Un`occasione ghiotta per riflettere sulla liturgia nell`Irc
by user
Comments
Transcript
Un`occasione ghiotta per riflettere sulla liturgia nell`Irc
lo scaffale dell’insegnante Un’occasione ghiotta per riflettere sulla liturgia nell’Irc RIVISTA LITURGICA, anno XCVIII, terza serie, n. 4, luglio agosto 2011 Abbazia S. Giustina Edizioni Messaggero Padova, pp. 723, € 10,50 La “Rivista Liturgica” ha dedicato il numero 4 del luglio-agosto 2011 all’argomento: «La liturgia nell’insegnamento della religione cattolica». Come dice il sommario: «Nella sua storia quasi centenaria ‘Rivista Liturgica’ ha elaborato monografie di vario genere e spessore tematico. Alcune ‘nuove’ rispetto all’ordinario modo di considerare la liturgia… Il presente volume rientra nella tipologia di temi mai affrontati…». A nostro avviso, sarebbe interessante verificare se l’Idr, a sua volta, guarda a questa scelta con sorpresa oppure con gratitudine. Con sorpresa, perché considera la liturgia elemento della catechesi e perciò fuori dell’impianto dell’Irc scolastico; oppure con gratitudine, perché avverte che «la liturgia non è solo ‘rito’ fine a se stesso, ma espressione culturale che si inscrive nell’intimo della persona e che è capace di in- 62 cidere in modo determinante al fine di elaborare cultura proprio a partire da ciò che il culto è nella sua essenza» (ib. 557s). Il fascicolo si presenta come un invito “obbligatorio” rivolto a ogni Idr per riflettere sull’Irc delle Indicazioni e quindi sulla sua valenza educativa. I primi sei studi tracciano il quadro generale della problematica: L’impianto delle Indicazioni – Documenti della CEI – Una lettura critica degli obiettivi di apprendimento – La liturgia e i suoi linguaggi di comunicazione in alcuni libri di testo d’Irc (una ricerca molto interessante e approfondita, svolta da Pasquale Troìa, collaboratore di IR) – Ars celebrandi e Ars educandi: una lettura dialogica dalla prospettiva dell’Irc – La liturgia nella catechesi e nell’Irc: complementarità e differenza. Seguono quattro note: Gli ISSR e la formazione liturgica degli Idr – Quali aspetti liturgici sono da valorizzare nei testi d’Irc (ne è autore Alessandro Toniolo, collaboratore di IR) – Feste e tradizioni ebraiche in alcuni recenti libri di testo per l’Irc (altro contributo di Pasquale Troìa) – Universi liturgici nel web (con una lunga serie ragionata di interessanti indirizzi internet), per concludere con il dossier: «Corsi di aggiornamento professionale per gli Idr: quale rilevanza per la liturgia?». Approcci didattici, rito e gioco Gli autori, riflettendo su liturgia e Irc, non intendono creare confusione tra catechesi e scuola, ma partono dalle Indicazioni, dalle competenze e dagli obiettivi di apprendimento, cioè dalla specificità dell’Irc scolastico, dai libri di testo, dalla formazione degli Idr negli ISSR. Proprio in questo quadro concreto e attuale essi rilevano che l’al- fabetizzazione culturale delle future generazioni nella dimensione religiosa non può prescindere dalla cultura religiosa vissuta, quindi da come la religione diventa cultura nei simboli, nelle feste e nei riti. Per sottolineare ancora una volta l’utilità del fascicolo per un autoaggiornamento non solo teorico ma anche pratico dell’Idr non sulla liturgia in sé, ma sull’importanza della liturgia per il suo insegnamento e perciò per la crescita degli alunni, come persone e come individui, basti riportare alcuni suggerimenti didattici contenuti nel dossier conclusivo. Nelle pagine 719ss si propongono come approcci didattici: a) il Rito: ossia la possibilità di creare legami: partendo dal dialogo tra la volpe e il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupery sul rito, dalle varie forme rituali con cui si esprimono i ragazzi nella loro vita quotidiana, dai riti collettivi negli stadi di calcio, dal rito dell’aperitivo ecc. per far vedere che liturgia è vita vissuta che si esprime attraverso riti, gesti e simboli; b) il gioco: ovvero la speranza della comunione e del sogno: «La liturgia, come il gioco, ha regole proprie e crea un suo mondo che vale quando si entra in essa e poi altrettanto naturalmente viene meno quando il “gioco” finisce. Un altro punto di paragone è che il gioco è sì dotato di senso, ma al tempo stesso è libero e, proprio per questo, ha in sé qualcosa di terapeutico, anzi di liberatorio, dal momento che ci fa uscire dalla vita di tutti i giorni e dai fini che la caratterizzano…» (J. Ratzinger, Introduzione allo spirito, Milano 2001, p. 9). G. Kannheiser Un tema sempre attuale Quando le parole non bastano Silvio D’Arzo Casa d’altri. Tre redazioni Diabasis 2010, pp. 214, € 15,00 Si può chiedere l’«autorizzazione» al suicidio? È un tema attuale – pericolosamente, sentitamente attuale–. Sembra che vi sia poco spazio per le opinioni condivise, specie se di «auto- rizzazione» proprio non si parla nel dibattito di questi giorni. Silvio D’Arzo ci pone dinnanzi a un quesito teologico forte con il racconto Casa d’altri, considerato oramai tra i più importanti della letteratura italiana. Non tragga in inganno il lettore la nota «Tre redazioni» apposta come sottotitolo (Silvio D’Arzo, Casa d’altri. Tre redazioni, a cura di I. Tassi, Reggio Emilia, Diabasis, 2010, pp. 214, € 15): non si tratta di un fatto o una curiosità letteraria, ma della possibilità di mostrare il cammino di una idea, di un dubbio, di un dilemma nel suo farsi e disfarsi. Fu Eugenio Montale ad accorgersi del pregevole lavoro letterario alla sua comparsa nel 1952, il quale senza troppi preamboli scrisse: «Si svolge in un nudo villaggio del nostro Appennino. Personaggi, un vecchio prete e una vecchia lavandaia sola al mondo, distrutta dagli anni e dalla fatica. Lei vorrebbe uccidersi ma è religiosa e sente che le occorrerebbe una “dispensa eccezionale”». Un dialogo con Dio Non è solo il suicidio che sottende il libro, ma il dialogo con Dio e la forza che ci permette di accettare le cose che accadono: «E io pensavo che adesso un piacere Dio potrebbe anche farmelo, perché io non gli ho mai chiesto niente. Non l’ho disturbato neanche tanto così in sessantatre anni a momenti. E non l’ho mai avuta con lui: mai una volta. Nemmeno quando il calcio del mulo mi buttò sopra il mucchio di sassi, e quando i ragazzi per scherzo mi nascosero metà degli stracci e io dovevo pagarli in giornata. Ma sul momento io non sapevo che fosse solo uno scherzo. Un piacere potrebbe anche farmelo, ecco. E si fermò un’altra volta, perché adesso era proprio commossa. E io continuavo a guardarla: e aspettavo: e non dicevo parola» (p. 109). Quante volte mancano le parole di fronte a certi fatti? Troppo, troppo spesso. Andrea Menetti CONVEGNO di aggiornamento per Irc Università Pontificia Salesiana Il tema sempre attuale delle compe- tenze e dei profili nella Scuola impo ne una precisa definizione per ciascu na delle discipline. Anche la Cei è Sacro Cuore impegnata a formulare contenuti pe Via Marsala 42, ROMA dagogici e didattici adeguati. Il Con vegno si propone come spazio urgente per la riflessione personale e l’inter vento educativo del docente di Irc. 24 - 25 Marzo 2012 Con la partecipazione Michele Pellerey dei docenti Cesare Bissoli Sergio Cicatelli Wierzbicki Miroslaw Corrado Pastore Zelindo Trenti Roberto Romio Iscrizioni e informazioni: Segreteria Istituto di Catechetica - Università Pontificia Salesiana - Piazza Ateneo Salesiano, 1 - 00139 Roma Tel. 06 87290651 - Fax 06 87290354 - Cell. (Prof. R. Romio) 333 3924855 Insegnare religione • Marzo-Aprile 2012 63