" Dalla conservazione alle conserve.. i consigli nonna Ninà"
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" Dalla conservazione alle conserve.. i consigli nonna Ninà"
" Dalla conservazione alle conserve.. i consigli nonna Ninà" Premessa L’uomo innovativi, in entrambi i casi il ruolo principe è rappresentato dagli ortaggi e dalla frutta di stagione. sin dalla sua creazione, dopo aver imparato a cacciare, ha avvertito la necessità di conservare il cibo. Infatti ha dovuto “ingegnarsi” per contrastare le intemperie, le epidemie, le carestie, imparando a stipare e conservare i prodotti che coltivava e quelli che cacciava. Analizzando le diverse epoche storiche si evidenziano i molteplici modi di conservazione delle merci: salatura, essiccatura, etc. Questa piccola guida o ricettario vuole contribuire a riappropriarsi delle proprie tradizioni. L’estate per le “massaie” ha sempre rappresentato il momento in cui conservare i prodotti dell’orto per la stagione invernale. La stagione dove preparare confetture, marmellate, sottoaceti etc. Alcune delle ricette seguono la preparazione tradizionale delle nonne altre invece si possono realizzare con l’ausilio di strumenti Alla fine di questo libretto è possibile anche trovare delle schede sintetiche su alcuni ortaggi ed alcuni suggerimenti per far avvicinare i più giovani alla frutta ed alla verdura. Come oltre il loro coinvolgimento nella preparazione delle ricette, anche realizzando sul balcone, terrazzo o terreno un piccolo orto con cui divertirsi imparando la stagionalità dei prodotti. I diversi metodi conservazione nelle storia di I greci introdussero l'uso dell'olio e dell'aceto, ritenuto curativo. Per attenuare o esaltare i sapori usavano aromi e miele, mentre facevano capolino alcune spezie, provenienti dal Medio Oriente e dall'Africa. tra i cereali spiccava l'uso dell'orzo, quasi sempre bollito, ma con il passare del tempo la coltivazione del frumento portò alla produzione del pane a pasta lievitata. Due le caratteristiche principali, invece, nelle preparazioni dei Romani: l'introduzione delle salse, che avevano il compito di "coprire" il gusto dei cibi mal conservati, ma che in seguito divennero elementi distintivi delle ricette, e la cottura dei pesci che venivano, infatti, bolliti prima di essere fritti o arrostiti. Lentamente il pane sostituì le polente di cereali. Dal pane alla pasticceria, anche se primitiva, il passo fu breve: bastò aggiungere miele, uvetta e noci e nocciole. I Romani impararono le tecniche della conservazione delle carni e della produzione dei salumi, che poichè erano lavorati con il sale e le spezie, beni preziosi, erano una vera prelibatezza. Ostriche e aragoste erano i più apprezzati tra i prodotti ittici. E, a proposito di salse, una squisitezza che compare in tutti i trattati di cucina era il garum o liquamen. Era un condimento ricavato da interiora di pesce impastate con sale e con erbe odorose. Il Medioevo è il periodo dei pasti a base dei pochi cereali che i barbari non saccheggiavano, delle verdure provenienti da un piccolo orto. in questo periodo le polente dei romani si sostituirono con zuppe di legumi e cereali. Dopo il 1000 arrivano nuove coltivazioni che sono le basi dei successivi cambiamenti: la canna di zucchero e il riso, entrambi giunti in Italia grazie agli arabi. Nel Medioevo si incomincia a produrre il burro e il formaggio secco, antenato del nostro parmigiano Sempre il Medioevo fu il periodo in cui si cominciò ad utilizzare ogni parte del maiale, che divenne, per facilità di allevamento, una delle fonti principali di carne e prodotti di salumeria, soprattutto prosciutti e salsicce. Questo ovviamente dove non era presente la dominazione araba che, in conformità alle leggi del Corano, proibiva il consumo della carne di maiale. Durante il periodo di permanenza in Sicilia, gli arabi influenzarono moltissimo la preparazione dei cibi. Essi riducevano in polvere le spezie che venivano mescolate alle carni e ai pesci. Le preparazioni dei dolci erano celebri e assai apprezzate, ancora oggi da esse derivano il marzapane e il torrone. La cucina moderna affonda le sue radici nel Quattrocento e nel Cinquecento per le novità che arrivano dal Nuovo Mondo e che cambiano e arricchiscono le tradizioni popolari. Compaiono le minestre preparate con brodo o latte, riso e cereali, mentre le carni più pregiate sono selvaggina e pollame. E' di questo secolo l'abitudine di avvolgere le carni in croste di pane. Inoltre alla fine del Quattrocento compaiono le paste "all'italiana". Maccheroni e vermicelli conditi con uvette oppure con burro e sale, e le prime paste ripiene, antenate dei tortellini. La patata, ad esempio era destinata all'alimentazione animale e solo nel Settecento fu scoperta come cibo. Lo stesso discorso fu per il mais che cominciò ad essere consumato solo dopo le numerose carestie e pestilenze, che avevano decimato i raccolti e sottoforma di polenta divenne il re sulle tavole dei contadini. Per quanto riguarda il cacao e la bevanda da esso derivata, la cioccolata, essi conobbero il massimo splendore dopo il Seicento, quando divenne bevanda di re e principesse. Sarà soprattutto la scoperta di nuovi metodi per la conservazione dei cibi a mutare le ricette: a partire dalla metà dell'Ottocento nasce una vera e propria industria per la refrigerazione. Nasce la margarina e la produzione su scala industriale del burro. Si unifica la cucina dei nobili e quella della borgesia. Nell'Ottocento arriva anche lo yogurth. Alla fine degli anni cinquanta un gruppo di cuochi francesi inventarono una sorta di cucina basata su nuove combinazioni di piccole quantità di cibi presentati artisticamente in piatti di dimensioni superiori al normale guarniti e addobbati dagli stessi ingredienti delle ricette. E' la Nouvelle Cuisine che oggi conosce un momento di difficoltà: troppi improvvisati e approssimativi imitatori ne hanno decretato un lento declino, e le preparazioni raffinate restano appannaggio esclusivo di pochi, selezionati e molto costosi gusto. templi del buon La riscoperta della dieta mediterranea, tuttora considerata ottimale per il gusto e per la salute, i principi della dietetica e delle combinazioni alimentari, sono i motivi conduttori della cucina che si affaccia al Duemila. L'uso di prodotti salati ed essiccati risale al primo millennio d.C. (esistono bassorilievi romani che riportano sagome di prosciutti), il prosciutto di Parma trova tracce di progenitori nel XIII secolo e nel 1500 Bologna era rinomata per i salumi e gli insaccati, mentre la scoperta dello zucchero determina nel XV secolo la nascita dei primi canditi in Liguria. L'impiego di un effetto protettivo di sostanze chimiche naturali (resine e balsami) era noto ai Romani (Vitruvio ricorda che dal cedro si ottiene un olio capace di conservare qualsiasi sostanza; il cuoco imperiale Gabrio Apicio nel suo “De re coquinaria” afferma di sapere conservare la carne con il miele, l'aceto, il sale e la mostarda e Palladio, nel IV secolo, raccomandava di conservare le olive facendone strati compatti colmati con miele, aceto e sale). Bisogna però entrare nella Storia recente, vicina negli anni, seppur estremamente lontana ormai per l'avanzare della tecnica e della scienza, per potere parlare degli alimenti conservati confezionati e, secondo gli schemi didattici usuali, agli avvenimenti che individuano nei programmi scolastici l'inizio dell'età moderna: rivoluzione francese e impero napoleonico. La conservazione degli alimenti, cioè il complesso di tecniche che permettono di ottenere l'inibizione delle cause di alterazione, precede l'individuazione delle cause stesse (microrganismi, enzimi e agenti chimici e fisici) e trova il suo inizio nell'empirismo geniale di Nicolas Appert, pasticciere in rue de Quincampoix a Parigi, che dopo numerosi tentativi a partire dal 1796 realizza in un piccolo atélier a Ivry-sur-Seine le prime conserve in vasi di vetro: due le intuizioni fondamentali, il riscaldamento in acqua bollente e la chiusura ermetica del vaso in fase di bollitura. Le stesse che aveva alcuni anni prima individuato l'abate Lazzaro Spallanzani in Italia, senza peraltro darne particolare diffusione, se non in alcuni scritti dei suoi “Opuscoli” e le stesse indicate dallo svedese Scheele per la dell'aceto (1782). conservazione Numerose le tecniche per cercare di superare i periodi estivi: le soluzioni erano diverse tra queste affumicare (es. per le carni ed i formaggi), disidratare (es. per carni, frutta ed altri cibi), dolcificare (es. per la frutta fresca), salare (per una grande varietà di cibi), acidificare (specialmente con aceto; il latte era acidificato con aceto e cipolla.). Alcuni procedimenti utilizzavano più soluzioni contemporaneamente, basti pensare alla stagionatura dei formaggi (salatura e disidratazione e talvolta ingrassatura). nascita invece delle conserve alimentari risale ai primi dell'800 e prima di quella data le conserve si limitavano,come detto, solo alla salagione e all'affumicatura. La La conserva si deve al pasticciere francese Nicolas Appert che dopo vari esperienti giunse alla conclusione che i cibi si conservavano meglio in bottiglie di vetro immerse poi in acqua bollente.L'intuizione si basava sul calore che rallentava i processi demolitivi del cibo. La scoperta influì molto sul metodo di conservazione delle derrate militari Napoleoniche e venne allora pubblicata col titolo di Art de conserver. Secondo Appert i principali canoni sulla conservazione dei cibi erano la chiusura delle bottiglie con tappi di sughero e l'immersione in acqua bollente per un periodo di tempo variabile in base al cibo. A metà ottocento l'inglese Peter Durant applicò l'idea della conservazione con dei contenitori di latta. Ciò ebbe un ampio successo soprattutto nelle derrate della Reale marina Inglese e da questo si sviluppò il cibo in scatola. Fra la metà e la fine dell'Ottocento in Italia, Francesco Cirio costruì la prima fabbrica di piselli in scatola(1856) e il primo impianto campano(1875) per la lavorazione del pomodoro in scatola. Come si distinguono le tecniche di conservazione I prodotti conservati si distinguono in : Le cause di alterazione per poter essere in grado di applicare in modo corretto le diverse tecniche di conservazione. cause chimiche dell’alterazione - conserve: prodotti confezionati in contenitori che si mantengono a lungo a basse temperature o a temperatura ambiente quali prodotti liofilizzati, prodotti in scatola, surgelati; - semiconserve: prodotti che hanno subito trattamenti meno drasticie hanno un tempo di conservabilità limitato, come alimenti pastorizzati, refrigerarti, conservati in atmosfera controllata e modificata; - prodotti trasformati: alimenti che hanno subito profonde trasformazioni della struttura originale e dei caratteri organolettici attraverso vari trattamenti: alimenti fermentati, prodotti stagionati. a) aria Se si lascia una mela all’aria, dopo poco tempo imbrunisce; in alimenti ricchi di grassi, oltre all’alterazione del colore, si verificano fenomeni di irrancidimento, con formazione di odori sgradevoli. Questi esempi permettono di affermare che l’aria, o meglio l’ossigeno in essa contenuto, costituisce un fattore di alterazione dei cibi. b) enzimi Alcuni alimenti contengono sostanze naturali chiamate enzimi; nel momento in cui un animale viene ucciso o una pianta viene recisa, gli enzimi innescano processi di demolizione delle strutture cellulari, con conseguente modifica della consistenza, rammollimento, avvizzimento e formazione di cattivi odori o sapori. cause fisiche c) luce e calore Anche l’esposizione alla luce e al calore può dare origine a fenomeni di degradazione: questi fattori sono indicati come cause microbiologiche d) microrganismi nell’ambiente in cui viviamo sono presenti microrganismi quali lieviti, muffe o batteri, che sviluppandosi sugli alimenti ne provocano l’alterazione. Alcuni di questi sono inoltre definiti PATOGENI, e possono originare malattie dette TOSSINFEZIONI ALIMENTARI. ore di benefici raggi del sole. Staccate dalla pianta una ad una, si mettono in canestri più larghi che profondi evitando di ammaccarle. Finita la raccolta, i canestri pieni sono trasportati, senza scosse violente, nelle camere di conservazione o fruttaio dove possono essere conservati fino alla primavera od anche all‟estate seguente. Curiosità Conservazione delle uova Le massaie conservano le uova nell‟acqua di calce con varie dosi. Si prende un Kg. di calce bianca in mattoni, si scioglie adagio in nove litri d‟acqua. Scelte le uova, si pongono in un recipiente di terra cotta o di latta, versandovi sopra l‟acqua di calce almeno dieci o dodici ore dopo che è stata preparata. Durante la conservazione si aggiunge acqua pura, quando per l‟evaporazione del liquido le uova venissero a scoprirsi. Conservazione fresca. della frutta Le frutta da conservarsi vanno raccolte prima della loro maturazione in una bella giornata e dopo che hanno ricevuto due o tre - Uva: può essere conservata coi grappoli appesi (ad apposita armatura sospesa al soffitto del fruttaio), o a forma di doppi leggii posti sul pavimento. Con grappoli attaccati ad un pezzo di tralcio e questo introdotto per un‟estremità in una bottiglia contenente acqua e carbone animale. - Pere e mele: le pere si raccolgono sempre quando si staccano senza sforzo; le pere d‟estate, quando cominciano ad ingiallire e cadere facendo loro poi raggiungere la completa maturazione nei fruttai. Queste pere d‟estate marciscono presto se colte immature e se molto ammucchiate, raramente per altro si destinano alla conservazione. Nespole e sorbe: una volta raccolte vengono adagiate sopra letto di paglia, visitandole di tempo in tempo per prelevare quelle che vanno oltre modo maturando. - Melegrane: si espongono, raccolte, al sole per due giorni; si avvolgono in carte asciuganti e si pongono in un luogo asciutto, oppure si stratificano in un recipiente con arena ben secca. Così si conservano fino a metà dell‟inverno. - Meloni: per conservare i meloni d‟inverno si pongono in un ambiente di temperatura costante, si scelgono i meloni tardivi che non siano giunti a perfetta maturazione, si rasciugano e si lasciano stare per un giorno o due in un luogo asciutto. Indi si mete dentro la cenere in u barile ben secco e vi si sotterrano dentro in modo che rimangano interamente coperti. Il barile va tenuto in luogo riparato non esposto al gelo. Conservazione delle verdure - Piselli: i piselli devono essere sviluppati a metà, raccolti asciutti e nelle giornate di sole, si asciugano con molta cura per non rompere i granello scegliendo quelli dello stesso diametro. Successivamente si tuffano i piselli nell‟acqua semplice bollente per 5 minuti, tenendoli in un ramaiolo capace di contenere la quantità da riempire una bottiglia. Si fanno sgocciolare nello stesso ramaiolo, gettandoli poi nell‟acqua fresca, meglio se agghiacciata. Appena raffreddata si pongono a sgocciolare su setaccio o graticci. Alla fine si introducono in bottiglie o in scatole di latta. Le bottiglie devono essere resistenti e ben nette. Nell‟introdurvi i piselli bisogna avere cura che questi lascino meno spazio vuoto possibile. Piene le bottiglie s‟introduce in esse una soluzione del 6 o 7% di sale nell‟acqua allo scopo di scacciare l‟aria interposta negli interstizi, di cuocere i piselli e di tenere in contatto di essi una sostanza protettrice qual è il sale. Si pongono quindi le bottiglie a bagno-maria in modo che il livello dell‟acqua non superi il collo della bottiglia; si fa bollire l‟acqua aggiungendovene mano a mano che evapora; e mantenuta l‟ebollizione per circa un‟ora e mezzo si toglie la caldaia dal fuoco, si lascia raffreddare, si colmano le bottiglie con acqua salata bollita e si chiudono con buoni tappi che non devono toccare il liquido, ricoperti di catrame o paraffina. - Cavoli e cavolfiori: si possono conservare per qualche tempo sospendendoli col gambo in alto al soffitto in una camera al riparo del gelo. Appassiscono un poco, ma al momento di consumarli, gli si può dar vigoria e freschezza tenendoli immersi circa una giornata in acqua fresca. Conserva o salsa di pomodori: per ottenerla liquida dalle nostre massaie si proceda in questo modo: raccolti i pomodori si lavano e si mettono ad asciugare al sole per un paio di giorni. Poi si gettano in una caldaia, dove si schiacciano e si fanno bollire fino a tanto che, evapora l‟acqua che contengono, ridotti a poco più di un terzo del loro volume. Talvolta ci s‟intride dentro sedano, cotica, prosciutto o simili. Poi si versa il miscuglio in un tegame perché si raffreddi alquanto; dopo di che si passa per lo straccio e si versa in bottiglie, che si chiudono con sughero e ceralacca avvertendo di non riempirle del tutto. In seguito si mettono dette bottiglie a bagno-maria e la conserva è fatta. Per ottenere la conserva solida si mettono i pomodori lavati e tagliati a disseccare al sole od al forno dopo che è stato tolto il pane. Indi si passa la polpa così asciugata per uno straccio e la parte che esce disotto si distende sopra tanti assi ben unti perché non attacchi, riponendo questi per alcuni giorni al sole. Condensata a un certo punto la pasta se ne fanno tanti pani, che si conservano i una pentola o in vasi di vetro o di maiolica. - Patate: si possono conservare con la calce: preparare della calce simile a quella dei muratori, indi immergervi le patate, lasciandole 12 ore avendo cura che vi rimangano tutte immerse. Si viene in tal modo a dare alle patate una specie di cottura, la quale togliendo il potere germinativo ai tuberi, mette le patate al riparo dall‟inverdimento e dalla germinazione e si possono conservare per parecchi anni intatte. Istruzioni per la sterilizzazione Ingredienti Una pentola grande e alta o lo sterilizzatore apposito Barattoli di vetro e tappi Strofinacci puliti Consigli utili Cerca di comprare sempre dei tappi nuovi. Approfondimento Innanzitutto, lava bene i barattoli con il detersivo, a mano o in lavastoviglie, e poi sciacquali bene. Avvolgili poi uno ad uno in teli puliti e mettili nello sterilizzatore o in una pentola molto grande, per far sì che non si rompano tra loro. Riempi d'acqua la pentola, in modo che ricopra totalmente i barattoli, e porta la pentola a ebollizione a fuoco alto. A questo punto, abbassa un po' la fiamma e lascia andare per un'altra mezz'ora. Togli poi i barattoli dalla pentola con l'ausilio di una pinza o di un forchettone e appoggiali su uno strofinaccio pulito, a testa in giù. Dopo un pochino, voltali invece con l'apertura verso l'alto, per far evaporare l'acqua rimasta dentro. I barattoli sono pronti per essere riempiti! Ricordati sempre di sterilizzare, oltre ai barattoli, anche le guarnizioni di gomma e i coperchi. Ti consiglio, se puoi, di acquistare sempre dei coperchi nuovi, per ridurre al minimo i rischi di contaminazioni. Se usi lo sterilizzatore, segui le indicazioni del manuale fornito con lo strumento. Ricettario Melanzane sott’olio Ingredienti: -due Melanzane Violetta di Napoli -olio extra vergine di oliva -(peperoncino se piace) -spicco d'aglio -prezzemolo fresco -alloro secco Origano secco -sale grosso Preparazione: Tagliare a fette le melanzane stenderle successivamente su un canovaccio e ricoprire il tutto. Nel frattempo tagliare l’aglio e il peperoncino, il prezzemolo e l’origano. Prendere un vasetto di legno o di coccio e iniziare a fare alternativamente di melanzane, il battuto, il sale grosso, l’olio e via di seguito fino a che ho terminato il vaso; ogni tanto schiacciavo un po' le melanzane con una forchetta e circa a metà ed alla fine ho inserito le foglie di alloro. Melanzane partenopea sott’olio alla INGREDIENTI: 5 Kg di melanzane piccole e lunghe ( senza semi del tipo napoletano) Aglio Peperoncino Olio di oliva Origano sale doppio aceto di vino bianco Preparazione Prendere le melenzane e privarle della buccia, tagliarle a fettine (o se piacciono anche a fiammiferi) disporle in una pentola alta con acqua e aceto (una parte di acqua e tre parti di aceto), lasciarle a bagno 5 o 6 ore dopodiché sistemarle in una colapasta disponendole a strati, passare una manciatina di sale doppio ad ogni strato, lasciarle a colare per una notte intera adagiandovi sopra un tegame con un peso che faccia pressione in modo da far sprigionare tutta l’acqua ed assumere un leggero gusto di salato, Il giorno dopo prendere uno schiacciapatate e strizzare le melenzane in modo da togliere un eventuale residuo di acqua, una volta strizzate, versate dell’olio sul fondo del barattolo, sistemate le melenzate ad una ad una alternando aglio, peperoncino, origano ed olio, fino a riempire il barattolo fino all’orlo. Non chiudere subito il barattolo, lasciarlo una notte intera aperto in modo da far uscire l’eventuale aria depositata, di tanto in tanto premere leggermente le melenzane con una cucchiaia, assicurandosi che siano sempre coperte di olio ed eventualmente aggiungervi un filo d’olio se è necessario. La tradizione vuole che le melenzane preparate in questo modo, non vengano mangiate subito per dare la possibilità ai vari ingredienti di insaporire le melenzane al punto giusto. In particolare si consiglia di mangiarle nel periodo natalizio accompagnate da una saporita carne di maiale. Vi assicuro che il gusto è squisito. Ecco la versione ECO Bucce di melanzana sott’olio Ingredienti Bucce di melanzane olio d’oliva o semi, a seconda dei gusti peperoncino piccante aglio origano sale aceto acqua Preparazione Si puliscono con un panno le melanzane (biologiche) e si toglie loro la buccia. Si riempie un piccolo tegame per metà di acqua e metà di aceto di vino e si mette sul fuoco assieme ad un poco di sale. Quando raggiunge l’ebollizione ci si tuffano le bucce di melanzane lasciandole cuocere per tre minuti , si scolano e si lasciano asciugare su un canovaccio pulito. Si sterilizzano i vasetti, si lasciano asciugare e si riempono con le bucce di melanzana a strati alternandole con l’origano, il peperoncino tagliato a pezzetti, meglio se secco, e l’aglio tagliato a dadini, si riempie tutto il barattolo ma restando a un cm dall’orlo e si mette l’olio, si lascia scendere fino a sotto il bordo del barattolo e poi si aggiunge un’altro poco. Si lascia riposare qualche ora, poi si chiude e dopo un mese si possono gustare. Sbollentare le bucce nell’acqua e aceto dovrebbe essere sufficiente ad azzerare il rischio botulino, tuttavia per maggiore sicurezza si può procedere ad ulteriore sterilizzazione dei vasetti ben chiusi in una pentola d’acqua. Questi i tempi di sterilizzazione per i vasetti: Peperoni sott’olio Ingredenti: 1 kg e 1/2 di peperoni 500 ml di acqua 500 ml di acqua 50 gr di sale grosso olio evo prezzemolo basilico aglio peperoncino 20 minuti per 250 g 30 minuti per 500 g 45 minuti per 1 Kg 60 minuti per 1,5 kg Preparazione Pulire bene i peperoni eliminando i piccioli e i semi e tagliarli a pezzi . Portare ad ebollizione l'aceto diluito con l'acqua ed il sale e tuffarvi i peperoni. Riportare ad ebollizione e cuocere per 4 minuti,quindi scolarli. Adagiarli su di un canovaccio e farli asciugare e riposare per almeno 15 minuti. Preparare un trito con il prezzemolo,il basilico,l'aglio ed il peperoncino e cominciare a mettere i peperoni nei barattoli alternandoli al trito di aromi. Premere bene la verdura nei vasetti e ricoprire con l'olio avendo cura che non si formino bolle d'aria. Chiudere bene i barattoli tenendo ben premuta la verdura nel vasetto con l'aiuto di uno di quei pressioni che si trovano in vendita anche nei supermercati. Riporre in un luogo fresco e asciutto. Si possono gustare in tutto il loro sapore dopo 20 giorni circa e si conservano per circa 1 anno. Zucchine sott’olio Ingredienti: zucchine formato grande sale grosso aceto acqua erbe aromatiche ( menta, salvia,timo) aglio peperoncino Procedimento: Per prima cosa lavate e sbucciate con un pelapatate le zucchine, dovete svuotarle del loro interno togliendo tutti i semi e la parte che è diventata spugnosa. Tagliate a fettine mettendole in un recipiente a strati spolverate con abbondante sale grosso, dopodichè mettete qualcosa che le tenga pressate (io ho usato una pentola piena d’acqua), lasciatele così per 24 ore, perderanno tutta la loro acqua; a questo punto strizzate e lasciatele in uno scolapasta; mettete in una pentola acqua e aceto bianco in egual quantità, regolatevi in base alla quantità di zucchine, le proporzioni sono tipo 1/2 l di acqua e 1/2 di aceto o 1 litro e 1 litro, quando bolle buttateci le zucchine che dovranno bollire solo per 2 minuti (non di più altrimenti resteranno mollicce). Scolatele e mettetele su un telo da cucina ad asciugare; prendete i vasetti che avrete sterilizzato e invasate con erbe aromatiche a piacere e peperoncino. Broccoli sott'olio Ingredienti : 1 chilogrammo di broccoli; 1/2 litro di aceto di vino bianco, 2 spicchi d'aglio tagliati a fedine, olio extravergine d'oliva, sale quanto basta. Procedimento Pulite i broccoli dalle foglie verdi esterne, eliminale il torsolo, divideteli in cimette non troppo grosse e lavatele. Portate a bollore l'aceto con il sale, immergetevi le cimette e sbollentatele per 10 minuti; scolatele e fatele asciugare su uno strofinaccio o carta da cucina. Disponete le cimette nei vasetti con le fettine di aglio e riempite d'olio sin quasi al bordo. Chiudete ermeticamente i vasetti e sterilizzateli per 30-45 minuti. Conservate al fresco e al buio. Questi ortaggi così conservati potranno essere utilizzali fino a 6-8 mesi dopo la preparazione. Peperoncini sott'olio piccanti ripieni Ingredienti: 1/2 Kg. di peperoncini tondi, 1/2 litro di aceto bianco, 1 bicchiere e 1/2 di acqua 1 cucchiaio d'olio , 1 cucchiaio di zucchero, 1 pizzico di sale, olive, capperi, acciughe sott'olio/ tonno olio po'. Nel frattempo portare ad ebollizione l'aceto con l'acqua, il cucchiaio d'olio, lo zucchero ed il sale. Quando bolle, buttare i peperoncini e quando sarà ripreso il bollore scolarli, disporli con il buco verso il basso e far asciugare per alcune ore (io li faccio la sera per riempirli la mattina quindi riposano tutta la notte) coperti con un canovaccio. Mettere un cappero dentro all'oliva, fasciare" l'oliva con un filetto d'acciuga e mettere il tutto dentro al peperoncino. Inserire i peperoncini in un vaso pulitissimo NB l’acciuga può essere sostituita con il tonno. Zucca sott’olio Ingredienti: 1 kg di zucca, 1 l. aceto di vino bianco, 500 ml. di vino bianco, sale grosso, 1 spicchio d'aglio, 1 peperoncino, prezzemolo o origano, olio evo. Preparazione Preparazione: Pulire bene i peperoncini usando dei guanti (sono piuttosto irritanti!), togliere tutti i semini interni e anche i filamenti bianchi, se ci sono, sciacquarli sotto l'acqua corrente e metterli ad asciugare un Tagliarela zucca alla julienne o a cubetti e disporla in uno scolapasta, alternando uno strato di zucca con un pugno di sale grosso. Una volta terminato i vari strati appoggiare alla fine un piattino con un peso sopra (circa 1 kg.). Dopo circa 4/5 ore prendere una grossa pentola e versarci aceto e vino bianco con una proporzione di 2 : 1(es. 1l. aceto con 1/2 l.di vino). Portare a bollore e versarci dentro la zucca. Appena riprende il bollore far passare 2 minuti e scolarla. Una volta raffreddate schiacciarla nello schiacciapatate, come di solito si fa per le melanzane ma in questo caso con una leggerissima pressione o come alternativa versiamo il tutto in un colapasta e lasciarlo scolare per tutta la notte con un peso sopra di 1 kg . Mettere la zucca in una ciotola e condirla con peperoncino , aglio e prezzemolo. Versare il tutto nei barattoli coprendo con olio e lasciare i vasetti aperti per un giorno. Il giorno dopo controllate il livello dell’olio, se occorre aggiungetelo e poi tappate. Si può mangiare dopo una settimana. Fagiolini sott’olio Ingredienti aceto bianco per le conserve fagiolini sale olio extravergine d'oliva canovaccio aglio peperoncino vasetti di vetro Preparazione Lavare e pulire con attenzione i fagiolini. Nel frattempo mettete sul fuoco una pentola abbastanza capiente dove si potrà mettere due bicchieri d'acqua ed uno d'aceto e portare il tutto ad ebollizione. Quando l’acqua bolle calare i fagiolini e mettere un po di sale a piacimento. Lasciar cuocere il tutto per almeno una quindicina di minuti. Trascorso il tempo, scolare bene i fagiolini e lasciarli raffreddare. Dopo di che prendere i fagiolini raffreddati e metterli su un canovaccio per cinque o sei ore. Mettere i fagiolini in una ciotola e condirli con olio extravergine di oliva, aglio tagliato a pezzettini sottilissimi, un po' di peperoncino ed un po' di origano. Girare bene il contenuto nella ciotola mettere il tutto nei vasetti di vetro. Aggiungere l'olio nei vasetti in modo da coprire completamente i fagiolini. Chiudere bene il vasetto e la conserva sarà pronta. Carciofi sott’olio Ingredienti: Pomodori secchi sott’olio carciofi Ingredienti: aceto di vino 1 kg. di pomodori San Marzano ben maturi olio extravergine origano sale Preparazione Pulite i carciofi in modo da lasciare solo la parte più tenera e bianca, divideteli in quarti e immergeteli man mano in acqua acidulata con limone. sale 1 l. d'aceto di vino bianco 1 l. d'acqua 4 spicchi d'aglio 1 l. d'olio extravergine d'oliva 2 foglie d'alloro timo Portate a ebollizione acqua, sale q.b., e aceto (1/2 bicchiere in un litro di acqua), e sbollentate i cuori di carciofo per 3 minuti. 2 peperoncini Adagiateli su carta assorbente, tamponateli con altra carta. Appena i carciofi saranno sufficientemente asciutti e freddi, riporli in barattolo sterilizzato aggiungendo origano di sicilia e olio extravergine di oliva fino a completa copertura dei carciofi. Se lo gradite potrete aggiungere uno spicchio di aglio e del peperoncino. Chiudete il barattolo e attendere almeno qualche giorno prima di consumarli, anche se la tentazione è quella di provarli subito. Preparazione: 4 rametti d'origano Lavate bene i pomodori e divideteli a metà. Poneteli su di una tavola di legno, con la parte interna rivolta all'in su, salateli uno per uno e lasciateli essiccare con il metodo che preferite. Dopo circa sei ore di esposizione, i pomodori inizieranno a formare una sottile pellicina bianca (segno che il processo di essicazione sta avvenendo con successo); a questo punto armatevi di forchetta e grattate uno ad uno tutti i pomodori togliendo questo sottile strato. In questo modo l'acqua formatasi all'interno uscirà lasciando il pomodoro asciutto. I pomodori devono restare al sole per circa seisette ore ogni giorno, per 5-6 giorni, avendo cura di tenerli in casa nelle ore notturne e di non esporli all'umidità. in modo che i pomodori prendano per bene anche il sapore degli aromi contenuti nei vasetti. Peperoni verdi sott’olio Ingredienti 1 kg. di pomodori verdi, sodi e sani sale grosso q.b. aceto di vino bianco q.b. olio d’oliva extra vergine q.b. Una volta essiccati, versateli in una pentola con 1 l. d'acqua ed 1 l. d'aceto di vino bianco, due foglie d'alloro e portateli a bollore facendoli stare ancora 5 minuti. Scolateli e poneteli su di un canovaccio, tamponandoli delicatamente. Lasciateli ad asciugare così per una notte. Il giorno seguente preparate gli aromi: peperoncino tritato finemente, aglio (io ho usato quello in polvere, perchè è meno indigesto), timo e origano fresco essiccato Cominciate a riempire dei vasetti con coperchi a chiusura ermetica, alternando i pomodori agli aromi, senza esagerare, riempiendoli pian piano d'olio fino ad immergerli. Chiudeteli e non gustateli prima che siano trascorsi 15 giorni di riposo, spicchi d’aglio q.b. origano q.b. Preparazione Lavate ed asciugate con molta cura i pomodori verdi; se possibile fateli asciugare al sole. Tagliateli a spicchietti, metteteli in una ciotola e cospargeteli di sale grosso. Lasciateli riposare un minimo di 3 o 4 ore, ma se sono grossi e polposi anche di più. Scolateli dall’acqua che avranno dato, e ricopriteli di aceto; lasciateli riposare una giornata. Scolateli dall’aceto, metteteli in barattoli sterilizzati, inframmezzando con spicchi di aglio ed origano. Ricoprite di olio d’oliva, cercando di evitare la formazione di bolle d’aria. Chiudete ermeticamente i barattoli. Peperoni sotto aceto Ingredienti per 6 persone: 2 peperoni rossi, 2 peperoni gialli, 2 peperoni verdi, qualche costa di sedano, aceto di prima qualità, pepe nero in grani, qualche foglia di alloro. Preparazione: Lavare i peperoni ed asciugarli accuratamente. Tagliarli in falde ed eliminare i piccioli, i semi ed i filamenti bianchi. Farli bollire per 5 minuti in una pentola di acciaio inossidabile. Scolarli e porli ad asciugare su un telo pulito. Appena saranno perfettamente asciutti, metterli in un barattolo di vetro a chiusura ermetica, precedentemente sterilizzato e ben asciugato. Alternare i peperoni con pezzetti di sedano, grani di pepe nero e qualche foglia di alloro. Coprire con aceto di prima qualità e tappare ermeticamente il barattolo. Riporlo in un luogo fresco e poco illuminato. Dopo qualche giorno, controllare il livello dell’aceto, Tenere presente che esso deve essere sempre più alto di 1,5-2 cm rispetto alle verdure. Nel caso in cui il livello dell’aceto si sia abbassato, ripristinarlo con altro aceto. Salsa di pomodoro Ingredienti pomodori cipolle carote sedano basilico sale grosso SALSA DI SOLO POMODORO E BASILICO per ogni kg di pomodoro calcolate un bel ciuffo di basilico ed un pizzico di sale grosso Lavare i pomodori, tagliarli a metà, eliminare la parte interna del picciolo ed eventuali parti verdi quindi metterli sul fuoco e farli bollire per 20 minuti, aggiungere il basilico,mescolare e spegnere. Inserire nella pentola un colino o, se la grandezza lo permette, uno scolapasta con eventualmente un peso sopra affinché penetri il più possibile nel pomodoro e man mano che lo scolapasta si riempie si toglie il liquido in eccesso con un mestolo.E' impossibile dare un quantitativo preciso del liquido da eliminare. Ciò dipende dal contenuto d'acqua dei pomodori e dall'intensità del fuoco in cottura ma soprattutto dai vostri gusti personali. E' perciò necessaria qualche prova e si acquisirà presto esperienza. Eventualmente potrete addensare in seguito la salsa facendola bollire prima di invasarla ma calcolate che così l'acidità del prodotto finale, soprattutto in questa ricetta, tende ad aumentare e ciò non è sempre piacevole al palato. Passare la conserva col passaverdure col disco medio o fine oppure con la macchina passapomodoro. In quest'ultimo caso ripassate una seconda volta le bucce scartate perché conterranno ancora molta salsa. Regolate quindi di sale, indicativamente un pizzico per ogni kg di pomodori usati e mescolate energicamente. A questo punto il metodo classico prevede di suddividerla nei vasi, precedentemente lavati, chiudere con capsule nuove, anch'esse lavate, e sterilizzare i vasi ponendoli a bollire coperti d'acqua per un tempo che varia in base alla grandezza del vaso. Io, però, e molti altri nella mia zona, usiamo invasare a caldo come fosse una marmellata. Io lavo i vasi e i coperchi nuovi e se sono pochi - 5 o 6 al massimo - li sterilizzo nel microonde per 5 minuti a 600W mentre se sono molti li metto nel forno a 120° per 20 minuti. Nel frattempo metto la conserva sul fuoco e quando bolle abbasso al minimo, prelevo un vaso alla volta dal forno e lo riempio di salsa bollente, chiudo e capovolgo su un tagliere. Quando ho riempito tutti i vasi li copro con una coperta per prolungarne il tempo di raffreddamento e quindi di autosterilizzazione e a volte, allo stesso scopo li dispongo dentro un frigo da campeggio. A voi la scelta su quale metodo di sterilizzazione usare. L'importante, in ogni caso, è che non riciclate vasi che non sono nati per quest'uso, tipo quelli delle preparazioni conserviere pronte, che cambiate capsula ogni anno e, soprattutto, che osservate la massima pulizia e igiene in ogni momento della preparazione. SALSA DI VERDURE POMODORO E per ogni kg di pomodoro calcolate 200 gr tra cipolla,sedano e carota più un bel ciuffo di basilico ed un pizzico di sale grosso Lavare i pomodori, tagliarli a metà, eliminare la parte interna del picciolo ed eventuali parti verdi, metterli in pentola con le verdure pulite e tagliate a grossi pezzi, portarli, dunque, a bollore mescolando ogni tanto. Dopo circa un'ora aggiungere il basilico,mescolare e spegnere. Se la si vuole molto densa usare il metodo descritto sopra. Passarla col passaverdure o col passapomodoro, aggiungere il sale e procedere secondo le indicazioni date per la prima ricetta. Un trucco che uso io è dare un giro di minipimer alla conserva prima di passarla cosicché, sminuzzate le verdure, l'operazione successiva sarà più veloce e meno faticosa. Curiosità La pacchetella è una conserva tipica napoletana ottenuta tagliando a mano i pomodorini a spicchi secondo un’antica ricetta familiare dell’area, denominata “a pacchetelle”, Albicocche sciroppate Ingredienti Albicocche Zucchero Preparazione Aprire le albicocche, dividerle a metà e togliere il nocciolo, metterle in vasetti di vetro, pigiare bene, aggiungere 2 cucchiai di zucchero per vasetto, chiudere bene e sterilizzare a bagnomaria per 15 minuti. Il succo della frutta mescolato allo zucchero darà origine a un delizioso sciroppo. lasciarla raffreddare ermeticamente e chiudere CONSERVA DI ALBICOCCHE Ingredienti 1 kg di frutta passata, 500 gr di zucchero Preparazione Durata della sterilizzazione: in recipienti piccoli 25 minuti, grandi 30 minuti, grandissimi 35 minuti a 90°. Marmellata di albicocche Ingredienti 1 kg di albicocche pulite, 700 gr di zucchero Preparazione Si prendono delle belle albicocche perfettamente mature, non è necessario lavarle, basta strofinarle con un panno umido, si tolgono i noccioli e si fanno a pezzi i frutti lasciando la buccia. Si pesano e si mettono in una terrina con lo zucchero. Mescolare e lasciar riposare per 12 ore. Il giorno dopo si fanno cuocere, mescolando spesso, finché la marmellata avrà raggiunto la giusta consistenza. Versarla nei vasi ancora calda, Si dividono a metà le albicocche completamente mature, si toglie il nocciolo, si mettono a cuocere con pochissima acqua finché saranno spappolate. Si passa col passaverdura, si pesa, si rimette al fuoco con lo zucchero nelle proporzioni indicate e si fa cuocere finché raggiungerà la giusta consistenza; quindi si sterilizza. MARMELLATA DI PERE Ingredienti 1 kg di pere pulite, 700 gr di zucchero Preparazione Dopo aver sbucciato le pere, si tagliano a pezzi eliminando semi e parti dure. Si mettono in una terrina, vi si aggiunge lo zucchero e dopo aver ben mescolato si lasciano riposare 12 ore. Il giorno dopo si mettono in una casseruola e si fanno cuocere finché la marmellata non avrà preso la giusta consistenza SUCCO DI PERE Ingredienti 500 gr di succo di pere, 200 gr di zucchero, il succo di I limone Preparazione Dopo aver lavato le pere, tagliarle a pezzi, eliminando solo i semi, e farle cuocere molto, in tanta acqua sufficiente a coprirle. Si mette il tutto in una tela di lino e si fa colare il succo. II giorno dopo si pesa il succo e lo si mette al fuoco con lo zucchero e il succo di un limone, quindi lo si imbottiglia. PERE SCIROPPATE Ingredienti 500 gr di pere sbucciate, 50G gr di zucchero, cannella, chiodi di garofano, scorza di limone Preparazione Le pere piccole si lasciano intere, le grandi si dividono a metà o in quattro parti, si sbucciano e si mettono a cuocere a fuoco moderato con acqua e zucchero (500 gr di pere pulite, 125 gr di zucchero). Quando sono tenere ma hanno ancora la loro forma, si levano dal fuoco, si aggiungono al succo 375 gr di zucchero, si "fa bollire un po', quindi si versa sulle pere messe in una terrina. Il giorno seguente si cola il succo, si aggiunge un poco di cannella, qualche chiodo di garofano, un po' di scorza di limone e si inette al fuoco per far condensare, si aggiungono le pere e si fanno cuocere per 10 minuti. Si levano le pere e si dispongono nei vasi; se è necessario si fa condensare ancora un poco lo sciroppo e lo si versa ancora caldo sulle pere. MARMELLATA DI ARANCE Ingredienti 9 arance, 3 limoni, zucchero Preparazione Si pesano 9 arance e 3 limoni e per ogni 500 gr di frutta si calcola 1 l d'acqua. Si taglia la frutta non sbucciata a fettine sottili, si levano i semi, poi si mettono le fette nell'acqua e vi si lasciano in infusione per 24 ore. Il giorno dopo si fa cuocere tutto per 1 ora e si lascia ancora stare per 24 ore. Si pesa tutto e, per ogni 500 gr, si aggiungono 300 gr abbondanti di zucchero, si rimette al fuoco e si lascia condensare finché prenda la densità caratteristica della marmellata di arance. SCORZA DI ARANCE AMARE CANDITA Ingredienti Scorza di arance amare, zucchero Preparazione Si leva la buccia gialla dalle arance amare, si toglie poi con cura tutta la parte bianca che viene eliminata. Si taglia la scorza a piccoli quadretti e la si mette al fuoco per farla cuocere moltissimo (se si punge con un ago un quadretto, questo deve cedere facilmente dall'ago). Si mette allora sul fuoco dello zucchero; quando si sarà liquefatto si aggiungono i quadretti d'arance e si fanno cuocere quel tanto da non permettere allo zucchero d'imbrunire. Si conserva nei vasi CONSERVA DI MELE COTOGNE Ingredienti 1 kg di mele cotogne, zucchero Preparazione Pelate un chilogrammo di queste mele ben mature, tagliatele a spicchi od a fette rotonde come l'ananas, estraetene il torso, poi dopo averle messe nell'acqua fresca, satura del sugo d'un limone, fatele cuocere in una casseruola antiaderente, con 2 litri d'acqua. Appena ammorbidite, levatele con la mestola forata e riponetele nell'acqua fresca. Fate cuocere a parte un chilogrammo di zucchero, immergetevi le mele e fatele bollire per l0 minuti, versandole indi in un vaso a raffreddarsi. All'indomani riducete lo zucchero sul fuoco, immergetevi le mele e dopo qualche ebollizione ritiratele in un vaso. Quando sono raffreddate, chiudete ermeticamente. COTOGNATA Ingredienti 2kg mele cotogne 2 kg zucchero Preparazione Strofinate la buccia con un lino a 2 chilogrammi di mele cotogne, tagliatele a quarti levate loro il torsolo, coprite appena con acqua fresca, poi col coperchio fatele bollire, finché siano tenere al tatto. Allora passatele allo staccio e rimettetele in casseruola, e con una spatola continuate a mescolarle, finché si sarà asciugato il loro intinto, e precisamente quando l'impasto comincia a distaccarsi dalla casseruola. Allora pesatele e per ogni 100 grammi di cotogne unirete l00 grammi di zucchero in polvere, indi fate ridurre su d'un fuoco lento, continuando a rimuoverle, finché prenderanno un lucido. Provate con una goccia di sugo fra le dita, quando si formerà un filo che si spezzerà, levatele dal fuoco e versate il composto in tante scatolette quadrate di carta, alte 3 centimetri circa, spolverizzando di zucchero in polvere e ponendole in luogo tiepido ad asciugare per alcuni giorni. Dopo di che levate la carta è tagliate le a pezzetti, che avvoltolerete nello zucchero in polvere e rimetterete ancora in luogo tiepido, distesi su una carta, ad asciugare. Dopo due o tre giorni, incartateli e conservateli in luogo asciutto. Come creare un piccolo orto in balcone o in terrazzo: Innanzitutto vai dal fruttivendolo e fatti dare delle cassettine di legno o di plastica. Poi cerca dei giornale vecchi che serviranno per rivestire le cassette così che la terra che andrà a contenere non potrà fuoriuscire. Prendete del terriccio universale che avrete acquistato in un qualsiasi punto vendita di articoli per la casa, e cospargetelo nella giusta quantità dentro le cassette. A questo punto, prendete una manciatina di semi di varie piante e poneteli nella terra. Logicamente i semi dovranno essere di piantine piccole come quelle aromatiche o di insalate da taglio. Ponete ora le cassette in un luogo soleggiato come un balcone o una finestra in modo che le piantine crescere meglio. possano Poi, dato che gli uccellini potrebbero mangiare i semini piantati precedentemente, sarebbe preferibile coprire le cassette con un telo almeno fino a che non saranno cresciute le piantine.. Una ulteriore versione potrebbe essere l’orto pensile. In questo caso si potremmo utilizzare le bottiglie di plastica. Innanzitutto tagliate la parte superiore poi bucatele e nei buchi fateci passare del filo di ferro in modo da creare una struttura ben stabile. Legatela alla parete esterna della casa ( sul balcone) inserite il terriccio e i semi a vostra scelta. Così avrete un bell’orto pensile, dove coltivare pomodori, zucchine etc. Oppure un altro suggerimento è quello di creare un orto condominiale nel giardino del vostro palazzo, dove tutti potrete collaborare e consumare i prodotti Scheda Peperoni I Peperoni (Capiscum Annuum) sono i frutti di un arbusto appartenente alla famiglia delle Solanacee, che ha fiori bianchi e foglie di color verde chiaro. I frutti, a seconda della varietà, possono assumere un colore rosso, giallo o verde, anche striato di giallo. I peperoni, originari dell'America meridionale, giunsero in Europa dalla la Spagna, nel XVI secolo, e successivamente si diffusero anche in Italia. Diverse sono le varità: A frutto dolce: a) Forma quadrangolare (Capsicum annum varietà grossum). “Giallo San Valentino” “Giallo quadrato dolce di Nocera” “Rosso quadrato dolce di Nocera” “Giallo quadrato d’Asti” “Rosso quadrato d’Asti” “Ercole rosso” “Ercole giallo d’oro” “Braidese rosso” e “Braidese giallo” Queste cultivar si assomigliano moltissimo e forse derivano l’una dall’altra. “California Wonder”: diffuso nelle colture di pieno campo. “Yolo Wonder”: largamente diffuso nella grande coltura ilo cui prodotto è destinato alla esportazione. Frutto quadrilobato a polpa spessa resistente ai trasporti. Pianta vigorosa molto produttiva. Produzione uniforme. “Torpedo” o “Peperone pomodoro”: Cultivar molto caratteristica a frutto schiacciato simile al pomodoro leggermente costoluto. Molto apprezzato sui mercati esteri, ma non molto produttivo. b) Forma allungata (Capsicum annum varietà longum). “Lungo Marconi”: a frutti penduli, lunghi fino a 18 cm, polpa ottima, consumo in verde e in rosso. “Lungo di Chiasso”: cultivar largamente diffusa nel Piemonte. Frutto allungato, d’ottima qualità. “Proboscide d’elefante”: frutto allungato, terminante a punta ricurva, molto caratteristica. “Corno di toro”: frutti voluminosi, di forma conica a punta ottusa, ottimo per il consumo fresco e per l’industria. Colore rosso e giallo. “Toro di Spagna”: pianta piuttosto nana, frutti penduli, di forma conica, allungata, polpa ottima. “Verticus”: caratteristica cultivar a frutti eretti, di forma conica, con apice appena lobato, polpa rossa di buona qualità. c) Forma allungata (Capsicum annum varietà acuminatum). Dolci: “Peperoncino lungo, sottile dolce per sottaceti”. “Sigaretta”, “Lungo del Veneto”, “Spagnolino dolce”. Piccanti: “Peperoncino lungo sottile di Cajenna”: Cultivar da paprika, ricchissima di vitamine. d) Forma troncata (Capsicum annum varietà abbreviatum). “Quadrato piccolo del Veneto”: per sottaceti. “Piccolo di Firenze”: per sottaceti, molto produttivo, ma diviene piccante se non si raccoglie quando il frutto è molto tenero. “Parigino”: dolce, precocissimo. Si usa in Piemonte per coltivazioni precocissime. Poco produttivo. “Pimento”: Cultivar caratteristica per la forma del frutto a trottola con polpa molto spessa adatta all’industria conserviera. “Nano quarantino d’Asti”: sempre per sottaceti. Precocissimo, a frutto un po’ irregolare. Le varietà piccanti, che, com’è noto, si consumano, di preferenza essiccate e per condimenti, sono più ricche di vitamine delle altre, tanto che raggiungono valori 300 volte maggiori di ciascuno degli altri ortaggi coltivati. Ottimi risultati danno anche alcuni F1 della Clause e della giapponese Sokota. Nel nostro Paese è coltivato in tutte le regioni, ma soprattutto in Sicilia, Puglia, Campania, Lazio, Calabria. Coltivato in tutto il mondo, ne esistono varie specie, che si differenziano per forma (allungata, appuntita, quadrata, rettangolare), colore, dimensione e sapore. Il sapore piccante del Peperone è dato dalla CAPSICINA ( è un alcaloide ) e la sua presenza si misura con la scala di SCOVILLE. Il Peperone dolce da tavola va da zero a 500 unità Scoville, mentre alcuni tipi di Peperoncino piccante arrivano anche a 500000 unità. TABELLA NUTRIZIONALE Energia 22Kcal Acqua 92,3 gr Carboidrati Vitamine Fibre 4,2 gr A 139 1,9 gr RAE Lipidi 0,3 Proteine 0,9 Colesterolo Calcio 17 Vitamina 0 mg mg C gr gr. 166mg. Melanzane La melanzana (''Solanum melongena'' L.) è una pianta appartenente alla famiglia delleSolanaceae. La melanzana è originaria dell'India. Sebbene esistano innumerevoli documenti che dimostrano la coltivazione della melanzana nell'area del sudest asiatico sin dalla preistoria, sembra che in Europa fosse sconosciuta fino al sedicesimo secolo. La diffusione in Europa di nomi derivati dall'arabo e la mancanza di nomi antichi latini e greci indicano che fu portata nell'area mediterranea dagli arabi agli inizi delMedioevo La melanzana, originaria dell'India, viene introdotta dagli Arabi all'inizio del IV secolo e quindi non ha un nome latino o greco. Gli Arabi chiamano la melanzana badingian e in Italia venne inizialmente chiamata petonciana o petonciano o anche petronciano. Per evitare fraintendimenti sulle sue proprietà, la prima parte del nome venne opportunamente mutato in mela (ovvero frutto per antonomasia) dando così origine al termine melangiana e poi melanzana. Il nome melanzana, in particolare, veniva popolarmente interpretato anche come mela non sana, proprio perché non è commestibile da crudo. Dalla forma araba con l'articolo (albadingian) derivano invece la forma catalana (alberginia) e francese (aubergine). Molteplici sono le varietà • • • • • • • • La Violetta lunga palermitana, viola scuro a frutto allungato; la Violetta lunga delle cascine con frutto violetto; La Violetta nana precoce a frutto piccolo. La Melanzana di Murcia con foglie e fusto spinosi, frutto violetto, rotondo; La Mostruosa di New York con frutto violetto enorme; La Tonda comune di Firenze, violetto pallido ibrido, con pochi semi, polpa tenera e compatta. La Melanzana rossa DOP di Rotonda, con una forma simile ad un pomodoro, colore rosso-arancione, polpa fruttata e un sapore leggermente piccante, appartiene ad altra specie • • Le zucchine La zucchina o zucchino (Cucurbita pepo L.) è una specie della famiglia delle Cucurbitaceae Appartengono differenti cultivar: • a questa specie le zucchine lunghe, le più diffuse nei mercati europei. Il frutto è generalmente cilindrico, più • • raramente piriforme. Il colore più comune è il verde scuro, anche se esistono varietà verdi chiare (comunemente chiamate "romanesche"), striate, e persino dalla buccia completamente bianca o gialla. Tra le cultivar ascrivibili a questa tipologia si possono segnalare lo Zucchino Nero di Milano, a buccia verde assai scura, lo Zucchino Fiorentino, a buccia striata e assai scanalata, lo Zucchino Siciliano, leggermente piriforme e a buccia verde molto pallida. le zucchine tonde, dal frutto sferico. Queste cultivar sono tutte di colore verde eccetto alcuni ibridi F1. Da citare: Tondo di Piacenza, di colore scuro; Tondo di Nizza, più chiaro e appiattito ai poli; Tondo di Firenze. Questa tipologia è molto apprezzata in cucina per ricette che richiedano un ripieno, dal momento che la forma si presta in modo ottimale. le zucchine patisson (dette in inglese patty pan o ufo squash), dalla forma lobata e un gusto più deciso di quello delle zucchine comuni, che ricorda vagamente il cuore di carciofo. Le cultivar disponibili sono numerose, ma simili tra loro. Buona parte di esse è di origine francese. Generalmente si distinguono in base ai colori: ci sono cultivar gialle, arancioni, verdi chiare, verdi scure, bianche e variegate (in francese panaché). le zucchine eccentriche, che hanno una forma non riconducibile alle altre tipologie. Da segnalare la varietà Crookneck, dal frutto a collo d'oca e buccia gialla, affine alla cultivar detta "rugoso friulano". Proprietà [modifica] Le zucchine hanno un bassissimo valore calorico e sono composte per il 95% d'acqua. Contengono molte vitamine A e C e carotenoidi, che apportano una consistente azione antitumorale. Sono riconosciute molto utili per astenie, infiammazioni urinarie, insufficienze renali, dispepsie, enteriti, dissenteria, stipsi, affezioni cardiache e diabete. Oltre a tutto quello già elencato, fin dall'antichità venivano utilizzare per favorire il sonno, rilassare la mente, ed era particolarmente indicato per chi si sentiva spossato. Inoltre è provato che l'azione delle zucchine sulla nostra pelle è molto benefico giacché favorisce l'abbronzatura (essendo molto presente la vitamina A) e ne combatte l'invecchiamento. Riconosciuto è anche l'aiuto apportato dai semi di zucca nella cura della prostata. La zucca La zucca, appartiene alla famiglia delle Cucurbitacee, ed è molto varia per forma, fusto, colore e dimensioni del frutto e del seme. E’ originaria dell’America Centrale (Messico), infatti, con il pomodoro e la patata è diventato un ortaggio di importante valore alimentare dopo la scoperta dell’America. Le specie più usate in cucina in Italia sono, per esempio, Cucurbita maxima, come laZucca Marina di Chioggia, e Cucurbita moschata, come la Zucca di Napoli. Altri nomi comuni di zucche: • • • • • • • • • Zucca Zucca Zucca Zucca Zucca Zucca Zucca Zucca Zucca a Casett a Turbante ad Anfora Baby Boo Big Max Butter Cup Butternut Crown of Torns Delica • • • • • • • • • • • • • • • Zucca Zucca Zucca Zucca Zucca Zucca Zucca Zucca Zucca Zucca Zucca Zucca Zucca Zucca Zucca di Halloween Flat Stripped Gialla Hubbard Mammouth Mantovana Marina di Chioggia Moscata di Provenza Nest Egg Patisson Orange Queensland Blue Quintale Spaghetti Tan Cheese Trombetta D'Albenga Il Pomodoro Il pomodoro (Lycopersicon Esculentum ) è una solanacea originaria dell'America Latina che fu per un lungo tempo coltivata in Europa a solo scopo ornamentale, poiché i frutti non erano ritenuti commestibili. Solo con l'inizio del secolo, nei paesi mediterranei, iniziò la coltivazione intensiva e la trasformazione e conservazione industriale del prodotto. In Italia la coltivazione ha una lunga tradizione ed il nostro Paese figura al terzo posto nella graduatoria mondiale per la produzione e l'esportazione. Si può immaginare di vivere senza pomodoro? Il pomodoro è diffuso come coltura ortiva in tutta Italia, ma in pieno campo è coltivato soprattutto in Puglia, Campania, EmiliaRomagna, Calabria e Sicilia. A seconda della destinazione del prodotto si ha infatti la coltura per consumo fresco o da mensa e quella da industria per la produzione di pelati, concentrati e succhi. Alcuni consigli Decalogo per insegnare ai più piccoli ad avvicinarsi al cibo sano 1. Coinvolgete i vostri figli nella preparazione dei cibi 2. Fategli vedere quali sono i prodotti di stagione 3. Fate in modo che essi imparino a divertirsi quando mangiano 4. Per la merenda privilegiate frutta e verdura 5. Coinvolgerli nella spesa al supermercato 6. Realizzare un piccolo orto cosicché impari dove e come cresce la frutta e la verdura 7. Fatevi aiutare a preparare le confetture e le marmellate 8. Create un feeling tra il vostro bambino e la verdura che non gli piace attraverso il racconto di storie e favole 9. Regalate al vostro bambino l’attrezzatura per aiutarvi a cucinare così lo responsabilizzate 10. Abbiate sempre tempo da passare con il vostro bambino sia in cucina che nell’orto