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articolo - Podere Forte
Podere Forte
Podere Forte si estende su una superficie di 168 ettari nel
comune di Castiglione d’Orcia, di cui 15 vitati, 7,5 pronti
all’impianto di nuovi vigneti, 23 di oliveti, 70 boschivi ed
i restanti suddivisi fra pascoli, allevamenti e giardini.
Altri 110 ettari di seminativo sono situati nel comune di
San Quirico d’Orcia. Il 27 Ottobre scorso Podere Forte ha
offerto una verticale di 10 vendemmie del vino Petrucci
(dalla 2001 alla 2010). L’incontro si è tenuto presso il
Ristorante milanese di Aimo & Nadia alla presenza del
titolare cav. Pasquale Forte e degli amici consulenti Donato
Lanati e Dora Marchi (Enosis di Cuccaro in Piemonte) e
Lydia e Claude Bourguignon, famosi esperti del suolo e
collaboratori da ben 10 anni per la gestione dei terreni di
Podere Forte.
Rocco Lettieri
Podere forte
Rocco Lettieri
COVER STORY
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Papaveri a Castiglione
re di scorrazzare, mentre le api impollinano
i fiori e le erbe aromatiche del giardino botanico presso il quale abbiamo sistemato le
loro arnie. Il pane viene fatto con le farine
provenienti dai grani rari e antichi che coltiviamo in maniera naturale e poi viene cotto
nel forno a legna. In cantina usiamo strumenti sofisticasti e tecnologia molto avanzata allo scopo d’interpretare e valorizzare al
meglio i segnali che ci provengono dalla natura. Tutto il lavoro al podere è condotto seguendo procedimenti rigorosi, analizzando,
provando e riprovando. I suoli sono piantati
in modo diverso e in piccoli impianti sperimentali utilizziamo anche il franco di piede,
per ridare vita a vecchi ceppi preesistenti sui
nostri suoli. In laboratorio analizziamo il
colore, l’aroma, monitoriamo la maturazione e l’invecchiamento, progettiamo i tini e
Boschi, campi, vigneti e oliveti si estendono
sui 168 ettari del Podere Forte, fra le sinuose colline della Val d’Orcia che abbracciano
il Monte Amiata a sud di Siena, fra il fiume
Orcia e Montalcino. Altri 110 ettari tra seminativi e uliveti si trovano nel comune di
San Quirico d’Orcia, terreni dove fu girato
il famoso film de Il Gladiatore. Qui, Pasquale Forte ha ricreato il clima genuino ed autentico di una vecchia fattoria, nella quale
si producono vini, olio, farina, miele, spezie
e salumi in modo naturale. Qui coltiviamo
il Sangiovese con una densità d’impianto
come solo i Romani sapevano fare, produciamo internamente i nostri fertilizzanti e
i nostri “compost” utilizzando la ramaglia
di potatura e i legni provenienti dai nostri
boschi. Le nostre “Cinte Senesi” mangiano
ghiande e castagne nei boschi ove sono libe-
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Podere forte
Rocco Lettieri
Podere forte
Rocco Lettieri
PETRICCI 10 ANNI
Pasquale forte
frire ad una trentina di persone. una verticale di 10 vendemmie del vino Petrucci (dalla
2001 alla 2010). L’incontro si è tenuto presso
il Ristorante milanese di Aimo & Nadia alla
presenza del titolare cav. Pasquale Forte e
degli amici consulenti Donato Lanati e Dora
Marchi (Enosis di Cuccaro in Piemonte) e
Lydia e Claude Bourguignon, famosi esperti
del suolo e collaboratori da ben 10 anni per
la gestione dei terreni di Podere Forte.
18 i degustatori tra giornalisti e addetti ai lavori che hanno potuto apprezzare la personalità di ognuno dei dieci millesimi del già
famoso Petrucci.
La parola di benvenuto e di apertura a Giovanni Mazzoni (Sales and Marketing Director) e quindi al proprietario dell’azienda
Castiglionense, Pasquale Forte: “Analisi, conoscenza, azione sono da sempre le parole
che mi hanno consentito di fare strada nella
vita e di dar forza a quel pragmatismo con
valutiamo con i nostri strumenti le migliori
barriques. Il risultato di tutto questo sono i
nostri prodotti naturali, curati e seguiti con
vera passione in tutte le fasi di lavorazione,
per ritrovare quel gusto e quell’aroma che
solo i grandi terroir possono dare: un olio
straordinario dal profumo intenso e inconfondibile, un miele dorato che profuma di
fiori o di preziosa melata, salumi che sanno
delle nocciole e delle castagne di cui si cibano i nostri animali, e i vini, massima rappresentazione del nostro territorio e di tutti i
nostri sforzi. Con le radici le nostre viti vanno profonde nel terreno per trarre tutta l’autenticità e la straordinaria energia che vive
e pulsa in questi splendidi luoghi, dichiarati
dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità: noi
la trasformiamo in: Petruccino, Petrucci e
Guardiavigna. 10 anni di Petrucci proposti
a Milano da Aimo & Nadia. Il 27 Ottobre
scorso l’azienda Podere Forte ha voluto of-
autosufficiente, pulito, naturalmente agreste, dove poter dare sfogo ai miei desideri
di ritornare alla terra, come i miei genitori. Ogni volta che arrivo qui al Podere resto
estasiato da questo meraviglioso anfiteatro
collinare appoggiato con grazia alle pendici
dell’Amiata e digradante verso il fiume Orcia, abbellito da secolari olivi avvolti dall’abbraccio delle ginestre e da campi di grano,
sufficienti per farmi apprezzare appieno la
stupefacente bellezza di questi luoghi. Ammirando la luce, l’apertura e gli spazi di questo paesaggio, compresi come fosse proprio
questo il posto dove avrei potuto accostarmi
di nuovo a quella campagna che avevo vissuto da bambino, in un paesino della Calabria, insieme a mio padre Giuseppe, il quale,
fino alla fine degli anni Cinquanta, possedeva terre che in seguito dovette abbandonare
per emigrare al nord, in provincia di Como.
Sempre, negli anni successivi, egli, non
il quale ho cercato di confrontarmi per realizzare i miei progetti. Parole che spesso
si sono aggiunte ad un istinto innato nel
comprendere l’evoluzione dei tempi, conducendomi verso nuove e sempre affascinanti
direzioni e consentendomi di mettermi in
gioco e dare prova del mio saper fare già a
24 anni, aprendo un’attività per piccole radio per poi passare alla componentistica per
televisori, fino a farla diventare, in una crescita continua, l’odierna Eldor Corporation
di Orsenigo (Como), un’azienda con oltre
2000 dipendenti, punto di riferimento importante a livello mondiale per l’elettronica
automobilistica, annoverando tra i clienti
industrie come Ferrari, Volkswagen, BMW
e tante altre. Nel 1997 l’opportunità di acquistare un podere a Castiglione d’Orcia, in
Toscana, con solo boschi, seminativi e un
bel caseggiato del ‘700. Si avverava così il
sogno di creare un piccolo e nuovo mondo,
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Rocco Lettieri
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Api al lavoro
avendo mai dimenticato la bellezza del suo
antico lavoro, raccontava del vino, dell’olio
d’oliva, del frantoio, dei profumi e dei sapori
della sua terra che non aveva mai dimenticato. Nei suoi momenti liberi si era messo a
imbottigliare vino e io lo aiutavo a lavare le
bottiglie e così i profumi intensi di quei vini
del Sud mi sono rimasti dentro e li ho risentiti poi di nuovo a Podere Forte, insieme
agli altri profumi, quelli delle cose antiche,
del miele estratto dalle nostre arnie, dell’olio appena franto, dei salumi di nostri maiali Cinta Senese, delle farine ricavate dalle
diverse tipologie di grani che qui mietiamo,
delle verdure che coltiviamo e, in primis,
dei vini rossi ottenuti dalle nostre uve biologiche: le stesse emozioni che scaturivano
dai discorsi di mio padre. Un progetto che è
andato poi evolvendosi, ma alla cui base c’è
sempre stata un’attenta analisi, una profon-
da conoscenza e una precisa azione; parole
che ho applicato al vino e al suo mondo, a
me quasi del tutto sconosciuto, affrontato
attraverso un approfondito periodo di studio, chiedendo consiglio ai massimi luminari della scienza enologica, quali i presenti
qui stasera, Donato Lanati e Dora Marchi e
avvalendomi di due altri scienziati del suolo, i coniugi Lydia e Claude Bourguignon.
Un lavoro che dura da diversi anni, durante
i quali abbiamo drenato terreni orientando
strade e capezzagne, sistemato fossati, rifatto muretti franati e costruiti di nuovo, organizzato aree per la preparazione di compost
per ricostruire l’humus e la vita biologica
dei suoli senza l’aiuto della chimica di sintesi, eliminando così erosioni e dilavamenti.
Ora Podere Forte, nel cuore del Patrimonio
dell’Unesco, ha passato i primi 17 anni. Per
ricordare questo ambìto traguardo questa
sera ci siamo ritrovati per degustare il nostro
vino simbolo, il Petrucci, dal nome di Pandolfo di Bartalomeo Petrucci, detto il Magnifico, che gestiva queste terre sin dal 1400.
Il paesaggio della Toscana intreccia la storia
quasi a formare un tessuto di forti emozioni.
La Toscana non è solo quella che vediamo e
viviamo ogni giorno, ma anche quella presente nell’immaginario collettivo grazie alle
opere dei grandi artisti. Una Toscana, che,
appartiene a tutto il mondo. Il territorio
stesso è un vero e proprio percorso artistico attraverso le dolci colline modellate dal
tempo e lavorate dall’opera dell’uomo dov’è
impossibile non evocare negli sfondi le opere di grandi pittori. Percorrere queste strade
rappresenta un continuo incontro con l’arte e con gli artisti che ne hanno raccontato
con grande maestrìa il paesaggio. E questo
paesaggio così vario e suggestivo, così acco-
gliente e affascinante, affonda le sue radici
nella cultura profonda di questa regione
e trova realizzazione nella cura dell’uomo
verso il suo territorio. La grande tradizione
agricola della Toscana ha svolto un ruolo
fondamentale nel plasmare il paesaggio e la
cultura della gente di questa regione. Nostro
compito sarà quello di mantenere e far conoscere la qualità di questo “unicum” che
si trasforma anche in prodotti, quali quelli
che degusteremo stasera. In chiusura vorrei
poter dire che stiamo cercando di portare
il “territorio nel bicchiere”, e che territorio!
Oggi abbiamo in produzione tre vini tutti
e tre rossi che noi continueremo ad elevarli ancora di più, considerando che i vigneti
stanno arrivando ad un giusto periodo di invecchiamento. PETRUCCINO, PETRUCCI
e GUARDIAVIGNA, questi i nomi dei vini e
in loro troviamo il “profumo della memoria”
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se, noi chiamiamo “Grand Cru”, classificati
e selezionati all’interno del Podere in base
alle analisi chimico-fisiche e biologiche. Le
uve per i vini Petrucci e Guardiavigna provengono dai migliori terreni aziendali, con
buona permeabilità e forte presenza di calcoscisti fessurabili che donano mineralità al
vino. Poi ci sono i vigneti che classifichiamo “Premier Cru”, dove i suoli si differenziano per essere più leggeri e più profondi,
con una presenza media di argilla che dona
freschezza e potenza. La differenza tra le varie parcelle sta nello spessore del suolo prima di arrivare alla roccia scistosa. I terreni
Grand Cru hanno suolo basso, piccolo, che
va dai 25 ai 50 cm prima dello scisto, mentre
ai piedi dei pendii, dove c’è stato accumulo da erosione, si possono trovare suoli dai
50 ai 120 cm. Questa differenza permette di
organizzare le vigne, i portainnesti, la scelta
dei vitigni e ci permette di concentrare tut-
nella sua massima espressione. Un ultimo
richiamo va al nostro spumante brut rosé da
uve Pinot Nero che presenteremo il prossimo anno dopo 60 mesi sui lieviti”.
La parola è passata quindi a Lydia Bourguignon che con l’ausilio di alcune slides ha
presentato i lavori che sono stati realizzati
in circa 10 anni. “La natura ha tutto, noi la
stiamo distruggendo, ma se sappiano coltivarla, senza forzature, ci dà davvero tutto
quello di cui abbiamo bisogno. Equilibrio
in un ambiente vergine, questo è quello che
cerchiamo di fare; analisi, studio, biodinamica, gestione naturale, niente prodotti di
sintesi, niente chimica, riportiamo in equilibrio il sistema. Se la natura non viene aggredita e viene solo lavorata come una volta, si crea da solo quel biosistema capace
di ricreare l’ambiente naturale. Siamo qui
per capire il territorio, quali sono le parcelle migliori, quei vigneti che, alla france-
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Rocca di castiglione d’orcia
donato lanati
sole ramaglie. Nei suoli secchi e con poco
spessore diamo compost bovino, mentre nei
suoli profondi e ricchi diamo di preferenza compost di ramaglia. Quest’ultimo ha il
compito di sciogliere il suolo perché si combina bene con le argille, così si evita la compattazione e si avvia così il ciclo virtuoso dei
suoli viventi, pieni di innumerevoli specie di
fauna di superficie e di profondità capace di
mantenere i suoli sciolti e ossigenati. La vite
in questo modo si nutre di tutti i composti
di cui ha bisogno e continua a sviluppare il
suo apparato radicale”.
La chiusura al prof. Donato Lanati che con
l’ausilio di Dora Marchi, sono consulenti per
Podere Forte da ben 17 anni, da quando è
iniziata l’avventura di Pasquale Forte. Lanati
è titolare dell’Enosis di Cuccaro Monferrato,
un laboratorio di analisi e ricerca applicata
al campo viticolo ed enologico fondato nel
1991. Lo stesso Lanati è docente incarica-
ta l’energia sui grappoli da produrre. Quindi
viti equilibrate con qualità di uve superiori, eccellenti. Attraverso questo sviluppo di
pratiche scientifiche pensiamo di aver intrapreso la strada giusta per una viticoltura di
precisione (estrema). Altre considerazioni
sono legate alle stagioni; la vite ha bisogno
di riserva idrica. Bisogna quindi lavorare i
suoli per far fronte ai caldi eccessivi. Si ha
bisogno di avere suoli sciolti. Bisogna operare in modo da non compattare le superfici
e quindi utilizziamo anche trattorini estremamente leggeri ed elettrici per non inquinare e a volte si lavora a mano immettendo
nei suoli vigore grazie a pratiche biodinamiche. Per questa importante lavorazione, che
definiamo fertilizzazione autunnale, ci aiutiamo con prodotti di compostaggio aziendale di due tipologie: il compost di letame
bovino da allevamento biologico, seminato con preparati biodinamici e compost di
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olivastro saggianese
avere vini luminosi, rotondi ed equilibrati
con giuste acidità e lunghe balsamicità.
to di tecnologia enologica all’Università di
Torino ed ha raggiunto traguardi professionali di assoluto prestigio che lo collocano ai
vertici nazionali dell’enologia che gli sono
valsi meritati riconoscimenti in campo internazionale. Non ultimo, Donato Lanati,
considerato uno dei più grandi enologi a
livello mondiale, è stato inserito nella rosa
dei cinque per il premio Wine Enthusiast’s
Star Award 2014 dalla Rivista Wine Enthusiast Magazine. Il laboratorio Enosis è
dotato delle più moderne e aggiornate apparecchiature, utilizzate da un gruppo di
specialisti in analisi enologiche, chimiche e
biologiche. Una presentazione la sua dove
non sono mancati momenti intensi sulle
sue teorie che oggi vedono nel vino la polimerizzazione quale fattore dominante per
ottenere grandi vini. Polifenoli, lunghe macerazioni controllate, maturazioni in legno,
tannini dolci sono elementi essenziali per
“Il bello di lavorare a Podere Forte - ha commentato Donato Lanati - è quello di trovarsi
fianco a fianco con un titolare illuminato, con
una forza coinvolgente unica, ricco di motivazioni e con desideri brucianti che con intelligenza ed equilibrio lascia andare la ricerca
a briglia sciolta, fattore determinante per noi
che viviamo giornalmente di esperienze in
ogni settore enologico”.
www.podereforte.it
Rocco Lettieri
Giornalista e scrittore
Presidente Unione Simpatizzanti
del Vino di Cantù
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