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I grossi guai del consulente - Servizio di consultazione archivio

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I grossi guai del consulente - Servizio di consultazione archivio
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COSTUME & SOCIETÀ
€ 1,20 ANNO 71 (CXXX) - N
O
» Impegno civico, tre mostre alla Galleria Civica
QUOTIDIANOFONDATONEL 1945
GIOVEDÌ 11 FEBBRAIO 2016
35
Poste Italiane SpA - spedizione in abbonamento
postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004
n°46) art.1, comma 1, Cns BOLZANO
■ DI TOLLA A PAGINA 12
DIREZIONE REDAZIONE:
VIA SANSEVERINO 29 ■ 38122 TRENTO ■ TEL: 0461/885111
ALTO ADIGE
[email protected] ■ www.giornaletrentino.it
y(7HB5J2*TQQNLT( +.!"!$!=!=
politica
valdastico addio
CALCIO SERIE D
■ A PAGINA 30
■ CHIARA BERT A PAGINA 26
■ DANIELE LOSS ALLE PAGINE 59 E 60
L’ira del sindaco Dalledonne
«Mazzata per la Valsugana»
Vitalizi d’oro, conto salato
per consulenze e legali
Il Levico torna alla vittoria
Per il Dro pari col Tamai
Il nuovo vescovo è don Lauro
Il vicario di monsignor Bressan scelto da Papa Francesco per guidare la Chiesa trentina
LA CONTINUITÀ
È DAVVERO
RIVOLUZIONARIA
La lettera
Caro Lauro,
problemi nuovi
battono
alla tua porta
di ALBERTO FAUSTINI
R
ivoluzionaria continuità.
È in un ossimoro ciò che
è successo ieri alla (e nella) Chiesa trentina. È cambiato
tutto. Ma il nuovo pastore da
tempo camminava accanto al
suopredecessore.
Un vicario anomalo, però.
Perché se monsignor Bressan
era (e sempre sarà) la diplomazia, il suo successore era (e sempre sarà) la schiettezza. Abituato al fioretto il primo, il secondo
ha sempre usato la sciabola. Insieme, sapevano parlare ad un
gregge che qui è forse meno
smarrito che altrove, ma che da
tempo aspettava un nome dal
quale ripartire: perché la Chiesa
non ricomincia; riparte. Si evolve. Non si ribalta, si riaggiorna.
Non si stacca dalle radici, ne
pianta di nuove accanto alle vecchie.
Don Lauro è giovane: perché
a 53 anni nella Chiesa si è dei ragazzini. Ed è forte: perché basta
vederlo per capire che la sua
energia è dentro ogni sua azione. È amato dai tanti parrocchiani che si sono abituati a vederlo
arrivare all’improvviso: per una
predica, per un incontro, per
una lezione, per un percorso fatto di parole, ma anche di calore,
di gesti, di sguardi. Ad annunciarlo, l’immancabile ritardo,
l’immancabile utilitaria consumata dall’impazienza del suo pilota, quell’aria stralunata che si
faceva (e si fa) sempre contagiosa nel momento in cui inizia a
parlare. Perché don Lauro sa
parlare.Maanche ascoltare.
■ SEGUE APAGINA 17
di Luigi Sandri
C
aro Lauro, non capita
tutti i giorni di trovarsi
in Messico in attesa della visita del papa, e qui apprendere che tu sei stato nominato
nuovo vescovo della nostra
diocesi. Perciò, in così singolari circostanze, ho sognato come vorrei, e forse molti vorrebbero che tu agissi e fossi.
■ SEGUE A PAGINA 21
L’analisi
Don Lauro TIsi stringe la mano al vescovo Luigi Bressan subito dopo l’annuncio ufficiale del suo incarico. Poi, le campane hanno suonato a festa
Un vero pastore
sempre al fianco
di chi soffre
Don Maffeis:
«Saprà fare
grandi cose»
di Danilo Fenner
di Andrea Selva
Lauro Tisi è un prete dalla fortissima impronta spirituale:
concreto e profondo.
«Saprà fare grandi cose», dice
don Ivan Maffeis, sottosegretario della Cei e grande amico.
■ A PAGINA 18
■ A PAGINA 21
■ I SERVIZI DI WALTER FACCHINELLI, DANILO FENNER, LUCA MAROGNOLI, ANTONELLA MATTIOLI E ANDREA SELVA DA PAGINA 17 A PAGINA 24
l’inchiesta a trento
I grossi guai del consulente
L’accusa: si è intascato 200mila euro dei suoi clienti
la sfida degli studenti a borgo
La Quaresima
«hi-tech»:
40 giorni
senza cellulari
■ MARIKA CAUMO A PAGINA 52
I ragazzi del «Degasperi»
Un consulente è finito nei
guai assieme alla moglie
con l’accusa di essersi intascato i soldi dei clienti: circa 200mila euro. Inoltre
avrebbero anche evaso il fisco per mezzo milione di
euro. Ora dovranno difendersi in tribunale dalla doppia accusa di evasione fiscale e di appropriazione
indebita.
■ APAGINA 37
Dovrà saper
parlare
ai ragazzi
di oggi
di Piergiorgio Cattani
T
utti conoscono il detto
per cui, al momento
dell’elezione di un nuovo Pontefice, chi entra in conclave già Papa, cioè con il favore dei pronostici, esce di sicuro ancora cardinale. Così, per
consuetudine o per regole
non scritte, chi è stato vicario
vescovile in una diocesi non
■ SEGUE A PAGINA 19
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Trento
TRENTINO GIOVEDÌ 11 FEBBRAIO 2016
■ Indirizzo
viaSanseverino,29-Trento
■ Centralino 0461/885111
■ Fax
0461/235022
17
■ Abbonamenti 0471/904252
■ Pubblicità
0461/383711
■ RadioTaxi 0461/930002
econsms
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■ e-mail: [email protected]
L’ANNUNCIO
Don Tisi è il nuovo vescovo
Il vicario di monsignor Bressan scelto dal papa per guidare la Chiesa trentina
Il nome di don
Lauro
ha sorpreso un po’ tutti:
infatti la prassi vuole che
raramente un vicario
venga nominato vescovo
nella stessa diocesi
di appartenenza
di Danilo Fenner
◗ TRENTO
Il nuovo inquilino del piano nobile del palazzo vescovile non
dovrà fare molta strada. E' già lì.
Quegli ambienti, quegli austeri
saloni arredati con mobili antichi affacciati su piazza Fiera li
frequenta e li conosce assai bene. A succedere a Bressan è infatti – sovvertendo regole non
scritte, ma molto praticate – il
suo stesso vice: monsignor Lauro Tisi, classe 1962. Che dell'Arcivescovo è stato per anni l'ombra, il braccio operativo, il factotum generale in campo amministrativo e pastorale.
La formalità dell'annuncio,
lo scampanio festoso in cattedrale, le parole di circostanza
pronunciate subito da tutti non
hanno smorzato il senso di sorpresa generale. Lauro Tisi – che
al “monsignor” preferisce di
gran lunga il più semplice
“don” – non figurava fra i pronostici come il più accreditato.
A dire il vero, questo giornale
l'aveva inserito fra i vescovabili,
nella categoria “predicatore”.
Ma senza troppa enfasi: prassi
vuole che raramente un vicario
venga nominato vescovo nella
diocesi di appartenenza. In genere, si ricorre al vicario del vescovo uscente solo per situazioni “particolari”. Lo stesso papa
Francesco, nel 2015, ha nominato solo tre vescovi già appartenenti alla diocesi di destinazione. E nessuno di questi era
stato il vicario del vescovo
uscente.
Ma si sa, il toto-vescovo è
sempre esercizio rischioso, specie con questo pontefice. L'annuncio dunque ieri. Il dì delle
“ceneri”. Data fortemente simbolica, naturalmente. Tra l'altro, proprio il giorno dopo il
compleanno di monsignor
Bressan. A un anno esatto esatto dalla “prorogatio” che Bressan aveva ottenuto dal Papa nel
febbraio 2015, avendo raggiun-
L’annuncio è stato
dato da monsignor
Bressan, che d'ora in poi
dovremo abituarci
a nominare come
“amministratore
apostolico”
della diocesi trentina
L’umiltà è il leit
motiv delle prime
dichiarazioni del nuovo
vescovo che a caldo ha
confessato: «Mai avrei
immaginato di diventare
vescovo. Io volevo
fare il parroco»
Don Lauro Tisi, classe 1962 con il
vescovo uscente Bressan (Panato)
to i 75 anni, la soglia dell'età
pensionabile.
Che la nomina fosse nell'
aria era palese da diverso tempo. Ne avevamo dato conto ampiamente nei giorni scorsi. Ma
con un tale tasso di incertezza
che potevano passare ancora
diversi giorni, col rischio di sfibrare l'attesa della comunità
dei fedeli. Invece, ieri mattina,
la conferma che i giochi erano
fatti: tutti convocati a mezzogiorno in punto nella sala Bernardo Clesio di via Barbacovi. I
giornalisti ovviamente, ma anche una nutrita rappresentanza
dei dipendenti della Curia. E alcuni parroci, fra cui don Andrea
Decarli del Duomo e Santa Maria. L'immancabile don Giulio
Viviani, grande cerimoniere del
vescovo, uno che di nomine
(papali) se ne intende avendone vissuta una da dentro le sale
vaticane, quella di Benedetto
XVI. E ancora il rettore del Seminario, il giovane (ed emozionato) don Tiziano Telch, alcuni religiosi.
Protocollo rigido, ma non
troppo. A mezzogiorno in punto entra il vescovo uscente, accompagnato da Piergiorgio
Franceschini, responsabile della comunicazione della Diocesi, e da don Alessandro Aste,
che della Curia è il Cancelliere.
E' toccato a lui, come da prassi,
leggere l'annuncio vergato dal
Papa. Poche parole, fino al tanto atteso nome: don Lauro Tisi.
Un lungo “ohhh” in sala a precedere l'applauso. Forse liberatorio, chissà. Una sbirciatina
sui volti dei presenti, specie dei
dipendenti della Diocesi e dei
preti, ci ha dato il segno di una
generale soddisfazione. Vedremo poi quanto variegate sono
le posizioni fra chi don Lauro
ha avuto modo di conoscerlo
bene in questi anni.
Monsignor Bressan, che
d'ora in poi dovremo abituarci
a
nominare
come
“amministratore apostolico”
della diocesi trentina (o vescovo uscente, of course), ha voluto prendere la parola per com-
il dialogo è stata
la sua forza
invece solo riaggiornati - intraprendendo al contempo altri
percorsi. Conciliando modernità, nuove tecnologie, nuove forme di comunicazione, nuove
forme di incontro e anche, se
necessario, di scontro. Mettendo insieme profumo di stalla,
condivisione e ascolto. Un’altra via, in fondo, non c’è. In particolare in questa terra, dove la
Chiesa è da sempre locale e insieme universale. Una Chiesa
che deve tenere per mano il vicino di casa che non riesce a
stare al passo e che ha bisogno
di più di un aiuto, ma anche
una Chiesa che necessita di
uno sguardo largo e profondo,
povero e bello, solidale e ancorato all’etica del giorno per giorno.
Il compito di don Lauro Tisi
nonè poicosì diverso daquello
di Papa Fancesco. È fatto di
simboli e di azioni, di esempi e
di concretezza, di velocità e di
intraprendenza. Perché il tempo non aspetta. È perché per
troppo tempo i cattolici sono
stati tirati come un elastico dalla politica, dalla società, dalla
precarietà, perdendo punti di
riferimento, voci autorevoli, radici,approdi, anche certezze.
Dal nuovo capo dell’Arcidiocesi di Trento ci si aspetta originalità, personalità, umiltà e
un’arianuova efresca.
Ma, prima di ogni altra cosa,
donLauro dovrà saperaprire la
porta della sua Chiesa: per parlare a chi crede e a chi non crede, a chi ha una cultura e un
credo profondamente diversi e
achi nonsa più in cosa credere.
segue dalla prima pagina/ alberto faustini
Una continuità
davvero
rivoluzionaria
I
l dialogo è il sentiero che
l’ha portato dallesue amate
montagne rendenesi fino a
piazza Fiera. Compagno di giochi (di scelte, di ideali) di don
Ivan Maffeis - del quale è sin
troppo facile immaginare un
ruolo determinante in questa
scelta, che è unica e anche coraggiosa per diverse ragioni ha sempre amato il «profumo
della stalla», per dirla con Papa
Francesco. Alle cattedre e alle
cattedrali ha infatti puntualmente preferito gli oratori. Ai
fronzoli,la sostanza.
Alle prediche, i consigli. Ai pistolotti in “religionese”, la sin-
cerità di paese. Ai riti, le reti: di
persone,di idee, di suggestioni.
Capace di coltivare il dubbio
e di porre e di condividere domande ancor prima di trovare
e dare risposte, monsignor Tisi
ha iniziato con l’arcivescovo
Bressan un lavoro non facile.
Un lavoro che per diverse ragioni ora dovrà portare a termine
da solo. Con energie all’altezza
di questo tempo irrequieto e di
questa comunità alla perenne
ricerca di certezze da rimettere
continuamente in discussione.
Il lavoro è semplice a dirsi e
complicato a farsi: dovrà portare la Chiesa fra la gente, visto
che la gente tende a non andare più in Chiesa. Dovrà fare della Chiesa non un luogo fisico
sempre uguale a sé stesso, con
pulpiti, predicanti e discepoli,
ma un presidio di confronto
Ed è ciò che lo ha portato
dalle sue amate montagne
fino in Piazza Fiera
orizzontale, aperto e permanente. Nel pianeta delle regole,
dovrà giocare senza schemi. Facendo dell’accoglienza, intesa
in senso molto ampio, anche rispetto a tutte le “diversità” che
tali poi non sono, l’avanguardia del suo comportamento,
delsuo insegnamento.
Le accelerazioni di Francesco impongono alla Chiesa di
non sgretolarsi nel tentativo di
stare al passo del pontefice. Si
tratta di non perdere la vecchia
via - i cui valori profondi vanno
@albertofaustini
©RIPRODUZIONE RISERVATA
mentare la nomina. Niente discorsi a braccio, Bressan ha letto un testo scritto, dosando parole ed emozioni. Ha parlato di
giornata storica per la chiesa e
la comunità trentine, e come
potrebbe essere altrimenti. Ha
rammentato, senza mai citarsi,
che “a una certa età si deve rimettere il mandato nelle mani
del papa”. Ha rivelato anche un
particolare finora inedito. Dal
Vaticano gli era giunta già da
mesi
la
rassicurazione:
“Continui pure fino a Natale, il
suo successore sarà nominato
nei primi giorni del nuovo anno”. Per l'esattezza, al netto di
una inevitabile trafila burocratica, un mese e mezzo dopo. Forse per dribblare il carnevale e
consegnare il nuovo vescovo in
un clima generale più austero.
Bressan chiude il suo discorso
mentre don Tisi si presenta nella sala del centro Bernardo Clesio e si accomoda in prima fila.
Un coup de teatre ben riuscito.
Con la ressa dei fotografi a immortalare, per la prima volta, i
due vescovi insieme.
Don Lauro Tisi mette subito
in chiaro, nel suo primo commento, quello che sarà probabilmente il senso di tutto il suo
mandato nei prossimi anni. Lo
fa con l'accenno, forte e insistito, all'uomo “ferito”. Immancabile il pensiero a papa Francesco, al suo stare vicino agli umili, al tema generale di quest'anno giubilare. Umiltà è il leit motiv delle prime dichiarazioni del
nuovo vescovo. Da quell'incipit
che resterà ormai negli annali
della diocesi trentina (“Mai
avrei immaginato di diventare
vescovo”) alla precisazione, subito dopo, che “chi mi conosce
bene sa che il mio più grande
desiderio era quello di fare il
parroco”.
Vicinanza alle persone deboli e ferite; umiltà; desiderio di
continuare a sentirsi un parroco. Il Bergoglio-style c'è tutto,
da subito.
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18
Trento
TRENTINO GIOVEDÌ 11 FEBBRAIO 2016
IL NUOVO VESCOVO » IL PROFILO
Un prete pastore
al fianco di chi soffre
Un grande organizzatore della Diocesi, per anni braccio destro di Bressan
L’alto profilo spirituale associato a una capacità di comunicare immediata
di Danilo Fenner
◗ TRENTO
“Finalmente un vescovo credente”. La battuta ieri è stata
mormorata a mezza voce da
un responsabile diocesano, subito dopo l'annuncio del mezzodì. Potrebbe suonare paradossale, perfino “blasfema”,
se non si tiene conto della fama che accompagna da sempre don Lauro Tisi. Un prete
dalla fortissima impronta spirituale, come ben sapevano già i
suoi compagni di seminario a
metà degli anni Settanta. Un
prete dai modi spicci e animato da una sana concretezza:
ma al tempo stesso, un fine
predicatore e un profondo indagatore dell'animo umano.
Uno che pone la fede al centro
della sua “uscita” nel mondo,
per dirla con le categorie bergogliane.
Le differenze più vistose fra
Bressan e il suo successore sono tutte qui: comunicatore e
diplomatico il primo, predicatore e schietto il secondo. Se
Tisi manterrà lo stile con cui
ha svolto il suo ruolo di vicario, ne vedremo delle belle.
Intanto, le prime battute da
vescovo nominato: «Il mio desiderio vero era quello di fare il
parroco. C'è una grande sproporzione fra questo compito e
le mie capacità. Ma sono fiducioso: in Trentino ci sono molte persone buone e generose,
uomini e donne belli che sanno piegarsi con tenerezza per
risollevare i tanti piegati dalla
vita». Una sorta di manifesto
per il suo episcopato, che potremo definire già fin d'ora,
per dirla con le sue stesse parole, all'insegna dell'uomo
“ferito”. Ecco, quello che colpisce in don Tisi, e non da ieri, è
quest'uso molto spontaneo di
parole che solo questo Papa,
guarda caso, ha fatto entrare
È il vescovo
numero 122 della
Chiesa trentina
Lauro Tisi è il 122° vescovo
della Chiesa di Trento.
Diciassette sono gli anni del
mandato del suo
predecessore, monsignor Luigi
Bressan. Cinquantaquattro
contro settantasei: l'età dei
due vescovi. Dieci è il giorno di
febbraio in cui il nuovo
vescovo è stato annunciato.
Due i mesi (giorno più, giorno
meno) che lo separano
dall'entrata ufficiale in
diocesi. Un anno: tanto è
durata la “prorogatio”
concessa dal Papa a Bressan
dopo il raggiungimento
dell'età pensionabile,
nell'attesa della scelta del suo
successore. Sono 21 gli anni
che il nuovo vescovo ha
davanti a se prima dell’età
pensionabile fissata a
settantacinque anni. Otto gli
anni passati come Vicario
Generale e Moderator Curiae
dell'arcidiocesi di Trento,
braccio destro di Bressan.
nei vocabolari ecclesiali: la
“bellezza” delle persone; la
“tenerezza”;
gli
uomini
“feriti”.
Perfino l'accenno alla mamma Irene, settantanovenne (il
padre lo ha perso in tenera
età), è apparso subito non di
maniera, corroborato dalla
stessa tenerezza: «A mia madre ho dato l'annuncio appena l'ho saputo, qualche giorno
fa», ci racconta il nuovo vescovo. «Era emozionata, naturalmente. Ma lo sono anch'io».
Più che col suo predecesso-
re, la vera successione il nuovo
vescovo Tisi se la giocherà soprattutto con se stesso. Degli
otto anni trascorsi come vice
di Bressan, dal 2007 ad oggi,
moltissimo porta la sua firma.
Suo l'impianto pastorale complessivo, sua la riorganizzazione generale della Diocesi con
la costituzione, fra l'altro, delle
Unità pastorali. Il Gruppo diocesano per il disagio psichico è
una sua creatura.
Un lavorio febbrile, costante. Sempre un passo dietro
Bressan. Sempre dietro le
quinte. Ora è il suo momento.
E già nei minuti immediatamente seguenti alla nomina
qualcuno della Curia mormorava: «D'ora in poi anche a lui
servirebbe un Lauro Tisi». Un
complimentone, certo. Ma anche – velatamente, per carità una critica forse al suo esserci
ovunque e su tutto. In buona
fede, per voglia di fare e di
spendersi.
Don Tisi insomma è stato
un vicario energico, sanguigno e accentratore. Come sarà
il vescovo Lauro Tisi? L'appa-
«In classe, timido ma determinato»
Il ricordo di chi l’ha frequentato i cinque anni del liceo all’Arcivescovile
◗ TRENTO
Il vescovo al telefono dopo la nomina
E se scegliessero don Lauro? Ieri era annunciata la nomina
del nuovo vescovo di Trento e
per un attimo i ricordi sono
tornati all’Istituto Arcivescovile e al mio compagno di classe
Lauro Tisi con il quale ho frequentato i cinque anni di liceo
classico, sezione B. Confesso
di aver fatto il tifo per lo studente timido e diligente che,
assieme a Franco Torresani anche lui ordinato sacerdote e
soprannominato dai cronisti
sportivi il “prete volante” per
la sua passione e per gli ottimi
risultati nella corsa in montagna - negli anni Ottanta viveva
al Seminario maggiore e frequentava il liceo, all’Arcivescovile.
Parlava poco, ma aveva le
idee chiare: voleva diventare
sacerdote. Una scelta contro
corrente anche trent’anni fa
quando i Seminari erano già
mezzi vuoti. Quasi tutti i fine
settimana tornava a casa, a
Giustino, dove sua madre, una
donna tosta rimasta vedova
presto che gestiva un piccolo
bar-tabacchino in paese, ha tirato su tre figli. Il lunedì era di
nuovo in classe a lottare come
tutti noi - una sezione di 18 studenti, quindici maschi e tre
femmine - con le traduzioni di
greco e latino. L’ho rivisto anni
dopo, braccio destro di monsignor Luigi Bressan: lo sguardo
bonario, la parlata semplice.
Solo il colore dei capelli a dare
la misura degli anni volati via.
Le sue prime dichiarazioni ieri
sono state: «Chi mi conosce sa
che il mio desiderio era diventare parroco». Proprio per questo è la persona giusta per fare
il vescovo in tempi in cui oltre
ai seminari anche le chiese si
stanno svuotando.
Antonella Mattioli
rato della Curia, quei dipendenti e responsabili dei vari
servizi che hanno sempre le
antenne più che sensibili su
quello che viene loro trasmesso dall'alto (in parole, opere e
soprattutto omissioni...), ieri
all'annuncio si sono fregati le
mani. Non solo per il vantaggio, non da poco, di avere a
che fare d'ora in poi con un vescovo che conoscono già molto bene. Ma perché don Tisi è
apprezzato e amato proprio
per questa sua vena immediata e sanguigna. Se riuscirà a de-
legare un po' di più, e da vescovo dovrà farlo, sarà un'ottima
guida per la nostra diocesi»,
era ieri il commento generale
dei futuri suoi “dipendenti”.
Una cosa è certa: don Lauro
Tisi ha davanti a sé esattamente ventuno anni da vescovo, fino alla soglia pensionabile fissata ai 75 anni di età. Un periodo molto lungo, di ampio respiro, che garantisce a questa
Diocesi una forte stabilità.
Non saranno anni facili. Tisi è
chiamato ad affrontare questioni pesanti: un clero sem-
il «toto vescovo»
Il suo nome era stato indicato
dal nostro giornale
◗ TRENTO
In quell'azzardo che è sempre
l'esercizio di pronosticare il
nuovo vescovo, questo giornale il nome di Lauro Tisi lo aveva pur fatto, circa un mese fa.
Lo avevamo classificato fra i
vescovabili “che giocano in casa”, ricordando che dopo Bressan poteva anche starci la nomina di un altro trentino.
Una considerazione supportata dalla statistica. La serie
storica degli ultimi cent'anni
vede infatti un'alternanza “a
coppie”: Eugenio Carlo Valussi, vescovo fino al 1903, era
friulano; gli succede un trentino, Celestino Endrici; poi un
altro trentino, Carlo de Ferrari;
con la coppia successiva, Alessandro Maria Gottardi e Giovanni Maria Sartori, si torna a
“pescare” fuori, in Veneto. E
poi torna un trentino, Bressan.
E fra i nomi che giravano con
una certa insistenza, scrivevamo: «Don Ivan Maffeis, il frate
Francesco Patton (a cui però
mancherebbe esperienza curiale), monsignor Lauro Tisi
(ma sono rare le deroghe alla
norma per cui un vicario può
diventare vescovo solo di altra
diocesi rispetto alla propria)».
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Trento
GIOVEDÌ 11 FEBBRAIO 2016 TRENTINO
19
la biografia
Da direttore spirituale in seminario a vicario
Nato nelle Giudicarie, a Giustino, è tra i vescovi più giovani della storia locale
TRENTO. Un “rendenero” di
Giustino come successore di San
Vigilio non è male. Una sorta di
nemesi storica, visto che secondo
la leggenda furono proprio dei
rendeneri a martirizzare il santo.
In ogni caso, il Sarca porta bene
evidentemente: più a valle,
proprio dalle Sarche proviene
anche il vescovo uscente Luigi
Bressan.
Nato nel giorno di Ognissanti del
1962, Tisi è uno dei vescovi più
giovani della storia locale
recente. E' primogenito di quattro
figli, in tutto due fratelli e una
sorella. E stato ordinato
sacerdote nell'87 dal vescovo
Gottardi. Un anno felice, quello,
per le vocazioni: ben otto nuovi
sacerdoti. Davvero altri tempi.
Nel suo ministero pastorale, il
nuovo Vescovo Lauro Tisi è stato
per un anno vicario parrocchiale a
Levico (1987-1988), prima di
assumere l’incarico di vicerettore
delle Medie inferiori del
Seminario Diocesano di Trento
dal 1988 al 1995, quindi direttore
spirituale sempre in Seminario
dal 1995 al 2007 con l’incarico
(dal 2001 al 2007) di
accompagnare i giovani
sacerdoti. Nel giugno 2007
monsognor Luigi Bressan lo ha
nominato Vicario Generale e
Moderator Curiae dell'arcidiocesi
metropolitana di Trento.
Tisi è figura molto nota non solo
nella nostra Diocesi, ma anche nel
coordinamento delle diocesi del
Triveneto. Da sempre vicino ai
malati e ai sofferenti, don Lauro
Tisi è stato per anni cappellano
all'ospedale San Camillo e
assistente spirituale dei
sacerdoti infermi ospitati nel
Seminario maggiore. Grande
appassionato di montagna
(dicono che abbia un “ottimo
passo”), è un buon conoscitore
del Trentino.
«Il mio desiderio è stato
sempre essere parroco»
Le prime parole: «Accetto l’incarico del Santo Padre perché è dall’obbedienza
che viene la pace e la forza, sono fiducioso per le tante persone belle incontrate»
questi anni il suo ministero, cercando sempre di valorizzare e
incoraggiare il positivo. Cercherò di fare la stessa cosa: valorizzare il positivo e invitare la speranza. L'augurio è che possa servire ancora per tanto tempo la
Chiesa».
Qui arriva il primo applauso.
«Il mio sguardo ha davanti a
sè tutto il popolo di Dio che vive
nella Chiesa di Trento. Insieme,
io accanto ad ogni battezzato,
siamo chiamati ad affrontare la
sfida di un mondo che sembra
disinteressato al Vangelo, in cui
dobbiamo riconoscere tutti come figli dello stesso Dio. La mia
vicinanza va innanzitutto ai sacerdoti anziani e ammalati, ai
parroci provati da un carico di
lavoro sempre maggiore, ai giovani preti e ai seminaristi, così
come ai religiosi e alle religiose,
testimoni della radicalità evangelica, ai nostri missionari e ai
vescovi di origine trentina, segno eloquente di una Chiesa
che ha davanti come prospettiva il mondo, ai diaconi e agli
operatori pastorali, a tutti coloro che in modi diversi si rivelano costruttori preziosi di comunità».
«A quanti si occupano del bene pubblico assicuro fin d'ora la
mia disponibilità a condividere
la responsabilità nel promuovere il bene comune. E in
quest’orizzonte mi impegno a
camminare con quanti sono
provati dal disagio e dalla malattia, con chi si sente privo di futuro perché escluso dal mondo
del lavoro, con le famiglie, soprattutto quelle ferite, anch'esse vitali per la società tutta, grazie alla loro straordinaria capacità di educare, custodire e accompagnare. Il Padre dell'umanità di Gesù Cristo ci ha rivelato
il volto di un Dio inedito e sorprendente, che nel suo figlio Gesù Cristo entra dalla porta di servizio per indicarci la gioia di farsi umili scomparendo, come
unica e autentica via per amare.
A lui chiedo il dono dello spirito,
perché io possa vivere il ministero episcopale nell'umiltà di chi
sa che tutto gli è donato, di chi
non vuole attirare l'attenzione
su di sè, ma la orienta a colui
che è la fonte della vita».
«Grazie. Pregate per me».
tre le domande da porsi.
Oggi l’arcivescovo in pectore
– dovrà essere consacrato vescovo e quindi i tempi per l’effettiva
“entrata” si allungheranno – celebra una Messa in ricordo di un
altro vicario, monsignor Severino Visintainer, di cui ricorre un
anno dalla morte. Un’altra coincidenza interessante. Visintainer era un riformatore e anche
don Lauro, in questi anni di vicariato, ha messo le basi per un’imponente modifica dell’assetto
territoriale della Chiesa trentina, accorpando molte parrocchie in unità pastorali più ampie. Ciò non è dettato esclusivamente dalla cronica mancanza
di preti (fenomeno destinato a
durare a lungo), ma per un’impostazione conciliare volta a dare maggiore importanza all’impegno dei fedeli laici. Monsi-
gnor Tisi in questi anni ha dovuto superare molte resistenze ecclesiali ma anche “secolari” con
sindaci e amministratori pubblici gelosi di avere il proprio parroco. Credo che proseguire su questo versante sarà in cima
all’agenda del nuovo vescovo.
Molti conoscono la capacità
oratoria di don Lauro, in grado
di infiammare i cuori non solo
con le parole, ma anche con i gesti. La continuità insita nella sua
nomina non dovrebbe diventare un “tutto rimane come prima”. La Chiesa di Francesco
non può restare immobile. Deve
essere sempre “in uscita”. Ogni
passaggio di testimone ha la possibilità di essere un nuovo inizio. E la novità può far scaturire
energie ed entusiasmi nascosti.
Don Lauro ha tutte le doti per suscitarle.
La vera questione della comunità ecclesiale trentina riguarda,
manco a dirlo, i giovani. Il nuovo
vescovo sa bene quanto sia illusorio il tentativo di riportare le
giovani generazioni a un tempo
in cui l’appartenenza cattolica
era un dato scontato. Anche in
questo caso occorrono nuovi
schemi. Solo una testimonianza
umile può interessare ragazzi e
giovani nati e cresciuti in un ambiente intrinsecamente plurale:
non si possono imporre scelte
etiche, ma puntare davvero sulla libertà, prendendosi pure molti rischi.
In questo senso attendiamo
che il nuovo vescovo traduca in
realtà molte parole dette in questi anni per testimoniare che, come scriveva il cardinal Martini,
la fede è sempre un rischio.
Piergiorgio Cattani
◗ TRENTO
pre più vecchio, parroci sempre più oberati di incombenze, un coinvolgimento dei laici
reso complicato da una società sempre più distante e indifferente alla Chiesa.
Tisi affronterà tutto questo
avendo dalla sua una forte
esperienza proprio in campo
organizzativo. Ma è sulla pastorale che probabilmente darà il meglio di sé. Sarà un vescovo predicatore, e questo è
azzardo facile facile. Tisi è famoso per le sue omelie, vibranti, alte e al tempo stesso popo-
lari. Ma sarà anche un vescovo-pastore. Lui, che ha sempre desiderato fare solo il parroco (e che il parroco vero però non lo ha quasi mai fatto,
tranne una brevissima esperienza come vicario parrocchiale in quel di Levico fra l'87
e l'88), è comunque perfettamente ascrivibile alla categoria bergogliana dei pastori
“con l'odore della polvere e
delle pecore addosso”. Forse è
questa la carta vincente che lo
ha fato preferire nella famosa
“terna” di vescovabili.
Ecco le prime parole del nuovo
arcivescovo: «Mai avrei immaginato di diventare vescovo e chi
mi conosce sa che il desiderio
della mia vita è sempre stato
quello di essere parroco. Di fatto, di volta in volta mi sono stati
affidati compiti che non avevo
minimamente chiesto e che
non corrispondevano con l'ufficio del parroco. E con questo
stesso spirito ho accettato la nomina del Santo Padre a guidare
la nostra Chiesa, convinto che
nell'obbedienza viene la pace e
la forza».
«Davanti alla proporzione tra
questo compito e le mie capacità mi affido al Signore che manifesta la sua forza nella debolezza. Conto su di voi, sulla vostra
cordiale collaborazione e fin
d'ora sulla vostra paziente comprensione. Ma sono fiducioso:
in Trentino in questi anni ho incontrato persone buone e generose. La nostra terra, insieme e
prima ancora delle bellezze naturali, annovera uomini e donne belli, che sanno piegarsi con
tenerezza per soccorrere i tanti
feriti dalla vita. Su queste persone conto tantissimo».
«Adesso permettete un grazie
dal profondo del cuore all'arcivescovo Luigi, per la fiducia e la
stima immensa che mi ha sempre accordato, come per la speranza con cui lui ha svolto in
Don Lauro Tisi mentre celebra la Messa
segue dalla prima pagina/ Piergiorgio Cattani
Dovrà saper
parlare ai ragazzi
di oggi
Tutti conoscono il detto per cui,
al momento dell’elezione di un
nuovo Pontefice, chi entra in
conclave già Papa, cioè con il favore dei pronostici, esce di sicuro ancora cardinale. Così, per
consuetudine o per regole non
scritte, chi è stato vicario vescovile in una diocesi non subentrerà mai al vescovo uscente di cui
è stato il numero due. Udire le
campane del Duomo suonare a
festa il Mercoledì delle ceneri,
giorno di inizio del tempo penitenziale della Quaresima in cui
sono previsti “digiuno e astinenza” è un fatto ancora più particolare. Ma la nomina di monsi-
gnor Tisi a nuovo arcivescovo di
Trento ha sfatato ogni tradizione, lasciando con la bocca aperta clero, fedeli e semplici osservatori. Viva l’arcivescovo emerito, viva il nuovo arcivescovo!
Che comunque, per il brindisi
benaugurante, dovrà aspettare
almeno fino al termine della
Quaresima. E forse anche dopo,
visto che le questioni aperte in
diocesi non mancano.
Chi più di lui conosce i meccanismi interni alla Curia? Chi potrebbe meglio di lui continuare
l’opera di monsignor Bressan?
Parlando un linguaggio “laico”
si definirebbe questa scelta come una “soluzione interna” o di
“continuità”; una nomina che
non cambia nulla, non muove
nulla. Così in Curia don Lauro
dovrà solo spostarsi di un piano.
Quanti lo conoscono da vicino
però dicono che il “giovane”
(non ancora 54 anni) prete rendenero, 122 esimo pastore della
Chiesa di Dio che è in Trento (secondo la leggenda il primo, Vigilio, sarebbe stato inseguito proprio dagli inferociti abitanti della Rendena), può riservare sorprese. Staremo a vedere.
Intanto impazzano i retroscena. Come noto, sul tavolo del Papa, per la scelta definitiva giunge una terna di nomi. Ovviamente l’ex vicario era contenuto in
essa. Ma non era il nome favorito. Anzi. Si dice che la nomina
sarebbe dovuta avvenire qualche settimana fa, ma che il designato avrebbe chiesto tempo
per decidere se accettare, ma
che alla fine avrebbe declinato la
nomina. Un “gran rifiuto” anche
a Papa Francesco? Difficile, però
possibile. Ormai tuttavia sono al-
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20
Trento
TRENTINO GIOVEDÌ 11 FEBBRAIO 2016
il nuovo vescovo » IL SALUTO
◗ TRENTO
Emozionato lo era, anche se solo chi lo conosce bene poteva
cogliere ieri un segno di quella
emozione. Un filo di increspatura nella voce, gli occhi più lucidi del solito. Bressan non è tipo da svelarsi così, platealmente. Ma quando il suo successore
gli è comparso al fianco, nell'introdurlo a parlare monsignor
Bressan lo ha presentato come
“assessore”, strappando com'è
ovvio un sorriso generale. Un
lapsus, prontamente corretto,
che in un fine diplomatico come il vescovo uscente rivela
quel “groppo” di commozione
che fino a quel momento era
riuscito a mascherare bene.
L’Arcivescovo
monsignor
Luigi Bressan lascia il suo incarico dopo quasi diciassette anni
di episcopato. Nominato arcivescovo di Trento il 25 marzo
1999, fece il suo ingresso in Diocesi il 30 maggio 1999. Ora diviene Amministratore Apostolico fino all’ingresso del nuovo
Arcivescovo; in seguito sarà Arcivescovo emerito. Ma se fosse
dipeso da lui, sarebbe rimasto
saldamente al suo posto per
molto ancora.
A suoi più stretti collaboratori lo aveva detto più volte, nei
mesi scorsi: mi sento bene, in
forma, ho ancora molto entusiasmo e voglia di fare. Sapeva
un anno di “prorogatio” oltre io
fatidico termine dei 75 anni di
età era l'unica concessione sperabile. Ora che anche questo
termine è stato superato, di ritirarsi a vita privata Bressan non
ci pensa neanche. «Assisterò il
vescovo nominato in questi
due mesi circa di transizione, lo
aiuterò per quanto mi sarà possibile, d'intesa con i Consigli
diocesani». E dopo, monsignor
Bressan? Lui allarga le braccia:
«Rimarrò qui, in Trentino. E forse manterrò qualche incarico».
Ad esempio a livello della conferenza episcopale del Triveneto,
che nel 2012 lo ha eletto vicepresidente e delegato per le comunicazioni sociali e i migranti. O a livello nazionale, la presidenza in seno alla Cei della
Commissione salute e carità.
Il nome del suo successore lo
ha saputo solo qualche giorno
fa, all'inizio di febbraio: «Sono
stato molto felice nell'apprendere questa nomina» spiega.
«Don Tisi è stato molto generoso con la chiesa trentina, dobbiamo essere riconoscenti al Papa che lo ha scelto come nuovo
vescovo».
Assediato dai giornalisti e dai
fotografi, non ha voluto rilasciare interviste più articolate. Ha
fornito solo qualche informazione tecnica, per così dire di
Gli auguri di Bressan:
«Felice per la nomina»
Il vescovo uscente: «Dobbiamo essere grati al Papa per questa scelta»
E riguardo al suo futuro: «Rimarrò in Trentino, dove manterrò un incarico»
A mezzogiorno
campane a festa
in Cattedrale
La prassi lo imponeva, e così è
stato: a mezzogiorno in punto le
campane del Duomo di Trento
hanno accompagnato, con
perfetta sincronia, la lettura del
messaggio del nunzio
apostolico dentro la sala Clesio.
Altrettanto avveniva in tutte le
chiese della diocesi. Uno
scampanio festoso, che ha dato
a tutti i trentini il lieto
messaggio. Il protocollo
dell'annuncio era stato
impostato rigidamente dal
Vaticano. Il nominato e il
vescovo uscente sono stati
informati solo pochi giorni fa
(don Tisi già alla fine di gennaio,
a dire il vero: ma occorreva
sapere se accettava la nomina).
Ma il nome doveva rimanere
secretato fino al mezzogiorno di
ieri, 10 febbraio. Così era scritto
nel testo del messaggio del
Nunzio Apostolico in Italia,
monsignor Adriano Bernardini.
L’annuncio è stato così dato in
contemporanea, a
mezzogiorno, dalla Sala Stampa
Vaticana e diffuso in diretta
dalla radio diocesana Trentino
inBlu.
La stretta di mano tra il nuovo arcivescovo Lauro Tisi (53 anni) e il predecessore Luigi Bressan (76)
servizio. «Non c'è una data ancora stabilita per l'insediamento del nuovo arcivescovo» ha
spiegato. «Ora siamo in Quaresima, dovremo aspettare sicuramente dopo Pasqua. Ve lo comunicheremo nei prossimi
giorni».
Giusto l'altro ieri era il suo
settantaseiesimo compleanno.
Un anno esatto di “proroga” da
vescovo. Diciassette anni dopo
la sua nomina ad “Arcivescovo
metropolita” di Trento. Era il 25
marzo del 1999. Poche settimane dopo, il 30 maggio, faceva la
sua entrata ufficiale in diocesi.
Una successione non facile,
quella con monsignor Sartori.
C'era molta più fibrillazione
nella base, allora, di quanta non
ve ne sia stata in queste ultime
settimane. A tal punto che perfino le veglie di preghiera orga-
nizzate spontaneamente in
Duomo per “illuminare il Papa
sulla scelta del successore” erano state lette come una sorta di
presa di distanza dal vescovo
Sartori. Bressan ha saputo unire laddove il suo predecessore
aveva separato. Occorreva tutta
la forza e la sagacia di un diplomatico per riuscire a trasmettere alla chiesa trentina un senso
di sicurezza che forse le manca-
va. E diplomatico Bressan lo era
davvero, non solo nei modi e
nello stile. Il suo primo servizio
come diplomatico della Santa
Sede risale al 1971, come segretario della Nunziatura Apostolica di Seoul in Corea, e in quella
di Abidjan dal 1974 al 1976.
E' solo l'inizio di una fulminante carriera da “globe trotter” della diplomazia vaticana.
Dopo una breve parentesi al-
la Segreteria di Stato ad occuparsi dei rapporti con gli organismi internazionali, nel dicembre 1978 Bressan è a Ginevra,
presso l'Ufficio delle Nazioni
Unite. Nel 1982 è in Brasile.
L'anno successivo viene nominato Inviato Speciale della Santa Sede presso il Consiglio d'Europa a Strasburgo.
Il 3 aprile 1989 è eletto Arcivescovo titolare di Severiana e Pro
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Trento
GIOVEDÌ 11 FEBBRAIO 2016 TRENTINO
21
IL PERIODO DI "SEDE VACANTE"
Dopo la nomina di ieri l'Arcidiocesi di Trento entra nel regime di "sede vacante".
Fino all'ingresso di don Lauro Tisi il governo dell'Arcidiocesi resterà comunque affidato a monsignor Luigi Bressan, in qualità di "amministratore apostolico"
L'ingresso il 3 aprile
L'ingresso ufficiale alla guida della Diocesi di Trento del nuovo arcivescovo, Lauro Tisi, è previsto per il 3 aprile, cioè la domenica successiva alla Pasqua,
dedicata alla Divina misericordia. Ma la data non è stata ancora confermata
La data alternativa il 10 aprile
Un'altra ipotesi è quella dell'ingresso il 10 aprile, per evitare "sovrapposizioni" con Belluno dove - al pari di Trento - è stato nominato un nuovo vescovo.
I vescovi di Diocesi confinanti partecipano infatti reciprocamente alle cerimonie di ingresso
L'incarico fino a 75 anni
La nomina di don Lauro Tisi avrà effetto fino ai 75 anni di età quando - come è avvenuto per Bressan - i vescovi presentano le proprie dimissioni per limiti di
età. Ma è possibile anche il trasferimento in altra Diocesi
L’amico don Ivan Maffeis:
«È una grande gioia»
I due sacerdoti sono cresciuti assieme fin dalle scuole medie a Pinzolo: «Questa
nomina è una buona notizia per tutta la comunità. Non solo per quella ecclesiale»
di Andrea Selva
◗ TRENTO
Nunzio Apostolico in Pakistan.
Riceve l'ordinazione episcopale nella Cattedrale di San Vigilio, a Trento, il 18 giugno 1989,
dal Segretario di Stato, cardinale Agostino Casaroli. Nel luglio
1993 è nominato Nunzio Apostolico in Thailandia, Singapore e Cambogia, e Delegato Apostolico per Malesia, Brunei e
Myanmar.
(d.f.)
«Provo una grande gioia, non
tanto per il rapporto personale che ho con don Lauro ma al
pensiero di quello che potrà
fare per tutta la comunità
trentina». A parlare è don Ivan
Maffeis, sottosegretario della
Cei, che con il nuovo vescovo
ha un saldo rapporto iniziato
dagli anni delle scuole medie
in valle Rendena.
Don Ivan, che effetto le fa
un vescovo che proviene dalla sua stessa valle?
Ma il nostro rapporto va
molto al di là del fatto di essere compaesani. Praticamente
siamo cresciuti assieme.
Lei è di Pinzolo, don Lauro
di Giustino.
Esatto. E ci siamo trovati assieme alle scuole medie di
Pinzolo, che riuniscono i ragazzi di quell’area. Lui è nato
il 1° novembre del 1962, io un
anno dopo, più o meno nello
stesso periodo, il 18 novembre. Eravamo nella stessa
scuola media, ma in seguito soprattutto - ci siamo ritrovati
al seminario: ho sempre riconosciuto in lui un maestro spirituale. E credo che lo stesso
potrebbero dire tanti sacerdoti trentini.
Don Ivan Maffeis ai tempi in cui era direttore di Vita Trentina (ore è sottosegretario della Cei)
Vi siete sentiti al telefono
dopo la nomina?
Certo.
E che vi siete detti?
Non vorrei scendere nel
pettegolezzo. Posso dire che è
stata una telefonata scontata
per l’amicizia che ci ha accompagnato in tutti questi anni e per il legame che unisce le
nostre famiglie. Voglio invece
dire che per me questa scelta
è stata fonte di grande gioia.
Una gioia che condivido con
tutta la comunità trentina.
Ma non tanto perché si tratta
di un sacerdote della mia stessa valle (anche se un po’ di orgoglio campanilistico ci può
stare), il punto è che il Papa
con don Lauro ci ha dato un
pastore di anime, un sacerdo-
te secondo il Vangelo che è
estraneo alle ambizioni di carriera e di potere. La mia gioia
è legata a questo, non al fatto
che don Lauro sia di Giustino.
Tra le sue prime parole c’è
stata quella frase sul sogno
di fare il parroco.
E’ il suo pensiero. Questo
fatto è curioso: non ha mai fatto il parroco, eppure ha un
ne femminile, nuovi e plurali modelli di famiglie, le questioni del fine/vita, le antiche e nuove povertà, la laicità dello Stato con le sue
irrinunciabili esigenze, il metticciato derivante da quanti e quante da altri paesi, da altre religioni e
da altre culture pongono le loro
tende in mezzo a noi. Da questo
contesto derivano moltissime
conseguenzee interrogativi che ricadono su ognuno e ognuna di
noi, se vogliamo vivere responsabilmente il nostro tempo. Ma ricadono in modo particolare sul pastore di una diocesi, che ha il dovere di annunciare il Vangelo ma
anche quello di rivisitare criticamente prassi, tradizioni, mentalità che, sagge e utili secoli o anche
solo decenni fa, oggi non dovrebbero più essere riproposte come
deitabùintangibili.
Ti attende dunque un compito
immane. Potrai affrontarlo sostenuto dall’affetto delle e dei tuoi
diocesani e, in particolare, da uno
stile di governo pastorale che
esprima al meglio la sinodalita´
della Chiesa. In questo cammimo
emergeranno esigenze e prospettive che, forse, supereranno l’attuale quadro canonico e normativo della Chiesa romana. In tal caso, sarebbe bello che la Chiesa tridentina proponesse alla Chiesa
italiana e alla Chiesa universale il
risultato delle sue ricerche sinodali, perché se ne discuta ed eventualmentesideliberiinpiù ampio
contesto.
Per questo, tu certamente solleciterai che ogni voce, anche se
scomoda, possa avere il luogo ove
esprimersi ed essere ascoltata.
L’aver fatto tacere i profeti, infatti,
ha costretto la Chiesa romana a
pagare prezzi salatissimi, perché
ti attende un compito
davvero immane
cuore da parroco. Chi lo conosce sa che è così, ma è un fatto
evidente anche per chi ha solo avuto occasione di ascoltarlo in chiesa. E’ un sacerdote
che è in mezzo alla gente, dove porta il Vangelo nella concretezza della vita, con grande attenzione per i malati e
per chi vive nel disagio, una di
quelle belle figure di parroco
che conosce la gente, ne condivide i problemi e la ricerca
di senso. Voglio aggiungere
che è un esempio di “prete povero”, distaccato dai beni materiali.
La scelta di don Lauro assicura continuità alla comunità cattolica trentina e - parlando di un sacerdote di 53
anni - è anche una scelta di
lungo periodo. Ritiene che
questi due aspetti siano importanti?
Sì, in questo modo don Lauro potrà impostare la sua attività su una prospettiva medio-lunga: questa per lui è
una grande responsabilità,
ma è anche quello che rende
“piena” la sua nomina e che
gli dà ancora più forza. E c’è
un altro aspetto che secondo
me è molto importante.
Quale?
Penso che con don Lauro oltre alla continuità - possiamo dire che abbiamo ingranato la marcia giusta, anche al di
là della comunità ecclesiale:
con la sua concretezza, lo
sguardo ai problemi dei lavoratori e delle famiglie, è una
persona che ha a cuore il bene
comune. Ha lavorato molto
attorno a questi temi e saprà
portar eil suo contributo per
la nostra terra e il nostro Trentino. Ovviamente lo farà come pastore, su questo non c’è
dubbio, ma la sua nomina credo sia una buona notizia per
tutta la comunità trentina.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
segue dalla prima pagina/luigi sandri
Caro Lauro,
problemi nuovi
battono alla porta
C
aroLauro,
non capita tutti i giorni
ditrovarsi in Messico in attesa della visita del papa, e qui apprendere che tu sei stato nominato nuovo vescovo della nostra diocesi. Perciò, in così singolari circostanze, ho sognato come vorrei, e
forse molti vorrebbero che tu agissiefossi.
Prima di tutto, un pastore con
una visione ampia dei problemi
della Chiesa e delle Chiese, e dunque aperto alla comunione e al
dialogo con le altre diocesi del
mondo, soprattutto in quelle ove
lavorano presbiteri, suore e laici,
uomini e donne, di origine trenti-
na, come del resto giustamente faceva monsignor Bressan. Ma una
tale apertura dovrebbe portarTi,
come cardine di questa nostra
Chiesa locale, in strettissima unione con i Consigli pastorale e presbiterale, ad essere un uomo di visioneapertaegrande.
Come arcivescovo di Trento
avrai particolarmente a cuore
quel Concilio che oltre 450 anni fa
si tenne in questa nostra città e la
rese celebre nel mondo. Dovrai
custodire ciò che è «permanente»
di quella eredità, ma anche abbandonare ciò che è figlio di una
determinata epoca storica, gravata dai limiti di quella cultura, e
niente affatto parte essenziale di
una traduzione coerente del Vangelo. Oggi problemi nuovi battono alla porta della Chiesa e delle
Chiese: le conseguenze della modernità, l’irrompere della questio-
Potrai affrontarlo sostenuto dall’affetto delle e dei
tuoi diocesani
la storia non perdona e, ad un certomomento,manda ilconto.Con
lamitezzaesaggezza,maanchela
determinazione, che tutti ti riconoscono, sei la persona giusta, in
questo momento, per guidare la
Chiesa tridentina. E non mi meraviglierei se l’anno prossimo, a cinquecento anni dall’inizio della
protesta di Martin Lutero, tu organizzassi a Trento un evento per ripensare, insieme alle Chiese luterane, che cosa furono Riforma e
Controriforma, che cosa fu
quell’aspro confronto. E che cosa
oggi insieme, dandosi la mano,
cattolici ed evangelici potrebbero
fare per collaborare, riconciliati,
allapacedelmondo.
E sogno, ancora, che tua prima
lettera pastorale, firmata con i
Consigli pastorale e presbiterale,
si concluda con la tua apostolica
benedizione. Perché non il solo
vescovo di Roma, ma ogni vescovohail dirittoedoveredidareuna
apostolica benedizione. Sarebbe
un modo di realizzare ciò che il
Concilio Vaticano II ha detto sul
piano teorico, mai però finora attuato nella Chiesa latina. Sarebbe
bello se fossi tu ad aprire questa
nuova prassi ecclesiale. Sono sicuro che Francesco ne sarebbe felice. Almeno questo è quanto mi è
facile sognare, qui a Città del Messico, in attesa del successore di
Pietro.
LuigiSandri
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22
Trento
TRENTINO GIOVEDÌ 11 FEBBRAIO 2016
IL NUOVO VESCOVO » LE PARROCCHIE
Il vescovo Muser:
«Continueremo
a collaborare»
«Sono molto grato
all'Arcivescovo Luigi Bressan,
il quale mi ha consacrato
vescovo, per la buona
collaborazione tra le nostre
diocesi. Lauro Tisi conosce
molto bene l'Arcidiocesi di
Trento, in quanto ha ricoperto
l'incarico di Vicario generale.
Auguro a monsignor Tisi la
benedizione di Dio e i doni
dello Spirito Santo nella guida
dell'Arcidiocesi. Inoltre, sono
convinto che procederemo
nella buona e fruttuosa
collaborazione tra le nostre
diocesi». Lo ha affermato ieri
il vescovo di Bressanone e
Bolzano Ivo Muser, augurando
in questo modo buon lavoro al
“collega” trentino con il quale
non mancheranno le
possibilità di proficua
collaborazione.
La messa per tutti i popoli nella cattedrale di San Vigilio. A destra, l’apertura della porta della misericordia a Tione
I parroci: può ispirare
una primavera di fede
L’auspicio dei «colleghi» è che la Chiesa trentina possa essere protagonista
di una rivoluzione, che faccia rivivere lo spirito del Concilio Vaticano II
L’uomo
al centro
◗ TRENTO
Un episcopato che metta al centro le persone e la loro ricerca di
senso, fondato sulla fede, ma anche sul rinnovamento. Per una
primavera della Chiesa trentina,
nel segno del Concilio Vaticano
II. Don Lino Zatelli, parroco di
San Carlo, è convinto che con
monsignor Lauro Tisi alla guida,
l’Arcidiocesi di Trento possa diventare
un’esperienza
“creativa” in grado di fare scuola, un modello pastorale imperniato sull’umanità secondo lo
stile del pontefice. «Credo che
sarà un episcopato sotto il segno
della carne delle persone, una
per una - afferma - dove si evitano le luci della ribalta, perché lui
è un uomo che ama molto il silenzio: ascolta, consiglia, abbraccia, ama. Rifugge da istituzioni ed enti; ama invece il rapporto con i singoli. Come è la vita di ogni parroco: mi pare che
assomigli molto a Papa Francesco, nello stile del contatto con
le persone».
Lo attende una sfida difficile:
«Avrà un lavoro molto, molto impegnativo: da una parte occorrerà una fede grande perché la
Diocesi ha pochi sacerdoti, tanto che lui ha creato queste unità
di base allargate; dall'altra una
capacità di rinnovamento della
Chiesa, nel segno del Concilio
Vaticano II, che noi abbiamo un
po’ dimenticato: nel ’65 era una
primavera, era cambiato il mondo, poi è diventato autunno e infine inverno. Speriamo che questo episcopato sia anche una primavera della Chiesa trentina:
potremmo essere dei creativi in
L’ESPERIENZA
DI PASTORE
‘‘
di Luca Marognoli
‘‘
Don Lino
Zatelli, di San Carlo:
mette in primo piano
le persone, come Papa
Francesco, e rifugge
dalla luci della ribalta
campo nazionale. Nel senso di
questo aggancio enorme alla fede, ma anche di voglia di cambiamento. I sacerdoti tutti si
aspettano da lui una svolta nella
ristrutturazione della Diocesi,
nei suoi gangli, in quelle che sono le proposte, partendo dall'annuncio, dalla catechesi, dalla
riorganizzazione delle parrocchie: una nuova gestione di esse
come comunità di base più che
Don Marco
Saiani, di Gardolo:
conosce i bisogni
dei fedeli, le necessità di
riferimenti e di orizzonti
di senso di questa società
come enti gerarchici e di giurisdizione di territorio».
Le tematiche di oggi sono di
grande portata: «Di fronte alle
enormi questioni etiche, se tu
guardi alla persona i problemi li
risolvi. Noi parroci lo sperimentiamo: ci sono mille domande.
Se guardi ai massimi sistemi, all'
ideologia, alla politica, alla morale, è difficilissimo. Questa è la
rivoluzione che dovrebbe fare
Zeni e Rattin: «L’aiuto degli altri è la sua missione»
◗ TRENTO
È l’umanità la qualità che tutti riconoscono a monsignor
Lauro Tisi. «Sono molto contento della sua nomina - afferma don Duccio Zeni, 49
anni, parroco di Mattarelloperché è molto umano, attento alle persone e fa di tutto
per aiutare gli altri. Mi sembra ci sia un segno di continuità per quanto riguarda la pastorale sia parrocchiale che
diocesana».
Una stima, quella nei confronti del nuovo arcivescovo,
che è maturata negli anni: «Io
ero in Seminario a Teologia
quando lui era vicerettore
delle medie. Dopo divenne
padre spirituale da noi: lo ri-
Don Duccio Zeni
Don Piero Rattin
cordo per la sua capacità di
comprensione e positività. È
una buona scelta per la Diocesi».
Don Piero Rattin, parroco
di S.Apollinare gli fa eco: «Io
penso che sia stata la scelta
più saggia che si potesse fare
in questo momento. La mia
soddisfazione è senza mezzi
termini. Il fatto di non avere
scelto uno da fuori, evita il tirocinio: don Lauro conoscere bene la realtà: uno dei suoi
meriti è di essere addentro a
tante situazioni tipiche, realissime e concrete del nostro
territorio diocesano e trentino. Anche da questo punto di
vista è una scelta buona, anche perché ha saputo sempre
interessarsi di tante cose importanti con saggezza e umanità, la dote migliore».
Il suo compito è di rilanciare la Chiesa trentina: «Non sono tempi facili: immagino
che per lui sarà un po' un peso, una croce. D'altra parte conclude don Piero Rattin - è
finito nella Chiesa il tempo
della cariche onorifiche:
adesso sono “onerose”. Soltanto gli sciocchi possono
ambirle ma dagli sciocchi bisogna guardarsi».
(l.m.)
tutta la Chiesa. Partire dall'amore della persona, una per una:
credo che Lauro potrebbe smuovere la situazione su questo».
Don Marco Saiani, 60 anni,
parroco di Gardolo, stima molto
Tisi: «Mi associo a quanto ha detto di lui il vescovo: conosce la
nostra diocesi, i sacerdoti, è preparato, ferrato sui bisogni pastorali di questo nostro tempo: le
necessità di riferimenti e di orizzonti di senso. Conosce anche
ciò che c'è nella mente e nel cuore dell'uomo perché ha fatto da
guida spirituale e lo fa tuttora. In
linea con Francesco? Don Lauro
viene da una famiglia semplice,
sa cosa vuol dire il lavoro, la fatica, conosce situazioni di povertà, la vita di paese. È cresciuto in
una comunità semplice, però ha
studiato e si è preparato. Anche
la sua sensibilità umana lo rende adatto a fare il sacerdote. E
quindi il vescovo: perché bisogna essere prima preti, poi si viene scelti». In questo momento
storico - aggiunge don Saiani «dobbiamo costruire un tipo di
pastorale che tenga conto del
fatto che il numero dei sacerdoti
sono calati, ma la comunità può
attrezzarsi, riscoprendo delle risorse e dei carismi che ci sono in
tanti cristiani: non è necessario
che faccia tutto il sacerdote». Un
rapporto stretto, quello del nuovo arcivescovo con le parrocchie: «L'ho apprezzato e chiamato più di una volta come relatore
e persona che aiutasse i giovani
a riflettere e a capire la loro vita.
L'uomo di oggi è un po' perso:
un punto interrogativo a se stesso. Per capire la vita bisogna partire da chi ce l'ha data, Dio. Noi
siamo a sua immagine».
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Trento
GIOVEDÌ 11 FEBBRAIO 2016 TRENTINO
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Caloroso benvenuto
della politica:
«Lui è uno di noi»
Dorigatti: vescovato che ci auguriamo fecondo per i deboli
Le felicitazioni di Rossi, Avanzo, Andreatta e Dellai
◗ TRENTO
il saluto del presidente bonazzi
Confindustria: pronti a collaborare
TRENTO. Giulio Bonazzi (in foto),
presidente di Confindustria Trento,
ha espresso al nuovo arcivescovo di
Trento le sue congratulazioni a
nome dell'industria trentina. «La
nostra Associazione - ha affermato
- è pronta a collaborare per lo
sviluppo economico e sociale del
nostro territorio».
«Le più vive felicitazioni a
monsignor Lauro Tisi» sono state
espresse dal coordinamento
regionale di Scelta Civica. «Ha dato
prova di grande attenzione nel
dedicarsi con ogni energia al
proprio mandato, dimostrando
tutto il proprio spessore umano e la
propria sensibilità da uomo di
Chiesa». «Ci inorgoglisce - dice
invece una nota dell’Upt - che tale
altissimo incarico sia oggi ricoperto
da, come spesso egli ama riferirsi a
se stesso “un prete trentino”, nato
e cresciuto fisicamente e
spiritualmente nella nostra amata,
piccola e complessa terra».
«Monsignor Lauro Tisi è uno di
noi». Parola del presidente del
consiglio provinciale ed ex leader sindacale, Bruno Dorigatti.
«È un trentino che ha fatto esperienza diretta e concreta delle
forti radici sociali e mutualistiche delle nostre valli, di quella
forte coesione sociale che ha
rappresentato fin qui il miglior
patrimonio del Trentino. Siamo
sicuri che le istituzioni dell'autonomia potranno contare su un
interlocutore attento e sensibile». «Di monsignor Tisi - ha affermato Dorigatti - sono noti la
grande umanità, la profonda cultura, l'impegno costante perché
le persone recuperino nella nostra società una “grammatica
delle relazioni” basata sul rispetto e sull'ascolto dell'altro. Sono i
migliori presupposti, probabilmente, per un vescovato che ci
auguriamo lungo, fecondo e positivo soprattutto per le fasce più
deboli».
Dal governatore Ugo Rossi è
arrivato «un caloroso saluto di
benvenuto» al nuovo arcivescovo. «Nativo di Giustino e da tempo vicario generale della Diocesi
di Trento - ha aggiunto - siamo
certi saprà essere al fianco della
comunità trentina, rappresentare un punto di riferimento spirituale e sociale e ricoprire l'incarico al quale è stato chiamato
con professionalità e dedizione,
incarnando i valori della nostra
Autonomia, l'attaccamento alle
radici e, al contempo, le nostre
esigenze di apertura al mondo».
Rossi ha anche telefonato a
monsignor Tisi per testimoniargli la stima e l'apprezzamento
della Provincia e augurargli un
buon avvio della sua attività pastorale. Ha quindi voluto salutare e ringraziare monsignor Luigi
Bressan, «per il suo impegno al
servizio della comunità, per la vicinanza che ci ha sempre manifestato e per il solido bagaglio di
valori etici e morali che ha saputo incarnare, specchio dei valori
principali delle nostre genti di
montagna».
Il sindaco Alessandro Andreatta si è detto «certo che, grazie
Bruno Dorigatti
Ugo Rossi
Chiara Avanzo
Alessandro Andreatta
alla sua profonda conoscenza
della comunità trentina e all'
esperienza maturata in qualità
di vicario generale, monsignor
Tisi sarà un interlocutore importante delle istituzioni e di tutta la
comunità cittadina». Il sindaco
ha rinnovato al neoarcivescovo
«la disponibilità a collaborare
con una Diocesi da sempre sensibile ai temi sociali e attenta al
bene comune» e ha ringraziato
monsignor Luigi Bressan, ricordandolo come un «costruttore
di ponti e di comunità che a
Trento e al Trentino ha portato
una nuova apertura al mondo e
alle sue culture».
«Ho avuto modo di incontrare e di ascoltare don Lauro in più
occasioni e ne apprezzo la grande umanità, sensibilità e cultura», ha detto Chiara Avanzo,
presidente del consiglio regionale. «Nato in una terra dove da
sempre la vita quotidiana si accompagna ad una profonda spiritualità - ha aggiunto - ha messo la sua grande conoscenza al
servizio dell'intera comunità.
Nelle prime parole che ha pronunciato dopo l'annuncio, ho ritrovato quello spirito umanitario, quella volontà di essere presente dove più c'è bisogno e
quella apertura al prossimo di
cui oggi abbiamo così bisogno».
I parlamentari dell'Upt Lorenzo
Dellai e Vittorio Fravezzi hanno
augurato a monsignor Tisi «di
essere pastore di dialogo e di accoglienza, in un Trentino chiamato a rinnovare la sua identità
di comunità autonoma» e rivolto un pensiero di affettuosa gratitudine a monsignor Luigi Bressan. «Sono certo - ha aggiunto il
senatore del Patt Franco Panizza - che sarà un sicuro punto di
riferimento non solo per i fedeli
della nostra Diocesi, ma anche
per tanti laici che guardano con
attenzione al messaggio e alla testimonianza della Chiesa». Analoga attestazione di stima è stata
espressa dal deputato autonomista Mauro Ottobre che ha riconosciuto al nuovo arcivescovo
l’«esperienza maturata negli anni» come vicario generale. (l.m.)
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Trento
TRENTINO GIOVEDÌ 11 FEBBRAIO 2016
A sinistra alcuni
momenti
dell’ordinazion
e di don Lauro
A destra in
braccio al papà
insieme alla
mamma e alla
sorella. Sotto
una foto di
gruppo con
sacerdoti della
sua valle e don
Flavio Girardini,
decano di
Rendena e la zia
Nives
IL NUOVO VESCOVO
La Rendena in festa per il proprio «figlio»
Grande soddisfazione in tutte le Giudicarie. Il decano don Flavio e il sindaco di Giustino: «Sempre attento alla sua gente»
di Walter Facchinelli
◗ GIUSTINO VAL RENDENA
La notizia della nomina di Lauro Tisi a vescovo, preannunciata dalle campane delle chiese e
poi proclamata da monsignor
Bressan, ha rallegrato le comunità della Val Rendena e Giudicarie. Ben presto la notizia è passata di bocca in bocca e, per dirla col sindaco di Giustino Joseph Masè «è la notizia del giorno,
in paese, non si parlava d’altro».
Il decano di Rendena don Flavio
Girardini: «Sono molto contento della nomina, perché conosco don Lauro fin da quand’era
in Seminario. Gli ho fatto da assistente nei primi anni Ottanta,
quando aiutavo anche spiritualmente i futuri preti». Don Flavio
lo ricorda «fin dal Seminario era
una persona molto determinata, forte, tenace, caparbia negli
studi. Lo vedevo sempre a studiare». A suo vantaggio c’è il fatto che il vescovo Lauro Tisi conosce bene tutte le parrocchie
della Diocesi Trentina, perché
«dopo un primo periodo come
viceparroco con don Baldessari
a Levico è stato vicerettore del
seminario (1988-1995), direttore spirituale del seminario
(1995-2007) e incaricato dei sacerdoti giovani (2001-2007)».
In questi anni da vicario diocesano ha macinato centinaia
di migliaia di chilometri, perché
come dice mamma Irene «ha
sempre detto che è meglio vedere e conoscere le persone e le situazioni anziché saperle attraverso gli altri». Joseph Masè, sindaco di Giustino afferma «la notizia mi ha colto di sorpresa, è
bellissima e riempie di gioia me
e tutta la mia Comunità. Per un
Comune piccolo come Giustino
(790 abitanti) è motivo d’orgoglio esprimere una persona così
importante, che ha sempre avuto un grande attaccamento per
il paese e la sua gente». Don Lauro «ha mantenuto un legame
molto forte con tutti e assistere
alla messa officiata da lui è sempre stata una particolarità». Joseph Masè racconta un aneddoto: «Marco Tisi, suo coetaneo
delle elementari, mi diceva che
don Lauro lo chiama sempre
per fargli gli auguri di compleanno.» Segno di un legame mai interrotto coi coetanei. Suor Maria Nives di Carisolo commenta:
«Sono contenta perché noi suore e catechisti di Carisolo lo sentiamo come un pastore e un aiuto. Oggi (ieri) con i bambini e le
catechiste abbiamo pregato e
ringraziato il Signore per lui, affinché possa essere sempre più
pastore d’anime in mezzo alla
sua gente e ai suoi sacerdoti».
Paolo Cominotti dell’Ong aggiunge:«La sua nomina ci sprona a metterci sempre più a servizio degli ultimi».
I parroci della valle
si preparano
a festeggiarlo
GIUSTINO VAL RENDENA. Luigi
Tisi ex-sindaco di Giustino e
amico di don Tisi commenta: «È
la persona ideale per
quest’incarico. È persona
preparata, disponibile, vicina
alla gente, idonea al compito
gravoso al quale è stato
chiamato. Ne apprezzo l’umiltà,
la semplicità nell’ascoltare
tutti, la grande preparazione
teologia e una fede tipica dei
parroci di una volta. Ne siamo
molto orgogliosi, lo conosco
molto bene, il fratello Loris ha
fatto due legislature con me.
Sono felice, in Trentino è una
scelta sicuramente indovinata».
«Per la nomina a vescovo,
afferma Joseph Masè, insieme
alla famiglia vedremo come
onorare e festeggiarlo». Dello
stesso avviso il Decano don
Girardini che a breve riunirà i
parroci di Rendena per decidere
come onorare questa nomina
davvero prestigiosa. (w.f.)
Mamma Irene: «Sarà un grande impegno»
In famiglia la notizia della nomina è stata una sorpresa: «Potrà completare quanto fatto finora»
◗ GIUSTINO VAL RENDENA
La nomina ad arcivescovo di
don Lauro Tisi, primo vescovo
della Rendena, è stata come
un fulmine a ciel sereno. La famiglia con mamma Irene
(1936), i fratelli Iva (1963), Loris (1965) e Valerio (1969) seppur nella riservatezza che li caratterizza, decidono di parlare
di «Lauro» come lo chiamano
loro e di raccontarsi.
La sorella Iva racconta: «Lauro ha frequentato le scuole elementari con le “pluriclassi” a
Giustino e per due anni sono
stata in classe con lui. Poi le
medie a Pinzolo e il liceo classico all’Arcivescovile a Trento
con convitto in Seminario».
La sua vocazione è venuta in
seconda superiore: «Ha avuto
come punto di riferimento
don Raffaele Collini, nativo di
Pinzolo e rettore del seminario. Don Lauro ha deciso di farsi prete in seconda superiore,
durante il funerale di don Collini che morì in un incidente
stradale a Ponte Pià.» Del figlio
mamma Irene ricorda «da gio-
Mamma Irene con la sorella Iva
vane era molto responsabile,
lavorava sempre e non ha mai
fatto le vacanze». Un aneddoto riferito dalla zia Ines e confermato da mamma Irene: «Da
piccolo Lauro amava far finta
di dire messa e i funerali. Forse
era un sintomo, ma non l’aveva mai esternato!» La zia Ines
conferma: «A santa Lucia del
1968, dopo la morte del padre
Valerio avvenuta il 4 novembre, la mamma gli ha regalato
un piccolo calice in legno e un
Don Lauro con i famigliari in una foto scattata in valle
leggio. Era la persona più felice di questo mondo». Quando
mamma Irene fu responsabile
della chiesa di Giustino don
Lauro, che aveva 11 anni decise di esserne il sacrestano «durò fino a quando andò a Trento a studiare. A quei tempi, nel
periodo estivo lavorava per il
Comune al cimitero o nel bosco a misurare le piante». Da
qui la passione di don Lauro:
«Era andare col trattore, usare
bene la motosega e raccogliere
le patate, cosa che fa tuttora».
La suocera Lea Collini afferma: «Don Lauro amava fare
questi lavori scegliendo quelli
di maggior fatica, per risparmiare gli altri». Come ha preso
l’annuncio di farsi prete?
Mamma Irene: «Io non mi sono mai opposta, ognuno dei
miei figli ha scelto la sua strada. Però stata una sorpresa. Il
suo grande desiderio era di fare il parroco in parrocchia, per
essere vicino alle persone».
Sfogliando l’album di famiglia
la mamma racconta: «All’ordinazione sacerdotale del 26 giugno 1987, seguita dalla prima
messa a Giustino con tanto di
“arcate fiorite”, con garofani
veri, una gran festa del Comune e molti sacerdoti tra cui don
Ivan Maffeis, don Antonio Brugnara, don Antonio Tisi, don
Gilio Pellizzari e don Vito Maganzini». Quest’ultimo è venuto a Giustino quando Lauro
aveva un anno e con lui ha
sempre mantenuto un rapporto di collaborazione molto
stretto fino alla morte. Mamma Irene e la sorella Iva aggiungono: «Lui è sempre stato
molto legato e appassionato di
Gesù Cristo e innamorato del
Vangelo.» Mamma Irene conclude: «Sono contenta, ma preoccupata per l’incarico che deve affrontare». La zia Nives, oggi sacrestana della parrocchiale di Giustino e don Flavio Girardini decano di Rendena aggiungono: «Quello che ha fatto
finora lo porterà avanti con decisione, farà un bel servizio alla nostra Diocesi».
(w.f.)
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