Tra i delusi delle Apuane «Abbandonati. E in Liguria...»
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Tra i delusi delle Apuane «Abbandonati. E in Liguria...»
Lunedì 18 Gennaio 2016 Corriere Imprese 7 FI TERRITORI Tra i delusi delle Apuane «Abbandonati. E in Liguria...» Viaggio a Massa e a Carrara dopo la provocazione del referendum anti-Toscana «Burocrazia e promesse: anche noi vogliamo un piano di rilancio, modello Piombino» di Silvia Ognibene rovincia di Lucca e Provincia di Massa Carrara, Comune di Massa e Provincia di La Spezia, Comune di La Spezia, di Lucca e di Carrara: sono i portoni (sette) ai quali deve bussare un caldaista di Massa per andare a ritirare i bollini da mettere sui libretti quando fa la manutenzione per i suoi clienti, che abitano nel raggio di venti chilometri. Perché ogni campanile ha il suo, di bollino. «Lo vede? Ma come si fa a lavorare così? — sbotta Paolo Bedini, presidente della Cna di Massa Carrara — È così difficile fare un bollino unico regionale? Ci pensano da quattro anni... La burocrazia sta finendo di ammazzare un territorio che ormai ha indici economici da profondo Sud». Bedini guida l’associazione artigiana (2.500 iscritti) che ha lanciato il referendum online per proporre la secessione dalla Toscana e l’annessione alla Liguria. Risultato: il 53% dei votanti ha detto sì. Una provocazione, certo. Ma che nasce da un’insoddisfazione profonda, alimentata dai dati impietosi: nel 2007 i disoccupati in provincia erano 6 mila, ora sono 15 mila; le tonnellate movimentate al porto di Carrara sono dimezzate. La crisi qui ha radici lontane, inizia con la chiusura delle grandi aziende di Stato, da Enichem a Montedison, che ha innescato una deindustrializzazione che sembra ora completa. Qualche segnale positivo arriva dalle aziende con oltre 50 addetti, dal settore del marmo che registra impennate nel fatturato e nell’export, da Ge Oil & Gas che ha riportato vita al porto di Carrara, dalla rinascita dei Nuovi Cantieri Apuania. Segnali isolati, non bastano ad invertire la rotta. Le speranze sono riposte nell’Accordo di programma per Massa invocato a gran voce da sindaci, industriali, artigiani, Autorità portuale, sindacati. Serve una strategia complessiva di politica industriale «che manca completamente» dice Bedini. «Devono fare come per Piombino e Livorno». Ma qui l’Accordo di programma non è ancora stato firmato: c’è solo il protocollo d’intesa del maggio scorso. Anzi, l’area di Massa è stata «retrocessa» da area di crisi industriale complessa a area di crisi semplice. Un aggettivo che è sostanza. Perché per le crisi «complesse» arrivano i soldi dello Stato, per le altre no. La Camera di commercio P Paolo Bedini, presidente della Cna Massa Carrara Dino Sodini, presidente della Camera di Commercio Francesco Messineo, presidente Port Authority Alessandro Volpi, sindaco di Massa IMPRESE A cura della redazione del Corriere Fiorentino Direttore responsabile: Paolo Ermini Vicedirettore: Eugenio Tassini Caporedattore centrale: Carlo Nicotra di Massa e Carrara, guidata da Dino Sodini, accusa «i ritardi e il silenzio che hanno prodotto la retrocessione dell’area di crisi. Il territorio pretende chiarezza — spiega Sodini — non possiamo permetterci di perdere altro tempo. L’accordo di programma è decisivo. La Regione e il Governo hanno abbassato i riflettori sul nostro territorio». Intanto, ad esempio, a Carrara il business del refitting e della costruzione di scafi non si sviluppa perché non c’è lo spazio per calare le barche in mare, nonostante qui ci siano alcuni fra i più prestigiosi produttori mondiali di megayacht: «Manca lo spazio per le attività di alaggio e varo — dice ancora il presidente di Cna — del nuovo porto si è parlato per 15 anni, poi tutto si è arenato tra lungaggini burocratiche e litigi tra Comuni. Stessa sorte per l’approdo turistico». Il nuovo Piano regolatore del porto di Carrara prevede interventi di potenziamento industriale e turistico, una soluzione per l’erosione del litorale, la riqualificazione di tutto il lungomare (waterfront) con soluzioni avveniristiche: bello, ma fermo sulla carta. E ci resterà finché non si troveranno le risorse. Poi c’è l’eredità, pesante, della chimica di Stato che non è fatta solo di disoccupati ma Editoriale Fiorentina s.r.l. Presidente: Marco Bassilichi Amministratore Delegato: Massimo Monzio Compagnoni Sede legale: Lungarno delle Grazie 22 50122 Firenze Reg. Trib. di Firenze n. 5642 del 22/02/2008 Responsabile del trattamento dei dati (D.Lgs. 196/2003): Paolo Ermini 15 mila I disoccupati nella provincia di Massa Carrara, nel 2007 erano circa 6 mila. In 9 anni i movimenti nel porto di Carrara sono dimezzati 53% I favorevoli al passaggio dalla Toscana alla Liguria tra i votanti al sondaggio organizzato da Cna Massa Carrara COMITATO SCIENTIFICO Paolo Barberis fondatore di Nana Bianca e Dada, consigliere per l’ innovazione della Presidenza del Consiglio Fabio Pammolli Professore di Economia e Management IMT Alti Studi Lucca Fabio Filocamo Presidente Harvard Alumni Italia, CEO Dynamo Venture, Member of Board Principia SGR Alessandro Petretto Professore Ordinario di Economia Pubblica Università degli Studi di Firenze anche di terreni inquinati da bonificare. «È una follia — dice il presidente dell’Autorità portuale di Carrara, Francesco Messineo — L’investimento di Ge per i super moduli ha portato commesse per un miliardo e 300 milioni. Potremmo ospitare altre grandi aziende, perché il porto ha la caratteristica unica di essere attaccato alla zona industriale. Alle spalle del porto ci sono centinaia di ettari abbandonati dove le aziende non si possono insediare perché i terreni non sono mai stati bonificati. Da vent’anni. Rischiamo che Ansaldo Energia vada a Genova a p ro d u r re l e t u r b i n e p e r Alstom», aggiunge sconsolato Yacht di lusso nel porto di Carrara. A sinistra, i segni del crollo delle grandi industrie di Stato. In alto, i giganteschi moduli del progetto Gorgon di Ge mentre mostra con orgoglio il video dei moduli di Ge che attraversano le stradine di Carrara, sfiorando i palazzi, per raggiungere il porto. Spesso le aziende che hanno inquinato i terreni non esistono più. Quindi, chi paga? «Servirebbero 30 milioni di euro e questo è uno dei punti fondamentali dell’Accordo di programma — dice il sindaco di Massa, Alessandro Volpi — Poi altri 15 per eliminare il rischio idraulico dalla zona industriale. Con meno di 50 milioni si potrebbe eliminare una parte significativa dei vincoli alla reindustrializzazione di Massa». Spiega il presidente della Regione Enrico Rossi che «le questioni in sospeso sono due: la viabilità per l’accesso al porto e il potenziamento del binario e dello scalo merci a servizio dell’area industriale». Sul primo si preannuncia un decreto del Governo con 6 milioni dell’Iva pagata nei porti; sulla ferrovia la Regione si era invece già impegnata a stanziare 2 milioni, 2 doveva metterli il Governo e altrettanti Ferrovie, con 750 mila euro di compartecipazione da chiedere alle aziende. «Sul fronte delle bonifiche la Regione è pronta a realizzare, da qui ad un mese e mezzo, un primo studio di fattibilità. Per la progettazione i 3 milioni necessari già ci sono. Mancano quelli per i lavori, che dovranno essere garantiti dal Governo» concludono dalla Regione. L’Autorità portuale potrebbe fare da apripista per il progetto di secessione ipotizzato da Cna? Il decreto del Governo per la riorganizzazione dei porti prevederebbe l’accorpamento con quello di La Spe- zia. E questo si somma con altri cambiamenti in corso a livello istituzionale, dettati dalla spending review: la provincia di Massa Carrara accorpata con quella di Lucca, la Camera di commercio con quella di Pisa, la corte d’appello con Genova. Il rischio è ritrovarsi un territorio completamente polverizzato. «Quel referendum è una provocazione — conclude il sindaco di Massa — però preoccupa. È un grido di dolore, ma per far ripartire l’economia la strada è la collaborazione tra soggetti diversi, proprio quella indicata dall’Accordo di programma». Quando sarà firmato. © RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Editoriale Fiorentina s.r.l. Pubblicità: Rcs MediaGroup S.p.A. Dir. Communication Solutions Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Tel. 02.2584.1 www.rcscommunicationsolutions.it Poste Italiane S.p.A. Sped. in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004, Art.1, c.1, DCB Milano Stampa: RCS Produzioni S.p.A. 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