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dio ci vuole felici - Parrocchia S.Clemente
DIO CI VUOLE FELICI E CI PROPONE LA VIA DELLA FELICITÀ Preghiamo 1. Beato l’uomo che sa chiedere perdono del male che ha fatto ai fratelli; beato l’uomo che sa perdonare i torti subiti; beato chi agisce con giustizia e rettitudine e resta forte di fronte alla sofferenza. 2. Tu, Signore, sei un Dio di misericordia e comprendi la debolezza dell’uomo; tu accogli, perdoni, incoraggi, dai sollievo agli spiriti tormentati. 3. Chi ha fede si rivolga al Signore soprattutto nei tempi di prova; anche nelle situazioni disperate troverà un sostegno incrollabile. Ti ringrazio, Signore, mio rifugio, consolazione e forza dei tribolati, perdono e riscatto di chi ha sbagliato, ti ringrazio per la serenità ritrovata. 4. Non cerchiamo di sfuggire le prove che la vita ci riserva, ma confidiamo nel Signore, difensore dei deboli e degli afflitti. 5. Continua a commuoverti, Signore per la mia precaria situazione e ascolta premuroso la mia preghiera: rendi coerente il mio impegno per la giustizia; apri il mio cuore alla fiducia e toglimi la tentazione del pessimismo; rendimi sicuro che sei tu che guidi la storia e la porti a un approdo sicuro. Egli vuole appunto la nostra felicità, non però solamente qui, adesso, subito; desidera che maturi in noi la vera felicità per questa vita e per l'altra, anche se non può essere percepita pienamente in ogni istante, specialmente agli inizi del cammino. In secondo luogo occorre tenere presente che la maturazione consiste pure in un discernimento, in una capacità di scelta. Di fatto non sempre ciò che sembra darci gioia ci rende felici. Terza premessa: le Beatitudini ci indicano le vie, gli atteggiamenti che possono 1 rendere contenti davvero, e costituiscono quindi un aiuto per la nostra felicità. Esse ci tracciano un programma di vita. «Beati...» Vale la pena iniziare la riflessione sui predicati osservando che il termine «beati», in ebraico ashrei,( makàrios) ricorre molto frequentemente nel Primo Testamento. Oltre alle numerose occorrenze nei salmi, ad alcune delle quali abbiamo già avuto modo di fare riferimento, possiamo citare alcuni versetti dei Proverbi: «Beato l'uomo che ha trovato la sapienza» (3,13); «Chi confida nel Signore è beato» (16,20); «Beato chi osserva la legge»(29,18); e ancora qualche passo del profeta Isaia: «Beati coloro che sperano nel Signore!» (30,18); «Osservate il diritto e la giustizia ... Beato l'uomo che così agisce!» (56,1-2). Le Beatitudini evangeliche descrivono nove categorie di persone; ma abbiamo visto che, se percorriamo il Nuovo Testamento, ne troviamo menzionate molte altre, come per es. : Beato è colui che invita a un banchetto i poveri, dal momento che non possono ricambiare (cfr. Lc 14,13-14); espressione che invita alla beatitudine della gratuità pura. Chi è beato? Abbiamo già considerato la prima beatitudine e abbiamo detto che i poveri sono coloro che si affidano a Dio e non solo coloro che sono privi di risorse economiche. Ora consideriamo gli afflitti. BEATI GLI AFFLITTI: DA DIO SARANNO CONSOLATI ! BEATI QUELLI CHE HANNO FAME E SETE DELLA GIUSTIZIA PERCHÉ SARANNO SAZIATI ! BEATI I PERSEGUITATI PER CAUSA DELLA GIUSTIZIA, PERCHÉ DI ESSI È IL REGNO DEI CIELI ! In Luca si parla di quelli che piangono, poiché sono afflitti da malattie e disgrazie e feriti nel corpo e nello spirito. Matteo ha cambiato sotto il probabile influsso di Is. 61,1-2 “Il Signore mi ha mandato … a consolare gli afflitti”. Il significato matteano fa propendere per un significato spirituale. Sono quelli che subiscono i contraccolpi di un mondo ancora sotto l’azione delle forze del male e della morte. Gli afflitti sono quelli che si rammaricano che Dio non sia amato, per il fatto che l’Amore non è amato; coloro che sanno piangere sui mali del mondo. La consolazione loro promessa consiste nella salvezza finale. Nella Lettera di Giacomo è «beato l'uomo che sopporta la tentazione, perché una volta superata la prova riceverà la corona della vita che il Signore ha promesso a quelli che lo amano» (1,12): l'asprezza della tentazione e l’afflizione che provoca sono fonte di felicità. Pietro nella sua Prima lettera che abbiamo già citato più volte, ci istruisce: «E se anche doveste soffrire per la giustizia, beati voi!» (3,14). E ancora: «Nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi, perché anche nella rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare. Beati voi, se venite insultati per il nome di Cristo, perché lo Spirito della gloria e lo Spirito di Dio riposa su di voi» (4,13-14). 2 Gli affamati e assetati di giustizia. Sono coloro che vorrebbero vedere la volontà di Dio realizzata quaggiù, e si sforzano per quanto è in loro di piacere al Signore. La giustizia della beatitudine non è di per sé la giustizia salvifica divina, non è neppure semplicemente la giustizia commutativa (dare a ciascuno il suo). È un atteggiamento positivo, spirituale; è la giustizia nel senso biblico anticotestamentario, cioè la santità. Potremmo forse tradurre la beatitudine per noi in maniera molto semplice, come la traduceva Madre Teresa di Calcutta: «Beati coloro che si danno da fare per farsi santi», che sono affamati di santità e nutrono la fiducia che il Signore li santifica. L’impegno nel mondo, il lavorare a servizio di una società che si vuole sempre più giusta e umana, sradicare l’ingiustizia e praticare la misericordia, suppongono che noi cristiani viviamo prima di ogni altra cosa questa dimensione profondamente contemplativa, cioè appunto l’unione con il Signore per fare sempre la sua volontà. E la sua volontà è la costruzione di una società fraterna e conviviale, dove ciascuno porta i pesi degli altri. L’ottava beatitudine che riguarda i perseguitati a causa della giustizia è strettamente legata alla successiva. Chi rompe con la logica del mondo, chi non si conforma a questo secolo, paga tale rottura. Qui «giustizia» è probabilmente da intendersi come l'osservanza della legge cristiana, l'adesione a Cristo. Leggiamo negli Atti degli Apostoli: «È necessario attraversare molte tribolazioni per entrare nel regno di Dio» (14,22). Pietro asserisce: «È una grazia per chi conosce Dio subire afflizioni, soffrendo ingiustamente ... Se facendo il bene sopportate con pazienza la sofferenza, ciò sarà gradito davanti a Dio»{1Pt 2,19-20). Dunque Gesù voleva che noi leggessimo la nostra beatitudine anche là dove si viene maltrattati non per aver fatto il male, ma per aver fatto il bene. “Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia”. In maniera vivissima e singolare ha vissuto questa beatitudine san Paolo. Contrastato nel suo ministero, messo in difficoltà, imprigionato, battuto, scacciato dalle città, vedeva in questa situazione il segno della verità della sua missione. Dalla persecuzione stessa traeva la forza per andare avanti e continuare il cammino di proclamazione del mistero di Gesù: «Mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle angosce, nelle persecuzioni sofferte per Cristo (2Cor 12,10). BEATI NELLA SPERANZA La nostra beatitudine .è fare la volontà di Dio, realiz zare quello che Dio vuole da noi. Non basta per ottenere questa beatitudine seguire la logica di una sapienza terrestre. “Ciò che nasce dalla carne è carne” (Gv 3,6) destinato al dissolvimento. Solo una sapienza celeste può renderci beati anche sulla terra, qualunque sia la nostra condizione di sofferenza. È lo spirito in noi che rimane e ci rende immortali. La speranza nella beatitudine futura è già fonte di vera e propria felicità, perché questa speranza è già “Cristo in noi speranza della gloria” (Col 1,27). 3 Preghiamo Let.: «Beati gli afflitti, per i quali la vita è un peso e le lacrime il pane quotidiano. Tutti: Trovino in te consolazione e aiuto, e in noi un cuore aperto a condividerne la sofferenza e il pianto. Let.: «Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia", della tua Parola santa, della tua volontà; Tutti: dona alla chiesa questo desiderio inesausto di te, perché trasformi il mondo con la forza della tua Parola. Let.: Signore, la tua Parola trasformi il nostro cuore Tutti: perché, così rinnovati, possiamo far nuova la creazione intera. Let.: Signore, trasforma il nostro dolore in gioia, la nostra sofferenza in esultanza Tutti: facci comprendere che un breve periodo di sofferenza è pegno della gloria futura. Let.: Per quelli che lottano e muoiono per la giustizia sulla terra: Tutti: sia il loro sacrificio un seme per la nascita di una umanità più fraterna. Let.: Per i cristiani che in questo nostro tempo sono emarginati e perseguitati a causa della loro fede Tutti: Ti imploriamo Signore, sii Tu la loro forza e la loro speranza. Let.: Per tutti noi che crediamo nella parola del Signore e con fiducia poniamo tutta la nostra vita nelle sue mani Tutti: Signore la tua Parola sia nostra luce e guida nei comportamenti di ogni giorno. Salva, o Signore, e abbi pietà degli anziani, dei giovani, dei poveri, degli orfani e delle vedove, dei disadattati, dei sofferenti, dei malati, di coloro che sono nel dolore, nelle difficoltà, nelle afflizioni, di coloro che sono rinchiusi nelle prigioni e nei luoghi di detenzione, e innanzitutto di coloro che sono perseguitati per il tuo nome e per la fede. Ricordati di tutti loro: visitali, fortificali, dona loro presto per la tua gloria, libertà e liberazione. Ascolta il grido dell’umanità sofferente e accorri in suo aiuto, perché tutti si rallegrino di avere sperimentato la tua misericordia. Amen 4