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Rurali, «rosso» di 70 milioni

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Rurali, «rosso» di 70 milioni
CREDITO Ieri l'assemblea delle casse trentine: aiuti per 27 milioni agli istituti con le maggiori difficoltà
Rurali, «rosso» di 70 milioni
Ma Fracalossi tranquillizza: nessun cliente ha mai perso un euro
Pesa lo stop dei proventi
dai titoli di Stato
La patrimonializzazione
resta molto solida
L
e Casse rurali del Trentino chiuderanno il 2015 con circa 70 milioni di euro di perdite cumulate, più del doppio dell'anno scorso
quando il rosso era di 32 milioni. Pesano, al solito, le svalutazioni di cre-
diti in sofferenza, che si attestano
qualcosa sotto l'anno scorso, intorno ai 300 milioni: vengono però a mancare i proventi dai titoli di Stato. Sulle tre Casse più deboli l'assemblea di
settore delle Rurali, che si è riunita ieri, ha deciso di intervenire con 27 milioni di aiuti complessivi: a Rovereto
andranno 13 milioni, a Primiero 8 e 6
a Folgaria. Il presidente della Federazione della cooperazione Giorgio Fracalossi invita però alla calma: «Un socio o un cliente di una Cassa rurale
non ha mai perso un euro».
F.TERRERI
A PAGINA
Casse rurali in rosso per 70 milioni
II doppio del 2014. Raccolta +2% fidi -3%
Aiuti per 27 milioni alle Casse più deboli
FRANCESCO TERRERI
twitter. ©fterreri
TRENTO - Le Casse rurali chiuderanno il 2015 con circa 70 milioni di euro
di perdite cumulate, più del doppio
dell'anno scorso quando il rosso era
di 32 milioni. Pesano, al solito, le svalutazioni di crediti in sofferenza, che
però si attestano qualcosa sotto l'anno scorso, intorno ai 300 milioni. Il problema è che vengono a mancare alcuni fattori che hanno consentito negli
ultimi anni di contenere l'effetto delle
rettifiche, primo fra tutti i proventi delle operazioni sui titoli di Stato consentite dalla politica della Bce. Su tre Casse più deboli l'assemblea di settore
delle Rurali ha deciso, all'unanimità,
di intervenire con 27 milioni di aiuti
complessivi. In campo soprattutto il
Fondo Comune, «cassaforte» da 100
milioni di patrimonio.
La scelta di compattezza delle Rurali
viene sottolineata dal presidente della Federazione Giorgio Fracalossi: «Il
credito cooperativo nazionale e locale ha sempre trovato al proprio interno le risorse per intervenire nelle situazioni di difficoltà, tanto che mai un
socio o cliente di una Bcc o Cassa Rurale ha perso un euro dei propri rispar-
mi». Per giunta sulle Bcc è piombato
l'intervento obbligatorio, e ritenuto
«profondamente ingiusto», a favore di
Banca Marche, Popolare dell'Etruria,
CariChieti e Cassa di Risparmio di Ferrara, istituti che non c'entrano con il
credito cooperativo e al cui salvataggio il sistema trentino ha dovuto contribuire con 24,9 milioni, di cui 14 in
capo a Cassa Centrale.
Dopo gli interventi nazionali per le Bcc
Banca Romagna e Banca Padovana, a
cui i trentini hanno contribuito con un
primo addebito di 11,3 milioni, l'assemblea delle Rurali ha varato ieri il
pacchetto a sostegno delle Casse più
deboli. Interverranno due delle cassaforti della cooperazione trentina, Promocoop e, soprattutto, il Fondo Co-
A Rovereto 13 milioni
8 a Primiero, 6 a Folgaria
In campo il Fondo Comune
cassaforte da 100 milioni
Fracalossi: nessun cliente
na mai perso un euro
mune delle Casse Rurali, guidato da
Gino Cristoforetti, che controlla Phoenix Informatica Bancaria e ha un patrimonio di ben 97 milioni di euro.
Nel caso della Rurale di Folgaria, ora
degli Altipiani (vedi box a fianco), il
Fondo Comune interviene con una cifra fra 3,7 e 4 milioni, in parte cancellando e in parte trasformando in prestito irredimibile, uno strumento di
quasi-capìtale, il prestito subordinato
sottoscritto nel 2013. In più c'è l'intervento da 2 milioni da «socio sovventore» (azioni di finanziamento) di Promocoop. Il Fondo Comune, inoltre, sottoscriverà un prestito subordinato da
8 milioni e uno irredimibile da 5, per
un totale di 13 milioni, della Cassa Rurale di Rovereto e uno subordinato da
8 milioni della Rurale Valli di Primiero
e Vanoi, tutti apporti che incrementano il patrimonio.
Caso a parte è quello della Rurale Giudicane Valsabbia Paganella, che non
ha bisogno di rafforzamenti patrimoniali ma che, in base ai nuovi indirizzi
della Banca d'Italia, potrà riacquistare obbligazioni subordinate dai sotto-
scrittori con un «ombrello» di 7,1 milioni messo sul piatto sempre dal Fondo.
Il quadro d'insieme delle Casse rurali
trentine vede una patrimonializzazione solida: l'indice total capital ratio è
pari in media al 15,69% contro il 10,50%
minimo ora richiesto dalla Vigilanza.
Ma qualche problema di conti e di competitività c'è. La raccolta di risparmio
complessiva è pari a 17,4 miliardi, in
crescita del 2,5% sull'anno prima. I crediti continuano a scendere: -3% nel
2015, attestandosi a 11,3 miliardi. Le
sofferenze, superiori a 1,2 miliardi e
coperte al 50%, si avvicinano all'I 1%
degli impieghi. I crediti deteriorati, coperti al 25%, sono quasi un quarto dei
prestiti totali.
Calano, come detto, i proventi di negoziazione titoli ma, con i tassi bassi,
non cresce il margine di interesse. In
questo quadro, tra 15 e 18 Casse rurali, contro le 13 dell'anno scorso, chiuderanno in rosso, mentre gli utili delle altre calano. Nel complesso, il saldo sarà negativo per circa 70 milioni.
La Rurale di Folgaria esce dal commissariamento.y.;-v
Altipiani, ritorna il risparmio
Stralciati i crediti in sofferenza
TRENTO - La Cassa Rurale di Folgaria, ora Rurale degli Altipiani, ha fissato per il 31 dicembre l'assemblea ordinaria per l'elezione del consiglio
di amministrazione e collegio sindacale. Uscirà così dal commissariamento e sarà restituita «in bonis» ai propri soci e alla comunità, dopo un
rigoroso piano di razionalizzazione e controllo dei costi curato dal commissario della Banca d'Italia Giambattista Duso. Al risanamento contribuiscono gli interventi di Promocoop e del Fondo Comune delle Casse rurali (vedi articolo a fianco), in modo che la Cassa torni ad avere un indice di solidità patrimoniale superiore al 12%, rispetto al 10,50% minimo.
Anche nel periodo di commissariamento, durato un anno e mezzo, i soci e clienti non hanno perso la fiducia nella propria Rurale: 1.360 soci nel
2013, 1.278 i soci attuali. La raccolta da clientela, dopo un iniziale calo,
ha ripreso gli stessi valori di prima della crisi: 269 milioni di euro nel
2013,268 milioni a settembre 2015. Gli impieghi hanno invece subito una
flessione, motivata allo stralcio dei crediti in sofferenza, da 170,2 milioni nel 2013 a 154,7 milioni a settembre 2015.
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