L`infanzia di Gesù, mistero adorabile della nostra fede
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L`infanzia di Gesù, mistero adorabile della nostra fede
Dorsoduro 1690/A - VE Novembre-Dicembre 2012 - anno 13° - n. 93 Editore: Istituto Suore Figlie di S. Giuseppe del Caburlotto, Venezia - Dir. resp. sr. Vilma Piovesana - iscr. al n. 1434 del Reg. stampa del Trib. di VE del 24.9.2002 - Stampa: TIPSE Vittorio Veneto Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB TV L’infanzia di Gesù, mistero adorabile della nostra fede È bello vivere il Natale dando alimento alla nostra fede anche con il prezioso aiuto del nostro santo Padre, il Papa, che ci ha fatto dono di leggere e interpretare per noi i Vangeli dell’Infanzia di Gesù. “Finalmente - egli ci dice - posso consegnare nelle mani del lettore il piccolo libro da lungo tempo promesso sui racconti dell’infanzia di Gesù. Una specie di piccola sala d’ingresso ai due precedenti volumi sulla figura e sul messaggio di Gesù di Nazaret. Qui ho cercato di interpretare, in dialogo con esegeti del passato e del presente, ciò che Matteo e Luca raccontano, all’inizio dei loro Vangeli, sull’infanzia di Gesù. … Mi sono dato premura di entrare in dialogo con i testi. Con ciò sono ben consapevole che questo colloquio nell’intreccio tra passato, presente e futuro non potrà mai essere compiuto e che ogni interpretazione resta indietro rispetto alla grandezza del testo biblico”. Occorre leggere con calma e gustare questo libro che ci farà dono di comprendere qualcosa in più e meglio di quanto forse diamo per conosciuto. In quest’anno della fede raccogliamo per gli auguri che siamo soliti scambiare, una parola illuminante proprio dal libro del Papa. Maria pose il bimbo neonato in una mangiatoria. Da ciò è dedotto con ragione che Gesù è nato in una stalla, in un am- biente poco accogliente, si sarebbe tentati di dire: indegno che comunque offriva la necessaria riservatezza per l’evento santo. Maria avvolse il bimbo in fasce. Senza alcun sentimentalismo, possiamo immaginare con quale amore Maria sarà andata (segue apagina2) Buon Natale a ciascuno A tutti a voi amici, conoscenti, benefattori un saluto e un augurio di Santo Natale accompagnato sempre da un’intensa e riconoscente preghiera che si fa adorazione del Verbo Divino che viene in mezzo a noi per portarci l’amore, la pace, la tenerezza di Dio Padre. La sua venuta è sempre un mistero intenso di bontà, di dono, di presenza rassicurante per questa nostra umanità ferita e sconvolta dal peccato, dalle ingiustizie, dalle guerre e violenze continue, da egoismi ed indifferenze. Egli, il Verbo fatto Uomo, anche oggi bussa alla porta del nostro cuore per abitare in noi, per illuminare e trasformare la nostra vita. Amici cari che questo Natale sia per tutti noi una trasformazione delle nostre debolezze in grazia, dei nostri desideri in realtà di servizio e carità, delle nostre idee in convinzioni che solo in Gesù Cristo fatto Carne per noi, si attinge forza, coraggio, fiducia per diventare testimoni di una fede viva che non si lascia abbagliare da tanti luccichii del mondo, ma si lascia illuminare e riscaldare dalla sola, unica vera Luce: il Verbo di Dio. Con gli angeli, con Maria e Giuseppe e con tutta l’umanità continuiamo ad invocare con fiducia, pace e conforto per il mondo intero, per la Chiesa, per le nostre famiglie, per chi vive nella solitudine e nella sofferenza, per chi è avvolto nelle tenebre e nel dubbio. Tutti trovino in Gesù, Salvatore del mondo, la certezza di essere amati. Madre Idangela Del Ben Sup. Gen 2 In Dialogo Novembre-Dicembre 2012 Lentiai OTTOBRE: TEMPO DI MELE Domenica 14 ottobre anche il Nido Germoglio e la Scuola dell’Infanzia Nazareth di Lentiai hanno partecipato a quello che è considerato un evento clou del panorama fieristico bellunese: Mele a Mel. In piazza Papa Luciani venne allestito un gazebo per la nostra Scuola, con ricchezza di proposte di attività per i più piccoli: dai travasi, ai colori a cera, diversi mezzi per pitturare purché si ri- manesse in tema: una grande mela! La fantastica “pasta matta” ha entusiasmato mamme e bambini. L’obiettivo era di far conoscere come una comunità può e deve educare fin dalla prima infanzia. Era anche l’occasione per far conoscere le nostre strutture mostrando qualche esempio delle tante e divertenti attività che si fanno e che si possono fare in ambienti così ricchi di stimoli per i più piccoli. Dato il grande afflusso si può proprio dire che l’obiettivo è stato raggiunto! Infatti sono stati molti i bimbi che si sono fermati a “lavorare” un po’ con noi. Le mamme dei bambini della Scuola dell’Infanzia si sono attivate con generosità encomiabile non solo per dare una mano nell’organizzazione, ma hanno anche allestito un ricco pozzo di San Patrizio al fine di raccogliere fondi per la struttura. L’infa di Gesù (segue da p. 1) incontro alla sua ora, avrà preparato la nascita del suo Figlio. La tradizione delle icone, in base alla teologia dei Padri, ha interpretato mangiatoia e fasce anche teologicamente. Il bimbo strettamente avvolto nelle fasce appare come un rimando anticipatamente all’ora della sua morte: Egli è fin dall’inizio l’Immacolato… Così la mangiatoia veniva raffigurata come una sorta di altare. Agostino ha interpretato il significato della mangiatoia… è il luogo in cui gli animali trovano il loro nutrimento: ora però giace nella mangiatoia Colui che ha indicato se stesso come il vero pane disceso dal cielo, come il vero nutrimento di cui l’uomo ha bisogno per il suo essere persona umana. E’ il nutrimento che dona all’uomo la vita vera, quella eterna. In questo modo, la mangiatoia diventa un rimando alla mensa di Dio a cui l’uomo è invitato, per ricevere il pane di Dio. Nella povertà della nascita di Gesù si delinea la grande realtà, in cui si attua in modo misterioso la redenzione degli uomini. La nostra comunità educante, educatrici, maestre, genitori si è trovata unita, insieme a sr Caterina, in questa iniziativa valida e stimolante non solo per noi, per le famiglie, ma anche per l’intero rritorio. territorio. Una maestra Un maest Sono tornati alla Casa del Padre sr M Maria ariaa d das as D Dores orres ((Brasile) Braassili e) Br Fratello dii sr A Tintinaglia ateello od Ada daa T intti in tina ina n gglliaa Fratello dii srr C Clara Paludetti atel ello lo od laraa P lara la alud al ud deettti t Fratello Zelia Gusso attello lo d dii srr Z ellia G ussso so Amici in ci elo suor Maria das Dores Membro di una famiglia numerosa animata da profondi principi cristiani e dedita “religiosamente” al lavoro della terra, dedicò la sua adolescenza e giovinezza alla cura della casa, insieme alla madre. In questo ambiente e date le sue doti di creatività, imparò, come autodidatta, l’arte della sarta, della lavandaia, della guardarobiera, della cuciniera, della dispensiera e molte altre attività prettamente femminili come il ricamo, il lavoro all’uncinetto, il lavoro a maglia, il chiacchierino che sono rimaste il suo “hobby” anche nell’età avanzata, quando le forze fisiche si erano indebolite. Essendo un braccio forte in famiglia, anche nell’educazione dei fratelli, tutti minori di lei, fu molto contrastato e difficile il distacco, quando la voce del Signore la invitò a seguirlo nella vita religiosa. Entrò in Noviziato già matura di anni e portò nella nuova Famiglia delle Figlie di San Giuseppe, la sua esperienza umana e cristiana e qui l’arricchì della spiritualità e del carisma, eredità del Venerabile Padre Fondatore. Si impegnò nella pratica delle virtù caratteristiche, come la dolcezza, la pazienza. Le erano riconosciute da tutti, dentro e fuori della comunità religiosa, la pietà, la laboriosità, lo spirito di servizio, la dedizione alle persone sofferenti nel corpo e nello spirito, pronta com’era all’ascolto, al saggio consiglio, alla comprensione e alla compassione. Così il Padre celeste l’ha preparata, impercettibilmente e misericordiosamente alla prova dell’ultima malattia, durissima e purificatrice. Conoscere don Luigi Caburlotto da vicino Cura della Pia Opera di S. Dorotea nella sua parrocchia La messe è abbondante, gli operai pochi, perciò pregate il Padre di inviare operai! Il monito di Gesù continua a sollecitare la nostra preghiera oggi, con una dolorosa consapevolezza della sua verità. Quando don Luigi esordiva come parroco, la Chiesa italiana e veneziana contava un clero numeroso e sostanzialmente sano, eppure egli riteneva che non fosse sufficiente, vedeva l’urgenza di sollecitare molti operai e operaie per la vigna del Signore. Egli accolse di buon cuore l’iniziativa del sacerdote bergamasco don Luca Passi che percorreva le città d’Italia impiantando una interessante e benefica associazione di mutuo aiuto spirituale di ragazze nei confronti di bambine e adolescenti. La chiamò Pia Opera di S. Dorotea. L’affidava ai parroci e più tardi all’Istituto Religioso delle Suore Dorotee da lui stesso fondato. A Venezia egli si incontrò con don Luigi che lo stimò, lo pregò di tenere missioni popolari nella sua parrocchia, accolse ogni domenica due suore per l’animazione del gruppo di ragazze di quell’Associazione. La stessa Madre Joseffa Vendramin, la pietra miliare dell’Istituto delle Figlie di S. Giuseppe che don Luigi fondò pochi mesi dopo la sua nomina a parroco (30 aprile 1850) aveva aderito alla Pia Opera di S. Dorotea. Il più prezioso documento della cura dedicata dal parroco Caburlotto a giovani e fanciulle, è un quaderno dei Verbali dei raduni mensili delle giovani, conservato nell’archivio parrocchiale di S. Giacomo dall’Orio che copre l’arco di tempo 1850-1866. Estraiamo dallo stesso alcune significative attenzioni di don Luigi che presiede regolarmente l’incontro per sostenere, esortare, incoraggiare le sue giovani parrocchiane e per aiutarle a dare alla loro opera educativa motivazioni e metodo evangelici. Mie buone giovani, vi domandate tante volte se valga la pena consumare energie e generose cure per le bambine dal momento che non vedete i frutti di tanto impegno: non cercate risultati visibili, immediati, lavorate con cuore e mente liberi. Il seme sparso presto o tardi porterà il suo frutto. Preoccupatevi solo della semina. (2 febb. 1851). Mentre vi preoccupate delle bambine, non perdete di vista la cura della vostra vita spirituale, della preghiera, della vita di (18ª puntata arb) grazia che viene alimentata dai sacramenti e anche dalla vigilanza e dalla mortificazione. I santi in questo ci sono maestri e validi esempi. (17 ago. 1851). Un segreto semplice di vita santa è questo: rimanere semplicemente alla presenza di Dio. Vi può essere conforto maggiore? Qualunque prova, sofferenza, fatica è illuminata dalla sua amabile vicinanza. Questo è vivere già qui in terra l’occupazione dei santi in paradiso. (12 ott. 1851). È bello è importante il compito che vi siete assunte nei confronti delle bambine. Ogni cristiano è tenuto a far del bene al prossimo, voi avete la strada facilitata attraverso gli insegnamenti della vostra Associazione. Badate bene però che giova poco quello che insegnerete alle bambine se non lo vivrete per prime. Fate come Gesù: prima ha fatto e poi ha insegnato. (14 ott. 1852). Alle bambine cercate di trasmettere una idea bella di Dio, mostrate loro la sua infinita paterna bontà, la sua continua presenza quale conforto e incoraggiamento. Insegnate loro a pregare, non preghiere lunghe, che le stanchino, ma semplici brevi invocazioni. (11 ott. 1857). Con le bambine bisogna usare molta dolcezza, discrezione e perseveranza. Guardate Gesù: egli chiamava vicino i bambini e li accarezzava, siate discrete chiedendo quello che sono in grado di fare secondo l’età e il temperamento, senza stancarvi mai, anche se vi pare di non vedere alcun risultato. (21 marzo 1858). Carissime, oggi 25 marzo 1860, abbiamo la grazia della presenza del venerato fondatore della vostra Associazione, don Luca Passi che sta predicando in parrocchia la quaresima, mi pare importante che possiate conoscerlo e ascoltarlo direttamente. Difatti l’anziano venerabile sacerdote parlò alle giovani con grande trasporto spirituale. Lo so che vi ferisce sentire critiche e qualche malignità per l’opera educativa che state svolgendo tra le bambine, non lasciatevi impressionare piuttosto siate sempre più impegnate e serene… finiranno per tacere. (28 magg. 1860). Vi raccomando tenete il cuore libero, le intenzioni pulite, semplici, non cercate ambizione, risultati. Vi stia a cuore solo la gloria di Dio e il bene delle bambine. Pregate anche per don Luca Passi che, come sapete, da pochi giorni è morto. Ora vi aiuterà anche di più, ricordate quanto amore aveva per l’opera che state compiendo e pregatelo di tenere vivo in voi lo stesso amore. (aprile 1866). 4 In Dialogo Novembre-Dicembre re 2012 BEATIFICAZIONE A VENEZIA Toccherà a don Luca Passi precedere don Luigi Caburlotto a Venezia nella beatificazione, è certo ormai, visto che lo stesso papa Benedetto XVI ne ha firmato il decreto. E’ bello per noi sapere che fu conosciuto e stimato dal nostro Venerabile don Luigi. Del resto don Luca morì trent’anni prima di don Luigi, e il miracolo che gli viene attribuito avvenne oltre trent’anni prima di quello che noi attendiamo venga riconosciuto per l’intercessione di don Luigi. Intanto parteciperemo con gioia a questa beatificazione, mentre ci prepariamo a celebrarne un’altra. Don Luca Passi (1789-1866), conte bergamasco, insieme al fratello don Marco si fece sacerdote. Si dedicò alla predicazione delle missioni al popolo ed alla diffusione della Pia Opera di Santa Dorotea, quale metodo di educazione cristiana della gioventù che sperimentò a Calcinate (BG) fin dal 1815 e che poi diffuse ovunque. Figura di rilievo del cattolicesimo del 1800, don Luca intrattenne relazioni significative e collaborò con molti fondatori e fondatrici del tempo, creando una rete di legami e una corrente di santità che contribuirono in forma peculiare alla rinascita cristiana, al rinnovamento morale e all’educazione religiosa nel periodo in cui Egli visse e operò. Nel 1838, fondò a Venezia, l’Istituto delle suore Maestre di Santa Dorotea, proprio a Venezia morì. Il Papa Benedetto XVI, il 28 giugno 2012, ha emanato il decreto con il quale riconosce che la guarigione da tumore maligno di suor Bruna Maria Ghidelli, avvenuta nel 1970, presenta caratteristiche scientificamente inspiegabili ed è da attribuire alla intercessione di don Luca Passi che sarà presto beatificato. luigi n o d o t n o c c a r i T C C’era ’eera uuna na vvol volta olta ol ta uunn ba bamb bambino mbin mb inoo ch in chee si ch hia iamaava Lui L igi gi: era l’ ll’ultimo ulti ul timo di se ti ei fr ffratelattel-chiamava Luigi: sei li i; unn rragazzo agaz ag azzo az zo m olto ol to bbuo uono uo no e ttranquillo, ranq ra nqui uill llo, o, li; molto buono col suo sorriso se empree stampato sul vis i o. sempre viso. Quando Luigi aveva sei anni, erano pochissimi i bambini che andavano a scuola, perché la gente povera a Venezia era veramente molta. Il papà di Luigi faceva il gondoliere, mentre la mamma faceva la cuoca presso una ffamiglia i ricca che abitava vicino. A Venezia, due fratelli sacerdoti di nome Cavanis, avevano aperto da qualche anno una scuola per bambini poveri, ma solo per il maschi. Così i genitori del giovane Luigi decisero di mandarlo in quella scuola assieme ai suoi fratelli maschi. Erano passati cinque anni da quando Luigi aveva iniziato a frequentare quella scuola, quando cominciò a chiedersi cosa avrebbe potuto fare da grande. Gli sarebbe piaciuto dedicarsi ai bambini poveri per aiutarli ed educarli come qualcuno aveva fatto con lui. Accade un giorno, mentre stava leggendo la vita di Giuseppe Calasanzio, di sentire maggiormente questo desiderio e capì che Dio desiderava una cosa sola da lui: che diventasse sacerdote. Aveva 18 anni quando decise di confidarsi con la sua mamma, la quale gli disse di sceg sc egli eg lier li eree li libe bera be r me ment ntee la ppro nt ropr ro pria pr ia sstrada trad tr adaa e scegliere liberamente propria che la cosaa più import tan ante era che he ddivenivenimportante tass ta ssee un unaa pe ppersona rsona buona e onesta. tasse Nel 1849 Don Luigi diventò parroco a S. Giacomo dall’Orio a Venezia, nominato dal patriarca Jacopo Monico, dopo aver aiutato per sei anni il vecchio parroco Vincenzo Gallo. Don Luigi Lui i desiderava da tempo aprire una scuola anche per le bambine, quindi, con l’aiuto di tre ragazze catechiste, nel 1850 aprì una casa-scuola dove le bambine avrebbero imparato a leggere e a scrivere, a ricamare e a tenere in ordine la casa. Poco dopo questo gruppetto di persone divenne una famiglia religiosa: le prime Suore Figlie di San Giuseppe. Nel 1859, con l’aiuto di tante brave persone, le suore Figlie di San Giuseppe arrivarono anche a Ceneda. Don Luigi però, non dimenticò i ragazzi-lavoratori per i quali trovò il modo di allestire un oratorio serale dove centinaia di ragazzi, dopo le 19 di sera, ebbero la possibilità di istruirsi e di imparare un mestiere. Don Luigi Caburlotto ci ha lasciato molti insegnamenti: • che le persone vengono sempre prima delle cose, • che il nostro animo deve essere sempre pronto a capire la difficoltà degli altri, ad aiutare chi ha bisogno, sia con una buona parola che con un sorriso o un abbraccio di conforto. William Conte Sc. Prim. S. Giovanna d’Arco Vitt. Ven. - cl. 5^ Racconti, presentati dalla maestra Laura Artico I disegni ad acquarello sono opera di allievi della 5ª cl. Primaria di Vittorio Veneto, 2011 MARIA GRAZIA STA BENE E chi lo metterebbe in dubbio vedendola a passeggio su un’imbarcazione lungo i canali di Venezia, la città che le è tanto cara e che non avrebbe mai immaginato di poter rivedere? Dopo tredici anni di malattia e sette di carrozzella, sembra proprio che il risultato abbia dello straordinario, anche perché non l’hanno guarita medicine e cure, ma una voce, quella di don Luigi, che ha visto e sentito non sa bene se in sogno o da sveglia: “Cammina!” Dovrà pazientare ancora un poco, insieme a noi… ma don Luca Passi forse ha atteso di più! Perciò aspettiamo con fiduciosa speranza! Novembre-Dicembre 2012 In Dialogo 5 AVVENTO MISSIONARIO 2012 E’ già tempo che nei Paesi Occidentali, dove il benessere trova ancora spazio, si moltiplichi la luce: per le strade, nelle piazze, nelle vetrine dei negozi, nelle case… Anche chi non crede, parla di NATALE! Natale, allora, sinonimo di LUCE! Andiamo nei Paesi dove la luce elettrica non è ancora arrivata, dove le capanne o baracche si rischiarano al lume di candela o con la lampada a petrolio; lì come si può parlare di NATALE?! Eppure si può, l’ho sperimentato: c’è un’altra LUCE! una LUCE che non illumina gli occhi, ma riscalda il cuore. Era un sabato mattina e Mama Nicholas, vedova, ha dato alla luce il suo settimo figlio! La sua baracca, di due metri quadrati, ospitava lei e i suoi quattro figli più piccoli. Lì dentro non c’era nulla di accogliente, nulla di quello che si trova in una casa normale: niente acqua, niente luce…solo una miserabile branda e un cumolo di indumenti laceri. Ma lì dentro, in quella desolazione, si è accesa una luce: è nato Jaffet, è nato sulla nuda terra, davanti agli occhi sbarrati di quattro fratellini, testimoni di un “MIRACOLO” più grande di loro. Ad assistere quella mamma non c’era nessuno all’infuori di quegli “angioletti spauriti” che sicuramente non potevano cantare: GLORIA IN EXCELSIS DEO…, ma come succede comunemente in Africa, anche il sesto o settimo figlio è un DONO e la gioia di una vita nuova filtra e dirada le tenebre della povertà perché un figlio è una BENEDIZIONE e tutto si concentra nel DONO! Quella nascita aveva proprio qualche somiglianza con la Grotta di Betlemme: entrambi i nati erano poveri, entrambi senza culla e senza un po’ di tepore… ma entrambi portatori di una LUCE che scaturisce da un NUOVO GERMOGLIO, sempre segno di un ATTO d’AMORE! E anche in quel tugurio, come nella Grotta di Betlemme, aleggiava stupore misto a mistero! E’ il mistero della vita che inizia pur nell’assoluta povertà. Un altro Gesù Bambino era nato, e, anche se non c’erano gli “angeli”, non sono mancati i “pastori”: i vicini di baracca, le sisters… ognuno ha portato quello che aveva: un po’ di latte, una pacco di zucchero e farina, qualche indumento e tanta solidarietà. Quel bambino era un dono per tutti, era di tutti! E nello spirito africano riecheggiava il dono più grande: una benedizione: “God bless You!” = Dio ti benedica! Se accogliamo ogni vita con questo spirito, possiamo dire che Gesù Bambino continua a nascere anche nel 2012 in tutti i punti della terra, dove un vagito richiama l’attenzione, come per garantire che, finché nasce un bambino sulla terra, Dio non si è stancato degli uomini. sr Virginiana PROPOSTA D’AVVENTO (per i bambini del catechismo o della Scuola Primaria) “ACCENDI UNA LUCE” Tanti sono ancora i bambini che nascono sulla nuda terra o non sono desiderati. Un atto di solidarietà potrebbe rendere più “luminosa” la loro nascita. ACCENDIAMO INSIEME UNA LUCE! Come? ★ Se a casa hai un fratellino più piccolo, aiuta in qualche momento la mamma ad accudirlo. ★ Se sei in vaporetto o in autobus e vedi una donna in attesa di un bimbo, cedile il posto o aiutala a portare la borsa. ★ Se vedi una donna con il “pancione” dille una preghiera perché possa accogliere la vita con gioia. ★ Apprezza la vita che il Signore ti ha donato e ringrazia anche i tuoi genitori che ti hanno accolto. ★ Non pensare solo a te perché sei figlio unico: quello che i tuoi genitori spendono per te forse potrebbe bastare per tre bambini in Terra di Missione…. ★ Pensa che quello che tu butti via (cibo – giochi – indumenti) sarebbe una ricchezza per tanti bambini che cercano nelle spazzature qualche cosa da mangiare… ★ Prega ogni giorno perché il cuore di ogni persona sulla terra faccia spazio a Gesù e ad ogni bambino che attende di venire alla LUCE. ★ In questo periodo d’Avvento vuoi accendere una STELLA perché anche il NATALE di chi vive “senza luce” sia più LUMINOSO? ★ SE RIUSCIRAI AD “ACCENDERE UNA STELLA” ANCHE CON UN GESTO DI SOLIDARIETA’ (rinunciando a qualche cosa di superfluo: un dolcetto – un pacchetto di figurine – un giocattolo) POTRAI CONSEGNARE L’EQUIVALENTE IN PARROCCHIA O ALLA TUA CATECHISTA O MAESTRA CHE LO INVIERÀ AL CENTRO MISSIONARIO DELLA DIOCESI, OPPURE AL n. DI C/C 18437301 – Missione Kenya e l’offerta andrà proprio nella Missione di Olepolos dove è nato Jaffet. VISUALIZZA IL TUO IMPEGNO CON UN DISEGNO: Disegna un grande cielo stellato assieme ai tuoi compagni di catechismo o di classe e ogni volta che vi riesce di fare quanto vi è stato proposto per rendere più “luminoso il Natale”, colorate una stella. Potrete mettere il disegno come sfondo al presepe che costruirete assieme alla vostra catechista – maestra e ai vostri “amici invisibili” e con loro cantare ancora a Gesù: “Tu scendi dalle stelle…..”. 6 In Dialogo Novembre-Dicembre 2012 Kenya DAL SEME GETTATO... In epoca di deserto vocazionale per la vita religiosa femminile in Italia, vi piacerà forse sapere come vanno le cose ad esempio in Africa. Eccovi qualche informazione. L’AOSK, Associazione delle Suore Cattoliche in Africa ha 50 anni di vita. Le prime Suore in Kenya, provenienti dall’Europa, venivano chiamate “Sisters Bianche”. Erano Comboniane, della Consolata, Elisabettine… nessuna indigena, ma ora il numero delle Congregazioni, locali e non, è salito a più di 150! Sabato 13 ottobre, nel grande Parco dell’Università Cattolica dell’Est Africa, quando si è festeggiato l’evento, i volti bianchi erano quasi un’eccezione! Segno che il seme gettato in questi 50 anni ha portato frutto. Quasi tutte le Congregazioni di origine italiana o europea, sono cresciute di numero e ora espandono l’evangelizzazione con le Sisters locali in un raggio territoriale molto più vasto. In questa giornata commemorativa quell’immenso spazio dai mille colori con gli stendardi che sventolavano era il segno dei tanti Carismi di cui è arricchita la Chiesa africana con la presenza missionaria, è il segno che il “seme gettato” sprigiona vitalità e speranza. Un “Popolo colorato” quello africano, che costituisce l’unica Famiglia dei battezzati per il Regno. Sì, i colori erano diversi, come diversi sono i DONI, ma nel cuore di ciascuna ardeva il medesimo “FUOCO”: Evangelizzare, far conoscere Gesù, essere nel mondo africano un segno della presenza di Gesù misericordioso, fratello di tutti, soprattutto dei piccoli, dei poveri, dei deboli… Lì si respirava il soffio dello Spirito Santo che, attraverso molteplici Carismi, rende presente l’universalità ecclesiale. La celebrazione eucaristica fu presieduta dal Vice Presidente della Conferenza Episcopale del Kenya, da altri due Vescovi e da una trentina di Sacerdoti. Le Suore non si potevano contare! Sembrava che tutto il Kenya fosse presente nella persona di queste “messaggere della carità evangelizzatrice”. I segni di comunione e di fraternità hanno costituito un “ARCOBALENO” che esprimeva la gioia della Con- sacrazione per il Regno con canti e danze, l’ecclesialità con i vari Carismi, la fede nell’unico Padre di tutti i popoli, intorno all’Eucaristia. La rinnovazione dei Voti di 15 Suore nel loro cinquantesimo anniversario di consacrazione ha confermato la fedeltà di Dio nel coinvolgere le creature nel suo Progetto di salvezza. Significativo il gesto di queste 15 Sorelle che, dopo aver rinnovato i Voti, hanno acceso una candela e l’hanno passata ad altrettante Sorelle giovani quale segno di trasmissione del Carisma e della spiritualità della propria Famiglia Religiosa: fiaccola da tenere accesa per le future generazioni. La processione offertoriale ha voluto sintetizzare con danze, simboli e doni quanto sta a cuore a l’AOSK: essere PRESENZA – essere DONO – essere TESTIMONIANZA di un AMORE ricevuto che deve tradursi in fraternità ed annuncio. La processione con i prodotti della terra: canne da zucchero, mais, fagioli, banane… ha voluto essere segno della partecipazione di tutta la natura a quel momento di ringraziamento e di festa. L’ultimo simbolo all’Offertorio è stata la Pianta del Kenya su cui troneggiava la PAROLA di Dio portata da un gr gruppo di Novizie con lancia e scudo, a si simboleggiare l’impegno di difendere, an anche con la propria vita, la PAROLA. Come non ripartire da quel Parco ca cariche di entusiasmo per il dono della consacrazione, della missionarietà e della fraternità? Come non sentire il cu pieno di riconoscenza per l’opera cuore co compiuta in questi 50 anni da tante Sore che hanno gettato il primo seme relle de dell’annuncio in un momento in cui il K Kenya lottava anche per la sua indipende denza politica oltre che spirituale? Per tutto sia ringraziato Dio. Sr Virginiana Novembre-Dicembre 2012 BUON NATALE dalle Flippine Carissimi Amici, il S. Natale è alle porte, e noi, insieme a tanti amici che da voi ricevono sostegno e conforto, desideriamo dirvi un GRAZIE sincero e riconoscente per l’aiuto generoso che ci offrite con la preghiera, l’offerta e i sacrifici. Anche qui, non è difficile scoprire nuove situazioni di povertà e di emergenza... Un mese fa, siamo venute a conoscenza di un piccolissimo villaggio di circa trenta famiglie che vivono in baracche poverissime, senza acqua né luce, costruite vicino ad un torrente. La zona è molto pericolosa, perché il villaggio si trova ai piedi di una collina che può franare per l’acqua abbondante dei tifoni che spesso visitano la nostra amata terra filippina.... il pericolo è dovuto al fatto che sono stati tagliati tutti gli alberi per piantare ananas. Nella visita a questo villaggio siamo state accompagnate da “Nanay Fransisca” (nonna Francesca), che vive all’estremità di questo villaggio e che da tempo, con i suoi bambini partecipa alla S. Messa della domenica nella nostra cappella. Nanay Fransisca vive in una piccola... “casa” fatta solo di un pavimento di bambù, e di un tetto costituito da un telone di plastica appoggiato a quattro assi. Non ci sono pareti, non ci sono letti né mobili, non ci sono sedie né tavolo... Ogni domenica Fransisca e altri amici del villaggio camminano per un’ora e mezza per poter partecipare alla S. Messa. Dopo la Messa ci sono attività di catechesi e di formazione sia per adulti sia per bambini... e vi partecipano molto volentieri: è un modo per imparare, ma anche un’occasione per condiviedere preoccupazioni e gioie vissute nella settimana. Prima che riprendano il cammino di ritorno offriamo loro una merenda sostanziosa e calda. Regolarmente, una volta al mese offriamo una borsa di riso per ogni famiglia, altri alimenti a lunga conservazione, vestiario... a seconda delle necessità. Quest’anno celebreremo la Festa del Natale con questi bambini, con questi famiglie... alla nostra tavola avremo tanti Gesù Bambino... La luce dei loro occhi illuminerà il nostro e vostro cuore di gioia! Il Signore vi benedica per la gioia, la speranza, la serenità che attraverso noi donate a tante famiglie. Ancora auguri per un Natale di luce e d’ amore. Sr Raffaella e Sorelle tutte In Dialogo 7 UN NUOVO GIOVANE VOLONTARIO DEL FANCIULLO Francesco B. un ragazzo già seguito in Casa Nazareth di Crea-Spinea, durante l’Agape del 27.10.2012 così si rivolge ai Volontari divenuti suoi “colleghi”. Le poche parole che sto per dirvi sono per me immense e piene d’amore. Io con voi, amici del cuore, ho trascorso una buona parte della mia vita, una parte molto importante, quella che ha tracciato una fase spirituale nella mia persona e che non potrò mai dimenticare. Sono molto felice perché tutto questo mi sarà di grande aiuto nel cammino della vita, ho certezza che mi sarà molto utile in tutti gli anni avvenire. Tutto è cominciato quando avevo all’incirca nove anni, ero un po’ incosciente e prendevo tutto come un gioco; avevo un carattere un po’ difficile e incontrollabile. In questa Casa ho vissuto una sorta di “passeggiata”: sono riuscito ad esprimere le mie gioie, i miei dispiaceri, quelli che comunque sono i miei sentimenti. Ho raggiunto con voi mete che ritenevo impossibili; ho fatto tesoro dei vostri consigli che per me sono stati sempre preziosi. Ho trascorso con voi momenti di avventura e sono molto fiero che il Signore mi abbia condotto a voi come compagno di viaggio. Rimarrete sempre nel mio cuore quale grande esempio di vita. Spero ora di essere, come voi, capace di dare tanto amore ai bambini e a tutte le persone che ne avranno bisogno. Ringrazio in particolar modo suor Licia per aver dato vita a questa Associazione e ringrazio tutti voi ai quali rivolgo queste mie semplici parole. Il mio percorso con voi continua perché molte sono le cose che ancora devo imparare, ma con l’amore che mi avete trasmesso sono certo che sarà davvero una “PASSEGGIATA”. Grazie !!! vostro Francesco B. Sr Licia, fondatrice e anima dell’Associazione Volontari del fanciullo 8 IIn D Dialogo i lo ia logo g No go Novembre-Dicembre Nove v mb mbre re-D -Dic icem embr brre 2 201 2012 012 2 ACCADDE IN GALILEA anno dell’era cristiana 10 Gesù, alunno della scuola di Nazareth, rientra a casa con la sua pagella. Sua madre Maria, dopo averla letta, non dice nulla, ma medita tutte queste cose nel suo cuore. Resta la cosa più difficile: farla vedere al falegname Giuseppe. Questa la comunicazione della Scuola Simeone di Nazareth: Distinti Signori Giuseppe e Maria di David Via del Sicomoro, 11 - NAZARETH – GALILEA Oggetto: PAGELLA SCOLASTICA dell’alunno GESÙ Scuola Simeone di Nazareth - Palestina Pagella di Gesù LINGUE - Ha il dono delle lingue, parla e ciascuno lo capisce nella sua lingua nativa, ma ha grosse difficoltà a parlare con chiarezza e si esprime continuamente in parabole. Inoltre è convinto che le sue parole non passeranno! Non porta mai quaderno e penna ed è costretto a scrivere sulla sabbia. STORIA - La storia non è maestra di vita: dice che uno solo è il maestro: Cristo. GEOGRAFIA - Manca di senso di orientamento: afferma che c´è una sola strada che conduce al Padre. Ed è stretta e angusta! MATEMATICA - Totalmente negato per le divisioni, gli riesce bene solo la frazione del pane e prega che tutti siano uno. Carente anche nelle addizioni: afferma che lui e il Padre sono una cosa sola. Riesce invece molto bene a moltiplicare pani e pesci. SCIENZE - Non fa gli esercizi richiesti, ma trasforma l´acqua in vino e tiene allegri i suoi compagni. INFORMATICA Dice che il suo linguaggio: SI’ SI’ e NO NO sono la base del linguaggio dei computer. MUSICA E DANZA - Buon orecchio musicale: sente voci anche quando gli altri sentono tuoni, ma non lega con i compagni ai quali dice: Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato ARTE / IMMAGINE - Legge i segni dei tempi, ma non ha grande considerazione delle arti. In particolare per l´architettura: vorrebbe rifare in tre giorni il Tempio di Gerusalemme che, ovviamente, non è di suo gradimento. Il suo disegno meglio riuscito dice che fu su un lenzuolo funebre! SCIENZE MOTORIE E SPORTIVE - Invece di imparare a nuotare come fanno tutti, lui cammina sull´acqua! ALIMENTAZIONE BENESSERE - Cerca fichi fuori stagione e fa seccare le piante che non ne hanno. Cioè tutte! Talvolta sputa per terra e si diverte a impastare fango. CONVIVENZA CIVILE - Forte tendenza a frequentare forestieri, poveri, gabellieri e anche prostitute. ORDINE E DISCIPLINA - Ha perso tutte le sue cose a scuola e afferma, senza vergognarsi, che gli è rimasta solo una pietra per cuscino. VARIE - Manda a lavorare chi sta a letto, scaccia i mercanti, rovescia le bancarelle e vuole pagare allo stesso modo chi ha lavorato tutto il giorno e chi un ora sola! Una parte del Sindacato è d’accordo con lui! Nazaret, 15 nisan 10 Il Preside Ponzio Pilato PS. Giuseppe, letta con attenzione la pagella, strapazzandosi la barba, riflette e conclude: “Così non si può andare avanti. Si dovranno prendere seri provvedimenti!” Chiamato Gesù gli dice: “Bene Gesù, siccome la pagella è un disastro, tu puoi fare una croce sulle tue vacanze di Pasqua!” Sculture grossolane assai primitive; furono scolpite dai membri di una tribù della foresta amazzonica scoperta verso il 1950 che viveva allo stato naturale. Un presepe artigianale proveniente dal Kenya Novembre-Dicembre 2012 In Dialogo 9 Roma Istituto S. Giuseppe: UN CARDINALE A CENA Il Concistoro straordinario del 24 novembre 2012 è stato, per noi, un evento di formidabile coinvolgimento perché uno dei sei neocardinali è Mons. Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila, con il quale Madre Idangela e le Sorelle Durante la cerimonia di investitudella Missione delle ra, mons.Tagle fu visto visibilmente Filippine hanno una commosso. relazione privilegiata di collaborazione pastorale. La nostra comunità ha vissuto così, grazie alla presenza della Madre e delle cinque Sorelle filippine presenti in Italia, il dono eccezionale di vivere in diretta il Concistoro, il pranzo presso il Collegio filippino, la visita di cortesia presso un Palazzo pontificio, la S. Messa celebrata domenica 25 in S. Pietro dal Papa con i sei nuovi Cardinali, l’udienza di lunedì 26 e, per delicata attenzione, la cena in Comu Comu- Durante la cena presso la comunità dell’Istituto S. Giuseppe, con Madre Idangela per vent’anni nelle Filippine e con alcune Sorelle Filippine. ni nità con il Cardinale la sera dello stesso gi giorno. E’ arrivato con un autista dell’Ambasc sciata delle Filippine e subito ha trasmesso un clima di accoglienza, disponibilità, fr fraternità evangelica. Era curioso osservare la sua personalità de derivata da genitori filippino/cinese; pensa sare alla Cina, a quell’immenso Paese che co conosce così poco Gesù Signore ed avve vertire in un suo figlio, un senso forte di C Chiesa, un coinvolgimento totale nell’annu nunciare il Vangelo, la gioia di appartenere al Signore! H Ha risposto a domande semplicissime, ha apprezzato ogn ogni attenzione, ha manifestato il suo stupore per l’elezio zione a Cardinale, ha benedetto con convinzione orante la F Famiglia Religiosa, i bambini e i ragazzi che educhiamo mo, le loro Famiglie, gli Educatori e Collaboratori. S Si è dichiarato felice di chiamarsi come il nostro Padre Fondatore per il quale condivide la gioia della vicina be beatificazione. E E’ stato bello, per noi, considerare che la visita è avve venuta nel giorno anniversario di Madre Joseffa Vendr dramin. Coincidenza delle stelle? Preferiamo una lettura sacra della storia: Dominus est è il motto di S.E. il cardinale Luis Antonio TAGLE! Sr Paola Presepe P vivente i t It Italia: li una scena d della ll ttradizionale di i l rappresentazione t i vivente i t del mistero del Natale a Revine Lago (Vittorio Veneto) Presepio artigianale dalle Filippine 10 In Dialogo Novembre-Dicembre 2012 2013 anno Europeo contro lo spreco alimentare Mi torna dagli anni dell’infanzia una ricorrente attenzione di papà: “Gesù è sceso dall’asinello per raccogliere una briciola di pane!” Da dove poteva venirgli questa immagine? Forse dagli anni trascorsi in Orfanotrofio perché la guerra si era portata via il nonno? Lì doveva aver conosciuto la fame, se era così facile a raccogliere infezioni e se rimase tanto gracile per tutta la vita. O forse ricordava che Gesù, nonostante avesse potuto sfamare una folla di cinquemila uomini, senza contare donne e bambini, aveva però raccomandato agli apostoli: “Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto”. (Gv 6,12). “Quando vedo buttare via un tozzo di pane, io soffro intensamente”. Così confidava sr Angelisa. Aveva negli occhi, nel cuore e nella memoria i suoi genitori, i fratelli, e tante famiglie in fuga dall’Istria, privi di tutto, pressati dalla paura, affamati. Per quella memoria, divenuta monito e solidarietà con tutti i poveri del mondo, lei in tutta la sua vita fece della sobrietà, della delicatezza e della cura di ogni cosa buona una scelta prioritaria. Lo spreco di alimenti, l’abuso, l’incuria, il consumo smisurato e sofisticato della nostra cosiddetta civiltà progredita diviene come una condanna, se solo volessimo guardarci con gli occhi di bambini, e madri e uomini che la fame e l’indigenza deprivano dell’indispensabile alla vita. I ragazzi della 2^ Liceo delle Scienze Umane sono stati invitati a interrogarsi su questo scandalo, per prepararsi a vivere nello spirito e nelle scelte giuste il 2013 come Anno europeo contro lo spreco alimentare. Occorre riconoscere che da qualche tempo, anche attraverso interventi legislativi, si sta verificando una inversione di rotta: in molti luoghi il cibo destinato allo scarto, viene raccolto e utilizzato in vari modi. Educare ad un consumo sano, al rispetto delle risorse alimentari, alla solidarietà con chi è nel bisogno, è grande opera di umanizzazione, ed è anche fedeltà al Vangelo. arb Roma Scuola dell’Infanzia Oggi, 12 novembre, nella sezione degli orsetti (2° anno) della Scuola dell’Infanzia San Giuseppe del Caburlotto, è venuto a trovarci un signore vestito in modo strano. Ci ha spiegato che l’abito che indossa si chiama DIVISA e identifica il Gruppo della Guardia di Finanza di Roma. Siamo rimasti stupiti quando ha iniziato a raccontare le avventure di come lui e i suoi colleghi catturano i malviventi o di quando hanno fermato un ragazzo che scriveva sui monumenti. me Insieme a lui abbiamo ripassato le regole I della de convivenza civile e abbiamo capito che, se tutti ci impegniamo nel rispetto delle cose comuni, la nostra città rimarrà sempre bella e co pulita. pu Inoltre, questo gentile signore di nome Francesco, ci ha fatto conoscere la mascotte della ce Guardia di Finanza, un simpatico GRIFONE G di d nome FINZY, ci ha regalato i fumetti, le matite, le penne, i quaderni e le calamite! m I bambini ed io lo ringraziamo per aver passato con noi la mattinata. p Un ringraziamento speciale al Colonnello Salvatore BARCA per aver permesso questo S incontro e fornito tutto il materiale consegnain toci!!! t Maestra Valeria Quando l’età non conta! Sr Adalberta: 60 anni di vita consacrata al Signore, alla Famiglia Religiosa e ai ragazzi, cogliendo ogni occasione per comunicare con adulti di tutte le età e in tutte le situazioni sociali, economiche, politiche, culturali, religiose…, con una lingua italiana infarcita di venetismi, ma con i suoi occhi azzurri che incantano per la limpidezza ed uno stile persuasivo che convince e risulta vincente. Al S. Giuseppe del Caburlotto di Roma, sr Adalberta è un’istituzione, un punto fermo per le Sorelle, i Docenti, i Collaboratori, gli Alunni, le loro Famiglie e gli ex Alunni. L’età le ha conferito autorevolezza e saggezza che dispensa con semplicità, generosità, continuità, in modo impercettibile, ma efficace e costruttivo. Un esempio di questi giorni: uno studente di Liceo ha problemi di umore. Un insegnante, che non lo conosce, l’ha ripreso alzando la voce. Il ragazzo è andato in escandescenze fino a nominare Dio assolutamente fuori contesto. Sr Adlaberta, presente, l’ha invitato a seguirla e lui, alto 1.85 e di circa 80 kg, le ha dato la mano come un bambino. In un’aula, da soli, sr Adlaberta l’ha aiutato a razionalizzare la situazione e a capire quanto fosse assurda l’offesa a Dio e quanto offendesse l’intero Istituto scolastico. Lo studente, riacquistata la calma, infatti stima moltissimo sr Adalberta e da Lei si fa dire tutto, ha convenuto di aver sbagliato. Insieme hanno recitato una preghiera di richiesta di perdono e poi la Sorella ha invitato il Ragazzo a baciare il Crocifisso. Il racconto dell’accaduto è avvenuto alcune ore più tardi. Sr Adlalberta ha esposto i fatti con semplicità. Ascoltandola pensavo alla catechista formidabile che è stata, presente in parrocchia fino ad 80 anni con grande apprezzamento delle famiglie e dei ragazzi. Pensavo alla passione educativa che Padre Luigi ci ha trasmesso; ai miracoli dell’amore; al desiderio di spendere la vita, fino alla fine, donando Gesù. Nella scuola stiamo cercando percorsi nuovi per educare questi nostri Figli… sr Adalberta non si pone problemi di società complessa, di relativismo, di nichilismo, di vuoto educativo… Si lascia semplicemente guidare dal cuore e vince la sfida educativa acquistando ogni giorno punti di vantaggio nella vita dei Ragazzi. una Consorella dal S. Giuseppe del Caburlotto di Roma Novembre-Dicembre 2012 In Dialogo 11 CASTAGNATA a Vodo di Cadore per bambini e genitori Si è svolta sabato 20 ottobre la castagnata tanto attesa dai bambini. Il raduno era fissato a Borca di Cadore in una sala dell’Albergo Antelao. Sono arrivati gioiosi i piccoli accompagnati dalle loro famiglie. E ha avuto inizio la festa, con la guida delle maestre: i bambini erano pronti e si sono esibiti in canti che arrivavano dritti al cuore dei genitori, più emozionati dei loro stessi figli. Veder crescere un bambino in casa è certo motivo di continuo stupore, di annotazione dei progressi, di osservazione dei cambiamenti, ma vederli muoversi, cantare, relazionarsi nel gruppo è scoperta nuova. Le mamme, nei giorni precedenti, si erano preoccupate di preparare una sorpresa ai bambini: hanno pensato di offrire a ciascuno un pacchetto-dono. Non sono mancati i dolci, e naturalmente le castagne, vere protagoniste della giornata. Una mamma Scuola Luigi Caburlotto - Mestre: CASTAGNATA 2012 Il 13 ottobre si è svolta presso la scuola Luigi Caburlotto di Mestre la castagnata. Da molti anni ormai si tiene fede a questa tradizione, allo scopo di raccogliere fondi per aiutare le Missioni del Kenya e delle Filippine. La giornata ha visto la partecipazione e collaborazione di alunni, genitori, insegnanti e suore. Tutto è iniziato alle 6.50, quando la maestra Helen ha suonato il campanello della scuola. La giornata non prometteva molto: tempo molto incerto, qualche goccia di pioggia … Ma lei non si è scoraggiata, pur sotto una pioggerellina fastidiosa, sull’erba bagnata, tra zanzare, ecc..., ha iniziato ad aggirarsi nel parco e sui campi di calcio, per nascondere gli indizi che sarebbero serviti più tardi per la Caccia al tesoro. Nel frattempo, le suore in chiesa pregavano che il tempo volgesse al meglio, anzi, che uscisse proprio il sole. E così è stato. Nel frattempo hanno iniziato ad arrivare mamme e papà che si erano resi disponibili per preparare le castagne da arrostire, farcire panini, predisporre bibite e dolci che sarebbero stati assaporati da tutti … Verso le 9.30 ha avuto inizio la caccia al tesoro che ha coinvolto i bambini della Scuola Primaria divisi in cinque squadre miste di età. Alla fine dei giochi ogni squadra vinceva il “tesoro”: un pezzo di puzzle che, ricostruito, riproduceva una grande castagna con scritto al centro una frase di Luigi Caburlotto; “Voi allievi siete in cima ai miei pensieri”. È stato bello vedere i più grandi coinvolgere e prendersi cura dei più piccoli, aiutandoli nelle varie prove. Mentre si svolgeva questa gara, i bimbi della Scuola dell’Infanzia si scatenavano in canti e danze accompagnati dalle loro maestre, dai genitori e perfino da qualche nonno. Dopo che tutti ebbero modo di rifocillarsi a dovere con caldarroste, panini e una gran varietà di dolci, è giunto il momento più atteso da tutti: la lotteria! In palio, tra le tantissime cose donate dalle famiglie, una bella bicicletta che attirava gli sguardi e la voglia di tutti. Nessun bimbo è tornato a casa a mani vuote perché è stata fatta anche una “pesca per bambini”, proprio con lo scopo di far godere tutti. È stata come sempre una giornata di allegria e di condivisione, durante la quale le famiglie si sono sentite più unite e coinvolte, ed è stato bello aver fatto vedere ai bambini come la collaborazione e l’impegno di ciascuno procuri gioia a tutti, soprattutto ai nostri fratelli meno fortunati. Un arrivederci a tutti al prossimo anno. i bambini della classe 5ª Nel segno di Maria “Pellegrina di Dio” pellegrinaggi mariani nella diocesi di Venezia Forte dell’esperienza già consolidata nella diocesi di La Spezia, il Patriarca di Venezia, Mons. Francesco Moraglia ha proposto alla nostra Chiesa diocesana l’iniziativa del pellegrinaggio mariano mensile. Mons. Moraglia spiega che l’iniziativa vuol essere la valorizzazione della fede popolare vissuta nella Chiesa e con la Chiesa. Maria è la pellegrina dell’assoluto, cioè la pellegrina di Dio, perché va incontro al mistero con tutta la fedeltà di una vita. Questi pellegrinaggi vogliono recuperare la dimensione materna della Chiesa ed essere un momento di incontro di popolo, nella preghiera, nella meditazione, nella celebrazione eucaristica. Così a partire dal primo sabato di ottobre e per tutti i primi sabati del mese da ottobre a maggio, tutta la comunità diocesana si raccoglie ai piedi di Maria, nelle chiese a lei dedicate, per affidare al suo cuore materno la richiesta di vocazioni di speciale consacrazione, al ministero sacerdotale e alla vita consacrata. Il percorso dalla Chiesa di Santa Maria del Rosario alla Basilica della Madonna della Salute è stato il primo itinerario proposto, a cui hanno partecipato più di ottocento persone, accomunate dal desiderio di affidare alla Madre le intenzioni più care racchiuse nel cuore, attraverso la preghiera semplice, ma intensa del Santo Rosario. “La preghiera del rosario – ha sottolineato Mons. Moraglia- può essere definita il “compendio del Vangelo”. Il Rosario, infatti, è la via semplice e popolare alla contemplazione di Gesù Cristo nel suo mistero e del suo volto. L’Ave Maria ha un cuore. E questo cuore è Gesù. Nell’Ave Maria noi diciamo: “Il Signore è con te”. E, ancora, diciamo: “Benedetto il frutto del tuo seno Gesù”. Cristo è, dunque, il cuore dell’Ave Maria. I misteri della vita di Cristo, inoltre, sono i punti nodali di questa preghiera che è, essenzialmente, preghiera cristologica. Una preghiera in cui si va a Gesù, attraverso l’intercessione e l’accompagnamento di Maria. …Il Rosario è stato e rimane la preghiera dei semplici…, la preghiera con Maria, …che non richiede, né licenze o dottorati, ma semplicemente un cuore capace di stupirsi. La diocesi di Venezia ha accolto con gioia questa iniziativa, rispondendo all’invito con una partecipazione che aumenta di mese in mese, segno evidente del bisogno di affiancare alle proposte di formazione e di approfondimento, momenti di preghiera semplice, ma intensa e condivisa, che aiutino tutti e ciascuno a rinfrancare il passo verso la meta, Cristo Gesù, nella certezza che al fianco di ciascuno, c’è sempre lei, Maria la Madre. Sr Maria Grazia D. Sostegno alla missione nelle Filippine - BruDa Lentiai la Scuola muove la Regione Veneto schetta Graziano, Pn - Diocesi Vittorio Veneto,Tv - FaveLo scorso settembre Valentina Damin metteva in rete questa notizia ro Lina, Vittorio Veneto, Tv - Fusina Silvana, Vi - Mandini (http://corrierealpi.gelocal.it/): “la Regione ha accolto come progetto Sperandio, Roma - Martin Dario per il 25° di matrimopilota da sostenere quanto da alcuni anni avviene presso il Nido Gernio, Pn - Momesso M.Teresa, Chiarano, Tv - N.N., per moglio e la Scuola dell’Infanzia Nazaret a Lentiai riguardo alla musica. progetto-coperte e giacche, Vittorio Veneto, Tv - N.N., Nasce a Lentiai il contributo regionale agli asili che promuovono attiviper progetto-vaccinazioni vitamine, Vittorio Veneto, Tv tà musicali e di lettura ad alta voce per i loro piccoli ospiti”. N.N.,Canale d’Agordo, Bl - Pietrobono Rosina, Roma A parlarne è anche il giornale diocesano di Vittorio Veneto nel n. 26 Quaggiotto Lora e Gr. pro M.S.C., Pn - Scuola L. Caburlotnovembre 2012 che riconosce a sr Caterina Cais l’idea di mettere al to, Castagnata pro missioni, Mestre,Ve - Serafin Carolina, centro del percorso didattico la musica. Non si tratta solo di una approFratta di Oderzo, Tv - SNAM Rete Gas, Porcia, Pn. vazione verbale, ma di un vero e proprio finanziamento a quelle Scuole che, come a Lentiai, fanno della musica un percorso educativo-didattico. Sostegno alla missione in Kenya - Attività Ass. Su queste pagine abbiamo dato relazione più volte di convegni orgaArcobaleno, Porcia, Pn - Attività pro missioni, sr Fornizzati dalla Scuola di Lentiai per educatrici, genitori, medici… sensitunata,Ve - Iacuzzi Marcello e Arianna, Mestre,Ve - Imbili al tema. piegate studio Franchini,Ve - N.N., per progetto-malati Ci congratuliamo con la comunità educante di Lentiai, nella convinpsichici,Vittorio Veneto, Tv - N.N.,Canale d’Agordo, Bl zione che nessun Progetto è realizzabile se non viene condiviso e quoti- Parisi Maria, Salgareda, Tv - Pin Teresa,Vittorio Veneto, dianamente sostenuto insieme. arb Tv -Rosina, Lentiai, Bl - Scuola L. Caburlotto, Castagnata pro missioni, Mestre,Ve - Secondin Lucia, Porcia, Pn - Silvestri Mario e Maria, Canada - Veltraino Maria Grazia, Roma. Sostegno alla missione in Brasile - Berengo Maurizio e Gabriella, Mestre, Ve - Carla, Oderzo, Tv - Innocente Lucia, in mem. di Mamma Ines, Mogliano, Ve - Volontari FdSg, Scarpinata 25 aprile 2012, Spinea,Ve. Sostegno a In Dialogo - Calicchia Otello, Roma - Rizzi Lidia, Porcia, Pn - Silvestri Mario e Maria, Canada - Veltraino Maria Grazia, Roma.