Il prosciutto di daino (Dama dama): aspetti chimico nutrizionali
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Il prosciutto di daino (Dama dama): aspetti chimico nutrizionali
Imp_6_2002_inizio.qxd 28/01/2003 15.42 Pagina 41 SPERIMENTAZIONE E DIVULGAZIONE ZOOTECNICA Il prosciutto di daino (Dama dama): aspetti chimico nutrizionali E. Piasentier*, M. Morgante*, R. Valusso*, C. Ferrara, S. Bovolenta*, L.A. Volpelli* *Dipartimento di Scienze della Produzione Animale - Università Udine l Dipartimento di Scienze della Produzione Animale, nell’ambito della convenzione ERSA “L’allevamento degli ungulati selvatici in Friuli Venezia Giulia”, ha sviluppato dal 1996 in avanti, presso la sezione di Pagnacco dell’Azienda Agraria dell’Università di Udine, una serie di prove pratico dimostrative finalizzate all’approfondimento delle problematiche tecniche relative all’allevamento dei cervidi. Nell’ultimo biennio, grazie all’attività della sezione “Sistemi di Allevamento e Qualità dei Prodotti”, l’attenzione si è focalizzata sugli aspetti qualitativi della carne di daino, sia fresca che trasformata. Tra i processi di conservazione della car- I ne, il più antico e diffuso è la stagionatura che consiste principalmente in una riduzione del contenuto di acqua per essiccazione, previa salatura e/o fumigazione. I prosciutti, tra i prodotti così ottenuti, occupano una posizione di rilievo; in tale categoria quelli di cervo, daino o capriolo, rappresentano una quota modesta in relazione al prodotto suino, ma costituiscono una nicchia di mercato di grande pregio. La carne di cervidi destinata a queste lavorazioni deriva soprattutto da attività venatoria sebbene, negli ultimi decenni, la possibilità di impiegare carne di animali allevati, garantendo un approvvigionamento più costante e una qualità igienica superiore, sia diventata una realtà interessante (Bovolenta et al., 2002). Una prova di alimentazione su daini maschi condotta nell’azienda sperimentale “A. Servadei” dell’Università di Udine ci ha dato la possibilità di ottenere, grazie alla collaborazione di uno stabilimento specializzato nella lavorazione e stagionatura delle carni di selvaggina, prosciutti da animali sottoposti a due trattamenti alimentari. La preparazione del prosciutto di daino Sono state utilizzate le cosce di 32 daini maschi, macellati a un’età di 18 o 30 mesi, dopo una prova, durata circa 4 mesi, in cui metà degli animali si alimentava al solo pascolo e metà riceveva integrazione con concentrati (Saccà et al., 2001). Dopo la macellazione tutte le cosce sono state disossate. Le cosce destre, dopo refrigerazione di 2 giorni, sono state avviate alla lavorazione e alla stagionatura. Il pH è stato misurato a 24 e 48 ore dalla macellazione, risultando compreso tra 5.4 e 5.7, valori prossimi a quelli considerati ottimali per la produzione di prosciutto di suino (Virgili et al., 1999). Dopo salatura manuale con una miscela di sale comune e spezie in misura del 3% Foto 1 - Prosciutto di daino a stagionatura ultimata. Foto 2 - Sezione di un prosciutto di daino: caratteristici il colore rosso scuro e l’assenza di marezzatura. 41 NOTIZIARIO ERSA 6/2002 Imp_6_2002_inizio.qxd 28/01/2003 15.42 Pagina circa, le cosce sono state refrigerate per 7 giorni, alla fine dei quali si è proceduto, previa aggiunta di un legante costituito da destrosio e acqua, all’insaccatura con un rivestimento in collagene e con la retinatura. Tutte le fasi ulteriori sono state condotte in condizioni di umidità e temperatura controllate. Nei successivi 21 giorni sono stati alternati periodi di refrigerazione e asciugatura, fino ad ottenere un calo complessivo del 20% circa. La stagionatura seguente ha avuto una durata di sette settimane ed è stata condotta alla temperatura di circa 15°C con ventilazione decrescente, fino a raggiungere un calo complessivo attorno al 40%. I prosciutti sono stati quindi confezionati sottovuoto e refrigerati. 42 Foto 3 - Salatura e speziatura della carne che normalmente viene effettuata con questa macchina detta “zangola”. Foto 4 - L’intero procedimento richiede ancora molta manualità. Qui si vede la preparazione della carne prima del procedimento di insaccatura e retinatura Foto 5 - Fase di insaccatura con un rivestimento in collagene e retinatura Le analisi Da ciascun prosciutto, dopo eliminazione delle due estremità, sono stati ricavati i campioni per la determinazione della composizione centesimale, degli acidi grassi, del contenuto in sale (NaCl) e dell’indice di proteolisi (IP) (A.O.A.C., 2000). Risultati I risultati della prova di accrescimento (Saccà et al., 2001; Volpelli et al., 2002a) avevano già indicato un effetto del regime alimentare sul peso delle carcasse: i soggetti alimentati con solo pascolo hanno fornito cosce di minor peso e questo ha influito sul calo di stagionatura che, come atteso, è risultato superiore per tale classe (43.9% vs 41.4; tabella 1). L’analisi della composizione centesimale ha fatto rilevare anzitutto, come effetto diretto della tecnica di stagionatura, un ele- Tab. 1 - Perdite di stagionatura e Composizione chimica dei prosciutti di daino. (b) azoto solubile/azoto totale Dieta Pascolo Concentrato Peso iniz. coscia fresca g Calo tot. stagionatura % 3172 43.9 3480 41.4 Sostanza secca (%) Proteina (% S.S.) Grasso (% S.S.) Ceneri (% S.S.) NaCl (% S.S.) Indice di proteolisi (%) 57.5 84.3 3.7 13.0 8.8 30.3 57.2 84.3 4.3 12.8 8.8 31.9 NOTIZIARIO ERSA 6/2002 b 42 vato tenore in sostanza secca, costituita in grande prevalenza (84%) da proteina, e da quote molto ridotte di grasso (3.5-4%), a conferma della riconosciuta magrezza delle carni di questi animali. In relazione al tenore lipidico si rileva, inoltre, un livello inferiore nei prosciutti dei daini alimentati con solo pascolo, a riprova di quanto già evidenziato nelle carcasse e nelle carni fresche (Volpelli et al., 2002b). Questi prosciutti sono caratterizzati, oltre che dal già citato ridotto contenuto totale di grasso, da una particolare composizione acidica del grasso stesso (tab. 2), con elevate percentuali di acidi grassi poliinsaturi (PUFA), superiori al 50%, e, relativamente ad altre specie animali terrestri, basso rapporto acidi grassi saturi/insaturi (SFA/UFA). Questa caratteFoto 6 Prodotti pronti per esser avviati alla stagionatura Imp_6_2002_inizio.qxd 28/01/2003 15.43 Pagina Dieta Pascolo Concentrato Acidi grassi, mg/100g di prosciutto tal quale C16:0 palmitico C18:0 stearico C18:1(9) (cis: oleico) C18:2(6) linoleico C18:3(3) linolenico C20:4(6) arachidonico SFA, % TFA MUFA, % TFA PUFA, % TFA PUFA(6), % TFA PUFA(3), % TFA (6)/(3) 2,68 3,53 1,62 4,39 0,77 2,21 2,98 3,84 1,77 5,19 0,59 2,34 34,89 13,48 51,63 39,34 12,29 3,23 36,07 13,33 50,59 41,24 9,35 4,50 ristica può dirsi, da una parte, positiva, in quanto un elevato apporto in acidi insaturi è consigliabile per l’alimentazione umana. D’altra parte, l’alta percentuale di PUFA può rendere il prodotto più suscettibile a fenomeni ossidativi e quindi meno stabile nel tempo; il livello di grassi totali molto contenuto dovrebbe comunque limitare questo problema. Nel confronto fra i due gruppi di animali, emerge un aumento dei PUFA, a scapito di SFA e MUFA, nei soggetti alimentati con sola erba. In particolare, in tutti gli animali alimentati con solo pascolo si è osservato un aumento di acido linolenico (C18:33), di cui l’erba è ricca, mentre valori più elevati di linoleico (C18:26), abbondante nei concentrati, hanno caratterizzato i daini che ricevevano integrazione alimentare; questo conferma quanto già rilevato per le carni fresche. Può essere interessante un confronto con i rispettivi dati di composizione del più noto prosciutto stagionato di suino: le 43 profonde differenze nella materia prima iniziale e nelle tecniche di lavorazione fanno sì che il prosciutto di daino, rispetto ai valori medi dei prosciutti di Parma e San Daniele (Gabba et al., 2002; Baldini at al., 1993), mostri, a fianco ad un contenuto in acqua nettamente inferiore, valori più elevati in proteina e più ridotti in grasso, mentre simile risulta la concentrazione in sale (NaCl) e solo di poco superiore l’indice di proteolisi. Molto diversa, oltre che dal punto di vista quantitativo, la composizione acidica del grasso intramuscolare: a fianco a livelli simili in SFA, il prosciutto di suino è caratterizzato da quote molto elevate di MUFA (C18:1), ridotti nel daino, nel cui prosciutto invece predominano i PUFA, decisamente meno presenti nel suino. Tab. 2 - Composizione in acidi grassi dei prosciutti di daino (riportati solo i più significativi) Foto 8 - Prima fase di stagionatura: protratta fino ad ottenere un calo del 20% circa Considerazioni L’interesse per il prosciutto di daino, già molto apprezzato per le particolari proprietà organolettiche, non può che accrescere se se ne considerano le caratteristiche di composizione: elevato apporto in proteina, ridottissimo contenuto in grasso, prevalenza di acidi grassi polinsaturi, tenore in sale paragonabile a quello dei prosciutti suini. I tipi (due diete) di carni di cui si disponeva per la sperimentazione non hanno comportato differenze rilevanti nei prodotti finali, fermo restando che i prosciutti ricavati dai daini alimentati al solo pascolo hanno presentato un maggiore calo di stagionatura, un tenore in grasso più ridotto e con maggior grado di insaturazione. Si può quindi valutare molto positivamente questo prodotto che può, inoltre, contribuire a diversificare e ampliare l’offerta di carne di selvaggina sul mercato, aumentando le possibilità di commercializzazione per chi ha intrapreso l’attività di alle vamento dei cervidi. Ringraziamenti Si ringrazia la ditta WILD s.r.l. di S. Daniele del Friuli per la cortese disponibilità e in particolare il Dott. Ciro Ferrara per la assidua collaborazione. Foto 7 - Una partita di prosciutti di daino stagionati. Principali riferimenti bibliografici A.O.A.C., 2000. Official methods of analysis. 17th ed. Gaithersburg, USA. Baldini P., Bellatti M., Campanini M., Pezzani G., Camorali G., Corbari G., Riverberi M., 1993. Prosciutto tipico italiano: come valutarne la qualità. Riv. Suinicoltura, 34(6), 37-48. Bovolenta S., Saccà E., Biasizzo E., 2002. Attualità e prospettive dell’allevamento degli Ungulati selvatici. Notiziario ERSA, 15(3), 21-24. 43 Gabba L., Soresi Bordini C., 2002. Valore nutrizionale del prosciutto di Parma. Informatore Agrario, 57(17), 37-39. Saccà E., Volpelli L.A., Bovolenta S., Piasentier E., Pinosa M., 2001. Effetto dell’integrazione alimentare sull’utilizzo del pascolo da parte di daini in accrescimento. Zootecnica e Nutrizione Animale, 27, 3339. Virgili R., Domiano L., 1999. Quality of meat to be processed into dry- cured products. Atti XIII Congr. Naz. ASPA, 613623. Volpelli L.A., Valusso R., Piasentier E., 2002a. Carcass quality in male fallow deer (Dama dama): effects of age and supplementary feeding. Meat Science, 60, 427432. Volpelli L.A., Valusso R., Morgante M., Piasentier E., 2002b. Produzione di carne di daino. Notiziario ERSA, 15(5), 4550. NOTIZIARIO ERSA 6/2002