al signor ANIMAVIVA Antonio, residente in via Quartiere Po, 92/Z Tortorino COSTA 22 / 06 / 04 Arianna Boscarolo 8 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Nerina a mamma Arianna Ero il tuo cane, mi chiamavi la tua bambina. A pochi mesi di vita non hai esitato a farmi legare a pancia in su per le quattro zampe e farmi sterilizzare. Ti consideravo la mia mamma, tu mi legavi al termosifone con una corda lunga un metro e trentatre, ti ringrazio mamma perché mi lasciavi una ciotola d’acqua. I miei peli di cane peloso t’infastidivano, ti sporcavano la tua bella casa. Un giorno ormai lontano invece di stare con me preferisti, malgrado fosse tanto tempo che non mi dedicavi un’intera giornata, andare in piscina. Quel giorno stesso mi abbandonasti. Non dimenticarlo mai come io non lo dimenticherò mai. ---------------------------------------------------------------------Papà Antonio era il tuo compagno Ti ha dato il suo amore Ti ha dato il suo cuore Ti ha dato il suo corpo Ti ha dato i suoi baci più sinceri e appassionati Ti ha dato ogni suo bene Povero papà lui viveva soltanto per te. Tu gli dicevi che era un bambino, lo trattavi come un cretino e per tanti anni lo hai usato come uno straccio. Sai, papà è molto più simile ad un cane quale sono io che a te donna di razza e di questa sua somiglianza sono felice perché so che noi cani non tradiamo mai. Lui non tradirà mai me. Purtroppo devo dirti anche che noi “cani” anche maltrattati e abbandonati, amiamo per sempre quello che era il nostro “padrone”. 9 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA INTRODUZIONE 10 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Ho compiuto da poco cinquantadue anni (sigh). Da circa venticinque sono impiegato in un Corpo di Polizia. Casa mia da quindici anni è un magazzino di carte che via via hanno riempito ogni spazio libero. Per tutti questi anni pur avendo aggiunto un altro tavolo in cucina, ho pranzato e cenato facendomi un po’ di spazio tra tutti i documenti che occorrevano per difendermi, prima da un’accusa di aver violato il regolamento disciplinare, poi di abuso in atti d’ufficio, poi di sequestro di persona, poi di arresto illegale e in ultimo di false dichiarazioni, da ognuna di queste imputazioni penali da cui sono stato assolto, seguivano poi altri procedimenti amministrativi e anche da questi venni assolto. Le varie contestazioni d’addebito (procedimenti disciplinari) che mi sono state imputate prima, dopo e durante, hanno riempito la mia vita ed è stato come vivere un decennio su un altro mondo congelando il tempo per poi tornare sulla terra e accorgermi che il tempo invece è continuato a scorrere, che fra i miei capelli neri sono comparsi quelli bianchi e che la mia barba anche lei non è più tanto nera. Sarete curiosi di sapere che cosa ho combinato per mettermi in tal pasticcio. Mi piacerebbe raccontarvi tutto questo, però non è ancora il momento, sappiate soltanto che dovetti denunciare fatti che andavano a “infastidire” i soliti pezzi da novanta che poi cercarono di farmela pagare caramente. Quando decisi di saltare il fosso e denunciare situazioni che ritenevo veramente vergognose e in violazione ad una moltitudine di articoli del codice penale 11 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA sapevo che inevitabilmente sarei stato perseguitato con ogni mezzo, rimasi comunque stupito quando un amico mi avvertì di essere intercettato telefonicamente, pedinato e quasi arrestato. Questa storia posso dire che si è conclusa con un lieto fine, sono stato assolto. Durante questa vicenda incontrai una donna e me ne innamorai. Non erano momenti facili per me come vi ho detto, mangiavo in mezzo a montagne di scartoffie che riempivano anche, oltre ai miei mobili, ogni mio pensiero, la sua comparsa ebbe su di me un effetto veramente positivo, è stato come mettersi un impermeabile e andare sotto la pioggia di proposito, per veder che l’acqua scivolava via e non poteva bagnarmi. Io avevo indossato l’impermeabile dell’amore. Ogni cosa che mi capitava, sì, mi colpiva come fa la pioggia cadendo, ma nulla riusciva più a darmi sofferenza, certo non è che fossi diventato tutto di un tratto cinico o insensibile, soffrivo per ciò che subivo ma finalmente, grazie alla sua presenza, riuscivo a controllare il replay ossessivo innescato da tutte le vicende del lavoro. Tutto e non solo i miei problemi del lavoro passavano in secondo piano perché al di sopra di ogni cosa veniva sempre per prima lei. 12 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Come ho già detto mi aspettavo dai miei superiori una reazione di vendetta per averli “disturbati”, ma mai e poi mai mi sarei atteso ciò che vi racconterò qua appresso da una persona che credevo “amica”. Non sono un gran lettore di libri e il mio tempo libero lo utilizzo per lavori manuali che mi piacciono e mi appagano di più della carta stampata. Dei vari libri che ho ricevuto in regalo un giorno lessi un racconto del famoso e piacevole Andrea Camilleri. Il modo di narrare, il suo inserire nel racconto i testi di lettere, inviati e ricevuti dai vari uffici statali mi hanno dato l’idea di scrivere e come scrivere questo mio primo romanzo. Dedico quindi questa mia modestissima opera agli amici e al signor Andrea che spero non se ne vorrà a male se mi sono permesso di citarlo 13 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Ringraziamenti Il dubbio se di fantasia si tratti, vedendo gli allegati allo scritto, vi verrà, ma ascoltatemi, anche il mio computer si è ammalato come me di fantasia e questa malattia (virus) lo ha inquinato a tal punto da creare cose che sembran vere. Perciò non state in pena, tutto ciò, ripeto, non è mai accaduto. Se però pensate che quello che leggerete vi possa fare innalzare la pressione sanguigna, o farvi venire un bel mal di testa, vi consiglio amichevolmente di munirvi di pastiglietta da ingurgitare all’occorrenza. Di solito i ringraziamenti si fanno sempre alla fine, ma io voglio fare a modo mio e sin d’ora ringrazio tutte le persone che manco conoscevo e si sono dimostrate più amiche di qualcuno che invece a torto credevo tale. Ringrazio anche tutti quelli che hanno avuto pazienza di ascoltare raccontata da me mille volte, questa penosa storia che, ripeto, è solo il frutto della mia fervida fantasia. 14 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Nerina Mi chiamo Nerina, sono la meticcia grassottella fotografata sulla copertina del libro. La mia mamma adottiva si chiama Arianna e il mio papà adottivo Antonio. Arianna e Antonio stavano già assieme da parecchi anni quando io sono arrivata. Fu la figlia di Arianna che mi “trovò” in un allevamento di cani dove io nacqui da un accoppiamento un po’ promiscuo. Subito andai a vivere in casa di Arianna ma dopo qualche mese la mia mamma mi lasciò in affidamento ad Antonio. Mamma mi lasciava chiusa in casa tante, tante ore e io mi annoiavo tantissimo. Quando invece stavo con papà ero sempre in giro a divertirmi. Se facevo la pipì in casa mamma mi sgridava, mi tirava dietro le ciabatte e non solo quelle, ma io che ne potevo se lei mi teneva chiusa in casa tante ore? Lo sanno tutti che i cani da cuccioli, come i bambini, non riescono a trattenere! Con papà mi è scappata qualche volta ma lui non mi picchiava, mi sgridava solamente e io in poco tempo ho capito come dovevo comportarmi e che stavo molto meglio con lui che con la mamma. Ma mamma ogni tanto mi riprendeva con sé ed io dovevo di nuovo stare chiusa in casa, sola e senza far nulla, così una volta, per dimostrare il mio disappunto, rosicchiai un soprammobile di legno e poi mangiucchiai la fodera di un cuscino del divano. Quando mamma arrivò a casa mi diede un sacco di botte e poi mi legò con una fune al termosifone. Tutte le volte che andava via io restavo sola a casa legata al termosifone. 15 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Ero proprio triste, ma un giorno, Antonio venne a sapere che mamma mi legava al termo e sgridò mamma, lei allora mi diede a papà dicendogli che non mi voleva più. Ero felice di andare via con papà ma volevo bene anche a mamma. Papà mi disse che quando sarei diventata grande non avrei più fatto marachelle e allora avrei potuto tornare anche a casa di mamma. Tutte le settimane papà mi portava da mamma e assieme abbiamo fatto tante belle gite, però mamma maltrattava sempre Antonio e così quando erano ormai passati otto anni dal momento in cui Antonio condivideva la vita con Arianna, lui decise di lasciarla. Lui le era sempre stato fedele, Papi non riusciva neanche a pensare di fare la più banale cosa senza che lei ne facesse parte. In sole due occasioni ha cercato di allontanarsi da lei per una breve gita, ma quando era lontano sentiva subito il desiderio di tornare per stare con lei. Benché Antonio la amasse e non meritasse il suo sgradevole modo di comportarsi, mamma lo ha sempre umiliato ogni volta che se ne presentava l’opportunità. Mamma ha una malattia che le causa dolore fisico e spesso le mancavano le forze e diventava indolente. Vederla così afflitta dava tanto dolore ad Antonio e anche se lui avrebbe dovuto lasciarla già tanto tempo prima, non ci riusciva sia perché l’amava veramente e poi perché non riusciva a lasciarla sola a combattere le quotidiane battaglie con una malattia che non poteva essere fermata in alcun modo. Dopo essere stato calpestato e offeso gratuitamente per la milionesima volta, papà decise di riprendersi la sua vita e troncare quella storia che gli aveva causato già troppe sofferenze. 16 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Il giorno in cui troncò la relazione con Arianna, io fui a lui ceduta come un pacco. Non riuscivo a credere che quel giorno io tornassi a casa con papi, dei quattro anni in cui facevo parte della loro vita, pur essendo di Arianna, ero stata sempre con papà. Arianna disonestamente diceva che a causa della sua malattia non riusciva ad accudirmi e così con lei stavo raramente. Papà era tanto affezionato a me e nella immensa tristezza causata dal distacco definitivo con Arianna sentì un po’ di sollievo sapendo che io avrei dormito accanto a lui per sempre. Due giorni dopo l’ultimo incontro con Arianna, papà fu chiamato dai Carabinieri e poi gli venne notificato di essere stato denunciato da Arianna per minacce e molestie. Papi non ha mai scritto un libro e non aveva neanche intenzione di scriverne uno. La storia che vi racconto è narrata così com’è stata da lui scritta per difendersi da una falsa accusa. Dentro la storia vi invito a cercare il lato umano della vicenda, il gran dolore che in silenzio viviamo io e papà per il distacco e la lontananza da Arianna. CIAO!! CIAO!! Chiedo scusa! BAU!! BAU!! 17 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Ill.mo Sig. Procuratore della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Tortorinolo. Procedimento penale 99999999999 / 05..R.G.N.R. nei confronti di Antonio Animaviva DICHIARAZIONE DI NOMINA A DIFENSORE Il sottoscritto Antonio Animaviva, nato a Tortorinolo il 14.2.56, residente in Tortorinolo, via Quartiere Po 92 / z, indagato come in atti nel procedimento penale indicato in epigrafe, con il presente atto dichiara di nominare proprio difensore di fiducia in relazione al predetto procedimento l’avv. Teresa Neleo del Foro di Tortorinolo, Con il presente atto dichiara altresì di eleggere domicilio per le comunicazioni / notificazioni relative a detto procedimento presso lo studio dell’avv. Teresa Neleo. Con ossequio. Tortorinolo, 24.5.05 Antonio Animaviva E’ autentica Avv. Teresa Neleo 18 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA All’Ill.mo signor Giudice Tribunale di Tortorinolo Egregio signor Giudice, pur non piacendo al sottoscritto fare premesse, debbo doverosamente dire che non avrei voluto produrre un lungo memoriale, impegnandoLa così in una lunga lettura, ma mi sono reso conto che soltanto che le dichiarazioni spontanee non sarei mai riuscito ad esporre quanto è veramente accaduto tra me e la querelante, perciò ho dovuto optare per la memoria difensiva. Aggiungo inoltre che la Procura, come avrebbe dovuto, non mi risulta abbia condotto indagini per le eventuali verifiche della veridicità circa le affermazioni della signora Boscarolo né tanto meno ha condotto doverose indagini volte a stabilire se vi erano prove a mio discarico, anzi, la Procura non ha voluto neanche sentire il sottoscritto nella prima fase del procedimento, fase in cui avrei già potuto facilmente ridimensionare le vicende citando con esattezza i modi, i luoghi e i fatti in cui la relazione tra me e la signora Boscarolo si è svolta. Non solo, ma la mia ex compagna, dopo avermi denunciato, è stata, per quanto mi consta, l’istigatrice di minacce di morte proferitemi da un suo amico dichiaratosi suo compagno ma che in realtà non lo è stato mai. Mi è stata dolosamente danneggiata l’auto ed io ho seri sospetti che il responsabile sia questo suo amico. Sono stato dalla stessa Boscarolo avvicinato in due occasioni in cui, per non averle permesso di avvicinarsi al mio cane, mi minacciò: “te la farò vedere, te la farò pagare”. In un’altra occasione ella quasi mi investì con la sua auto mentre io ero a piedi e sempre perché io non le permettevo di avvicinarsi al cane. Presentate precise e circostanziate querele sui fatti brevemente citati, con la richiesta di acquisizione di atti necessari a scagionare 19 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA il sottoscritto e a perseguire la signora Boscarolo per minacce, molestie e calunnie, mi sono visto archiviare due dei tre procedimenti senza che la Procura abbia proceduto ad alcuna indagine e senza che abbia acquisito alcune delle mie richieste ed inoltre senza che il sottoscritto, la mia ex compagna e il suo falsamente dichiarato fidanzato siano mai stati sentiti e questo benché io avessi evidenziato che l’integrazione probatoria richiesta, dell’acquisizione dei tabulati telefonici indicati, costituiva elemento indispensabile per smentire le dichiarazioni della signora Boscarolo e dimostrare la mia totale estraneità ai fatti oggetto della denuncia da lei presentata nei miei confronti, ovvero, ribadisco, non sono state portate a compimento alcune indagini e non è stato acquisito alcun documento richiesto. Lo scritto che segue racconta fatti avvenuti in quasi dieci anni della mia vita. Mi rendo conto che ai suoi occhi e di qualsiasi altro addetto ai lavori, la mia ricostruzione risulterà eccessivamente precisa e circostanziata rispetto al reato di cui sono stato denunciato. La persona che ha messo in atto nei miei confronti l’accusa di molestie ha una personalità molto complessa e abitudinariamente incline alle false dichiarazioni. L’unico strumento a mia disposizione per far fronte alle menzogne della mia ex compagna sono i fatti circostanziati e corredati dalle prove. Sin dall’inizio della relazione la mia ex compagna mi ha accusato falsamente di atti dei quali ognuno avrebbe di per se stesso portato a rompere definitivamente ogni nostro rapporto se solo il sottoscritto ne fosse stato veramente responsabile. La mia ex compagna fin dall’inizio della nostra relazione mi indicò come responsabile, non certo denunciandomi ma a livello di chiacchiera, di averle trasmesso V P H (All. 1 e 1 bis – Boscarolo; All. 2 e 2 bis - Animaviva) e Serianis Vulgaris (infezione dove, in seguito ad esami effettuati, io risultai negativo 20 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA mentre lei risultò positiva), di averla sequestrata e anche violentata. Erano tutte penose menzogne raccontate da una donna che oggi giudico soltanto più una tapina. Oggi quello che ha fatto la signora Boscarolo non sono più pettegolezzi con le amiche e quello che deve trattare codesto Tribunale è un presunto illecito. Io ci tengo particolarmente ad uscirne immacolato da un reato che considererei, l’avessi commesso, infamante alla stessa stregua di altri reati ben più pesanti e vergognosi Tanto più che il mio ruolo in questa vicenda non è certo quello di carnefice ma sicuramente di vittima. La prego di scusarmi se le darò un sacco di lavoro nel leggere questa banale storia e La prego di credermi, il dover raccontare ad estranei le “cose” private della mia ex compagna mi pesa e non mi garba, ma oggi è diventato indispensabile. La situazione in cui mi trovo non mi dà alcuna scelta, se non quello di narrare tutto ciò che ho visto, sentito e vissuto nella relazione intercorsa dal 1996 al 2004 tra la signora Boscarolo e me. Egregio signor Giudice, mi consenta di esternare una mia riflessione prima ancora di entrare nei particolari. Mia madre, ad un certo punto della sua vita, si è trovata all’improvviso sola e a far fronte alle normali esigenze della vita, dopo cinquant’anni di convivenza e matrimonio a causa della tragica e improvvisa morte di mio padre. Mia madre, dopo la scomparsa di suo marito, entrò in uno stato depressivo dal quale non uscì più. In seguito, dopo la morte di mio padre, ebbe un incidente in cui si ruppe il setto nasale, poi ancora terribile e devastante la morte della figlia di 52 anni che passò dal 21 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA sonno alla morte mentre si trovava nel letto a riposare, proprio con mia madre. Lo stato depressivo e l’ansia causarono un ictus che portò mia madre alla completa perdita, prima della parola e poi anche, complice un investimento stradale, alla perdita della deambulazione. Durante queste vicende ho dovuto portarla al pronto soccorso per episodi di innalzamento della pressione e conseguenti svenimenti una miriade di volte, sino a poi, con estremo dolore, farla interdire e ricoverare presso un Convitto. Ultimamente, prima che doverosamente chiedessi l’interdizione, diceva e faceva cose “strane”, picchiò la badante che l’assisteva, gettava i cerini accesi nell’immondizia e metteva le mani nel fuoco come se il fuoco non esistesse. Quando iniziò il declino, così superficialmente e sommariamente da me raccontato, il sottoscritto sapeva benissimo dove sarei giunto e dove sarebbe giunta la mia povera mamma e tutto ciò pur non essendo un medico. L’ho assistita come meglio potevo e ho dovuto, mio malgrado, analizzando ciò che stava accadendo, privarla di ogni libertà. La mia ex compagna ha una malattia che fortunatamente (o forse no) non è la stessa della mia povera mamma, ma che si eguaglia in alcuni aspetti e soprattutto nella produzione dello stato d’ansia e nello stato depressivo, inoltre la mia ex compagna, affetta da PioOriditismo autoilleso, assumeva Rioteux e Toxenal che esercitavano, senza alcun dubbio, un ulteriore mutevolezza dell’umore. La mia ex compagna ha dovuto subire anch’essa la morte di un figlio (appena nato), ha subito senz’altro lo stress dalla separazione del marito anche se non dovuta alla morte e quello della sua malattia. Tutto ciò, per quanto mi consta, era vissuto dalla mia ex compagna in uno stato psicologico percepito come cronicamente stressante. 22 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Nel caso di mia madre ho dovuto agire e decidere tutto da solo perché i parenti, in questi casi, lo si sa, si defilano veloci come dei razzi; d’altro canto, anche con la mia ex compagna la situazione è stata la stessa, una madre la cui figlia ha preferito andare a lavorare a Mirini dichiarando, con questa scelta, cos’era primario nella sua vita, ovvero il bisogno e la voglia di apparire “saltando” in groppa a dei poveri pesci e con essi facendo spettacolo, dichiarando così, secondo me, il menefreghismo dello stato di malattia in cui si trovava e si trova la mamma. Tutti gli altri parenti della signora Boscarolo, che credo neppure sapessero di ciò che le lei dal 1996 al 2004 era afflitta, non si fecero mai vedere. Io mi sono trovato a gestire, penso nel migliore dei modi, una scabrosa situazione con una persona che amavo, che era per me da assistere come fosse una madre o meglio come fosse una moglie, ma che di fatto non lo era. Non ho mai richiesto intervento dei medici (se non quello della guardia medica), come ho dovuto invece fare, con gran responsabilità, per mia madre. Con la mia ex compagna mi sono limitato ad assisterla ogniqualvolta stava male e ad accondiscendere a tutte le richieste da lei fattemi. Mi creda ancora sulla parola, signor Giudice, il frigo della mia ex compagna era come il serbatoio della sua auto, sempre in riserva. Nel suo serbatoio, con la scusa di lavarle l’auto, mettevo benzina, ma non troppa perché lei non se ne accorgesse, ma nel frigo non potevo mettere nulla, allora la invitavo ad accompagnarsi a me, tutte le volte che potevo con la mia disponibilità, a pranzo e a cena. Quando cercai aiuto dalla sorella Samira, per lo stato di salute di Arianna, questa non volle sentirmi; quando cercai aiuto dal Parroco di Costa lontano da Erichi era giammai per farmi aiutare a continuare la nostra relazione, ma bensì per aiutare lei a sollevarsi dalla sua condizione. 23 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Sarei un ipocrita e un falso se non dicessi che c’era una remota speranza nel sottoscritto che se la salute fisica e psichica della mia ex compagna fossero migliorate, questa avrebbe vissuto la vita e la nostra relazione magari in altri termini. Con grande umiltà mi permetto di fare un resoconto introduttivo di alcune esternazioni, fatti visti, sentiti o appresi durante codesta relazione. Ritengo utile fare tale elencazione al fine di rendere possibile il comprendere la personalità della mia ex compagna, la quale ha una rilevante capacità intellettiva e comunicativa, riesce facilmente a risultare credibile e dunque a convincere gli altri. Ella è senz’altro sorretta da una gran facilità di auto convincimento. Per quanto mi consta, la signora Boscarolo ha sempre la presunzione di essere al di sopra degli altri e quindi di poterli segretamente manipolare. Tende a dare di sé un’immagine molto positiva, coprendo ogni atteggiamento che possa portare a giudizi negativi o a possibili disapprovazioni, inoltre mostra un palese risentimento verso le persone che non le danno abbastanza attenzione o che non le concedono ciò che lei si aspetta, ovvero il comunicarle quella stima o considerazione che la esalta agli occhi degli altri. Spesso, durante i momenti di sofferenza causati dalle patologie che la affliggono, diventa imprevedibile, emotiva e melodrammatica. I cambiamenti improvvisi di umore, le crisi di ansia, di depressione e la sua tendenza alla teatralità appaiono come un bisogno di mettersi in mostra e chiedere affetto. Ella è in continua ricerca di approvazione da parte degli altri e gli altri devono essere possibilmente degli estranei altrimenti dubita dei consigli che ha preteso e ricevuto. Dubita perché le persone a lei vicino teme siano in qualche modo false. Tende inoltre ad essere egocentrica, con poca o nessuna tolleranza per le delusioni o le frustrazioni. 24 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA E’ tutto buono ciò che serve al suo ego, cattivo tutto ciò che ostacola la sua affermazione, per lei è imperativo usare chiunque nei modi più vari in rapporto alle sue esigenze e alle differenti situazioni. In lei domina una camaleontismo comportamentale coerente però con il suo narcisismo. Arianna ha la mania dell’ordine, abita in una casa dove ogni cosa è talmente a posto e ordinata da sembrare che in essa non vi abiti nessuno. A causa di questo narcisismo è incapace di amare la gente, la quale è solo uno strumento al suo servizio. Quando una qualsiasi persona non la serve a dovere o la critica, ella reagisce con sentimenti di rabbia e di rancore. All’inizio della nostra relazione, durante una discussione in cui si disquisiva tra sesso e amore, mi disse che lei con me non veniva a letto, ma bensì faceva l’amore e che lei non era mai stata a letto con un uomo se questi non l’amava e se l’amore non fosse stato reciproco. E’ proprio da questa affermazione, signor Giudice, che mi permetto di dire che non vi è dubbio che la morbosità sia il lato patologico degli affetti, la perversione del voler bene (o a quanto dice la mia ex compagna dell’amare), essa non tiene mai in considerazione i bisogni degli altri riducendoli ad oggetti del proprio bisogno e piacere, strumenti del proprio “adulto” ma immaturo egocentrismo furioso. Questa è la condizione della signora Boscarolo ed è così che si può spiegare il motivo per cui ella mi denuncia per molestie: non le servivo più ed ero da eliminare perché mi permettevo di criticare i suoi atteggiamenti ipocriti ed ero entrato per troppo tempo nella sua vita conoscendone così ogni suo “segreto”. La mia figura diventa così un pericolo e un ostacolo all’ammirazione e all’attenzione invidiosa degli altri di cui lei è oltremodo assetata. 25 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA D’altro canto il comportamento del Comandante della Stazione dei C.C. di Costa che scrive: note non conferenti alla condotta dello scrivente, malgrado avesse assunto notizie sulla mia buona condotta dall’Ispettore della Polizia Municipale, Ezio Urbani e dalla signora Rozzala Giovanna, (All. 3) o il P.M. che decide la mia sorte senza neppure sentirmi, non possono derivare che dall’atteggiamento bugiardo che la denunciante ha tenuto nei confronti dei due soggetti, tendendo, con varie modalità, a condurre i colloqui a proprio vantaggio e dunque ad alterare i fatti manipolandoli. Ecco le esternazioni ed i fatti Nei primi giorni di frequentazione ella mi disse che il marito era un fallito, che aveva avuto un camion di sua proprietà e che se lo era perso a carte. Mi disse che quando lei “aspettava” la figlia lui quasi non si presentò all’ospedale. Aggiunse che lei era costretta a tornare a lavorare perché lui non guadagnava più abbastanza essendo diventato dipendente. Mi disse di avere avuto un negozio e che questo era fallito. Mi raccontò che un uomo tentò di violentarla ma poi desistette. Un giorno un gatto nero ci attraversò la strada, io non ci avevo fatto neppure caso, lei mi urlò di fermarmi, io non lo feci, lei mi insultò a dismisura e non cessò per un bel pezzo. Raccontandomi del suo primo bacio lo descrisse: “Uno schifo!” Concorde con lei, quando abitavo in via Giovanni da Ravezzano, mi feci una tessera per noleggio di film, ma non potei mai vederne 26 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA alcuno perché lei affermò che non poteva vedere nessuna scena di violenza di alcun genere. In una delle tante serate trascorse nella sala danze “La Mazurca” all’improvviso mi disse che tutte le donne del locale erano “puttane” e che siccome alcune delle mie ex erano frequentatrici della Mazurca, anche loro erano puttane. (Sigh!) Sempre in una delle serate alla Mazurca e sempre all’improvviso, mi disse: “Quelli che si baciano in sala da ballo sono tutti porci e puttane”. Al termine di un amplesso se il suo corpo veniva bagnato dal liquido seminale pareva che lei stessa fosse stata bagnata da un acido corrosivo, tanto è vero che elle, come una molla, schizzava in bagno a lavarsi. Una volta “completato” un rapporto nel letto di casa sua, venni gettato dalla stessa letteralmente a terra, io ero convinto scherzasse ma lei mi disse molto seriamente che le stavo sporcando il copri materasso di lana merinos, strappò il lenzuolo dal letto e lo portò immediatamente in lavatrice. Andò dal medico del Sindacato per essere visitata allo scopo di presentare una domanda per un assegno di cura all’INPS e vi andò indossando minigonna e perizoma. Il medico le disse, con buone maniere, di presentarsi vestita diversamente alla visita medica della controparte. Andò dal medico incaricato dall’INPS per la valutazione della sua malattia e ci andò nuovamente con la minigonna e il perizoma. Risultato: non le fu riconosciuta la malattia che purtroppo ha. 27 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Comprai un furgone, andai a prenderla a casa sua. Il furgone era pulito, quasi come nuovo e quando lei scendendo da casa lo vide mi redarguì, dicendomi che non dovevo mai più andare a prenderla a casa con quel furgone, poiché non ci sarebbe mai più salita. Pochi mesi dopo andai a prenderla con una bellissima Lancia Dedra, non me lo sarei mai aspettato, anche per questa mi disse: “Mi vergogno a salirci”. Mi feci prestare una Mercedes, lei salì senza dire nulla, fui io che parlai e le dissi che di lì a poco l’avrei venduta, che era solo un’auto di passaggio come il furgone e la Dedra. Dopo qualche minuto la mia compagna dal silenzio sbottava: “Io questa non la darei via”. Ospite delle amiche, al mare, per tutto il mese di agosto, dopo una decina di giorni se ne andò perché queste le avevano fatto fare, a suo dire, una brutta figura, chiedendo una revisione del conto da pagare al ristorante. San Valentino 2002 (giorno del mio compleanno). La mia compagna: “Esco solo perché è il tuo compleanno.” Arrivato a casa sua la vedo, lei mi saluta poi si alza la gonna e facendomi vedere che aveva indossato autoreggenti e perizoma mi chiese: “Va bene così?” Dopo tanto tempo da una delle tante serate in cui Arianna dormì a casa mia, venni a sapere da una sua amica che lei le aveva detto che la avevo sequestrata e violentata. In mia presenza e alla presenza di quell’amica a cui aveva detto che l’avevo violentata e sequestrata (o viceversa), raccontò che lei in chiesa a volte vedeva Gesù Cristo che si muoveva sulla croce e a volta vedeva la Madonna andarle incontro. 28 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Ritornando dal mare, Mirini 2003. Io ero a Tortorinolo, le telefonai se il viaggio stava andando bene. Il telefono squillò poi cessò all’improvviso al terzo squillo. Dopo più di un’ora mi telefonò dal suo telefono di casa dicendomi, senza che io glielo chiedessi, che la pila del cellulare era esaurita. La solita amica, dopo tanto tempo, con grande genuinità ed un sorriso mal celato sulle labbra mi disse che Arianna aveva “staccato” la comunicazione perché in auto con lei c’era l’ex marito. Avrei da aggiungere altre mille cose ma per me è più che sufficiente. Spero proprio che Lei, signor Giudice, non mi voglia chiedere il resto. A questo punto è opportuno ancora Le dica, che la signora Boscarolo a 27 anni fu ricoverata per una polmonite, che fu curata a lungo con antibiotici errati che compromisero le sue difese immunitarie; a 33 anni fu ricoverata per sindrome vertiginosa; nel 1996, quando la conobbi, ebbe un ricovero al Pronto Soccorso dell’ospedale di Atea a seguito di uno svenimento e di una rovinosa caduta sulle scale dell’Hotel per una emorragia causata da una cisti ovarica. Già nel 1996 la stessa andava all’ospedale perché le era stata diagnosticato: sindrome di STERC, manifestazione di Naudeyr, Redosclerima e Pio- Oriditismo autoilleso. Tra il 2002 e il 2003 a seguito di esami la stessa mi informò, facendomi vedere le lastre e il referto, di avere problemi a livello gastrico. I farmaci che io vidi da lei assumere durante la nostra relazione erano Rioteux 100 (giornalmente), di questo farmaco, venni a conoscenza durante la nostra relazione che lo specialista le aveva aumentato il dosaggio. 29 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Inoltre assumeva spesso del Toxenal e giornalmente del Xalom. Le furono prescritti anche degli antidepressivi che lei mi disse di non assumere. Spesso la signora Boscarolo manifestava emotività, rapidi cambi di umore, crisi d’ansia, stati depressivi e per due volte è stata ricovera al P.S. dell’Ospedale di Erichi per crisi di vomito e diarrea con conseguente svenimento e disidratazione. In un altro episodio analogo ella non volle essere trasportata con l’ambulanza per non far sapere ai vicini che stava male, io ero a Tortorinolo, dovetti andare a casa sua a Costa e chiamare la guardia medica, così come lei volle. Prima di procedere al racconto di ciò che è avvenuto, mi consenta, Signor Giudice qui di seguito richiamare le motivazioni dell’imputazione: “ Con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, per petulanza e/o altro biasimevole motivo recava molestie a Boscarolo Arianna in particolare, fra l’altro, seguendola ovunque ella andasse, facendole regali, e facendo pressione sulle persone a lei vicine per convincerla riprendere una relazione non gradita. In Costa lontano da Erichi almeno dal 2001 e fino al maggio 2005. E’ l’imputazione stessa, oltre che la querela della signora Boscarolo, colma di falsità, ad indurmi a raccontare le vicende tra me e la stessa sin dall’inizio della relazione. Escludendo parte di questa, non riuscirei a farLe comprendere il mio dolore e il mio stupore nel leggere la sequela di menzogne concentrate in sole sei pagine e non meno non riuscirei a farLe comprendere che il sottoscritto non ha commesso nessun reato. Nelle pagine che seguono spiegherò dettagliatamente i fatti ma sin d’ora mi preme considerare alcune fondamentali dichiarazioni 30 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA della mia ex compagna che sicuramente non corrispondono alla realtà. Ella esordisce dicendo: “Ci siamo frequentati per qualche mese”. Mi perdoni, signor Giudice, ma marzo 1996, marzo 2004, non sono qualche mese ma ben otto anni! “Accettavo di vederlo cedendo alle sue insistenze…” Le pare possibile, signor Giudice, non tanto che io abbia “insistito” per otto anni ma che la signora Boscarolo abbia mangiato e dormito presso la mia abitazione, fatto gite settimanali e quant’altro Lei può immaginare possa succedere tra un uomo e una donna per ben otto anni e questo cedendo alle mie insistenze? Io, signor Giudice, non ho tanta voglia di scherzare in questo contesto, nonostante io sia persona di carattere allegro e gioviale, però non posso fare a meno di citare una “storiella” che, a mio avviso, può proprio andar bene alla situazione reale. Una suora giovane e bella esce al mattino dal convento per fare la spesa, la sera rientra in convento e urla: mi hanno violentata e sequestrata tre giovani per tre giorni interi. La suora che le va incontro subito le dice: ma scusa, guarda che tu sei stata fuori solo un giorno e l’altra le risponde: sì, però adesso ritorno e ci resto altri due giorni. Mi scusi signor Giudice se mi sono permesso di inserire una barzelletta ma ciò che mi accade è veramente essere cornuti e mazziati senza aver fatto nulla e cercare di prendere le cose con filosofia mi aiuta ad ingoiare “il boccone” più indigesto che il sottoscritto si è trovato a dover inghiottire nel corso della propria vita. Mi permetta, ma se la querela della signora Boscarolo non fosse stata scritta per un Tribunale, potrebbe essere la barzelletta più lunga e ridicola che io abbia mai sentito. 31 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA “Nel frattempo ho anche cominciato ad avere problemi abbastanza seri di salute... invece il problema della mia salute è diventato un motivo in più per lui di starmi addosso. Prendeva appuntamenti a mia insaputa da medici e specialisti…” La prima menzogna, quella di esserci frequentati per qualche mese è una sciocchezzuola confronto a ciò che asserisce la Boscarolo circa i medici e le visite. La verità è che lei era già ammalata quando io l’ho conosciuta (vedi allegata relazione del suo medico di famiglia) mi preme di dire, signor Giudice, che la signora Boscarolo abita a poche centinaia di metri dal fratello Gian di Costa lontano da Erichi. La sorella Samira, la sorella Arula e la sorella Grazia, abitano tutti in Erichi ovvero a cinque chilometri da Costa lontano da Erichi che tradotti in tempo sono a meno di tre o quattro minuti in auto dalla sua abitazione. Orbene, io tutti questi fratelli, che conosco di persona, non li ho mai visti a casa sua, e dire che io mi trovavo da lei pressoché ogni giorno, salvo quando ero lontano da Tortorinolo. Non ho mai visto i suoi parenti quando stava bene e non li ho mai visti nei momenti in cui stava male. Ero sempre io ad essere interpellato. Mi pare opportuno dire che se non fosse stata lei ad informarmi delle sue “crisi” io non avrei modo di sapere, tanto più che quando accadevano, guarda caso, sempre a notte fonda, io ero nel letto di casa mia che dormivo beatamente. Inoltre le visite all’affermazione della signora Boscarolo in cui si dice che io prendevo appuntamenti da medici e specialisti a sua insaputa, se non dovesse bastare la mia parola che così non è stato, ma che si tratta ancora di una brutta menzogna, provvederanno i testi citati all’uopo. La denunciante prosegue: “Si presentava con informazioni utili per curare la mia malattia… così con il ricatto morale la storia continuava”. 32 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Signor Giudice, io non so se la querela è farina del sacco della signora Boscarolo (io credo di no) ma se lo fosse, questa ennesima falsità depone chiaramente sull’intento calunniatorio, io non ho mai portato informazioni utili per la sua malattia, ben rammento che ella mi disse che un’amica le avrebbe fatto una ricerca su internet. D’altro canto una sera vidi in televisione una pubblicità dell’associazione sul Redosclerima che forniva un numero verde che io trascrissi su un foglio di carta e quando vidi Arianna le comunicai quel numero. Ecco tutte quelle che sono, come dice la denunciante, “le informazioni utili” da me fornite, d’altronde se alla signora Boscarolo venisse chiesto di fornire prove di questa circostanza non avrebbe nulla da produrre che corroborasse le sue affermazioni, se non artatamente confezionato. Ciò che ritengo doveroso affermare, signor Giudice, al riguardo della malattia della mia ex, è che il sottoscritto si è comportato né più né meno di come qualsiasi persona dovrebbe comportarsi nei confronti di una persona “sofferente” ovvero assistendola e aiutandola nei momenti di difficoltà. Mi permetto dire che, a mio modo di vedere, era la signora Boscarolo che, chiamandomi nei momenti in cui stava male, mi voleva far sentire in “colpa” se non fossi subito andato da lei. In una delle tante volte che lei mi telefonò a notte fonda perché mi recassi da lei, stufo di essere usato come uno straccio da lavar per terra, obiettai sul fatto che io mi trovavo a trenta chilometri da lei mentre invece i fratelli e “l’amica” Peppiniela si trovavano a due minuti da casa sua. Orbene, lei mi supplicò, piangendo, di andare subito. Non posso dire che lei mentisse a proposito della crisi di dolore e mi creda signor Giudice, scrivendo provo ancora lo stesso dolore di allora nel sentire la mia compagna, la donna che amavo, urlare: sto male, vieni Toni, e chiudere la conversazione. Ecco qual è un vero “ricatto” morale, signor Giudice, e sarebbe inutile dirlo ma fu sempre solo il bene che io provavo per la signora Boscarolo ad 33 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA indurmi ad accorrere sempre da lei ai suoi accorati e sofferenti appelli. Malgrado questa realtà triste, molto triste, la signora Boscarolo, con estrema protervia, cerca di far credere che il sottoscritto sia un molestatore ma la colpa che io ho non è questa, ma quella di non aver saputo dire basta per tempo all’egocentrismo di questa donna. Signor Giudice, sorvolo su buona parte della querela in questa fase iniziale perché troverà risposta alle menzognere affermazioni della denunciante nella ricostruzione dei fatti, mi preme soltanto toccare velocemente due punti che a mio avviso sono una “brutta” e “feroce “ distorsione della realtà. La querelante ad un certo punto dice: “Ho perso tutte le amicizie… “ La signora Boscarolo, per quanto mi consta frequentava, durante la nostra relazione, solo due persone: Peppiniela e Ceresella. La prima, che è quella di cui lei non dice il nome ma cita come quella con cui ho avuto più di una discussione, ovvero la signora Peppiniela, è, per quanto mi consta, tutt’ora frequentata dalla signora Boscarolo e questo anche per motivi di lavoro, mentre la signora Ceresella smetterà di frequentarla, stufa anch’essa di essere “usata” per le più disparate esigenze dalla signora Boscarolo. Per quanto riguarda la signora Peppiniela è opportuno che io Le dica, signor Giudice, che trasportai questa persona da Mirini a Tortorinolo. La signora Peppiniela soggiornò a Mirini con la signora Boscarolo, ospite della casa della figlia. Io ero a Mirini così come ci sono stato centinaia di volte e in quella circostanza la Boscarolo mi chiese se al mio rientro a Tortorinolo accompagnavo la sua amica Peppiniela che, abitando ad Erichi, si trovava sulla strada da me percorsa. Io acconsentii e in quella circostanza, durante il viaggio, parlando del più e del meno, la signora Peppiniela mi riferì spontaneamente alcuni 34 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA aspetti del carattere della mia compagna ed ella si definì come persona più adeguata ad una relazione con il sottoscritto e nella circostanza ero definito da lei persona altruista e di buon carattere. Io ringraziai la signora dell’elogio e risposi che ero innamorato di Arianna. Dopo questo episodio, quando mi accorsi che la stessa mi era ostile e presumibilmente mi metteva in cattiva luce nei confronti della signora Boscarolo, ne fui dispiaciuto, non dissi mai nulla alla mia ex del “discorso” di Peppiniela, anche perché avevo il dubbio che il comportamento di questa potesse essere stato suggerito o indotto dalla mia ex compagna alla scopo di mettermi alla prova per poter capire se io fossi stato “disponibile”. Quando incontrai casualmente il padre della signora Peppiniela, tacendo gli apprezzamenti della figlia, gli chiesi cortesemente di pregarla di non mettere discordia, inopportunamente, tra la mia compagna e me. La prova di ciò che affermo, signor Giudice, la può trovare nelle parole della signora Boscarolo che, senza volerlo, conferma la mia versione quando dice nella querela: “… e che lei non era l’oggetto delle sue attenzione…” (pag. 5 – rigo 4 della querela). Da queste parole emerge o il fatto che la signora Boscarolo abbia indotto l’amica alla disponibilità o che l’amica si sia dichiarata “disponibile” nei miei confronti. Per quanto mi consta l’ex amica Ceresella, da me chiamata a testimoniare, avrà probabilmente un atteggiamento omertoso per paura delle conseguenze della sua deposizione, mentre l’amica Peppiniela, teste che sarà presumibilmente citato dalla signora Boscarolo, avrà un atteggiamento animoso e avverso al sottoscritto a causa di ciò che ho raccontato e per la sua collusione con la denunciante. L’ultimo capitolo della querela che mi preme sin d’ora controbattere, è il fatto che io mi intrometterei nella sua vita o in particolare nella vita della figlia. 35 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA In primo luogo devo dire che la signora Boscarolo mi ha portato presso tutte le abitazioni della figlia: - la prima, al piano terra di via Santa Raffaella 20 ad Erichi - la seconda – la mansarda - in corso Onorio Pisa 5 bis a Variano - la terza, al primo o secondo piano di via Lucio Mando 34 a Mirini - la quarta, al piano terra di via Dante Alighieri 32 a Mirini. Di queste abitazioni non mi dilungo nella descrizione degli interni perché conto che Lei me ne chieda la rappresentazione. Vedasi anche cassetta video all. n.156 Per quanto riguarda il fatto che la figlia della denunciante abbia cambiato casa e sia stata operata e che io sappia tutto questo, non posso dire altro che sia la verità, io l’ho saputo perché è stata l’ex amica, la signora Ceresella a riferirmelo, io stesso, quanto Ceresella me lo disse, posi la domanda a quest’ultima di come facesse a saperlo giacché non si frequentavano più. Ceresella mi rispose che era stata sua figlia a sentire la figlia della signora Boscarolo telefonicamente ed era così che aveva saputo anche lei dell’operazione per un problema al seno e del cambio dell’abitazione. Mi consenta signor Giudice, se insisto sulle inopportune affermazioni della mia ex compagna, ma come vede, quella che ella descrive come intromissioni nella vita privata, non è che il frutto di una confidenza non richiesta e fattami dalla sua ex amica. Aggiungo ancora, riguardo all’abitazione della figlia sita in Variano, che il sottoscritto accompagnò due volte la signora Boscarolo in quel Comune, presso l’agenzia Tecnocasa che si occupa di compravendita di case ed è sita in via Mazzini n. 8. La prima volta la accompagnai per stipulare il contratto di vendita e la seconda volta la riaccompagnai, su sua richiesta, perché la casa era stata venduta. 36 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Non meno importane, per farLe comprendere che la Boscarolo non dice la verità sui rapporti esistenti tra lei, me e la figlia, brevemente Le cito tre episodi: 1° La signora Boscarolo mi chiese di vendere alla figlia un’auto di mia proprietà, una Y 10 (All. n. 4 e All. n. 5). Il giorno 24/05/1998, dopo una preparazione meticolosa dell’auto, la consegnai alla figlia perché la provasse. Il giorno dopo, il 25/05/1998, la figlia, alla guida di quest’auto superando i limiti di velocità consentita venne contravvenuta ai sensi dell’art. 348 del codice della strada (All. n. 6 ). La contravvenzione, essendo l’auto ancora intestata al sottoscritto, venne a me notificata. Io diedi il conto corrente per l’oblazione alla signora Boscarolo che si recò alla posta di Erichi per effettuare il pagamento. (All. n. 7 ) Un ultimo caso in cui si evince il sistematico “uso” del sottoscritto da parte della Boscarolo, è questo: nel novembre del 2002 la mia ex compagna mi chiede di demolire un’altra auto posseduta dalla figlia ovvero una Taif 621, mi chiede questo favore dicendomi che la figlia non aveva tempo per farlo lei. Io, sempre disponibile alle sue richieste, mi faccio accompagnare da quest’ultima sino a Variano ove si trovava l’auto da demolire. L’auto era nel parcheggio antistante l’abitazione della figlia. Messa in moto l’auto, che era in buone condizioni e veniva demolita per inutilizzo, io partii in direzione Tortorinolo verso l’officina del mio amico Mauro, il quale come concordato con la signora Boscarolo, avrebbe proceduto alla demolizione dell’auto. La signora Boscarolo, mentre io viaggiavo verso Tortorinolo, si recò al lavoro. Giunto nell’officina citata, consegnavo a Mauro l’auto parcheggiandola nel cortile. Il signor Mauro, che doveva materialmente portare l’auto allo sfasciacarrozze, si premurò di guardare il tagliando dell’assicurazione, cosa che io non avevo fatto (sigh !) e così mi 37 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA informò, polemicamente, di aver viaggiato da Variano a Tortorinolo senza la copertura assicurativa. Telefonammo subito alla signora Boscarolo che candidamente ci disse che si era scordata di dirmelo! Il signor Mauro informò la signora Boscarolo che per portare l’auto dal demolitore lui non era intenzionato a rischiare il viaggio senza una copertura assicurativa e che avrebbe quindi dovuto utilizzare un carro-attrezzi. La signora Boscarolo non poté far altro che acconsentire. Egregio signor Giudice, non commento il fatto che si commenta da sé, mi preme soltanto evidenziare che la cessazione della circolazione del veicolo Taif 621 di proprietà della figlia della mia ex compagna è avvenuta il 15/11/2002 (All. 8) ovvero quasi un anno dopo la data in cui il sottoscritto, per il P.M., diventa un molestatore. Il signor Mauro, Lei vedrà, è citato quale teste informato sui fatti e potrà riferire opportunamente su quell’episodio e su altri conferenti e in opposizione alla querela della signora Boscarolo. Opportunamente riferisco brevemente che la signora Boscarolo il giorno 30/10/2002, servendosi del sottoscritto si recò, sempre a bordo della mia auto, presso la concessionaria Dorf, poiché era intenzionata all’acquisto di un’auto e lì firmò un contratto per l’acquisto di una Dorf Akka. Il giorno 4 o 6/11/2002, sempre servendosi del sottoscritto, si fece accompagnare nuovamente presso la concessionaria dove le fu consegnato il veicolo Dorf Akka targato DC981GW. Il venditore della Dorf che compilò il contratto, fu lo stesso che consegnò il veicolo il giorno 06/11/2002 (anche questo signore è citato quale teste informato sui fatti e potrà riferirLe circa la mia presenza nelle due occasioni citate). Usciti dalla Dorf io a bordo della mia vettura e la signora Boscarolo a bordo della Dorf Akka, ci recammo all’officina meccanica del signor Mauro perché questi desse un’”occhiata” 38 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA all’auto in modo che non ci fossero dubbi sulla perfetta efficienza dell’auto. Come per l’episodio precedente mi preme, signor Giudice, porre l’accento sul fatto che la data del 06/11/2002 è di nuovo di molto posteriore alle ipotesi incriminatorie formulate dalla Procura. Mi consenta ma mi pare che stoni non solo una nota della canzone ma tutta la canzone quando si vuole dipingere il sottoscritto come un molestatore, quando invece è la signora Boscarolo che, servendosi del sottoscritto a suo uso e consumo e come ho già detto come uno straccio per lavare per terra, che mi interpella approfittando del mio “buon temperamento”. Tutto ciò non può che deporre per l’opposto di quello che la cara signora Boscarolo vorrebbe far credere prima alla Procura della Repubblica e poi forse anche a codesto Tribunale. Mi scusi signor Giudice ma non avendolo ancora detto sino a questo punto, mi pare opportuno dire che la signora Boscarolo dopo aver forse ripassato mnemonicamente tutta la vicenda che io, con gran fatica ho cercato di ricostruire, ha proceduto a fare remissione della Querela!!! Memorie difensive Premetto che il sottoscritto già conosceva la signora Arianna Boscarolo sin dagli anni 1970, seppur marginalmente, in quanto frequentavo la cittadina di Erichi, siccome mio padre lavorava presso la ditta Cartotecnica Erichese dove lavoravano anche il padre e, per quanto mi consta, anche tre dei suoi fratelli ( All.n.9 ). Nel maggio del 1996 incontravo in un locale pubblico, la sala danze “La Mazurca”, sita in via Nonteng a Tortorinolo, la signora Boscarolo che, di sua iniziativa, venne presso tale locale dopo essere venuta a conoscenza da una comune amica che lo frequentavo regolarmente tutti i sabato sera. Durante questo 39 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA incontro la signora Boscarolo mi confermò quanto già sapevo per tramite della nostra comune amica, ovvero che la stessa era sposata e che da questo matrimonio era nata una figlia che nel 1996 aveva circa 19 anni. La signora Boscarolo mi confidava anche che il legame matrimoniale si era deteriorato per colpa del marito a tal punto da volersi separare. In quella serata del maggio del 96 trascorsa in questo locale dove l’attività ricreativa era il ballo, nacque tra me e la signora Boscarolo un chiaro coinvolgimento. La serata fu piacevolissima grazie anche alla comune passione per il ballo. Devo aggiungere che per il sottoscritto ci fu una forte attrazione, che, con le parole, i modi e le circostanze del ballo esternai alla signora Boscarolo la quale ricambiò il mio stato con l’abbandonarsi durante la serata ad innocenti abbracci durante i balli cosiddetti lenti. Tengo a precisare che la signora Boscarolo mi fece intendere la sua disponibilità ad un incontro successivo. Credo che l’attrazione fosse reciproca e che avremmo ambedue voluto che il coinvolgimento superasse gli abbracci. Da parte mia però vi erano delle remore, non volevo sbagliare, essere frainteso e perdermi l’opportunità di avere una relazione seria e possibilmente duratura con la signora Boscarolo, inoltre, volevo essere certo delle sue intenzioni nei confronti del suo compagno. Per le mie convinzioni e per il mio carattere era ed è indispensabile iniziare un rapporto con una donna non essendo l’artefice di una frattura in una coppia già esistente e, in questo caso, la signora Boscarolo era a tutti gli effetti ancora sposata Dopo un paio di settimane incontrai nuovamente la signora Boscarolo, la quale, nel corso di tale incontro, mi ripropose la sua situazione matrimoniale, definendo lei e suo marito dei “separati in casa”. Io chiesi se poteva essere uno stato passeggero ed ella mi rispose che erano anni che sopportava e che lui tornava a casa dal lavoro, mangiava, si lavava, si vestiva ed usciva per andare al bar a giocare a carte con gli amici ed aggiunse che quando nacque 40 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA la figlia suo marito stentò quasi ad andare in ospedale ad attendere il parto. Questa risposta e i modi bruschi e da infastidita con cui mi fu data, mi fecero superare ogni remora e da quel momento iniziai una relazione con la signora Boscarolo. I nostri primi incontri avvenivano, per volere della stessa che abitava nella città di Erichi, in luoghi lontani dall’abitazione. Ci incontravamo quasi sempre a Tortorinolo dietro alla stazione della funicolare di Gupersa per poi trascorrere la serata in una sala da ballo fuori Tortorinolo e precisamente all’Everly Bhill di Thiansà, locale scelto da me per evitare incontri con l’ex marito. Dopo circa due mesi dall’inizio della nostra relazione, Arianna mi disse al rientro da una serata che io e lei avevamo trascorso insieme che il marito l’attese sotto casa e, prendendola per il collo, minacciò di strozzarla e, di fatto, la maltrattò. Io chiesi se dovevo intervenire, la signora Boscarolo mi disse che dopo quel fatto aveva enunciato al marito che se non fosse andato via di casa lui, se ne sarebbe andata lei. Dopo qualche tempo fui informato dalla stessa che il marito aveva cercato un’altra sistemazione abitativa. La signora Boscarolo mi chiese, dopo questo episodio, di procurarle gli stampati reperibili presso gli uffici della Pretura di Tortorinolo, atti a presentare la domanda di separazione. Procurati gli stampati, per richiesta della stessa, provvedevo ad accompagnarla in Tortorinolo presso gli uffici della Pretura a quel tempo in via delle Senza Madre, dove la stessa presentò la domanda di separazione. Ho ritenuto doveroso fare questa premessa in modo da chiarire che la relazione con la signora Boscarolo fu da me iniziata dopo avere accertato che la stessa fosse sicura delle sue decisioni, ciò per correttezza, ma ancor di più era per me doveroso sapere quale fosse il suo rapporto con il marito in quanto mi sentivo coinvolto in una nascente “storia” di carattere sentimentale e non in un’avventura con una donna sposata in qualità di amante. 41 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Dopo un breve periodo di reciproca conoscenza, io mi sentivo fortemente coinvolto ed anche legato sentimentalmente alla signora Boscarolo e glielo esternai, ella mi rispose che non avrebbe mai avuto un rapporto sessuale con me se non mi avesse amato e se io non avessi amato lei. Posso affermare senza essere smentito da nessuno che dedicavo ogni momento del mio tempo libero alla stessa, durante la settimana lavorativa era mia consuetudine, cessato l’orario di lavoro, recarmi ad Erichi ad attenderla all’uscita dall’ufficio per poi offrirle abitualmente il pranzo, combinando il pasto con una gita fuori porta. Il sabato e la domenica erano da me esclusivamente trascorsi insieme a lei, senza che ci fossero da parte mia limitazioni di tempo per altre attività, di fatto, dopo qualche tempo, la signora Boscarolo rimaneva a trascorrere la notte del sabato a casa mia, Eravamo, per quanto mi consta una coppia stabile. Brevemente aggiungo, in quanto ci vorrebbe un racconto a parte, che la figlia per un periodo gestì un bar a Caliemonri, ma quando subentrò una socia si crearono dei problemi al punto che la figlia della signora Boscarolo preferì sciogliere la società perdendo ogni sua competenza finanziaria e questa scelta fu anche determinata da una proposta lavorativa nel Comune di Mirini, dove la stessa si trasferì definitivamente e dove ancor oggi è residente e lavora presso uno pseudo sottomercato del pesce della città. Questa decisione di trasferimento della figlia mi fu comunicata dalla signora Boscarolo che mi chiese anche un parere. Io risposi che la figlia era maggiorenne e che, oltre ad essere un lavoro, per lei era una passione lavorare con gli animali acquatici e che, secondo me, non sarebbe stato giusto opporsi a questo trasferimento. Unica nota dolente era che la signora Boscarolo rimaneva sola in casa con i suoi problemi di salute proprio nel momento in cui ne aveva più bisogno. A proposito del bar della figlia, mi preme solo dire che la signora Boscarolo mi riferì esattamente dove questo bar si trovava 42 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA (tra Caliemonri e Ninocheli) e mi portò a vederlo da fuori per poi vietarmi di andarci dicendomi che avrei potuto incontrare il suo ex marito. Io non dissi niente a proposito, anche se avrei voluto eccepire che non mi importava più di tanto di frequentare il bar della figlia, oltretutto situato in un luogo dove io non passavo se non raramente. La signora Boscarolo, quando la figlia prese in gerenza questo bar, trasferì il proprio conto corrente bancario, o era contestataria del conto con la figlia, nella banca adiacente l’esercizio pubblico (Banca C.R.I. - Cassa di Risparmio di Itas) così alcune volte, per richiesta della signora Boscarolo la accompagnai presso questa banca, lei poi passava dalla figlia ed io stavo a bordo della mia autovettura ad aspettarla un po’ più in là. Pochi giorni prima che la figlia cedesse il bar, la signora Boscarolo mi chiese di accompagnarla lì perché doveva portare via alcune cose. Naturalmente io non solo non feci commenti e la aiutai, (era presente la figlia), ma fui invitato a ritornare al bar il giorno seguente per ritirare delle piante e alcuni altri oggetti, perché la figlia non voleva ritornare a causa dei diverbi avuti con l’ex socia. Ancora una volta, senza commentare, diedi la mia disponibilità. Prima che la figlia lasciasse il bar mi fu chiesto dalla signora Boscarolo di fare alcune foto ricordo del locale e della figlia che io eseguii nella stessa giornata. Avendo ancora della pellicola nel rullino da utilizzare, prima di svilupparlo, la signora mi chiese anche di fare alcune foto del suo alloggio. Anche questa richiesta fu da me esaudita (foto A). Riflettendo oggi, anche su questo aneddoto, seguito da altri dello stesso tenore, traggo la conclusione che la signora Boscarolo non volesse che gli altri, figlia compresa, sapessero che la nostra relazione e la nostra frequentazione era costante nel 43 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA tempo, chissà quali storie sono state da lei raccontate di cui io non so nulla. Un giorno la sig.ra Boscarolo mi mise al corrente che il proprietario dell’alloggio da lei condotto le disse che per fine locazione il contratto d’affitto le sarebbe stato rinnovato ma con una richiesta di incremento di quasi il doppio della pigione, perciò la stessa che lavorava in qualità di segretaria presso una ditta edile si attivò per acquistare un alloggio da ristrutturare e di fatto lo comprò nel vicino Comune di Costa lontano da Erichi, io la accompagnai a visitare quello e anche un altro. Già quando iniziò la mia relazione con la signora Boscarolo vi furono episodi in cui la stessa accusava malori: vertigini, dolori addominali, stanchezza, ed era anche facilmente osservabile che a causa di un cambiamento di temperatura da caldo a freddo le prime due falangi delle dita della mano della stessa diventavano incredibilmente bianche e poi bluastre. Pensai che lo stress della separazione e quello del forzato cambio di abitazione con tutti i problemi finanziari annessi avessero messo a dura prova la resistenza psico-fisica della stessa e che i malesseri accusati in quei giorni fossero il segnale d’allarme di una sindrome depressiva. Nell’anno in cui la signora Boscarolo cambiò casa il nostro rapporto, per richiesta della stessa, avrebbe dovuto cessare, a causa, a suo dire, di un diverso modo di interpretare la vita di coppia, motivazione che io ritenevo assurda. Io ero innamorato e legatissimo alla stessa e, con tanta pazienza, riuscii a continuare la relazione seppure non vi fossero da parte della mia compagna atteggiamenti che mi portassero a pensare almeno nell’immediato ad una vera relazione o ad una convivenza così come io auspicavo. Come ho già detto, la signora Boscarolo aveva problemi di salute e spesso accusava dei malesseri, un mattino mi telefonò la figlia, che ancora non si era trasferita stabilmente a Mirini, dicendomi che la sua mamma era stata così male che era stata da lei condotta al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Erichi e mi chiese di 44 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA raggiungerle. Preciso che erano alcuni giorni che io non la vedevo. Proprio perché era stata lei a chiedermi di non vederla per un po’ di tempo, mi stupì tantissimo la chiamata della figlia, mi recai lo stesso prontamente all’ospedale, dove venivo informato dai medici che la stessa, per una crisi acuta di dolori all’addome si era disidratata, ciò anche a causa di una crisi di vomito e dissenteria, inoltre ed aveva perso conoscenza. Quando giunsi all’ospedale constatai che le erano stati somministrati una soluzione fisiologica per reidratarla e degli antidolorifici e il problema si stava risolvendo. Io le stetti accanto sino a quando fu dimessa e poi l’accompagnai a casa. Dopo questo fatto nuovamente ci frequentammo. Negli anni a venire la stessa fu portata da me al Pronto Soccorso per analoghi episodi almeno altre due volte ed in un’altra occasione, giudicandola intrasportabile, mi attivai al fine di far giungere presso l’abitazione della signora Boscarolo al più presto la guardia medica in quanto la stessa mi chiedeva di evitare, se possibile, di chiamare l’autoambulanza. Preciso che fu la stessa che mi chiamò telefonicamente in tutti e tre gli episodi verso le 3 / 4 del mattino chiedendomi di recarmi urgentemente a Costa lontano da Erichi. Con estrema tristezza devo aggiungere che la signora Boscarolo non mi permetteva di fermarmi e pernottare a casa sua, ma quando capitavano questi casi in cui lei stava male, venivo invitato a fermarmi. Io naturalmente cedevo alla sua richiesta perché mi sarei sentito in colpa lasciandola sola. Dentro di me mi dicevo che ero solo un infermiere o un volontario, allora dormivo sul divano. Tante altre volte restai a casa sua quando aveva dei malesseri, mi chiedeva di darle del Toxenal o farmaci tipo il Xalom per evitare o calmare i dolori di stomaco. Stavo con lei sino a che si sentiva meglio, poi si assopiva ed io me ne andavo tirandomi la porta di casa, proprio 45 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA perché sapevo che a lei non faceva piacere trovarmi lì il mattino seguente. Tra il 1997 e il 2004 la sig.ra Boscarolo mi chiese di aiutarla nei suoi problemi di salute e di darle una mano perché le riconoscessero un’invalidità, in quanto qualcuno l’aveva informata che le era possibile a seguito del riconoscimento di questa invalidità, conseguire un contributo economico. Dopo aver pianificato con lei il da fare, mi attivai per farla visitare da un mio amico medico e poi mi attivai perché ottenesse il ricovero per ben due volte presso una clinica convenzionata di Driassandela, dal 20 al 25/03/2000 per studiare il suo caso più approfonditamente ed avere una documentazione da utilizzare per l’ipotesi di un assegno di invalidità e dal 6 all’11/2/2004 per altre analisi. Gli accertamenti ribadirono che la stessa era affetta da sindrome di STERC, manifestazione di Naudeyr, Pio- Oriditismo autoilleso e Redosclerima. Delle cartelle cliniche, non ritirate dalla signora Boscarolo perché dimessa, mi furono compilata da lei due deleghe in cui mi si autorizzava al ritiro delle stesse. Per comodità diedi queste deleghe al mio amico dottore nel suo studio di Tortorinolo affinché, recandosi a Driassandela, ritirasse le cartelle cliniche. Assieme alla delega la signora Boscarolo mi consegnò le copie delle sue carte di identità, copie le quali mi furono restituite e che per anni sono rimaste a dormire fra mille altri documenti e che produco ai fini probatori delle mie dichiarazioni (All. n. 10 e All. n. 11). Oltre a ciò vi era una degenerazione del tessuto intestinale. Queste patologie aggravavano o erano provocate da una sindrome depressiva e uno stato perenne di ansietà causate alla stessa, soprattutto da problemi finanziari e dall’incertezza del suo stato di salute. 46 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Ero veramente in pensiero per la salute della mia compagna che un giorno mi confidò anche che qualche volta al mattino, al risveglio, non riusciva ad alzarsi dal letto. Le chiesi di spiegarsi meglio e lei mi disse che lei avrebbe voluto alzarsi ma che il corpo non rispondeva al suo comando di alzarsi e mettersi in piedi. Chiesi spiegazione al mio amico medico che, se ben ricordo, mi disse che ciò che il Redosclerima causava esternamente sulle estremità della signora Boscarolo e che io avevo avuto modo di vedere e di descrivergli, accadeva presumibilmente anche a livello neurologico e che ciò che riferiva la signora Boscarolo poteva esserle veramente accaduto. Andammo anche parecchie volte da un erborista (Dino) che le prescrisse delle tisane che lei assunse per parecchio tempo. Di questo erborista la signora Boscarolo seppe mentre eravamo nell’officina di un mio amico. Sentì la discussione tra questo mio amico e altre persone in cui si apprezzavano le cure e i rimedi prescritti da questo erborista ed era interessata a tal punto che mi invitò al più presto ad accompagnarla da lui. Andammo anche da un medico ad Itas, specialista in fiori di bach che le prescrisse altre terapie. In una farmacia venni a conoscenza dell’esistenza di questo medico. In seguito parlando del più e del meno raccontai alla mia compagna di questo dottore, lei molto interessata mi chiese se potevamo andarci. (All . n.12 ). Quello che mi rimane fortemente impresso di questa ultima visita, è che la signora Boscarolo alla fine del consulto chiese a questo dottore, come se questi mi conoscesse e così non era o come se fosse un indovino, se io ero una persona perbene, una brava persona. Naturalmente il medico le rispose, sapendo che ero stato io ad accompagnarla, che ero una brava persona. La mia compagna mi chiese dopo aver effettuato queste visite cosa ne pensavo, io la stimolai a provare le cure che le erano state prescritte, pur non credendole efficaci se non per l’effetto placebo che avrebbero avuto su di lei e devo dire che ebbi una buona 47 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA intuizione, per un lungo periodo la sig.ra Boscarolo stette molto meglio. Ancora grazie alle mie conoscenze e alla mia disponibilità feci istruire in breve tempo dal sindacato una pratica per il riconoscimento di un assegno di invalidità per lo stato di salute della signora Boscarolo. Insomma, malgrado il minor o scarso coinvolgimento della signora Boscarolo nella nostra relazione e il perenne maltrattarmi, io mi ponevo giornalmente a sua disposizione. Io credo che cerchiamo tutti di non vedere ciò che ci fa star male, ma io sentivo che lei non era innamorata di me e a torto o a ragione avendo sempre in mente una sua frase scrittami in una sua lettera “non so quando mi sentirò di nuovo in grado di mettere la mia vita nelle mani di un uomo” ho cercato, con il mio modo di comportarmi e di essere, di farmi accettare e di ottenere fiducia dalla stessa. Per alcuni periodi la nostra relazione poteva sembrare normale e tranquilla poi tutto ad un tratto la mia compagna si voleva allontanare. Ci sono innumerevoli fatti che definisco incredibili, ma veramente accaduti, che possono dare esempio dell’atmosfera che dovevo vivere e malgrado tutto ciò che racconterò appresso il mio sentimento non subiva nessuna instabilità, anzi io ho sempre creduto che con il tempo determinati atteggiamenti negativi da parte della mia compagna sarebbero cessati ma purtroppo con il tempo invece si verificarono scene che io non ho affatto sottovalutato, anzi, ma grazie alla mia personalità ho cercato di affrontare in modo sempre positivo e risolutivo anche per dare alla mia compagna un po’ di forza e non farla sentire sola di fronte alle avversità. Il primo episodio successe il primo anno della nostra relazione (1996). Eravamo in vacanza a Atea (foto B) ed essendo tutte le sere assieme anche a dormire ne approfittammo ed avemmo più rapporti intimi, cosa che a Tortorinolo avveniva per 48 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA lo più solo il fine settimana. A mezzogiorno di uno di questi giorni di vacanza, dopo esserci concessi, scendemmo per il pranzo, dopodiché la signora Boscarolo mi precedette nel ritornare in camera di pochi istanti, io mi ero attardato a salutare delle persone, salendo le scale all’improvviso la trovai svenuta sui gradini della scala con la testa rivolta verso il basso e infilata nella ringhiera, il colorito della stessa e il non rianimarsi mi fece addirittura pensare fosse morta. E’ stata la prima volta per me in assoluto che ho perso il controllo malgrado avessi fatto un corso di pronto soccorso e mi sentissi in grado di intervenire, ritornai di corsa nel salone dell’Hotel a chiedere aiuto, lì una delle cameriere che per fortuna prestava servizio nella croce rossa intervenne prontamente e rianimò la sinora Boscarolo che fu da me trasportata poi all’ospedale. All’ospedale le fu diagnosticata una emorragia ad una cisti ovarica, così mi riferì la signora Boscarolo. Fui stupito di questa diagnosi perché non sapevo che la signora Boscarolo avesse questo problema ma dopo esserne stato informato capii perché dopo un rapporto, la stessa avesse a volte dei dolori addominali, quello che più mi sconcertò fu che alla mia domanda, se lei sapesse di avere quel problema, ella mi rispose di saperlo e aggiunse che i medici le avevano chiesto se era stata violentata. Io naturalmente le chiesi cosa avesse risposto e le dissi che mi pareva una domanda inaudita. Lei mi rispose che aveva riferito di avere avuto un normale rapporto, dopodiché, eseguitale una ecografia, i medici ebbero visione di quella cisti ovarica che aveva prodotto una emorragia. Visto da solo questo fatto sembra una banalità ma così non fu. Oggi questo episodio lo valuterei certamente diversamente, non una banalità ma un fatto indicativo di ciò che si rivelerà nel tempo la personalità “singolare” della signora Boscarolo. 49 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Un altro episodio successe a Pasqua del 1998: quel mattino la chiamai tardi perché aspettavo la sua telefonata che ancora non era giunta. Non volevo svegliarla perché la sera prima eravamo andati a dormire tardi, così chiamai quando mancavano circa 15 minuti a mezzo giorno. La salutai, le chiesi come stava, mi rispose bene, allora io le chiesi a che ora dovevo andarla a prendere aggiungendo che era già un po’ tardi per decidere dove andare a pranzo, lei mi rispose che forse sarebbe andata a pranzo con sua figlia. Questa risposta in qualche modo mi insospettì in quanto non mi era stato detto di questa possibilità, anzi sapevo che la figlia doveva uscire con il suo compagno, io le chiesi se potevamo andare insieme a pranzo perché a quell’ora sarei rimasto solo e mi dispiaceva. A questo punto elle mi disse che non potevo andare con loro perché forse avrebbe pranzato con lei e sua figlia anche suo marito. Io rimasi stupito di questa novità perché mi aveva sempre detto che non voleva mai più avere a che fare con il signor Sconiglio, suo ex marito (l’aspirante strangolatore). Le dissi subito che ero stupito e che avrebbe potuto dirmelo prima così mi sarei aggregato a qualcuno della mia famiglia o dei miei amici per trascorrere anche io la Pasqua in compagnia. Io andai ad Erichi dai miei parenti, per non rimanere da solo. Preciso che gli unici miei parenti italiani viventi abitano in Erichi. Alcuni di loro abitano proprio nel proseguimento della strada dove vivono, per quanto mi consta, le famiglie di due sorelle della signora Boscarolo. Parcheggiai la moto davanti alla chiesa limitrofa alla sua abitazione (il Duomo) e a piedi mi avvicinai alla sua abitazione proprio mentre la sua auto si allontanava. Ebbi un attimo di grande sconforto, non capivo, io con lei mi ero sempre comportato correttamente, lei era sempre informata di cosa io facevo e dove 50 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA ero, in quelle rare occasioni in cui non fossi stato in sua compagnia. Pensai che si fosse riconciliata con il marito, ma se così fosse stato perché non dirmelo? Anche se la delusione sarebbe stata ugualmente grande lo avrei saputo almeno in un modo meno traumatico. Ritornai a riprendere la mia moto dopo essermi ripreso dallo stupore e mi misi in marcia in direzione di Tortorinolo in quanto i miei parenti non rispondevano al telefono. Mentre percorrevo la strada verso Tortorinolo incontrai l’auto di Arianna al semaforo dell’incrocio per la strada di Cettope. Fu lì che vidi che effettivamente che c’era il marito alla guida dell’auto. Stavo per superarli e andarmene quando fui stretto dall’auto verso il marciapiede a sinistra della carreggiata, fermai la moto appoggiandola sul cavalletto laterale, anche l’auto più avanti si arrestò, ne discese l’ex marito della signora Boscarolo che avvicinandosi a me urlava epiteti nei miei confronti. Di fatto mi colpì con due pugni al volto, uno dei due colpi fu parzialmente attutito dal casco che non avevo neppure avuto il tempo di togliermi, l’altro pugno mi colpì alla mascella senza per altro che io riportassi nessuna conseguenza. Io cercai di parlare con il signor Sconiglio e mi ero preparato mentalmente a difendermi attivamente. Questi si avventò sulla mia moto che era rimasta una ventina di metri indietro e di fatto si mise a prenderla a calci, così facendo la moto che era appoggiata al cavalletto laterale cadde a terra riportando una ammaccatura al serbatoio, la rottura del freno destro e la rottura della staffa di alluminio del poggiapiedi del passeggero. Stavo per reagire a questo comportamento quando comparve un tizio che si avventò sul signor Sconiglio trattenendolo per le braccia (venni poi a sapere che doveva essere il fratello dello stesso che era nelle immediate vicinanze o che era stato telefonicamente avvertito). 51 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA La signora Boscarolo a questo punto urlò, con mio stupore, all’ex marito: fermati, guarda che è un vigile. A questo punto capii che al signor Sconiglio erano state riferite a proposito della mia presenza delle cose non corrispondenti alla verità, io credo che lo stesso quando venne informato che ero un vigile capì che la sua ex moglie non gli aveva detto tutta la verità e interruppe il suo comportamento. La mia moto è molto pesante, con fatica la rialzai, dopo averla messa in moto risalii e mi misi in marcia, fu in quel momento che il signor Sconiglio rivolgendosi a me disse: bastardo, se ti trovo a Tortorinolo ti passo sopra con il camion. Seppi, a distanza di molto tempo dalla signora Cersella, madrina della figlia, che la signora Boscarolo in quella circostanza aveva riferito all’ex marito, per nascondere la nostra relazione, che io la importunavo negando di avere una relazione con me. Io scelsi di allontanarmi ritenendo fosse la cosa più saggia da fare. Ero solo in quella circostanza, non avevo testimoni, senz’altro avrebbero cambiato lo svolgimento del fatto e io mi sarei ritrovato coinvolto in una rissa con tutte le conseguenze che ritenevo inopportune. Per le stesse ragioni non denunciai l’accaduto alle Autorità giudiziarie. Ritengo solo necessario aggiungere che senz’altro se lo svolgimento dei fatti fosse stato diverso da quello da me ora rappresentato, la signora Boscarolo non avrebbe continuato a frequentarmi ancora per altri cinque anni. Questa affermazione senz’altro vale, anche se non la ripeterò, per altri episodi in cui la signora Boscarolo cercherà di mutare gli eventi e le considerazioni. In merito alla frequentazione tra me e la sig.ra Boscarolo non dispongo di molte prove documentali dell’anno 1997, mi sono rimaste le ricevute: del 22/6/97 relativa ad un pernottamento a Marina di Polo (All. n. 13 ), del 7/8/97 (All. n 14 ) e del 9/8/97 52 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA (All. n 15 ) + All.(foto B) relative alle ferie e in ultimo la ricevuta del 5/12/97 (All. n 16 ) + (All.foto C) di un soggiorno a Garipi di quattro giorni, di cui invece di essere perlomeno benvoluto, ricevetti un rimprovero per non averla anche portata a visitare il maniero di Trasailles. Le chiesi perché fosse così adombrata per il fatto che non l’avessi accompagnata a Trasailles ed ella mi rispose che da bambina aveva sempre fantasticato di essere la regina in quella reggia. Allora non diedi alcuna importanza a questa affermazione e al relativo malumore della mia compagna, oggi sono propenso a pensarla diversamente e che anche questa affermazione può dare, a mio avviso, una indicazione della personalità della signora Boscarolo. Un altro importante episodio successe nella mia nuova abitazione dove vissi dal marzo 1997 al marzo 1999. Un fine settimana, non ricordo perché, ma molto probabilmente perché la figlia era via con il suo compagno, la signora Boscarolo dormì a casa mia il venerdì e il sabato sera e quindi restammo assieme anche la domenica. Il venerdì avemmo un rapporto, il sabato no perché tornammo da ballare stanchi e la domenica mattina, dopo aver preso il caffè avemmo un altro rapporto. Facemmo la doccia assieme, lei uscì dal bagno per prima, io rimasi ancora, finii di asciugarmi e quando uscì a mia volta dal bagno la chiamai. Dato che non rispondeva la cercai in camera da letto ma lì non c’era, in cucina c’ero già stato e non l’avevo vista, non capivo, ho pensato che volesse scherzare e si fosse nascosta ma non c’era da nessuna parte, ero così convinto che stesse giocando che la cercai sotto il letto, dietro all’armadio, nell’armadio stesso, nello sgabuzzino. Andai sul balcone, poi mi affacciai alla finestra e la vidi per la strada che si allontanava da casa mia. Non capivo, non era successo nulla, non avevamo bisticciato, eravamo sereni. Per accedere al mio alloggio al primo 53 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA piano, ingresso dal ballatoio, bisognava superare un cancello chiuso a chiave e lei per uscire si era arrampicata e lo aveva scavalcato. Corsi per la strada, la raggiunsi e la convinsi a tornare a casa con me. Le chiesi spiegazioni e lei mi disse che non poteva sopportare di avere ben due rapporti la settimana e sfogandosi cominciò a dirmi che lei non aveva mai masturbato neanche suo marito, che le faceva schifo toccarlo e che le faceva schifo il liquido seminale sul suo corpo e che non le piaceva ancor di più che io le accarezzassi le sue parti intime dopo il coito. E’opportuno che io specifichi che non avevo mai chiesto alla sig.ra Boscarolo durante il rapporto sessuale di masturbarmi ma, provocatoriamente, di dirmi se sapeva di avere le mani e se sapeva che poteva qualche volta usarle. L’assurdo era che lei mi diceva di preferire una carezza sul volto ad altre carezze quando in realtà non si sottraeva a queste ultime ma semplicemente non le contraccambiava né nelle mie parti intime né tanto meno sul volto. Io seppur sbalordito da quelle affermazioni che mettevano in luce una personalità che io non conoscevo affatto, cercai di avere un dialogo pacato e le feci delle domande per capire. Seppi così che anche con il suo ex marito aveva rapporti a volte anche solo mensili e che questo comportamento era consolidato già dall’inizio del suo matrimonio. Nonostante lo stato d’animo in cui mi trovavo, un misto di stupore e di incredulità, conservai rigorosamente un atteggiamento pacato e accondiscendente verso la mia compagna. Dopo aver fatto colazione assieme in un bar vicino alla mia abitazione ed esserci recati in chiesa per la Messa domenicale, trascorremmo la giornata andando, come spesso facevamo, ad un mercatino dell’usato. La sera ritornammo a casa mia poi cenammo in un ristorante sotto casa dove spessissimo ci recavamo, dopo di che la accompagnai a casa. Era da poche ore successo un fatto per me veramente incredibile ma ero riuscito a nascondere la mia preoccupazione sia 54 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA per quello che avevo visto che per ciò che mi portava a dedurre il fatto. Amavo quella donna ed ero intenzionato a adeguare il mio comportamento sessuale ai suoi bisogni anche se mi rendevo conto che non ci sarebbe più stato da parte mia, nei nostri incontri, la spontaneità che è doverosa durante un rapporto sessuale. Credo infatti che nessuno faccia l’amore senza usare le proprie mani per eccitare il proprio partner o per semplici tenerezze. Nel tragitto da casa mia verso casa sua, a bordo della mia auto, la signora Boscarolo volle intavolare un discorso su quanto aveva fatto quella mattina, io le dissi che per me era come se non fosse successo nulla e che mi sarei adeguato alle sue esigenze. Sapevo di sbagliare nel cercare di controllare il mio comportamento sessuale, ma ci avrei almeno provato, conscio che la nostra relazione sarebbe terminata, se non avessi cercato di andarle incontro. La signora Boscarolo espresse dei dubbi sul fatto che potessimo trovare un’intesa, io cercando di farla ragionare sulle sue limitazioni mi addentrai in un discorso del quale non mi resi subito conto di quanto fosse pericoloso. Chiesi alla signora Boscarolo di farsi un’autocritica e chiedersi se il suo modo di comportarsi sessualmente, anche con il suo ex marito, non fosse stato il motivo dell’allontanamento di questi. Le chiesi se alla sua età, non certo adolescenziale, non fosse venuto il momento di affrontare le ripugnanze che lei mi aveva manifestato. Forse fui un po’ duro nel dirle queste cose, ma io volevo solo che lei si rendesse conto che se si trovava in quella situazione, ovvero un fallimento matrimoniale ed ora un altro fallimento di relazione, era solo grazie alle sue esagerate limitazioni nella sfera intima, sia nelle manifestazioni che nell’esigua frequenza. All’improvviso la signora Boscarolo spalancò la porta dell’auto e sarebbe uscita dall’auto in movimento se non l’avessi 55 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA prontamente trattenuta, certamente si sarebbe arrecata dei seri danni, se non, per assurdo la morte, in quanto percorrevamo la discesa che da Nipo Tortorinolese porta ad Erichi all’altezza della strada che conduce a Monte Picep. Con una mano continuai a trattenerla mentre compivo una svolta a sinistra, unica manovra che mi era consentita dalle circostanze, andando di fatto in una strada trasversale priva di traffico, lì arrestai l’auto e subito venni da lei prima aggredito verbalmente poi colpito con due schiaffi e graffiato intenzionalmente sul viso, dopo di che la stessa scese dall’auto in preda ad una crisi di nervi; urlava, tremava, si abbassò sulle gambe accosciata e si tenne le braccia sul ventre come se avesse forti dolori e convulsioni, io la raggiunsi la cinsi da dietro accosciandomi a mia volta, poi mi sedetti a terra facendo così sedere lei su di me, poi con dolcezza la invitai a calmarsi. Dopo qualche minuto si tranquillizzò. Io ero stravolto, avrei voluto portarla all’ospedale ma pensai che avrei dovuto spiegare al medico che cosa le era successo e che per lei sarebbe stato un motivo di vergogna, indiscutibilmente avrei peggiorato la sua situazione emotiva. Così la portai a casa e le stetti vicino fino a quando si mise a letto e la vidi tranquilla. Oggi sono portato a pensare che la signora Boscarolo avrebbe senz’altro reso al medico dell’ospedale delle dubbie dichiarazioni concernenti il suo stato emotivo. Negli anni ho capito che ogni occasione era buona per cambiare gli eventi, magari non con l’intento di calunniare me, ma sicuramente per dimostrare che lei era sempre nella ragione, nel giusto, che lei era sempre vittima. Successivamente mi giunse una lettera ( All. n.17 ) della signora Boscarolo colma di astio nei miei confronti che di fatto stravolgeva tutto ciò che io le avevo detto, soprattutto non mi sarei mai permesso appellarla come lei dice nella lettera, la parola “puttana” era da lei usata frequentemente, soprattutto quando faceva riferimento alle persone delle mie passate relazioni, non solo ma tutte le frequentatrici della sala da ballo che io ed anche 56 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA lei frequentavamo, erano tutte “puttane”, inoltre non potevo accettare che lei mi dicesse di rinfacciarle che pagavo tutto io, io le avevo fatto notare più di una volta e soprattutto in una discussione con la signora Ceresella che lei era una persona avara ma avara di sentimenti, una persona arida ( e non mi sbagliavo). Ho scritto negli anni tante lettere alla signora, lettere che non mi preoccupo di fornire in quanto lo farà senz’altro lei, in quanto la stessa desume da queste che lei non mi abbia mai amato. Ebbene queste lettere cercavano di spiegarle ciò che pensavo e provavo per lei, ahimè, credevo di essermi spremuto fino all’impossibile nel cercare di spiegarle che io l’amavo a tal punto che ogni mio bene era anche suo e il mio comportamento fu sempre coerente con ciò che scrissi. Negli anni ho confidato di essere finalmente compreso ma poi i fatti mi prospettavano un’altra realtà della quale, non mi stancherò mai di ripeterlo, deponeva per una grande aridità di sentimenti da parte della signora Boscarolo nei miei confronti e nei confronti della gente in generale. Rileggendo quella lettera di Arianna traggo e trassi molte conclusioni che non esprimo, mi è sufficiente dire che credo di essere stato usato e finché ho taciuto ciò che invece avrebbe dovuto essere detto, sono stato tollerato. Nel momento in cui persi la pazienza e le dissi come la pensavo, anziché farne autocritica, la signora Boscarolo mi congedava. La lettera termina chiedendomi di non chiamarla per non mettere di nuovo tutto in discussione, sennonché dopo una inaspettata riflessione la signora Boscarolo riprenderà a frequentarmi dopo essere stata lei stessa a cercarmi. A sostegno di questa mia affermazione chiederò di acquisire le telefonate fattemi spontaneamente dalla signora Boscarolo da più utenze: dal suo primo cellulare da me regalatole con scheda a me intestata n. 03367736420, dal secondo cellulare sempre da me regalatole n. 3364568301, dal telefono del lavoro GERANIO srl 57 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA presso Centro Commerciale “IL CALDO” (non ricordo il numero), dal telefono del Geranio srl sede attuale n. 066/6411610, dal telefono della OMC Demolizioni nella prima sede del quale non ricordo il numero e dalla sede attuale n. 0666478373. Inoltre dal telefono di un ufficio di amministrazioni di stabili in Subitorino dove la signora Boscarolo prestò servizio per qualche tempo sita in Subitorino in via Dolcetti 16. Dal telefono dell’ex abitazione di Erichi n. 0666425212 telefono dell’abitazione attuale n. 0666468216 telefono che non è più attivo. Aggiungo inoltre che dispongo di un nastro registrato (All. n.18 ) dalla mia segreteria telefonica in cui è chiaro, per alcune frasi dette dalla signora Boscarolo e per il tono con cui vengono dette, che il sottoscritto in alcuni casi si è sottratto volutamente alla presenza quotidiana con la signora Boscarolo e che questa era dispiaciuta della mia assenza. Il periodo è facilmente deducibile poiché altre persone lasciano messaggi di condoglianze per la morte di mio padre. In uno dei messaggi è persino dichiarato allusivamente, che a lei la telefonata non costa perché è messa in atto dalla ditta dove lavorava. Era l’anno 1999, erano passati all’incirca tre anni, io superai questo episodio e mi adeguai ai comportamenti della signora Boscarolo ed ero sempre sicuro ( povero illuso) che il tempo avrebbe ridotto le distanze anche da queste inattese novità. Per la Pasqua di quel ’99 andai con la signora Boscarolo a trascorrere le festività in Costa Azzurra. Pensai a quello che mi aveva combinato la Pasqua dell’anno passato e mi venne voglia di andarmene in vacanza da solo ma fu solo la riflessione di un attimo. Sapevo benissimo che mi sarebbe mancata dopo pochi minuti e che mi sarei sentito in colpa. 58 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Mi recai in una agenzia di viaggi e chiesi, anche se non me lo potevo permettere, un soggiorno in un luogo ove potessi trovare mare pulito e un ottimo hotel dove si mangiasse bene. Mi prospettarono diversi luoghi tra cui Barcellota, feci allora una telefonata alla signora Boscarolo alla quale prospettavo le località propostemi dall’agenzia, lei, con entusiasmo, mi rispose di sì per la Costa Azzurra, escludendo Barcellota perché mi disse c’era già stata con l’ex marito, scegliemmo così la rinomata cittadina di Juan le Piedin. Quando arrivammo sul posto considerai che l’hotel e il servizio erano effettivamente di un tenore superiore a quello che il sottoscritto era abituato. Gradita sorpresa: il pranzo veniva servito non in hotel ma in spiaggia in una coreografia di tipo tropicale. La signora Boscarolo era allegra, di compagnia, aveva insolitamente perso il suo solito malumore. Fu una gita finalmente piacevole e pensavo che le cose stessero cambiando ma nei mesi successivi il rapporto fu caratterizzato dalle stesse tensioni provocate dalle diverse aspettative che ciascuno di noi aveva nei confronti dell’altro. Continuammo in ogni caso a vederci. (vedi contratto di viaggio) (All. n 19 ) + (All.foto D). Dal 17/8/1999 trascorremmo alcuni giorni ad Atea, lo si deduce che eravamo insieme dalla ricevuta in cui si legga: una matrimoniale.(All. n 20 ) + (All.foto E) Il giorno 10/9/1999 andammo a cena alla Taverna delle Rose e aggiungo solo che fu una cena a lume di candela.(All. n 21). Il giorno prima del suo compleanno, il 4/10/1999, festeggiai la ricorrenza in sua compagnia ed in compagnia di una coppia di miei amici. Prenotai al maniero del Salentino, luogo per me romanticissimo, le feci trovare al tavolo 44 rose rosse (All. n. 22). Sempre per il suo compleanno del 99 le regalai anche un televisore (All. n.23 ) per sostituire il suo che si era guastato e due biglietti per un volo andata e ritorno per Nodral, comprensivo di 59 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA soggiorno per tre giorni e le dissi che quello sarebbe stato l’ultimo evento prima di una nostra separazione che ritenevo doverosa. A proposito del televisore regalatole per il suo compleanno, mi tocca spendere due parole. Rammentando che quando portai il televisore nel suo voluminoso imballo era mia intenzione toglierlo dalla scatola e installarlo al posto del vecchio, ma ella non volle. Le chiesi il perché e mi rispose che così magari qualcuno gliene avrebbe regalato un altro (sigh!). Io speravo che quel viaggio chiudesse un capitolo confuso per poi, forse, aprirne uno nuovo dopo un periodo di allontanamento che ci portasse ad una vera relazione dove ci fosse un impegno anche da parte sua ad un progetto di vita insieme. Mi preme precisare che i biglietti del volo per Nodral e il soggiorno glieli offrii per lei e per sua figlia e fu la signora Boscarolo che scelse di fare quel viaggio con me. Io acconsentii dicendole che però quella era l’ultima volta che sarei stato con lei e che dopo ci saremmo pacificamente separati. Partimmo il 16/10/1999 per Nodral (All. n.24 ) e dopo l’entusiasmo del suo primo volo di linea, la signora Boscarolo, come suo solito, diventò scontrosa per un motivo banale, non aveva portato scarpe da passeggio, a suo dire perché io non le avevo detto che c’era da camminare. Il nostro hotel distava poche centinaia di metri dal palazzo reale, dove avremmo dovuto assistere al tradizionale cambio di guardia, quella breve passeggiata in una giornata piacevolmente assolata diventò una via crucis. Per un imprevisto ritardo del primo transito della metropolitana perdemmo il volo di ritorno in quanto non ci accettarono al check- in, ci furono tensioni che io non avrei mai avuto se fossi stato accompagnato da una persona che mi amava e che mi desse il suo appoggio, così quel viaggio fu un fallimento, a mero titolo di prova documentale aggiungo ricevuta di acquisto 60 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA valute, da me acquistate, da utilizzare per il soggiorno a Nodral (All. n 25 ) + (All.foto F). Dopo il viaggio a Nodral, circa una mese dopo, la signora Boscarolo mi chiamò telefonicamente e mi comunicò di avere dei disturbi vaginali. Mi specificò di avere delle perdite accompagnate da dolori. Le furono prescritti dei test ed io come al solito, per sua volontà dovetti accompagnarla all’ospedale. Ci recammo all’ospedale Ziamaurino sia per i prelievi che per ritirare gli esiti. Fu una vera sorpresa quando, aperta la busta del referto dei test, scoprimmo che la voce Serianis Vulgaris ( All.n.26) era riferibile alla malattia venerea che noi comunemente chiamiamo “filo d’acqua”. Subito dopo anche io mi recai all’ospedale Medeo di Vasoia per verificare se ne ero anche io portatore. Gli esami esclusero che avessi questa infezione. Gli esami ai quali mi sottoposi deponevano inoltre che nell’immediatezza non avevo assunto antibiotici. ( All.n. 27 richiesta copia esami ) Quando partii per Nodral si era recidivata una fistola anale che aveva formato un ascesso. Proprio per questo evento mi erano stati prescritti degli antibiotici dal mio medico curante al quale chiesi spiegazioni circa questa infezione. Lo stesso mi spiegò che per la cronologia dei fatti, in riferimento anche all’ultimo rapporto sessuale avuto con la signora Boscarolo durante il soggiorno a Nodral, non avrei potuto, grazie all’assunzione di questi antibiotici, né contrarre l’infezione da una ipotetica altra partner, né trasmetterla alla signora Boscarolo, né essere da lei infettato. ( All. n. 28 – 28bis – 28ter ). Io non avevo avuto nessun altro rapporto con nessun’altra partner (povero fesso), potevo solo pensare, con cristiana rassegnazione, che questa infezione potesse essere stata trasmessa alla signora Boscarolo non solo per via sessuale in quanto se 61 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA escludevo, questa possibilità, con caritatevole tolleranza, mi rimaneva solo da pensare che la mia compagna avesse avuto un incontro con un altro partner e devo dire che pensai effettivamente ad un “convegno”, nello spazio temporale in cui non ci siamo più incontrati, con il suo ex marito di professione, camionista…….. Devo dire che da parte mia anche questo episodio è stato perdonato e avrei continuato lo stesso la mia relazione, anche se gli scenari non erano dei più immacolati. La signora Boscarolo riferì alla sua amica Ceresella che era stata da me infettata. Anche questo episodio fu da lei utilizzato per calunniarmi ingiustamente. Ora anche se ho cercato di non esprimere in questo mio scritto dei giudizi personali sulle vicende, sono costretto a chiedere una riflessione a codesto rispettabile Tribunale su questo fatto, ponendo una domanda. Se effettivamente fossi stato io ad avere “il filo d’acqua” ed averlo trasmesso alla signora Boscarolo, quest’ultima non avrebbe dovuto interrompere definitivamente la relazione con me? Anche quell’anno finì e festeggiammo assieme il capodanno nella solita sala da ballo da noi frequentata ( La Mazurca). L’anno 2000 trascorse nuovamente con alti e bassi provocati dal comportamento della signora Boscarolo. Data che ricorderò perché segnai sul mio calendario e conservai le ricevute : (All. n. 29 ) il 13 febbraio 2000 (domenica), un giorno prima del mio compleanno, andammo a Quartieretto Spirito Santo per festeggiare i miei 44 anni. In aprile la accompagnai per la prima volta alla UIL per la visita medico legale per un eventuale assegno di invalidità. Il medico curante della sig.ra Boscarolo compilò un certificato a tale proposito di cui io conservo ancora l’originale che mi fu dato dalla stessa (All. n. 30 ). Questo documento non fu prodotto perché giudicato dal medico del sindacato incompleto e ne fu stilato un altro. 62 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Mi preme mettere in evidenza che nell’anamnesi remota e prossima, il medico curante riporta: 2000 ricovero per Redosclerima, anni 27 ricovero per polmonite, anni 33 ricovero per sindrome vertiginosa. Stato generale manifestazione di Naudeyr. Documentazioni sanitarie eseguite: cartelle cliniche relative ai ricoveri e alle visite specialistiche reumatologiche. Eventuali terapie praticate: Rioteux 100 Diagnosi: Redosclerima con interessamento cutaneo, arterioso esofageo, tiroideo. Da tale anamnesi si può evincere che la sig.ra Boscarolo già prima di conoscermi aveva avuto episodi di vertigini e che le malattie descritte non sono certo malanni improvvisi ma malattie che si sono manifestate nel tempo e cronicizzate con dei peggioramenti episodici non certo correlati alla frequentazione del sottoscritto. Vede signor Giudice, la signora non sapeva neanche più lei cosa mangiare per non sentirsi male, qua di seguito le allego un “pizzino” scritto di suo pugno in cui fa un promemoria da sottoporre a qualcuno: “Cosa mangio durante la giornata? Parmigiano? Marmellata? Solo quelle verdure?” (All. n. 31). In giugno la riaccompagnai al sindacato sempre per lo stesso motivo. Le fu poi fatta una visita di controparte da un medico legale di Tortorinolo nei pressi di piazza Anarchia e precisamente in via Teucci n. 4. La cosa ridicola di queste visite è che io tutte tre le volte scoprii, perché ebbi intimità con la signora Boscarolo, che la stessa si era recata a queste visite medico-legali con la biancheria intima non certo consona ad una visita in quanto la stessa indossava in tutte e tre le occasioni un perizoma. 63 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Lo stesso medico del Sindacato le aveva fatto notare questo particolare in mia presenza, dicendole di vestire in un’altra maniera più adeguata……. Nei giorni seguenti l’ultima visita, la signora Boscarolo mi disse che anche sua sorella, non mi disse quale, ma credo Samira, si espresse negativamente sulla biancheria intima indossata alle visite. Ciò voleva dire che ne avevano parlato, o del fatto in se stesso o che io l’avessi ripresa di quel comportamento. Certo molte volte si raccontano dei fatti per intavolare una discussione, per il piacere della conversazione, oggi invece sono certo che la signora Boscarolo volesse sentire quale fosse il parere della sorella perché non accettava il mio. Rammento una sua estenuante discussione in cui ella mi diceva che il medico doveva giudicare la sua malattia e non le sue mutandine ed io seguitavo a dirle che purtroppo veniva valutato anche il suo modo di vestire non consono ad una persona che si definiva malata e con dei problemi e con delle difficoltà gravissime nel condurre la sua vita quotidiana, così come lei sosteneva. Non solo, ma oggi comprendo che l’abbigliamento non conveniente al caso, fa parte dei “disturbi” di cui soffre, per quanto mi consta, la signora Boscarolo. Aggiungo, perché ci si faccia una chiara idea delle contraddizioni della sig.ra Boscarolo che io stesso sapendo che lei preferiva tale indumento intimo, indossandolo al posto del comune slip, gliene feci dono più volte nel corso della nostra frequentazione. Semplicemente li acquistavamo al mercato. Ebbene, un giorno all’improvviso mi disse che le dava fastidio che io glieli comprassi e regalassi, che preferiva al posto di questi o di un completo intimo, che io le facessi dono di un libro. Le chiesi cosa le dava fastidio, se lei stessa se li comprava, oltre che poi indossarli nei momenti sbagliati quali le visite e lei mi rispose che io li compravo per poi vederli indossati!!! 64 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Evitai di commentare, un sabato, invece di andare al mercato con lei, andai in un’edicola-libreria, le comprai un libro intitolato “Il falco della nevi”, lo scelsi perché nel retro della copertina il libro veniva così descritto: “Una storia tenera e drammatica, un impareggiabile affresco in cui si mescolano amore e pericolo. Il falco della nevi è un romanzo straordinario”. In quelle poche parole identificavo la mia relazione con la signora Boscarolo. Lei senz’altro non avrà neanche associato quelle parole al mio gesto indotto dalle sue assurde parole. Era l’ennesimo paradosso che udivo dalla mia compagna, nel comperare il libro volevo solo risponderle che io le regalavo delle cose che pensavo le fossero gradite, delle cose che le servissero nella quotidianità e dal momento che lei indicava che un libro le faceva piacere, le acquistai il libro. Il 21 giugno del 2000 fui ricoverato per un’operazione a quella fistola anale che già mi aveva disturbato nel viaggio a Nodral. (All. n. 32 e 33 ). La signora Boscarolo, venne a prendermi il 23 giugno perché fui io a chiederle questo favore, non fu certo lei ad offrirsi, vedi ricevuta parcheggio (All. n.34 ). Lo stesso giorno nel ritornare a casa avemmo un rapporto sessuale. Il 24 e 25 agosto trascorremmo due giorni in riviera e in quell’occasione visitammo le grotte di Notoira (vedi foto e ricevute ristorante) (All. n.35 – 36) +( All. foto G). Il 24 dicembre (vedi ricevuta) (All n. 37 ) cenammo assieme e così il 30 dicembre (vedi ricevuta) (All. n. 38 ) . Il 31 dicembre festeggiammo la fine dell’anno a ballare con la figlia della signora Boscarolo che venne a casa della mamma per trascorrere le feste di fine anno. La signora Boscarolo mi invitò per il capodanno presso una sala da ballo di Scaira, dove lavorava il compagno della figlia. Li brindammo assieme, salutando l’ultimo giorno dell’anno. 65 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Del 2000 allego ancora 12 ricevute che provano la nostra frequentazione. (all. dal 39 al 50 ). Nel 2001 la relazione continuava – dispongo di 46 ricevute fiscali di ristoranti vari in cui io e la signora Boscarolo pranzammo o cenammo insieme, da (All. n.51 al 96 ). Tra le date per me più significative, il 1° gennaio 2001 pranzammo o cenammo insieme (vedi ricevuta).( All. n. 97 ) Il 14 febbraio 2001, giorno del mio compleanno, cenammo in un ristorante di via Zalon a Tortorinolo dove un mio carissimo amico allietava la serata suonando la chitarra e cantando. (All. n. 98). Quella sera andai a prenderla a Costa, il giorno prima mi aveva premesso che sarebbe uscita con me solo per il mio compleanno e non perché era San Valentino, festa degli innamorati. Salii a casa sua perché non era ancora pronta (come al solito), lei mentre finiva di vestirsi mi chiamò in camera da letto e alzando la gonna mi face vedere che aveva indossato calze autoreggenti e perizoma, poi mi chiese se andava bene come era vestita per “quella serata”. Io fui stupito di ciò proprio per la premessa del giorno prima ed anche perché era la prima volta che la stessa indossava le calze autoreggenti, calze che io riconobbi, erano quelle ormai da me dimenticate che avevo acquistato erroneamente per lei alla stazione F.F.S.S. a Tortorinolo l’anno prima in quanto le si erano smagliate le calze che indossava. Terminata la serata al ristorante, sulla strada del ritorno le chiesi se potevo fermarmi per strada, chiaramente per avere un rapporto, e lei mi disse di essere disponibile per non più di 20 minuti al massimo mezz’ora perché l’indomani andava a lavorare, data l’ora tarda che si era fatta. A questo punto devo dire che la signora Boscarolo mi aveva sempre vietato di avere rapporti sessuali nella casa dove aveva vissuto con il marito perché “… quella è la casa del mio matrimonio” mentre nella casa nuova di Costa il motivo da lei addotto per cui non potevamo avere rapporti era “… perché 66 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA lo farò solo con l’uomo che starà con me tutta la vita e che amerò”. I nostri rapporti quindi avvenivano solo a casa mia o nei luoghi dove capitava, il più delle volte nei prati limitrofi a casa sua. Comunque accettai la disponibilità e mi appartai dietro il distributore di benzina dopo la galleria di NipoTortorinese così come avevamo già fatto altre volte. Naturalmente, neanche dopo aver fatto l’amore con lei nel giorno di San Valentino, non mi fu concesso di dormire a casa sua. Il divieto di dormire da lei cessava sempre quando era colta da malori più o meno intensi e devo dire che qualche volta mi concesse di dormire da lei, senza alcuna ragione a me evidente. Il 3 marzo 2001 andammo al mercato del pesce di Navoge poi pernottammo a Marina di Polo per il fine settimana (vedi ricevute) ( All. n. 99 e All n. 100 ) Il 2 aprile portai la signora Boscarolo da un medico ad Itas, di cui ho già parlato, specializzato in farmaci omeopatici. Fu soddisfatta e felice delle visite e del responso. (All. n.12 L’allegato è già citato). Pasqua 2001 pranzammo al Ristorante Lo Staniero di Costa lontano da Erichi (vedi ricevuta più menu) – ( All. n. 101 e All.n.102 ). Quel giorno la signora Boscarolo doveva pranzare con figlia ed ex marito ma poi cambiò programma, non ho mai saputo il perché, se la figlia o il marito fossero stati occupati altrove. Il primo giugno del 2001 stufo delle situazioni create dalla signora Boscarolo, decisi di andarmene via da solo per qualche giorno e scelsi di andare in un’Isola ospite di una coppia di miei amici. Non le dissi nulla. Mentre stavo pranzando sul traghetto, mi giunse una telefonata della signora Boscarolo, la quale non sentendomi mi chiese dove fossi finito, le dissi dov’ero e lei ne rimase stupita, anche perché era la prima volta che non le offrivo di trascorrere un fine settimana insieme, le dissi che me ne ero andato perché non sopportavo più il suo modo di fare nei miei 67 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA confronti e che avevo bisogno di stare qualche giorno solo a riflettere, la salutai e tornai al mio pasto. Io avrei voluto che fosse con me come sempre, anche se sapevo che ogni gita piacevole veniva poi da lei “trasformata”. Mi mancò tantissimo in quei pochi giorni. Il 3/6/01 pranzai a Santa Teresa di Pollura (All. n 103) Tornai a casa il lunedì 4 giugno 2001. Il martedì seguente andai ad aspettarla all’uscita del lavoro alle ore 12.30. Pranzammo insieme al ristorante di Costa lontano da Erichi (non trovo la ricevuta ma mi si creda sulla parola) e durante il pranzo le diedi un crocefisso d’oro di filigrana, tipica lavorazione sarda, che lei accettò. All’incirca alle 13.30, finito il pranzo, ci recammo a casa sua e inaspettatamente e per la prima volta mi concesse di avere un rapporto completo nella sua abitazione. Era un fatto per me sconcertante ma gradito, rammento che mi aveva detto che nella casa nuova avrebbe fatto l’amore solo con l’uomo della sua vita… per di più lei stessa mi aveva più volte detto che lei non faceva mai sesso perché se si concedeva era per amore. Pensai che quel mio andarmene per la prima volta senza dirle nulla fosse servito a farla riflettere e che la concessione fattami fosse un segno di amore nei miei confronti. Pensai che con quella “concessione” io fossi finalmente accettato e ricambiato nei sentimenti. Unico neo, se vogliamo pietosamente così appellarlo, fu il fatto che poi fui letteralmente sbattuto giù dal letto, perché a dire della signora Boscarolo, con il mio liquido seminale: “Le sporcavo il copri materasso di merinos”. Da questo episodio in poi ci vedemmo abbastanza spesso. Io aspettavo che fosse lei a chiamarmi e se proprio non lo faceva allora la cercavo io, soprattutto per sapere come stava. Il 7 settembre 2001 ricevetti una lettera della signora Boscarolo in cui, con toni pacati, mi chiedeva di: “Sforzarmi di staccarmi un po’ da lei” la lettera proseguiva con questa frase…. “anche se sono sicura che quando ci riuscirai sentirò molto 68 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA anche io la tua mancanza, però sono sicura che non potrà farci altro che bene. Ti voglio bene. Arianna”. (All. n. 104 ) Questa lettera mi emozionò fortemente, da una parte mi chiedeva di starle lontano, dall’altra mi dava una speranza quando nella stessa lettera scriveva: “Comunque diamo tempo al tempo, mai dire mai, ma bisogna che le cose vadano da sole senza forzature”. Da questa lettera e dal nostro primo incontro erano passati più di cinque anni, altro che forzature, io in questi anni sicuramente ho dimenticato di avere una dignità e mi sono completamente annullato nell’aspettare quali fossero le giornaliere intenzioni della signora Boscarolo. Quando trovavo un po’ di forza per stare senza di lei ecco che ricompariva e io speravo sempre fosse per tornare definitivamente. Comunque cercai di ascoltare le sue richiesta ma, ripeto, quando io sparivo ecco che lei mi chiamava. Il 5/10/2001, a distanza di un mese dalla sua lettera nel giorno del compleanno della signora Boscarolo cenammo a Costa al Ristorante Lo Staniero ( All. n.105 ). Il 2001 finisce con un evento che subito potrebbe sembrare banale ma non lo è. Per Natale sua figlia le regalò un cucciolo di cane, io vengo a saperlo solo perché la vedo per strada con questo cucciolo al guinzaglio nelle vicinanze del bar gestito dalla figlia, poi i primi giorni del 2002 la stessa mi disse di quel regalo. A scanso di equivoci, sappia, questo Tribunale, che nella via dove gestiva il bar la figlia della sig.ra Boscarolo, abitavano e abitano ancora i miei amici, quelli che mi ospitarono all’Isola, (non quella dei famosi). Dopo circa un mese il cane fece dei danni nella casa della signora Boscarolo ovvero morse lo spigolo dell’orologio a pendolo, una gamba di uno scrittoio e la gamba di un altro mobile. Un pomeriggio, proprio quando mi ero recato a casa sua perché ella mi aveva telefonato di andarmi a prendere il cane perché non 69 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA lo voleva più, il cane fece un’altra marachella di cui subito nessuno se ne accorse: prese un soprammobile sul tavolo del salotto, un cavalluccio a dondolo di legno regalatole dall’amica Peppiniela, e lo morse fino a farlo letteralmente a pezzi. Io presi il cane e mentre mi trovavo sulla strada di ritorno per Tortorinolo la signora Boscarolo mi chiamò dal telefono di casa sua n. 066 6468216 sul mio cellulare 3365074650 chiedendomi perché io le avessi rotto il regalo di Peppiniela. Io le risposi stupito che non le avevo spaccato proprio niente e mi alterai perché la stessa insisteva che ero stato io. Tornai subito indietro a casa sua e guardando il soprammobile le feci notare che erano chiari sul legno i segni dei dentini del cane. All’evidenza dei fatti, ella allora, seppur recalcitrante mi rispose: ”E’ vero è stata Nerina!”, così in un silenzio colmo di disperazione mi portai via il soprammobile, che riparai la sera stessa con tanta pazienza quando fui giunto a Tortorinolo. Il soprammobile è ancora oggi in suo possesso. Mentre ritornavo a casa con il cane, non potei non domandarmi perché lei assurdamente ascrivesse a me il danneggiamento di quel soprammobile regalatole dall’amica Peppiniela, anche se a chiunque sarebbe subito apparsa la realtà. Il cavallo in questione Lo può vedere, posato sul tavolo, nella foto allegato A, la sesta dall’inizio. La signora Boscarolo quando mi affidò il cane dichiarò che non era più disponibile a tenerlo perché non voleva che le danneggiasse altre cose. Il cane stette con me per circa due mesi e devo dire che non fece mai alcun danno nella mia abitazione. Saltuariamente riportavo la cagnina alla signora Boscarolo per il fine settimana e devo dire onestamente che grazie alla presenza di questo cane ci fu nuovamente una frequentazione anche più assidua in quanto lei mi chiamava per uscire a spasso con la bestiola…….e la bestia più grande………che ero io !!! 70 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Dispongo di 49 ricevute fiscali di vari ristoranti dell’anno 2002 (da All . n.106 a All. n.154 ) dove io e la signora Boscarolo abbiamo pranzato e cenato insieme a volte nella stessa giornata. Le ricevute testimoniano che vi fu una frequentazione durante l’anno e che sia per il mio compleanno, 14 febbraio ( All. n. 113 ) che per il suo, 5 ottobre ( All. n. 114 ) trascorremmo la giornata insieme. In ogni caso la relazione tra la signora Boscarolo e me, nonostante i presupposti che sembravano caratterizzare un cambiamento anche in virtù di quella lettera da lei scrittami nel novembre dell’anno 2001, continuava ma non ne cambiava il tenore. Il 26 maggio del 2002 decisi nuovamente di troncare questo rapporto e lo dissi alla signora Boscarolo. Di fatto ci recammo nella cittadina di Paerotta a trascorrere la giornata, pranzammo al ristorante “la Questua” di Paerotta – vedi ricevuta (All. n.155)- e nel pomeriggio lei, io e il cane andammo a passeggiare in montagna. In quella circostanza, di comune accordo, avemmo l’ultimo rapporto. Esiste anche filmato di parte della giornata (nastro all. 156). La telecamera con cui fu ripreso il nostro soggiorno, mi era stata prestata e quindi il sottoscritto a malapena riuscì ad utilizzarla. Durante la ripresa compariva sul visore l’ora, io cercai il modo di eliminarla ma non vi riuscii. Oggi devo dire che anche questa coincidenza è utile a corroborare le mie dichiarazioni in quanto proprio dagli orari che appaiono negli spezzoni del filmato si può evincere che vi fu un intervallo nelle riprese prima che ci allontanassimo dal luogo e mi si creda ancora sulla parola, quel tempo non impresso sul nastro magnetico è però impresso indelebilmente nei miei ricordi in un mix di gioia e tristezza in quanto in quegli intervalli consumai quello che doveva essere il mio ultimo rapporto con la signora Boscarolo. A proposito del nostro “ultimo rapporto” in cui, con mio stupore, riuscii anch’io ad avere orgasmo, in quanto la mia compagna non lamentava come spesso faceva dolori addominali o 71 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA all’apparato genitale, la signora Boscarolo con mio stupore mi disse: “Ti va bene così avrai un buon ricordo”. Buon ricordo non lo posso avere, pensai io, trovavo questa frase fuori luogo perché per me era effettivamente l’ultimo giorno in cui avrei dovuto uscire con lei, evento per me molto triste, e non era certo, (come diceva lei), una eiaculazione che mi lasciava un buon ricordo, anzi, trovai la frase di estremo cattivo gusto. Le frequentazioni, malgrado io volessi terminare il rapporto come ho detto poc’anzi però continuarono e in altre occasioni ci fu intimità. Le ricevute dei ristoranti frequentati nel corso del 2002 danno ancora una volta prova di una frequentazione assidua tra me e la sig.ra Boscarolo Del 2003 non dispongo più di alcuna prova a supporto della frequentazione tra me e la signora Boscarolo che comunque avveniva con una certa regolarità, frequentavamo un ristorante a S. Carlo di Letiglio, dove non ci davano mai la ricevuta, così come succedeva in vari altri ristoranti e in particolare in un locale per soli soci in Tortorinolo. E’ certo che in detto ristorante io e la signora Boscarolo ci andammo per l’ultima volta il 4 aprile 2004 (domenica). Ricordo con precisione la data perché o smarrii o mi venne rubato il telefono cellulare e di questo misi al corrente i gestori del locale pregandoli di contattarmi, in caso di ritrovamento, tramite il numero di cellulare della mia compagna. Il giorno seguente, 5/4/2004 chiesi al gestore del mio telefonino, la TIM, di farmi il duplicato della scheda. La prego, signor Giudice, di considerare questo particolare episodio in netta opposizione all’imputazione e alle false dichiarazioni della mia ex compagna. Il teste informato su questo fatto è stato citato. 72 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Ritornando indietro nel tempo, dal 27/7/2003 al 25/11/2003 ero a casa dal lavoro e soggiornai per tutto quel periodo nel Comune di Paesana. Il cane, restò con me per tutto questo periodo. Il fine settimana per tre volte la signora Boscarolo venne a Paerotta a trovare il cane. Io volevo allontanarmi dal luogo in cui la signora Boscarolo aveva deciso di passare qualche ora ovvero lungo il fiume Più. Nerina, come io mi allontanavo, cercava di seguirmi perciò dovetti, mio malgrado, restare in compagnia di Arianna. (All. foto H ) Quando di ritorno da questo periodo restituii il cane, ci fu un altro episodio in cui lo stesso danneggiò in due diversi momenti le fodere dei divani della casa della signora Boscarolo quindi la stessa mi ritelefonò e il cane fu nuovamente affidato a me dopo soli tre giorni. Sembrava fosse successo chissà quale disastro, la signora Boscarolo era quasi isterica per ciò che aveva fatto il cane tanto che chiamò la sua amica Ceresella per farsi aiutare nel togliere le fodere dei divani. Da questo periodo in poi vi fu un peggioramento della salute della signora Boscarolo tanto che la stessa che prestava lavoro al mattino presso una ditta e al pomeriggio presso un’altra, si dovette licenziare scegliendo la ditta del pomeriggio (OMC Demolizioni) perché a suo dire il titolare della ditta del mattino (la Geranio s.r.l.) era un persona disordinata e confusionaria e lei, con i suoi problemi di salute, non riusciva più a star dietro a tutte le incombenze di quell’ufficio (specifico che era la sola impiegata dell’ufficio). A suo dire il titolare aveva anche problemi di liquidità e stava per fallire, subentrava allora nella ditta un socio che lei mi disse doveva essere un politico o vicino all’ambiente politico e l’arrivo di questo socio la indisponeva. 73 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Poco tempo dopo il suo licenziamento la signora Boscarolo mi riferì, prima telefonicamente e poi di persona che il suo ex titolare e il nuovo socio avevano aperto un enorme cantiere per la costruzione di un grande fabbricato in Tortorinolo nella ex area dei mercati federali e che nel cantiere era successa una disgrazia ed era morto un operaio extracomunitario. La sig.ra Boscarolo al telefono mi invitò ad acquistare il quotidiano locale che ne riportava la cronaca e commentò dicendo:”Mi dispiace per il mio ex titolare, meno male che me ne sono andata”. Io sentii l’impulso di dirle ciò che pensavo della sua esternazione, ma tacqui. Se c’era qualcuno per cui dispiacersi, questi era l’operaio morto, già ma la mia ex compagna non aveva una gran considerazione per coloro che invece io definisco, povera gente spremuta e umiliata. Questa scelta, per motivi di salute, fu a lungo discussa dalla signora Boscarolo con il sottoscritto, poiché la mancanza di uno stipendio metteva in difficoltà la conduzione della propria vita privata in quanto lei doveva far fronte al mutuo per il pagamento della casa e anche alla rata dell’acquisto di una nuova vettura, che io mi ero permesso di sconsigliarle. Naturalmente nelle discussioni io le feci presente che non avrebbe dovuto accettare il regalo del cane perché era in ogni caso un onere finanziario che comunque, devo dire polemicamente, si era risolto con il fatto che il cane lo tenevo sempre io, che la casa era pur necessaria ma avrebbe potuto economizzare sui materiali scelti e che l’autovettura avrebbe potuto comprarla anche usata riducendo così le spese. Devo dire che vi erano altri acquisti che io ritenevo superflui per esempio un giorno mi fece vedere che aveva acquistato un paio di stivali di colore rosa su cui abbiamo scherzato molto proprio per il colore e che le erano costati 400.000 delle vecchie lire. Lei mi disse che sentendosi depressa aveva bisogno di farsi questi regali che la tiravano su di morale. 74 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA E’ la prima volta che lo dico ma la signora Boscarolo mi faceva sempre presente la difficoltà nel far quadrare i conti tanto è vero che nel trasloco dalla casa di Erichi a quella di Costa, dovendosi disfare frigo vecchio di vent’anni, anziché regalarmelo, me lo vendette per la somma di lire 200.000 (sigh?), inoltre un giorno mi chiese di venderle o impegnarle una pelliccia di volpe che lei mi disse non usava più. Io tentai di darla al Monte di Pietà a Tortorinolo ma mi dissero che ne avevano già tante e che non me l’avrebbero ritirata. Chiesi quanto poteva valere, mi risposero: “300.000 Euro”. La somma la diedi di tasca mia ad Arianna. La pelliccia è ancora in mio possesso inutilizzata. Un teste per questo episodio è stato citato. Io ho sempre confidato, invitandola a pranzo o a cena di concorrere alle sue spese di gestione ma né ho sempre ricevuto in cambio delle frasi del tipo: “Io mangio poco o quasi non mangio perché non sto bene”. Certo è che dal 1996 sino alla fine del nostro rapporto non ho mai ricevuto un invito né a cena né a pranzo, né in un ristorante, né per un pranzo preparato a casa sua. Le poche volte che ho assunto cibo in casa sua, mi sono portato la spesa. Alcune volte trovandomi da lei nell’ora di pranzo o nell’ora di cena ero invitato a restare con queste parole:” Adesso devo mangiare perché se no sto male, o ti fermi o te ne vai”. Così molte volte sono sceso a comprare due pizze o qualcos’altro per poi consumare a casa sua. E’ opportuno dire che le ricevute dei ristoranti che ho allegato sono un’esiguità rispetto alle volte che io la invitavo in locale pubblico. Sia chiaro che dei soldi non mi importava nulla, erano i modi che mi ferivano, era la mancanza della stessa generosità che io avevo con lei che mi turbava, erano decine e decine le volte che le dissi che tutto ciò che possedevo era anche suo e per me non erano solo parole. Il 2003 finì, lei passò la festività di Natale e 75 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA capodanno a Mirini da sua figlia, io la raggiunsi come c’eravamo accordati e il giorno di S. Stefano andai a pranzo con lei. L’anno 2004 iniziò come sempre, ci vedevano ogni tanto – l’accordo era da amici. Nel gennaio la signora Boscarolo stava nuovamente male, la accompagnai, su sua richiesta, all’ospedale Maltese da un altro dottore mio conoscente specialista in gastroenterologia (dott. Disou) e lei gli chiese personalmente di ricoverarla. La richiesta era dettata dal fatto che la sig.ra Boscarolo diceva di non avere soldi da spendere. Questi non la ricoverò poiché la signora Boscarolo era già in possesso di tutte le analisi che avrebbero dovuto eseguirle nel reparto di gastroenterologia. Di suo pugno il dott. Disou scrisse dietro un biglietto un esame che la signora Boscarolo avrebbe poi potuto fare ambulatorialmente, ovvero la colonscopia virtuale, su un’altro biglietto scrisse il nome del medico con cui doveva mettersi in contatto a suo nome, poi ci congedò. (All.n.157 e 158 e 158 bis ). A seguito del diniego del dottor Disou, per richiesta della stessa, le fornii il numero telefonico del dottor Riferi e lei, con la richiesta del suo medico curante, gli chiese se poteva nuovamente ricoverarla all’ospedale di Driassandela. Stette in quell’ospedale dal 6/2/2004 all’11/2/2004, io la accompagnai e ogni giorno andavo pure a farle visita, poi finita la permanenza in ospedale la riaccompagnai a casa. Durante la degenza la stessa mi chiese di far ricoverare anche la figlia che aveva un menisco da regolarizzare e grazie alle mie dirette conoscenze con il chirurgo ortopedico ( dott. Riferi Giuseppe ) feci in pochi giorni accettare anche la figlia presso l’ospedale per l’intervento che avvenne il 23/2/2004. In quell’occasione prima del ricovero della figlia la signora Boscarolo offrì il pranzo in un ristorante da noi spesso frequentato nei pressi di Itas (San Carlo di Letiglio ), a me, alla figlia ed al compagno della figlia. Ne rimasi stupito, anche se ripensandoci era un atto che la signora Boscarolo riteneva soltanto dovuto. 76 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Durante la degenza della figlia che fu dal 23 al 25/2/04 io non mi recai all’ospedale, ci sarei andato volentieri, ma Arianna mi disse che all’ospedale ci sarebbe passato l’ex marito e che quindi era meglio che io non ci andassi. Dopo l’intervento la figlia soggiornò per qualche giorno a Costa e poi tornò a Mirini. Tra i due ricoveri, di madre e figlia, il 14/2/04 c’era nuovamente S. Valentino, che era anche il giorno del mio compleanno. La sera della ricorrenza che cadeva di sabato, la signora Boscarolo ed io ci recammo a ballare nella solita sala da ballo ( La Mazurca ), dove ci trattenemmo tutta la serata in compagnia della sorella Samira e del compagno della sorella, ( vedi foto all. I ). Il giorno seguente, Domenica 15/2/04, la signora Boscarolo ed io trascorremmo la giornata assieme, poi cenammo al Ristorante Lo Straniero di Costa lontano da Erichi ( All . n. 159 ) Arianna il 6 maggio 2004 mi telefonò e mi disse che non stava troppo bene, aveva mal di gola. Mi recai da lei e in quell’occasione feci delle foto con il telefonino a lei che giocava nel letto con la cagnina. Quando arrivai la signora Boscarolo aveva un’espressione funerea, era, come spesso la trovavo, in uno stato di nera depressione. Con il mio allegro e felice modo di fare cercai di svagarla. Mentre scattavo le foto con il mio telefonino appena acquistato, la incitavo a ridere. Calandomi nella parte dello scherzoso giullare, riuscii così, come tante altre volte, a farla ridere, terapia straconosciuta da chiunque, consigliata per qualsiasi malanno e indicatissima per una persona depressa. Altro che molestarla, mi viene da pensare oggi riguardando quelle foto e anche tutte le altre foto qui allegate. Quando io andavo da lei, malgrado sapessi tristemente quale fosse il mio “ruolo”, indossavo sempre virtualmente l’abito del giullare, io volevo vederla allegra per il suo bene ed anche perché così mi si riempiva il cuore di gioia. 77 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Il giorno 7 maggio 2004 alle ore 12, 17 ricevetti un messaggio in cui la signora Boscarolo mi inviava il numero di cellulare della figlia, un numero nuovo che io non avevo, in modo, lei mi disse, che io inviassi su un cellulare predisposto al ricevimento, le sue foto a letto che giocava con il cane, il quale oramai soggiornava stabilmente a casa mia, forse all’insaputa della figlia che glielo aveva regalato,. Chissà perché mi chiese di mandare le foto? Forse mi fu chiesto per far vedere alla figlia che anche lei teneva il cane!? Rimessasi da quel periodo di malattia il 6/6/2004, la signora Boscarolo partì per Mirini per andare a casa della figlia e vi giunse il giorno stesso. Mi informò di questo viaggio il giorno prima, poiché durante il ricovero in ospedale avevo di nuovo deciso di allontanarmi, in quanto malgrado io continuassi ad offrirle le mie disinteressate attenzioni, ella continuava a trattarmi come un estraneo o forse anche peggio. Di questo ricovero della sig.ra Boscarolo mi preme ricordare che una sera delle cinque giornate in cui era degente ed io ero andato a farle visita, entrando nella sua camera, la sorpresi mentre stava piangendo. Per me fu subito grande angoscia e dolore. Le chiesi subito se stesse male, lei mi rispose di no. Non le chiesi se era successo qualcosa, mi aspettavo fosse lei a rendermi edotto, ma non ebbi risposta. La osservai qualche istante, il suo viso era sofferente e continuava a piangere, per offrirle un gesto di tenerezza mi avvicinai e la strinsi forte a me, lei mi allontanò come infastidita e io ci rimasi male e fondamentalmente stupito. Tutti i giorni della sua degenza ero partito da Tortorinolo per recarmi nell’ospedale di Driassandela dove lei era ricoverata per farle visita, per darle un conforto morale. Erano mesi che non avevo rapporti con lei né mai gliene avevo chiesti, mi comportavo “da amico” come mi aveva chiesto lei. Le avevo dato niente più che un abbraccio e non so se sono in grado di spiegare cosa provavo, era una condivisione di quel 78 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA dolore che io vedevo tramite le sue lacrime e il suo viso che esprimeva dolore e amarezza. Perché allora mi allontanava così infastidita? Dopo un attimo in cui provai vero dolore per il suo gesto, le dissi: “Ti saluto” e stavo per andarmene. La sig.ra Boscarolo vedendo il mio disappunto mi richiamò a sé dicendomi: ”Vieni qua”, invitandomi con la mano a sedermi sul letto accanto a lei. Io le risposi: ”No !”. Poi le chiesi perché mi offendeva così. Lei mi disse nuovamente di avvicinarmi, ma io rifiutai. Ero veramente amareggiato, trattenei a malapena un pianto di rabbia. Le dissi subito che quando fosse tornata dall’ospedale le avrei restituito la sua cagnina così non ci sarebbe stato più nessun “cordone ombelicale” che ci legasse. La sua unica preoccupazione, vedendomi così risoluto nel manifestare il mio desiderio di allontanarmi da lì e da lei, fu se io mi fossi ancora occupato dell’operazione della figlia e prima che io uscissi dalla sua camera mi chiese se io avessi ancora intenzione di “aiutarla”. Era per me l’ennesima offesa, ormai a questo punto del racconto è sicuramente chiaro a chi legge quali fossero i torbidi pensieri della signora Boscarolo. Mentre io facevo tutto e di più soltanto per il vero sentimento d’amore che provavo per lei e che io ritenevo estendersi a sua figlia e ad ogni altro suo parente e amico, lei si preoccupava soltanto di sapere se io avrei mantenuto la mia parola, per non perdere le prestazioni di favore…... Quello che mi fece male è che non portò con sé il suo cane a Mirini, non capivo il suo comportamento, come mai in un’occasione mi aveva persino assurdamente minacciato di andare dai Carabinieri se non glielo avessi riportato e ora che andava in vacanza non me lo chiedeva? Chiesi spiegazioni del perché non lo portasse con sé, mi fu risposto che la figlia aveva un gatto in casa. 79 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Nerina, convive ormai stabilmente con la mia gattina (Cicci), (hanno la stessa età) e non hanno mai bisticciato. Il 6/6/04 alle ore 11, 09 ricevetti sul mio telefonino (3365074650) un messaggio dalla signora Boscarolo giunta a Mirini: “Sono arrivata, tutto o.k.” (3364568301). Il 10/6/2004 alle ore 10, 25 ricevetti dalla stessa un nuovo messaggio sul cellulare (3365074650) “sono di nuovo a letto”. Quest’ultimo messaggio me lo inviò da Costa lontano da Erichi, da casa sua, ora comprendo perché, le avevo detto che al suo ritorno da Mirini le avrei restituito il cane. A questo punto è doveroso che io descriva un personaggio presente in moltissime occasioni: la signora Fermardi Ceresella, madrina della figlia della signora Boscarolo e parente della stessa, non so con quale grado. Durante un incontro avvenuto tra la signora Boscarolo e Ceresella, in cui ero presente anch’io, la signora Ceresella, sfogandosi, ci disse che il marito aveva una relazione con un’altra donna e che pur “uscendo” con quest’altra, quando ritornava a casa voleva avere anche con lei dei rapporti intimi. Ci disse inoltre che il marito voleva impedirle di uscire la sera, malgrado lui andasse fuori, e che più di una volta le aveva messo “le mani addosso”. La signora Boscarolo diventò così assidua frequentatrice della signora Ceresella. Un giorno tutti e tre assieme a bordo della mia auto ci recammo a Tortorinolo, dovevo accompagnare Ceresella da un mio conoscente, titolare di una agenzia investigativa. Ceresella si era decisa a separarsi, però prima di intraprendere la divisione voleva essere certa della relazione che il marito aveva ed averne le prove. Durante il tragitto si parlava del più e del meno, ad un certo punto la signora Boscarolo, rivolta a Ceresella le disse: “Sai Ceresella, quando vado a messa, mentre pregavo mi è capitato a volte, di vedere Gesù sulla croce che si muove e a volte vedo la Madonna che mi viene incontro”. 80 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Io rimasi stupito di questa affermazione della signora Boscarolo, scambiai un’occhiata con la signora Ceresella e la signora Boscarolo cambiò discorso. Ceresella ed io ci vedemmo in molte occasioni dopo quella dichiarazione e tutti e due riparlandone manifestavamo stupore per ciò che avevamo sentito. Durante gli incontri con Ceresella le raccontavo tutti i problemi che avevo con la signora Boscarolo, cercavo da lei un aiuto, le chiesi di parlare ad Arianna e cercare di capire se voleva tornare con il marito, naturalmente le raccontai l’episodio di quando la signora Boscarolo si voleva gettare fuori dell’auto e tante altre cose. Ceresella mi rispose subito che non era vero ciò che mi aveva detto Arianna ovvero che il marito arrivava a casa, mangiava e poi se ne andava e mi raccontò che la signora Boscarolo per un lungo periodo fece l’animatrice della Parrocchia e si occupava anche della squadra di pallavolo in cui giocava anche la figlia, così quando il marito tornava a casa non trovava nessuno ad aspettarlo. A proposito dei malori della signora Boscarolo mi disse che questa non stava già bene di salute prima ancora di conoscere me e aggiunse che lei per parecchi anni era andata in ferie con Arianna e i rispettivi mariti, con altri fratelli e le rispettive mogli, durante queste ferie la signora Boscarolo non si occupava come le altre donne di cucinare o delle altre faccende, proprio perché diceva di non sentirsi bene, però quando era ora di uscire e di andare a ballare ecco che le ritornava tutto il vigore. Nel tempo, io e la signora Ceresella diventammo, si può dire, anche un po’ più che solo conoscenti, io la ritenevo un’amica e credo che anche lei mi ritenesse tale. Mi raccontò molte novità sul passato di Arianna ed io ero meravigliato di questi racconti che erano fatti che lei non mi aveva mai confidato. Tutto mi portava a dedurre che per lei ero solo un accompagnatore di comodo, che ero stato usato per i suoi bisogni, 81 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA vuoi a volte come infermiere o come quello che la portava a pranzo e cena, in gita e perché no, anche a letto al suo bisogno. La signora Boscarolo seppe che io saltuariamente incontravo Ceresella e fece un apprezzamento che ormai non mi stupiva più, mi disse: “Magari lei esce per venire a letto con te”. Avevo pena di lei, per questa incredibile frase che era la prova di quanto fosse prevenuta, maligna e cattiva. A questa frase io replicai dicendole che se era arrivata a meditare ad una cosa così meschina era veramente fuori di testa. Riferii a Ceresella di questa frase detta da Arianna e la stessa convenne con me sulla malignità e quanto fosse fuori luogo il solo averlo pensato. In uno degli incontri tra me e Ceresella quest’ultima mi riferì di aver parlato ad Arianna di me e di averle chiesto se era sicura di voler chiudere la nostra relazione. Arianna le rispose che mi avrebbe frequentato finché c’ero, che poi in seguito avrebbe deciso cosa fare. Aggiunse anche che avrebbe desiderato la mia lontananza per vedere se io le fossi mancato. L’anno in cui la signora Boscarolo acquistò l’alloggio, per ristrettezze economiche fu ospite nelle vacanze estive di Ceresella che aveva affittato un alloggio a Mirini ed esattamente in Via Selvaggio angolo Via Divina Mora. L’anno seguente Ceresella, con altre due amiche, affittò nuovamente un appartamento per le vacanze estive. Arianna era sempre in ristrettezze economiche ed io ero stato nuovamente allontanato parzialmente, così Ceresella le offrì di ospitarla gratuitamente. Durante questi giorni io telefonavo sia ad Arianna che a Ceresella, telefonavo di proposito poco ad Arianna per farmi sentire lontano da lei. In una delle telefonate a Ceresella questa mi disse che Arianna era stata male nottetempo e che era ancora a letto. 82 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Io partii all’istante. Neppure Ceresella sapeva come intervenire nel caso in cui Arianna venisse colta da malore, così credetti doveroso accertarmi delle condizioni di quella “persona” che comunque amavo infinitamente. Partii alle ore 12.00, ero così in pensiero che chiesi un po’ troppo alla mia vecchia auto che durante il tragitto di ritorno si fermò definitivamente per un guasto al motore, episodio di cui non informai neanche la mia compagna. Giunsi da Arianna in tempo record e fui subito rincuorato dal suo stato, non era così grave da essere condotta al Pronto Soccorso, mi fermai soltanto una ventina di minuti, dovevo essere a casa a tutti i costi alle17, se le condizioni di Arianna fossero state pessime avrei rischiato e non sarei tornato a casa. Me ne andai a malincuore e non potei fare a meno di pensarla durante tutto il viaggio di ritorno con quel viso pallido con una smorfia di dolore. Giunto a casa, la prima cosa che feci fu telefonare a Ceresella per non disturbare Arianna, Ceresella mi riferì che Arianna stava un po’ meglio. Le ferie di Ceresella, delle due altre amiche e di Arianna avrebbero dovuto durare tutto il mese, se non che dopo circa due settimane, o forse meno, Arianna mi comunicò che sarebbe tornata a casa. Io le chiesi perché e lei mi rispose che aveva bisticciato con le altre perché le facevano fare delle figuracce; io chiesi a Ceresella cosa fosse successo e lei mi riferì che una sera, alla fine di una cena in un ristorante, vedendosi portare un conto troppo salato, avevano chiesto spiegazioni. Arianna non voleva che si facessero questioni sul prezzo perché a suo dire ci si faceva una brutta figura, le altre invece vollero chiedere come era stato fatto il conto. In definitiva il giorno dopo, così mi riferì Ceresella, la signora Boscarolo preparò i bagagli per andarsene via e unitamente a questi prese i generi alimentari da lei acquistati da 83 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA utilizzare in comune. Mi fu riferito che portò via nientemeno che il pacco della pasta già iniziato e i resti della frutta!!!!!!!! Ricordo che andai a prenderla e concordai con la stessa di trascorrere tre giorni al mare, lì, poco distante da dove stavano Ceresella e le amiche e che lei, nei giorni a seguire vedendole da lontano, voleva che evitassimo. Dopo questi episodi e tanti altri, anche Ceresella conveniva con me che Arianna usava tutti per le sue necessità. Ceresella stessa, sfogandosi mi disse che aiutò Arianna nel trasloco da Erichi a Costa e che aiutò anche la figlia di Arianna nel trasloco da Erichi a Variano e che poi non fu neanche invitata a partecipare all’inaugurazione del bar gestito dalla figlioccia. Ceresella è una persona di cuore e perdonò questi comportamenti da parte di Arianna, la quale intanto era entrata in una crisi depressiva, in quando come ho già avuto modo di dire era costretto licenziarsi dal lavoro, perché non riusciva più a gestire da sola tutte le incombenze dell’ufficio in cui prestava servizio……!!! Ricordo che provai una gran tristezza, quando Ceresella mi disse che Arianna le domandò a proposito del suo licenziamento se poteva contare su un piatto di pasta nel caso non gliel’avesse fatta, non solo, ma disse anche a Ceresella che sperava che io le dessi dei soldi nel caso in cui avessi vinto una causa di lavoro ancora pendente presso il Tribunale dove io ero parte offesa, in quanto lei mi aveva aiutato qualche volta a battere a macchina dei miei scritti. (Gulp!! ) Ceresella mi riferì anche che Arianna le aveva chiesto un prestito sia per lei che per la figlia, mi pare di ricordare, due milioni delle vecchie lire a lei e due per la figlia. In quella circostanza io dissi a Ceresella che Arianna aveva chiesto anche a me se le prestavo dei soldi e che ora capivo perché mi avesse detto che non le servivano più. La cosa che mi colpì, ancora di ciò che mi riferì Ceresella, è che Arianna le disse che lei le era amica da più tempo e che quindi 84 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA non doveva dare ragione a me di certi suoi comportamenti anche se lei avesse avuto torto. La signora Ceresella potrà opportunamente anche riferire sull’episodio che ora racconterò, non perché questa sia stata presente al fatto, ma perché mi riferì che la signora Boscarolo le disse che io l’avevo sequestrata e violentata. Una sera di settembre-ottobre 2002 la signora Boscarolo venne a casa mia perché, come eravamo d’accordo, saremmo andati assieme a ballare. Premetto che di fronte alla porta di casa mia in via Quartiere PO 29/a, abitava la signora Rozzala con cui avevo ed ho un ottimo rapporto di amicizia. Preso atto del fastidio che la signora Boscarolo aveva nei confronti della signora Rozzala, io omisi di dire che la stessa abitava in via Quartiere PO dove io mi trasferii per abitare stabilmente nell’agosto del 2000. Io non avrei avuto alcun problema nel riferire che oltre che esserne dirimpettaio, era stata la stessa signora Rozzala, con grande amicizia, che mi propose l’affitto di quell’alloggio sapendolo libero, tanto più che la signora Boscarolo sapeva che le mie vicende lavorative mi avevano arrecato un danno economico così oneroso che dovetti soggiornare per più di un anno in una roulotte sita in un campeggio di Tortorinolo. (All.n. 160, 160 bis, 160 ter). Quell’alloggio, in una zona poco confortevole non era il meglio, ma il canone era modesto perciò colsi l’occasione al volo. In cuor mio avrei voluto che Giovanna ed Arianna si conoscessero e divenissero anche amiche, ma mentre la prima avrebbe anche potuto instaurare un rapporto di amicizia, la seconda, come ho già detto, storceva il naso solo a sentirne parlare. La signora Rozzala era provvista di una chiave per entrare nel mio alloggio ed io avevo la sua. La confidenza tra noi è così 85 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA grande che sia lei che io entravamo nei rispettivi alloggi non suonando i campanelli ma utilizzando le chiavi. Questa consuetudine faceva sì che quando rispettivamente eravamo in compagnia dei nostri partner, ambedue lasciavamo la chiave nella serratura, proprio per segnalare all’altro la presenza di ospiti. Quando dalla scala si sentiva vociare all’interno dell’alloggio, era già scontata la presenza di qualche persona ed allora la signora Rozzala ed io nel caso volessimo parlarci ci telefonavamo, Fatta questa premessa torno a quella serata che doveva essere “danzante”. Preparai cena e attesi l’arrivo della mia compagna la quale per problemi di salute, così come mi fece sempre osservare, doveva mangiare alle 19,30 e non più tardi, in caso contrario le venivano vertigini e dolori di stomaco. Cenare a casa mia era un evento eccezionale, perché, come si può constatare dagli allegati stessi, era consuetudine andare al ristorante, orbene, Arianna arrivò e mi disse che non aveva voglia di cenare. A parte il fatto che mi ero messo a spignattare con gran gioia per prepararle una cenetta e mi dispiaceva che lei non avesse appetito, c’era anche da considerare che quando saremmo stati in sala da ballo, dopo un po’ di movimento, la mia compagna a digiuno, sicuramente come era già successo altre volte, si sarebbe sentita subito debole tanto da non voler più ballare nonostante il suo grande entusiasmo per la danza, poi le sarebbero comparse come al solito le già citate vertigini e mal di stomaco. Con dolcezza insistetti perché lei mangiasse qualcosa di quello che avevo preparato, (con tanto amore e anche con l’aiuto di Giovanna), per evitarle di stare poi male. Per carità, non l’avessi mai fatto, nello spazio di pochi secondi “la serata” era finita. Lei con protervia, come fossi il suo schiavo, dicendomi che non voleva più andare a ballare, mi ordinò di portarla a casa. 86 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Io in un soprassalto di dignità le risposi che poteva tornare con l’autobus, così come era venuta; che io avrei cenato e poi sarei andato a letto a dormire. Le dissi che l’indomani, se mi fosse passata, l’avrei riportata a casa e che se voleva poteva dormire da me. Io cenai, lei si spogliò e andò a letto. Mentre mangiavo pensai che Giovanna poteva venire in casa perché si era detto che noi saremmo andati a ballare. La chiamai al telefono, alzando un po’ il volume del televisore per non far sentire ad Arianna che telefonavo (pazzesco!) ma Giovanna non mi rispose. Lasciai la chiave nella toppa e dopo aver visto la fine di un film andai a letto. A me, come al solito, l’incazzatura era già passata, ormai ero più che vaccinato, mi avvicinai alla mia compagna, le parlai con dolcezza, poi inaspettatamente facemmo l’amore. Sapevo benissimo che l’indomani non l’avrei di nuovo rivista per un po’ di tempo, era la mia punizione per aver tirato fuori soltanto un po’ di dignità. Parecchio tempo dopo Ceresella mi disse, con mio stupore, che Arianna le aveva raccontato questa storia dicendole appunto che io l’avevo violentata e sequestrata. Naturalmente potranno riferire e confermare questi fatti la signora Rozzala Paola e la signora Girardi Ceresella che sono citate quali testi informati sui fatti. Non sono un campione di furbizia, le gare di questa specialità le ho perse tutte, non ho mai concorso a gare di sequestro, né gare di minacce, né gare di molestia, da quando ho conosciuto la signora Boscarolo ho dovuto, anche contro la mia volontà, partecipare a molte gare di pazienza con ottime classificazioni. 87 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA In riferimento a questa accusa mossami dalla signora Boscarolo ho veramente fatto più di quel che mi potevo aspettare da me stesso e mi sono guadagnato, credo, il primo premio assoluto. Non dovrei neanche dirlo ma se l’avessi sequestrata e violentata non sarei qui a scrivere di altre “allucinazioni” segnalate dalla signora Boscarolo e non potrei certo produrre allegati successivi al fatto, ma innanzitutto non potrei più camminare a testa alta. Purtroppo la caparbietà che è una delle mie caratteristiche, unita al sentimento d’amore e di compassione che ho sempre avuto per questa donna, mi hanno impedito di cessare definitivamente questa relazione al momento opportuno. Mi ritornano in mente le parole lette in un libro che dicevano che anche un albero robusto di fronte ad una bufera deve piegarsi altrimenti verrà spezzato e solo oggi capisco a fondo il significato di quelle parole. Sorvolando su tanti altri fatti arrivo all’episodio, sempre riferitomi da Ceresella, che, di fatto, le fa decidere di troncare ogni rapporto con Arianna. Nell’anno 2003, non ricordo assolutamente la data, la signora Ceresella mi telefona dicendomi che Arianna le aveva telefonato mentre si trovava al lavoro, chiedendole di accompagnarla dai Carabinieri per testimoniare sul fatto che io l’avrei minacciata. La signora Ceresella mi riferì che le rispose che lei non mi aveva mai sentito minacciarla. Arianna allora troncò la conversazione dicendole: ” Va bene, ho capito….., io ho da fare”. A proposito di questa richiesta della signora Boscarolo, nei confronti della signora Ceresella Fermardi, circa l’andare dai Carabinieri a denunciarmi per minacce, devo dire che precedentemente a quella telefonata (il giorno prima), mi ero recato da Ceresella per una visita di cortesia, in cui parlando della mia compagna dissi di amarla e che volevo fare qualche cosa per 88 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA migliorare la nostra relazione e il suo comportamento sempre arido e offensivo, volto sempre e soltanto a chiedere e ricevere favori e attenzioni, ma mai disponibile a contraccambiare con un minimo di affetto. Le dissi anche che ero stanco di troppi tira e molla e che la storia doveva finire. Fu il giorno successivo a questo incontro che la signora Boscarolo, appreso della mia visita a Ceresella, le telefonò con l’intento di convincerla a denunciarmi per minacce. Come per ogni altro episodio relazionato in questo mio scritto ho, dove ne avevo la possibilità, prodotto una prova. Giudicai questo fatto, riferitomi da Ceresella, troppo grave, allora intenzionalmente mi recai dalla stessa portando con me un registratore e all’interno della sua abitazione registravo la nostra conversazione, nella quale la S.V. potrà prendere atto che il sottoscritto sta raccontando veridicitamente una storia penosa, una storia in cui la signora Boscarolo a questo punto istiga dolosamente e falsamente la signora Ceresella a denunciare il sottoscritto per minacce mai poste in essere. (All. n.142 bis) Mi permetto qui di seguito per economia della spesa pubblica di trascrivere la parte del colloquio in cui si configura chiaramente il reato di istigazione a false dichiarazioni. 89 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA TRASCRIZIONE COLLOQUIO: P – Animaviva S – Ceresella P – Ma poi quella volta che ti ha chiamato che ti ha detto andiamo dai Carabinieri S – Eh, P – ma non era successo proprio niente, cioè no S- era stato che il giorno prima eri venuto qua P – Ah S – per quello voleva sapere cosa mi hai detto, io ho detto niente, le solite cose, che ti vuole bene e vuole cambiare le cose, mi ha detto nient’altro. Allora andiamo a denunciarlo. Io non … P – Ah, perché ti sono venuto a dire che… S – io le ho detto no, io non ci vengo perché davanti a me non ti ha mai minacciato. Allora va be’, va be’ ho capito, io ho da fare e mi ha chiuso il telefono e io dovevo richiamarla? P – ecco, di nuovo, di nuovo… lei, lei., deve solo salvaguardare la sua faccia, perché a lei quello che interessa è che la gente, per gente dico che Ceresella ha capito che io male non gliene ho fatto S – tè, tè Nerina, (Ceresella sta chiamando il cane per darle qualcosa) P – e invece lei vuol far passare che io le faccio del male S – vieni Nerina P – vai, vai (mando il cane da Ceresella che la chiamava) S – ma poi aveva sempre detto che andava con Peppiniela, poi non ho mai detto che io andavo a denunciarti anche perché denunciare una persona vai……, perché devo testimoniare il falso? Ho detto: davanti a me non l’ha mai detto. P – ma poi voglio dire, ma se quel giorno qua fosse successo qualcosa, che abbiamo bisticciato? Ma abbiamo parlato! 90 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Il resto della conversazione non viene da me trascritto, non prova di per se stesso nulla perché è solo il sottoscritto a parlare riferendo a Ceresella il bizzarro comportamento della signora Boscarolo che una settimana mi chiedeva per risparmiare, di fare la spesa al mercato vicino a casa mia perché lì da me costava meno che a Costa, poi la settimana dopo di mia spontanea volontà con grande pulsione d’affetto rifeci una spesa con i generi da lei graditi. Quando gliela portai, ottenni dalla stessa, che ripeto, era finanziariamente dissestata, esclusivamente una serie d’insulti e maltrattamenti; ciò nonostante la mia compagna trattenne la spesa senza peraltro richiederne il costo in quanto a suo giudizio non avendomi chiesto quell’acquisto, nulla mi era dovuto. Dopo questa registrazione ho capito, per certe mezze frasi di Ceresella, che Arianna aveva fatto anche dei pesanti apprezzamenti sulla nascente relazione che la signora Ceresella aveva con un uomo conosciuto da poco, ovvero che Arianna le aveva detto che frequentava questo signore per il suo denaro. Una sera del 2005 andai a trovare Ceresella a casa sua, lì vi trovai questo amico, il quale, quando sentì che parlavamo di Arianna, molto infastidito disse: “Con quello che sta dicendo di noi in giro Arianna, non voglio neanche più sentirla nominare”. Questa frase confermò quello che avevo parzialmente compreso da quanto riferitomi da Ceresella. Ci sono ancora due personaggi sui quali devo spendere qualche parola perché si comprenda quanto mi stavano a cuore la salute di Arianna ed anche la nostra relazione, queste due persone sono la dott.ssa Condona psico-sessuologa ed il parroco di Costa Don Giovanni Dritto. La prima volta che ebbi un colloquio, con la dottoressa Condona fu nel febbraio 2002. Fui inviato a questa visita dal medico curante, poiché il sottoscritto più volte durante i rapporti sessuali aveva sofferto di anorgasmia. Alla dott.sa Condona 91 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA prospettai il lungo periodo di stress subito a causa delle vicende accadutemi sul lavoro e alle quali avevo dovuto far fronte sin dal 1992. La dott.ssa Condona mi disse subito che era chiaramente lo stress che avevo subito che condizionava i miei rapporti. Per escludere altri problemi organici mi prescrisse dei test a cui mi sottoposi e che diedero risultati negativi. Morale della favola, mio “ fratello.” funzionava ma la mia materia grigia aveva assorbito un po’ troppa m…. Durante i colloqui avuti con la dottoressa, dopo questi test, raccontai anche della mia relazione con la signora Boscarolo, evidenziando tutti gli episodi già trattati in questo mio scritto ed altri che a mio parere dovevano essere valutati da un professionista. Alla fine di questo racconto chiesi se vi fosse da parte mia qualche “problema”, la dottoressa mi rispose senza indugio che la persona che aveva bisogno di essere visitata era la signora Boscarolo e non io. Ipotizzando che la signora Boscarolo non si sarebbe resa disponibile ad un colloquio per problemi a lei addebitabili, la dottoressa ed io prendemmo questi accordi: lei avrebbe telefonato alla mia compagna prospettandole di avere bisogno di parlarle per dare un “aiuto” a me. La signora Boscarolo convocata con questa motivazione si rese subito disponibile. Il giorno 27/5/2003 mi recai a Costa lontano da Erichi a casa della signora Boscarolo ed assieme andammo dalla dottoressa Condona presso il suo studio dell’ASL di via Brera a Tortorinolo. Per quell’evento anziché avere a disposizione un’ora, come solitamente avveniva, prenotai su suggerimento della dott.ssa, per ben due ore di colloquio (All. n. 161 e All. n. 162 ). Nella prima mezz’ora elencai di fronte alla dottoressa e alla signora Boscarolo tutti gli episodi, peraltro già a conoscenza della 92 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA dottoressa, su cui ritenevo che la signora Boscarolo dovesse poi confrontarsi. Dopo questa elencazione, per mia volontà, chiesi di uscire dallo studio perché loro potessero parlare da sole. Dopo più di un’ora fui invitato a rientrare, io mi sedetti al mio posto e vidi che la dottoressa Condona completava una richiesta per la signora Boscarolo per una visita specialistica da uno psichiatra o da uno psicologo. Non ci fu un successivo scambio di idee in quanto la dottoressa ed io avevamo stabilito di sentirci senza la signora Boscarolo dopo quel colloquio. Dopo qualche tempo andai dalla dottoressa, la quale mi disse subito che la signora Boscarolo aveva negato ogni vicenda da me citata. Io le chiesi perché, anziché seguire lei personalmente la signora Boscarolo, l’avesse inviata ad altro professionista. La dottoressa mi rispose che la signora Boscarolo di fronte ad un medico estraneo e che non aveva anche rapporti con me forse si sarebbe sentita più disponibile ad affrontare certi temi. Mi preme precisare, che durante il nostro precedente colloquio con la dottoressa Condona, citai tra i vari episodi anche un tentativo di violenza subito dalla mia compagna prima della nostra relazione e che mi era stato raccontato dalla stessa. Feci notare alla dottoressa che la signora Boscarolo durante l’elencazione di tutti i fatti aveva sempre taciuto ma nel momento in cui io citai il fatto della tentata violenza la stessa, sobbalzando sulla sedia, perse il controllo dichiarando: “Ma io quell’episodio l’ho superato”. Chiesi alla dottoressa se quella risposta esclamata in modo così concitato dalla signora Boscarolo, non deponesse invece per l’opposto di ciò che ella così emotivamente voleva farci intendere. La dottoressa mi rispose che effettivamente la reazione della signora Boscarolo lasciava dubitare. In ultimo chiesi alla dott.a Condona se lei vedesse nel mio modo di confrontarmi con la signora Boscarolo un’ossessione. 93 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA La dott.a Condona mi rispose di no e aggiunse che quello che le avevo raccontato era una bella storia d’amore. La signora Boscarolo mi aveva sempre dato l’idea di non fidarsi degli uomini in generale e di non avere nemmeno né rispetto né fiducia per il sottoscritto, pertanto pregai la dottoressa di confidare alla signora Boscarolo le sue convinzioni circa il mio sentimento e l’esclusione di un’ossessione, lei mi rispose che lo avrebbe senz’altro fatto. Fu la mia stessa compagna che mi mise al corrente che la dottoressa le aveva telefonato senza peraltro dirmi il contenuto di quella telefonata. Dopo questa vicenda mi frequentò normalmente, io mi aspettavo, dopo aver citato quegli episodi di fronte alla dottoressa, che lei fosse risentita nei miei confronti, invece, almeno apparentemente era come rasserenata da ciò che la dottoressa le aveva espresso. L’elenco pro-memoria delle vicende e degli episodi di cui feci riassunto nel colloquio, con la dottoressa Condona e la signora Boscarolo è tuttora da me conservato, prego codesto Tribunale, se lo ritenesse opportuno, di interrogarmi in merito, al fine di integrare formalmente questa mia relazione che già include parte di esso. La prego signor Giudice, di considerare che questo colloquio, a cui la mia compagna si sottopose spontaneamente, non si può assolutamente dare la caratteristica di petulanza da parte del sottoscritto, così come il P.M. vorrebbe ascrivermi. Quel colloquio, ripeto, fu accettato dalla signora Boscarolo e ve n’è prova proprio nella querela presentata dalla stessa, fu posto in essere proprio per aiutarla a superare alcuni atteggiamenti, che per quanto mi consta, e concorde con me la psicologa, indubbiamente sono deleteri per la vita di relazione. In seguito nelle mie memorie difensive, parlerò ancora degli incontri avuti con la dottoressa Condona. 94 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Dopo l’incontro con la dott.sa, come ho detto, ci fu un periodo di tranquillità, almeno apparente, però era a me chiaro che era solo uno dei tanti momenti di illusoria calma e che ci sarebbe stato di nuovo improvviso un mutamento di comportamento nei miei confronti da parte della signora Boscarolo. La stessa si era dichiarata più volte persona devota a Sant’Antonio, così per esaudire un suo desiderio, la accompagnai anche a Vodapa a chiedere una grazia per la nipote gravemente ammalata. La domenica, ma non sempre, andava o andavamo a Messa. Durante gli anni passati con lei la vidi, tutte le volte che la sera andava a letto a dormire, tirare fuori da sotto il cuscino una vecchia e consumata foto della madonna, grande come un foglio protocollo e baciarla, dopo di che baciava un Gesù Cristo appeso sopra il letto salendo in piedi sul letto stesso, in seguito alla foto e al Gesù Cristo si aggiunse, dopo la gita a Vodapa, una statuetta di Sant’Antonio che veniva anch’essa baciata in sequenza. Questo modo di fare mi fece pensare che la persona più appropriata che potesse parlare ad Arianna dei suoi problemi e dei problemi che manifestava all’interno della nostra relazione fosse un sacerdote. Previo appuntamento telefonico mi recai così a Costa, a parlare con il parroco. A Don Giovanni raccomandandomi il segreto della confessione, raccontai lungamente di tutto il tempo vissuto in compagnia della signora Boscarolo e lo pregai di affrontare successivamente con lei i vari argomenti che sembravano essere di ostacolo o di disturbo ad una relazione quieta e duratura e alla tranquillità della sua vita stessa. Don Giovanni parlò successivamente con la signora Boscarolo, io non mi attendevo un resoconto di ciò che si erano detti perché consideravo il colloquio riservato. 95 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA A distanza di molti mesi, quando la mia relazione entrò di nuovo in un periodo di difficoltà, tornai da Don Giovanni che, solo in quell’occasione, mi disse di non aver avuto il coraggio di chiedere alla signora Boscarolo se vi erano problemi nei suoi rapporti interpersonali. Don Giovanni mi disse che aveva parlato ad Arianna dicendole di aver avuto un incontro con me e riferendole che io era intenzionato ad avere con lei, se lei lo desiderava, una relazione seria e duratura. Tornai ancora da Don Giovanni in un momento in cui mi sembrava non ci fosse più niente da fare per continuare la mia relazione con la signora Boscarolo e in quella occasione gli lasciai uno scritto da consegnare alla mia compagna in cui la pregavo di non allontanarsi da me perché l’amavo a tal punto, che malgrado le sue intemperanze l’avrei anche sposata, se solo lei lo avesse desiderato.. Don Giovanni mi riferì di aver consegnato la mia lettera, poi non ci sentimmo più. Tornerò dal parroco ancora una volta quando ci fu l’ultimo e definitivo episodio negativo con Arianna che si era recata dai Carabinieri di Costa, gli chiesi di parlare ancora una volta alla mia amata per ottenere che tra noi ci fosse una pacificazione, non mi illudevo di avere ancora una relazione con lei, sapevo che a quella stregua era improbabile, volevo solo se era possibile rimanere con lei in buoni rapporti. Riprendendo cronologicamente il racconto della nostra relazione interrotto prima………, il 17 giugno 2004 essendo a conoscenza che la signora Boscarolo si era rimessa dal mal di gola dopo essere tornata da Mirini, portai presso la sua abitazione Nerina per lasciargliela definitivamente come le avevo enunciato all’ospedale. Era mia intenzione farle una gradita sorpresa invece la signora Boscarolo mi disse con voce tagliente: “ti avevo detto di avvertirmi quando mi portavi il cane perché io domani ho intenzione, se sto bene, di andare in piscina”. 96 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA A quel punto ho veramente perso la pazienza, ma non era appena andata al mare a curarsi il mal di gola? Poi chiesi alla signora Boscarolo se il cane fosse mio o suo dato che sembrava che dovesse essere lei a dovermelo tenere. A questo punto le dissi perentoriamente che doveva decidere se il cane era mio o suo dato che, ribadisco, in una precedente occasione (in cui io mi ero reso volontariamente irreperibile per una settimana), la stessa mi disse che il cane era suo e che se non glielo portavo sarebbe andata dai Carabinieri. Aggiunsi, ricordandole che mi aveva minacciato di andare dai Carabinieri che a parole il cane era “la sua bambina” ma che di fatto scoprii che la legava al termosifone con una corda che permetteva al cane di spostarsi solo nel raggio di circa un metro affinché non arrivasse al vicino divano (di questo fatto ne è al corrente la signora Ceresella) e che nei tre anni di vita del cane io avevo provveduto al suo mantenimento per oltre due anni e mezzo, che il suo amore per il cane non era certo supportato da alcuna spesa per questo. La cuccia l’avevo comprata io, e così il cappottino, tutti i giochini, il collare, i guinzagli, le uniche spese sostenute dalla signora Boscarolo furono i vaccini e purtroppo, per sua scelta e imposizione, l’operazione di sterilizzazione e che io non avrei voluto fosse fatta. A onor di cronaca si sappia che dopo il bisticcio che mi appresto a raccontare, la cuccia di Nerina e i giochi che io le avevo comperato furono a dire della mia cara Arianna, presi e gettati via o regalati a non so chi! Le dissi che avevo forti remore a lasciarle il cane che restava troppe ore solo in casa ed anche legato. Provocatoriamente le dissi: “ A parte il periodo che io ti ho chiesto di lasciarmelo mentre ero nel comune di Paerotta (quattro mesi), decidi tu quanto mi devi per il mantenimento giornaliero del restante periodo”. Ella mi rispose: “Portatelo pure via e prendi nel cassetto il libretto del veterinario e ricordati che io non ti ho mai amato e non ho mai voluto i tuoi regali”. 97 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Rimasi sorpreso di quelle parole, ma non del fatto che mi cedeva il cane, nel tempo avevo capito che non poteva sopportare che il cane perdesse i peli o le portasse via del tempo per i bisogni, (purtroppo la signora Boscarolo aveva già dei precedenti di abbandono di un animale domestico). In passato possedeva un gatto che venne regalato, ad un’altra persona, proprio per lo stesso problema (i peli). Rimasi stupito del fatto che completamente slegato dal problema di chi teneva il cane, aggiungesse, come mi aveva già rimarcato innumerevoli volte, il fatto che non avesse mai voluto i miei regali. Oramai avevo perso la pazienza, forse la signora Boscarolo mi conosceva tanto bene che quella frase fu detta proprio con l’intenzione di provocarmi, o forse solo per offendermi, sapendo che io non avevo mai reagito neppure verbalmente. Decisi che era l’ultima volta che mi avrebbe detto quella frase e le risposi che quella sera stessa avrei portato via tutte le cose che negli anni le avevo regalato. Di fatto, cominciai con l’autorizzazione e l’incitamento della signora Boscarolo a prelevare dalla sua abitazione ogni cosa che le era stata da me regalata. Lei, quando capì che facevo sul serio chiese ad un vicino di casa di presenziare. Io proseguii nel portare tutti gli oggetti sulla mia vettura che, mi resi conto, erano talmente tanti da non riuscire a trasportarli in un’unica volta. Finito di caricare la macchina ritornai nell’alloggio della signora Boscarolo e chiesi a questo vicino di allontanarsi, dicendogli che non c’era nulla da temere e che avevo piacere soltanto di parlare con Arianna. Restai li circa un’ora, riguardammo alcune fotografie scattate durante la nostra relazione, lei era intenzionata a restituirmele, io le dissi che poteva tenerle per ricordo, poi ci accordammo che il giorno seguente avrei ritirato i restanti regali e avremmo portato dal veterinario la cagnina, per l’ultima volta assieme. 98 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Quando la sera dopo, alle ore 20, giunsi presso l’abitazione della signora Boscarolo, in quanto il veterinario visitava dalle ore 21, la stessa mi disse che quella sera l’ambulatorio era chiuso e che io avrei potuto telefonarle per avere notizie. Io replicai che avrebbe potuto telefonarmi lei per dirmelo. La signora Boscarolo mi rispose che ci saremmo recati dal veterinario il giorno dopo. Aggiungo che di tutti i regali dati alla signora Boscarolo, non avevo portato via alla stessa il telefonino cellulare, era il secondo che le regalavo, dicendole che non lo ritenevo opportuno proprio perché, data la sua cagionevole salute, le sarebbe stato indispensabile, non portai via anche dei vetri cattedrale da me regalati che erano stati montati sulle porte interne del bagno e della camera da letto. Quando la signora Boscarolo mi disse che non saremmo andati dal veterinario io le chiesi se voleva mangiare qualche cosa con me e lei mi rispose: “Vai pure tu da solo, io ti tengo il cane e quando ritorni suoni perché non voglio che tu salga in casa, te lo porto giù io”. Che primato ragazzi!! In poche ore quella che prima era la sua bambina era diventata il cane, il mio cane Feci pochi passi per andare al ristorante ma quest’ultima frase mi aveva fortemente indispettito, proprio perché il giorno prima, in quell’ora in cui ero rimasto a parlare con la signora Boscarolo, mi era parso che ci fosse un accordo di almeno mantenere un rapporto di amicizia, ma con quelle premesse era chiaro che ancora una volta mi aveva lasciato intendere delle cose che poi non avrebbe mantenuto. Bisognava proprio che io non mi facessi più incantare da Arianna…tutta panna!!! Ritornai quindi presso l’abitazione della signora Boscarolo e ricordandole il lungo e pacato colloquio della sera prima in cui io avevo veramente creduto, le comunicai che era mia intenzione, dato il suo comportamento falso e ambiguo, di riavere anche il cellulare e i vetri a cattedrale. 99 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA La signora Boscarolo nella circostanza mi disse: “Portati pure via anche le porte intere” e io le risposi che non ero disposto a raccogliere i suoi rifiuti in quanto le porte erano state costruite dal falegname con dei difetti ed erano quindi da sostituire (vedi denuncia presentata dalla signora Boscarolo, contro il falegname, ai Carabinieri della Stazione di Erichi). La stessa mi diede un cacciavite e io in pochi secondi smontai i vetri dalle porte e me li portai via assieme al cellulare. Rimasi ancora una decina di minuti a discutere con il vicino di casa che era stato nuovamente chiamato dalla signora Boscarolo ad assistere. Mi congedai io credo, anche se ero veramente turbato, in maniera civile e come al solito speravo che, come succedeva solitamente, il far vedere di avere “le palle” sarebbe servito alla signora Boscarolo per ripensare al suo comportamento tutt’altro che corretto, sia nei miei confronti che nei confronti della cagnina, di cui non posso fare a meno di considerare nuovamente che veniva appellata dalla stessa “la mia bambina”. Ripeto, non sono i soldi che per me contano ma debbo dire che l’unica volta in due anni che ricevetti dalla signora Boscarolo 10 euro per comparare qualche cosa da mangiare alla cagnina, mi furono offerti soltanto perché era presente la nipote che così poteva testimoniare che lei provvedeva al suo mantenimento. Il giorno seguente, il 18/6/2004 fui raggiunto dalla telefonata di un maresciallo dei Carabinieri della Stazione di Costa lontano da Erichi che mi invitava per il giorno successivo a portarmi presso la stazione da lui comandata. Decisi di recarmi da un mio conoscente-amico, un maresciallo dei Carabinieri, al quale raccontai le mie vicissitudini con questa mia ex compagna. Dopo aver ascoltato il mio racconto, questo mio conoscente telefonò al maresciallo dei Carabinieri di Costa per spiegargli la situazione in cui mi trovavo. Egli si mise in comunicazione e, di fatto, si limitò a riferire di recenti foto, messaggi e telefonate della signora Boscarolo da lui 100 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA viste poco prima sul mio cellulare, che dimostravano una libera e spontanea frequentazione fra me e la signora. Il maresciallo mio conoscente fece presente al maresciallo di Costa che esisteva ancora un unico problema, ovvero che la signora Boscarolo doveva rilasciarmi una dichiarazione poiché aveva deciso spontaneamente di cedermi il cane. Il giorno 22/6/2004 la signora Boscarolo consegnava detta dichiarazione al maresciallo dei Carabinieri di Costa ed io il 24/6/2004 mi recai a ritirarla. (All. n. 163 ) In quell’occasione parlai con questo maresciallo dei Carabinieri (Bevilacqua) al quale spiegai brevemente l’antefatto. Il 12/7/2004 mi recai dal parroco della chiesa di Costa di Erichi con cui avevo già avuto altri incontri proprio per avere dallo stesso un aiuto nel mediare le situazioni incresciose che via via si erano create con la signora Boscarolo. In quella circostanza chiesi al parroco di invitare la signora Boscarolo ad incontrarsi con me per “una pacificazione” poiché non ritenevo giusto che dopo molti anni vi fosse un distacco con una frattura così profonda. Ero appena uscito da questo colloquio con il parroco che mi giunse la telefonata dal maresciallo dei Carabinieri della stazione di Costa a cui dissi di essere appena stato dal parroco ed egli mi invitò a presentarmi il giorno 13/7/2004 per un confronto con la signora Boscarolo. Il giorno 13/7/2004 mi presentai alla stazione dei C.C. ma la signora Boscarolo non venne. Fu in quell’occasione che raccontai nei particolari cosa era successo in quei giorni a casa della signora Boscarolo, portando delle prove documentali a supporto di quanto esposi. Il maresciallo mi disse che la signora Boscarolo aveva lasciato presso i suoi uffici una querela nei miei confronti e che la stessa non la aveva firmata ma lo avrebbe fatto se il sottoscritto si fosse ancora fatto vivo con lei. 101 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA A questo punto il maresciallo dei Carabinieri ad una mia domanda mi rispose che la signora Boscarolo mi accusava di molestie, di essere una persona violenta, lo stesso mi contestava, pur non attribuendolo alla sig.ra Boscarolo, che io avrei saltato un muretto per entrare nel cortile dell’abitazione della sig.ra Boscarolo, aggiunse che la stessa si era ammalata a seguito della nostra relazione e che se si fosse tolta la vita sarebbe stato causa mia. A questo punto il maresciallo voleva che io promettessi che non mi sarei più recato nel Comune di Costa di Erichi ed io gli risposi che ero libero di recarmi dove più mi piaceva e che sarei stato senz’altro lontano dalla sig.ra Boscarolo che con quel suo ultimo comportamento, ovvero lamentarsi di fatti calunniosi e diffamatori, aveva chiuso definitivamente la nostra relazione. Chiesi al maresciallo di mettermi a confronto con chi gli riferiva di avermi visto saltare il muretto e di contestarmi subito il reato di violazione di domicilio, quasi cambiando discorso il maresciallo mi chiese, con mia meraviglia, se io giravo armato ed io risposi che giravo “armato di tanta pazienza”. Lo stesso mi chiese di mostrare un documento che fu fotocopiato, dopo di che il maresciallo era intenzionato a congedarmi, ma io dissi che avevo diritto di replica e gli chiesi di prendere nota formalmente delle ultime telefonate e dei messaggi che avevo ricevuto dalla sig.ra Boscarolo. Mostrai anche le fotografie della stessa scattate presso la mia abitazione il giorno del mio compleanno il 14 febbraio del c.a. ed anche le fotografie scattate il 6 maggio 2004 presso l’abitazione della sig.ra Boscarolo che, come ho già raccontato, era malata a casa, brevemente raccontai anche dei due ricoveri, della figlia e della sig.ra Boscarolo, di cui mi ero occupato personalmente. Fatte queste precisazioni gli domandai se in questi miei atteggiamenti egli ravvedesse un comportamento quale quello che mi era stato poc’anzi contestato, poco dopo mi congedai dal maresciallo Bevilacqua. A proposito del muretto “saltato”, io non so se sia stata un’invenzione della signora Boscarolo o di altri, 102 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA certo è che a distanza di nove mesi apparve su un quotidiano un articolo che catturò subito la mia attenzione. L’articolo riportava le vicende di furti avvenuti a Costa lontano da Erichi e nei dintorni. I denunciati erano due clandestini Moldavi. Mi venne subito in mente che il garzone dell’artigiano che aveva eseguito i lavori di ristrutturazione nella casa della signora Boscarolo era presumibilmente Moldavo, non ne avevo però la certezza, mi venne il desiderio di telefonare al maresciallo Bevilacqua, ma poi lasciai perdere. Forse qualcuno aveva veramente saltato il muretto e forse la mia presenza aveva fatto desistere l’autore dell’impresa a portare a compimento il proprio proposito (All . n . 164) . Il giorno seguente l’alterco con la signora Boscarolo (avvenuto il 17 giugno 2004) ovvero il 18/6/2004, quando mi recai a Costa per andare dal veterinario con la signora Boscarolo, il vicino di casa che abita al piano terreno, (ne disconosco il nome), nuovamente interpellato per assistere, nel giungere nell’alloggio della signora Boscarolo mi disse: “Se ti vedevo io saltare il muretto ti tiravo col fucile”. Gradirei che questa Procura gentilmente volesse controllare se il tizio in questione detiene in casa un fucile e se ne avesse regolare porto d’armi. Io in quella fase, non capivo ancora questi di cosa parlasse, rimasi stupito della frase e non gli risposi, anche se in pochi istanti compresi che la signora Boscarolo aveva inventato un’altra storia iniziando una sorta di vendetta nei miei confronti e capii purtroppo che l’imbeccata ero stato proprio io a dargliela, poiché qualche giorno prima le avevo fatto notare che alcune tegole posizionate sul muretto di confine della proprietà erano cadute a terra rompendosi in parte. Ricordo che notai ciò mentre ero nel cortile con la cagnina, aspettando che lei scendesse, mi avvicinai alle tegole e ne rimisi a posto un paio che non erano rotte. Lì davanti alla casa di Arianna c’è una numerosa colonia di gatti che vanno e vengono, io stesso più volte ho portato loro qualche lattina di cibo. Era chiaro che le tegole, soltanto 103 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA appoggiate e non cementate erano cadute sotto la spinta di qualcuno di questi. Il 21/6/04 ricevevo un telefonata sul mio cellulare, sul display appariva il numero +36051450268 era la figlia della sig.ra Boscarolo che mi proferiva una serie di insulti a cui io non risposi anzi cercai di spiegare cosa era accaduto, a questo punto la figlia della sig.ra Boscarolo mi chiese come facevo ad essere così tranquillo, le risposi che non avevo fatto nulla di cui vergognarmi, le avrei raccontato volentieri ciò che era successo e che sua madre legava Nerina al termosifone, ma la stessa dopo la mia risposta troncò la telefonata. Subito dopo ricevetti un’altra chiamata sempre dalla figlia della sig.ra Boscarolo in cui la stessa mi disse: “Te la farò pagare” (un vizietto di famiglia). Dopo qualche tempo, ed esattamente sabato 14 agosto 2004 ricevevo una telefonata sul mio cellulare (3365074540), dalla sig.ra Fermardi Ceresella (cellulare n. 3364466140), in cui la stessa mi domandava se ero a Tortorinolo. La sig.ra Fermardi Ceresella è la madrina della figlia della sig.ra Boscarolo, negli anni in cui ho frequentato la stessa è nato un rapporto di amicizia con la sig.ra Ceresella, malgrado ciò non c’era alcun motivo per quella chiamata. Mi fu chiesto se sapessi se la sig.ra Boscarolo era al mare da sua figlia o se era a casa, io risposi che non ero informato di dove ella fosse e, per quanto mi constava, come l’anno precedente, la stessa doveva essere in vacanza presso l’abitazione della figlia a Mirini, mi fu ridomandato se mi trovassi a Tortorinolo ed io risposi di sì. Lo stesso giorno il 14 agosto 2004, dopo aver riflettuto sulla misteriosa telefonata ricevuta, richiamavo dal numero fisso 066/4360126, (numero non di mia proprietà, utenza della signora Rozzala Giovanna), (All. n. 165), la sig.ra Ceresella chiedendole se la sig.ra Boscarolo fosse stata male e lei me lo tacesse. Lei mi rispose di no e mi domandò se era mia intenzione recarmi in vacanza presso il Comune di Mirini, io risposi di sì e che sarei partito non prima del 19 agosto, ma che non sapevo la 104 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA data precisa. Indi terminai la telefonata. Il 15 agosto 2004 alle ore 10.00 mi recai presso il cimitero di Erichi a far visita alla tomba del papà della signora Boscarolo in occasione della ricorrenza del decesso, nella circostanza notai il macellaio, che conoscevo perché il suo negozio era sottostante l’abitazione della signora Boscarolo quando ella abitava in Erichi. Verso le 10.45 dello stesso giorno, passai davanti alla chiesa di Costa perché volevo salutare il parroco, la chiesa era ancora chiusa allora me ne andai poiché ero atteso da degli amici nel Comune di Paerotta e vi giunsi alle ore 11.45. Mi fermai al mercato per acquistare dei generi alimentari e alle 12.00 ricevetti una telefonata sul mio cellulare (3365074650) dalla sig. Rozzala Giovanna (cellulare n. 3335860217) che mi chiedeva se ero giunto in Paerotta. Presso il Comune di Paerotta sono rimasto fino alle 20 – 20, 30 per poi ritornare a casa, arrivai a Tortorinolo verso le 21, 30 sono certo dell’ora perché telefonai dal mio cellulare 3365074540 alla signora Rozzala per dirle che ero arrivato a Tortorinolo. Inoltrai la telefonata sul numero fisso di sua proprietà 017064117. Alle 10, 26 del 15/8/2004 mandai un messaggio ad una mia amica . Alle 22, 40 dello stesso giorno feci un prelievo al Bancomat. (All. n. 166 ) Il lunedì 16/8/2004 andai al mercato verso le 9, 20. Ritornato a casa alle ore 11, 20 ricevevo una telefonata dalla figlia della signora Boscarolo, che mi chiese: “Che tempo fa a Mirini?”. Subito non avevo capito che era la figlia e ho chiesto: “Scusa chi sei?” credevo fosse un’altra mia amica che soggiornava per le vacanze nella stessa zona e che sapeva che avrei dovuto recarmi in vacanza a Mirini. Io ho ridomandato chi sei e lei mi richiese la stessa cosa. Ho capito allora dalla voce chi fosse e le ho risposto che non sapevo che tempo facesse a Mirini perché io ero a Tortorinolo, a questo punto lei mi rispose dicendomi: “ Adesso hai un’altra denuncia qui a Mirini per danneggiamento”. 105 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Io le risposi che non capivo di cosa parlasse. La comunicazione fu interrotta bruscamente. Poco dopo, alle ore 11, 25 ricevevo nuovamente una telefonata dalla figlia, sul display del mio cellulare (3365074650) appariva il numero 0514503621 e la stessa mi diceva che aveva le prove e i testimoni, poi troncò nuovamente la conversazione. Alle ore 11, 45 dal telefono 0664360126 chiamavo la signora Ceresella al numero 3364466140 per chiederle se sapesse qualche cosa di quello che stava accadendo e lei mi disse che non ne sapeva nulla. Alle ore 11, 52 dal mio cellulare 3365074650 chiamavo la Stazione dei Carabinieri di Costa chiedendo di essere messo in comunicazione con il maresciallo Bevilacqua e mi veniva risposto che lo stesso era in congedo, ho spiegato al carabiniere che mi rispose, di cui ignoro il nome, quali erano i fatti di cui volevo relazionare il maresciallo Bevilacqua e gli chiesi di riferire. Alle ore 12, 12 dal mio cellulare 3365074650 richiamavo il numero apparsomi sul display 0514503621 per chiedere spiegazioni ma il numero risultava appartenere ad un fax. Mi recavo quindi alle ore 12, 30 al Commissariato di Polizia della mia zona dove informavo un ufficiale della Polizia di Stato, responsabile di turno, di ciò che era accaduto e pregavo di tener nota della mia presenza presso il Commissariato. Successivamente, quando la signora Boscarolo ritornò dalle vacanze, vidi in Erichi nel parcheggio attiguo all’abitazione della sorella della stessa la sua autovettura, una Dorf Akka, a cui era stata danneggiata la vernice superficialmente sul parafango anteriore sinistro e sul tettuccio dell’auto. L’auto era stata parcheggiata dimenticando di chiudere il finestrino dal lato del passeggero, io pensai anche di suonare il campanello della sorella per avvertirla del finestrino aperto, poi vidi Arianna e la sorella Samira che andavano verso il vicino cimitero ed essendo ormai le stesse ormai giunte al suo interno 106 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA non intesi disturbarle, ritenendo che di dì a poco sarebbero tornate indietro e lei si sarebbe accorta del finestrino aperto. Successivamente feci in modo di incontrare la sig.ra Boscarolo e nella circostanza feci presente quanto poc’anzi ho descritto e che a Mirini in ferie, io non ci ero ancora andato. Lei mi rispose: “ Va bene” e se ne andò. Non essendo soddisfatto il 25/10/04 chiedevo e ottenevo dalla sig.ra Boscarolo un appuntamento, ci recammo in un bar e in quell’occasione ribadivo i miei spostamenti e ancora una volta discutevamo di quello che era successo in questi anni e ci congedammo amichevolmente. Per un lungo periodo non la vidi più. Il 12 e il 13 novembre 2005 registrai due conversazioni. La prima con la signora Boscarolo e la seconda con il maresciallo Bevilacqua dei C.C. di Costa lontano da Erichi. La telefonata con la signora Boscarolo è prova dell’astio che la stessa ha nei miei confronti per averle portato via, anche se con il suo consenso, i regali che negli anni le avevo dato. I toni della mia ex compagna sono molto accesi e la tesi pittoresca da lei sostenuta è che portandole via i miei regali, le avevo danneggiato tutta la casa, ciò prova già di per se stesso che la stessa andò proprio il giorno dopo alla Caserma dei C.C. per denunciarmi falsamente di minacce e molestie. Attenzione: in tutta la telefonata Arianna non fa alcun cenno sulla cagnina, quella che invece avrebbe dovuto essere la perdita maggiore, già, ma non tutti la pensano come me, tanto meno lei. La telefonata è per me veramente penosa e durante questa non riesco neppure ad esprimermi razionalmente. Credo che questa registrazione sia una prova importante da tenere in grande considerazione. Sulla seconda telefonata con il maresciallo dei Carabinieri vorrei soltanto evidenziare che lo stesso mi disse: “Sono stufo di questa cosa” e alla mia domanda risponde che la signora 107 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Boscarolo continuava ad andare da lui dicendo che io la importunavo. Io spiegai che pensavo di essere io l’importunato cercando di raccontare di essere stato minacciato telefonicamente dalla figlia della signora Boscarolo per un fatto accaduto a Mirini e di cui io ero estraneo. Egli mi rispose: “è una cosa che dovete risolvere lei e la signora Boscarolo”. Più che la risposta di un maresciallo dei Carabinieri, mi sembrava quella di uno che aveva poca voglia di affrontare anche un minimo di attività investigativa per inquadrare un po’ più realisticamente il caso. Sono il primo a rendermi conto che l’Arma avrà senz’altro notizie di reato ben più importanti su cui lavorare ma ritengo che sia sbagliato credere senza alcun riscontro alle affermazioni della signora Boscarolo, persona abile a reiterare sistematicamente il falso in episodi della sua vita. Il tono della voce del maresciallo, nella telefonata che registrai, era del tipo “Sono scocciato”, ciò mi indusse già allora a pensare che lo stesso non fosse stato al di sopra delle parti, ma con una delle parti ed è chiaro quale. Poco mi importerebbe se questi non fosse colui che a mio avviso avrebbe dovuto cercare riscontri che l’avrebbero indotto ad avvisare la mia ex compagna che le bugie nel codice penale si chiamano calunnia e sono sanzionabili. (nastro allegato 167). La vigilia di Natale 2004 io la trascorsi a Mirini. Andai a messa al Duomo, se fossi rimasto a Tortorinolo non avrei resistito a non andare a Costa di Erichi alla messa di Natale e così vi avrei incontrato la signora Boscarolo. Volevo riuscire a non cedere al forte bisogno affettivo di vederla in un giorno dove tutte le persone care si incontrano. Il giorno di Natale (2004) tornai a casa e tra le ore 12 / 13 (non ricordo bene l’ora esatta) mi giunse sul cellulare una telefonata, guardai il display era il numero 333556255 di proprietà della figlia della signora Boscarolo. Non risposi. 108 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Avevo cambiato il mio numero proprio per non ricevere più telefonate dalla figlia che mi aveva minacciato di “farmela pagare”. Avevo comunicato il mio nuovo numero di telefono alla signora Boscarolo dicendo che doveva tenerlo solo per lei perché io le volevo comunque bene e che malgrado tutto, poteva sempre contare su di me. Invece mi giungeva una chiamata proprio dalla figlia!? Ero seriamente impensierito da quella telefonata, ma cosa volevano ancora da me? Erano altre minacce o Arianna stava male? Andai ad Erichi a trovare i miei parenti per i saluti delle festività e nell’occasione vidi l’auto della signora Boscarolo, vidi il compagno della sorella, allora pensai che Arianna stava bene e che al massimo era una telefonata di cattiverie quella a cui non avevo risposto. Tempo dopo la signora Boscarolo mi chiamò e mi disse che quella era una telefonata per farmi gli auguri di Buon Natale, confermando così che era una telefonata di cattiverie. Io ero solo con la cagnina mentre avrei voluto essere con lei che avevo sempre considerato la “mia famiglia”. Non erano auguri che gradivo perché erano falsi e ipocriti. Le chiesi perché mi telefonò dal cellulare della figlia quando io l’avevo pregata di non dare il mio numero a nessuno, tanto meno alla figlia. Lei mi rispose falsamente che era l’unico telefono disponibile. Io credo che quando un individuo tiene veramente ad ottenere ciò che gli sta a cuore deve lottare con tutte le sue forze e con tutto il sentimento di cui dispone. Quando abbandona alle prime difficoltà vuol dire che il “desiderio” era un fuoco di paglia. Questo secondo me vale per tutte le opportunità che la vita offre e particolarmente nelle questioni sentimentali. Ormai però erano passati troppi anni difficili ed era ora che pensassi alla mia vita e alla mio benessere invece di addossarmi 109 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA ogni problema di salute, o della vita quotidiana della mia ex compagna. Ho ripreso così ad uscire la sera in compagnia, dopo anni riuscivo finalmente ad andare a vedermi un film. Con Arianna ciò non era possibile, film e telegiornali erano vietati perché la stessa diceva che non poteva vedere scene di violenza né vere né di finzione; a proposito dei films, qualunque esso fosse, dal film d’amore, al giallo, al triller o a quello di fantascienza, io la invitai a ricordare sempre che doveva dividere la finzione dalla realtà ma lei mi disse di non esserne capace. Ripresi anche ad andare a ballare assiduamente, nella speranza di conoscere una donna che mi portasse i pensieri lontani da Arianna. Malgrado il “comportamento” tenuto in tutti questi anni dalla signora Boscarolo, io amavo ed amo ancora questa donna e così cedetti all’impulso di rivederla. Il giorno 05/10/2004 o il giorno prima le feci telefonicamente gli auguri di compleanno. Il giorno 25/10/2004 ero andato da mia cugina che abita in Erichi, poi aspettai Arianna sulla statale che porta da Erichi a Costa, avrei potuto benissimo aspettarle nei pressi dell’ufficio dove lei lavora ma non volevo che lei si sentisse obbligata a fermarsi. Rischiai quindi, aspettando sulla statale, che non ci incontrassimo in quanto la signora Boscarolo non sempre uscendo dall’ufficio ritorna a casa. Fui fortunato, lei mi vide, si fermò, io le chiesi di andare a bere qualche cosa, lei mi chiese perché, io le dissi che malgrado tutto le volevo ancora bene e che non ritenevo giusto che rimanessimo in cattivi rapporti; la pregai di accettare l’invito che era volto ad un chiarimento e ad una distensione; lei infine accettò, io parcheggiai la mia auto e salii a bordo dell’auto della signora Boscarolo. Andammo in un bar poco distante e precisamente al Bar Trastevere di via Trastevere n. 5 ad Erichi dove consumammo due panini, una bibita e un the (All. n. 168) nel bar, che data l’ora, 110 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA erano le 12, 50 circa, era strapieno di gente, non parlammo molto quindi quando uscimmo io le chiesi di fermarsi per qualche minuto, lei acconsentì e ci fermammo. Inutile che riporti ciò che le dissi parola per parola, in sintesi le confermai quali erano i miei sentimenti e le dissi che mi dispiaceva di non poterle fare uno squillo, come avevo sempre fatto, per sapere come stava e le chiesi se poteva darmi il suo nuovo numero di telefono; lei mi rispose che per il momento non aveva intenzione di darmelo e che nel tempo forse avrebbe deciso di concedermelo; aggiunse che per il momento potevo telefonarle di tanto in tanto al lavoro e che quando non poteva parlare era perché era presente il titolare e non poteva parlare tanto come quando era negli uffici della Geranio s.r.l.. Io non capivo e ancora non comprendo oggi perché lei abbia cambiato i numeri di telefono. Io non l’ho mai chiamata ad ore in cui potessi disturbare, la mia ultima chiamata giornaliera era sempre e solo per assicurarmi che lei stesse bene e la telefonata avveniva di solito un venti minuti dopo che io l’avessi lasciata sola a casa sua. I venti minuti sono il tempo del viaggio da Costa lontano da Erichi a casa mia. L’unica volta in cui la chiamai per essere da lei aiutato ed eventualmente accompagnato al Pronto Soccorso per un grave problema agli occhi, che già precedentemente mi aveva reso quasi totalmente non in grado di vedere (testi: Ceresella Fermardi e Giovanna Rozzala), ecco che lei non mi risponde. In quella circostanza telefonai più volte, io non capivo, poteva rispondere e mandarmi al diavolo, dirmi che non le importava nulla di me o semplicemente dirmi che non intendeva aiutarmi, inoltre telefonai da un telefono pubblico dove mi capitava, non riuscivo neanche a vedere i tasti del mio telefonino e qualche volta sbagliai anche il numero, lei non poteva sapere con certezza che ero io. Per quanto mi consta in casa non aveva alcun apparecchio telefonico in cui si visualizzasse il numero di telefono, ma se ciò fosse, non credo che da una cabina del telefono sia trasmesso il numero telefonico. 111 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA A quel punto, pur essendo io ad avere diarrea e vomito, più il problema degli occhi, ero io in ansia per lei. Il 4/7/2004, andai al Pronto Soccorso dell’ospedale dove mi confermarono che era un problema virale come la volta precedente e mi diedero la cura appropriata. (All. n. 169) Ora non ricordo precisamente ma credo nella mia giornata stessa del mio passaggio al Pronto Soccorso telefonai ancora alla signora Boscarolo sia sul cellulare che dal telefono fisso e da tutti e due non ebbi risposta, anzi, sul telefono fisso rispondeva una voce pre-registrata che sostanzialmente diceva che l’utente non era collegato. Telefonai allora all’ufficio della signora Boscarolo che mi comunicò, dopo la mia richiesta di spiegazioni, di non aver risposto al telefono perché non mi voleva parlare. Io le domandai come facesse a sapere che ero io e lei mi rispose di averlo intuito. Le dissi allora la motivazione della mia telefonata ma era chiaro che non ci credeva, ero sbalordito, io non avevo, ripeto, mai telefonato in orario di riposo notturno mentre lei sì ed anche più volte. Avrei voluto dirle la mia rabbia, non per la mancata risposta, ma per la sua condizione mentale, la salutai invitandola a riflettere su come io mi ero sempre reso totalmente disponibile anche nei tempi in cui tra me e lei non vi era già più un rapporti intimi. In questo periodo non avevo ancora parlato con un medico competente di questi atteggiamenti della signora Boscarolo, credevo potessero essere un mero disturbo della personalità dovuto ai suoi trascorsi anni matrimoniali che lei definisce, in una lettera già citata, “forse è appunto perché l’ho fatto una vita e mi sono annullata per questo e sono rimasta solo piena di amarezza, penso che ci vorrà ancora molto tempo perché io riponga la mia fiducia e rimetta la mia esistenza nelle mani di un uomo”. Pensavo che malgrado tutto dovevo perdonarla di questi suoi atteggiamenti di menefreghismo per quello che lei diceva di aver vissuto negativamente e perché non si era ancora 112 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA resa conto di essere stata compagna di un uomo che aveva dimenticato forzatamente cosa fosse la dignità perdonandogli sempre ogni sua offesa. Da quel giorno al bar Trastevere decisi di rivederla solo per le ricorrenze più importanti, non c’entra niente l’educazione, era una scelta obbligata, io l’avrei vista per i suoi “bisogni” ugualmente ogni giorno se lei solo me lo avesse chiesto e questo anche se lei avesse avuto un’altra relazione. Io non avevo cessato di volerle bene e ciò mi spingeva e mi spinge ad essere con lei sempre disponibile al di là dei suoi sentimenti scarsi o completamente mancanti. E’ necessario che io affermi che è per me un motivo di orgoglio essere disponibilissimo per la gente in generale e mi appaga assai di più quando l’offerta di aiuto è di mio impulso. Sono stato impiegato al nucleo infortunistica del mio lavoro ma sono tanti di più gli incidenti in borghese e fuori dell’orario di servizio in cui ho prestato il mio soccorso senza contare i mille e più interventi per situazioni umane in cui ho investito parte del mio tempo libero. Ciò che in tutti questi anni ho fatto per lei l’avrei fatto per una qualsiasi altra persona, l’unica differenza è che per lei l’ho fatto con grande affetto. Ecco perché ancora oggi mi stupisco del comportamento ostile della signora Boscarolo. Non ho mai chiesto nulla in cambio né a lei né ad altri, se c’è un compenso nel darsi disponibile questo è già accreditato nel momento stesso in cui io sento di dover “aiutare”. Superando i maltrattamenti, che io ritenevo inopportuni da parte della signora Boscarolo, mi recai ad Erichi il giorno del mio compleanno, San Valentino. Passai a trovare i miei parenti poi andai a vedere se mi riusciva di salutare la donna con cui per tanti anni avevo condiviso quella festività. Fui fortunato, svoltò nella via che stavo percorrendo per avvicinarmi all’ufficio dove lavora; la salutai, lei ricambiò il 113 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA saluto, io scesi dall’auto, le porsi un piccolo mazzo di fiori; gli altri anni erano rose rosse ma scelsi volutamente dei comuni fiori, volevo solo dirle che le volevo bene anche se in cuor mio avrei voluto comprare tutte le rose rosse che aveva il fioraio. Lei mi disse che non poteva accettare, io aprii la confezione, ne estrassi un solo fiore e glielo diedi in mano dicendole: “Questo rappresenta il bene che ti voglio”. Lo prese. Avremmo dovuto andare a bere qualche cosa, eravamo già per la strada a bordo della sua auto. Io pur cercando di impormi di essere pacato ebbi un improvviso e silenzioso pianto, così le chiesi di tornare alla mia auto; poi me ne andai salutandola con un bacio sulla fronte. L’otto marzo (2005), festa della donna, comprai un grosso mazzo di mimose all’ingrosso dei fiori, ne portai un mazzolino a mia madre, ne feci un altro mazzo ad una mia carissima amica, glielo portai, poi andai ad Erichi e diedi un po’ di mimosa a mia zia e a mia cugina poi mi misi sulla statale che da Erichi porta a Costa ed aspettai. Lei mi vide e si fermò. Io presi la mimosa dal sacchetto in cui la tenevo nascosta e gliela diedi dicendole: “Auguri”, lei la prese e mi disse: “Ci avrei giurato che saresti venuto”, io le risposi: “Vuol dire che mi conosci bene”. Le diedi una carezza sul viso e me ne andai. Il 20 di marzo 2005, domenica delle palme, come facevo tutti gli anni, andai davanti alla Chiesa di Costa e presi qualche ramo d’ulivo per Arianna. Era mia intenzione, non potendo darglieli di persona, infilarli, dopo la Messa nelle sua buca delle lettere. Non volevo suonare il campanello, non volevo sapere se c’era o non c’era, non volevo disturbarla, volevo solo trasmetterle un messaggio di pace. Ero lì nella piazza con la cagnina e l’ulivo, Don Giovanni diede la benedizione ed ecco che dalla gente lì riunita mi viene incontro Arianna che mi saluta. 114 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Nerina (la cagnina) la riconobbe e le fece le feste. Era per me un misto di felicità e di rabbia, Nerina era stata abbandonata da Arianna, se avessi ipotizzato di incontrarla non avrei portato Nerina con me, ma ora erano lì assieme e Nerina la leccava festosamente sul viso. Pur sapendo benissimo perché ero lì la signora Boscarolo mi chiese cosa facessi, io le risposi che ero venuto a prendere l’ulivo per poi darglielo come avevo fatto tutti gli altri anni passati e le dissi anche dove avevo pensato di lasciarglielo. La gente lì radunata si mosse in una breve processione verso la chiesa, io chiesi ad Arianna se potevo andare a messa con lei, lei mi rispose dicendomi: “Dove metti Nerina?”. Io senza risponderle, ero così felice di stare un’ora con lei, di corsa salii sulla mia auto e la parcheggiai poco distante all’ombra, fischiai, Nerina con pochi balzi saltò sull’auto e si mise a cuccia sul sedile. Entrando in chiesa Arianna mi diede da tenere tutti i rametti d’ulivo, quelli presi da lei più quelli che le avevo dato io. La chiesa era tutta piena, ci mettemmo al fondo della navata sinistra davanti all’altare, la messa iniziò, all’improvviso lei mi disse che andava a sedersi, superò la prima fila ed andò a sedersi nella seconda, esattamente nella terza posizione rispetto all’altare, nell’allontanarsi mi disse: “Vado a sedermi, là c’è un posto, lo sai che non riesco a stare in piedi per tutta la messa”. Ormai negli anni ho imparato a comprendere la signora Boscarolo, il vero motivo per cui si era allontanata da me era sicuramente per non fare vedere agli altri che non stava lì a messa con me. Chissà chi aveva visto, suo fratello? Le nipoti? Il maresciallo dei Carabinieri? O forse non aveva visto nessuno, ma pensando che ci potessero vedere aveva fatto quella scelta. Ero tentato di andarmene, nella panca di fianco a noi c’era posto, quel gesto che sarebbe stato tollerato in altri tempi mi offendeva, ma soprattutto mi faceva star male, mi imposi di 115 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA restare, non sapevo come fare, avrei attirato l’attenzione di tutti e poi avevo tutto l’ulivo. Dentro di me mi dissi che ero lì per me stesso e rimasi. Nel momento in cui Don Giovanni ci invitò a scambiarci un segno di pace, superai la fila di panche che mi separavano da Arianna e le porsi la mano, come sempre ero disposto a perdonarla. Finita la messa le diedi l’ulivo, lei si fermò a parlare in Chiesa, io andai in sacrestia a salutare Don Giovanni, attesi in fila che altre persone lo salutassero, Arianna arrivò e superando tutti salutò il parroco interrompendo la conversazione che egli teneva con una ragazza che stava prendendo accordi per l’indomani. Quando venne il mio turno salutai Don Giovanni, poi andai verso l’uscita. La signora Boscarolo era ancora sul sagrato e mi chiese se le facevo salutare ancora Nerina. Acconsentii. Nerina le fece ancora le feste, assieme la accompagnammo sino alla via centrale del paese, poi io mi fermai e Nerina con me. Era chiaro che Arianna aveva fretta perché guardò l’orologio più volte e subito si dimenticò che Nerina esisteva. Lei proseguì verso casa, io verso il prato dove ormai da centinaia di volte mi recavo a giocare con la cagnina. Il venerdì seguente, il 25 marzo, due giorni prima della Pasqua mi recai nuovamente ad Erichi. Andai il venerdì per farle gli auguri Pasquali, poiché non avrei certo avuto l’occasione di vederla il giorno di Pasqua in quanto io pensai che avrebbe trascorso i tre giorni di festa con sua figlia a Mirini. Con le stesse modalità delle altre volte mi misi sulla statale aspettando che passasse. Lo preciso ora, anche per gli altri eventi, che scelsi sempre un punto dove le auto marciano a velocità sostenuta, non vicino ad un semaforo o alla rotonda, la scelta era sempre dovuta alla stessa motivazione, io non volevo che la signora Boscarolo si sentisse costretta a fermarsi. 116 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA In quell’occasione scelsi la piazzola del distributore del gas, lei mi vide, superò il primo accesso alla piazzola e si fermò nello spiazzo interno. Era una manovra studiata in anticipo, era chiaro che mi aveva già visto da lontano, lei abbassò il finestrino, io le dissi: “Buona Pasqua” e le diedi un grazioso ovetto in regalo. Lei mi chiese: “Sei a piedi?” le risposi di sì; lei mi disse di salire che mi avrebbe accompagnato sino al semaforo dove vicino c’è il capolinea del pullman che porta a Tortorinolo. Io rifiutai, le dissi che avevo voglia di fare due passi e che era il mio giorno libero. Non volevo assolutamente imporle di accompagnarmi, lei sa benissimo che non posso camminare molto a causa di esiti di meniscectomia e artrosi, ma dubito che il gesto fu di pura cortesia, non le costava nulla essendo la stessa strada che avrebbe dovuto percorrere per recarsi al lavoro. La salutai, le diedi un grosso bacio sulla fronte chiedendole questa volta prima il permesso di farlo e me ne andai in direzione opposta alla sua, per poi, quando lei sparì alla vista, tornare sui miei passi. Ho descritto i fatti relativi all’8, al 20 e al 27 marzo 2005 in maniera oltremodo dettagliata in modo che si potesse evincere dalla descrizione dei fatti che gli incontri, pur cercati da me, sono sempre stati da lei accettati. Sono certo delle date impossibili da non richiamare alla memoria. Nel seguito di questo scritto, per alcuni eventi non sono più assolutamente certo della data esatta anche se la cronologia dei fatti mi porta a pensare di non sbagliare. Il sabato successivo, come al solito, mi recai a ballare. Abitudinariamente vado subito per un po’ di tempo in una sala danze che dista poche decine di metri da casa mia, poi se non trovo compagnia proseguo la serata in un’altra sala danze, La Mazurca, che si trova poco distante in via Nonteng, sala in cui io 117 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA mi intrattengo ormai da ventitré anni. Anche quest’ultima sala da ballo è vicina alla mia abitazione. Quando entro alla Mazurca, faccio come al solito, il mio giro di saluti: guardarobiera, cassiera, proprietari e baristi che ormai conosco da quasi metà della mia vita. Quando mi girai vedi di fronte al bar la signora Boscarolo che stava ballando. Ne rimasi sorpreso, dal marzo dell’anno precedente, quando bisticciammo perché lei voleva andare in piscina anziché tenere Nerina, non era mai più venuta né al De Prac né tanto meno alla Mazurca e credevo, perché me lo aveva detto lei stessa, che proprio in quest’ultima sala non ci sarebbe più venuta, anche perché quando c’ero io lei affermò, che per rispetto, non avrebbe ballato con altri!!!!! Ora non ero più il suo compagno, era libera di fare ciò che voleva, stetti lì a guardare, ero emozionato, dentro di me pensai che forse voleva riavvicinarsi anche solo in amicizia. Forse il mio comportamento coerente con i miei sentimenti l’avevano indotta a mutare atteggiamento. Ero lì ad un metro, ero come un fantasma, mi vedeva ma non mi salutava. Eravamo uno di fronte all’altro, allora la salutai io e le feci un cenno invitandola ad avvicinarsi, stava ballando con un abituèe della sala da ballo, un uomo truculento con pochi capelli impomatati sulla testa, uno con cui credo non avesse niente da spartire, anche se dicono che le vie del Signore sono infinite, uno che non potrebbe mai avere, per quanto mi consta, una relazione con la signora Boscarolo; se fosse stata una persona che non conoscevo, malgrado l’apparenza, e che potevo pensare in sua compagnia, non mi sarei certo permesso di invitarla ad avvicinarsi. Lei superò i tavoli al bordo della pista e si avvicinò. La salutai. Lei mi rispose indispettita: “Tony, sto ballando”. Io le risposi: “Torna pure a ballare, volevo solo salutarti”. Subito non capii perché era indispettita, ma poi, dopo un attimo di riflessione, ci arrivai: certo la sorella e il suo compagno 118 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA che erano con lei non sapevano nulla dei nostri incontri, io dovevo restare agli occhi di questi il “mostro” che le aveva portato via i regali e che le aveva rubato il cane. Pensavo a questo quando all’improvvisa Arianna mi disse che lei era venuta alla Mazurca soltanto perché invitata dalla sorella che festeggiava l’acquisto di una nuova auto e che non sarebbe più venuta. Proseguì dicendomi inaspettatamente: “Dopo, se vuoi, balliamo il rock and roll”. Ne rimasi veramente sbalordito! Lei tornò a ballare con l’impomatato ed io mi allontanai continuando il mio giro di saluti. Pochi istanti dopo, il complesso attaccò il rock and roll. Tornai sui miei passi, presi per mano Arianna ed andai a ballare. Era passato più di un anno da quando l’avevo fatto l’ultima volta. Finito quel ballo ci fu il solito intervallo tra la disco music e i balli lenti. Quando il complesso iniziò a suonare i balli lenti, io mi riavvicinai ad Arianna, le chiesi di ballare, lei mi rispose di no, io insistetti e con un bel sorriso sulle labbra le dissi: ”Tu hai voluto ballare un rock and roll, io vorrei solo ballare un lento”. Mi fu concesso. Nell’istante in cui questo ballo finì, mi staccai da lei e la salutai incamminandomi decisamente verso l’uscita della sala da ballo. Lei mi chiese dove andavo e io le risposi che non sarei riuscito a rimanere lì vedendo lei che ballava con altri, che proprio non potevo. Lei mi disse: “Non andare via, voglio vederti ballare con un’altra, tanto lo so che tu qui hai i tuoi “filarini ”. Non le risposi e me ne andai. Se le avessi risposto mi sarei ricordato che, quando un giorno le dissi che malgrado io e lei non avessimo più rapporti, io non riuscivo nonostante l’istinto, a pensare di averne con un’altra donna perché mi sentivo ancora legato a lei, la sua risposta a questa mia affermazione fu: ”Puoi sempre andare a puttane!” Certo che ora avevo dei “filarini” come li chiamava lei, ma quei filarini erano qualcosa di un po’più nobile di ciò che voleva sottointendere lei, erano l’amicizia di alcune donne frequentatrici 119 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA da anni come me della Mazurca, che conoscevano la mia storia con la signora Boscarolo e che in diversi modi seppero rendere meno triste la mia condizione di uomo separato contro la propria volontà dalla compagna che amavo e che ancora amo. Il caposala all’ingresso nel vedermi schizzare via mi chiese: “Vai già via Tony?” le risposi: “È molto peggio se rimango, questione di cuore”. Il sabato seguente, 9 aprile 2005, stesse modalità, prima la sala vicino a casa e poi Mazurca. Incredibile, malgrado mi avesse detto che non sarebbe più venuta alla Mazurca, era nuovamente lì. Quello che non ho detto prima è che alla signora Boscarolo, chiesi solo un favore, ovvero che quando lei decidesse di venire alla Mazurca, di farmi la cortesia di farmelo sapere con una telefonata ed io non ci sarei andato. Stava ballando, questa volta davanti all’orchestra. Ero già da un po’ nella sala da ballo, non mi ero accorto che c’era perché non stava seduta come faceva di solito con la sorella e il compagno della sorella al tavolino a loro riservato di fronte al bar, ma era seduta nei divani a lato dell’orchestra con delle persone che avevo conosciuto con lei quando ancora ci frequentavamo. Ero lì vicino a lei, come la volta precedente, ero diventato di nuovo un fantasma eppure, riflettevo dentro di me, c’era stato il chiarimento del 25/10/04, l’incontro della festa della donna, la messa insieme al giorno delle Palme, il breve saluto del giorno di Pasqua. Non erano eventi a cui avevo dato significati scorretti, non mi ero illuso, pensavo di essere riuscito a far comprendere ad Arianna che malgrado lei mi avesse ingiustamente maltrattato io ero pur sempre un “amico”. Mi avvicinai a dove lei stava ballando stetti lì a guardarla a mani conserte, ero pronto a salutarla con un cenno della mano. Ballava con un uomo che è un abitué della sala e che sapeva benissimo che io e lei eravamo stati assieme per tanti anni. 120 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Ha sempre avuto la fama del playboy e non mi è mai piaciuto come persona, quando cerca di affascinare una donna è tutto sorrisi mielosi, quando balla si atteggia in modi da film “felliniani”, il caschè fatto anche in danze che non lo prevedono diventa per lui il mezzo per accentrare l’attenzione della sua dama, è patetico nella sua ripetitività. Ero irritato non per la sua presenza accanto ad Arianna, bensì perché lei mi guardava insistentemente ed era chiaro che non mi salutava per ottenere opportunamente una mia reazione, purtroppo quella donna mi conosce molto bene. Io superai le sedie che mi dividevano dalla pista e rimasi lì, fermo, questa volta con le mani in tasca; forse allora mi avrebbe visto e salutato, forse in quel momento ad un metro di distanza non avrebbe potuto fingere di non vedermi. Sulla statale, dove andava forse ad oltre 100 km l’ora, dove nessuno, secondo lei, ci conosceva o ci faceva caso, si era fermata a salutarmi. Lì, dove ora ci trovavamo, e quasi tutti “sapevano”, ecco quel comportamento. Continuai a guardarla fissa negli occhi, come del resto faceva lei, a questo punto il tizio che ballava con lei, con chiara intenzione di approdare ad un alterco, mi chiese: “Guardi me?”. Io gli risposi con calma e sempre con le mani in tasca: “No”. Il tizio, avvicinando la sua faccia alla mia, mi chiese nuovamente mettendomi una mano sulla spalla: ”Guardi me? Ma questa è la tua donna?”. Io gli risposi nuovamente di no e sorvolando sulla mano messami sulla spalla gli dissi di evitare di parlarmi così vicino perché il suo alito era sgradevole. Dietro di me un’altra persona che ritengo un suo amico mi metteva anch’esso una mano sulla spalla, stavo reagendo a quest’ultimo quando un addetto alla sala da ballo lo allontanò. Non successe nulla, io mi allontanai, ero stato ad un passo da essere aggredito da due e forse più persone. In quella circostanza mi venne vicino una mia amica, che mi toccò e mi disse: “Toni stai tremando”, io gli risposi “Lo so”. Subito le chiesi: “Hai visto?”. Lei mi rispose di sì. 121 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Lei conosceva benissimo e approfonditamente la mia storia con Arianna. Questa amica mi chiese ancora: ” ma perché si comporta così?”, Io scossi la testa cercando una risposta, poi le dissi: “Non lo so”. La invitai dopo una breve discussione ad andare dalla sig.ra Boscarolo pregandola di dirle che non meritavo quell’atteggiamento e quelle che io ritenevo provocazioni, e che le chiedevo soltanto di avvisarmi in qualche modo quando sarebbe tornata alla Mazurca così, opportunamente, io mi sarei recato in altri luoghi. Le chiesi di dirle di comprendere il mio stato d’animo nel vederla ballare lì di fronte a me senza neanche salutarmi e poi oltretutto con una persona di cui lei conosceva la mia poca stima e che si atteggiava anche a “protettore” e attaccabrighe. Decisi di andarmene. All’ingresso della sala da ballo trovai l’uomo del personale che era intervenuto e che mi conosceva da venti anni, a domanda risposi spiegando brevemente in che situazione mi trovavo, in quel mentre sopraggiunse il tizio che ballava con Arianna che si insinuò nelle mie spiegazioni e di fatto mi chiese: “E se io volessi uscire con Arianna e venire qui a ballare?”. Io mi ritengo una persona civile, ma quella era una vera istigazione, forse anche architettata con la complicità della sig.ra Boscarolo. Non sono uno che apprezza la violenza, le risse, i bisticci ma quello era proprio il momento in cui avrei potuto dimenticare ogni mio buon comportamento del passato e vigliaccamente provocato passare alle vie di fatto. Secco e senza esitazioni dissi al tipo di essere un agente di polizia anche se presumo già lo sapesse, aggiunsi che era padrone sia lui che lei di uscire con chi volessero e che se era una persona con in testa del buon senso avrebbe potuto evitarmi di vederli assieme. A queste affermazioni il tipo mi rispose: “Adesso deciderò se uscire o no assieme a lei.”. Per me quello era soltanto un idiota che credeva e crede di essere un superuomo. Io non dimenticai mai un istante la mia 122 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA condizione giuridica anche se avrei veramente voluto poter scendere al suo livello e magari fargli una sgradita sorpresa. La Procura della Repubblica, se questo signore dovesse adire alle vie di fatto, conoscerà in brevissimo tempo le sue generalità, mi pare di essere già stato sino a questo punto sin troppo tollerante. Quando rividi la sig.ra Boscarolo le chiesi il perché di quel comportamento e ne ottenni questa risposta: “Tu vieni a salutarmi? Io vengo a ballare”. Per me era una risposta assurda, cercai di spiegarle che c’era una gran differenza tra il mio preoccuparmi come stava e quindi sporadicamente andarla a salutare e il suo venire a ballare con gli atteggiamenti connessi, come se tra noi non ci fosse stata una storia di tanti anni. Lei non rispose alcunché a queste mie affermazioni, io la pregai di non maltrattarmi e mi congedai. La settimana seguente decisi di mettere in discussione il mio stato d’animo e i comportamenti della sig.ra Boscarolo con un professionista. Il 12 aprile 2005 ebbi un colloquio con una dott.ssa in psichiatria, la quale, sentita la mia storia e rispondendo alle mie domande, mi disse in breve, che io non avevo problemi psichiatrici mentre la mia ex compagna probabilmente ne aveva e quasi certamente si trattava di psicosi; non entro nel merito dei particolari riferitemi dalla dott.ssa in quanto all’uopo, se sarà ritenuto opportuno, sarà interpellata la stessa. La dottoressa mi disse inoltre che non potevo aspettarmi un comportamento coerente da una persona “malata” e che le varie patologie che io le avevo descritto nel racconto erano senz’altro di natura psicosomatica e tipiche del suo “stato”. Io, sentendo la parola psicosi domandai timidamente alla dott.ssa se si trattava di un disturbo della personalità. La dott.ssa mi rispose secca di no e che il disturbo in cui si inquadrava la sig.ra Boscarolo era ben più grave. Misi al corrente l’analista che io e la sig.ra Boscarolo eravamo già stati assieme dalla dott.ssa Condona (psicosessuologa) e che di fronte a questa e alla mia ex 123 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA avevo declamato un lungo elenco di fatti, gli stessi a lei raccontati, che peraltro sono in parte quelli già citati in questo mio scritto. Riferii anche alla psichiatra che dopo aver raccontato alla dott.ssa Condona gli episodi che ritenevo utili ad inquadrare la personalità della sig.ra Boscarolo, uscii dallo studio come avevo concordato con la stessa, lasciando che quest’ultima parlasse con la mia compagna. Raccontai anche che alla fine del colloquio fui invitato a rientrare nell’ambulatorio e che in quella circostanza la dott.ssa Condona prescrisse una visita psichiatrica alla sig.ra Boscarolo. Opportunamente le dissi ancora che successivamente a questo incontro io rividi da solo la dott.ssa Condona, la quale mi rivelò che la sig.ra Boscarolo, rimasta sola con lei, aveva negato ogni episodio da me riportato. Raccontai infine alla psichiatra un particolarissimo fatto che espongo qui di seguito. Dopo qualche tempo la visita dalla psicosessuologa la signora Boscarolo mi disse che era andata dallo psichiatra che l’aveva visitata e le aveva detto che se io avessi continuato così sarei finito all’ospedale e aggiunse che questi mi avrebbe voluto parlare. La settimana dopo aver sentito questa affermazione dalla signora Boscarolo, mi recai di persona al Centro di Salute Mentale ove la mia ex era in cura. Spiegai il motivo della mia visita, ovvero che lo psichiatra che aveva sentito la sig.ra Boscarolo aveva espresso il desiderio di parlarmi. La segretaria del suddetto Centro cercò nel registro il nome del medico e su di un biglietto intestato al Centro Medico (All n. 170) mi scrisse il nome del dottore e il numero che avrei dovuto chiamare perché quel giorno non era presente. Dopo qualche giorno telefonai al dottore che mi era stato indicato, spiegai brevemente chi ero e perché lo avevo cercato, questi subito mi rispose, come se cascasse dalle nuvole, che non aveva assolutamente detto alla sig.ra Boscarolo di volermi vedere 124 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA né tanto meno la frase già citata che se avessi continuato così sarei finito all’ospedale. Io esternai il mio stupore al dott. De Trombon e chiesi se fosse lo stesso possibile da parte mia parlargli di persona. Il dott. De Trombon mi rispose che era superflua la mia presenza e che avrebbe “inquadrato” la sig.ra Boscarolo anche senza di me, io insistetti facendogli presente che già in un colloquio con un altro professionista (la dott.ssa Condona) la sig.ra Boscarolo aveva alterato la verità. Il dottore mi rispose che mi avrebbe sentito solo con l’autorizzazione della sig.ra Boscarolo, allora risposi che avrei parlato con lei e poi avrei ritelefonato. Misi al corrente la signora Boscarolo del mio colloquio con il dottore, lei ne rimase sconcertata, certo non si aspettava che io così sollecitamente mi adoperassi a ciò che proprio lei mi aveva richiesto. Le domandai perché aveva mentito sulle dichiarazioni attribuite al dott. e lei, invece di rispondermi, mi accusò di aver violato la sua privacy. Cercai successivamente lo psichiatra, il dott. De Trombon, per sapere se aveva avuto l’autorizzazione dalla signora Boscarolo e se dovevo prendere appuntamento. Devo dire che già mi immaginavo quale sarebbe stata la risposta ma non mi aspettavo che questi mi facesse dire dalla segretaria più volte di non essere presente. Dovetti promettere di recarmi alla stazione dei Carabinieri per una ipotesi di omissione in atti d’ufficio per ottenere di parlargli; questi, seccato, infine mi rispose dicendomi ciò che io già avevo intuito ovvero che la signora Boscarolo non aveva dato la sua autorizzazione al colloquio. Mi ero comportato correttamente nelle conversazioni avute con il dottore e benché ne avessi la possibilità non raccontai nessuno degli “episodi” citati alla dott.a Condona; il “malumore” 125 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA del dottore derivava senz’altro, per quanto mi consta, da qualche altra falsità propinatagli dalla signora Boscarolo. Dopo questo episodio naturalmente io e la signora Boscarolo continuammo a frequentarci. La mia unica speranza era di aver in ogni caso messo in allarme il dott. e speravo che le mie telefonate lo avessero almeno indotto a trattare il caso con una particolare attenzione. Al termine di questo lungo racconto chiesi alla Psichiatra se potevo fare qualche cosa per aiutare la signora Boscarolo o se lei potesse parlare con il suo collega di Erichi. La dottoressa mi rispose che potevo tornare al Centro di salute mentale di Erichi e chiedere nuovamente di parlare con il dottore. Le risposi che non ci avrei neppure provato, ero certo che non sarei stato né ricevuto né ascoltato. La Psichiatra mi disse allora che un’altra possibilità era di parlare con un parente della signora Boscarolo perché il parente avrebbe poi avuto facoltà di recarsi dallo psichiatra che la seguiva, riferire ciò che io gli avrei raccontato e conseguentemente informarsi del suo stato di salute e se seguisse le terapie che le erano state prescritte. La Psichiatra mi chiese ancora se alla signora Boscarolo erano stati prescritti dei farmaci, io risposi di sì, degli antidepressivi e del Toxenal e aggiunsi che Arianna assunse gli antidepressivi per pochi giorni perché, a suo dire, la facevano star peggio mentre per il Toxenal più volte avevo visto la signora Boscarolo mettere le gocce in un bicchiere per poi assumerle; io stesso, su sua richiesta, mentre era a letto indisposta, le portai molte volte un bicchiere con un po’ d’acqua e la boccetta del farmaco. Dissi infine alla dottoressa che avevo tentato di parlare della salute di Arianna con la sorella Samira ma che la sorella, non comprendendo le mie benevoli intenzioni, o forse volutamente, mi negò un appuntamento, dicendomi che lei non poteva far nulla per la nostra relazione. Io ribadii che non volevo parlarle dei 126 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA rapporti che avevo con la sorella ma solo a proposito della salute di Arianna e malgrado la mia affermazione non ottenni il colloquio. La psichiatra infine mi congedò. Le chiesi allora di poterla rivedere per poter approfondire alcuni aspetti della mia relazione con la signora Boscarolo ma soprattutto per mettere in discussione il mio comportamento. La dottoressa mi rispose che mi avrebbe rivisto, se proprio io lo volevo, ma che non avevo nulla di cui preoccuparmi perché ero mentalmente sano. Dopo questo colloquio decisi di rivedere la dott.a Condona e mi fu dato un appuntamento per il 27 aprile 2005 (All. n. 171) Nel corso di quest’ultimo incontro con la dott.a Condona le raccontai le ultime vicende tra me e la signora Boscarolo ed il colloquio avuto con la psichiatra. La dott.a Condona era sempre stata messa da me al corrente degli eventi e degli incontri avuti con la signora Boscarolo, così ritenni opportuno riferirle anche questi ultimi eventi che, debbo dire, mi avevano fortemente turbato. La dott.a Condona era intenzionata ad aiutarmi come aveva già fatto in passato anche telefonando alla signora Boscarolo, ma convenimmo che non era possibile in quanto non possedevo più alcun numero telefonico della mia ex compagna se non quello del lavoro. Quest’ultima ipotesi di comunicazione la scartammo anche se, infine, la dott.a Condona mi disse di attendere una sua riflessione in merito e prima di congedarmi mi disse, sorprendendomi, che nel corso del colloquio con la signora Boscarolo era stata informata dalla stessa che era ancora innamorata del marito allora io commentai: “Ma allora perché non glielo dice e tornano assieme?” Era scaduta l’ora del mio appuntamento e ci salutammo con la promessa di risentirci. Nei giorni successivi riflettendo sulla mia relazione, sugli ultimi fatti e sui colloqui avuti con le due dottoresse e con il mio 127 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA medico curante, il dott. Piccoli che aveva anch’esso visitato Arianna, trassi la definitiva conclusione che questa donna era una persona infelice, che in tutti questi anni si era accompagnata a me con una forte dose di opportunismo, che un po’ di bene per me forse l’avrà anche avuto, ma il suo ego le negava una relazione stabile e duratura, probabilmente sentendosi ancora legata emotivamente al suo ex marito. Mi tornò in mente quanto passeggiando con lei mano nella mano per la via centrale di Erichi ad un certo punto incontrammo delle persone che io non conoscevo, che lei salutò e con le quali si intrattenne in una breve conversazione ed io non fui neppure presentato. Poi quando ci allontanammo da queste persone lei si rivolse a me dicendomi: “Ecco vedi quelli sono dei miei parenti e adesso penseranno che ho una relazione con te”. Non dissi nulla, pensai che fossero parenti del marito, continuammo a passeggiare per Erichi ma non più mano nella mano. Malgrado tutte le umiliazioni che ho ricevuto negli anni dalla signora Boscarolo non sono mai riuscito ad odiarla, calpestavo la mia dignità con i miei stessi piedi per il sentimento d’amore che provavo per lei, forse ho sempre saputo inconsciamente quali erano i sentimenti per il suo ex marito, non potevo e non posso biasimarla, d’altronde pensavo, quando mi diceva che lo rivedeva, che aveva avuto una figlia da lui e superavo così sempre i suoi atteggiamenti sgarbati, confidando che nel tempo lei potesse chiudere con il passato e vivere felicemente con me e con se stessa. Essendo ora una certezza il fatto che lei ancora amasse suo marito e di fronte all’evidenza che le sue malattie fossero correlate alla sua infelicità oltre che ad altri fattori biologici, sentivo che ero l’unica persona responsabile che poteva aiutarla, d’altronde in tutti questi anni passati non avevo visto nessun familiare che si occupasse di lei come invece mi ero adoperato io. Decisi così di parlarle francamente. 128 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Verso la fine di aprile o i primi di maggio 2005 la incontrai, lei mi fece sedere sulla sua auto, io dopo i saluti le dissi senza tergiversare e con tutta la gentilezza che potevo, che ero preoccupato per lei, che avevo parlato con uno psichiatra delle ultime incresciose situazioni da lei create, le dissi con dolcezza che mi ero reso conto le lei amava ancora il suo ex marito, (tacendo la confidenza fattami dalla dottoressa Condona) e la pregai di valutare la possibilità di tornare con lui, se questo la poteva rendere felice. Come risposta ne ebbi una risata sarcastica, poi ella aggiunse:”Figurati, se io lo volessi mi basterebbe schioccare due dita e lui correrebbe da me”. La risposta per quanto mi risultava, aggiungeva, certezza alla certezza. Io le risposi di schioccare quelle sue dita. Poi le chiesi se mi autorizzava ad un colloquio con suo fratello, quello che mi conosceva personalmente perché era il papà di quella nipote ammalata per la quale la signora Boscarolo ed io ci eravamo recati a Vodapa a chiedere la grazia e per il fatto che mi ero recato all’ospedale a farle visita mentre era degente; per questo pensavo, avrebbe accettato di parlarmi con benevolenza. Lei mi chiese perché volevo parlare al fratello, io le spiegai che ritenevo opportuno allontanarmi da lei definitivamente perché ne andava di mezzo la mia salute, ma anche perché mi ritenevo un irresponsabile a non riferire ad una persona di famiglia quanto avevo visto negli anni e quanto mi era dato di sapere. Arianna prese dalla borsa il cellulare e provocatoriamente mi disse: “Adesso telefono al maresciallo Bevilacqua, andiamo da lui così parli con lui”. Io con molta calma risposi che se voleva ci sarei anche andato dal maresciallo Bevilacqua, ma che non serviva a nulla. Il maresciallo, le dissi, non può venire a parlare con il tuo psichiatra, mentre un tuo parente, se lo desidera, lo può fare. A questo punto lei ritirò nella borsetta il cellulare e mi disse: “Fai quello che vuoi, se vuoi parlare con mio fratello fai pure, hai già cercato di parlare con Samira che non ti ha voluto sentire”. 129 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Io replicai: “ è per questo che ti chiedo di telefonare tu a tuo fratello, e poi andiamo assieme”. Arianna mi rispose che lei non gli avrebbe telefonato, io allora le dissi che da solo non potevo andarci e neanche contattarlo perché senz’altro lei mi avrebbe anticipato, non riferendogli certo la vera motivazione per cui mi sentivo in dovere di parlargli. Cercai di convincerla rammentandole quante attenzioni avevo avuto negli anni passati nei suoi confronti e che il mio interessamento era meramente a fin di bene e non certo per petulanza, aggiunsi: “ mi hai sempre fatto partecipe dei tuoi problemi di salute, io stesso ho cercato di sostenerti portandoti dove tu mi chiedevi, dove potevano aiutarti, ora invece divento un estraneo, non mi dici neppure che tua figlia è stata operata e che ha cambiato casa”. Lei mi chiese come sapevo questi fatti, io risposi evasivamente che lo avevo saputo e basta, non volevo dirle che era stata Ceresella a riferirmi i due eventi. Le chiesi se era un delitto preoccuparsi di sapere delle notizie delle persone a me care ma non ne ebbi risposta. Mentre scendevo dall’auto le chiedevo ancora se si era resa conto di essere venuta a ballare per provocarmi, che aveva cercato di farmi bisticciare; le chiesi se voleva in qual modo portarmi in una situazione per cui ne avrei dovuto pagare delle conseguenze anche solo per essermi difeso. La salutai pregandola di riflettere. Qualche giorno dopo, esattamente il giorno 24 maggio 2005 ( o il giorno seguente) ricevetti una telefonata da quel maresciallo mio amico che, alterato, mi diceva di essere stato chiamato in Procura perché la signora Boscarolo mi aveva denunciato (non mi disse per cosa) e aggiunse: “Ti avevo detto di non andare più a lavare la macchina a Costa”. Io cercai di spiegare come, quando e perché l’avevo rivista ma non certo mentre andavo a lavare la macchina. Il maresciallo mi disse che avrei dovuto raccontarlo al Procuratore a cui era stata trasmessa la denuncia, cosa che avrei fatto volentieri. 130 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Cercai in seguito il maresciallo per dargli delle spiegazioni di persona, ma evidentemente questi non voleva o non poteva sentirle. Dopo questa telefonata chiamai l’avvocato Neleo per fissare un appuntamento e nella stessa giornata le diedi la delega per la mia difesa. Preciso che l’avvocato Neleo era a conoscenza dei fatti avvenuti tra me e la signora Boscarolo perché la stessa era già stata da me contattata per una “riflessione” giuridica al tempo in cui la signora Boscarolo mi cedette il suo cane e si recò alla caserma dei Carabinieri di Costa di Erichi. Dopo aver saputo della denuncia e aver dato la delega all’avvocato decisi autonomamente di recarmi dalla signora Boscarolo. Alle ore 12 del 10 giugno 2005 giunsi ad Erichi, mi misi sulla statale tra Erichi e Costa dal lato direzione Costa a fianco della “Manifattura tessuti” situata in via Costa n, 48 e ne attesi il passaggio. Come le altre volte scelsi quella posizione perché lei non si sentisse obbligata a fermarsi, tanto più che ora mi aveva denunciato. La ”Manifattura tessuti” si trova a metà strada tra due semafori, proprio nel punto in cui le auto hanno maggior velocità. Alle ore 13 vidi da lontano giungere la sua auto, che con mia sorpresa e con una frenata repentina si fermò per poi chiedermi cosa facessi lì. Io le risposi testuali parole:”Scusami, era un po’ che non ti vedevo e ti ho aspettato per salutarti”. Come al solito le chiesi se potevo darle un bacino per salutarla, lei mi rispose di sì, si sporse un po’ dal finestrino, io la baciai sulla fronte e me ne andai. Ero veramente sconcertato, mi aveva denunciato, anche se non sapevo per cosa, e malgrado questo si era fermata e nelle modalità descritte, come se nulla fosse accaduto. Oggi, sapendo che la denuncia da lei presentata fu per molestie e minacce mi riesce ancor più difficile capire perché si 131 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA sia fermata, certo è che se io denunciassi qualcuno per molestie e soprattutto per minacce, mi guarderei bene dal fermarmi a lui o a lei appresso conversando e facendomi dare un bacio in fronte, figuriamoci poi se la denuncia fosse, come è, falsa. E’ estremamente importante che io chiarisca che l’essermi messo ad aspettarla, dopo aver saputo della denuncia, era solo al fine di vedere quale fosse la sua reazione, non intendevo assolutamente fare alcun cenno sulla denuncia stessa che per me era ancora di carattere informale, mi attendevo semplicemente che la stessa nel vedermi proseguisse la sua marcia senza arrestarsi. Per essere certo che questo episodio non mi fosse contestato come un ulteriore molestia o minaccia giunsi sul posto con un teste, il signor Odino Pere. La presenza di una persona voleva anche essere in un domani, quando avrei dovuto difendermi dalle false accuse della mia ex, la prova che lei non mi temeva, ma anzi che era vero il contrario. Inoltre se si fosse fermata e si fermò, ciò voleva anche deporre per la sua persistente incoerenza tra il dire e il fare. Le incoerenze nei suoi modi di fare sono l’elemento principale che contraddistingue il suo comportamento nei miei confronti. Un giorno mi diceva che non voleva………, il giorno dopo o pochi giorni dopo mi cercava e voleva…….. Attesi sino al 27 o 28 di giugno, solo allora l’avvocato Neleo mi comunicò che la denuncia era vera e che si trattava di denuncia per molestie e minacce. Sempre di mio impulso il 29 giugno 2005 mi recai nuovamente ad Erichi con un altro testimone la signora Rozzala Giovanna. Questa volta volevo chiedere alla signora Boscarolo per quale motivo o per quale fatto mi avesse denunciato e dimostrare con un altro teste la condotta della mia ex. Mi accordai in precedenza con la signora Rozzala perché questa mi raggiungesse nel luogo dove intendevo incontrare la 132 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA signora Boscarolo. Volevo assolutamente che ci fosse una persona che testimoniasse che io non la avevo costretta a fermarsi. Mi misi in attesa nella strada limitrofa a quella dove lei lavora e precisamente in via Aldo Bianco a 50 metri dall’incrocio proprio di fianco ad un cancello. La signora Rozzala stava all’angolo con la via Aldo Bianco e la stradina che porta agli interni della stessa via, poco distante ma in una posizione idonea a testimoniare dell’incontro. (All. 172 - disegno della via). Per essere sicuro di incontrarla avrei dovuto aspettarla nelle immediate vicinanze all’ufficio dove lavora, ma così il teste non sarebbe servito allo scopo. Il posto dove scelsi di aspettarla mi dava una buona percentuale di sicurezza che ci saremmo incontrati perché, tra le varie strade che percorre per andare a casa era quella da lei più utilizzata. Verso le 12 e 45 l’auto con a bordo la signora Boscarolo svoltò nella via, arrivata vicino a me la salutai, lei si fermò, mi salutò e mi disse che aveva fretta, doveva andare alla posta ed era già tardi. Le dissi che avrei rubato solo tre minuti. Fermo, di fronte a lei che era seduta in auto, le chiesi, senza dare alcun’enfasi alla mia domanda: “Perché mi hai denunciato?” Mi rispose: “Io non ti ho denunciato”. Ero rimasto volutamente in piedi di fronte a lei, non mi ero seduto in auto perché non ci fosse da parte sua un qualsiasi timore, seppur infondato, ed anche perché non si sentisse impedita ad allontanarsi. Dopo che lei negò di avermi denunciato, io le dissi con molta calma ma con fermezza che avevo già da qualche tempo nominato un avvocato e che questi mi aveva appena comunicato, dopo essere stato in Procura, che ero stato da lei denunciato per molestie e minacce. Le domandai perché avesse fatto quel gesto ai danni di una persona con cui aveva avuto una relazione di quasi sette anni, che l’aveva sempre amata e aiutata di fronte ad ogni avversità. Le dissi che per le molestie era possibile mettere in discussione il mio modo di fare, che ciò che io ritenevo soltanto un modo per sapere come stava e non interrompere 133 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA completamente i rapporti con lei era anche padrona di valutarla inopportunamente una molestia, le rammentai i nostri incontri del primo di aprile, delle Palme, di Pasqua, le rammentai che proprio alle Palme quando le chiesi se aveva intenzione di ridarmi il numero di cellulare mi rispose: “Per adesso vediamoci così quando capita”. Le domandai perché in quegli ultimi tempi si era sempre fermata a salutarmi e sottolineai che non la avevo mai costretta, naturalmente tacendole la presenza di testimoni. Le dissi che per quanto riguardava le minacce, io non mi ero mai permesso di minacciarla di alcunché e con una gran dose di autoironia le chiesi se forse intendesse una minaccia il fatto di averle detto che la avrei amata per sempre. A questo punto la signora Boscarolo capendo che ero stato informato formalmente della denuncia, mi disse: “Sì, ti ho denunciato perché è ora che tu smetta di interessarti delle mie cose, sei andato a chiedere in giro di mia figlia e io non voglio che tu lo faccia”. Io le risposi che quando la figlia era stata da operare al ginocchio non si era posta “il problema” che oggi si poneva, anzi per l’intervento chirurgico al ginocchio della figlia ero stato chiamato da lei decine di volte, con l’esplicita richiesta di aiuto e del mio interessamento. Le dissi in ultimo che non ero assolutamente andato in giro a chiedere, ma che ciò che sapevo mi era stato raccontato spontaneamente da una persona che entrambi conoscevamo e che per di più preoccuparmi di sapere della sua salute o di quella della figlia non si poteva certo definire un reato di minaccia o di molestie. Non ero certo soddisfatto di ciò che mi diceva perché le sue motivazioni mi parevano assurde. Decisi di interrompere la conversazione, le ribadii che io e lei avevamo avuto una relazione di sette anni in cui mi ero sempre prodigato a tutte le sue necessità e la pregai di riflettere su ciò che aveva fatto pregandola di ritirare la querela. Come responso a questa ultima frase la signora Boscarolo mi rispose: “Io e te non abbiamo mai avuto nessuna 134 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA relazione”. Non c’era più nulla da dire di fronte a questa affermazione, la salutai e ritornai a Tortorinolo. Oltre al testimone, per collocare temporalmente l’evento il sottoscritto si è recato: alle 12, 22 in via Costa n. 17 al bar il Dolce Caffè (All. n. 173 ) poi ritornato a Tortorinolo mi recai immediatamente presso il bar I due pilastri ed esattamente alle ore 13, 14 (All. n. 174 ). Opportunamente il sottoscritto con grande umiltà invita codesto Tribunale, se lo ritiene opportuno, sia per questo fatto che per tutti quelli che ho citato, di indagare su quale centrale telefonica fossero agganciati e in che ora, il mio cellulare e quello nuovo della signora Boscarolo, di cui non conosco il numero. I giorni successivi telefonai alla dott.a Condona per metterla al corrente dei fatti, preso atto delle mie dichiarazioni e del fatto che io avrei dovuto rispondere a questa Procura sul mio comportamento, mi consigliò, in quella circostanza, di farmi fare una relazione psichiatrica per sgomberare il campo da possibili interrogazioni ci potessero essere sul mio stato mentale. La dottoressa Condona insistette sulla relazione psichiatrica affermando che sicuramente Arianna per vendetta e peculiarità di coloro nelle sue condizioni intellettive, avrebbe fatto in modo che si dubitasse del mio stato psichico, finanche per allontanare le attenzioni sul suo. Il giorno 14/7/2005 andai all’ASL dove fui sottoposto ad un colloquio da uno psichiatra ( mai visto ne conosciuto) che come da certificazione del mio medico curante doveva valutare il mio stato mentale e “ difficoltà di coppia”. Al termine di un lunghissimo colloquio il medico dell’ASL mi rilasciava certificazione in cui si legga: ”Il signor Animaviva non presenta turbe psicopatologiche - vengono riferite problematiche di coppia, non necessita di terapie specifiche (All. 135 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA n. 175 ) il medico nel consegnarmi il certificato mi disse: “Non veda più quella donna, è pericolosa”. Voglio con questo mio scritto evidenziare che ho cercato di riportare tutti i fatti che secondo me sono necessari per far comprendere che il sottoscritto non ha mai inteso molestare né tantomeno ha mai minacciato la signora Boscarolo. Le mie intenzioni nei confronti della stessa sono sempre state di un sentimento che contempla anche l’aiuto morale e materiale ed è ciò che io ho sempre perseguito. Le prove documentali sono state ricercate con meticolosità e prodotte allo scopo di provare la nostra assidua frequentazione che, di fatto, era una relazione almeno per me. Opportunamente chiedo a questo Tribunale che la signora sia interrogata prima che lei possa leggere questo scritto al fine di far emergere anche l’assurdità e falsità di quello che asserisce la signora Boscarolo; in altre parole che questa relazione non è mai esistita o che irrazionalmente sia durata solo alcuni mesi. La dichiarazione della signora Boscarolo che tra me e lei non vi è stata mai alcuna relazione, è stato il motore che mi ha indotto a raccontare buona parte del vissuto dal 1996 ad oggi, confidando che sia compresa l’assurdità sia della dichiarazione della mia ex compagna che della querela che questo Tribunale deve valutare, querela che io ritengo calunniosa e altamente offensiva ancor più perché proveniente da persona di cui io ho sempre avuto rispetto anche di fronte ai maltrattamenti, da lei, gratuitamente inflittimi. Voglio ricordare a questa Procura che persino con il suo cane, che definiva la sua bambina, la signora ha tenuto un comportamento definibile di maltrattamento, quando, pur anche per evitare dei danneggiamenti alle proprie cose, non trovava altra soluzione che legarla ad un termosifone con una corda che non permetteva alla cagnina di muoversi che per pochi passi a circa un metro dal termosifone, questa soluzione fu superata solo dopo che il sottoscritto la richiamò e la signora risolse il problema affidando a me il cane. 136 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Tutto ciò che sono stato costretto a raccontare e pongo l’accento, costretto, descrive, per quanto mi consta, una persona con aridità di sentimenti, con una personalità disturbata, forse anche indotta da particolari “vissuti” che ne fanno certo un’attenuante, pur non cancellando l’intenzionalità delle menzogne dette e pur non annullando la protervia con cui ella cercò di descrivermi negativamente. A seguito del colloqui, avuto con gli psichiatri, sono anche dovuto giungere definitivamente alla conclusione che la stessa sia afflitta da problemi psichici e credo che proprio il mio esternarle queste ipotesi abbia indotto la stessa a denunciarmi per evitare che io informassi altre persone della sua famiglia della mia convinzione riguardo alla sua salute mentale. Insto formale domanda alla Procura e a codesto Tribunale questa Procura, di sottoporre la stessa a perizia psichiatrica in modo da ottenere risposte oggettive sul suo stato mentale e trarne anche di conseguenza la considerazioni se la denuncia sia fondata o meno. Naturalmente il sottoscritto, pur avendo già prodotto idoneo documento atto a provare le sue condizioni mentali, si rende disponibile ad ogni valutazione di carattere periziale a cui l’A. G. vorrà sottoporlo. In ultimo, chiedo di valutare attentamente il mio scritto (All. n. 176) che è una lettera da me preparata per la signora Boscarolo e mai spedita, per il semplice motivo che il giorno in cui volevo inviarla fui avvisato dal maresciallo di essere stato denunciato. La lettera è stata inserita qui di seguito per comodità di lettura. 137 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Ciao Arianna Mancavano pochi mesi e sarebbero stati otto anni che condividevo la mia vita con te. Otto anni Arianna! Quante cose abbiamo vissuto assieme! Anche se mi hai tenuto sempre un po’ distante, non permettendomi di diventare completamente il tuo compagno, io ho fatto tutto ciò che il mio sentimento verso di te mi diceva di fare. Il mio amore per te in questi anni era cresciuto, era grande, grande. C’era passione, tenerezza, serietà e c’ era desiderio di stare con te ogni attimo. Nulla era più mio ma di noi due. Sarei stato disposto ad ogni sacrificio pur di vederti allegra, felice. Io credevo con il mio amore, con la mia pazienza, di aiutarti a sconfiggere i problemi della vita e farti superare le difficoltà della malattia. Non riuscivo ad allontanarmi da te, né col corpo, né con la mente, un solo attimo. Era un dovere per me starti vicino, io ho creduto di essere importante per te, come tu lo eri per me. Tu non te ne sei accorta ieri e neanche oggi sai quante umiliazioni mi hai inflitto! Io superavo ogni tuo atteggiamento negativo con il mio amore per te, non immagini quanto dolore mi hai dato senza neanche accorgertene! Non riuscivo a rassegnarmi, nonostante il tuo modo di porti a me, speravo che il tempo che passava ti facesse capire che, per me, tu non eri un gioco, non eri un po’ di sesso, un’alternativa, ma una persona speciale. 138 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Dentro di me c’era una promessa di un progetto di vita che ci portasse ad essere felici. Le nostre vite hanno percorso la stessa direzione, tu più lenta, a volte ferma, io veloce, a volte più della luce. E’ passato un sacco di tempo da quando sono arrivato nello starti vicino, alla consapevolezza di desiderare la mia vita con te ed ero felice, nonostante tutto, di aver raggiunto questo stato. Oggi le nostre vite vanno in direzioni opposte ma è corretto dire “vanno”! Io sono rimasto senza energia, è lo spirito di sopravvivenza che mi spinge ad alzarmi al mattino. Eri diventata veramente la benzina del motore della mia vita. Io credo che abbiamo cercato tutti, quando c’è capitato, di non vedere ciò che ci poteva far stare male; io sentivo che non eri innamorata di me, non capivo perché! Ero gentile, premuroso, attento ad ogni tuo bisogno, non mi concedevo mai nulla, senza sapere prima se tu non c’ eri o non ci saresti stata. Abbiamo passato, qualche volta, un bel po’ di tempo a casa tua a guardare la televisione. Io ti passavo la crema sulle caviglie e sulle braccia, dove la malattia ti stava aggredendo, ti scaldavo i piedi, ti coprivo con la coperta, ti accarezzavo i capelli. Non c’ era nulla di più ma io ero felice lo stesso. Non eravamo andati da nessuna parte ma era come se fossimo stati nel più bel posto del mondo. A volte venivo via da casa tua e ringraziavo il cielo per aver trascorso ancora una volta un giorno con te. Spesso tornando a casa mi lagnavo con me stesso, mi mancavi dopo pochi metri. Arrivavo su dalla salita e prima di entrare nella galleria già ti chiamavo. Dopo la galleria e sino a quasi a Tortorinolo manca la linea telefonica, ecco perché ti chiamavo in quel tratto di strada, chiamarti dopo quel tratto di strada voleva dire attendere dieci 139 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA minuti per poterti risentire, poi sotto casa già ti richiamavo per dirti che ero arrivato e darti la buonanotte. Qualche volta mi hai visto piangere; forse non si addice ad un uomo ma io assolutamente non mi vergogno di aver pianto. Il pianto per amore lo paragono all’emozione di un bacio intenso dato all’innamorata. Quello che non sai è che molte volte, dopo aver fatto l’amore con te, ho pianto per la gioia, sì Arianna, per la gioia di avere te lì con me e dopo quel pianto avrei voluto poterti dire cosa sentivo dentro di me e che quell’emozione non l’avevo mai provata in vita mia. Ci sono state altre grandi e dolorose emozioni che mi fecero piangere: cadesti svenuta nelle scale dell’Hotel Parconi, io ti credetti morta, in quegli attimi prima di vederti riprendere conoscenza era come se fossi morto anche io. Mentre ti visitavano all’ospedale ero sconvolto e quando fui solo, nascondendomi a te, piansi tanto per la paura vissuta. Ho ancora negli occhi e nella mente il tuo naso schiacciato contro la ringhiera, il tuo viso bianco, ti chiamavo e non rispondevi, è stata la prima volta in assoluto nella mia vita che mi sono lasciato prendere dal panico. Uno dei tanti giorni vissuti assieme mi dicesti che se non aveste venduto la casa di Nipo Tortolinese sarebbero stati guai e che rischiavi di rimanere senza lavoro, per te era uno sfogo confidarti con me, io ti ascoltavo e cercavo di rincuorarti. E’ difficile spiegarti cosa provavo, mi venne come una vampata di calore, era un così grosso dispiacere sentirti così avvilita. Non piansi, il mio ruolo in quel frangente era di darti forza, tu non te ne accorgesti ma io piansi dentro di me in silenzio. Oggi se passo davanti a quella casa mi lagno liberamente pensando a quanto ero anche io avvilito nel vederti preoccupata. Ci sono tanti altri episodi in cui condividevo il tuo dolore, con un dolore altrettanto forte e tu non te ne accorgevi, quando quel medico all’ospedale ti fece tanto male nel farti una puntura che paradossalmente era per farti cessare il forte dolore allo stomaco, io in quel momento sentii nuovamente quella vampata 140 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA di calore dentro di me, non scorderò mai l’espressione sofferente sul tuo viso e non scorderò mai il dispiacere e l’impotenza che provai. I dolori più grandi e struggenti che hai vissuto in questi anni, io li ho vissuti con te, tu non te ne sei resa conto che queste condivisioni mi legarono a te per sempre e anche oggi pur lontana da me, io sento forte questo legame. Questo lungo tempo passato al tuo fianco mi ha donato un numero infinito di ricordi, di emozioni contrastanti; ora c’è un vuoto pauroso, è vero dolore, è perdere la vita rimanendo vivo (chissà se mi capisci), è come essere rimasto senza fiato. Eppure il mio cuore batte e quando ripenso ai momenti vissuti con te, inevitabilmente aumenta il ritmo, forte, forte. Arianna, tu non immagini quanto io ti amo! Mi mancano le parole per dirtelo e non immagini quanta nostalgia abbia di te! Io conosco le tue ansie come nessun altro e so cosa fai in ogni momento della giornata così bene che mi basta socchiudere gli occhi e sono li con te. Sono arrivato sino a quel giorno di giugno vivendo di ciò che mi davi ed era sempre meno guardando le cose con distacco, ma per me qualsiasi attimo con te era una gioia, magari sbagliavo, cercando di rosicchiare come potevo un po’ di tempo per stare un po’ di più con te, ma tu eri la mia vita. Ripeto, sbaglierò ma solo il fatto che ho desiderato stare sempre accanto a te avrebbe dovuto lusingarti, intenerirti, che so, darti la certezza dei miei sentimenti. Quel giorno, quando mi dicesti: “Io domani, forse, vado in piscina” ho capito che di me non ti importava nulla. Hai chiamato Nerina mille volte “la mia bambina”. Sappi Arianna che, per me, Nerina è come se fosse nostra figlia, una figlia adottiva. Avrei voluto che stessimo tutti assieme, correre per i prati, essere felici e tu invece, come se neanche fosse 141 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA stata la tua cagnina, mi dicesti: “Te l’ho detto che devi avvisarmi quando me la porti”. Te lo giuro Arianna che rinuncerei a qualsiasi cosa, anche all’opportunità, se mi si offrisse, dell’eterna giovinezza, se tu ti presentassi all’improvviso a casa mia. Se io dovessi scegliere tra te e l’immortalità non avrei neanche un istante di esitazione, la più piccola delle titubanze, sceglierei te! Ciò che è accaduto dopo la tua risposta al mio venire da te con Nerina, tu lo sai. Forse puoi cercare di dare altre risposte, ma una sola è la verità: tu mi hai ferito in quel momento, dicendomi quelle cose così dolorose che aggiunte alle altre vissute in silenzio negli anni passati, io non ce l’ ho fatta più ! Sei stata assente in tante occasioni particolari e importanti della mia vita, sei stata assente e non avresti dovuto esserlo, era giusto che tu ci fossi, anche solo in cambio del fatto che io non sono mai mancato in tutte le tue rilevanti e particolari “vicissitudini” e ritengo che avresti dovuto esserci anche per corrispondere l’amore che ti ho dimostrato lungamente con la mia presenza giornaliera e ad ogni tuo appello. Quel giorno sentii che la mancanza di sentimenti non era solo nei miei confronti ma anche nei confronti di Nerina e non resistetti a dirti la mia rabbia ed il mio dolore. Povera Cagnina e povero Toni, per noi sei il nostro riferimento di vita, lei non può dirtelo con le parole e non ci sarebbe neanche bisogno di parlare per capire quanto eri e sei importante, per lei, per me. Avresti dovuto capire nel silenzio dei fatti. Che tu sia andata o che andrai in piscina o non ci andrai mai più poco importa, resta il fatto che non provi le stesse trepidazioni che Nerina ed io abbiamo nel vederti e nello stare con te. Ricordalo, Nerina dalla contentezza ti saltava sino sulla spalla e ti baciava leccandoti, sembrava vedendoti salire al settimo cielo, la sua coda scodinzolava così forte che io qualche volta ho pensato sorridendo dentro di me, che se quella coda fosse stata un’elica 142 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Nerina sarebbe volata veramente al settimo cielo……… e Toni ? Toni vedendoti ti ha sempre abbracciata forte forte e poi tenuta la mano, bacino e cara, volavo anche io al settimo cielo ed ero in estasi solo a guardarti negli occhi. Tu invece di stare con noi ci dicesti: “Forse vado in piscina”. Che tristezza, che pena di fronte alla tua mancanza di sentimenti nei confronti di tal immenso amore di una “bestia” (solo perché quadrupede) e di un’altra “bestia” che sono io perché non ho capito prima che in te c’ è una frattura che ti scollega dalla possibilità di dare e di dare solo per amore, anche senza ricevere nulla in cambio. Poi, ciò non sarebbe perché tu da me hai avuto tanto amore senza nulla dare. Sai? Mi viene in mente quando mi dicevi che giocando a palla con Nerina sporcavo le piastrelle di lucido per scarpe, o quando ti lamentavi per i peli o delle marachelle che, ogni tanto, la Piccina combinava e così so cosa è più importante per te. Non mi sbaglio Arianna, finché vedrai le “piastrelle sporche” o i peli del cane, o del gatto che già ti sbarazzasti per la stessa ragione, non sarai mai felice né amerai. L’amore è anche rimetterci piuttosto che guadagnarci, per amore di Nerina, darei in cambio anche tutta la casa e qualcosa di più, come per te darei anche la vita. In una recente telefonata mi hai detto che ti ho arrecato danno portandoti via ciò che ti avevo regalato e che le porte, se non ti avessi dato i vetri io, le avresti fatte fare con altri vetri e ora non dovresti spendere. Intanto i vetri non te li ho dati, ma regalati e quando mi dicesti che ti sarebbero piaciuti, li ho tolti ad un’altra persona a cui li avevo già regalati e che me li ha restituiti sapendo quanto io ci tenessi darli a te e farti felice. Non credere che io abbia avuto una qualche soddisfazione nel portarti via ciò che per me era anche un’esternazione del mio amore, piccoli ed un po’ più grandi regali che io ti avevo donato con grande gioia. Ogni volta che ti compravo anche solo un peluche, non stavo più nella pelle, non vedevo l’ora di portartelo, 143 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA di strapparti un sorriso, un bacio o un semplice piccolo e appagante grazie. Tu ora vedi solo un danno materiale e forse sarà sempre e solo un danno materiale per te, ma per chi ama o vuole bene (come mi dicevi tu), non c’è nulla che non valga la pena di perdere pur di conservare il compagno che ti ha sempre amato così disinteressatamente. Per il bene tuo, io perderei ogni mia cosa e sarei anche disposto a farmi ogni sorta di debito, pur di vedere il sorriso di chi amo. Le cose che ti regalai sono da me custodite, sono sempre tue. Dentro di me ci sono anche i regali non materiali che ti donai e che tu non vedesti e ancora oggi non vedi, quelli sì che erano importanti, un pezzo della mia vita, il più bello, il più rigoglioso. Quel mio pezzo di vita che ti è stato regalato, era il dono più importante che potevo darti, ma per te contano ben altre cose. Ricordi? Ti dissi: “Invece di comprare gli stivali rosa spendi quei soldi per fare una grande festa a casa tua, invita gli amici”; mi avresti fatto sentire per una sera il tuo amato compagno, avremmo riso, avremmo scherzato, avremmo gioito della mia felicità, che forse sarebbe stata anche la tua. No Arianna, per me non sarebbe stata solo felicità ma tanto di più. Le mille occasioni ed il tuo modo di fare mi hanno portato a capire che per te è più importante l’apparire che l’essere. A me non importa se vado in giro con un furgone Transit cassonato, non me ne frega niente se indosso camicie 70% plastica e 30% cotone o se le mie scarpe sono un po’ fruste. Per me contano altre cose e queste risiedono tutte nell’essere e non nell’apparire. Sono fiero di me perché riesco ad andare contro tutto e tutti se credo che sia giusto, sono fiero di me perché non mi piego a compromessi, agisco liberamente, non curante di ciò che gli altri pensano o dicono di me. Non devo rendere conto a nessuno di nulla se non a me stesso e credimi, io sono un giudice severo con 144 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA me stesso. Quando agisco è perché ho già considerato che è legittimo ed inderogabile. Naturalmente posso sbagliare anche io. Essere così mi è sempre costato molto, ad andare contro i potenti o i vigliacchi c’ è sempre da rimetterci perché in un modo o in un altro, te la fanno sempre pagare. Io ho fatto la mia scelta e finché avrò la forza, mi opporrò ad ogni vessazione che sia rivolta a me o ad un qualunque essere che da solo non sia in grado di difendersi. Ti ho appena detto che non devo rendere conto a nessuno di ciò che faccio, l’unica persona a cui avrei permesso di condividere le mie scelte, della quale avrei ascoltato il parere, quella eri tu, questo si chiama fiducia e la fiducia è un complemento dell’amore che io provo per te. Sono stato tanto leale con te, tanto da sembrare un ingenuo, ti ho sempre messo al corrente di ogni cosa io abbia fatto nella vita sin dall’inizio della nostra relazione, al contrario di te che mi hai nascosto episodi importanti e dolorosi che io avrei di buon grado condiviso con te. Tutto ciò avrebbe dovuto “rendermi” amore, il tuo amore e non certo come mi dicesti tu: ”L’amore non si compra con i regali”. Come se io ti regalassi qualcosa per comprarti! Povera Arianna, povero amore mio, come fai a pensare una cosa del genere? Cosa hai vissuto di così deleterio che ti porta a fare un pensiero così meschino? Ho sempre pensato, facendoti un regalo, di fare un po’ di quello che sto facendo adesso, era come scrivere “Ti amo”. Ti ho regalato la mia vita in questi anni, questo regalo avrebbe potuto, avrebbe dovuto aprirti il cuore e concedermi di entrarci per sempre e se fosse dipeso da me ci sarei rimasto per tutta la vita, nella buona e nella cattiva sorte. Dopo tanti anni in cui ti ho veramente adorato, anni in cui mi sono legato a te indissolubilmente per una fusione spirituale (solo 145 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA mia) che solo un vero sentimento permette, hai chiuso il nostro rapporto con l’unico gesto improduttivo che potevi fare! Io non ti porto rancore. Forse in un domani, ciò che oggi hai ritenuto giusto fare, ti darà all’improvviso un senso di assurdità e forse dolore nella consapevolezza di essere stata ingiustamente crudele. Se ciò non avverrà buon per te così non ne soffrirai. Rifletti comunque sul fatto che io non sono una macchina ma un uomo. I miei sentimenti mi rendono insopportabile la tua lontananza ancora oggi dopo sei mesi, potresti pretenderlo da un cervello elettronico di cancellare una storia in pochi istanti, semplicemente ciccando su “elimina”, ma io ripeto sono solo un uomo e non potrò mai cancellarti dalla mia memoria. Se l’amore per te non ci fosse stato, ti avrei girato le spalle e me ne sarei andato per la mia strada, invece dopo quasi due anni in cui tra noi non c’era più stato alcun rapporto sessuale (non certo per una mia carenza di desiderio), io ero ancora lì accanto a te e ti appartenevo come se nulla fosse mutato. Per quanto riguarda il sesso, ti ricordo che a ballare, alcune volte, prima ancora di stringerti a me mi succedeva di avere un’erezione e tu mi dicevi: “Mi fai schifo”. Oggi non ti rendi conto, così come non te ne rendevi conto ieri, che quell’eccitazione era una grandissima lusinga nei tuoi confronti, perché quell’eccitazione non era causata da un contatto tra i nostri corpi ma proveniva dalle mie pulsioni, derivava dal sentimento nei tuoi confronti, dalla passione, dal desiderio di te. Non ti rendi conto che quella manifestazione era una impulso di vita innocente e infinitamente naturale, non ti rendi conto che era la manifestazione dell’amore che portavo e porto dentro di me e non ti rendi conto di ciò che ci hai negato nel non lasciarti prendere dal vortice dell’amore e dell’emozione di un bacio appassionato. In tanti anni non c’è mai stata una volta che tu mi abbia sbottonato neanche il bottone del colletto della camicia prima di 146 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA far l’amore, forse con le parole non riesco a darti l’idea di quanto soffro nel pensiero che non hai mai provato il piacere o la voglia di essere tu a dare il via a momenti magici, a momenti felici. Soffro ma non solo per me, soffro anche per te che non riesci a provare gioia nell’eros. Tante sere, dopo una giornata vissuta con te, ti accompagnavo a letto, prima ti rivoltavo la coperta, accendevo il lume, spegnevo il lampadario, tu arrivavi infreddolita come sempre ed io per scaldarti il letto ero stato col mio corpo sul materasso dalla “tua parte”, tu entravi sotto le coperte, io ti coprivo bene poi infilavo le mani sotto le coltri e ti scaldavo i piedi. Ti mettevo un bicchiere d’acqua sul comodino, ti accarezzavo i capelli, ti coccolavo, di nascosto pregavo per te e poi uscivo in silenzio da casa tua, tirandomi dietro la porta piano piano per non svegliarti. Morivo dentro perché anche se ti era passato il mal di stomaco avevo fifa che ti tornasse e che quando questo accadesse, tu non avessi la forza di chiamarmi. Morivo dentro anche quando baciavi la foto della Madonna che hai sotto il cuscino, baciavi la statuetta di S. Antonio che hai sul comodino e baciavi il Gesù Cristo (prima casa) appeso al muro ma non baciavi me che ti ero stato così vicino, così vicino da soffrire io stesso interiormente e dolorosamente di quel maledetto “mal di stomaco” che ti veniva dopo mangiato. Morivo dentro perché non potevo stare lì a vegliare sul tuo sonno per essere presente se fosse necessario soccorrerti e curarti. Avrei voluto abitare vicino a te per almeno essere lì in pochi istanti se ne avessi avuto bisogno, ci ho pensato tante volte e tu lo sai, di cambiare casa cercandone una il meno distante da te, anche questo pensiero era amore, certo non mi sarebbe mai venuto in testa di andarmene ad abitare a quattrocentocinquanta chilometri di distanza, come a fatto tua figlia, neanche se ciò mi avesse reso ricchezza o gratificazione. Credo che valga anche la pena dirti di riflettere che malgrado siano mesi che non ci frequentiamo io sono rimasto solo e non 147 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA sono certo andato in giro in luoghi che abbiamo condiviso o altrove, facendomi vedere in compagnia di più donne. Realtà che mi distingue da altra persona. Realtà che ti dovrebbe dire dove sta colui che ti ama veramente e dove quello che preferiva a te, un mazzo di carte (se vogliamo chiamarlo così). Soprattutto e aldilà di come “altri” si sono comportati nei tuoi confronti, io sono solo perché non posso dare nulla di giusto ad un'altra donna mentre amo ancora te e quindi sto solo e non inizio un'altra relazione, per non fare ad un’altra quello che non avrei voluto che fosse fatto a me. Certo non mi sono fatto mancare un po’ di compagnia femminile ma per lo meno sono stato sincero circa i miei sentimenti, evitando di creare fittizie illusioni. Tornando a quei giorni di giugno ricordo ancora che mi dicesti una frase, il tuo tono era sibilante, una sentenza : “Tanto io ho le tue lettere e testimoniano che io non ti ho mai amato” Cara Arianna, gli uomini hanno costruito gli orologi, quasi tutti ci guardano l’ora, pochi altri ad un orologio ci hanno collegato dell’esplosivo e ucciso delle persone. La stessa polvere pirica fu inventata per quanto mi consta per fare i fuochi d’artificio, per rendere le feste più importanti, più celebrate e poi invece è stata usata per scopi bellici. Ti ho fatto questi esempi per dire che tante cose sono state fatte dall’uomo per uno scopo preciso, poi altri le utilizzano diversamente. I primi di solito creano qualcosa di utile, di buono, gli altri se ne servono per atti contrari. Così le mie lettere che testimoniano per i loro contenuti quanto sia stato grande il mio amore nei tuoi confronti, io le creai per esternartelo, diventano per te un “atto” contrario. Dipende da un punto di vista diverso. Io rimango dalla parte di chi ha creato l’orologio per guardarci l’ora e così anche per chi ha creato la polvere pirica con lo scopo di rendere la festa più avvincente. 148 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Quelle lettere erano lettere d’amore serie, sconsolate, propositive, colme di intensa tenerezza di passione. Non erano parole, erano verità. Questo mio scritto, questa lettera per te, ha ancora una volta la stessa motivazione, gli stessi contenuti anche ripetuti delle altre mie lettere, ma tanto seri che definisco importanti come la tua stessa vita, perciò ti prego dagli il giusto senso. In questi anni credo di averti ampiamente dimostrato che ti amavo, so benissimo che anche dare tutto me stesso non è servito a farti innamorare di me, è successo a me come è successo a tante altre persone però credo che tu non abbia mai voluto affrontare le difficoltà (quelle tutte tue) e quelle che inevitabilmente si formano in tutti i legami stabili. Sei fuggita dalle tue responsabilità ed è questo che ti rinfaccio e non i regali che ti feci come vai dicendo tu. Mi dicesti di non aver sporto querela nei miei confronti (falsamente) perché mi volevi bene bene. Io ci credo Arianna che tu mi abbia voluto bene, credo anche che quel bene sia stato da me ampiamente meritato. Non è nelle cose che ho fatto o che ti ho dato il mio merito ma in ciò che pensavo ogni giorno per te, ed era di farti ridere, darti piacere, darti calore, farti sentire importante e soprattutto non farti sentire sola di fronte alle avversità. Non mi hai querelato per il bene che mi vuoi? Forse è vero in parte, ciò che ti ha “sconsigliata”è che io non ti ho mai fatto altro che del bene fine a se stesso. Quello che ti contenne, per quanto mi consta, è la tua dipendenza “dall’apparire”, io di certo avrei raccontato le mie debolezze in te e conseguentemente avrei anche raccontato tutta la mia vita con te senza tralasciare alcun aspetto. Il tuo “apparire” avrebbe subito un terremoto. Da parte mia accetterei una sentenza negativa se avessi responsabilità ma non posso altro che addebitarmi un amore sincero non corrisposto. Un amore dove ripeto ti appartenevo e giammai pensavo di possederti. 149 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA L’amore è l’esercizio più sublime e alto di rispetto dell’altro ed io ti ho rispettata in tutto ciò che credo sia il rispetto per una donna o per la donna che amo e ti ho rispettata anche se non mi hai mai amato ed in questo caso, credo che il mio rispetto valga ancora di più Ti ho rispettata anche di fronte alle tue debolezze, alle tue fragilità ed alle tue singolari illogicità. Il mio amore per te non è finito anzi, è più forte di prima e produce ancora in me dolore e sconforto. Un giorno forse scoprirai che non provavi solo affetto per me ma vero amore, chissà? Oppure scoprirai che non sono stato nulla, neanche un affetto. Mi fosti descritta come persona che non ammette mai di sbagliare e negli anni mi sono reso conto che purtroppo era vero. Sbagli ancora se non vuoi ammettere che hai cominciato a perdere visibilmente la salute, da quando hai sofferto di quel cambiamento della tua vita da te voluto e di fronte all’estremo della sopportabilità io credo che quel cambiamento non fosse rimandabile. Il Redosclerima è una malattia psicosomatica sicuramente, sono altresì propenso a pensare che anche le altre malattie che ti affliggono siano scatenate dal tuo ego che non trova pace da quel lontano giorno. Il tuo cuore non è libero! Liberalo, ti prego! La scelta è solo tua, non rimandarla, altrimenti continuerai a pagarne le conseguenze. Non c’è astio in questo mio scritto ma solo desiderio di farti meditare. Arianna ti prego ama qualcuno, amalo per pregi e difetti, amalo perché ti dà incondizionatamente la sua vita, dagli fiducia e vedrai, ciò ti guarirà. Io ti ho chiesto sempre scusa, anche quando non avevo niente di cui scusarmi. La mia dignità così finiva calpestata sotto i miei 150 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA stessi piedi ma, non contava nulla di fronte al bene così prezioso della tua presenza nella mia vita. Io mi auspico che il tuo orgoglio non ti neghi la possibilità di tornare con me se ne sentirai l’impulso. Ti prego perciò Arianna di pensare a noi, a questi lunghi anni in cui ci puoi trovare quelle emozioni che potrebbero rivelarti un sentimento e le motivazioni per vivere la tua vita con me. A scuola se sbagli un esame, te lo fanno ripetere, nella vita che è fatta completamente di esami, se ne sbagli uno, non ti si dà la possibilità di ripeterlo e l’errore lo paghi sempre sulla tua pelle. Non posso altro che dirti che ti ho amata con gran passione e che ancora ti amo con tutto me stesso. Ti aspetto, pur vivendo la mia vita, ti aspetto con grande tenerezza e con grande determinazione. Non ho scritto a mano questa lettera perché tu potessi leggerla senza la fatica dell’interpretare la mia grafia. Se ti và fammi una cortesia rileggendola ancora una volta, io te ne sarò grato. Grazie La lettera che c’è nella busta assieme a questo mio scritto era già stata da me ultimata da più di un mese, poi ti ho incontrata e mi hai detto delle cose a cui voglio risponderti. 1°) Io sono orgoglioso di come ti ho amato perché il mio non è stato un amore di parole ma di fatti concreti. Non ho sbandierato l’amore per te defilandomi dagli impegni e dai doveri che un compagno ha verso l’altro. Mi sentivo fortemente responsabile nei tuoi confronti e ho agito come penso qualsiasi persona debba comportarsi se veramente ama, quando tu mi dicesti e uso le tue parole: “Che il tuo bilancio familiare non ti permetteva di fare tutte le cose che 151 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA volevi” ho iniziato ancor più di prima ad invitarti a pranzo e a cena. All’inizio cenare o pranzare con te era solo un piacere ma dopo che tu mi parlasti del tuo bilancio familiare divenne anche un dovere, anche se dicevi che mangiavi poco, quel poco non hai dovuto comprarlo e credo che un po’ di sollievo finanziario me lo puoi attribuire giacché prendendo un anno a caso (degli almeno sette in cui ti ho frequentato) siamo andati a pranzo e a cena più di 100 volte. Ho pagato con i soldi del mio portafogli, ma quello che tu, mio “povero” amore, non sai e che quei soldi usciti dal mio portafogli io li consideravo anche tuoi. Avrei voluto fare la spesa con te al supermercato e spadellare in cucina come qualche volta ho fatto, ma tu non me l’hai permesso. Avremmo risparmiato tanti soldini che si sarebbero potuti utilizzare in tante altre cose che ti rendessero serena e se possibile felice. Non sai quante volte avrei voluto comprarti un auto usata che fosse più affidabile della tua e siccome non me lo avresti permesso ho pensato di aiutarti come potevo. Nei momenti in cui ho voluto, ho dovuto raccontare la nostra storia, ho esternato il mio rammarico nel non essere stato apprezzato per la mia generosità nei tuoi confronti. Ancora oggi non ho avuto il piacere di ricevere un invito da te per una cena, che sia stata da te pensata, voluta e preparata appositamente dalle tue mani per il quadrupede (asino) che ti ha considerato in tutti questi anni più importante di se stesso. Io se potevo ti compravo qualcosa: la brioche il mattino, qualche volta il pane, il vino, l’acqua quando me la chiedesti e qualche volta la spesa fatta al mercato di casa mia ecc.ecc.. Se la gioia che io avevo dentro di me, ogni qualvolta potevo portarti fuori a mangiare o comprarti qualche cosa si fosse trasformata in zucchero, oggi potrei far fronte al fabbisogno di dieci Stati per almeno dieci anni. Ero totalmente felice e riuscivo ad esserlo senza neppure un’oncia di riguardo da parte tua nei miei confronti. 152 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Mi hai detto che dico in giro che “Ti davo da mangiare”. Non ti pare che sarei un gran coglione se riducessi a quattro parole quello che ho cercato di fare per te con grande amore ?? E’ chiaro che chi ti dice che avrei parlato così, non ha capito che ciò che mi ferisce non è il denaro speso, ma la tua mancanza d’amore verso chi, pur senza avere un qualsiasi legame, si é posto nei tuoi confronti con la stessa o maggiore responsabilità attribuibile ad un coniuge o ad un consanguineo. 2°) Ricordi i brutti giorni che hai vissuto prima di separarti, di fatto, dal tuo ex marito? Ricordi quando ti chiesero il doppio dell’affitto e dovesti cercarti casa? Ricordi quando il “panzone” ritardava nel finirti i lavori della casa nuova? Ricordi le porte che si “piegavano”e i litigi con il falegname ? Ricordi quando tua figlia distrusse la y10. Ricordi quando bisticciò con il compagno (primo e secondo ). Ricordi quando ti disse e mi dicesti che si voleva trasferire a Mirini. Ricordi tutti i problemi legati al bar di tua figlia? Il fido? La nuova socia? I litigi con questa? 153 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Ricordi com’eri agitata e depressa quando la Geranio s.r.l. aveva problemi di liquidità. Ricordi quando ti hanno rubato il portafogli al mercato. Ricordi com’eri nervosa e stressata perché volevi andartene dalla Geranio s.r.l., mi dicevi che il tuo datore di lavoro era un disordinato, perdeva o non sapeva dove metteva le fatture e tu eri alla fine del mese sempre sotto tensione per chiudere la contabilità e non reggevi più tutto ciò. La lista dei ricordi non sarebbe ultimata, anzi, solo che sono io a volere stendere un velo pietoso. Questi fatti che ho ricordato e citato brevemente sono stati tra quelli che più hanno inciso sulla tua serenità e sulla tua salute. Questi avvenimenti erano sempre legati ad un peggioramento della tua malattia, soprattutto al tuo mal di stomaco. L’ultima tua ricaduta periodica di questo”mal di stomaco”, si lega proprio al tuo licenziamento dalla Geranio che temporalmente è concomitante al tuo ultimo ricovero all’ospedale. Io c’ero sempre a sostenerti durante questi stress e guarda caso ogni volta che sei stata male (pronto soccorso … chiamato da tua figlia, trasportarti io al pronto soccorso ...perché chiamato da te, Guardia medica, richiesto intervento da me perché eri intrasportabile) erano parecchi giorni che non ci vedevamo proprio perché eri snervata dai tuoi problemi e mi dicevi di star lontano. Io ubbidivo, anche se poi il sentimento che provavo per te faceva prevalere la disubbidienza, che era soltanto finalizzata a rendermi conto di persona dello stato di salute e bisogno in cui si trovava la mia adorata Arianna. Medita su questi precisi ricordi e traine se ci riesci le giuste considerazioni. 154 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Non dimenticarlo mai Arianna, il male che facevano a te era come se lo facessero a me, il male che tu avevi allo stomaco era come se lo avessi avuto anche io. 3°) Per quanto riguarda il poter avere il tuo numero di telefono... In questi anni io ti telefonavo assiduamente perché ti amavo, ogni minuto di silenzio era sia una pena che stare in pena per te. Tu mi hai telefonato tante volte ma credo non riusciresti mai a raggiungere la quota di chiamate o di messaggi che io ho attuato per il mero bisogno di sentire la tua voce o per dirti che eri nei miei pensieri. Mi manca tanto la tua voce perciò mi rimetto alla tua comprensione e alla tua gentilezza se me ne vorrai accordare. Sai Arianna ci si perdona a vicenda... io perdonavo te… e tu avresti dovuto perdonare me, (anche se non so di cosa dovrei essere perdonato) è così che si salda un’unione ! Stai commettendo uno sbaglio Arianna, perché stai emarginando l’unica persona che ti è sempre stata vicina e che sempre lo sarà. Non ho altro da dirti. Tuo Toni Lo scritto può da solo testimoniare di quali siano sempre stati i miei propositi nei suoi confronti, questa lettera non fu spedita per evitare di essere erroneamente interpretata, mi sia consentito dire che io ho inteso allegare anche questa lettera a questa mia ricostruzione dei fatti perché la signora Boscarolo ne possa leggere comunque il contenuto, chissà mai che ne possa avere un’illuminazione. Il mio atteggiamento verso la stessa è stato, giammai, né morboso né di molestia e tanto meno minaccioso ma solo di grande affetto e responsabilità. Confido che codesto Tribunale e la signora Boscarolo traggano da questo mio scritto le opportune considerazioni. 155 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA I problemi della signora Boscarolo ossia di una persona turbata, confusa e depressa meritano altrettanta sensibilità e amore di una persona malata di cardiopatia, di cancro o di HIV. La depressione può uccidere ma io ritengo che non sia la malattia che è letale, ma il disinteresse, la leggerezza, l’ignoranza delle persone che circondano il depresso. Se Arianna avesse bisogno di una chemioterapia contro il cancro e io chiedessi aiuto ai suoi parenti, sarei circondato da “amici” compassionevoli, per Arianna stessa diventerei il “suo amato Toni”, purtroppo la sua malattia è una di quelle che mettono imbarazzo, è una malattia che spesso fa sì che chi se ne ammala sia vittima di pregiudizio e stigmatizzazione sociale. Il sottoscritto si è sempre sentito in dovere di aiutarla sia che questa fosse la sua compagna o non lo fosse. Quando la accompagnai dal dott. Piccoli, amico e ottimo professionista per una manifestazione di Naudeyr, una sindrome di STERC, un Redosclerima e un Pio- Oriditismo autoilleso, nessuno né tanto meno la signora Boscarolo ebbe nulla da obiettare, così come quando la accompagnai dal dott. Minora, dal dott. Disou, all’ospedale di Driassandela o dall’erborista Tino. Poiché invece la signora Boscarolo ha un problema presumibilmente della psiche, il sottoscritto diventa prima molestatore e poi anche una minaccia. Da parte della signora Boscarolo vengono quindi avanzate a codesta Autorità Giudiziaria immaginarie ipotesi di reato ed è mia convinzione che ci sia da parte di questa anche la volontà di vendetta per avere infine accettato di portare via i regali e il cane, vi è stata altresì la tendenziosa volontà di mettere in cattiva luce il sottoscritto, sino al punto di far credere agli altri che la circondano che sia io ad avere una qualche sindrome della psiche, ciò al fine di evitare i pregiudizi e le stigmatizzazioni di cui ho parlato prima. Mi duole dirlo, anche se ciò non vuole costituire un’offesa, ma è l’ignoranza della signora Boscarolo che non le permette di 156 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA comprendere che i suoi problemi sono causati da forze biologiche come in tante altre malattie e che non è una vergogna l’ammissione di essere malata e di avere bisogno di cure. Capisco che sarà anche opinabile da parte della signora Boscarolo, dai suoi parenti o dei suoi amici il mio comportamento e ne capisco le ragioni, ma il sottoscritto rigetta ogni sua accusa a suo carico e chiede all’Illustrissimo Giudice di assolvere il sottoscritto dal reato ascrittogli a seguito delle motivazioni addotte e delle numerose prove documentali fornitegli, tenendo anche in considerazione che la signora Boscarolo ha proceduto a remissione della sua querela. Inoltre voglio doverosamente ricordare che il sottoscritto appartiene ad un corpo di Polizia della Città di Tortorinolo dal 1983. La preparazione avuta e l’entusiasmo di appartenere al Corpo mi hanno sempre indicato a quale disciplina e il rispetto delle leggi e dei regolamenti e dal punto di vista professionale mettere in atto, tutte le mie qualità di agente onesto e leale in qualunque servizio io sia stato preposto ed anche nella mia vita privata. L’essere imparziale e responsabile nel campo del mio lavoro mi ha portato a dover far fronte a delle pesanti accuse ritorsive al mio operato che hanno “occupato” la mia vita sin dal 1992. Tali accuse sono state tutte archiviate con formula piena sia in sede penale che amministrativa. Il sottoscritto era cosciente che fare il proprio dovere si sarebbe potuto tramutare in una fonte di guai e di ritorsioni, ma sicuro di agire in rispetto alle norme, ritenni moralmente doveroso il mio comportamento. Per brevità allego fotocopia dell’articolo del quotidiano locale del 15/3/2000 relativo alla mia assoluzione, a cui per mero diritto di cronaca, aggiungo che quando dissi alla signora Boscarolo di acquistarne una copia, lei dopo un po’ mi ritelefonò e mi disse: “Speriamo che non ti associno a me!” All. n. 177) 157 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Ma questa è una storia che racconterò in altro scritto. Le vicende della mia vita privata con la signora Boscarolo mi hanno portato nuovamente ad una scelta che non è stata di opportunismo ma di serietà e di impegno sociale ed anche sentimentale. Ho lasciato in ultimo tre episodi che testimoniano per la singolarità del pensiero della signora Boscarolo, per l’incoerenza, l’opportunismo e la falsità. Come ho già detto abitai più di un anno in una roulotte in un campeggio, la roulotte di mia proprietà mi venne fatta posizionare dal responsabile del campeggio proprio a lato di un enorme formicaio, malgrado io abbia un grande rispetto per il mondo animale non riuscivo più a sopportare di trovarmi al mattino invaso da queste formiche che non disdegnavano nemmeno di passeggiarmi allegramente sulla pancia durante il sonno. Dissi alla signora Boscarolo di questo fatto che rabbrividì sentendo il mio racconto e mi propose di accompagnarmi al Consorzio agricolo di Erichi, dove lei si recava spesso a comperare del cibo per il gatto e dove aveva visto che vendevano delle sostanze tossiche appropriate a contrastare le invadenti formiche. Il giorno seguente andai con lei a fare l’acquisto del veleno, uscito dal cortile del Consorzio la stessa mi indicò quale strada percorrere, ad un certo punto, all’improvviso mi disse:”Vedi, lì ho dato il mio primo bacio con la lingua, che schifo!” dicendo queste parole mimò un brivido e il suo volto espresse disgusto. Io avrei voluto entrare nel merito della sua affermazione, feci finta di essere un po’ tonto (forse lo sono) e le chiesi con un 158 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA pizzico di ironia molto ben celata: “Ma quello che hai baciato, aveva l’alito cattivo?” lei, come se io non avessi capito, mi rispose: “Ma no, non mi ha fatto schifo per quello!”. Purtroppo mi ero già reso conto che la mia compagna, parlando ironicamente di gare come ho già fatto, non avrebbe mai vinto premi relativi a competizioni nel bacio. Proseguimmo nelle viuzze per poi arrivare nella via principale di Erichi dove notai un negozio di acconciature per donna che non avevo mai visto e tanto per cambiare discorso lo dissi, alla mia accompagnatrice; lei mi rispose che quell’ esercizio era già lì da un bel po’ poi mi disse: “Sai, l’uomo di quella pettinatrice si è cosparso di benzina davanti a lei, si è dato fuoco ed è morto”. Io le chiesi perché e lei mi rispose che lo aveva fatto, per quel che ne sapeva, per riconquistarla in quanto lei lo aveva lasciato. Dopo qualche secondo di riflessione (forse i secondi erano stati troppo pochi), aggiunse: “Gli uomini sono proprio stupidi”. Io pensai dentro di me che era veramente inconcepibile ciò che lei desumeva da questo fatto, le chiesi se al contrario il tale, con un gesto così violento non intendesse, come era successo, terminare la sua esistenza e commentai dicendo: “Non certo è piacevole vivere con uno sfigurato dalle fiamme tanto più se la pettinatrice era già dell’idea di non essere più la sua compagna”. Manco il mio fosse il ragionamento di uno squilibrato, lei mi guardò sbigottita e ribadì: “Quello l’aveva fatto per riconquistarla”. Pensai che forse la mia compagna si aspettava che alla prossima sua decisione di lasciarmi io mi dessi fuoco per riconquistarla, mi feci un segno della croce virtuale, interruppi il discorso recandomi ad acquistare gli agnolotti nel vicino negozio di gastronomia della nostra comune amica. 159 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Il secondo episodio è brevemente raccontabile, purtroppo non ho un’idea precisa del periodo che comunque colloco tra il 2002 e il 2003. Ero come al solito in “castigo” per qualcosa che non avevo commesso, per castigo intendo l’allontanamento parziale voluto dalla mia compagna. All’improvviso mi giunge una telefonata dalla stessa che disperata mi chiedeva di raggiungerla perché le avevano rubato il portafoglio mentre era a fare la spesa al mercato di Erichi. Io andai subito da lei e assieme ci recammo alla caserma dei Carabinieri che è sita proprio di fronte al mercato. Successivamente venni a conoscenza che le era stato sottratto, insieme al portafoglio, il bancomat e che lei teneva inopportunamente il numero della password nello stesso portafoglio. Risultato di questa imprudenza, che io le avevo sempre pregato di non fare, fu che i ladri erano subito andati a comperare due cellulari in un vicino centro Tim di Erichi e che naturalmente l’avevano fatta franca. La accompagnai al Centro Tim cercando di vedere se era possibile in qualche modo riparare al danno subito ma, essendo la carta utilizzata, un bancomat, ed inoltre con il numero di password esatto, il titolare del negozio si sollevò da ogni responsabilità. Nella circostanza venimmo a conoscenza della presenza nel negozio di una telecamera collegata al relativo registratore, di conseguenza ci recammo nuovamente dai Carabinieri per notiziarli di questo fatto. Nei giorni seguenti, andammo nuovamente alla caserma dei C.C. ove il Carabiniere con cui avevamo già interloquito in precedenza ci mostrò le foto dei ladri tratte dal filmato, foto che però erano scarsamente nitide. Non ci furono altri sviluppi in seguito. 160 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Questo racconto di cui codesta Autorità Giudiziaria, può controllarne la veridicità è solo uno dei tanti episodi in cui la signora Boscarolo mi interpella a suo uso e consumo. Durante la nostra relazione ogniqualvolta le accadeva qualcosa, Toni correva, per poi prendersi una sonora pedata nel sedere alla fine dei servizi richiesti. Vi è un ultimo episodio che non fu tenuto da me nella giusta considerazione quando mi fu raccontato, ma che ora mi induce perlomeno ad evidenziarlo a chi dovrà giudicare proiettivamente la personalità della signora Boscarolo. Era da poco tempo che Arianna era andata ad abitare nella nuova casa di Costa lontano da Erichi quando mi raccontò all’improvviso e in modo concitato, con un’espressione sul volto di felicità, che aveva chiesto al muratore che le stava ristrutturando la casa di aggiustare un mobile, non ricordo se mi disse che questo mobile aveva una gamba da accorciare o una porta che non chiudeva, sono più propenso a ricordare fosse una porta che non chiudeva, lei mi disse che il muratore le rispose che era un lavoro da falegname e che non lo poteva fare. Il giorno seguente, proseguì il racconto Arianna, tornò a casa e constatò che il mobile era stato aggiustato, allora andò dal muratore per ringraziarlo ma questi le disse che lui non aveva fatto nulla. Arianna insistette chiedendo al muratore se negava per scherzare ma il muratore ripeté di non aver fatto nulla. Arianna a questo punto del racconto mi disse che allora era stato Biagio. Io le chiesi chi era Biagio, lei mi rispose:”Già, non te l’ho detto, Biagio è il fantasma che abita a casa mia”. Aggiunse: “Sai, l’orologio a pendolo che ho in sala non l’ho mai più caricato e Biagio qualche volta di notte lo fa suonare”. Io dopo aver “assimilato” la “fantascientifica” dichiarazione le risposi seriosamente che il legno dei mobili poteva aver subito dei cambiamenti, anche di grossa entità, dovuti dal trasloco, 161 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA dall’ambiente asciutto in cui si trovavano a quello umidiccio in cui erano stati portati recentemente, che il grado di umidità, il caldo e il freddo potevano verosimilmente aver modificato le fibre del legno dilatandole o restringendole. Le feci esempio del suo tavolo della cucina da me restaurato a Tortorinolo, al quale si divisero le assi del piano di quasi due centimetri, dopo qualche tempo di permanenza a casa sua che è sempre super riscaldata e le dissi che questo processo era tanto più rapido in riferimento al tipo di legno e di stagionatura, perciò quel mobile di cui lei chiese al muratore un intervento e le pareva “aggiustato da qualcuno”, poteva essere stato piuttosto corretto dal cambio di luogo e dalla temperatura che ne avevano modificato le dimensioni. Le spiegai che il supporto della pendola era in legno e che per lo stesso motivo già descritto e particolarmente nella variazione di umidità e di calore che avveniva dal giorno alla notte, il legno si “muoveva” e questi movimento anche minimi venivano trasmessi alla meccanica dell’orologio e che anche un lieve residuo di carica della molla che permetteva al martelletto dell’orologio di scattare e di conseguenza il pendolo suonava. Le aggiunsi, siccome lei mi disse che erano già due volte che accadeva, che quando la molla si fosse scaricata del tutto ciò non sarebbe più accaduto. A nulla valsero queste mie spiegazioni, che reputò inammissibili. Arianna dopo un po’ mi disse: “No, è stato senz’altro Biagio, ma non credere, io non ho paura, anzi sono contenta perché mi fa compagnia”. Avevo quasi dimenticato questo episodio perché tra tutte le esternazioni di Arianna, mi sembra la più innocua, un incontro con Ceresella avvenuto nel settembre del 2005 mi ha riportato alla mente ciò che ho appena raccontato proprio perché Ceresella mentre io inventariavo dei fatti relativi ad Arianna, aggiungeva spontaneamente il fantasma Biagio all’elencazione che stavo facendole. 162 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Ripeto, forse l’episodio potrà essere il più innocuo, certo che lei lo ha raccontò con un piglio di serietà e quando mi disse che Biagio le faceva compagnia, devo dire onestamente che già allora pensai che forse per lei il fantasma ero io e che mi materializzavo a suo uso e bisogno. Non ho più voglia né il tempo di riesumare dettagliatamente altri fatti e ce ne sarebbero a decine, sappia, questo Tribunale che la mia compagna, durante il nostro rapporto ebbe anche due incidenti stradali in cui, tutte le volte, avendo anche fatto il mestiere di carrozziere, riparai la sua auto senza alcun compenso neanche quello di un di ringraziamento verbale. In particolare nel secondo incidente la stessa percepì dalla Assicurazione una cifra superiore alle 400.000 lire delle vecchie lire, io ne spesi 220.000 per i ricambi, lei mi fece un assegno per questo importo, assegno che io strappai dopo un certo periodo poiché non era mia intenzione incassarlo, (All. n178). Vorrei proprio sapere che cosa penserete di me dopo aver confessato che io conservai l’assegno per il numero di c/c e per eventualmente fare, se occorresse, (dato che lei mi diceva di essere sempre in rosso), un versamento sul conto della mia compagna, purtroppo dell’assegno strappato ne sono rimasti in mio possesso solo due pezzi. Questa è la fotografia della signora Boscarolo, scattata con un obiettivo impostato sulla massima profondità di campo, come dire che sono impresse in questa mia relazione tutto ciò che è stato davanti a me per anni, anche ciò che per molti altri è fuori fuoco e non visibile, perché gli altri riescono a vedere con nitidezza solo ciò che lei decide sia visibile. A proposito di fotografie allego ancora le foto del 6 maggio 2004 scattate con la fotocamera del mio cellulare relative al giorno in cui la signora Boscarolo mi disse di avere mal di gola (all L). Inoltre allego le fotografie di numerose altre gite di fine settimana, successivi reperti di prova della nostra relazione. 163 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Sarebbe superfluo dire che il sottoscritto non sempre portava con sé un apparecchio fotografico. Allegati: M Gita al colle N Gita ai monti O Due gite ad un museo privato delle Ferrovie P Gita al rifugio Q Gita a Thioggia e Tira R Gita nel Panavese S Gita in Guliria T Passeggiata in collina U Gita in montagna – corsa di slitte V Gita – 69° compleanno di mia madre W Gita nei dintorni di Erichi X Scampagnata nel prato di Costa Y Z Gita a Visa Scampagnata al santuario di Casanova d’Itas AA Cena al Ristorante Lo Staniero di Costa BB Cena a casa mia 164 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA CC una visita all’ospedale da mia madre operata di tumore al Fegato Aggiungo inoltre un filmato dell’8/8/1998 ripreso da un operatore del sottomercato del pesce di Mirini ( All. nastro 179) dove la figlia che ormai vi lavorava stabilmente, fa invitare sua madre e me a prendere parte al “lavoro”, ciò dimostra già da sé le prevalenti falsità e le contraddizioni dichiarate in querela. Di seguito si vedrà altro filmato di un episodio analogo, che per quanto mi consta è dell’anno seguente. . Inoltre aggiungo un nastro registrato in cui vi è una lunga conversazione tra me è una frequentatrice della sala danze “La Mazurca” (Mariella), la quale nel corso di una serata nel locale succitato informandomi di conoscere da parecchi anni la mia allora compagna, mi raccontò un episodio vecchio di almeno quindici anni, in cui la sig.ra Boscarolo che era di fatto sposata, cercò di ”entrare“ nelle simpatie di un uomo che era in sua compagnia. La signora Mariella concluse dicendomi che per quanto le risultava, la mia compagna, durante il matrimonio aveva avuto altre relazioni occasionali. Quando riferii di questa conversazione alla mia allora compagna questa mi rispose che io mi ero inventato tutto Siccome il sottoscritto non si è mai inventato nulla, decisi di farmi ripetere il racconto dalla signora Mariella, in quella occasione registrai la conversazione, misi al corrente la stessa di aver registrato il suo racconto e che lo stesso l’avrei fatto sentire alla sig.ra Boscarolo. Naturalmente la stessa nonostante la sussistenza del fatto negò ancora una volta, addirittura negò di conoscere Mariella. 165 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Il sabato seguente la signora Boscarolo volle andare di proposito alla Mazurca e incontrata la sig. Mariella, le si scagliò addosso verbalmente, con gran varietà di turpiloquio, tanto che la signora Mariella manifestò l’intenzione di dargli una “ lezione”. Naturalmente io pregai Mariella di non farlo. Il resto della storia se Lei lo ritiene opportuno potrà sentirlo dalla stessa signora Mariella. Ritengo solo opportuno dire che quando decisi di registrare e utilizzare“le novità”che mi riferiva la signora Mariella, cominciavo ad averne le tasche piene di farmi rimpinzare di falsità e falsi moralismi dalla mia compagna, io le avevo sempre detto che non mi interessava il suo passato, ma che mal sopportavo la sua ostinazione nell’apparire la santa donna, che per quanto mi risultava e risulta, non era e non è!!! L’amore è cieco signor Giudice, ma purtroppo non è anche sordo Il nastro è l’allegato n.180 Per quanto riguarda l’allegro carattere della mia compagna in generale, mi preme fare alcuni esempi: condizionatore acceso in auto: spegnilo, sai che non sopporto l’aria condizionata - tre minuti di caldo di agosto: forse è meglio che lo accendi autoradio accesa: spegnila, mi viene mal di testa - mezz’ora di silenzio: che cassette hai, Toni? – Giornale, prima di pranzare: lo sai che non è educato leggere – Posato! – bene, adesso lo leggo io TV – guardiamo un film Arianna? – No, lo sai che non mi piacciono i film – sei a casa mia, non cambiare programma – 166 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Mani da lavare – non lavarti nel lavandino che mi spruzzi il marmo che rimane macchiato Acquisto di una matita per gli occhi con i miei soldi – sei andato in quel negozio!?, senz’altro ti hanno fregato Furgone Transit acquistato dal sottoscritto per aggiustarlo e rivenderlo – non venire più con il furgone perché io mi vergogno e non ci salgo più Lancia Dedra acquistata dopo il furgone – mi vergogno a salirci Cantavo per Costa felice in sua compagnia: un angelo blu che se fischio vola via ……… non cantare, io qui ci devo vivere Attraversò la strada un gatto nero – fermati! Torna indietro – io non esaudii il desiderio – vedi, quando ti chiedo una cosa non la fai – e continuò a rimproverarmi imbronciata – Boscarolo Arianna si definisce persona devota…………. ma è una persona che ascolta gli oroscopi televisivi come fossero un oracolo. Una volta le interruppi l’ascolto proprio nel momento del suo segno zodiacale, pareva avessi commesso un delitto. E’ una superstiziosa. La sua ultima lettura, lei si stupirà persino che io lo sappia è stato il libro Tortorinolo Magica e ciò forse non dice nulla o forse dice molto. Ho finito, scusatemi se ho dovuto tediarvi con questo racconto ma per me era uno sfogo doveroso. Più di sette anni della mia unica vita sono stati gettati via da una persona il cui perbenismo è solo un’ipocrita facciata. Doverosamente faccio ammenda sapendo di non dover attribuire alcunché su questo spreco se non a me, alla mia poca astuzia e ai miei sentimenti mal riposti. 167 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA A riguardo delle accuse mossemi dalla signora Boscarolo rigetto in toto quella di minacce. Per quanto riguarda l’accusa di molestie, devo dire che il comportamento ambiguo tenuto dalla signora Boscarolo narrato in questo mio scritto dovrebbe di per se convincere che il sottoscritto non ha mai inteso molestare, se solo una volta la mia ex compagna mi avesse allontanato definitivamente io avrei rispettato la sua volontà, le sue parole non erano mantenute dai fatti ed io ogni volta ci ricascavo. Infatti, come ho già detto, quando già il sottoscritto aveva definitivamente chiuso la relazione il 26 maggio 2002 e domiciliava nel Comune di Paerotta, la signora Boscarolo veniva a trascorrere il fine settimana proprio nello stesso Comune. A prova di ciò oltre alle fotografie già richiamate nell’allegato H già citato, ritengo sia ben dimostrabile dalle testimonianze in fase dibattimentale della signora Rozzala Giovanna, proprietaria dell’immobile dove soggiornavo e della signora Ceresella Fermardi che compare nelle fotografie, ex amica e accompagnatrice della signora Boscarolo. -------------------------------------------------------------------------------Carissimi lettori Tutto quanto è stato da me precedentemente scritto, era stato preparato nel caso il P.M. non si fosse convinto per attività propria che io fossi innocente dei reati ascrittimi. La ricostruzione di tutte le vicende tra la signora Boscarolo e me che vanno dal 1996 ad arrivare sino al 2005, servivano, soprattutto a me e agli avvocati che mi difendevano, come elemento di memoria per controbattere, nella maniera più esatta possibile, eventuali richieste di delucidazioni da parte del P.M. Il sottoscritto infatti attendeva così come era intendimento del P.M. di lasciar passare un periodo in cui il sottoscritto sarebbe stato posto in osservazione per poi, se le circostanze lo avessero richiesto, essere interrogato o rilasciare spontanee dichiarazioni. 168 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Il 21 dicembre del 2005, quindi dopo un lungo periodo di osservazione poiché per quanto mi risulta la denuncia della signora Boscarolo risaliva al maggio del 2005, il sottoscritto concorde con i propri avvocati, scriveva una accorata lettera da spedire alla signora Boscarolo in occasione delle festività Natalizie dove, di fatto, richiedevo alla mia ex compagna di giungere ad una conciliazione. Il 23 di dicembre 2005, certo che non fosse ancora stata recapitata alla signora Boscarolo questa lettera, mi sono recato anche nel Comune di Erichi accompagnato da un testimone il signor Odino Pere che già in un’altra occasione si era prestato ad accompagnarmi in qualità di teste, con la raccomandazione di osservare e riferire se vi fosse stata la necessità, che il mio atteggiamento non fosse lesivo della libertà della signora Boscarolo. Questa decisione io la presi dopo una lunga riflessione e mi recai ad Erichi per incontrarla col solo intento di farle di persona i miei auguri per Natale. Il racconto, di questo incontro paradossale, lo troverete più avanti, quando leggerete la mia richiesta di interrogatorio rivolto alla Dottoressa Copatu Il testo integrale della lettera scritta per Natale, per comodità di lettura non è stato inserito negli allegati ma è stato inserito qui di seguito. 169 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Cara Arianna, a Natale agli amici che non si possono vedere per svariati motivi, si fa una telefonata, oppure si scrive un semplice biglietto di auguri e lo si manda. Tu per me sei molto di più di un semplice amico, sei la persona più importante delle mia vita. Ovunque io fossi e qualsiasi fossero i miei impegni verrei da te anche per un solo abbraccio a qualsiasi costo. In questo momento della mia vita per fattori che non dipendono dalla mia volontà mi si preclude di poter passare con te qualche momento in celebrazione della festività che ogni uomo desidera trascorrere con la persona che ama. Scriverti un mero biglietto di auguri falserebbe quale è la realtà e perciò mi perdonerai se con la spontaneità di sempre ti scrivo due righe portando sulla carta quali sono i miei pensieri. Quando ci incontrammo la prima volta alla Mazurca eri sposata e vivevi con tuo marito. Venisti alla Mazurca, come mi riferì la nostra amica che ormai non c’è più, proprio per incontrare me. Dopo pochi giorni io ebbi quello che ancora considero il privilegio di poter congiungermi a te. Tu tornavi a casa dopo i nostri incontri e dormivi accanto a tuo marito. Nel tempo ho dovuto constatare con vari episodi che la cosa che più ti preme è l’immagine che agli altri vuoi dare di te ovvero quello di una “santa donna” che in tutti gli anni della tua separazione non hai avuto nessuna relazione e che il fallimento del tuo matrimonio non dipende da te. La relazione tra te e me c’è stata, eccome se c’è stata, solo che io ti ho trattato come si fa con una persona che si ama mentre tu mi hai usato come meglio ritenevi. Sono stato il tuo servo ma se ciò è potuto avvenire è solo perché io te l’ho permesso e sia chiaro “l’autorizzazione” a trattarmi come hai fatto deriva non certo dal fatto che ne ottenevo 170 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA un po’ di sesso ma soltanto per una mia innata predisposizione ad aiutare i più deboli e poi senza alcun dubbio perché ti amavo. Io e te sappiamo bene come sono andate le cose tra di noi, certo puoi mentire agli altri e riuscire a falsare tutta la realtà ma il sottoscritto sa benissimo di essere stato un gentiluomo, con te attento alle tue esigenze di donna. Ho messo tutto il cuore che potevo per aiutarti e mi pare veramente assurdo ciò che hai fatto a mio danno. Se la tua denuncia è volta ad intimidirmi, a farmi tacere episodi vissuti con te che denotano forse tue eventuali responsabilità, hai sbagliato completamente perché io non accetterò mai di essere condannato seppure ad una pena accessoria qual è l’oblazione, per estinguere un reato che non ho commesso. Ti dissi molte volte che stavo in pena per te ed è solo per questo che nei mesi seguenti il nostro definitivo distacco ti cercai. Anche se in tutti questi anni ti eri comportata in un modo veramente ripugnante, ti volevo bene perché mi dicevo che la causa del tuo disprezzarmi e usarmi derivava da una malattia. Oggi, pur mantenendo la convinzione che tu sia molto malata a causa di sofferenza psichica, sento più giusto dire di provare una gran pena. Mi hai detto recentemente che stai bene ma è l’ennesima menzogna. Il tuo viso rispecchiava tutt’altro che salute. Mi dispiace Arianna, pur ancora dopo l’offesa di questa falsa denuncia da te inoltrata ti voglio un gran bene ma non posso tollerare di essere incriminato di un fatto che io non ho commesso e perciò dovrò fare opposizione all’ipotetico (per ora) provvedimento del P.M. e quindi si farà un processo dove io avrò ampia facoltà di esporre l’accaduto tra di noi che io ho già ricostruito con pazienza e dovizie di particolari, compreso il fantasma Biagio che tu dici vive in casa tua e personaggi della Sacra Famiglia che riferisci ti vengono incontro in Chiesa. 171 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Io vorrei potermi comportare ancora da gentiluomo e non mettere in piazza capitoli di cui io non mi devo assolutamente vergognare. Vorrei che la Procura chiudesse con una archiviazione ciò che tu, ripeto, falsamente hai denunciato e dipende soltanto dalla mia esposizione dei fatti convincere che chi ha avuto un danno dalla nostra relazione sono stato io, perciò non nasconderò alcun fatto che possa farmi conseguire la mia assoluzione. Io ritengo che tra noi si possa ancora giungere ad una conciliazione e se ciò avvenisse te ne sarei grato. Senza falsità e senza ipocrisia ti auguro un buon Natale, sperando che il futuro ti risparmi il dolore che questa vicenda ingiustamente ha inflitto a me. Comunque sia andata o andrà, qualsiasi cosa ti serva io resto a tua disposizione. Buon Natale da me e da Nerina che appellavi la “tua bambina” e dici di amare e di avermi affidato con grande pena ma a cui Natale non manderai nemmeno una scatoletta di carne. Ciao. Antonio 172 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Il giorno dell’Epifania in un momento di calma e di riflessione, sugli ultimi avvenimenti, misi mano alla penna e decisi dopo un lungo ragionamento di scrivere al P.M. una richiesta di interrogatorio. Io ancora non sapevo che il P.M. malgrado non mi avesse ancora né visto né sentito, avesse già trasmesso il fascicolo al G.I.P.. Con la mia solita genuinità scrissi la richiesta, la stampai, poi la sottoposi alla lettura degli avvocati che mi stavano difendendo. L’avvocato Neleo però mi informò come ho già detto che il mio fascicolo era già in viaggio alla volta del G.I.P. che, di fatto, non era ancora neppure stato incaricato, così con gran delusione non potei trasmettere la mia richiesta di interrogatorio al P.M. Naturalmente appena avessi saputo quale sarebbe stato il Giudice gli avrei trasmesso lo scritto che avevo precedentemente preparato. La richiesta di interrogatorio non la utilizzai, ma utilizzai il contenuto per la memoria difensiva, così la aggiungo ancora integralmente a questo mio manoscritto. Perdonatemi se si ripete in esso un episodio già descritto, d’altronde spesso dovrò ripetermi nell’intento di convincere chi mi giudicherà. 173 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Antonio Animaviva Via Quartiere Po 92/z 10152 TORTORINOLO Alla dott.a Copatu Presso Procura della Repubblica di Tortortorinolo Oggetto: richiesta di interrogatorio A seguito di quanto mi ha riferito l’avv. Teresa Neleo circa l’intenzione di chiudere il procedimento penale nei miei confronti emettendo un provvedimento di oblazione, mi oppongo e mi accingo a scriverLe questa richiesta proprio nel giorno della festività dell’epifania essendo il primo giorno in cui posso interamente dedicarmi ad un capitolo della mia vita che desidererei chiudere al più presto e cercare di dimenticare pur conservandone l’insegnamento che mi darà un protocollo di comportamento per la mia vita futura. Il 17 luglio del 2005 mia madre fu investita da un auto che le procurò un trauma cranico ed una frattura del piatto tibiale del ginocchio, conseguentemente fu ricoverata e sottoposta ad un intervento chirurgico. Prima di questo incidente mia madre era completamente autosufficiente pur avendo una parziale afasia causata da un probabile ictus. Oggi, purtroppo, dopo essere stata visitata dall’unità di valutazione geriatrica è stata giudicata persona da assistere 24 ore al giorno poiché la sua condizione cognitiva a causa del trauma e 174 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA presumibilmente dell’anestesia usata durante l’intervento è vertiginosamente precipitata. In tutti questi mesi, essendo il suo unico figlio (mia sorella è morta lo scorso anno per ictus a 53 anni) ho dovuto far fronte a tutte le incombenze che si sono prospettate. La burocrazia che bisogna affrontare in questi casi è stata per me una gravosa novità, ma infine dopo un tentativo fallito di assistenza domiciliare con una badante, sono riuscito a trovare una sistemazione dignitosa per la mia sfortunata madre. Le ho fatto questa premessa non tanto per suscitare in lei nei miei confronti sentimenti di pietismo ma solo perché anche la vicenda di mia madre, in un certo senso può darle delle indicazioni sulla decisione che Lei dovrà intraprendere riguardo alla denuncia a mio carico da Lei trattata e più avanti ne spiegherò i motivi. Così come Le avevano riferito l’avv. Teo Dal Ponte e l’avv. Teresa Neleo, io avevo già redatto una ricostruzione della relazione che ho avuto con la signora Boscarolo. Io reputo questo scritto ampiamente descrittivo a 360° della situazione da me sostenuta in questa storia che per quanto mi consta depone per un vissuto, in cui il sottoscritto, si è di volta in volta calato secondo le necessità della mia ex compagna, nelle vesti di infermiere, accompagnatore e consigliere a tempo pieno e anche di amante, questo però part-time. Le mansioni che di volta in volta mi venivano affidate io le svolgevo con grande “passione” e ciò mi sia consentito dire solo e per null’altro che il grande sentimento d’amore che io provavo per la mia compagna e che di fatto sorreggeva una relazione che certamente ed onestamente io non ho mai reputato di egual misura di coinvolgimento. Dal giorno in cui ultimai la mia ricostruzione sono avvenuti altri fatti pertinenti di cui io vorrei descriverne un paio, uno di questi, l’ultimo, di per se stesso lo reputo risolutorio a mio beneficio della pendenza che io ho con codesta Procura. 175 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Per mia spontanea decisione non ho voluto integrare o mutare il precedente scritto pertanto entrerò nei particolari di questi episodi in quest’ultimo. Riguardo all’incidente che mia madre ebbe nel luglio del 2005, devo doverosamente dire che la stessa fu ricoverata dopo l’intervento per quattro mesi presso una struttura sanitaria sita nel comune di Arignona (villa Adariana), comune che dista, se non sbaglio, soli 3 chilometri da Costa lontano da Erichi, opportunamente devo dire che Arignona era già da me conosciuta e frequentata prima di avere la relazione con la signora Boscarolo in quanto nei pressi risiedevano dei miei carissimi amici ora scomparsi. Conoscevo la struttura sanitaria Villa Adariana e la scelsi con l’accordo dell’assistente sociale proprio perché recentemente ristrutturata ed efficiente, inoltre gli unici miei parenti risiedono nel Comune di Erichi. Più volte io e la signora Boscarolo ci siamo recati ad Arignona per intrattenerci in un ristorante (il Tiranò) sito nella stessa via della struttura, così più volte ebbi modo di notare questa casa di cura. Ho fatto questa premessa perché spesso, proveniente da Tortorinolo, utilizzando la tangenziale per recarmi da mia madre mi sono servito degli esercizi commerciali di Costa lontano da Erichi per acquistare dei generi alimentari, come mia consuetudine e ancor più perché le spese da me fatte erano poi prelevate dal c/c di mia madre, ho conservato gli scontrini per la contabilità dove si può vedere tutte le volte che sono stato a Costa. Di tutti questi miei passaggi presso la cittadina di Costa, sarei curioso di conoscere se esiste segnalazione alla Signoria Vostra e se vi fosse credo che la mia spiegazione farebbe interpretare la mia assidua presenza a Costa lontano da Erichi ed anche ad Erichi per motivi che non conducono alla signora Boscarolo, inoltre opportunamente faccio rilevare che come fanno tutte le persone anche io mi reco nei negozi che reputo di fiducia o anche solo per abitudine e gli esercizi di Costa sono ormai da me 176 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA frequentati da oltre cinque anni, credo persino che alcuni gestori mi credano residente a Costa. Pur anche non ci fossero segnalazioni della mia presenza a Costa lontano da Erichi in questi quattro mesi in cui, come mi ha riferito l’avv. Neleo io fossi sottoposto ad “un’osservazione” da parte Sua, sarebbe a mio parere rilevante la considerazione che il sottoscritto non si è mai recato, né mai si recherà in detto Comune per molestare la signora Boscarolo. Io mi sono sempre comportato in ogni luogo in rispetto alle leggi e alle persone, non vedo perché avrei dovuto cambiare repentinamente le mie abitudini proprio a Costa e proprio con una persona a cui purtroppo con grande sofferenza voglio ancora un gran bene. Sempre nel recarmi ad assistere mia madre presso la casa di cura citata, sono spesso transitato, proveniente dalla statale che parte da Tortorinolo, nella cittadina di Erichi e lì spesso ho fatto anche acquisti nel mercato che si tiene due volte la settimana e proprio durante una di queste volte ho incontrato la signora Boscarolo e ciò è avvenuto precisamente il giorno 2 dicembre 2005. Ciò che mi preme dire di questo primo episodio dei due che in premessa dissi volevo descrivere, è che io in quella circostanza colsi l’attesa occasione per porgere le mie scuse alla signora Boscarolo, le chiesi semplicemente di perdonarmi. Lei nella circostanza accolse le mie scuse salutandomi e dicendomi che era di fretta perché la sorella l’attendeva per pranzo. Volli di proposito farle le mie scuse anche se non potei entrare nel merito di quali scuse io le porgessi per la sua fretta. Sia però chiaro a codesta Procura che non era mia intenzione formulare scuse per atti da me commessi sfocianti in presunti reati, ma il perdono da me richiesto era il non aver saputo tempestivamente interpretare in modo corretto il suo stato di salute psichica e di conseguenza non ci sarebbe stato l’episodio che in parte, per quanto mi consta, portò la mia ex compagna per ripicca alla denuncia fatta nei miei confronti. 177 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Il secondo episodio risale a pochi giorni or sono, ovvero al 23/12/2005. Dopo una lunga riflessione decisi di recarmi ad Erichi per incontrare la mia ex compagna semplicemente per farle di persona i miei auguri per Natale. Alle ore 12 giunsi nei pressi dell’ufficio dove lei lavora, sostai con l’auto nella via di fronte al parcheggio pubblico che è attiguo al fabbricato in questione. Arianna solitamente esce alle 12, 30 così io ed il cane siamo andati a fare una passeggiata. Alle 12, 20 sono ritornato nei pressi della mia auto e pochi istanti dopo Arianna usciva dal cancello dell’ufficio e si accingeva a salire sulla sua auto. Io dissi a Nerina (il cane) vai a salutare Arianna, Nerina subito di corsa andò verso Arianna che nel frattempo era salita sull’auto e stava facendo manovra per uscire dal parcheggio. Quando la vide interruppe la manovra e scese dall’auto per farsi salutare e salutare la cagnina. Dopo qualche minuto Nerina ritornò di corsa da me che ero rimasto fermo sul marciapiede accanto alla mia auto. Io aprii la porta destra della mia auto e Nerina salì. A mia volta stavo anch’io salendo in auto per andarmene, stavo per fare un cenno di saluto ad Arianna quando lei risalì in auto e invece di andarsene, come io credevo, venne a parcheggiare dietro la mia auto, ridiscese e venne verso di me, subito mi chiese se poteva ancora salutare Nerina, le dissi di sì, allora lei salì nella mia auto dove Nerina nuovamente, con il suo fare festoso, le saltò in braccio sberliccandola come è suo solito fare con le persone amiche. Mentre guardavo Arianna e Nerina sulla mia auto che si salutavano, non riuscii a trattenere un forte tremore alle gambe e più cercavo di far smettere qual tremore, più si accentuava. Rimasi comunque lì fermo ad aspettare che Arianna e Nerina finissero di giocare. Nerina ad un certo punto, come spesso fa, rubò ad Arianna un guanto e si mise con esso a giocare dentro la mia auto. Arianna di conseguenza si rimise anch’essa a giocare. 178 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Dopo un paio di minuti lei scese dalla mia auto e mi disse: “Lascio i miei guanti a Nerina” poi si avvicinò a me dicendomi: “Auguri”, mi abbracciò e ci baciammo. Ero stato in silenzio sino a quell’istante, nell’attimo in cui ci abbracciammo le dissi: “Questo voleva essere il mio regalo di Natale”. Lei salì sulla sua auto e si allontanò in direzione del centro di Erichi. Dopo qualche istante anche io mi diressi nella stessa direzione. La rincontrai al mercato dove, come solitamente faccio, acquistai un pollo arrosto per me e per Nerina. La salutai ancora una volta e poi non la vidi più. Mi consenta Dottoressa Copatu, è questo il comportamento che Lei terrebbe con una persona da Lei denunciata per molestie e minacce? O forse di fronte ad un molestatore minacciatore non avrebbe proseguito la marcia a bordo della sua auto evitando i possibili “rischi” nell’intrattenersi con me? La verità sta in tutto quello che ho scritto ma soprattutto in quest’ultimo episodio nel comportamento della denunciante che non è diventata improvvisamente sprezzante del pericolo ma che ben sa che dal sottoscritto non può che ricevere del bene e che nei suoi confronti il sottoscritto non ha mai proferito minaccia né mai ci sono stati episodi di molestie né preterintenzionali né intenzionali. A cinquant’anni ho imparato, non certo perché faccio parte di un Corpo di Polizia, che si commettono degli atti contrari alla “decenza” e alle leggi se c’è un movente e questo non è sempre facilmente comprensibile agli inquirenti. Io dopo tanti anni credo di conoscere la mentalità della mia ex compagna e sono certo che il movente per la denuncia a mio carico è stato per la signora Boscarolo non certo dipendente da un mio comportamento lesivo ma una ripicca per averle portato via tutti i regali che negli anni le avevo donato. (vedi registrazione) e poi in maniera molto più marcata la denuncia (falsa per quanto mi consta) le è servita o meglio le sarebbe servita per intimidirmi 179 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA circa un possibile colloquio da me auspicato con un suo parente (il fratello) riguardante le sue condizioni di salute. Purtroppo per me la mia ex compagna è una persona che spesso ricorre ad una bugia per nascondere verità che a lei sono scomode ma che per altri, me compreso, sono soltanto una banalità o non certo cose che io reputerei infamanti come invece ella ritiene. Questa abitualità nel mentire per conservare una facciata di perbenismo le hanno reso negli anni una marcata dimestichezza nell’interpretare la parte della donna vessata dai suoi compagni. La prego di tenere debitamente conto di queste mie considerazioni che sono solo il frutto di una seria e attenta analisi della personalità della signora Boscarolo. In ultimo le faccio presente che il 21 dicembre ho spedito una lettera alla mia ex compagna dove, di fatto, le comunico che farò opposizione ad un ipotetico provvedimento di sanzione da Lei emanato nei miei confronti e dove inoltre chiedo alla signora Boscarolo di tentare una conciliazione. (allego la copia della lettera in questione). La prego, prima di decidere, di leggere come Lei solitamente fa, tutta la ricostruzione dei fatti in cui io credo coglierà anche dei momenti in cui la signora Boscarolo con perfidia crea situazioni che serviranno per far cadere il sottoscritto in episodi di “debolezza” che poi sarebbero serviti per vendicarsi con la denuncia del sottoscritto. Il mio parere è che l’ultimo episodio, quello dei guanti, dovrebbe, nel contesto di tutto il racconto, darLe la prova, con il comportamento tenuto dalla signora Boscarolo e da me evidenziato, che il sottoscritto non ha commesso alcun reato ai danni della stessa. Io non sono certo nella posizione di chi può darLe dei suggerimenti, ma se io fossi al posto suo anziché sentire ad interrogatorio il denunciato, convocherei la denunciante e quando questa fosse nel mio ufficio, le chiederei di riconoscere se i guanti 180 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA sistemati in bella mostra sulla mia scrivania fossero suoi e se sì, dove e quando li avesse persi e in quale circostanza, poi perlomeno le darei una bella tirata d’orecchie per non essersi ancora resa conto del danno provocato e non solo a me, con il suo comportamento. Le chiedo scusa di quest’ultima frase che potrebbe sembrare impertinente. Mi consenta un’ultima riflessione, amare è volere il bene della persona che si ama e non è certo amore il desiderio di possesso verso la propria compagna, io amo ancora questa donna e voglio il suo bene, al di là del fatto che lei non è più neanche al mio fianco. La prego quindi di perdonarmi non per aver commesso alcun che ma per essere stato intempestivo nel capire che il mio rapporto è stato con una persona di estrema debolezza e che avrei dovuto forse essere anche più tollerante verso taluni atteggiamenti e responsabilità della stessa. Confido nella sua discrezionalità. Distinti saluti. Antonio Animaviva -------------------------------------------------------------------------------- Il giorno di San Valentino, ricorrendo la data del mio compleanno e non avendo ancora avuto alcun cenno di riscontro alla mia precedente lettera alla signora Boscarolo, colsi l’occasione della festività che oltre ad essere, come ho già detto, il mio compleanno, è anche la festa dell’amore. Questa lettera venne da me scritta il sabato precedente per avere l’opportunità di sottoporla a lettura degli avvocati che mi assistono in questa vicenda, dopo di che il giorno 13/2/2006 mi recai, accompagnato dalla signora Rozzala Giovanna nel Comune 181 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA di Costa presso la Stazione dei Carabinieri dove incontrai il maresciallo Bevilacqua a cui riferii il motivo per cui mi trovavo lì, facendo presente al maresciallo che mi ero recato di persona perché il tempo non mi consentiva l’inoltro via posta in quanto i tempi di consegna avrebbero superato senz’altro il giorno della festività. Feci notare allo stesso che mi ero procurato un accompagnatore proprio per non incorrere in situazioni spiacevoli o più probabilmente in situazioni inventate e create ad arte dalla signora Boscarolo. Mentre stavo per allontanarmi mi venne l’idea di chiedere allo stesso maresciallo se potevo lasciargli la busta, chiarendogli che l’oggetto di quel mio scritto era una ulteriore richiesta di conciliazione. Lo stesso sentita la motivazione accoglieva la mia richiesta e tratteneva la lettera da recapitare alla signora Boscarolo. Il testo, nuovamente per comodità di lettura non è stato inserito tra gli allegati ma è stato inserito qui di seguito. E’ sabato sera. Giovedì scorso, anticipando il mio compleanno sono andato a cena con i miei più cari amici. Alfredo mi ha regalato una sveglia di quelle che proiettano l’ora sul muro, Giovanna mi ha regalato una bella camicia di Valentino. Da buon single mi sono spostato i bottoni dei polsini che in tutte le camicie per me sono larghi, poi l’ho stirata, questa sera la indosserò per andare alla Mazurca. Fra tre giorni è San Valentino, compio anche io cinquant’anni e almeno in quello riesco a raggiungerti. Naturalmente mi è impossibile non ricordare che anche tuo papà nacque nello stesso giorno. 182 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA San Valentino è il patrono dell’amore e in tutti gli anni della mia vita, da quando cominciai ad avere una relazione festeggiavo i miei anni, ma festeggiavo anche la più bella cosa che la vita ci offre, l’amore. Negli anni che sono stato al tuo fianco prima ancora di pensare che il 14 febbraio era il mio compleanno, pensavo a come vivere con te nel modo più gioioso questa ricorrenza perché ti amavo. La festa non era per l’anno passato, ma perché quell’anno era passato con te, se devo dire proprio tutta la verità, cara Arianna, da quando ebbi il privilegio di averti al mio fianco ogni giorno nel mio cuore festeggiavo San Valentino. Ero felice e la mia felicità proveniva dal dono che ricevevo con la tua sola presenza. Ho vissuto quindi la gioia dell’amore per te in tutti questi anni ed anche, legato a questo amore, il dolore per i periodi in cui la tua salute era precaria. Era gioia e dolore che si fondevano e ne nasceva un’infinita tenerezza. Oggi la tua volontà mi porta lontano da te e San Valentino non lo trascorrerò certo con te salvo un improbabile miracolo. Ogni tanto ripenso a quando mi dicesti che tuo marito, una sera al nostro ritorno sotto casa tua ti aspettò e ti prese per il collo maltrattandoti e ricordo anche che mi dicesti che ti infilava delle rose nel tergicristallo della tua auto. Io per il collo non ti ho mai preso e i fiori te li ho sempre fatti recapitare o recapitati nel modo tradizionale ad eccezione di una sera in cui, uscito da ballare sentii il bisogno di dirti con un fiore strappato in un vicino cespuglio che ti volevo bene. Quando penso a ciò mi domando se per te ci sono due pesi e due misure nel valutare le cose e nel concedere il tuo “perdono” a chi, secondo il tuo parere, ti minaccia e molestia. Resta il fatto che io non ho certo bisogno di quel perdono perché le mie mani si sono sempre posate su di te con tenerezza e con grande amore, anche quella volta, purtroppo senza buoni risultati, in cui mi improvvisai come tuo callista - pedicure. 183 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Se mi chiedono se credo nell’Onnipotente io rispondo di essere un agnostico, (credo tu sappia cosa voglia dire), non sono in grado di dire sì c’è o no non esiste, questo però non mi impedisce di capire dove sta il bene e dove sta il male e dove c’è giustizia e dove no. Il tuo modo di trattare le persone che ti amano non è né bene né giusto, il tuo modo di fare due pesi e due misure non è giusto e non è bene. Ti evidenzio che ho detto ”persone” al plurale perché ormai sono più d’uno gli esseri umani che hai usato e gettato. Cara Arianna, per te che dici di credere in ciò che invece io dico che non so, ti ricordo che colui che sarebbe il creatore della terra e dell’uomo ha sempre insegnato di amare il prossimo tuo come te stesso, tu denunciando falsamente chi ti ha amato con gran dedizione non hai certo dimostrato di aver seguito questa dottrina. Pur non comprendendo il perché, so che il tuo nei miei confronti, e i fatti lo provano, è odio. Prova a fare come faccio io quando penso al male che mi fa il tuo comportamento, prendi l’odio, metti una bella x sulla o e ne rimarrà Dio con il suo insegnamento di pace, di bene e più di ogni altra cosa di perdono. Sembra un gioco ma ti assicuro che non lo è. Io pur non essendo un credente come lo sei tu, ti perdono per tutto il male che mi hai fatto finora, ma difetto d’un tratto di coerenza, sperando che tutto ciò che da ragazzino al Catechismo mi fu insegnato esista, perché se così fosse, pur perdonandoti, Lui, ti farà passare qualche millennio in qualche stanza sperduta del Purgatorio, mentre il vecchio Tony sarà già da un bel pezzo che starà girovagando beato tra il bianco delle nuvole e l’azzurro del cielo, guadagnato con tanti bei gesti a volte anche compiuti mettendo a rischio la mia vita, con il mio modo umile di vivere e anche per buona dose con la misericordia avuta nei tuoi confronti. Non che sia possibile ma avrei voluto dimenticarti. 184 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Non sarà realizzabile neppure con il tempo far tacere il tuo “suono” che a volte mi rimbomba dentro, dato che dovrò per molti anni, visti i tempi della giustizia, scrivere e parlare di te per difendermi da una calunnia vergognosa. Ti faccio due promesse, questa è l’ultima volta che ti scrivo una lettera in cui ci metto il mio sentimento per te, lo prometto. La seconda promessa è che mi batterò lealmente contro la tua denuncia ma che ci metterò ogni mia risorsa possibile, compresa l’esperienza acquisita in tanti anni di lotta sindacale che mi hanno fatto comprendere quanto vale l’opinione pubblica, perciò percorrerò anche la strada della diffusione di questa nostra storia, con ogni sistema consentitomi dalla legge e dalla democrazia che riterrò opportuno e possibile, vicenda in cui, ripeto, non mi sono macchiato di colpa alcuna. Tu sai, per esperienza diretta quanto sono serio e caparbio quando devo raggiungere un traguardo che io ritengo giusto. Persone amiche mi hanno domandato se ne vale la pena di buttare tutto questo tempo, io ho risposto a loro e rispondo anche a te, si! (anche se ne farei a meno). Non posso sopportare una ingiustizia commessa ai danni di altri, tanto meno se commessa contro di me, perciò ne vale la pena. Inoltre chissà che il giudizio della gente, oltre a quello dei giudici e dei periti che nominerò, non ti possa aiutare ad uscire da uno stato di pensiero disturbato di cui il sottoscritto crede ormai con certezza sia causa delle tue malattie, (forse tutto il male non viene per nuocere). Quello che mi domando è come fai ad asserire di aver detto agli inquirenti che non vuoi che mi facciano del male, quando tutto ciò mi porterà inevitabilmente a conseguenze fastidiosissime sul lavoro e nella mia vita privata, ma forse è proprio quello che vuoi. Sarebbe anche stupido che mi intrattenessi con te anche solo in modo epistolare. Non sei stata capace di riconoscere il valore del mio sentimento, rispettarlo e tenertelo stretto come fosse un inestimabile tesoro, così neppure hai compreso quanta genuina 185 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA tenerezza c’era nel mio scriverti, se sentirò debolezza e mi capiterà lo so, mi limiterò a mandarti i miei saluti e della mia cara Cagnina. Arianna mia cara, te lo chiedo ancora per un’ultima volta, incontriamoci in qualsiasi luogo che a te possa dare sicurezza e tranquillità, anche alla Stazione dei Carabinieri se vuoi e per favore facciamo la pace. Pace intesa soltanto come remissione del passato. Avrei voluto spendere il mio denaro e il mio tempo per te ma non certo per una causa in Tribunale. Avrei voluto invecchiare parlando con te e di te ma non certo davanti ad un Giudice, ti prego quindi di riflettere perché di qua in poi non ci sarà una via di ritorno. Mi auguro che tu possa trascorrere con qualcuno che possa amarti, anche più di quanto ti ho amato io, la festività di San Valentino e mi auguro che tu possa essere felice. Nerina dorme sul divano, ha fatto la pappa, è un po’ paffutella, io dico a tutti che va in palestra dove fa culturismo, tutti, sentendo questa mia frase mi guardano compiaciuti e mi sorridono. Per una volta sii gentile e educata, telefonami e incontriamoci e dimmi cosa intendi fare. In alternativa, se proprio ti dà fastidio incontrarmi, ti prego di prendere contatto direttamente o indirettamente con gli avvocati che mi difenderanno che sono l’avvocato Neleo tel. n. 066633663 o l’avvocato Teo Dal Ponte con l’avvocato R. De Concetti tel. n. 0664397189. Un bacio affettuoso Antonio 186 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Purtroppo speravo di non dover aggiungere alcun capitolo amaro a questa vicenda, ma purtroppo sabato 18/2/2006, come tutti i sabati sera, mi sono recato alla sala danze “La Mazurca” e vi giungevo alle ore 23, 30 circa. Dal piano terra, dopo aver salutato la signora che sta alla cassa sono sceso nell’interrato, ho lasciato al guardaroba la mia giacca e pochi istanti dopo notavo sulla pista da ballo l’individuo da me conosciuto con il nome di Pipino che, come ho già raccontato in precedenza in questo mio scritto, aveva tentato di provocarmi per giungere ad una colluttazione, episodio che accadde sempre nello stesso locale alla presenza della signora Boscarolo che si intratteneva con questi. Ritornando alla sera del 18 febbraio, il signor Pipino proseguì il ballo lungo il margine della pista ed io mi portai davanti al bar, fu solo a quel punto che riconobbi come sua compagna di ballo la mia ex compagna, la quale vestiva in un modo per lei inusuale giacché invece dell’abito da sera più consono a quella sala da ballo, vestiva una comune gonna con camicia e maglietta e invece della solita scarpa da sera con il tacco alto, indossava un paio di stivali neri, inoltre i capelli mi ritardarono il riconoscimento in quanto non erano ricci come al solito ma lisci e molto più lunghi del solito. Come ho già detto mi ero soffermato davanti al bar, loro giunsero davanti a me, in quell’istante lei che molto probabilmente aveva già notato la mia presenza, baciò il suo compagno di ballo. Per un attimo ho creduto di non essere stato visto da lei, mentre ero sicuro che lui mi avesse già notato perché di fronte a me, la stessa scena fu ripetuta una seconda volta da lei dopo essersi girata verso di me e quindi la mia presupposizione di un bacio dato con casualità venne subito meno. Fui subito certo che quella era una provocazione, una risposta perentoria al mio scritto dato nelle mani al maresciallo dei Carabinieri il giorno prima di San Valentino. 187 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Supponendo di dover far fronte ad un ulteriore provocazione da parte del compagno di ballo della signora Boscarolo e ad un altro tentativo di addivenire ad un alterco o una rissa, che per quanto mi consta poteva essere anche architettata con la complicità della signora Boscarolo, informai subito il proprietario della sala da ballo della possibilità che il signor Pipino avesse intenzione di avere un alterco con me e dichiarai anche allo stesso che se ciò fosse successo questa volta non sarei rimasto passivo, dopo di che avvicinai un altro avventore della sala da ballo, un certo Lotar, che io conosco di vista da molto tempo e che per quanto ne so deve aver lavorato in un locale pubblico come addetto alla sicurezza, lo mettevo al corrente del fatto antecedente e di quello che temevo avrebbe potuto accadere e gli chiesi per favore di fare molta attenzione a quello che accadeva intorno a me. Lo stesso acconsentì. Finita la serie di balli la mia ex compagna con il suo ballerino si recarono dalla parte opposta rispetto al bar sul lato sinistro dell’orchestra dove in precedenza era stato loro assegnato un tavolo. Io ero rimasto davanti al bar per qualche istante, parlai con una delle mie amiche, poi sedendomi con la sua amica Rina raccontai la precedente scena del bacio. Alla signora Rina dissi che la sua amica mi aveva precedentemente riferito che lei era stata anche testimone dello sgradevole episodio che era già avvenuto in precedenza con il signor Pipino e le dissi che avrei molto gradito la sua spontanea testimonianza nell’eventualità di un processo, poi mi alzai e mi recai nuovamente al bar. Proprio mentre ero al bar sopraggiunse il signor Pipino che mi disse testuali parole: “L’altra volta te l’ho lasciata passare perché non uscivo ancora con lei, adesso è diverso perché usciamo assieme. Vuoi un consiglio? Stai alla larga da lei perché se ti trovo attorno ti faccio fuori”. 188 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Feci finta di non sentire la provocazione e risposi molto pacatamente: “Tu sai benissimo che io ci sto male a vedervi qui, guarda che il dolore che sto provando io, domani potresti provarlo tu” e lui mi rispose: “Hai solo da andare a ballare altrove”. Mi allontanai facendo ricorso al mio autocontrollo, riflettei sul fatto che non vi erano testimoni di questa minaccia appena ricevuta, mi avvicinai al signor Lotar e lo misi al corrente delle minacce ricevute e gli chiesi se se la sentiva di accompagnarmi da colui che mi aveva minacciato per vedere se questi avesse l’intenzione di ripetersi. Il signor Lotar, con fare molto amichevole mi dissuase dicendomi di essere superiore. Restai nella sala da ballo intrattenendomi con la mia amica Rita e al termine della serata danzante fui accompagnato da lei e da un’altra amica presso la mia autovettura che avevo parcheggiato in via Sale angolo via Don Selva non trovando parcheggio nelle vicinanze. Dal momento in cui il signor Pipino mi minacciò, presumo che si sia allontanato dalla sala da ballo in quanto non ebbi più modo di vederlo all’interno della stessa. Mi sia consentita una riflessione, tanto lo scritto è già lungo di per se stesso. Perdere la persona che si ama è una ferita profonda sia che questa la si perda perché muore sia perché questa ci abbandoni. Nessuno è tanto stupido da grattarsi la ferita che sta guarendo. Il distacco dalla persona che ti sembrava essere parte di te stesso ha senz’altro due valenze differenti nei casi che questa muoia o se ne vada per un’altra vita. La morte è uno stato di cui né io né nessun altro può fare qualcosa per porvi rimedio, piano piano, giorno dopo giorno quasi tutti accettano di essere impotenti di fronte a tale evento. Quando invece la persona che amavi si allontana definitivamente per una nuova vita, è come se ti amputassero una parte di te stesso e quella parte, pur non avendola più, tu la senti 189 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA ancora lì presente e sei sgomento perché ti pare ci sia, ma lì invece c’è solo il dolore. E’ un percorso io credo più lungo il sanare la ferita che ti infligge l’amore perduto. Si può guarire, il più delle volte lo si fa. Io lo desideravo e mi guardavo bene dal non grattarmi la ferita, la proteggevo esponendola a meno rischi possibili ma è una violenza inaudita ed ha un effetto emotivo devastante che proprio la persona che ti ha procurato quella profonda ferita venga di proposito a lacerartela premeditatamente. Chiunque già logorato dagli eventi si difenderebbe con una reazione violenta anche spinta dal panico che ti assale. E’ vero, ciò che è giusto oggi può essere sbagliato domani e ciò che è sbagliato oggi può essere giusto domani. Io so che lei sbaglia nel mortificarmi, nel cercare di provocarmi per vendicarsi e sapere che domani potrà forse rendersi conto dell’errore non lenisce affatto il mio dolore. Comunque sia, le reazioni che ho avuto sono solo state interiori e nessuno ha visto la virtuale rissa che ci fu dentro di me. In seguito inoltravo formale denuncia presso gli uffici della Procura della Repubblica (All. 181 ) – copia denuncia minacce ricevute il 18/2/2006). Allego inoltre copie dei verbali di assunzione di informazioni rilasciate dei tre testi informati sui fatti (All. n.182– n.183 – n.184). 190 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA La bozza della denuncia fu da me scritta e poi perfezionata dall’avvocato Neleo. Eccola qui di seguito: Ill.mo Sig. Procuratore della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Tortorinolo Atto di denuncia - querela Il sottoscritto Antonio Animaviva, nato a Tortorinolo il 14.2.56, residente in Tortorinolo, via Quartiere Po 92 /z espone quanto segue. Svolgo da anni la professione di vigile urbano, non sono sposato, e mi occupo personalmente dell’assistenza della mia anziana madre sig.ra Francesca Corine, le cui condizioni di salute si stanno progressivamente deteriorando. L’unico interesse che coltivo con continuità, fuori dal lavoro, è quello per il ballo, che rappresenta una vera e propria passione. Il giorno 18.2.06, alle ore 23.30 circa, come tutti i sabato sera, mi recavo alla sala danze “La Mazurca”, a Tortorinolo, via Nonteng, per trascorrere la serata. Mentre mi trovavo davanti al bar del locale, riconoscevo sulla pista da ballo un uomo di circa quarant’anni anni ( che successivamente apprendevo chiamarsi “Pipino”), che già in altre occasioni avevo incontrato nel locale. In particolare, in passato Pipino aveva cercato di corteggiare la mia compagna sig.ra Arianna Boscarolo, e addirittura, in data 9.4.2005, proprio alla“Mazurca”, aveva tentato di provocarmi ad una lite, mettendomi una mano sulla spalla ed inveendo contro di me : solo l’intervento di un addetto alla sicurezza della sala ed il mio autocontrollo, in tale occasione, avevano evitato il degenerare in scene di violenza. La sera del 18 febbraio ultimo scorso, invero, alcune cose erano cambiate rispetto al passato : Arianna Boscarolo non era più la mia 191 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA compagna ( come era stato per circa sette anni), ed anzi ci separava la denuncia-querela da lei presentata nei miei confronti per presunte molestie ( art. 660 c.p.), che -per quanto mi risulta- ha incardinato il proc. pen. n. 99999999999 /05 R.G.N.R., in relazione al quale è tuttora pendente richiesta al Gip di emissione decreto penale. Non mi dilungo ad evidenziare che nego qualsiasi addebito elevato nei miei confronti dalla mia ex compagna e che riservo alle sedi opportune ogni mia difesa in relazione ai fatti che mi sono contestati. Allo stato, peraltro, ne ignoro i dettagli, perché non sono mai stato sottoposto ad interrogatorio ne ho mai ricevuto avvisi o comunicazioni per adempimenti difensivi. Resta il fatto che mi addolora profondamente che quella che consideravo la donna della mia vita abbia deciso di rivolgersi al Magistrato, sottoponendo al freddo vaglio processuale i fatti e le emozioni di quella che per me è stata semplicemente una bellissima storia d’amore. La sera del 18.2.06, comunque, riconoscevo nella compagna di danze di “Pipino” la mia ex fidanzata, la quale - evidentemente con l‘intento di sottolineare che tra noi tutto è finito- dopo avermi notato e fissato in viso, baciava ripetutamente il suo compagno di danza. Il sottoscritto si asteneva da qualsiasi reazione e rimaneva in prossimità del bar, dove però parlava con il proprietario della sala da ballo e con un addetto alla sicurezza, cui raccomandava di fare attenzione a ciò che accadeva intorno allo scrivente, in quanto temevo che il compagno della mia ex, Pipino, avrebbe potuto nuovamente cercare di provocarmi o peggio di aggredirmi come era successo, ingiustificatamente, in passato. Parlai anche con una mia amica, (Signora Graziella) e con una sua accompagnatrice, tale Rina, la prima delle quali aveva assistito all’episodio di due anni fa tra Pipino e me, anzi, alla gratuita provocazione del Pipino nei miei confronti. Proprio mentre me ne stavo al bar distogliendo lo sguardo dalla pista da ballo, mi si avvicinava il Pipino, il quale - spintonandomi il braccio - mi apostrofava con le seguenti parole “ l’altra volta te l’ho lasciata passare perché non uscivo ancora con lei, adesso è diverso perché usciamo insieme, vuoi un consiglio ? Stai alla larga da lei perché se ti trovo attorno ti faccio fuori”. Io rispondevo che sì, stavo male a vederli insieme, ma che il dolore che provavo io “domani potresti provarlo tu”, ricevendo per risposta la frase “hai solo da andare a ballare altrove”. Non aggiunsi altro e feci appello a tutto il mio autocontrollo per non reagire; ne parlai amareggiato con un avventore di nome Lotar, con il quale mi ero intrattenuto poc’anzi : Lotar mi dissuase da prendere eventuali 192 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA iniziative, così come fece anche un collega ( vigile urbano come me ) presente in sala. Trascorsi il resto della serata con una mia amica, Rita, senza più notare il Pipino che, forse, dopo la minaccia rivoltami, si era allontanato con la mia ex. Nella mia mente, peraltro, si inseguivano interrogativi e domande. In particolare, la frase usata dal Pipino ( “stai alla larga da....”) ne richiamava un’altra, analoga, trovata recentemente su di un biglietto rinvenuto sul parabrezza della mia auto ( Honda Civic blu), che allego in originale alla presente e che contiene la seguente frase: “stai alla larga da dove sai”( doc. n. 1). Detto bigliettino si trovava per l’appunto sul parabrezza della mia auto il giorno sette oppure otto gennaio 2006 ( era un weekend), ove lo rinvenni in Tortorinolo, ove la mia auto era regolarmente parcheggiata. Peraltro, segnalo altresì che pochi giorni prima, ossia il 2.1.06, avevo rinvenuto lo stesso veicolo, nello stesso posto di cui sopra (l’ingresso secondario della mia abitazione), seriamente danneggiato al tettuccio ed allo specchietto retrovisore sinistro, come da fotografie che mi riservo di produrre e di cui dispone la mia assicurazione ( il tetto presentava segni di orme di scarpe da ginnastica ). Apparentemente, il danno era opera di ignoti, anche se i fatti verificatisi successivamente mi inducono a nutrire motivati sospetti sull’effettivo autore; in ogni caso, del fatto sporsi regolare denuncia in data 3.1.06, che allego in copia ( doc. n. 2 ). Sinceramente, nutro il sospetto che tutti gli episodi di cui alla precedente narrativa siano in qualche misura collegati al mio precedente rapporto sentimentale con la sig.ra Arianna Boscarolo ; al riguardo, tengo peraltro a precisare che mi sono rassegnato al fatto che la nostra relazione sia finita, limitandomi sinceramente a sperare che anche gli strascichi giudiziari in corso possano avere termine, con un’eventuale conciliazione fra le parti. Non ho più cercato la mia ex, limitandomi a semplici auguri natalizi e ad una lettera in occasione del mio compleanno, iniziative francamente del tutto normali - credo -nei confronti di persona con cui si è condivisa una fase importante della propria vita. Desidero sinceramente, peraltro, che sia fatta chiarezza sulle accuse elevate nei miei confronti che respingo recisamente, con la speranza che la mia ex comprenda di avermi fatto un torto nel denunciarmi per fatti non rispondenti al vero. 193 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA In ogni caso, non sono disposto a tollerare ulteriormente le minacce del Pipino, siano o meno condivise e concertate con la mia ex sig.ra Boscarolo. Dette minacce, anche alla luce del danneggiamento subito dalla mia autovettura e dall’anonimo scritto minatorio rinvenuto sulla stessa, nonché dall’atteggiamento di reiterata prevaricazione del Pipino nei miei confronti (già evidenziato nell’episodio del 2005 raccontato nella precedente narrativa), paiono obiettivamente serie e preoccupanti. Alla luce delle considerazioni sovra esposte, pertanto, chiedo che l’Ill.mo Sig. Pubblico Ministero voglia valutare se nei fatti richiamati siano ravvisabili estremi di reato, in particolare sotto il profilo della violazione dell’art. 612, 660 ovvero 635 c.p., oppure di altre previsioni incriminatrici la S.V. abbia a ravvisare nella narrativa che precede. Insto affinché, previa identificazione degli autori del reato, si proceda nei loro confronti e nei confronti di quanti abbiano eventualmente con gli stessi concorso nella commissione dei fatti, chiedendo espressamente la punizione dei colpevoli, nei cui confronti il sottoscritto Antonio Animaviva, come infra generalizzato, intende sporgere e con il presente atto sporge formale denuncia querela. Quanto all’identificazione del sig. Pipino, ritengo che le sue complete generalità siano note alla sig.ra Arianna Boscarolo, nata ad Erichi il 10.5.55, residente in Costa lontano da Erichi. Ai sensi dell’art. 408 II comma c.p.p. chiedo di essere informato nell’eventualità di richiesta di archiviazione del presente procedimento, opponendomi altresì alla sua definizione a mezzo decreto penale. Con riserva di costituzione di parte civile, nomino difensore di persona offesa l’avv. Neleo del Foro di Tortorinolo, cui conferisco delega al deposito del presente atto con facoltà di subdelega, e presso il cui studio in Tortorinolo, eleggo domicilio per le comunicazioni/notificazioni relative al presente procedimento. Chiedo di essere sentito quale persona offesa e indico quale persona informata sui fatti la sig.ra Graziella. Indico altresì quali residue persone informate dei fatti i sig.ri Rina e Lotar che assistettero all’episodio del 18.2.06, dei quali mi riservo di indicare recapito aggiornato. Allego la documentazione di cui alla narrativa che precede (denuncia di danneggiamento veicolo e originale biglietto rinvenuto sul parabrezza della mia auto). Chiedo, ove possibile in relazione alle rispettive fasi processuali, la riunione del presente procedimento con quello rubricato al n. 194 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA 99999999999/05 R.G.N.R., nel quale lo scrivente risulta indagato su denuncia-querela presentata dalla sig.ra Arianna Boscarolo, sottolineando come la predetta riunione possa obiettivamente giovare alla complessiva valutazione dei fatti di cui ad entrambi i procedimenti in oggetto ed all’individuazione delle eventuali rispettive responsabilità degli indagati. Con ossequio. Tortorinolo, 6.3.06 Antonio Animaviva E’ autentica Avv. T. Neleo ------------------------------------------------------------------------ Questi sono i fatti sino al 19 febbraio 2006. 195 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Mi sia consentito aggiungere che se non fossi così convinto riguardo la compromissione dello stato di salute mentale della signora Boscarolo, sarebbe ovvia da parte dello scrivente una richiesta di imputazione per la stessa ai sensi degli art. 368 – 595 - 727 e in ultima analisi 582 del C.P. Io credo che l’imputazione per calunnia, diffamazione, maltrattamento di animali (Nerina ed io ) e lesioni personali potrebbe essere una sorta di giusto castigo per il suo comportamento che definisco veramente censurabile, ma da tale imputazione la signora Boscarolo non credo ne trarrebbe alcun giovamento. A scanso di equivoci o malintesi allego infine i seguenti documenti che dimostrano la mia assoluzione in vari procedimenti amministrativi e penali instaurati a mio carico. All. 185 – procedimento amministrativo a mio carico per violazione regolamento disciplinare chiuso con l’archiviazione. All. 186 – procedimento penale a mio carico per presunto abuso in atti d’ufficio (art. 323 C.P.) chiuso con la motivazione che la notizia di reato è infondata. All. 187 – trasmissione alla Pretura del fascicolo di cui venni accusato falsamente di abuso in atti d’ufficio per l’eventuale accertamento di reati commessi a carico della persona che generalizzai. 196 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA All. 188 – mia assoluzione del presunto reato di sequestro di persona (art. 605 C.P.). All. 189 – mia assoluzione del presunto reato di falsa testimonianza commesso assieme al reato di sequestro di persona (art. 372 C.P.). All. 190 - copia delle dichiarazioni di miei superiori e colleghi riguardanti la mia attività professionale. All. 191 e All. 192 - allego anche copia di due apprezzamenti ricevuti per attività di servizio. All. 193 – All. 194 - copia di quotidiani locali in cui si può evincere quali denunce inoltrai all’A.G. che mi portarono ad essere falsamente e dolosamente indagato dei reati già descritti di cui poi fui assolto con formula piena. Io spero di aver convito codesto Tribunale su quale sia stato il mio atteggiamento con la signora Boscarolo e spero che in ogni modo le siano almeno contestati verbalmente il suo opportunismo e sopratutto le sue ambiguità. Di una cosa sono certo, la pena più grande che le è già stata somministrata è il giornaliero convivere con se stessa. 197 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Mi preme precisare in ultimo che ho avuto più volte la disponibilità delle chiavi dell’alloggio della signora Boscarolo a Costa lontano da Erichi. I suoi comportamenti mi fanno pensare e temere che con un altro compagno, non così paziente come lo sono stato io, si potrebbero verificare episodi anche gravi che potrebbero poi essere, dati i precedenti, a me imputati. Per sgomberare il campo da qualsiasi ipotesi di reato a me attribuibile, chiedo rispettosamente a Codesta Procura di ordinare alla signora Boscarolo di sostituire la serratura della sua abitazione, anche a mie spese. Sono a disposizione per eventuali chiarimenti. Sono convinto che la relazione che ho preparato sarà benevolmente accolta da codesto Tribunale. Antonio Animaviva 198 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA FINE ? 199 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA CAPITOLO ULTIMO ??? Non ci crederete mai, ma questo scritto era già finito. Anzi, dirò di più, per ben due volte, con la collaborazione di una copisteria e di una legatoria, avevo prodotto un libro finito e con tanto di copertina. Una parte di queste copie le distribuii ad alcune persone fidate perché mi dicessero che cosa ne pensavano e poi mi restituissero la copia in prestito. Dopo aver sentito i loro pareri, decisi che non avrei certo fatto una figuraccia, quello che mi preoccupava era più che altro la mia grammatica, arrugginita e di scarsa sostanza scolastica. Tutte le persone che avevano letto il mio libro, si dicevano stupite per i fatti narrati. Quello che tutti consideravano è che non avrebbero mai pensato che il sottoscritto avesse la capacità di stendere così bene i propri sentimenti sulla carta, anche perché tutti questi mi conoscono più che altro come una persona che svolge lavori manuali. Qualcuno mi disse di avere letto il libro tutto d’un fiato, altri mi comunicarono senza mezzi termini che il libro gli era piaciuto. Una persona mi chiese se non avevo paura della reazione del signor Pipino. Un’altra mi pregò di dimenticare per la mia salute. Quella che però mi ha dato tanta soddisfazione e forza è stata una signora cui sono solo conoscente, la quale, dopo aver letto il mio libro, nell’atto di riconsegnarmelo non disse nulla, mi guardò negli occhi e regalandomi un sorriso che voleva esprimere 200 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA tenerezza, mi accarezzò tenendo per tre lunghissimi secondi la sua mano sulla mia guancia. Ecco, quel gesto, quel sorriso, mi facevano comprendere che qualcuno aveva recepito non tanto il mio livello di scolarità ma il mio dolore, che io credo impregni persino la spessa copertina che ricopre questo libro. Nessuno potrebbe mai farmi desistere dal rendere pubblica questa storia, si sa però che a volte una persona può anche cambiare idea. Quella carezza e quel sorriso gettavano nel posto più remoto che si possa immaginare, la già di per se stessa limitata possibilità che io desistessi dal mio intento. Le positive dichiarazioni di quelli che erano diventati miei primi lettori, mi davano quindi un po’ di benzina in più di quella di cui già disponevo per percorrere la strada, del tutto nuova per me, quella del narratore. Ad un certo punto però, quando pensavo che non ci fosse più nulla da aggiungere ai fatti raccontati, la mia fantasia produsse all’improvviso un capitolo nuovo. Certo mi toccava rimaneggiare tutto ciò che avevo già fatto con grande fatica, ma il capitolo nuovo in se stesso già da solo poteva dare un grande stimolo per rispondere infine ai miei potenziali futuri lettori, se questa storia tratta il reato di molestie e minacce da parte mia nei confronto di Arianna o se invece sia Arianna che per dipingermi soggetto poco raccomandabile nei confronti degli altri, abbia premeditato degli “eventi” con la volontà di vendicarsi di averle portato via le cose che le avevo regalato negli anni e soprattutto per cercare di evitare l’inevitabile, ovvero il divulgare le sue “bizzarrie”. 201 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA L’ULTIMO CAPITOLO ??? Erano le 18, 15 del 28 aprile 2006, un venerdì come tanti altri. All’improvviso il silenzio che regnava nell’appartamento era interrotto dal suono inconfondibile di un messaggio in arrivo sul mio telefonino: “Ciao, tutto O.K.? Allora, questa sera va bene, arrivo da te verso le nove e trenta?”. Io risposi telegrafico: “Sì”. Era un messaggio mandatomi da una mia cara amica con la quale da qualche tempo avrei dovuto passare una serata. Sinceramente non mi aspettavo che lei fosse libera quel venerdì. Ero sdraiato sul divano, annoiato e senza energia, quel messaggio fu come girare la chiave dalla messa in moto di un’auto ferma da tanto tempo e stupirsi che la batteria è ancora carica, abbastanza da metterla ancora in moto. Mi alzai dal divano interrompendo tutti i pensieri vari e tristi che stavo facendo in quello stravaccato relax. Un caffè era quello che ci voleva per iniziare i preparativi fisici ed estetici per la piacevole serata che mi auspicavo. Così iniziai con la preparazione del bricco del caffè che misi sul fuoco, nell’attesa della bollitura preparai asse e ferro da stiro per la stiratura dei capi di vestiario per quella serata. Non che non avessi altri indumenti già pronti, ma volevo indossare quelli con cui mi sentivo più piacevole e a mio agio, naturalmente, come al solito, quelli erano da preparare. Comunque, da buon single, questo è un lavoro che si fa con abituale rassegnazione. Dopo lo stiraggio e il coffee, doccia, shampoo e vestitura, con finale lustratura di scarpe, ero decisamente in anticipo, così scesi in strada e mi feci una passeggiata. 202 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Roxy arrivò con qualche minuto di ritardo, come la vidi pensai subito che avrei fatto a meno di uscire e che me la sarei volentieri “coccolata” tra le mura della mia “casina”. Lei, quasi leggendomi nel pensiero mi disse: “ Ciao! Allora, mi porti a ballare? ”. La nuvoletta con visioni celestiali che stazionava sul mio cranio come nei fumetti, si infranse e cadde a terra. Io le chiesi dove voleva andare e lei mi disse che andava bene qualsiasi posto. Salimmo in auto e partii in direzione del centro della città poi svoltai a sinistra verso il fiume, passammo innanzi alla sala da ballo dove io spesso mi intrattengo, la scartammo, io proposi di andare in collina, lei acconsentì. Dopo circa mezz’ora eravamo al colle della Naddamela. Parcheggiai l’auto, era presto, invece di entrare subito nel locale decisi con lei di fare una passeggiata nel vicino parco. La serata era calda, il cielo era limpido, la città, la sotto, sembrava di poterla toccare con la mano, le luci migliaia di luci tremolavano rendendo più vivo e più romantico il paesaggio che stava di fronte a noi. Distolto lo sguardo dalla città vidi attorno a noi alcune coppie che a loro volta erano già state catturate (e poi rilasciate) dall’incanto della vista. Si stavano tutti teneramente stringendo e baciando. Pensai: che bello l’amore! Ma quanto male ti può dare? Superai i pensieri del passato, (come dice il proverbio: “Acqua passata non macina più”), strinsi a me Roxy e le diedi un bacio, poi mano nella mano entrammo nel locale prescelto che confinava con il parco in cui eravamo appena stati. Il locale è uno di quelli tutto buio con candele accese ai tavoli, atmosfera romantica al mille per mille, propiziata dal pianista-cantante che snocciola una dietro l’altra piacevoli canzoni. Quelle canzoni che, se sei cinquantenne come me, riescono a riportarti indietro di tanti decenni facendoti rivivere 203 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA storie che si sono fermate nel cuore per sempre, come una registrazione su un nastro magnetico a cui hai strappato la linguetta che impedisce la sovrapposizione di qualsiasi altra registrazione o ti impedisce la cancellazione di ciò che avevi già registrato. A dire la verità sto abbastanza alla larga da questi locali, mi danno un po’ troppa dolorosa nostalgia. Quella sera forse avevo voglia di tornare indietro nel tempo con l’aiuto della musica, ritornare all’incanto non più vissuto, ormai mi sembrava da mille anni, di una serata semplice condita di risate stupide, di whisky e coca o di gin fizz, di carezze gentili e tenere e poi infine di baci dolci, appassionati che mi avrebbero trasportato con lei, ad occhi chiusi, su di un tappeto magico in qualche luogo terreno ma nello stesso tempo celestiale che ci avrebbe visti lungamente abbracciati. In questa descrizione, vista e riesumata da giovani e felici ricordi mi viene anche in mente che l’unica cosa che va quasi sempre storta è che nel luogo celestiale (ma terreno) in cui ci si apparta, soprattutto d’estate, c’è sempre qualche diabolica zanzara che riesce ad infilarsi nella tua auto, da quel micro spiraglio che hai lasciato nei finestrini per poter “respirare” mentre gli “abbracci” diventano sempre più intensi. Il risultato é che torni a casa e facilmente puoi dire di essere stato ad una festa dal commendator Zanzara, l’unica cosa é che la festa in casa ce l’ha fatta lui. Lo so, ho divagato un po’, i ricordi sono ricordi e le zanzare anche in un romanzo di fantasia, com’è questo, sono vere assai, come direbbe un mio amico napoletano. Prima che io vada avanti a raccontare cosa succederà, mi permetto di dire che il proverbio che ho citato poc’anzi ovvero “acqua passata non macina più”, è un proverbio che io definirei da “rincoglionito” che va giusto bene se si parla di farina, ma è un proverbio fasullo se lo si vuole usare per esorcizzare il passato. 204 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Purtroppo l’acqua passata, ovvero la vita già vissuta a volte macina con tanta forza di più di quella che ancora deve essere vissuta, che non riesci neppure ad accorgerti che questa forza è riuscita a travolgerti e che ancora stai rotolando rovinosamente senza che nessuno possa aiutarti ad arrestarti, se non te stesso con la tua forza e la tua volontà. E’ da ipocriti solamente pensare qualcosa che sia minimamente diverso da ciò che è la mia descrizione del passato, cambiano le persone e con loro cambia la forza, cambiano le volontà che tengono “a bada” il tempo passato, la verità è che ognuno di noi prima o poi ha a che fare con il dolore e il senso di impotenza che ti dà il non essere riuscito nella cosa che più di stava a cuore: “L’amore per lei o l’amore per lui”. Come ho detto, dopo la passeggiata io e Roxy entrammo nel locale, il cameriere ci venne incontro, scegliemmo un sofà di fronte al pianista e ci sedemmo. Avevamo proprio voglia di un po’ di musica e un po’ di allegria, fu proprio per quello che non scegliemmo un luogo più appartato come fanno le coppie che la musica la vogliono solo come sottofondo… Dopo una decina di minuti Roxy ed io ordinammo da bere, lei un Margarita ed io un gin fizz. Stavamo bevendo e parlando, io ero girato verso destra dove lei era seduta, la mia gamba destra era infilata sotto la sinistra in maniera da essere frontale a lei. Ad un tratto il pianista scherzò con due ragazze che erano appena arrivate e che stavano sedute davanti a noi un po’ sulla nostra sinistra, io mi girai istintivamente per vedere. In quell’istante vidi Arianna che con una donna usciva da una porta sulla nostra destra dove sapevo ci fossero le toelette. Senza preamboli mi girai verso Roxy e le dissi: “Ecco, quella è Arianna, così l’hai vista dal vivo almeno una volta”. Roxy mi chiese: “Ma quale?” io risposi: “La più piccola”. 205 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Quando le due donne ci oltrepassarono sparendo alla nostra sinistra in un locale attiguo a quello dove noi eravamo seduti, Roxy mi disse: “Ma hai visto? Ti ha salutato con un cenno della mano!” io le risposi: ”No, non ho visto perché mi sono girato verso di te”. Non indossavo gli occhiali e già mi domandavo come avevo fatto a riconoscere Arianna, nel buio del locale, in quei pochi istanti in cui era apparsa davanti a me. Roxy mi chiese ancora: “Ma sapevi che veniva qui?” io le risposi persino un po’ incazzato: “No, assolutamente no”. Aggiunsi: “Io non vengo in questo locale da anni, non sono mai venuto con lei e se avessi saputo che veniva qua sarei certamente andato da un’altra parte, ti dirò, io volevo rimanere solo a casa con te… Stetti un po’ in silenzio poi dissi a Roxy: “È proprio vero, il diavolo fa le pentole ma non i coperchi”. Porcaccia miseria! Continuavo a dirmi, ma con tutti i posti che ci sono proprio qui dovevo venire? Era un fatto veramente diabolico. Di lì a pochi istanti mi aspettavo di vedere Pipino il nuovo accompagnatore di Arianna che “saltellava” davanti ai miei occhi per farmi girare un po’ le palle o per cercare di combinarmene qualcuna con la connivenza di Arianna. Cercai di scollarmi da quei pensieri, il pianista attaccò una canzone lenta, io chiesi a Roxy di ballare. In pista cercai di fare l’indifferente, evitavo persino di alzare la testa ed anche lo sguardo dalla mia compagna di ballo. Ad un certo punto, tra le note della canzone, sentii ridere e le risate provenivano proprio da dove Arianna era seduta in compagnia di un uomo con i capelli bianchi, e una coppia di amici (l’uomo non era certo Pipino). Lei guardava verso di noi e rideva, anche gli altri ridevano, non stava certo raccontando una barzelletta, non credo che quella 206 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA donna ne sappia una, certamente aveva fatto qualche battuta stupida rivolta a me e alla mia compagna. Ci tengo, per dovere di cronaca che la mia accompagnatrice ha quasi una ventina d’anni in meno che il sottoscritto Antonio Animaviva e che se usassimo la terminologia in voga dovremmo dire che Roxy e una “gran bella gnocca”, ma io, vecchio cinquantenne e gentiluomo non mi permetterò di usare certe terminologie a me non più consone. Roxy parve leggermi nei pensieri e guardandomi mi disse: “Sono proprio contenta che ti veda con me”. Io le chiesi perché e lei mi rispose: “Beh, perché io sono una bella gnocca, non come le vecchiette che frequenti alla “Mazurca”. Risi proprio di gusto. Quella donna cominciava veramente a leggermi nel pensiero! Continuammo a ballare, il pianista suonò due altre canzoni “lente”. Arianna, sfruttando il fatto che la potevo vedere, scivolò fra le braccia del suo cavaliere e lo baciò lungamente e profondamente. Ero disgustato, non perché lei si baciasse, ma perché durante la nostra relazione, quando ci trovavamo in una sala da ballo dove delle coppie si baciavano durante il ballo o sui divani, lei mi diceva che quelle persone le facevano schifo, che quelle cose in un luogo pubblico non si facevano. Tornai a sedermi con Roxy e ordinammo due altre bibite. Anche lei aveva visto la “scenetta d’amore”, io le raccontai i miei pensieri. Il tizio che stava con Arianna ci passò davanti e andò in bagno. Ero di nuovo senza occhiali ma ad occhio e croce aveva qualcosa più che sessant’anni. Dopo poco, terminate le bibite, la mia accompagnatrice ed io uscimmo dal locale. Attraverso i vetri del dehors non potemmo non notare che Arianna che con grande tempestività si rigettava nelle braccia del fantomatico presunto vecchietto e per “salutarmi” si rimetteva a baciarlo. 207 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA All’inizio della serata, entrando nel locale, vidi che vi era parcheggiata una rossa Ferrari. Uscendo non c’era più. Un po’ malignamente dissi a Roxy: “Beh, il vecchietto non è il proprietario della fuori serie”. Appena sopra tirai una bella riga, l’avete vista? Io consideravo che il “vecchietto” in compagnia di Arianna fosse il suo nuovo compare e che questi se la sarebbe portata in locali ben lontani dalla Mazurca. I capelli bianchi del tipo mi inducevano a pensare che questi avesse la saggezza dell’età e che finalmente non avrei più dovuto sopportare le apparizioni di Arianna. Come al solito presi una bella cantonata. Di quello che accadde, care signore e cari signori, vado qui di seguito a raccontarlo. Mi dovete scusare, ma per mia decisione inserirò il testo della seconda querela che decisi di presentare all’A.G. Vi dico subito, che né dalla prima querela, né tanto meno da questa, mi aspetto che la Procura persegua le malefatte di Arianna. Quel che spero, è, che un giorno emerga tutto il ridicolo che accompagna questa grottesca storia, dove il sottoscritto si ritiene essere tutto meno che “Il Molestatore”. Vi prego di avere pazienza perché la querela per forza riassumerà brevemente il passato e ciò che ho già scritto in precedenza 208 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Ill.mo Procuratore della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Tortorinolo. Atto di denuncia - querela Il sottoscritto Antonio Animaviva, nato a Tortorinolo il 14.2.1956 e ivi residente in via Quartiere Po 92/Z espone quanto segue. Sono stato assunto nel 1983 presso il Comune di Tortorinolo in qualità di Vigile Urbano. Ho compiuto nel mese di febbraio 50 anni, non ho altri parenti viventi in Tortorinolo che mia madre la quale è ricoverata presso una casa di cura e con la quale non mi è possibile avere alcun rapporto se non di mera visita in quanto la stessa ha perso l’uso della parola a causa di una vasculopatia che le ha anche procurato una demenza senile la quale a poco a poco la sta rendendo come un vegetale. A dire il vero ho due cugini che abitano in Tortorinolo ma che non ho mai frequentato e che a volte dimentico persino esistano, tanto è vero che mia madre è ricoverata da oltre un anno e gli stessi non sono mai andati a farle visita. Gli unici parenti con cui mi vedo e posso relazionare sono mia zia (sorella di mia madre) e i miei cugini che abitano nel Comune di Erichi. Non sono sposato, non lo sono mai stato e attualmente non ho una compagna. Tengo anche a precisare che la mia vita di relazione l’ho pressoché vissuta nei luoghi limitrofi al comune di Erichi, sia per il fatto che mio padre ha lavorato per più di un trentennio in uno stabilimento sito in Erichi, sia per il fatto che io stesso ho lavorato in un locale pubblico (San Michele-Novavilla D’Itas ) dove ho avuto modo di conoscere delle persone provenienti dai comuni limitrofi e in particolare: Novavilla D’Itas, Francavilla D’Itas, Valfebianca, S. Miadano, Costa Lontano da Erichi, Lapucco, Mairabrate, Ranacanta ecc ecc. 209 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA In particolare nel comune di Novavilla D’Itas, mi reco spesso in visita a due persone a me molto care, decedute sventuratamente e precocemente. Nel 1996 ho incontrato una donna, la signora Arianna Boscarolo, che già conoscevo da molti anni prima e che abitava anch’essa nel Comune di Erichi; lei si stava separando e dopo poco tempo da questo nostro incontro iniziammo una relazione che durò sino al 2004. Durante questa relazione almeno due volte decisi di troncare i rapporti con questa donna che nel tempo si era dimostrata con le sue esternazioni e con i suoi modi di fare un soggetto con problemi psichici, ella mi disse di vedere la Madonna che le andava incontro in Chiesa, a volte Gesù Cristo che si muoveva sulla croce e in ultimo di avere un fantasma presente nella sua nuova abitazione di Riva presso Erichi che le faceva compagnia aggiustandole i mobili e facendole suonare il pendolo; mi disse anche che questi si chiamava Biagio e che lei non ne aveva timore, anzi, Biagio le faceva compagnia. Fortemente innamorato ho sempre superato tutte queste esternazioni e tutte le contrarietà che lei creava. Lei faceva leva sui miei sentimenti soprattutto quelli di umanità e fraternità facendomi sempre presente che era malata. Mi faceva vedere le mani che a volte diventavano bianche, rosse e poi violacee, mi diceva che aveva forti dolori allo stomaco, io allora mi intenerivo, sapevo benissimo quali erano le sue malattie (sindrome di STERC, manifestazione di Naudeyr, PioOriditismo autoilleso, Redosclerima e patologie degenerative dell’apparato digerente). Se le contrarietà fossero state le malattie io avrei lo stesso continuato la relazione ma spesso la signora Boscarolo mi offendeva in pubblico e in privato. Due volte, in locali pubblici, mentre pranzavamo pacificamente lei chiese alla cameriera se mi voleva; in privato 210 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA una volta mi disse che ero un cialtrone e anche quella volta non ve ne era motivo e un’altra volta mi disse di andare a puttane. Alle amiche invece riferì che in un’occasione io la sequestrai e la violentai. Quando non sapeva più che dirmi per farmi alterare e per offendermi mi diceva: “Io non ti ho mai amato e non ho mai voluto i tuoi regali”, mentre poi continuava a prendere tutto ciò che io con grande amore e disinteressatamente le porgevo. Il 17 giugno 2004, proprio dopo avermi detto per l’ennesima volta la frase appena citata ( Io non ti ho mai amato e non ho mai voluto i tuoi regali), io decisi di troncare definitivamente il nostro rapporto anche in virtù del fatto che non solo maltrattava me ma maltrattava anche, legandolo al termosifone di casa sua, quella che avrebbe dovuto essere il suo cane ma che, di fatto, da più di due anni e mezzo viveva con me. Quel pomeriggio del 17 giugno 2004 la signora Boscarolo mi restituì i regali che io le avevo donato nel corso della nostra relazione poi come presagivo mi cedette il cane dicendomi: “Portatelo via e prenditi il suo libretto sanitario nel cassetto”. Anche il giorno seguente, ovvero il 18 giugno 2004, dovetti recarmi dalla signora Boscarolo come avevamo concordato per ritirare delle suppellettili ed in quella circostanza venni ancora una volta maltrattato e insultato senza che ce ne fossero i presupposti, se non altro da parte mia. Per farla breve è opportuno che Lei sappia, Signor Procuratore, che la signora in seguito si recò presso la Caserma dei C. C. di Costa, Comune dove lei abita e nella circostanza mi denunciò falsamente per molestie e minacce. Cercò persino di far credere al Comandante della Caserma che io avessi saltato un muro per entrare nella sua abitazione. La denuncia fu stilata di pugno della signora Boscarolo ma non fu da lei firmata. Io venni chiamato dal Comandante della Caserma al quale poi in più di un’occasione ebbi modo di spiegare e provare che la mia ex alterava la verità e gli confidai inoltre, senza mezze parole, che questa aveva anche dei problemi psichici. 211 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Oggi posso dire con conoscenza di causa che il maresciallo Bevilacqua, Comandante della Caserma dei C.C. ha ignorato le mie dichiarazioni e le dichiarazioni spontanee di una teste informata sui fatti, mentre purtroppo ha continuato a credere, senza riscontro alcuno, alla signora Boscarolo che per quanto mi consta è persona molto abile a costruire teoremi inveritieri modificando a volte fatti accaduti o inventandone altri in virtù del suo desiderio di apparire vittima, in virtù del suo desiderio di vendetta nei miei confronti. Pochi giorni dopo l’alterco avvenuto tra me e la mia ex compagna ed esattamente il giorno 21.6.2004 sullo schermo del mio cellulare, appariva il numero di utenza 051450280, chi mi chiamava era la figlia della signora Boscarolo, residente a Mirini, la quale mi proferiva una serie di insulti dopo di che troncò la conversazione per poi ripetere la chiamata dopo pochi istanti e in questa ulteriore circostanza mi minacciò dicendomi: “ tela farò pagare”. Dopo qualche tempo esattamente il 18.8.2004 ricevevo due telefonate dalla figlia di Arianna. Nella prima alle ore 11,20 circa appariva sul display del mio cellulare la voce “privato”, una ragazza mi chiese: “Che tempo fa a Mirini?” io risposi dopo averla riconosciuta dalla voce che ero a Tortorinolo, lei proseguì dicendomi: “Adesso hai un’altra denuncia qui a Mirini per danneggiamento” poi interruppe la comunicazione. Sulla falsa riga della volta precedente mi richiamò subito dopo, alle ore 11,25 circa e senza darmi possibilità di parlare mi disse: “Abbiamo le prove e i testimoni” naturalmente troncò subito la conversazione. Doverosamente riferisco che nulla mi è stato notificato al riguardo di queste telefonate in cui io avrei dovuto essere l’autore di danneggiamenti arrecati nel Comune di Mirini all’auto di proprietà della mia ex e di cui io ne sono estraneo. 212 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Dopo questi fatti ci fu per me un certo periodo di tranquillità e aggiungo che vidi la mia compagna alla quale feci gli auguri in occasione della festa della donna e della pasqua 2005. La domenica delle palme 2005 andammo anche, avendone l’occasione, a Messa insieme. Credetti così che lei stesse desistendo dai suoi propositi di vendetta quando invece il 9.4.2005 ricomparve nella mia vita privata venendo a ballare in un locale pubblico che era già frequentato da me sin dal lontano 1983 – 84 in ogni fine settimana e che poi durante gli anni della nostra relazione frequentammo assieme. Per brevità Le dirò solamente che ad un certo punto l’occasionale compagno di danze della mia ex, affermando che io lo guardavo, tentò assieme ad un altro avventore della sala da ballo di giungere alle vie di fatto con il sottoscritto che non aderendo alle provocazioni riuscì anche grazie ad un addetto della sala ad evitare la sicura rissa che ne sarebbe seguita. Dopo questo episodio che considerai veramente spiacevole ma di cui non volli notiziari l’A.G. ne successe un altro nella stessa sala danze e con lo stesso accompagnatore della mia ex il quale, in questa nuova occasione, il 18.2.2006 mi minacciò dicendomi che lui adesso era il compagno della mia ex e che se mi avesse trovato vicino alla signora Boscarolo mi avrebbe fatto fuori. Questo secondo episodio non potei più tollerarlo e perciò presentai denuncia-querela all’A.G. Le allego il testo di questa querela presentata il 6.3.2006 presentata presso gli uffici della Procura per cui Lei leggendola potrà meglio farsi un’idea di ciò che accadde. Il procedimento per quanto mi consta è tuttora in fase di indagine. Dopo i fatti narrati nella querela incontrai casualmente la mia ex in un altro locale della collina Tortolinese dove proprio non mi sarei mai immaginato di trovarla. 213 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Era il 28.4.2006, io ero in compagnia di un’amica e dopo pochi istanti dal momento in cui ero entrato nel locale mi comparve innanzi la mia ex la quale si andò a sedere poco distante a fianco di un uomo che non era chiaramente quello da me querelato per minacce… e che si era dichiarato il suo compagno il 18.2.2006. Il primo ha circa quarant’anni, ha i capelli lunghi e neri, il secondo invece dimostra circa sessanta anni, forse anche di più, con capelli corti e completamente bianchi. La mia ex, dopo essersi seduta accanto a questo tizio a me sconosciuto, più volte come già aveva fatto del resto con l’altro accompagnatore cominciò a baciarlo più volte profondamente e platealmente. Io dopo un po’ decisi di andarmene e dovendole passare accanto per uscire vidi con la mia accompagnatrice che ella ripeté di proposito la scena del bacio. Dopo questo episodio purtroppo ho rivisto più volte la signora Boscarolo nei locali che io frequento e per evitare scene sgradite e provocazioni volte ad alterchi ho preferito andarmene e cambiare locale. Ora dopo i fatti che Le racconterò appresso che rappresentano veramente il colmo della mia pazienza, sento doveroso oltre che denunciare l’accaduto, chiedere all’Ill.mo Procuratore della Repubblica ad aiutarmi a far cessare questa situazione che mi sta facendo perdere la salute. FATTO Venerdì 1.9.2006 alle ore 11,30 circa a bordo della mia autovettura mi recavo nel Comune di Erichi e vi giungevo alle ore 12,30 circa. Il venerdì, essendo un giorno per me non lavorativo mi recai presso il Comune di Erichi per presentare al Giudice di Pace una richiesta di archiviazione relativa ad un verbale a me elevato. 214 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Prima di portarmi presso gli uffici Comunali mi recai presso il mercato settimanale dove feci degli acquisti. Nell’atto di riporre i miei acquisti nel baule dell’auto sopraggiunse nel parcheggio attiguo il plateatico la mia ex compagna, la signora Boscarolo la quale, poco distante, parcheggiò la sua autovettura. Io salii sulla mia auto e stavo compiendo una manovra di retromarcia per allontanarmi quando vidi la signora Boscarolo a fianco alla portiera di guida che cercava di aprirla, io le impedii questo gesto abbassando la sicura. La signora Boscarolo era già alterata e mi chiese di farle salutare il cane, il suo era il tono di chi dava un ordine. Io le risposi di no e proseguii con molta prudenza la mia manovra di retromarcia. A questo punto la signora Boscarolo introdusse il suo braccio dal finestrino che era un poco abbassato, non ebbi modo di capire se voleva protendersi per toccare il cane o se avesse intenzione di fare qualche altro gesto. Io la invitai ad allontanarsi perché non avevo nessuna intenzione di farle salutare il cane, a questo punto lei mi disse con voce alterata: “Io ho ritirato la querela nei tuoi confronti, te la faccio vedere io”, io le risposi che il suo ritirare tardivamente la querela non era servito a nulla. Ella, sempre più alterata allontanandosi e nel salire sulla propria auto, rivolgendosi verso di me aggiunse ancora “Te la farò pagare”. Io mi allontanai e alle ore 13 circa, in tempo utile, riuscii ancora a presentare il ricorso presso il Giudice di pace, motivo per cui mi ero recato ad Erichi. Alle 13,20 circa passai presso la caserma dei Vigili Urbani dove lasciai il mio numero telefonico da dare ad una collega perché questa mi richiamasse al suo rientro in servizio, dopo di che m’incamminai verso Tortorinolo e vi giunsi alle ore 13,40 circa. 215 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA La domenica seguente ovvero il giorno 3.9.2006 dopo aver passato parte del pomeriggio nell’ordinare documenti riguardanti lo stato di salute di mia madre decisi, terminata questa incombenza, di recarmi ad Erichi per una visita a mia cugina che lì risiede con il marito. Lo scopo della mia visita era sapere da mia cugina la sua impressione circa lo stato di salute di mia madre in quanto il giovedì precedente si era recata a trovarla presso la struttura ove è ricoverata. Alle 17,40 c.a. giunsi in Erichi. Prima di recarmi presso l’abitazione di mia cugina passai dall’abitazione di mia zia, suonai il campanello ma non mi fu risposto. Mia zia è quasi completamente sorda o non mi aveva sentito o non c’era, così me ne andai. Sapendo che c’era una festa al quartiere Vodapa che è sito poco distante dall’abitazione di mia cugina, decisi di andarci. Dieci minuti più tardi ero nel prato ove era stata allestita la festa. Purtroppo la manifestazione a quell’ora era già pressoché finita, mi fermai lo stesso a vedere dei falchi che erano stati esibiti alla manifestazione, ascoltai per qualche tempo le spiegazioni che il falconiere dava al pubblico sugli animali poi decisi di andarmene, presi atto che per cena vi era lo stand gastronomico e mi riproposi semmai di tornare dopo la visita a mia cugina per mangiare qualche spiedino. Ritornai alla mia moto e a bordo della stessa imboccai la via di fronte a me per poi svoltare a sinistra in direzione dell’abitazione di mia cugina. Giunto quasi all’altezza della rotonda vidi sulla sinistra della carreggiata, sul marciapiede, due persone che quando furono a pochi metri da me identificai per la mia ex e la sua amica Peppiniella. 216 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA La prima cosa che pensai fu, ecco, adesso andranno dal maresciallo Bevilacqua e diranno che io le ho seguite. Signor Procuratore, mi perdoni ma non so se riesco a farle capire quale fosse il mio stato d’animo quando ho realizzato che le due persone che percorrevano quella via erano la signora Boscarolo e la sua amica. Ebbi come un soprassalto che cercai di combattere con indifferenza, infatti, proseguii per la mia strada senza neanche girare la testa e facendo finta di non averle neanche viste. In ogni caso mi ripetevo nei pensieri che ora le due amiche sarebbero andate dai Carabinieri a riferire chissà che cosa, d’altronde non potevo non pensare alla mia ex compagna che il venerdì precedente con le sue minacce era stata più che esplicita e ravvisati gli episodi che le ho raccontato precedentemente non mi rimaneva che dire una speranzosa preghiera. Alle 18,40 giunsi presso l’abitazione di mia cugina, lei non c’era, mi aprì il marito. Restai lì con lui sino alle ore 19,10 circa poi me ne andai. Non troppo allegro per l’incontro di poco prima, ritornai comunque, come mi ero riproposto alla festa. Lì vi incontrai il fioraio di Costa e ci salutammo, quell’incontro mi mise ulteriormente di malumore così me ne andai con l’intento di ritornare a Tortorinolo. All’altezza dell’incrocio con il Traforo e la strada che porta a Nipo Tortolinese vidi, un centinaio di metri più avanti, nella colonna delle auto che proseguivano verso Tortorinolo, una Dorf Akka che è l’auto che possiede la mia ex, per un momento pensai fosse la sua, di nuovo sono stato assalito dall’angoscia che fosse lei con la sua amica e che nuovamente lei potesse dire che la seguivo. Avvicinandomi constatai poi che non era lei, l’auto era di colore scuro ma non lo stesso colore. Mentalmente mi annotai la targa RB332TW, erano le ore 20. Alle ore 20,30, dopo avermi lasciato alle spalle la Dorf Akka, ma non i timori di rappresaglia, giunsi sotto casa mia. 217 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Egregio signor Procuratore della Repubblica, i timori che Le ho esternato nel racconto che precede si fanno ancora più tangibili e Le spiego il perché. Il giorno 29 settembre 2006 alle ore 10,30, così come avevo in precedenza concordato, mi sono recato presso la Procura della Repubblica dal Brigadiere a cui è stato dato l’incarico dal P.M. di indagare circa il mio esposto già citato precedentemente a carico di ignoti e Boscarolo Arianna. Nella circostanza ho rilasciato le mie dichiarazioni e ho anche depositato uno scritto con degli allegati. In questo documento che Le allego in copia (All. 7) Lei potrà constatare che il sottoscritto chiede all’A.G. di interrogare la signora Boscarolo e il suo dichiarato ma non certo compagno, il signor Pipino; inoltre superati gli scrupoli che avevo dettati dal grande affetto che ho verso la signora Boscarolo, dichiarai formalmente che la stessa, per quanto mi consta, avrebbe problemi di salute e psichici e che oltre a ciò il desiderio di vendetta per aver accettato la restituzione dei miei regali e la cessione del cane alla fine della nostra relazione, come del resto fu lei a chiedermi, sono le componenti che portarono la mia ex compagna a denunciarmi falsamente. Ribadisco inoltre che nell’occasione ho richiesto formalmente di sentire la signora Boscarolo e suo tramite identificare e indi interrogare il signor Pipino. Non sono in grado di riferire se tale formalità da me richiesta sia stata accolta o meno. Il giorno 3/10/2006 (martedì) così come mi era stato in precedenza notificato (All. 8) mi recai nel Comune di Erichi per una udienza avanti il Giudice di Pace che si teneva alle ore 13. Verso le ore 11,15 sono partito dalla mia abitazione e sono giunto ad Erichi poco prima di mezzogiorno. Avendo ancora un’ora prima dell’udienza ho portato Nerina a fare una passeggiata nei prati attigui al centro commerciale, lasciai la mia auto nel parcheggio attiguo alla cartotecnica Erichese, lì dove per tanti anni ho atteso mio padre che uscisse dal lavoro. 218 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Sono stato a passeggio nel prato per circa 15, 20 minuti, poi sono tornato all’auto. Sarà la casualità, ma mentre salivo in auto si avvicinò una pattuglia del 112, i due C.C. a bordo mi guardarono per brevi istanti e poi si allontanarono. La mia ex compagna lavora a 100 metri dal centro commerciale, ho subito pensato che mi avesse visto e avesse chiamato la pattuglia con chissà quale pretesa. Pochi istanti dopo mi fermai in un parcheggio all’inizio della via, per recarmi al vicino mercato. Di nuovo dopo essere sceso dall’auto mi ritrovai la pattuglia del 112 che si avvicinava. La Caserma dei C.C. è antistante il mercato, pensai che potesse essere un caso che la pattuglia mi ripassasse vicino, magari stava rientrando in Caserma. Feci un giro tra i primi banchi del mercato poi preferii andarmene, pensai che la mia ex compagna poteva aver escogitato qualche altra cosa per “farmela pagare” così come mi aveva detto, poi mi vennero in mente anche le parole degli psichiatri che consultai, ovvero di fare attenzione che quella donna era “pericolosa” e allora rinunciai alle mia libertà. Contrariamente all’orario prefissato l’udienza del Giudice di Pace si tenne alle ore 13,30, avevo fatto bene a prendermela con calma anche se mi seccava di non aver fatto i miei soliti acquisti al mercato. Il giorno 6/10/2006 (venerdì) essendo la mia giornata libera decisi, prima di andare a far visita a mia madre in Convitto, di recarmi, così come faccio molto spesso, in un negozio sito poco distante il Comune di Costa. Sono partito alle 8 per poter arrivare all’apertura del negozio, in quanto i capi scontatissimi, soprattutto le scarpe (12 euro) vengono venduti nel giro di pochissimo tempo. All’incirca alle ore 8,30 ero al semaforo di ingresso della Città di Erichi fermo nell’attesa del via libera un automobilista vicino mi fece notare che la mia auto perdeva acqua. Subito credetti fosse l’acqua del condizionatore ma poi si accese la spia rossa della gradazione 219 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA dell’acqua, così capii che la mia automobile aveva un guasto, ero ormai arrivato all’altezza della rotonda che porta al rettilineo della statale, girai a destra mi recai all’autolavaggio che è sito tra il centro commerciale e la cartotecnica Erichese, luogo ove sapevo di poter trovare dell’acqua nel caso fosse servita. Constatai subito che da un manicotto del radiatore perdevo acqua, strinsi come meglio potevo la fascetta da cui fuoriusciva l’acqua e rabboccai sino al livello. Presi atto che la perdita dopo aver stretto la fascetta era esigua e ripartii verso la meta stabilita riproponendomi di far controllare l’auto da un meccanico, cosa che feci l’indomani (All. 9). Proseguii la marcia nella via attigua al lavaggio in direzione Riva di Erichi, ad un certo punto di questa via è obbligatorio svoltare a sinistra e ritornare sulla statale poiché il proseguimento della strada ha il divieto di transito e di fatto è una via ciclabile. Mentre stavo svoltando vidi proprio dalla via ciclabile, proveniente da Costa lontano da Erichi, una pattuglia dei C.C.. Nuovamente non potei far altro che pensare che la signora Boscarolo mi avesse visto e avesse chiamato i Carabinieri. La mia posizione in quel momento rispetto a dove lavorava la mia ex era all’incirca di 400/500 metri, pensai ancora che i Carabinieri mi seguissero e mi fermassero, invece vidi che proseguirono la loro marcia in direzione di Erichi. Alle 9 in punto ero nel negozio dove acquistai delle scarpe ed un vestito. (All. 10). Per tutto il giorno, signor P.M., non potei non riflettere su questa ulteriore apparizione dei Carabinieri, certo le mie potevano essere solo suggestioni, ma poteva anche essere che la signora Boscarolo stesse di proposito creando altre situazioni che le permettessero di vendicarsi. Il sabato successivo, 7/10/2006, come al solito andai a ballare nel locale, che non mi stuferò mai di ripetere, ormai frequento da più di vent’anni e che è sito a poche centinaia di metri da casa mia. 220 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Dopo pochi minuti all’interno della sala da ballo mi resi conto che la mia ex era lì e che presente in sala, anche se per conto suo, c’era pure il Pipino, ovvero colui che già in passato mi minacciò e che cercò di avere un alterco con me. Dalla riapertura della sala, dopo la pausa estiva, i due non li avevo mai più visti. Ero preoccupato dalla loro presenza che reputavo non casuale ed inoltre ciò, secondo me voleva indicare che la signora Boscarolo stava presumibilmente tentando con la complicità del Pipino di mettere in atto la sua vendetta proclamatomi apertamente al mercato il primo settembre 2006 con la sua frase “te la faccio vedere, te la faccio pagare”. Per un attimo pensai di andarmene, poi vidi la mia amica Roberta con Vanna e Francesca e andai a sedermi con loro. Anche se ero in buona compagnia non riuscii mai a rilassarmi completamente e a godermi la serata. A questo punto, signor P.M., mi consenta, anche se mi ripeto, forse saranno solo mie suggestioni dovute al fatto che sono stato minacciato dal Pipino ( “ti faccio fuori”) o per il fatto che conosco lo stato mentale della signora Boscarolo e che ciò mi porta una grande tensione, ma in due distinte occasioni ho avuto la sensazione che qualcuno di proposito toccandomi da dietro all’altezza delle ascelle si fosse accertato se io fossi armato. Dopo i due eventi che volevo ancora credere casuali e che mi hanno portato a pensare di essere al centro di “strane attenzioni” non potei fare a meno di notare che la signora Boscarolo e il Pipino che fino ad allora si erano ignorati, all’improvviso iniziarono a danzare assieme, dopo di che si andarono a sedere al tavolo dove per sette anni il sottoscritto si è seduto con la signora Boscarolo. Io ballavo con la mia amica Roberta e ogni volta che passavo davanti a loro i due, come se vedessero un film comico, ridevano, si guardavano, mi guardavano e ridevano. 221 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Può darsi, ripeto, che siano mie suggestioni ma francamente penso che qualcuno abbia veramente controllato se ero armato e che accertatosi che non lo fossi, abbia comunicato l’esito dell’ispezione fattami ai due, la mia ex e il Pipino, e che gli stessi avessero precedentemente concordato di provocarmi con la conseguenza di farmi reagire e “qualcuno” sarebbe poi intervenuto. Alla fine della serata, mentre io ero ancora in compagnia delle mie amiche e l’orchestra suonava l’ultima canzone, comparve un Carabiniere in divisa che, fermo davanti al bar a pochi metri da me e dalle mie amiche, interloquiva con il proprietario della sala. Ancora una volta ebbi la sensazione che non vi fosse casualità. Terminai la serata accompagnando presso la loro abitazione la mia amica Roberta e le sue due compagne. Mi fermai sotto casa di Roberta per una mezz’ora e un po’ per sfogo le raccontai ciò che credevo fosse accaduto durante la serata. Finita la mia esposizione dei fatti, con mio stupore, Roberta mi confermava che il Pipino non era il compagno della signora Boscarolo poiché lo stesso, nel mese di agosto, durante una serata trascorsa in un locale pubblico, le aveva chiesto se voleva intrattenersi con lui oltre la serata e le aveva confidato che si era innamorato di una ragazza rumena che l’aveva lasciato e che ora era solo. Mi parve ancor più chiaro, alla luce di queste dichiarazioni, che ciò che accadde precedentemente con il Pipino e la signora Boscarolo fu premeditato. Sabato 11/11/06 la signora era nuovamente presso la sala danze La Mazurca, io vidi presenti in sala due mie care amiche, mi sedetti al loro tavolo evitando di allontanarmi troppo da loro quando mi alzavo, quasi esse fossero la mia protezione ad eventuali gesti che avrebbero potuto essere posti in essere dalla mia ex. 222 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Quando uscii dalla sala da ballo lo feci in compagnia delle mie due amiche, mentre la signora Boscarolo si intratteneva ancora nella stessa. Il sabato successivo 18/11/06 come sempre e ribadisco da ventitré anni, andai ancora una volta a ballare alla Mazurca. Giunsi verso le ore 23e15, feci come al solito il giro di saluti nella sala, poi mi portai al bar dove ordinai una consumazione e li rimasi a sorseggiare la mia bibita. La gente presente sulla pista si stava sedendo ai propri tavoli in quanto l’orchestra aveva cessato di suonare per il consueto “ Riposino”. A questo punto vidi la signora Boscarolo che anch’ella proveniente dalla pista da ballo si sedeva ad un tavolo davanti al bar ed era in compagnia della sorella Samira e del compagno della stessa. Pensai alla querela presentata dalla signora Boscarolo ai miei danni in cui disse falsamente: “Ho smesso di frequentare quei posti…..” ( Pagina 3 rigo n° 9 della denuncia querela della sig.ra Boscarolo del 6 maggio 2005 ), pensai che solo con un avvenimento soprannaturale poco probabile, potessero comparire o il maresciallo Bevilacqua o il PM dott.ssa Copatu per rendersi conto di persona di quanto sia falsa la mia ex compagna. Come ho detto rimasi davanti al bar a bere la mia bibita, dietro di me c’erano tre persone che chiacchieravano, all’improvviso mi sentii urtare sulla spalla destra, mi girai per vedere chi era e a tutto avrei potuto pensare ma non che fosse la signora Boscarolo, che improvvisamente alzatasi dal tavolo era venuta intenzionalmente a sbattermi contro, poi proseguendo per mascherare, per quanto mi consta, il suo misterioso intento andava a salutare le persone che erano ferme dietro di me. Posai immediatamente il bicchiere sul banco, andai al guardaroba, ritirai il mio soprabito e me ne andai. 223 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Credo sia inutile io le faccia la cronaca di ciò che era il mio stato d’animo. Affermando che le circostanze mi possono aver indotto a credere di essere “sotto osservazione” e ribadendo che potrebbero senza dubbio essere mie suggestioni, chiedo in ogni caso alla S.V. di esperire le indagini che Lei ritiene opportune per verificare se vi siano stati interventi da parte delle forze dell’ordine o di quant’altri nella narrativa che precede. Egregio signor Procuratore, dopo questi fatti che Le ho raccontato, la mia vita non è stata più scandita dall’orario del lavoro o della mia vita privata ma dagli orari per andare dagli avvocati o per scrivere le memorie difensive di questa storia che osservata dal mio punto di vista sta diventando un tormento continuo. Mi sono comportato da gentiluomo e da uomo innamorato, ho dimenticato la mia dignità perché mettevo davanti a questa i problemi di salute e psichici della mia compagna. Non posso più andare nei posti che frequento sin dalla mia infanzia o da più di trent’anni e non posso più andare nei locali pubblici che frequento da oltre vent’anni senza che mi assalga la paura che lei mi veda e vada a riferire che io l’ho seguita o molestata. A natale del 2005 incontrandola le ho fatto salutare il suo cane, lei mi ha detto che non desiderava più rivederlo, io mi sono attenuto alla sua richiesta, malgrado ciò ora addirittura lei si avvicina a me cercando di aprire con la forza la portiera della mia auto e non riuscendovi infila il braccio dentro l’abitacolo, mi minaccia “te la faccio vedere io, te la faccio pagare!”. Ho consultato tempo addietro due psichiatri a cui ho raccontato i comportamenti della mia ex, ambedue mi dissero con mio grande stupore che quella donna è pericolosa. 224 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Io chiesi spiegazioni di questa loro affermazione e questi mi dissero, riferendosi ad un mio racconto dove io le davo un bacio sulla fronte… che lei è capacissima di dire che invece io ho cercato di baciarla sulla bocca o addirittura di violentarla. Non è che io non voglia farle salutare il cane, è che in assenza di testimoni ho paura lei vada a denunciare dei fatti che non sono successi. Questa donna con le sue fandonie ben architettate, spalleggiate dalla sua amica e dalla figlia che non conosce la verità, è già riuscita a produrre esiti nefasti tanto e vero che il sottoscritto si trova a doversi difendere presso il Tribunale Ordinario in un processo per molestie in quanto mi sono rifiutato di pagare un’ammenda perché ciò era, per quanto mi consta, un mero atto di autolesionismo e masochismo. Io prego l’A.G. di aiutarmi ad uscire da questa sgradevole situazione, ho una madre invalida al 100%, gli unici miei parenti, affermo ancora una volta, abitano nel Comune di Erichi, non sono più libero di andare da loro senza che lei riferisca ricorrenti menzogne al maresciallo dei C.C. comandante la Stazione di Costa, il quale, per quanto mi consta, continua a credere ciecamente alla signora Boscarolo pur essendo stato edotto personalmente da me dello stato di salute mentale della mia ex che con il suo comportamento ricerca la vendetta per il fatto che io le abbia portato via, seppure su sua esplicita richiesta, il cane e i regali che le avevo dato in dono in sette anni di relazione. Ora sono veramente stufo di comportarmi da gentiluomo, è dal giugno del 2004 che ricevo minacce e molestie dalla signora Boscarolo, in concorso, per quanto mi consta, con quello che si dichiarò essere il suo compagno ma che invece ora sono certo non lo è, sono costretto a presentare questa seconda querela contro la signora Boscarolo che non solo potrebbe essere l’istigatrice delle minacce proferitemi dal Pipino, ma lei stessa, calando la maschera indossata della donna impaurita e molestata, ora apertamente mi minaccia di persona. 225 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Le recenti minacce (te la faccio vedere – te la farò pagare ) potrebbero sembrare lievi e di poco conto se trattate a se stanti, ma queste due intimidazioni, per quanto mi consta sono il preambolo a chissà quali altre ritorsioni che sono già state o saranno sicuramente poste in essere dalla signora Boscarolo. Ella potrebbe presentare altra querela inventando chissà quali altri teoremi, d’altronde il suo ritirare tardivamente la querela nei miei confronti, è soltanto l’ennesimo gesto d’astuzia, messo in atto per far credere, come lei spesso dice, che lei mi vuole bene e che non vuole che mi si faccia male. Agli occhi di tutti io devo apparire il lupo mentre lei vorrebbe essere considerata l’agnello. Oltre all’ipotesi di un’ulteriore falsa denuncia nei miei confronti, esiste sempre la possibilità più grave che ella istighi qualcuno, come ha già fatto, perché io venga assalito e malmenato e magari indagato anche per rissa. Ribadisco esimio P.M. che il sottoscritto non vorrebbe presentare né questa né altre querele, ritengo però non vi sia nessun’altra lecita possibilità da me percorribile per difendermi se non rivolgermi alla A.G. Chiedo a codesta Procura di sottoporre a provvedimento restrittivo la signora Boscarolo, impedendole di avvicinarsi al sottoscritto soprattutto nei due luoghi da me frequentati, la sala danze La Mazurca, luogo in cui ella potrebbe, come ha già fatto, cercare di provocarmi affinché io reagisca o utilizzare altre persone, come ha già fatto, nell’intento di farmi malmenare o chissà anche peggio. D’altronde la minaccia proferitami: ” Te la faccio vedere – te la faccio pagare” e gli altri episodi narrati non possono che far intuire che la signora Boscarolo voglia cercare di far succedere altri episodi come quelli citati. Chiedo le venga comunque vietato di avvicinarsi alla mia persona e alla mia abitazione. 226 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Chiedo in ultimo che codesta Procura valuti la possibilità che la stessa sia sottoposta a perizia medico legale al fine di stabilire lo stato psichico e l’attendibilità. Doverosamente informo la S.V. che il sottoscritto ha ritenuto opportuno presentare denuncia-querela nei confronti del Comandate dei C.C. il maresciallo Bevilacqua, in quanto lo stesso, per quanto mi consta, avrebbe tenuto dei comportamenti che sfociano in reati perseguibili penalmente. Alla luce delle considerazioni sopra esposte pertanto chiedo all’Ill.mo signor P.M. voglia valutare se nei fatti sopra esposti siano ravvisabili estremi di reato, in particolare sotto il profilo della violazione dell’art. 81, 612 e 660 C.P. oppure di altre previsioni incriminatici che la S.V. abbia a ravvisare nella narrativa che precede . Insto affinché si proceda nei confronti dell’autore del reato e di quanti abbiano eventualmente con lo stesso concorso nella commissione dei fatti e chiedo espressamente la punizione dei colpevoli, nei cui confronti il sottoscritto Antonio Animaviva, come infra generalizzato, intende sporgere e con il presente atto sporge formale denuncia querela. Ai sensi dell’art. 408 II comma c.p.p. chiedo di essere informato nell’eventualità di richiesta di archiviazione del presente procedimento opponendomi altresì alla sua definizione a mezzo decreto penale. Con riserva di costituzione di parte civile nomino difensore di persona offesa l’avvocato Teo Dal Ponte, eleggo domicilio per le comunicazioni/notificazioni relative al presente procedimento presso la mia residenza in via Quartiere Po 92/z Tortorinolo. Chiedo di essere sentito quale persona offesa. Allego la documentazione di cui alla narrativa che precede il fascicolo completo relativo al procedimento rubricato al numero 227 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA 10332/05 R.G.N.R. P.M. Dott.ssa Copatu e numero 4499/06 R. G.I.P. Allego copia della mia denuncia-querela a carico della signora Boscarolo Arianna e del signor Pipino presentata presso la Procura della Repubblica il 6 marzo 2006. Allego altresì copia della denuncia-querela a carico del Maresciallo dei C.C. Bevilacqua, presentata presso il Tribunale Militare e presso il Tribunale Ordinario di Tortorinolo il 16/10/2006. Chiedo, ove possibile in relazione alle rispettive fasi processuali la riunione del presente procedimento con quello rubricato al numero 10332/05 R.G.N.R. P.M. dott.ssa Copatu e numero 4499/06 R. G.I.P. più quello numero 28175/06 ignoti P.M., più quello relativo alla denuncia-querela contro il maresciallo Bevilacqua, Comandante della stazione dei C.C. di Costa lontano da Erichi da me presentato il giorno 16/10/2006 presso il Tribunale Ordinario e il Tribunale Militare di Tortorinolo. Sottolineando come la predetta riunione possa obiettivamente giovare alla complessiva valutazione dei fatti di cui a entrambi i procedimenti in oggetto ed all’individuazione delle eventuali rispettive responsabilità degli indagati. Antonio Animaviva. 228 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA NON ERA L’ULTIMO CAPITOLO !!!! Forse lo sarà questo ???? Quando presentai la mia memoria difensiva dopo aver fatto atto di opposizione alla pena pecuniaria che mi era stata inflitta tirai un sospiro di sollievo. Ricostruire tutto l’accaduto mi è costato mesi di lavoro, ogni ritaglio di tempo l’avevo dedicato allo scrivere la vera storia della mia relazione. Come tutti sanno il Tribunale di Tortorinolo, come tanti altri Tribunali del nostro Paese è oberato di lavoro e le cause che “pendono” presso questi uffici sono tante, centinaia, centinaia di migliaia. Spesso mi sono chiesto se fosse arrivato il giorno in cui si sarebbe “celebrato” il mio processo ed il più delle volte mi sono risposto che non ci sarebbe stato nessun processo, ciò perché il reato ascrittomi era temporalmente inserito tra i reati indultati e che tra migliaia di processi molto più importati del mio che non venivano neppure iniziati, certamente non potevo pensare che il Tribunale di Tortorinolo per farmi un piacere mi facesse “magicamente” passare in “testa” alla “coda”. Stavo lì in attesa come essere nell’antinferno dove Dante nella Divina Commedia pone i non desiderosi d’onore e i pusillamini. Ma a chi potevo rivolgermi per dire che io il processo lo volevo? Che non volevo che nessun dubbio rimanesse sul mio comportamento e che soprattutto non avrei mai accettato che la 229 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA prescrizione chiudesse la vicenda. Non c’era nessuna alternativa, dovevo aspettare e avere fiducia. Gli avvocati mi dicevano che avrei avuto poche probabilità che il processo si “facesse” e uno dei due, l’avvocato Neleo, non voleva neppure che io presentassi al Tribunale la memoria difensiva scritta intermente di mio pugno. Dopo tanti mesi di lavoro in ore da festa di capodanno mi sentivo come essermi scrollato di dosso un esercito di “pulci”. Non riuscirò mai a farvi comprendere (o forse sì) quanto mi ha condizionato la vita l’essere accusato di qualcosa che non ho commesso. Però finita la via crucis del cercare le prove che facessero corredo alla mia memoria e ultimata la scrittura ho ripreso parzialmente a pensare alla mia vita. Durante il lavorare alla memoria difensiva ero come paralizzato sia nel corpo che nella mente, ogni movimento, ogni pensiero erano possibili solo se erano finalizzati a quel “lavoro” tutto il resto era non possibile, persino mangiare e dormire erano un lusso che non potevo permettermi. Un bel dì, mentre andavo a comperare le inevitabili sigarette, mi squillò il telefono e così seppi che il processo era stato fissato. Voi non saprete mai, cosa ho provato dentro di me, quando in quell’istante, ho preso atto che ciò che desideravo, più di ogni cosa al mondo, mi era stata concessa. 230 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA LA PRIMA UDIENZA In un giorno come tanti altri, (si fa per dire), entrai in Tribunale per presentarmi all’udienza preliminare, era il 14/03/2008. Mi addentrai nell’aula, c’era un sacco di gente rumoreggiante, il mio non era certo il solo processo che si celebrava quel giorno. I miei avvocati si sedettero in prima fila, io dietro all’avvocato Dal Ponte. Il Giudice iniziò l’udienza interloquendo con l’avvocato Neleo. Ad un certo punto il Giudice chiese informazioni, sempre all’avvocato Neleo, circa un tabulato telefonico che io avevo allegato alla mia memoria. L’avvocato non sapeva rispondere, lunghi secondi passavano nell’attesa della risposta che non arrivava, allora io mi spazientii e dissi che il tabulato l’avevo fornito io e che l’utenza non era a me intestata. Il Giudice mi disse di tacere. Io mi scusai dicendo al Giudice che non sapevo che non avevo facoltà di parola. Dopo aver parlato con l’avvocato Neleo il Giudice chiese all’avvocato Dal Ponte se aveva qualche cosa da dire e fu in qual momento che l’avvocato disse al Giudice che intendeva presentare una memoria da me redatta. Fu così che il mio lavoro diurno e notturno di tanti mesi finì dove doveva, dove e per cosa era stato creato. Il Giudice esaminò quindi la lista dei testi, (25 persone), poi come mi aspettavo disse che erano troppi e che avrebbe ridotto il numero di ammessi. Dopo qualche istante di silenzio, il Giudice disse, che la lista sarebbe stata ridotta a soli due testi!!!! Immaginate il mio stato d’animo ???? 231 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Avevo una gran voglia di replicare, ma il mio cervello, che avevo già messo in moto di prima mattina mi consigliò di tacere, tanto opporsi era inutile. La seconda esternazione del Giudice fu che i testi dalla lista li avrebbe scelti Lei. Io credo che il mio buon senso sia andato a cercare in qualche recondita parte della mia materia grigia, la cassaforte nascosta, contenente la mia riserva segreta di saggezza e forza d’animo, da impiegare in caso di guerra atomica e in questo caso utilizzabile per superare l’ennesima miserabile, vergognosa imposizione. Ero furente e avvilito. Il Giudice stava con lo sguardo sulla lista….., chissà come e con che criterio stava scegliendo i due nomi. Ad un certo punto, per distogliere i miei cupi pensieri, immaginai che di lì a poco il Magistrato chiedesse un cappello per metterci dentro venticinque biglietti con i nomi dei 25 testimoni e poi che dal fondo dell’aula apparisse Arianna, che invitata dal Giudice si avvicinasse al banco ed estraesse dal copricapo i due fortunati partecipanti alla commedia del ridicolo. Io non so se lassù nel firmamento c’è Qualcuno, ma se Qualcuno c’è deve volermi veramente un gran bene. Il Giudice, rompendo il silenzio, declamò i due nomi. Nella mia personale classifica i prescelti erano per importanza, il numero 1 e il numero 2 della lista. Sentii un brivido lungo la schiena, lo sento ancora ora mentre vi sto raccontando quell’ istante. Il signor Magistrato, senza volerlo, mi aveva servito due carte che senza l’aiuto di nessuno si sarebbero ben giocate da sole, e che presumibilmente mi avrebbero fatto prevalere nella “partita” che sembrava essere iniziata a mio sfavore. Il mio umore nero, risucchiato da un vortice di colori, si assestò su un paradisiaco azzurro intenso con sprazzi di sole caldo. Tirai un appariscente sospiro di sollievo e il mio cervello automaticamente richiuse lo sportello delle mie risorse di emergenza. 232 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA L’udienza finì in pochi minuti, d’altronde era una udienza preliminare. Fuori dell’aula l’avvocato Neleo mi aggredì subito verbalmente dicendomi che lei non voleva che io presentassi la memoria difensiva. Io cercai in me stesso tutto l’auto controllo che disponevo, l’avrei mandata volentieri a vendere… ma non lo feci. Io sono sicuro che se la memoria difensiva l’avessi presentata già al P.M. nella fase iniziale non ci sarebbe stato un proseguo della vicenda e che il P.M. avrebbe richiesto l’archiviazione, ma l’avvocato Neleo non mi permise di presentare la mia difesa. Adesso grazie alla sua errata linea difensiva, ero giunto, mio malgrado, in un’aula di Tribunale e ora anche lì questo tracotante avvocato cercava di impedirmi la rappresentazione scritta di ciò che a mio parere mi avrebbe scagionato da ogni accusa. In definitiva l’avvocato Neleo nel lasciarmi mi disse di passare nel suo ufficio con il libretto degli assegni e che lei non mi avrebbe più difeso. In verità vi dico che ho tirato un sospiro di sollievo, era già da un po’ che volevo dismetterle il mandato ma non riuscivo perché mi dispiaceva e non volevo né offenderla né darle spiegazioni. Poco dopo ero fuori del Tribunale. La data della prima vera udienza era fissata per il 17/6/2008. Mi sono dimenticato: Arianna in aula non c’era. 233 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA LA SECONDA UDIENZA Il 17 di giugno 2008 mi alzai di buon’ora. L’udienza era convocata per le ore 9. Quella mattina se il tempo lo permetteva ed il Giudice lo disponeva, avrebbe dovuto testimoniare Arianna, un paio di testi (quelli scelti dal Giudice) ed infine sarei stato interrogato io. Alle 8 e 30 ero nello studio dell’avvocato Dal Ponte e assieme al suo collaboratore, De Concetti, ci recammo in Tribunale. Nell’udienza preliminare il Giudice aveva assunto la mia memoria difensiva ma non aveva ritirato gli allegati e in questi allegati c’era anche un corposo album fotografico in cui Arianna ed io eravamo ritratti in numerose occasioni, quindi quella mattina mi trascinavo dietro per l’ennesima volta una borsa carica di documenti e l’album delle fotografie. Quando entrai nella sezione del Tribunale dove si sarebbe tenuta l’udienza nell’anticamera vidi sedute sulla sinistra Arianna e Peppiniella, le salutai con un distaccato buongiorno, loro mi salutarono con un ciao. Avrei voluto dire qualcosa a proposito di quel confidenziale e fuori luogo saluto ma mi dissi che non era il momento né il luogo, così posai la borsa e tornai fuori a prendere una boccata d’aria e a fumare una Camel lunga, la fumai sino al filtro, così cominciò anch’esso nel bruciacchiare ad emettere un odore ripugnante, quasi come quello che avevo sentito nell’avvicinarmi ad Arianna e alla sua amica Peppiniella. . Dopo un’ora circa venimmo chiamati nell’aula. Dopo pochi minuti fu chiamata Arianna. Il P.M. ed il Giudice fecero a turno delle domante ad Arianna, che sin dalla prima risposta disse menzogne con la sua abituale flemma di ballista incallita. 234 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Man mano che il Giudice la interrogava presi atto che si era letto tutta la mia memoria difensiva e che le domande erano fatte allo scopo di convincersi se io avevo presentato una memoria veritiera, anche perché la denuncia di Arianna era l’esatto contrario di ciò che affermavo io. Il P.M. invece faceva domante ad Arianna ispirandosi totalmente alla querela da lei scritta. Un paio di volte, mentre sentii una spudorata menzogna uscire dalla bocca di Arianna, mi mossi dalla panca dove ero seduto in maniera repentina, ero tentato di uscire per non sentire le dolorose bugie che la donna che amavo diceva contro di me. Mi feci forza e restai. Preparai quattro domande da fare ad Arianna e le passai all’avvocato De Concetti. Assieme alle domande gli diedi anche una foto dove si vedeva la mia ex sotto la tour Feilfè a Garipi. Sulla tour nel 1998 era stato applicato un timer che scandiva il conto alla rovescia dei giorni che mancavano al 2000. Nella foto il timer indicava che mancavano 756 giorni e quindi la foto era tata scattata esattamente il giorno cinque del mese di dicembre dell’anno millenovecentonovantotto. Perché avevo dato quella foto all’avvocato tra tante altre? Arianna, tra le bugie che ormai ripeteva come un automa, disse al Giudice che io e lei eravamo andati in vacanza nel 1996 e che dopo la nostra relazione si era interrotta a causa della nostra diversità caratteriale. Quella foto, sotto la tour Feilfè da cui si poteva facilmente evincere la data in cui era stata scattata, mi sembrò una delle prove più schiaccianti che la mia ex mentiva, così la misi in gioco per prima. Ora, siccome il mio libro è un mix di cronaca e di atti processuali, non vi dirò il proseguo raccontandovelo ma facendovi leggere la trascrizione dell’udienza in cui dopo la mia ex vennero sentiti i testimoni scelti dal Giudice ovvero la signora Rozzala Giovanna e la signora Moutagiù Banhana. 235 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Quello che ancora devo dirvi prima di farvi leggere l’udienza nella sua originalità e che dopo Arianna e i testi avrei dovuto essere sentito anch’io nella stessa mattinata. Il P.M. però, dopo essersi reso conto che c’erano troppe contraddizioni tra quello che diceva Arianna e quello che avevano riferito i testi, chiese al Giudice di rinviare la mia escussione per aver tempo di leggere la mia memoria difensiva. Sì, carissimi lettori, ve lo ripeto, il P.M. chiese di aver tempo… di leggere la mia memoria, quindi voleva dire che questi era venuta in aula senza neppure leggersi una sola parola di quanto io avevo scritto. Un’altra cosa cari lettori, il P.M. (pubblico ministero) quello che aveva interrogato Arianna, non era il P.M. titolare la dott.ssa Copatu ma una certa dott.ssa Dugarretti dell’ufficio V.P.O. del Tribunale di Tortorinolo. L’udienza, dopo la richiesta del P.M. Dugarretti stava repentinamente concludendosi quando io chiesi all’avvocato De Concetti di domandare al Giudice di assumere tutti gli allegati della mia memoria difensiva compreso il “corposo” album di fotografie scattate con la mia ex durante la nostra relazione. Il Giudice acconsentì e prese dalle mani dell’avvocato allegati e album. Anche se eravamo già stati tutti congedati, io restai attento su ciò che faceva il Magistrato e così vidi che la stessa prese a sfogliare l’album poi pochi istanti dopo sollevò lo sguardo e andò a cercare quello del P.M.. Secondo me il messaggio che il Giudice voleva trasmettere al P.M. con quello sguardo un po’ sbalordito da ciò che aveva visto era più che chiaro. Uscii dall’aula dicendo tra me e me che ero stato comunque fortunato ad avere quel Giudice, che sicuramente avrebbe anche valutato con attenzione, ogni allegato da me depositato. 236 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Come vi ho già detto ebbi fuori dell’aula un breve ma disdicevole colloquio con l’avvocato Neleo poi me ne andai in silenzio dal Tribunale con l’avvocato De Concetti e l’avvocato Dal Ponte. Fu l’avvocato Dal Ponte che ruppe il silenzio mentre sull’auto tornavamo in studio e disse: “Questo Giudice ha letto tutto ed era preparatissima. Io ero convinto che non avrebbe letto tutta la sua lunga relazione. La signora Rozzala ha testimoniato in maniera ineccepibile e senz’altro ha convinto il Giudice”. Quelle parole mi facevano certo piacere, alla resa dei conti mancava soltanto l’ultimo round, io però stavo pensando ad Arianna, alla sua faccia da ammalata e allora pensai che erano passati quattro anni dall’ultimo giorno che eravamo stati assieme, che era così lampante che non ero certo io che la feci “ammalare” e che quattro anni lontano dal suo dichiarato “carnefice” non l’avevano certo fatta guarire. Dentro di me, dopo questo pensiero, urlai senza emettere un suono: vigliacca bugiarda. Ora, qui di seguito vi inserisco il testo della trascrizione dell’udienza, vi prego di leggerlo attentamente e se vi riesce, trarne delle conclusioni. Queste così le confronterete con ciò che ho poi scritto a seguito delle dichiarazioni di Arianna e dei testi. 237 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA TESTO TRASCRIZIONE UDIENZA TRIBUNALE DI TORTORINOLO Ia SEZIONE MONOCRATICA Dott.ssa Aristocratico Giudice VERBALE DI UDIENZA REDATTO DA FONOREGISTRAZIONE PAGINE VERBALE: n. 42 PROCEDIMENTO PENALE N. 6161/07 R.G. A CARICO DI ANIMAVIVA ANTONIO UDIENZA DEL 17/06/2008 Esito: Rinvio al 20 Novembre/2008 INDICE ANALITICO PROGRESSIVO DEPOSIZIONE DEL TESTE – BOSCAROLO ARIANNA –...................... 3 PUBBLICO MINISTERO............................................... 3 DIFESA – Avv. De CONCETTI–...................................... 22 DEPOSIZIONE DEL TESTE – ROZZALA GIOVANNA –...................... 33 DIFESA – AVV. DE CONCETTI –..................................... 33 ESCUSSIONE DEL TESTE MOUNTAGIU BHANANE.......................... 40 DIFESA – Avv. De CONCETTI –..................................... 41 TRIBUNALE DI TORTORINOLO – Ia SEZIONE MONOCRATICA Procedimento penale n.616161616161/07 Udienza del 17/06/2008 238 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Dott.ssa Aristocratico Dott.ssa Dugarretti Vanni Terbucci Albert Runisso Giudice Pubblico Ministero Ass. d’Udienza Ausiliario tecnico PROCEDIMENTO A CARICO DI – ANIMAVIVA ANTONIO – DEPOSIZIONE DEL TESTE – BOSCAROLO ARIANNA – Generalità: Boscarolo Arianna, nata a Erichi il residente a Costa lontano da Erichi, Via San Meo 72 . 10/05/55, PUBBLICO MINISTERO DOMANDA – Signora, buongiorno. Vuole riferire al Giudice i motivi che la indussero a sporgere querela nei confronti del signor Animaviva? Lei quando lo conobbe il signore Animaviva? RISPOSTA – Penso nel 1996 circa. DOMANDA – Sul lavoro? RISPOSTA – No, in una sala da ballo. DOMANDA Dove? – RISPOSTA – A ballare alla Mazurca, una sala che si chiama Mazurca qui a Tortorinolo DOMANDA – RISPOSTA – C’è stata una relazione sentimentale tra di voi? Quando ci siamo conosciuti si, all’inizio abbiamo cominciato a frequentarci per conoscerci, certo. DOMANDA – RISPOSTA – Da quanto tempo vi siete frequentati? Allora, io i primi problemi li ho avuti dopo qualche mese di frequentazione, gli avevo detto appunto che… 239 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA DOMANDA – Allora, voi avete iniziato a frequentarvi nel 1996. RISPOSTA – Sì, penso fosse aprile – maggio, giù di lì. DOMANDA In primavera? – RISPOSTA – Si. DOMANDA Da – quanti mesi, insomma, da quanto tempo siete ecco, fino prima vacanza quando siamo tornati usciti assieme? RISPOSTA – Diciamo, d’agosto che la conoscenza, abbiamo fatto insieme, avevo capito che… DOMANDA – Sempre il 1996? RISPOSTA – Sì, sì. DOMANDA Quindi fino ad agosto 1996? – RISPOSTA – Più o meno sì. Dopodiché ho cominciato a trovare delle cose che non andavano nel nostro rapporto, che non funzionava, forse per problemi miei, mi ero appena separata e quindi gli avevo detto che probabilmente le cose non perdere. andavano Però problemi, lui vedrai bene, che forse dice: “Ma no, che… devi solo era forse meglio tu ti superare lasciar fai questa dei fase qui, io ti voglio bene, non smettiamo di vederci”…, e ha insistito per continuare a vederci e così abbiamo continuato dietro sua insistenza anche perché se gli dicevo no veniva sotto casa ad aspettarmi, quindi. DOMANDA – E dietro sua insistenza per quanto tempo questo rapporto è andato avanti? RISPOSTA – Eh, comunque parecchio, ho anche per anni delle perché lettere che poi lo comunque provano, io per dire, non è che me lo sono inventato; già nel 1998 avevo detto di brutto: “lasciami stare perché non funziona, è inutile insistere, non sto bene con te”, però lui non si rassegnava, continuava a dire che, lui mi voleva bene, che…, io problemi poi di comunque salute e ho questa cominciato cosa mi ad avere dei dava anche più ansia, più stress, più…. E lui continuava a dire che… DOMANDA - Cioè lui non si rassegnava al fatto… 240 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA RISPOSTA - Non si rassegnava all’idea, no. DOMANDA … Che lei non volesse più vederlo? - RISPOSTA - No. DOMANDA E quindi i comportamenti che teneva di che tipo - erano? RISPOSTA uscire Ah beh, se io anche facevo qualcosa al di fuori di con lui, mi seguiva perché veniva dietro dove andavo, cosa facevo… DOMANDA - Era diventato ossessivo? RISPOSTA - Si. DOMANDA Spieghi - bene in che modo, voleva sapere i suoi spostamenti, i suoi movimenti, sapeva dove lavorava, la controllava? RISPOSTA - Sì, sì, lui veniva anche al posto di lavoro, telefonava o mi aspettava fuori dall’ufficio. DOMANDA - Ecco, ma questo avveniva tutti i giorni, due volte la settimana? RISPOSTA - Durante la settimana, se poi uscivo il sabato e la domenica e non uscivo con lui, veniva a cercarmi. DOMANDA - RISPOSTA - Dove veniva a cercarla a casa? O a casa, o anche sotto casa di mia sorella o sotto casa della mia amica, o se era in settimana in ufficio, dove poteva… pensava di trovarmi. DOMANDA - Lei nel 1996 abitava a Costa di Erichi? RISPOSTA - No, abitavo a Erichi ancora. DOMANDA Abitava a Erichi? - RISPOSTA - sì! DOMANDA E dove lavorava? - RISPOSTA - Alla Geranio, Geranio S.r.l. DOMANDA Ma dove? - RISPOSTA - A Erichi. DOMANDA Sua sorella abita anche sempre a Erichi? - RISPOSTA - Si. DOMANDA Quindi - voglio dire, questi controlli avvenivano comunque in Erichi o li vicino, dove lei frequentava i 241 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA suoi posti abituali? RISPOSTA - Va beh, io in settimana non uscivo, quindi o lavoravo o ero a casa, o… DOMANDA - Ho capito. Senta, lei ha fatto riferimento a dei problemi di salute, quando ha iniziato a avere questi problemi di salute e di che tipo fossero? RISPOSTA - Subito…, beh, proprio in quel periodo li mi sono accorta, probabilmente…, io ho una forma di…, una malattia auto immune rara… (non si comprende) che… DOMANDA - RISPOSTA - In quel periodo lì cosa significa? Si è scatenata in quel periodo…, probabilmente lo stress comunque della mia separazione… DOMANDA - RISPOSTA - Quindi nel 1996 già? Sì, sì, ho iniziato a fare i primi controlli in quel periodi lì. DOMANDA - Ecco, lei accennava a questo problema di salute in relazione poi al comportamento tenuto sempre dal signor Animaviva? RISPOSTA - Sì, perché questo mi causava la tensione quando io discutevo con lui e cominciavo a dire: “Lasciami stare, non ne posso più”, cominciavo anche a non uscire, a volte la domenica stavo chiusa in casa per evitare di uscire, però q uando me lo tr ovavo fu ori da ll’uffic i o o … i n s i s t e v a : “ M a p u r t r o p p o i o n o n r i e s c o a s t a r e se non riesco a vederti”, io dovevo stare lì a discutere e poi mi veniva il nervoso, cominciavo ad avere dolori di stomaco e quindi era una conseguenza, anziché tranquillizzarmi, cercare di stare calma, mi innervosivo sempre di più. DOMANDA a - Ecco, però in relazione, lei lo spiega in relazione questa sua malattia il comportamento del signor Animaviva, cioè questa sua insistenza nel vederla, nel cercarla, nel controllarla, come si è manifestato in relazione a questo suo problema di salute? Lei lo spiega in querela. 242 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA RISPOSTA - Sì, mi venivano attacchi di panico… DOMANDA No, ma con lei, che cosa faceva il Animaviva. - RISPOSTA - Ah, che cosa faceva? Insisteva, quando io dicevo “Vai via”, non andava via, cioè io dicevo “devo andare…” DOMANDA - Ma si interessava della sua malattia? E’ questo che volevo sapere. RISPOSTA - Va beh, quello lui sì: “Guarda, io ho telefonato…”, si interessava, sì, sì, per carità. DOMANDA - E allora che cosa faceva? Spieghi, è quest’aspetto che volevo emergesse. RISPOSTA - In che senso? Cosa devo dire? DOMANDA Che cosa faceva il signor Animaviva, che cosa ha - fatto quando ha saputo di questa sua malattia? Lei ha detto che la riempiva di attenzioni, diceva era ossessivo… RISPOSTA - Ah, sì, sì, quelli sì… DOMANDA Ecco, - che cosa faceva? L’accompagnava a visite mediche? RISPOSTA - Ah, prendeva lui iniziative, telefonava a qualcuno, poi mi fissava degli appuntamenti, anche se io dicevo “No, perché lo fai? Perché preferisco farlo da sola”, però lui prendeva appuntamenti e io accettavo e dicevo “va bene, ok, io vengo a fare questa visita”, che mi pagavo regolarmente Animaviva, problemi eh. a Anzi, pagare però, io gli delle non è che dicevo: cose, per “Io me ho cui, la pagasse anche dei preferirei decidere io quando e dove andare a farmi i controlli”, per il semplice fatto che poi effettivamente passava da una situazione di… a dirmi: “Ma per favore, se tu avessi un amico, non ti faresti aiutare da un amico? Perché rifiuti che io ti faccia queste cortesie? Io ti voglio bene…” DOMANDA - Quindi questa sua malattia motiva ancora di più da parte del Animaviva di starle addosso, è questo, è così? 243 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA RISPOSTA - Lui diceva così “io sono preoccupato perché tu sei sola e quindi lo faccio perché ti voglio bene”. DOMANDA - Quando è che la situazione poi precipita e degenera? Ci sono degli episodi che lei racconta in querela. RISPOSTA - Eh, più di uno, sì. DOMANDA Iniziamo con calma. Lei purtroppo deve raccontare - quanto… RISPOSTA - Eh, ricordarmi tutto, adesso sono passati dieci anni… DOMANDA - Lei si ricorda di che cosa è accaduto a Pasqua del 1999? RISPOSTA - Sì, io dovevo andare…, io sono separata, quindi avevamo comunque in comune accordo io e il mio ex marito le feste, Pasqua, Natale, delle occasioni passarle con nostra figlia, perché abbiamo una figlia. DOMANDA - RISPOSTA - All’epoca nel 1999 quanti anni aveva sua figlia? Adesso ha trent’anni, aveva diciotto o diciannove anni. DOMANDA - Quindi dovevate passare la Pasqua 1999 insieme? RISPOSTA - Sì. DOMANDA E che cosa succede? - RISPOSTA - Che lui mi piomba sotto casa la mattina che dovevamo andare a pranzo con mia figlia e mio marito e ci segue con la moto. Mio marito si arrabbia, giustamente, perché dice: “Ma chi è questo qui?”, e io gli ho detto: “beh, è una persona che conosco, che ho frequentato faccio: e “Non che…”, lo so “E cosa adesso vuole”. cosa A un vuole?” certo e punto gli mio marito ha fermato la macchina, si è arrabbiato, perché lui proprio viaggiava con la moto quasi attaccato alla macchina. Mia figlia ha cominciato ad agitarsi, ha cominciato a piangere, si è spaventata perché comunque già la situazione era difficile con mio marito, perché anche lei la viveva un pochettino così, volevamo passare 244 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Una giornata eravamo tranquilla, tutti sereni innervositi, al almeno che a mio pranzo marito e si è fermato, è sceso e gli ha detto: “Cosa vuoi?” DOMANDA - E quindi è successa una discussione? RISPOSTA - E’ successa una discussione, mia figlia purtroppo si è arrabbiata e l’ha anche preso a pugni perché era già capitato altre volte che lui… DOMANDA - Cioè è venuto alle mani con sua figlia il Animaviva in quella circostanza? RISPOSTA di Io sinceramente, perché poi con i miei problemi salute sono un a me po’… capita così, poi come di svenire, adesso, ad perdo i esempio, sensi, che mi agito, comincio ad avere dei problemi… DOMANDA - No, ma lei non deve agitarsi, stia tranquilla. RISPOSTA - Eh, ma ricordare quelle cose mi fa ancora male. DOMANDA Ecco, - ma lei dice “Il mio ex marito ferma la macchina, scende, c’è una discussione accesa”.. RISPOSTA cosa C’è una discussione e mia figlia dice: “Vai via, vuoi?”, perché comunque aveva già avuto modo mia figlia di discutere con lui a telefono perché quando io gli dicevo, esco”, quando allora poi chiamava a continuava casa a e dicevo insistere al “no, non telefono, mia figlia prendeva il telefono e diceva: “Non ha voglia di uscire, lasciala stare”, e lui continuava a discutere anche con lei. DOMANDA - Ecco, ma in quella circostanza, lei prima spiegava, questa discussione è degenerata, suono venuti alle mani il suo ex marito e l’Animaviva? RISPOSTA - Guardi, l’Animaviva dice che mio marito gli ha datu un pugno, io sinceramente non…. DOMANDA - Lei non si ricorda perché è svenuta, ha avuto un malessere? RISPOSTA - No, guardare non perché sono svenuta, cominciavo a ma io non tremare e volevo neanche allora gli solo detto “vai via, vai via”, e poi è andato via dopo 245 ho A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Che è successo questa piccola discussione, io stavo in quel momento entrando al bar per prendere qualcosa da bere e poi quando sono rientrati mia figlia e mio marito lui è andato via, ho visto passare la moto. Però sinceramente ho sentito anche persone che erano al bar che us civano perdere”, per… perché Dice vo a mi o probabilmente ma ri to: sarebbe “L ascia successo veramente… DOMANDA - figlia Sì, ma al di là delle persone che erano al bar, sua poi le ha detto “il Animaviva mi ha dato uno schiaffo, ha dato uno schiaffo a papà”? RISPOSTA - No, no, mia figlia no, non penso… DOMANDA Sua figlia… Ascolti le domande… - RISPOSTA - No, non mi ha detto “mi ha dato uno schiaffo” mia figlia, no, no. E’ mia figlia che mi ha detto: “Gli ho dato anche due pugni, non andava via”. DOMANDA - Ah,ho capito, in questo senso lei prima spiegava? RISPOSTA - Sì. DOMANDA Quindi c’è stato quest’episodio sgradevole, poi… - RISPOSTA - Si, e da li poi… E da lì proprio…, io poi sono stata male dopo, di conseguenza da quell’episodio gli ho detto proprio: “Non ti voglio più… Lasciami stare, io ho bisogno di tranquillità”, e per qualche giorno stava tranquillo, poi si ripresentava: “Ma io non posso non vederti; perdonami”, mia figlia lo voleva denunciare, io gli ho detto: “Guarda, non lo denunciamo perché in fondo se effettivamente lo fa perché mi vuole bene, si rassegnerà un po’ per volta”, e invece non è successo. DOMANDA - L’ossessione è continuata?! RISPOSTA - Continuata. DOMANDA Lei poi ha dovuto cambiare anche abitazione? - RISPOSTA - Non ho dovuto cambiare, io ho cambiato abitazione perché con la separazione, io li ero in affitto, era un appartamento un po’ caro, per cui io con la separazione, era anche grande, ho poi optato per una soluzione meno 246 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA cara. DOMANDA - E quando si è trasferita? RISPOSTA - Nel 2000. DOMANDA Si è trasferita? - RISPOSTA - A Costa. DOMANDA Da Erichi a Costa di Erichi. - RISPOSTA - Sì. DOMANDA Ecco, - questo in suo relazione cambiamento a questo di suo trasferimento, abitazione, il signor avevo detto, Animaviva è venuto a saperlo? RISPOSTA - E’ appunto, stare, venuto onde qui a saperlo evitare, tu cerca perché “io adesso di non io gli cambio casa, lasciami venire, lasciami stare tranquilla”… DOMANDA - Ma quindi il Animaviva sapeva dove lei sarebbe mi seguiva andata ad abitare? RISPOSTA - Ah, beh, sì, ma tanto Animaviva dappertutto, sapeva qualsiasi cosa facevo, anche se io non dicevo, non…, lui lo veniva a sapere comunque, ma me lo diceva anche: “Tanto io lo so”. DOMANDA - Quindi anche dal momento in cui lei ha cambiato abitazione, la situazione non è migliorata? RISPOSTA - Sì, sì, anzi, quando ho cambiato abitazione lui è andato addirittura dal parroco del paese a chiedermi di parlarmi. DOMANDA - Il parroco, Don Giovanni? RISPOSTA - Don Giovanni. DOMANDA E poi Don Giovanni ha parlato anche con lei? - RISPOSTA - Sì, sì, poi mi ha parlato, ha capito anche lui la situazione spiegato e a anche lui lui tante mi ha volte poi detto comunque che io ha non anche volevo nessuna relazione con lui, che volevo essere lasciata in pace. DOMANDA - RISPOSTA - Andiamo avanti. L’atteggiamento ossessivo continua? Sì. 247 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA DOMANDA - La seguiva dove, quando, cioè di giorno, di sera, tutti i momenti erano buoni, era così? RISPOSTA - Sì. DOMANDA Quindi lei non poteva avere una sua vita privata in - sostanza? RISPOSTA - No. DOMANDA Ci sono stati degli episodi in cui lei è uscita con - un amico e si è presentato il Animaviva…? RISPOSTA - Purtroppo sì. DOMANDA Vuole raccontare qualche episodio? - RISPOSTA - Sono uscita una sera per andare siamo, lei abita a prendere un a di gelato con un amico e… DOMANDA - Allora, questo già Costa Erichi? RISPOSTA - Sì. DOMANDA Quindi è dopo il 2000? Solo per contestualizzarlo. - RISPOSTA - Sì, dopo il 2000. DOMANDA Riesce a individuare l’anno oppure…? - RISPOSTA - No, guardi, mi dispiace… DOMANDA Allora, che cosa è successo in questa circostanza? - RISPOSTA - Sono andata a cena da un’amica e ho sentito un amico che non lavora sempre a Erichi, che lavora un po’ fuori, mi ha telefonato, mi ha detto: “Io rientro stasera, andiamo a bere qualcosa”, ho detto “Ok, io sono da un’amica, se vuoi passare a prendermi”, siamo andati a bere qualcosa, a prendere un gelato e tornando a casa verso le undici, così, mi sono vista sotto casa lui con la moto Perché e… non “Dove mi hai sei andata? detto che Che andavi…, cosa mi hai ha fatto? detto che andavi a cena da un’amica…”, e ha fatto un po’… DOMANDA - RISPOSTA - Ha fatto una scenata? Sì, infatti questa persona che è un semplice, veramente, amico mi ha detto: “Vai su”, gli ho detto: “Ma non vado su, che ti lascio a fare discussioni sotto casa alle undici di sera?!...” 248 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA DOMANDA - Quindi era presente anche questo signore? RISPOSTA - Sì, sì. DOMANDA Questo signore come si chiama? - RISPOSTA - Si chiama Gianfranco Nicheletti. DOMANDA - Quindi ha assistito a questa scenata?! GIUDICE - Questo quando accadeva, mi scusi? RISPOSTA - Dopo il 2000, sarà stato un anno dopo che abitavo a Costa, 2001/2000. PUBBLICO MINISTERO – Quindi Gianfranco Nicheletti? RISPOSTA - Sì. DOMANDA Ecco, - e quanto è durata questa scenata, questa discussione? RISPOSTA - Guardi, Gianfranco non mi ha lo so detto perché “vai su” poi effettivamente perché ha visto che cominciavo a agitarmi e io sono andata su, dopodiché lui… Nicheletti è andato via quando lui ha parlato e lui ha cominciato a suonare il campanello ma io non ho aperto. E il mattino era sotto casa mia perché la volante dei Carabinieri mi ha detto che l’hanno fermato per chiedergli che cosa faceva lì e lui poi mi ha detto che era lì perché doveva spiegarsi, chiedermi scusa perché non voleva… Però io non sono scesa. DOMANDA - Ecco, perché dopo queste scenate il signor Animaviva le chiedeva scusa? RISPOSTA - Sì, piangeva disperato: “Scusami, perdonami…” DOMANDA E che scuse addiceva? - RISPOSTA - “Perché ti voglio tanto bene”. DOMANDA Quindi non si rassegnava in sostanza? - RISPOSTA - Non si rassegnava. DOMANDA Senta una cosa, lei oltre che coll’Animaviva e con il - parroco situazione di a Costa di qualche Erichi, persona ha parlato che fosse di questa vicino al Animaviva, per cercare di farlo ragionare? RISPOSTA che mi Mi è capitato, sì, con un medico da cui ero andata aveva preso appuntamento 249 lui, che era un suo A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA conoscente, lo conosceva e io gli ho telefonato perché lui a quel punto conosceva anche me, avevo chiesto anche a lui: “Visto che sei anche il suo medico, chiedigli, per favore, di lasciarmi stare, diglielo, io gli voglio anche bene a livello di amicizia, gli auguro tutto il bene possibile, ma non sto bene con lui come persona, come coppia, mondo è come…, pieno di quindi donne, di che ricambi”, ma queste cose farsene cerchi una ragione, qualcun altro il che le ho dette anche a lui tante volte, “tu meriti qualcuno che ricambi, che non stia con te o venga a pranzo con te perché gli fai pena, perché piangi, deve stare con te perché vuole stare con te. Io sto con te perché mi obblighi quasi, ti imponi perché se io esco e ti trovo sotto casa e tu mi dici: “Ma io sono solo, non sono un cane, possiamo mangiare qualcosa insieme…”. DOMANDA - Quindi queste affermazioni erano un po’ ricattatorie, diciamo? RISPOSTA - Era una forma psicologica… DIFESA Adopera sempre lei parole, almeno sei volte “Scenata” - lo dice lei e non lo dice la teste che è così composta, “ricattatorie” è proprio un termine che non vorremmo sentire… GIUDICE - Va bene, lei ha detto il termine “ricattatorie”… PUBBLICO MINISTERO parlato con – Senta, qualcun oltre altro che della con sfera questo di amico, amicizie ha del Animaviva comune? RISPOSTA penso Ma lui aveva un’amica che è ancora, probabilmente, sia la signora che ho visto fuori con cui lui aveva avuto una relazione molto tempo prima di conoscere me, che dice di essere una sua cara amica, come una sorella, con la quale ha un buonissimo rapporto e che io non avevo mai conosciuto, l’avevo solo sentita nominare E con la quale lui continua ad avere questo rapporto di amicizia, di favori, infatti lui ogni tanto mi seguiva 250 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA con macchine diverse che poi mi diceva essere di questa sua amica. montagna E questa dove convalescenza o sua amica lui andava era… Una ha anche spesso volta una quando siccome ero casa in era in veramente stanca, non ce la facevo più perché avevo già chiesto al Maresciallo di chiamare il Animaviva per parlargli, per chiedergli tranquillamente di lasciarmi stare, ho provato a telefonare a questa sua amica perché lui mi diceva essere come una sorella, io l’ho chiamata e gli ho detto “Guardi, presentata, avevo io mi questo chiamo numero Arianna”, di montagna mi sono perché io avevo un cagnolino che mi aveva regalato mia figlia, e lui spesso mi diceva: “Tanto io sono là in montagna, tu lavori, lasciamelo, così mi fa compagnia e lui sta anche fuori”. Allora ho telefonato a questa sua amica per chiederglielo: “Lo faccia lei che è una sua amica, se gli vuole bene, perché così si rovina la vita lui e la sta rovinando a me”, e mi sono anche presa degli insulti perché mi ha detto di non permettermi, perché io sono un’opportunista serviva. allora Al che che mi faceva mi ho detto buongiorno, mi comodo “Va scusi”, averlo bene, e ho quando quando è mi cosi attaccato il telefono. GIUDICE - RISPOSTA - Come si chiama questa persona? Giovanna, io so che si chiama Giovanna, però non la conosco. PUBBLICO MINISTERO seguiva sul – posto Senta di una cosa, lei lavoro, dovunque ha detto che la lei andasse, la seguiva anche fuori Tortorinolo? RISPOSTA - Sì, se io andavo fuori Tortorinolo me lo trovavo in sale, magari fuori Tortorinolo. DOMANDA - Ma questo in relazione alla sua passione per il ballo? RISPOSTA non mi Sì, perchè a e.., cioè io per un anno circa, poi sono proprio più mossa 251 di casa, anche se lui A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA veniva sotto casa, al sabato “dai, usciamo”, io dicevo che non ne avevo voglia perché speravo che in quel frattempo lui conoscesse qualcun altro, non avendo me, non uscendo di casa, me ne stavo in casa, magari chiusa in casa tutte le sere, però ho detto, fra me ho detto “non avendo me, magari riesce, non avendo l’ossessione di me davanti”, e allora lui veniva e io dicevo no, non uscivo e lui usciva, andava, usciva per conto suo. Però l’ossessione non passava. Io se non uscivo comunque la domenica me lo trovavo lo stesso sotto casa. E allora dopo un anno circa ho ripreso uscire perché a me piace ballare, però cercavo di uscire di nascosto, telefonavo all’amica, stavo a magari casa di uscivo due ore un’amica prima o…, per di andare, evitare che poi lui arrivasse sotto casa, ma tanto lui girava e mi veniva a trovare. DOMANDA - Ha dovuto pertanto modificare delle abitudini di vita? RISPOSTA - Sì, sì. DOMANDA Cioè in questo senso? - RISPOSTA - Sì, sì, anche perché comunque… DOMANDA Di uscire di nascosto? - RISPOSTA - Sì. A volte facevo anche delle strade diverse per evitare di… DOMANDA - Di incontrarlo? RISPSOTA - Sì. DOMANDA Ecco, - lontani, è però vero in che relazione sua appunto figlia si è a viaggi trasferita Mirini? RISPOSTA - Sì. DOMANDA In che anno? - RISPOSTA - Penso nel 2001 più o meno, 2001/2002. DOMANDA Lei andava sovente a trovarla? - RISPOSTA - Andavo quando potevo andavo a trovarla. 252 più a A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA DOMANDA - Ma con che frequenza, una volta al mese, una volta ogni due mesi? RISPOSTA due Ma quando ce n’era la necessità, in genere ogni mesi più o meno, se non c’erano altri motivi, cercavo di rendermi qualche giorno ogni due mesi, perché è lontana io lavoro quindi cercavo di… DOMANDA - Ecco, è capitato che il signor Animaviva la seguisse anche a Mirini? RISPOSTA - Sì. DOMANDA In quante e quali occasioni? - RISPOSTA - Diciamo che se su tre volte io andavo a Mirini lui veniva. DOMANDA - Ecco, ma veniva in macchina dietro di lei? Spieghi un po’ bene. RISPOSTA - Allora, se c’era quell’attimo di pace, nel senso che mi diceva: “Ma no, tu da sola guidare a Mirini, no, tanto io ti accompagno, poi vengo via, stai tranquilla, almeno sono vivere, ok… tranquillo perché…”, Se dicevo arrabbiava: invece “Ecco perché…, allora “no, vado io ti io per da quieto sola”, voglio si solo accompagnare, non vedo perché mi devi trattare così…”, non accettava il fatto che dicevo: “No, io vado da sola”. DOMANDA - Quindi è capitato che lei accettasse di andare con lui a Mirini? RISPOSTA - Sì, sì, poi lui tornava indietro perché comunque io stavo da mia figlia e mia figlia sapeva che era una situazione che vivevo male e quindi anche lei mi diceva: “Mamma, starà male un po’, poi gli passerà”, però anche se gli dicevo no, lui si imponeva lo stesso. Infatti in prima di arrivare alla denuncia, e tante volte glielo dicevo a lui “io non voglio farti del male, non voglio che ti succeda niente, non voglio che…, però mi devi lasciar stare, io non vivo più”. Cioè a volte anche solo la discussione degenerava, io cominciavo a tremare 253 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Cominciavo ad avere dei dolori di stomaco, stavo male. DOMANDA - Ma quando queste discussioni degeneravano il Animaviva diventava aggressivo? RISPOSTA - Ma, diventava aggressivo, male a me fisico non ne ha mai fatto, non mi ha mai alzato le mani, diventava aggressivo a parole, se io dicevo: “Vai via”, non andava, “Io sto qua, vado via quando voglio io”, oppure quando accettavo di… “Ok, andiamo a mangiare qualcosa”, “Adesso sei in macchina e ti porto a casa quando voglio io”. DOMANDA - Ecco ma è capitato che l’abbia minacciata, insultata? RISPOSTA dicevo Va beh, sì, qualche insulto sì, perché quando io “Lasciami stare, vai via” che veramente non ne potevo più perché avevo dei problemi fisici seri, quando mi arrabbiavo proprio mi mancavano le forze, cominciavo ad avere attacchi di panico e allora lo imploravo quasi “vai via”, a volte andavo a dormire…, dice “ma io vado a dormire, lasciami stare”, e lui “No, io ti devo vedere andare a dormire, che poi vado via”. DOMANDA - tenore nei Sì, di suoi ma insulti, questi volevo insulti, confronti. Le ha capire se mai detto che genere, sono stati che qualche il proferiti volta è stata anche insultata. RISPOSTA - Sì, perché… DOMANDA Ma che cosa le diceva? E’ questo che io volevo - sentire dire da lei. RISPOSTA - “Sei una merda”. DOMANDA Altre parole? - RISPOSTA - Insulti… DOMANDA Minacce? - RISPOSTA - Insulti che possono essere “Stronza” scusate il termine… DOMANDA - RISPOSTA - No, deve dirlo. Quelle cose lì; quando io dicevo “mi devi lasciare 254 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Stare”, allora lui diceva “ma io ti voglio bene”, le sole cose, “sei una stronza, non capisci quanto io ti voglio bene, io voglio sono invecchiare con te, non lo capisci, innamorato”, innamorato, ma io sono dicevo io che “ma io ci non sono credo che innamorata, io sei devi accettare che io non voglio stare con te”. DOMANDA - Senta, lei è stata in cura da uno psicologo per questi fatti? RISPOSTA - Sì. DOMANDA In che periodo? - RISPOSTA - Eh, adesso… Due anni fa… DOMANDA Allora, adesso siamo nel 2008. - RISPOSTA - Ecco, mettiamo che fosse nel 2005…, nel 2005 sicuro. DOMANDA - Per quanto tempo, per un anno? RISPOSTA - Per un paio di annetti andavo. DOMANDA A causa dello stress e dell’ansia? - RISPOSTA - Stress e ansia, appunto, non sapevo come affrontare questa situazione. DOMANDA - Come mai lei si decide a presentare querela soltanto il 6 maggio del 2005? RISPOSTA lo Perché volevo evitare questa cosa qui, volevo che capisse tranquillamente senza arrivare a una denuncia. DOMANDA - E poi alla fine… RISPOSTA l’ha Ma infatti il Maresciallo dei Carabinieri di Erichi chiamato due volte prima che io facessi questa denuncia. DOMANDA - Perché lei era entrata in contatto anche con il stazione di Maresciallo? RISPOSTA - Sì, perché cominciavo ad avere paura. DOMANDA Come - si chiama il Maresciallo Erichi? RISPOSTA - Bevilacqua. DOMANDA Bevilacqua ? - 255 della A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA RISPOSTA - Il nome non me lo ricordo. DOMANDA Il Maresciallo Bevilacqua. Quindi era a conoscenza - di questa sua situazione? RISPOSTA - Sì. DOMANDA Ecco, lei presenta querela il 6 maggio 2005, poi a - distanza di un presentazione sono ancora anno della state ritira la querela. querela la situazione occasioni in cui vi Dopo migliora? siete visti, la Ci vi siete chiariti? RISPOSTA - No, no, anzi, io cercavo, quando le volte che mi si avvicinava e io cercavo di evitarlo, di dirgli di lasciarmi stare. DOMANDA - RISPOSTA - Quindi, allora lei… Al punto… dicevo “guarda che c’è una denuncia, lasciami stare”. DOMANDA del - Quindi dopo la 6 maggio 2005, presentazione questo della querela che è atteggiamento del signor Animaviva è continuato ancora? RISPOSTA - Ma molto raramente, cioè è capitato poche volte che lo incontrassi, sempre a Erichi naturalmente. DOMANDA - Sì, anche perché la città è piccola, la cittadina è piccola. Quindi si sono un po’ rarefatte queste circostanze? RISPOSTA - Sì, sì. DOMANDA Sono cessate del tutto? Perché lei poi dopo un anno - ritira la querela, volevo capire anche per quale motivo? RISPOSTA - Sono quasi cessate del tutto, sì. DOMANDA Che cosa significa “sono quasi cessate del tutto”? - RISPOSTA - Perché a volte in queste occasioni qua, purtroppo, lui lo faceva apposta, veniva ad esempio, sapeva che io al mercato andavo a un determinato giorno al mercato di Erichi, lui abita a Porta Reggia dove c’è tutto mercato, veniva al mercato quando io uscivo dall’ufficio a Erichi. DOMANDA-Lui abita a Porta Reggia qua a Tortorinolo o a Erichi? RISPOSTA - A Tortorinolo. 256 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA DOMANDA - E veniva a Erichi…? RISPOSTA - Al mercato, quando io andavo al mercato. GIUDICE Questo ben dopo la presentazione della querela e la - remissione? RISPOSTA - Sì, non so se prima o dopo la remissione, so che…, cioè io… PUBBLICO MINISTERO – Sicuramente dopo… (non si comprende). RISPOSTA - Ho detto, reagito avevo lui, mi lui, devo lavoravo un aveva male cane, un il giorno, mio cagnolino regalato mia figlia dire che comunque quindi lui quando perché, ci come che che stava stava aveva avevo adesso spesso volentieri, questi periodi ha con io di…, andava e lo portava con lui. E ha cominciato a dire che lui doveva venire perché voleva stare anche lui un po’ con il cane, perché lo sentiva anche un po’ suo. Allora dietro consiglio del Maresciallo mi fa “visto che adesso ha anche la scusa del cane, se lo tratta bene, glielo lasci il cane, almeno così…, e così gli ho lasciato il cane. E lui veniva con il cane e non me lo faceva toccare. DOMANDA - Ma veniva con il cane a casa? RISPOSTA - Al mercato, sì. DOMANDA Ma questo… - RISPOSTA - E allora lì in quell’occasione l’ho insultato io perché il cane ha tirato per venire, era il mio cane, lui l’ha tirato e gli ha detto: “Quando parli con me, poi ti faccio toccare il cane”. DOMANDA - RISPOSTA - Ma questa è stata una occasione? Quella l’unica occasione, fu l’unica volta che mi sono arrabbiata io e che ho perso la pazienza. DOMANDA - RISPOSTA negli Quanto tempo fa? Più di due anni dietro comunque. Ultimamente ultimi due anni non credo, a parte no, l’occasione sporadica che posso vederlo in sala, ma non mi dice Niente, non succede niente. 257 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA DOMANDA - Quindi, l’atteggiamento è quello di indifferenza? RISPOSTA - Sì, ultimamente, negli ultimi due anni… DOMANDA Da due anni, quindi oggi siamo, oggi è il 17 giugno - 2008, è da due anni la situazione si è sistemata? RISPOSTA - Sì, sì. DOMANDA Va bene. Per il momento non ho altre domande. - DIFESA – Avv. De Concetti – DOMANDA - Nel 1999 voi avevate, partiamo da una data un po’ remota, avevate fatto anche una gita insieme assieme, eravate andati in vacanza in Costa Azzurra assieme? RISPOSTA - Sì, sì, siamo andati a… mi pare Juan Le Piedin. DOMANDA - Sì, ci sono state altre occasioni… GIUDICE - Questo mi scusi, quando avevate già interrotto la relazione? RISPOSTA - No, sempre nel periodo prima della denuncia, prima del… DOMANDA - RISPOSTA - Sì, ma stavate ancora insieme? Stavamo insieme relativamente, cioè quando insisteva, diceva “ma per favore, anche solo a livello di amicizia, sola…”, e per favore, allora io sono capitava da solo, che mi tu sei da lasciavo convincere… DOMANDA - Quindi la relazione sentimentale si era già interrotta? RISPOSTA - Sì era già interrotta però comunque… DOMANDA C’era una frequentazione a titolo di amicizia? - RISPOSTA - Era una frequentazione, da parte mia era un modo come un altro per affievolire il distacco… DOMANDA - Per farlo abituare? RISPOSTA - Sì, ecco. DOMANDA E’ quanto tempo è durato questo suo atteggiamento di - farlo abituare, così, ad accettare? RISPOSTA agosto Eh, da quando avevo cominciato, diciamo, dal famoso che avevo capito che non c’era molto di 258 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA compatibilità caratteriale, fino a quando ha cominciato… DOMANDA - RISPOSTA - Agosto 1999? Sì, fino.. No, no, nel 1996, cioè dopo qualche mese che io l’ho conosciuto e gli ho detto: “Guarda che caratterialmente io con te non sto bene”. DOMANDA - li ha detto Allora quindi, cerchi di da fare il momento in cui interrotto “senti, la relazione neanche come e il momento in basta, non amicizia, cui ha voglio vederti più”. RISPOSTA - Alla denuncia. DOMANDA Cioè lei ha interrotto la relazione quando? - RISPOSTA - Definitivamente qualsiasi rapporto? Alla denuncia. DOMANDA No. - RISPOSTA - Va beh, come relazione di coppia? DOMANDA La relazione sentimentale, chiaramente. - RISPOSTA - Da parte mia il sentimento era solo più fraterno, è da parte sua che ogni tanto.. DOMANDA - Sì, ma al di là, diciamo, del sentimento, diciamo quando è che lei ha detto: “Non stiamo più insieme, come coppia”? RISPOSTA - Forse in quell’occasione brutta che è arrivato alle mani con mia figlia, nel 1999. DOMANDA - Quindi Pasqua? RISPOSTA - Nel 1999, forse. DOMANDA Pasqua del…? - RISPOSTA - 1999, credo, non mi ricordo le date, abbia pazienza. DOMANDA - Perché fino a quel momento c’erano stati dei rapporti? RISPOSTA - Sì, ma anche dopo sinceramente… DOMANDA No, signora, ma rapporti intendo rapporti nel senso - sessuali, effusioni, sentimentali? RISPOSTA - E’ capitato anche dopo. DOMANDA Ecco, e ci spieghi, quando è capitato? - 259 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA RISPOSTA - Eh, le date guardi, è capitato, se vogliamo dire la verità, gli purtroppo dicevo “scusami, no, quasi… quasi non perché violenza smetteva, voglio però dimostrarti perché poi se io mi tutto diceva l’amore, perché…”, tutte quelle cose lì. DOMANDA - Ecco, fino a quando è capitato, signora, questo? RISPOSTA - Beh, forse… Siamo nel 2004 l’ultima volta forse che abbiamo avuto rapporti, fisici diciamo, che torno a ripetere, violenza, per me subirlo, non era un perché lui rapporto…, comunque era piangeva: quasi “Io ti voglio bene, sono le mi dimostrazioni d’affetto, perché io ho un grande amore”, però quasi sempre, le volte che succedeva, io dopo piangevo perché mi sentivo proprio male. DOMANDA - E quindi poi dal 2004 in poi gli ha detto “Guarda, basta”. RISPOSTA - “Basta”. DOMANDA Ed è stata, più, diciamo, rigida? - RISPOSTA - Sì, sì, “Basta”, in qualsiasi modo, infatti poi quando lui non accettava che io non lo vedessi neanche più per pranzo, neanche più…, è diventato quasi cattivo. DOMANDA - RISPOSTA - Cioè? Cominciava ad andare a disturbare mia sorella, le amicizie, le conoscenze: “No, perché lei deve capire che io ho fatto affidamento su un rapporto con lei, lei è qui…”, è diventato che… “Io ti voglio a tutti i costi” praticamente. DOMANDA - Prego, Avvocato. Prosegua pure. DIFESA - Volevo sapere questo: ci sono occasioni in cui voi siete andati state quindi altre all’estero, tipo Garipi e a Nodral? RISPOSTA - Prima, prima del 2004, sì. DOMANDA Prima del 2004 ci sono state occasioni in cui avete - passato dei giorni, delle sere assieme? 260 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA RISPOSTA - Sì, sì. DOMANDA Dove siete andati ad esempio, dica al Giudice, la - sera? RISPOSTA - Le occasioni che abbiamo passato…? DOMANDA Ci dica una sera di gita, dove siete andati? - RISPOSTA - A Garipi. DOMANDA - A Nodral? RIPOSTA - A Garipi, a Nodral. Ma ripeto, non decisioni di vacanze insieme, di situazione voluta, si presentava con i biglietti: “Io ormai ho i biglietti, se non vieni con me, vai con tua figlia, io l’ho fatto come un gesto d’amore”. DOMANDA - E lei ci è andata? RISOSTA - E io ci andavo, perché comunque… piangeva, si disperava. DOMANDA - RISPOSTA erano Ad esempio la gita a Garipi quanto è durata? Due giorni, gite due giorni d’amore, in cui felici, ho pianto. dei week- E non end, gliel’assicuro. Da parte mia erano… DOMANDA - E la gita a Nodral quanto è durata? RISPOSTA - Due giorni, due giorni, andata e tornata. DOMANDA Sono le uniche capitali estere che avete visto o - siete andati in altre parti? RISPOSTA - No,, altre parti non mi risulta, no. DOMANDA Siete andati in montagna a fare dei week-end, al - mare? RISPOSTA Mirini. siamo No, veramente io andavo al mare da mia figlia a Sinceramente andati da non mi q ualch e ricordo altra se in part e , questi anni perc hé… e comunque le occasioni in cui, adesso quando io gli avevo detto, non erano occasioni di dire “oh, che bello, andiamo lì insieme, facciamo questo insieme”, no. DOMANDA - RISPOSTA - “No”, ma cosa vuole dire che…? Non era così, era sempre una situazione che accettavo perché lui si disperava: “Io non so cosa fare; 261 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA sono solo, non ho nessuno”. DOMANDA - Senta signora, lei sa se il Animaviva ha dei parenti a Erichi o a Costa di Erichi? RISPOSTA - A Costa di Erichi non lo so, mi pare che abbia a Erichi una zia, perché ogni tanto mi diceva, quando capitava: “Ah, ma sono venuto da mia zia”, dicevo “Ma tua zia è a Erichi, non a Costa”, oppure quando veniva… “Ma io vado a trovare mia zia”, “Ma vieni a Costa per andare a trovare tua zia?”, aveva sempre… RISPOSTA - Siccome lei ha parlato del mercato di Erichi? RISPOSTA - Perché io faccio un lavoro d’ufficio, esco alla mezza… DOMANDA - No, Erichi, mi ma d’accordo, chiedevo solo mica… se lei andare al sapeva che mercato aveva di dei parenti a Erichi. RISPOSTA - Io sapevo che aveva una sia a Erichi, ma da lì a venire da Porta Reggia che c’è il mercato tutti i giorni a comprare al mercato di Erichi alla mezza quando io esco dall’ufficio, mi sembra una combinazione troppo… DOMANDA - RISPOSTA - Comunque ha dei parenti a Erichi?! Che io sappia, ha una zia, che io non conosco, però so che ha una zia. Credo, lui mi ha detto di avere una zia. DOMANDA ha - Senta, altri viaggi, ha detto al Giudice che non ne fatti, ma queste frequentazioni un po’ più – come dire? – intime hanno avuto occasione da viaggi che avete fatto o erano avvenuti a Costa di Erichi? RISPOSTA - Sinceramente adesso mi fa delle domande… Sono anni che non… non mi ricordo dov’è successo. DOMANDA - Cioè avete avuto dei week-end, avete trascorso dei week-end da qualche parte? RISPOSTA - Ma se vuole sapere se andavamo a fare dei week- end di passione d’amore, no. DOMANDA - No? RISPOSTA - No. 262 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA DOMANDA - Non ho nessun’altra domanda. GIUDICE - Non ci sono altre domande? Senta signora, quindi, ritornando al momento in cui lei cessa anche la disponibilità di avere rapporti sessuali, che mi ha detto è del 2004, dal 2004 sostanzialmente al momento in cui lei presenta la querela, quante questi comportamenti volte di si saranno pedinamento verificati da parte dell’imputato? RISPOSTA - Continui. DOMANDA Con frequenza giornaliera? - RISPOSTA - Ci sono anche delle persone che possono testimoniare. DOMANDA - RISPOSTA - Con frequenza giornaliera? Forse giornaliera no, però sicuramente più…, in settimana più di una volta. DOMANDA - Quindi, lei è sicura che dal 2004 alla data della querela non avete fatto week-end insieme, non avete fatto viaggi insieme? RISPOSTA - Non mi sembra proprio. DOMANDA Lei - è mai andata da un medico accompagnata dall’imputato? RISPOSTA - Sì, sono andata…, allora, per la mia salute sì, un paio di volte da un suo medico che conosceva che stava facendo… non approfondire sperimentazioni, questa malattia, io stava cercando di ho malattia, un un tumore, quindi delle conoscenze più approfondite, perché è anche una malattia rara. DOMANDA - E come si chiama questo medico? RISPOSTA - Lo sa che non me lo ricordo? DOMANDA Dottor Piccoli può essere? - RISPOSTA - Sì. DOMANDA E in che periodo quindi si è presentata da questo - medico? RISPOSTA - Prima, prima che mi trasferissi a Costa, prima del 2000, nel 1996/1997 penso. 263 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA DOMANDA - Ed è riferibile a questo periodo anche l’eventuale frequentazione dello studio medico del dottor Riferi, lo conoscere il dottor Riferi? RISPOSTA - Il dottor Riferi è un chirurgo. DOMANDA Lei ha mai portato sua figlia da quel medico? - RISPOSTA - Eh, se il dottor Riferi è il chirurgo, sì, lì dunque, allora, è di nuovo un’altra di quelle occasioni: mia figlia problema lavorava al a menisco e al Delfinario, il Animaviva aveva mi avuto aveva un detto: “Guarda, io ho un amico che è bravissimo a fare questi interventi qua, titolo amicizia…”, di se vuoi ti ho fisso detto un appuntamento “Ok”, e questo e a dottore opera, alla clinica universitaria, dove io sono stata poi anche una settimana a fare tutti i controlli per la mia malattia. E ha operato, penso, questo dottor Riferi, che si chiami così, sinceramente non me lo ricordo ma penso di sì, che è un amico del signor Animaviva. DOMANDA - Ecco, questo in che periodo si è verificato? RISPOSTA - Si è operata mia figlia, può essere 1992/93. DIFESA 1992/93? - RISPOSTA - Mi sembra, non mi ricordo, sinceramente, abbiate pazienza le date…, non mi sono portata gli appunti. GIUDICE - Senta, lei conoscere Luigina Gravin? RISPOSTA - Non mi dice niente questo nome. DOMANDA Titolare di un locale? Ha mai frequentato il locale - della signora Gravin in compagnia dell’imputato? Dove andavate quando uscivate? RISPOSTA - Allora, dall’ufficio lui che, quando ripeto, veniva non a prendermi richiesto, non fuori voluto, anche se ostinatamente, e ci sono testimoni che possono confermarlo, che gli dicevo “no, ho fretta, devo andare”; “Ma per favore, mangiamo qualcosa velocemente insieme”, andavamo spesso, mi portava a una specie di Trattoria ristora al San Carlo, chiamasse così, io conosco il nome. 264 ma non so se si A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA DOMANDA - Questo anche dopo il 2004, quando avevate cessato…? RISPOSTA - Non credo volta che dopo magari il 2004, volesse può essere parlami, ma successo non… una non più come succedeva prima che “Ok, andiamo a mangiare”, no, non mi ricordo ma non penso. DOMANDA - Senta, lei ha comprato un’autovettura presso l’autosalone di Sambaudi Giuseppe? RISPOSTA - Mi fa una bella domanda… Chi è Sambaudi Giuseppe, cos’è? DOMANDA - Lei ha comprato un’autovettura in compagnia dell’imputato? RISPOSTA - Ha comprato una Akka. DOMANDA L’ha - aiutata l’imputato ad acquistarla, gliel’ha donata? DOMANDA - Ei ci spieghi, l’ha portata in quest’autosalone? RISPOSTA - Non è che mi ha portata in questo autosalone, è sempre il piombava solito a casa discorso, mia e io voleva dovevo essere andare presente e lui quando facevo queste cose, ma io ho fatto un finanziamento per comprarmi la macchina, non mi ha mai fatto nessun tipo di regalo costoso, che non può essere magari lo Swatch in quel quando periodo ho detto o i “non pranzi ti che voglio mi pagava, vedere” mi che ha dopo detto “io spendo un sacco di soldi per te”, e si è ripreso tutte quelle cianfrusagliette in casa mia che secondo lui erano sue, gli ho detto: “Ma prenditi tutto quello che vuoi”. DOMANDA - Questo nel 2004? RISPOSTA - Dopo che io avevo fatto la denuncia però, dopo. DOMANDA Ah, dopo la denuncia? - RISPOSTA- Sì, sì, sì, quando io proprio…., è lì che è Diventato neanche proprio…, più quando vederti per 265 io gli ho amicizia, detto il “non cane te voglio l’ho A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA lasciato, nonostante il cane tu ce l’abbia, continui a venire, mi fai anche star male perché io vedo il cane e non posso accarezzarlo”… DOMANDA - Ecco signora, mi faccia capire, che cos’è che cambia nel 2004, cioè perché lei mentre prima a fronte dei suoi pianti, lamenti…? RISPOSTA - Non ce la facevo più, il mio medico, il dottor De Trombon che allora era il mio psicologo, mi ha detto: “Lei non può continuare – testuali parole – a tenere una persona sui piedi anche se le fa male perché se lo butta giù si fa male lui”, io avevo paura di far male a lui perché lui comunque, essendo un pubblico ufficiale, so che con una denuncia avrebbe avuto dei problemi e allora lo psicologo mi fa: “Ma lei sta andando proprio fuori di testa in situazione questo così, modo, se non la può denuncia più è stare l’unica in cosa, una lo denunci”. DOMANDA - Sì, ma io non a caso le ho detto: cosa cambia nel 2004, lei la denuncia la fa nel maggio 2005. Lei mi ha detto: “dal 2004 io ho rifiutato categoricamente rapporti sessuali”. RISPOSTA - Sì. DOMANDA Quindi c’è un comportamento che cambia? - RISPOSTA - Non ce la facevo più, sì, perché non era più sostenibile, io sono andata a parlare con il Maresciallo Bevilacqua appunto a Costa prima di fare la denuncia, per quello. DOMANDA - RISPOSTA - Quindi un anno prima della denuncia? Sì,sì, sicuramente un anno prima io sono già andata a parlare con il Maresciallo che l’ha chiamato. DOMANDA - Ecco, ma come…, il Maresciallo le ha detto di non avere più rapporti sessuali? RISPOSTA - No, no, no, i l Maresci allo h a chiama to lu i per parlargl i. 266 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA DOMANDA - Sì, ma vo glio comporta menti capire, dell’impu tat o perch é mentre riusciva no prima dei comunque a impietos irla, dopo que sto n o n accade più? RISPOSTA - Non ce l a fac e vo più. DOMANDA Non ce la faceva più. E quindi da quando lei rifiuta - i rapport i ses suali rif iuta tutto, ci oè og ni tipo di frequent azion e ? RISPOSTA - Sì, ma io comunque l’ho sempre rifiutata… DOMANDA Sì, - ho capito, però alla fine ci ha raccontato che cedeva. RISPOSTA - Ho detto basta, basta, dovevo dare una fine a questa cosa qua. DOMANDA - Ecco, questo vorrei capire, quindi c’è stata una fine drastica nel 2004… RISPOSTA - Sì, sì, ho dovuto… DOMANDA … - Nel senso che lei non può, dal 2004 in poi, avere alimentato delle speranza… RISPOSTA - No, no… DOMANDA … Perché ha avuto un comportamento rigido? - RISPOSTA - Beh signora, se lei cede determinate volte, magari l’altro… RISPOSTA - Sì, va bene, io… DOMANDA Io questo le sto chiedendo, di chiarire dal 2004 - siamo sicuri che non ci sono state più queste…? RISPOSTA - No. Sì, sì, perché mi ammalavo io. DOMANDA - Va bene. DIFESA - Scusi, non è per caso che l’operazione di sua figlia è avvenuta nel 2004? Le ha detto 1994, ma..? RISPOSTA - No, ho detto 2004. GIUDICE - No, signora, aveva detto 1994. DIFESA - Io avevo capito 1994. RISPOSTA - NO, 2004, nel 1994 neanche lo conoscevo. GIUDICE E beh, scusi, lei ha appena detto che dal 2004 ha - Rifiutato, ogni contatto. 267 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA RISPOSTA - Ho detto 2002/2003 l’operazione, non mi ricordo, non 2004 l’operazione, 2002/2003. GIUDICE - Signora, confermato faccia alla attenzione, difesa che adesso l’operazione ha è appena del 2004. Faccia attenzione alle risposte che dà. RISPOSTA - Abbia pazienza, non ho i documenti, non mi sono portata la documentazione. DOMANDA - E allora dica “non lo ricordo”. RISPOSTA - Non lo ricordo. DIFESA L’operazione - è stata gratuita o avete pagato qualcosa? RISPOSTA - Ma niente, era era un un ospedale convenzionato, ospedale, neanche se non era ho una pagato clinica privata, era convenzionata. DOMANDA - Ma era una clinica privata però. Neanche la degenza avete pagato? RISPOSTA - Se era convenzionato?! DOMANDA - Con cosa? GIUDICE - L’ha pagato lui? Ma Avvocato, che tipo di intervento è questo, scusi? In questa fase dovete fare solo il controesame, non dare risposte. DIFESA - RISPOSTA - Era convenzionata con cosa? Ma io facevo le richieste mediche, le portavo all’ASL. DOMANDA - RISPOSTA si Glielo chiedo solo, per mia conoscenza. Io facevo la richiesta del mio medico e il… (non comprende)faceva andavamo là con la la richiesta richiesta dal medica suo medico ospedaliera, normale. GIUDICE - Cioè con l’impegnativa? RISPOSTA - Con l’impegnativa. GIUDICE E ha anche pagato un ticket? - RISPOSTA - Sì. DOMANDA Quindi neanche la degenza è stata pagata? Io non - Dico l’operazione, ma neanche la degenza? 268 e A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA RISPOSTA - No, io no, perché… no, io ho pagato solo il ticket… DOMANDA - RISPOSTA - Neanche sua figlia? … Come se fosse un ospedale, ho pagato il ticket per.. GIUDICE - Quanto tempo, scusi, è rimasta… Per quanto tempo si è protratto il ricovero? RISPOSTA - Di mia figlia? DOMANDA Sì. - RISPOSTA - Penso tre giorni, l’intervento, due giorni, tre giorni, non ricordo bene, era il menisco. DOMANDA - Altre domande? DIFESA - Nessuna, signor Giudice. Grazie. GIUDICE - Può andare, signora, grazie. DEPOSIZIONE DEL TESTE – ROZZALA GIOVANNA IL TESTE, AMMONITO AI SENSI DELL’ART.M. 497 DEL CODICE DI PROCEDURA PENALE, LEGGE LA FORMULA DI RITO. Generalità: Rozzala Giovanna, nata a Tortorinolo il Animaviva. Lei 7/11/54, ivi residente in Corso Arto inferiore 93 I. INTERVENTO DEL GIUDICE – Prego, difesa. DIFESA – AVV. DE CONCETTI DOMANDA - Signora, sono il difensore di conosce il signor Animaviva e da quando? RISPOSTA - Eh, da tantissimo tempo, più di vent’anni. DOMANDA Possiamo definirla come un’amica di lunga data del - signor Animaviva? RISPOSTA - Sì. DOMANDA Quindi - è a conoscenza di fatti anche intimi del signor Animaviva? RISPOSTA - Sì. DOMANDA - E ci può dire, se non pare troppo generico al 269 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Giudice, che cosa sa della storia – sto parlando di storia.. d’amore – del Animaviva con la signora Boscarolo, vuole dirlo al Giudice? RISPOSTA - Sì, è una storia che…, allora, con Animaviva siamo amici da tantissimo tempo, dal 2001 lui è venuto ad abitare dove abitavo io allora, era il mio dirimpettaio. Via Quartiere Po e Spessissimo lui era a cena, cenava con mio marito e con me a casa e ci raccontava di questa stranissima vicenda, di questo tira e molla, di questa storia di questa donna di cui lui era follemente innamorato e che cercava di accettare come meglio poteva. GIUDICE - RISPOSTA - Che significa “di accettare come meglio poteva?” Perché era sempre un tira e molla perché questa storia si interrompeva, poi la signora telefonava, poi dopo si interrompeva, sempre… molto molto poi le strana ritelefonava, come storia. è stata Io posso testimoniare per quello che ho visto io, che spessissimo a cena le telefonate arrivavano, di notte addirittura – e perché lo so? – perché spesso, qualche volta gli ho dovuto prestare la macchina per andare su di corsa perché lei stava male, di notte, alle due e alle tre di notte, a mezzanotte. E’ stato sempre un altalenarsi così, finché a un certo punto io ricordo che, questa data la ricordo bene perché purtroppo è una triste ricorrenza, che era aveva il mancato deciso problema Regala aereo di suo per per il il mio papà, 1999 la storia interromperla, dice “adesso che dire di non sapeva compleanno andare nel a della Nodral, per signora lei e no lui basta…”, purtroppo. un biglietto per la figlia, perché pare che la signora non avesse mai volato e poi all’ultimo “Senti, venire momento, devo con funerale andare me”, del lo tutto felice, io Nodral a ricordo mio papà, se 270 trafelato perché perché era ha il mi dice: deciso giorno di del no non ricordo..(non si A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Comprende) questa data. E allora ho detto: “Va beh, benissimo, vi siete rimessi insieme?”, “Ma, non si sa”, ed è stato tutto così, tutto così sempre. Poi un’altra data che ricordo bene, nel 2003 – perché la ricordo? – perché lui ha avuto un periodo di aspettativa ed è stato in montagna dove io ho una casa, a Paerotta, aveva fatto qualche lavoretto in casa, aveva scritto una data, 2003 sul muro, ecco perché lo ricordo, era proprio venuto anche per cercare di staccarsi da questa donna, che però, ahimè, continuava a venire su alla domenica. Lei veniva, avevano un cagnetto in comune, con la scusa fatto del sta cane, la scusa…, non so per che cosa, che spesso la domenica questa signora veniva su, trascorrevano la giornata insieme e poi lei se ne tornava a casa… GIUDICE - RISPOSTA - Lei l’ha visto questo? Io l’ho visto, io la signora non l’ho mai conosciuta personalmente, l’ho vista la prima volta qua fuori, però è una vallata abbastanza stretta, il fiume lì sotto che scorre, si vedeva da casa, si vedeva facendo la passeggiata con mio marito, tantissime volte ho visto lei. GIUDICE - Che arrivava però con il signor Animaviva? RISPOSTA - Ma no, Animaviva era da me. DOMANDA Era sola? - RISPOSTA - Se venisse da sola, io l’ho vista spesso con delle amiche, veniva partiva, su andavano con giù, delle amiche, stavano al telefonava, fiume il Tony pomeriggio, non mi ricordo se pranzassero assieme o no, questo non me lo questo ricordo, è poi successo lei alla spesso. sera Una tornava volta a ricordo casa. E che la signora con Animaviva è venuta a casa, mi aveva detto: “Posso venire a farti conoscere Arianna?”, io ho guardato mio marito, non eravamo assolutamente in condizioni di ricevere nessuno, stavamo trafficando nell’orto, dico: 271 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA “Senti, facciamo proprio nessuna un’altra voglia volta”, di poi conoscere dico “Non questa ho signora perché… non ne ho voglia, comunque non oggi”. La settimana seguente questa signora mi telefona. Indispettita perché io non l’avessi fatta entrare e io le ho semplicemente detto: “Guardi signora, che primo non eravamo dico, io in non condizioni di neanche voglia ho ricevere di nessuno mettermi e in poi, questa vostra storia, di essere coinvolta?, e lei mi disse che non riusciva assolutamente a liberarsi, disse lei, di Animaviva e io ho detto: “Guardi signora, che non penso sia impossibile, anche perché se una persona non vuole più stare con un’altra esiste un no, non esiste oggi non ci sto, poi ti telefono, poi ti chiamo, poi ti vengo a trovare, poi faccio il viaggio, poi faccio la vacanzina, poi andiamo a cena, poi ricominciamo, poi interrompiamo”, e così si è conclusa la telefonata. Io poi da allora questa signora non l’ho più vista, cioè non l’ho sentita. vista Poi neanche questa quella storia di volta, nuovo si non l’ho interrompe, più di nuovo… DOMANDA - RISPOSTA - Questa telefonata quando si è verificata? La settimana successiva alla domenica in cui era venuta, la domenica successiva. DOMANDA - RISPOSTA - In che periodo siamo? Siamo scrittina. fisso di nel Aveva 2003, lo ricordo telefonato Paerotta, perché sul lei sempre per telefono telefonava quella che spesso ho a Animaviva mentre lui era lì, di fatto non conosceva il mio numero di cellulare, ma conosceva il mio numero di casa. Poi cosa è successo? Alla fine.. Poi non so, le cose sono sempre continuate in questo modo, finché nel 2004 ricordo che Animaviva mi ha chiesto se mio marito poteva… Mio marito è un ortopedico, se poteva interessarsi per il ricovero della signora nella clinica 272 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA dove lui lavora. E’ stata ricoverata, poco tempo dopo ha chiesto se menisco, poteva la Tortorinolo, anche figlia essere arrivava comunque in operata da la Mirini, fretta e figlia non furia, al era con a tutta l’urgenza di questo mondo perché lei aveva un problema lavorativo stata e non operata e poteva poi assentarsi le cose, poi per noi molto tempo, abbiamo è cambiato casa, però so che la storia ha continuato ancora, sempre sempre in questo modo. Lui cercava di allontanarsi, lei gli telefonava, lui cercava di allontanarsi, lei si presentava. Questa storia, le ripeto, tutti questi anni è stata caratterizzata da questo… (non si comprende) DIFESA ci è Quindi, perché la signora poco fa, la parte offesa venuta a dire poco fa che invece era un assillo continuo, anche in Erichi del Animaviva. Lei invece ci sta dicendo adesso che era la signora che telefonava. RISPOSTA - Io non posso dire cosa succedeva in Erichi ovviamente, io posso dire quello che.. DOMANDA - Ma come fa a sapere, ad esempio mi viene la curiosità, delle telefonate, perché lei dice abitava in Via Quartiere Po di fronte al Animaviva, come faceva a sapere che la signora telefonava a Animaviva? RISPOSTA - Perché cenava con noi spessissimo, lui essendo solo… DOMANDA - Quindi telefonava al cellulare? RISPOSTA - Telefonava sul cellulare, certo. DOMANDA Questo una volta o più volte in una sera? - RISPOSTA - No, in una sera più volte no, però io so che quasi sempre tutte le volte che era a cena da noi, noi... DOMANDA - RISPOSTA - Cioè la telefonata partiva dalla signora? La telefonata arrivava dalla signora, sì, sì, spessissimo lui poi andava su. Questa una mia cosina, io gli avevo detto: “Smettila, se non sta bene, non dico di disinteressarti, manda la 273 guardia medica, se no non A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA interromperai mai questa cosa”, io ricordo anche lui aveva cercato di avere altre storie, ha conosciuto altre ragazze, ci ha presentato altre ragazze con cui usciva, però poi richiesta arrivava di.., puntualmente la richiesta la telefonata, che può essere la di intervento, per esempio, non so.. DOMANDA - RISPOSTA - Di aiuto.. .. Di aiuto, di cose, oppure la macchina rotta, o la figlia che aveva bisogno di un’altra cosa, o.. DOMANDA - Invece andava su a ripararla? RISPOSTA - Sempre, sempre, che io sappia, sempre. DOMANDA Magari glielo diceva il giorno dopo “ho ricevuto - una telefonata in piena notte dalla signora”…? RISPOSTA - Sì, beh, in piena notte ovviamente non veniva a dirmi.. DOMANDA - No, ma è successo che le abbia detto “sai, mi ha telefonato nuovamente”.. RISPOSTA - Sì, sì, le ripeto, qualche volta è successo che l’ho vissuta in diretta perché è venuto a chiedermi se poteva usare la macchina, perché magari era.. DOMANDA - RISPOSTA - Per precipitarsi su a Erichi? Per precipitarsi su a Erichi. Questo testimone io, testimone mio marito. DOMANDA - Quindi un rapporto, possiamo definirlo di disponibilità di Animaviva nei confronti della signora? RISPOSTA - Eccessiva. DOMANDA Eccessiva? - RISPOSTA - Sì, per le richieste della signora, per quello a cui ho potuto assistere io sì. DOMANDA - Per quello che lei sa? RISPOSTA - Per quello che so e per quello che ho visto. DOMANDA E’ - inutile che io innamorato di questa donna? RISPOSTA - Beh, direi proprio… DOMANDA E’ ovvio no? - 274 le chieda se Animaviva era A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA RISPOSTA - .. All’eccesso. Veramente innamorato, sì. DOMANDA Proprio - da amica quale lei è, Animaviva è una notare che persona gentile, tranquilla? RISPOSTA - Guardi, io non ho mai avuto modo di fosse una persona maleducata, una persona invadente, una persona.. DOMANDA - RISPOSTA - Fuori dalle righe..? Sì, non.. non lo riconosco per come viene descritto... DOMANDA - Con lei non ha mai…, con voi, con lei, suo marito, non ha mai trasceso? RISPOSTA - Assolutamente no. DOMANDA No, - parliamo della signora, dicendo “Questa questa… Etc.”? RISPOSTA - No, lui ne parlava sempre come una persona innamorata che parla di questa persona e lui a un certo punto diceva “io non posso cambiarla, io sono innamorato di questa donna, l’accetto così com’è con tutte le umiliazioni che mi procura, però l’accetto così”. DOMANDA - Io altre domande non ne ho. GIUDICE - Signora, lei ricorda di telefonate arrivate sul cellulare del Animaviva dopo il 2004, dal 2004 al 2005? RISPOSTA - Ne saranno arrivate di sicuro, però io non.. può darsi che.., io le ripeto, sono rimasta in quella casa fino alla Sicuramente fine del perché 2004, lui poi abbiamo continua a cambiato frequentarci casa. ancora oggi, telefonate ne sono arrivate, però io.. DOMANDA - Come “continua a frequentarci ancora oggi” che più lì, significa? RISPOSTA - Animaviva, anche se adesso non abito continua.. DOMANDA - Si, va beh, ma non Boscarolo a tornare? RISPOSTA - No, no, lui. 275 è che continua la signora A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA DOMANDA - Io le sto chiedendo se lei ha un ricordo preciso di telefonate intervenute durante queste vostre cene da parte della signora Boscarolo dal 2004 in poi. RISPOSTA - Fino al 2004 di sicuro perché ho abitato lì e me lo ricordo. DOMANDA - Dal 2004? RISPOSTA - Poi no, no. Se parliamo dell’inizio del 2005 in poi, non lo ricordo. DOMANDA - No, sto parlando dell’inizio del 2004. RISPOSTA 2004 Inizio la 2004 signora l’intervento sì, è della tant’è stata che nella ricoverata figlia, per il da suo primavera mio marito ricovero, del per questo sì, lo ricordo bene. DOMANDA - RISPOSTA periodo 2003, Lei è sicura di questa data? Sicura, sicura. Sicura perché l’anno successivo al che era lui ha trascorso l’estate del in 2003, montagna, è stata che la era del primavera successiva. DOMANDA - RISPOSTA - E la figlia in che periodo è stata operata? Uguale, subito dopo, so che era stata ricoverata la mamma per degli accertamenti e poi subito dopo aveva chiesto a mio marito se poteva d’urgenza operare figlia perché si era.. DOMANDA - Dov’è stata operata? RISPOSTA - Nella clinica dove lavora mio marito. DOMANDA E’ una clinica convenzionata? - RISPOSTA - Una clinica convenzionata. DOMANDA Va bene. Possiamo congedare la teste? Grazie. - Buongiorno. 276 sua A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA ESCUSSIONE DEL TESTE MOUNTAGIU BHANANE Generalità: Mountagiu Bhanane, nata a Biancacasa il 8/5/1977, residente a Tortorinolo, in Via.. (non si comprende, pare dica Porta Pia 10). GIUDICE - Senta, lei ha un bar con la signora Sconiglio ? RISPOSTA - No, avevo un bar con la Sconiglio. DOMANDA Lo aveva? - RISPOSTA - Sì, DOMANDA La figlia della signora Boscarolo.. Allora, il vostro - capitolo di Sconiglio, prova è figlia quale della contitolare persona con offesa, la di Signora un bar in Tortorinolo all’epoca dei fatti, potrà riferire in ordine agli accessi dell’imputato presso tale locale e rapporti tra lo stesso e signora Sconiglio. DIFESA – Avv. De Concetti DIFESA - Traduco, per la signora. Allora, conosce il signor Animaviva? RISPOSTA - Sì, l’ho visto una volta.. due volte. DOMANDA L’ha - visto da solo o l’ha visto con la signora Boscarolo? RISPOSTA - L’ho visto da solo, è venuto a prendere una pianta al bar Caffellatte, di cui ero proprietaria insieme alla signora Sconiglio e poi l’ho visto un’altra volta al bar Caffellatte da me. DOMANDA - Conosce la signora Boscarolo? RISPOSTA - Chi sarebbe la signora Boscarolo? DOMANDA - La parte offesa. GIUDICE - La madre della signora Sconiglio, lei l’ha mai vista? RISPOSTA - Sì, sì. DIFESA Cosa - sa, ci sono stati all’interno di quel bar degli screzi? RISPOSTA - No, assolutamente, io ripeto: ho visto questo signore una volta, è venuto a prendere la pianta, l’ha portata via e poi si è presentato nell’altro bar che ho 277 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA adesso dicendomi di questa cosa qua, che mi avrebbe citato per testimoniare. Questo è quanto. DOMANDA - RISPOSTA - Senta, in che periodo è venuto per questa pianta? Allora, io la società l’ho fatta nel 2001, nell’arco, sarà stata l’estate del 2001, adesso.. DOMANDA - Lei quindi non sa null’altro dei rapporti tra il signor Animaviva e la madre della sua ex socia? RISPOSTA - No. DIFESA Nessun’altra domanda. - Esito: rinvio Data: 20 novembre 2008 Quello che voglio dirvi, prima che leggiate la mia memoria difensiva n°2, è che nessuno, tanto meno gli avvocati che mi hanno difeso, hanno messo mano ai miei scritti difensivi. La farina è del mio sacco, buona o cattiva che possa risultare. Soltanto ad un amico ho permesso di esprimere la sua critica e sempre soltanto a questi ho consentito di esternare, i suoi gentili, consigli di pacatezza. 278 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA MEMORIA DIFENSIVA DUE Procedimento penale n. 6161/07 R.G. A carico di: Antonio Animaviva Egregio Signor Giudice Dott.ssa Aristocratico Egregio P.M. Dott.sa Dugarretti La deposizione resa in aula il 17/06/2008 dalla signora Boscarolo mi induce ancora una volta a formare una memoria corredata da allegati al fine di provare che la denunciante, ora, anche sotto giuramento, continua a mentire sugli episodi e sulle circostanze che formano la lunga relazione sentimentale che c’è stata con il sottoscritto. Quello che voglio provare è che la signora Boscarolo artatamente manipola gli eventi in modo che l’accaduto possa apparire un reato mentre tutto il vissuto dal 1996 sino al 2004 è una comune relazione in cui il sottoscritto si pone, senza riserve, al “servizio” della propria compagna la quale comprendendo che il mio carattere, il mio altruismo e la mia coscienza non mi permettono di dire mai di no ad ogni sua richiesta e ciò anche perché la stessa reiteratamente esercita pressioni psicologiche sul sottoscritto circa la sua “malattia” e sugli eventi che la correlano. Ella sfrutta al meglio la situazione fino a quando il sottoscritto il 17/06/2004 decideva di mettere fine alla relazione. 279 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Quel giorno, Le rammento, su richiesta della signora Boscarolo portavo via tutti i regali che le avevo donato durante la nostra relazione e su decisione della stessa portavo via con me definitivamente il cane che era di sua proprietà e che mi fu ceduto. Di lì in poi, per quanto mi consta, la signora Boscarolo ha pianificato e poi messo in atto ciò che a suo modo di vedere sarà la sua vendetta nei confronti della mia decisione di troncare definitivamente quella che era, a mio giudizio, una relazione di grande e intenso sentimento, ma che ella, per quanto mi consta, psichicamente disturbata, vuol fare intendere a codesto Tribunale sia invece stata una relazione portata avanti solo da parte mia. Certo non posso dire io allora quali fossero i sentimenti della signora Boscarolo, certo è che lei è presente nella mia vita dal 1996 al 2004 per sua spontanea volontà e ciò è emerso senza ombra di dubbio dalle testimonianze rese dal teste escusso in aula, la signora Rozzala e se fosse stata permessa la testimonianza di altre persone, ciò che sarebbe emerso avrebbe suscitato un grande stupore, oltre che convincere il Giudice, riguardo alle menzogne enunciate dalla mia ex partner. Signor Giudice, la questione principale è farle comprendere l’abilità mentale, la furbizia e la scaltrezza in questo caso accusatoria della signora Boscarolo, ella sia nella querela che nella deposizione in aula manipola gli eventi alterandoli in maniera per cui da uno o più episodi accaduti veramente, con lievi mutamenti della realtà si possa giungere alla conclusione che il sottoscritto è un molestatore. Non Le chiedo sicuramente di tralasciare quanto è scritto in querela dalla denunciante dove anzi, a mio avviso, si possono già trovare mille contraddizioni ma Le chiedo cortesemente di focalizzare tutta la Sua attenzione sulle dichiarazioni rese dalla stessa sotto giuramento il 17/6/2008 e accertare se le mie conclusioni possano essere condivise, ovvero: la signora Boscarolo durante la deposizione, quando le fa comodo ricorda 280 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA date e fatti ma teme che le sue stesse risposte la smentiscano, allora diventa vaga e comincia a non ricordare. Un esempio stigmatizzante lo si può trovare già dalla prima domanda: “Quando ha conosciuto Animaviva?” più avanti, nel mio scritto e con il sussidio degli allegati, Le proverò che ella mente. Quello che mi preme, è di farLe capire perché mente già da questa prima domanda. La data della nostra conoscenza è di almeno 25 anni prima di ciò che lei ha dichiarato (1996), ma ammettere questa verità confermerebbe, come ho già avuto modo di spiegarLe nella mia prima memoria difensiva, che la signora venne nella sala danze La Mazurca a Tortorinolo nel 1996, stuzzicata dal racconto dell’amica Maria, ovvero che Maria le disse di avermi conosciuto nella sala danze “la Mazurca” e che, avendo io saputo che la signora Maria abitava in Erichi, nel chiacchierare del più e del meno dissi alla stessa che nella città di Erichi aveva lavorato tanti anni mio padre, che i miei zii abitavano ad Erichi e che lì conoscevo parecchie persone tra cui Aura Boscarolo e Arianna Boscarolo. Ecco il punto che la mia ex vuole nascondere ed è il fatto di essere venuta alla Mazurca per incontrarmi perché lei sapeva benissimo chi ero e chi era mio padre, ma ciò vuol dire ammettere apertamente che così facendo fu lei a tradire suo marito e non il contrario e soprattutto che fu lei, incuriosita, a venire a cercarmi e anche a scegliermi quale “amante”. Se non bastasse, signor Giudice, questa mia ricostruzione, sarebbe sufficiente verificare la data della presentazione della domanda di separazione dal marito avvenuta ben dopo l’aprile-maggio del 1996, data dichiarata dalla denunciante in aula, per indicare l’inizio della nostra relazione, seguita inoltre dalla sua ammissione di essere venuta in ferie con me nel 1996, per comprendere che la denunciante usa la strategia del ricordare in parte o solo ciò che le fa comodo e mi consenta, Signor Giudice, mi pare una teoria poco probabile se lei sostenesse in un altro ipotetico interrogatorio di 281 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA essersi dimenticata che mio padre lavorava con i suoi parenti più prossimi o che io ero già stato amico della sorella o che ci siamo visti tante e tante volte in altri locali pubblici. Mi permetta signor Giudice, le bugie hanno le gambe corte ma i bugiardi vogliono fare lo stesso tanta strada e allora detta la prima bugia iniziano a dirne a catena. Certo, se mi soffermassi su tutte dovrei scriverLe fiumi di parole perciò mi limito a scriverle di quelle più palesi ed eclatanti. La signora Boscarolo nella sua deposizione del 17/06/2008. P.M.: Lei, quando conobbe il Animaviva? Lei risponde di seguito: nell’aprile del 1996 replicando a pagina 31: No, nel 94 neanche lo conoscevo. Le spiego qui di seguito perché mente. Come ho già avuto modo di dirLe mio padre lavorava ad Erichi in uno stabilimento dove prestavano la loro attività lavorativa anche i fratelli, la sorella e il padre della signora Boscarolo. Io sin da ragazzo frequentavo la cittadina di Erichi, soprattutto una sala da ballo che si chiamava il Puma. Al Puma si esibiva un complesso (Le slavine) che era composto da persone di cui in parte o tutti (non ricordo esattamente) erano colleghi di lavoro di mio padre, i quali come secondo lavoro suonavano. Nell’anno 1972/1973 frequentando i locali pubblici di Erichi conobbi Aura, la sorella della signora Boscarolo. Nacque tra la sorella e me una semplice amicizia. In occasione del mio compleanno, il 14 febbraio, la festa di San Valentino, io ho sempre festeggiato il mio compleanno come si usava a quei tempi con una festa in casa. Alla festa dei miei 17 anni, 1973, svoltasi a casa mia in via Guserana 91 a Tortorinolo, era presente anche Aura Boscarolo (all. n. 1 - foto). In quell’occasione andai a prendere a casa Aura che abitava con la sua famiglia in via della Dualgeria ad Erichi. Fu in quell’occasione che conobbi per la prima volta Arianna. 282 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Ad Erichi, oltre che il Puma c’era un’altra sala da ballo, il Tio Club, Arianna frequentava quella sala dove io e i miei amici andavamo in alternativa al Puma e lì ebbi modo di incontrare spesso la signora Arianna la quale, nei tempi della nostra relazione mi rammentava, spesso con grande enfasi, la sua amicizia con il proprietario della sala, rimarcandomi il fatto che il signor Tio diceva sempre che lei era la sua “preferita”. Perché Lei, signor Giudice, meglio comprenda che la mia vita di relazione si svolgeva nei dintorni di Erichi, devo dirle ancora che sempre nel 1973 venni a conoscenza che a pochi chilometri di distanza da Erichi, nel Comune di Sudino San Michele era nata una nuova sala da ballo, il Sumic’s Palace. Con i miei amici andammo la prima volta in occasione del concerto di Claudio Raglioni e poi, piacevolmente impressionati dal come era frequentata la sala, ci recammo abitualmente sino alla sua chiusura che avvenne all’incirca nel 1978-80 a causa di due incendi dolosi che la distrussero prima parzialmente e poi definitivamente. Durante la mia assidua frequentazione conobbi i soci proprietari della sala con i quali instaurai anche un rapporto di lavoro che mi permetteva di entrare sempre gratuitamente e di guadagnare qualche lira, in quegli anni feci un po’ lo strappa biglietti, il guardarobiere, il disc-jokej e il sorvegliante. L’attività che mi affidò il proprietario e che più mi piacque fu di portare nei comuni limitrofi i manifesti dei concerti che si tenevano al Sumic’s Palace. Fu proprio per quella mansione che conobbi tutti i Comuni limitrofi ad Erichi sino ad arrivare ad Itas e furono questi incarichi che permisero di conoscere centinaia di persone e alcune delle quali divennero compagne o amicizie. Durante il periodo chiamato austerity (dicembre 1973) in cui venne introdotta la circolazione delle auto con targhe alterne, mi fu affidato anche il compito di accompagnare l’autista di un pulmann messo a disposizione dalla sala da ballo in tutti i Comuni limitrofi per prelevare i frequentatori della sala. 283 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Posso affermare, signor Giudice, che pur vivendo a Tortorinolo, dal 1972 al 1981 ho vissuto la mia vita di relazione tra Erichi ed Itas. Le frequentazione di Erichi e paesi limitrofi per me non sono mai cessata perché ho avuto in seguito un’altra relazione con una donna che abitava ad Erichi. Mi sono permesso, signor Giudice, di raccontarLe il mio vissuto tra gli anni 72 – 81 perché la signora Boscarolo (vedi a pagina 26 verbale dell’udienza del 17/6/2008) vuol far intendere alla Signoria Vostra che il sottoscritto non ha nulla da fare nei pressi della cittadina di Costa e intenzionalmente vuole far credere che la mia presenza in quei luoghi sia da imputare a mie “attenzioni morbose” nei suoi confronti da connotare quali molestie. La prego quindi di ben valutare ciò che ho già dichiarato e ciò che le dirò appresso. Nel corso della mia frequentazione e attività lavorativa presso la sala danze di Sudino San Michele (Novavilla d’Itas), come Lei potrà immaginare e come io ho poc’anzi detto, ho avuto il piacere di conoscere persone con cui ho avuto un’ amicizia e con alcune anche delle relazioni. Non intendo tediarla con il lungo elenco che potrei fare, mi soffermo solo al fine di provarLe le mie dichiarazioni con alcune di queste amicizie e frequentazioni di cui purtroppo tre di queste sono passata a “miglior vita”. Il primo, il più caro amico del Music’s Palace fu Luigi Misconti il quale abitava nel Comune di Valtenera e che morì a causa di un tumore il 20/11/1979 e venne sepolto nel cimitero di Valtenera sito a pochi minuti da Costa di Erichi. (All. 2). La seconda è una persona con cui ho avuto una relazione (platonica) e negli anni è rimasta una grande amicizia finita purtroppo a causa del suo prematuro decesso nell’anno1996. Di questa amicizia conservo ancora una sua lettera datata Novavilla 13 febbraio 1975. il timbro sulla busta è 14 febbraio 1975 (All. n. 3). Antonietta è sepolta nel cimitero di Novavilla. La terza persona, Milena, era la mia compagna nel 1975. 284 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Abitava a Tortorinolo ma aveva una casa con gli zii vicino a Novavilla dove spesso trascorrevamo dei fine settimana. Una sera tornando dal Sumic’s Palace fummo urtati da un’auto che non rispettò la precedenza, la perizia del Tribunale sentenziò che quell’auto viaggiasse a 100-120 chilometri orari. Lei morì all’istante e io fui portato all’ospedale quasi indenne nonostante l’urto violento e la mia auto in fiamme. Milena è sepolta nel cimitero dietro Borgo Stazione – frazione di Novavilla. La quarta persona, Giorgina, abitava a Francavilla d’Itas. Ebbi con lei una relazione che durò dal 1973 al 74. per due anni e più e quasi giornalmente a bordo della mia vespa (non avevo ancora la patente) andavo a Francavilla con Giorgina e frequentavo tutte le località limitrofe. E’ importate, signor Giudice, che Le racconti che Giorgina nell’agosto del 1973 andò al mare con le cugine Grazia, Margherita e l’amica Eliana. Si recarono tutte e quattro a Vellarbise (provincia di Mirini). Giorgina con una lettera speditami da Vellarbise mi chiedeva di andarla a trovare il 5 agosto 1973 (All. 4). Il 5 agosto 1973 mettevo piede per la prima volta da solo e non in compagnia dei miei genitori, in terra di Ramogna. (All. 4 bis – foto). Dal 1973 ad oggi non c’è stato anno in cui io non mi sia recato in una località della Ramogna da Atea a Vellarbise. Chiaramente ciò che ho descritto era al fine di provarLe che sia Costa che Mirini e zone limitrofe sono state da me frequentate da oltre 25 anni e ciò è in netta opposizione alle dichiarazioni tendenziose della signora Boscarolo. Al fine di meglio provare la mia decennale presenza in Ramogna, Le allego copia dei certificati rilasciatimi dall’istituto di cure termali Giocondo Alessio che comprende gli anni dal 1985, ’86, ’87, ’88, ’89, 90, 91, 92, 94. 285 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Inoltre riconducibili alla mia presenza nel territorio di Ramogna produco una serie di documenti: cartoline da me spedite dalle città di Separo e Mirini del 21/7/1968 – 25/7/1968 e 2/6/1993; una lettera speditami da un’amica con cui ho avuto una relazione durata due stagioni dalla città di Atea il 24/8/1983; varie ricevute dal 1987 al 2008 da cui si può evincere che il sottoscritto ha dimorato in varie località della Ramogna anche più volte nello stesso anno. (All. 5 – 1/30) Mi consenta dire, ancora una volta, che se esaminassi ogni menzogna detta nell’udienza del 17/6/2008 non finirei mai questo scritto, perciò mi riprometto ancora di esaminare le bugie più evidenti, al fine di farle comprendere la malafede e la falsità della signora Boscarolo. A pagina 4 dell’udienza del 17/6/2008 La signora Boscarolo dice: “Mi ero appena separata…” Questa è un’altra dichiarazione falsa che si lega alla prima. Lei non era separata, il marito stava ancora con lei sotto lo stesso tetto coniugale, tanto è vero che per partire assieme per le vacanze da trascorrere in Ramogna ci demmo appuntamento nel Comune di Variano vicino alla stazione ferroviaria e precisamente in una piazzetta dove vi è una particolare e sgraziata statua che mi pare sia dello scultore Jo Verdura. Arianna fu accompagnata dalla sua amica Peppiniella la quale venne poi sempre in quel luogo a riprenderla al nostro ritorno. Mi permetto di indicarLe che la foto All. n. B dell’album, depositata in udienza, è una istantanea scattata durante una passeggiata serale a Mirini, che di per se stessa può dare un’idea di quali erano i rapporti tra me e la allora mia compagna. 286 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA A pagina 5 dell’udienza del 17/6/2008 Il P.M. domanda (e io direi suggerisce): era diventato ossessivo? La Boscarolo risponde: “ Sì”. A tale proposito, signor Giudice, vorrei dire che la mia ex compagna anche questa volta mente. Io non dovevo, su sua richiesta, farmi vedere sotto casa, lei mi diceva di aspettarla nel negozio di gastronomia di Maria, anche questa però era una assurdità, perché il negozio era esattamente davanti alla porta di casa sua. Sempre a pagina 5 la signora Boscarolo prosegue dicendo (sempre, a mio avviso, su suggerimento del P.M.): “ Sì, sì, lui veniva anche al posto di lavoro, telefonava e mi aspettava fuori dell’ufficio”. Certo che l’aspettavo fuori dell’ufficio, signor Giudice, era lei che mi aveva chiesto di non incontrarci sotto casa sua e di andarla sempre a prendere in ufficio. L’ufficio era insediato nel complesso commerciale il “Caldo” di Erichi dove vi era anche un bar ristorante e proprio lì abbiamo iniziato a pranzare assieme decine di volte. Non le pare strano, tra l’altro, che io sia andato decine di volte dentro a quell’ufficio se non ero gradito? (un molestatore). Quando Lei vorrà io potrò descriverLe gli interni di quell’ufficio ma sin d’ora Le dico che oltre che l’attività edile, il suo principale nel suo ufficio personale aveva parecchi trofei e gadget legati ad una seconda attività, ovvero il tiro al piattello (con la carica di segretario dell’associazione), tanto è vero che Le posso aggiungere che la signora Boscarolo si diceva “stressata” dal gestire anche tutte le incombenze che ruotavano attorno all’associazione, oltre a quelle della Geranio s.r.l. Le rammento inoltre che già nella memoria difensiva Le ho fornito la prova che era anche la signora Boscarolo che mi telefonava dal lavoro (è il nastro audio All. n. 18) ed il periodo, Le ricordo, è 287 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA ben stabilito perché risale al decesso di mio padre avvenuto il 9 gennaio 1997. Per quanto riguarda la frequenza dei nostri incontri la signora Boscarolo diceva, sempre a pagina 5: “durante la settimana” e cerca con grande disinvoltura di sorvolare sulla verità e la verità è che io andavo, previa telefonata di accordo, ogni volta che potevo, compatibilmente con il mio lavoro. I turni del mio impiego erano: dalle 7 alle 14,12 e dalle 13 alle 20,12. Lei usciva alle 12,30 dall’ufficio. Lascio a Lei trarre le conclusioni. A pagina 6 La signora Boscarolo riguardo alla sua salute, rispondendo alle domande del P.M. dice: “Sì, perché questo mi causava tensione…….” Intanto, signor Giudice, La prego di leggere la risposta data poco prima, in riferimento alla sua malattia, sempre a pagina 6 al rigo 11 e 12: “Si è scatenata proprio in quel periodo… probabilmente lo stress comunque della separazione”. Ecco, finalmente, un pezzo di verità. Come Le ho detto nella mia prima memoria difensiva chi “l’aspettava” e la seguiva era il marito che si era accorto della nostra relazione e che, come Le ho già raccontato, una sera, al nostro ritorno da ballare l’ aspettò sotto l’allora casa coniugale e la malmenò, infatti lei mi disse piangendo che la prese per il collo e che se lui ora non se fosse andato (da casa) se ne sarebbe andata lei. Sono altre le componenti che scatenano i suoi malanni, peraltro già conosciuti dal suo medico curante, la dott.a Bulbo, che nel certificato già allegato nella mia memoria difensiva scrisse: a 27 anni ricovero per polmonite (all’età di 27 anni ovvero 1982); a 33 anni ricovero per sindrome vertiginosa (all’età di 33 anni ovvero 1988). Quindi le sindromi vertiginose, che furono il segnale che ella aveva già problemi di salute legati alla 288 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA sindrome di STERC, alla manifestazione di Naudeyr, al Redosclerima e al Pio- Oriditismo autoilleso si manifestarono già nel 1988 ovvero otto anni prima che nascesse la nostra relazione. Ma lo stress più importante la signora Boscarolo me lo indicò lei stessa già dai primi mesi della nostra conoscenza e lo stress si chiama Fagiano Pino e figlio. Il primo, il suo principale presso la Geranio s.r.l., mi è descritto come un vecchio confusionario che non le dà mai tutte le fatture, che le perde e lei non riesce mai a presentare la contabilità alle scadenze, inoltre lei mi confidava che erano tanti i soldi che “giravano in nero” e che era lei che doveva gestirli, portarli nelle banche (so dirLe anche le banche signor Giudice: San Pietro, in piazza Garibaldi– Erichi; Democratica di Novara, in piazza Uberto 1°- Erichi e Unidebit di Via Villa di Città - Erichi, (quest’ultima come Tesoreria ), inoltre già dal 2002 la mia ex compagna, signor Giudice, mi confidava che la Geranio s.r.l. era destinata a fallire. A questo punto, signor Giudice, devo dire che aveva ragione perché la Geranio s.r.l. ha iniziato le procedure di fallimento proprio quest’anno ed esattamente il 23/7/2008 (All.n. 6 – 6 bis – 6 ter) L’episodio che mi tocca di più e che mi fa condividere emozionalmente le “pene” della mia ex compagna è quando lei mi racconta che il suo capo è nei guai perché non riesce a farsi pagare i lavori, già iniziati, di una nuova costruzione edile relativa ad una Villetta a Nipo Tortolinese, sita in strada Tortorinolo 510. Anche di questa costruzione la signora Boscarolo si lamentava con me che gran parte delle somme erano “circolate” in nero e che lei rischiava sempre personalmente girando con tutti quei soldi. L’ultima cosa che devo dirLe, signor Giudice, circa i problemi sul lavoro e sul relativo stress subito dalla mia ex compagna è un fatto parzialmente già da me riportato nella memoria difensiva a pagina 24 e che ora Le voglio meglio definire. 289 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Il giorno 2 agosto 2003 (All. n. 7) la signora Boscarolo mi telefonava e mi diceva di andare subito a comperare il quotidiano La Bugiarda. La sua voce era roca e non posso dirlo con certezza ma mi è parso piangesse. Le chiesi cosa era accaduto e lei mi diceva che lo sapeva che prima o poi sarebbe successo qualcosa, Fagiano è un brav’uomo ma se l’è proprio andata a cercare. A quel punto iniziai a capire che mi parlava di qualche cosa successa e inerente al suo lavoro. Le chiesi di essere più chiara e lei mi disse che era morto un operaio nel cantiere di Tortorinolo. Ero già stato messo al corrente di quel cantiere dalla signora Boscarolo che me ne parlò perché dovendosi recare e non conoscendo Tortorinolo, voleva sapere quale strada percorrere, invece la accompagnai io perché lei mi pregò di farlo. La conversazione quel sabato 2 agosto 2003 proseguì e mi disse che quell’evento le aveva fatto decidere definitivamente di dare le dimissioni. C’è un particolare, signor Giudice, che mi preme evidenziarLe riguardo all’articolo de La Bugiarda del 2/08/2003. Come Ella potrà vedere, nell’ultima colonna dell’articolo è citata, come impresa che realizzava l’opera di costruzione, dove avvenne l’incidente mortale, la “Orchidea di Erichi”. E’ chiaro che il compositore o il giornalista erroneamente scrisse Orchidea anzichè Geranio e ciò si può evincere dall’allegato n. 7, pagina 4, rigo 3 e 4 dove invece è scritto con esattezza Geranio costruzioni – Pino Fagiano. Tanto Le ho evidenziato per dimostrarle che io non venni a conoscenza del “fatto” perché lo lessi sul quotidiano La Bugiarda, ciò non tanto perché non leggo tale quotidiano ma perché, anche se avessi letto l’articolo, non avrei mai capito che “Orchidea” era un refuso del giornalista e che la ditta era invece la Geranio s.r.l. dove prestava la sua attività lavorativa la mia ex compagna e ciò anche perché in quell’articolo è citato, come direttore dei lavori, un certo architetto Mario Tonchia, persona a me 290 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA sconosciuta allora come oggi. D’altro canto è proprio l’articolo apparso su La Bugiarda il 7/3/2006 che prova che vi fu un errore nel citare Orchidea anziché Geranio. Questo episodio, per quanto mi consta, prova quindi, tra l’altro, che nell’agosto del 2003 fu la signora Boscarolo che mi cercò per esternare questa sua angoscia e mi cercò perché ero il suo compagno e tutto questo non può provare altro che c’era una relazione tra noi e che non ero certo io a provocarle quell’ansia e quello stress che presumibilmente le provocavano un aggravamento alla sua condizione di salute. In merito all’allegato n. 7 devo doverosamente dirLe che ne sono entrato in possesso l’11/8/2008 dopo essermi recato all’archivio del quotidiano La Bugiarda ed è ancora per me doveroso dire che sino a tale data nulla sapevo circa la condanna del titolare della Geranio s.r.l. apparsa sul quotidiano il giorno 7/3/2006. Per quanto mi consta la signora Boscarolo alla fine di settembre 2003, a due mesi dall’incidente mortale, cessò il suo rapporto di lavoro part-time con la Geranio s.r.l. e proseguì la sua attività lavorativa part-time con una ditta, sempre edile, la MCO distruzioni la quale, mi pare di ricordare che ella avesse iniziato l’attività nel gennaio del 1999. Quello che, di fatto, cambiò dal febbraio 1999, è che lei prima prestava servizio al mattino alla Geranio s.r.l. e di pomeriggio alla MCO, ora invece il suo orario lavorativo era 8,30 – 12,30 e la sua retribuzione calava così di una congrua somma. Questi erano gli stress che subiva la mia allora compagna e non certo quelli che lei denuncia di mia competenza. Io facevo quello che potevo, le pagavo pranzo e cena, la ospitavo a casa mia tutti i fine settimana o se andavamo via in gita ero io che mi prendevo il peso di ogni spesa. Signor Giudice, è proprio tra il 2002 e il 2003 che la mia ex compagna mi chiese addirittura di andarle ad impegnare una pelliccia e che, come Le ho già raccontato, non accettandola il 291 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Monte dei pegni, la tenni io dandole i soldi del valore indicatomi proprio da un impiegato del monte dei Pegni. La pelliccia è in mio possesso ancor oggi a Sua disposizione quale prova probatoria. A pagina 7 dell’udienza del 17/6/2008 Il p.m. a questo punto, sempre suggerendo nella domanda anche la risposta chiede alla denunciante: “Si interessava alla sua malattia? …la riempiva di attenzioni, diceva era ossessivo…” La signora Boscarolo risponde: “Sì”. Poi prosegue cercando di far credere (mi consenta, sul suggerimento del P.M.) che io ero ossessivo e dice: “Poi mi fissava degli appuntamenti anche se io dicevo no…”. Poco più avanti dice: “Va bene, o.k. io vengo a fare questa visita” che mi pagavo regolarmente. Signor Giudice, io in aula a questa affermazione ho provato tanto dolore e tanta pena, avevo voglia di alzarmi e farle io delle precise domande su queste false e calunniose affermazioni, domande che il P.M. avrebbe dovuto e potuto formulare ovvero: ne ha le prove? Ha delle fatture? Delle ricevute? Dove e quando il signor Animaviva ha prenotato? Ci sono persone che possono testimoniare? La realtà, signor Giudice, è ben diversa ed è questa: alla signora Boscarolo, per quanto mi consta la sua malattia (sindrome di STERC, manifestazione di Naudeyr, Redosclerima e PioOriditismo autoilleso), le è stata diagnosticata presso l’ospedale Limonette di Tortorinolo dove io qualche volta, ma non sempre, l’ho accompagnata. Io la portavo sin davanti all’ospedale per poi attenderla sino a quando lei mi chiamava telefonicamente ed io andavo a riprenderla all’ospedale per poi riportarla a casa dopo essere, come al solito, andati a pranzo assieme. La prego accoratamente, signor Giudice, a questo punto di andare a verificare a pagina 32 della deposizione del 17/6/2008 della 292 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA signora Boscarolo, cosa lei dice in riferimento ad un ricovero avvenuto il 6/2/2004. Il ricovero è presso la Casa di Cura Città di Driassandela. La querelante è in fibrillazione, sa che ciò che dirà la può smentire su tutto e allora prima mente dicendo che è stato nel 1994, poi ripresa dice 2004, poi prosegue dicendo 2002 e 2003 cercando di far credere che non ricorda bene. E’ la seconda volta, signor Giudice, che provo tanta pena per questa donna, durante la sua escussione, provo pena perché so benissimo la fatica che lei fa nel mentire, nel fingere di non ricordare e come può non ricordare 6/2/2004 suo ricovero e 23/3/2004 ricovero della figlia, quando questi due eventi distano temporalmente soltanto 88 giorni da quando io sono chiamato alla caserma dei Carabinieri di Costa dove un maresciallo dei C.C. mi contesta una ipotesi di minacce e molestie, durate anni, nei confronti della mia ex compagna? E’ la bugia per me è ancora più grande quando penso che in mezzo ai due ricoveri ci fu la festa di San Valentino e che io trascorsi la serata a ballare alla Mazurca con lei (vedi All. n. I – album foto – prima memoria difensiva), sua sorella ed il compagno della sorella e che quella sera io le regalai un piccolo cornetto d’oro che lei prese avida di superstizione e che quella stessa sera facemmo ancora l’amore. Ma questi, signor Giudice, sono ricordi miei che in parte non posso provare quello che conta e ciò che lei dice nel proseguo di pagina 32, rispondendo alle domande del mio difensore, rigo 24: “ma io facevo la richiesta medica, la portavo all’Asl” “io facevo la richiesta dal mio medico e il (non si comprende)… e andavamo con la richiesta medica ospedaliera normale”. Mi perdoni, signor Giudice, la là dove? Andavamo… ma chi? La mia ex compagna poco prima, Le rammento disse che pagava lei le visite da me prenotate, ora dice che andava all’ospedale e che aveva l’impegnativa e che pagava solo il ticket? 293 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Le bugie, l’ho già detto, hanno le gambe corte ma lei neanche si è accorta di essersi smentita da sola quando dice: Io facevo le richieste dal mio medico… Mi perdoni, signor Giudice, ma nessuno ha chiesto alla signora Boscarolo se io ero con lei da questo medico che le prescriveva la visita e se c’ero non le avessi puntato un’arma, sia a lei che al medico, minacciandole per avere le ricette per le prenotazioni. Mi perdoni, ma nel gergo un po’ poliziesco quello che dice la signora è tutta aria fritta, la verità è che per poter prenotare una visita per telefono o di persona bisogna disporre dell’impegnativa, del tesserino dell’ASL e anche a volte di una delega, altrimenti nessun ospedale, tanto meno le Limonette di Tortorinolo, procedono ad una prenotazione. All’uopo le fornisco la mia domanda di informazioni redatta il 14/8/2008 e presentata all’URP dell’ospedale (All. n. 8) da cui si evince che una prenotazione può solo essere fatta da chi ha materialmente la disponibilità e di ricetta e di tessera sanitaria (All. n. 9) inoltre a mero titolo “accessorio” produco anche copia del volantino affisso presso il C.U.P. delle Limonette dove si può evincere la veridicità delle mie affermazioni (All. n. 10). Inoltre confesso: non ho mai avuto materialmente delle impegnative della signora Boscarolo ma se lei mi avesse chiesto di andarle a fare delle prenotazioni, io sicuramente (pollo) ci sarei andato. Purtroppo per me, che mi devo difendere da una falsa accusa e purtroppo per Lei, signor Giudice, che deve leggersi questa nuova memoria, siamo solo a pagina 8 della testimonianza ma qui c’è di nuovo una importante risposta della signora Boscarolo che conferma la mia tesi, ovvero la denunciante mente e ciò lo si può dedurre analizzando le sue “calibrate” risposte. 294 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Pagina 6 – rigo 7 Domanda: iniziamo con calma, lei purtroppo deve raccontare quanto… Risposta:” eh, ricordarmi tutto, adesso sono passati 10 anni”. Ma quali 10 anni! Siamo nel luglio del 2008, l’ultimo giorno della nostra “relazione” è stato nel giugno del 2004 quindi quattro anni prima. Non è un tempo stratosferico quattro anni, certo è una cosa soggettiva da individuo ad individuo avere memoria delle cose passate. Io non sono uno psichiatra però so con certezza che la mente umana ha una predisposizione per i ricordi “brutti”, mentre i ricordi belli sono sempre i più labili. La mia ex compagna, a quanto pare, ha di me solo ricordi brutti e questi ricordi, per quanto mi consta e per quanto dichiarato dalla signora Boscarolo, sono da lei riferiti dal 1997 al 2004, senza ombra di dubbio, però la stessa finge di non ricordare. Il suo ricovero all’ospedale di Driassandela e il ricovero della figlia nello stesso ospedale vengono da lei riferiti come successi nel 1994 e se Lei, signor Giudice, non l’avesse ripresa, la stessa avrebbe taciuto l’errore che errore non era, ma lucido calcolo ed è solo quando Lei, signor Giudice, l’ha esortata a dire: non lo ricordo, che la signora Boscarolo ha ritrovato la memoria. Pagina 32 della testimonianza del 17/6/2008 – rigo 4,5,6 e 9. Ma attenzione, signor Giudice, la domanda che segue alla risposta appena citata è: Lei si ricorda cosa è successo a pasqua del 1999? (Pagina 8 – rigo 9, 10). Signor Giudice, dalla domanda alla risposta passa il battito di un sopracciglio (lo può verificare nella registrazione) e la risposta è un secco sì seguito da una sequela di bugie infilate in ciò che è accaduto veramente e che io ho già ampiamente raccontato nella mia prima memoria. E’ chiaro che sono pronto, nell’udienza del 20/11/2008, a rispondere a tutte le domande che Lei o il P.M. vorrete farmi ma fin d’ora Le chiedo di valutare che il “sì” così declamato fulmineamente dalla signora Boscarolo corrisponde nuovamente 295 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA ad una data sbagliata, è nel 1998 e non nel 1999 che con grande spirito di sopportazione mi prendo due pugni dall’ex marito più numerosi calci dalla figlia e ciò non perché io sia un vigliacco ma perché sapevo benissimo che lei mentiva a tutti sulla nostra frequentazione e naturalmente mentiva, con grande spudoratezza, al marito. Fu solo per questo che non reagii se non cercando di evitare i colpi che mi furono dati e quando io mi allontanai indietreggiando il marito della Boscarolo con un calcio spedì a terra la mia moto che si danneggiò gravemente, (teste citato). Quello che conta, di questo aneddoto, è che ancora una volta c’è da parte della denunciante un’amnesia parziale che diventa, per quanto mi consta, totale quando ella non dice che l’anno dopo, sempre a Pasqua, siamo andati in Costa Azzurra e precisamente a Juan le Piedin (vedasi allegato 19 della mia prima memoria e le foto dell’album – all. D). Quello che secondo il mio parere conta ancora per rilevare l’assoluta tendenziosità a mentire della denunciante: a pagina 22 dell’udienza 17/6/2008 – rigo 12 quando il mio difensore le chiede di queste vacanze in Costa Azzurra e la signora Boscarolo risponde: sì, sì, siamo andati a… e finisce la frase con un “mi pare”. E’ chiaro che con questo “mi pare” vorrebbe far credere o pensare che non ricorda bene. Ma come! Prima dice che aveva un accordo con il marito, ovvero di passare Pasqua, Natale e tutte le feste comandate assieme alla figlia (vedi risposta della denunciante a pagina 8 – rigo 13) e poi proprio l’anno dopo un episodio che, se fosse andato come lei dice sarebbe stato un episodio di molestie aggravato da una rissa, lei viene con me: a Pasqua in Costa Azzurra, in ferie in Ramogna nell’estate e ad un soggiorno a Nodral nell’autunno??? Prima la signora Boscarolo diceva: sono passati dieci anni e non ricordo bene… ma dieci anni non sono passati. 296 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Ora di anni dal 1998 al 1999 ovvero dalla presunta lite con suo marito, alla gita in Costa Azzurra, alle ferie e al viaggio a Nodral ne è passato solo uno di anno. Ma è mai possibile credere che lei non ricordi l’alterco provocato da lei proprio la Pasqua dell’anno precedente? Ma le menzogne non bastano, signor Giudice, così la mia ex compagna, quando parla delle nostre gite, veda sua risposta a pagina 25 – rigo 17 dice: “Due giorni, due giorni in cui ho pianto e non erano gite d’amore, felici, dei week- end, glielo assicuro”. Io credo, signor Giudice, che Lei abbia sfogliato l’album foto che Le ho fornito quale allegato alla mia prima memoria e se ne sia fatta un’idea. D’altro canto io dico che non c’è foto in cui lei non rida o scherzi con me o addirittura siamo abbracciati. Cosa avrebbe da dire su queste foto se Lei lo chiedesse alla signora Boscarolo? Magari che era in posa? Che rideva mentre io piangevo? O magari che subito dopo piangeva Lei? E’ tutto tanto ridicolo, signor Giudice, ma è anche tanto doloroso. Ora, signor Giudice, passo a pagina 11 della testimonianza 17/6/2008 – quando la denunciante vuol far credere che io la seguissi e che sia venuto a sapere della sua nuova abitazione a Costa presso Erichi proprio seguendola. Intanto la domanda del P.M. – pagina 11 – rigo 8, 9, 10 – è nuovamente una domanda, che per quanto mi consta, suggerisce la risposta. Domanda: ” Ecco, in relazione al suo trasferimento questo suo cambiamento di abitazione il signor Animaviva è venuto a saperlo?” Risposta: ”E’ venuto a saperlo perché io gli avevo detto, appunto, onde evitare io adesso cambio casa, lasciami stare, qui tu cerca di non venire, lasciami stare tranquilla”. Ma quale “venuto a saperlo?” certo l’occasione non sfugge alla mia ex per mettere carne al fuoco. 297 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Ecco invece come sono andate le cose con dovizia di particolari. Per primo lei mi confidò di avere ricevuto una richiesta di affitto, per l’alloggio dove abitava in Erichi, che era il doppio di quello che già pagava. Trascorso qualche tempo mi disse di aver trovato due abitazioni che le piacevano e che avrebbe voluto acquistare una. Un sabato mattina mi chiese di accompagnarla a vedere queste due abitazioni, anche perché lei voleva un mio parere in quanto il sottoscritto ha anche lavorato nel campo dell’edilizia. Io acconsentii e la accompagnai con la mia auto. La prima abitazione dove lei mi condusse si trovava e si trova sulla strada provinciale 124 a 400 metri dal confine di Cepetto Tortolinese, ma già in territorio di Nipo Tortolinese al civico 12. Giunti sul posto parcheggiammo nel prato attiguo poi lei mi condusse al lato del fabbricato e da lì mi fece vedere una finestra ad angolo affacciata in direzione Pecetto. Poi mi disse che dietro quella finestra c’era una mansarda vuota, che un tempo era stata abitata dal figlio del proprietario dello stabile, mi disse inoltre che quella mansarda era inabitata perché quel ragazzo era morto suicidandosi. Andammo quindi all’ingresso dell’abitazione, suonò ad un campanello ma nessuno risponde. Io rammento che le chiesi se aveva un appuntamento, lei mi rispose di no e proseguì dicendo che il proprietario non era quasi mai in casa perché faceva il custode in una villa sita in Tortorinolo. Non essendoci nessuno mi chiese se l’accompagnassi a vedere l’altra abitazione, io acconsentii perché non era ancora ora di pranzo. Ridiscendemmo la strada verso Erichi e poi mi fece dirigere in direzione di Itas, al semaforo di Costa mi fece svoltare verso il centro e dopo pochi istanti eravamo sotto ad una vecchia cascina sita in via san Meo n. 72. Ci sarebbe da dire che il sottoscritto sapeva benissimo quale era la casa che lei mi aveva già descritto verbalmente perché conoscevo 298 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA benissimo tutto il territorio di quel piccolo paesino, un particolare magari insignificante, ma dove ora ci sono i campi di calcio dell’oratorio un tempo, nel 1973, c’erano dei campi da tennis dove io più volte sono andato. Nuovamente parcheggiai l’auto e lei mi fece vedere dall’esterno quale fosse la porzione della cascina che voleva comperare. La spiegazione fu assai articolata, Arianna era su di giri solo nel descrivere quello che era suo desiderio fare di quello stabile, io ascoltavo e qualche volta facevo delle domande. Oramai eravamo in orario di pranzo così ci andammo. Fu così che durante il pranzo mi chiese di accompagnarla a Tortorinolo per parlare con il proprietario dell’altra casa che avevamo visto a Nipo Tortolinese. Nel pomeriggio andammo alla villa dove lavorava come custode, il proprietario di quella mansarda vista da fuori. Questi ci ricevette in un basso fabbricato a sinistra dell’edificio principale, che per quanto mi consta, era l’alloggio del custode. La mia compagna chiese ed ottenne un appuntamento per poter vedere la mansarda. Mentre parlavamo della mansarda, il proprietario raccontò ad Arianna della morte del figlio che, se ben ricordo, disse, si era tolto la vita chiudendosi dentro un’autovettura e lasciandosi asfissiare dai fumi del motore, proprio nel giardino della Villa vicino ad uno dei laghetti artificiali. La settimana successiva accompagnai nuovamente la mia compagna a Nipo Tortolinese, visitammo la mansarda poi restammo ancora a lungo a chiacchierare. Un particolare: il proprietario della mansarda aveva nel cortile una vecchia roulotte, mi chiese se mi interessava, contrattammo anche sul prezzo ma poi io non la acquistai. Visti gli alloggi, la mia compagna mi chiese quale, secondo il mio parere, era da acquistare ed io le dissi che se non aveva altre opportunità la casa di Costa mi piaceva molto di più perché era inserita nel contesto del paese, mentre quella di Nipo era troppo 299 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA isolata e addirittura in mezzo ai campi, anche se l’ingresso era confinante con la strada statale. Davanti alla casa di Costa ci siamo passati decine di volte dopo quella prima volta sino a che Arianna mi disse che aveva deciso di acquistarla. Poi, più avanti nel tempo, due o tre mesi dopo, andammo in questa casa dove lei si incontrò con un muratore, che lei mi spiegò avrebbe fatto i lavori di edilizia, mentre per i lavori di idraulica ed elettricità avrebbero provveduto altri operai che lei avrebbe utilizzato dai dipendenti della ditta dove lei lavorava, la Geranio s.r.l.. Le posso ancora precisare, signor Giudice, che l’alloggio della signora Boscarolo fu il primo ad essere ultimato mentre il resto dello stabile fu finito parecchi mesi dopo anche perché la ristrutturazione proseguì in virtù della vendita degli altri alloggi. Un’altro di quelli finiti subito dopo il suo, se bene ricordo, era quello della figlia del muratore, alloggio che poi la stessa, dopo circa un anno, vendette (2001 – 2002). Un particolare che ben ricordo è circa le piastrelle da posare nell’alloggio, lei mi aveva raccontato che avrebbe usato per fare tutti i pavimenti del suo alloggio le vecchie piastrelle di cotto che erano presenti in tutta la cascina ovvero che il muratore doveva toglierle dagli altri ambienti, pulirle e poi posarle in casa sua. In verità devo dire che lei mi disse che era l’operaio di questo muratore, un ragazzo mi pare romeno o moldavo che doveva fare questo lavoro, ma questo particolare lavoro andava a rilento e così lei, più di una volta, ebbe a litigare con il muratore. Un’ultima cosa, la signora Boscarolo aveva ormai l’acqua alla gola perché doveva lasciare l’alloggio di Erichi e così mi spiegò che aveva un grosso problema, ovvero che aveva bisogno di prendere la residenza a Costa ma che questa non le veniva concessa se non fosse stata data dal Comune di Costa l’abitabilità allo stabile, con il conseguente cambio d’uso, considerato che la porzione dello fabbricato in cui lei era andata ad abitare non era censita come abitazione. 300 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Un mattino vidi la mia compagna vestita con una vertiginosa minigonna di seta azzurra con bordo bianco e con una camicetta smanicata bianca a contatto della nuda pelle. Io le chiesi se andavamo al mare, lei non comprendendo la mia scherzosa battuta mi rispose che prima doveva andare in Comune, dal geometra, perché doveva pregarlo di darle l’abitabilità….. anche se i lavori nell’edificio non erano ancora terminati. Dopo una mezz’ora ritornò con il sorriso stampato sulle labbra e mi disse che il problema era risolto, ovvero che le avrebbero concesso a breve l’abitabilità, poi andammo al mare. Aggiungo, signor Giudice, che l’alloggio di fronte a quello della signora Boscarolo era stato acquistato da una coppia: Carina e Franchino, quest’ultimo di mestiere faceva il muratore, lo stesso fece dei lavori, se non tutti nel suo alloggio e la signora Boscarolo mi raccontò che in quell’alloggio il tetto era troppo basso per avere l’abitabilità e che se lei non fosse andata dal geometra in Comune a chiedere una “cortesia” non avrebbero mai avuto i permessi. In seguito la signora Boscarolo mi disse che avrebbero poi alzato quella porzione di tetto ed effettivamente quando andai dai Carabinieri di Costa per ritirare la remissione di querela l’8/3/2008, vidi che il tetto della casa era stato modificato ed erano stati costruiti degli abbaini che prima non c’erano. Potrei andare avanti a descrivere tante cose che potrebbero provare la mia presenza nella casa della signora Boscarolo. Cito ancora, a proposito della ringhiera dell’unico balcone dell’alloggio, ringhiera che invece di essere murata fu fissata con due (miseri) tasselli e che tutte le volte che lei si appoggiava tendeva a staccare i due poco rassicuranti tasselli. Al colmo del ridicolo delle false affermazioni della signora, sappia, signor Giudice, che un giorno Arianna mi chiamò e mi chiese se potevo verniciare un finestrotto posto sopra l’ingresso dello stabile che non era stato cambiato e che era tutto da sverniciare prima di poterlo far ridiventare color legno. 301 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Io aderii alla sua richiesta, mi fu persino promesso un compenso che mi sarebbe dovuto pervenire quando ella avesse ricevuto i soldi del lavoro dai condomini. In definitiva io quel lavoro l’ho fatto gratis e mentre ero lì per questo finestrotto diedi anche una mano di vernice trasparente a tutto il mancorrente della scala condominiale. Mi scusi, signor Giudice, ma mi torna ancora in mente che la signora Boscarolo mi raccontò, mentre ero con lei nella casa di Costa che la casa del muratore, aveva preso fuoco e mi chiese di condurla a vedere l’entità dei danni. Io la portai poco distante da casa sua, lei vide la casa del muratore e poi mi disse: sono contenta, le sta bene. Signor Giudice, a pagina 14 dell’udienza del 17/6/2008 – dopo che il legale mio difensore, avvocato Dal Ponte, fa notare al P.M. che questi suggerisce delle parole, ad esempio la parola “ricattatorio” viene domandato alla teste, sempre dal P.M. se ella aveva parlato con qualcun altro nella sfera delle mie amicizie. La signora Boscarolo, nella risposta, cita una mia cara amica ma attenzione, a pagina 15 – rigo 2, 3 dice: infatti lui ogni tanto mi seguiva con macchine diverse che poi mi diceva di essere di questa amica. Mi perdoni, signor Giudice, intanto se voglio seguire una persona non le dico assolutamente che la seguo con macchine diverse che mi presta un’altra persona altrimenti questa, ogni volta che si muove, si guarda bene alle spalle se c’è una macchina con a bordo il sottoscritto. Inoltre mi perdoni ancora, signor Giudice, ma a questo punto, pur conoscendo l’abilità nel produrre menzogne da parte della mia ex, sono sobbalzato dalla sedia, e se lei ricorda mi sono cadute più cose a terra, tanto che l’avvocato De Concetti mi disse di stare tranquillo, ma quel che conta ora è la mia volontà di provarLe che anche questa non è altro che una perfida menzogna. 302 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA In breve, il sottoscritto, da quando ha conosciuto la signora Boscarolo ha posseduto queste auto: FIAT Uno turbo diesel - TO 03117H LANCIA Y TO 94582L – venduta alla figlia della Boscarolo AUDI 90 AT 524 AT FORD Sierra AK 153 CK FIAT Tempra TO 02173V LANCIA Dedra TO 71257T MERCEDES 200 BE 541 GR- poi ritargata BJ 830 ED FIAT Uno TO 39124N FIAT Uno – TO 67470N ALFA ROMEO 146 AB 355 WW HONDA Civic AW 117 LE FIAT Punto t.d. BR 361 XD FIAT Multipla BG 715 FP Se mi è consentito vorrei dire che su ognuna delle auto da me possedute all’epoca della nostra relazione, la signora Boscarolo è stata trasportata e posso affermare, senza alcun dubbio, che erano di mia proprietà e a tal fine le allego copia dei vari certificati che lo dimostrano. (All. n. 11 - 26) Inoltre allego una visura del M.T.C. da cui si può evincere che le auto suindicate sono tutte le auto da me possedute, sia prima, sia durante la relazione con la signora Boscarolo 1996-2004, sia dopo la relazione 2004-2008 (All. n. 27). Le auto succitate sono state da me acquistate sinistrate o con problemi di meccanica e riparate dal sottoscritto. Per quanto riguarda le auto di proprietà della signora Rozzala, la quale sarebbe presumibilmente la mia amica che la signora Boscarolo cita nella sua deposizione e che a suo dire mi prestava le auto per seguirla, le allego una visura del M.T.C. che elenca le auto 303 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA possedute dalla signora Rozzala (All. n. 28) alcune sono state possedute prima del 1996 e sono: TO X 21439 – TO S04125 – TO H 53486 – TO B81088 TO 99967N – TO 15271A TO 04186G Nel 1996 AT 250 CS – Lancia Y BE 541 GR – Mercedes – ritargata BJ 830ED BW 516 GN – Toyota Yaris Per quanto riguarda la Mercedes targata BE541GR (All. 29) e ritargata BJ830ED (All. 30) per deterioramento del libretto di circolazione (All. 31) posso aggiungere che era stata acquistata dalla signora Rozzala, che l’aveva danneggiata in un sinistro, poi mi è stata venduta senza fare il passaggio di proprietà poiché l’auto dopo la riparazione era mia intenzione venderla, così chiesi alla signora Rozzala di non fare il cambio di proprietà, ma una procura speciale (All. 32). La denunciante non può certo dire di non essere mai salita a bordo di questa auto e di non sapere che fosse di mia proprietà. A prova della veridicità delle mie affermazioni, Le allego ricevuta della concessionaria Mercedes per una riparazione, tale ricevuta è intestata al sottoscritto. La ricevuta è deteriorata perché è finita nell’acqua, così come il libretto di circolazione (All. 33). Allego inoltre una foto di una gita al santuario di Fortevico in compagnia della signora Boscarolo, di sua sorella e del compagno, dove si può vedere che il sottoscritto, con fare 304 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA scherzoso si è sdraiato nel cofano della Mercedes e che la mia ex compagna è sulla destra che guarda divertita. (All. 34). Per quanto riguarda la Lancia y, anche questa sinistrata fu da me riparata e data alla concessionaria Toyota all’acquisto della sua odierna auto, una Toyota Yaris, la Lancia y non fu mai neppure vista dalla signora Boscarolo. Se mi consente, signor Giudice, non si può certo dire che io avessi utilizzato un’auto conosciuta dalla stessa per poi inseguirla così come lei vuol far credere, poiché sarei stato facilmente individuabile, d’altro canto mi preme anche ricordare che proprio la Mercedes fu da me prestata per tutta una settimana alla signora Boscarolo che aveva dovuto affidarmi la sua vecchia FIAT Uno perché io la portassi dal meccanico, per la sostituzione della frizione e altri lavori. L’ultima auto posseduta dalla signora Rozzala è una Toyota Yaris targata BW 516 GN. Tale vettura è tuttora in suo possesso. La signora Rozzala ha già detto in udienza che mi prestò l’auto per correre dalla mia allora compagna che mi aveva chiamato perché stava male ( pag. 38 rigo 16,17,18,20,21 ). A pagina 15 dell’udienza del 17/6/2008 continuano le menzogne, la signora Boscarolo dice: avevo già chiesto al maresciallo di chiamare il Animaviva per parlargli, per chiedergli tranquillamente di lasciarmi stare. Poi prosegue raccontando di aver chiamato telefonicamente la signora Rozzala nella sua abitazione in montagna (Paerotta) è la signora Boscarolo stessa che dice: avevo questo numero di montagna – pag. 15 – rigo 13. Certo, signor Giudice, che la Boscarolo aveva il numero della montagna, perché il numero glielo avevo dato io, su sua richiesta, perché lei mi disse che voleva chiamarmi a quel numero e non sul cellulare per risparmiare i costi della telefonata. 305 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Più avanti, signor Giudice, Lei chiede alla denunciante – pag. 15 – rigo 26 : Come si chiama questa persona? La sig.ra Boscarolo risponde: “Giovanna, io so che si chiama Giovanna, però non la conosco”. Il numero telefonico della signora Rozzala era in elenco, ma la mia ex non sapeva il cognome della signora Giovanna ed è quindi evidente che lei il numero lo aveva perché le era stato fornito dal sottoscritto non certo per la sola telefonata citata in aula ma per tante, tante altre telefonate che lei mi fece mentre io soggiornavo a Paesana. Ancora a pag. 15 il P.M. pone ancora una volta una domanda alla denunciante, mi consenta signor Giudice, per quanto mi consta, anche suggerendo la risposta: “Senta, lei ha detto che la seguiva sul posto di lavoro, dovunque lei andasse, la seguiva anche fuori Tortorinolo?”. Risposta: “Sì, se io andavo fuori Tortorinolo me lo trovavo in sale magari fuori Tortorinolo”. Mi scusi, signor Giudice, ma il P.M. non ha chiesto assolutamente alla signora Boscarolo in quali sale. In Ramogna io vado da decenni in due sale che si chiamano 007 e Mon Amour. Nella prima ci sono andato anche con la denunciante e nella seconda sempre da solo e sicuramente nei fine settimana non parto da Tortorinolo per andare a ballare il sabato sera a 500 chilometri di distanza. In Toscana, sempre da decenni vado in due sale, il Pirata e il Miami. Nella prima sono andato con la Boscarolo alcune volte, nella seconda sempre da solo. Anche lì sono oltre 300 chilometri per arrivarci e non ci vado i fine settimana. In Piemonte da 35 anni vado a Thiansà all’Everly Bylls, a Tortorinolo alla Mazurca, al Club 48, al Las Vegas, alla Lucerna, al Mixing e finché non ha chiuso i battenti, alla Baita del Salentino, stesso dicasi per il Club del Guerriero e il Club 33. Tranne le ultime due tutte le altre sale sono state frequentate da me in compagnia della signora Boscarolo e poi anche separatamente. 306 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Dire che io la seguivo è solo una grossa menzogna, la verità è che il sottoscritto “vive”, e non saprei usare altro termine, letteralmente nelle sale da ballo perché amo il ballo. Il sabato sera, come d’altronde fanno tante altre persone che io conosco, mi reco in una sala e se lì non trovo la compagnia adatta alle mie aspettative me ne vado e mi reco in un’altra e poi magari in un’altra ancora; mentre a volte già nel primo locale trovo amici e compagnia che gradisco, allora lì mi fermo. Io sono certo che se il P.M. avesse chiesto alla signora Boscarolo se io la seguivo al Las Vegas, lei avrebbe detto di sì malgrado questa sala sia a 100 metri da casa mia e a 20 chilometri da casa sua. Io sono inoltre amico di uno dei due titolari del Las Vegas, almeno dall’anno 1978, così dicasi per il Club 48 dove il sottoscritto era conosciutissimo dal titolare (deceduto). Proprio al Club 48, in occasione di una gara di ballo liscio e moderno – 1986 – vinsi il 1° premio con la mia allora compagna. (MILLENOVECENTOOTTANTASEI, ovvero 22 anni fa). Le allego due fotografie di quella serata. (All. 35-36). Comunque sia, anche se il sottoscritto, come ha esposto, aveva e ha l’abitudine di spostarsi in più sale, la signora Boscarolo avrebbe avuto da eccepire astrusamente che io sarei dovuto andare alla Mazurca e non muovermi più di lì perché così, magari i suoi amici avrebbero potuto vedere cosa io facessi e se magari avessi altre relazioni. Mi creda, signor Giudice, io non ho mai seguito la signora Boscarolo, anzi, in molte occasioni, quando mi separai da lei la vidi e automaticamente dopo i saluti agli amici me ne andai altrove per evitare di incontrarla. 307 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA A pagina 16. Nell’escussione della denunciante ci si possono trovare queste risposte a seguito delle domande: “Se io la seguissi anche fuori Tortorinolo”. 1. pagina 16 – rigo 2: poi non mi sono più mossa di casa 2. pagina 16 – rigo 15/18: telefonavo all’amica, magari uscivo due ore prima di andare, poi stavo a casa da un’amica per evitare lui arrivasse sotto casa, ma tanto lui girava e mi veniva a trovare. 3. pagina 16 – rigo 24/25: sì, a volte facevo strade diverse per evitare di… Mi permetta, signor Giudice, ma prima la signora Boscarolo dice che non si muoveva più da casa, poi, pochi istanti dopo dice che telefonava all’amica e usciva due ore prima. Intanto le due ore prima non si capisce prima di che cosa? Forse dell’orario in cui era solita uscire? Ma io, signor Giudice, che ne so in che giorno e in che orari lei uscisse? Io so che quando andavo io a prenderla lei mi diceva di andare per le ore 21,30 poi lei era in ritardo e allora io attendevo a casa sua, davanti al televisore, che lei si preparasse e al solito uscivamo verso le ore 22 per poi andare a ballare. Signor Giudice, la signora Boscarolo comunque dice che telefonava all’amica e usciva due ore prima, allora non stava in casa come dice qualche istante prima, ma andava dall’amica. Ora, signor Giudice, come vede c’è una netta contraddizione che mette di nuovo in luce le menzogne che la signora Boscarolo oramai dice a raffica. Io vorrei che Lei prendesse in considerazione l’ultima affermazione: sì, a volte facevo strade diverse per evitare di… Intanto queste strade diverse non si è sentito per andare dove, ma se la signora Boscarolo intendesse (e così è) per andare a Tortorinolo, allora, ripeto, non è vero che la stessa stesse in casa ma che invece venisse a ballare a Tortorinolo e ciò trova riscontro nella denuncia inoltrata all’Autorità Giudiziaria dal sottoscritto nei 308 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA confronti della signora Boscarolo la quale viene alla Mazurca con uno pseudo compagno, un certo Pipino, che con lei a fianco mi minacciò addirittura di uccidermi. Per quanto riguarda le strade diverse la Boscarolo, dopo il giugno 2004, (quando io portai via da casa sua, su suo invito, i regali e il cane) usciva con una donna, una certa signora Stalloni Grazia che abitava, per quanto dettomi dalla signora Boscarolo, nel Comune di Arignona, comune confinante con Costa di Erichi, certo è che per andare ad Arignona lei, presumo, percorreva una strada diversa da quella più veloce per arrivare a Tortorinolo, ovvero Costa – Arignona e poi Arignona - Erichi per poi percorrere la solita statale che conduce a Tortorinolo, quindi le strade diverse citate dalla Boscarolo sarebbero in pratica il tratto Costa – Arignona e Arignona – Erichi. Queste però, signor Giudice, sono mie supposizioni anche se è certo che poi la signora Boscarolo, in compagnia con la signora Stalloni all’improvviso comparissero presso la sala danze La Mazurca. Ora signor Giudice passo a pagina 19 e la prego di leggere la pagina completamente per farsi un’idea della montagna di menzogne che ella dice in merito al suo ‘andare a Mirini’. Intanto era la signora Boscarolo ad andare a Mirini, mentre io, come Le ho già provato con gli allegati n° 5 da 1 a 20, andavo in altri luoghi. Inoltre è molto importante la risposta data dalla Boscarolo quando le viene chiesto: quindi le è capitato che lei accettasse di andare con lui a Mirini? Risposta: “ Sì, sì, poi lui tornava indietro perché comunque io stavo da mia figlia. Ecco altre menzogne. Io, ripeto, andavo in altri luoghi limitrofi a Mirini per i fatti miei e quando mi è capitato di andare a Mirini con lei lo abbiamo concordato assieme e come vede, signor Giudice, la signora Boscarolo ha risposto sì, sì alla domanda: quindi le è capitato che lei accettasse di andare con lui a Mirini? Avrei soltanto da 309 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA eccepire che è nuovamente un suggerimento dato nella domanda dire che lei accettasse. Non era una accettazione il nostro andare a Mirini assieme, infatti a volte siamo partiti assieme a bordo della mia auto, altre volte l’ho raggiunta dove lei si trovava e se così non fosse, non so come avrei saputo delle abitazioni della figlia e che questa oltre a lavorare al mercato del pesce, lavorava anche in un bar nel centro di Mirini e inoltre non so come avrei saputo che la signora Boscarolo trascorse le vacanze con la figlia e con l’amica Ceresella nel Comune di Biserva confinante con Mirini? Sempre seguendola? No, non è proprio così, signor Giudice, se io fossi stato uno che la seguiva contro la sua volontà non potrei avere le foto che ora le allego. (All. 37). La prego, guardi le foto, le ho fatte stampare come provino a contatto per provarLe che fanno parte dello stesso rullino fotografico e Lei potrà vedere che prima (fotogramma 2,3,4) siamo al mare sul pedalò ed è la mia compagna che mi fotografa, poi (fotogramma 6,7,8,9) ci siamo ritratti a vicenda sulla fontana di Atea, poi il fotogramma 10, un gatto a San Ramino. Il fotogramma 11 è la figlia nel cortile della casa di Biserva. Sempre a prova del fatto che io non seguivo la signora Boscarolo ma che ero in sua compagnia, Le allego un foto-index riguardante il 31 agosto 1999 (All. 38) dove io e la mia compagna ci trovavamo in vacanza ad Atea. Sono importanti i fotogrammi numerati da X ad A15 dove si vedono la Boscarolo, un’amica della figlia e la figlia; i fotogrammi 12A, 13A, 15, 15A dove si può vedere la figlia della signora Boscarolo nel cortile della casa, sempre a Biserva. Aggiungo la foto del fotogramma n° 15 (All. 39) e del fotogramma n° 15A (All. 40) come Lei può vedere la figlia della signora Boscarolo è sicuramente allegra e divertita. Nei restanti fotogrammi dal 16A al 24 A ci si può osservare la signora Boscarolo che si trovava con me nel Comune di Atea. Mi preme sottolineare che le foto sono del 1999 ovvero tre anni dopo l’inizio della nostra relazione e mi preme 310 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA sottolineare che la signora Boscarolo nell’udienza del 17/6/08 pagina 4 – rigo 7 e seguenti, vuol far credere all’A.G. che noi fossimo andati ad Atea solo nell’anno 1996 e che poi non ci saremmo più frequentati per una dichiarata diversità caratteriale. Sempre per provare che i rapporti erano di grande allegria tra me e la mia compagna, e non certo di un molestatore e la sua vittima, Le allego due foto scattate sul terrazzo dell’Hotel Parconi ad Atea (All. 41 e 42) dove è evidente che vi sia tra noi due giocosità e allegria, sicuramente alla signora Boscarolo non è stata puntata una pistola alla tempia per scattarmi la foto dove io sono in mezzo ai panni stesi a fare il burlone. Allego inoltre altri due fotogrammi scattati poco dopo a San Ramino (All. 43 e 44). Ancora una volta e non sarà l’ultima, la prego, signor Giudice, di leggere le risposte della signora Boscarolo circa la nostre “gite” – pagina 25 – rigo 17,18,19: E non erano gite d’amore, felici, dei week-end gliel’assicuro e pagina 26 – rigo 33: ma se vuole sapere andavamo a fare dei week-end di passione e d’amore no. Domanda: No? Risposta: No! Mi perdoni, signor Giudice, anche se nella mia prima memoria difensiva ho già dato ampia prova con le fotografie allegate dei rapporti cordiali e allegri che vi fossero con la mia ex, non posso esimermi dall’allegarLe ancora svariati fotogrammi di momenti vissuti con la signora Boscarolo da cui Lei potrà trarre le deduzioni che vorrà: (All. 45 – 46 – 47 – 48 – 49 – gita in campagna), (All. 50 – 51 – gita alla tenuta del Gregge), (All. 52 – 53 – 54 gita alla Mole Nanetolliana), (All. 55 gita ), (All. 56 gita in montagna), ( All. 57 visita al museo del trasporto), (All. 58 – 59 - gita a Nodral), (All. 60 – 61 gita al lago), (All. 62 – gita in montagna), (All. 63 – 64 gita a Paerotta), (All. 65 – 66 gita alla tenuta del Gregge). 311 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA In particolare mi preme farLe notare che i fotogrammi (All. 67 68) sono due istantanee riprese nella casa della signora Boscarolo a Costa. Nell’allegato 67 si può vedere la signora Boscarolo che ride divertita davanti alla finestra della mansardina di casa sua e sullo sfondo i tetti coperti di neve dell’inverno 2003. La 68 invece è una foto che non avrei voluto in un primo tempo utilizzare perché è molto personale, ma dopo aver sentito le menzogne della mia ex, ogni remora è stata spazzata via. Come Lei può vedere la mia allora compagna, in un’atmosfera di assoluta intimità e allegria, a preludio di momenti di tenero abbandono, si fa ritrarre in abbigliamento che io definirei di grande confidenza e familiarità. A pagina 20 – rigo 29/34 la signora Boscarolo risponde ad una serie di domande in cui il Tribunale, mi pare, voglia stabilire se dopo la presentazione della querela, ovvero il 6 maggio 2005 il sottoscritto molestava la signora Boscarolo. Ecco la risposta: “ Perché a volte in queste occasioni qua, purtroppo lui lo faceva apposta, veniva ad esempio, sapeva che io al mercato andavo a un determinato giorno al mercato di Erichi, lui abita a Porta Reggia dove c’è tutto mercato, veniva al mercato quando io uscivo dall’ufficio a Erichi”. Prima ancora di questa risposta la signora Boscarolo dice che mi incontrava molto raramente pagina 20 – rigo 19, e prima ancora pagina 20 – rigo 10 dice: no, no, anzi io cercavo quando le volte che mi si avvicinava e io cercavo di evitarlo, di dirgli di lasciarmi stare. Pochi istanti dopo Lei, signor Giudice, chiede alla signora Boscarolo se gli incontri al mercato avvenivano dopo la remissione della querela e la signora Boscarolo risponde che non sa. 312 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA A questo punto il P.M. (che pur comprendendo sta facendo il suo lavoro), cerca di suggerire per l’ennesima volta la risposta e dice: pagina 21 – rigo 3: Domanda: ” Sicuramente dopo…”. Ma la signora Boscarolo non è così scaltra da avvalersi del suggerimento del P.M. e dà una risposta di tutt’altro contenuto – pagina 21 - rigo 9/21 che è una macedonia di falsità ma nel contempo emergono da questa risposta anche delle verità perché la mia ex dice: E lui veniva con il cane e non me lo faceva toccare, poco dopo, su domanda chiarisce che andavo al mercato con il cane. Poi la stessa prosegue impudentemente dicendo: “ E allora in quell’occasione l’ho insultato…!”. Ora, se mi permette signor Giudice, ecco come stanno le cose: in primis in data 3/8/2005 mia madre fu ricoverata, a seguito di una operazione, in una casa di cura, sita nel Comune di Arignona, comune confinante con le città di Erichi e di Costa presso Erichi. La degenza durò fino al 30/9/2005, poi fu trasportata all’ospedale dove rimase sei giorni dal 30/9/05 al 5/10/2005, poi nella stessa giornata del 5/10/2005 ritornò ad Arignona e vi rimase sino all’1/12/2005 (All. 69), persino la visita per il riconoscimento dell’invalidità civile è stata effettuata presso l’ASL di Erichi (All. 69bis). Io, quasi tutti i giorni mi recavo da mia madre passando a volte da Erichi e percorrevo quindi la strada statale, mentre a volte passavo da Costa avendo percorso la tangenziale ed essendo uscito al casello di Novavilla d’Itas. Il mercato ad Erichi viene effettuato il martedì, il venerdì e il sabato. Io, ogni volta che andavo da mia madre, passando da Erichi andavo al mercato e comperavo qualche genere alimentare in quanto nel “lager” dove era ricoverata, il vitto era di scarsissima qualità e quantità. In tutto quel periodo, oltre quattro mesi, la signora Boscarolo dice che mi ha incontrato al mercato e che io lo facevo apposta. Vede, signor Giudice, la signora 313 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Boscarolo sapeva che mia madre era stata investita da un’auto e che stava molto male, perché glielo dissi io, ma non sapeva invece che era stata portata in convalescenza ad Arignona perché a quel punto il nostro rapporto era cessato, ma quello che è certo è che io non dovevo certo chiederle il permesso di andare in un luogo pubblico quale è il mercato. Le allego, signor Giudice, la foto di mia madre seduta in carrozzella nel cortile della casa di cura con in braccio la cagnina che sventuratamente fu abbandonata dalla mia ex. ( All. 70 ) Secondo: la signora Boscarolo ammette, nella sua deposizione di essere venuta lei vicino a me al mercato di Erichi per cercare di accarezzare il suo ex cane e io Le aggiungo, signor Giudice, che una volta cercò di aprirmi la portiera dell’auto con la forza e che la seconda volta quasi mi investì con la sua auto e quella volta inveì anche contro di me. Tutte due le volte, signor Giudice, ho presentato denuncia all’A.G., ma purtroppo non avevo testimoni… E’ ancora la Boscarolo a dire a pagina 21 – rigo 21: E lui veniva con il cane e non me lo faceva toccare. Poi prosegue a pagina 21 – rigo 25: E allora in quell’occasione l’ho insultato. Ecco come stanno veramente i fatti, signor Giudice, ecco le ammissioni che confermano quanto io avevo relazionato alla Procura della Repubblica. Per quanto riguarda ciò che vuole stabilire codesto Tribunale ovvero se gli incontri al mercato sono avvenuti prima o dopo la remissione di querela, Le rispondo io seriamente e senza menzogne, la remissione di querela fu fatta dopo i nostri due incontri al mercato ma non trovo quale importanza abbia perché non ero io ad infastidire la Boscarolo e questo non sono io a dirlo, questo emerge dalle stesse dichiarazioni della denunciante, inoltre, signor Giudice, La prego di prestare molta attenzione al seguente documento (All. 71), l’Ispettore capo della Polizia di Stato, Roberto Fettis, su invito del P.M., la dottoressa Copatu, domanda al Comandante della Stazione dei 314 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Carabinieri di Costa presso Erichi se ci fossero stati episodi degni di interesse. Lo stesso Fettis informa il Maresciallo Bevilacqua, comandante dei C.C. di Costa, che la signora Boscarolo era stata sentita il 30/5/2005 dal P.M. e che la stessa aveva riferito di non aver più rivisto il Animaviva. La risposta del Maresciallo all’interrogazione dell’Ispettore Fettis, ovvero del P.M. dott.a Copatu fu data il 17/6/2005 ed è questa: alle ore 18,50 circa lo scrivente contattava telefonicamente l’oggettivata, riferiva che dal giorno in cui aveva presentato la querela nei confronti del Animaviva questi non la aveva più importunata. ( All. 72 ) Intanto, signor Giudice, devo dire che io non avevo mai importunato la signora Boscarolo né prima né dopo la sua querela e che il finale della dichiarazione del Maresciallo Bevilacqua (questi non la aveva più importunata) è una affermazione che il Comandante della Stazione C.C. di Costa rilascia senza alcuna prova oggettiva e solo sulla base delle dichiarazioni della denunciante, d’altro canto a me risulta il contrario e cioè che fu la Boscarolo che dopo la nostra “separazione” e dopo la presentazione della querela iniziò ad importunarmi e ciò trova riscontro in quanto ho già evidenziato precedentemente nelle dichiarazioni rese dalla Boscarolo stessa, perché, signor Giudice, non riesco a credere che se la mia ex, come è successo, si avvicinò a me in modo violento e offensivo non ci sia stato reato e se invece viceversa lo avessi fatto o lo facessi io, il reato si consumi. Ma io, ripeto, facevo la mia vita e la mia strada senza cercare di avvicinarla, né per parlarle, né per avere contatti fisici, certo è che in due occasioni, così come Le ho relazionato nella prima memoria difensiva, poco tempo dopo la presentazione della querela, la signora Boscarolo, a bordo della sua auto, si fermò in 315 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA due occasioni vicino a me e come se nulla fosse mi salutò calorosamente e stette con me a conversare. (testi: Rozzala – Pere) Inoltre le menzogne della Boscarolo, circa i nostri incontri, trovano ancora riscontro nelle deposizioni rese da due testi avanti l’Ispettore di P.G. Natariello, appositamente delegato dal P.M. dott. Robert Curlan c/o Procura della Repubblica (All. 73 74). Intanto, signor Giudice, mi consenta di rammentarLe che la signora Boscarolo dice che non era più uscita di casa e come io Le ho narrato antecedentemente ciò non trova alcun riscontro, anzi è vero il contrario. Ora però, perché Lei ne prenda atto, Le chiedo cortesemente di leggere interamente le due deposizioni delle due testi per comprendere fino a quale punto la signora Boscarolo sia in grado di dire menzogne. Preciso che si tratta di un episodio successo alla Mazurca il 9/4/2005 e ciò già di per se stesso prova che la denunciante continuava a venire alla Mazurca anche se in querela la stessa scrisse che non veniva più nei posti da me frequentati, inoltre è di molto valore ciò che dice una delle testimoni nel verbale di assunzione di informazioni del 13 giugno 2006, ovvero il citato allegato n. 72 pagina 1 – rigo 18 a.d.r.: ad un certo punto la Boscarolo ed il suo compagno si sono fermati davanti al Animaviva e ho visto l’uomo mettere una mano sulla spalla del Animaviva…Signor Giudice, la testimone dice che il compagno (si fa per dire) della Boscarolo mise una mano sulla mia spalla, ma questo tizio, con cui non ho mai avuto alcun rapporto, ci si può pensare anche vagamente che mi metta una mano sulla spalla per un saluto? No, signor Giudice, questo signore mi mise la mano sulla spalla per iniziare, con quella provocazione, un alterco e la teste, nella sua risposta, ha ben precisato che assieme a quest’uomo c’era di fianco la signora Boscarolo, ma l’alterco 316 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA non iniziò e fu solo perché il sottoscritto, con grande autocontrollo, si sottrasse a tale istigazione. La teste prosegue: nello stesso momento ho visto che le persone che erano vicine a loro si sono alzate per intervenire perché sembrava che dovesse succedere qualche cosa. Ciò non può che deporre per l’inizio di una controversia che è stata interrotta dal mio comportamento composto e da personale della Sala che intervenne così come ho già raccontato nella mia prima memoria difensiva. Da questo punto in poi delle vicende, è ammesso alle domande il mio difensore e mi preme di porre l’accento soltanto su qualche cosetta. A pagina 27 – rigo 27 la signora Boscarolo dice: … io ho una malattia, un tumore. Ho seri dubbi, signor Giudice, che la signora Boscarolo abbia un tumore, ma se così fosse ne sono molto dispiaciuto, ma conoscendo la personalità della mia ex compagna sono molto più propenso a credere che lei dica di avere un tumore per condizionare il verdetto nei miei confronti, di conseguenza sono costretto a chiederLe di approfondire le dichiarazioni della signora Boscarolo o in alternativa di non tener conto di tale dichiarazione perché il sottoscritto non può essere certo responsabile, sotto alcun profilo, dello stato di salute della signora Boscarolo, anzi io mi sono prodigato nell’esaudire tutte le richieste fattemi dalla mia ex compagna e mi preme ricordarLe, come ho già relazionato nella mia prima memoria, signor Giudice, che a Atea, nel 1996, la portai d’urgenza al Pronto Soccorso dell’ospedale locale perché, nella circostanza, la signora Boscarolo, svenendo era caduta nelle scale dell’hotel ove dimoravamo e in quell’occasione addirittura io la credetti morta. Poi, un paio di volte, mentre era nella sua dimora di Erichi, su sua richiesta, la accompagnai al Pronto 317 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Soccorso e un’altra volta, a Costa presso Erichi, feci intervenire, sempre su sua richiesta, la Guardia Medica. Mi sono inoltre prodigato non soltanto per lei ma anche alla richiesta da lei rivoltami per un’operazione di menisco per la figlia e ciò trova riscontro nella testimonianza resa dalla signora Rozzala il 17/6/2008 – pagina 40. Per quanto riguarda i due ricoveri della mia ex compagna e della figlia presso la Clinica Casa di Cura Città di Driassandela, sita nell’omonima città, posso soltanto ribadire che io ho solo fornito il numero di telefono dell’ospedale e il nome del medico. Le prenotazioni vennero effettuate dalla signora Boscarolo per lei e poi per la figlia e nel caso Lei non creda a queste mie dichiarazioni, Le chiedo ossequiosamente di leggere la dichiarazione qui allegata rilasciatami dal dott. Giovanni Riferi. Il dott. Riferi era già stato indicato nella lista dei testi. (Allegato A). Insistentemente Le ricordo inoltre, signor Giudice, che su questi ricoveri la Boscarolo ha mentito persino sull’anno, ella disse 1994 anziché 2004 e sino a che non fu da Lei ripresa non ammise di aver detto una data che non corrispondeva alla realtà. Un ultimo particolare degno di attenzione si ritrova all’interno di una risposta data dalla signora Boscarolo a pagina 29 – rigo 24/26: Non mi ha mai fatto nessun tipo di regalo costoso che non può essere magari lo Swatch in quel periodo o i pranzi che mi pagava. Veda, signor Giudice, questa per me è una affermazione degna di rilievo poiché l’imputazione a mio carico scritta dal P.M. dottoressa Caputo dice, tra le altre cose che motivano detta imputazione, che io avrei fatto dei regali (P.M.: facendole regali) alla mia ex, regali che il P.M., mi pare, voglia evidenziare come se questi fossero stati fatti come una sorta di ricatto psicologico, ma come Lei, signor Giudice può constatare, è la signora Boscarolo stessa che nei modi in cui esplica il non valore di questi regali, vuole anche affermare che non avevano valenza alcuna, infatti 318 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA la stessa dice che i regali non erano costosi – pagina 21 – rigo 25/26. Mi rimane, signor Giudice, una breve documentazione fotografica con la quale io voglio terminare questo mio scritto e con la quale voglio provare, ancora una volta, che sono un’assurdità le dichiarazioni della Boscarolo quando ella dice che la seguivo nelle sue abitazioni o che l’aspettavo sotto casa anche se lei non voleva. Come già fatto precedentemente, ho fatto stampare uno spezzone di pellicola fotografica con sei fotogrammi perché Lei possa constatare che queste fotografie sono sequenziali. Nel fotogramma 9 e 10 Lei può vedere il sottoscritto che si trova in montagna circondato da una abbondante nevicata. Questi fotogrammi erano già stati da me depositati il 17/06/2008 come Allegato N, anzi la prima foto dell’allegato N è la signora Boscarolo che mi guarda sorridente mentre scatto la fotografia e ha come sfondo la stessa montagna innevata dei fotogrammi 9 e 10. Nei seguenti fotogrammi dello spezzone ovvero l’11 e 12 si può osservare il sottoscritto che si trova nell’abitazione della signora Boscarolo ad Erichi e che ha in braccio il gatto della signora Boscarolo. Nel seguente fotogramma, il numero 13, si può vedere la stessa che, dopo avermi fotografato con il gatto in braccio, si fa a sua volta fotografare sempre con il suo gatto. Nell’ultimo fotogramma di questo spezzone, il numero 14, Lei può osservare una ragazza in atteggiamento divertito che è soltanto parzialmente vestita mancandole la parte inferiore dell’abbigliamento (era in mutande). La ragazza in questione è la figlia della signora Boscarolo. Questa fotografia fu scattata dalla signora Boscarolo in un momento di estrema allegria. Ciò non può altro che deporre che il sottoscritto era in quella casa non certo contro la volontà della stessa e d’altro canto la stessa fotografia affidatami per lo sviluppo assieme a tutte le altre non può che dimostrare, come ho già avuto modo di dire, una grande confidenza e famigliarità tra il sottoscritto, la signora Boscarolo e sua figlia.(All. 75). 319 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Del fotogramma n. 11, signor Giudice, le allego anche la fotografia (All. 76) che va ad aggiungersi ai fotogrammi allegati nella prima memoria difensiva che sono identificabili dalle lettere DD, tali fotografie sono tutte scattate, come ho già detto, nella residenza della signora Boscarolo di Erichi, quella a cui io Le chiedo di prestare attenzione è il fotogramma in cui la figlia della signora Boscarolo appare felice di fronte a due uova di Pasqua ed un mazzo di rose rosa da me regalatele. Mi pare opportuno ricordarLe, signor Giudice, che nell’udienza del 17/6/2008 la signora Boscarolo ha voluto far intendere alla S.V. che le festività le avrebbe trascorse tutte con il suo ex marito e la figlia! Ricordando che ho già prodotto la prova di una Pasqua passata con lei a Juan le Piedin – 1999, ora aggiungo questa foto che addirittura prova la mia presenza in casa con lei e con la figlia in un altro anno all’epoca della festività di Pasqua. Sempre in merito alla mia presenza in casa della signora Boscarolo in Erichi, produco altro provino a contatto e relativi fotogrammi (All. 77- 78 – 79 - 80) dove si possono osservare il gatto della signora Boscarolo, il trasportino del gatto sul pavimento della cucina, i mobili della cucina e nuovamente il suo gatto su un mobile dell’ingresso. Nel proseguo del provino a contatto – fotogrammi 31 e 32 – vi è l’immagine della signora Boscarolo di fronte ad una Cappella (una piccola chiesa). Tali fotografie erano già state da me depositate con la prima memoria difensiva, allegato identificabile alla lettera R. Quello che io La prego di considerare, signor Giudice, oltre che per il fatto in se stesso della mia presenza presso l’abitazione della signora Boscarolo, è che successivamente, ed io affermo nella stessa giornata, siamo andati in gita. Tra la moltitudine di fotografie rinvenute presso la mia abitazione, voglio evidenziarLe quest’ultima (All. 81) in cui il sottoscritto, fotografato dalla signora Boscarolo, è seduto nell’ingresso della casa a fianco ad un tavolo e a delle scatole riempite con 320 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA suppellettili da traslocare nella nuova abitazione della signora Boscarolo in Costa lontano da Erichi. Un ultimo capitolo, credo degno di attenzione, sono i telefoni cellulari che il sottoscritto ha regalato alla signora Boscarolo. Il primo era un Motorola di quelli che ora vengono definiti “ una cabina telefonica “, quel telefono fu usato dalla mia ex un paio d’anni, poi l’ex marito regalò ad Arianna un Ericson T10S, ovvero uno di quei telefoni che la EGLI regalava con i punti della benzina. Questo telefono ad un certo momento ebbe dei problemi, ovvero, all’improvviso spariva il display. La signora Boscarolo me lo diede, io riuscii a farlo rifunzionare, ma più volte il telefono ebbe lo stesso problema, per cui annotai su un foglio i numeri che c’erano in rubrica in quanto questi erano stati memorizzati sulla memoria del telefono stesso e non su quella della Sim. Il foglio con i numeri annotati lo diedi alla mia compagna assieme ad un nuovo telefonino da me acquistato (Tomorola). Quando nel giugno del 2004 ella mi restituì tutti i regali che le avevo dato in dono durante la nostra relazione, mi restituì anche il Tomorola. Signor Giudice, a distanza di quattro anni ho acceso quel telefono e con grande stupore ho scoperto che la mia ex compagna aveva inserito nuovamente i numeri di telefono nella memoria del telefono e non della Sim - card. Ecco l’elenco: Barbara – 333xxxxxxx; Beppe – 328xxxxxxx; Casa – 01xxxxxxxx; Cinzia – 349xxxxxxx; Daria – 392xxxxxxx; Gm 335xxxxxxx ; Graziella – 338xxxxxxx; Mari – 338xxxxxxx; Maria Ales – 347xxxxxxx; Marilena – 333xxxxxxx; Maura – 338xxxxxxx Mio-328xxxxxxx; Nadia – 338xxxxxxx; Nadia Cest – 333xxxxxxx; Nanni – 347xxxxxxx; Paolo – 3475753133; Zia – 01xxxxxxx; Senza nome -347xxxxxxx. 321 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Facendoli scorrere ho avuto quella che definirei una “ grandissima sorpresa “. Ovvero nel momento in cui sul display appariva il nome della figlia, il telefono emetteva sonoramente la voce della signora Boscarolo che chiamava la figlia . Stessa cosa successe quando feci scorrere il display sul mio nome. Ci ho messo qualche istante a capire che la mia ex aveva inserito il comando di chiamata vocale sul numero della figlia e sul mio. Ora Signor Giudice mi consenta di esporle quelle che sono le mie conclusioni. Intanto devo dirLe che l’ultimo apparecchio telefonico il Tomorola lo regalai alla mia compagna perché lei non fosse priva di telefono, poiché nella nuova abitazione di Costa presso Erichi non c’era ancora l’allacciamento con la rete fissa, (2000). La mia preoccupazione era che se le succedeva qualcosa non poteva contare sulla presenza di alcuna persona, perché in quella casa abitava soltanto lei e nessun altro. A fronte del suo stato di salute era per me fuori luogo lasciarla sola con un telefono mal funzionante. L’aver scoperto che sul telefonino ci sono due attivazioni vocali di chiamata, quello della figlia ed il mio, non può portarmi che a dedurre ed a sostenere che l’aver inserito la chiamata vocale, sul mio nome, costituisce una inoppugnabile prova che la signora Boscarolo mi chiamava, per di più, il fatto che il nome della figlia ed il mio, siano gli unici che abbiano la chiamata verbale, depone quale volontà della signora Boscarolo di prevedere una chiamata alle due persone più care, in una ipotetica situazione di emergenza, di cui devo nondimeno dire che la figlia non avrebbe potuto far fronte perché distante del luogo di residenza della mamma di oltre 450 Km. 322 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA In alternativa credo si possa sostenere che io e la figlia fossimo le persone più chiamate e quindi la chiamata vocale erano una comodità o una accelerazione. Io sono convinto, Signor Giudice, che se Lei volesse, potrebbe disporre in poco tempo dei dati che confermerebbero ciò che io ho affermato, ovvero che la signora Boscarolo mi chiamò spesso sino al giugno del 2004. Il telefono oggetto di queste mie ultime dichiarazioni è tutt’ ora in mio possesso ed è indubbiamente a Sua disposizione per eventuali perizie Lei voglia disporre. Di tutta questa nuova documentazione varia e fotografica lascio a Lei trarre le opportune conclusioni. Allego in ultimo a supporto delle mie affermazioni, le dichiarazioni rilasciatemi da cinque persone informate sui fatti: (Allegato A, B, C, D, E ). In conclusione. Nell’udienza preliminare Lei, signor Giudice, mi disse che non potevo parlare. Io non sapevo assolutamente che non avevo facoltà di intervenire. Quando vidi che l’avvocato Neleo non riusciva a rispondere alla Sua domanda, ovvero di chi era il tabulato telefonico che le aveva appena presentato, mi venne spontaneo dire che non era di una mia utenza. Lei mi disse di tacere, io presi atto che non potevo parlare e nel resto dell’udienza ho taciuto anche se avrei avuto altre cose da dire in merito alle Sue richieste. Certo è che se dopo avermi detto di tacere, Lei mi avesse invitato a parlare io mi sarei sentito così spiazzato che non avrei più saputo come comportarmi e nell’incertezza sicuramente prima di parlare 323 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA mi sarei rivolto al mio avvocato perché mi dicesse se veramente potevo parlare. Le dico questo, signor Giudice, perché per me ha una sicura relazione con il mio modo di comportarmi nella mia vita privata. Se qualcuno mi dice che una cosa non può essere fatta, semplicemente mi adeguo a quella richiesta. La relazione che ho avuto con la signora Boscarolo è una lunga strada di sette anni e non tre mesi come dice lei, colma di incertezze, ma queste incertezze non derivano dal mio comportamento ma dal comportamento della mia compagna la quale un giorno mi diceva che lei a letto con un uomo ci andava solo se lo amava e poi magari anche solo due giorni dopo mi diceva che non voleva più uscire con me. Io, signor Giudice, prendevo atto di quello che Arianna mi diceva e mi ritiravo nel più assoluto silenzio. La prima volta che mi disse che voleva stare un po’ sola, io non la sentii per una decina di giorni, poi all’improvviso mi squillò il telefono e ricordo di sicuro che erano circa le 8, 8 e un quarto di un qualsiasi giorno ed era lei che mi chiamava. Perché mi chiamò? Io credevo per salutarmi o perché aveva voglia di vedermi. No, non era così, senza neanche dirmi ciao (o forse ciao me lo disse), mi enunciò che aveva rotto la macchina mentre stava andando a lavorare e mi chiese se io gliela potevo aggiustare. Io, signor Giudice che ho lavorato come meccanico, essendo in grado di riparargliela, acconsentii. Partii quindi da Tortorinolo e andai a prenderle l’auto, lasciandole la mia in prestito. Questa fu la prima volta, signor Giudice, di una lunga lista, dove la signora Boscarolo mi diceva di lasciarla un po’ sola e poi per una ragione o per l’altra mi cercava. Nei sette anni che siamo stati assieme sono infinite le volte che la mia compagna si è comportata in tale maniera; prima mi diceva che voleva star sola e poi mi chiamava per i più disparati motivi, in particolare ne rammento alcuni: due volte ebbe un incidente con la sua vecchia Uno, tutte due le volte mi chiamò ed io corsi da lei 324 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA senza peraltro fare alcun commento sul suo modo di “comportarsi”. E’ forse lì che ho sbagliato, dovevo dirle di no, ma l’amavo e non ho saputo negarmi. Poi le richieste non furono solo più per se stessa ma anche per la figlia, mi chiese di trovarle un’auto e gliela trovai, mi chiese di portargliene un’altra, sempre della figlia, dallo sfasciacarrozze ed io la portai. Poi sempre per la figlia mi chiese di andare presso il bar che gestiva a ritirarle degli effetti personali ed io ci andai. Tra le tante richieste che mi sono pervenute e che mi pare superfluo elencare, mi pare Signor Giudice invece opportuno citare che nel giugno del 2004 la signora Boscarolo mi telefonava dicendomi che stava male. Oramai non ci facevo neppure caso al fatto che prima mi diceva di voler star sola e poi mi chiamava, ormai conoscendola bene avevo riflettuto che se la “volevo” me la dovevo tenere così com’era, con i suoi comportamenti che io definirei ineluttabilmente border-line. Così anche per questa ennesima richiesta di soccorso, senza dirle nulla a proposito della vicinanza di tutti i suoi parenti, sono partito e sono andato a fare l’infermiere…….. La domanda che veniva in seguito alla richiesta di soccorso, è stata, pochi giorni dopo, ovvero quella di prodigarmi per un suo ricovero in ospedale dove un mio amico medico vi lavorava e vi lavora. Signor Giudice, inutile dire che purtroppo mi ripeto, Lei questa storia l’ha già letta nella mia memoria, ma aggiungo che la signora Boscarolo, io credo al colmo dell’ipocrisia, non solo mi chiese di far ricoverare lei, ma anche la figlia per un intervento al ginocchio. Ora, fatta questa premessa, se Lei lo permette, vorrei solo dire quale è per me la definizione di molestia: si definisce molestia ogni comportamento indesiderato che offenda la dignità di donne o uomini, ivi inclusi atteggiamenti di 325 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA tipo fisico, verbale o non verbale, sconvenienti e offensivi per coloro che li subiscono. La molestia morale è un comportamento ostile, psicologicamente persecutorio, rivolto verso un individuo e caratterizzato da ripetizione protratta e sistematica, umiliante o lesiva dell’integrità psico-fisica, intimidazioni, calunnie, insulti, diffusione di notizie riservate, insinuazioni ed ogni altra azione tesa a sminuire il valore di una persona. Orbene, tutto ciò è molestia. Mi perdoni Signor Giudice, ma nel mio comportamento non c’è una pur minima traccia di quanto appena affermato, d’altro canto io credo che invece sia la signora Boscarolo che mi calunnia e offende la mia dignità con il raccontare falsamente alle amiche che l’ho violentata e sequestrata o che sono il suo untore per averle trasmesso una malattia venerea che lei aveva ed io no. Se c’è una sistematica ripetizione di atteggiamenti di molestia e di umiliazione, è da parte della medesima nei miei confronti, la quale, dopo aver io interrotto la nostra relazione, con una falsa denuncia di molestie e minacce, queste già per altro derubricate, si presenta nel locale da me frequentato da oltre venticinque anni in compagnia di un uomo che mi minaccia di morte senza che il sottoscritto abbia compiuto alcun gesto. Se ci sono atteggiamenti sconvenienti e quindi di molestie questi sono sempre da imputare alla mia ex compagna che avvicinandomi cerca con la forza di aprirmi la portiera dell’auto con la scusa di voler salutare il cane e che a seguito della mia negazione, mi minaccia dicendomi: “Te la farò vedere, te la farò pagare”. A tale proposito, per quell’episodio, Le cito le parole del Giudice dott. Roberto Rigagnolo che sommessamente il sottoscritto palesemente dichiara di non condividere e che sono: “rispetto alla fattispecie di minaccia la frase che l’indagata avrebbe pronunciato in data 1/9/2006 (“te la faccio vedere – te la farò pagare”) dopo che il Animaviva le aveva negato la possibilità di accarezzare il cane che si trovava nell’abitacolo 326 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA dell’autovettura del querelante risulta, tenuto conto del contesto dei rapporti personali intercorsi con la Boscarolo, del tutto priva di efficacia intimidatoria.”. Questa sentenza (All. n. 82 ) mi induce a credere che qualsiasi cosa dica o faccia la mia ex compagna, le è concesso per il semplice fatto che abbiamo avuto una relazione, mentre il suo dire “te la farò vedere, te la farò pagare” per me non può essere connotato se non come una minaccia e questo, Signor Giudice, è un ennesimo dato oggettivo che mi spiazza e mi rende ancora più difficile capire perché dovrò essere ancora una volta il 20/11/2008 in un aula di Tribunale come soggetto indagato e non come parte lesa. Se mi è permesso, il signor Giudice Rigagnolo riconosce con le sue parole che questa relazione c’è stata, mentre la mia ex compagna sostiene il contrario, con una querela colma di falsità e non supportata da alcuna prova. Circa l’attendibilità della signora Boscarolo è doveroso che Le faccia notare che la stessa nelle dichiarazioni rilasciate presso la Procura della Repubblica al P.M. dott.a Copatu dice: “È arrivato al punto di fare in modo di portarmi via il cane che mi aveva regalato mia figlia dicendo che se il cane non lo accudiva lui io lo maltrattavo tenendolo legnato al termosifone”. Io replico, Signor Giudice, che questa è una delle mille falsità in quanto negli allegati che ho citato nella memoria difensiva, vi è una dichiarazione della signora Boscarolo datata 22/6/2004 da lei portata alla stazione dei C.C. di Costa di Erichi in cui si evince che il cane mi è stato ceduto spontaneamente dalla stessa. Mi preme soltanto dire che questa dichiarazione mi è stata consegnato dalle mani del maresciallo Bevilacqua nella Stazione dei C.C. di Costa di Erichi. Nella stessa dichiarazione al P.M. ella prosegue dicendo: “Io sono convinta che lui si sia creato un mondo tutto suo, si è convinto che io essendo separata non abbia più fiducia negli uomini e che non voglia credere che lui mi ama veramente”. 327 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Questa, Signor Giudice è nuovamente la prova di una falsità, Le leggo lo stralcio di una lettera consegnatami a mano dalla mia ex compagna: “Penso che ci vorrà ancora molto tempo prima che io riponga la mia fiducia e rimetta la mia esistenza nelle mani di un uomo”. Veda, Signor Giudice, al di là di queste parole, mi sarei comunque comportato come la mia coscienza mi dettava e la mia coscienza mi diceva perentoriamente di aiutarla in tutto e per tutto e ciò che ho fatto per lei, l’ho fatto per molte altre persone con cui non avevo nessun legame sentimentale, ma conseguente alle sue dichiarazioni avevo anche così la speranza di conquistarmi la fiducia che lei dichiarava aver perso verso gli uomini. Signor Giudice, nella querela la mia ex compagna dice: “Non ho più avuto momenti di pace in quanto anche quando cercavo di uscire per conto mio con delle amiche mi seguiva e se non riusciva a seguirmi mi veniva a cercare nei posti che sapeva potevo frequentare”. Io, Signor Giudice, non riesco a darmi pace di queste dichiarazioni false, che bisogno avevo da seguirla se lei continuava a venire nei locali da me frequentati, che, ripeto, sono a Tortorinolo e distano poche decine di metri da casa mia. Mi perdoni signor Giudice, ma gli atteggiamenti di molestia sono stati da parte della mia ex e non certo da parte mia. Io sono stato sincero e nella mia memoria non ho omesso alcuna circostanza, non ho nascosto neppure le ammissioni che avrebbero potuto danneggiarmi, in particolare rammento le tre volte che mi sono recato da lei per gli auguri e per dei saluti e non credo neppure che in quell’occasione io abbia commesso un reato, tanto più che è stata lei a rendersi disponibile di sua spontanea volontà e senza nessuna costrizione da parte mia. Le molestie ci sono state, signor Giudice, ma da parte della signora Boscarolo che dopo avermi denunciato falsamente voleva addirittura far credere che io le avessi danneggiato l’auto mentre ella si trovava a Mirini ed è a tale proposito che Le rammento 328 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA che il tabulato telefonico datoLe dall’avvocato Neleo voleva proprio provare che il sottoscritto in quella circostanza si trovava a Tortorinolo. E’ veramente sgradevole quando la signora Boscarolo, a conclusione della sua querela, dice di diffidarmi da lasciarla in pace, di non avvicinarmi più alla sua persona o a componenti della sua famiglia e qualche riga prima dice: “ Non posso permettere queste intromissioni anche nella vita di mia figlia”. Sono innumerevoli le prove documentali in cui si può evincere che non ero io che cercavo la figlia ma era la figlia che cercava me per simili servizi accordati alla mamma. Il documento che io ritengo più probatorio delle falsità dette dalla mia ex compagna è la videocassetta in cui si può vedere che il sottoscritto era proprio sotto casa della figlia con cane, figlia, mamma e tutti quanti vivevamo allegramente, senza contare tutte le foto allegate. In ultimo, Signor Giudice, Le chiedo di tenere in giusta considerazione il fatto che il maresciallo Bevilacqua, comandante della Stazione C.C. di Costa di Erichi, pur non avendo nessun riscontro e mai ne avrebbe potuti avere, mi ha descritto in codesta maniera: “Visti i ripetuti atteggiamenti da parte del Animaviva Antonio, proclivi alla violenza fisica e psichica, nonché l’aggressività dimostrata, che appaiono sintomatici di una personalità prepotente, aggressiva e priva di freni inibitori, per poter fronteggiare la pericolosità dell’indagato, si chiede a codesta Autorità Giudiziaria di valutare la possibilità di emettere nei suoi confronti, un’ordinanza applicativa di allontanamento da questo Comune, dal posto di lavoro, nonché di vietargli di avvicinarsi alla stessa querelante e alla figlia, tutto ciò per cercare di prevenire eventuali atti inconsulti”. 329 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Ma dove sono gli atti inconsulti? Forse nell’andare a messa con lei e offrirle un ramo di ulivo? Sono convinto che tali dichiarazioni approdate sulla scrivania del P.M. dott.a Copatu, la abbiano indotta in errore provocando così la richiesta di un decreto di condanna nei miei confronti, ma le prove che le cose non stanno così come dice il maresciallo dei Carabinieri sono nel fatto che il sottoscritto anche nel lavoro ha sempre solo avuto elogi per il suo comportamento e ulteriore prova la si può trovare nelle dichiarazioni dell’Ispettore Ezio Urbani, mio superiore, che di sua spontanea volontà contattò il maresciallo Bevilacqua e gli relazionò verbalmente sulla mia buona condotta nella mia vita privata e sul lavoro. (Vedasi allegato numero 3 relazione dell’ispettore E. Urbani del 21/9/06 della mia prima memoria difensiva). Signor Giudice, lo stalking, termine mutuato dal linguaggio della caccia, da to stalk, fare la posta, della caccia ha i connotati. Bracca la preda, la riduce all’angolo, le ruba la vita. Questa è la situazione in cui mi sono trovato io e non la mia ex compagna. Io nel giugno del 2002 avevo decisamente reciso la mia relazione con la signora Boscarolo e di quella giornata, che era una giornata come tante altre, le ho proposto nei miei allegati un filmato che sarebbe persino stato superfluo citare, ma nella mia ansia di documentare tutto ciò che ho dichiarato non ho saputo non richiamare in giudizio. Anche in questa ultima occasione in cui mi ero riproposto di rifarmi una vita, nella quale Arianna non fosse più presente, per nessun motivo, fosse anche stato il motivo più plausibile, non ho saputo mantenere la promessa fattami e purtroppo, con le stesse 330 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA modalità già raccontate, mi lasciavo incantare dalle telefonate della mia ex compagna che come sempre aveva qualcosa da chiedermi. Il comportamento di una persona che si dichiara molestata, dovrebbe essere di fermezza e che non lasci adito ad alcun tipo di fraintendimento, laddove ci siano richieste moleste si dovrebbe evitare di rispondere offrendo al molestatore una vaga speranza e quindi dicendo un no secco e senza giustificazioni. Tutto il tempo di questa relazione: 1996 – 2004 è stata connotata da una condotta tenuta dalla signora Boscarolo che è esattamente l’opposto di quella che avrebbe dovuto tenere con un molestatore. Mi necessita, Signor Giudice, di dire che la signora Boscarolo, interrogata dal P.M. dott.a Caputo, a domanda risponde: “Non ci sono mai stati episodi di aggressione nei miei confronti, non ha mai avuto gesti violenti nei miei confronti”. Vorrei solo anticipare una domanda, se lei me la ponesse, i miei sentimenti nei confronti di questa donna non sono mutati e ripeto che la mia coscienza mi ha indotto ad aiutare questa donna ed anche perché era lei che mi chiedeva questo aiuto. Le chiedo di assolvermi per non aver commesso il reato. Con deferenza Animaviva Antonio 331 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Il round finale Mentre scrivo questa parte conclusiva del libro, l’atto finale di questa commedia tragi-comica si è già consumato, mancano pochi giorni a Natale 2008…………. Dall’udienza del 17/6/2008 in cui aveva testimoniato la mia ex compagna all’udienza del 20/11/2008, data in cui il Giudice aveva rinviato l’udienza in cui sarebbe stato sentito il sottoscritto, dovevano passare 125 giorni. Qua c’entra tutto quel modo di dire: vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Vedete, per quanto mi consta il bicchiere non era certo mezzo pieno di una bibita dolce e fresca e neanche ad esempio di un buon barbera da centellinare accompagnato da un bel piatto di acciughe al verde. Quel bicchiere di dimensione superiore alla media era a mio avviso di sostanze organiche putrescenti (immaginate voi il nome proprio della sostanza). A farla breve era come se il medico mi avesse prescritto di prendere qual bel bicchierone di emme a piccole dosi per 125 giorni di seguito sino a finire dose e cura. Vi assicuro che non ho esagerato nel descrivere le mie sensazioni, quando considerai che a causa dell’andamento poco razionale del processo dovevo aspettare 125 giorni, più 332 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA uno per trovarmi nuovamente in aula e finalmente essere interrogato, pensai proprio che per finire la razione di…. che mi era stata propinata avrei dovuto rimettere in moto il mio stomaco a questo punto divenuto di ferro. Vorrei proprio vedere e sentire cosa avreste fatto o detto voi quando vi avessero comunicato che i “giochi” non erano finiti perché il signor P.M. doveva ancora leggersi cosa avevo scritto nella mia memoria difensiva numero uno. Mentre riflettete forse ancora sul fatto che il P.M. Dugarretti si presentò in aula senza aver letto una sola riga di ciò che avevo scritto a mia difesa, sappiate che nell’ultima udienza, quella che mi appresto a raccontarvi, ovvero quella del 20/11/2008 non venne né il P.M. Copatu titolare del procedimento (quello che non volle neanche sentirmi e chiese, ottenendolo, un decreto penale nei miei confronti), né venne il P.M. Dugarretti, (quello che chiese il rinvio per poter leggere la mia memoria), ma sorprendentemente venne un altro P.M. ancora, il quale ancor oggi non so dire se abbia letto al posto del precedente Pubblico Ministero la mia prima memoria difensiva e soprattutto se questi abbia letto la mia seconda memoria difensiva, quella che io scrissi dopo aver sentito le nauseanti menzogne dette dalla mia ex nell’udienza del giugno 2008. Per quanto mi consta la mia risposta al quesito: lesse? Non lesse?... La mia risposta è: no! Non lesse!! Né la prima, né la seconda. Lascio in ogni caso a voi, il sacrosanto diritto di giudicare, nel momento in cui leggerete la trascrizione dell’udienza che più avanti inserirò nelle pagine del libro. Una cosa comunque doverosamente devo dirla, il Giudice, la signora Aristocratico, aveva di nuovo letto puntualmente anche la mia seconda memoria difensiva. Come faccio a saperlo? Lo capii nel momento in cui, prima di iniziare il mio interrogatorio, mi mise al corrente di quali 333 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA erano i miei diritti. Dalla sua voce non traspariva alcuna ostilità, anzi, io nella sua voce sentii come una non dichiarata ma inconscia volontà di far finire tutto al più presto. Tornando al bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto sicuramente da un certo punto di vista, aspettare ancora 125 giorni per sapere se si è condannati o meno da una reato che neanche nelle più inconsce mie volontà avevo commesso, può essere paragonato, come ho fatto poc’anzi ad una forzata e schifosa medicina, ma d’altro canto il bicchiere era mezzo vuoto perché 125 giorni per difendermi rispondendo alle menzogne della mia ex con esatte e precise circostanze e tutte le prove possibili erano un lasso di tempo che consideravo molto esiguo. Tenete presente che una ventina di giorni erano già bruciati nell’attesa di avere la copia della trascrizione del verbale di udienza, poi arrivò agosto ed io avevo una gran voglia di vacanze… Anche se mi promisi di lasciare tutto alle spalle mentre mi godevo un po’ di riposo, non riuscii a mantenere la promessa. Dentro la valigia, assieme alle pinne, al fucile e agli occhiali, ci infilai anche la trascrizione dell’udienza del 17/6/2008 e assieme mi portai tre evidenziatori di colore: giallo, arancio e azzurro. Il giallo lo usai per evidenziare le falsità meno gravi, l’arancio quelle più gravi e l’azzurro per le contraddizioni. Così tra una piadina al prosciutto e un piatto di taiadele (tagliatelle), come contorno, mi sono letto la trascrizione dell’udienza, fino alla sensazione di schifo. Ogni volta che la leggevo (senza prendere alcun appunto) creavo nella mia mente come due distinti file, uno con la storia vera della mia relazione e l’altro con le menzogne di Arianna. 334 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Dopo non so quante volte aver letto le 41 pagine della memoria, all’improvviso ho iniziato ad evidenziare lo scritto con i tre colori diversi, alla fine di questo lavoro è stato per me come aver completato un puzzle, un puzzle che solo io e nessun altro poteva ricomporre, tessera dopo tessera, alla realtà. Una parte del lavoro era terminata. Così per gratificarmi me ne andai in un ristorante, che ormai frequentavo da trent’anni e chiesi al cameriere di servirmi un bel piatto di spaghetti allo scoglio, accompagnati da un mezzo litrozzo di vino bianco ghiacciato. 335 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Ora mi rimaneva la ricerca e la “confezione” delle prove da allegare allo scritto difensivo anch’esso ancora tutto da stendere e consentitemi, una vera faticaccia. Così come mi ero ripromesso (promessa questa volta mantenuta), il primo di settembre iniziai il lavoro. Se per caso foste capitati a casa mia il due di settembre, vi sareste resi conto di persona in che condizioni si può trovare un “povero diavolo” che deve difendersi da una montagna di falsità, non una montagna qualsiasi, un Everest di menzogne. Ogni documento pertinente era sistemato in bella vista proprio in modo che io potessi vederlo e quindi non dimenticarlo. Su un tavolo le foto, su un altro le ricevute, su un altro ancora gli oggetti, poi sui mobili e sulle sedie tutto ciò che avevo già prodotto nella prima memoria difensiva, non volevo infatti riproporre al Giudice fatti o prove già citati. Io abito in una mansarda con le travature a vista, quando le superfici dei mobili furono tutte occupate, cominciai ad affiggere i restanti documenti, con delle puntine da disegno proprio alle travi. Per me la coreografia era talmente “forte” che ad un certo punto ero quasi intenzionato a scattare una foto di quello scenario un po’ surreale ma poi decisi di non realizzarla perché mi dissi che alla fine… di tutto avrei voluto dimenticare. Un bel giorno finii anche di mettere a posto tutte le tessere di quel rompicapo e di scrivere la memoria. Ora rimanevano da numerare gli allegati e fotocopiarli in triplice copia, una per il Giudice, una per il P.M. e una per il mio difensore. Mi ero ripromesso, tra le tante promesse, di portare in Tribunale la memoria difensiva numero due, con tutti gli allegati, entro il 20 di ottobre 2008, ciò perché il Giudice e il 336 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA P.M. avessero almeno un mese di tempo per leggere il mio scritto. Mantenni di nuovo la promessa, il 20 di ottobre alle ore 9,45, 11 centesimi e 9 millesimi, il cancelliere della segreteria del signor Giudice, la dottoressa Aristocratico, incollava sulla mia copia la marca da bollo da Euro 3,10 e subito dopo la timbrava con la dicitura: originale depositato in segreteria il 20/10/2008. Perché vi rendiate conto del lavoro fatto e del sollievo che ebbi uscendo dal Tribunale dopo aver depositato il mio nuovo scritto, vi dirò non le ore dedicate alla questione ma le sigarette fumate: Camel n. 4300, non le normali… quelle lunghe; i caffè 1245. Mancava un mese esatto all’udienza, decisi di riprendere un po’ di fiato. Dopo un bel po’ di tempo sono riuscito a concedermi una serata danzante nel locale a me più caro, “La Mazurca”. La settimana dopo invece sono andato in giro per più sale contemporaneamente, il solito tran tran, del vecchio incallito frequentatore di sale da ballo. C’era ancora un lavoro che dovevo fare per l’udienza del 20/11/2008, era preparare qualche domanda da girare al mio avvocato perché me la ponesse alla fine dell’interrogatorio che mi avrebbero somministrato il P.M. e il Giudice. Quello che volevo far risaltare negli ultimi minuti del processo era che Arianna: primo non aveva mai avuto paura di me, secondo che le molestie non erano mai iniziate, tanto meno nel 2001 come aveva sentenziato il P.M., terzo che era una bugia astronomica il fatto che io avessi seguito Arianna nella nuova casa di Costa come lei asseriva. Mancava ormai solo più una settimana e nel rovistare ancora una volta nei miei cassetti trovai un biglietto scritto di pugno da Arianna, un post-it. Su questo biglietto, che mi era stato affidato dalla mia ex mentre stava traslocando dalla casa di Erichi alla casa di Costa c’è scritto: casa vecchia – staccare 337 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA tende, lavare lavatrice, stendere, prendere roba, acetone – cera – viakal; nel retro del biglietto: prendere numeri ENEL. Ormai, quando lo trovai avevo già depositato la seconda memoria difensiva così pensai di utilizzarlo per il round finale. In definitiva preparai un piccolo incartamento con dentro: la ricevuta dell’albergo Stinatrie datata 20/8/2001, le foto di quella giornata in cui oltre ad Arianna era presente l’amica Pepinella poi, ben ripiegata, infilai nella busta trasparente anche una maglietta bianca della Onix con stampato sul davanti una grande margherita gialla con la scritta flower. Voi vi chiederete perché? E io vi rispondo! Ad agosto del 2001, Arianna mi chiamò e mi chiese se io avevo piacere di andare a prendere al mare lei e Peppiniella. Loro erano andate in vacanza ed io ero rimasto a Tortorinolo. Risposi di sì. Anziché partire la domenica partii sabato sera per non trovare la classica coda della domenica, così pernottando anch’io nell’hotel dove alloggiavano mi fu data la ricevuta che naturalmente io ho conservato tutti questi anni in mezzo ad altri mille documenti. Al mattino della domenica, Arianna, Peppiniella ed io salimmo in auto e, come avevamo concordato la sera prima, ci recammo in gita alle Cinque Terre prima di far rientro a casa. Le foto di quelle giornate le avevo già inserite negli allegati depositati in Tribunale, tre di queste le tenni per spiegare al Giudice come si svolse quella giornata. In quelle tre foto si vedevano Arianna e Peppiniella ridere divertite dal sottoscritto, ma in una in particolare si vedeva Arianna che si era messa in posa di fianco alla mia auto e come per canzonare se stessa fingeva di stare sull’attenti con il petto in fuori, risultato il seno terza misura, 338 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA sotto una maglietta super attillata con quella margherita gialla, risaltava ancor di più. Perché avevo fatto quella foto? Arianna, mentre percorrevo l’autostrada, all’improvviso ci informò che la maglietta che indossava, dopo quella volta sarebbe andata in pensione proprio perché questa era eccessivamente stretta e le faceva risaltare troppo i seni!!! Sigh! Sigh! Gulp! Voi pensate che io scherzi!? Non scherzo affatto! 339 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Quando tornammo a casa Arianna si sfilò la maglietta e come se nulla fosse mi disse porgendomela: te la regalo! Visto che il P.M. asseriva che io avevo cominciato a molestare Arianna nel 2001, mi pareva proprio opportuno raccontare di quella giornata e di quel grottesco episodio. Siccome l’imputazione recitava che il sottoscritto aveva molestato sino al 2005 la signora Boscarolo, misi in un’altra busta trasparente due guanti ad ella appartenenti. Considerato che Arianna mi aveva denunciato nel maggio del 2005 era per me importante provare che, come ho già detto, lei non aveva paura di me e che malgrado mi avesse querelato quando mi incontrava continuava a parlare con me come se nulla fosse anche dopo la denuncia. I guanti mi erano stati regalati da Arianna il 23/12/2005! Sei mesi dopo la denuncia. Come? La storia probabilmente la ricordate ma meglio se la rammento……. La incontrai ad Erichi, feci scendere Nerina dalla mia auto e le disse: vai a salutare mamma. Nerina di corsa, festosamente andò scodinzolando da Arianna. Dopo pochi istanti la richiamai, Nerina tornò vicino a me e saltò dentro l’auto. Stavo per allontanarmi quando Arianna, superandomi, si infilò nell’auto dalla parte del passeggero e chiamò Nerina, questa festosamente sberliccò la faccia di Arianna e poi all’improvviso giocosamente rubò il guanto che Arianna si sfilò dalla mano destra e che teneva nella mano sinistra. Dopo il “furto” Nerina, per non farsi riprendere il guanto, sgusciò al fondo della macchina sulla 340 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA cappelliera. A quel punto Arianna si girò verso di me, si sfilò l’altro guanto dalla mano sinistra e me lo diede dicendomi: ” te li regalo per Nerina ”. Ri-sigh e ri-gulp! Non scherzo, vi giuro che non scherzo, anzi, aggiungo che quel giorno malgrado fosse dicembre e non facesse per niente caldo, Arianna portava come al solito una minigonna e nell’infilarsi nell’auto, s’inginocchio sul sedile del passeggero, beandomi della vista del suo fondoschiena attraversato dal filo di un perizoma di colore nero. In altre circostanze le avrei anche fatto qualche apprezzamento sul quella “vista” o forse mi sarei lasciato andare ad una pacca sul posteriore così impudicamente mostrato, ma in quel momento mi vennero in mente le parole dello psichiatra che mi avvisava della pericolosità di Arianna e allora non feci nessun commento né feci azioni che mi potessero “incasinare”. Questo aneddoto è stramaledettamente vero e anche se i guanti potevano essere di chiunque io sapevo che erano di Arianna e che Arianna me li diede proprio quel giorno: sei mesi dopo avermi denunciato. Dentro il dossier ci infilai anche un’agenda del 2004 di quella associazione cui faceva parte il suo datore di lavoro, che Arianna aveva preso in ufficio e mi aveva regalato. Aggiunsi ancora nelle buste del fascicolo, una confezione lunga una quindicina di centimetri e larga due che a prima vista poteva sembrare una merendina, una barretta di cioccolato, sulla busta bianca, stampata quattordici volte, la parola Predictor. Forse qualcuno di voi o forse tutti avrete già capito che cos’era quella barretta non certo di cioccolato. 341 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Nel 1999, una domenica pomeriggio, Arianna arrivò nel campeggio dove io allora dimoravo con la sua auto, quella vecchia e sgangherata Uno bianca che possedeva. Scese dalla macchina e poi salì nella roulotte dove io facevo il mio solito riposino. Lei si sedette di fianco a me ed io ancora appisolato, supino, senza girarmi allungai una mano e le diedi una carezza sulle le gambe. Dopo pochi istanti la sentii nuda sotto le coperte vicino a me. Mi girai, dopo averla ancora una volta accarezzata e guardata a lungo negli occhi facemmo l’amore. Quando ci risvegliammo fui io il primo ad alzarmi, così feci il caffè. Mentre eravamo seduti a gustarci l’odore e l’aroma di quel caffè Arianna mi disse che probabilmente, visto che era in ritardo con il ciclo, era probabilmente in stato interessante. La cosa che facemmo, dopo esserci vestiti, fu di cercare una farmacia aperta per comperare un test di gravidanza. Prima di proseguire vorrei solo dire che quando Arianna mi disse che probabilmente era incinta, io non trovai le parole per dirle quali erano le mie sensazioni, ero troppo emozionato, semplicemente mi avvicinai e le diedi una carezza ed un bacio. Per quanto mi riguardava, avere un figlio da lei era la più grande fortuna che mi potesse capitare, avrei amato lei e avrei amato nostro figlio Trovammo la farmacia così acquistai un prodotto che il farmacista mi consigliò dal nome Predictor. Dentro la scatola c’erano due confezioni, Arianna il giorno seguente ne usò una, il test diede responso negativo. La sera di quel lunedì ci vedemmo e fu lì che lei mi disse che era stato un falso allarme anche perché subito dopo il test le era arrivato il ciclo. La confezione del Predictor che non venne utilizzato, va a sapere perché, mi venne restituito da Arianna ed io la misi 342 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA nella cassetta dei farmaci dove è stata a dormire per ben nove anni. Sulla confezione, inserita tra la 14 volte Predictor c’era la data di scadenza del farmaco: settembre 1999. Forse la confezione in se stessa con stampigliata la data di scadenza non era un granché di prova, ma quello che mi premeva era di raccontare al Giudice di quell’ormai lontano pomeriggio di amore e di trepidazione che il sottoscritto aveva vissuto e che non sarei mai riuscito a maltrattare nessuna donna tanto meno la donna che amavo così intensamente. Tanto perché non vi rimanga il dubbio…….., non ho mai avuto rapporti protetti con Arianna, nemmeno la prima volta, quando le chiesi se voleva che io usassi un profilattico e lei mi rispose che il preservativo le faceva schifo!! Per ultimo stampai le spontanee dichiarazioni che avevo scritto e che avrei desiderato leggere al termine del mio interrogatorio. Quando la mia super – lenta stampante, sfornò i tre fogli che contenevano le mie ultime elucubrazioni, li presi e li sistemai in prima posizione all’interno del fascicolo. Il testo delle mie dichiarazioni eccolo qui: La signora Boscarolo ha detto nell’udienza del 17/6/2008 che io sapevo dove abitava e dove lavorava perché io la seguivo. Come ho già avuto modo di scrivere ella mentiva ma alla pari di quello che dice lei sulle sue abitazioni, come se fosse una domanda ma è una affermazione, signor Giudice, io Le chiedo: ma come sapeva la signora Boscarolo dove abitavo io? Perché anche lei mi seguiva? 343 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Io ho cambiato ben cinque abitazioni durante la nostra relazione, lei è stata ospite da me in ogni luogo da me abitato e se non crede alla mia parola, signor Giudice, facilmente e con poco tempo a disposizione potrei provare ciò che affermo. E’ la più grande assurdità che nella mia vita ho dovuto subire e sentire, ovvero che molestavo la mia compagna e poi che questa venisse a dormire ogni fine settimana a casa mia. Mi perdoni, signor Giudice, ma c’è un lungo elenco di fatti che ho ricostruito nelle mie memorie difensive e che nella veste di molestatore non avrei mai potuto sapere. I fatti che, mi permetta, elenco ora e che introduco con la domanda: come farei a sapere, sono un’affermazione e non una domanda. Alcuni brani, signor Giudice, sono banali o forse lo sono tutti ma nel contesto della vicenda, per quanto mi consta, vogliono solo evidenziare che il rapporto tra me e la Boscarolo non era un rapporto tra una donna e un molestatore ma tra due persone che hanno avuto un’ordinaria relazione. Come farei a sapere: - che da ragazza, con la sua famiglia abitava in via della Dualgeria, - che frequentava il Tio Club, - che ha lavorato all’incirca dal 1974 al 1979 per due ditte di manifattura tessile, - che poi all’incirca dal 1980 al 1983 ha lavorato presso la ditta Romando e che lì si è ammalata di polmonite perché restava immobile in un luogo gelido, 344 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA come farei a sapere: - che poi lei cambiò totalmente lavoro sino a che nel 1990-1991 iniziò a lavorare part-time per l’Orchidea s.r.l., - che nel 1997 o 1998 lavorò per un commercialista di Roipino, in via Dolcetti, dove lei mi disse che lavorava in nero, - che nel 1998 iniziò in part-time a lavorare per la MCO distruzioni dove probabilmente lavora tuttora, come farei a sapere: - che il titolare dell’Orchidea s.r.l. è un consigliere dell’associazione di Tiro a Volo – e che lo stesso fu indagato per essere stato responsabile di un incidente mortale avvenuto in un suo cantiere in Tortorinolo, - che la figlia della signora Boscarolo ha avuto un fidanzato ad Erichi che si chiamava Alessandro e che quando si è trasferita a Mirini ha avuto una relazione con un certo Paolo Vazatta comproprietario del bar che sta di fronte al sotto mercato del pesce di Mirini, dove la stessa lavorava, Come saprei: - che la figlia ha lavorato a Nipo Tortolinese in un bar di cui non ricordo il nome - che ha lavorato ad Erichi al Bar Dotrà, - allo Studio 54, - che ha abitato in piazzetta del mercato ad Erichi, - che poi è andata ad abitare a Roipino, - che quando si è trasferita a Mirini condivideva un alloggio con altre due o tre ragazze che lavoravano con lei al sotto mercato del pesce e di cui ricordo che una si chiamava Carlotta, 345 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA - che oltre a lavorare al sotto mercato del pesce di Mirini questa ragazza lavorava in un bar sito nella piazzetta attigua al Municipio, come saprei: - tutti i particolare sull’acquisto della casa di Costa, che era una costruzione in parte censita come deposito e che la signora Boscarolo dovette fare una variazione della destinazione d’uso, come saprei: - dell’agenzia alla quale venne affidato l’incarico per la vendita della casa della figlia della signora Boscarolo a Roipino e del conto bancario presso l’istituto bancario, filiale di Caliemonri, vicino al bar della figlia, - del fatto che la signora Boscarolo denunciò il falegname che le aveva fatto delle porte inutilizzabili e che la denuncia venne presentata ai C.C. di Erichi, - che sempre presso i C.C. di Erichi denunciò il furto del portafoglio e l’utilizzo di una carta bancomat da parte del ladro per l’acquisto di due cellulari presso il centro TIM di Erichi. Come saprei: - che il suo medico curante era una rappresentante del gentil sesso e si chiamava Angela Bulbo, che prima aveva lo studio in piazza Pollastra, dove la Boscarolo andava dalla parrucchiera ogni settimana, e che poi questa dottoressa si era trasferì in strada Costa, 346 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA - che la sarta dove andava la signora era a 50 metri dalla parrucchiera ed esattamente in via Vittime e che poi si è trasferita in via Bittasti a Erichi, come farei a sapere: - che la signora Boscarolo aveva comperato dei mobili per la casa nuova di Costa a Casal Obeso, presso la ditta Mobil - Costruzion e che il piano della cucina fu sostituito con uno di marmo per volere della signora Boscarolo e che questo fu realizzato da un marmista sito a pochi metri, nella via dove la signora lavorava o lavora, come saprei: - il cognome del muratore, sig. Demonillo, che le aveva ristrutturato la casa, - i particolari delle piastrelle riciclate che furono uno dei motivi per cui la Boscarolo bisticciò con questo muratore e che a questo prese fuoco la casa e che la casa era in via Matagonne, poco lontano dalla casa della signora Boscarolo, come potrei sapere: - che il proprietario della casa che la signora Boscarolo voleva acquistare a Nipo Tortolinese era il custode di villa Ebagg e che suo figlio si suicidò nel parco della villa lasciandosi asfissiare dai gas di scarico di un’auto. Potrei andare avanti signor Giudice, ma mi fermo qui. 347 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Queste, signor Giudice, sono delle domande che ho posto, prima a me stesso e che ora pongo a questo Tribunale, forse in un atteggiamento un po’ polemico, ma sono convinto che ognuna di queste mie affermazioni potrebbero essere da Lei controllate una ad una e che alla fine Lei non rintraccerebbe in nessuna di queste una pur piccola menzogna, ovviamente tutto ciò che ho elencato è per dimostrarLe che non vi sono state alcune molestie da parte del sottoscritto ma soltanto una relazione in cui, non a causa del sottoscritto, ci sono stati dei contrasti che a mio avviso non possono avere, neanche lontanamente, la fisionomia di un reato. Antonio Animaviva La vigilia dell’udienza n°3 Il pomeriggio del 19/11/2008, così come avevo concordato, passai ancora una volta nello studio degli avvocati che l’indomani mi avrebbero difeso in aula. Naturalmente feci a loro vedere quali erano le cose che volevo presentare al Giudice. Ebbi la loro approvazione e infine ci mettemmo d’accordo per l’orario in cui ci saremmo incontrati l’indomani, poi mi congedai. L’udienza era fissata per mezzogiorno. Ogni volta che ci penso mi viene in mente il titolo del film: ” Mezzogiorno di fuoco”. Al contrario di quello che credevo, la sera mangiai abbondantemente con grande appetito e dopo il solito film e un po’ di zapping alla TV, mi addormentai placidamente come un bimbo. 348 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA LA TERZA UDIENZA Alle 9,00 del 20/11/2008 la musichetta della sveglia del mio telefonino mi risvegliò da ben dieci ore di santissimo sonno. Infilate le ciabatte e mentalmente inviato del lubrificante alle mie intorpidite articolazioni, andai in cucina e accesi il fuoco sotto il bricco del caffè. Prima di coricarmi avevo stirato e preparato appesi gli indumenti che avrei indossato in Tribunale: l’abito grigio e l’abito nero a righe. Mentre seduto sul divano sorseggiavo il caffè e guardavo il T.G., decisi che avrei indossato l’abito nero a righe con la camicia bianca e la cravatta grigia antracite. Sorridevo mentre prendevo quella decisione e sorridevo perché quell’abbigliamento mi avrebbe fatto sembrare più ad un individuo che si stava preparando per andare a nozze che ad un uomo che si recava ad un processo per molestie. Chissà se il Giudice avrà pensato alla stessa cosa nel vedermi! Dopo aver indossato l’abito ed infilato le scarpe extra lucide, chiamai un taxi. Lo studio degli avvocati non era tanto lontano da casa mia ma quello era un giorno particolare ed io volli andarci con il taxi anche perché volevo risparmiarmi lo stress della guida nel nervoso traffico della città. Alle 11,50 gli avvocati ed io entrammo nell’anticamera dell’aula 52 dove di lì a poco avrei saputo cosa la sorte mi aveva riservato. Io rimasi lì nell’anticamera, loro invece entrarono in aula. Mi trattenni lì qualche istante poi uscii nel cortile e mi accesi una sigaretta, la solita camel lunga. 349 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Ero abbastanza tranquillo ma una sigaretta mi sarebbe servita per ingannare il tempo che incalzava. Mi piazzai rivolto all’anticamera e attraverso i vetri della porta aspettavo di vedere quando il cancelliere mi sarebbe venuto a chiamare. A quell’ora l’anticamera dell’aula 52 era deserta, proprio come “Il deserto dei Tartari”. Manco ci fossimo sincronizzati, gettai, il filtro della camel lunga nel posacenere e il cancelliere comparve dalla porta dell’aula. Io, come un fulmine, superai la porta a vetri e senza neanche udire chiamare il mio nome risposi: sono io, poi entrai nell’aula accompagnato dal cancelliere con tutti i miei bagagli. Mi sistemai su indicazione degli avvocati nelle sedie dietro di loro. Posai la borsa con i documenti che mi ero portato appresso e posai anche il grosso sacchetto con dentro la pelliccia di Arianna che anni prima le avevo comperato perché si era lamentata di essere senza soldi, (vi ricordate?). Mi tolsi il cappotto, poi intenzionalmente, facendo rumoreggiare la plastica del sacchetto che la conteneva, sfilai la pelliccia e la misi in bella vista sul banco dietro di me, in una posizione in cui non fosse coperta dalla presenza dell’avvocato Dal ponte e dall’avvocato De Concetti. Sicuramente il Giudice aveva notato le mie manovre. Volevo soltanto dimostrare che anche quella pelliccia, di cui avevo raccontato nelle mie memorie difensive, esisteva veramente e che non era frutto della mia fantasia. Non ho la certezza, ma con tutto il rumore prodotto da quella borsa scelta da me antecedentemente proprio per la sue particolarità, credo proprio di aver raggiunto il mio scopo, senza essere costretto a dire una sola parola. 350 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Dopo pochi istanti, di silenzio assoluto, il Giudice mi chiamo a se! Con passi studiatamente lenti mi avvicinai, riuscii ancora a pensare che l’aula era pressoché deserta così come era deserta l’anticamera. Presenti in aula, oltre ai miei avvocati, c’erano soltanto il Giudice, il P.M., il cancelliere, l’addetto audio e il sottoscritto e seduti tra i banchi un uomo e una donna che poi mi dissero erano un P.M. e un avvocato che avevano ancora una causa dopo la mia. Arianna, la mia cara Arianna, non c’era. Pensai ancora che la sera prima avevo scommesso tra me e me 100 euro che non sarebbe venuta e così avevo già vinto i 100 euro. Ero sicuro di me, ma sebbene fossi calmo, le pulsazioni del mio cuore salirono all’improvviso, proprio come mi è accaduto allorché mi sono trovato ad essere in una situazione di pericolo Anche se volutamente avevo rallentato la mia marcia, ero ormai arrivato davanti al Giudice, mi fermai dove mi fu indicato, davanti alla sedia e al microfono, dove ad istanti avrei potuto finalmente far sentire la mia voce e le mie ragioni. Le pulsazioni stavano per stabilizzarsi ed in breve tornarono quasi alla normalità. Il Giudice mi guardò per un istante negli occhi poi leggendo un foglio appoggiato di fianco al bancone mi lesse la formula di rito aggiungendo che se avessi citato dei nomi, questi avrebbero potuto anche essere chiamati a testimoniare. In quel momento, ridacchiando dentro di me pensai, eccome se le avrei fatto dei nomi! Avrei avuto da eccepire che la lista dei testi era composta da una lunga trafila di nomi e che Lei la lista l’aveva già ridotta a sole due persone, lo pensai ma non lo dissi! 351 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA A questo punto il mio interrogatorio ebbe inizio. Eccovi la trascrizione integrale. TRIBUNALE DI TORTORINO – Ia SEZIONE MONOCRATICA Procedimento penale n.616161616161/07 Udienza del “20/11/2008 Dott.ssa Aristocratico Dott.ssa Nartimetto Giudice Pubblico Ministero Caterina Latlarico Ilaria Cianfeli Cancelliere Ausiliario tecnico PROCEDIMENTO A CARICO DI – ANIMAVIVA ANTONIO – DEPOSIZIONE DELL’IMPUTATO – ANIMAVIVA ANTONIO – L’IMPUTATO, RICEVUTI GLI AVVERTIMENTI DI CUI ALL’ARTICOLO 64 TERZO COMMA DEL GIUDICE DI PROCEDURA PENALE, DICHIARA CHE INTENDE RISPONDERE. GENERALITA’: Animaviva Antonio. PUBBLICO MINISTERO DOMANDA sua – Ho letto tutta la vicenda che lei ha scritto nella memoria, relativamente alla sua relazione con la signora Boscarolo Arianna. La signora come manifestava? Cioè, le diceva che non voleva in realtà più stare con lei? 352 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA RISPOSTA – No, no, non è diceva: “Voglio stare la volontà; poi sua così un le semplice. po’ mi da Qualche sola, e richiamava, volta io ed mi rispettavo io tornavo ad essere suo compagno di sempre. DOMANDA – Ecco, lei era molto attaccato a questa persona; come dimostrava veniva questo attaccamento? chiamato, ad Andava aspettarla sotto anche casa? se Le non mandava dei regali? RISPOSTA – No, assolutamente no. DOMANDA Quindi, – lei interveniva solo quando la signora la chiamarla? RISPOSTA – si Sì, ma voglio dire: oggi andava tutto bene…, domani alzava “Senti, dico voglio lasciavo per col piede stare quel un sbagliato, po’ tempo da da sola”. sola; poi e mi Io, lei diceva: ripeto, la autonomamente mi telefonava e quindi riprendeva una relazione normale. DOMANDA – Quindi, secondo lei, non ha mai manifestato fastidio per i suoi regali..? RISPOSTA – Il regalo perché mi aveva se il suo era non è che glielo richiamato; compleanno, facevo glielo il facevo giorno in dopo occasione se era il suo onomastico, se non le ha mai manifestato un era Natale, se era Pasqua. DOMANDA – Quindi, la signora fastidio per la sua presenza? RISPOSTA – No, anzi. DOMANDA Ricorda dei momenti dove magari ci sono state delle – scenate di rifiuto da parte della signora, con ritorni, pianti da parte sua? RISPOSTA – dire il No, la pianti signora medico malissimo: uno che per parte Boscarolo dell’ospedale stava pianto da ho piange, quel mia…, sono le ha quelli che pianti…, fatto ho una pianto anch’io così, alla prima ho pianto sentimento…, 353 con avrà voluto pianto quando puntura lei. a Io e lei non sono emozione; ho casa: mentre A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA per esempio preparavo tutte queste cose e dovevo ripassare dei momenti che, per me, sono stati belli. DOMANDA – Quindi lei non ha mai percepito questa sensazione di rifiuto, di pesantezza nel vederlo da parte della signora? RISPOSTA – Ma no. Era una così scontata che lei un giorno era in una maniera, e l’altro giorno era in un’altra; per me è una cosa scontatissima: è una persona proprio così, è fatta così. DOMANDA – Quindi secondo lei, però arrivare alla denuncia…, secondo lei perché è arrivata a fare questa denuncia? RISPOSTA – E’ arrivata la denuncia…, io credo, suppongo perché non lo so per certo: è venuta a ballare in sala da ballo con un certo cognome; perché ho Nino. fatto questo Io so anche Nino mi solo una ha il denuncia messo una nome, di non questo mano so il episodio, sulla spalla, e cercava un alterco; però l’alterco non è successo. Io,dopo visto quell’episodio durante psichiatra donna la a era e tutte nostra chiedere un le altre relazione, se il cose sono che andato comportamento comportamento dovuto ad avevo da in un una questa disturbo caratteriale, o quant’altro. La psichiatra mi ha avvertito di fare molta attenzione a questa persona, e io le ho chiesto perché. Perché, lei ha mi bacio che di “Guarda, risponde che fronte; mi violentata. paura detto sulla lei mi ha quella questa io da donna; voglio donna è e le andare a quel momento in incontrata questa ha capace, di l’ho più psichiatra, incontrata raccontato, Quindi, non l’ha questa relazione, dato con dire e un quello che poi, le perché ho l’ha avuto ho detto: assolutamente; dopo quello che mi hai fatto in sala da ballo:che io credo sia una grossa una psichiatra, psichiatra; persino e chiesto assurdità”,sono e le di le ho ho detto andare 354 andato raccontato a che la parlare addirittura cos’ho detto psichiatra con lo mi da alla ha psichiatra A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA che ti non lo sta seguendo: ritengo questa ma giusto, psichiatra parente”. tuo Io problemi”. ho Lei, in in non voglio disse: detto Perché lasciarti questo non mi allora fratello? voglio io balia quel “Mi me ne te momento, un parlare vado il Però con fai stessa, apre perché così. parli lei: di faccio impormi “Ne a io lo con con e non i tuoi cellulare e mi Bevilacqua a dice: “Andiamo a parlarne dal Maresciallo Bevilacqua”. Io ho detto: “Io vengo parlarne; però dal psichiatra: tuo Allora lei il dal Maresciallo Maresciallo chiude può il Bevilacqua soltanto cellulare, non venire e mi può un dice: venire parente”. “Fai come vuoi: se vuoi andare da tuo fratello, vacci pure”. Io ho risposto: “No, da tuo fratello senza che tu telefoni, senza che andiamo assieme, io non ci andrò”. L’indomani di questa chiacchierata è andata a presentare la denuncia dai Carabinieri. DOMANDA – Ecco, comunque in qualche occasione le manifestava che il suo interessamento era eccessivo? RISPOSTA – No, no, mai. Mi scusi, è il contrario: io più di una le volta due andati ho cercato di principali, prima Londra; poi a e lasciarla, di ho almeno tutto tre questo, persino volte. quando allegato un Ma siamo filmato: adesso la data esatta non lo so, ma è nel 2002. Sono due volte che ho detto che volevo cessare questa relazione…, e poi lei mi ritelefonava. L’ultima, quella di stupito più di ricoverata di di tutte, nuovo all’ospedale, mi è quando all’ospedale; chiede di e mi chiese mentre fare cui mi sono èra ricoverare di essere ricoverata anche la figlia. Ecco perché, le dico, era una cosa a cui io non facevo neanche più quando lei mi non caso; quando chiamava me a ballare, avevo altre andavo a Però le dire, signor non mi chiamava stavo interessi, Paesana…, mi ne miei posso lei ricordo 355 P.M., se…, mi che pare casa. quel 22 andavo, Avevo i compagnie. giorno luglio a del A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA 2002, io di telefonava però di lì ci lì ho detto uscivo, basta… facevo ho iniziato a Sì, quello farmi d’accordo, che una ho mia quando sempre fatto; vita. Lei lo ha capito; lo ha capito ed ecco perché era più presente. Io credo, almeno. PUBBLICO MINISTERO – Ho capito. Non ho altre domande. DIFESA – AVV. CONCETTI DOMANDA - Buongiorno. Qual è il suo lavoro? RISPOSTA - Io faccio il Vigile Urbano dal 1983. DOMANDA - In che settore lavora? RISPOSTA - Ho anni, lavorato fino in tanti all’altro settori. anno Ho lavorato per le sette notifiche di codesto Tribunale e della Procura. DOMANDA - E adesso? RISPOSTA - Adesso, sono dopo all’ufficio case, sentivo che la personalità: mia un quel anno dove lavoro e ho era più insomma, tre mesi chiesto consono aiutare la di aspettativa, di andare perché a quella che gente per è avere la casa. DOMANDA - La rilevanza di queste domande? RISPOSTA - Per capire anche la personalità di (fuori microfono). GIUDICE - Ma è emersa dalla memoria…, è più che emersa. Forza, facciamo domande relative ai fatti, ma che abbiamo rilevanza. DOMANDA - Senta, avrebbe come Animaviva. iniziato dice in particolare a molestare querela, che A proposito la nel dell’imputazione, signora 2001; vorrebbe c’è Boscarolo, un almeno episodio raccontare, che in è in contraddizione con quello scritto? RISPOSTA - Sì. DOMANDA - Episodio significativo da dire al Magistrato; non mille episodi. Uno. RISPOSTA - No, uno solo infatti. Allora, era esattamente il 20 di agosto del 2001. Era il 19 di agosto, mi correggo. 356 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Io mi trovavo a casa, e la signora Boscarolo mi ha telefonato ed era al mare, con una sua amica, una certa Peppiniella Pochino. Erano giorni; a lei state mi prenderci tu al mare telefonò al e mare?”, una mi settimana, disse: perché erano dieci “Senti, andate vieni col treno. Io ho detto: “Sì, sì, vi vengo a prendervi. Allora vengo domenica a prendervi”. Invece poi sono partito la sera prima per non dovermi fare il viaggio con tutta la coda della domenica,e mi sono fermato a dormire in questo hotel, che si chiama è “Albergo l’allegato che voglio questo Stinatrie”. 76. Ecco, raccontare racconto. l’altro è delle prestata; siccome mio carrozziere amico già quello che perché si Mentre una Ho tornavamo tante c’è di con la una l’allegato: particolare capisca la macchine (inc.)…; è prodotto che che me vero macchina…, mi macchina Y: è è tra stata di ne e questo sono accorto, perché dalle foto che ho presentato, c’è una foto che si vede uno sportello della macchina. GIUDICE - Deve proprio sintetizzare tantissimo, eh? RISPOSTA - Beh, Ci siamo fermati macchina mettere comunque diceva perché volevo a Samone: che questa era troppo farle qua vedere, è signor Samone, maglietta attillata. Giudice. perché non la Tanto lei in voleva più vero che è questa maglietta ce l’ho qua. GIUDICE - Va bene. Quindi, racconta l’episodio in cui siete usciti insieme… RISPOSTA - C’è questa maglietta che mi ha regalato, perché diceva che lei non la metteva più. GIUDICE - Va beh. Francamente tutto questo ha memoria in eccessivo. Forza, bene contesto: il reso una credo che sia cui mi ha sembra spiegato sufficiente. Altre domande, avvocato? DOMANDA - Sì, ce ne ho poche. Qual è l’ultimo giorno che lei ha visto e ha parlato con la signora Boscarolo, dopo che 357 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA l’ha denunciata? La denuncia è stata del maggio 2005, se non sbaglio. RISPOSTA - Esattamente il giorno non lo so. Però ricordo bene, invece, siamo il 23 salutati avvicinarmi salutata; venuta in una guanto. dicembre a poi in per lei. il E’ cane cane un è è in siamo anzi, che è salito venuta guanto, salita Ci Natale; Il macchina, mano 2005. io in da e cane teneva le ha l’ha lei macchina: mano ci volevo lei, macchina, la nell’altra il non andato dentro macchina, incontrati, è teneva l’altro rubato il guanto e m’ha detto: “Ti regalo i guanti per Nerina”. Ecco qua i guanti. DOMANDA - Quindi questo, successivamente alla denuncia? RISPOSTA - Successivamente alla denuncia, sì. DOMANDA - Allora, due sole domande. Quando è stata l’ultima volta a Erichi? RISPOSTA - Erichi. DOMANDA - In tutto questo tempo quante volte è andato a vado a Erichi? RISPOSTA - trovare Decine mia e decine: zia, che tutte abita a le settimane Erichi; ho un io collega, ho mia cugina. DOMANDA - Va anche al mercato di Erichi? RISPOSTA - Sì, tutte le settimane. DOMANDA - Sa, il problema è che siccome lei abita vicino ad un mercato, come mai…? RISPOSTA è - che Lo so. Infatti io, signor Giudice mi permetto: non faccio sempre acquisti a Erichi, però io ho tutti i biglietti, di tutte le cose che faccio. Questi sono tutti gli acquisti che ho fatto dal 2005 ad arrivare al 18/10/2008. DOMANDA - Cioè gli scontrini fiscali del mercato di Erichi? RISPOSTA - Tutti gli scontrini!. Non solo del mercato, dei negozi dove vado a comperare a Erichi; non del mercato, perché… 358 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA DOMANDA - Perché li chi c’è, la zia, i parenti? RISPOSTA - Mi del scusi, pollo; ma quello, al lo mercato scontrino vado a fiscale comperare non me lo da mai, altrimenti l’avrei messo…... DOMANDA - Va bene. A Costa…, c’è andato anche? RISPOSTA - Sì. Sono quest’anno: andato sono l’ultima andato a volta il comperare 04/10 dei di generi alimentari da una parente di questo mio collega. DOMANDA - Perché è lì che abita la signora Boscarolo? RISPOSTA - Sì. me ne Sono sono andato quell’episodio signora alle andato mi lì, a la una dal devo comperare fare c’è conosce ginocchia, a mia cosa ’96, rifarmi e degli passeggiata; che mi alimentari, voglio ha operare”. Io le però, dire. detto: poi Questa “Ho ho di male dato il Non le numero del Dottor Riferi… GIUDICE - Sì, ma queste ripetiamo, eh? L’istruttoria è cose qua Concluso? più che già Sì completa. posto. Grazie. TRIBUNALE DI TORTORINO Ia SEZIONE MONOCRATICA 359 sono emerse. può Può accomodare. ritornare al suo A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA L’arringa finale. Come avrete constatato dalla lettura della trascrizione dell’udienza, la mia deposizione fu alquanto breve e concitata. Una ventina di minuti in tutto. Il Giudice non mi permise di presentare tutta la mia “mercanzia”né di leggere le dichiarazioni spontanee che avevo preparato. Considerate il fatto non trascurabile che era già passata l’ora di pranzo da un bel pezzo. Tutto sommato mi pareva comunque che fosse filato tutto liscio, come mi sarei mai aspettato. Con gli avvocati ero rimasto d’accordo che se il Giudice non mi avesse dato l’opportunità di leggere le mie dichiarazioni le avrei chiesto di assumerle agli atti. Me ne dimenticai, nella fretta di alzarmi da quella sedia che non era diventata “troppo calda”, ma che avrebbe potuto, era un mio presentimento, diventare rovente, se avessi soltanto un “pochino” contrariato il Magistrato o ritardata la pausa del pranzo. A questo punto il Giudice invitò i miei difensori alle conclusioni finali. Teo Dal Ponte si alzò con la maestosità e la lentezza della sua veneranda età. L’avvocato De Concetti con la mano sinistra diede una veloce “aggiustata” alla toga del collega. Nello stesso istante in cui aveva terminato l’atto di alzarsi dalla sedia l’avvocato Dal Ponte iniziò la sua arringa. Quello che mi colpì subito fu il tono delle sue parole. Più che il tono, direi il volume. La sua voce era quasi un sussurro, io che gli ero accanto facevo fatica a comprendere tutte le parole che, come un fiume in piena, stavano uscendo dalla sua bocca. Se fossimo stati in un altro luogo gli avrei detto: “volume!”. Ma poi capii. Quel volume era stato scelto dall’avvocato per far sì che l’attenzione del Giudice fosse rivolta esclusivamente a quello 360 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA che egli stava dicendo, tant’è vero che questi alzò lo sguardo e lo diresse verso l’avvocato. In quel tono sommesso l’avvocato stava dicendo che secondo il suo parere le vicende intercorse tra Arianna e il sottoscritto erano fatti di natura privata e che questi avrebbero dovuto rimanere tali. All’improvviso nel fiume di parole che io ho sintetizzato miseramente, l’avvocato Dal Ponte si interruppe (volutamente) come se gli mancassero le parole per proseguire. Nell’aula c’era un silenzio tale che potevo sentire il mio cuore battere e l’aria entrare e uscire dalle narici del mio naso. All’improvviso Dal Ponte riprese il suo eloquio. Poco prima il volume della sua voce era basso, ora invece aveva una sonorità inaspettata. L’avvocato, come ponesse una domanda al Giudice e al P.M. disse: “Ma lo sapete quante volte ho accolto nel mio studio il signor Animaviva che veniva a raccontarmi un pezzo di questa dolorosa storia? L’ho ascoltato come un padre che ascolta il proprio figlio, un figlio che esterna il suo tormento. Sino a quel momento ero rimasto impassibile, sul mio viso anche il miglior investigatore non avrebbe trovato una smorfia o un atteggiamento che facesse intendere cosa stavo meditando. Quando l’avvocato disse questa frase ai convenuti, dovetti reprimere le lacrime che stavano per schizzare dai miei occhi. Era vero ciò che stava dicendo il mio caro amico Teo, erano decine e decine le volte che senza neanche avere un appuntamento passai nel suo studio per esprimergli la mia angoscia, la mia pena nel vedere trasformato il mio amore per Arianna in un volgare “spettacolo” di dubbio gusto. Come se l’avvocato avesse acceso un amplificatore da 1000 Watt o come un tuono fosse esploso nell’aula egli continuò rivolto al P.M.: “Ma non ero io quello che doveva “sentire” le ragioni del signor Animaviva, “era il Pubblico Ministero che doveva sentirlo!!!” 361 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Quest’ultima frase fu declamata con tale dirompenza che io immaginai l’avvocato avesse premuto il tasto di un invisibile equalizzatore impostato sui toni travolgenti da concerto in uno stadio. Io non sapevo assolutamente cosa egli avrebbe detto, nulla mi era stato anticipato… Era come se l’avvocato mi avesse letto nel pensiero, mille volte avrei voluto andare in Procura dal P.M. la dottoressa Copatu o dagli altri P.M. che la sostituirono a urlare il mio diritto di difesa, finalmente ora, anche se non dalle mie labbra, era uscito con il tono adeguato, tutto il disdegno per l’aver agito nei miei confronti con estrema scorrettezza. L’avvocato tornando ad un volume apparentemente normale proseguì: ” Lei sa signor Giudice quanto io sia amico dei P.M. e anche dei Giudici ma dovevo dirlo, Animaviva non è mai stato mai sentito”. Di nuovo ci fu un lungo istante di silenzio. Il Giudice ed il P.M. guardavano attenti l’avvocato, non credo si aspettassero una così solenne e violenta mazzata dall’attempato, ma energico dotto in giurisprudenza. Con una sbalorditiva tranquillità egli riprese la mia difesa rivolto al Magistrato e come se non si fosse mai interrotto disse: “D’altronde in questa vicenda da parte dell’Animaviva non c’è mai stata alcuna volgarità”. Finì di pronunciare questa frase, poi tra l’ancora essere eretto e l’atto di sedersi, così come fosse una ingiunzione perentoria disse: “ Lo assolva! “ Così terminò la sua arringa. Ricordate quando vi fu raccontai della scelta dei testi da parte del Giudice e che quando disse i nomi il mio umore si “assestò” sull’azzurro intenso con sprazzi di raggi di sole?? 362 A.A.A. CERCASI DONNA BASTARDA PERCHE’ DI RAZZA L’HO GIA’ AVUTA Ora, anche se non sapevo ancora come sarebbe finita, il mio umore tradotto in sensazioni e colore era un turbinio di tinte sature di energia e splendore. Pensai alle allucinazioni di Arianna, il suo vedere la Madonna che le andava incontro o Gesù sulla croce che si muoveva e allora io empio e carico di gelosia mi creai lì per lì la mia allucinazione personale, così vidi all’istante svolazzare nell’aula un unico pennuto, una vivace cinciallegra che cinguettando con grande fracasso andò a posarsi sulla bilancia della giustizia e con il suo peso portò i due piatti, che sino a poco prima erano ingiustamente e fastidiosamente in dislivello, alla stessa altezza. Ma la mia non era una allucinazione, il “volatile” canterino stava lì davanti a me e con il suo “gorgheggio” aveva veramente ristabilito una accettabile e verosimile equità, assente ingiustificata nell’arena, “santuario”, del Diritto e della moralità. Il round finale ebbe così termine anche se io non avevo sentito l’immancabile gong! Il Giudice non si ritirò per deliberare, come pensavo avrebbe fatto, ma restò lì e di fronte a noi prese a scrivere quello che in gergo viene chiamato il dispositivo della sentenza. Mentre il Giudice scriveva, rimisi la ex pelliccia di Arianna nel sacchetto, cercando questa volta di fare meno rumore possibile. Presi i documenti che avevo appoggiato sul banco e con lentezza da moviola li infilai nella borsa. Il Giudice aveva ultimato il dispositivo e stava per darne lettura, mi alzai e trattenendo il respiro attesi la sentenza. CONTINUA……… 363