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Germania anno zero
Stefano Ghislotti Macerie interiori nella Berlino postbellica: Germania anno zero di Roberto Rossellini 2 Germania anno zero di Roberto Rossellini Fine della guerra: la reazione morale agli eventi accaduti favorisce in Italia la nascita di un cinema diverso, di notevole valore documentario e all'origine di una estetica innovativa rispetto alla tradizione. 3 Germania anno zero di Roberto Rossellini “il cinema italiano è il solo a salvare, nel seno stesso dell'epoca che dipinge, un umanesimo rivoluzionario...” André Bazin, Che cosa è il cinema 4 Germania anno zero di Roberto Rossellini “occorreva [...] un nuovo tipo di «racconto» capace di comprendere l'ellittico e l'inorganizzato, come se il cinema dovesse ripartire da zero, rimettendo in questione gli elementi acquisiti della tradizione americana” Gilles Deleuze, L'image mouvement 5 Germania anno zero di Roberto Rossellini “...nel film tutti i personaggi esistono con una verità sconvolgente.” André Bazin, Che cosa è il cinema 6 Germania anno zero di Roberto Rossellini 7 “Germania anno zero è un film freddo come una lastra di vetro: documentazione cronachistica di una certa realtà, quella arida e disperata del dopoguerra tedesco, con la sua fame, le sue perversioni, i suoi delitti. Certo, non è uno spettacolo, a vederlo non ci si diverte. Ma non si poteva fare diversamente: non c'era che un tono da scegliere ed è stato scelto.” Roberto Rossellini 8 “Attraverso la sua sperimentazione con la forma cinematografica, Rossellini trasferisce allo spettatore le esperienze fisiche ed emotive di coloro che si stanno riprendendo dallo shock della guerra. [...] La sperimentazione di Rossellini rende possibile a noi spettatori di sviluppare la capacità di compassione”. Megan Carrigy 9 L'efficacia di un film non sta solo in quello che “dice”, ma sta soprattutto in quello che “fa”. Ciò che “fa” riguarda il modo in cui lo spettatore è coinvolto nella vicenda e le emozioni che la visione suscita. Il “significato” del film sta nella globale esperienza che suscita nello spettatore. 10 Germania anno zero sollecita la posizione morale dello spettatore, sia per la situazione storica che fa da sfondo alla vicenda, sia per il modo antispettacolare che caratterizza il trattamento della vicenda. 11 Nella scelta dei parametri della rappresentazione Rossellini dà origine a uno stile rigoroso. Uno stile che richiama quello del documentario per il movimento della macchina da presa. E che per il modo in cui ritrae il protagonista anticipa il cinema d'autore degli anni sessanta. 12 Lo spettatore si trova a “seguire” le azioni del protagonista, ad accompagnarlo, a stargli a fianco nel corso della vicenda. Ciò è dovuto alla scelta di angolazioni che mostrano il personaggio di fianco o di tre quarti. 13 14 15 Sono rari i primi piani, e sono generalmente ripresi mantenendo l'angolazione laterale. Ancora più rari sono i primi piani frontali, e quando sono presenti assumono particolare rilevanza. 16 17 18 Nel corso della visione lo spettatore non ha elementi per anticipare le azioni del protagonista, ma deve limitarsi ad assistere. Spesso il protagonista si trova in situazioni che sembra non riconoscere e il cui potenziale pericolo può allarmare lo spettatore. 19 20 21 Nel caso dell'avvelenamento del padre si è in grado di anticipare l'azione quando si riconosce il flacone rubato all'ospedale, e si immagina ciò che potrà avvenire, sapendo che l'azione non potrà essere fermata. 22 23 24 Macerie interiori Nella prima parte del film Edmund cerca di dare un contributo alla famiglia, conosce la vita di strada, fa suoi alcuni comportamenti devianti ed è vittima di una cruda filosofia di sopravvivenza, alla quale dà credito fino a sacrificare il padre. 25 26 Macerie interiori Nella seconda parte del film Edmund deve scontare la progressiva consapevolezza della azione che ha compiuto. Abbandona la famiglia, pensa di avere una vita autonoma ma viene respinto da tutti quelli che cerca. 27 28 Macerie interiori Edmund vaga per la città, le macerie sono al tempo stesso scenografia realistica e simbolo di uno stato interiore. La disumanità di cui è vittima viene rispecchiata dall'ambiente in cui si trova. 29 30 31 Macerie interiori Siede sui gradini, fuori dalla porta di casa e riflette su ciò che è accaduto. L'uso del primo piano frontale mette in evidenza il momento; lo spettatore si confronta con i pensieri del protagonista. 32 33 34 Macerie interiori L'inquadratura della fuga dalla casa del maestro è ancora caratterizzata da una presenza imponente delle rovine, che proiettano sulla strada ombre possenti. 35 36 37 38 39 Macerie interiori La scena in cui i bambini più piccoli rifiutano di giocare a palla con lui è il punto in cui Edmund sente l'abbandono da parte dei suoi simili: la strada che percorre è al tempo stesso una visione della sua situazione reale e la rappresentazione simbolica del suo stato interiore. 40 41 42 43 Macerie interiori Nel finale del film lo stato di abbandono e di vuoto del protagonista trova nell'edificio spoglio e desolato la sua rappresentazione più nitida. 44 45 46 47 Macerie interiori A questo punto che cosa “fa” il film? Invita lo spettatore a condividere le percezioni del protagonista, attraverso la visione soggettiva. 48 49 50 51 52 53 54 55 Macerie interiori E' difficile restare indifferenti di fronte alle immagini della bara del padre che viene caricata sul camoin e portata via. Entrati nella mente del protagonista, non ne stiamo più seguendo le azioni, ne stiamo riproducendo i sentimenti. 56 57 Macerie interiori Il senso di vuoto e di abbandono, la colpa per un'azione sbagliata, e gli altri elementi evocati dalla scena e “sentiti” dallo spettatore per il personaggio, accompagnano le inquadrature finali. 58 59 Macerie interiori La facciata della casa è ciò che il protagonista vede, ma lo spettatore la guarda come un'immagine che suggerisce molti aspetti, dal senso di perdita, al fallimento personale, al prodotto di una situazione storica conclusa. 60 61 Macerie interiori Ma la grandezza di Rossellini e la sua straordinaria modernità stanno nella natura indefinita, ed evocativa, dei gesti e dello sguardo. Il film non “dice”, ma per la natura stessa di ciò che mostra ci invita a prestare attenzione, a cercare di capire. 62 63 64 Macerie interiori E così, mentre immaginiamo i possibili pensieri del ragazzo, proviamo noi stessi l'angoscia che ciò che è accaduto e per il momento che vive. 65 Macerie interiori Riusciamo a “sentire” anche i motivi del gesto finale che egli compie, come per chiudere un ciclo: un taglio netto al viluppo di contraddizioni che la fine della guerra porta con sé e che rischia di ostacolare un nuovo inizio. 66 67 68