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Minori, stranieri e abbandonati

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Minori, stranieri e abbandonati
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Minori, stranieri e abbandonati | 1
venerdì 16 ottobre 2015, 15:30
Problemi troppo 'nascosti'
Minori, stranieri e abbandonati
Abbiamo affrontato la questione con Leonardo Cavaliere che gestisce un blog ricco di spunti e di storie
di Claudio Colombrita
Minori, stranieri, non accompagnati, una definizione forse antipatica, alquanto scorbutica, una categoria conosciuta da pochi
ma nutrita abbastanza da poterne e doverne parlare di più. Per minore straniero non accompagnato, «si intende il
minorenne non avente cittadinanza italiana o di altri Stati dell'Unione Europea che, non avendo presentato domanda di asilo
politico, si trova per qualsiasi causa nel territorio dello Stato privo di assistenza e rappresentanza da parte dei genitori o di
altri adulti per lui legalmente responsabili in base alle leggi vigenti nell'ordinamento italiano» (art.1, co. 2 D.P.CM. n.
535/99). Oltre ai minori completamente soli, dunque, rientrano in tale definizione anche i minori che vivono con adulti
diversi dai genitori, che non ne siano tutori o affidatari in base a un provvedimento formale, in quanto questi sono
comunque privi di rappresentanza legale in base alla legge italiana. “Normalmente hanno un’età compresa tra i 14 e i 17 ma
ora si è abbassata di molto, anche dai 13. Non hanno una voce, rimangono sempre ai margini, non sono di fatto ascoltati.
Molti si dichiarano maggiorenni perché non vogliono andare nei centri di accoglienza, inoltre c’è un esagerato numero di
ragazzi che fuggono”. Leonardo Cavaliere è uno che queste problematiche le conosce bene e con il suo blog affronta una
realtà spesso taciuta. I dati, aggiornati al 30 Settembre 2015 e forniti dal Ministero delle Politiche Sociali parlano chiaro: sono
9.699 i minori stranieri non accompagnati o almeno quelli segnalati, perché di molti altri non se ne sa nulla. 5.588
i ragazzi irreperibili, numeri allarmanti, che devono far riflettere. Invisibili, privi di documenti, senza accompagnatori,
tuttavia, nel loro volto, si legge una grande dignità. Sono eroi del nostro tempo, che hanno attraversato il mare in
tempesta e giorni difficili per coronare il loro grande sogno europeo. “Sono i più piccoli tra i piccoli, persone fragili che
scappano da guerre e persecuzioni, hanno attraversato deserto e mare, sono stati imprigionati, spesso in Libia. Sono
stranieri e quindi considerati come reietti e in più non hanno nessuno, hanno viaggiato soli. Sono gli ultimi degli
ultimi, accomunati da una definizione infelice. Sono eroi, avventurosi, attraversano il deserto, a piedi, con i furgoni o rapiti,
in mezzo ai serpenti. Alla domanda che cosa vuoi fare nel tuo futuro rispondo quasi tutti che vogliono studiare”, dice
Cavaliere, con trasporto, perché con questi ragazzi ha avuto a che fare, perché ha letto nei loro occhi sofferenze ed
emozioni. La normativa, a livello nazionale, ancora non c’è, non ci sono i soldi e probabilmente, secondo Cavaliere,
Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/minori-stranieri-e-abbandonati/
L'Indro è un quotidiano registrato al Tribunale di Torino, n° 11 del 02.03.2012, edito da L'Indro S.r.l.
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neanche la volontà di affrontare un problema trascurato. Una proposta di legge, invece, c’è, ed è ferma dal 4 Ottobre
2013, l’indomani della strage di Lampedusa dove persero la vita in mare più di 360 persone, firmata dall’Onorevole Sandra
Zampa. Favorire l’accoglienza in famiglia di questi minori attraverso l’affidamento, sull’esperienza positiva di
alcuni Paesi Europei, questo sarebbe l’obiettivo della nuova normativa: “Anche se ci sono esempi all’avanguardia in
Italia, a livello europeo c’è più efficienza. L’Olanda spinge sempre più sull’affidamento familiare con un tutore e un
accompagnamento per ogni minore, così come Svezia e Germania. L’aspetto che non deve mai mancare è il considerare il
minore come essere umano, non lo si deve considerare come mezzo per fare soldi. La proposta in discussione in Parlamento
formula una nuova definizione di minore, ricomprendendo anche i richiedenti asilo, prevede nuove misure di accoglienza e
un rafforzamento di diritti e tutele”, afferma Cavaliere. Evidente l’importanza di accelerare, quanto prima, l’iter di
approvazione di questa normativa, sottoscritta, all’epoca, sia dalla maggioranza che dall’opposizione. Al momento, per i
minori stranieri non accompagnati, si applica la legge italiana in materia di assistenza e protezione di minori, che prevede il
collocamento in luogo sicuro del minore che si trovi in stato di abbandono, la competenza degli Enti Locali per l’accoglienza
e l’affidamento del minore temporaneamente privo di un ambiente familiare idoneo a una famiglia o a una comunità. Infine
possibile anche l’apertura della tutela per il minore i cui genitori non possano esercitare la potestà. Ogni minore straniero
non accompagnato deve inoltre essere segnalato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni, al
Comitato per i minori stranieri e al Giudice Tutelare, per l’apertura della tutela. Minori, appunto e poco importa che siano
stranieri e non accompagnati, anche per la Convenzione di New York sui diritti del fanciullo del 1989, ratificata e resa
esecutiva in Italia con legge 176/91. Le disposizioni in essa contenute, infatti, impongono che le decisioni riguardanti il
minore, debbano essere subordinate alla considerazione del 'superiore interesse del minore' e del principio di 'non
discriminazione'. La Convenzione riconosce poi, a tutti i minori, svariati diritti come quello alla salute, all’istruzione, alla
protezione ecc. Tutele dunque riconosciute anche in Italia, come l’accesso alle cure essenziali e urgenti per malattie o
infortunio, il diritto di andare a scuola, di lavorare, di ottenere il permesso di soggiorno possedendo una serie di requisiti e la
possibilità di richiedere asilo per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza a un determinato gruppo sociale o per
le proprie opinioni politiche. Inoltre, i minori stranieri, non possono espulsi se non per motivi di ordine pubblico e sicurezza
dello Stato. Possibile, nei loro confronti, l’applicazione della procedura del rimpatrio assistito, provvedimento adottato dal
Comitato per i minori stranieri, solo se, in seguito a un’indagine nel paese d’origine del minore, si ritenga che ciò sia
opportuno nel suo interesse e al fine di garantirne il diritto all’unità familiare. Gli arrivi, nel frattempo, aumentano, il
problema rimane e non sembra potersi attenuare nemmeno alla luce del nuovo decreto legislativo 33/2013, entrato in vigore
il 30 Settembre 2015, che ha stabilito che i minori non accompagnati devono essere accolti nei centri di prima accoglienza
per un tempo necessario, comunque per non più di 60 giorni. Un periodo che difficilmente si rispetta, come confermato
anche dallo stesso Cavaliere. Arrivano in tanti, in genere via mare, ed è necessario un intervento tempestivo, per portarli nei
centri di accoglienza italiani, spesso inadeguati. Il pericolo, infatti, è dietro l’angolo, perché, per la criminalità organizzata,
sono “bocconcini” prelibati, da sfruttare e reclutare al più presto. Pochi sono i rischi e tantissimi i vantaggi: prostituzione,
traffico di essere umani, lavoro illegale. In più, alle volte, ci si accorge della loro presenza solo quando commettono un reato.
“Ci sono vari esempi ormai consolidati, come le minorenni nigeriane che, quando fuggono, devono necessariamente
raccontare la stessa storia, in quanto, i trafficanti nigeriani, le sfruttano per alimentare la prostituzione sulle strade delle
nostre principali città. Ci sono gli egiziani minorenni che si prostituiscono, basta andare a fare un giro a Roma Termini, alcuni
di loro sono impiegati negli autolavaggi, altri nel centro agroalimentare romano. Non c’è un’accoglienza fatta come si deve e
questi sono i risultati. Si parla di loro solo quando hanno commesso reato, alcuni sono costretti a commetterlo, come gli
egiziani, mandati dalla famiglia che investe su di loro e sul loro lavoro”, conferma Cavaliere. L’intervento, spesso, non può
essere tempestivo, anche perché c’è da accertare la loro età. Tra i tanti metodi, il più usato è l’Rx del polso, un esame non
sufficientemente sicuro e preciso. Seguire modelli come quello della Svezia, che, nel dubbio, si fida della dichiarazione dello
straniero, salvo poi verificare nel sistema Eurodac se ci siano segnalazioni sul soggetto, potrebbe essere un passo avanti per
accelerare, nell’immediato, l’ingresso di questi minori, che, ricordiamo, arrivano da lunghe traversate e da traumi non
proprio leggeri. A proposito di traumi, l’ultimo rapporto del Refugee Council, ha parlato di gravissime turbe psichiche causate
nei giovani migranti a causa della loro detenzione amministrativa. Arrivati in Europa per inseguire un sogno, provati da
esperienze indicibili, vengono rinchiusi al posto di essere aiutati. Normale e quasi fisiologico un contraccolpo psicologico
molto pericoloso. Purtroppo l’Italia è in buona compagnia, si reagisce sdegnati sull’onda del clamore per i fatti di cronaca, si
propone qualcosa di buono e poi tutto cade nel dimenticatoio: “Anche se oggi c’è una maggiore attenzione dei media sul
fenomeno, si continua a vivere sulla sensazione, come nel caso di Aylan che tanto ci ha colpito perché abbiamo visto le foto
strazianti. Dopo quel fatto l’Europa non è intervenuta, ha detto a questi migranti o provate ad arrivare via mare o non
arrivate. Dopo tre giorni dalla tragica morte del bambino, sono morte altre due bambine piccole, ma, il fatto, già non faceva
più sensazione”. Gli interventi a tutela dei minori sono necessari, siano essi stranieri o no. La migrazione sempre più
massiccia, l’aumento dei casi di pedopornografia, la prostituzione e lo sfruttamento lavorativo, sono tanti i problemi che
coinvolgono una categoria che dovrebbe essere collocata al vertice del sistema di garanzie di uno Stato. “L’Italia affronta il
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problema migratorio come emergenza, ma questa dovrebbe durare qualche giorno, invece l’immigrazione è un fenomeno
strutturale, c’è da sempre. L’immigrato ti mette davanti alla realtà delle cose, sei tu che scarichi le tue paure su di lui,
perché lui ti sta facendo vedere come sei ”, continua Cavaliere. La criminalità, la fuga massiccia e la mancanza di
integrazione, si parla di questo quando si affronta il tema dei minori stranieri non accompagnati: “Se fai stare questi ragazzi
nell’immobilismo più assoluto che vuoi che facciano tutto il giorno? Non c’è un programma sulla lingua né di sviluppo.
Vengono a contatto con gli adulti e c’è promiscuità tra uomini e donne, spesso sono divisi solo da un piano di scale o da una
porta”, afferma Cavaliere, che, attraverso il suo blog, vuole portare a conoscenza un fenomeno di cui poco si parla. Tante le
storie raccolte nel corso degli anni, raccontate nelle sue pagine, il mare come sfida da affrontare e superare, a costo della
vita, il deserto come luogo ancora più pericoloso, che può mietere vittime, forse in misura addirittura maggiore. Si va dal
ragazzo scappato dalla guerra in Afghanistan insieme a 5 persone, con un canotto (che in genere ne contiene 2) verso l’isola
di Lesbo, alle 50 minorenni ragazze arrivate la scorsa settimana sulle nostre coste e a rischio violenze e stupri, perché il
fenomeno non è, ovviamente, solo al maschile. Attraversano fiumi pieni di coccodrilli su una zattera, come due sorelle piene
di coraggio che, magari, con un morso del predatore, non avrebbero potuto raccontare la loro incredibile storia. Succede che
qualcuno non ce la fa, come due ragazzi di quel canotto, che non avevano mai visto l’acqua, che non sapevano nuotare ma
che volevano a tutti i costi “salvarsi” grazie all’Europa. Molti di loro vedono i propri compagni morire ma tutti arrivano fieri,
con la dignità di chi ce l’ha fatta, comunque, anche se ha dovuto pagare un prezzo alto, anche se la scalata è appena
cominciata, perché le maglie della burocrazia possono essere peggio del mare in tempesta. Cavaliere propone ogni giorno,
dal suo blog, iniziative per fare qualcosa di concreto e ritiene ci sia un’unica persona che possa cercare di risolvere il
problema: “Ho proposto un corridoio umanitario che viene direttamente dal Papa, unica persona su cui si può fare
affidamento, dobbiamo far finire queste morti”. Dobbiamo, per dimostrare che non siamo Stati civili solo sulla carta…
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