Un`analisi integrata per la valutazione della mobilità del prodotto
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Un`analisi integrata per la valutazione della mobilità del prodotto
LE AZIENDE INFORMANO Bonifiche Mobilità del prodotto surnatante: un’analisi integrata per la valutazione di Anna De Fina e Jean Pierre Davit Golder Associates Srl N ella letteratura in materia di bonifiche, i casi di contaminazioni da idrocarburi in fase libera richiedono più che mai la corretta ricostruzione del modello concettuale del sito come base di partenza per la scelta e la gestione di una strategia efficace. Sul tema viene presentato uno studio in grado di dimostrare come l’analisi integrata dei dati di soggiacenze di falda, degli spessori di prodotto, misurati nei pozzi, le informazioni stratigrafiche e le indagini storiche possano permettere di determinare la reale condizione idrostatica del LNAPL e consentire un’accurata valutazione della sua mobilità e distribuzione. GOLDER ASSOCIATES S.R.L. Via Antonio Banfo, 43 10155 – Torino (TO), Italia Telefono: 011-2344211 – Fax: 011-856950 www.ambientesicurezza24.com 1 LE AZIENDE INFORMANO La corretta ricostruzione del modello concettuale di un sito contaminato è essenziale per la scelta e la gestione di una strategia di bonifica efficace. Questo concetto ricopre un’importanza particolare quando il contaminante di interesse è prodotto idrocarburico in fase libera (light non-aqueous phase liquid – “LNAPL”), sia per un’intrinseca difficoltà a recuperarlo dal sottosuolo sia per i peculiari meccanismi di trasporto e diffusione, diversi dai contaminanti solubili e miscibili con acqua. Storicamente la distribuzione del LNAPL nel sottosuolo e le relative strategie di bonifica sono state concettualizzate sulla base dei soli spessori di prodotto osservati nei pozzi di monitoraggio. Questo può portare a valutazioni insufficienti della distribuzione del LNAPL nel sottosuolo e a interventi di bonifica inefficaci e dispendiosi. Un’analisi integrata dei dati degli spessori di LNAPL, dell’andamento della soggiacenza di falda, dei log stratigrafici sito-specifici e delle proprietà chimico fisiche del prodotto in fase libera, invece, consente valutazioni più accurate per un corretto sviluppo del modello concettuale della contaminazione da LNAPL, sulla cui base progettare una strategia di bonifica efficace. Figura 1 2 Uno studio effettuato e di seguito descritto dimostra, infatti, come l’analisi integrata dei dati di soggiacenze di falda, degli spessori di prodotto, misurati nei pozzi, le informazioni stratigrafiche e le indagini storiche possano permettere di determinare la reale condizione idrostatica del LNAPL e consentire un’accurata valutazione della sua mobilità e distribuzione. Lo studio dimostra anche come quello che pareva essere un nuovo sversamento di benzina era, di fatto, solo la manifestazione temporanea di un problema ambientale in corso di risoluzione. Fondamenti teorici Il modello correntemente utilizzato per descrivere il comportamento del prodotto surnatante (LNAPL) nel sottosuolo, le sue vie di migrazione e la sua diffusione in un mezzo poroso, si basa sugli studi di Lenhard, Parker e Farr dei primi anni 90. Si tratta di un modello multifase, secondo il quale il prodotto surnatante coesiste nelle porosità del suolo insieme ad altri fluidi (acqua e aria interstiziale) e l’equilibrio tra i diversi fluidi è dominato dalla pressione capillare e dalle caratteristiche proprie dei fluidi. Come risultato di ciò, il grado di saturazione di acqua, LNAPL e aria, nelle porosità del suolo, varia lungo il profilo verticale del sottosuolo; questo modello viene, infatti, chiamato “Vertical Equilibrium Model“ (“VEQ”), in contrapposizione con il modello storicamente utilizzato, secondo il quale il LNAPL galleggia sopra la superficie della falda come in una vasca, in modo stratificato e separato (pancake model). Meccanismi di migrazione e diffusione Secondo il modello VEQ, i principali processi che regolano il movimento e la distribuzione del LNAPL nel sottosuolo sono: l la forza di gravità; l la pressione capillare, ovvero la differenza di pressione tra due fluidi (LNAPL/acqua, aria/LNAPL, aria/acqua); l le caratteristiche del LNAPL (viscosità, densità, tensione superficiale); l la geologia del sito (permeabilità, granulometria, presenza di eterogeneità). A valle di uno sversamento, infatti, il prodotto si sposta verticalmente nella zona vadosa sotto l’azione della forza di gravità e occupa le porosità del suolo, prima occupate da aria. La pressione capillare del prodotto surnatante deve eccedere la resistenza capillare o pressione d’entrata («displacement entry pressure») delle porosità del suolo, per permettere al LNAPL di entrare nei pori del terreno, spostando molecole d’aria (nella zona vadosa) e d’acqua (nella zona satura); la resistenza dell’acqua (zona satura) è maggiore rispetto all’aria (zona vadosa) e la resistenza di entrata in pori piccoli è maggiore rispetto a quella in pori grandi. Figura 1 Distribuzione del prodotto nelle porosità del suolo – Fonte ITRC www.ambientesicurezza24.com LE AZIENDE INFORMANO Raggiunta la frangia capillare e la superficie piezometrica dell’acquifero, quindi, il prodotto incontra una maggiore resistenza alla migrazione verticale e tenderà a diffondersi lateralmente, pur penetrando in profondità nella falda, se presenta una pressione sufficiente a vincere la resistenza capillare ed entrare nei pori saturi che contengono acqua. La pressione capillare determina, pertanto, la distribuzione verticale del LNAPL e il grado di saturazione del prodotto/acqua cioè la frazione di porosità del suolo occupata dal prodotto/acqua, come schematizzato nella figura 1. Le caratteristiche proprie del LNAPL e del sottosuolo influenzano, a loro volta, la distribuzione verticale della saturazione del prodotto; il prodotto surnatante è, infatti, in grado di muoversi più facilmente in terreni a granulometria grossolana perché la resistenza capillare è inferiore per i pori di grandi dimensioni, mentre maggiore è la viscosità e densità del prodotto maggiore è la resistenza capillare al movimento. Note le caratteristiche del LNAPL e la litologia del sottosuolo, secondo il modello VEQ, pertanto, è possibile ricostruire i profili di sa- Figura 2 www.ambientesicurezza24.com turazione del prodotto in condizioni di equilibrio, partendo dagli spessori apparenti misurati all’interno dei pozzi di monitoraggio. Si fa presente, tuttavia, che le condizioni del modello teorico sono spesso alterate dalle azioni di recupero del prodotto, dalle fluttuazioni della falda e dall’eterogeneità geologica, che rendono maggiormente complessa la stima della quantità di LNAPL e i relativi profili di saturazione. Definizioni Sulla base dei meccanismi di migrazione del LNAPL individuati e descritti sopra, si riportano nel seguito le principali definizioni e la terminologia tecnica, adottata dalla letteratura tecnica per la definizione del modello concettuale per il LNAPL, e riportata tra parentesi: l corpo di LNAPL (LNAPL body): un volume tridimensionale con presenza di LNAPL nel sottosuolo in varie condizioni (libero, mobile, residuo, intrappolato); l LNAPL intrappolato (entrapped LNAPL): prodotto surnatante re- siduo, presente in modo discontinuo in una porzione sommersa del sottosuolo o nella zona di fluttuazione della falda, come risultato delle oscillazioni di falda, all’interno del corpo di LNAPL; l LNAPL libero (free LNAPL): prodotto surnatante, idraulicamente connesso nelle porosità del sottosuolo, con saturazione maggiore della saturazione residua; l LNAPL mobile (mobile LNAPL): prodotto surnatante libero che si sta espandendo lateralmente o verticalmente nel sottosuolo; l LNAPL residuo (residual LNAPL): prodotto surnatante idraulicamente discontinuo e immobile nel sottosuolo, con saturazione inferiore alla saturazione residua. Fluttuazioni della falda ed eterogeneità del suolo Le fluttuazioni della falda e la presenza di eterogeneità nel suolo influenzano in modo significativo la distribuzione del prodotto surnatante nel sottosuolo. Fluttuazioni del livello di falda possono verificarsi, in generale, per cambiamenti stagionali o climatici, influenza delle pratiche irrigue o delle maree, ecc.; l’effetto sul LNAPL di queste fluttuazioni è che il prodotto surnatante viene “spalmato” nella zona di oscillazione della falda, con conseguente riduzione della mobilità del prodotto. Generalmente, in un sistema non confinato, quando la quota di falda è alta, parte del prodotto surnatante risulta intrappolato in modo discontinuo nelle porosità sature del sottosuolo, al di sotto del livello di falda (LNAPL intrappolato), mentre, quando la falda è bassa, prodotto surnatante, che era intrappolato, defluisce dalla zona, diventata insatura, e forma un orizzonte di LNAPL maggiormente mobile (LNAPL libero; si veda la figura 2). Occorre considerare, infatti, che la saturazione reFigura 2 Andamento dei livelli di falda e degli spessori apparenti di LNAPL in condizioni non confinate – Fonte ITRC 3 LE AZIENDE INFORMANO sidua in condizioni insature è inferiore a quella in condizioni sature, ovvero, il suolo saturo trattiene maggiore prodotto rispetto al suolo insaturo. Questi cicli generano una redistribuzione verticale del prodotto, ovvero una spalmatura del prodotto, che, a parità di quantità iniziale, si trova a interessare uno spessore apparente di terreno maggiore, ma con una saturazione molto minore. Quando la saturazione risultante scende al di sotto di quella residua, il prodotto non riesce più a muoversi (LNAPL intrappolato) e, quindi, questi cicli contribuiscono a diminuire mobilità e recuperabilità del LNAPL. L’effetto sugli spessori apparenti di prodotto surnatante misurati nei piezometri è che, in un sistema non confinato, lo spessore apparente di LNAPL misurato nei piezometri aumenta quando la quota di falda diminuisce e viceversa. In presenza di un acquifero confinato, invece, le fluttuazioni della falda producono un effetto opposto, esistendo una correlazione diretta tra spessori apparenti di LNAPL misurati e quota della falda; quando la falda sale, infatti, la pressione piezometrica sul prodotto aumenta, determinando un incremento degli spessori apparenti misurati nel pozzo, dove il prodotto incontra minore resistenza. A seconda della posizione della falda rispetto al fondo dell’unità di suolo confinato, lo spessore apparente di prodotto surnatante all’interno del pozzo può essere molto maggiore dello spessore di prodotto surnatante libero nella formazione. Anche la presenza di eterogeneità geologiche può contribuire in modo importante sulla distribuzione del prodotto surnatante: la presenza di un livello a granulometria fine e minor permeabilità al di sopra di un orizzonte più grossolano dove è presente il prodotto surnatante agisce come confinamento locale per il LNAPL, non in grado di esercitare una pressione sufficiente a vincere la resistenza capil- 4 lare del livello meno permeabile. In questo scenario le fluttuazioni della falda producono un effetto pari a quello degli acquiferi confinati, ovvero la risalita di falda determina un incremento degli spessori apparenti di prodotto surnatante, non correlata alla reale presenza di LNAPL libero nella formazione. Se invece il livello a granulometria fine si trova al di sotto di un orizzonte grossolano con presenza di LNAPL, il prodotto surnatante risulta localmente sospeso sul livello a minor permeabilità, a causa della maggior resistenza capillare del livello meno permeabile; in questo scenario, lo spessore apparente di LNAPL misurato nel piezometro sovrastima largamente la presenza di prodotto surnatante nella formazione perché il LNAPL drena da un punto alto nel pozzo e si accumula fino a ristabilire l’equilibrio con il punto di entrata all’interno del pozzo. In presenza di fluttuazioni di falda si registra una correlazione inversa tra andamento della quota dell’acquifero e spessori apparenti di LNAPL, analogamente a un sistema non confinato. Schemi esplicativi della distribuzione del prodotto in relazione alle eterogeneità del sottosuolo sono riportati nella figura 3. Pertanto, le fluttuazioni della falda e la conoscenza di locali eterogeneità geologiche hanno un effetto rilevante sulla distribuzione del prodotto nel sottosuolo, sull’efficacia di recupero del LNAPL e sulla valutazione degli spessori apparenti di prodotto surnatante misurati nei piezometri. Ne consegue che il semplice dato di spessore apparente di LNAPL misurato nei piezometri deve essere interpretato e analizzato contestualmente alla quota dell’acquifero e alla litologia sito-specifica del pozzo, soprattutto in contesti caratterizzati da una certa complessità idrogeologica con fluttuazioni del livello di falda ed eterogeneità geologiche. Valutazione preliminare della mobilità del prodotto È riconosciuto che la presenza e la misura degli spessori apparenti di prodotto surnatante nei pozzi non sono, da soli, uno strumento adeguato per valutare la potenziale mobilità del LNAPL nel sottosuolo e la sua recuperabilità. Figura 3 Distribuzione del prodotto in relazione ad eterogeneità del sottosuolo – Fonte ITRC. Figura 3 www.ambientesicurezza24.com LE AZIENDE INFORMANO Tipicamente, il LNAPL si muove nel sottosuolo finché è attiva una sorgente primaria di rilascio; interrotto il rilascio, la forza dei meccanismi di migrazione del prodotto diminuisce e non è in grado di produrre ulteriori movimenti del LNAPL. Questo accade quando la pressione del prodotto surnatante non è sufficiente a spostare molecole di acqua ai margini del corpo di LNAPL, come schematizzato nella figura 4. A valle di uno sversamento, infatti, la pressione esercitata dal prodotto (hLNAPL) è in grado di vincere la resistenza capillare; il prodotto entra nei pori saturi che contengono acqua e si diffonde lateralmente e in profondità (“tempo 1” in figura 4), fintanto che la saturazione del prodotto è superiore alla saturazione residua (“Sor” in figura 4). Nel tempo, interrotta la sorgente di rilascio primaria, la pressione del prodotto si dissipa e il LNAPL non possiede più sufficiente forza, per vincere la resistenza capillare ed espandersi ulteriormente (“tempo 2” in figura 4). Contaminazioni antiche, quindi, senza sorgenti di rilascio attive, generalmente sono stabili e immobili, poiché il LNAPL non pos- Figura 4 www.ambientesicurezza24.com siede sufficiente forza ai bordi del corpo di prodotto surnatante, per vincere la resistenza capillare ed espandersi ulteriormente. L’invecchiamento del prodotto, inoltre, ne riduce la mobilità generale, perché ne modifica la composizione e le proprietà fisiche; la dissoluzione nelle acque di falda e la volatilizzazione nei vapori interstiziali, infatti, impoveriscono la massa di prodotto surnatante delle componenti più solubili e volatili, portando a una composizione ove predominano le componenti più pesanti, meno mobili. Una prima valutazione della mobilità del prodotto può essere effettuata attraverso una revisione dei dati di caratterizzazione del sito e può essere approfondita successivamente, se il potenziale di mobilità del corpo di LNAPL è sufficientemente alto, attraverso la raccolta di ulteriori dati sito specifici. L’analisi storica della presenza e degli spessori apparenti di LNAPL nel tempo, infatti, consente di valutare, quale prima linea di evi- denza, eventuali avanzamenti del corpo di prodotto surnatante, se la rete di monitoraggio è sufficientemente fitta e se la serie di dati a disposizione è sufficientemente ampia. L’analisi degli andamenti deve essere incrociata con eventuali fluttuazioni stagionali della falda e la litologia sito specifica (si veda il paragrafo “Fluttuazioni della falda ed eterogeneità del suolo”). Una stima quantitativa della potenziale mobilità del prodotto e della sua recuperabilità può essere, invece, effettuata attraverso il calcolo della trasmissività del prodotto surnatante con l’interpretazione di bail-down test, skimming test e l’interpretazione dei dati di recupero. Caso applicativo Il sito in esame è un importante polo industriale, con accertata presenza di prodotto idrocarburico in fase libera (benzine), in corrispondenza del parco serbatoi, da oltre un decennio, dovuta a sversamenti accidentali pregressi. Nel tempo sono stati realizzati massicci interventi di recupero del prodotto surnatante e controllo della diffusione della contaminazione, con sostanziali miglioramenti del quadro ambientale con riduzione degli spessori apparenti misurati nei pozzi e riduzione areale della zona con presenza di prodotto surnatante. Nel corso del 2012, tuttavia, in controtendenza rispetto al trend passato e nonostante le continue azioni di recupero, è stato registrato un incremento sia degli spessori di LNAPL nei pozzi, che del numero di pozzi in cui viene rilevata la presenza di fase libera. La falda principale presenta una soggiacenza media di circa 6 m da p.c., ed è contenuta in un orizzonte costituito da sabbie medio-fini, debolmente limose, con presenza Figura 4 Schema esplicativo della mobilità del prodotto nel tempo (Sor = Saturazione residua) – Fonte ITRC 5 LE AZIENDE INFORMANO di lenti limose, e mostra una variazione stagionale dell’ordine di qualche metro. Analisi integrata degli spessori di LNAPL Sulla base del modello teorico di trasporto e diffusione del LNAPL nel sottosuolo, l’approccio utilizzato per lo studio, è stato il seguente: l valutazione preliminare dell’estensione dell’area con presenza di prodotto sulla base degli spessori apparenti misurati nei pozzi e confronto con i passati monitoraggi; l analisi incrociata degli spessori apparenti di prodotto surnatante, dei valori di soggiacenza della falda, e della stratigrafia locale, attraverso la costruzione di diagrammi idrostratigrafici; l identificazione della condizione idrogeologica del prodotto, attraverso grafici diagnostici; l ricostruzione storica dell’area con presenza di prodotto, sulla base dei dati disponibili, e confronto con i dati recenti; l valutazione della potenziale mobilità del LNAPL. Nella figura 5 è riportata l’area con LNAPL sulla base degli spessori medi di prodotto surnatante misurati nei piezometri negli anni 20092012. Figura 5 6 Si evidenzia un sostanziale incremento dell’area con prodotto surnatante nel 2012, nonostante le continue azioni di recupero e in controtendenza rispetto a un trend migliorativo del triennio precedente. Anche gli spessori apparenti di prodotto misurati nei singoli pozzi sono aumentati nel 2012 fino a oltre 3 m. Il solo dato degli spessori di prodotto misurati nei pozzi sembra, quindi, indicare una sorgente di rilascio ancora attiva e un potenziale nuovo sversamento di prodotto, occorso nel 2012. n Idrostratigrammi. Il dato degli spessori apparenti di LNAPL misurati nei pozzi, analizzato singolarmente, costituisce, tuttavia, una misura spesso fuorviante e non rappresenta uno strumento adeguato per valutare la reale presenza di prodotto nel sottosuolo. Pertanto, in considerazione dell’importanza delle fluttuazioni della falda e delle eterogeneità del sottosuolo per i processi di trasporto e diffusione del LNAPL, sono state costruite curve idrostratigrafiche, che com- binano le seguenti informazioni: - quota di falda e livello di prodotto; - spessore di prodotto; - stratigrafia e caratteristiche del pozzo. Questi diagrammi sono strumenti potenti, poiché permettono di visualizzare contemporaneamente diverse informazioni, consentendo un’analisi integrata e maggiormente approfondita, rispetto alle curve idrostatiche tradizionali. Da un esame delle curve idrostratigrafiche è possibile valutare se l’aumento degli spessori di prodotto, possa essere correlato alle fluttuazioni della falda e/o a potenziali eterogeneità del sottosuolo, oppure è dovuto a un reale nuovo sversamento di prodotto. Un idrostratigramma dal sito in esame è riportato nella figura 6. Da un esame di questi diagrammi è possibile evidenziare che: l nell’ultimo periodo, si rilevano incrementi significativi degli spessori apparenti di prodotto (in giallo), da valori nulli o decimetrici, a spessori di quasi 3 m, che poi diminuiscono a valori decimetrici; l si evidenzia una correlazione inversa tra gli spessori apparenti di prodotto e i livelli di falda, comportamento tipico di LNAPL in condizioni non confinate; il prodotto che, in condizioni di falda media, è intrappolato dall’acqua sotterranea nelle porosità della zona satura, in modo discontinuo (LNAPL intrappolato), all’abbassarsi della superficie piezometrica defluisce dalla zona, diventata insatura, e forma un orizzonte di LNAPL libero, localmente continuo. La risalita della falda, da settembre 2012, ha intrappolato nuovamente il prodotto nelle porosità del suolo, limitandone la mobilità e la recuperabilità (LNAPL intrappolato). In controtendenza rispetto all’andamento generale sono altri pozzi in cui si registra una diminuzione deFigura 5 Variazione nel tempo dell’area con LNAPL (periodo 2009-2012) www.ambientesicurezza24.com LE AZIENDE INFORMANO gli spessori apparenti di prodotto surnatante, contestuale all’abbassamento dei livelli di falda, e un successivo incremento con la risalita dell’acquifero; questa correlazione diretta tra livelli di falda e spessori apparenti di prodotto rispecchia quanto riportato in letteratura per LNAPL in condizioni idrostatiche confinate. Queste condizioni si verificano quando il prodotto surnatante risulta accumulato in lenti a granulometria più grossolana e permeabilità maggiore, al di sotto del livello di falda e al di sotto di un orizzonte a granulometria più fine; la mobilità del LNAPL è limitata dall’eteroge- l in In sintesi, dall’esame incrociato dei dati di soggiacenza della falda, degli spessori apparenti di prodotto misurati nei pozzi e dai log stratigrafici dei sondaggi, si evidenzia che: l l’aumento dello spessore apparente di prodotto e del numero di pozzi con prodotto è da attribuire alle fluttuazioni della falda, non a nuovi sversamenti; l nella maggior parte del sito il prodotto si trova in condizioni idrogeologiche non confinate; alcuni pozzi, il prodotto surnatante sembra confinato al di sotto di orizzonti a minore permeabilità. n Diagrammi diagnostici. Un diagramma diagnostico è un grafico dove si rappresentano i livelli dell’interfaccia LNAPL/aria, LNAPL/ acqua e la superficie piezometrica al variare dello spessore apparente di LNAPL misurato in un pozzo nel tempo. L’analisi degli andamenti di questi parametri può essere usata per valutare le diverse condizioni idrostatiche di accumulo del prodotto. Le basi teoriche per l’analisi degli andamenti dei diversi parametri nei grafici DGP sono riassunte nel seguito: - LNAPL in condizioni non confinate: la quota di tutte e tre le interfacce e lo spessore apparente di prodotto variano; lo spessore apparente di LNAPL varia in modo inverso rispetto alla quota delle tre interfacce; - LNAPL in condizioni confinate: la quota dell’interfaccia LNAPL/acqua rimane stabile mentre gli altri parametri variano (livello di prodotto, falda e spessore di prodotFigura 6 Curva idrostratigrafica per il pozzo MW2 Figura 7 Curva idrostratigrafica per il pozzo MW4 Figura 6 neità del sottosuolo e dal fatto che il prodotto non riesca a vincere la resistenza capillare del terreno a granulometria più fine e, pertanto, risulti in condizioni confinate. Esiste una correlazione diretta tra le fluttuazioni di falda e gli spessori apparenti di prodotto in condizioni confinate; quando la falda sale, infatti, la pressione piezometrica sul prodotto aumenta, determinando un incremento degli spessori apparenti misurati nel pozzo, dove il prodotto incontra minore resistenza. La curva idrostratigrafica per il pozzo MW4, che presenta LNAPL in condizioni confinate, è riportata nella figura 7. www.ambientesicurezza24.com Figura 7 7 LE AZIENDE INFORMANO to), in modo proporzionale. Il diagramma diagnostico del pozzo MW2, dove la curva idrostratigrafica aveva evidenziato potenziali condizioni non confinate per il prodotto, è riportato in figura 8; l’aumento degli spessori apparenti di prodotto si accompagna a una diminuzione della quota dell’interfaccia LNAPL/acqua e, in misura minore, dell’interfaccia LNAPL/aria e della soggiacenza corretta, in linea con quanto riporta la letteratura. L’analisi tramite i diagrammi diagnostici ha confermato l’ipotesi formulata dall’analisi delle curve idrostratigrafiche: l nella maggior parte del sito il prodotto si trova in condizioni idrostatiche non confinate; l nell’estremità settentrionale dell’area del parco serbatoi, in corrispondenza di un numero limitato di pozzi, il prodotto surnatante si trova in condizioni idrostatiche confinate, al di sotto di orizzonti a minore permeabilità. Analisi storica Per valutare il potenziale di migrazione del prodotto surnatante, è stata ricostruita l’area con presenza di LNAPL sulla base delle informazioni storiche disponibili. Nei primi anni ’90, infatti, sono stati eseguiti sul sito studi idrogeologici che hanno evidenziato la presenza di prodotto in fase libera. Lo scopo dell’indagine storica è valutare se sono emersi nuovi nuclei di contaminazione e se effettivamente l’area con prodotto surnatante è in fase di espansione o migrazione. Nella figura 9 sono riportate le aree con presenza di prodotto surnatante, identificate dall’indagine degli anni 90, a confronto con lo stato attuale del sito. Dal confronto emerge come il prodotto surnatan- te sia stato riscontrato nel 2012 nelle stesse aree, dove era presente secondo l’indagine storica; in particolare, è individuato un unico corpo di prodotto surnatante, non due pennacchi idraulicamente separati, come invece dai dati pregressi recenti (2009-2011) (si veda la figura 5). Dall’indagine storica, pertanto, emerge come nel tempo non siano comparse nuove aree con presenza di prodotto, né ci sia stato un avanzamento del corpo di prodotto, a indicare che il LNAPL riscontrato in sito non è migrante, ovvero non si sta diffondendo o espandendo arealmente. Si conferma, pertanto, quanto evidenziato dall’analisi comparativa degli spessori apparenti di prodotto nel periodo 2009-2012, ovvero si ritiene che in sito non ci sia LNAPL mobile, ma solo LNAPL inFigura 8 Diagramma diagnostico Figura 8 8 www.ambientesicurezza24.com LE AZIENDE INFORMANO trappolato, LNAPL residuo e LNAPL libero; la condizione del prodotto, tra le tre fasi di cui sopra, è dinamica e varia con le fluttuazioni della falda. L’aumento degli spessori apparenti, misurati in alcuni pozzi e della presunta superficie con prodotto è da imputarsi alle variazioni della quota di falda e non a un reale peggioramento del quadro ambientale del sito. Risultati dello studio In sintesi i risultati dello studio integrato per la valutazione della mobilità del prodotto in sito hanno evidenziato quanto riportato nel seguito: l l’aumento degli spessori e del numero di pozzi con prodotto è da attribuire alle fluttuazioni della falda e non a un reale peggioramento del quadro ambientale del sito. Nella maggior parte dell’area di studio, infatti, il prodotto surnatante si trova in condizioni idrostatiche non confinate e il marcato abbassamento della Figura 9 Area con prodotto surnatante – Indagine storica Figura 9 quota di falda nel 2012 ha determinato il flusso nei pozzi di LNAPL, in passato intrappolato in modo discontinuo nelle porosità sature del sottosuolo; l in alcune aree localizzate il prodotto surnatante risulta in condizioni idrostatiche confinate, al di sotto di orizzonti o livelletti a minore permeabilità. In condizioni confinate esiste una correlazione diretta tra lo spessore apparente di prodotto nei pozzi e la quota di falda, ma lo spessore apparente di LNAPL misurato sovrastima la quantità effettivamente presente e recuperabile nel sottosuolo e il relativo profilo di saturazione; l l’indagine storica conferma come non siano comparse nuove aree con prodotto, né ci sia stato un avanzamento del corpo di prodotto surnatante, a indicare che il LNAPL riscontrato in sito non è migrante, ovvero non si sta diffondendo o espandendo arealmente; si ritiene, pertanto, che non ci sia LNAPL mobile, ma solo intrappolato, residuo e libero; la condizione del prodotto, tra intrappolato, residuo e libero, è dinamica e varia con le fluttuazioni della falda. Conclusioni L’utilizzo dei soli spessori di prodotto, osservati nei pozzi di monitoraggio, può portare a valutazioni insufficienti della distribuzione del LNAPL nel sottosuolo e a interventi di bonifica inefficaci e dispendiosi. Un’analisi integrata dei dati degli spessori di LNAPL, dell’andamento della soggiacenza di falda, dei log stratigrafici sito-specifici e delle proprietà chimico fisiche del prodotto in fase libera, invece, consente valutazioni più accurate per un corretto sviluppo del modello concettuale della contaminazione da LNAPL, sulla cui base progettare una strategia di bonifica efficace. Lo studio effettuato dimostra come l’analisi integrata dei dati di soggiacenze di falda, degli spessori di prodotto, misurati nei pozzi, le informazioni stratigrafiche e le indagini storiche possano permettere di determinare la condizione idrostatica del LNAPL, attraverso le curve idrostratigrafiche e i diagrammi DGP, e consente una maggiormente accurata valutazione della mobilità del prodotto e della sua distribuzione nel sottosuolo. Lo studio effettuato rappresenta, comunque, uno strumento preliminare di valutazione qualitativa, che può venire successivamente approfondito e rafforzato attraverso l’esecuzione e l’interpretazione di baildown test specifici, per la determinazione della trasmissività del LNAPL, quale misura quantitativa della recuperabilità e mobilità del prodotto surnatante, oppure attraverso campagne di indagini mirate, con strumenti quali LIF e MIP, per la completa delimitazione del corpo di LNAPL, a vantaggio di una ottimizzazione dei tempi e costi di bonifica. l Le figure 1, 2, 3 e 4 sono di proprietà ITRC - Le figure 5, 6, 7, 8 e 9 sono di proprietà Golder www.ambientesicurezza24.com 9