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TACCHI E LIBRI - Corpo Forestale dello Stato
FORESTALE / Formazione TACCHI E LIBRI Un giorno con i commissari forestali che stanno frequentando il corso di formazione biennale. Saranno loro i protagonisti del rapido processo di modernizzazione del Corpo U Hanno un’età media non giovanissima, intorno ai 38 anni. Troppo elevata forse perché l’addestramento incida sul carattere personale, ma sicuramente un vantaggio in termini di bagaglio umano e di esperienza. 71 uomini e 43 donne con un’elevata capacità culturale. Sono ingegneri, avvocati, liberi professionisti, ma anche giovani al primo impiego e che comunque coronano ora il sogno della propria vita. I volti, le storie Irene Davì, per esempio, ha una laurea in economia e commercio ed una esperienza presso una multinazionale farmaceutica, è la mascotte del corso, è la più piccolina, si fa per dire. Alta un metro e 75, dai lunghi capelli biondi, è il più giovane commissario del Corpo; da “grande” vorrebbe essere impiegata nel settore delle relazioni internazionali. © Ufficio Stampa CfS no, due, uno, due… passo ! Lungo i viali alberati della Scuola Superiore dell’Amministrazione dell’Interno situata all’interno di uno scampolo di Tuscia veientana che si estende quasi dentro il tessuto urbano della Capitale, echeggia un rumore marziale. È la compagnia dei commissari del Corpo forestale dello Stato che dal 1 luglio scorso sta svolgendo il terzo corso per la formazione dei funzionari appartenenti al ruolo direttivo. Sono 113 e provengono da storie personali e formazioni culturali e professionali completamente diverse. E’ toccato a lei fare da alfiere e portare la gloriosa Bandiera del Corpo in occasione del 188° Anniversario di fondazione dove, alla presenza del Presidente della Repubblica e delle più alte cariche dello Stato, la compagnia dei commissari ha rappresentato una componente fondamentale del Corpo. Saranno infatti proprio loro, che rappresentano circa un quarto dell’intero organico dei direttivi, chiamati a guidare il Corpo nel prossimo futuro. Il ruolo dei funzionari sarà infatti determinante per traghettare il Corpo nella nuova dimensione in cui è stata calata questa piccola forza di polizia dello Stato specializzata nella tutela dell’ambiente e del territorio. Di ciò è convinto il Capo del Corpo forestale dello Stato Cesare Patrone che ha scommesso sulla nascita di questa nuova figura professionale. Un homo novus, in cui il preponderante bagaglio professionale derivante dai profili giuridico-economico, agrario-forestale, ingegneristico, informatico, chimico, veterinario, ecc. si unisce e si interscambia con la formazione di polizia. Come ama spesso ripetere il Vice Capo del Corpo Fausto Martinelli, che ha ricevuto il complesso incarico di gestire questo crogiuolo di saperi, la Forestale ha la più alta biodiversità culturale nel settore delle forze di polizia e forse dell’intera pubblica amministrazione. Difficile esperimento quello di arricchire nella diversità cercando però la necessaria uniformità. Quello che nascerà sarà il nuovo commissario forestale che, pur nella specifica preparazione culturale iniziale, dovrà avere cognizioni degli altri profili professionali. Sì, perché la natura per leggerla, comprenderla e tutelarla ha bisogno di un approccio multidisciplinare. Un’immissione di linfa nuova nelle file del Corpo richiede una preparazione mirata. Il Corso ha una durata di due anni ed è articolato in 13 moduli i cui temi vanno dalla sicurezza ambientale ed agroalimentare all’ecologia, alla tutela ambientale, del paesaggio e del territorio, alla legislazione e alle tecniche di polizia e non mancano gli stage e i tirocini applicativi. Walter Scapin, 47 anni, laurea in Scienze Politiche e un dottorato di ricerca in Scienze Ambientali, è in Forestale da 24 anni, fino a giugno scorso era il comandante della stazione di Celle Ligure (Savona). Oggi pensa ad un incarico presso un Comando provinciale. Come Giuliano Palomba, 37 anni, laurea in giurisprudenza, da 16 anni nel Corpo, prima era il comandante della stazione di Corato vicino Bari. Alle spalle tante attività di polizia giudiziaria nel campo degli illeciti ambientali. Alla fine del corso vorrebbe continuare la sua esperienza nel settore investigativo. Diversa la storia di Andrea Livolsi, 32 anni, di Palermo laureato in giurisprudenza: per 5 anni è stato commissario nella Polizia Penitenziaria e oggi finalmente approda alla Forestale in cerca di grandi spazi dove mettere a frutto la sua esperienza. Simone Bottai, invece, 42 anni e laureato in scienze forestali, è nel Corpo da 16 anni. Oggi ha l’onore e l’onere di essere il capo corso ma fino a qualche mese fa era pilota di elicotteri AB 412 e NH 500 con tante ore di missione sugli incendi e nelle missioni operative di soccorso o di supporto alle azioni di polizia. Pensa che il salto di carriera aiuterà la cronica mancanza di funzionari piloti. Sandra Martinelli era un avvocato civilista di Isernia e alla fine guadagnava pure bene ma il richiamo della foresta è stato più forte. Rocco Lupini, 37 anni, viene dall’Aspromonte, laureato in giurisprudenza ed ex imprenditore agricolo. Quando aveva dieci anni fu sequestrato dalla ’ndrangheta insieme alla mamma. Cinque mesi di prigionia sulle montagne calabresi che gli hanno segnato la vita. Oggi il suo desiderio è quello di contribuire ad assicurare la legalità in quelle terre ancora dimenticate. La missione La scuola è davvero accogliente, un parco di 20 ettari con una struttura centrale prestigiosa sede delle aule didattiche e dei locali comuni, intorno tanti villini, dove alloggiano i commissari, una via di mezzo tra un campus statunitense e un residence. Ma la disciplina e le norme di convivenza da rispettare sotto l’occhio attento dei tutor sono quelle tipiche delle accademie militari. Gesti e orari scanditi da regole ferree. Giuseppe Vadalà, da poco dirigente ma con alle spalle una lunga esperienza operativa sempre sulla breccia, prima come capo del Nucleo Investigativo Anticendi Boschivi, e ora al vertice della divisione di polizia agroalimentare, è il direttore del Corso. Su di lui ricadono tutti i problemi grandi e piccoli di ogni giorno e le responsabilità, prima fra tutte quella di riuscire ad essere un buon educatore. “La cosa più importante - spiega - al di là dello studio e delle tecniche che pure sono fondamentali, è cercare di istillare quei valori fondamentali che sono alla base di un alto profilo etico e professionale. Il Forestale n. 59 - 21 E queste nozioni non mi stancherò mai di impartirle, anche se non si leggono sui libri ma fanno parte di un rapporto empatico che si costruisce tra allievo e docente. Qui non si tratta tanto di formare uomini o donne perché a questa età il carattere è maturo, quanto dei veri professionisti a tutto tondo che avranno a loro volta la grande responsabilità di gestire ingenti risorse umane e strumentali”. Una missione non da poco. Tante le ore di lezione, gli impegni con lo studio e le costanti verifiche tengono sotto pressione i commissari che, quando possono, cercano di scaricare lo stress accumulato anche a causa della lontananza da casa e dai propri affetti con un pò di attività sportiva praticata nella struttura scolastica. Palestra, piscine, campi da tennis e da calcetto, ma più spesso ci si riduce ad una corsetta per le campagne circostanti, tanto per integrare la formazione fisica obbligatoria che oltre all’atletica prevede anche un corso di approccio alle tecniche di difesa personale. E la collocazione così forestale ricorda ai frequentatori quale sarà l’oggetto del futuro lavoro, compresa l’aula dove si svolgono le lezioni con i vetri trasparenti al posto delle pareti che si affacciano sul parco circostante. Questa totale immersione nel verde invoglia ad uscire, a svolgere attività pratiche, ed escur- 22 - Il Forestale n. 59 sioni. Ma tutor e docenti assicurano che nel prossimo anno le attività esterne e il contatto con la natura saranno più frequenti. C’è chi un pò spaesato cerca un’identità forestale tradizionale, diviso tra la sede del corso, la prestigiosa Scuola dei Prefetti, diretta dal sempre disponibile e comprensivo prefetto Giulio Cazzella, che li ospita, e la Scuola Superiore di Polizia, titolare effettiva del Corso. Nascerà allora quel sano cameratismo in cui si tramandano le tradizioni secolari del Corpo? Gli anziani che vengono dalle file interne cercano di trasmettere ai più giovani esterni il pensiero e la filosofia di un’appartenenza e l’entusiasmo di un’alta missione al servizio della natura e della sicurezza dei cittadini. C’è pure chi rimpiange i tempi in cui la Forestale aveva una sua accademia per gli ufficiali o quando nelle camerate della Scuola di Cittaducale nascevano e si intonavano i canti del Corpo. E qualcuno pensa che per fortuna c’è la Festa del Corpo a rinsaldare questi legami. Per ora, alla fine del primo semestre, li attende il master di secondo livello in Scienze della sicurezza ambientale presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Presto però, chiusi i libri di scuola, si apriranno gli scenari movimentati del servizio operativo. S.C. Il coordinamento nasce a scuola ll’alba i pullman lasciano la Scuola dei Prefetti. Basco verde, scarponi e giacca a vento. Destinazione il parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Prima però una tappa in autogrill, non per il solito caffè ma per svolgere un curioso rito. Dopo una breve attesa in area di servizio, ecco arrivare i bus azzurri della Polizia con a bordo i 120 commissari del 100° corso che si sta svolgendo quasi in parallelo con il corso commissari forestali. Cosa sta accadendo ? Come prevede la legge, la formazione dei commissari forestali si svolge presso la Scuola Superiore di Polizia attualmente diretta da Gerardo Cautilli, la stessa dalla quale escono i funzionari della Polizia di stato. Bene, questa quanto mai inaspettata norma, considerato il tradizionale senso di appartenenza e le sempre mal celate rivalità dei vari corpi armati dello Stato, sta invece producendo nuove situazioni dai risvolti moderni e positivi. Si parla da anni di coordinamento tra le forze di polizia, anzi si può dire che questo sia un obiettivo costante di tutte le recenti politiche di sicurezza. Fiumi di parole, di direttive e di norme si sono scritte su questo concetto. Eppure quella mattina di novembre, sul Grande Raccordo Anulare di Roma, è accaduto un atto dal significato non puramente simbolico. Parte dei commissari di polizia hanno preso posto sui pullman della Forestale e parte dei commissari forestali sono saliti a bordo dei mezzi della polizia per dare vita ad una lunga colonna mista. Baschi verdi e blu si sono confusi presto in una disordinata brigata. Il contatto diretto e lo scambio di parole sono serviti a rompere subito il ghiaccio. Si è parlato di tutto, delle materie comuni oggetto di studio, degli esami, della vita personale, del lavoro nelle amministrazioni di appartenenza, delle aspettative future. E’ nato un rapporto personale, qualcuno si è scambiato il numero di telefono. Per la verità un gemellaggio ufficiale c’era già stato qualche giorno prima presso la Scuola di Poliza con tanto di buffet e dj benedetti dai responsabili dei rispettivi corsi. Si capisce che in queste scelte non c’è niente di goliardico ma la realizzazione di un progetto preciso che cerca l’integrazione. Nasce anche così il coordinamento tra le forze di polizia, con una formazione condivisa, con programmi che, pur tenendo conto delle differenze e peculiarità, cercano di uniformare la preparazione e le procedure. Tutto questo non deve scalfire l’orgoglio e il senso di appartenenza che rappresenta anche la forza di istituzioni così antiche e amate dai cittadini, semmai deve rinforzare alcuni legami in segno dell’efficienza al servizio dello Stato, perché oggi non si può più pensare di contrastare illegalità a compartimenti stagni. Prove generali di coordinamento in uno scenario congeniale per i forestali: la Camosciara, nel cuore del parco nazionale, dove i commissari sono giunti dopo essere stati divisi in 4 gruppi uno per ogni itinerario alla scoperta di una diversa realtà ambientale. Poi tutti a Civitella Alfedena dove i commissari sono stati accolti dal Sindaco, dal presidente del Parco, dal comandante regionale del Corpo forestale e dal responsabile del Coordinamento territoriale per l’ambiente. Infine dopo la colazione di lavoro i saluti e il rientro alle rispettive sedi con la promessa di rivedersi presto. S.C. A Il Forestale n. 59 - 23