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Il modello SWAP Il modello SWAP
18/11/15 Il modello SWAP (Shedler-Westen Assessment Procedure) È un sistema si valutazione della personalità, normale e patologica, che cerca di cogliere gli stile di personalità. Presupposti teorici e metodologici: 1. concezione condizionale: i tratti sono tendenze a reagire in modi specifici e relativamente stabili a situazioni intra-personali e inter-personali. 2. concezione dimensionale: tutti gli individui avrebbero caratteristiche riconducibili a ognuno degli stili/disturbi di personalità e si differenzierebbero tra loro in base all’intensità e alla combinazione delle diverse caratteristiche. Il modello SWAP (Shedler-Westen Assessment Procedure) Presupposti teorici e metodologici: 3. domini funzionali: 1) le motivazioni, gli standard ideali, i valori morali, le paure e i conflitti; 2) gli stili cognitivi, le strategie/capacità di regolazione delle emozioni, i meccanismi di difesa e le capacità/risorse psicologiche; 3) le rappresentazioni di sé, degli altri, e delle relazioni tra sé e gli altri e 4) il modo in cui questi domini si sono sviluppati nel corso della vita. 4. diagnosi funzionale: valutazione che tiene conto sia dei tratti patologici sia delle risorse, e che dovrebbe colmare la distanza tra la diagnosi e la formulazione del caso. 5. conciliare clinica e ricerca 6. procedura diagnostica matching prototype 1 18/11/15 Il modello SWAP (Shedler-Westen Assessment Procedure) La diagnosi descrittiva presenterebbe, secondo Westen, alcuni punti di criticità: ü etichettamento che può dar luogo a “profezie che si autoavverano”; ü difficoltà controtransferali con alcuni pazienti derivanti dal punto precedente; ü assenza di indicazioni relative alle condizioni di attivazione delle caratteristiche cognitive, emotive e motivazionali; ü eccessiva comorbilità intra e interassiale; ü scarsa attendibilità test-retest a sei settimane; ü mancanza di categorie diagnostiche per disturbi molto frequenti nella clinica. L’attività diagnostica ha anche, però, l’indubbio vantaggio di consentire a clinici di diverso orientamento di dialogare fra loro. Il modello SWAP (Shedler-Westen Assessment Procedure) Il processo di diagnosi funzionale ha l’obiettivo di rispondere a quattro domande, indagando quattro aree: 1. la prima riguarda l’area indagata dalla psicoanalisi classica, ovvero quali siano le paure, i desideri, i valori (motivazioni) di un soggetto, e in quale misura siano consci o inconsci; 2. la seconda riguarda l’area indagata dalla psicologia dell’Io e indaga le risorse psicologiche, le disposizioni cognitive, affettive e motivazionali del soggetto; 3. la terza riguarda l’area indagata dalla teoria delle relazioni oggettuali, dalle teorie relazionali e dalla psicologia del Sé, ovvero la struttura del sé, la rappresentazione di sé e degli altri e la capacità di stabilire relazioni intime; 4. l’ultima area indaga il livello di maturità dei processi descritti nelle tre aree precedenti, il temperamento e le principali esperienze evolutive e risponde alla domanda “come si sviluppano i processi finora descritti?”. 2 18/11/15 Il modello SWAP (Shedler-Westen Assessment Procedure) La SWAP è composta da 200 affermazioni che permettono di descrivere il funzionamento psicologico di un soggetto, seguendo la procedura Q-sort. Un Q-sort è un metodo di indagine clinician-report composto da un'insieme di affermazioni descrittive della personalità che il valutatore deve distribuire gerarchicamente in base a quello che ritiene essere il grado di descrittività (da “molto descrittivo” a “per nulla descrittivo”) per il soggetto esaminato. Ogni stile di personalità è definito dalla descrizione di tutti e 200 gli item. Il modello SWAP (Shedler-Westen Assessment Procedure) Fonti degli item • Asse I e Asse II del DSM-IV; • resoconti della letteratura scientifica sull'argomento; • esperienza degli autori. Selezione degli item Grazie al feedback continuo con centinaia di clinici ai quali è stata posta la seguente domanda: “Lo strumento ti permette di descrivere le cose che ritieni più importanti dal punto di vista psicologico a riguardo dei pazienti di cui intendi valutare la patologia della personalità?” Eliminazione e riformulazione progressiva di tutti gli item ridondanti o non discriminanti, sulla base dei risultati di successive analisi statistiche. 3 18/11/15 Il modello SWAP (Shedler-Westen Assessment Procedure) Il compito diagnostico è affidato al clinico che può utilizzarlo in due modi diversi: 1. descrivere il paziente attribuendo un punteggio da 0 a 7 a ognuno dei 200 item, 2. valutare il grado di somiglianza tra la personalità del paziente e ogni stile su una scala a 5 punti. Il modello SWAP (Shedler-Westen Assessment Procedure) L'esaminatore è obbligato ad assegnare un numero prefissato di punteggi, secondo il seguente schema: ü 8 item devono ricevere 7 punti ü 10 item devono ricevere 6 punti ü 12 item devono ricevere 5 punti ü 14 item devono ricevere 4 punti ü 16 item devono ricevere 3 punti ü 18 item devono ricevere 2 punti ü 22 item devono ricevere 1 punto ü 100 item devono ricevere 0 punti Ciò permette di avere a disposizione una grammatica comune. 4 18/11/15 Il modello SWAP (Shedler-Westen Assessment Procedure) Il programma computerizzato calcola quindi la correlazione tra il profilo SWAP del paziente valutato e due tipologie di profili/stili di personalità: I fattori PD (Personality Disorders) corrispondono ai disturbi di personalità dell'Asse II del DSM I fattori Q descrivono, invece, stili di personalità derivati empiricamente dalle descrizioni SWAP di pazienti reali a cui è stata applicata la Q-factor analysis. Il modello SWAP (Shedler-Westen Assessment Procedure) I fattori Q In pratica è possibile valutare statisticamente il grado somiglianza tra un dato paziente e ogni prototipo, e categorizzare questa somiglianza come: assenza di disturbo, presenza di alcune caratteristiche di un dato disturbo e presenza conclamata del disturbo. La valutazione diagnostica si basa sulla valutazione della somiglianza tra un dato paziente e ogni prototipico, somiglianza che va pesata su una scala a cinque punti: da Corrispondenza molto forte (il paziente è un esempio di questo disturbo: caso prototipico) = 5 punti; a Nessuna corrispondenza (non si può applicare la descrizione) = 1 punto. 5 18/11/15 Il modello SWAP (Shedler-Westen Assessment Procedure) 11 stili di personalità: 1. Antisociale-Psicopatico disonesto, arrabbiato ed ostile 2. Schizoide con scarse capacità sociali e una gamma di emozioni limitata e ristretta 3. Paranoide pensa che gli altri vogliano danneggiarlo o approfittarsi di lui 4. Ossessivo coscienzioso, responsabile, controllante e capace di usare i propri talenti in modo efficace e produttivo 5. Istrionico eccessivamente bisognoso e dipendente 6. Narcisitico fantasie di illimitato successo, potere, bellezza, talento 7. Disforico sentirsi inadeguato, inferiore, infelice, fallito, abbattuto e responsabile delle cose negative che accadono 8. Stile ad Alto funzionamento Il modello SWAP (Shedler-Westen Assessment Procedure) 11 stili di personalità: Disforico viene ulteriormente suddiviso in: 7.a Depressivo ad alto funzionamento (nevrotico) è articolato, ha standard etici e morali, è empatico, apprezza l’umorismo, è intuitivo e tende a suscitare la simpatia degli altri; di contro ha la tendenza ad autoaccusarsi, a sentirsi in colpa, a sentirsi infelice, depresso e abbattuto 7.b Emotivamente disregolato include pz borderline quindi con emozioni che aumentano di intensità fino a sfuggire al controllo, desideri suicidari, incapacità a calmarsi 7.c Dipendente-masochista tendenza a coinvolgersi e rimanere in relazioni in cui subiscono abusi emotivi o fisici 7.d Ostile tendenza alle lotte di potere, a essere arrabbiati e ostili, ad accusare gli altri dei propri fallimenti ed insuccessi 7.e Evitante timido e riservato, tende ad evitare le situazioni sociali per timore di imbarazzo ed umiliazione, socialmente strano e inappropriato 6 18/11/15 Il modello SWAP (Shedler-Westen Assessment Procedure) se il punteggio T ≥ 60 à “disturbo di personalità”; se T è tra 55 e 60 à presenza di “forti tratti”; se T è tra 50 e 55 à presenza di “tratti” In presenza di un “alto funzionamento” superiore a 60 non è possibile fare diagnosi di disturbo di personalità ma solo rilevare la presenza di “forti tratti”. Il modello SWAP (Shedler-Westen Assessment Procedure) Personality Disorder (PD) T-Scores (DSM-IV diagnoses) 80 70 60 50 security risk 40 30 I PH Fx ig hH hi zo id hi zo ty pa l An t is oc ia l Bo rd er li n e H is tri on ic N ar ci si st ic Av oi da nt D ep en de nt O bs es si ve D ep Pa re ss ss iv iv ee Ag gr es si ve Sc Sc Pa ra no id 20 7 18/11/15 Il modello SWAP (Shedler-Westen Assessment Procedure) Alcune differenze di rilievo rispetto alla tassonomia dei DP del DSM: ü Non isola un fattore schizotipico ü Non presenta alcun fattore borderline ü Il fattore Q di stile ossessivo della personalità sembra decisamente meno compromesso dell’analogo disturbo descritto del DSM; ü Sono presenti stili di personalità non presenti nel DSM. Il modello SWAP (Shedler-Westen Assessment Procedure) Inoltre: ü Cerca di disciplinare le capacità di osservazione e inferenza dei clinici per mezzo di una procedura rigorosa; ü Permette di elaborare diagnosi sia categoriali sia dimensionali (infatti offre un profilo della personalità del paziente anche se nessun punteggio supera la soglia di 60); ü Permette di valutare sia gli elementi problematici sia le risorse (il livello di “buon funzionamento”). ü Infine, permette di ottenere una formulazione del caso “cucendo” i 30 item più descrittivi del paziente (quelli con punteggi di livello 7, 6 e 5) e arricchendoli con informazioni anamnestiche. 8 18/11/15 Il modello SWAP esempio di formulazione del caso M. Cosenza, C. Guerriera, L. M. Drammis Michele è un ragazzo ansioso (35), facilmente suggestionabile e influenzabile (46). È percepito come una persona bisognosa e dipendente, che richiede eccessive rassicurazioni e approvazioni (77). Il suo aspetto e i suoi modi di fare sembrano strani o particolari; il modo di vestire, il contatto visivo, l’andamento dell’eloquio sembrano in qualche modo strani o “fuori contatto” (125). Le sue credenze e aspettative sembrano clichè o stereotipi, come fossero uscite da un libro di fiabe o da un film (83). Fa esperienza del passato come di una serie di eventi privi di rapporti e connessioni reciproche, rivelando una chiara difficoltà a fornire un racconto coerente della storia della propria vita (151). Tende a essere passivo e poco assertivo (199). Michele tende a ingraziarsi le persone o a farsi sottomettere, magari acconsentendo a fare cose che non condivide o non vuole, perché spera in questo modo di guadagnare il sostegno o l’approvazione altrui (17). Si sente spesso inadeguato, inferiore o fallito (54), e tende a provare vergogna o a sentirsi imbarazzato (86). Il modello SWAP esempio di formulazione del caso M. Cosenza, C. Guerriera, L. M. Drammis Ha una grande difficoltà a concedersi la possibilità di provare forti emozioni piacevoli (131) e ha paura di coinvolgersi in relazioni d’amore a lungo termine (158). Tende a sentirsi in colpa (57), a incolparsi e a sentirsi responsabile delle cose negative che accadono (1). Si comporta in modo da suscitare negli altri sentimenti simili a quelli che lui stesso sta provando; quando è triste o angosciato, ad esempio, si comporta in un modo che induce tristezza o angoscia negli altri (76). Tende a essere arrabbiato e ostile soprattutto inconsciamente (16), mostrando un’evidente difficoltà a riconoscere la propria rabbia (25), e tende ad esprimere la propria aggressività in modi passivi e indiretti, ad esempio facendo errori o dimenticando gli appuntamenti (78). Ha paura di diventare come suo padre, per il quale nutre sentimenti negativi (169); ha paura di essere rifiutato o abbandonato dalle persone che per lui sono emotivamente significative (98). Tende ad essere timido e riservato in situazioni sociali (60), e sembra avere difficoltà nel comprendere il senso del comportamento altrui; spesso lo fraintende, lo interpreta in modo scorretto o è confuso dalle azioni e dalle reazioni degli altri (29). 9 18/11/15 Il modello SWAP esempio di formulazione del caso M. Cosenza, C. Guerriera, L. M. Drammis Non sembra avere un’immagine stabile di chi è o di chi vorrebbe diventare (15); ha poco insight psicologico riguardo alle proprie motivazioni e ai propri comportamenti, e ha difficoltà a prendere in considerazione interpretazioni alternative della propria esperienza (148). Tende a sentirsi incompreso, maltrattato o vittimizzato (127), e si sente spesso impotente, debole o alla mercè di forze che sono al di fuori del suo controllo (36). Oscilla tra un controllo troppo scarso e un controllo eccessivo dei propri bisogni e dei propri impulsi, nel senso che in alcune circostanze nega completamente i suoi bisogni e i suoi desideri, senza permettere loro alcun tipo di espressione, mentre in altre occasioni li esprime in modo impulsivo, con una scarsa considerazione delle loro conseguenze (166). Le sue emozioni possono crescere vertiginosamente sino a sfuggire dal suo controllo, sfociando così in sentimenti estremi di eccitazione, rabbia, tristezza e angoscia (12). Le sue percezioni si rivelano spesso superficiali, generiche e impressionistiche; fatica a mettere a fuoco dettagli specifici (72). Sembra, infine, che di come vanno le cose nel mondo Michele ne sappia meno di quanto ci si aspetterebbe, apparendo spesso naif o “innocente” (93). Il modello SWAP esempio di un caso M. Cosenza, C. Guerriera, L. M. Drammis 10 18/11/15 Il modello SWAP esempio di un caso M. Cosenza, C. Guerriera, L. M. Drammis Il modello SWAP esempio di un caso M. Cosenza, C. Guerriera, L. M. Drammis La struttura di personalità è definita da un lato da caratteristiche di cluster A (disturbo schizotipico con forti tratti schizoidi), e dall’altro da dimensioni del cluster C (forti tratti di dipendenza con presenza di caratteristiche evitanti). Se le componenti schizotipica e schizoide evidenziano soprattutto l’eccessivo distacco e ritiro di Michele dalle relazioni interpersonali, le caratteristiche di dipendenza e di evitamento mettono in luce la presenza di forti livelli di ansia. 11 18/11/15 SWAP-200-A (Shedler-Westen Assessment Procedure for Adolescents) È uno strumento per valutare la personalità in adolescenza pensato per essere impiegato da clinici esperti o in training, sulla base della conoscenza del paziente così come si sviluppa a partire da un’intervista clinica, nel corso dei primi colloqui o in fasi diverse di una terapia. Gli item della SWAP-200-A sono espressi con un linguaggio “aderente ai fatti”, semplice e non gergale nel caso di affermazioni che richiedono inferenze sui processi interni; può quindi essere utilizzata da clinici di ogni orientamento teorico. SWAP-200-A (Shedler-Westen Assessment Procedure for Adolescents) Due stili e cinque disturbi di personalità: 1. Indice di funzionamento sano 2. Stile di personalità inibito-autocritico timido, autocritico, ansioso, perfezionista; in questo prototipo sono anche incluse qualità positive, come la coscienziosità, l’empatia e la presenza di standard morali 3. Antisociale-psicopatico scontri di potere con gli adulti, insolente con l’autorità, rabbia intensa e inappropriata; impulsivo, inaffidabile; cerca l’avventura; 4. 5. 6. 7. Disregolazione delle emozioni provare emozioni senza controllo; Evitante-coartato passivo, poco assertivo, gamma di emozioni limitata; Narcisistico sentirsi privilegiato; a essere arrogante e superbo; Istrionico esprimere le proprie emozioni in modi esagerati e teatrali 12 18/11/15 SWAP-II Negli ultimi anni, Westen e Shedler hanno avviato un processo di perfezionamento della SWAP-200: Hanno modificato o sostituito 21 item poco chiari o non adeguatamente discriminanti e, basandosi sulle descrizioni di pazienti reali fornite da un pool di 1.201 clinici statunitensi, hanno elaborato una tassonomia della personalità ancora più precisa e articolata. Secondo gli autori un punto di forza della nuova versione consiste nell’aver considerato anche pazienti che non soddisfano i criteri di una diagnosi di Asse II del DSM; quindi la nosologia della SWAP-II può essere applicata anche a pazienti con problematiche di personalità solitamente considerate “subcliniche” o “non altrimenti specificate”. SWAP-II Altra novità è la procedura di identificazione empirica dei pattern di personalità: In primo luogo sono state clusterizzate le descrizioni SWAP dei pazienti con un disturbo sufficientemente grave da poter ricevere una diagnosi del DSM-IV. Sono così stati identificati quattro grandi spettri di personalità: Internalizzante Esternalizzante Borderline, Stile di alto funzionamento 13 18/11/15 SWAP-II Sono poi state clusterizzate quelle dei pazienti con condizioni di personalità meno gravi. Una Q-analysis di secondo ordine ha messo in evidenza che: Lo spettro internalizzante comprende i disturbi depressivo, ansioso, evitante, dipendente vittimizzato e schizotipico. Lo spettro esternalizzante comprende gli stili di personalità antisociale-psicopatico, paranoide e narcisista. Lo spettro borderline comprende i pazienti con personalità emotivamente disregolate o istrionico/impulsivo SWAP-II Infine sono stati identificati due “stili nevrotici”: isterico e ossessivo, che solo se molto pronunciati implicano problemi significativi per l’adattamento dell’individuo. Ultimo elemento di novità è un viraggio deciso verso l’adozione della procedura di valutazione prototype matching, che richiede al clinico di valutare in modo globale, su una scala da 1 a 5, il grado di sovrapposizione tra come si presenta il proprio paziente e i prototipi dei vari disturbi. 14 18/11/15 SWAP-II Validità ü La validità concorrente e discriminante rispetto al DSM è buona (Westen , Shedler, 1999 a; Bradley, Hilsenroth, Guarnaccia et al., 2007) ü L’uso clinico della SWAP produce un inter-rater reliability pari a r=.80 ed elevate correlazioni tra le categorie diagnostiche e una vasta gamma di criteri esterni. ü il profilo PD di buon funzionamento correla in modo positivo con la GAF del DSM 15