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Gruppo di lavoro Facciate degli edifici

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Gruppo di lavoro Facciate degli edifici
Gruppo di lavoro
Facciate degli edifici
Linee Guida Facciate
Gruppo di Lavoro
Facciate degli edifici
Sommario
Introduzione
1 La normativa delle facciate
2 Il capitolato speciale d’appalto sulle facciate
3 L’elenco prezzi delle facciate
4 Statica dei sistemi di facciata
5 Il vetro
6 Il fuoco
7 Facciate non standard
8 Le facciate verdi
9 Prestazioni delle facciate
10 Prestazioni acustiche delle facciate
11 Schermature solari
12 Posa in opera delle facciate
13 Verifica e controllo delle facciate
14 Certificazione energetica
15 Recladding delle facciate
16 Impiego, durabilità e manutenzione
17 Formazione sulle facciate
Profilo dei redattori
Colophon
TIS innovation park | 3
Introduzione
a cura di Carlo Battisti
Perché delle ”Linee Guida sulle Facciate”, dove per facciate
intendiamo soprattutto le facciate tecnologiche e
complesse di edifici nuovi o da risanare?
L’involucro è diventato ormai il ”sottosistema”
più importante di un edificio, per tutti gli aspetti
architettonici e di durabilità ad esso legati, ma
soprattutto per lo scambio energetico tra interno ed esterno che esso rappresenta. E’ evidente
quindi quanto sia importante conoscere al meglio le sue prestazioni reali e saper disegnare,
calcolare, ingegnerizzare, produrre, realizzare e
infine gestire le facciate degli edifici moderni in
modo da ottenere un’effettiva corrispondenza
tra prestazioni reali e requisiti di progetto.
Su questo tema lavora dal marzo 2012, presso il
Cluster Edilizia del TIS innovation park di Bolzano, il Gruppo di Lavoro Facciate degli Edifici, che
comprende i più importanti operatori del settore
altoatesino delle facciate: aziende ”general contractor”, fornitori specializzati, progettisti, committenti, centri di ricerca e laboratori, università.
Specie in un territorio come quello dell’Alto Adige, fatto di piccole e medie imprese, l’innovazione in cooperazione è quanto mai importante e i
partner del Gruppo stanno percorrendo questa
strada con soluzioni indirizzate alla sostenibilità, al
4 | TIS innovation park
risparmio energetico e alla qualità architettonica.
Nell’ambito delle tre tematiche principali alle
quali sta lavorando il Gruppo (formazione sulle facciate, normativa e capitolati prestazionali
delle facciate, retrofit energetico delle facciate)
è emersa l’esigenza di fare il punto sullo stato
dell’arte nel settore delle facciate, con un particolare riferimento alle competenze sviluppate
localmente. L’ambizione era di raggruppare in un
unico documento tutte le principali informazioni
ritenute necessarie per una vasta platea di tecnici (ma non solo) interessati: progettisti di edifici
con facciate complesse, aziende produttrici di sistemi e componenti delle facciate, committenti,
studenti e ricercatori, e così via.
le principali tematiche legate alla progettazione
e realizzazione delle facciate. Si va pertanto dal
quadro normativo di riferimento, alle prestazione energetiche, agli aspetti di verifica, controllo,
manutenzione, risanamento, fino a facciate innovative come quelle verdi o ”free-form”. Il lettore
troverà quindi, in modo facilmente accessibile e
in unico documento, le principali informazioni
utili sulle varie tematiche così come i riferimenti
per approfondirle. Il documento è stato scritto a
più mani da molti componenti del Gruppo Facciate, ai quali va il nostro ringraziamento. Un
ringraziamento inoltre va ad UNCSAAL (Unione
Nazionale Costruttori Serramenti Acciaio Alluminio e Leghe) per avere messo a disposizione
i principali documenti elaborati per i propri soci,
e a UNI (Ente Nazionale Italiano di Unificazione),
del quale il Cluster Edilizia del TIS rappresenta
il centro regionale di consultazione, divulgazione, informazione e formazione sulla normazione
tecnica.
Bolzano, settembre 2013.
Dopo il primo documento pubblicato nel 2012
(il Gruppo di Lavoro Facciate degli Edifici, con
le schede sui partner, i prodotti innovativi e le
principali attività del Gruppo) pubblichiamo
pertanto questo secondo documento Linee
Guida sulle Facciate, che non pretende di essere esaustivo, ma piuttosto di essere un manuale
sintetico in grado di orientare i tecnici attraverso
TIS innovation park | 5
1
LA NORMATIVA DELLE FACCIATE
a cura di Francesco Giovine
Questo documento si propone di elencare le
principali normative in uso per l’esecuzione di
una facciata, ovvero di quelle opere che devono
essere conformi alle più aggiornate normative
italiane ed europee in materia di facciate continue e serramenti (leggi, regole e norme tecniche, direttive comunitarie etc.). I prodotti ed i
materiali invece, soggetti obbligatoriamente a
marcatura CE, devono essere accompagnati, prima della loro posa in opera, dalla relativa dichiarazione di conformità resa da parte del produttore in conformità alle relative norme europee
armonizzate di prodotto.
1.1
Le norme ed i relativi
organismi riconosciuti
Secondo la Direttiva Europea 98/34/CE del 22
giugno 1998: “norma” è la specifica tecnica approvata da un organismo riconosciuto a svolgere attività normativa per applicazione ripetuta o
continua, la cui osservanza non sia obbligatoria e
che appartenga ad una delle seguenti categorie:
a. norma internazionale (ISO)
b. norma europea (EN)
c. norma nazionale (UNI)
Le norme, oltre che da numeri, sono identificate
da sigle. Dalla sigla si può capire da chi è stata
elaborata la norma e qual è il livello di validità. Le
principali sigle che caratterizzano le norme sono:
• UNI: contraddistingue tutte le norme nazionali italiane e nel caso sia l’unica sigla presente
significa che la norma è stata elaborata direttamente dalle Commissioni UNI o dagli Enti
Federati;
• EN: identifica le norme elaborate dal CEN
(Commissione Europea di Normazione). Le
norme EN devono essere obbligatoriamente
recepite dai Paesi membri CEN e la loro sigla
6 | TIS innovation park
di riferimento diventa, nel caso dell’Italia, UNI
EN. Queste norme servono ad uniformare la
normativa tecnica in tutta Europa, quindi non
è consentita l’esistenza a livello nazionale di
norme che non siano in armonia con il loro
contenuto;
• ISO: individua le norme elaborate dall’ISO
(International Organization for Standardization). Queste norme sono un riferimento applicabile in tutto il mondo. Ogni Paese può
decidere se rafforzarne ulteriormente il ruolo
adottandole come proprie norme nazionali,
nel qual caso in Italia la sigla diventa UNI ISO
(o UNI EN ISO se la norma è stata adottata anche a livello europeo).
• ETAG: Per i prodotti per i quali non è ancora
possibile predisporre una norma, vi è una strada alternativa alle EN armonizzate, costituita
dal rilascio di un Benestare Tecnico Europeo
(ETA), ossia un’approvazione dell’idoneità
all’impiego, coerente con linee guida detta
ETAG ovvero Guide per il Benestare Tecnico
Europeo predisposte anch’esse su Mandato
CE da un’apposita organizzazione europea
l’EOTA (European Organisation for Technical Approvals) composta da Amministrazioni
Nazionali e Istituti competenti alla valutazione
dell’Idoneità tecnica di prodotti innovativi.
1.2
Le facciate
A livello di normazione europea, la norma EN
13830 “Curtain walling - Product standard”
definisce la facciata continua come: “Curtain
walling - Normalmente essa è costituita da un
reticolo di elementi portanti verticali ed orizzontali tra di loro connessi ed ancorati alla struttura
dell’edificio, al fine di sostenere un rivestimento
di facciata continuo e leggero che ha il compito
di garantire tutte le funzione tipiche di una parete perimetrale esterna comprese la resistenTIS innovation park | 7
Piastra/Fissaggio Ductal
Cuscino ETFE
Montante
Serraggio
Guarnizio-
Distanziale
Pannello cm 5 “Ductal”
Struttura portante
Sigilatura strutturale
ETFE
trasmittanza
2 Layer/1 cuscino
U = 2,9 w/m2K
copertina
cm 5
Guarnizione
3 Layer/2 cuscini
U = 1,9 w/m2K
vetrocamera
Telaio contenimento modulo “Ductal”
Piastra/Staffa
4 Layer/3 cuscini
U = 1,4 w/m2K
Passerella Camminamento/Ispezione
Studio per facciata doppia per EXPO 2015,
Padiglione Italia Milano - ABeC
za agli agenti atmosferici, la sicurezza nell’uso,
la sicurezza ed il controllo ambientale, ma che
comunque non contribuisce alle caratteristiche
portanti della struttura dell’edificio”. Sulla base
di quanto indicato dalla norma europea UNI EN
13119 “Facciate continue - Terminologia” (ad
esclusione quindi delle facciate ventilate e delle coperture trasparenti inclinate) può essere
proposta una classificazione delle tipologie di
curtain wall in relazione ai principali schemi di
8 | TIS innovation park
Studio per copertura in EFFE per EXPO 2015,
Padiglione Italia Milano - ABeC
funzionamento che attualmente possono essere
individuati all’interno del panorama produttivo
di questo specifico settore.
Con il termine “facciata”, si intende identificare:
• Facciate continue a montanti e traversi;
• Facciate continue ad elementi (cellule);
• Facciate continue a fissaggio puntuale;
• Facciate continue ad incollaggio strutturale;
• Facciate continue a doppia pelle;
• Facciate e strutture speciali
La terminologia da utilizzarsi è valida per tutte le
tipologie di prodotti di cui sopra, ed è contenuta
nelle seguenti norme:
• UNI EN 13119 Facciate continue - Terminologia”;
• UNI 7959 Edilizia. Pareti perimetrali verticali.
Analisi dei requisiti;
• UNI 8369/1 Edilizia. Chiusure verticali. Classificazione e terminologia;
• UNI 8979 Edilizia. Pareti perimetrali verticali.
Analisi degli strati funzionali.
TIS innovation park | 9
1.3
Il focus delle norme
Quando parliamo di facciate le normative che
maggiormente ci interessano sono quelle che regolano: la sicurezza in uso, gli aspetti prestazionali, il comportamento al fuoco ed il comportamento
dei materiali che costituiscono la facciata stessa.
La sicurezza in uso delle facciate
continue
La sicurezza in uso riguarda i seguenti aspetti:
vento, peso proprio, carichi accidentali, resistenza agli urti, deformazioni strutturali dell’edificio
e tolleranze, movimenti termici. In base alla direttiva europea prodotti da costruzione (CPD
89/106), al nuovo Regolamento per i Prodotti da
Costruzione 305/2011 (CPR), ed alla norma di
prodotto UNI EN 13830 gli elementi strutturali
costituenti la facciata devono essere considerati
strutturali esclusivamente in relazione alla facciata e non in riferimento all’edificio, in quanto non
influiscono in alcun modo sulle caratteristiche
portanti dell’intero edificio. Comunque, in quanto elemento dotato di funzione statica autonoma,
la facciata deve essere correttamente verificata.
Al fine di garantirne la rispondenza al requisito
fondamentale di Sicurezza in uso prescritto dalla
CPD, è necessario che tali verifiche siano condotte nei confronti sia dello stato limite di esercizio
(SLE) sia dello stato limite ultimo (SLU) in riferimento alle azioni agenti su di essa (vento, urti,
azione sismica, azioni orizzontali di esercizio, pesi
propri). Ad ogni modo, nel panorama legislativo
Italiano ed Europeo non esiste una norma tecnica
di riferimento specifica per il calcolo statico delle
facciate continue; è quindi necessario utilizzare e
mutuare le informazioni e i processi di calcolo e
verifica riportati nel corpo delle norme tecniche
a disposizione, relative agli elementi strutturali
dell’edificio. Le normative di riferimento sono
le NTC 2008 Norme tecniche per le costruzioni
di cui al DM 14 gennaio 2008 e la Circolare ap10 | TIS innovation park
plicativa 2 febbraio 2009 n. 617, gli Eurocodici,
in particolare la UNI EN 1991-1-1 sulle azioni in
generale e la UNI EN 1999-1-1 sulle strutture in
alluminio. Ovviamente la facciata continua deve
garantire, in condizioni di servizio, la sua piena
funzionalità non solo nei confronti della sicurezza degli occupanti, ma anche nei confronti di
quei requisiti che connotano la corretta fruizione
dell’immobile (controllo della permeabilità all’aria, resistenza al vento e tenuta all’acqua).
Aspetti Prestazionali
Sempre più gli aspetti legati al comportamento della facciata ed alla sua relativa prestazione
sono oggetto di interesse da parte delle norme.
Tra essi annoveriamo le prestazioni energetiche
e termiche, le prestazioni acustiche, le prestazioni di tenuta all’acqua/aria/vento e le prestazioni
igrotermiche (come condensa superficiale e interstiziale).
Comportamento al fuoco
Riguardano prevalentemente le modalità costruttive dell’attacco tra solaio e facciata e della
trasmissione del fuoco tra un piano e l’altro.
Comportamento dei materiali
Riguardano il vetro, i sigillanti, l’alluminio e l’acciaio, gli accessori e più in generale i materiali di
rivestimento.
1.4
Le normative recenti
UNI/ TR 11463 Vetro per edilizia
E’ stato pubblicato ad ottobre 2012 il Rapporto
Tecnico UNI TR 11463 Vetro per edilizia – Determinazione della capacità portante di lastre in vetro
piano applicate come elementi vetrari aventi funzione di tamponamento – Procedura di calcolo.
Il TR, sigla che sta per Rapporto Tecnico fornisce
i criteri e le procedure per determinare, median-
te il calcolo, la capacità portante delle lastre in
vetro ai carichi agenti. Esso si applica a lastre di
vetro piano in strutture secondarie e aventi funzione di tamponamento e riguarda l’impiego di
vetrazioni coperte dai mandati M101 (porte, finestre, chiusure, cancelli e relativi accessori per
serramenti) e M108 (sistemi di facciata).
L’UNI/TR 11463 è il frutto dell’impegno, durato oltre 2 anni, del gruppo di lavoro GL1 “Vetro
Piano” della Commissione “Vetro” di UNI che ha
analizzato in modo approfondito le norme in essere negli altri paesi della Comunità Europea (Austria, Germania, Francia) oltre che il lavoro svolto
dal gruppo di lavoro della Commissione Europea
CEN/TC/129, Working Group 8, da tempo impegnata alla predisposizione della prEN 13474
“Glass in building - Determination of the load resistance of glass panes by calculation and testing”.
Il rapporto tecnico è la risposta italiana alla prEN
13474 che costituisce la base tecnica per il calcolo
e verifica delle vetrazioni con funzione di tamponamento che abbiano almeno 2 lati in appoggio
(non sono contemplate le vetrazioni a fissaggio
puntuale). Il gruppo di lavoro UNI ha conseguentemente chiesto il ritiro della UNI 7143:1972 perché sostituita appunto dalla UNI TR 11463:2012
ed è pertanto da ritenersi superata.
Le principali novità introdotte:
• La tensione di progetto è ridotta tramite coefficienti di sicurezza del materiale propri del
tipo di vetrazione (γM) e tramite un fattore di
durata del carico (kmod)
• Valuta uno spessore equivalente della vetrazione stratificata al fine di tener conto del
contributo dell’intercalare tramite il coefficiente di trasferimento dello sforzo ω
• Considera collaboranti entrambe le lastre
della vetrocamera ripartendo l’azione attraverso il rapporto di rigidezza delle singole
lastre oltre che considerare la sollecitazione
interna alla vetrocamera (pressione isocora)
CNR –DT 210/2012 Commissione
CNR vetro strutturale
(Istruzioni per la Progettazione,
l’Esecuzione ed il Controllo di Costruzioni
con Elementi Strutturali di Vetro)
Questo documento ha l’obiettivo integrare
quanto previsto dalle NTC al fine di fornire delle basi comuni ai progettisti per il dimensionamento e la verifica di elementi strutturali in vetro, quali travi, pinne, solai come pure facciate,
parapetti e piani di calpestio. Il mandato M108
Curtain walling esplicita chiaramente che le
facciate sono prodotti privi di alcuna funzione
strutturale in quando non partecipano alla stabilità dell’edificio, ma rispondono unicamente al
Requisito Essenziale 4 Sicurezza in uso, in accordo
con la CPD. Il lavoro si basa sul rispetto degli Eurocodici (EN 1990), ma anche della prEN 13474,
ufficialmente licenziata dal TC 129/WG8. Al fine
di rispettare le classi di conseguenza è stato condotto un lavoro di calibratura dei coefficienti che
porta ad ottenere un coefficiente di sicurezza del
materiale pari a M = 2,15 a differenza di quanto
proposto nella prEN 13474 (M = 1,80). L’azione
della folla non rientra in combinazione dei carichi,
ma rimane una verifica locale, come previsto dalle
NTC. Allo stato attuale le lastre presenti nelle facciate, nei parapetti e nei piani di calpestio, anche
se aventi funzione di tamponamento, rientrano
nell’applicazione del documento e sono pertanto
considerati elementi strutturali, anche se di classe
di conseguenza 1. La classe di conseguenza consente di definire quando è possibile accettare la
riduzione del fattore di sicurezza sulle azioni, in
quanto il collasso delle strutture secondarie o dei
pannelli di tamponamento non ha lo stesso effetto
in termini economici e/o di vite umane del collasso delle strutture principali.
TIS innovation park | 11
1.5
Le normative in fase
di revisione
UNI 7697 Criteri di sicurezza
nelle applicazioni vetrarie
I lavori della commissione si sono resi necessari
per integrare le applicazioni già previste e per
chiarire alcuni dubbi interpretativi.
prEN 13474 Calcolo e dimensionamento
delle lastre di vetro
La prEN 13474, cioè la bozza della norma è stata
scritta, riscritta, messa in pubblica inchiesta, ritirata per la sua complessità e quindi ripresentata
da parte del CEN TC 129. La nuova versione è
stata ufficialmente licenziata e posta a fine 2012
in pubblica inchiesta definitiva.
Mentre la versione precedente era risultata troppo complicata, questa si è semplificata ed ha l’obiettivo di fornire al progettista e all’applicatore
(facciatista, serramentista e vetraio) i principi
base della progettazione degli elementi vetrati
(in accordo con gli Eurocodici). Infatti i principi ed i metodi di calcolo del progetto di norma
sono in accordo con l’Eurocodice EN 1990: Basis of structural design, mentre le azioni sono in
accordo con l’Eurocodice EN 1991: Action on
structures.
1.6
Le commissioni tecniche
al lavoro
CEN/TC 33/WG6: Curtain walling
In seno al CEN esistono una serie di commissioni tecniche (Technical Commission) a loro volta
suddivise in gruppi di lavoro (Working Group).
Il gruppo TC33/WG6, il cui mandato è ancora
in essere, ha il compito di armonizzare le norme
sulle facciate continue.
12 | TIS innovation park
Gruppo di lavoro facciate
strutturali SSGS
Attualmente le facciate con sistema strutturale di
incollaggio del vetro sono escluse dall’ambito di
applicazione EN 13830 e non sono coperte da altra norma di prodotto armonizzata. Esiste l’ETAG
002 che tuttavia propone una procedura lunga e
complicata e la norma di prodotto EN 13022 relativa al solo componente sigillante. Il sistema SSGS
è trasversale alle tipologie di prodotto: facciate e
serramenti. Si è deciso quindi di approntare una
norma di supporto relativa al sistema SSGS che
possa essere richiamata nelle specifiche norme di
prodotto (EN 13830 e EN 14351): i mandati M101 e
M108 non escludono infatti i sistemi SSGS. I gruppi di lavoro coinvolti in seno al Cen sono: TC33/
WG6 (facciate), TC33/WG1 (serramenti), TC129/
WG6 (vetro). L’intento è comunque quello di includere nella EN 13830 gli SSGS, rimandando alla
specifica norma di supporto. Per queste facciate è
possibile, ad oggi, richiedere un benestare tecnico
europeo (ETA) sulla scorta delle linee guida ETAG
002 predisposte dall’EOTA. Il benestare tecnico
copre i sistemi per facciate continue SSGS, mentre, ad ogni modo, è possibile marcare secondo la
EN 13830 le singole facciate continue che includono anche l’applicazione di incollaggio strutturale
delle vetrazioni. L’attuale versione in vigore della
EN 13830:2003 prevede i seguenti requisiti:
1. Reazione al fuoco
2. Resistenza al fuoco
3. Propagazione all’incendio
4. Resistenza al carico di vento
5. Resistenza al peso proprio (carico permanente)
6. Resistenza all’urto
7. Resistenza ai carichi orizzontali
8. Permeabilità all’aria
9. Tenuta all’acqua
10. Isolamento acustico
11. Trasmittanza termica
12. Permeabilità al vapor d’acqua
13. Resistenza allo shock termico
14. Durabilità
Attualmente la EN 13830 è in corso di revisione
per un suo allineamento al CPR, cogliendo anche l’occasione di aggiornarne i requisiti a fronte
delle nuove esigenze costruttive e del panorama
normativo in materia soprattutto di calcolo statico e termico. Sono pertanto state inserite le seguenti caratteristiche:
• Resistenza all’azione sismica;
• Resistenza all’azione della neve;
• Proprietà radiative (trasmissione luminosa e
fattore solare).
Altri requisiti sono stati eliminati (es. resistenza
allo shock termico, permeabilità al vapore acqueo) o aggiornati (es. resistenza ai carichi orizzontali lineari, resistenza all’azione del vento). La
nuova versione della EN 13830 sarà disponibile,
salvo rallentamenti nel processo di approvazione, verso la metà del 2013.
Facciate ventilate
Su questa tipologia di facciata l’UNCSAAL sta
elaborando attraverso apposito gruppo di lavoro, un documento operativo dal titolo “Linee
guida per la progettazione e la posa in opera
delle facciate ventilate ”. Il documento conterrà
le indicazioni per progettare le facciate ventilate
(termica, acustica, etc.) e sarà principalmente rivolto ai progettisti. Questi alcuni tra i principali
documenti presi come riferimento dal gruppo di
lavoro:
• ETAG 034 “Guideline for European technical
approval of kits for external wall claddings Part I: ventilated cladding elements and associated fixing devices”;
• Norma UNI 7959:1988 Edilizia. Pareti perimetrali verticali. Analisi dei requisiti;
• Norma UNI 11018:2003 Rivestimenti e sistemi di ancoraggio per facciate ventilate a
montaggio meccanico - Istruzioni per la progettazione, l’esecuzione e la manutenzione Rivestimenti lapidei e ceramici;
TIS innovation park | 13
Elenco norme
Leggi e Decreti
• Regolamento prodotti da costruzione
305/2011 (CPR) e marcatura CE
• Decreto del Presidente della Repubblica 21
Aprile 1993, n. 246 - Regolamento di attuazione della Direttiva 89/106/CEE relativa ai
prodotti da costruzione
•
•
Sicurezza in uso
• Decreto del Ministero delle Infrastrutture
e dei Trasporti del 14 gennaio 2008 Norme
Tecniche per le Costruzioni e circolare applicativa 2 febbraio 2009 n. 617
• DECRETO LEGISLATIVO 9 aprile 2008, n.
81 Attuazione dell’articolo 1 della legge 3
agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della
salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.
• DL 19 settembre 1994 n°626 Attuazione
delle direttive 89/391/CEE, 89/654/CEE,
89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE,
90/270/CEE, 90/394/CEE e 90/679/CEE riguardanti il miglioramento della sicurezza e
della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro.
• DL 19 marzo 1996 n°242 - Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 19 settembre
1994 n°626, recante attuazione di direttive
comunitarie riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul
luogo di lavoro.
• CNR-DT 207/2008 - Istruzioni per la valutazione delle azioni e degli effetti del vento
sulle costruzioni;
• UNI EN 1999-1-1, Eurocodice 9, Progettazione delle strutture di alluminio, Parte 1-1: Regole strutturali generali;
Rendimento energetico in edilizia
• Legge 9 gennaio 1991 n. 10 - Norme per
l’attuazione del Piano energetico nazionale
in materia di uso razionale dell’energia, di
14 | TIS innovation park
•
•
•
risparmio energetico e sviluppo delle fonti
rinnovabili di energia.
DPR 2 aprile 2009, n. 59, Regolamento di attuazione dell’articolo 4, comma 1, lettere a) e b), del
decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, concernente attuazione della direttiva 2002/91/CE
sul rendimento energetico in edilizia.
Decreto Legislativo 29 dicembre 2006, n.
311, Disposizioni correttive ed integrative
al DLGS 19 agosto 2005, n. 192, recante attuazione alla direttiva 2002/91/CE relativa al
rendimento energetico nell’edilizia;
Decreto 2 aprile 1998 - Modalità di certificazione delle caratteristiche energetica degli
edifici e degli impianti ad essi connessi
DDG n. 14009 del 15.12.2009 - Approvazione
della procedura operativa per la realizzazione
dei controlli sulla conformità degli attestati di
certificazione energetica redatti ai sensi della
DGR 5018/2007 e successive modifiche;
DGR VIII/8745 del 22 giugno 2008 - Determinazioni in merito alle disposizioni per l’efficienza energetica in edilizia e pe la certificazione energetica.
Acustica in edilizia
• Decreto Ministeriale 1 marzo 1991 - Limiti
massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e nell’ambiente esterno.
• Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 5/12/97. Determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici.
• Legge 26 ottobre 1995, n. 447 - Legge quadro sull’inquinamento acustico
• D.P.C.M. 31/03/98 - “Atto di indirizzo e coordinamento recante criteri generali per l’esercizio dell’attività di tecnico competente in
acustica, ai sensi dell’art. 3, comma 1, lettera
b), e dell’art. 2, commi 6, 7 e 8, della legge 26
ottobre 1995, n, 447”.
Prevenzione incendi
• Lettera circolare prot. n° 5643 del 31 marzo
•
•
•
•
2010 emanata dalla Direzione Centrale per
la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica - Guida
tecnica per la determinazione dei requisiti di
sicurezza antincendio delle facciate negli edifici civili.
Decreto 16 febbraio 2007 - Classificazione
di resistenza al fuoco di prodotti ed elementi
costruttivi di opere da costruzione.
Decreto 9 marzo 2007 - Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attività
soggette al controllo del Corpo nazionale dei
Vigili del Fuoco.
Decreto 10 marzo 2005 - Classi di reazione
al fuoco per i prodotti da costruzione da impiegarsi nelle opere per le quali è prescritto
il requisito della sicurezza in caso d’incendio.
Decreto 15 marzo 2005 - Requisiti di reazione
al fuoco dei prodotti da costruzione installati
in attività disciplinate da specifiche disposizioni tecniche di prevenzione incendi in base
al sistema di classificazione europeo.
•
•
•
•
•
Norme tecniche
Facciate ventilate
• UNI 11018 Rivestimenti e sistemi di ancoraggio per facciate ventilate a montaggio
meccanico - Istruzioni per la progettazione,
l’esecuzione e la manutenzione - Rivestimenti
lapidei e ceramici.
• ETAG 034 - Part 1 Guideline for European
technical approval of kits for external wall
claddings – Ventilated cladding elements and
associated fixing devices, edizione febbraio
2008.
• ETAG 034 - Part 2 Guideline for European
technical approval of kits for external wall
claddings – Ventilated cladding elements and
associated fixing devices, subframe and possible insulation layer, edizione febbraio 2008.
Acustica
• UNI 8204 Serramenti esterni - Classificazione
in base alle prestazioni acustiche.
• UNI EN ISO 717-1 Acustica – Valutazione
•
•
•
•
•
dell’isolamento acustico in edifici e di elementi
di edifici – Isolamento acustico per via aerea.
UNI EN ISO 10140-3 Acustica – Misurazione
dell’isolamento acustico in edifici e di elementi di edificio – Misurazione in laboratorio
dell’isolamento acustico per via aerea di elementi di edificio
UNI EN ISO 10140-5 Acustica – Misurazione dell’isolamento acustico in edifici e di
elementi di edificio – Misurazioni in opera
dell’isolamento acustico per via aerea degli
elementi di facciata e di facciate.
ISO 10140-10 Acustica – Misurazione dell’isolamento acustico in edifici e di elementi di
edificio – Misurazioni di laboratorio dell’isolamento per via aerea di piccoli elementi di
edificio.
ISO 140-10
UNI EN ISO 140-5 (2000) – “Acustica. Misurazione dell’isolamento acustico in edifici e di
elementi di edificio. Misurazioni in laboratorio dell’isolamento acustico per via aerea degli elementi di facciata e delle facciate”.
UNI EN ISO 140-14:2004 Acustica - Misurazione dell’isolamento acustico in edifici e di
elementi di edificio – Parte 14: Linee guida
per situazioni particolari in opera
UNI/TR 11175 Acustica in edilizia - Guida alle
norme serie UNI EN 12354 per la previsione
delle prestazioni acustiche degli edifici - Applicazione alla tipologia costruttiva nazionale
UNI EN 12354-1 Acustica in edilizia - Valutazioni delle prestazioni acustiche di edifici
a partire dalle prestazioni di prodotti - Isolamento dal rumore per via aerea tra ambienti.
UNI EN 12354-3 Acustica negli edifici – Valutazione delle prestazioni acustiche degli
edifici a partire dalle prestazioni dei prodotti
– Isolamento al suono aereo contro i rumori
provenienti dall’esterno.
UNI EN 12758 Vetro per edilizia - Vetrazioni e
isolamento acustico per via aerea Descrizioni
del prodotto e determinazione delle proprietà
TIS innovation park | 15
• UNI EN ISO 717-2:2007 Acustica - Valutazione dell’isolamento acustico in edifici e di
elementi di edificio - Parte 2: Isolamento del
rumore di calpestio
• ISO 20140-9, 1993. Acoustics - Measurement of sound insulation in buildings and of
building elements - Part /IX: Laboratory measurements of room to room airborne sound
insulation of a suspended ceiling with a plenum above it (ISO 140-9, 1985).
Lastre in gres ceramico
• UNI EN ISO:10545, parti da 1 a 13: Piastrelle
ceramiche
• UNI EN 14411 Piastrelle di ceramica - Definizioni, classificazione, caratteristiche e marcatura
Lastre in pietra naturale
• UNI 8458 Edilizia - Prodotti lapidei - Terminologia e classificazione
• UNI 9724/2 Materiali lapidei - Determinazione della massa volumica
• UNI 9724/4 Materiali lapidei - Confezionamento sezioni sottili e lucide
• UNI 9724/6 Materiali lapidei - Determinazione della microdurezza Knopp
• UNI 9724/8 1.92 Materiali lapidei - Determinazione del modulo elastico semplice (monoassiale)
• UNI 9725 Prodotti lapidei - Criteri di accettazione
• UNI 9726 Prodotti lapidei (grezzi e lavorati)Criteri per l’informazione tecnica
• UNI EN 1926 Metodi di prova per pietre naturali - Determinazione della resistenza a compressione
• UNI EN 1936 Metodi di prova per pietre naturali - Determinazione della massa volumetrica
reale e apparente e della porosità totale aperta
• UNI EN 12372 Metodi di prova per pietre
naturali - Determinazione della resistenza a
flessione sotto carico concentrato.
• UNI EN 12407 Metodi di prova per pietre naturali - Esame petrografico
Facciate continue, finestre e porte
16 | TIS innovation park
• UNI EN 13830 Facciate continue - Norma di
prodotto
• UNI EN 14351/1 Finestre e porte - Norma di
prodotto, caratteristiche prestazionali - Parte 1: Finestre e porte esterne pedonali senza
caratteristiche di resistenza al fuoco e/o di
tenuta al fumo
• UNI EN 13241/1 Porte e cancelli industriali,
commerciali e da garage – Norma di prodotto
- Prodotti senza caratteristiche di resistenza
al fuoco o di controllo del fumo
• UNI EN 13561 Tende esterne - Requisiti prestazionali compresa la sicurezza
• UNI EN 13659 Chiusure oscuranti - Requisiti
prestazionali compresa la sicurezza
• ETAG 002 - Part 1 Guideline for European
technical approval for structural sealant glazing systems (SSGS) - Part 1: Supported and
unsupported systems
• ETAG 002 - Part 2 Guideline for European
technical approval for structural sealant glazing systems (SSGS) - Part 2: Coated Aluminium Systems
• ETAG 002 - Parte 3
• ETAG 002 - Part 3 Guideline for European
technical approval for structural sealant glazing systems (SSGS) - Part 3: Systems incorporating profiles with a thermal barrier
• UN EN 12207 Finestre e porte finestre - Permeabilità all’aria - Classificazione
• UNI EN 12208 Finestre e porte finestre – Tenuta all’acqua - Classificazione
• UNI EN 12210 Finestre e porte finestre – Resistenza al carico del vento – Classificazione
• UNI EN 1026 Porte e finestre - Permeabilità
all’aria - Metodo di prova
• UNI EN 1027 Porte e finestre - Tenuta all’acqua - Metodo di prova
• UNI EN 12211 Porte e finestre - Resistenza al
carico di vento - Metodo di prova
• UNI EN 12152 Facciate continue. Permeabilità
all’aria. Requisiti prestazionali e classificazione
• UNI EN 12207 Finestre e porte. Permeabilità
all’acqua. Classificazione
• UNI EN 12154 Facciate continue. Tenuta all’acqua. Requisiti prestazionali e classificazione
• UNI EN 13116 Facciate continue. Resistenza al
vento. Requisiti prestazionali e classificazione
• UNI EN 12153 Facciate continue. Permeabilità all’aria. Metodo di prova
• UNI EN 1026 Finestre e porte. Permeabilità
all’aria. Metodo di prova
• UNI EN 12155 Facciate continue. Tenuta
all’acqua. Metodo di prova in laboratorio sotto
pressione statica
• ENV 13050 Facciate continue. Tenuta all’acqua. Metodo di prova in laboratorio sotto
condizioni dinamiche di pressione d’aria e
spruzzo d’acqua.
• UNI ENV 13051 Facciate continue. Tenuta
all’acqua. Prova in sito
• UNI EN 12179 Facciate continue. Resistenza
al vento. Metodo di prova.
• UNI EN 947 Porte incernierate o imperniate Determinazione della resistenza al carico verticale
• UNI EN 948 Porte incernierate e girevoli Determinazione della resistenza alla torsione
statica
• UNI EN 949 Finestre e facciate continue,
porte e chiusure oscuranti - Determinazione
della resistenza delle porte all’urto con corpo
molle e pesante
• UNI EN 950 Ante di porta - Determinazione
della resistenza all’urto con corpo duro
• UNI EN 13049 Finestre - Urto da corpo molle
e pesante - Metodo di prova, requisiti di sicurezza e classificazione
• UNI EN 13115 Finestre - Classificazione delle
proprietà meccaniche - Carico verticale, torsione e forze di azionamento
• UNI 9723 Resistenza al fuoco di porte ed altri
elementi di chiusura. Prove e criteri di classificazione.
• UNI EN 1634-1 Prove di resistenza al fuoco
e di controllo della dispersione del fumo per
porte e sistemi di chiusura, finestre apribili
e loro accessori costruttivi - Parte 1: Prove
di resistenza al fuoco per porte e sistemi di
chiusura e finestre apribili.
• UNI EN 1364-3 Prove di resistenza al fuoco
per elementi non portanti - Parte 3: Facciate
continue - Configurazione in grandezza reale
(assemblaggio completo);
• UNI 1364-4: Prove di resistenza al fuoco per
elementi non portanti - Parte 3: Facciate continue - Configurazione parziale;
• UNI EN 14608 Finestre - Determinazione della resistenza al carico verticale
• UNI EN 14609 Finestre - Determinazione della resistenza alla torsione statica
• UNI EN 1192 Porte - Classificazione dei requisiti di resistenza meccanica
• UNI EN 1522 Finestre, porte e chiusure oscuranti – Resistenza al proiettile – Requisiti e
classificazione
• UNI EN 14019 Facciate continue - Resistenza
all’urto - Requisiti prestazionali
• UNI EN 107 Metodi di prova delle finestre –
Prove meccaniche
Comportamento termico
• UNI EN 13947 Facciate continue – Calcolo della trasmittanza termica – Metodo semplificato
• UNI EN ISO 10077-1 Trasmittanza termica di finestre, porte e schermi - Calcolo della trasmittanza termica - Parte 1: Metodo semplificato
• UNI EN ISO 10077-2 Prestazione termica di finestre, porte e chiusure - Calcolo della trasmittanza termica - Metodo numerico per i telai
• UNI EN ISO 12567-1 Isolamento termico di
finestre e porte - Determinazione della trasmittanza termica con il metodo della camera
calda - Finestre e porte complete
• UNI EN 14500 Tende e chiusure oscuranti Benessere termico e visivo - Metodi di prova
e di calcolo
• UNI EN 13363/1 Dispositivi di protezione
solare in combinazione con vetrate - Calcolo
della trasmittanza solare e luminosa - Parte 1:
TIS innovation park | 17
Metodo semplificato
• UNI EN 13363/2 Dispositivi di protezione
solare in combinazione con vetrate - Calcolo
della trasmittanza solare e luminosa - Parte 2:
Metodo dettagliato.
• UNI EN ISO 6946:2008 Componenti ed elementi per l’edilizia – Resistenza termica e trasmittanza termica – Metodo di calcolo
• UNI EN ISO 13788 Prestazione igrotermica
dei componenti e degli elementi per edilizia -​
Temperatura superficiale interna per evitare
l’umidità superficiale critica e condensazione
interstiziale - Metodo di calcolo
Acustica
• UNI 8204 Serramenti esterni - Classificazione
in base alle prestazioni acustiche.
• UNI EN ISO 717-1 Acustica – Valutazione
dell’isolamento acustico in edifici e di elementi
di edifici – Isolamento acustico per via aerea.
• UNI EN ISO 140-3 Acustica – Misurazione
dell’isolamento acustico in edifici e di elementi di edificio – Misurazione in laboratorio
dell’isolamento acustico per via aerea di elementi di edificio
• UNI EN ISO 140-5 Acustica – Misurazione dell’isolamento acustico in edifici e di
elementi di edificio – Misurazioni in opera
dell’isolamento acustico per via aerea degli
elementi di facciata e di facciate.
• ISO 10140-10 Acustica – Misurazione dell’isolamento acustico in edifici e di elementi di
edificio – Misurazioni di laboratorio dell’isolamento per via aerea di piccoli elementi di
edificio.
• ISO 10140-10
• UNI/TR 11175 Acustica in edilizia - Guida alle
norme serie UNI EN 12354 per la previsione
delle prestazioni acustiche degli edifici - Applicazione alla tipologia costruttiva nazionale
• UNI EN 12354-1 Acustica in edilizia - Valutazioni delle prestazioni acustiche di edifici
a partire dalle prestazioni di prodotti - Isolamento dal rumore per via aerea tra ambienti.
18 | TIS innovation park
• UNI EN 12354-3 Acustica negli edifici – Valutazione delle prestazioni acustiche degli edifici a partire dalle prestazioni dei prodotti –
Isolamento al suono aereo contro i rumori
provenienti dall’esterno.
• UNI EN 12758 Vetro per edilizia - Vetrazioni e
isolamento acustico per via aerea Descrizioni
del prodotto e determinazione delle proprietà
Vetrazioni
• UNI 7143 Vetri piani. Spessore dei vetri piani
per vetrazioni in funzione delle loro dimensioni, dell’azione del vento e del carico
• UNI 7697 Vetri piani – Vetrazioni in edilizia –
Criteri di sicurezza
• UNI 7144 Vetri piani – Isolamento termico
• UNI 7170 Vetri piani – Isolamento acustico
• UNI EN 410 Vetro per edilizia – Determinazione delle caratteristiche luminose e solari
delle vetrate
• UNI EN 572/2 Vetro per edilizia – Prodotti a
base di vetro di silicato sodo-calcico – Vetro
float
• UNI EN 673 Vetro per edilizia – Determinazione della trasmittanza termica (valore U) –
Metodo di calcolo
• UNI EN 12600 Vetro per edilizia - Prova del
pendolo - Metodo della prova di impatto e
classificazione per il vetro piano
• UNI EN ISO 12543-1 Vetro per edilizia – Vetro
stratificato e vetro stratificato di sicurezza –
Definizioni e descrizione delle parti componenti
• UNI EN 12150-2 Vetro per edilizia - Vetro di
silicato sodo-calcico di sicurezza temprato
termicamente - Parte 2 - Valutazione della
conformità/Norma di prodotto.
• UNI EN 14179-1 Vetro per edilizia - Vetro di sicurezza di silicato sodo calcico temprato termicamente e sottoposto a “heat soak test” Parte 1: Definizione e descrizione
• UNI EN 14179-2 Vetro per edilizia - Vetro di sicurezza di silicato sodo calcico temprato termicamente e sottoposto a “heat soak test” -
Parte 2: Valutazione della conformità/Norma
di prodotto
• UNI EN 1279-1 Vetro per edilizia - Vetrate isolanti - Parte1: Generalità, tolleranze dimensionali e regole per la descrizione del sistema
• UNI EN 13022-1 Vetro per edilizia - Vetrate
strutturali sigillate - Parte 1: Prodotti vetrari
per sistemi di vetrate strutturali sigillate per
vetrate monolitiche supportate e non e vetrate multiple
• UNI EN 13022-2 Vetro per edilizia - Vetrate
strutturali sigillate - Parte 2: Regole di posa
• UNI/ TR 11463 Vetro per edilizia Determinazione della capacità portante di lastre in vetro
piano applicate come elementi vetrari aventi
funzione di tamponamento – Procedura di
calcolo.
Alluminio e leghe di alluminio
• UNI EN 573-1 Alluminio e leghe di alluminio.
Composizione chimica e forma dei prodotti
semilavorati. Sistema di designazione sulla
base dei simboli chimici.
• UNI EN 573-3 Alluminio e leghe di alluminio –
Composizione chimica e forma dei prodotti
semilavorati – Composizione chimica
• UNI EN 755-1 Alluminio e leghe di alluminio Barre, tubi e profilati estrusi - Condizioni tecniche di fornitura e collaudo
• UNI EN 755-2 Alluminio e leghe di alluminio Barre, tubi e profilati estrusi - Caratteristiche
meccaniche
• UNI 8634 Strutture di leghe di alluminio.
Istruzioni per il calcolo e l’esecuzione.
• UNI EN 14024 Profili metallici con taglio termico - Prestazioni meccaniche - Requisiti, verifiche e prove per la valutazione
Accessori per serramenti
• 1 UNI 9158 + FA 1 Edilizia. Accessori per finestre e porte finestre. Criteri di accettazione per prove meccaniche sull’ insieme serramento-accessori.
• UNI EN 1154 (+prA1) Accessori di serramenti –
Dispositivi di chiusura controllata della porta –
Requisiti e metodi di prova
• UNI EN 1155 (+prA1) Accessori di serramenti – Dispositivi elettromagnetici ferma porta
per porte girevoli – Requisiti e metodi di prova
• UNI EN 1158 (+prA1) Accessori di serramenti –
Dispositivi per il coordinamento della sequenza di chiusura delle porte - Requisiti e
metodi di prova
• UNI EN 179 (+A1) Accessori per serramenti –
Dispositivi per uscite di emergenza azionati
mediante maniglia a leva o piastra a spinta –
Requisiti e metodi di prova
• UNI EN 1125 (+A1) Accessori di porte finestre –
Dispositivi per uscite di emergenza comandati da barra orizzontale – Requisiti e metodi
di prova.
• UNI EN 1935 Accessori per serramenti – Cerniere ad asse singolo - Requisiti e metodi di
prova.
Acciaio
• UNI 7958 Prodotti finiti di acciaio non legato
di qualità laminati a freddo. Lamiere sottili e
nastri larghi da costruzione.
• UNI EN 10079 Definizione dei prodotti di acciaio e a quelle di riferimento per gli specifici
prodotti.
• UNI 10163-1 Condizioni di fornitura relative
alla finitura superficiale di lamiere, larghi piatti e profilati di acciaio laminati a caldo. Prescrizioni generali
• UNI 10163-2 Condizioni di fornitura relative alla finitura superficiale di lamiere, larghi
piatti e profilati di acciaio laminati e a caldo.
Lamiere e larghi piatti.
• UNI 10163-3 Condizioni di fornitura relative alla finitura superficiale di lamiere, larghi
piatti e profilati di acciaio laminati e a caldo.
Profilati.
• UNI EN 10025 Prodotti laminati a caldo di acciai non legati per impieghi strutturali. Condizioni tecniche di fornitura.
• UNI EN 10142 Lamiere e nastri di acciaio a
TIS innovation park | 19
basso tenore di carbonio, zincati a caldo in
continuo, per formatura a freddo – Condizioni tecniche di fornitura
Acciaio inox
• UNI EN 10088-1 Acciai inossidabili – Parte 1:
Lista degli acciai inossidabili
• UNI EN 10088-2 Acciai inossidabili – Parte 2:
Condizioni tecniche di fornitura delle lamiere
e dei nastri per impieghi generali.
Finiture superficiali
• UNI 3952 Alluminio e leghe di alluminio - Serramenti di alluminio e sue leghe per edilizia Norme per la scelta, l’impiego e il collaudo
dei materiali.
• UNI 10681 Alluminio e leghe di alluminio Caratteristiche generali degli strati di ossido
anodico per uso decorativo e protettivo.
• UNI EN 12206-1 Pitture e vernici - Rivestimenti di alluminio e di leghe di alluminio per applicazioni architettoniche - Parte 1: Rivestimenti
preparati a partire da materiali in polvere
• UNI ISO 2081 Rivestimenti metallici. Rivestimenti elettrolitici di zinco su ferro o acciaio.
• UNI ISO 22063 Rivestimenti metallici ed altri
rivestimenti inorganici. Metallizzazione termica a spruzzo. Zinco, alluminio e loro leghe.
• UNI 4720 Trattamenti superficiali dei materiali metallici. Classificazione, caratteristiche
e prove dei rivestimenti elettrolitici di cadmio
su materiali ferrosi.
• UNI EN 12540 Protezione dei materiali metallici contro la corrosione - Rivestimenti elettrodepositati di nichel, nichel più cromo, rame
più nichel e rame più nichel più cromo
• UNI EN 12540 Protezione dei materiali metallici contro la corrosione - Rivestimenti elettrodepositati di nichel, nichel più cromo, rame
più nichel e rame più nichel più cromo
• Direttive del marchio di qualità QUALICOAT
dell’alluminio verniciato (con prodotti liquidi
o in polvere) impiegati in architettura
Guarnizioni
• UNI 9122-1 Guarnizioni per serramenti. Clas20 | TIS innovation park
sificazione e collaudo.
• UNI 9122-2 Edilizia. Guarnizioni per serramenti. Limiti di accettazione per guarnizioni
compatte mono estruse
• UNI 9729-1 Guarnizioni a spazzolino per serramenti. Classificazione e terminologia
• UNI 9729-2 Guarnizioni a spazzolino per serramenti. Criteri di accettazione per tipi senza
pinna centrale.
• UNI 9729-3 Guarnizioni a spazzolino per serramenti. Criteri di accettazione per tipi con
pinna centrale.
• UNI 9729-4 Guarnizioni a spazzolino per serramenti. Metodi di prova.
• UNI EN 12365-1 Accessori per serramenti Guarnizioni per porte, finestre chiusure e facciate leggere - parte 1 Requisiti e classificazione
• UNI EN 12365-2 Accessori per serramenti Guarnizioni per porte, finestre chiusure e
facciate leggere - parte 2 Prova della forza di
chiusura
• UNI EN 12365-3 Accessori per serramenti Guarnizioni per porte, finestre chiusure e facciate leggere - parte 3 Prova di deformazione
(Deflection recovery test method)
• UNI EN 12365-4 Accessori per porte e finestre – Guarnizioni per porte, finestre chiusure
e facciate leggere – parte 4 Prova di deformazione a lunga durata (Long term recovery test
method).
Sigillanti
• UNI EN ISO 9047 Edilizia - Sigillanti - Determinazione delle proprietà di adesione in condizioni di temperatura variabile.
• UNI 9611 Edilizia. Sigillanti siliconici monocomponenti per giunti. Confezionamento.
• UNI EN ISO 10563 Costruzioni edili - Sigillanti
per giunti - Determinazione della variazione
in massa e volume.
• UNI EN ISO 10590 Costruzioni edili - Sigillanti - Determinazione delle proprietà di adesione/coesione in condizioni di estensione mantenuta dopo immersione in acqua.
• UNI EN ISO 10591 Costruzioni edili - Sigillanti - Determinazione delle proprietà di adesione/coesione dopo immersione in acqua.
• UNI EN ISO 11431 Edilizia - Prodotti per giunti - Determinazione delle proprietà di adesione/coesione dei sigillanti dopo esposizione al
calore, all’acqua e alla luce artificiale attraverso il vetro.
• UNI EN ISO 11432 Costruzioni edili - Sigillanti Determinazione della resistenza a compressione.
• UNI EN ISO 11600 Edilizia - Prodotti per giunti - Classificazione e requisiti per i sigillanti
• ISO 13640 Building construction - Jointing
products - Specifications for test substrates.
• UNI EN 26927 Edilizia. Prodotti per giunti. Sigillanti. Vocabolario.
• UNI EN 28339 + A1 Edilizia. Sigillanti per
giunti. Determinazione delle proprietà tensili.
• UNI EN 28340 Edilizia. Prodotti per giunti. Sigillanti. Determinazione delle proprietà tensili
in presenza di trazione prolungata nel tempo.
• EN 28394 Edilizia. Prodotti per giunti. Determinazione dell’estrudibilita’ dei sigillanti monocomponenti.
• UNI EN 29046 Edilizia. Sigillanti. Determinazione delle proprietà di adesione/coesione a
temperatura costante.
• UNI EN 29048 Edilizia. Prodotti per giunti.
Determinazione dell’estrudibilita’ dei sigillanti per mezzo di un apparecchio normalizzato.
• UNI EN 15434 Vetro per edilizia - Norma di
prodotto per sigillante strutturale e/o resistente ai raggi UV (per impiego in vetrate
strutturali sigillate e/o in vetrate isolanti con
sigillante esposto).
Materiali isolanti
• UNI EN 13162:2009 Isolanti termici per edilizia - Prodotti di lana minerale (MW) ottenuti
in fabbrica - Specificazione
• UNI EN 13165:2009 Isolanti termici per edilizia - Prodotti di poliuretano espanso rigido
(PUR) ottenuti in fabbrica – Specificazione.
TIS innovation park | 21
2.
IL CAPITOLATO SPECIALE
D’APPALTO SULLE FACCIATE
a cura di Carlo Noselli
Il capitolato speciale d’appalto è un documento
di grande importanza nell’esecuzione di un’opera, sia essa pubblica o privata: contiene infatti le
norme e le prescrizioni di natura amministrativa
e tecnica che regolano l’esecuzione di uno specifico contratto d’appalto. Il D.P.R. 5/10/2007 n.
207 - Regolamento di esecuzione ed attuazione
del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 (Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi
e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/
CE e 2004/18/CE) – costituisce un buon riferimento per la definizione del capitolato speciale
d’appalto e ne tratta i contenuti, nell’ambito
delle opere pubbliche, all’Art. 43 individuando
essenzialmente due parti: la prima contiene in
genere tutte le indicazioni ritenute necessarie
per una completa definizione dell’appalto (di
tipo amministrativo, economico ecc.) mentre la
seconda comprende la descrizione delle modalità di esecuzione, le norme di misurazione delle
singole lavorazioni, i criteri di accettazione dei
materiali, la modalità di esecuzione di eventuali
prove, essenzialmente quindi la specificazione
delle prescrizioni tecniche. Volendo richiamare il
citato articolo del D.P.R. 207/2007:
“Nella prima parte tutti gli elementi necessari per
una compiuta definizione tecnica ed economica
dell’oggetto dell’appalto, anche ad integrazione
degli aspetti non pienamente deducibili dagli
elaborati grafici del progetto esecutivo;
22 | TIS innovation park
schemi tipo o modelli predisposti dalla stazione appaltante o da editori specializzati. I tecnici
possono quindi avvantaggiarsi di documenti che
raccolgono esperienze e conoscenze di settore
di alto livello, senza però sottrarsi dall’onere di
integrarne i contenuti ove necessario, in relazione alle peculiarità dell’opera di cui stanno curando la progettazione.
Tra i documenti disponibili quelli della Provincia
Autonoma di Bolzano costituiscono strumento
di sicuro interesse e utilità: in particolare la “seconda parte” ovvero le Disposizioni TecnicoContrattuali (DTC). Frutto di un recente e significativo lavoro dell’Amministrazione provinciale
raccolgono le esperienze dell’attività locale e di
area tedesca e vengono aggiornate con una certa frequenza. Allo stato attuale vige la versione
2011 approvata con D.G.P. del 25.06.2012 n.
963 disponibile sul sito www.provincia.bz.it/edilizia/temi/ufficio-appalti.asp).
Il complesso sistema delle DTC della Provincia –
parte integrante dei singoli contratti della Provincia anche se non materialmente allegate - contiene oltre alle DTC “Regole generali per lavori
di costruzione di qualsiasi tipologia”, 63 capitoli,
ciascuno dei quali si riferisce ad una ben precisa
lavorazione o gruppo di lavorazioni affini o omogenee. L’organizzazione delle singole Disposizioni tecnico contrattuali è sempre la medesima
ed è articolata in 6 punti:
Nella seconda parte le modalità di esecuzione
e le norme di misurazione di ogni lavorazione,
i requisiti di accettazione di materiali e componenti, le specifiche di prestazione e le modalità
di prove nonché, ove necessario, in relazione alle
caratteristiche dell’intervento, l’ordine da tenersi
nello svolgimento di specifiche lavorazioni;” ….
•
•
•
•
•
•
Il capitolato speciale d’appalto è quindi un documento di natura contrattuale che normalmente
viene compilato dal progettista sulla base di
Il tema delle facciate viene trattato in un documento specifico “lavori per facciate” ma sono poi
numerosi i capitoli di sicuro interesse che posso-
Istruzioni per la redazione del progetto
Campo di applicazione
Materiali elementi costruttivi
Esecuzione
Prestazioni accessorie e prestazioni particolari
Contabilizzazione
TIS innovation park | 23
no o meglio devono essere presi in considerazione: dalle opere da vetraio, alle opere metalliche,
ai lavori in pietra naturale ecc. che completano il
quadro complessivo.
Il campo di applicazione della DTC “Lavori per
facciate” riguarda le “facciate continue in generale” e i “rivestimenti ventilati”, comprende quindi due elementi costruttivi di natura non omogenea che spesso però si interfacciano tra loro.
Viene quindi trattato l’involucro di facciata con
riferimento però ad ulteriori capitoli che trattano diffusamente aspetti maggiormente specifici
come ad esempio le opere da vetraio.
Di particolare rilevo appare in questa sede il
punto 0 che, pur non costituendo clausola contrattuale, contiene le istruzioni ritenute presupposto essenziale per la corretta redazione del
progetto. Il capitolato individua con chiarezza
alcuni contenuti significativi del progetto che
dovrà quindi contenere precise indicazioni sul
cantiere, sull’esecuzione, su eventuali difformità rispetto alle DTC, sulle prestazioni accessorie
e su quelle particolari e sulle unità di misura.
Questo aspetto appare particolarmente innovativo e significativo nell’ambito della realizzazione
dell’opera affidando centralità e precise caratteristiche al progetto quale presupposto per la
realizzazione a “regola d’arte”.
Plate Disp:DZ (mm)
1,00 [Pt:1648, Nd:5380]
0,24
-0,34
-0,91
-1,48
-2,05
-2,63
-2,82 [Pt:151, Nd:216]
Deformata delle sollecitazioni delle vetrate della scuola superiore per professioni
sociali Marie Curie. Nuovo accesso palestra
24 | TIS innovation park
Di sicuro interesse sono poi i documenti proposti
da UNCSAAL - Unione Nazionale Costruttori Serramenti Acciaio Alluminio e Leghe - in particolare
il documento denominato UX27 “Capitolato speciale per facciate continue” elaborato in accordo
con la norma di prodotto UNI EN 13830 nel 2009
UNCSAAL è partner efficace ed affidabile per i
progettisti e, in generale, per i committenti del
comparto dell’involucro edilizio: i documenti,
elaborati con la partecipazione dei principali attori del settore si caratterizzano per specificità e
precisione dei contenuti e sono reperibili sul sito
www.uncsaal.it.
Ulteriori elementi di interesse possono essere
reperiti nella cospicua produzione documentale di UNCSAAL. Il documento denominato UX
60 “Guida alla posa in opera delle facciate continue” elaborato recentemente (2012) tratta ad
esempio in modo dettagliato le problematiche
della posa in opera che deve essere effettuata
in modo tale da garantire il rispetto dei principali
requisiti tecnologici per i quali i rispettivi livelli di
prestazione sono già stati individuati nell’ambito
del progetto (resistenza meccanica, tenuta all’acqua, all’aria, isolamento termico, acustico ecc.).
Vengono infine trattate le modalità di controllo,
di prova e collaudo in opera.
In particolare il documento UX 27 “Capitolato
speciale per facciate continue” si propone come
guida per la stesura di un capitolato tecnico per la
richiesta di fornitura e posa di facciate continue
che può essere utilizzato come parte speciale di
un capitolato generale oppure separatamente
ed indipendentemente da quest’ultimo. E’ utilizzabile sia nel contesto di un intervento edilizio
ampio e di carattere generale sia in quello di una
situazione più specifica dove la fornitura e/o la
posa in opera delle facciate continue costituisca
l’unico capo d’opera oggetto del contratto.
Nel documento sono reperibili supporti utili
per definire caratteristiche e prestazioni che
le facciate continue dovranno possedere e che
dovranno essere calibrate sulle effettive esigenze progettuali e sulla conformità alla normativa
vigente. Per ogni requisito o caratteristica viene
pertanto suggerita la voce di capitolato (frequentemente esemplificata con un prospetto) e
in corsivo sono riportati note, commenti, richiami alle regolamentazioni e alle norme UNI applicabili a questa categoria di opere. Il documento
non è quindi un’opera compiuta ma, piuttosto,
uno strumento dinamico di guida.
Risanamento facciate Landhaus 2, Bolzano
TIS innovation park | 25
3.
L’ELENCO PREZZI DELLE FACCIATE
a cura di Francesco Giovine
3.1
Le facciate e l’importanza del
giusto prezzo
Il ruolo di un prezziario delle facciate è quello
di descrivere in maniera univoca l’oggetto della
fornitura e le relative prestazioni da richiedere,
con l’obiettivo di avere un parametro economico attendibile e per questo utile a progettista e
committente. Le informazioni necessarie al fornitore sono essenzialmente di quattro tipologie:
descrittive (che definiscono le caratteristiche generali delle opere oggetto del capitolato), tecnologiche (relative ai materiali, ai componenti, alle
finiture e alla posa in opera), prestazionali (che
individuano i livelli di qualità attesa dei prodotti)
e contrattuali (relative a competenze, responsabilità e oneri dei vari attori che intervengono nel
processo edilizio in oggetto).
Le caratteristiche e prestazioni che le facciate
oggetto di una gara devono possedere, necessitano di essere pertanto calibrate sulle effettive
esigenze progettuali e sulla conformità alla normativa vigente: solo in questo modo la determinazione del prezzo può essere realistica. Questo
ci porta a ritenere di estrema importanza la specifica tecnica riferita alla nostra tipologia di facciata in quanto diversamente, ovvero in presenza di una descrizione omnicomprensiva e cioè
con la presunzione di poter descrivere le diverse
tipologie di prodotti oggi presenti sul mercato,
si rischia di creare ampi varchi interpretativi con
ripercussioni deleterie e non veritiere per progettista e cliente.
Classificazione e criteri di scelta delle
facciate continue: un problema di termini
La suddivisione del curtain wall in diverse tipologie e sistemi costruttivi è una problematica non
trascurabile in quanto non si è in presenza di
un’univocità terminologica e conseguentemente
26 | TIS innovation park
di prezzo; inoltre la stessa evoluzione tecnologica del settore introduce di continuo termini nuovi e specifici, in buona parte comprensibili solo
agli “addetti ai lavori”. La definizione di curtain
wall, come “categoria particolare di pareti esterne non portanti, composti da elementi modulari
ripetuti, eseguiti in officina e montati in opera, a
cui vengono affidate tutte e sole le funzioni di separazione tra interno ed esterno”, di per sé non
è sufficiente a definirne correttamente gli aspetti
tecnologici e funzionali in quanto tale definizione si applica in generale alle facciate di tipo leggero. In accordo con la norma di prodotto UNI
EN 13830, con il termine facciate continue si intendono infatti diverse tipologie di prodotti che
possono distinguersi principalmente tra metallici
e non-metallici. La facciata continua è un prodotto metallico se realizzato con la combinazione di
metallo, vetro ed altri materiali di rivestimento
supportati o dotati di un telaio metallico. La facciata non metallica invece è una parete qualunque, di qualunque materiale, non progettata per
sostenere carichi verticali e collocata all’esterno
delle solette di piano.
Ma vediamo meglio le loro distinzioni:
1.Facciata continua metallica a montanti
e traversi: facciata continua costituita da un
telaio portante in montanti e traversi metallici,
con partizioni vetrate apribili o no, con pannello cieco di parapetto (spandrel) con faccia
esterna in vetro oppure metallica, pietra naturale o altro materiale di finitura esterna.
2.Facciata continua metallica a telai: facciata
continua costituita da un’ossatura portante in
montanti e traversi metallici e da tamponamenti (del tutto simili a quelli del caso precedente)
intelaiati e prefabbricati in officina e successivamente collegati in opera al reticolo di facciata
mediante accoppiamento meccanico.
TIS innovation park | 27
Montante
facciata
Serraggio
con farfalla
Sigillatura strutturale
Facciata montante - traverso per Parco Aquatico Santa Chiara, Rende (CS) - ABeC
3.Facciata continua metallica ad elementi o
celle: facciata continua costituita da elementi
di telaio a montanti e traversi metallici, dotata
di una partizione vetrata apribile o fissa e dallo
spandrel; tutti i pezzi, in alcuni casi anche la
vetrazione, vengono assemblati interamente
in officina e poi montati in opera.
28 | TIS innovation park
4.Facciata continua strutturale: facciata
realizzata con tamponature vetrate apribili o
fisse, con struttura a montanti e traversi metallici; le lastre di vetro sono incollate al telaio
metallico tramite l’uso di sigillanti strutturali.
Una facciata continua strutturale può essere
realizzata sia con la tecnologia a montanti e
traversi, che a telai oppure a elementi.
Studio per facciata strutturale per EXPO 2015, Padiglione Italia Milano - ABeC
5.Facciata continua semi-strutturale: facciata realizzata con tamponature vetrate apribili o fisse, con struttura a montanti e traversi
metallici (del tutto simile a quella del caso
precedente) solo che le lastre di vetro sono
fissate al telaio metallico con l’uso di sigillanti strutturali e con accessori di trattenimento
meccanico su due o su quattro lati.
TIS innovation park | 29
3.2
Descrizione e prescrizioni
particolari del prezziario
Il documento descrittivo della nostra facciata, affinché possa essere univocamente letto e
ragionato dal fornitore/costruttore, deve contenere tutti i dati informativi e gli obiettivi tecnico-prestazionali. Occorre precisare le norme
di riferimento e i valori prestazionali, loro classi
e metodi di prova, le prove richieste in sito se
presenti, la presenza di elementi antieffrazione
e campionature al vero: tutti questi fattori possono determinare una sensibile oscillazione di
prezzo se non esattamente individuate nel testo
al quale è legato il prezziario. Esaminiamo quali
sono all’interno di ogni singola tipologia gli altri
fattori che possono incidere sul prezzo unitario
della nostra facciata:
1 Modulazione del reticolo di facciata (Ovvero
interasse verticale ed orizzontale)
2 Tipologia e dimensioni dell’apertura infisso (a
battente apribile verso l’interno, a vasistas, a
sporgere ecc.)
3 Presenza di caratteristiche formali – architettoniche rilevanti (Sporgenze, raccordi verticali e/o orizzontali)
4 Interfacce con opere al contorno
5 Attacchi (al piano terra, al corpo scale, alla copertura)
6 Raccordo a soffitto e al pavimento, logge, spigoli e altri elementi
7 Collegamento della facciata agli elementi
strutturali dell’edificio
8 Attacchi alla struttura portante (tipologia e
consistenza delle staffe di sostegno)
9 Finiture superficiali dei telai metallici (spessore, resa, codici di riferimento)
10Vetrazioni
Quest’ultime sono estremamente importanti. Di
seguito elenchiamo alcuni tra i punti che occorre
30 | TIS innovation park
sempre indicare:
• se si tratta di tamponamenti opachi, oppure
trasparenti fissi, o apribili
• la tipologia di vetro (vetrocamera o vetro singolo)
• se trattasi di vetro piano, curvo, float, stratificato, armato, temprato
• spessori (se trattasi di vetrocamera oltre allo
spessore delle singole lastre costituenti deve
essere indicato anche lo spessore dell’intercapedine e l’eventuale riempimento)
• se basso emissivo e/o a controllo solare e relativa faccia interessata dal coating
• i parametri termo-energetici e acustici
Un prezziario razionale e facile
da leggere a tutela della stazione
appaltante
Il fatto di avere un’unica descrizione che comprenda le varie tipologie rischia di diventare
approssimativo come metodo. La costruzione
di un sistema che per mezzo di parametri e casistiche contempli tutte le condizioni al contorno, potrebbe invece avere maggiore efficacia.
Questo si potrebbe ottenere riferendosi in
parte all’ottimo lavoro in tal senso già svolto da
UNCSAAL, affinandone ulteriormente il metodo
nello specifico per la provincia di Bolzano. Tale
lavoro preparatorio al prezziario, consentirebbe
di classificare e catalogare i vari raccordi e coronamenti nelle loro molteplici combinazioni e permetterebbe una facilitazione della stima economica da parte degli operatori. L’obiettivo futuro
è infatti realizzare un documento suddiviso nelle
5 tipologie individuate dalla norma di prodotto
UNI EN 13830, e parametrizzato secondo le 3 dimensioni tipiche del modulo/reticolo di facciata
in larghezza (cm 90, 120, 150), con una descrizione specifica, individuando poi un metodo che
consenta -per interpolazione lineare- di quotare
le altre dimensioni non comprese. Distinguendo
poi tra intervento ex-novo e tra intervento sul patrimonio edilizio esistente, si riuscirebbe a essere
ancora più precisi nella stima (questo per i diversi
aspetti logistici e di cantierizzazione da considerare nei 2 casi in menzione).
A chi è rivolto
Il futuro nuovo prezziario sarà rivolto ai Progettisti e gli Enti Committenti privati e pubblici della
provincia di Bolzano nella fase di computazione
dei lavori e nelle gare di appalto.
I prezzi presenti nel listino dovranno derivare
dalla raccolta di dati omogenei, ovvero saranno
riferiti ad elementi con le medesime caratteristiche tecniche, provenienti da aziende distribuite
su tutto il territorio provinciale oltre che nazionale e rappresentative sia della produzione di
Serramenti sia di quella delle Facciate Continue.
Compito del Gruppo facciate in seno al TIS potrebbe essere infine quello di una successiva
elaborazione secondo metodologia statistica e
sulla scorta della banca dati che si andrà a creare. Attraverso apposite tabelle sarà possibile
classificare le varie tipologie in modo semplice
e sintetico e ciò aiuterà gli operatori del settore
nella stima economica dei lavori.
A tal proposito particolarmente interessante
come punto da cui partire è il prezziario elaborato da UNCSAAL impegnata da anni in un lavoro di diffusione del listino presso le Camere del
Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura
italiane che, in molti casi, lo assumono come parte integrante dei propri prezziari.
I prezzi di facciate continue aventi caratteristiche
diverse da quanto indicato nelle descrizioni e
nel capitolo “Specifiche tecniche” andranno comunque valutati di volta in volta. Ciò vale anche
per quelle facciate che, per esigenze estetiche o
strutturali, richiedono profilati con dimensioni
che comportano pesi superiori a quelli indicati
nelle descrizioni delle singole tipologie.
cui deve essere indicato il materiale dello strato
esterno, la densità, la conducibilità termica, la
finitura superficiale esterna e una trasmittanza termica complessiva. Tipi e posizione delle
opere accessorie sono pure determinanti. Ad
esempio i sistemi di protezione dall’irraggiamento solare, di pulizia facciata, i dispositivi di ventilazione, zoccolini, velette o canaline per tende
concorrono tutti a modificare i costi della facciata
e devono essere specificati. I raccordi con pilastri, divisori e controsoffitto, le soglie su muretti o davanzali, i mobiletti copri fan-coils, come
pure le controfodere interne o le canalizzazioni
per passaggio impianti, sono opere accessorie le
cui finiture spesso vanno a incidere sui costi della
manodopera.
Discorso assai delicato è quello sulla Sicurezza in
caso di incendio che tradotto in termini economici può far alzare i valori economici delle nostre
facciate. La richiesta di questa prestazione deve
essere valutata in funzione dell’uso previsto del
prodotto e della destinazione d’uso dell’edificio.
Qualora specificatamente richiesto, la facciata
continua dovrà essere di classe di resistenza al
fuoco nei riguardi della propagazione verticale
dell’incendio in facciata continua. A tal proposito
in corrispondenza del collegamento con i solai,
dovrà essere completata da idonei elementi taglia fuoco aventi classe di resistenza opportuna.
Anche gli isolanti e le guarnizioni, in questo caso
dovranno essere di classe di reazione al fuoco e
avranno costi maggiori.
Insomma tanto più generica e succinta è la nostra descrizione di facciata tanto più relativo sarà
il valore di prezzo a esso associato; per questo,
il lavoro che il gruppo facciate si propone di fare
sarà utile a individuare il giusto budget oltre che
a contenere danni e inutili dispendi monetari.
La facciata continua in molti casi è dotata di pannelli inseriti all’interno del reticolo di facciata di
TIS innovation park | 31
4.
STATICA DEI SISTEMI DI FACCIATA
a cura di Francesco Giovine e Roland Rossi
32 | TIS innovation park
4.1
Processo progettuale
Punto di partenza dell’analisi strutturale dell’involucro risulta la sua concezione strutturale ovvero la definizione del ruolo che questo deve
assolvere all’interno del sistema-edificio. Questo
vuol dire individuare perfettamente quali sono le
azioni che andranno ad agire su di esso e come
queste verranno assorbite o ridistribuite o trasferite alla struttura portante dell’edificio.
Generalmente le azioni che possono interessare
l’involucro sono le seguenti:
• peso proprio degli elementi costruttivi (profili, pannelli, lastre, moduli, elementi di fissaggio e di collegamento, elementi di finitura,
accessori)
• carico del vento (pressioni e depressioni, divergenza torsionale, fenomeni del distacco
dei vortici,
• fenomeni di sincronizzazione, oscillazioni galoppanti, flutter, buffeting)
• azioni di uragani, tifoni, grandine, calamità
naturali
• azioni sismiche
• dilatazioni termiche
• movimenti differenziati tra i componenti
• interazione involucro/struttura
• carico neve
• azioni da manovre di apertura/chiusura
• atti vandalici
• azioni intrusive
• attentati terroristici
• bomb-blast
• azioni belliche
• fissaggio di schermature solari (tende a rullo
esterne, brise-soleil, ecc.)
• fissaggio di sporti o pensiline
• supporto di insegne
• operazioni di trasporto e montaggio
• operazioni di manutenzione, riparazione, sostituzione e pulizia
Accanto alle azioni sopra indicate esistono problematiche di ultima generazione legate a problemi molto specifici come:
• shock termici
• problemi di aerodinamicità
• problemi di ottimizzazione strutturale (formfinding)
• azioni dovute alla presenza di doppie pelli
• problemi di isolamento (tasselli a taglio termico)
• vibrazioni
• fatica
• failure, fessure, rotture
• comportamento post-rottura (fail-safe)
In particolare il processo di progettazione strutturale può essere schematizzato come una serie di operazioni che vanno dall’individuazione
e dalla quantizzazione delle azioni agenti sulla
struttura, all’analisi delle tensioni e delle deformazioni generate, al dimensionamento delle sezioni e degli spessori in funzione delle tensioni e
delle deformazioni calcolate, alla determinazione
della sicurezza strutturale con opportuni fattori
di sicurezza, per giungere alla produzione dei
documenti e degli elaborati grafici di progetto
necessari per trasmettere in maniera esaustiva
e dettagliata i risultati. L’analisi e il dimensionamento strutturale dell’involucro deve essere
strettamente collegata alle altre fasi del progetto
(progetto architettonico, progetto della struttura
portante, progetto degli impianti) al fine di verificare simultaneamente che tutte le esigenze
siano soddisfatte. La progettazione strutturale
viene così a interessare diverse fasi del progetto
nel suo complesso, che vanno dalla concezione
iniziale, alla modellazione, all’analisi strutturale,
alla definizione dei sistemi di fissaggio e ancoraggio, fino alla produzione delle tavole esecutive di
progetto, confrontandosi continuamente con le
esigenze architettoniche e impiantistiche.
In fase di progettazione strutturale dell’involucro
è bene individuare la corretta suddivisione dei
compiti che devono assolvere i diversi compoTIS innovation park | 33
nenti. Per questo motivo è necessario ricorrere
a precisi schemi gerarchici che permettano di
individuare il ruolo che i vari elementi strutturali
sono chiamati a ricoprire (“prediction”). La finalità è quella di eliminare sovradimensionamenti e
appesantimenti della struttura pur nel mantenimento dei prefissati livelli di sicurezza.
Altro fattore molto importante nella progettazione strutturale è la creazione di ridondanze,
ovvero di sistemi che permettano di supplire
strutturalmente a eventuali deficienze strutturali
o rotture di componenti (per esempio elementi
di fissaggio, lastre di vetro, ecc.) durante le condizioni di esercizio senza negare la possibilità di utilizzo dell’edificio o di sostituzione di componenti
o parti di struttura in condizioni di sicurezza.
Le fasi di progettazione strutturale devono
inoltre prevedere le analisi delle strutture nelle
diverse condizioni transitorie di trasporto e montaggio (o smontaggio) valutando sia il comportamento post-rottura che analizzando le azioni
che potrebbe innescare la rottura di una lastra
vetrata sul resto del sistema-struttura.
La progettazione richiede pertanto accurate modellazioni e calcoli, necessitando anche dell’uso
di software e programmi FEM sia per le analisi
globali che di dettaglio al fine di simulare e verificare il comportamento dell’involucro nelle
diverse condizioni di esercizio. Le fasi attraverso
le quali andare a progettare staticamente una
facciata sono:
1. acquisizione dei dati di progetto;
2. analisi dei carichi e loro combinazioni;
3. definizione schema strutturale;
4. analisi strutturale;
5. statica di dettaglio (nodi, ancoraggi, ecc.)
34 | TIS innovation park
I principali metodi di dimensionamento possono
essere così riassunti:
• dimensionamento secondo il metodo delle
tensioni ammissibili
• dimensionamento secondo la probabilità di
rottura
• dimensionamento secondo il metodo degli
stati limite (ultimo e di esercizio)
Il metodo delle tensioni ammissibili consiste nel
verificare che le tensioni presenti su tutti i punti
del materiale non superino un prefissato valore
ammissibile, considerando compromessa la stabilità della struttura nel momento in cui anche
un solo punto entra in crisi. Il dimensionamento
secondo la probabilità di rottura analizza invece
il comportamento a rottura e il variare delle sollecitazioni in funzione del tempo, permettendo
così di considerare lo sviluppo delle tensioni che
agiscono per lungo tempo e su grandi superfici
in maniera negativa. Infine il metodo di dimensionamento secondo gli stati limite considera diverse situazioni limite o scenari di cedimento della struttura. In questo modo vengono considerati
sia la probabilità di un carico, sia il ruolo dell’elemento nella stabilità della struttura in generale
oltre che l’effetto del cedimento dell’elemento.
Nel caso della progettazione strutturale di involucri in vetro, risulta particolarmente importante
analizzare il cosiddetto “post rupture behaviour”.
Risultando infatti il vetro un materiale fragile, in
cui sono peraltro possibili rotture spontanee,
sarà necessario analizzare il comportamento
post-rottura al fine di garantire comunque il
funzionamento dell’intera struttura senza pregiudicarne la stabilità e la sicurezza (fail-safe). Da
quanto detto emerge come sia piuttosto complesso concepire strutturalmente l’involucro.
Questo proprio perché i compiti che deve assolvere sono sempre più complessi e sofisticati e le
prestazioni che devono essere raggiunte sono
sempre più severe.
4.2
Resistenza meccanica e
sicurezza in uso
Sono 2 i documenti che richiamano questi due
importanti concetti: La direttiva europea 89/106/
CEE e la UNI EN 13830.
La direttiva europea 89/106/CEE: comunemente
detta CPD (Construction Products Directive) è
una direttiva europea del 21.12.1988. E’ rimasta in
vigore fino al 24.02.2011 mentre dal 24 aprile 2011,
è entrato in vigore parzialmente il Regolamento
dei Prodotti da Costruzione (CPR - Construction
Products Regulation). Poiché l’entrata in vigore
del CPR è solo parziale (vedi art. 68 del CPR stesso) la direttiva ha ancora parte della sua validità.
Il 1 luglio 2013 il CPR avrà piena applicazione e
la direttiva non sarà più applicabile. La CPD ha
l’obiettivo di assicurare che i prodotti da costruzione che vengono immessi sul mercato siano
costruiti o realizzati in modo che l’opera di costruzione nella quale sono integrati rispetti alcuni
requisiti ritenuti essenziali per la sicurezza, la salute e altre esigenze di ordine collettivo dell’utenza. Ciò significa che in quanto elemento dotato
di funzione statica autonoma, la facciata deve essere correttamente progettata e verificata sotto
il profilo del suo comportamento meccanico. La
direttiva - recepita con il DPR n. 246 del 21 aprile
1993 – all’allegato A parla del requisito essenziale
4, che descrive il concetto di resistenza meccanica di una facciata continua come rispondente al
requisito più generale di sicurezza in uso.
La norma di prodotto UNI EN 13830: definisce
la facciata continua come insieme di elementi
strutturali verticali e orizzontali collegati insieme
e ancorati alla struttura portante dell’edificio e
tamponamenti, a formare un involucro leggero
continuo che garantisce tutte le funzioni normali
di una parete esterna, ma che non assume alcuna delle caratteristiche portanti della struttura
dell’edificio.
4.3
Parete esterna e facciata
La differenza fondamentale tra una facciata continua e una generica parete esterna consiste nella
relazione con la struttura dell´edificio. La facciata continua assolve tutte le funzioni proprie di
una parete esterna ad esclusione del supporto
di carichi verticali trasmessi dai solai, funzione
assolta esclusivamente dalle strutture verticali
dell´edificio. Le facciate continue essendo “portate” dalla struttura dell´edificio, non contribuiscono
alla stabilità dell´edificio. L´esclusione della funzione di supporto dei carichi verticali ha consentito la
realizzazione di sistemi di facciata “leggeri”, facciate con orditura metallica ed elementi di tamponatura opachi o trasparenti, composti con differenti
materiali e tecnologie. Il sistema viene definito
“leggero” proprio perché soggetto a carichi permanenti limitati al peso proprio dei componenti
la facciata: l´orditura metallica, gli elementi di
tamponatura fissi e apribili, gli elementi accessori,
elementi aventi peso proprio contenuto rispetto
agli elementi costituenti le pareti in muratura e le
pareti portanti in genere. Gli elementi strutturali
costituenti la facciata devono essere considerati
strutturali esclusivamente in relazione alla facciata
e non in riferimento all’edificio, in quanto non influiscono in alcun modo sulle caratteristiche portanti dell’intero edificio.
4.4
Le verifiche da effettuare
Per garantire il requisito fondamentale relativo alla
sicurezza in uso prescritto dalla CPD, è necessario
che tali verifiche siano condotte nei confronti sia
dello stato limite di esercizio (SLE) sia dello stato
limite ultimo (SLU) in riferimento alle azioni agenti
sulla facciata (pesi propri, urti, azione sismica, vento, azioni orizzontali di esercizio). Cosa altro deve
TIS innovation park | 35
garantire la facciata in condizioni di servizio? La
piena funzionalità: non solo nei confronti della sicurezza degli occupanti, ma anche nei confronti di
quei requisiti che definiscono la corretta fruizione
dell’immobile (permeabilità all´aria, resistenza al
vento e tenuta all’acqua). Nel verificare SLU e SLE
in conseguenza alle diverse combinazioni delle
azioni, occorre valutare anche la combinazione sismica e quella accidentale ove richiesto. La verifica
allo SLU è una verifica di sicurezza mentre la verifica allo SLE è invece una verifica di corretto funzionamento che consiste nella valutazione che la
deformazione sotto carico rientri nei limiti previsti
dalle norme (UNI EN 13830):
• deformazione limite del montante soggetto
ad azione orizzontale: L/200 o comunque
non superiore a 15 mm;
• deformazione limite del traverso soggetto ad
azione orizzontale: L/200 o comunque non
superiore a 15 mm;
• deformazione limite del traverso soggetto ad
azione del solo peso proprio verticale: L/500
o comunque non superiore a 3 mm.
4.5
Le norme di riferimento
Nel panorama legislativo italiano ed europeo
non esiste una norma tecnica di riferimento
specifica per il dimensionamento statico delle
facciate continue; è quindi necessario utilizzare e
mutuare le informazioni e i processi di calcolo e
verifica riportati nel corpo delle norme tecniche
a disposizione, relative agli elementi strutturali
dell’edificio. Tra le norme tecniche che trovano
applicazione per le facciate continue, è necessario ricordare principalmente:
• NTC 2008, Norme Tecniche per le Costruzioni
di cui al DM 14 gennaio 2008 e circolare n. 617;
• CNR-DT 207/2008 - Istruzioni per la valutazione delle azioni e degli effetti del vento sulle
costruzioni;
36 | TIS innovation park
• UNI EN 1999-1-1, Eurocodice 9, Progettazione
delle strutture di alluminio, Parte 1-1: Regole
strutturali generali;
• UNI EN 13830 – Facciate continue – Norma
di prodotto (norma armonizzata relativa alla
marcatura CE).
4.6
Azioni e sollecitazioni
Al fine di ottimizzare e rendere efficace la progettazione strutturale dell’involucro è bene individuare le azioni e le sollecitazioni che andranno ad
agire su di esso. Azioni che naturalmente dovranno essere strettamente legate al contesto geografico nel quale l’edificio andrà collocato.
Tra geografia e calcolo strutturale esiste infatti un
forte legame dovuto principalmente al fatto che
la localizzazione determina specifiche azioni di
carattere sismico, carichi neve e del vento, caratteristiche geologiche, condizioni climatiche, oltre a
richiedere eventuali prestazioni speciali come per
esempio in caso di zone politicamente instabili
(zone a forte presenza terroristica, zone di guerra,
ecc.). Non ultimo la localizzazione geografica determina le normative di riferimento che andranno
rispettate in fase di progetto e gli standard energetici ai quali fare riferimento. Ciò che rimane invariato risulta essere il processo di progettazione
strutturale, ovvero le varie fasi di concezione, progettazione, calcolo e verifica dell’involucro stesso.
Le azioni da considerare principalmente nel calcolo della sollecitazione di una facciata continua
sono di 2 tipi: permanenti e variabili.
in conformità con il Paragrafo 3.3 delle NTC
2008 e alla Circolare applicativa 2 febbraio
2009 n. 617) o CNR-DT 207/2008 - Istruzioni
per la valutazione delle azioni e degli effetti
del vento sulle costruzioni);
• neve: applicabile nel caso di inclinazioni comprese tra 60° e l’orizzontale, azione espressa in
kN/m2 (calcolata in conformità con il Paragrafo 3.3 delle NTC 2008).
E’ bene ricordare infine che ai fini della marcatura
CE, è necessario che il Produttore sottoponga un
prototipo della facciata a una serie di prove sperimentali di laboratorio finalizzate a certificarne le
prestazioni (resistenza al vento, permeabilità all’aria e tenuta all’acqua) in condizioni sia di esercizio
che di sicurezza. Particolare importanza assume
la prova di resistenza al vento che permette di
verificare sperimentalmente il comportamento
deformativo e di resistenza della facciata continua sia in condizioni di esercizio, sotto l’azione
del carico di progetto del vento, che di sicurezza
attraverso l’applicazione di un carico incrementato di un fattore di sicurezza pari a 1,5. *
a) Permanenti
• peso proprio dell’orditura della facciata (reticolo in alluminio, staffaggi e accessori);
• peso portato dalla facciata (tamponamenti
ciechi e trasparenti, schermature);
b)Variabili
• vento: azione espressa in kN/m2 (calcolata
TIS innovation park | 37
5.
IL VETRO
a cura di Roland Rossi
5.1
Anforderungen und
Bemessung von Glas
Istruzioni per la Progettazione, l’Esecuzione e il
Controllo, di Costruzioni con Elementi Strutturali
di Vetro
Der Trend hin zu transparenten, filigranen, leicht
wirkenden Strukturen und lichtdurchlässigen
Bauwerken wird immer stärker. Glas gehört zu
den Materialien im Bauwesen, die Architekten
seit jeher besonders faszinieren. Neue Entwicklungen in der Glastechnologie und -verarbeitung sowie mit den mittlerweile sehr guten
Dämmwerten ist es möglich innovative und
bisweilen kühne Entwurfskonzepte für Gebäudehüllen umzusetzen. Genau hier kann die
Projektgruppe TIS „ Fassaden“ ansetzen und als
Schnittstelle zwischen Architektur und den Ingenieurdisziplinen, zwischen Architektur und
Glasindustrie, zwischen Normung und Praxis
fungieren. Hier werden die Aktivitäten mehrerer Institutionen, Hersteller und Dienstleister, die
sich auf hohem wissenschaftlichem und technologischem Niveau mit dem Werkstoff Glas beschäftigen, effizient vernetzt.
UNI 7697 2007 …. in Überarbeitungsfase
Criteri di sicurezza nelle applicazioni vetrarie
Um diesen Anforderungen gerecht zu werden
braucht es Regelwerke zur Bemessung von Glaskonstruktionen und qualitativen bzw. experimentellen Beurteilungen.
Auf nationaler Ebene gab es letzthin folgende
Dokumente die Bewertungs-, Bemessungs- bzw.
Konstruktionsregeln für Flachglas zum Inhalt hatten:
UNI/TR 11463: 2012
Vetro per edilizia - Determinazione della capacità
portante di lastre piane di vetro utilizzate come
elementi di tamponamento
UNI/TR 11404: 2011
Vetro isolante con ottima qualità ottica utilizzato
per i serramenti
CNR-DT 210/2012
38 | TIS innovation park
pr EN 16612:2013 …. in inchiesta pubblica (ex
prEN 13474-1)
Glass in building — Determination of the
strength of glass panes by calculation and testing
Die Bemessung und Konstruktion von Verglasungen soll durch diese neue Normengeneration
auf eine neue Grundlage gestellt werden. Der
vorliegende Text gibt eine Übersicht über den
derzeitigen Stand der Regelwerke und deren
wichtigsten Inhalte.
Dabei ist zu erwähnen, dass auch im Glasbau
bei der statischen Bemessung auf das Teilsicherheitskonzept umgestellt wird. In der aktuellen Fassung der UNI/TR 11463:2012, welche sich
an die prEN13474 anlehnt, wird das neue Sicherheitskonzept eingeführt und ist somit konform mit dem NTC 2008 „Norme tecniche per le
costruzioni“.
Der europäische Normungsentwurf des CEN/
TC129/WG8 für die Bemessung im Glasbau
prEN 16612:2013 hat das Ziel der Schaffung einer einheitlichen Bemessungsregelung für Glas.
Durch die Komplexität der Regeln und die besonderen Eigenschaften des Werkstoffs Glas
sowie der Zwischenschichten, ist eine praktische Dimensionierung kaum möglich und bei
einfachsten Verglasungen bedarf es aufgrund
der vielen Lastfallkombinationen bereits spezieller Software. Die UNI/TR11463 hat zum Ziel, die
wesentlichen und besonderen Parameter des
Werkstoffs Glas wie z. B. die Zeitabhängigkeit
der Festigkeit von Floatglas, Isolierglaseffekte,
TIS innovation park | 39
Schubverbund bei Verbundsicherheitsglas, etc
... für die Bemessung so zu erfassen, dass sie
angemessen berücksichtigt werden, aber noch
praktisch handhabbar sind.
Weiters ist zu erwähnen, dass bei Verbundsicherheitsgläser zusätzlich zur bekannten Zwischenschicht aus Polyvinylbutyral (PVB) neuartige Zwischenlagen entwickelt wurden, wie
z.B. SentryGlas Plus der Firma Dupont, wo eine
baurechtliche Anerkennung der teilweisen
Berücksichtigung des Verbundes bei der statischen Bemessung vorliegt. Die Tragfähigkeit von
VSG Einheiten ist maßgeblich von der zeit- und
temperaturabhängigen Verbundwirkung der Folien beeinflusst. Der Schubmodul von PVB-Folien
ist im Wesentlichen abhängig von der Lastdauer
und der Folientemperatur.
5.2
Statische Anforderungen:
Neben den Wind, Verkehrs- und Eigenlasten sind
die Klimalasten ein typischer Lastfall für Isolierglas. Sie entstehen wegen des luftdicht abgeschlossenen Scheibenzwischenraums aus den
Luftdruck- und Temperaturdifferenzen zwischen
Herstell– und Einbaubedingungen und werden
nach UNI/TR 11463 berücksichtigt.
Damit Isolierverglasungen die wärmetechnischen Kenngrößen beibehalten ist eine
dauerhafte Abdichtung der Scheiben durch den
Randverbund notwendig. Dieses Konstruktionsprinzip ermöglicht keinen Druckausgleich mit
den sich ändernden äußeren Bedingungen.
Diese Druckunterschiede bewirken ein Aus- und
Einbauchen der Glasscheiben, sprich eine Verdrehung am Randverbund.
Diese klimatischen Lasten werden maßgebend
vom Gasvolumen im Scheibenzwischenraum
bestimmt. Die Belastung auf Glas und Randverbund wird umso grösser je mehr Gas im Zwi40 | TIS innovation park
schenraum ist, je steifer der Scheibenaufbau
ist und je geringer die Isolierglasabmessungen
sind. Daher ist der Klimabelastung bei DreifachIsolierglas mit großen Scheibenzwischenräumen
und möglichen asymmetrische steifen Aufbauten wegen Absturzsicherung, Betretbarkeit und
Schallschutz besonderes Augenmerk zu widmen
und darauf zu achten, dass die Tragfähigkeit und
Dauerhaftigkeit gewährleistet ist.
Erhöhte Belastungen durch Aufheizen des Scheibenzwischenraumes sind auch durch Verwendung von integrierten Sonnenschutzsystemen
und Scheiben mit hohen Absorptionsgrad zu
erwarten.
nötige Absturzsicherung und im weiteren Sinne die Resttragfähigkeit zuweisen, sei folgendes
erwähnt:
Die Prüfnorm UNI EN 12600 sieht eine Klassifizierung des Glases über deren Verhalten bei
Stossbeanspruchung und dem daraus folgenden Bruchverhalten vor. Der Pendelschlagversuch in einem definierten Versuchsrahmen mit
den Abmessungen 847 x 1910 mm, erbringt gegenüber den meisten Einbau- und Lagerungssituationen der Glasscheiben ein völlig anderes
Versuchsergebnis. Aus dieser 4-seitig gelagerten Normprüfung eines Einzelbauteils kann
nicht zwingend auf das Materialverhalten in der
tatsächlichen Einbau- und Belastungssituation
geschlossen werden. Eine ausreichende Aussage über das wirkliche Tragverhalten und die
Tragfähigkeit der gesamten Scheibe kann durch
eine rechnerische Simulation des Pendelschlags
mit den tatsächlichen Einbau- und Belastungssituation gemacht werden oder durch einen
Pendelschlagprüfung am eingebauten Element
durch eine akkreditierte Prüfstelle.
Für eine fachgerechte Dimensionierung der
Glasdicken bei Isoliergläser sind neben dem
statischen Anforderungen immer häufiger auch
bauphysikalische Angaben, wie z. B. Beschichtungen, Schallschutz, Sonnen- oder Blendschutz zu
berücksichtigen.
5.3
Resttragfähigkeit:
Kann die völlige oder teilweise Zerstörung eines
tragenden Glasbauteiles nicht ausgeschlossen
werden, so ist der Nachweis der Resttragfähigkeit
zu führen. Die Resttragfähigkeit beschreibt die
Tragfähigkeit nach dem Glasbruch, wodurch
keine akute Gefährdung für Menschenleben entstehen darf. Die zerstörte Tragstruktur muss eine
für den konkreten Fall als hinreichend erachtete
Reststandzeit gewährleisten, die es ermöglicht,
in angemessener Zeit entsprechende Sicherungsmaßnahmen zu ergreifen oder das Bauteil auszutauschen. In der neuen Fassung der UNI 7697
„ Criteri di sicurezza nelle applicazioni vetrarie“
wird der Begriff der Resttragfähigkeit eingeführt
und beschrieben.
Der Nachweis der Resttragfähigkeit kann
durch geeignete Glaswahl und durch Bemessungsansätze im außergewöhnlichen Lastfall
erbracht werden. So empfiehlt es sich bereits in
Leistungsverzeichnissen die Mindeststandzeit
und die experimentellen Nachweise vorzugeben.
Zu den verbreiteten Irrglaube die Verwendung
von Glasscheiben mit der Klassifizierung 1(B)1
laut UNI EN 12600 würde ausreichen, um die
TIS innovation park | 41
6.
IL FUOCO
6.1
La sicurezza antincendio
nelle facciate
a cura di Marco Becarelli
Le facciate rivestono una notevole importanza
nella prevenzione incendi di un edificio, e in particolare se questo si sviluppa su più piani.
Infatti in generale è necessario configurare la facciata in modo da perseguire tre obiettivi:
1. Limitare la propagazione di un incendio originatosi all’interno dell’edificio.
2. Limitare l’incendio della facciata stessa a causa di
un incendio originatosi all’esterno dell’edificio.
3. Evitare o limitare la caduta di parti di facciata
in caso d’incendio.
Questi tre obiettivi si conseguono ponendo requisiti sia di resistenza al fuoco che di reazione
al fuoco. Gli edifici civili (civile abitazione, scuole, alberghi, ospedali ecc.) sono quelli che maggiormente si sviluppano su un numero elevato
di piani ed è per questo che il Ministero dell’Interno ha emesso (prot. n. 0005043 del 15/4/2013)
un aggiornamento della precedente (2010) linea
guida sui requisiti di sicurezza antincendio nelle
facciate degli edifici civili con altezza antincendio superiore a 12 m. Tale linea guida continua
a rivestire carattere volontario. Ciononostante è
quasi inevitabile considerarla obbligatoria, anche
perché gli obiettivi generali sopra citati sono da
sempre contenuti nelle disposizioni relative a
queste attività: quando si richiede che ogni piano costituisca un compartimento a sé stante, è
evidente che tale requisito comporti anche determinate caratteristiche della facciata; il fatto
che l’evacuazione degli occupanti e l’intervento
delle forze di soccorso possano avvenire in condizioni di sicurezza (quindi senza crolli improvvisi
della struttura o della facciata) è una condizione
basilare, richiesta dalla direttiva europea sui prodotti da costruzione (CPD). Non applicare questa
linea guida è possibile effettuando una precisa
42 | TIS innovation park
valutazione del rischio cui si va incontro e prendendo comunque i provvedimenti necessari per
ridurre al minimo il rischio stesso.
6.2
Resistenza al fuoco
Per facciate semplici (si intendono come tali
anche quelle rivestite in aderenza con cappotti
termici e quelle in mattoni con camera d’aria per
isolamento termico) e curtain wall (facciate esterne non portanti e fissate alla testa dei solai e dei
muri trasversali) la resistenza al fuoco si ottiene
mediante fasce realizzate in elementi costruttivi almeno E60 in corrispondenza di ogni solaio
e muro trasversale; per le curtain wall anche le
giunzioni con solai e muri trasversali devono essere EI60. La verifica dei requisiti di resistenza al
fuoco per le facciate semplici si può effettuare o
mediante prove (norma EN 1364-1) o mediante
soluzioni tipo cioè con prodotti certificati o valori
tabellari; per le curtain wall sono ammesse solo
le prove.
Per facciate a doppia parete (due pareti separate
da intercapedine) esistono diversi casi:
Doppia parete ventilata non ispezionabile (cioè
con circolazione d’aria nell’intercapedine con
spessore massimo di 60 cm): se la parete esterna
è chiusa e vi sono elementi di interruzione incombustibili intorno alle finestre e in corrispondenza dei solai, la parete interna deve rispettare i
requisiti delle facciate semplici; se la parete esterna è aperta, allora la parete interna deve essere
interamente EI30 se i materiali isolanti sono di
classe superiore a Bs3d0 o dotata degli elementi
di interruzione delle facciate semplici se gli isolanti sono Bs3d0.
Doppia parete ventilata ispezionabile (cioè con
intercapedine avente spessore da 60 a 120 cm):
se la parete esterna è chiusa si applicano le regole delle facciate semplici purché l’intercapedine sia interrotta da solai o setti E60; se la parete
TIS innovation park | 43
esterna è aperta, l’intera parete interna deve essere EW30
È possibile non rispettare i requisiti di cui sopra
se viene realizzato un impianto automatico di
spegnimento ad acqua nell’intercapedine con
densità di scarica almeno 10 l/min m² sulle pareti dell’intero perimetro del compartimento, con
funzionamento contemporaneo di tutti gli ugelli
del piano immediatamente superiore a quello
interessato dall’incendio, per una durata di 60
minuti; inoltre deve esserci un sistema di evacuazione dei fumi dall’intercapedine.
Reazione al fuoco
In ogni caso i materiali esposti in vista sulle facciate devono essere incombustibili o al massimo
difficilmente combustibili: classe B-s3-d0. Nel
caso di isolanti termici non direttamente esposti si ammettono le seguenti classi di reazione
al fuoco (purché una fascia di larghezza 0,6 m
intorno a porte e finestre e i primi tre metri di facciata a partire dal livello terreno restino in classe
B-s3-d0):
• classe C-s3-d2 se protetti con materiali almeno di classe A2;
• classe E se protetti con elementi almeno di
classe A1 con uno spessore di almeno 15 mm.
44 | TIS innovation park
7.
FACCIATE NON STANDARD
a cura di Massimo Colombari
TIS innovation park | 45
7.1
Introduzione
Questo documento si propone di elencare e descrivere sinteticamente le principali tipologie di
involucri edilizi NON standard. Per facciate NON
STANDARD si intendono tutte quelle tipologie di
involucro che consentono di raggiungere elevati
valori prestazionali o particolari effetti architettonici e che si discostino per prestazione o tecnologia realizzativa dalle soluzioni standard di
facciate continue.
Si possono elencare nelle seguenti macro-categorie:
• Facciate a doppia pelle;
• Facciate a ragni (spider);
• Involucri a forma libera;
• etc.
Tali categorie hanno a loro volta diverse possibilità tecnologiche di realizzazione (prefabbricazione a cellule, M&T, etc.).
7.2
Facciate a doppia pelle
La particolarità di questa tipologia di facciate è
quella di soddisfare requisiti di elevato isolamento termico invernale ed elevata prestazione solare estiva. Il principio base su cui fonda il concetto
di questa tipologia di facciate è di avere “due pelli
di vetro”; la prima pelle interna realizza le tenute vere e proprie della facciata all’aria e all’acqua
dell’edificio. La seconda esterna realizza una cavità (ventilata), all’interno della quale operano le
protezioni solari.
46 | TIS innovation park
In virtù delle proprietà del vetro, che risulta trasparente alla luce visibile e opaco all’infrarosso,
questa tipologia di facciata induce l’effetto serra tra le due pelli di vetro mediante l’impiego di
schermature solari e con la ventilazione (naturale
o forzata) il calore in eccesso viene rimosso ed
espulso (o recuperato in inverno)
Sede Iguzzini a Recanati – Arch. Varratta
Tale facciata consente di avere fattori solari molto
performanti (<15%) quando necessario, consentendo d’altro canto la massima trasparenza in
assenza di carichi solari. Consente in sostanza di
avere una facciata ad assetto variabile.
Il comportamento invernale di questa tipologia
di facciata consente trasmittanze termiche Ucw
< 1,2 W/(m2K), in quanto la presenza dello schermo esterno vetrato determina un effetto tampone termico.
Altri vantaggi di questo tipo di facciata è la protezione delle schermature solari che possono operare anche in condizione di vento forte. Questo
risulta particolarmente utile in edifici di notevole
altezza. Le schermature risultano inoltre protette
da polvere e altri agenti atmosferici e i tempi di
manutenzione e pulizia si allungano, determinando minori costi di gestione complessivi.
La valutazione termica ed energetica di tali facciate necessita l’utilizzo di software sofisticati
non utilizzati nei normali calcoli FEM per facciate
standard.
Generalmente in queste tipologie di facciata la
gestione delle schermature può essere realizzata
in modo intelligente mediante solar ray-tracing,
adattandone cioè la configurazione alle situazioni di carico solare.
TIS innovation park | 47
7.3
Facciate spider:
Le facciate strutturali a ragni sono realizzate mediante il fissaggio dei vetri senza telai perimetrali, ma fissate mediante staffe definite “spider” in
quattro punti, a loro volta fissati a una struttura
retrostante. Si veda schema riportato.
Tali facciate consentono la realizzazione di facciate particolarmente ardite dal punto di vista architettonico mantenendo un aspetto di leggerezza
strutturale dato dall’assenza di profili tra i vetri.
La struttura retrostante poi può essere di diverse tipologie, struttura tradizionale, struttura con
lame in vetro strutturali, tensostruttura a cavi, etc.
Gli schemi strutturali possono essere diversi. Le
lastre di vetro sono sempre appese e fissate ai ragni mediante schemi di dilatazione e movimenti
come illustrato in figura. Un punto fisso e dilatazioni consentite nelle altre direzioni.
48 | TIS innovation park
7.4
Involucri a forma libera
(free form envelopes):
Sempre più frequentemente il panorama architettonico contemporaneo propone e sviluppa
la realizzazione di involucri edilizi a forma libera
(Free Form Architecture). Architetti quali Frank
‘o Gehry, Zaha Hadid, Jean Nouvel, Massimiliano Fuksas ed altri del medesimo valore e fama
hanno determinato un modo nuovo di fare architettura, facendo nascere vere e proprie scuole
di pensiero e di stile architettonico. Conseguentemente la realizzazione di Forme Libere si è diffusa crescentemente anche presso committenze
minori e per opere medio-piccole.
In questo scenario la tecnologia dell’involucro si
è dovuta adattare alle nuove esigenze, sia in termini puramente geometrici (curvature doppie,
punti di flesso, cuspidi, etc.) che in termini di materiali (Zinco Titanio, Vetro, Corian ®, etc.).
Generalmente per la realizzazione di involucri
di forma libera vengono dapprima realizzati gli
stampi che facciano da negativo per il materiale
di riempimento, oppure vengono realizzate delle
apposite dime per curvare gli elementi.
Esempi di tecnologie attualmente in uso per la
realizzazione di tali strutture sono ad esempio:
• Rivestimenti in alluminio;
• Rivestimenti in vetro;
• Rivestimenti in Alucobond;
• Rivestimenti in CORIAN ® (Du Pont); (con
stampi)
• Superfici realizzate in vetro curvato o triangoli;
• il GRC (con stampi)
• Vetroresina (con stampi).
TIS innovation park | 49
8.
LE FACCIATE VERDI
a cura di Anita Tschigg
8.1
Introduzione
Facciate verdi costituiscono già da epoche un
elemento di progetto dell’architettura ma spesso
è stato usato sostanzialmente come elemento
decorativo e la crescita e sviluppo del verde sulle
pareti è stato concesso alla natura sola. Oggi l’integrazione del verde nell’architettura assume un
valore più tecnologico. Anche i contesti in cui le
pareti verdi vengono inserite sono cambiati. Non
è più solo la casa unifamiliare ma molto più spesso si vedono progetti di pareti verdi nelle grandi
metropoli su hotel di lusso, ristoranti famosi e
strutture museali.
Il presente documento da principalmente indicazioni sulla progettazione, esecuzione e manutenzione di facciate verdi integrate nell’involucro
edilizio.
8.2
Descrizione di facciate verdi
integrate nell’involucro edilizio
Facciate verdi integrati nell’involucro edilizio vengono montante direttamente sul muro esterno
dell’edificio tramite una sottostruttura. La facciata integrata nell’involucro edilizio e una tipologia
di facciata ventilata. È applicata su una sottostruttura e proprio per questo sono sistemi adatti per
zone urbane, dove spesso troviamo maggiormente superfici sigillate e quindi poco spazio per
la piantumazione di vegetazione sul suolo.
8.3
Funzioni e impatto ambientale
Funzioni urbanistiche ed estetici
• La facciata verde è uno strumento creativo
naturale per progettisti e contribuisce a mi50 | TIS innovation park
gliorare il volto delle nostre città.
• È una componente dell’urbanistica moderna,
il suo uso migliora l’ambiente abitativo e lavorativo creando degli angoli di relax e di riposo.
• Possibilità di identificazione della costruzione
attraverso l’inverdimento diversificato di edifici di costruzione monotona
Funzione di protezione
• La facciata protegge l’edificio dagli agenti atmosferici:
• raggi UV, dagli sbalzi termici, dalle intemperie
come la grandine, protegge dal rumore;
Funzione microclimatica ed
ecologica
• Miglioramento del microclima attraverso i processi di evaporazione e evapotraspirazione
• il fogliame della vegetazione trattiene polvere e sostanze inquinanti
• Compensazione ambientale attraverso la creazione di ulteriori spazi verdi
• Creazione di nuovi habitat per flora e fauna in
zone urbane
• Contribuisce all’annodamento degli spazi verdi e a mantenere la biodiversità
Funzione economica
• Ottimizzazione dello spazio attraverso la creazione di spazi verdi
• Aumento del valore economico dell’immobile
• Risparmio energetico
• Protezione della facciata
8.4
Criteri per la scelta
della vegetazione
La scelta della vegetazione deve essere progettata in base ai seguenti fattori:
• Esposizione della facciata
• Sito della facciata
TIS innovation park | 51
• Dimensione della facciata
• Intensità di manutenzione
8.5
Requisiti relativi alla sicurezza:
•
•
•
•
•
Stabilità
Resistenza al vento
Resistenza alla corrosione
Comportamento al fuoco
Sicurezza alle intrusioni
8.6
Considerazioni per
la progettazione
• Il muro destinato a verde deve supportare il
peso della facciata verde;
• Il muro deve essere fornito di abbastanza luce
da garantire la fotosintesi;
• Il muro non deve essere in prossimità a troppa luce riflessa da altri materiali (p. es. vetro,
acciaio, pietre…)
• Impianti tecnici devono essere considerati
nella progettazione di facciate verdi, perché
potrebbero condizionare la crescita della vegetazione;
• Liquidi, materiali solidi e polvere non sono
dannosi se si presentano in piccole quantità.
Non devono creare un’escursione termica
troppo elevata (shock).
• Nella progettazione della posizione della facciata verde si devono considerare i seguenti
punti: l’urina, atti vandalistici, smog ecc….
• Deve essere progettato un idoneo dispositivo
di smaltimento acqua;
• Deve essere disponibile uno spazio idoneo,
per l’alloggiamento della centralina dell’impianto di irrigazione;
52 | TIS innovation park
8.7
Ulteriori indicazioni
• Tutti elementi che compongono la facciata
devono essere fissati (non appesi);
• Il sistema di facciata verde deve essere flessibile a eventuali distorsioni/estensioni del
muro oggetto di una facciata verde;
• Il sistema deve contenere una componente
di accumulo idrico per garantire un consumo
contenuto di acqua;
• La componente di accumulo idrico deve essere composta di materiale minerale;
• Substrato deve corrispondere ai requisiti minimi della norma UNI 11235 – substrato intensivo;
• La sostituzione della vegetazione deve avvenire senza lo smontaggio del sistema di facciata o senza intervento che potrebbe danneggiare il sistema di facciata;
• Il sistema di irrigazione e i tubi irrigui devono
essere accessibili;
• Il sistema di facciata verde deve essere provvisto
di un impianto di irrigazione e fertilizzazione sofisticato con programma irriguo invernale;
• I tubi irrigui devono essere protetti dalle radici
della vegetazione;
8.8
Manutenzione
• Il fornitore/posatore di una facciata verde,
anche se essa è precoltivata, deve eseguire
una manutenzione per il primo anno dopo
l’istallazione assumendo le spese di eventuali
sostituzioni della vegetazione salvo diverse
indicazioni dalla committenza
• Il grado di copertura di 80 % (al m²) deve
essere raggiunto dopo 12 mesi se la facciata
prevede l’inverdimento totale;
• Il fornitore deve avvisare la committenza della
manutenzione annuale e degli eventuali costi
correlati (per esempio concime, sostituzione
piante, mezzi di sollevamento ecc…).
TIS innovation park | 53
54 | TIS innovation park
TIS innovation park | 55
9.
PRESTAZIONI DELLE FACCIATE
a cura di Stefano Avesani e Roberto Lollini
9.1
Perché un capitolato
prestazionale delle facciate
La facciata è la “lettera di presentazione” di un edificio. Dai punti di vista geometrico, strutturale, delle
finiture, delle aperture, degli ombreggiamenti, della
circolazione dell’aria, della produzione di energia,
dei materiali, etc., le complessità della facciata sono
difficilmente riassumibili e catalogabili. Basti pensare alle differenze tra un tamponamento in muratura tipico di un edificio residenziale multifamiliare
degli anni ’60-’80 e una facciata con doppia pelle
vetrata ventilata di un edificio contemporaneo per
il settore terziario. Inoltre, molti concetti di facciata
di ultima generazione puntano all’integrazione
di componenti con funzioni specifiche quali, per
esempio, quelli per la produzione di energia da fonte solare, la schermatura ottimizzata e responsiva, la
ventilazione decentrata, etc. Tuttavia, relativamente
ad alcune prestazioni, dal punto di vista progettuale e normativo, tutte le tipologie di facciata sono
attualmente trattate in egual maniera. Le funzioni
che devono assolvere, i relativi indicatori e le soglie
di valore obbligatori, o consigliati, sono gli stessi e
sono spesso poco esaustivi rispetto ai compiti che
una facciata effettivamente svolge. Tali funzioni
sono qui di seguito elencate: (i) creare uno spazio
confinato (separare ambiente interno ed esterno),
(ii) garantire che lo spazio interno possa essere
usato in funzione del suo scopo nel rispetto dei requisiti normativi, (iii) garantire un ambiente interno
confortevole in termini di aspetti termici, igrometrici, illuminotecnici, igienici, acustici, (iv) trasferire al
suolo i carichi propri ed, eventualmente, dell’edificio, (v) regolare i flussi di energia riducendo i consumi di risorse dell’edificio ma mantenendo i livelli di
comfort desiderati (contrattabili), (vi) proteggere dal
deterioramento strutture e finiture e (vii) integrare
l’edificio in un contesto urbano e socio-culturale
esterno. I riferimenti normativi agli indicatori e alle
relative soglie di valore sono riportati nel Capitolo 1.
Dal punto di vista delle prestazioni energetiche e
del comfort per l’intero edificio, l’approccio più frequente si basa sulle trasmittanze termiche (valutate in condizioni stazionarie), sul fattore solare “g” e
sulla tenuta all’aria (ermeticità). Una progettazione
maggiormente attenta considera anche le prestazioni della facciata in termini di comfort visivo e di
controllo delle dinamiche termiche. In Tabella 1
sono riportati alcuni indicatori prestazionali comunemente considerati per facciate.
Tab. 1 Indicatori maggiormente frequenti nella progettazione e
per la verifica prestazionale delle facciate
Indicatori propri della facciata
Influenzati in maniera
significativa dalla facciata
56 | TIS innovation park
Trasmittanza termica “U” parte opaca
Trasmittanza termica “U” parte trasparente
Trasmittanza termica “U” serramento
Fattore solare “g” e trasmissione nel visibile dei sistemi
schermanti completi delle schermature
Tenuta all’aria
Trasmittanza termica periodica
Qualità dell’ambiente indoor (IEQ)
Fattore di luce diurna
Abbagliamento
Consumi energetici dell’edificio (guadagni solari, perdite per
trasmissione e per infiltrazione)
Produzione di energia dalla facciata
TIS innovation park | 57
Considerando facciate anche con un minimo
livello di complessità tecnologica, come tenere
conto dei benefici dell’eventuale ventilazione
delle intercapedini o dell’elevata variabilità del
fattore solare grazie a sistemi schermanti che si
adattano ai carichi climatici? O nel caso di vetrature con strati assorbenti, come valutare il rischio
di surriscaldamento?
Il tentativo di rispondere a queste domande
porta alla proposta d’introduzione nei capitolati
d’appalto di un set di indicatori prestazionali che
consentano di apprezzare adeguatamente gli
effetti dell’involucro edilizio sul comfort e i consumi energetici dell’edificio stesso. L’obiettivo è
di definire una metodologia efficiente ed efficace
(come congiunzione tra semplicità e accuratezza) da utilizzare per la verifica prestazionale della
facciata, sostenendo in modo quantitativo una
progettazione consapevole degli effetti delle diverse possibili scelte tecnologiche, incentivando
la comunicazione tra gli attori coinvolti.
9.2
Definizione del capitolato
prestazionale
La collaborazione tra Provincia di Bolzano, EURAC, TIS e LUB potrà consentire di elaborare un
capitolato prestazionale per le tipologie più frequenti di facciate all’interno di una metodologia
di progettazione volta a garantire il rispetto delle
prestazioni richieste dal committente.
L’idea di base della metodologia proposta parte
dai due seguenti concetti.
a. Uso di strumenti di verifica capaci di valutare
le prestazioni di sistemi complessi e la loro interazione con l’edificio: per l’analisi dei sistemi
di facciata è necessario tenere in considerazione le numerose e complesse interazioni
tra la facciata e il resto del sistema edificioimpianto. Un primo possibile strumento è un
58 | TIS innovation park
modello numerico dell’edificio da utilizzare
per la conduzione di simulazioni energetiche
dinamiche. Grazie a questo, è possibile valutare le condizioni di comfort e di consumi
energetici per edifici di riferimento e quantificare il miglioramento o peggioramento di
diverse soluzioni di facciata. Queste simulazioni numeriche hanno il grande vantaggio di
poter calcolare le prestazioni energetiche (e
non solo) in funzione di diverse geometrie di
edifici, profili di utilizzo, condizioni climatiche,
etc. come definito dal committente. A fianco
dei modelli numerici, le prove in laboratori
avanzati permettono di valutare in dettaglio,
per condizioni al contorno controllate, le prestazioni reali dei provini di facciata. Possono
essere infatti misurati i parametri e calcolati
gli indicatori di riferimento sia in condizioni stazionarie, sia in condizioni dinamiche. Il
vantaggio dei test in laboratorio rispetto alle
simulazioni è che le misure effettuate permettono di apprezzare il reale funzionamento della facciata compresi tutti i fenomeni fisici che
risultano complicati da modellare numericamente.
b.Uso di indicatori prestazionali relativi alla facciata e all’impatto su edifici di riferimento: una
volta a disposizione strumenti sufficientemente adeguati per apprezzare i diversi aspetti
prestazionali di una facciata, è necessario
riferirsi a indicatori di prestazione altrettanto
adeguati. Tali parametri di riferimento saranno
studiati e valutati nel corso del progetto e si
riferiranno sia alla facciata sia all’impatto della
stessa su stanze di riferimento (diverse a seconda del tipo di edificio).
di inseriti in un processo di design che prevede
diversi passi:
• Il committente definisce i valori di soglia richiesti per gli indicatori prestazionali ai quali
è interessato, dopo aver effettuato dei calcoli
iniziali sulla base di simulazioni.
• Tali indicatori e i relativi valori richiesti sono
inseriti nel bando di gara a fianco alla spiegazione di come questi indicatori sono definiti e
saranno verificati.
• I soggetti interessati al bando partecipano e
hanno a disposizione lo strumento di simulazione dinamica utilizzato dal committente
grazie al quale possono verificare che i concetti di facciata proposti siano in linea con le
richieste del committente.
• Una volta terminata la progettazione concettuale, i soggetti partecipanti ai bandi verificheranno attraverso simulazioni e/o con test
in laboratorio le prestazioni delle soluzioni
proposte. Potrà esistere un budget a disposizione dei soggetti partecipanti al bando
come investimento del committente, che
risparmia i successivi aggiustamenti o costi
operativi eccessivi per un livello prestazionale
non adeguato.
• Il committente potrà scegliere il soggetto vincitore del bando anche sulla base della conformità delle prestazioni agli indicatori.
• Tale processo di progettazione accresce
le competenze della stazione appaltante,
dell’appaltatore e delle figure professionali
di collegamento e supporto alla stesura del
bando, alle figure preposte al controllo e al
commissioning, gettando i presupposti per
un lavoro di qualità e soddisfazione reciproca
di committente e fornitore (stazione appaltante e appaltatrice).
Il capitolato prestazionale diventa quindi uno
strumento nelle mani dei committenti per richiedere e verificare le prestazioni della facciata
in esame. Gli attori coinvolti nel processo di progettazione e realizzazione dell’opera sono quinTIS innovation park | 59
10.
PRESTAZIONI ACUSTICHE
DELLA FACCIATE
La valutazione di sostenibilità si articola nella
verifica quantitativa di:
• impatto ambientale dei materiali utilizzati per
la costruzione dell’edificio
• impatto idrico
• qualità dell’aria interna
• illuminazione naturale
• comfort acustico
• protezione dal gas radon
a cura di Astrid Schartmüller
Per l’ottenimento della certificazione CasaClima
Nature devono essere verificate le prestazioni
acustiche dell’edificio attraverso misurazioni fonometriche in opera.
CasaClima Nature – valutazione della sostenibilità (vedi capitolo 14)
La certificazione CasaClima Nature è una valutazione di sostenibilità globale dell’edificio che può
essere richiesta sia per edifici residenziali, che per
edifici non-residenziali. La certificazione CasaClima Nature può essere applicata volontariamente
a integrazione della certificazione energetica.
Per il comfort acustico la facciata di un edificio
deve soddisfare i seguenti requisiti:
Limiti di fonoisolamento da rispettare:
Significato
Simbolo
Edifici
residenziali
e ricettivi
Uffici,
attività
commerciali
e ricreative
Cat. A, C
Ospedali,
casa di cura
Scuole
Cat. D
Cat. E
> 45 dB
> 48 dB
Cat. B-F-G
acustico
normalizzato
di facciata
D2m,nT,w
> 40 dB
> 42 dB
Rif. Direttiva CasaClima Nature, Tabella N7: Limiti di fonoisolamento per edifici
Categorie ai sensi della classificazione degli ambienti abitativi del DPCM 05/12/1997
60 | TIS innovation park
TIS innovation park | 61
11.
SCHERMATURE SOLARI
a cura di Giuliano Venturelli
62 | TIS innovation park
Tra i requisiti più richiesti agli edifici di nuova
generazione vi è sicuramente la massima trasparenza, intesa non solo come elemento caratterizzante dell’opera architettonica ma anche come
mezzo e strumento per ottenere il maggiore apporto di luce naturale.
Questo ha portato alla progettazione di edifici dotati di superfici trasparenti sempre più grandi, per
divenire in alcuni casi completamente vetrati, ma
ha anche evidenziato come per il raggiungimento
di buoni livelli di comfort e benessere sia necessario ricorrere a sistemi di schermatura e controllo
solare per evitare fenomeni di surriscaldamento
per irraggiamento o abbagliamento.
Le possibilità riguardo ai possibili sistemi da
adottare sono notevoli e ciascuna di queste può
contribuire a migliorare le prestazioni energetiche e fisico-tecniche dell’edificio in maniera differente.
I sistemi di schermatura possono essere classificati in fissi o mobili, esterni o interni.
La principale differenza tra schermature esterne e
interne sta nel fatto che il posizionamento esterno
permette un’azione di scudo termico che protegge la superficie vetrata dall’irraggiamento con la
conseguente riduzione della trasmissione di calore all’interno, mentre il posizionamento interno
della schermatura consente soprattutto l’azione
di controllo della trasmissione luminosa, attenuando le azioni dovute all’irraggiamento solare
diretto ed evitando fenomeni di abbagliamento
particolarmente fastidiosi nei luoghi di lavoro.
Le schermature vengono poi distinte in fisse o
mobili.
Le schermature fisse vengono posizionate generalmente all’esterno dell’edificio e possono essere integrate nella struttura stessa (per esempio
balconi, aggetti, portici) oppure possono essere
elementi non strutturali come pale frangisole o
schermi metallici (integrati o meno nel sistema di
facciata).
Gli stessi elementi non strutturali quando possono essere movimentati variando posizione o
assetto vengono definiti schermature mobili.
Il grande vantaggio offerto dai sistemi di schermatura mobili è quello di massimizzare l’efficacia
dell’azione schermante in funzione di parametri
quali l’orientamento dell’edificio, le diverse stagioni dell’anno, le diverse ore del giorno, le condizioni climatiche, rendendo così estremamente
flessibile e modulabile l’apporto di luce e di calore con notevoli contributi in termini di risparmio
energetico.
Naturalmente la scelta dei sistemi schermanti da
adottare non può essere casuale o addirittura essere considerata un optional, tanto è vero che il
contributo apportato dagli elementi di protezione, insieme alla composizione della vetrazione,
deve essere attentamente considerato in fase di
progettazione e dimensionamento degli impianti.
In particolare devono essere perfettamente conosciuti oltre a tutti i parametri geografici (latitudine, longitudine, orientamento dell’edificio,
posizionamento geografico) e microambientali
(tipo di clima, presenza di vegetazione, presenza
di altri edifici), tutte le caratteristiche dell’involucro e in particolare, come detto, del vetro da
adottare (o adottato).
Parametri come la trasmittanza, la trasmissione
luminosa, la riflessione luminosa e il fattore solare sono infatti determinanti per la scelta del tipo
di schermatura da impiegare, ma anche per verificare il comportamento energetico del sistema
involucro (facciata+schermatura) e i conseguenti
consumi.
L’involucro dunque nella sua complessità, è
chiamato a essere elemento a cui sono affidati i
compiti di controllo energetico e ambientale, divenendo un “sandwich tecnologico” composto
da più strati i quali devono
essere pensati per poter lavorare in serie e non
autonomamente. Ciascun elemento deve infatti
rivestire un particolare ruolo all’interno del “sistema involucro” e contribuire per la parte che
gli è propria a rendere efficace
l’azione di protezione e controllo sia dagli agenti
TIS innovation park | 63
esterni che interni evitando ridondanze (laddove
non esplicitamente richieste) ma anche reciproci
annullamenti (elisioni).
Il concetto di suddivisione per strati o elementi non è nuovo né tanto meno inedito, ma trova
spesso applicazioni in natura basti pensare alle
diverse funzioni attribuite ai vari strati che compongono la pelle umana (epidermide, derma e
ipoderma) a cui può essere applicato un ulteriore strato (per esempio di crema per protezione
solare con determinate caratteristiche) o ai diversi compiti complementari che sono assolti nel
“meccanismo occhio” da ciascuno dei seguenti
elementi: retina, pupilla, palpebra, ciglia, sopracciglia, arcata sopraccigliare e occhiali da sole.
Il controllo solare può dunque essere affidato
non ad un solo elemento, ma a un insieme di
elementi chiamati ad agire autonomamente o in
sincronia per il raggiungimento contemporaneo
di requisiti di:
• contenimento energetico,
• controllo luminoso,
• comfort e benessere.
Oltre a queste prestazioni poi, i sistemi di protezione devono soddisfare requisiti di:
• impatto estetico
• possibilità di pulizia e manutenzione
• resistenza meccanica alle azioni esterne
(neve, vento, azioni sismiche oltre al peso
proprio e alle dilatazioni termiche)
• facilità di movimentazione (per schermature
mobili)
• facilità di montaggio e fissaggio (ma anche di
smontaggio)
12.
POSA IN OPERA DELLE FACCIATE
a cura di Francesco Giovine
Le possibilità e le scelte sono dunque varie,
pertanto bisogna valutare attentamente tutti gli
aspetti sopra esposti ponendo particolare attenzione ai sistemi di fissaggio dei sistemi schermanti alla struttura e agli eventuali sistemi di movimentazione (manuali o automatici).
Il ruolo del sistema di protezione solare è dunque
demandato a elementi esterni e/o interni, fissi o
mobili, che possono, o meno, essere integrati o
applicati al sistema di facciata.
Questo compito risulta essere articolato in quanto sono molteplici le funzioni demandate di volta
in volta alla schermatura solare:
• ombreggiamento
• oscuramento
• controllo dell’illuminazione naturale
• protezione dall’irraggiamento
• contenimento energetico
• comfort ambientale
64 | TIS innovation park
TIS innovation park | 65
12.1
Perché parlare di posa in opera
Quanto importante è la posa in opera di una
facciata? Tanto. Lo dimostra il fatto che sempre
più i progettisti ricorrono al mock-up, richiedono
una campionatura al vero della facciata prima di
procedere con la costruzione dell’opera perché
spesso questa ci dice cose che molti documenti
e disegni non sono in grado di raccontarci. Dalla
posa riusciamo a riconoscere la qualità dell’operato del costruttore di facciata, ovvero l’assenza
di vizi e difetti, riscontriamo la precisione di fughe, delle siliconature, gli allineamenti, in due
parole l’estetica della nostra facciata: capiamo
cioè se l’opera è eseguita a regola d’arte.
Ma che cosa significa in concreto regola d’arte?
Secondo il Vocabolario Zanichelli: “Norma, prescrizione frutto dell’esperienza o della consuetudine … è fatto a regola d’arte: è privo di difetti”. E
dove risiede la regola dell’arte? Nell’esperienza,
nella capacità della mano d’opera, ma anche in
una buona progettazione: è quindi un bagaglio
di conoscenze che può essere trasmesso oralmente oppure può essere trascritto in procedure
quali norme, linee guida, codici di pratica.
Di una cosa siamo certi, nel processo edilizio
possiamo progettare correttamente un involucro, circondarci dei più rinomati consulenti e
scegliere i migliori prodotti, possiamo prevederne tutte le interfacce ma alla fine tutto può
essere vanificato da una cattiva posa in opera.
La posa assume un’importanza notevole specie
perché può influire sulle prestazioni dell’edificio
che si è progettato, in modo assai significativo.
In sintesi la posa in opera è responsabile di quello che, nella teoria della qualità, si chiama «non
qualità» che, tradotto in termini pratici, vuol dire
difetti e vizi delle opere. Sostanzialmente costi,
necessari per ripristinare la qualità attesa delle
opere. In tema di responsabilità dei vizi, gli unici
riferimenti che abbiamo li troviamo nel Codice
66 | TIS innovation park
Civile e più precisamente nei seguenti articoli:
art. 1667 Difformità e vizi dell’opera, art. 1668
Contenuto della garanzia per difetti dell’opera,
art. 1669 Rovina e difetti di cose immobili e art.
1670 Responsabilità dei subappaltatori.
La “non qualità” delle facciate continue è una
problematica che coinvolge la cosiddetta “regola
dell’arte”, cioè le modalità operative ma anche
le responsabilità tra i diversi operatori che intervengono nel processo costruttivo e che sono:
• progettista;
• impresa di costruzioni
• costruttore di serramenti, nel suo ruolo di
fornitore del prodotto ed eventualmente di
posatore
• installatore
12.2
Perché un’errata posa
in opera può compromettere
le prestazioni
In generale le problematiche di posa in opera
non possono essere disgiunte da quelle riconducibili a una corretta progettazione che sappia anticipatamente tenere conto delle problematiche
esecutive e di cantiere. Le facciate continue si
caratterizzano per essere un prodotto a elevata
complessità funzionale e costruttiva che comprende l’interfacciamento di diversi componenti
che in alcuni casi si concretizzano unicamente
in sede di posa in opera. In buona sostanza il
risultato finale può differire da quello inziale (verificato e testato in sede di laboratorio) per una
carenza di attenzione durante la posa in opera
che principalmente riguarda i seguenti requisiti
tecnici:
• Resistenza meccanica e stabilità ai pesi propri
e ai carichi accidentali;
• Tenuta all’acqua e all’aria;
• Comportamento termico;
Comportamento acustico;
Sicurezza in uso;
Comportamento in caso d’incendio.
Le prestazioni di una facciata continua dipendono in modo essenziale dall’interfacciamento fisico e funzionale di componenti e prodotti aventi caratteristiche prestazionali tra loro
diverse. Esso normalmente riguarda:
• l’interfacciamento geometrico inteso come
la definizione e il rispetto delle tolleranze dimensionali relativamente alla produzione e
posa in opera delle facciate ed anche delle
tolleranze di costruzione delle opere murarie;
• l’interfacciamento meccanico-deformativo
legato alle caratteristiche meccaniche e di
deformazione della facciata e del supporto al
quale è collegata;
• l’interfacciamento chimico-fisico legato a
quelle caratteristiche che di per sé non coinvolgono aspetti meccanici: ad esempio l’accoppiamento di materiali metallici tra di loro
galvanicamente compatibili.
12.3
La Marcatura CE e
la Posa in Opera
La funzione di “collegamento” è affidata al giunto, il quale concettualmente può essere definito
come la “soluzione di continuità “ tra due componenti od elementi tra loro prestazionalmente
separati. Il giunto, nella posa delle facciate continue, ricopre una serie di compiti che funzionalmente possono essere riassunti in:
• garantire l’assorbimento dei movimenti differenziati di natura termica, igrometrica e strutturale di un componente o di un elemento
rispetto all’altro;
• permettere il necessario accomodamento tra
struttura edilizia e facciata;
• garantire una soluzione di continuità soddisfacente, dal punto di vista estetico, tra materiali e componenti tra loro in realtà separati;
• impedire, o meglio controllare, il passaggio
dell’acqua, dell’aria, del calore e del rumore.
12.4
Qualità dei prodotti e
norme tecniche
•
•
•
•
L’orientamento della giurisprudenza italiana e
comunitaria è quello di considerare le prestazioni del prodotto inteso “ posato in opera” e non
a “piè d’opera”. La marcatura CE dei serramenti
infatti copre la commercializzazione dei prodotti
ma non la posa in opera e tuttavia il produttore è
tenuto a fornire indicazioni in merito alla corretta
installazione oltre all’uso dei prodotti. Dunque
la marcatura CE dei serramenti rappresenta un
livello minimo di qualità per poter commercializzare i prodotti ovvero un potenziale livellamento
di questi. La qualità della posa in opera è pertanto un elemento importante rispetto al quale
confrontare la qualità complessiva del prodotto.
In che modo però? Altri paesi europei stanno già
lavorando su marchi di qualità e strumenti che
siano in grado di “coprire” la posa in opera.
I principali paesi europei hanno da tempo codificato la regola dell’arte in norme tecniche. A
fronte di un’indiscussa qualità intrinseca nei prodotti, il mercato italiano soffre di un progressivo
decadimento della qualità della posa in opera e
i tempi sono maturi perché anche in Italia si arrivi a una norma in materia. L’iniziativa può nascere dalla provincia di Bolzano (magari anche
in collaborazione con UNCSAAL) per poi essere
trasferita facilmente in ambito UNI per dar vita a
un codice di pratica per la posa dei serramenti e
facciate.
L’ipotesi per il 2013 potrebbe essere la formazione di un tavolo tecnico in seno al Gruppo Facciate del TIS per la predisposizione di un codice di
pratica, con lo scopo di definire un atlante delle
TIS innovation park | 67
problematiche comuni e specifiche dei singoli
prodotti: cioè le regole comuni e condivise per
la posa in opera. Si potrebbe far tesoro di quanto
già fatto da UNCSAAL e spingersi oltre, dato che
la qualità costruttiva dell’Alto Adige è encomiabile oltre che del tutto difendibile e riconoscibile
al punto che se ne potrebbe creare un marchio:
il marchio della posa appunto. L’altro problema è
la formazione: corsi di qualificazione e formazione un “patentino” di qualifica per gli installatori,
esattamente come è stato fatto, per esempio,
per gli impianti di riscaldamento con la figura
dell’operatore certificato e autorizzato.
13.
VERIFICA E CONTROLLO DELLE FACCIATE
a cura di Massimo Colombari
Un valido strumento tecnico sulla posa è costituito dalla guida UX60 di UNCSAAL, che si propone anche come aiuto ai progettisti che vogliono
apprendere appieno le problematiche della posa
in opera delle facciate continue e valutarle attentamente sin dalle prime fasi di progetto.
Per concludere potremmo dire che sovente
all’atto della posa in opera, assistiamo ad un
peggioramento delle prestazioni delle facciate
continue rispetto a quanto atteso in sede di progetto ed anche nei confronti di quanto misurato
durante i test di laboratorio o rispetto ai calcoli.
E’ infatti importante sottolineare che le procedure di posa in opera influenzano trasversalmente
tutto il processo produttivo delle facciate continue, dal progetto all’installazione. Le idonee
modalità di posa devono dunque essere stabilite prima in sede di progetto e successivamente
attuate, nei limiti delle reciproche responsabilità
e competenze, da tutti gli operatori coinvolti in
cantiere con l’obiettivo di mantenere, nel modo
più efficace possibile, le prestazioni previste.
68 | TIS innovation park
TIS innovation park | 69
Check list prestazionale e
relativi controlli
L’obiettivo di questo capitolo è di riassumere in
una tabella sintetica questi parametri, le normative di riferimento e le peculiarità di ciascuno, sia
nella fase progettuale, che nella successiva fase
di controllo del prodotto realizzato.
13.1
Introduzione
Durante l’attività di progettazione di una facciata continua, fin dalle prime fasi di concepimento
del sistema che verrà poi realizzato, vanno considerati numerosi parametri prestazionali. Alcuni
di essi sono cogenti in quanto prescritti da leggi
nazionali o da capitolati prestazionali, altri sono
parametri di qualità che non hanno valori limite
di rispetto, ma che possono conferire all’involucro una maggiore o minore prestazione.
Tale capitolo va letto congiuntamente agli altri
capitoli che precedono e descrivono in modo più
esteso ciascuno degli aspetti qui esposti.
13.2
Statica
Fase di progettazione
Laboratorio
Parametro
Simbolo
U.M.
Normativa di riferimenti
Carico vento
qv
[kPa]
Norme Tecniche 2008 – Eurocodice 1
Carico a parapetto
qp
[kN/m]
Norme Tecniche 2008
Inerzia profili
Jx
[cm4]
Norme Tecniche 2008 – Eurocodice 9
Test al vento
UNI EN 13116
Dimensionamento vetri
Sp
(spessore e composizione lastre)
[mm]
…
Test al vento
UNI EN 13116
70 | TIS innovation park
Note
Prove
Cantiere
Norma
Note
Prove
Norme
Prove in galleria del vento
Test in opera
Prove statiche/collaudi in opera
TIS innovation park | 71
13.3
Prestazioni
Fase di progettazione
Laboratorio
Normativa
di riferimenti
Note
Prove
Parametro
Simbolo
U.M.
Trasmittanza termica del telaio
Uf
[W/(m2K)] UNI EN 10077
Trasmittanza termica del
vetro isolante
Ug
[W/(m2K)] UNI EN 673
Fattore solare
g
[%]
UNI EN 410
Trasmissione luminosa
TL
[%]
UNI EN 410
Misura
[MPa]
NF P78-2011_A1
(DTU 39)
Shock termico
σ
Cantiere
Norma
Note
Misura in camera climatica
Prove
Norme
Termografia ad infrarossi
Termografia ad infrarossi
Misure in opera di
fattore solare
Misura ….
-
Verifica software che
i vetri non siano
soggetti a tensioni
differenziali dovute a
differenza di temperatura
permeabilità all’aria
EN 12153 – EN 12152
Tenuta all’acqua
EN 12155 – EN 12154
Hose Test
13.4
Acustica
Fase di progettazione
Laboratorio
Parametro
Simbolo
U.M.
Normativa
di riferimenti
Isolamento acustico di facciata
D2m,NT
[dB]
DM 05.12.97
e UNI EN 12354
Note
Cantiere
Prove
Norma
UNI EN 12140-3
Misura di componenti Rw
Note
Prove
Norme
Misura in opera di
D2mnT e R’w
UNI EN 12140-5
Isolamento acustico interpiano
Dn f
(Vertical Flanking transmission)
Isolamento acustico tra due
ambienti (Horizontal Flanking
transmission)
72 | TIS innovation park
Dn f
TIS innovation park | 73
13.5
Fuoco
Fase di progettazione
Parametro
Compartimentazione
tra facciata continua e
solaio
Compartimentazione
tra piani
Evacuatori di fumo
74 | TIS innovation park
Laboratorio
Simbolo
U.M.
Normativa di riferimenti
Note
Cantiere
Prove
Norma
EN 12101-2
Note
Prove
Norme
Generalmente
si tratta di divisioni
EI 60 o EI 120
[min]
Circolare GUIDA TECNICA
su: “Requisiti di sicurezza
antincendio delle facciate negli
edifici civili” Prot. n. 0005643
del 31/03/2010
- Prove di resistenza al calore - Determinazione SUA
TIS innovation park | 75
14.
CERTIFICAZIONE ENERGETICA E
IL SIGILLO FINESTRA QUALITÀ
CASACLIMA
Direttiva tecnica
casaclima agosto 2011
La direttiva tecnica CasaClima (DT) è la linea guida che deve essere utilizzata per l’ottenimento
della certificazione energetica, in conformità ai
requisiti di qualità stabiliti dall’Agenzia CasaClima.
a cura di Astrid Schartmüller
In particolare, per quanto riguarda gli elementi
trasparenti, nel calcolo CasaClima è richiesto di
specificare separatamente le proprietà del vetro
isolante e del telaio, inserendo la trasmittanza
termica del telaio Uf e la trasmittanza termica del
vetro isolante Ug.
Agosto 2011
76 | TIS innovation park
Ai fini della certificazione energetica CasaClima
è richiesto il calcolo dell’efficienza energetica
dell’involucro e dell’efficienza complessiva del
sistema edificio-impianto. Il calcolo deve essere
elaborato utilizzando il programma di calcolo CasaClima in cui devono essere inseriti tutti i dati necessari per caratterizzare il comportamento termico statico della struttura nel periodo invernale.
La trasmittanza termica degli elementi dell’involucro è il parametro fondamentale per il calcolo
delle dispersioni termiche per trasmissione nel
periodo invernale.
Direttiva Tecnica
CasaClima
Bolzan, 21.06.2013
L’obiettivo della linea guida è di standardizzare il
metodo di calcolo, il controllo dell’esecuzione in
cantiere, il controllo finale e l’emissione del certificato energetico.
Versione 1.3
I dati di trasmittanza termica inseriti devono essere comprovati per mezzo della documentazione sotto indicata.
È importante tenere in considerazione che, oltre
ai requisiti della certificazione energetica, devono
sempre essere rispettate le prescrizioni legislative.
TIS innovation park | 77
Il valore Uf, per la certificazione CasaClima
dell’edificio, può essere ricavato da:
• Un certificato di calcolo secondo EN 100771 o EN 10077-2 elaborato da un laboratorio
notificato
• Un certificato di prova secondo la EN 12412-2
(“Isolamento termico telaio - Determinazione
della trasmittanza termica con il metodo della
camera calda”)
• Il valore di trasmittanza del telaio Uf dell’allegato D della DT
• Il valore Ug, per la certificazione CasaClima
dell’edificio, può essere ricavato da:
Valore Ug segnato sul distanziale o in modo non
rimovibile su un’etichetta della battuta del prodotto, a conferma di quanto dichiarato nella fase
di calcolo CasaClima.
• Valore Ug secondo la Tabella C.2 della EN
10077 1: 2007, „Thermal transmittance of
double and triple glazing filled with different
gases for vertical glazing“
• Valore Ug tratto secondo la EN 673 elaborato
da un laboratorio notificato.
Regolamento 01.0
finestra qualità casaclima –
La concessione al sigillo di qualità
I sigilli di qualità la “Finestra Qualità CasaClima” e
la “Porta Qualità CasaClima”
saranno assegnati a prodotti da costruzione in
conformità alla norma di prodotto
la EN 14351-1 e la marcatura CE.
La caratteristica innovativa di questo sigillo di
qualità è, che oltre i requisiti tecnici del prodotto, viene richiesta anche la posa in opera a regola
d’arte.
I requisiti di qualità sono specificati nel
Regolamento 01.0 – la concessione al sigillo di
qualità “Finestra Qualità CasaClima” e nel
Regolamento 02.0 – la concessione al sigillo di
qualità “Porta Qualità CasaClima”.
I requisiti principali per la “Finestra Qualità CasaClima” sono riportati nelle tabelle 1+2 sottostanti.
Il valore g, per la certificazione CasaClima
dell’edificio, può essere ricavato da:
• Il fattore solare “g”, deve rispettare la norma
EN 410
Etichette finestre
78 | TIS innovation park
Tabl. 1: Prestazioni energetiche
coefficiente di trasmittanza termica massimo
Classe di
qualità
Uf (*)
Ug EN 673
W/(m²K) W/(m²K)
Laboratorio
Up(**)
interna
W/(m²K)
Theta
Theta 2
1
esterna
B
≤ 1.4
≤ 1.1
≤ 1.1
A
≤ 1.2
≤ 1.1
≤ 1.1
Gold
≤ 1.0
≤ 0.6
≤ 0.6
- 10,0°C
20,0°C
0,0°C
≤
12,5°C
≤ 16°C
Tabl. 2: Requisiti minimi
Prestazione
(ITT)
Norma di
riferimento
per la prova
Norma di
classificazione
del risultato
FinestraQualità CasaClima
Finestra
Modulo I+II
(chiuso e bloccato)
EN 1026
EN 12207
classe 4
classe 4
Tenuta all’acqua
EN 1027
EN 12208
classe 8A
classe 6A
Resistenza al carico
del vento
EN 12211
EN 12210
classe 4B
classe 3B
Capacità portante dei
EN 14609
dispositivi di sicurezza
EN 14351-1
conforme (non per Modulo II)
Sostanze dannose
EN 14351-1
EN 14351-1
Nessuna (ambiente interna)
Resistenza agli urti
sul vetro
EN 13049
EN 13049
non richiesto
classe 3
prove effettuate da un laboratorio notificato
TIS innovation park | 79
15.
RECLADDING DELLE FACCIATE
a cura di Giuliano Venturelli
80 | TIS innovation park
15.1
La sfida della riqualificazione
La sfida per i prossimi anni, nel comparto delle
costruzioni, riguarderà soprattutto il recupero
del patrimonio edilizio esistente.
La riqualificazione, e con essa la gestione e manutenzione, degli edifici esistenti saranno i temi
su cui si confronteranno progettisti e mercato
immobiliare, oltre a committenti pubblici e privati, gruppi bancari e investitori.
Involucro e impianti saranno dunque gli elementi
su cui si focalizzerà sempre più l’attenzione (cosa
che peraltro sta già avvenendo) contribuendo
a determinare e indirizzare le scelte strategiche
nella progettazione degli interventi di manutenzione e di ristrutturazione.
In particolare il miglioramento del comportamento energetico, l’isolamento termico dell’edificio con l’eliminazione (sin dalle prime fasi di
progetto) dei ponti termici, l’efficienza energetica, la riduzione dei consumi, il miglioramento
del comfort e la sostenibilità saranno alcuni dei
principali drivers che guideranno le scelte per i
futuri interventi.
Tali azioni permetteranno non solo di migliorare
le performance dell’edificio con notevoli risparmi energetici sulle bollette, ma consentiranno
peraltro di riposizionare l’immobile sul mercato
immobiliare con incrementi del suo valore (sia in
termini di rendita finanziaria che di affitto).
Tra le diverse tipologie di involucro oggetto di
interventi di riqualificazione sicuramente gli involucri trasparenti sono quelli che richiedono
maggiore cura e attenzione (impiegando sempre più spesso il supporto di software per analisi
energetiche e simulazioni in regime dinamico, sia
estivo che invernale) visto che spesso risultano
essere i punti più vulnerabili dell’edificio. Sono
proprio le facciate continue infatti gli elementi
che possono determinare il successo o l’insuccesso di un intervento contribuendo a rendere
più o meno efficiente il comportamento energe-
tico dell’intero edificio.
Da quanto detto risulta chiaro come le facciate
debbano essere oggetto di attenta analisi e accurata valutazione nella fase del progetto di recupero di un edificio; non solo per garantire le
necessarie prestazioni funzionali ma anche perché queste devono rispondere a precise norme
sia relativamente al comportamento statico e dinamico (vento e azioni sismiche) che in termini di
isolamento termico e acustico.
Molto spesso questo obbliga committenti e
progettisti a dover ripensare completamente la
facciata esistente procedendo così a un vero e
proprio up-grade dell’involucro stesso.
15.2 Interventi parziali
Naturalmente la facciata non sempre risulta essere un elemento da rimuovere ed eliminare o
sostituire. Talvolta infatti può essere oggetto di
parziali interventi di manutenzione oppure di
sostituzione di componenti con eventuali implementazioni di determinate prestazioni o ancora
dotata di dispositivi integrati di nuova generazione (si pensi a pannelli fotovoltaici BIPV, schermature solari, elementi per la ventilazione, motorizzazioni e automazioni, ecc.) che consentono tra
l’altro un aggiornamento degli aspetti architettonici della facciata stessa.
Più dettagliatamente potremmo parlare di manutenzione della facciata, distinguendo tra manutenzione ordinaria (ripristino funzionale ed
estetico) e straordinaria (adeguamento prestazionale).
Gli interventi di ripristino funzionale ed estetico possono prevedere la pulizia della facciata e
dei suoi componenti (elementi vetrati, metallici
e plastici) oltre ad interventi di regolazione e
ripristino (sia sugli organi di manovra che sugli
elementi plastici, come guarnizioni e sigillature).
Gli interventi di adeguamento prestazionale partono invece dall’analisi del comportamento dei
TIS innovation park | 81
singoli componenti, al fine di valutarne il peso
specifico e la loro efficacia all’interno del sistema “facciata continua”. Si può procedere con
l’analisi strutturale della vetrata per valutarne la
rispondenza alle norme vigenti, oppure effettuare l’analisi della trasmittanza termica di profili,
vetrate e sistema facciata sia della soluzione esistente che valutando nuove combinazioni di vetri e nuove soluzioni progettuali, con l’obiettivo
di migliorarne l’efficacia sia nel periodo invernale
che in quello estivo.
Attenzione particolare deve essere posta, nella
fase di scelta delle vetrazioni, all’analisi del fattore solare relativo a diverse combinazioni di vetri in abbinamento a schermature solari interne,
esterne e integrate.
Il progetto di recupero può inoltre prevedere sia
il ripristino delle prestazioni originali della facciata, che a seguito di invecchiamento, cicli di gelo
e disgelo, stress termici, decadimento prestazionale di alcuni suoi componenti, guasti, rotture,
si sono perdute (creando danni, discomfort,
infiltrazioni d’acqua, scarsa tenuta all’aria, ecc.)
che un loro miglioramento, attraverso strategie
di intervento che consentono di raggiungere notevoli incrementi prestazionali (up-grade)
Questi interventi possono prevedere la sostituzione di guarnizioni, il rifacimento di sigillature
con materiali più performanti e duraturi, un miglioramento dell’interfaccia facciata –struttura,
un’analisi puntuale delle condizioni al contorno
della facciata per eliminare la formazione di ponti
termici, la sostituzione di vetri con nuove vetrazioni più performanti.
zione architettonica finale dell’edificio divenendo non solo componenti tecnologici e funzionali,
ma anche architettonici ed estetici, sino a trasformarsi in alcuni casi estremi in veri e propri
elementi di design.
E’ il caso di facciate fotovoltaiche con pannelli
integrati, facciate solari, sistemi di schermatura
solare integrati nella facciata (brise-soleil, tende
a rullo esterne, reti metalliche), sistemi di ventilazione naturale, facciate a doppia pelle, media
facade, facciate dinamiche, sistemi di illuminazione integrata, sistemi di controllo e building
automation, ecc.
Il retrofit delle facciate in alcuni casi può addirittura diventare lo strumento per ripensare l’intero
involucro e l’intero edificio contribuendo alla (ri)
progettazione di edifici di nuova generazione
con facciate e involucri intelligenti e adattivi mirati a un comportamento sempre più energeticamente autosufficiente e dinamico dell’involucro,
in grado cioè di modificare il proprio comportamento in funzione delle azioni esterne e interne
come la temperatura, la luce, l’umidità.
16.
IMPIEGO, DURABILITÀ E MANUTENZIONE
a cura di Giuliano Venturelli
15.3 Retrofitting
A questi possono essere aggiunti anche interventi di retrofit, pensati per le diverse zone climatiche, che oltre a migliorare le prestazioni
dell’involucro possono diventare anche degli
elementi in grado di contribuire alla configura82 | TIS innovation park
TIS innovation park | 83
16.1
Patalogie delle facciate
• rotture
• difetti estetici.
sa tenuta all’acqua con conseguenti fenomeni di
infiltrazione.
La facciata continua, durante il suo ciclo di vita,
è soggetta a degrado e decadimento prestazionale. Le cause sono da ricercarsi nelle condizioni
ambientali e climatiche, negli stress subiti nelle
fasi di esercizio, nel naturale deperimento dei
materiali, nell’eventuale messa in opera errata e
utilizzo scorretto da parte dell’utenza.
Una classificazione delle patologie di una facciata continua è pertanto un punto fondamentale
nell’operazione di controllo prestazionale del
sistema, in quanto ne sottolinea le vulnerabilità
e le criticità oltre ai punti deboli e ai particolari su
cui il progettista deve porre attenzione. Questo
sia al fine di ottenere una soluzione adatta alle
nuove restrittive richieste normative che per il
raggiungimento delle prestazioni richieste attualmente alle facciate.
Le patologie possono riguardare i diversi componenti che costituiscono la facciata come vetro, alluminio, acciaio, guarnizioni, sigillanti, sistemi di
apertura e ventilazione, eventuali sistemi schermanti o apparecchi elettrici o elettronici.
Il vetro è il componente principale del sistema
facciata continua e, conseguentemente, è anche
l’elemento sottoposto alle sollecitazioni maggiori
da parte dell’ambiente esterno. Possiamo trovare difetti dovuti alla natura stessa del materiale,
così come difetti dovuti alla fase di produzione.
Vi sono poi patologie riconducibili all’usura e alla
mancata manutenzione e pulizia delle lastre vetrate durante tutta la vita nominale dell’edificio.
Vi sono poi patologie degli elementi metallici che
compongono la facciata come ad esempio:
• la corrosione degli elementi metallici stessi,
• l’incompatibilità,
• problemi di taglio termico,
• difetti nel sistema di fissaggio.
In particolare i fattori causanti la penetrazione
dell’acqua possono essere così elencati:
• presenza di acqua sulla superficie esterna del
serramento;
• presenza di acqua sulla guarnizione esterna;
• fenomeni di capillarità tra guarnizione e intercapedine interna;
• gradiente di pressione fra intercapedine e
zona esterna;
• movimenti d’aria nell’intercapedine;
• presenza d’acqua nell’intercapedine;
• presenza d’acqua sulla guarnizione interna;
• capillarità tra guarnizione e ambiente interno;
• assenza di elemento di raccolta e allontanamento dell’acqua.
Per il vetro le patologie possono essere:
• inclusioni di solfuro di nichel,
• stress termico,
• corrosione (corrosione del rivestimento del
vetro, corrosione per scorrimento d’acqua,
attacco chimico, ciclo asciutto-bagnato),
• condensazione,
84 | TIS innovation park
Gli elementi plastici, ovvero guarnizioni e sigillanti, sono i componenti di completamento del
sistema a facciata continua e garantiscono la
tenuta all’acqua e all’aria degli infissi, così come
il corretto posizionamento delle componenti vetrate all’interno del telaio metallico. Il materiale
plastico di cui sono composti è per sua natura
deperibile e, se non adeguatamente protetto e
mantenuto, può andare incontro a una perdita
considerevole delle sue proprietà meccaniche
ed estetiche. I problemi possono riguardare incompatibilità (con macchiatura o perdita di adesione) e infiltrazioni.
Vi sono inoltre problemi che riguardano i sistemi
di apertura e ventilazione.
In generale, le cause di uno scorretto funzionamento degli organi di manovra o ventilazione è
da ricercarsi in:
• utilizzo scorretto della struttura da parte
dell’utenza;
• urti accidentali di origine antropica o animale;
• difetti di fabbricazione;
• degrado dei materiali e delle parti motorizzate;
• usura dei meccanismi;
• vibrazioni del sistema facciata dovute ai carichi del vento o del sisma;
• otturamento dei canali di deflusso dell’aria.
16.2
Schedatura delle patologie della
facciata continua
Al fine di facilitare la diagnosi della facciata ed il
riconoscimento delle patologie si propone la loro
classificazione e schedatura.
Uno degli obiettivi è quello di fornire un supporto concreto al professionista che vuole valutare
il quadro patologico di una facciata continua.
L’obiettivo è quello di creare un “database”, sia
cartaceo che informatico, che riunisca le schede
dei principali degradi.
Di seguito riportiamo degli esempi relativi alla
schedatura delle patologie riportando un possibile modello di scheda di rilievo
Le diverse patologie possono portare a guasti o
difetti e quindi una perdita di prestazioni della
facciata, come riduzione di tenuta all’aria o scar-
TIS innovation park | 85
DG01
Accumulo d’acqua
infiltrazioni o ristagno d’acqua
DG02
Allentamento unioni
imbullonate
DG07
Corrosione
corrosione di elementi metallici, vaiolatura
e distacco dello strato anodizzato,
formazione di ruggione, crateri, sfaldamento
della superficie
DG08
Rottura della specchiatura
riduzione delle forze di serraggio tra
elementi metallici di collegamento
rottura di vetro
DG03
Alterazione cromatica
DG09
Delaminazione del vetro
variazione dei parametri che definiscono
il colore (tinta, chiarezza, saturazione)
scollamento delle lastre dal PVB per
ingresso di umidità
DG04
Alterazione della finitura
superficiale
DG10
Ringonfiamento
variazione della finitura superficiale accompagnata in genere da aumento di rugosità
deformazione e rigonfiamento
dell’elemento
DG05
Danni da impatti e
sollecitazioni meccaniche
DG11
Degrado dei giunti
sigillanti, guarnizioni
impronte o ammaccature dei profili,
abrasioni localizzate delle finiture
decoesione, distacco, perdita di elasticità
del materiale
DG06
Alveolizzazione
DG12
Disgregazione
formazione di cavità di forme e
dimensioni variabili
86 | TIS innovation park
stato avanzato di decoesione con perdita di
materiale, peggioramento delle caratteristiche meccaniche e aumento della porosità
TIS innovation park | 87
DG13
Distacco
DG19
Opacizzazione del vetro
espulsione dalla sede di parti del componente
formazione di condensa e aloni nell’intercapedine delle vetrate isolanti o sulla superficie
delle specchiature
DG14
Efflorescenza
DG20
Patina biologica
formazione cristallina di sali solubili sulla superficie, generalmente biancastre e poco coerenti
strato sottile, morbido ed omogeneo, aderente
alla superficie, costituito prevalentemente da
microrganismi, di colore variabile
DG15
Fessurazione
formazione di soluzioni di discontinuità
del materiale con distacchi macroscopici
delle sue parti
DG16
Funzionamento anomalo
della camera di ventilazione
insufficienza o assenza di ventilazione
DG17
Infiltrazione di umidità
DG21
Perdita di tenuta ed elasticità
alterazione delle caratteristiche di
elasticità delle guarnizioni, che porta ad
indurimento del materiale gommoso e
alla perdita della prestazione di tenuta
all’acqua e all’aria
DG22
Decoesione
diminuzione della coesione con aumento
della porosità e peggioramento delle caratteristiche meccaniche
DG23
Crosta
infiltrazione di acqua e di umidità nella
camera di ventilazione o tra le lastre del
vetro stratificato
deposito superficiale di spessore variabile, duro e fragile, soggetto e staccarsi
spontaneamente lasciando la superficie
sottostante disgregata e pulverulenta
DG18
Lippage
DG24
Infestazione d’insetti
scostamento della complanarità tra le
lastre adiacenti, maggiore di 1/2 della
larghezza del giunto di separazione
presenza di insetti all’interno delle
componenti
88 | TIS innovation park
TIS innovation park | 89
DG25
Deformazione/rottura del sistema di ancoraggio
deformazione per scorrimento o rottura delle
staffe o dei morsetti verso il basso
Esempio di scheda di rilievo
DG 01
Accumulo d’acqua
Retino associato
DG26
Deposito superficiale/polvere
accumulo di pulviscolo atmosferico urbano o
di altri materiali estranei, di spessore variabile,
poco coerente e poco aderente alla superficie
DG27
Degrado degli organi di manovra e di
movimentazione
corrosione ed ossidazione degli elementi metallici,
cedimenti, deformazioni, inceppamenti degli organi di
chiusura. Malfunzionamento dei meccanismi e delle
motorizzazioni per il movimento delle parti mobili
DG28
Macchie e graffiti
imbrattamento delle superficie con sostanze macchianti
DG29
Guano animale
deposito superficiale di materiale organico
DG30
Difetti di produzione
formazione di bollle d’aria tra le lastre
90 | TIS innovation park
Tipologia di danno:
• Fisico/termico/meccanico
• Perdita dii comfort
Manifestazione:
• Infiltrazione e ristagno d’acqua all’interno del
telaio
Cause:
L’infiltrazione è il risultato della presenza simultanea di tre principali condizioni:
• un imperfetto giunto di guarnizione
• una differenza di pressione dell’aria tra interno ed esterno
• presenza di acqua.
Quando si verificano contemporaneamente le
tre condizioni, l’acqua che scorre all’esterno
della facciata vetrata viene risucchiata all’interno delle guarnizioni difettose dalla differenza di
pressione dell’aria.
Possibili interventi
Per evitare il degrado è necessario controllare
accuratamente il sistema di tenuta della facciata
continua, in particolare le guarnizioni plastiche.
Un comune intervento migliorativo consiste nel
sostituire o riparare le guarnizioni esterne della
facciata. Tuttavia questa è spesso una soluzione
temporanea.
Se risulta più utile agire sulla prevenzione del fenomeno, esistono tre metodi principali per evitare infiltrazioni all’interno di una facciata continua.
Il primo metodo consiste semplicemente nell’impedire all’acqua di superare la prima barriera
difensiva della struttura. Il secondo consiste nel
prevedere un sistema di drenaggio dell’acqua
per allontanare le infiltrazioni accidentali. Il terzo
cerca di evitare la differenza di pressione dell’aria tra interno ed esterno, causa del ”risucchio”
dell’acqua all’interno della facciata.
• Sistema di cavità drenati
• Sistema “Pressure-equalized”
• Compartimentazione
TIS innovation park | 91
La schedatura delle patologie viene strutturata
nel seguente modo:
Barra colorata (posizionata in alto)
Consente, associando il colore alla relativa categoria, di ricondurre immediatamente la tipologia
di danno all’insieme di patologie di cui essa fa
parte. Nel caso esemplificativo in esame, il colore azzurro richiama un degrado dovuto all’acqua.
Nome della patologia
Icona
L’icona rappresenta visivamente il degrado in
oggetto e viene utilizzata nel database informatico sviluppato in ambiente “Android” per strumenti portatili quali tablet e telefoni di ultima
generazione. Si è reputato opportuno fornire un
semplice strumento informatico che raccogliesse facilmente tutte le schede di degrado. Ciò
favorisce il lavoro di redazione del rilievo patologico, evitando di portarsi appresso tutta la documentazione cartacea.
Cause
Si riportano le principali cause che possono aver
scatenato la comparsa del degrado in oggetto.
Esse sono comunque indicative e servono da
aiuto e supporto al professionista, il quale dovrà
comunque svolgere un’ulteriore fase di indagine qualora le eventuali cause fossero diverse da
quelle proposte.
17.
FORMAZIONE SULLE FACCIATE
a cura di Carlo Battisti
Possibili interventi
La scheda propone alcuni possibili interventi atti
a ottenere un ripristino delle condizioni iniziali
della facciata e a evitare la ricomparsa della patologia.
Retino CAD
Il retino associato al degrado permette di segnalare graficamente sul file di disegno la zona o il
particolare di facciata coinvolti dal decadimento
prestazionale.
Tipologia di danno
Indica brevemente la tipologia di danno (strutturale, estetico, termico,…).
92 | TIS innovation park
TIS innovation park | 93
17.1
La formazione come
azione strategica
La formazione tecnica sulla tematica delle facciate è strategica per l’attività del Gruppo Facciate
del TIS. A tale proposito da marzo 2012 è attivo
il tavolo tecnico TT1 Formazione che si occupa
specificamente di rilevare il fabbisogno formativo
locale e analizzare possibili risposte in tal senso.
L’esigenza di formazione è emersa in due ambiti
specifici. Nel primo caso l’evoluzione moderna
del settore ha messo al centro del processo progettuale e costruttivo l’involucro, conferendo a
questo le principali funzioni di protezione dagli
agenti atmosferici e di scambio energetico tra
l’interno e l’esterno dell’edificio. L’architettura
si spinge continuamente verso soluzioni sempre
più innovative, anche a livello locale, se si pensa
agli edifici pubblici realizzati negli ultimi vent’anni a cura della Ripartizione Edilizia e Servizio
Tecnico della Provincia Autonoma di Bolzano.
È necessario pertanto che i progettisti posseggano il know-how necessario e comprendano il
funzionamento delle varie tipologie, anche complesse, di facciate.
Dall’altra parte vi è la necessità, da parte delle
aziende locali della filiera delle facciate, di formare il proprio personale tecnico (progettisti, calco-
94 | TIS innovation park
latori, responsabili della produzione, installatori,
manutentori) per garantire e mantenere quel
know-how necessario per soddisfare i requisiti
prestazionali più elevati richiesti dai progettisti.
Esistono, al di là dei corsi universitari di ingegneria
e architettura e degli interventi di aggiornamento
organizzati dalle aziende (produttori di sistemi e
componenti per facciate), offerte formative specifiche di alta specializzazione sulla progettazione e
realizzazione delle facciate complesse per edifici?
Abbiamo cercato in ambito italiano ed europeo
raccogliendo le informazioni sui centri descritti più avanti. Ci sono alcune università e scuole
superiori in area tedesca e nel Regno Unito, con
offerte formative che vanno dalla formazione professionale al master post universitario. La lontananza di queste sedi formative non consente un
agevole accesso alle aziende e ai professionisti
del nostro territorio. E’ per questo che il Gruppo
di Lavoro Facciate ha pensato di progettare e organizzare un corso di formazione sulle facciate
destinato ad architetti e ingegneri locali e tecnici
delle aziende della filiera altoatesina delle facciate.
Il corso, della durata di 220 ore e finanziato dalla
Ripartizione Europa della Provincia Autonoma di
Bolzano, è intitolato FACE | Façades Architecture Construction Engineering, è iniziato ad aprile 2013 e si concluderà con la discussione dei
“project work” a giugno 2014.
Il corso FACE
Façades Architecture Construction Engineering.
Corso di alta formazione in 11 moduli (per un totale di 220 ore, da aprile 2013 a maggio 2014),
frequentabile parallelamente all‘attività professionale.
Destinatari: liberi professionisti (architetti e ingegneri) e collaboratori delle aziende del settore
facciate e della relativa filiera edilizia.
Partecipanti selezionati sulla base del curriculum.
Il corso affronta le principali tematiche relative
all’ideazione, progettazione, calcolo, produzione, installazione, manutenzione delle facciate
complesse degli edifici.
Fortemente orientato alla pratica.
Tutti i contenuti sono elaborati su misura per le
piccole e medie imprese del settore.
Sede del corso: Bolzano.
Sono previsti viaggi studio a Milano e Delft.
I relatori sono esperti della materia e molto conosciuti nel settore.
Lingua del corso: italiano.
Programma generale del corso:
1 Introduzione sulle tipologie
di facciate e possibili applicazioni
8 ore
2 Aspetti normativi e marcatura CE
16 ore
3 Vetro
6 ore
4 Sistemi schermanti
4 ore
5 Materiali innovativi
4 ore
6 Aspetti strutturali
10 ore
7 Influenza sulle prestazioni energetiche,
acustiche e comfort dell’edificio
14 ore
8 Progettare una facciata
18 ore
9 Facciate innovative
8 ore
10 BiPV
6 ore
11 Facciate multifunzionali
8 ore
12 Processi produttivi
10 ore
13 Project Management
8 ore
14 Installazione
8 ore
15 Patologie e manutenzione
12 ore
16 Retrofitting
8 ore
17 Sostenibilità e ciclo di vita
12 ore
18 Centri di ricerca e laboratori
20 ore
19 Edifici e cantieri
8 ore
20 Project Work
32 ore
Totale
220 ore
TIS innovation park | 95
Altre opportunità di alta formazione
sulle facciate per edifici in ambito
europeo:
Schweizerische
Metallbautechnikerschule Basel
Hochschule Luzern –
Technik & Architektur
Vogelsangstrasse 15
Postfach
CH-4005 Basel
Dr. Andreas Luible
Technikumstrasse 21
CH-6048 Horw
Tel. +41 (0) 61 695 63 72
Fax +41 (0) 61 695 63 66
Tel. +41 41 349 34 79
c/o Allgemeine Gewerbeschule
CC Fassaden- und Metallbau
www.hslu.ch
[email protected]
www.agsbs.ch
Kompetenzzentrum Fassaden- und
Metallbau (CC FM)
Die Schweizerische Metallbautechnikerschule HF Metallbau (SMT) hat ein umfassendes
Berufsbildungsangebot sowohl im Bereich
der höheren Fachschule (Technikerschule) als
auch auf den Stufen der eidgenössischen Berufsprüfungen und der höheren Fachprüfungen.
Höhere Fachschule (Technikerschule)
• Dipl. Techniker/in HF Fachrichtung Metallbau mit eidg. Diplom
Berufs- und Höhere Fachprüfung
• Metallbauwerkstatt- und Montageleiter/in
mit eidg. Fachausweis
• Metallbaukonstrukteur/in mit eidg. Fachausweis
• Metallbaumeister/in mit eidg. Diplom
• Metallbauprojektleiter/in mit eidg. Diplom
96 | TIS innovation park
Unternehmern, Planern oder Bauherren steht
das Kompetenzzentrum Fassaden und Metallbau bei Fragen rund um die Gebäudehülle zur
Verfügung. Das Kompetenzzentrum testet,
analysiert und forscht abgestimmt auf den
Rhythmus der Industrie.
Für konstruktive Glas- und Fassadenbauteile
besteht ein breites Test- und Analyseangebot.
Ausgezeichnete hauseigene Labors und Instrumente sowie mobile Prüfeinheiten stehen Industriepartnern zur Verfügung. Gerne werden
weitere kundenspezifische Dienstleistungen
entwickelt und das bestehende Angebot ausgebaut.
Einen Überblick über die im CCFM durchgeführten Arbeiten und Projekte finden Sie unter Quicklinks, Rubrik Projekte.
Die neuesten Informationen aus dem CCFM
bekommen Sie in der Rubrik Aktuelles.
TIS innovation park | 97
Studiengangsleitung BW –
Fassadentechnik
c/o Duale Hochschule
Baden-Württemberg
Mosbach
Oberer Mühlenweg 2-6
D-74821 Mosbach
Raum: D/1.05
Tel: +39 06261 / 939-0
Fax: +39 06261 / 939-504
www.dhbw-mosbach.de
Fassadentechnik, in der Branche auch gerne als
Metallbau bezeichnet, ist als übergreifender Studiengang für Fenster- und Fassadenkonstruktionen in allen Rahmenmaterialien Metall, Kunststoff, Holz und Aluminiumverbundwerkstoffe
zu sehen. Architektonische Kreativität wird in
die Praxis umgesetzt. Außer den grundlegenden technischen Studieninhalten werden
betriebswirtschaftliche Fächer, Rechtswissenschaften, Fremdsprachen (Englisch) und
wichtige Schlüsselqualifi kationen vermittelt.
Moderne Gebäude sind geradezu eine Herausforderung für Ingenieure des Studienganges
Bauwesen - Fassadentechnik. Als zwei Beispiele
seien hier stellvertretend das Mercedes-BenzMuseum in Stuttgart oder die BMW-Welt in
München erwähnt.
Bei vielen Fassaden existiert kein Bauteil doppelt, d.h. sowohl in der Konstruktion als auch in
Logistik und Projektmanagement werden hohe
Ansprüche gestellt.
98 | TIS innovation park
Interessenten, die ein entsprechendes Studium
aufnehmen wollen, werden derzeit stark gesucht.
CWCT – Centre for Window
and Cladding Technology
Tätigkeitsfelder und Partnerfirmen
Absolventen verfügen über gute Konstruktionskenntnisse und sind in der Lage, architektonische Kreativität technisch umzusetzen.
Neben den Fähigkeiten, Projekte vom Entwurf
bis zur Fertigstellung zu planen und durchzuführen, verfügen sie auch über kaufmännische
Kenntnisse sowie über Führungswissen.
Claverton Down
Bath BA2 7AY
Firmen, die mit uns ausbilden, kommen aus der
gesamten Bundesrepublik und einigen Anrainerstaaten. Gemeinsam haben alle Ausbildungsfirmen, dass sie im Ingenieurfassadenbau tätig
sind und gut ausgebildete Ingenieure für ihre
Konstruktionsteams und Projektmanagementgruppen benötigen.
University of Bath (UK)
Tel. +44 (0) 1225 386541
Fax: +44 (0) 1225 386556
Most courses are delivered by CWCT, some
with input from speakers from industry. The
MSc in Facade engineering is run by the University of Bath. Training for installers is provided in industry using training schemes developed by CWCT.
CPD (Continuing Professional Development)
certificates are issued for each course.
[email protected]
www.cwct.co.uk
University of Bath
MSc Architectural Engineering:
Facade Engineering
CWCT is located at the University of Bath but
is a national and international resource. Events
and courses are held in Bath, London and elsewhere in the U.K. and CWCT hosts a biennial
international conference. Founded in 1989 it is
now supported by over 280 member companies. Non-members are welcome to participate
in CWCT courses and purchase CWCT publications
Courses CWCT provides training for many people involved in the design, specification and
construction of building envelopes. This comprises standard programmes, one-off seminars
and in-house training bespoke to companies’
particular needs. Standard courses have been
developed with input from industry under the
guidance of the CWCT Education and Training
Committee to ensure the courses are relevant
to the intended audience.
This MSc provides the theoretical basis for a
sound understanding of all the disciplines involved in the performance of facades. It examines the complex inter-relationships between
those different aspects through a consideration
of existing constructions. Knowledge of materials, methods of manufacture and installation
are considered as essential elements in the successful design of facades and are given a prominent place in the programme.
The programme provides advanced understanding of the different aspects of analysis, design
and construction of cladding of buildings. It leads students to re-appraise basic physical concepts so that they may be imaginatively applied
to the engineering of building facades.
Graduates are qualified to pursue careers in
the design, management, manufacture or construction of facades and as specialists in architectural and engineering practices.
TIS innovation park | 99
I redattori
Stefano Avesani
Carlo Noselli
Ricercatore junior all’Istituto per le Energie Rinnovabili dell’EURAC nel settore dell’efficienza energetica negli edifici. Studente di
dottorato presso l’Universitá di Innsbruck con una tesi nel settore
del risanamento degli edifici esistenti con facciate multifunzionali
prefabbricate.
Ingegnere civile edile con dottorato in modellazione, conservazione e controllo dei materiali e delle strutture. Libero professionista,
direttore tecnico e socio di Ennequadro engineering. Ha svolto
attività di supporto alla didattica e collaborato con la Facoltà di
Ingegneria dell’Università di Trento.
Carlo Battisti
Roland Rossi
Ingegnere civile, consulente per l’innovazione sostenibile. Dal 2009
Project Manager presso il Cluster Edilizia del TIS innovation park,
dove assiste le aziende del settore delle costruzioni in progetti di
ricerca e sviluppo. Coordina il Gruppo di Lavoro Facciate degli
Edifici del TIS.
Titolare dello studio d’ingegneria GFE (Glass Façade Engineering).
Referente dell’Agenzia CasaClima di Bolzano. Membro del Gruppo
di Lavoro GL 1 ‘Vetro piano’ della Commissione ‘Vetro’ di UNI.
Esperto giudiziario nel settore vetro e facciate.
Marco Becarelli
Astrid Schartmüller
Ingegnere, da 23 anni Direttore dell’Ufficio Prevenzione incendi
della Provincia Autonoma di Bolzano, che si occupa del rispetto dei
requisiti antincendio nelle costruzioni. Ha precedenti esperienze
lavorative nella sicurezza del lavoro e dei trasporti.
Ingegnere civile. Ha lavorato in diversi studi d’ingegneria principalmente nel settore della progettazione strutturale. Lavora presso
l’Agenzia CasaClima di Bolzano dove è responsabile per i Prodotti
di Qualità.
Massimo Colombari
Anita Tschigg
Ingegnere civile, ricercatore presso la Facoltà di Architettura di Firenze. Capo del reparto di Faςade Engineering di Stahlbau Pichler.
Ha seguito svariati progetti di ricerca e sviluppo in collaborazione
con aziende e università nazionali e internazionali.
Dottoressa in Scienze della Comunicazione. Socio e responsabile
vendite e progettazione di Climagrün, impresa specializzata in
costruzioni a verde e facciate vegetali.
Francesco Giovine
Architetto e professore a contratto presso il Politecnico di Milano
e la Facoltà di Ingegneria di Innsbruck. Si occupa di involucri edilizi
evoluti e tecnologie di facciata tramite ABeC, attiva nel facade
engineering, società di cui è socio fondatore. Scrive sulle principali
riviste del settore.
100 | TIS innovation park
TIS innovation park | 101
Impressum
Proprietario ed editore:
TIS innovation park
Via siemens 19 | I-39100 bolzano | www.tis.bz.it
Redazione e coordinamento:
Carlo Battisti
Grafica & progetto
W13 Designkultur
Testi
Gruppo di lavoro / Facciate degli edifici
Carlo Battisti
Stampa
xxx
Crediti foto
Copertina – TIS, A. Filz
pag. 2 - Frener & Reifer | Hill’s Place, London, Arch. Amanda Levete
pag. 6 - Alpewa | Municipio Brunico (Bz), Arch. Abram & Schnabel
pag. 8 e 9 - Stahlbau Pichler | Maciachini Center, Milano, Progetto Sauerbruch & Hutton
pag. 28 e 29 - Inpek | Quartiere Casanova, Bolzano, Arch. Wilfried Moroder Arch. Roberto Palazzi
pag. 35 - Expan | Iprona, Lana (Bz), Arch. Wilfried Moroder
pag. 36 - Stahlbau Pichler | De Cecco, Pescara, Arch. Massimiliano
© Settembre 2012 presso TIS innovation park - Cluster Edilizia
La presente documentazione e tutti i contributi e le immagini in essa contenuti sono tutelati dal diritto d’autore.
Ogni utilizzo al di fuori dei limiti del diritto d’autore deve essere autorizzato dall’editore
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