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Rassegna del 29/04/2016 - Azienda Ospedaliero
Rassegna del 29/04/2016 INDICE RASSEGNA STAMPA Rassegna del 29/04/2016 SANITÀ PISA E PROVINCIA Corriere Fiorentino 29/04/16 P. 1 Il dubbio inquietante Corriere Fiorentino 29/04/16 P. 2 Tre anni, morta in una baracca La madre accusa il compagno Alessio Gaggioli 1 3 Corriere Fiorentino 29/04/16 P. 3 «Una situazione di disagio che è sfuggita alla vista» 4 Corriere Fiorentino 29/04/16 P. 3 Samantha viveva qui, senza luce e tra i rottami 5 Corriere Fiorentino 29/04/16 P. 13 Meningite, 10 milioni di euro per i vaccini 7 Nazione Pisa 29/04/16 P. 2 L'inferno quotidiano vista mare La madre sotto choc in ospedale 8 Nazione Pisa 29/04/16 P. 7 Meningite, stazionarie le due donne ricoverate «Ma quanta disorganizzazione per la profilassi» 9 Nazione Pisa 29/04/16 P. 9 Migliaia di tifosi per l'ultimo saluto a «Gege» Natali Nazione Prato 29/04/16 P. 6 Bimba trovata morta nella baracca Patrigno arrestato: stava alla Dogaia Repubblica Firenze 29/04/16 P. I Muore a 3 anni nella casa baracca fermato il compagno della madre Tirreno 29/04/16 P. 13 Nuovo caso di meningite a Pisa 14 Tirreno Pisa 29/04/16 P. V Pulizie nelle banche, scoppia il caos 15 Tirreno Pisa 29/04/16 P. V Sanità, due giornate di agitazione 16 Tirreno Pisa 29/04/16 P. VII Finiscono in ospedale tre agenti aggrediti dentro il Don Bosco 17 Qn 29/04/16 P. 19 Morta a tre anni dentro la baracca Ignorate le denunce contro il patrigno Tommaso Strambi 18 Qn 29/04/16 P. 30 Caso piombino ed epilessia basta legami Giovanni B. Pesce 20 Avvenire 29/04/16 P. 19 Bimba di tre anni morta in baracca, in carcere il compagno della madre 21 Repubblica 29/04/16 P. 21 Muore a tre anni fermato l'uomo della madre 22 Andrea Valtriani 10 11 Laura Montanari 12 SANITÀ FIORENTINA E TOSCANA Corriere Fiorentino 29/04/16 P. 13 Via il rene, ma è quello sbagliato 23 Nazione Grosseto 29/04/16 P. 9 Cresce la scuola di robotica 24 Nazione Livorno 29/04/16 P. 5 Evento sulla sanità: «Basta, è boicottato dalla segreteria» 25 Nazione Livorno 29/04/16 P. 13 Morti in corsia Mugnai chiede aggiornamenti alla Regione 26 Nazione Lucca 29/04/16 P. 7 La nostra città continua a perdere peso Per la presidenza ci batte anche Cecina 27 Nazione Lucca 29/04/16 P. 9 Medici nei reparti: «Replica patetica» 28 Tirreno 29/04/16 P. 13 Dal ministero lo milioni per i vaccini Tirreno Grosseto 29/04/16 P. IV Robot a Grosseto Firenze ha deciso Tirreno Livorno 29/04/16 P. XIII «Livorno ai margini della mari Asl» 32 Tirreno Piombino Elba 29/04/16 P. I «La giunta torni in aula a riferire» 33 Nazione Pisa 29/04/16 P. 3 L'impronta delle scarpe sull'addome Così il patrigno è finito in manette Tommaso Strambi 34 Nazione Pisa 29/04/16 P. 5 «troppa indifferenza» Francesca Franceschi 36 Nazione Pisa 29/04/16 P. 5 «Sono vicina a quella mamma straziata» Guglielmo Vezzosi 38 Nazione Pisa 29/04/16 P. 6 Marzia Corini è tornata in libertà Valentina Conte 39 Tirreno Pisa 29/04/16 P. II La cena, i rifiuti in quella favela fra gli invisibili Danilo Renzullo Tirreno Pisa 29/04/16 P. III Operatori di strada a caccia di emarginati ma solo in città Tirreno Pisa 29/04/16 P. III «Lui le comprava sempre le caramelle» Tirreno Pisa 29/04/16 P. IV Ai Cappuccini farmacia gratis per indigenti Libero 29/04/16 P. 15 Muore a tre anni in una baracca Arrestato il patrigno per lesioni 29 Gabriele Baldanzi 30 SERVIZI SOCIALI Indice Rassegna Stampa 40 41 Donatella Lascar 42 43 Chiara Giannini 44 Pagina I IL DUBBIO INQUIETANTE d i Alessio Gaggioli P rano invisibili ». «La madre non ha chieL sto aiuto». «Nessuno ha segnalato». Sembrano quasi giustificazioni . Ma quando una bimba di 3 anni, Samantha, vive in una baracca senza essere mai stata vaccinata, senza aver maifatto un giorno di asilo o di scuola e in quella baracca viene trovata morta, dopo le botte e le cinghiate, la lunga sequenza dei «perché» e «di chi è colpa» è solo fastidiosa. Samantha viveva tra noi. Una figlia di Calambrone, di Pisa, della Toscana , dell'Italia. Dobbiamo farci carico della bestialità, di questo lutto. cori Íoua a paglria 2 Sanità Pisa e provincia Pagina 1 teeog1ienza e indifferenza IL DUBBIO CHE PESA SEGUE DALLA PRIMA Non si può non ammettere, con coraggio e senza calcoli, che dietro la tragedia non ci sono solo la violenza di un patrigno e l'impotenza di una donna picchiata e picchiata ancora. Leggendo la cronaca di Simone Innocenti e il racconto di Cinzia Colosimo, in quella maledetta baracca senza luce non si vedono solo miseria ed emarginazione. Si vedono anche un sistema che «accoglie», ma che non riesce a tenere assieme l'accoglienza e il rigore nel far rispettare le regole (quella lurida baracca è in piedi da almeno otto anni). Neppure quelle che garantiscono i più piccoli, i più indifesi. Tutti sapevano che lì hanno sempre vissuto i genitori e i fratelli del patrigno di Samantha. Anni fa c'erano state denunce alla Procura dei minori, come ha ammesso l'assessore Sandra Capuzzi. E tutti sapevano che quell'uomo è un violento con precedenti. Allora viene il dubbio, angoscioso e ingombrante, che il sistema, le istituzioni, le persone comuni, non solo abbiano fallito, ma tollerato. O, peggio, che abbiano preferito voltarsi dall'altra parte. Alessio Gaggiolï © RIPRODIR!ONE RISERVATA Sanità Pisa e provincia Pagina 2 Tre anni, morta in una baracca La madre accusa il compagno L'uomo arrestato per maltrattamenti. «Botte e cinghiate, ha detto che ci seppelliva tutte e due» CALAMBRONE (PISA) E stato fermato con l'accusa di maltrattamenti. Ma qua a Pisa tutti si chiedono chi abbia ucciso Samantha, una bambina di 3 anni che viveva in una baracca di Calambrone, senza corrente elettrica, poi sequestrata. E in queste quattro mura che mercoledì sera alle 20 il 118 ha trovato la bambina: per terra, adagiata accanto a un letto, senza vita. E stata la madre di Samantha, una sudamericana di 33 anni, a dare l'allarme. Le indagini dei carabinieri, coordinate dal pm Giancarlo Dominijanni, puntano a scoprire chi abbia ucciso la piccolina. Oggi ci sarà l'esame autoptico e la convalida del fermo dell'uomo, che ha svariati precedenti di polizia. «Il mio assistito si dichiara innocente», dice l'avvocato Silvia Morelli, che difende Tonino Krstic, serbo di 31 anni e una sfilza di precedenti di polizia da far paura. Quello che è accaduto in quella baracca è tutto nel racconto della mamma di Samantha. La donna, dopo essere stata portata all'ospedale, racconta ai carabinieri che lui picchia lei e la figlia dalla scorsa estate: botte, schiaffi, cinghiate. Addirittura - sostiene la costringe a rasarsi i capelli. Spiega che nel pomeriggio di mercoledì scorso lui ha nuovamente usato le mani. Poi ha minacciato la donna: «Se non rianimi tua figlia vi ammazzo e vi seppellisco tutte e due». Infine ha detto: «Quando arrivano i carabinieri racconta che Sanità Pisa e provincia La piccola Samantha viveva da un anno nella baracca lungo viale del Tirreno con la madre Juana e il suo compagno Tonino Krstic arrestato per maltrattamenti La bimba è stata trovata morta mercoledì sera Oggi l'autopsia chiarirà se le percosse subite dalla bimba ne hanno causato la morte ho dato a Samantha qualche schiaffetto per rianimarla». Krstic viene sentito in caserma. Agli investigatori dell'Arma racconta che lui ha provato più volte a soccorrere la bambina prima che lei accusasse dei malori. Krstic, però, non è un volto nuovo: i carabinieri lo conoscono come violento. Tra i sette precedenti di polizia, alcuni sono indicativi: nell'ottobre del 2015 viene denunciato per lesioni personali; nel settembre del 2012 viene denunciato per rissa dentro il carcere di Livorno e nel 2008 l'ex tribunale di Pontedera lo ha condannato per maltrattamento in famiglia a un anno e sei mesi. Che lui sia un violento lo raccontano anche sua sorella e suo fratello: dicono di aver assistito alle violenze di Krstic. Spiegano che la sua collera era talmente spaventosa che loro sono stati costretti a scappare dalla paura. Un altro uomo testimonia: «Ho visto i segni delle botte sul corpo della donna e della piccola Samantha». Infine un'altra testimonianza, di un amico della don- na: la madre di Samantha si era rivolta a lui perché portasse entrambi via da quella baracca. I militari hanno sequestrato nell'abitazione alcuni oggetti ed hanno avvisato il padre della bambina che vive in Liguria. Samantha aveva piccoli problemi di salute, la madre e il serbo di 31 anni avevano allacciato una relazione recentemente attraverso i social network. Ora lei era in attesa di un secondo figlio. Tante ecchimosi e tumefazioni - forse causate da percosse e cinghiate - sono state trovate sul corpo della piccola. Un esempio: c'è l'impronta di una scarpa sul corpicino della bambina di tre anni. L'autopsia sarà fondamentale per capire se quelle botte abbiano causato la morte di Samantha. Simone Innocenti © RPRODUZIOfd= RSERVA'A Pagina 3 «Una situazione di disagio che è sfuggita alla vista» L'intervento del sindaco in Consiglio a Pisa. Il minuto di silenzio. L'assessore: tutti responsabili PisA Un minuto di silenzio in segno di lutto per la piccola Samantha, in apertura dei lavori del consiglio comunale. É stato il sindaco di Pisa Marco Filippeschi a comunicare la notizia: «Un evento drammatico che deve far riflettere», e a confermare la condizione nascosta in cui viveva la famiglia: «Non erano in carico ai servizi sociali», ha detto. «È un segnale di come ci siano situazioni estreme di disagio e solitudine - ha aggiunto - che possono sfuggire alla vista, al controllo sociale e alla possibilità di intervento». Nessuna presa in carico quindi, nessuna assistenza; ma in realtà era noto da tempo che in quelle baracche sul viale del Tirreno ci vivessero delle persone: «Ricevemmo un comunicazione dai servizi sociali della Valdera nel 2008 - dice l'assessore alle politiche sociali e Cooperazione con la rete dei servizi sanitari Sandra Capuzzi - sull'arrivo di una famiglia di serbi molto numerosa, già conosciuta sia dalle forze dell'ordine che dai servizi stessi. Sapevamo che erano andati a stare li, ma per pochi periodi e si alternavano persone e nuclei diversi». Già all'epoca, dice Capuzzi, «ci furono denunce alla procura dei minori, poi più nulla Sanità Pisa e provincia fino al 2011, ultima data alla quale ci risultano minori presenti». Negli anni è rimasto il fratello Tonino, e dopo qualche tempo è arrivata anche la compagna Juana, con la piccola Samantha. Di loro però le istituzioni non sapevano nulla. «Provo rammarico e amarezza», dice ancora Capuzzi, r L «La famiglia di lui era li da 8 anni. Le denunce alla procura dei minori? Prima del 2011» «se penso che esistano ancora degli invisibili. Noi non eravamo a conoscenza della situazione, e mi domando: possibile che nessuno abbia visto niente? Siamo di fronte a un sistema di coesione sociale che non c'è più e che chiama in causa le nostre responsabilità di cittadini», commenta. E incalza: «Dov'erano le forre dell'ordine? E il servizio sanitario? Possibile che una bimba di tre anni non sia mai stata dal medico né abbia fatto un vaccino? Le assistenti sociali non possono essere ovunque - aggiunge - e temo che queste persone non avrebbero mai chiesto spontaneamente l'aiuto dei servizi». Perché? «Accedere ai percorsi di assistenza significa accettare delle verifiche, delle regole. Se li avessimo presi in carico ci sarem mo accorti delle ecchimosi, dei lividi e avremmo preso provvedimenti. Nelle situazioni invisibili - conclude chi vuole agire facendo del male si sente più libero di farlo». La donna, incinta, è stata in osservazione per tutto il giorno. In ospedale non c'era nessuno accanto a lei. E si spera che sia per l'ultima volta. C.C. Il minuto di silenzio in consiglio © RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 4 A CALAMBRONE Samantha viveva qui, senza luce e ira i roUa CALAMBRONE (PISA) Oltre il cancelletto c'è una porta, con appesi accanto un orologio da parete e una gabbia rosa per uccelli, vuota. Un gatto si intrufola nelle baracche chiuse con i sigilli della magistratura, dove è morta Samantha, la piccola di 3 anni che viveva qui insieme alla madre e al compagno di lei. Una volta questo posto era una pizzeria. All'esterno tinta di bianco e blu: ma ormai è tutto scrostato, e le finestre che affacciano proprio davanti al mare, di là dalla strada, sono sempre chiuse. Oltre la soglia c'è un luogo sventrato di stanze e pareti: al loro posto assi, porte e pannelli di legno, il tetto tenuto fermo da pneumatici impilati uno sull'altro, la plastica a dividere una specie di corridoio. Nell'aria c'è un forte odore di gas. Forse proviene dai fornelli messi accanto allo scaffale del cibo, o forse dalle tante bombole ammassate in un angolo sotto la tettoia, lì dove un tempo c'erano i tavolini. Un materasso è buttato per terra sopra un cumulo di oggetti ancora buoni tra rifiuti e rottami, dove è impossibile distinguerli. Poco distante, una specie di stanza in legno e chiodi doveva servire come camera da letto: è lì dentro che hanno trovato la piccola ormai senza vita, per terra. Una lunga tendina copre il vetro della baracca, appoggiata direttamente sullo sterrato, non più grande di un camper. Sul tavolo da giardino, al centro, c'è ancora il cibo che avrebbero dovuto mangiare la sera di mercoledì, quando sul posto sono arrivati vigili del fuoco, ambulanza, carabinieri. Hanno lasciato tutto così, come succede quando si va via di corsa: la farina aperta, le scatolette di pomodoro, l'insa- Sanità Pisa e provincia lata già tagliata. E pieno di scodelle e stoviglie dai colori sgargianti, usati anche per decorare una specie di separé fra due ambienti diversi: la cucina, da una parte, e dall'altra un angolo con ripiani, vestiti e specchi. 1 pochi giochi della bimba, un triciclo, sono ammassati dietro a una parete, prima di accedere a una specie di corridoio con gli abiti appesi. Dappertutto stoviglie, caffettiere, termos, piatti. Le scarpe ammassate all'ingresso della stanza, le coperte stese col filo accanto alle biciclette sventrate. Un vaso con i fiori è stato messo sul muretto che divide la zona da pranzo da un piccolo ritaglio diverde. Un tentativo dibellezza soffocato dal rovi e dalle erbacce incolte che circondano il retro delle baracche: da lì si schiude un sentiero che porta a uno spiazzo dove si bruciavano i rifiuti. Lo spazio per giocare Samantha se lo ritagliava così, fra una fila di mattoni dove sedersi e un materasso, o forse fuori, lungo la via sterrata circondata da pruni che porta più giù, verso una casa abbandonata. Qui almeno c'è un po' di verde, qualche animaletto. Bastava poi attraversare la strada per fare cento metri e arrivare in spiaggia, forse anche lì passava le giornate con sua madre, almeno quando il tempo lo permetteva. Samantha l'asilo non lo frequentava e i contatti coni vicini non sono molto facili in questa striscia di Tirreno che non è più Pisa e non è ancora Livorno. Le case vere finiscono prima, insieme In alto l'ingresso della baracca dove viveva Samantha con la madre e il compagno di lei lungo viale del Tirreno Sopra la baracca nell'ex pizzeria occupata otto anni fa dalla famiglia del patrigno di Samantha A sinistra l'interno e un passeggino tra i rifiuti al bar e all'edicola, dove la famiglia era conosciuta. Di fronte c'è uno stabilimento balneare; a sinistra si vedono i profili delle gru e dei container del porto di Livorno, a destra, il lungo viale del Tirreno. Confinati in questo residuo del passato, i tre erano diventati una presenza costante, a cui si erano abituati i pochi abitanti della zona senza farsi troppe domande. Si vedeva il fumo dal comignolo durante l'inverno, raccontano, la bimba in passeggino e la madre, lui che chiedeva lavoro agli operai al bar; si sentiva anche l'odore di plastica e rifiuti bruciati, ma nulla si sapeva delle loro storie. Solo che in quella casa ci vivevano dei serbi da 8 anni, e che non erano sempre gli stessi, dice la gente del posto. Andavano, venivano, ma nell'ultimo anno e mezzoTonino, Juana e Samantha abitavano stabilmente lì dentro. Senza luce, tranne quella del generatore elettrico situato in un anfratto polveroso. Senza acqua calda, due bagni che sono ancora il ricordo della pizzeria. E senza un futuro, ma solo per Samantha, che ha pagato con la vita gli errori degli adulti. Cinzia Colosimo © RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 5 ,. . .. . ..._ .. . .. .. ... .. 4 ., i. i .. " , . n-a,RyW- a L.. -+, - - ynrr tW ' '. . . . . ., . ,. • ., .... ._ .. . f ' .: r . . ay" eW.. .. , _, ..,_., .,,,... . .. 4 T9 .. ,• , H . F!`"ç4 ^ ,." _ y • r• Sanità Pisa e provincia 1 w . . ) . t Pagina 6 Un altro caso a Pisa Meningite, 10 milioni di euro per i vaccini Dieci milioni di giuro dal governo alla Toscana per la campagna antimeningite. Lo stanziamento è stato annunciato ieri dall'assessore regionale alla salute, Stefania Saccardi. Il pacchetto, concesso dal ministro Lorenzin, servirà a coprire parte delle spese sostentate per l'acquisto dei vaccini. Intanto, ci sarebbe un nuovo caso di meningite: una donna di 55 anni di Vicopisano è ricoverata da ieri al reparto di malattie infettive del Cisanello di Pisa per un'infezione in attesa di tipizzazione da parte dei laboratori del Meyer. Le condizioni della paziente destano fiducia nei sanitari. Resta invece grave e in terapia intensiva la donna di Pisa di 7o anni ricoverata per meningite C da domenica scorsa al Cisanello. (G.G.) Sanità Pisa e provincia Pagina 7 A' E AL TERZO M ESE Di GRAVIDANZA L'inferno quotidiano vista mare La madre sotto choc in ospedale UN dolore troppo grande. Che lascia senza fiato. Ricoverata nell'area Obi-Osservazione breve intensiva del Pronto Soccorso di Cisanello, Francisca - la madre 33enne di Samantha, incinta di tre mesi - non ha parole e lacrime. «E' in stato di choc» conferma la dottoressa Francesca Fransi. Ieri mattina la donna - anche lei vittima di percosse (l'accusa per il compagno è di lesioni personali, maltrattamenti in famiglia e minacce) - è stata sottoposta ad un lungo e accurato consulto psichiatrico. Nella mattinata ha lasciato la camera e il letto protetto da un separè e - accompagnata dal personale sanitario - è stata visitata per verificare e valutare le condizioni psicologiche. Per la giornata di oggi potrebbe essere disposto il trasferimento in un altro reparto o in una struttura protetta. pletamente nel panico. «La bambina sta male». Ma Samantha era già cadavere. I soccorritori si sono trovati davanti a una scena straziante: il corpo della piccola, pieno di lividi, era riverso sul pavimento della baracca fatiscente di Calambrone. Accanto alla bambina, la madre (che ha in seguito confermato il comportamento violento del compagno) e l'uomo con il quale aveva recentemente allacciato una relazione (la piccola Samantha era invece nata da un precedente legarne, con un italiano residente a Rapallo). L'arrivo del 118 ha solo potuto constatare il decesso della piccola. Il corpo era a terra. E l'attenzione dei carabinieri e del medico legale è stata attratta subito da alcuni segni sul corpo della bambina. I militari hanno sequestrato nell'abitazione alcuni oggetti e hanno avvisato il padre della bambina che vive in Liguria. LA donna e il convivente - lei domenicana, lui serbo - si erano conosciuti attraverso i social network. Da circa un anno la donna, si era quindi trasferita nella stamberga dove mancava anche la corrente elettrica. Una relazione vissuta e consumata nel più completo degrado. E ieri nella camera al piano terra dell'edificio 31 per Francisca nessuna visita, per lei parenti o amici. Per lei - dalle 13.30 alle 14.30, quando le porte dell'area Obi si sono aperte - solo tanta solitudine. AL Pronto Soccorso era arrivata mercoledì sera, trasportata in ambulanza dal personale del 118. A dare l'allarme era stata proprio lei, intorno alle 19.30, con le ultime forze che le rimanevano e com- 1 CEL Tonino Krstic, 33 anni Sanità Pisa e provincia Pagina 8 E NUOVI CASI A D ISTANZA , I POCHI GIORNI , Meningite, stazionane le due donne n* coverate ^ «Ma quanta disorgaffizzazione per la proti iassi» INCUBO meningite: per ogni nuovo caso, una nuova ondata di paura. Si tratta del23° caso in Toscana, da inizio 2016, e del secondo, a distanza di pochi giorni dal precedente, nella nostra città. Sono stabili le condizioni della pensionata, residente in Barbaricina, ricoverata nel reparto di Rianimazione da domenica perché colpita da meningococco di tipo C. E anche la cinquantenne pisana, fa sapere Aoup, ricoverata da martedì a Malattie Infettive, sta reagendo bene alle cure; nel suo caso però, pur trattandosi di meningite, non è ancora stato tipizzato il ceppo. Cresce la paura e la Regione rinnova l'invito a vaccinarsi. MA non mancato le lamentele da parte di chi, domenica scorsa, ha avuto informazioni imprecise e sommarie in attesa di sottoporsi alla profilassi. «Le voci sono iniziate a circolare poco prima di pranzo raccontano tre universitari che vivono a pochi metri di distanza dalla 69enne ricoveratab - e alle 15 abbiamo raggiunto la galleria Gerace, ma fino alle 15.30, abbiamo atteso invano perché non c'era nessuno». Complici la paura e l'ansia, hanno raggiunto la guardia medica in via Garibaldi che ha prescritto due dosi di antibiotico. «Anche io ho pro- Sanità Pisa e provincia «Nessuna informazione. Sono andata al Pronto Soccorso e mi hanno fatto pure pagare» vato a chiamare il numero verde 800177744 - interviene una vicina di casa - ma sono stata dirottata a un altro centralino . Ho composto lo 0587-273111 e, - prosegue - dopo aver ascoltato la voce registrata che elencava tutte le sedi per le vaccinazioni pediatriche, mi ha riposto un'impiegata dicendomi che non aveva avuto direttive sul da farsi e che non sapeva niente». La donna, colta dal panico, a quel punto è andata al Pronto Soccorso. «Sa come è finita? - incalza - che ho avuto un codice bianco e ho pagato 25 euro». Ma allo stesso centralino ha telefonato anche Roberto che, a sua volta, ha ricevuto differenti informazioni. «Hanno dirottato la mia chiamata al centralino di Volterra, spiega - nessuno sapeva cosa dirmi e sono stato costretto a raggiungere la guardia medica di via Garibaldi che, però, mi ha prescritto una sola dose di antibiotico per effettuare la profilassi«. La madre di Roberto peraltro, 90 anni e aveva trascorso l'intero pomeriggio con la paziente ricoverata. F.F. Pagina 9 Mighaí a dí fosl per l' ultimo s aluto G '1 a « e e» N atalí SE N'È ANDATO all'improvviso Gege, è morto nel sonno a 36 anni, lasciando un gran vuoto dentro tutti quelli che lo conoscevano. Lo hanno salutato ieri, alle 16 alle cappelline dell'ospedale Santa Chiara. C'erano tutti. Amici, parenti, conoscenti e tifosi. Sì, perché Gege, Daniele Natali, era parte integrante della Curva Nord, che lo ha accompagnato nel suo ultimo viaggio con striscioni e cori. Tra le lacrime il feretro coperto di sciarpe del Pisa ha lasciato lentamente l'edificio di fronte alla Torre. Alcuni hanno acceso dei fumogeni e la bara ha attraversato la coltre bianca portata sulle spalle dagli amici più cari. Applausi e grida, come per scacciare il dolore dentro ognuno dei presenti. E la «sua» curva era li, per lui. Sugli striscioni messaggi che vanno oltre le convenzioni che hanno commosso tutti, dal primo all'ultimo. Gege si è spento domenica notte, ma il suo ricordo - l'affetto per lui - è e resterà vivo per semE re, come ha dimostrato la folche ieri ha voluto salutarlo per l'ultima volta. Andrea Valtriani Sanità Pisa e provincia Pagina 10 0 IL RUDERE CHE FINO A QUALCHE DECENNIO FA OSPITAVA UNA PIZZERIA Si TROVA NELL'ULTIMO TRATTO DI CALAMBRONE, POCHI METRI PRIMA DEL PONTE SULLO SCOLMATORE ovata m ® P,+ orta tr nella baracua r atïg arre -V -1 Tragica scoperta a CaianìDron , r no q PRATO LA TRAGICA storia della bimba di tre anni, trovata senza vita in una baracca di Calambrone a seguito di una indicibile violenza, porta anche a Prato. Nella città tessile, Tonino Krstic, serbo nato a Roma il 5 marzo del 1985, e patrigno della piccola Samantha ha abitato, ma non da libero cittadino: secondo quanto risulta, infatti, l'uomo, adesso arrestato con l'accusa di maltrattamenti e lesioni nei confronti sia della bimba che della sua mamma, Francisca, domenicana di 33 anni, è stato recluso nella casa circondariale della Dogaia. La sua residenza a Prato risulta, appunto, in via Montagnola 76 e su di lui pendevano reati contro la persona e contro il patrimonio. L'uomo da oltre un anno è domiciliato a Calambrone, in provincia di Pisa, sul viale del Tirreno e viveva in un rudere che fino a qualche decennio fa ospitava una pizzeria nell'ultimo tratto di Calambrone, pochi metri prima del ponte sullo Scolmatore. Krstic ha conosciuto Francesca, oggi incinta di tre mesi proprio dal nuovo compagno, un anno fa attraverso una chat. Successivamente la donna ha deciso di trasferirsi a Calambrone per vivere insieme al serbo, lasciando a Rapallo il marito, un italiano, e un altro figlio. stav • a indagini portano a Prato SUL CORPICINO della bambina sono stati trovati segni di ecchimosi e tumefazioni: uno scoperta sconvolgente per i soccorritori e per i carabinieri intervenuti l'altra notte nella baracca di Calambrone, in cui la coppia viveva fra ferri vecchi e pentole sporche con il bagno all'esterno. Sul corpo martoriato della bimba è stata trovata anche l'impronta di una scarpa impressa sull'addome. FRANCISCA è ricoverata sotto choc all'ospedale di Cisanello, a Pisa : anche lei mostra segni di percosse e di violenze . La donna ha confermato ai carabinieri di Pisa il comportamento violento dell'uomo, che interrogato nella notte avrebbe cercato di respingere le accuse. Le ultime violenze di Tonino su madre e figlia risalirebbero proprio a mercoledì pomeriggio: sarebbero queste parole della donna ad incastrare l'uomo per il quale sono scattate le manette. Ora sarà l'autopsia - che sarà eseguita questa mattina dal professor Alessandro Bassi Luciane - a deremere gli ultimi dubbi e a far cambiare eventualmente la scena in un omicidio . Preterintenzionale o meno a questo punto importa poco, solo a quantificare la pena. Il dramma è che Samantha non c'è più. 7 ,,tr a Tonino Krstic , è nato a Roma il 5 marzo del 1985, residente a Prato , da oltre un anno è domiciliato a Calambrone : prima risulta residente in via M ontagnola 76, alla Dogaia retaz î one Krstic ha conosciuto la mamma di Samantha, Francisca, un anno fa attraverso una chat. Lei si è trasferita a Calambrone per vivere con lui lasciando a Rapallo il marito, un italiano, e un altro figlio 3',,,:::,- ..., ..,r,»._ - _ _, ',;. TRAGEDIA l soprr. eroghi degli inquirenti nella baracca di Calambrone dove è stata trovata la bambina senza vita Sanità Pisa e provincia ,wo ,, . j: L Pagina 11 uore a 3 anni nella casa Tragedia a Calambroue dove i tre vivevano in condizioni di miseria: l'uomo accusato di lesioni LAURA MONTANARI I sono i suoi giocattoli, un tricliclo e una palla, in C mezzo ai materassi per terra, gli stracci, le padelle piene di olio e i piatti sporchi dentro la baracca che un tempo molto lontano è stata una pizzeria a Calambrone. Litorale Pisano, un deserto in zona scolmatore. E li che è morta una bambina di 3 anni, l'altra notte. La sua mamma, una trentenne domenicana, aveva chiamato il 118: «La mia bambina sta male». I soccorritori hanno trovato la piccola a terra già senza vita. Sul corpo segni di ecchimosi. E' stata picchiata? Nella casa baracca c'era il convivente della mamma, un serbo di 31 anni con precedenti di polizia per furto e con una storia di violenze in famiglia di vent'anni fa. t stato fermato per lesioni e maltrattamenti dopo essere stato a lungo sentito dai carabinieri. SEGUE A PAGINA XI Sanità Pisa e provincia Pagina 12 iba a arrestato il patrigno B 'r a rì rn ì in carcere per maltrattamenti e lesioni. Ecchimosi sul corpo della piccola. madre, incinta, e sotto shock. Vivevano in una baracca DALLA PRIMA DI CRONACA LAU RA MONTANARI T oNINO Krstic, serbo e ora è rinchiuso nel carcere di Pisa. In quella baracca ha vissuto con sua madre e con qualche fratello, poi da solo. La bambina e la nuova compagna domenicana sono arrivate un anno fa. Un rapporto difficile, di margini e povertà. Secondo il racconto della donna lui aveva reazioni violente. Lei, in passato è stata medicata al pronto soccorso e stava per scattare una denuncia contro Tonino, ma fu la stessa donna a ritirarla e a tornare a vivere da lui. Krstic si protesta innocen- Sanità Pisa e provincia te, dice di non aver picchiato nessuno. Ma i carabinieri hanno trovato ecchimosi sul corpo della bambina e anche su quello della madre. Quest'ultima è ricoverata sotto shock all'ospedale di Pisa. Soltanto l'autopsia potrà dire le cause che hanno provocato il decesso della bambina. Nei giorni precedenti lei aveva avuto la febbre e non stava bene, lo ha riferito la mamma agli investigatori. Ci sono state anche percosse? Al momento è solo una delle tante domande sul tavolo di chi conduce questa indagine coordinata dalla procura di Pisa. I carabinieri hanno avvertito il padre della bambina, che è ligure, che è subi- to arrivato a Calambrone. La mamma (incinta al quinto mese) e il nuovo compagno si erano conosciuti in una chat, secondo gli stessi investigatori, nessuno dei due aveva un lavoro e tiravano a campare come potevano. Lui raccogliendo il ferro e il rame. A Calambrone non li conosceva quasi nessuno, sconosciuti ai servizi sociali e ai volontari delle varie associazioni, Invisibili. Emanano dolore adesso gli oggetti immobili di quella casa, il triciclo, il pallone, le cipolle accanto alla cucina e un vaso con dei fiori di campo colti da poco. @RIPROGUZIONE RISERV 4Tk Pagina 13 Nuovo caso di me gite a Pisa Ricoverata una signora di 55 anni per meningococco. Da stabilire il ceppo 1 PISA C'è un nuovo caso di meningite in Toscana. Dopo la pensionata di settant'anni da domenica ricoverata in rianimazione a Pisa, mercoledì nel reparto di Malattie infettive del policlinico è arrivata una donna di 55 anni di Vicopisano. «Le sue condizioni sono stabili, ma siamo fiduciosi, reagisce bene alle cure - dice il primario Francesco Menichetti -. Non è ancora chiaro però di quale ceppo si tratti. Faremo delle analisi per capirlo, forse non sarà facile stabilire il gruppo, ma è certo che siamo di fronte auna malattia da meningococco». La signora è arrivata in pronto soccorso con i sintomi tipici della meningite: febbre alta, mal di testa, nausea e rigidità nucale. Per precauzione, sono subito partite le procedure per la profilassi antibiotica, somministrata ai parenti e alle ultime persone con cui la donna è entrata in contatto negli ultimi giorni. É il 23esimo caso dall'inizio del 2016 di meningite in Toscana. E di questi sono 17 le persone colpite dalla C, mentre erano state 31 nel Undici dall'inizio 2015. dell'emergenza i morti causati dall'StlL, il ceppo clonale che da oltre un anno spaventa la regione, quattro registrati nel 2016, quasi tutti in età avanzata. Proprio dopo il ricovero della settantenne, la Regione aveva rinnovato l'appello ai cittadini invitandoli avaccinarsi. Finora sono poco più di 350mila le persone che hanno scelto di fare il siero per proteggersi dal ceppo C. Ancora troppo poco. Per raggiungere l'immunità di gregge, e quindi ridurre i rischi di contagio, per gli esperti si dovrebbe arrivare a circa un milione di vaccinati. Anche per questo nella Toscana ceritrale, l'area più colpita, l'accesso gratuito al vaccino è stato esteso a tutti senza limiti di età. Se le analisi di laboratorio confermassero che anche la cinquantenne ricoverata due giorni fa a Cisanello è stata colpita da C, i confini della zona rossa potrebbero allargarsi. ©RIPRODUZIONE RISERVATA Sanità Pisa e provincia Pagina 14 LA VERTENZA PER [L CAMBIO D'APPALTO izie nelle banche, scoppia il caos Ultimatum dei Cobas alla Bnl di Pisa e Provincia: ridottele ore di lavoro ® PONTEDERA «O le cose cambiano oppure vi ritroverete con le bandiere dei Cobas davanti agli ingressi delle filiali di Pisa e Pontedera di Bnl Gruppo Bnp Paribas». È l'ultimatum lanciato dal sindacato alla cooperativa Centrogest di Bologna rispetto al cambio d'appalto che ha ridotto notevolmente le ore di lavoro di quattro addette alle pulizie, passate da 18 alla settimana a quattro scarse, con una notevole perdita di salario. Intanto si prepara una serie di scioperi in provincia tra Piaggio, Asl e Geo- for. Il caso delle lavoratrici della Centrogest, però, è emblematico, come racconta Sandro Giacomelli dei Cobas: «Dall'inizio di aprile la cooperativa bolognese è subentrata alla Gemini di Venezia e la loro situazione è precipitata. Si occupano delle pulizie nelle filiali di Pontedera e di Pisa. Con il datore di lavoro precedente avevano contratti che prevedevano tra le 17 e le 22 ore settimanali. Ora siamo a 45 minuti al giorno che, se moltiplicato per cinque giorni fa quattro ore scarse. E, di conseguenza, la busta paga si è notevolmente alleggerita con un lordo di 170 euro al mese che diventano novanta nette». Una situazione difficilmente spiegabile, specie se si pensa che «il contratto nazionale del settore pulizie - come ricorda lo stesso Giacomelli - prevede un minimo di 14 ore mensili e non meno di due ore al giorno di lavoro. Cosa che, nel caso delle lavoratrici della Centrogest è violato in maniera palese. Abbianio scritto più volte alla cooperativa di Bologna che, però, ci ha risposto solo una volta. Poi più nulla, ma ora siamo arrivati a una situazione che non è più sostenibile». Polvie-MiffiY. in la afn aáairnra( re Sanità Pisa e provincia Pagina 15 DISAGI IN VISTA Sanítà, due 910mate di agítazìone Indetto uno sciopero per domenica 1 maggio e un altro per il 3 1 PISA Due scioperi che interesseranno il mondo della sanità sono stati proclamati per domenica 1° e martedì 3 maggio. In particolare: l'associazione l'Unione sindacale Usi Ait ha proclamato sciopero nazionale per l'intera giornata di domenica 1° maggio. E le associazioni sindacali Fp Cgil, Fp Cisl, Uil Fpl e Uil Pa hanno proclamato uno sciopero generale regionale di tutte le categorie pubbliche e private per l'intera giornata o turno di lavoro di martedì 03 maggio. Per quanto riguarda la Sanità Pubblica, lo sciopero interessa sia personale convenzionato (medici di famiglia, pediatri di libera scelta, continuità assistenziale) sia personale dipendente del comparto e della dirigenza (Area III - Dirigenza SPIA e Area IV - Dirigenza Medica e Veterinaria) . L'Asl si scusa anticipatamente con i propri utenti per eventuali disagi nell'erogazione dei servizi sanitari sia territoriali che ospedalieri (prelievi, visite ambulatoriali ecc) e amministrativi (prenotazione esami, libera professione ecc) che si dovessero manifestare. Come previsto dalla normativa, saranno comunque garantiti tutti i servizi minimi essenziali previsti per il settore della Sanità e, per quanto riguarda le attività connesse all'assistenza diretta ai degenti, sarà data priorità alle emergenze e alla cura dei malati più gravi e non dimissibili, come il Pronto Soccorso; servizi di assistenza domiciliare; - attività di prevenzione urgente (alimenti, bevande, etc..); - vigilanza veterinaria; attività di protezione civile; attività connesse funzionalità centrali termoidrauliche e impianti tecnologici. Polvie-MiffiY. in la afn aáairnra( re Sanità Pisa e provincia Pagina 16 Finiscono in ospedale tre agenti aggrediti dentro il Don Bosco 1 PISA Tre agenti della polizia penitenziaria sono stati aggrediti nel carcere di Pisa dove prestano servizio nel reparto giudiziario. A denunciarlo è il segretario provinciale del sindacato Osapp Alessio Vetri. «Intorno alle 12 - si legge in una nota a firma di Vetri - un collega addetto alla sezione 'piano terra A', nel sedare una rissa tra un albanese ed un tunisino, ha riportato una con- tusione alla mano. Un paio di ore dopo un detenuto maghrebino, ristretto nella sezione 'piano terra isolamento B', durante l'immissione nel cortile passeggi, preso da un raptus d'ira dovuto alla notifica di numerosi rapporti disciplinari notificati qualche minuto prima, ha aggredito un collega afferrandolo per il collo e provocandogli contusioni ed escoriazioni. Nel placare la situazione anche un altro collega ha dovuto ricorrere alle cure mediche. Lo stesso detenuto, durante la mattinata aveva gi sputato addosso e provato a lanciare del caffè bollente ad un infermiere e allo stesso agente che poi ha sedato la prima rissa. I colleghi sono dovuti ricorrere alle cure del pronto soccorso dell'ospedale Cisanello, con lesioni ritenute guaribili rispettivamente in 5, 6 e 15 giorni. Inoltre, verso le 20 un detenuto ha tentato di 'tirare' verso le sbarre un'infermiera». Lo stesso detenuto della "Sezione Isolamento B" alle 20.10, durante la somministrazione della terapia farmacologica, ha afferrato la mano dell'infermiera cercando di tirarla verso il cancello della camera detentiva. «Da tempo - aggiunge - la segreteria provinciale dell' Osapp sostiene che simili episodi siano soprattutto frutto della scarsità di risorse messe a disposizione del settore. Chiediamo un intervento deciso a tutela della sicurezza sia di chi in carcere costretto a viverci e di chi deve lavorarci». VRIPRODIRIO> E RISERVATA I ni estite sulle shìxe. edamrraKiadi pu wi r.Slio ulpo i.j. 1 Sanità Pisa e provincia Pagina 17 la baracca a tre gnorate le denunce H Pisa, l'uomo e stato arrestato. I se izì socí lí.• « Caso Tommaso strambi ma- PISA della scarpa UN'I M P RO NTA sull'addome della piccola Samantha ha incastrato Tonino Krstic, 33 anni, serbo, residente a Prato ma da qualche tempo domiciliato a Calambrone. L'hanno rilevata i carabinieri quando l'altra notte sono intervenuti in quel lembo di terra che unisce Pisa a Livorno. Un segno, inequivocabile, di violenza. Percosse che erano il `pane' quotidiano in quella baracca diventata dimora di Krstic e della nuova compagna, Francisca, al terzo mese di gravidanza, che per lui aveva abbandonato il marito e un altro figlio in Liguria. Botte (ci sono anche le cicatrici provocate dalle fibbie delle cinture) e violenze consumate nei confronti della donna e della bambina e cristallizzate su quel corpicino trovato, esanime a terra, in quell'unica stanza della stamberga odierna che un tempo ospitava una pizzeria. «Sette, otto mesi fa - sussurra la donna, nata 30 anni fa nella Repubblica Dominicana - ho provato a tornare in Liguria da mio marito cui è rimasto l'altro mio figlio, ma non mi ha voluto. Non sapevo più che fare, così sono ritornata qui, da Tonino». Nell'inferno di una baracca in cui mancava anche l'elettricità e il bagno era all'esterno. Tra rimasugli di ferro che Tonino prendeva chissà dove e chissà come. «Sono tornata qui, anche se lui spesso alzava le mani su di me e sulla mia Samantha, come quando al mare l'estate scorsa le infilava, di forza, la sabbia in bocca». Ora lei è ricoverata all'ospedale di Cisanello sotto choc. Lui, invece, è stato arrestato. Al momento con l'accusa di lesioni personali e maltrattamenti in famiglia e minacce, ma stamani dopo l'autopsia la sua posizione potrebbe aggravarsi: potrebbe essere incriminato di omicidio preterintenzionale. Ma a questo punto poco importa. Sono sottigliezze da aula di Tribunale. QUELLO CHE LASCIA disarmati è che nessuno sia mai intervenuto prima. Che nessuno abbia sottratto Samantha da questo inferno quotidiano. Nei confronti di Krstic i carabinieri avevano diverse denunce per maltrattamenti e violenze. Ma nessun giudice l'ha fermato prima. E nello stesso tempo né i servizi sociali, né le istituzioni sono interve- La piccola viveva con la mamm a e il patrigno in una baracca . Sul corpicino molte cicatrici p ati ï gno o 1 segnalato>> nute in una situazione di degrado e miseria. L'assessore comunale di Pisa, Sandra Capuzzi, sostiene che «il rammarico più grande è quello di prendere atto che nessuno, all'interno della nostra comunità, abbia ritenuto utile segnalare questo problema». G IA, ma perché non intervenire prima e gridare solo ora allo scandalo? La verità è che Samantha non è morta di botte mercoledì scorso. La verità è che Samantha è morta ogni giorno, in questi tre anni, in cui la società si è girata dall'altra parte. E non ha voluto vedere oltre quella porta di una baracca collocata suel Litorale pisano, non in una favelas del terzo mondo. «Purtroppo la situazione era com pletamente sconosciuta ai servizi sociali del territorio: nessuno l ' aveva m ai seg nalata ». Lo ha detto in una nota , espri mendo «disappunto e rabbia», il presidente della Società della Salute della zona pisana , Sandra Capuzzi. 1 CELLA Tonino Krstic, serbo, è stato arrestato Sanità Pisa e provincia Pagina 18 SQUALLORE A sinistra: un momento del l'intervento delle forze dell'ordine, mercoledì sera, nella baracca a Calambrone dove è stata uccisa la bambina di tre anni. A destra: la nostra cronista Francesca Bianchi all'interno della baracca, accanto al passeggino della piccola vittima (Foto Valtriani) Sanità Pisa e provincia Pagina 19 L' INTERVENTO di GIOVANNI B. PESCE* CASO PIOMBINO ED EPILE SSIA BASTA LEGAMI L'EPILESSIA fa di nuovo notizia con il crimine, ma ora assistiamo a un vero salto di qualità che ci prefigura ulteriori possibili sviluppi: questa patologia, che solo in Italia colpisce oltre 300mila persone, avrà responsabilità per le stragi terroristiche? La responsabilità penale nel nostro Paese è individuale e nel coniugarla con una patologia si criminalizzano tutti coloro che la subiscono. Nel caso di Piombino, rispetto a quello di Cogne, la persona con epilessia, a causa della sua patologia o dei farmaci che la, dovrebbero curare, è additata da possibile omicida a serial killer. E' dall'arresto dell'infermiera Fausta Bonino, indagata per l'omicidio di 13 persone ricoverate nel reparto di rianimazione dell'ospedale Villamarina di Piombino, che si cerca di coniugare questi omicidi seriali con l'epilessia. Un tragico ritorno a logiche deterministiche ed Sanità Pisa e provincia eugenetiche che furono la, base culturale per le stragi naziste delle persone con disabilita. Chiediamo che la, ricerca delle responsabilità penali per questi omicidi non venga strumentalmente riportata a una patologia o a possibili effetti collaterali di farmaci prescritti da medici su autorizzazioni ministeriali criminalizzando oltre 300mila italiani con epilessia. Vogliamo andare in prima pagina per annunciare l'approvazione di una proposta di legge che rimuova le persistenti cause che ci descriminano non appena, ci viene certificata l'epilessia, dalla perdita del lavoro alla mancanza del riconoscimento di detta invalidità per accedere alle agevolazioni inclusive come per altre patologie invalidanti, non per arbitrari collegamenti con fatti criminosi. *presidente nazionale Aice - Associazione italiana contro l'epilessia Pagina 20 PIA Bimba di tre anni morta in baracca, in carcere il compagno della madre È morta a soli 3 anni vivendo gli ultimi mesi della sua vita da "invisibile". Uccisa forse dalle percosse di un uomo violento e irascibile che non sopportava i suoi guai di salute e che con ogni pretesto la picchiava, lasciandole sul corpo ecchimosi e segni inequivocabili, anche dì cinghiate. La piccola, morta ieri sera in una baracca fatiscente sul litorale pisano, e la sua famiglia erano totalmente sconosciuti ai servizi sociali del territorio. II compagna della mamma, Tonino Krstic, serbo di 33 anni, è finito in carcere con un'accusa infamante: maltrattamenti in famiglia e lesioni. La madre, ora ricoverata in stato di choc all'ospedale di Pisa, ha ammesso le violenze e le frequenti botte dell'uomo, su di lei e sulla bimba. II padre della piccola, che risiede a Rapallo (Genova), è scoppiato in lacrime davanti ai carabinieri che gli hanno raccontato le ultime vicissitudini della sua bambina. La madre sì era allontanata da lui circa un anno fa, dopo avere conosciuto in chat il serbo: aveva lasciato la Liguria e accettato di vivere in quel tugurio di Pisa. In consiglio comunale, il sindaco Marco Filippeschi ha aperto la seduta definendo la morte della piccola «una tragedia dell' emarginazione e della solitudine». L'assemblea cittadina ha osservato un minuto di silenzio. Sanità Pisa e provincia Pagina 21 Muore a tre anni fermato l'uomo della madre Una bambina di tre anni è morta nella casa-baracca in cui viveva con la mamma e il nuovo compagno di lei a Calambrone, nel Pisano, a due passi dal mare. E stata la donna, di origini domenicane, a dare l'allarme nella notte: «La mia bambina sta male». Ma quando è arrivato il 118 la piccola aveva già smesso di respirare. I carabinieri hanno trovato ecchimosi sul corpo e oggi verrà eseguita l'autopsia per indagare le cause del decesso. La mamma in stato di shock è ricoverata in ospedale: ha raccontato che da qualche giorno sua figlia aveva la febbre. I militari hanno fermato Tonino Krstic (foto), serbo, 31 anni per lesioni e maltrattamenti. É emerso, da accertamenti, che picchiava la compagna. Lui si dice innocente. Ai servizi sociali non conoscevano quella famiglia che viveva nella baracca, fra stracci, rifiuti e marginalità. mRICftO[JULONE NIíERVATA Sanità Pisa e provincia Pagina 22 e ^ -19 N, Vìa fl rene, ma e quello sbagliato Lucca, lo scambio nella sala operatoria del San Luca durante l'intervento per un tumore wcCA Gravissimo errore medico all'ospedale San Luca di Lucca. A un paziente malato di tumore a un rene, in sala operatoria è stato asportato l'organo sano. Un errore, avvenuto qualche giorno fa e emerso !eri, che ha mandato in tilt tutta l'Azienda sanitaria Toscana Nord Ovest. Ieri, attorno alle otto di sera, il risk manager dell'AsI lucchese, Maurizio Martelloni, ha telefonato a Firenze per allertare il Rischio clinico regionale. Sarebbe emerso che, malgrado il paziente fosse affetto da un tumore al rene sinistro, un radiologo avrebbe compiuto un errore nella trascrizione del referto della Tac indicando quello destro come malato. Successivamente l'equipe chirurgica non avrebbe compiuto tutte le procedure previste nel caso: di norma per l'asportazione del rene si compie una uretoscopia che consente di individuare la posizione esatta del tumore. Questo esame non sarebbe avvenuto e, quindi, in sala operatoria l'errore è diventato a quel punto inevitabile. Al San Luca si sarebbero resi conto, ieri, dello scambio di rene, quando in sede di esame istologico in laboratorio si so- Sanità fiorentina e toscana L'ospedale San Luca di Lucca no resi conto di avere davanti un organo sano. Di lì, le verifiche e l'evidenza dell'errore. L'ospedale in serata ha preso contatto con i famigliari del paziente: prima dovrà spiegare quello che è accaduto in sala operatoria, poi dovrà illustrare le possibili soluzioni per rimediare al fatto che l'uomo ora ha un solo rene e malato. In sanità, oggi, uno scambio di organo è considerato ormai un errore «inammissibile». Eppure succede: in Toscana risultano due casi negli ultimi dieci anni; uno, soltanto un paio di anni fa, all'ospedale di Ponte a Niccheri a Firenze, ci fu un altro scambio di rene. Da anni, le procedure si sono affinate per evitare questo genere di errori: uno dei passaggi chiave della «check list» avviene in fase preoperatoria, quando chirurgo e aiuto chirurgo, assieme, segnano sulla pelle del paziente con un pennarello o una matita la parte da operare, sulla base di lastre e referti. Nel caso del San Luca questa procedura è stata compiuta, ma lo scambio che sarebbe stato fatto a monte in radiologia l'ha resa vana. E la mancata uretoscopia avrebbe impedito di rendersi conto della situazione. Cosa succede a un paziente con un rene malato e quello sano rimosso? «Il rene rimosso dopo poche ore non è più utilizzabile - spiega il professor Marco Carini, a capo dell'equipe di urologia di Careggi - Le possibilità sono due: o compiere, se possibile, un intervento di rimozione parziale del rene malato per salvare la parte sana, o ricorrere al trapianto: anche se la parte operata non può accogliere un nuovo organo, i reni trapiantati si collocano più in basso rispetto alla sede naturale». Giulio Gori (ha collaborato Simone Dinelli) Pagina 23 NUOVO STRUMENTO DALLA REGIONE cresce la scuola dï robotica CRESCE il Polo di chirurgia robotica: arriva un nuovo robot alla scuola di formazione di Grosseto. La Regione ha voluto infatti supportare la Scuola internazionale dell'ospedale Misericordia con nuovo strumento a doppia consolle. «La chirurgia del futuro - afferma l'assessore regionale Stefania Saccardi - sarà sempre meno invasiva e l'utilizzo del robot per interventi ad alta complessità sarà sempre più lo standard negli ospedali. La chirurgia robotica possiede infatti tutti i vantaggi della chirurgia tradizionale, cui si aggiungono i vantaggi della visione tridimensionale e della possibilità di ruotare a trecentosessanta gradi le pinze manovrate dal chirurgo alla consolle». La Scuola internazionale di Grosseto, primo centro didattico in Italia, ha avviato la propria attività nel 2003 con un robot interamente dedi- Sanità fiorentina e toscana cato alla didattica, utilizzato per simulare gli interventi. A Grosseto si sono formati oltre 800 chirurghi provenienti da 26 paesi diversi, grazie al team di professionisti della regione e alla collaborazione con altri centri italiani e stranieri che hanno messo a disposizione la docenza dei maggiori esperti al mondo in questo campo. La Scuola di Grosseto, inoltre, è sede della Scuola speciale di Robotica dell'Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani. E' coordinata da Pietro Paolo Bianchi e presieduta da Pier Cristoforo Giulianotti. «Il nuovo robot - ha commentato il direttore Enrico Desideri (nella foto) - darà un ulteriore impulso alla nostra chirurgia mininvasiva e all'attività della Scuola aggiungendo prestigio all'ospedal'e Misericordia, confermandone la leadership nella comunità scientifica internazionale». Pagina 24 Evento sanità:. « B asta , e bo icottato dalla segreteria» «MANCA ormai co più di 24 ore all' inaugurazione e all' iniziativa del mio circolo Pd salute e sanità e ad ora nessuna comunicazione dal Pd cittadino riguardo l'evento, nessuna mail a tesserati e nessuna pubblicazione sulla pagina fb ufficiale». Alberto Lenzi (nella foto) del circolo Pd sanità, ieri sul suo profilo Facebook ha denunciato l'indifferenza della segreteria nei confronti dell'evento. «Ho telefonato in via Donnini - continua e le gentilissime ragazze mi hanno detto "si è da una settimana che sappiamo ma non è arrivato l'ok " mi appello alla commissioni di garanzia territoriale e comunale. Basta un Pd chiuso e autoreferenziale che boicotta gli eventi dei circoli». L'EVENTO di o° alle 17,30 s'intitola «Nuova Sanità» e si terrà al circolo Norfini in via Salviano 52. Parteciperanno Pietra Molfettini segretaria del circolo salute e sanità, Manuela Granaiola senatrice Pd membro dlela commissione sanità del Senato, Giorgio Del Ghingaro sindaco di Viareggio ed ex presidente Federsanità Toscana, Ina Dhimgjini assessore alla sanità del Comune e i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil. Sanità fiorentina e toscana Pagina 25 Morti in corsia Mugnai chiede aggiornamenti alla Regione - PIOMBINO «LA GIUNTA torni in aula a riferire sui nuovi sviluppi» questa la richiesta del presidente di Forza Italia Stefano Mugnai avanzata e accolta ieri in Conferenza dei Capigruppo in Regione. «Se in quella corsia dell'ospedale di Piombino c'era un killer che ha operato incredibilmente indisturbato per mesi, questa è una tragedia. Se però invece il killer non c'era, come potrebbe profilarsi all'orizzonte degli ultimi sviluppi della vicenda investigativa e giudiziaria, allora qui siamo davanti a qualcosa di più e di peggio per il sistema sanitario toscano: insomma se non esisteva un "killer in corsia", qualcuno potrebbe pensare che la corsia stessa sia il killer». Sanità fiorentina e toscana «RISPETTO a questa intollerabile eventualità, ho chiesto e ottenuto - spiega Mugnai - che all'ordine del giorno della prossima seduta di consiglio regionale sia inserita una nuova comunicazione della giunta sui fatti di Piombino». Così presidente del gruppo regionale di Forza Italia Stefano Mugnai che, anche nella sua veste di vicepresidente della Commissione sanità, segue la vicenda degli almeno 13 morti per overdose di eparina verificatisi nel reparto rianimazione del Villamarina di Piombino con grande attenzione. I fatti sono emersi a seguito della misura di custodia cautelare a cui, il 31 marzo scorso, era stata sottoposta l'infermiera Fausta Bonino o accusata di aver provocato quei decessi, tramite la somministrazione non terapeutica di alti dosaggi di eparina. Il provvedimento però stato annullato nei giorni scorsi dal tribunale del riesame, e l'accusata è stata scarcerata. «Le ultime risultanze - ribadisce Mugnai - richiedono che la giunta torni a riferire in aula». Pagina 26 MAN CATA N OM I NA PER TA ELLI I nostra città continua perdere peso Pepresidenza ci batte anche Cecina UN'ALTRA picconata a Lucca e alla sua possibilità di farsi valere da posizioni di rilievo. Che arriva, tanto per cambiare, dalla Regione Toscana e dagli accorpamenti da questa decisi. Come le macro aree Asl. La scelta di quella Nord Ovest (dove Lucca è inserita con la sua ex Usl 2 insieme alle aziende sanitarie delle provincie di Livorno, Pisa e Massa) che ha nominato come presidente della conferenza aziendale dei sindaci il primo cittadino di Cecina, Samuele Lippi, lascia la città ancora una volta in un ruolo subordinato rispetto a dinamiche che paiono essere dettate principalmente dagli equilibri interni al Pd. A essere eletto con i voti dei primi cittadini, quasi tutti a targa Pd, infatti, è stato un sindaco di strettissima osservanza di partito, nonché già segretario territoriale del Pd e nonostante Cecina non arrivi a Sanità fiorentina e toscana 30mila abitanti quando all'interno della conferenza vi sono ben quattro capoluoghi di provincia. Il sindaco di Lucca Tambellini, arrivato alla presidenza della conferenza dei sindaci della Us12 solo lo scorso anno grazie anche a un accordo con il sindaco di Capannori, si è dovuto accontentare di un posto nell'organo direttivo assieme ai sindaci di Massa, Pisa e Seravezza. Praticamente un monocolore Pd che ha esautorato, per Livorno, lo stesso sindaco Nogarin, eletto con il 5 Stelle, come pure per Viareggo un altro sindaco non espressione Pd qual è ormai Giorgio Del Ghingaro. E la preoccupazione di molti, ancora una volta, è che Lucca, come in passato è accaduto per Ctt Nord, come rischia di essere per Gesam e per tante altre partite aperte, finisca per restare in posizioni di rincalzo. Pagina 27 Medici nel reparti: « patetica» NESS UNO ha risposto al campanello, nessuno neanche al telefono in reparto (il setting B) all'ospedale S.Luca, dove il dottor Umberto Quiriconi si era recato per visitare un proprio assistito: così è rimasto chiuso fuori, in attesa. I dispositivi ideati per l'accesso dei medici ai reparti , ricordati nella replica dell`Asl, non hanno funzionato. «La patetica giustificazione della direzione dell° ospedale S.Luca - torna a sottolineare Quiriconi - sarebbe anche appropriata se, come non è avvenuto, qualcuno avesse risposto al telefono . Capisco che ciascuno deve tenere il suo ruolo, ma c'è un limite a tutto». Sanità fiorentina e toscana Pagina 28 Dal ministero lo milioni per i vaccini Abbiamo ricevuto da Roma la comunicazione che sono in arrivo i lo milioni promessi dal ministro Lorenzin perla vaccinazione contro il meningococco C. Voglio ringraziare la Presidenza dei Consiglio e il ministro, che hanno rispettatogli impegni presi e confermato il sostegno alla campagna perla vaccinazione della Regione». E la dichiarazione dell'assessore alla salute Stefania Saccardi . «L'impegno del governo sottolinea - è anche il riconoscimento della correttezza delle azioni della Toscana. Ricordo che la vaccinazione è l'unico strumento valido per contrastare il batterio. Ora che anche i medici di famiglia partecipano attivamente, quindi rinnovo il mio invito ai cittadini a vaccinarsi». Sanità fiorentina e toscana Pagina 29 Robot a Grosseto Firenze ha deciso Dopo allarmi e polemiche la Regione annuncia: il Da Vinci XI al Misericordia, che resta polo di foazioneinternazionale di Gabriele Baldanzi 1 GROSSETO L ufficiale. Arriverà presto il nuovo robot alla scuola di formazione internazionale di chirurgia mininvasiva-robotica dell'ospedale Misericordia di Grosseto. La Regione Toscana, dopo le polemiche dei mesi scorsi e le promesse dell'assessore Stefania Saccardi, intende supportare concretamente la scuola. La nuova macchina - il Da Vinci XI di ultima generazione, a doppia consolle - sostituirà quella in uso negli ultimi anni, ormai obsoleta. L'apparecchio servirà ai luminari che ruotano intorno alla scuola, ma permetterà anche di migliorare, nel loro complesso, le attività di chirurgia robotica e la sicurezza dei pazienti sottoposti a intervento. Ad annunciarlo ieri è statala stessa Saccardi: «L in corso una trattativa con la casa pro- II dottor Paolo Pietro Bianchi e (a destra) un intervento con il robot duttrice dei robot per la sanità, grazie alla quale arriverà il nuovo apparecchio per la scuola internazionale di formazione di Grosseto». Con la riorganizzazione del sistema sanitario regionale e il rafforzamento del livello di area vasta viene quindi potenziato anche il polo regionale di chirurgia robotica. Il ruolo strategico di programmazione, come aveva spiegato a suo tempo il direttore generale dell' aslona Arezzo-Siena-Grosseto Enrico Desideri, viene affidato al Comitato regionale di coordinamento, unica cabina di regia in cui assumere le decisioni strategiche sullo svilup- po di questo settore di avanguardia per la sanità toscana. Grosseto entra in una dimensione più grande. E la robotica chirurgica, in futuro, verrà sempre più spalmata. La Regione sta creando una sorta di grande istituto, da governare come struttura unica. «Abbiamo ricostituito il comitato scientifico del polo robotico regionale - prosegue la Saccardi - con il compito di dettare le linee guida per una maggiore appropriatezza d'uso e verificare e monitorare i risultati facendo riferimento a standard operativi e organizzativi per un utilizzo interdisciplinare, interaziendale e di area vasta, compresele attività formative e addestrative». Il comitato di coordinamento per tutta l'attività di chirurgia robotica sarà guidato da Franca Melfi, responsabile del Centro di chirurgia robotica dell'Aoup. La Saccardi non usa rli afipenAi Aell' \al ` iiii Sanità fiorentina e toscana fltl,llfllli iin Pagina 30 giri di parole: «Stiamo rivedendo l'allocazione di tutte le piattaforme nell'ottica di uno sviluppo di sinergie, valorizzando il ruolo della formazione e della simulazione». Enrico Desideri non nasconde la propria soddisfazione di fronte alle conferme che arrivano da Firenze. «Il nuovo robot - commenta - darà ulteriore impulso alla chirurgia mininvasiva e all'attività della scuola, aggiungendo prestigio all'ospedale Misericordia e confermandone la leadership nella comunità scientifica internazionale. Un primato che dura da molti anni, che porta a Grosseto tanti chirurghi, provenienti da tutto il mondo, che vogliono specializzarsi in questa tecnica, anche in momenti diversi rispetto ai corsi». "Il nostro obiettivo - conclude Desideri - è sviluppare questa attività in Area vasta e a livello regionale, con l'apporto e l'esperienza dei professionisti grossetani e delle altre realtà di chirurgia robotica presenti nelle tre province, sviluppando sinergie assistenziali e professionali in tutti i campi della chirurgiaspecialistica». oggi il convegno. Oggi, intanto, a Castiglione, all'hotel Riva del Sole, si apre un convegno internazionale sulle nuove frontiere nella cura del cancro del retto, organizzato da Paolo Pietro Bianchi, direttore della Chirurgia generale e mini invasiva dell'ospedale di Grosseto, in collaborazione con la Clinical robotic surgery association, la principale associazione mondiale di chirurghi robotici. Sono attesi 160 chirurghi provenienti da tutta Europa, con collegamenti in videoconferenza dalla Corea e dagli Stati Uniti. Sanità fiorentina e toscana Pagina 31 «Livorno ai margnu della m i Asi» Ferrucci (Fials) contesta il sindaco e chiede un referendum sulla ristrutturazione di viale Alfieri programma per la costruzione dell'ospedale a Montenero. Sempre nel solco di un ulteriore ottimismo e di buone relazioni con la Asl ci si entusiasma per la apertura del secondo padiglione ad ottobre dopo vari anni dal completamento dei lavori». Ferrucci continua tomando indietro nel tempo: «Abbiamo conosciuto stagioni difficili nel settore della sanità con sindaci subalterni alle decisioni della azienda con condotte omissive o conniventi che ci hanno condotto allo stato attuale. Purtroppo però chi si aspettava dalla attuale giunta una discontinuità con il passato si è sbaglia- 1 LIVORNO «Dunque il sindaco di Cecina Samuele Lippi è stato nominato presidente della Conferenza dei Sindaci dell'azienda toscana area vasta nord ovest il cui esecutivo è composto dai sindaci di Lucca, Seravezza, Massa e Pisa. Purtroppo anche con questo atto sono confermate le nostre preoccupazioni: la città di Livorno dopo avere perso la sede legale della nuova Asl non è entrata nell'esecutivo della conferenza dei sindaci. Everamente singolare che la città più popolosa all'interno dell'Asl, pur con il dovuto rispetto, conti meno del Comune di Seravezza». Massimo Ferrucci, segretario del sindacato Fials, il più rappresentativo all'ospedale di viale Alfieri, commenta con durezza l'esclusione di Livorno dal novero dei sindaci che decideranno del futuro della sanità sul territorio. «Siamo da tempo nella serie C della sanità toscana - dice - E non mi riferisco alle ottime professionalità presenti ma alle scelte operate per la copertura dei vertici della nuova azienda (direttore sanitario e amministrativo) e alle altre strutture dove è scarsa la presenza di professionisti livornesi. La programmazione fino ad oggi realizzata in area vasta ha penalizzato la città di Livorno». Secondo Ferrucci sono indicatori significativi in proposito il numero dei posti letto che è il più basso per la exAsl 6 tra tutti quelli delle ex aziende confluite nella nuova, il più basso numero di operatori in rapporto alla popolazione, la riduzione ai minimi termini di specialistiche importanti «con assurdi accorpamenti in nome di un modello per intensità di cure clamorosamente fallito». «Nell'ospedale di Livorno aggiunge Ferrucci - continuano a registrarsi grandi sofferenze e disagi per carenza di organizzazione e di personale al pronto soccorso, nel blocco operatorio, nelle medicine generali, a psichiatria». Poi arriva la bordata al sindaco Nogarin: «Mentre i diritti dei cittadini sono stati ridotti ci meraviglia il tranquillizzante messaggio diffuso dal sindaco di Livorno che racconta che il progetto per il nuovo ospedale concordato con laAsl Toscana nord ovest è già pronto e condurrà al superamento dell'accordo di to. Il sindaco di Livorno non ha mai preso una posizione critica nei confronti delle direzioni aziendali. Le buone relazioni che ha coltivato hanno incoraggiato le direzioni a continuare nelle clamorose violazioni dei diritti collettivi e individuali che ogni giorno avvengono nella sanità livornese. In questa nostra realtà non si riscontra una pur che minima programmazione; dove sono le Case di Salute? Quanto si spende per le attività domiciliari e come è quantificata e modulata l'offerta? Quanto e come è finalizzata la spesa per la prevenzione? La exASL 6 avrà nel piano assunzioni 2016 un aumento irrisorio di personale pari a 20 unità per tutte e quattro le ex zone (Livomo, Elba, Piombino, Cecina) ed ha ogni anno speso 11 milioni di euro meno per il personale rispetto al tetto di spesa di 187 milioni». Il Fials - annuncia Ferrucci - convocherà a breve una iniziativa di tutti i Comitati e delle forze politiche e istituzionali «per far uscire dalle segrete stanze progetti che interessano tutti i cittadini. La proposta per la ristrutturazione dell'attuale presidio ospedaliero in ossequio ai tanto declamati principi di democrazia diretta dovrebbe essere sottoposta a referendum». i n,<kl Sanità fiorentina e toscana illu.ì, tiu.ia Pagina 32 «La giunta torin m aula a riferw *e» Mugnai (Forza Italia) sulle morti sospette a Villamarina 1 PIOMBINO Stefano Mugnai «Se in quella corsia dell'ospedale di Piombino c'era un killer che ha operato incredibilmente indisturbato per mesi, questa è una tragedia. Se però invece il killer non c'era, come potrebbe profilarsi all'orizzonte degli ultimi sviluppi della vicenda investigativa e giudiziaria, allora qui siamo davanti a qualcosa di più e di peggio per il sistema sanitario toscano: insomma se non esisteva un "killer in corsia", qualcuno potrebbe pensare che la corsia stessa sia il killer. Rispetto a questa intollerabile eventualità, ho chiesto e ottenuto in confe- renza dei capigruppo che all'ordine del giorno della prossima seduta di consiglio regionale sia inserita una nuova comunicazione della giunta sui fatti di Piombino». Lo fa sapere il presidente del gruppo regionale di Forza Italia, Stefano Mugnai, che anche nella sua veste di vicepresidente della Commissione sanità segue la vicenda. «Le ultime risultanze richiedono che la giunta tomi a riferire in aula» aggiunge Mugnai, riferendosi alla scarcerazione dell'infermiera Fausta Bonino decisa dal Tribunale del riesame, per la quale si attendono ancora le motivazioni. Aferpi, ultime orc Ji u i r>a pur k fica Sanità fiorentina e toscana Pagina 33 w. QUANDO I SOCCORRITORI ARRIVANO Si RENDONO CONTO SUBITO CHE QUALCOSA NON VA E CHIAMANO I CARABINIERI L ' TONINO KRSTIC E' STATO INTERROGATO PER ORE NELLA CASERMA DI MARINA POI ALLE 4 DEL MATTINO ESCATTATO L'ARRESTO L'impronta delle scarpe sull'addome te os patrï o f to • C ì • • gn Segni iviolenze eecchimosi in di TOMMASO STRAMBI VARCARE quel cancello l'altra sera non è stato facile. E' stato come entrare nel girone dei dannati. Anche per chi, per lavoro, con l'orrore umano ci si confronta ogni giorno. Ma a certe situazioni non ti abitui mai. Perché il corpicino senza vita di una bambina è sempre un calcio in pieno volto. Soprattutto quando è disteso a terra, in una stanza che di casa non ha neanche l'ombra. Poi, ti avvicini e l'orrore che ti si manifesta è ancora più grande di quello che puoi immaginare. Quando alzi la magliettina che avvolge quel corpo e noti quell'impronta della scarpa impressa sull'addome. Per un momento chiudi gli occhi. Ti viene naturale. E quando li riapri ti accorgi che è tutto il corpo ad essere martoriato. Ci sono segni inequivocabili, quelli che lasciano le fibbie della cintura. Datati e anche più recenti. Il vocabolario giuridico ti porta a scrivere «segni di percosse e maltrattamenti». Un abominio, sempre. Ancor di più quando sono perpetrati nei confronti di una bambina di soli tre anni. Segni che parlano, che raccontano l'incubo di una creatura indifesa. Speri sempre di aver visto male, di esserti sbagliato. Poi, però, arrivano le parole a confermarti quello che era un sospetto. COSÌ È successo mercoledì notte, quando i carabinieri della Compagnia di Pisa, guidati dalla capitana Cristina Spina e dal capitano Michele Cataneo del nucleo Servizi sociali mï mai il corpo della piccola S investigativo, hanno iniziato ad ascoltare la mamma di quella bambina. Benché sotto choc, ad un certo punto capisce che l'incubo è terminato. Non ci sono più scuse. E, allora, davanti al pm Giancarlo Dominijanni, e al comandante provinciale del carabinieri Andrea Brancadoro, inizia a raccontare di questo amore malato. Un amore nato per caso, su una chat, più o meno un anno fa. Il racconto di Francisca è una carrellata infernale di violenze e di abusi. Le ultime subite proprio nel pomeriggio di mercoledì. Prima lei, poi la sua Samantha. Tra le lacrime emerge un quadro di miseria e di disperazione. «Sette, otto mesi fa - sussurra la donna nata 30 anni fa nella Repubblica Dominicana - ho provato a tornare in Liguria da mio marito a cui è rimasto l'altro mio figlio, ma non mi ha voluto. Non sapevo più che fare e così sono ritornata qui, da Tonino». Nell'inferno di una baracca in cui mancava anche l'elettricità e il bagno era all'esterno. Tra rimasugli di ferro che Tonino prendeva chissà dove e chissà come. «Sono tornata qui, anche se lui spesso alzava le mani su di me e su la mia Samantha, come quando al mare, l'estate scorsa, le infilava, di forza, la sabbia in bocca». E' un calvario di disperazione e miseria. Il quadro che ne emerge altro non è che la conferma di quanto i soccorritori (i primi ad entrare allarmati dalla telefonata disperata della donna: «mia figlia è immobile, priva di vita») e gli investigatori hanno visto subito. e t t LUI, intanto, Tonino Krstic, 33 anni, seduto in una stanza della caserma dei carabinieri di Marina prova ad allontanare da sé i sospetti «Non ho fatto nulla», continua a ripetere come un mantra. «Si è sentita male - spiega - non so cosa sia potuto accadere. La bambina era malata, aveva la febbre». Una litania che, però, non regge. Non convince nessuno. Poi quelle parole della donna lo incastrano definitivamente e per lui scattano le manette con l'accusa di maltrattamenti in famiglia e minacce. Adesso sarà l'autopsia - che sarà eseguita questa mattina dal professor Alessandro Bassi Luciani - a dirimere gli ultimi dubbi e a far cambiare eventualmente la scena in un omicidio. Preterintenzionale o meno a questo punto importa poco, solo a quantificare la pena. Il dramma è che Samantha non c'è più. E forse, a guardar bene, è già da tempo che è morta. Senza mai poter sorridere, spensierata e felice, come devono essere i bambini di tre anni. Pagina 34 dï Tommaso Strambi S IAMO TUTTI RESPONSAB I LI L'ORRORE è lì. In quel corpicino martoriata Esanime, su un tavolo della medicina legale. Freddo, come tutta questa storia che ci colpisce allo stomaco, con violenza. Samantha non è morta mercoledì sera in una baracca di Calambrone. Samantha è morta tre anni fa, quando è nata. Non è un paradosso, solo la pura, drammatica verità di cui tutti noi siamo responsabili. Perché se quell'essere - che è difficile definire uomo - l'ha colpita sino ad ucciderla (una o più volte a questo punto è solo una sottigliezza da aula di Tribunale) non è colpa solo di una madre in crisi esistenziale. E'soprattutto colpa di un sistema che non ha saputo vedere, non ha saputo guardare oltre quel cancello di un'esistenza al limite. I carabinieri Tonino Krstic lo avevano denunciato per maltrattamenti già diverse volte, eppure nessun giudice l'ha fermato prima. Mancava la querela, si dirà, e per applicare certi reati è necessaria. E' vero, non c'è dubbio. Ma il raccapriccio provato dai soccorritori e dai militari l'altra notte forse si poteva evitare. Dov'erano i servizi sociali? Dov'erano le istituzioni? Non siamo una favelas. Siamo sul Litorale pisano, nella Toscana modello di integrazione e di welfare. Se davvero quel modello funzionasse, allora, Samantha sarebbe stata tolta prima da quel contesto di miseria umana e disperazione. Questo orrore ci colpisce come la grandine quando arriva violenta a tagliarti il viso laddove un attimo prima c'era il sole. Ma qui, in questa storia, il sole non è mai sorto, un'alba non c'è mai stata. Solo esistenze vissute nell'ombra della marginalità e della miseria. E nessuno hai mai alzato lo sguardo oltre quel cancello, un tempo pizzeria e dunque luogo di socialità. E' un pugno nello stomaco, di cui tutti siamo responsabili. Servizi sociali 01#61%1 1 1 1 , Vw, //i i /„n', ....,r( /// ! ' Pagina 35 MM 1 11' 1_;b_„1111,,,,,,,,,,,,j, _, , -1 À «I Tessuno ha mai denunciato la situazione» «IL RAMMARICO più forte, che deve bussare prepotentemente alle coscienze di tutti noi, è costituito dal senso generale di indifferenza che sta dominando la nostra comunità». Sandra Capuzzi, assessore ai servizi sociali del Comune e presidente della società della salute della zona pisana, all'indomani della tragedia di Calambrone che ha visto il triste epilogo nella morte di una bambina di soli tre anni, non nasconde lo choc. Un contesto di marginalità sociale e un degrado avanzato sono stati, di fatto, gli ultimi momenti che hanno segnato la vita della piccola vittima. Ma, fino a mercoledì sera, quando è stato allertato il 118 e i carabinieri del nucleo investigativo, davvero questa realtà era totalmente sconosciuta? Nessuna segnalazione era, infatti, giunta alle orecchie dei servizi sociali? Assessore, eravate a conoscenza di questa drammatica storia? «Nella maniera più assoluta. Un altro fulmine a ciel sereno. Il rammarico più grande è quello di prendere atto che nessuno, all'interno della nostra comunità, abbia ritenuto utile segnalare questo problema. E' stato smarrito il senso di rete sociale ed è stato fagocitato da un'indifferenza galoppante, da un qualunquismo, tal- Servizi sociali volta mescolato ad egoismo, che non ha permesso un intervento dei servizi sociali. Ma ci tengo a precisare un aspetto...». Dica.... «Noi, come società della salute e come amministratori, possiamo intervenire solo se siamo a conoscenza di una situazione di pericolo. Non è umanamente possibile conoscere le storie e le difficoltà delle 90mila persone che abitano Pisa. C'è bisogno dell'aiuto di tutti. Del singolo cittadino in primis, ma anche del medico di famiglia piuttosto che del postino che, in una determinata occasione, ha notato qualcosa di strano. Le situazioni anomale o che presenta- no presunte anomalie vanno sempre portate alla luce. Solo in questo modo si attivano i canali giusti e si agisce tempestivamente». Cosa si può, dunque, fare? «Evitare di tamponare casi gravi con la logica del `fai da te' che, spesso, non è risolutiva. Ognuno di noi può fare qualcosa: diventiamo sentinelle del nostro territorio e attiviamo una rete solidale importante. Ricevo spesso segnalazioni di persone che provano fastidio alla vista di senza tetto ai bordi delle strade. Non limitiamoci a segnalare il fastidio bensì creiamo un sistema complementare sinergico che abbatta alla radice un'indifferenza ghettizzata». Francesca Franceschi Pagina 36 02 111 2°2".ß%J Al rammarico più forte, che deve bussare alle coscienze di tutti noi, è costituito dal senso generale di indifferenza che domina la nostra comunità» Sandra Capuzz i «Estato smarrito il senso di rete sociale ed è stato fagocitato da un'indifferenza galoppante, da un qualunquismo , talvolta mescolato ad egoismo» Assenza di denunce «Noi, come società della salute e come amministratori , possiamo intervenire solo se siamo a conoscenza di una situazione di pericolo». Servizi sociali Pagina 37 PARLA SARA PAL : NEL 2008 L' MARITO UCCISE I FIGLI E Si TOLSE «oono vicina a quella m di GUGLIELMO VEZZOSI «SONO vicina a quella mamma distrutta e disperata che ha perso una bambina di tre anni. Le sono vicina e sappia che se, avrà bisogno, io sono qui. Anche se posso testimoniare di persona che in quei momenti non si vuole vedere né sapere di niente e di nessuno. Il resto del mondo è un nulla. C'è solo un immenso vuoto e un dolore senza fine». Nessuno più di Sara Palla - alla quale sono stati strappati due figli, due bambini in tenera età - può comprendere la disperazione nella quale si trovi adesso Francesca, la giovane madre della piccola Samatha, la bimba di tre anni trovata morta lunedì sera in una baracca a Calambrone. Una brutta storia che ha lasciato tutti sgomenti e nella quale sono scattate le manette ai polsi del compagno della donna. E a tanti è tornata alla mente un'altra storiaccia, accaduta nel 2008, sempre a Pisa, che vide suo malgrado vittima e protagonista proprio Sara Palla. Una storia che commosse l'Italia: un vortice maledetto di ferocia e follia nel quale il marito di Sara, il fantino Simone Parola, incapace di rassegnarsi alla fine della loro storia, sfogò tutta la sua rabbia contro i figli, Rachele di 7 anni e Tommaso di 3, bruciando poi i loro corpi, prima di cospargersi anche lui di benzina e darsi fuoco in una piazzola, di notte, lungo l'argine dell'Arno. VITE spezzate che hanno lasciato altre vite spezzate . Prima di tutto quella di Sara, che in questi anni ha cercato faticosamente di risalire da un abisso di dolore . «Non c'è giorno ore e disperazione di che non pensi ai miei figli» ma sono VITA a straziata» proprio loro a infonderle forza e coraggio . «Tante persone mi sono state vicine e abbiamo organizzato iniziative per ricordare Rachele e Tommaso. In particolare sono sempre rimasta in contatto, in questi anni, con i compagni di classe di Rachele, che frequentava la seconda elementare : abbiamo continuato il progetto alimentare che avevano iniziato l'anno precedente - realizzare un orto - e lo abbiamo portato avanti per tutta la durata del ciclo scolastico. Con alcuni ex compagni di classe e le loro famiglie siamo in contatto . Inoltre mio padre è giudice di atletica leggera e mi ha aiutata nel promuovere una corsa dedicata a Tommaso . Con le donazioni ricevute abbiamo acquistato giocattoli per l'ospedale di Pontedera con il quale continuo a essere in contatto e infine c'è un parco parrocchiale, a San Prospero, dedicato ai miei piccoli, raffigurati nell'arco di legno posto all'ingresso». iíG % / Servizi sociali Pagina 38 É ACCUSATA DI AVER UCCISO IL FRATELLO MARCO. «TROPPI 70 GIORNI AGLI ARRESTI» • MarZlaCo è tornata. m libertà LIBERA. Marzia Corini da ieri non è più sottoposta alla misura cautelare degli arresti domiciliare. E`fisicamente' libera, ma è ancora grande il peso che si porta nell'anima, come lungo è l'iter giudiziario che la aspetta per difendersi dall'accusa di aver ucciso il fratello Marco, iniettandogli antidolorifici in dosi massicce. E chi ha avuto modo, ieri, di interagire con lei assicura che la buona notizia le ha fatto crollare addosso due mesi di tensioni, di vita da reclusa, di senso di impotenza. Ma una piccola grande vittoria l'ha ottenuta, con il giudice che accolto le richiesta di Anna Francini, l'avvocato difensore, revocando la misura nonostante il parere contrario della Procura. A carico del medico anestesista rimane il divieto di espatrio, che dovrebbe evitare il pericolo di fuga e che si traduce nell'impossibilità per la donna, iscritta al'Eire e impiegata negli ospedali di mezzo inondo, di lavorare. LA CORINI è stata arrestata a febbraio sulla base, come spiega l'avvocato Francini, «di un'accusa per omicidio volontario che è rafforzata da una contestazione di una brutta storia sull'eredità del fratello. Vicenda che sarebbe la ragione per la quale la Corini avrebbe ucciso». Ed è stata arrestata al rientro di uno dei suoi viaggi di lavoro. Tornava per trovare l'anziana madre e alcune telefonate l'avrebbero inguaiata. «Settanta giorni di misura cautelare sono troppi» ha tuonato l'avvocato, che già aveva rinunciato al Riesame, consapevole di avere, in quei giorni, poche chance circa la revoca della misura, e che fino a pochi giorni fa ha atteso che la Procura portasse avanti il suo lavoro. Nel frattempo, la Francini ha visto indagare l'infermiere Fabio Giannelli, originario di Vecchiano, dipendente dell'Asl pisana, colui che doveva essere un ottimo elemento di difesa per la Corini e ha scoperto «che le persone che noi avevamo chiesto alla Procura di ascoltare, non sono state sentite», mentre la Corini ha sostenuto due interrogatori, ribadendo la sua innocenza circa l'accusa di omicidio e chiarendo, ammettendola, la sua posizione in merito alla manomissione del testamento. «Settanta giorni sono tanti per raccogliere elementi probatori - conclude Anna Francini - . Settanta giorni sono troppi per chi si vede restringere la libertà personale». Valentina Conte AN-%% TES1STA Marzia Corini , per lunghi anni ha lavorato a Cisanello Servizi sociali Pagina 39 di Danllo Renzullo 1 PISA L'insalata lavata e sistemata in una scodella. Un peperone a pezzi accanto ad una melanzana affettata pronta per essere arrostita su un vecchio barbecue arrugginito o su una delle piastre adagiate su un paio di pietre nel bel mezzo di quello che, nell 'immaginario di quelle diverse esperienze diventate famiglia, sarebbe dovuto essere un piccolo giardino in cui la boscaglia che avanza è frenata dai fuochi appiccati per cucinare o per riscaldarsi. Ë tutto quel che resta, su un tavolo di legno adagiato nel mezzo di un cortile coperto da una tettoia consumata dal tempo e dalla ruggine, di quella che sarebbe dovuta essere una cena fugace a conclusione di una giornata normale, se così può essere definita l'ennesima serata scandita da violenze ed eccessi interrotte mercoledì scorso dalla tragica fine della piccola Samantha. Il suo cuore ha smesso di battere nel mezzo di questo tuguri o dove la sua breve esistenza ha dovuto fare i conti col degrado ambientale ed umano, i cumuli di rifiuti dai quali spiccano giocattoli usurati dal tempo e dall' incuria e l'abbandono di un pezzo di territorio che sembra terra di nessuno. L'ingresso principale, il cui accesso è su una via sterrata che conduce ad una casa abbandonata, è protetto da una staccionata di legno azzurra e da una porta di lamiera verde. «Area in sequestro penale», hanno scritto a penna i carabinieri su un foglio di carta. Pochi centimetri sotto un cartello avvisa della presenza di un cane addestrato. A popolare l'ex pizzeria trasformata in un rifugio di fortuna è però solo un gatto che scorrazza avanti e indietro tra i cumuli di rifiuti, vestiti, scarpe e decine di bombole del gas. Un silenzio irreale avvolge la struttura . Si affaccia su Viale del Tirreno, al confine con il territorio livornese, e la quiete è rotta ogni tanto dal tintinnio dell'acqua che senza sosta sgorga da un piccolo tubo di plastica per finire dentro ad un vecchio lavabo sistemato in un angolo della struttura che un tempo ospitava probabilmente la cucina del locale. Tutt'intorno, solo vecchi oggetti, copertoni, materassi e decine di paia di scarpe che quasi sommergono, insieme a nume- Servizi sociali La cena, i rifiuti in quella fave la fra gli invisibili Viaggio dentro la baracca in cui abitava la bimba di 3 anni morta a Calambrone rose stoviglie, il cortile che ospita anche il vecchio forno a legna della pizzeria. Oggetti che raccontano di esistenze vissute ai margini e fatte di espedienti. Al centro dello spiazzo un vecchio tavolo con la cena quasi pronta da consumare. A terra un sacchetto di tela con due confezioni di funghi champignon. A pochi metri di distanza una baracca di legno adibita a stanza da letto. L'elettricità as- sicurata da un generatore a benzina, che distribuiva corrente attraverso decine di cavi sospesi, e i servizi igienici rappresentati da un vecchio water in una sorta di cabina in cemento senza porta né finestre. Intorno rifiuti ed insetti. All'esterno una gabbia per uccelli disabitata e un orologio che indicale 10,47. Fermo. Come il tempo che in questa zona sembra non passare mai. Di fronte al tuguri o dove si è spenta la piccola Samantha, un al- tro rifugio che in passato è stato trasformato in una casa, oggi chiusa e "blindata" da lucchetti e barriere di compensato. Accanto un bagno pubblicizza l'affitto di ombrelloni e chalet. Contrasti e contraddizioni di un territorio al confine tra Pisa e Livorno dove la vita di Samantha non è riuscita a raggiungere quel livello minimo di dignità che dovrebbe essere assicurato a tutti i bambini. ALTRI SERVIZI ALLE PAG. 2-3 CRIPRODUZIONE RISERVATA la cena. i rifiuti in quella faïcla fra gli hnisibili Pagina 40 I SERVIZI SOCIALI Operatori di strada a caccia di emarginati ma solo in città. PISA «Era una situazione sconosciuta ai servizi sociali», ha detto Sandra Capuzzi, assessore al sociale e presidente della Società della Salute. Ma che Samantha fosse «un fantasma» peri servizi sociali del Comune non è forse soltanto per l'assenza di segnalazioni. E non è solo quella baracca a un passo dallo scolmatore ad essere fuori dai radar del sostegno alla marginalità. «Noi svolgiamo interventi di monitoraggio tutti i giorni dalle 14 alle 18, ma percorrendo il centro storico dalla stazione ai Bagni di Nerone, Marina, Tirrenia, Calambrone non sono di nostra competenza», dice Riccardo Cerchiai, responsabile dell'unità di strada di Arnera, la cooperativa a cui è affidata molta parte del sistema di welfare della provincia. Visti i numeri, quella degli operatori sociali - 4 in tutto - è una missione compiuta, che ogni anno si scontra però con una cronica riduzione di risorse. La squadra è una sorta di primo soccorso per la disperazione. Clochard, tossicodipendenti, sbandati, prostitute vittime di violenzavengono soccorsi su segnalazione o grazie seivi- Servizi sociali SandraGapuzzi zi di perlustrazione. Nel 2015 hanno dato aiuto a 266 senza tetto. Un numero stabile. Oggi le persone che vivono ai inargini ma non sono invisibili sono 909. Ma vengono tutte intercettate nel centro storico. Le periferie non sono coperte. Perché? Pochi fondi per mandare sul campo altre unità. E quest'anno non andrà meglio se sull'alta marginalità il bilancio preventivo stanzia 1,4 milioni, 500 mila in meno di un anno fa. CRI PRODUZ ON ERISER'/ATA Pagina 41 «Lui le comprava sempre le car elle» il patrigno e la piccina nel ricordo dei commercianti della zona. «Indimenticabile quel piccolo volto che si illuminava» 1 TIRRENIA «É tutto il giorno che ci penso, non riesco a crederci e soprattutto non riesco a smettere di pensare a quel piccolo volto che si illuminava tutto quando le davo le caramelle». Comincia così il racconto di Massimiliano Muscillo titolare della tabaccheria a Calambrone. Prosegue con un trasporto sincero: «Venivano molto spesso qui da noi, sia il patrigno che la madre della bambina e quasi sempre insieme alla piccola. Compravano le sigarette ed altre cose. Spesso veniva il patrigno, chiamiamolo così, con la bambina a prendere le pizze qui accanto con un motorino tutto scassato e la bambina stava seduta dietro stretta stretta a lui. Noi eravamo preoccupati e glielo dicevamo che era pericoloso per le piccola, ma lui rispondeva che se la lasciava a casa si metteva a piangere e allora la portava con sé. Sembrava che i due fossero molto legati. Non sappiamo come sia andata, ma non mi sorprenderebbe che lui c'entrasse qualcosa perché la sua è una famiglia un po'particolare, disadattata, abitavano in una stamberga fatiscente. Una sera la madre della bambina comprò delle candele, io rimasi sorpreso, ma lei mi raccontò che nel suo Paese, sono in molti a non avere la corrente elettrica e che quindi usavano le candele. Insomma, per lei era normale stare senza luce. Lui lavorava al nero saltuariamente e quel poco che guadagnava la sera l'aveva già speso tutto per fare la spesa alla Pam a Livorno dove andavano tutti insieme con l'autobus. La sorella dell'uomo però, quando veniva in negozio, - prosegue il titolare della tabaccheria - a volte raccontava che il fratello si drogava ma a dire il vero noi l'abbiamo sempre visto lucido. Mio padre la piccola lo chiamava zio e giocavano insieme, era simpatica e affettuosa, proprio bellina povera bambina. Sono passati tre o quattro giorni dall'ultima volta che l'abbiamo vista e aveva un po'di raf- freddare. Sia io che mio padre non riusciamo a capacitarci di quello che è successo e che non vedremo più quel visino così dolce. Ë un pensiero fisso». Nessuno dei vicini però conosceva bene questa famiglia che viveva in un tugurio poco distante da loro. Li vedevano solo passare per andare a comprare il giornale o a prendere un caffè al bar vicino e potevano soltanto immaginare la povertà nella quale versavano. Una storia consumata ai margini della società e conosciuta solo per racconti frammentari di violenze nei confronti della madre della piccola. Alcuni vicini, infatti, erano venuti a sapere che la donna in autunno era stata ricoverata per trauma cranico a seguito delle percosse del compagno ma che una volta uscita dall'ospedale era nuovamente tornata al suo fianco in quella stamberga che dividevano insieme ai genitori e al fratello di lui. A quanto pa- re la famiglia dell'uomo abitava da tempo in quel posto e la madre del compagno che ora si trova in prigione, cercava di arrotondare l'entrate della famiglia chiedendo l'elemosina tutte le domeniche mattina all' uscita della chiesa di Tirrenia. «Io ho comprato questo bar nove anni fa e quella famiglia abitava già in quel rudere dove mercoledì sera si è consumata la tragedia. - Afferma Antonio Carollo titolare del Bar Lido a Calambrone -. La madre della bambina e il compagno sono venuti proprio ieri sera (mercoledì, ndr) a prendere le sigarette e si tenevano per mano, la bambina però non era con loro. Sembrava una sera conce tante. A volte lui veniva da solo con la piccola, la teneva in braccio, le comprava le caramelle. Qui si è sempre comportato bene, non saprei cos'altro dire se non che era una bambina tanto graziosa». Donatella Lascar ©RIPRODUZIONE RISERVATA çnìusada anni dovei ) serbo avevastabilito ( a propria dimora ( Foto Muzzi) C,;s>=. I,sls rsrs Muscillo . ,... .. Antonio Carollo Servizi sociali Pagina 42 Aì Cappuccìnì farmacia grafis p er indigenti ì PISA Doppia inaugurazione domani, sabato 30, all'ex Convento dei Cappuccini di San Giusto: ad aprire i battenti, infatti, sarà il nuovo Centro di salute e sviluppo sociale diretto dalla dottoressa Maria Marchitiello, una struttura complessa che ospiterà un ambulatorio omeopatico e il cosiddetto "Dispensario dei semplici", ovvero una struttura dove saranno distribuiti gratuitamente farmaci da banco ed omeopatici per le famiglie indigenti. Il taglio del nastro riguarderà anche "Controvento", la storica comunità per minori che da Ospedaletto si è trasferita nel centro cittadino. Entrambe le strutture sono gestite dalla cooperativa sociale Il Simbolo in collaborazione con Società della Salute della Zona Pisana, Acli, Agenzia formativa Aforisma, Cooperativa sociale Axis, Caritas diocesana e "Ti cucino bio" della CooperativaAlzaia. L'appuntamento è alle 10,30 nei locali dell'ex convento. Prima i saluti del sindaco Marco Filippeschi, della presidente della Sds Sandra Capuzzi e del presidente delle Acli provinciali Paolo Martinelli. Quindi gli interventi del presidente della cooperativa Il Simbolo Alberto Grilli, del direttore del centro "Salute e Sviluppo Sociale" Maria Marchitiello e del presidente nazionale del Cncm (Coordinamento nazionale comunità per minori) Gianni Fulvi. Conclusioni dell'assessore regionale alla sanità, Stefania Saccardi. Poi il taglio del nastro e la benedizione del direttore della Caritas diocesana don Emanuele Morelli. ORI PRODUZIO NE RISERVATA 11uri,ncke penaa a lHaa Servizi sociali Pagina 43 Dramma a Pisa- i sospetti deinquirenti Muore a tre anni in una baracca Arrestato il patrigno per lesioni La bimba viveva con la madre dominicana e col suo nuovo compagno serbo Sul corpo ecchimosi e tumefazioni: l'uomo e accusato di maltrattamenti e percosse ::: CHIARA GIANNINI ERE Il suo cuore ha smesso di battere poco prima delle 19.30 di mercoledì, probabilmente a causa delle percosse ricevute. E morta così una bambina di tre anni a Calambrone, in provincia di Pisa, al confine con il territorio livornese, su un litorale d'estate frequentato da tanti turisti. Una zona tranquilla, caratterizzata da una lunga spiaggia, stabili menti balneari e qualche locale prettamente estivo. Si stava facendo sera quan do la madre della piccola, una dominicana di trent'anni, ha chiamato il 118 assieme al compagno, il serbo Tonino Krstic, 33enne con la fedina penale non proprio pulita, visto che in passato era stato pizzicato a rubare in più di un'occasione (qualche furtarello, ma nessun reato di altro spessore). Sul posto è arrivata la Pubblica assistenza di Pisa, i cui soccorritori hanno capito subito che per la bambina, il cui padre è un italiano di Rapallo, non c'era più niente da fare. Non si muoveva e già pareva non respirare da un pezzo. Sul suo corpo lividi e segni che, apparentemente, assomigliano a percosse. Il sostituto procuratore, dottor Alessandro Dominjianni, ha affidato al professor Alessandro Bassi Luciani il compito di constatare se la piccola sia stata realmente picchiata. Solo l'autopsia potrà fornire tutte le risposte. Ma gli inquirenti qualche sospetto già lo hanno, visto Servizi sociali che, nel primo pomeriggio di ieri, Krstic è stato arrestato e trasferito, dopo una notte di interrogatorio, nel carcere Don Bosco di Pisa con l'accusa di percosse, maltrattamenti e lesioni che sarebbero la causa del decesso della piccina. La dinamica dei fatti, comunque, sarà chiarita proprio dall'autopsia e dalle indagini condotte dai carabinieri del nucleo investigativo. Sul posto, infatti, è arrivato per prima il capitano Michele Cataneo che con i suoi uomini si è messo subito al lavoro. Secondo quanto raccontato da chi abitava nelle vicinanze, la coppia si era conosciuta attraver- so i social network, in chat e, a causa della mancanza di lavoro di entrambi, era andata a vivere con la bimba in quella "casa" di fortuna. La madre, che sarebbe peraltro in attesa di un secondo figlio, appena ha capito che la bimba era morta è stata colta da malore ed è stata trasportata in ospedale. La sudamericana e il compagno abitano al civico 395 di viale del Tirreno, una bettola in cui vent'anni fa sorgeva una vecchia pizzeria. Niente servizi, ma solo un generatore. Condizioni precarie, in- somma, non certo adatte a luogo di vita di una bambina così piccola. Una storia di disagio e di dolore. Così emergente che per l'intervento sul posto i vigili del iùoco hanno dovuto illuminare il luogo della tragedia, visto che la struttura cadente è sprovvista anche di elettricità. All'interno della casupola in legno e materiali di recupero, due letti appoggiati da una parte, neanche il bagno interno, qualche coperta e pochi generi di prima necessità. Incredibile che nessuno si fosse accorto di una tale situazione di degrado. Del passato della piccola si sa poco, se non che nei giorni scorsi aveva avuto un po' di influenza, ma niente che spingesse la madre a portarla da un medico. L'epilogo è stato invece drammatico: i soccorritori hanno trovato il corpo della bimba a terra, poggiato sul pavimento e non è ancora possibile stabilire se si sia trattato di una disgrazia o se realmente sia stata picchiata, e quindi uccisa da botte troppo forti. Ciò che si sa, per adesso, è che i carabinieri, che sono stati chiamati dai sanitari intervenuti per soccorrere la bimba, hanno sequestrato dalla bettola un piccone, affidato alla scientifica per approfondimenti. Starà ora agli inquirenti stabilire chi abbia la responsabilità del decesso della bambina e, quindi, assicurarlo alle mani della giustizia. © RIPRODUZIONE RISERVATA Mwma tre anni in una baracca ArcEStato il patrigno per lesioni Pagina 44 RNM :• :.ss::sss::: sssssssssks`' '. W, LA CATAPECCHIA : In grande, la baracca in cui viveva la bimba. Qui sopra, il serbo Tonino Krstic [Ansa] Servizi sociali Pagina 45