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VERSO MODELLI INTERNI DI MISURAZIONE DEL
ASSEMBLEA ANNUALE
ASSIFACT
30 GIUGNO 1999
VERSO MODELLI INTERNI DI
MISURAZIONE DEL RISCHIO DI
CREDITO: COSA CAMBIERA’
PER GLI INTERMEDIARI
FINANZIARI NON BANCARI
Attualmente è in atto a livello
internazionale una riflessione sulla capacità delle “regole di Basilea” di cogliere in misura significativa l’ordine di grandezza delle perdite insite nel portafoglio crediti
delle banche e degli intermediari
finanziari, tenuto conto delle differenze tra la capacità di credito di
imprese con caratteristiche di rischio obiettivamente assai diverse
e delle conseguenti distorsioni
nell’allocazione di capitale e nelle
politiche di pricing dei prestiti.
La normativa attuale propone
infatti una differenziazione arbitraria tra le diverse categorie di
prenditori e non considera la struttura per scadenze del portafoglio
crediti ne’ i benefici della diversificazione. In sostanza viene
SOMMARIO
- Il mercato estero
- Le statistiche
- Notizie dai siti Web
- Da: "Il Factoring: 10 domande e 10 risposte"
- Notizie dalle Commissioni
Tecniche
- Notizie dalle Associate
- Le circolari Assifact
- Attività associative
- Documentazione distribuita
ASSIFACT
Via Cerva, 9 – 20122 Milano
Tel. 0276020127 – Fax 0276020159
Internet www.assifact.it
assunto un livello implicito di
rischio pari all’8%, che risulta
indipendente dal contesto economico produttivo e dalle
pratiche gestionali di ogni istituzione creditizia.
Le proposte in discussione
riguardano la prospettiva di
utilizzo, ai fini di una misurazione più accurata del fabbisogno di capitale necessario
per l’assorbimento delle perdite connesse alla gestione dei
prestiti, di “modelli interni” per
la valutazione del rischio di
credito, da affiancare al modello standard, previsto dalle
autorità di vigilanza.
L’utilizzo di modelli interni
per la misurazione del rischio,
in via complementare e/o alternativa ai modelli standard, è
già stato previsto dal Comitato
di Basilea, con riferimento al
caso dei rischi di mercato, a
partire dal 1995.
Nel caso dei rischi di credito, i cambiamenti prospettati
sono di non poco conto. Sul
piano generale essi comportano che le autorità preposte alla
regolamentazione definiscano
un insieme di principi di base
ai quali deve essere ispirata la
costruzione dei modelli interni
da parte delle istituzioni creditizie e “trasferiscano” logicamente a queste ultime la responsabilità
di
misurare
l’assorbimento di capitale derivante da ciascuna posizione a
rischio.
Autorizzazione Tribunale
n. 258/99 del 02.04.1999
In conseguenza di ciò, il capitale minimo di vigilanza verrebbe
determinato dalla sommatoria di
tutti i fabbisogni di capitale connessi alle singole relazioni creditizie, potendosi cosi’ discostare anche in misura significativa dallo
standard generale, attualmente
previsto nel noto 8%.
La possibilità delle istituzioni
creditizie di “lavorare” con livelli di
capitale proprio eventualmente
più contenuti verrebbe quindi legata sia alla presenza di un portafoglio crediti meno rischioso, ai
sensi di una valutazione più accurata rispetto a quella consentita
dalle regole standard, sia alla capacità di applicare ed utilizzare un
modello interno, coerente con le
regole generali. In alcune proposte sono presenti fra l’altro diversi
“stadi” di implementazione dei
modelli interni, connessi al grado
di raffinatezza delle analisi (in particolare, capacità del modello di
“riconoscere” la correlazione tra le
diverse posizioni a rischio e dunque di “catturare” i benefici della
diversificazione del portafoglio
impieghi ai fini delle misure di assorbimento del capitale).
Sul piano delle logiche specifiche di costruzione di un modello
interno, questo deve consentire
prima di tutto la classificazione
delle posizioni creditorie in funzione di un rating attribuito alle singole controparti e delle altre caratteristiche dell’operazione (durata,
esistenza di garanzie, ecc.).
Direttore Responsabile
Alessandro Carretta
Stampato in proprio
Successivamente occorre stimare le perdite attese per ogni
classe, basate su stime delle probabilità di insolvenza e del livello
delle perdite, nonché per l’intero
portafoglio, sulla base delle correlazioni tra le diverse posizioni (valutazione dell’effetto di diversificazione).
Infine è necessario individuare
il capitale a rischio per ogni classe, sulla base delle perdite come
sopra calcolate, e pervenire alla
misura complessiva del fabbisogno di capitale, alla luce anche
del
livello
di
rischio
che
l’istituzione creditizia intende sostenere.
Nel caso degli intermediari finanziari non bancari esiste da
qualche tempo nel nostro Paese
una disciplina prudenziale che
valorizza sul piano generale il ruolo del capitale ai fini del fronteggiamento dei rischi della gestione
ma non prevede allo stato attuale
un specifico coefficiente di solvibilità relativo al rischio di credito,
tenuto conto della natura “di primo
impianto” delle norme
e
dell’esigenza di approfondire preventivamente le caratteristiche e
le specificità delle attività finanziarie non bancarie.
Nella prospettiva di una modifica così radicale alle norme prudenziali, gli intermediari finanziari
non bancari si troveranno a fronteggiare le problematiche generali
di applicazione della nuova filosofia di controllo del rischio di credito ed a fare i conti con le specificità derivanti dalle attività svolte.
Si tratta di capire se le caratteristiche delle attività svolte (ed in
particolare, la natura asset based
di alcuni prodotti quali leasing e
factoring) e le specificità delle
formule imprenditoriali e delle funzioni di produzione possono assumere una qualche rilevanza sia
per la progettazione e l’utilizzo dei
modelli interni di gestione del rischio di credito sia per i risultati
attesi in termini di assorbimento di
capitale.
Dal primo punto di vista, ad
esempio, la presenza, nel caso
del factoring, di “relazioni forti”
con un numero relativamente contenuto di clienti cedenti, unitamente ad un elevato grado di frazionamento dei crediti acquistati, articolato per tipologia dei crediti e
dei debitori ceduti, potrebbe facilitare l’assegnazione del rating a
ciascuna classe di prenditori,
sulla base di una stima di perdite attese che tenesse in debito conto le caratteristiche del
portafoglio dei crediti ceduti da
ciascun cliente.
Analogamente, nel caso
del leasing, la presenza del
bene oggetto dell’operazione
potrebbe consentire una più
agevole attribuzione del rischio di perdita alle diverse
classi di controparti, tenuto
conto delle relazioni esistenti
tra tipologia di beni ed esito
delle operazioni.
In altre parole, la natura
asset based di tali attività potrebbe essere utilmente “sfruttata” per un più puntuale ed
agevole apprezzamento dei rischi, tenuto conto anche del
patrimonio informativo implicito in un’esperienza ormai più
che trentennale di attività, in
modo coerente con le modalità
attuative della filosofia dei modelli interni.
Dal secondo punto di vista,
la presenza di un livello più
contenuto di rischio di tali attività rispetto ai finanziamenti
tradizionali, che sembra confermata, oltre che dalla letteratura esistente, anche dalle rilevazioni relative alle sofferenze degli intermediari finanziari
non bancari comparate con
quelle delle banche, dovrebbe
essere adeguatamente “riconosciuta” da una corretta applicazione dei modelli interni di
misurazione del rischio e
comportare quindi un più favorevole assorbimento di capitale per gli operatori dei comparti in questione.
Nel campo dell’intermediazione finanziaria non bancaria,
tra i problemi da affrontare in
prospettiva vale la pena di sottolineare l’esigenza di un contemperamento tra le logiche di
gruppo (alle quali sono sottoposti molti degli operatori) e le
specificità delle singole attività,
che dovrebbe indurre ad immaginare modelli interni coordinati ma differenti, e quella di
un necessario riferimento alle
differenze nella struttura del
passivo degli intermediari finanziari rispetto al caso delle
banche, che potrebbe suggerire in ogni caso, anche a parità
di rischio dell’attivo, fabbisogni di
capitale differenziati.
(per informazioni:
Alessandro Carretta tel. 0276020127
E-mail: [email protected])
DA: "IL FACTORING:
10 DOMANDE E
10 RISPOSTE"
A quali imprese può essere utile il factoring?
Il factoring é utile per tutte le
imprese che vogliono affidare ad
uno specialista la gestione ed il
controllo del portafoglio crediti.
La necessità del factoring si
manifesta quando vi é uno squilibrio tra le esigenze della politica
di
credito
commerciale
dell’impresa (relative ai termini e
condizioni di pagamento da concedere alla clientela che ne acquista i prodotti/servizi; ai fondi da
impegnare per "sostenere" finanziariamente le dilazioni concesse;
alle forme di regolamento; al controllo del rapporto; alle procedure
di incasso e recupero dei crediti )
e le risorse che l’impresa può
mettere autonomamente in campo.
La domanda potenziale é dunque costituita dalle imprese che
manifestano un "fabbisogno di
factoring" connesso alla sua connotazione gestionale (amministrazione, controllo, riscossione, assicurazione dei crediti) e finanziaria
(valutazione della clientela, integrazione delle linee di credito tradizionali grazie allo smobilizzo anticipato dei crediti).
(per informazioni:
Alessandro Carretta tel. 0276020127
E-mail: [email protected])
IL MERCATO ESTERO
In base ai dati periodici raccolti
da Factors Chain International il
mercato mondiale del factoring è
cresciuto nel 1998 del 17,18% ed
ha raggiunto un turnover pari a
circa 530 miliardi di dollari. L’Italia
si colloca al secondo posto subito
dopo il Regno Unito con un volume di attività pari ad oltre 88 miliardi di dollari.
(per informazioni: Enrico Memo tel.
0276020127 E-mail: [email protected])
NOTIZIE DALLE
ASSOCIATE
LE STATISTICHE
IL MERCATO DEL FACTORING
L'attività dell'anno 1998
Dati provvisori in milioni di Lire
(campione di 34 società)
(A) MONTECREDITI (al 31.12.98)
Volumi
Variaz. % (*)
40.056.340
17,28%
Pro solvendo
20.067.208
18,57%
Pro soluto
19.179.715
17,36%
Domestico
37.651.675
18,91%
Import
626.376
12,48%
Export
1.768.150
-9,30%
23.760.427
13,08%
916.194
12,30%
1.102.479
5,06%
42.075.013
16,86%
132.598.818
17,79%
Numero Clienti Cedenti
20.168
20,89%
Numero Debitori Ceduti
108.134
13,67%
Anticipi sui crediti acquistati
(B) ANTICIPI SU CREDITI FUTURI (al 31.12.98)
(C) ALTRI FINANZIAMENTI (al 31.12.98)
MONTECREDITI TOTALE (A+B+C) (al 31.12.98)
TURNOVER (anno 1998)
(*) Le variazioni percentuali sono calcolate a campione costante sull'anno ’97.
(per informazioni : Enrico Memo tel. 0276020127 E-mail: [email protected])
RILEVAZIONE DATI STATISTICI
Primo trimestre 1999
Scadenza restituzione dischetto:
25 APRILE 1999
NOTIZIE DAI SITI WEB
Il sito Web di Factors Chain International:
http://www.factors-chain.com
Home page dell’Unione Europea:
http://www.europa.eu.int
A cura delle amministrazioni della Camera dei Deputati e del Senato
della Repubblica :
http://www.senato.it
ed in particolare per cercare una legge:
http://www.parlamento.it/parlam/leggi/ricerca.htm
(per informazioni: Enrico Memo tel. 0276020127 E-mail: [email protected])
L’Associazione Bancaria Italiana ha recentemente provveduto alla riorganizzazione delle proprie Commissioni Tecniche. Nel prossimo
numero di Fact&News verranno indicati i membri rappresentanti di
Assifact.
Variazione di sede
➨
Dal 27 aprile 1999
Credemfactor S.p.A. ha trasferito la propria sede in via Che
Guevara n. 4, Reggio Emilia.
Nuove cariche
➨
Credit Factoring S.p.A.
ha nominato, in occasione
dell’Assemblea Ordinaria tenutasi il 18.3.99, il Dott. Massimo
Minolfi Presidente ed ha rinnovato la composizione degli
Organi Sociali.
➨
Serfactoring S.p.a., ha
nominato il Dott. Riccardo Patti Amministratore Delegato in
sostituzione del Dott. Stefano
Gasparri.
(per informazioni:
Barbara Perego tel. 02.76020127
E-mail: [email protected])
NOTIZIE DALLE
COMMISSIONI TECNICHE
➨
In seguito alla identificazione definitiva delle immagini grafiche da utilizzare per i
vari soggetti protagonisti (il
factor, il cliente, ecc.), il secondo corso di formazione
multimediale "La convenienza
del factoring" è entrato nella
fase finale di progettazione e
sarà presto disponibile per gli
associati Assifact e per tutti
coloro intendano approfondire
la propria conoscenza dei servizi di factoring. Il corso è studiato per poter essere fruito in
autoformazione dal singolo utente, ma anche per poter essere presentato ad un'aula da
un docente formatore. E' prevista una duplice possibilità di
installazione: locale o network.
➨
Si è recentemente riunita la nuova Commissione
Vigilanza e Centrale Rischi.
Nel corso della riunione sono
state raccolte tutte le problematiche di segnalazione ancora irrisolte, da trasmettere
a Banca d'Italia in occasione
del prossimo incontro del
Comitato Interfinanziario che
si svolgerà a Roma agli inizi
del mese di maggio.
La nuova Commissione è così composta:
Rag. Giorgio Senzolo e Rag.
Pierpaolo Zampieri (ABF
Factoring), Rag. Domenico Di
Pasquale (CBI Factor), Dott.
Giorgio Pietrantonio (Cofiri
F&L), Sig. Mario De Gregori
(Comit Factoring), Rag. Romolo Bronzoni (Credemfactor), Sig. Martino Greco (Credit Factoring), Dott. Guido Alessandroni (Faber Factor),
Dott. Carlo Maria Barzaghi
(Factorit), Rag. Beniamino
Oggioni
(Farmafactoring),
Dott. Giulio Barone (Fercredit), Dott.ssa Anna Di Giambattista (Gallo & C.), Dott.
Maurizio Renna (Ge Capital
Finance), Dott. Alberto Staccione (Ifis), Dott. Antonio Pattano (Ifitalia), Dott. Francesco
Sacchi (Mediofactoring), Rag.
Gian Paolo Bertazzoni (Padana Factoring), Rag. Mauro
Borgiallo
(Savagest),
Dott.ssa Giovanna Spreafico
(Serfactoring), Dott. Bruno
Vistosi (Veneta Factoring).
➨
La Commissione Organizzazione si è recentemente riunita per discutere di
problematiche legate alla certificazione ISO 9000, di
commercio elettronico e della
prossima diffusione fra le associate di un questionario riguardante le strutture EDP
aziendali e la gestione delle
risorse umane. Nel corso dell'incontro, i presenti hanno
inoltre esaminato il primo prototipo del corso di formazione
multimediale "La convenienza del Factoring".
(per informazioni:
Liliana Corti tel. 0276020127
E-mail: [email protected])
E’ stato recentemente diffuso agli abbonati di Milano Finanza e di MF
l’opuscolo “Il Factoring: 10 domande e 10 risposte”. L’opuscolo stesso
ed il fascicolo “Centrale Rischi e Factoring”, su segnalazione
dell’Associazione Bancaria Italiana, sono stati inoltre inviati a numerose banche (circa 130) che ne hanno fatto espressamente richiesta
all’Associazione.
LE CIRCOLARI ASSIFACT
Circolari Informative
n. 04 del 24.03.99
n. 05 del 12.04.99
n. 06 del 12.04.99
n. 07 del 12.04.99
n. 08 del 12.04.99
Circolari Tecniche
n. 02 del 22.4.99
Servizi di informazione per l’attività di recupero
dei crediti. E’ disponibile presso l’Associazione
la documentazione trasmessa dallo Studi Murri
che propone servizi di information providing
nel campo del recupero dei crediti.
Elenco aggiornato Associate Assifact.
Elenco aggiornato delle circolari emesse dalla
Associazione.
Presentazione del sistema informativo I-FACTOR a cura della società Hill Price Davison
Pubblicazione sul factoring
Documento su Anno 2000 a cura della Banca
d’Italia.
Circolari Statistiche
n. 06 del 08.03.99
Risultati finali della rilevazione sull’attività di
factoring nel 1998
n. 07 del 09.03.99
Dati statistici provvisori relativi al quarto trimestre 1998 (campione di 28 società)
n. 08 del 12.04.99
Dati statistici provvisori relativi all’ANNO 1998
(campione di 26 società)
n. 09 del 12.04.99
Dischetto per la rilevazione dei dati statistici
relativi al primo trimestre 1999
(per informazioni: Barbara Perego tel. 0276020127 E-mail: [email protected])
ATTIVITA’ ASSOCIATIVE
Svolte nel mese di marzo/aprile
18.03.99 Milano Stato avanzamento lavori progetto formazione (c/o
Dida.El).
25.03.99 Milano Commissione Organizzazione
30.03.99 Milano Preparazione incontro Comitato Interfinanziario (c/o
Assofin).
30.03.99 Milano Comitato Esecutivo
08.04.99 Milano Progetto fomazione – definizione icone e sessione
debugging
13.04.99 Milano Commissione Segnalazioni di Vigilanza e Centrale
Rischi
27.04.99 Milano Comitato Esecutivo
Previste per il mese di maggio
04.05.99 Roma
Comitato Interfinanziario (c/o Banca d’Italia)
26.05.99 Milano Consiglio
(per informazioni: Barbara Perego tel. 0276020127 E-mail: [email protected])
DOCUMENTAZIONE DISTRIBUITA
Fascicolo Centrale Rischi e Factoring (ai Direttori ed esterni)
Sentenze: 296/99 Tribunale di Milano e sentenza 1287/99 Corte
Suprema di Cassazione; 16.2.98 Corte d’Appello di Roma – sez. I
civile; sentenza n. 2374/99 Corte Suprema di Cassazione – sez. I
civile; sentenza 28.1.99 Tribunale di Milano – sez. VII civile; estratto Banca Borsa Titoli di Credito - Vol. LII – gen./feb. 1999 (Commissione Legale)
(per informazioni: Barbara Perego tel. 0276020127 E-mail: [email protected])
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NUMERO CHIUSO IL 03.05.99
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