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La fuga di Renzo
Alessandro Manzoni La fuga di Renzo Francesco Gonin, Renzo fugge da Milano, 1840. «Scappa, scappa, galantuomo: lì c’è un convento, ecco là una chiesa; di qui, di là,» si grida a Renzo da ogni parte. In quanto allo scappare, pensate se aveva bisogno di consigli. Fin dal primo momento che gli era balenato in mente una speranza d’uscir da quell’unghie1, aveva cominciato a fare i suoi conti, e stabilito, se questo gli riusciva, d’andare senza fermarsi, fin che non fosse fuori, non solo della città, ma del ducato2. – Perché, – aveva pensato, – il mio nome l’hanno su’ loro libracci3, in qualunque maniera l’abbiano avuto; e col nome e cognome, mi vengono a prendere quando vogliono. – E in quanto a un asilo4, non vi si sarebbe cacciato che quando avesse avuto i birri5 alle spalle. – Perché, se posso essere uccel di bosco, – aveva anche pensato, – non voglio diventar uccel di gabbia. – Aveva dunque disegnato6 per suo rifugio quel paese nel territorio di Bergamo, dov’era accasato7 quel suo cugino Bortolo, se ve ne rammentate8, che più volte l’aveva invitato a andar là. Ma trovar la strada, lì stava il male9. Lasciato in una parte sconosciuta d’una città si può dire sconosciuta, Renzo non sapeva neppure da che porta s’uscisse per andare a Bergamo; e quando l’avesse saputo, non sapeva poi andare alla porta. 1 d’uscir da quell’unghie: scappare dalle mani del notaio criminale e dei due gendarmi che lo hanno catturato. 2 ducato: prima della dominazione spagnola lo Stato di Milano era un ducato e questa denominazione era rimasta nell’uso comune. 3 il mio nome l’hanno su’ loro libracci: ormai la polizia conosce il nome e il luogo d’origine di Renzo. 4 asilo: rifugio. Le chiese e i conventi godevano del diritto di asilo, motivo per cui la polizia non poteva entrare per catturarvi i ricercati. 5 i birri: gli sbirri, la polizia. 6 disegnato: scelto. 7 accasato: aveva messo su casa. 8 se ve ne rammentate: qualche giorno prima, cercando un modo per sfuggire a don Rodrigo, Renzo ha parlato di Bortolo a Lucia e ad Agnese poiché il cugino vive a Bergamo, che all’epoca apparteneva alla Repubblica di Venezia, cioè era in un altro stato. 9 il male: il problema. ANDREA BARABINO NICOLETTA MARINI, Le pietre bianche © SEI, 2010 Giunto a Milano per sfuggire alla persecuzione di don Rodrigo, Renzo si trova coinvolto in una violenta rivolta popolare causata dalla carestia. Nella città sconosciuta viene ingannato da uno sbirro in incognito che lo accompagna in un’osteria dove il giovane passa la notte. Al risveglio però Renzo ha una brutta sorpresa e viene arrestato con l’accusa di essere uno dei capi della ribellione. Mentre le guardie lo stanno conducendo al Palazzo di Giustizia per processarlo, Renzo riesce a liberarsi con l’astuzia e scappa, intenzionato a uscire da Milano e a raggiungere Bergamo dove vive suo cugino Bortolo. La conseguenza positiva di questa pericolosa situazione è che essa rende Renzo più accorto e prudente di quanto fosse prima e gli offre l’occasione di mettere a frutto le esperienze fatte negli ultimi giorni. ANDREA BARABINO NICOLETTA MARINI, Le pietre bianche © SEI, 2010 Fu lì lì per farsi insegnar la strada da qualcheduno de’ suoi liberatori10; ma siccome nel poco tempo che aveva avuto per meditare su’ casi suoi, gli eran passate per la mente certe idee su quello spadaio così obbligante, padre di quattro figliuoli11, così, a buon conto, non volle manifestare i suoi disegni a una gran brigata, dove ce ne poteva essere qualche altro di quel conio12; e risolvette subito d’allontanarsi in fretta di lì: che la strada se la farebbe poi insegnare, in luogo dove nessuno sapesse chi era, né il perché la domandasse. Disse a’ suoi liberatori: «grazie tante, figliuoli: siate benedetti», e, uscendo per il largo che gli fu fatto immediatamente, prese la rincorsa, e via; dentro per un vicolo, giù per una stradetta, galoppò un pezzo, senza saper dove. Quando gli parve d’essersi allontanato abbastanza, rallentò il passo, per non dar sospetto; e cominciò a guardare in qua e in là, per isceglier13 la persona a cui far la sua domanda, una faccia che ispirasse confidenza. […] Visto finalmente uno che veniva in fretta, pensò che questo, avendo probabilmente qualche affare pressante14, gli risponderebbe subito, senz’altre chiacchiere; e sentendolo parlar da sé, giudicò che dovesse essere un uomo sincero. Gli s’accostò, e disse: «di grazia, quel signore, da che parte si va per andare a Bergamo?» «Per andare a Bergamo? Da porta orientale.» «Grazie tante; e per andare a porta orientale?» «Prendete questa strada a mancina15, vi troverete sulla piazza del duomo; poi... » «Basta, signore; il resto lo so. Dio gliene renda merito.» E diviato16 s’incamminò dalla parte che gli era stata indicata. L’altro gli guardò dietro un momento, e, accozzando nel suo pensiero quella maniera di camminare con la domanda17, disse tra sé: – o n’ha fatta una, o qualcheduno la vuol fare a lui. – Renzo arriva sulla piazza del duomo; l’attraversa, passa accanto a un mucchio di cenere e di carboni spenti, e riconosce gli avanzi del falò di cui era stato spettatore il giorno avanti18; costeggia gli scalini del duomo, rivede il forno delle grucce, mezzo smantellato, e guardato da soldati; e tira diritto per la strada da cui era venuto insieme con la folla; 10 liberatori: i passanti che lo hanno aiutato a sfuggire alla polizia. 11 gli eran passate per la mente certe idee su quello spadaio così obbligante, padre di quattro figliuoli: aveva cominciato a sospettare di quello spadaio così gentile, padre di quattro figli. Il sospetto di Renzo è fondato perché lo spadaio che la sera prima lo ha accompagnato all’osteria in realtà è uno sbirro che, approfittando dell’ubriachezza di Renzo, si è fatto rivelare il suo nome e ha fatto spiccare un mandato d’arresto contro di lui. 12 di quel conio: dello stesso genere. 13 isceglier: scegliere. 14 pressante: urgente. 15 a mancina: a sinistra. 16 diviato: direttamente. 17 accozzando nel suo pensiero quella maniera di camminare con la domanda: e collegando mentalmente il modo di camminare di Renzo alla sua domanda. 18 il giorno avanti: il giorno prima, dopo aver assaltato i forni, i ribelli avevano bruciato in piazza Duomo tutti gli attrezzi. 19 al convento de’cappuccini: il convento dove fra’ Cristoforo lo aveva inviato a chiedere ospitalità. 20 fare un po’ di bene: pregare. 21 avendo la fantasia un po’ riscaldata: avendo l’immaginazione eccitata dalla paura. 22 ripugnanza: timore. 23 così a mano: a portata di mano. 24 Di ragione, i birri non si saran fatti in pezzi: riflettendo, gli sbirri non si saranno affrettati. 25 fischiando in semitono: sottovoce per non attirare l’attenzione. 26 sul passo: sul varco della porta. 27 gabellini: gabellieri, cioè funzionari che riscuotevano il dazio alle porte della città. 28 micheletti: soldati spagnoli. ANDREA BARABINO NICOLETTA MARINI, Le pietre bianche © SEI, 2010 Francesco Gonin, Renzo si unisce ai tumulti, 1840. arriva al convento de’cappuccini19; dà un’occhiata a quella piazza e alla porta della chiesa, e dice tra sé, sospirando: – m’aveva però dato un buon parere quel frate di ieri: che stessi in chiesa a aspettare, e a fare un po’ di bene20. – Qui, essendosi fermato un momento a guardare attentamente alla porta per cui doveva passare, e vedendovi, così da lontano, molta gente a guardia e avendo la fantasia un po’ riscaldata21 (bisogna compatirlo; aveva i suoi motivi), provò una certa ripugnanza22 ad affrontare quel passo. Si trovava così a mano23 un luogo d’asilo, e dove, con quella lettera, sarebbe ben raccomandato; fu tentato fortemente d’entrarvi. Ma, subito ripreso animo, pensò: – uccel di bosco, fin che si può. Chi mi conosce? Di ragione, i birri non si saran fatti in pezzi24, per andarmi ad aspettare a tutte le porte. – Si voltò, per vedere se mai venissero da quella parte: non vide né quelli, né altri che paressero occuparsi di lui. Va innanzi; rallenta quelle gambe benedette, che volevan sempre correre, mentre conveniva soltanto camminare; e adagio adagio, fischiando in semitono25, arriva alla porta. C’era, proprio sul passo26, un mucchio di gabellini27, e, per rinforzo, anche de’ micheletti28 spagnoli; ma stavan tutti attenti verso il di fuori, per non lasciare entrar di quelli che, alla notizia d’una sommossa, v’accorrono, come i corvi al campo dove è stata data battaglia; di maniera che Renzo, con un’aria indifferente, con gli occhi bassi, e con un andare così tra il viandante e uno che vada a spasso, uscì, senza che nessuno gli dicesse nulla; ma il cuore di dentro faceva un gran battere. ANDREA BARABINO NICOLETTA MARINI, Le pietre bianche © SEI, 2010 Francesco Gonin, Renzo si allontana da Gorgonzola, 1840. Vedendo a diritta29 una viottola, entrò in quella, per evitare la strada maestra; e camminò un pezzo prima di voltarsi neppure indietro30. Cammina, cammina; trova cascine, trova villaggi, tira innanzi senza domandarne il nome; è certo d’allontanarsi da Milano, spera d’andar verso Bergamo; questo gli basta per ora. Ogni tanto, si voltava indietro; ogni tanto, andava anche guardando e strofinando or l’uno or l’altro polso, ancora un po’ indolenziti, e segnati in giro d’una striscia rosseggiante, vestigio della cordicella31. I suoi pensieri erano, come ognuno può immaginarsi, un guazzabuglio di pentimenti, d’inquietudini, di rabbie, di tenerezze; era uno studio faticoso32 di raccapezzare le cose dette e fatte la sera avanti, di scoprir la parte segreta della sua dolorosa storia, e sopra tutto come avean potuto risapere33 il suo nome. […] Ma ben presto, lo studio più penoso fu quello di trovar la strada. Dopo aver camminato un pezzo, si può dire, alla ventura, vide che da sé non ne poteva uscire. Provava bensì una certa ripugnanza a metter fuori34 quella parola Bergamo, come se avesse un non so che di sospetto, di sfacciato; ma non si poteva far di meno. Risolvette dunque di rivolgersi, come aveva fatto in Milano, al primo viandante la cui fisionomia gli andasse a genio; e così fece. «Siete fuor di strada,» gli rispose questo; e, pensatoci un poco, parte con parole, parte co’ cenni, gl’indicò il giro che doveva fare, per rimettersi sulla strada maestra35. Renzo lo ringraziò, fece le viste36 di far come gli era stato detto, prese in fatti da quella parte, con intenzione però d’avvicinarsi bensì37 a quella benedetta strada maestra, di non perderla di vista, di costeggiarla più che fosse possibile; ma senza mettervi piede. Il disegno era più facile da concepirsi che da eseguirsi. La conclusione fu che, andando così da destra a sinistra, e, come si dice, a zigzag, parte seguendo l’altre indicazioni che si faceva coraggio a pescar qua e là38, parte correggendole secondo i suoi lumi39, e adattandole al suo intento, parte lasciandosi guidar dalle strade in cui si trovava incamminato, il nostro fuggitivo aveva fatte forse dodici miglia, che non era distante da Milano più di sei; e in quanto a Bergamo, era molto se non se n’era allontanato. da I Promessi Sposi, a cura di A. Jacomuzzi, A.M. Longobardi, SEI 29 a diritta: a destra. 30 prima di voltarsi neppure indietro: senza voltarsi neanche indietro. 31 vestigio della cordicella: ricordo della corda con cui le guardie gli avevano legato i polsi per portarlo al Palazzo di Giustizia. 32 uno studio faticoso: un compito difficile. 33 risapere: conoscere. 34 metter fuori: pronunciare. 35 strada maestra: strada principale. 36 fece le viste: finse. 37 bensì: sì. 38 a pescar qua e là: chiedere. 39 secondo i suoi lumi: secondo le proprie idee. attività COMPRENDO E ANALIZZO 4 Una volta sfuggito ai suoi carcerieri Renzo ha due alternative: la prima è chiedere asilo in un convento, la seconda è .......................................................... .............................................................................................................................. Quale delle due possibilità sceglie? Per quale motivo? 5 Gli eventi degli ultimi giorni hanno reso Renzo prudente e attento: sottolinea tutte le espressioni che si riferiscono al nuovo modo di affrontare la vita del giovane. 6 Uscendo da Milano, si passa da uno spazio urbano alla campagna: se il duomo è l’edificio simbolo della grande città, quali elementi del paesaggio osservato da Renzo rappresentano la campagna? LE FORME Spiega il significato della metafora se posso essere uccel di bosco non voglio diventar uccel di gabbia. 8 Nel brano c’è una similitudine relativa a coloro che approfittano dei momenti di disordine per trarne vantaggi personali: individuala e spiegane il significato. 7 ORA SCRIVO IO 9 Riassumi il brano seguendo lo schema proposto. – Di nuovo in libertà – La decisione – Verso porta orientale – Il superamento della porta – Verso Bergamo 10 Dovendo scegliere una persona a cui chiedere informazioni, Renzo si rivolge a uno che parla da solo ad alta voce poiché lo ritiene un uomo sincero: perché, secondo te, Renzo giunge a questa conclusione? Sei d’accordo con lui o tu avresti giudicato il passante in modo diverso? ANDREA BARABINO NICOLETTA MARINI, Le pietre bianche © SEI, 2010 LEGGO E COMPRENDO 1 Perché Renzo non chiede informazioni sulla strada da percorrere a quelli che lo hanno liberato? 2 Come fa ad attraversare porta orientale senza destare sospetti? 3 Per quale motivo evita di seguire la via principale?