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Colloqui sulla dignità umana
Colloqui sulla dignità umana Atti del Convegno internazionale (Palermo, ottobre 2007) a cura di Alessandro Argiroffi Paolo Becchi Daniele Anselmo ARACNE Copyright © MMVIII ARACNE editrice S.r.l. www.aracneeditrice.it [email protected] via Raffaele Garofalo, 133 A/B 00173 Roma (06) 93781065 ISBN 978–88–548–1937–5 I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell’Editore. I edizione: luglio 2008 Indice 7 Prefazione 11 ALESSANDRO ARGIROFFI Perché ancora sulla dignità umana? Breve analisi ontologico–fenomenologica 23 PAOLO BECCHI Il principio della dignità umana: breve excursus storico–filosofico 33 Prospettive teologiche 35 EBERHARD SCHOCKENHOFF Comprensione della dignità umana e dei diritti umani nel pensiero cattolico 61 LUCIANA PEPI La dignità dell’uomo nell’ebraismo 77 PAOLO RICCA Riforma protestante e principio della dignità umana 85 DANIELE ANSELMO Dignità dell’uomo e prospettive islamiche 99 Prospettive filosofiche, giuridiche e sociologiche 101 FRANCESCO VIOLA I volti della dignità umana 113 ANDRÉS OLLERO Dignità e statuto giuridico dell’embrione umano 5 6 | Indice 151 PIO MARCONI La dignità dei moderni 163 BRUNO ROMANO Nietzsche e Pirandello: diritti dell’uomo e formalismo giuridico 183 LUISA AVITABILE Diritti umani e fenomenologia dello Stato in Edith Stein 221 PIER PAOLO PORTINARO La dignità dell’uomo messa a dura prova 241 Interventi 243 DANIELE CANANZI La questione della “dignità umana” 263 GIANPAOLO BARTOLI Perché il bene piuttosto che il male? Libertà, diritto e dignità dell’uomo 275 LUIGI DI SANTO Filosofia della pace e dignità umana 287 SERGIO MIRABELLI Johann Sebastian Bach e Olivier Messiaen: morale e misticismo di due “musicisti da Chiesa” 291 ANTONIO COGNATA Nella “teoria economica” c’è un posto per la dignità? Una risposta ottimista 297 Gli Autori Prefazione Il tema della dignità umana è ormai da alcuni anni al centro di un dibattito internazionale che coinvolge molteplici discipline (filosofiche, teologiche, giuridiche e sociologiche) e autori provenienti dalle più diverse aree culturali. Nel nostro paese invece una discussione in proposito è ancora allo stadio embrionale. È vero che di “dignità” si parla spesso in relazione a tematiche bioetiche e la cosa più sconcertante è che entrambi gli schieramenti che attualmente si fronteggiano (la cosiddetta bioetica “laica” e “cattolica”) lo fanno richiamandosi alla difesa della dignità umana. Quello che però è soltanto agli inizi è una riflessione sui presupposti filosofici e teologici, indispensabile per affrontare il tema con un respiro più ampio. Ecco perché questo volume, che raccoglie gli Atti del Convegno internazionale svoltosi, sotto la direzione scientifica del prof. Alessandro Argiroffi, a Palermo dal 2 al 5 ottobre del 2007, pur occupandosi anche di aspetti bioetici e giuridici intende prendere le mosse da una perlustrazione degli aspetti più propriamente filosofici e teologici. Questo spiega anche perché il Convegno, e quindi questo volume, è idealmente dedicato alla memoria di Sergio Cotta e Marco Maria Olivetti. I Curatori 7 Un particolare ringraziamento per la realizzazione del Convegno va all’Università degli Studi di Palermo, alla Facoltà di Scienze Politiche, al Dottorato di Ricerca su “Diritti dell’uomo: evoluzione, tutela, limiti”, al Dipartimento di Studi su Politica, Diritto e Società, e alla Provincia Regionale di Palermo. I Curatori desiderano esprimere il loro ringraziamento per l’intelligente collaborazione prestata dalla dottoressa Valentina Di Gregorio. 9 Alessandro Argiroffi Perché ancora della dignità umana? Una breve analisi ontologico–fenomenologica 1. In linea generale, con dignità umana si indica una particolare posizione dell’uomo nel mondo rispetto agli altri viventi non umani. Nei tempi bui del secolo scorso l’uomo è ritornato a riflettere sul senso della sua dignità e, anche nel nostro secolo, la questione dignità umana è al centro di profonde e contrastanti discussioni nello spazio pubblico democratico, anche a causa delle nuove e pervasive possibilità delle tecnologie. A ben vedere, si può parlare oggi, per le questioni emergenti di bioetica e, in generale, di etica applicata (eutanasia etc.), anche per le pesanti ripercussioni sulla biogiuridica, di un agire tecnologicamente orientato, costituente una sorta di novum categoriale rispetto al passato, non solo quello remoto ma anche quello a noi prossimo. Il significato primario della dignità è, senza dubbio, universalistico, cioè, almeno in linea di principio, è il genere umano a possederla come dote naturale. In questa sede non mi occupo di una presumibile Storia (lineare e, soprattutto, progressiva) del concetto di dignità attraverso le varie Carte e Dichiarazioni dei diritti che si sono succedute. Si mostra fondamentale il contributo offerto dal Cristianesimo all’affermazione del valore universale della dignità, si tratta cioè della tradizione, centrale per l’Europa e per l’Occidente, ebraico–cristiana. 11 12 | Alessandro Argiroffi Infatti, l’idea veterotestamentaria dell’uomo creato “a immagine e somiglianza di Dio” si è estesa dal popolo eletto a tutti gli uomini. Proprio l’immagine e somiglianza con Dio spiega, esplicitandola, la sua posizione creaturale del tutto unica nel cosmo. Anche nella filosofia greca (luogo d’origine dell’Occidente), a partire da Platone e Aristotele, l’umanità dell’uomo era colta come segno divino e quindi, in qualche modo, sovraumano. Ancora, nel politeismo degli antichi l’uomo risultava essere indizio o traccia del divino, non ancora di un Dio–Persona. Infine, nell’ellenismo si deve soprattutto allo Stoicismo (tra l’altro, in particolare, quello pragmatico latino: Seneca) l’inizio pre–cristiano dell’idea dell’eguaglianza degli uomini. È proprio l’idea della libertà morale con la sua consapevolezza, non tanto e non solo la sua natura (essentia), a conferire all’uomo dignità. Quest’ultima, oltre che carattere ontologico, assume una sporgenza deontologica, nel senso che è titolo etico–giuridico che ogni uomo può rivendicare in quanto destinatario di norme universalmente vincolanti. Risiede nello stesso “fatto della ragione” — di kantiana memoria — l’input che ci comanda di trattare l’umanità, sia in sé che nell’altro, sempre anche come fine e mai semplicemente come mezzo. Con la fine della seconda guerra mondiale la dignità è consacrata ad assumere un più compiuto riconoscimento in virtù di una sua configurazione giuridica, cioè una sua “giuridificazione”. A ogni modo, penso che preparatorio al dato giuridico sia l’ethos di un’epoca, cioè che sia preliminare al, e alla base del, dato giuridico positivo stesso. Sostengo con Sergio Cotta che così come «il male è definito il trascendentale del diritto», allo stesso modo l’Olocausto è la reale e concreta condizione di pensabilità e di esistenza dei diritti umani come li conosciamo oggi e, inoltre, delle varie Carte e Dichiarazioni dei diritti che si sono succedute fino ai nostri giorni. Personalmente, ma proprio per questo ciò è contestabile e opinabile, non credo sia fecondo tracciare una linea evolutiva ed emancipatoria (e di progresso nel senso della filosofia della storia) di una presunta storia dei diritti umani che affondi le sue radici nei secoli scorsi e, in particolare, nel secolo dei Lumi1. 1 Cfr. M. Ignatieff, Una ragionevole apologia dei diritti umani, trad. it. a cura di S.