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Vi lasciate o mi lasciate?

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Vi lasciate o mi lasciate?
Indice
Prefazione (Fulvio Scaparro)
PRIMA
PARTE
9
Lasciarsi ma non lasciarli
Cosa i genitori devono sapere per aiutare
i figli ad affrontare la loro separazione
Cooperare nella separazione: una fatica possibile
17
I figli sono spettatori
18
L’importanza di poter prevedere il futuro
19
Le emozioni associate alle parole non dette
20
Le emozioni in gioco
22
Le regole d’oro per aiutare un figlio a capire che vi lasciate
ma non lo lasciate
26
SECONDA
PARTE
I dolori di Nina
Perché e come usare il DVD per preparare
o spiegare la vostra separazione a un figlio
I dolori di Nina: uno strumento utile
35
PRIMA SEQUENZA
SECONDA SEQUENZA
TERZA SEQUENZA
QUARTA SEQUENZA
37
43
49
55
A casa di Nina
La lettera di Nina
La canzone dei dolori di un bambino
Amici e persone che sanno aiutare i bambini
Come è andata a finire?
59
TERZA
PARTE
Un percorso con giochi e filastrocche
Giocare per parlare
67
PRIMO PERCORSO Riconoscere e gestire la rabbia di un bambino
SECONDO PERCORSO L’importanza della rassicurazione
TERZO PERCORSO Una storia d’amore ha sempre un inizio
e può avere anche una fine
QUARTO PERCORSO La continuità delle piccole cose
QUINTO PERCORSO Poter raccontare la tristezza
SESTO PERCORSO Mamma e papà continueranno ad aiutarsi
nel loro ruolo di genitori… anche a distanza
69
73
76
79
82
87
Appendice
91
Bibliografia
95
Prefazione
«Le cose serie vanno affrontate con leggerezza. Quelle di
poco conto con serietà» sosteneva secoli fa Yamamoto Tsunetomo. È piacevolmente sorprendente la capacità di Alberto
Pellai e Barbara Tamborini di trattare un argomento tanto serio
quanto le reazioni dei figli alla separazione dei genitori, con
tono lieve e amichevole senza mai cadere nella superficialità e
nella banalità consolatoria.
Non dubito che la separazione sia spesso una dura necessità, dolorosa per genitori e figli, ma dobbiamo riflettere sulla
diversità del dolore degli adulti rispetto a quello dei figli. Per i
primi si tratta del fallimento di un progetto di convivenza, un
progetto che ha aspetti affettivi e patrimoniali, un progetto di
collaborazione per crescere insieme; per i figli invece c’è molto
di questo ma anche un attacco diretto alla propria sicurezza
esistenziale, la messa in discussione di un bisogno/diritto di
contare sugli adulti che la nostra specie ha iscritto profondamente in ciascuno di noi da milioni di anni.
Questo bisogno/diritto non è minacciato soltanto dalla
separazione tra genitori, ma anche dalle guerre tra genitori non
separati. Occorre dire, dunque, che non è tanto la separazione
che può provocare gravi danni nei figli quanto le modalità di
questa separazione e lo stato dei rapporti tra i genitori. Per
questo è bene chiedersi non solo quali rischi corrano i figli dei
genitori separati, ma anche quali rischi corra ogni bambino
9
o bambina, ogni ragazzo o ragazza, quando i due genitori,
separati o meno, sono in guerra, calda o fredda che sia. Non è
forse vero che corrono meno rischi i figli dei genitori separati
che continuano a restare in contatto non bellicoso per aiutare i
loro bambini a crescere dei figli di genitori non separati costretti
ad assistere ogni giorno alle conseguenze dell’assenza di amore
nella loro casa?
In realtà aveva ragione il pediatra e psicoanalista Donald
Winnicott quando affermava che i bambini esistono con il
loro ambiente e in una rete di relazioni vitali. Per loro, l’interesse superiore è la salvaguardia, nei limiti del possibile, delle
componenti positive dei legami e delle relazioni che hanno
caratterizzato la loro nascita e la loro crescita. I genitori, conviventi o separati, hanno un compito che da solo basta a dare
senso a una vita: dimostrare con l’esempio che anche se non
si va d’accordo, anche se la convivenza tra gli adulti non è più
pensabile, è possibile mantenere un impegno comune per aiutare
i figli a entrare nel mondo contando sul sostegno, sulla guida e
sull’affetto di padre e madre.
Nei momenti di crisi nella vita dei bambini, quando cioè
si prospetta realisticamente la minaccia di una separazione da
ciò che è loro più caro, per malattia, gravi conflitti familiari,
guerre o calamità, occorre prestare la massima attenzione
nell’evitare separazioni gratuite e tagli bruschi di relazioni vitali,
se non dettati da assoluta necessità. Quando parlo di attacchi
gratuiti alle relazioni del bambino, ai suoi legami, alle sue radici, intendo riferirmi non soltanto al distacco dai familiari o
dal precedente ambiente di vita, ma anche al modo in cui ci si
rivolge al bambino, all’ignoranza delle più elementari nozioni
di psicologia dell’età evolutiva, al disprezzo o all’indifferenza
per le condizioni dell’ambiente d’origine del bambino, in poche
parole alla mancanza di rispetto per le particolarissime esigenze
della sua età e dello stato di crisi in cui si trova.
10
Per tutto questo, genitori e figli non dovrebbero essere
lasciati soli in una fase tanto difficile dell’esistenza. È dalla
buona qualità della relazione che si riuscirà a stabilire con loro
che possono derivare risultati di grande utilità non soltanto
per i singoli ma per l’intera collettività, in termini di pacificazione delle relazioni sociali e di fiducia nelle risorse personali
e comunitarie. I genitori in difficoltà chiedono esplicitamente
o implicitamente di ritrovare fiducia e speranza, in un periodo
in cui i loro conflitti si radicalizzano e la battaglia tra le parti
diviene sempre più dura, rischiando di compromettere gravemente i rapporti tra di loro e con i figli. Sappiamo che un
atteggiamento amichevole, un linguaggio semplice e chiaro,
disponibilità, competenza professionale e vicinanza umana
possono rendere risolvibili molte crisi attraverso un’approfondita
opera di chiarimento e di sostegno.
È quello che Alberto Pellai e Barbara Tamborini sono riusciti a fare affrontando la difficile impresa di dare una mano
ai genitori proprio in una delle fasi più cariche di sofferenza
della separazione: la comunicazione ai figli della decisione di
non vivere più tutti insieme sotto lo stesso tetto.
Non è facile trattare un tema delicato con tanta delicatezza.
Ve lo posso assicurare come mediatore familiare, una figura
professionale di cui non c’è traccia nell’universo fantastico
creato dagli autori ma che, mi auguro, nelle successive edizioni possa trovare un posto tra i personaggi benevoli e, si spera,
competenti, che aiutano genitori e figli a superare le traversie
della separazione.
Da molti anni sono testimone del fatto che padri e madri,
spesso divisi da insanabili contrasti di natura sentimentale e
patrimoniale, delusi, aggressivi e rancorosi per come è finito
il loro progetto di convivenza, provano la medesima angoscia
al pensiero delle reazioni dei figli alla comunicazione della
separazione dei genitori. Entrambi sanno bene che quella co11
municazione, anche se da tempo prevista e temuta, non può
che destare una tempesta di emozioni alle quali figli e figlie
reagiranno in modi molto personali e non sempre prevedibili
a tavolino: silenzio e chiusura in se stessi, aggressività, pianto,
inviti accorati a ripensarci, tutta la gamma, insomma, delle
reazioni umane a una brutta notizia. Chiedono e si chiedono:
«Cosa dire?», «Come, quando e dove?», «A chi spetta parlare
con i nostri figli: a me, a te, a tutti e due insieme?».
Ci sono tanti modi per aiutare i genitori in queste circostanze. Si può farli riflettere sul fatto che la comunicazione
dell’intenzione di separarsi va fatta per quanto possibile insieme, usando parole semplici, adeguate all’età dei figli, quando
si sentiranno sicuri della loro decisione e pronti a parlarne con
sufficiente serenità e senza menzogne. È con questa comunicazione che iniziano a rassicurare nel concreto i figli che con
la separazione non stanno perdendo i genitori. Sta comunque
ai fatti, non alle parole, dare loro la certezza. Si può consigliare di dare la possibilità ai figli di esprimere la loro sofferenza
aiutandoli, ancora una volta, più con i fatti che con le parole,
dimostrandosi disponibili a parlare con loro ogni volta che lo
richiederanno. Se parlano poco o non fanno domande o non
reagiscono, non illudiamoci che «chi tace acconsente». Occorre,
comunque, prepararsi a rispondere ai loro eventuali «perché» in
ogni momento, senza sentirsi sollevati perché i figli non hanno
posto domande. Diremo infine ai genitori che i figli vanno rassicurati con i fatti che la decisione di mamma e papà di vivere
separati non cambia i sentimenti e l’impegno a collaborare alla
loro crescita stando entrambi vicini a loro.
Pellai e Tamborini propongono una strada diversa e molto efficace: un avventuroso viaggio dei genitori nel mondo
dell’infanzia per recuperarne le emozioni e comunicare con
i figli non soltanto con le parole ma, come dicono gli autori,
con tutto il resto, cioè con il non verbale, disegni, canzoni,
12
giochi, filastrocche, attività di ogni genere. Il libro e il DVD
che l’accompagna sono attraversati da una notevole sensibilità
in tema di psicologia infantile e da una grande benevolenza e
comprensione nei confronti dei genitori in difficoltà.
Consiglio vivamente la lettura di Vi lasciate o mi lasciate?
non solo ai genitori in separazione e a coloro che si occupano
professionalmente dei conflitti familiari, ma anche a chi, a vario
titolo, è interessato a conoscere come si entra in comunicazione
con i bambini nei momenti più difficoltosi della loro esistenza.
Chi conosce l’importanza del gioco sa bene che è un’attività
benefica per i bambini. Ma anche gli adulti dovrebbero tenere a
mente che non c’è saggezza senza la sapienza del gioco. E poiché
la vera saggezza non è mai avara, in questo libro troverete, con
il tono lieve che si addice a chi vuole aiutare e non spaventare,
una profusione di riflessioni, suggerimenti e spunti per la pratica,
trattati con la dovuta leggerezza, utili alla pacificazione delle
relazioni familiari e sociali.
Fulvio Scaparro
Direttore scientifico
Associazione GeA, Genitori Ancòra1
1
L’Associazione GeA-Genitori Ancòra è nata nel 1987, prima associazione italiana
per la formazione alla mediazione familiare. Il mediatore aiuta padri e madri separati
o in corso di separazione a ristabilire la comunicazione interrotta dal conflitto in
atto, a prevenire il danno provocato nei figli dall’ostilità tra i genitori, a mantenere
anche dopo la separazione la comune responsabilità genitoriale. Obiettivo comune
è il raggiungimento di accordi condivisi che consentano ai figli di poter contare
sempre sul sostegno e sull’affetto gratuito dei loro genitori anche se separati. Il
sito dell’Associazione è www.associazionegea.it.
13
I dolori di Nina:
perché e come usare il DVD
I dolori di Nina: uno strumento utile
Proprio come voi genitori, anche i vostri figli si mostrano
stressati e confusi, tristi e frustrati, quando in famiglia si prospetta la possibilità della separazione di papà e mamma. Aiutare
un bambino in una situazione così complessa significa sapere
cosa dirgli rispetto a ciò che succederà e soprattutto mantenere
una relazione civile e rispettosa con il partner da cui ci si vuole
separare. Solo in questo modo i bambini si sentiranno autorizzati e in grado di comunicare le proprie emozioni, il senso
di lutto e perdita che la separazione dei genitori comporta per
loro, e avranno modo, attraversando la tempesta emotiva che
li aspetta, di uscirne come persone più forti e resilienti.
Queste pagine vi accompagneranno nella visione della
puntata della Melevisione dal titolo I dolori di Nina, che trovate
nel DVD allegato a questo libro. Vi consigliamo di guardare la
trasmissione sul DVD, sequenza per sequenza. Prima o subito
dopo aver visionato una sequenza, leggete insieme, adulti e
bambini, le pagine relative.
Tutte le parole e le attività proposte in questa seconda parte
vi aiuteranno a comprendere cosa sta succedendo a Nina e alle
sue sorelle e vi forniranno pensieri e idee per capire meglio le
emozioni della protagonista. Allo stesso tempo, comprendere
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quello che sta succedendo a Nina sarà di grande aiuto per realizzare tutto ciò che sta accadendo a voi, nella vostra famiglia.
Per questo motivo è importante non lasciare i bambini da soli
quando vedranno il DVD e fare insieme a loro ciò che viene
proposto nelle schede pratiche.
• La prima sequenza è abbinata alle pagine 37-42 di questa
sezione.
• La seconda sequenza è abbinata alle pagine 43-48 di questa
sezione.
• La terza sequenza è abbinata alle pagine 49-54 di questa
sezione.
• La quarta sequenza è abbinata alle pagine 55-58 di questa
sezione.
36
EN
SEQU
A
TERZ
ZA
La canzone dei dolori
di un bambino
I
nsomma, a casa di Nina la situazione si è davvero complicata!
Mamma e papà si vogliono separare, le due sorelle gemelle
saranno costrette dai loro genitori a non vivere più insieme,
Nina è molto arrabbiata e sta meditando una fuga notturna.
Ci sono così tante persone in difficoltà e così tante persone arrabbiate, tristi, indecise sul da farsi che non si sa proprio come
fare ad aiutarle. Forse però quelle più nei pasticci sono le sorelle
gemelle di Nina. Tutto sta succedendo a loro insaputa, mamma
e papà se le dividono e se le contendono. Chissà quanto dolore
c’è nel loro cuore!
49
ATTIVITÀ 2.7
SI PUO’ DISEGNARE IL DOLORE?
Ascoltate con attenzione la canzone «I dolori dei bambini»
contenuta nella terza sequenza dell’episodio della Melevisione
e nei contenuti speciali. Poi, immaginate quali dolori potrebbero
avere nel cuore in questo momento le sorelle di Nina.
Dopo averci pensato un po’, fate un disegno in cui provate
a rappresentare il loro dolore. Lo so, non è una cosa facile disegnare il dolore di qualcuno, ma potete inventare qualsiasi cosa
per raccontarlo con colori e pennarelli. Provo a darvi qualche
idea: se è un dolore davvero pieno di cose brutte, potrebbe
diventare come i lampi e i tuoni di un temporale; se invece è
un dolore fatto di tristezza e malinconia, potrebbe assomigliare
a un tramonto sul mare; se infine è un dolore pieno di rabbia,
potrebbe essere rosso e infuocato come un vulcano in eruzione.
Potreste anche raccontarlo scegliendo un animale che lo rappresenti. Io vi ho dato un po’ di idee, adesso tocca a voi!
• Disegnate in questo box come e’ fatto secondo voi il
dolore delle sorelle di Nina.
50
ATTIVITÀ 2.10
I NOSTRI SACCHI PER IL VIAGGIO
DELLA SEPARAZIONE
Il personaggio di Nina vi offre la possibilità di approfondire
il tema del viaggio sotto tanti punti di vista.
Nina, di fronte alle paure e alle preoccupazioni scatenate
dalla decisione della separazione di mamma e papà, decide
di mettersi in viaggio e organizza una fuga, in cui trascinerà
anche le sorelle per preservarle dalle pessime decisioni dei
suoi genitori.
Nina però non è in grado di controllare e prevedere tutti gli
imprevisti che potrebbero succedere: la fuga avverrà di notte,
i pericoli potrebbero essere molti.
Ecco perché è importante lasciarsi guidare dalle persone di
cui ci si fida, come Principe Giglio, Principessa Odessa oppure
Ronfo.
Ora provate insieme a decidere cosa vorreste mettere nel
vostro sacco, cosa avreste bisogno di portare con voi, per affrontare questo percorso imprevedibile.
Nella pagina successiva trovate due sacchi: uno del genitore e uno del figlio. Cosa vorreste mettere dentro al sacco
che vi accompagnerà nel viaggio della separazione? Valgono
sia cose concrete (ad esempio: ovunque andrò porterò sempre
la fotografia con me e te sulle montagne russe di Gardaland)
oppure astratte, legate a emozioni e sentimenti (ad esempio:
ovunque andrò porterò sempre con me la voglia di fare almeno
tre telefonate al giorno al mio bambino, nelle giornate in cui
non potrò essere con lui).
53
GENITORE
FIGLIO
54
Giocare per parlare
Molti dei temi che abbiamo approfondito nella precedente
parte del volume vengono ora toccati in modo leggero ma profondo da un percorso a base di filastrocche. La filastrocca ha il grande
vantaggio di muoversi in modo lieve e con un ritmo musicale su
temi che invece solitamente vedono gli adulti utilizzare paroloni
pronunciati con voce seria e toni pesanti. Una filastrocca non è un
modo per banalizzare un tema, bensì costituisce una possibilità
per affrontarlo mettendosi «ad altezza di bambino» e sfruttando
le infinite opportunità offerte dalle parole in rima per toccare il
mondo dei pensieri e delle emozioni.
Ognuna delle filastrocche qui proposte vi offre la possibilità di discutere le sequele emotive e alcuni elementi concreti
toccati dalla separazione di mamma e papà all’interno della
vita di un figlio (il continuo cambiare casa, il richiedere molti
regali quale aspetto rivendicativo e compensativo per il disagio
subìto, ecc.).
Ogni filastrocca viene presentata con un breve testo introduttivo per i genitori, in modo che sappiano come usarla quando la
propongono ai loro bambini. Quindi, prima leggete la pagina che
prepara alla lettura della filastrocca, poi condividete la filastrocca
con vostro figlio. A seguire, potete proporgli le domande che vi
vengono suggerite, il cui scopo è aiutarvi a parlare con lui di una
cosa difficile, evitando perciò di lasciare nel «non detto» aspetti
che potrebbero in futuro mandarlo in crisi.
67
SO
PERCOR
O
D
N
SECO
L’importanza della
rassicurazione
Quando mamma e papà si lasciano, la vita di un bambino viene sconvolta da grandi cambiamenti e l’emozione che
maggiormente si fa strada nel suo mondo emotivo è la paura.
Paura perché si perde una serie di sicurezze e certezze e si entra
in un territorio affollato da eventi imprevedibili e impossibili
da conoscere a priori.
«Che ne sarà di me?» si chiede un figlio di fronte a una
mamma e a un papà che decidono di lasciarsi, ma naturalmente
non vogliono lasciarlo.
Pranzi e cene, vacanze e compleanni, pagelle e malattie,
Natali e corsi di nuoto: niente più potrà essere esattamente
come prima. Ma, trovando una buona intesa e alleanza, se
anche nulla sarà più esattamente come prima, almeno si potrà
proseguire a mantenere elementi di continuità tra ciò che era
prima e ciò che è ora.
È bene che un bambino impari a prevedere che ciò che
sarà non potrà più essere identico a ciò che è stato, ma potrà
per molti aspetti essere assai simile.
Allora impegnatevi insieme a disegnare una mappa virtuale
in cui tracciare i percorsi di continuità e quelli di cambiamento. Ad esempio: «Cambierà la camera da letto in alcuni giorni
della settimana, ma non il mio pupazzo preferito perché potrò
spostarlo da una casa all’altra». O ancora: «Cambierà chi mi
accompagna a scuola in alcuni giorni della settimana, ma non
la mia maestra e i miei compagni».
Potete fare questo gioco per un milione di cose della quotidianità e più vi eserciterete nella scoperta di elementi di diffe73
renza e di continuità, più il vostro bambino si sentirà rassicurato
dal fatto che i molti cambiamenti ai quali dovrà far fronte non
saranno in grado di modificare ciò che per lui è necessario e
importante: l’amore della sua mamma e del suo papà.
È questo il significato della filastrocca: «Per te ci saranno»,
che potete leggere e rileggere insieme e che potete far seguire
(o anticipare) dal gioco «Cosa succederà?».
ATTIVITÀ 3.2
COSA SUCCEDERA’?
Prendete due dadi e lanciateli per terra. A seconda del numero che esce, il genitore e il bambino a turno racconteranno
cosa cambierà e cosa invece rimarrà sempre uguale di ciascuna
voce prevista nella lista di cose qui sotto, che continueranno
a verificarsi anche dopo la separazione di mamma e papà.
Questo gioco aiuta il bambino a immaginare e prefigurare i
cambiamenti, ma anche a inserirli in una prospettiva di continuità, permettendogli di discutere con mamma e papà quale
ruolo giocheranno nei processi decisionali e nelle cose concrete
di tutti i giorni.
Temi da affrontare
1 = Nessun tema perché i due dadi non vi daranno mai questo
valore.
2 = Il risveglio del mattino: come avverrà dopo che mamma
e papà si saranno separati?
3 = La colazione: chi la preparerà? Potrò continuare a scegliere
cosa mangiare al mattino?
4 = Andare a scuola al mattino: come? Con chi?
5 = Tornare a casa da scuola: come? Con chi?
6 = Fare i compiti: chi mi aiuterà se ho bisogno di aiuto? Chi
verificherà che tutto sia a posto? Chi verificherà se ho
studiato in modo adeguato la lezione?
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7 = Frequentare un corso sportivo/andare a catechismo/
frequentare gli scout/ecc.: cosa cambierà rispetto alle
abitudini che sono state valide fino a oggi?
8 = Guardare la televisione: chi stabilirà le regole e cosa
potrò guardare? Un programma che non posso guardare con la mamma, lo potrò guardare quando sono dal
papà?
9 = Cosa si mangia a pranzo e a cena: chi mi farà da mangiare
quando sarò da papà (o viceversa) che non sa cucinare
tanto bene? Potrò scegliere anch’io qualcosa del menu?
Continueremo ad andare qualche volta in pizzeria o al
ristorante, anche se non siamo più tutti insieme?
10 = Come farò a decidere che vestiti indosserò il giorno seguente?
11 = Dove andrò in vacanza e con chi?
12 = Come festeggerò la mia prossima festa di compleanno?
E, più in generale, anche se non ci sarà una festa, come
potrò invitare a giocare i miei amici? In quale casa potrò
farli venire?
FILASTROCCA
Per te ci saranno
Per te ci saranno sorprese e risate,
tuffi in piscina e, in montagna, scalate,
storie e racconti intorno a un falò,
tesori in solaio e un gigante robot,
gite nel bosco, tornei di pallone,
un sabato insieme a guardare un cartone,
un giro in giostra sull’ottovolante,
aeroplani di carta, un aquilone gigante,
In questo momento in cui tutto vacilla
una convinzione nel cuore ci brilla:
anche se mamma non sta insieme a papà,
a te nostro figlio niente mai mancherà.
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Fly UP