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Con il termine vitigno si indica una particolare varietà di vite

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Con il termine vitigno si indica una particolare varietà di vite
PROGRAMMA OPERATIVO NAZIONALE 2007-2013
Obiettivo “Convergenza”
“Competenze per lo Sviluppo”
2007 IT 05 1 PO 007
Fondo Sociale Europeo
Asse I - Obiettivo F – Azione F 1
Interventi per promuovere il successo scolastico
per le scuole del primo ciclo
Progetto F-1-FSE-2009-1757
Segni, immagini, territorio
LA VITICOLTURA
a cura degli alunni della scuola secondaria di I grado
ISTITUTO SCOLASTICO COMPRENSIVO
SCUOLA DELL'INFANZIA, PRIMARIA E SECONDARIA DI I GRADO
VIA A. GRAMSCI, 2 - 90040 SAN CIPIRELLO
TELEFONO 091 8573400 / 091 8581053 - FAX 091 8573400
E – mail: [email protected] - Sito Internet: www.icsancipirello.com
LA VITE
La
vite
è
una
pianta
antichissima che da milioni di
anni è presente nelle zone
temperate del pianeta; solo da
qualche migliaio di anni però si
è cominciato a produrre vino.
Hanno incominciato i Sumeri,
poi gli Egiziani e i Greci e
quindi gli Etruschi. Oggi l'Italia
è il primo paese viticolo del
mondo e l'Europa detiene
l'80%
della
produzione
mondiale.
Tra le varie specie esistenti la più importante è
sicuramente la vitis vinifera alla quale appartengono quasi tutte le
varietà da frutto. La vite può vivere e fruttificare solo dove esistono
le quattro stagioni.
La vite è una pianta arborea rampicante che per crescere si attacca
a dei sostegni (tutori) mediante i viticci; se la pianta non viene
potata può raggiungere altezze notevoli attaccandosi agli alberi; è
dotata di un apparato radicale molto sviluppato, che può superare
anche i 10 metri di lunghezza.
Le
foglie,
dette
pampini,
palminervie, alterne sono semplici
e costituite da cinque lobi
principali più o meno tagliati con
forma di cuore alla base. Sono un
carattere diagnostico importante
per il riconoscimento dei vitigni
della vite coltivata.
I cirri o viticci sono organi di
sostegno volubili; erbacei durante
l'estate, lignificano con la fine del
ciclo vegetativo.
I fiori sono molto piccoli, di
colore verdastro e raggruppati in
infiorescenze a racemo. La vite
selvatica è dioica (cioè con fiori unisessuali portati da individui
diversi), le varietà coltivate sono state selezionate per portare fiori
ermafroditi.
2
I frutti sono delle bacche (acini) di forma e colore variabile:
bianchi, gialli, viola o neri, raggruppati in grappoli. Presentano un
esocarpo spesso pruinoso (buccia), un mesocarpo con cellule piene
di succo da cui si ricava il mosto (polpa) ed un endocarpo formato
da uno strato di cellule che delimita le logge contenenti i semi
(vinaccioli).
La pianta della vite si adatta in genere ad ambienti con condizioni di
clima e di terreno molto diversi tra loro, ma in genere, soprattutto
per la produzione di uva
da vino, esistono alcune
limitazioni. Le zone di
coltivazione
devono
trovarsi comprese quasi
esclusivamente fra il 30°
ed il 50° grado di
latitudine nord e sud, e
ad un'altitudine tra il
livello del mare ed i 1000
metri
circa.
La
temperatura non deve
mai essere inferiore ai
+15 gradi centigradi. I terreni possono essere di varia tessitura (da
argillosa a sabbiosa. La vite si adatta anche a terreni di limitata
fertilità e tollera contenuti medio elevati di calcare. L'esposizione
migliore è a sud,preferibilmente in zone collinari.
La pianta della vite ha un ciclo biologico (vita) della durata di circa
40 anni; per i primi tre
anni la pianta non è
produttiva, il periodo
migliore
per
la
produzione di uva da
vino va dal quinto al
venticinquesimo
anno.
Non è comunque raro
trovare
vigne
molto
vecchie che forniscono
ancora
un
ottimo
prodotto. I metodi di
allevamento sono: a
spalliera o a pergolato.
3
I VITIGNI
Con il termine vitigno si indica una particolare varietà di vite. I
vitigni si possono distinguere per differenti forme e colori dei
chicchi, del grappolo e delle foglie, oltre che per differenti periodi di
maturazione e soprattutto per le diverse caratteristiche
organolettiche dei vini da essi ottenuti. Per identificare un dato
vitigno è necessaria una accurata descrizione della forma delle
foglie e dei frutti.
L'ampelografia è la disciplina che studia, identifica e classifica le
varietà dei vitigni attraverso schede che descrivono le
caratteristiche dei vari organi della pianta nel corso delle diverse
fasi di crescita. Tale studio sistematico ebbe inizio con l'agronomo
latino Columella e si sviluppò con Pier dei Crescenzi nel XIII secolo
e soprattutto con il Conte Odart che scrisse nel XIX secolo
l'Ampelografia universale.
Si stima che nel mondo esistano circa 5000 vitigni coltivati. I più
famosi e diffusi (i cosiddetti "Vitigni internazionali") sono fra i rossi
il Cabernet-Sauvignon, il Cabernet franc, il Merlot, il Pinot nero, lo
Zinfandel e la Syrah; tra i bianchi il Sauvignon, lo Chardonnay, il
Muscat ed il Riesling.
Cabernet Sauvignon
Chardonnay
4
Pinot nero
Riesling
In Italia i vitigni più diffusi sono: a) tra i rossi: il Nebbiolo, il
Sangiovese, il Primitivo ed il Montepulciano; b) tra i bianchi: il
Trebbiano, il Vermentino, la Vernaccia ed il Moscato.
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Trebbiano
Sangiovese
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VITIGNI COLTIVATI IN SICILIA
Catarratto bianco comune
Cenni storici
Vitigno storico della Sicilia dove si
coltiva da tempi immemorabili.
Largamente diffuso in tutta l'isola,
la
sua
coltivazione
è
particolarmente concentrata nelle
province di Trapani e di Palermo
Caratteristiche del vitigno
Pianta mediamente vigorosa, foglia
da media a medio - grande, di
forma da pentagonale a circolare,
con 3-5 lobi; grappolo medio,
conico o piramidale, più o meno
allungato, compatto, generalmente
alato, acini medi, sferoidali, buccia
di colore verde-giallo. Maturazione
media.
Caratteristiche del vino
Le uve del Catarratto entrano nella composizione di moltissimi vini
bianchi siciliani. Il vino è di colore giallo paglierino tendente al
dorato,
profilo
aromatico
con
lievi
sentori fruttati e note floreali, al gusto si caratterizza per
l'importante alcolicità e la buona struttura, sapore neutro,
mediamente acido e tendenzialmente morbido.
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Grillo
Cenni storici
Probabilmente importato dalla
Puglia, si hanno notizie certe
sulla sua coltivazione in Sicilia
dalla fine del 1800. Il Grillo è
principalmente
diffuso
nel
territorio di Trapani
dove
costituisce il vitigno base per
produrre i migliori vini DOC
Marsala. E' presente anche nella
provincia
di
Agrigento
e
limitatamente in provincia di
Palermo e Siracusa.
Caratteristiche del vitigno
Pianta vigorosa, foglia da media a grande, pentalobata, di forma
circolare o pentagonale; grappolo conico, generalmente alato,
talvolta con acini radi, acini medio -grandi, sferoidali, buccia
spessa, leggermente pruinosa di colore verde-giallo con sfumature
rosa aranciate sulla parti esposte. Maturazione media.
Caratteristiche del vino
Concorre alla costituzione dei migliori vini DOC Marsala. Con le sue
uve si producono ottimi vini bianchi pronti o adatti all'affinamento.
Il
suo
vino
ha
colore
giallo
paglierino
carico, buon corredo aromatico, con sentori erbacei, floreali e note
agrumate, al sapore è sapido, dotato di buon acidità e di una
equilibrata morbidezza.
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Nero d’Avola
Cenni storici
L'origine è ancora incerta. E’
legato
agli
antichi
vini
che
andavano con il nome di “Calabresi
di Augusta” e “Vini di Vittoria”. Il re
dei vitigni siciliani è coltivato con
successo in tutti gli areali viticoli
dell'isola, dove trova la sua
massima espressione qualitativa.
Caratteristiche del vitigno
Pianta vigorosa, foglia medio grande, intera o trilobata, di forma cuneiforme pentagonale;
grappolo da medio a grande, cilindrico o cilindro-conico, alato,
mediamente compatto, buccia
pruinosa di colore blu - nero.
Maturazione media.
Caratteristiche del vino
I vini si distinguono in base alle zone di coltivazione della vite, sono
ricchi di personalità, di colore rosso rubino carico, elevato corredo
aromatico con note fruttate, floreali e speziate, ottima struttura
gustativa, tannici, corposi, equilibrata acidità e morbidezza,
armonici nel complesso.
9
Perricone
Cenni storici
Vitigno
tipico
della
Sicilia
occidentale dove si coltiva da
tempo immemorabile. Coltivato in
misura limitata nelle province di
Palermo e di Trapani, è presente
anche in provincia di Agrigento e di
Messina.
Caratteristiche del vitigno
Pianta vigorosa, foglia media, da cuneiforme a pentagonale,
trilobata o pentalobata; grappolo cilindrico o piramidale, semplice o
alato, mediamente compatto, acini medi, sferoidali, buccia
pruinosa, spessa e coriacea di colore blu scuro tendente al nero.
Maturazione media.
Caratteristiche del vino
Vinificato in purezza dà un vino rosso rubino più o meno carico,
odore vinoso, mediamente corposo, abbastanza tannico, armonico
nel complesso, di pronto consumo.
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Inzolia
Cenni storici
E’ uno dei vitigni che da più tempo
dimora in Sicilia. Largamente
diffuso in tutta l'isola, concorre alla
costituzione di moltissimi vini
bianchi.
Localmente
le
uve
vengono utilizzate anche per il
consumo fresco.
Caratteristiche del vitigno
Pianta mediamente vigorosa, foglia medio - grande, pentalobata o
eptalobata, pentagonale; grappolo medio - grande, piramidale o
conico, alato, talvolta con acini radi, ellissoidali con ombelico
evidente, buccia spessa di colore giallo dorato o ambrato, polpa
croccante, dolce e semiaromatica. Maturazione media.
Caratteristiche del vino
Vinificata in purezza dà un vino fine di colore giallo paglierino con
riflessi verdolini, profumi caratteristici del vitigno, al gusto ha
sapore neutro, abbastanza sapido, buona dotazione alcolica,
equilibrata acidità e morbidezza.
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Grecanico dorato
Cenni storici
Non si conoscono le origini di
questo vitigno coltivato in Sicilia da
diversi secoli. L'area storica di
diffusione ricade nelle province di
Trapani e di Agrigento, ceppi sparsi
si trovano in molti vigneti siciliani.
Caratteristiche del vitigno
Pianta vigorosa, foglia media, pentalobata; grappolo medio, conico
o cilindro-conico, più o meno allungato, con una o due ali, talvolta
con acini radi, acini medi da sferoidali a leggermente appiattiti,
buccia poco pruinosa di colore giallo dorato. Maturazione media.
Caratteristiche del vino
Vino fine di colore giallo dorato, discretamente
di odore e sapore neutro, fresco e armonico.
alcolico,
12
LA VENDEMMIA
La raccolta dell'uva è una delle
operazioni
maggiormente
onerose nel bilancio viticolo.
Nella vendemmia manuale un
operatore
può
raccogliere
mediamente 80-120 kg di uva
all’ora a seconda del sistema di
allevamento e delle condizioni
operative.
Il
periodo
di
vendemmia varia tra luglio e
ottobre e dipende da molti
fattori. La vendemmia avviene generalmente nel periodo in cui le
uve hanno raggiunto il grado di maturazione desiderato, cioè
quando nell’acino il rapporto tra la percentuale di zuccheri e quella
di acidi ha raggiunto il valore ottimale per il tipo di vino che si vuole
produrre.
In generale il tempo della vendemmia dipende dai seguenti aspetti:
 Condizioni climatiche: all'aumentare della latitudine le uve
maturano più tardi.
 Zona di produzione: le uve delle vigne esposte a sud
maturano prima di quelle esposte a nord; all'aumentare
dell'altitudine le uve maturano prima.
 Tipo di uva: i vitigni a bacca bianca maturano in genere
prima dei vitigni a bacca rossa.
 Tipo di vino che si vuole ottenere: determinato dalla
maggiore o minore presenza di alcuni componenti, quali:
zuccheri (un maggior tenore di zucchero aumenterà il grado
alcolico del vino prodotto; inoltre un giusto tenore zuccherino
è indispensabile per avviare la fermentazione alcolica); acidi
(e sostanze acide sono necessarie sia per evitare la
proliferazione di batteri sia per la successiva conservazione del
vino); componenti aromatici
(variano durante la
maturazione dell'uva e contribuiscono a determinare le
caratteristiche organolettiche del vino.
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Esistono diverse pratiche di vendemmia:
 Una pratica utilizzata è quella delle cosiddette vendemmie
scalari, che consiste nel raccogliere le uve di una stessa vigna
in momenti successivi, a seconda del grado di maturazione dei
singoli grappoli.
 Un'altra pratica utilizzata è quella della cosiddetta vendemmia
tardiva, che consiste nel ritardare l'epoca della vendemmia al
fine di aumentare il tenore zuccherino dell'uva; questo
procedimento è utilizzato per la produzione dei vini passiti.
A prescindere dal metodo utilizzato, durante la fase di raccolta delle
uve occorre rispettare alcune regole:
1) evitare di raccogliere l'uva bagnata (da pioggia, rugiada o
nebbia), in quanto l'acqua potrebbe influire sulla qualità del
mosto;
2) evitare le ore più calde della giornata, per impedire l'inizio di
fermentazioni indesiderate;
3) riporre i grappoli in contenitori non troppo capienti, per evitare lo
schiacciamento degli stessi;
4) trasportare l’uva nei locali in cui sarà effettuata la vinificazione
nel più breve tempo possibile, per evitare
fermentazioni o
macerazioni indesiderate.
I metodi di raccolta delle uve sono due:
 manuale: viene utilizzata
per la produzione di vini di
elevata qualità e degli
spumanti in quanto è
necessario operare una
scelta
selettiva
dei
grappoli.
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 meccanico: esistono agevolatrici che velocizzano il lavoro
manuale
e
delle
vere
e
proprie
macchine
dette
vendemmiatrici (per appezzamenti inferiori ai 50 ettari sono
generalmente delle macchine trainate da un trattore, per
vigneti di dimensioni maggiori sono macchine semoventi.
Le vendemmiatrici meccaniche, sorte alla fine degli anni Sessanta,
hanno avuto negli ultimi anni una forte evoluzione tecnologica. La
Francia, con più di 17.000
mezzi, raccoglie il 75%
delle sue uve con la raccolta
meccanizzata.
Percentuali
ancora maggiori sono nei
paesi del nuovo mondo,
come
Australia
ed
Argentina.
In
Italia
le
macchine
vendemmiatrici
sono circa 1.700 con un
utilizzo sul 5-10% del suolo
nazionale.
Tecnicamente la vendemmia meccanica può essere realizzata con
due sistemi principali: scuotimento orizzontale e scuotimento
verticale
Le vendemmiatrici a scuotimento verticale sono poco utilizzate in
quanto operano su vigneti a doppia spalliera con un organo di
lavoro a forma di stella che colpisce il cordone dal basso verso
l’altro (verticalmente) provocando il distacco degli acini dai raspi.
Le
vendemmiatrici
a
scuotimento orizzontale sono
particolarmente efficienti su
forme di allevamento a
parete
verticale.
Sono
macchine
trainate
o
semoventi, dotate di sistema
di autolivellamento idraulico
per permettere la giusta
operazione dei sistemi di
lavoro.
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LA PIGIATURA
Vendemmiata l'uva ed effettuato il
controllo di quello che potremmo
chiamare il suo stato di salute allo
scopo di predisporre gli eventuali
interventi, si passa alla pigiatura.
Una volta l'uva era pigiata con i
piedi e ciò, anche se poco igienico,
poteva avere un buon risultato. Si
trattava infatti di una pigiatura
morbida che non spremeva il raspo
in cui sono contenute sostanze che
danno al vino un sapore duro.
La pigiatura può essere lenta o
veloce, energica o leggera, ed in
base a ciò conferirà al vino differenti caratteristiche. Gli acini,
quando sono perfettamente maturi, vengono separati dai graspi e
schiacciati in apposite macchine dette pigiatrici. Per le uve destinate
alla vinificazione in bianco si utilizzano torchi. Dagli acini dell'uva
schiacciati scaturisce il succo detto mosto (che ha una resa di circa
un quintale per 125 kg di uva);
esso viene messo a fermentare
in tini accuratamente puliti e,
se necessario, ne viene corretta
la
composizione
chimica
(zucchero, acidità, colore ed
estratti)
per
ottenere
un
risultato migliore.
Il mosto è il
risultato della
pigiatura o spremitura dell’
uva. Il mosto potrà acquisire le
caratteristiche e le proprietà organolettiche del vino solo al termine
della fermentazione che si ottiene grazie ai lieviti di origine naturale
o selezionata. La fermentazione del mosto dura circa dieci giorni.
Dopo la fermentazione si travasa il vino in fusti e nei tini rimangono
residui solidi (vinacce).
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Se un tempo la fase immediatamente successiva alla vendemmia
veniva denominata pigiatura, dall’ atto di pigiare l’ uva con i piedi,
oggi sembra più consono parlare di ammostatura, operazione
effettuata a mezzo di macchine tecnologicamente avanzate ed in
grado di sostituire il lavoro dell’ uomo.
L'impiego dell'anidride solforosa è pratica enologica assai diffusa.
L'aggiunta di anidride solforosa al mosto:
 consente di bloccare l'attività dei lieviti presenti naturalmente,
eliminando quindi la flora indesiderabile ai fini di una corretta
fermentazione;
 elimina, con una azione selettiva, i lieviti "selvaggi", favorendo
il prevalere di quelli maggiormente idonei a una fermentazione
equilibrata;
 favorisce una prima deiezione provocando la precipitazione
delle sostanze che altrimenti altererebbero il mosto;
 esercita un'azione solubilizzante delle sostanze coloranti
localizzate nella buccia degli acini e svolge un ruolo protettivo
come antiossidante nei confronti del mosto.
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L’IMBOTTIGLIAMENTO E L’ETICHETTATURA
Dopo la maturazione il vino è
pronto per l'ultima parte del suo
viaggio che, dalla botte, passando
per la bottiglia, lo porterà ad essere
versato nei calici.
L'imbottigliamento
del
vino
costituisce una fase estremamente
delicata e critica poiché, dopo avere
chiuso la bottiglia con il tappo, non
sarà più possibile intervenire sulla
qualità e sulla stabilità del vino.
Durante la maturazione del vino
nella
botte,
qualora
si
presentassero dei difetti o dei problemi, è possibile intervenire con
le opportune correzioni; ciò evidentemente non è possibile quando
il vino è stato imbottigliato e, come accade nella produzione
industriale, ha lasciato la cantina verso la via della
commercializzazione.
Se è vero che non si può intervenire sul vino dopo che la bottiglia è
stata chiusa, è possibile fare in modo che il vino sia imbottigliato
nella sua migliore condizione possibile. Per questo motivo è
assolutamente importante controllare la stabilità e la salute del vino
prima di procedere con l'imbottigliamento.
Nella
produzione
industriale,
prima
di
procedere
con
l'imbottigliamento del vino, si eseguono diversi esami chimici allo
scopo di controllare l'acidità totale e volatile, l'anidride solforosa
libera e totale, la quantità di ferro, rame, proteine, batteri e lieviti.
Tutti questi fattori sono infatti importanti per la conservazione e la
stabilità biologica del vino.
Alcune regole per l’imbottigliamento:
1. Assicurarsi che le bottiglie siano ben lavate, sterilizzate e
asciugate in modo perfetto. Perchè basterebbe che vi
rimanesse anche una lieve traccia di umidità e si formerebbe
muffa nel vino. Le bottiglie non devono essere né troppo
fredde né troppo calde per evitare bruschi sbalzi di
temperatura al vino.
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2. I tappi devono essere perfettamente integri. Se hanno
striature visibili, è facile si devono scartare. Non bisogna
ungere mai i tappi con olio normale che potrebbe facilmente
provocare un gusto di rancido.
3. E’ consigliato imbottigliare nelle giornate serene e asciutte. Il
vento può portare nel vino odori sgradevoli. L’umidità passa
nel vino rovinandolo.
Terminata la fase di imbottigliamento e di
tappatura, le bottiglie devono essere
adeguatamente conservate: si sceglierà un
locale poco luminoso (meglio ancora buio),
sufficientemente aerato in modo da
prevenire la formazione di muffe, con una
temperatura di circa 15° C, (possibilmente
costante per tutto l'anno), un'umidità
compresa fra il 60-70%.
Le bottiglie destinate a un consumo
immediato – entro alcuni mesi dopo
l'imbottigliamento
–
possono
essere
conservate anche in posizione verticale,
mentre per i vini destinati a lunghi periodi
di affinamento, è indispensabile che la
bottiglia sia conservata in posizione
orizzontale. Il contatto con il vino assicura infatti una migliore
elasticità del sughero evitando pericolosi restringimenti che
favorirebbero l'ingresso di ossigeno nella bottiglia.
L’etichetta di identificazione riportata su una bottiglia o altra
confezione di vino regolarmente in commercio costituisce una sorta
di carta d'identità del vino in quanto contiene tutti gli elementi
necessari per identificare il prodotto.
L’etichetta di un vino, secondo quanto previsto dalla legge, riporta:
• indicazioni obbligatorie che danno informazioni di base per il
riconoscimento del prodotto;
• indicazioni facoltative “regolamentate” che danno informazioni
complementari alle precedenti;
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• indicazioni facoltative "libere" che illustrano in modo più
dettagliato il prodotto.
Per i vini da tavola devono obbligatoriamente essere riportati
sull’etichetta; la denominazione "vino da tavola"; il nome dello
stato comunitario in cui il vino è stato prodotto; i nomi degli stati
per i vini prodotti con tagli provenienti da diversi paesi; la menzione
"vino ottenuto in (nome dello stato) da uve provenienti da (nome
dello stato)"; il titolo alcolometrico effettivo con tolleranza dello
0,5%; il volume nominale indicato in litri, centilitri o millilitri; il
nome e la ragione sociale del produttore; il numero del lotto.
Sempre per i vini da tavola, le indicazioni facoltative
"regolamentate" sono: marchio; tipo di prodotto, in relazione al
tenore zuccherino; colore base (ammessi solo bianco, rosso e
rosato); termine riferito all'attività agricola dell'imbottigliatore
(podere, cascina, viticoltore).
20
USI MEDICINALI
 Il decotto di foglie giovani, raccolte da maggio ad agosto, ed
essiccate al sole, ha proprietà astringenti per la presenza di
tannino.
 Le foglie fresche per uso esterno sono curative delle malattie
cutanee.
 Il decotto di foglie per uso esterno serve per irrigazioni,
impacchi e lavaggi.
 I frutti raccolti quasi a maturazione hanno proprietà
rinfrescante, disintossicante, diuretica, depurativa del sangue,
idratante, vitaminica, energetica, contro l'acidosi, stimolante la
digestione, lassativa e antireumatica.
 Il succo degli acini d'uva filtrato serve per uso esterno per
curare pelli grinzose e come maschera di bellezza.
 Il decotto di uva passa secca (uva sultanina, zibibbo, malaga,
uva di Corinto) ha proprietà emollienti ed espettoranti.
 Il vino d'uva, bevuto con moderazione ai pasti, ha un'azione
diuretica, tonica, digestiva, antianemica.
 L'uva ben matura, consumata come frutta da mensa, viene
utilizzata per la cura dell'uva o ampeloterapia, nelle persone
deperite colpite da varie malattie.
Recente è l'isolamento di un fenolo composito derivato dalle bucce
e dai semi dell’uva, il Resveratrolo che sembra avere in natura
proprietà protettive ed antimicotiche (antimuffa) nell'acino.
Per la salute umana il Resveratrolo ha presentato spiccate proprietà
antinfiammatorie ed antinvecchiamento; risulta inoltre essere un
potente antiossidante, agisce come fluidificante del sangue ed aiuta
a prevenire i trombi e, unica sostanza nota, a rimuovere
attivamente le placche occludenti i vasi.
21
Questo lavoro è stato realizzato dagli alunni delle classi seconde
della scuola secondaria di I grado nell’ambito
del Progetto PON F-1-FSE-2009-1757 Segni, immagini, territorio
Alunni partecipanti:
Crifasi Claudia
Crifasi Maria Teresa
Damiani Daniel
Ferrara Emanuele
Ferrara Melania
Fratello Amalia
Geloso Nunzia
Giostra Rossella
Labbruzzo Gaetano
Morello Alessandra
Orobello Daniele
Pullarà Giuseppe
Quiescente Giuseppe Giosuè
Santoro Simone
Sardisco Vincenzo
Esperto esterno:
Dott. Giovanni Scalia
Docenti con funzione di tutor:
Prof.ssa Lina Gelo
Prof.ssa Concetta Mangiapane
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