Con il termine vitigno si indica una particolare varietà di vite
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Con il termine vitigno si indica una particolare varietà di vite
PROGRAMMA OPERATIVO NAZIONALE 2007-2013 Obiettivo “Convergenza” “Competenze per lo Sviluppo” 2007 IT 05 1 PO 007 Fondo Sociale Europeo Asse I - Obiettivo F – Azione F 1 Interventi per promuovere il successo scolastico per le scuole del primo ciclo Progetto F-1-FSE-2009-1757 Segni, immagini, territorio LA VITICOLTURA a cura degli alunni della scuola secondaria di I grado ISTITUTO SCOLASTICO COMPRENSIVO SCUOLA DELL'INFANZIA, PRIMARIA E SECONDARIA DI I GRADO VIA A. GRAMSCI, 2 - 90040 SAN CIPIRELLO TELEFONO 091 8573400 / 091 8581053 - FAX 091 8573400 E – mail: [email protected] - Sito Internet: www.icsancipirello.com LA VITE La vite è una pianta antichissima che da milioni di anni è presente nelle zone temperate del pianeta; solo da qualche migliaio di anni però si è cominciato a produrre vino. Hanno incominciato i Sumeri, poi gli Egiziani e i Greci e quindi gli Etruschi. Oggi l'Italia è il primo paese viticolo del mondo e l'Europa detiene l'80% della produzione mondiale. Tra le varie specie esistenti la più importante è sicuramente la vitis vinifera alla quale appartengono quasi tutte le varietà da frutto. La vite può vivere e fruttificare solo dove esistono le quattro stagioni. La vite è una pianta arborea rampicante che per crescere si attacca a dei sostegni (tutori) mediante i viticci; se la pianta non viene potata può raggiungere altezze notevoli attaccandosi agli alberi; è dotata di un apparato radicale molto sviluppato, che può superare anche i 10 metri di lunghezza. Le foglie, dette pampini, palminervie, alterne sono semplici e costituite da cinque lobi principali più o meno tagliati con forma di cuore alla base. Sono un carattere diagnostico importante per il riconoscimento dei vitigni della vite coltivata. I cirri o viticci sono organi di sostegno volubili; erbacei durante l'estate, lignificano con la fine del ciclo vegetativo. I fiori sono molto piccoli, di colore verdastro e raggruppati in infiorescenze a racemo. La vite selvatica è dioica (cioè con fiori unisessuali portati da individui diversi), le varietà coltivate sono state selezionate per portare fiori ermafroditi. 2 I frutti sono delle bacche (acini) di forma e colore variabile: bianchi, gialli, viola o neri, raggruppati in grappoli. Presentano un esocarpo spesso pruinoso (buccia), un mesocarpo con cellule piene di succo da cui si ricava il mosto (polpa) ed un endocarpo formato da uno strato di cellule che delimita le logge contenenti i semi (vinaccioli). La pianta della vite si adatta in genere ad ambienti con condizioni di clima e di terreno molto diversi tra loro, ma in genere, soprattutto per la produzione di uva da vino, esistono alcune limitazioni. Le zone di coltivazione devono trovarsi comprese quasi esclusivamente fra il 30° ed il 50° grado di latitudine nord e sud, e ad un'altitudine tra il livello del mare ed i 1000 metri circa. La temperatura non deve mai essere inferiore ai +15 gradi centigradi. I terreni possono essere di varia tessitura (da argillosa a sabbiosa. La vite si adatta anche a terreni di limitata fertilità e tollera contenuti medio elevati di calcare. L'esposizione migliore è a sud,preferibilmente in zone collinari. La pianta della vite ha un ciclo biologico (vita) della durata di circa 40 anni; per i primi tre anni la pianta non è produttiva, il periodo migliore per la produzione di uva da vino va dal quinto al venticinquesimo anno. Non è comunque raro trovare vigne molto vecchie che forniscono ancora un ottimo prodotto. I metodi di allevamento sono: a spalliera o a pergolato. 3 I VITIGNI Con il termine vitigno si indica una particolare varietà di vite. I vitigni si possono distinguere per differenti forme e colori dei chicchi, del grappolo e delle foglie, oltre che per differenti periodi di maturazione e soprattutto per le diverse caratteristiche organolettiche dei vini da essi ottenuti. Per identificare un dato vitigno è necessaria una accurata descrizione della forma delle foglie e dei frutti. L'ampelografia è la disciplina che studia, identifica e classifica le varietà dei vitigni attraverso schede che descrivono le caratteristiche dei vari organi della pianta nel corso delle diverse fasi di crescita. Tale studio sistematico ebbe inizio con l'agronomo latino Columella e si sviluppò con Pier dei Crescenzi nel XIII secolo e soprattutto con il Conte Odart che scrisse nel XIX secolo l'Ampelografia universale. Si stima che nel mondo esistano circa 5000 vitigni coltivati. I più famosi e diffusi (i cosiddetti "Vitigni internazionali") sono fra i rossi il Cabernet-Sauvignon, il Cabernet franc, il Merlot, il Pinot nero, lo Zinfandel e la Syrah; tra i bianchi il Sauvignon, lo Chardonnay, il Muscat ed il Riesling. Cabernet Sauvignon Chardonnay 4 Pinot nero Riesling In Italia i vitigni più diffusi sono: a) tra i rossi: il Nebbiolo, il Sangiovese, il Primitivo ed il Montepulciano; b) tra i bianchi: il Trebbiano, il Vermentino, la Vernaccia ed il Moscato. 5 Trebbiano Sangiovese 6 VITIGNI COLTIVATI IN SICILIA Catarratto bianco comune Cenni storici Vitigno storico della Sicilia dove si coltiva da tempi immemorabili. Largamente diffuso in tutta l'isola, la sua coltivazione è particolarmente concentrata nelle province di Trapani e di Palermo Caratteristiche del vitigno Pianta mediamente vigorosa, foglia da media a medio - grande, di forma da pentagonale a circolare, con 3-5 lobi; grappolo medio, conico o piramidale, più o meno allungato, compatto, generalmente alato, acini medi, sferoidali, buccia di colore verde-giallo. Maturazione media. Caratteristiche del vino Le uve del Catarratto entrano nella composizione di moltissimi vini bianchi siciliani. Il vino è di colore giallo paglierino tendente al dorato, profilo aromatico con lievi sentori fruttati e note floreali, al gusto si caratterizza per l'importante alcolicità e la buona struttura, sapore neutro, mediamente acido e tendenzialmente morbido. 7 Grillo Cenni storici Probabilmente importato dalla Puglia, si hanno notizie certe sulla sua coltivazione in Sicilia dalla fine del 1800. Il Grillo è principalmente diffuso nel territorio di Trapani dove costituisce il vitigno base per produrre i migliori vini DOC Marsala. E' presente anche nella provincia di Agrigento e limitatamente in provincia di Palermo e Siracusa. Caratteristiche del vitigno Pianta vigorosa, foglia da media a grande, pentalobata, di forma circolare o pentagonale; grappolo conico, generalmente alato, talvolta con acini radi, acini medio -grandi, sferoidali, buccia spessa, leggermente pruinosa di colore verde-giallo con sfumature rosa aranciate sulla parti esposte. Maturazione media. Caratteristiche del vino Concorre alla costituzione dei migliori vini DOC Marsala. Con le sue uve si producono ottimi vini bianchi pronti o adatti all'affinamento. Il suo vino ha colore giallo paglierino carico, buon corredo aromatico, con sentori erbacei, floreali e note agrumate, al sapore è sapido, dotato di buon acidità e di una equilibrata morbidezza. 8 Nero d’Avola Cenni storici L'origine è ancora incerta. E’ legato agli antichi vini che andavano con il nome di “Calabresi di Augusta” e “Vini di Vittoria”. Il re dei vitigni siciliani è coltivato con successo in tutti gli areali viticoli dell'isola, dove trova la sua massima espressione qualitativa. Caratteristiche del vitigno Pianta vigorosa, foglia medio grande, intera o trilobata, di forma cuneiforme pentagonale; grappolo da medio a grande, cilindrico o cilindro-conico, alato, mediamente compatto, buccia pruinosa di colore blu - nero. Maturazione media. Caratteristiche del vino I vini si distinguono in base alle zone di coltivazione della vite, sono ricchi di personalità, di colore rosso rubino carico, elevato corredo aromatico con note fruttate, floreali e speziate, ottima struttura gustativa, tannici, corposi, equilibrata acidità e morbidezza, armonici nel complesso. 9 Perricone Cenni storici Vitigno tipico della Sicilia occidentale dove si coltiva da tempo immemorabile. Coltivato in misura limitata nelle province di Palermo e di Trapani, è presente anche in provincia di Agrigento e di Messina. Caratteristiche del vitigno Pianta vigorosa, foglia media, da cuneiforme a pentagonale, trilobata o pentalobata; grappolo cilindrico o piramidale, semplice o alato, mediamente compatto, acini medi, sferoidali, buccia pruinosa, spessa e coriacea di colore blu scuro tendente al nero. Maturazione media. Caratteristiche del vino Vinificato in purezza dà un vino rosso rubino più o meno carico, odore vinoso, mediamente corposo, abbastanza tannico, armonico nel complesso, di pronto consumo. 10 Inzolia Cenni storici E’ uno dei vitigni che da più tempo dimora in Sicilia. Largamente diffuso in tutta l'isola, concorre alla costituzione di moltissimi vini bianchi. Localmente le uve vengono utilizzate anche per il consumo fresco. Caratteristiche del vitigno Pianta mediamente vigorosa, foglia medio - grande, pentalobata o eptalobata, pentagonale; grappolo medio - grande, piramidale o conico, alato, talvolta con acini radi, ellissoidali con ombelico evidente, buccia spessa di colore giallo dorato o ambrato, polpa croccante, dolce e semiaromatica. Maturazione media. Caratteristiche del vino Vinificata in purezza dà un vino fine di colore giallo paglierino con riflessi verdolini, profumi caratteristici del vitigno, al gusto ha sapore neutro, abbastanza sapido, buona dotazione alcolica, equilibrata acidità e morbidezza. 11 Grecanico dorato Cenni storici Non si conoscono le origini di questo vitigno coltivato in Sicilia da diversi secoli. L'area storica di diffusione ricade nelle province di Trapani e di Agrigento, ceppi sparsi si trovano in molti vigneti siciliani. Caratteristiche del vitigno Pianta vigorosa, foglia media, pentalobata; grappolo medio, conico o cilindro-conico, più o meno allungato, con una o due ali, talvolta con acini radi, acini medi da sferoidali a leggermente appiattiti, buccia poco pruinosa di colore giallo dorato. Maturazione media. Caratteristiche del vino Vino fine di colore giallo dorato, discretamente di odore e sapore neutro, fresco e armonico. alcolico, 12 LA VENDEMMIA La raccolta dell'uva è una delle operazioni maggiormente onerose nel bilancio viticolo. Nella vendemmia manuale un operatore può raccogliere mediamente 80-120 kg di uva all’ora a seconda del sistema di allevamento e delle condizioni operative. Il periodo di vendemmia varia tra luglio e ottobre e dipende da molti fattori. La vendemmia avviene generalmente nel periodo in cui le uve hanno raggiunto il grado di maturazione desiderato, cioè quando nell’acino il rapporto tra la percentuale di zuccheri e quella di acidi ha raggiunto il valore ottimale per il tipo di vino che si vuole produrre. In generale il tempo della vendemmia dipende dai seguenti aspetti: Condizioni climatiche: all'aumentare della latitudine le uve maturano più tardi. Zona di produzione: le uve delle vigne esposte a sud maturano prima di quelle esposte a nord; all'aumentare dell'altitudine le uve maturano prima. Tipo di uva: i vitigni a bacca bianca maturano in genere prima dei vitigni a bacca rossa. Tipo di vino che si vuole ottenere: determinato dalla maggiore o minore presenza di alcuni componenti, quali: zuccheri (un maggior tenore di zucchero aumenterà il grado alcolico del vino prodotto; inoltre un giusto tenore zuccherino è indispensabile per avviare la fermentazione alcolica); acidi (e sostanze acide sono necessarie sia per evitare la proliferazione di batteri sia per la successiva conservazione del vino); componenti aromatici (variano durante la maturazione dell'uva e contribuiscono a determinare le caratteristiche organolettiche del vino. 13 Esistono diverse pratiche di vendemmia: Una pratica utilizzata è quella delle cosiddette vendemmie scalari, che consiste nel raccogliere le uve di una stessa vigna in momenti successivi, a seconda del grado di maturazione dei singoli grappoli. Un'altra pratica utilizzata è quella della cosiddetta vendemmia tardiva, che consiste nel ritardare l'epoca della vendemmia al fine di aumentare il tenore zuccherino dell'uva; questo procedimento è utilizzato per la produzione dei vini passiti. A prescindere dal metodo utilizzato, durante la fase di raccolta delle uve occorre rispettare alcune regole: 1) evitare di raccogliere l'uva bagnata (da pioggia, rugiada o nebbia), in quanto l'acqua potrebbe influire sulla qualità del mosto; 2) evitare le ore più calde della giornata, per impedire l'inizio di fermentazioni indesiderate; 3) riporre i grappoli in contenitori non troppo capienti, per evitare lo schiacciamento degli stessi; 4) trasportare l’uva nei locali in cui sarà effettuata la vinificazione nel più breve tempo possibile, per evitare fermentazioni o macerazioni indesiderate. I metodi di raccolta delle uve sono due: manuale: viene utilizzata per la produzione di vini di elevata qualità e degli spumanti in quanto è necessario operare una scelta selettiva dei grappoli. 14 meccanico: esistono agevolatrici che velocizzano il lavoro manuale e delle vere e proprie macchine dette vendemmiatrici (per appezzamenti inferiori ai 50 ettari sono generalmente delle macchine trainate da un trattore, per vigneti di dimensioni maggiori sono macchine semoventi. Le vendemmiatrici meccaniche, sorte alla fine degli anni Sessanta, hanno avuto negli ultimi anni una forte evoluzione tecnologica. La Francia, con più di 17.000 mezzi, raccoglie il 75% delle sue uve con la raccolta meccanizzata. Percentuali ancora maggiori sono nei paesi del nuovo mondo, come Australia ed Argentina. In Italia le macchine vendemmiatrici sono circa 1.700 con un utilizzo sul 5-10% del suolo nazionale. Tecnicamente la vendemmia meccanica può essere realizzata con due sistemi principali: scuotimento orizzontale e scuotimento verticale Le vendemmiatrici a scuotimento verticale sono poco utilizzate in quanto operano su vigneti a doppia spalliera con un organo di lavoro a forma di stella che colpisce il cordone dal basso verso l’altro (verticalmente) provocando il distacco degli acini dai raspi. Le vendemmiatrici a scuotimento orizzontale sono particolarmente efficienti su forme di allevamento a parete verticale. Sono macchine trainate o semoventi, dotate di sistema di autolivellamento idraulico per permettere la giusta operazione dei sistemi di lavoro. 15 LA PIGIATURA Vendemmiata l'uva ed effettuato il controllo di quello che potremmo chiamare il suo stato di salute allo scopo di predisporre gli eventuali interventi, si passa alla pigiatura. Una volta l'uva era pigiata con i piedi e ciò, anche se poco igienico, poteva avere un buon risultato. Si trattava infatti di una pigiatura morbida che non spremeva il raspo in cui sono contenute sostanze che danno al vino un sapore duro. La pigiatura può essere lenta o veloce, energica o leggera, ed in base a ciò conferirà al vino differenti caratteristiche. Gli acini, quando sono perfettamente maturi, vengono separati dai graspi e schiacciati in apposite macchine dette pigiatrici. Per le uve destinate alla vinificazione in bianco si utilizzano torchi. Dagli acini dell'uva schiacciati scaturisce il succo detto mosto (che ha una resa di circa un quintale per 125 kg di uva); esso viene messo a fermentare in tini accuratamente puliti e, se necessario, ne viene corretta la composizione chimica (zucchero, acidità, colore ed estratti) per ottenere un risultato migliore. Il mosto è il risultato della pigiatura o spremitura dell’ uva. Il mosto potrà acquisire le caratteristiche e le proprietà organolettiche del vino solo al termine della fermentazione che si ottiene grazie ai lieviti di origine naturale o selezionata. La fermentazione del mosto dura circa dieci giorni. Dopo la fermentazione si travasa il vino in fusti e nei tini rimangono residui solidi (vinacce). 16 Se un tempo la fase immediatamente successiva alla vendemmia veniva denominata pigiatura, dall’ atto di pigiare l’ uva con i piedi, oggi sembra più consono parlare di ammostatura, operazione effettuata a mezzo di macchine tecnologicamente avanzate ed in grado di sostituire il lavoro dell’ uomo. L'impiego dell'anidride solforosa è pratica enologica assai diffusa. L'aggiunta di anidride solforosa al mosto: consente di bloccare l'attività dei lieviti presenti naturalmente, eliminando quindi la flora indesiderabile ai fini di una corretta fermentazione; elimina, con una azione selettiva, i lieviti "selvaggi", favorendo il prevalere di quelli maggiormente idonei a una fermentazione equilibrata; favorisce una prima deiezione provocando la precipitazione delle sostanze che altrimenti altererebbero il mosto; esercita un'azione solubilizzante delle sostanze coloranti localizzate nella buccia degli acini e svolge un ruolo protettivo come antiossidante nei confronti del mosto. 17 L’IMBOTTIGLIAMENTO E L’ETICHETTATURA Dopo la maturazione il vino è pronto per l'ultima parte del suo viaggio che, dalla botte, passando per la bottiglia, lo porterà ad essere versato nei calici. L'imbottigliamento del vino costituisce una fase estremamente delicata e critica poiché, dopo avere chiuso la bottiglia con il tappo, non sarà più possibile intervenire sulla qualità e sulla stabilità del vino. Durante la maturazione del vino nella botte, qualora si presentassero dei difetti o dei problemi, è possibile intervenire con le opportune correzioni; ciò evidentemente non è possibile quando il vino è stato imbottigliato e, come accade nella produzione industriale, ha lasciato la cantina verso la via della commercializzazione. Se è vero che non si può intervenire sul vino dopo che la bottiglia è stata chiusa, è possibile fare in modo che il vino sia imbottigliato nella sua migliore condizione possibile. Per questo motivo è assolutamente importante controllare la stabilità e la salute del vino prima di procedere con l'imbottigliamento. Nella produzione industriale, prima di procedere con l'imbottigliamento del vino, si eseguono diversi esami chimici allo scopo di controllare l'acidità totale e volatile, l'anidride solforosa libera e totale, la quantità di ferro, rame, proteine, batteri e lieviti. Tutti questi fattori sono infatti importanti per la conservazione e la stabilità biologica del vino. Alcune regole per l’imbottigliamento: 1. Assicurarsi che le bottiglie siano ben lavate, sterilizzate e asciugate in modo perfetto. Perchè basterebbe che vi rimanesse anche una lieve traccia di umidità e si formerebbe muffa nel vino. Le bottiglie non devono essere né troppo fredde né troppo calde per evitare bruschi sbalzi di temperatura al vino. 18 2. I tappi devono essere perfettamente integri. Se hanno striature visibili, è facile si devono scartare. Non bisogna ungere mai i tappi con olio normale che potrebbe facilmente provocare un gusto di rancido. 3. E’ consigliato imbottigliare nelle giornate serene e asciutte. Il vento può portare nel vino odori sgradevoli. L’umidità passa nel vino rovinandolo. Terminata la fase di imbottigliamento e di tappatura, le bottiglie devono essere adeguatamente conservate: si sceglierà un locale poco luminoso (meglio ancora buio), sufficientemente aerato in modo da prevenire la formazione di muffe, con una temperatura di circa 15° C, (possibilmente costante per tutto l'anno), un'umidità compresa fra il 60-70%. Le bottiglie destinate a un consumo immediato – entro alcuni mesi dopo l'imbottigliamento – possono essere conservate anche in posizione verticale, mentre per i vini destinati a lunghi periodi di affinamento, è indispensabile che la bottiglia sia conservata in posizione orizzontale. Il contatto con il vino assicura infatti una migliore elasticità del sughero evitando pericolosi restringimenti che favorirebbero l'ingresso di ossigeno nella bottiglia. L’etichetta di identificazione riportata su una bottiglia o altra confezione di vino regolarmente in commercio costituisce una sorta di carta d'identità del vino in quanto contiene tutti gli elementi necessari per identificare il prodotto. L’etichetta di un vino, secondo quanto previsto dalla legge, riporta: • indicazioni obbligatorie che danno informazioni di base per il riconoscimento del prodotto; • indicazioni facoltative “regolamentate” che danno informazioni complementari alle precedenti; 19 • indicazioni facoltative "libere" che illustrano in modo più dettagliato il prodotto. Per i vini da tavola devono obbligatoriamente essere riportati sull’etichetta; la denominazione "vino da tavola"; il nome dello stato comunitario in cui il vino è stato prodotto; i nomi degli stati per i vini prodotti con tagli provenienti da diversi paesi; la menzione "vino ottenuto in (nome dello stato) da uve provenienti da (nome dello stato)"; il titolo alcolometrico effettivo con tolleranza dello 0,5%; il volume nominale indicato in litri, centilitri o millilitri; il nome e la ragione sociale del produttore; il numero del lotto. Sempre per i vini da tavola, le indicazioni facoltative "regolamentate" sono: marchio; tipo di prodotto, in relazione al tenore zuccherino; colore base (ammessi solo bianco, rosso e rosato); termine riferito all'attività agricola dell'imbottigliatore (podere, cascina, viticoltore). 20 USI MEDICINALI Il decotto di foglie giovani, raccolte da maggio ad agosto, ed essiccate al sole, ha proprietà astringenti per la presenza di tannino. Le foglie fresche per uso esterno sono curative delle malattie cutanee. Il decotto di foglie per uso esterno serve per irrigazioni, impacchi e lavaggi. I frutti raccolti quasi a maturazione hanno proprietà rinfrescante, disintossicante, diuretica, depurativa del sangue, idratante, vitaminica, energetica, contro l'acidosi, stimolante la digestione, lassativa e antireumatica. Il succo degli acini d'uva filtrato serve per uso esterno per curare pelli grinzose e come maschera di bellezza. Il decotto di uva passa secca (uva sultanina, zibibbo, malaga, uva di Corinto) ha proprietà emollienti ed espettoranti. Il vino d'uva, bevuto con moderazione ai pasti, ha un'azione diuretica, tonica, digestiva, antianemica. L'uva ben matura, consumata come frutta da mensa, viene utilizzata per la cura dell'uva o ampeloterapia, nelle persone deperite colpite da varie malattie. Recente è l'isolamento di un fenolo composito derivato dalle bucce e dai semi dell’uva, il Resveratrolo che sembra avere in natura proprietà protettive ed antimicotiche (antimuffa) nell'acino. Per la salute umana il Resveratrolo ha presentato spiccate proprietà antinfiammatorie ed antinvecchiamento; risulta inoltre essere un potente antiossidante, agisce come fluidificante del sangue ed aiuta a prevenire i trombi e, unica sostanza nota, a rimuovere attivamente le placche occludenti i vasi. 21 Questo lavoro è stato realizzato dagli alunni delle classi seconde della scuola secondaria di I grado nell’ambito del Progetto PON F-1-FSE-2009-1757 Segni, immagini, territorio Alunni partecipanti: Crifasi Claudia Crifasi Maria Teresa Damiani Daniel Ferrara Emanuele Ferrara Melania Fratello Amalia Geloso Nunzia Giostra Rossella Labbruzzo Gaetano Morello Alessandra Orobello Daniele Pullarà Giuseppe Quiescente Giuseppe Giosuè Santoro Simone Sardisco Vincenzo Esperto esterno: Dott. Giovanni Scalia Docenti con funzione di tutor: Prof.ssa Lina Gelo Prof.ssa Concetta Mangiapane 22