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Ogni successione {an} convergente è limitata
Ogni successione monotona limitata converge. Supponendo che {an} sia crescente,poiché limitata avrà per il 10 assioma l’estremo superiore.Sia L tale estremo,segue an≤ L per ogni intero positivo n. Vogliamo provare che la successione converge a L. ∀e>0 esiste almeno un indice v tale che L – e < av. Ciò è vero poiché se fosse L – e > an allora L –e sarebbe un altro maggiorante e questo va in contraddizione con la definizione di estremo superiore.Quindi segue che L - e<av<an<L<L +e ⇒an - L< e per ogni n>v. Ciò dimostra che la successione converge a L. Ogni successione {an} convergente è limitata An →l per n→∞. In corrispondenza di ε =1 esiste un indice v tale che an-L<1,quando n>v da cui segue an<1+L,quando n>v . Abbiamo dunquean≤ max{a1,a2,…..av,1+L} per ogni intero positivo n, e ciò mostra che la successione {an} è limitata. Ogni successione monotona non limitata diverge. Sia {an}una successione crescente che non ha l’estremo superiore. Cmq scelto M>0, esiste un indice v, tale che av>M. Ma la successione {an} è per ipotesi crescente e quindi a maggior ragione abbiamo an> M per ogni n>v. E ciò significa proprio che la successione diverge positivamente.Ok! Fermat Sia f una funzione definita in un intervallo aperto I e sia c un punto di massimo relativo o di minimo relativo di f. Allora o la funzione non è derivabile nel punto c, o la funzione è derivabile nel punto c e risulta f’(c) =0 . Per dimostrare la prima basta prendere in considerazione f(x) = xche ha un minimo relativo in x=0 ma che non è derivabile nel punto. Per dimostrare la seconda parte prendiamo in considerazione G(x)=(f(x)-F(c))/(x-c) se x≠c e G(x) =f’(x) se x = c. E’ immediato verificare che g(x)→g(c) per x→c,il che significa che g è continua in c.Per dimostrare che f’(c)=0 ragioniamo per assurdo e diciamo che f’(c)≠0,allora può essere > o < di 0. Però se è >0 segue che per il teorema della permanenza del segno esiste un intorno di c,in ogni x del quale g assume valori positivi.Abbiamo pertanto (f(x) – f(c))/(x-c)>0, per ogni x di Ic, da cui f(x)<F(c) per x<c e f(x)>f(c) per x>c. Ma è una contraddizione perché c doveva essere un massimo o un minimo relativo. Rolle Sia f continua in [ a,b] e derivabile in (a,b), sia inoltre f(a)=f(b).Allora esiste un punto c interno all’intervallo (a,b) tale che f’(c)=0 . Poiché f è continua in [ a,b] per il teorema di Weierstrass f ammette in [ a,b] un massimo assoluto M e un minimo assoluto m,tale che m≤f(x)≤M per ogni x ∈[a,b] . Se M=m=f(x) allora segue che f(x) è costante e quindi f’(x)=0. se invece m<M esistono in [ a,b] due valori distinti nei quali f assume i valori m e M. Inoltre poiché mM e f(a)=f(b) almeno uno di questi due valori non coincide né con a né con b, ma è compreso tra essi..Sia c questo valore. Per il teorema di Fermat segue che f’(c)= 0 e ciò prova il teorema. Lagrange Sia f continua in [ a,b] e derivabile in (a,b),allora esiste in (a,b) un punto c tale che f’(c) = (f(b)-f(a))/ (b-a). Consideriamo la funzione g così definita : g(x)=f(x) – f(a) – [ (f(b)-f(a)) / (b-a)] (x-a).Si vede subito che g è continua in [ a,b] e derivabile in (a,b) e che g(a)=g(b)=0.Possiamo perciò applicare il teorema di Rolle. Esiste dunque un punto c in (a,b) tale che g’(x)=0, cioè f’(x)= (f(b)-f(a)) / (b-a) = 0 . Dimostrato Teorema della permanenza del segno Sia f continua in c e sia f(c)≠0.Allora esiste un intorno del punto c per ogni x del quale la funzione mantiene lo stesso segno di f(c). Poiché f è continua in c, ∀e>0 esiste un intorno Ic per ogni x del quale f(c) - e<f(x)<f(c) +e con x∈Ic Se f(c)>0 assumiamo e=f(c)/2.Abbiamo allora che f(c)/2<f(x)<3/2 f(c) .Ciò dimostra che f(x) è positiva ∀x∈Ic. Se f(c) <0 assumiamo e=-f(c)/2 e allora abbiamo 3/2 f(c) <f(x) <f(c)/2. In entrambi i casi è dimostrato. Teorema di Bolzano-Chauchy Sia f continua in [ a,b] e f(a)×f(b)<0 allora esiste almeno un punto c in (a,b) tale che f(c) =0.Supponiamo f(a)<0 e f(b)>0, e sia S l’insieme di tutti i punti dell’intervallo [ a,b] in cui f(x)<0. Poiché S non è vuoto ed è limitato poiché gli elementi di S sono contenuti in [ a,b] ,per il 10 assioma esiste un punto c tale che c = sup S. Dico che f(c)=0.Supponiamo per assurdo che f(c)≠0 allora f(c) è o < o > di 0. Se f(c)>0 allora per il teorema della permanenza del segno esiste un δ tale che c-δ <x< δ+c.Ma questo è impossibile poiché ammette l’esistenza di un maggiorante più piccolo di c.Se f(c) <0 allora per il teorema della permanenza del segno esiste un Ic ∀x del quale f(x)<0 quindi segue δc<x<δ+c.Ciò dimostra che esistono punti a destra di c nei quali f assume valori negativi.Ma questo contraddice l’ipotesi che c sia un maggiorante nell’insieme S. Così anche in questo caso siamo giunti a una contraddizione.Nella dimostrazione abbiamo assunto c≠a e c≠b.Se c=b occorre limitarsi a considerare nella dimostrazione un intorno sinistro di c, mentre se c=a occorre considerare un intorno destro di c. Teorema dei valori intermedi delle funzioni continue Sia f continua in [ a,b] e siano x1 e x2 con x1<x2 due punti in [ a,b] e con f(x1)≠f(x2), allora f assume in (x1,x2) tutti i valori compresi tra x1 e x2. Sia L un qualsiasi valore compreso tra f(x1) e f (x2) ⇒ f(x1)<L<f(x2) . Facciamo vedere che f assume il valore L per qualche c in (x1,x2). Posto g (x)=f(x)-L osserviamo che g è continua su [ x1,x2] .Inoltre poiché g(x1)=f(x1)-L < 0 , g(x2)=f(x2)L > 0 possiamo applicate il teorema di Bolzano-Chauchy alla funzione g sull’intervallo [ x1,x2] .Deve allora esistere un punto c in (x1,x2) tale che g(c)=0.Resta provata l’esistenza di un punto c in cui f(c) = L Teorema di Weierstrass Sia f continua in [ a,b] , allora esistono in [ a,b] due punti c e d tali che f(c)=sup f e f(d)=inf f. Sia sup f=M.Supponiamo per assurdo che non è un valore assunto dalla funzione.Allora la funzione g(x) = 1/(M-f(x)) è continua su [ a,b] e perciò limitata su [ a,b] . Esiste perciò un numero K tale che g(x) = 1/(M-f(x)) < K ∀x in [ a,b] . Da questa disuguaglianza si ricava M-f(x) > 1/K e successivamente f(x)< M- 1/K ∀x in [ a,b] , ma questa è una contraddizione perché l’estremo superiore è il più piccolo dei maggioranti, ma poiché ne abbiamo trovato uno ancora più piccolo non può essere., questo ammette che f assume sup f per qualche c. Unicità del limite lim x→c f(x)=l e lim x→c f(x)=m allora l=m ∀ε>0 |l-m|<ε ∃ δ1,δ2>0 t.c. |f(x)-l|<ε /2 per 0<|x-c|<δ1 |f(x)-m|<ε /2 per 0<|x-c|<δ2 ∀ε>0 posto δ=min(δ1,δ2) allora 0<|x-c|<δ inoltre |l-m|=|l-f(x)+f(x)-m|≤|l-f(x)|-|f(x)-m|<ε /2+ε /2=ε quindi |l-m|<ε concludendo l=m. Confronto g(x)≤f(x)≤h(x) ∀x ∈Ix0 con x≠x0 se lim x→0 g(x)=lim x→0 h(x)=l allora lim x→0 f(x)=l ∀ε>0 ∃δ1=δ1ε ⇒0<|x-x0|<δ1 ⇒l-ε <g(x)<l+ε ∀ε>0 ∃δ2=δ2ε ⇒0<|x-x0|<δ2 ⇒l-ε <h(x)<l+ε scegliendo δ=min(δ1, δ2, δ3) ∀ε>0 ∃δ=δ(ε ) ⇒0<|x-x0|<δ ⇒l-ε <g(x)≤f(x)≤h(x)<l+ε l-ε <f(x)<l+ε ⇒|f(x)-l|<ε .