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Nome scientifico Pandion haliaetus (Linnaeus, 1758)
06 Uccelli 1-12-2006 12:06 Pagina 287 Nome scientifico Pandion haliaetus (Linnaeus, 1758) (Accipitriformes Pandionidae) Nome comune Falco pescatore Livello di protezione La specie è inserita nell’allegato I della Direttiva “Uccelli” (79/409/CEE). SPEC 3 – stato di conservazione R. Identificazione Rapace di medio-grandi dimensioni (lunghezza totale 55-63 cm, apertura alare 145-170 cm). Silhouette di volo tipicamente “da gabbiano”, per le ali lunghe che vanno restringendosi verso la punta; quando rotea e mentre plana, le ali vengono tenute ad arco, con angolo carpale accentuato sia verso l’alto, sia in avanti. L’adulto presenta piumaggio tipicamente bicolore, con parti superiori uniformemente bruno cupo ed inferiori pressoché bianche; banda scura tra gola e petto; capo con vertice biancastro finemente maculato di bruno, candido ai lati e sulla gola e con una tipica banda scura che parte dal becco, attraversa l’occhio e prosegue allargandosi fino ai lati della nuca e sulle spalle. In volo, osservato dal basso, si nota l’area bianca della porzione anteriore del “braccio” (piccole e medie copritrici), che una banda nera (grandi copritrici) separa dalle remiganti secondarie chiare, leggermente barrate; punta delle remiganti primarie esterne scura; coda chiara leggermente barrata, con una banda sub-apicale scura. Visto dall’alto, si nota il contrasto tra la colorazione generale scura di corpo ed ali ed il vertice bianco. Iride giallo brillante; becco nerastro, grigio chiaro alla base e sulla cera; zampe bluastre. Il giovane presenta parti superiori più chiare, a sfumature fulvicce, e d’aspetto squamato; macchia chiara evidente sulla parte interna dell’ala; vertice più densamente macchiettato di scuro. In volo, visto da sotto, presenta una banda scura sottoalare appena accennata, se non mancante; remiganti e timoniere densamente barrate; coda senza banda terminale scura; parti inferiori spesso sfumate di ocra. Iride giallo arancio. Raggiunge l’abito definitivo nell’autunno del secondo anno di vita. Distribuzione Nidifica in Europa settentrionale ed orientale, Asia e Nord-America tra i 45° ed i 65° nord e lungo le coste di Australia e Nuova Guinea (isolati siti riproduttivi in Europa meridionale e lungo le coste ed isole minori del Mediterraneo ed Atlantico 287 06 Uccelli 1-12-2006 12:06 Pagina 288 orientale). Sverna in Africa centrale e meridionale, India, sud-est asiatico, Centro e Sud America. In Italia è migratore regolare, nidificava in pochi siti (soprattutto in Sardegna), ma attualmente risulta estinto come nidificante ed è localmente svernante parziale. In Liguria è rilevabile nel corso del periodo migratorio quasi ovunque lungo la fascia costiera, i corsi d’acqua e le principali direttrici di transito che attraversano lo spartiacque; in periodo di sverno si segnalano sporadiche presenze, soprattutto relative alla Val Bormida. Cenni sulla biologia della specie Habitat: acque marine costiere, lagune salmastre, foci dei fiumi, corsi d’acqua. Alimentazione: ittiofaga, preda soprattutto pesci sia d’acqua dolce, che marini. Fenologia: migratore regolare e parzialmente svernante. Possibili minacce e fattori di rischio La diminuzione generalizzata di questa specie è probabilmente da addebitarsi all’uso di fitofarmaci ed insetticidi clororganici (oggi banditi) in agricoltura e nella disinfestazione da zanzare ed insetti molesti delle zone palustri: questi, accumulandosi lungo le catene alimentari acquatiche, hanno grosse ripercussioni sui predatori ai loro vertici. Detto bioaccumulo, nel caso specifico del falco pescatore, ha avuto come effetto principale un ben noto fenomeno di fragilità del guscio delle uova e quindi il crollo del successo riproduttivo. Un altro contaminante che ha avuto effetti deleteri, almeno localmente, sulle popolazioni è il mercurio. Ulteriori, seppur oggi sempre meno importanti, fattori limitanti per la specie sono rappresentati dal bracconaggio (negli anni ’60-’70 del secolo scorso venivano abbattuti annualmente nella sola Italia oltre un migliaio di individui) e dal saccheggio dei nidi. Da non sottovalutare anche: il rischio di collisione con cavi aerei, il disturbo antropico (birdwatchers, fotografi, escursionisti, diportisti), l’urbanizzazione delle coste per fini turistici. Interventi gestionali utili per conservare o migliorare lo status delle popolazioni locali In generale, come per tutte le specie ittiofaghe appare ovvio che le misure di mitigazione dell’inquinamento marino e delle acque interne ed uno sfruttamento conservativo della fauna ittica (con pianificazione del pescato in quantità adeguate alla produttività delle popolazioni locali) costituiscono fattori positivi. Un uso moderato di pesticidi a minor persistenza nell’ambiente è da ritenersi estremamente importante per la conservazione di questa, così come di altre specie animali. 288 06 Uccelli 1-12-2006 12:06 Pagina 289 Metodi di monitoraggio Specie scarsamente presente in occasione dei passi non suscettibile di monitoraggio. Segnalazione di individui svernanti in habitat idonei. Bibliografia BAGHINO L., 1996 – The spring migration of raptors over a site of western Liguria (Italia): results 1985 to 1994. In: Muntanerr J. & Mayol J. (Eds.). Biologia y Conservacion de las Rapaces Mediterraneas, 1994. Monografias n. 4, SEO, Madrid: 387-391. BAGHINO L. & LEUGIO N., 1989 – La migration printanière des Rapaces à Arenzano (Gênes, Italie). Nos Oiseaux, 40 (2): 65-80. BAGHINO L. & LEUGIO N., 1990 – La migrazione prenuziale degli Accipitriformes e Falconiformes in un sito della Liguria Occidentale nel 1988 e 1989. Avocetta, 14: 47-57. BRICHETTI P. & FRACASSO G., 2003 – Ornitologia italiana. Vol. 1. Gaviidae-Falconidae. Alberto Perdisa Editore, Bologna. CHIAVETTA M., 1981 – I rapaci d’Italia e d’Europa. Rizzoli, Milano. CRAMP S. (Ed.), 1980 – The Birds of the Western Palearctic. Vol. II. Oxford University Press, Oxford (UK). GALLI L. & SPANÒ S., 2004 – Uccelli e Mammiferi di Liguria. Regione Liguria, Grafiche Amadeo, Imperia. MOLL K.H., 1962 – Der Fishadler. Westarp Wissenschaften. PULLAR P., 2001 - Dancing with Ospreys. Crachan Press. THIBAULT J.C. & PATRIMONIO O., 1993 – Falco pescatore Pandion haliaetus (Linnaeus, 1758). In Brichetti P., De Franceschi P. & Baccetti N. (Eds). Aves I. Gaviidae-Phasianidae. Fauna d’Italia. Vol. XXIX. Calderini, Bologna: 622-632. SPANO’ S. & TRUFFI G., 1987 – Gli uccelli della Liguria occidentale. Regione Liguria, Genova. SPANO’ S. & TRUFFI G., 1997 - Falco pescatore Pandion haliaetus (Linnaeus, 1758). In Spano’ S., Truffi G. & Burlando B. (cur). Atlante degli uccelli svernanti in Liguria. Regione Liguria, Genova: 79. Autore Loris Galli, Silvio Spanò 289 06 Uccelli 1-12-2006 12:06 Pagina 290 Nome scientifico Falco peregrinus Tunstall, 1771 (Falconiformes Falconidae) Nome comune Pellegrino Livello di protezione La specie è inserita nell’allegato I della Direttiva “Uccelli” (79/409/CEE). SPEC 3 – stato di conservazione R. Lista Rossa nidificanti in Italia: vulnerabile. Identificazione È un falco di dimensioni medio-grandi (lunghezza totale 36-48 cm, apertura alare 95-110 cm). Il maschio presenta parti superiori blu-ardesia scuro, debolmente barrate di nero sul dorso e sulle copritrici e più marcatamente sulla coda, che è di un grigio più pallido; ha un cappuccio grigio scuro che si prolunga a formare due mustacchi sotto l’occhio, nettamente contrastanti col bianco di guance e gola; il petto è bianco-rosato con una punteggiatura nera, più fitta verso il ventre; ventre, coda e parte inferiore delle ali presentano una fitta barratura; la coda termina con una banda scura più ampia delle restanti barrature, mente nel sottoala le copritrici appaiono più scure delle remiganti; cera e zampe gialle. La femmina, difficilmente distinguibile dal maschio, è spesso più nettamente barrata nelle parti inferiori, con punteggiatura più evidente sul petto e barratura più spessa su fianchi e calzoni; dorso più scuro; spesso più rossiccia sulla nuca. Il giovane presenta penne del capo marroni scure con bordi crema che, sulla nuca, formano una banda chiara che l’attraversa, estendendosi spesso fino all’occhio; fronte color crema; mustacchi marrone scuro più sottili che nell’adulto; gola bianca; penne del dorso bruno scuro con stretti margini rossicci; coda marrone scura con numerose ed incomplete barrature rossicce, terminante con una sottile banda chiara apicale; remiganti marrone scuro, con punta chiara; cera e zampe grigiastre (spesso con sfumature azzurre). Distribuzione Specie ad ampia distribuzione, è presente con differenti sottospecie in tutte le regioni biogeografiche: le popolazioni oloartiche più settentrionali sono esclusivamente estive nidificanti. In Italia è stanziale su buona parte del territorio, in particolare lungo il versante tirrenico (popolazione complessiva 800-1.000 coppie, in lieve incre290 06 Uccelli 1-12-2006 12:06 Pagina 291 mento). In Liguria è distribuito in modo piuttosto discontinuo in tutte le province e mostra una marcata predilezione per le falesie costiere e, nell’Imperiese nonché nel ponente Savonese, per le pareti rocciose delle vallate alpine. Normalmente lo si trova a quote non superiori ai 600 m anche se è stato segnalato fino ai 1.700 m. In inverno sembra che la nostra regione ospiti individui (per lo più giovani in dispersione) originari dell’Europa settentrionale. Cenni sulla biologia della specie Habitat: falesie costiere e pareti di roccia con ampia visuale, piccole isole ed aree urbane. Nidifica su pareti naturali o artificiali, circondate da zone aperte di caccia. Alimentazione: carnivora, cattura soprattutto uccelli; saltuaria la predazione di piccoli mammiferi. Fenologia: sedentaria. Possibili minacce e fattori di rischio In passato, ma in parte ancor oggi, il pellegrino è stato oggetto di bracconaggio, e di saccheggio dei nidi (prelievo di uova e pulli) ad opera dei falconieri. A questi fattori va aggiunto l’impatto crescente legato alla sempre maggior diffusione dell’attività d’arrampicata. Non va per altro sottovalutato il disturbo legato alla pratica del birdwatching e della fotografia naturalistica ad opera di dilettanti con scarsa conoscenza delle caratteristiche eco-etologiche degli animali e degli accorgimenti da adottare onde minimizzare il disagio ad essi arrecato, specialmente nelle adiacenze del nido. Il passato massiccio uso di pesticidi (tra il 1950 ed il 1970) organocloridrici in agricoltura ha causato un forte declino della specie: i residui di questi composti tendono a persistere nell’ambiente, dando luogo a fenomeni di bioaccumulo lungo le catene alimentari, con conseguente mortalità degli adulti e riduzione del successo riproduttivo dei predatori ai loro vertici. Il bando di detti composti a partire dai primi anni ’70 del secolo scorso ha pertanto consentito un recupero, in termini di consistenza numerica e distribuzione, delle popolazioni. Interventi gestionali utili per conservare o migliorare lo status delle popolazioni locali Tutela delle pareti rocciose ove nidifica (come previsto dalla L.R. 29/1994 - art. 11), con interdizione di attività di arrampicata e regolamentazione delle altre forme di disturbo antropico (es. osservazione e fotografia naturalistica); controllo del bracconaggio e di eventuali interventi illeciti che possono causarne la morte; diffusione della 291 06 Uccelli 1-12-2006 12:06 Pagina 292 cultura della conservazione e della fruizione consapevole della natura. Nei centri urbani la nidificazione della specie può essere favorita dall’allestimento di nidi artificiali a casetta (delle dimensioni di circa 1m x 1m x 60 cm) in punti poco disturbati su tetti o cornicioni di edifici dominanti. Metodi di monitoraggio Censimento visivo delle coppie nidificanti (maggio); periodiche osservazioni dei nidi per una valutazione del successo riproduttivo. Indicatori di presenza Presenza di habitat rupestri idonei alla nidificazione della specie. Individuazione di resti della predazione. Bibliografia BAGHINO L., 1997 - Pellegrino Falco peregrinus Tunstall, 1771. In Spano’ S., Truffi G. & Burlando B. (cur). Atlante degli uccelli svernanti in Liguria. Regione Liguria, Genova: 82. BRICHETTI P. & FRACASSO G., 2003 – Ornitologia italiana. Vol. 1. Gaviidae-Falconidae. Alberto Perdisa Editore, Bologna. CHIAVETTA M., 1981 – I rapaci d’Italia e d’Europa. Rizzoli, Milano. CRAMP S. (Ed.), 1980 – The Birds of the Western Palearctic. Vol. II. Oxford University Press, Oxford (UK). FASCE P., 1993 - Pellegrino Falco peregrinus. In Meschini E. & Frugis S. (Eds.). Atlante degli uccelli nidificanti in Italia. Suppl. Ric. Biol. Selvaggina, XX: 83. FASCE P. & FASCE L., 1992 – Pellegrino Falco peregrinus Tunstall, 1771. In Brichetti P., De Franceschi P. & Baccetti N. (Eds). Aves I. Gaviidae-Phasianidae. Fauna d’Italia. Vol. XXIX. Calderini, Bologna: 682-693. FASCE P. & MINGOZZI T., 1983 – Il Falco pellegrino (Falco peregrinus) sulle Alpi Occidentali. Riv. ital. Orn., 53: 161-173. GALLI L. & SPANÒ S., 2004 – Uccelli e Mammiferi di Liguria. Regione Liguria, Grafiche Amadeo, Imperia. MINGOZZI T., 1981 – Il Falco pellegrino (Falco peregrinus) nelle Alpi occidentali. Riv. ital. Orn., 51: 179-190. 292 06 Uccelli 1-12-2006 12:06 Pagina 293 RATCLIFFE D.A., 1993 – The Peregrine Falcon. T & AD Poyser Ltd, London, UK. RATCLIFFE D.A., 1997 - Falco peregrinus Peregrine Falcon. In Hagemeijer W.J.M. & Blair M.J. (Eds.). The EBCC Atlas of European Breeding Birds. Their Distribution and Abundance. T & AD Poyser, London: 192-193. PIERETTI W., 1989 – Pellegrino Falco peregrinus. In Aa.Vv. Atlante degli uccelli nidificanti in Liguria. Regione Liguria, Genova: 49. SPANO’ S. & TRUFFI G., 1987 – Gli uccelli della Liguria occidentale. Regione Liguria, Genova. ZUBEROGOITIA I., RUIZ J.F. & TORRES J.J., 2003 – El Halcon Peregrino. Diputacion Foral de Bizkaia, Bilbao, España. Autore Loris Galli, Silvio Spanò 293 06 Uccelli 1-12-2006 12:06 Pagina 294 Nome scientifico Tetrao tetrix tetrix Linnaeus, 1758 (Galliformes Tetraonidae) Nome comune Fagiano di monte Livello di protezione La sottospecie nominale è inserita nell’allegato I della Direttiva “Uccelli” (79/409/CEE). SPEC 3 – stato di conservazione V. Identificazione Galliforme di taglia medio-grande a spiccato dimorfismo sessuale. Il maschio, più grande (lunghezza 50-55 cm, peso 1.100-1.300 g), presenta piumaggio nero con riflessi bluastri, zone bianche sulle ali e sul sottocoda (che in parata viene esibito a formare un ventaglio bianco contrastante col nero delle timoniere) e timoniere esterne allungate e ricurve verso l’esterno (a guisa di lira), nonché un paio di evidenti caruncole rosso vivo sopra gli occhi. La femmina, invece, è più piccola (lunghezza ca. 40 cm, peso 800-1.000 g), presenta piumaggio brunastro, finemente barrato di nero e caruncole ridotte. Entrambe hanno i tarsi completamente coperti di piume, mentre le dita, nude, presentano sottili espansioni laterali a pettine utili per la deambulazione sulla neve soffice. Distribuzione Relitto boreo-alpino distribuito in Eurasia centrale e settentrionale (tra i 50° ed i 70° nord), in Italia è presente su tutto l’arco alpino (la popolazione alpina complessiva di fagiano di monte si aggira intorno ai 40.000 soggetti). In Liguria è presente nell’Imperiese in tutte le aree idonee delle Alpi Liguri, spingendosi fino all’estremo limite biogeografico delle stesse, nel Savonese, sul Monte Galero. La popolazione post-riproduttiva ligure si attesta nell’ordine di diverse centinaia di individui. Cenni sulla biologia della specie Habitat: fascia di transizione tra il bosco montano di conifere e la zona degli arbusti contorti (a rodoro-vaccinieto) tra i 900 ed i 2.200 m, meglio se inframmezzata da aree a vegetazione erbacea (pascoli e praterie alpine). Alimentazione: fitofaga, si ciba principalmente di piante erbacee, germogli, gemme e foglie d’arbusti, frutti (bacche e drupe) e semi; i pulcini al di sotto dei 100 g si nu294 06 Uccelli 1-12-2006 12:06 Pagina 295 trono soprattutto d’insetti (in particolare formicidi) e ragni. Fenologia: sedentario, con sporadici erratismi stagionali. Possibili minacce e fattori di rischio Le modificazioni ambientali, con predita di habitat idonei, e l’attività venatoria (oggi assai meglio regolamentata) costituiscono i principali fattori di mortalità aggiuntiva rispetto a quella naturale legata soprattutto alla predazione di adulti (volpe, aquila reale), uova e pulcini (volpe, faina e, in relazione alla sua tendenza a spingersi a quote sempre più elevate, cinghiale). A questi fattori si aggiungono le avversità climatiche invernali ed il disturbo antropico diretto ed indiretto legato soprattutto alle attività turistiche e ricreative (escursionismo, sci, nuove infrastrutture, presenza di cani vaganti, sovrappascolo), particolarmente rilevante in due momenti critici per il ciclo biologico della specie: il periodo riproduttivo e quello invernale. Interventi gestionali utili per conservare o migliorare lo status delle popolazioni locali Conservazione e ripristino degli habitat idonei: ad es. creazione di aree aperte (per taglio, triturazione meccanica o col fuoco) a mosaico in luogo degli arbusteti, soprattutto laddove le essenze legnose spontanee (mirtilli, rododendri, ontani verdi) hanno preso il sopravvento in aree abbandonate dalle attività pastorali. Regolamentazione del pascolo brado nelle località idonee, nel periodo della cova e nei primi giorni immediatamente successivi la schiusa (giuno - metà luglio). Regolamentazione del prelievo venatorio su basi strettamente censuarie in modo da fissare carnieri commisurati al successo riproduttivo stagionale. Interventi di controllo del cinghiale ed altri predatori opportunisti comuni di uova e pulcini (volpi, faine, corvidi) in aree a maggior vocazionalità per la riproduzione della specie. Metodi di monitoraggio Censimento primaverile (aprile-maggio) mattutino dei maschi nelle arene canto, per la stima della densità pre-riproduttiva. Indici cinegetici d’abbondanza (settembre-ottobre), ma soprattutto censimenti tardo-estivi in battuta con l’ausilio del cane da ferma, per la stima della densità post-nidificazione e, conseguentemente, del successo riproduttivo. Indicatori di presenza Presenza di habitat idonei alla specie. Canto dei maschi in primavera ed autunno. Reperimento di penne a seguito della muta (estate-inizio autunno) o di predazione ad 295 06 Uccelli 1-12-2006 12:06 Pagina 296 opera di rapaci (spiumate) ed escrementi (di forma, colorazione e consistenza variabile a seconda della stagione e quindi dell’alimentazione prevalente). Orme e gallerie sulla neve. Bibliografia ARTUSO I., 1994 - Progetto Alpe. F.i.d.C. (UNCZA). BERNARD-LAURENT A., 1994 – Statut, évolution et facteurs limitant les populations de Tétras-lyre (Tetrao tetrix) en France. Gibier Faune Sauvage, 11 (1): 205-240. BOCCA M. & SPANÒ S., 1982 - Fagiano di monte Tetrao tetrix Linnaeus, 1758. In Brichetti P., De Franceschi P. (red.). Atlante degli Uccelli nidificanti sulle Alpi italiane. I. Riv. ital. Orn., 52: 19-21. BICO G., GROSSO G.F., SPANÒ S. & TRUFFI G., 1995 – Primi dati sulla consistenza del Gallo forcello Tetrao tetrix sulle Alpi Liguri (1993-1994). In: Fasola M. & Saino N. (red.). Atti VIII Conv. ital. Orn. Avocetta, 19: 132. BRICHETTI P. & FRACASSO G., 2004 – Ornitologia italiana. Vol. 2. Tetraonidae-Scolopacidae. Alberto Perdisa Editore, Bologna. CRAMP S. (Ed.), 1980 – The Birds of the Western Palearctic. Vol. II. Oxford University Press, Oxford (UK). DE FRANCESCHI P., 1988 – La situazione attuale dei Galliformi in italia. Ricerche recenti o ancora in corso. Problemi di gestione e prospettive per il futuro. Suppl. Ric. Biol. Selvaggina. 14: 129-168. DE FRANCESCHI P., 1992 – Fagiano di monte Tetrao tetrix Linnaeus, 1758. In Brichetti P., De Franceschi P. & Baccetti N. (Eds). Aves I. Gaviidae-Phasianidae. Fauna d’Italia.Vol. XXIX. Calderini, Bologna: 721-739. DE FRANCESCHI P., 1993 - Fagiano di monte Tetrao tetrix. In Meschini E. & Frugis S. (Eds.). Atlante degli uccelli nidificanti in Italia. Suppl. Ric. Biol. Selvaggina, XX: 93. ELLISON L.N., BERNARD-LAURENT A., MAGNANI Y., GINDRE R. & CORTI R., 1984 – Le Tétras lyre. Dinamique des populations, chasse et biotope de reproduction dans les Alpes françaises. Office National de la Chasse, Paris. GALLI L. & SPANÒ S., 2004 – Uccelli e Mammiferi di Liguria. Regione Liguria, Grafiche Amadeo, Imperia. 296 06 Uccelli 1-12-2006 12:06 Pagina 297 GLUTZ VON BLOTZHEIM U.N., 1985 – Tetraonidi. Staz. Orn. Svizzera Sempach. Buchdruckerei Stäfa, Stäfa. LINDSTRÖM J., RINTAMÄKI P.T. & STORCH I., 1998 – Tetrao tetrix Black Grouse. BWP Update, 2 (3): 173-191. SALVINI G.P., 1967 – Tetraonidi e Coturnice. Olimpia, Firenze. SCHMITZ L., 1997 - Tetrao tetrix Black Grouse. In Hagemeijer W.J.M. & Blair M.J. (Eds.). The EBCC Atlas of European Breeding Birds. Their Distribution and Abundance. T & AD Poyser, London: 200-201. SPANÒ S., 1989 – Fagiano di monte Tetrao tetrix. In Aa. Vv. Atlante degli uccelli nidificanti in Liguria. Regione Liguria, Genova: 49. SPANÒ S., 1997 - Fagiano di monte Tetrao tetrix Linnaeus, 1758. In Spano’ S., Truffi G. & Burlando B. (cur). Atlante degli uccelli svernanti in Liguria. Regione Liguria, Genova: 83. SPANO’ S. & BORGO E., 1991 – Fluttuazioni autunnali nel gallo forcello (Tetrao tetrix) nelle Alpi Marittime (Tenda - Francia). Suppl. Ric. Biol. Selvaggina. 19: 617-619. SPANO’ S. & TRUFFI G., 1987 – Gli uccelli della Liguria occidentale. Regione Liguria, Genova. Autore Loris Galli, Silvio Spanò 297 06 Uccelli 1-12-2006 12:06 Pagina 298 Nome scientifico Alectoris graeca saxatilis (Bechstein, 1805) (Galliformes Phasianidae) Nome comune Coturnice delle Alpi Livello di protezione La sottospecie alpina è inserita nell’allegato I della Direttiva “Uccelli” (79/409/CEE). SPEC 2 – stato di conservazione V. Lista Rossa nidificanti in Italia: vulnerabile. Identificazione Galliforme di media taglia (lunghezza 32-35 cm, peso 500-600 g) con sessi simili: il maschio è lievemente più massiccio e presenta lo sperone metatarsale ottuso; la colorazione dorsale è uniformemente grigio-brunastra, mentre quella ventrale è bianca sulla gola, grigio-azzurra sul petto e cannella sul basso ventre e sottocoda. È presente un collare nero a margini netti che dalla fronte, attraverso l’occhio, scende allargandosi verso il petto. Le penne ornamentali dei fianchi hanno ciascuna due barre trasversali nere che delimitano una fascia bianco-crema, una barra apicale sottile castana e una parte prossimale grigioazzurrognola. Di importanza tassonomica per la distinzione dall’affine coturnice orientale Alectoris chukar (specie alloctona spesso introdotta tal quale o sotto forma di ibridi d’allevamento con la coturnice nostrana a scopi di ripopolamento con finalità venatorie) è la colorazione nera delle redini (tratto compreso tra l’occhio e la base del becco). Distribuzione È presente sulle Alpi, lungo gli Appennini, in Sicilia, sui Balcani, ed in Grecia con sottospecie diverse. Sulle Alpi sud-occidentali è nota l’esistenza di popolazioni naturali ibride di pernice rossa (Alectoris rufa rufa) con la coturnice alpina: un tempo descritte come specie a se stante (Caccabis labatiei Bouteille, 1843), gli individui di dette popolazioni presentano caratteristiche morfologiche ed eco-etologiche intermedie a quelle delle specie parentali. In Liguria, si colloca il limite sud-occidentale di distribuzione della sottospecie alpina (A. g. saxatilis), limitata alla porzione nord-occidentale dell’Imperiese. 298 06 Uccelli 1-12-2006 12:06 Pagina 299 Cenni sulla biologia della specie Habitat: la sottospecie alpina colonizza le praterie ed i pascoli alpini (1.000-2.500 m) a prevalenza di graminacee xerofile e arbusti nani, nei versanti ripidi a sud con pietraie e rocce affioranti. Alimentazione: fitofaga, si ciba principalmente di piante erbacee, germogli, gemme e foglie d’arbusti, frutti (bacche e drupe) e semi; i pulcini (ed in misura minore le femmine in periodo riproduttivo) si nutrono soprattutto d’insetti (in particolare ortotteri, cosa che fanno anche gli adulti a fine estate), ragni e gasteropodi. Fenologia: sedentaria, con erratismi altitudinali stagionali in relazione alla disponibilità alimentare. Possibili minacce e fattori di rischio Contrazione dell’habitat idoneo (riforestazione spontanea) per l’abbandono delle attività agro-pastorali montane (forse conseguenza della sua precedente espansione in altitudine); modificazione dei sistemi di conduzione agricola e di allevamento del bestiame; uso di pesticidi; bassa variabilità genetica delle popolazioni poco abbondanti e distribuite in modo discontinuo; inquinamento genetico; rigori climatici invernali, sensibilità ad agenti patogeni; prelievo venatorio eccessivo e non correttamente gestito; disturbo antropico durante la nidificazione. Interventi gestionali utili per conservare o migliorare lo status delle popolazioni locali Incentivazione del pascolo d’altura (opportunamente controllato onde mitigare il disturbo che il bestiame potrebbe arrecare alla specie soprattutto in periodo riproduttivo), sfalci o comunque controllo (anche con l’uso del fuoco) delle essenze erbacee infestanti con selezione positiva di quelle “energeticamente favorevoli” alla specie. Messa a coltura di piccoli appezzamenti di graminacee adatte (es. segale). Pianificazione su basi censuarie di prelievi proporzionati al successo riproduttivo annuale. Controllo del bracconaggio. Evitare l’immissione in natura di specie alloctone (coturnice orientale) o anche autoctone (pernice rossa), interfeconde con la coturnice onde evitarne rischi d’inquinamento genetico. Regolamentazione delle attività turistiche, escursionistiche, sportive e ricreative in ambienti montani idonei alla specie. In alcune aree sia alpine che appenniniche sono stati attuati o ancora in corso interventi di reintroduzione. 299 06 Uccelli 1-12-2006 12:06 Pagina 300 Metodi di monitoraggio Censimento primaverile (aprile-maggio) mattutino dei maschi territoriali al canto con il metodo del playback (stimolazione con emittenti sonore di richiami preregistrati della specie) in punti chiave lungo transetti precedentemente stabiliti, per la stima della densità pre-riproduttiva. Indici cinegetici d’abbondanza (agosto-ottobre), ma soprattutto censimenti tardo-estivi in battuta con l’ausilio del cane da ferma su aree campione, per la stima della densità post-riproduttiva. Indicatori di presenza Presenza di habitat idonei alla specie. Canto territoriale dei maschi in primavera ed altre emissioni sonore (soprattutto ai crepuscoli) anche in altri periodi dell’anno (particolarmente in autunno). Reperimento di penne a seguito della muta (estate-inizio autunno) o di predazione ad opera di rapaci (spiumate) ed escrementi (tipici della coturnice). Orme e siti di spollinamento (bagni di sabbia). Bibliografia BERNARD-LAURENT A., 1986 – Régime alimentaire autumnal de la Perdix Bartavelle (Alectoris greca saxatilis) dans les Alpes Maritimes. Rev. Ecol. (Terre et Vie), 41: 39-57. BERNARD-LAURENT A., 1987 – Démographie comparée d’une population de Perdix Bartavelle (Alectoris greca saxatilis) et d’une population d’hybride (A. g. saxatilis x A. rufa rufa) dans les Alpes Maritimes. Suppl. Rev. Ecol. (Terre et Vie), 4: 189-197. BERNARD-LAURENT A., 1988 – Les déplacements en automne et en hiver de Perdix Rochassières Alectoris greca saxatilis x Alectoris rufa rufa dans les Alpes Méridionales et leur déterminants. Gibier Faune Sauvage, 5: 171-186. BERNARD-LAURENT A. & BOEV Z., 1997 - Alectoris graeca Rock Partridge. In Hagemeijer W.J.M. & Blair M.J. (Eds.). The EBCC Atlas of European Breeding Birds. Their Distribution and Abundance. T & AD Poyser, London: 207. BERNARD-LAURENT A. & LAURENT J.-L., 1984 – Méthodes de recensement des Perdix Bartavelles (Alectoris greca saxatilis Bechstein, 1805) au printemps: application dans les Alpes Maritimes. Gibier Faune Sauvage, 1(4): 69-85. BOCCA M., 1990 - La Coturnice Alectoris greca e la Pernice bianca Lagopus mutus in Valle d’Aosta. Reg. Aut. Valle d’Aosta, Aosta. BOCCA M., 1993 - Coturnice Alectoris graeca. In Meschini E. & Frugis S. (Eds.). Atlante degli uccelli nidificanti in Italia. Suppl. Ric. Biol. Selvaggina, XX: 96. 300 06 Uccelli 1-12-2006 12:06 Pagina 301 BRICHETTI P. & FRACASSO G., 2004 – Ornitologia italiana. Vol. 2. Tetraonidae-Scolopacidae. Alberto Perdisa Editore, Bologna. CRAMP S. (Ed.), 1980 – The Birds of the Western Palearctic. Vol. II. Oxford University Press, Oxford (UK). GALLI L. & SPANÒ S., 2004 – Uccelli e Mammiferi di Liguria. Regione Liguria, Grafiche Amadeo, Imperia. PRIOLO A., 1984 – Variabilità in Alectoris graeca e descrizione di A. graeca orlandoi subsp nova in Appennino. Riv. ital. Orn., 54: 45-76. PRIOLO A. & BOCCA M., 1992 – Coturnice Alectoris graeca (Meisner, 1804). In Brichetti P., De Franceschi P. & Baccetti N. (Eds). Aves I. Gaviidae-Phasianidae. Fauna d’Italia. Vol. XXIX. Calderini, Bologna: 766-777. SALVINI G.P., 1967 – Tetraonidi e Coturnice. Olimpia, Firenze. SPANÒ S., 1989 – Coturnice Alectoris graeca. In Aa. Vv. Atlante degli uccelli nidificanti in Liguria. Regione Liguria, Genova: 51. SPANÒ S., 1975 – Considerazioni biogeografiche sul genere Alectoris Kaup, 1829. Ann. Mus. civ. St. nat. Genova, 80: 286-293. SPANÒ S., 1978 – Nuovi ibridi naturali Alectoris rufa rufa (L.) x Alectoris graeca saxatilis (Bechstein) sulle Alpi Marittime e relative considerazioni tassonomiche. Ann. Mus. civ. St. nat. Genova, 82: 154-162. SPANÒ S., 1997 - Coturnice Alectoris graeca (Meisner, 1804). In Spano’ S., Truffi G. & Burlando B. (cur). Atlante degli uccelli svernanti in Liguria. Regione Liguria, Genova: 84. SPANÒ S. & BOCCA M., 1982 - Coturnice Alectoris graeca (Meisner, 1804). In Brichetti P., De Franceschi P. (red.). Atlante degli Uccelli nidificanti sulle Alpi italiane. I. Riv. ital. Orn., 53: 104-107. SPANO’ S. & TRUFFI G., 1987 – Gli uccelli della Liguria occidentale. Regione Liguria, Genova. Autore Loris Galli, Silvio Spanò 301 06 Uccelli 1-12-2006 12:06 Pagina 302 Nome scientifico Porzana porzana (Linnaeus, 1766) (Gruiformes Rallidae) Nome comune Voltolino Livello di protezione La specie è inserita nell’allegato I della Direttiva “Uccelli” (79/409/CEE). SPEC 4 – stato di conservazione S. Identificazione Rallide di piccole dimensioni (lunghezza 22 cm, peso medio 80 g) con piumaggio superiormente brunoolivastro, macchiettato di bianco, con il centro delle penne nerastro; gola, collo e petto grigio-oliva screziato di bianco; ventre brunastro con macchie biancastre; fianchi barrati di bruno, nero e bianco; sottocoda fulvo; largo sopracciglio grigio puntinato di bianco; becco verde con base rossastra; zampe verde oliva; iride bruna. La femmina ha generalmente un piumaggio più pallido, sovente più macchiettato di bianco sul sopracciglio e sulla gola, meno sulle parti dorsali e sui fianchi. I giovani presentano colori più tenui rispetto agli adulti, con poche macchiettature bianche. Distribuzione Nidifica in Europa e Russia (fino ai 95° di longitudine est) nella fascia compresa tra i 40° ed i 65° nord. Sverna in Africa orientale (a sud dei 15° nord) e India. In Italia nidifica in Valle Padana, nelle zone umide del litorale tosco-laziale, ed in alcuni siti della costa adriatica centrale e meridionale e della Sicilia. In Liguria è rilevabile nel corso del periodo migratorio nelle principali aree umide delle quattro province. Cenni sulla biologia della specie Habitat: vegetazione ripariale e canneti lungo canali e corsi d’acqua, prati umidi. Alimentazione: onnivora, si ciba di foglie e semi di piante acquatiche, d’insetti, aracnidi e molluschi. Fenologia: migratore scarso ma regolare. Possibili minacce e fattori di rischio Modificazione-contrazione degli habitat idonei alla specie: bonifica delle aree palustri, periodica bruciatura dei canneti, cementificazione degli argini di corsi d’acqua ed aree 302 06 Uccelli 1-12-2006 12:06 Pagina 303 lacustri con rimozione della vegetazione ripariale, inquinamento delle acque. Collisione notturna con cavi aerei. Diffusione della nutria nei siti riproduttivi. Disturbo antropico: attività venatoria nelle aree umide sede di svernamento, birdwatching, pesca sportiva. Interventi gestionali utili per conservare o migliorare lo status delle popolazioni locali Mantenere o incrementare/ricreare gli habitat idonei alla sosta in periodo migratorio. Tutelare detti ambienti dalle varie forme di disturbo antropico mediante una mirata regolamentazione delle attività/presenze umane negli stessi. Vigilare sul rispetto delle norme per la salvaguardia degli habitat e delle specie ad essi legate. Individuare misure di mitigazione dell’inquinamento degli ambienti utilizzati per il reperimento di risorse trofiche. Metodi di monitoraggio Specie scarsamente presente in occasione dei passi non suscettibile di monitoraggio. Bibliografia BRICHETTI P. & FRACASSO G., 2004 – Ornitologia italiana. Vol. 2. Tetraonidae-Scolopacidae. Alberto Perdisa Editore, Bologna. CRAMP S. (Ed.), 1980 – The Birds of the Western Palearctic. Vol. II. Oxford University Press, Oxford (UK). GALLI L. & SPANÒ S., 2004 – Uccelli e Mammiferi di Liguria. Regione Liguria, Grafiche Amadeo, Imperia. SPANO’ S. & TRUFFI G., 1987 – Gli uccelli della Liguria occidentale. Regione Liguria, Genova. SPANO’ S. & TRUFFI G., 1997 - Voltolino Porzana porzana (Linnaeus, 1766). In Spano’ S., Truffi G. & Burlando B. (cur). Atlante degli uccelli svernanti in Liguria. Regione Liguria, Genova: 90. Autore Loris Galli, Silvio Spanò 303 06 Uccelli 1-12-2006 12:06 Pagina 304 Nome scientifico Porzana parva (Scopoli, 1769) (Gruiformes Rallidae) Nome comune Schiribilla Livello di protezione La specie è inserita nell’allegato I della Direttiva “Uccelli” (79/409/CEE). SPEC 4 – stato di conservazione S (P). Identificazione Piccolo rallide (lunghezza 18 cm, peso medio 90 g). Il maschio ha le parti superiori bruno-oliva, con macchie scure al centro delle penne e piccole tacche bianche, poco numerose, sul dorso; il collo, i lati del capo e le parti inferiori sono grigio ardesia; la parte posteriore dei fianchi ed il sottocoda presentano barrature bianche e nere. La femmina presenta parti inferiori fulve e gola bianca. In entrambe i sessi il becco è verde con base rossastra; le zampe sono verdi. I giovani hanno piumaggio simile a quello femminile. Distribuzione Nidifica in Europa e Russia (fino agli 85° di longitudine est) nella fascia compresa tra i 40° ed i 60° nord. Sverna in Africa orientale (tra i 15° nord e l’Equatore) Pakistan ed India nord-occidentale. In Italia nidifica in Valle Padana e nelle zone umide del litorale tosco-laziale. In Liguria è rilevabile nel corso del periodo migratorio nelle principali aree umide delle quattro province. In periodo di svernamento è stata segnalata nella media Val Bormida savonese. Cenni sulla biologia della specie Habitat: bordi di stagni con ricca vegetazione, paludi erbose, prati umidi. Alimentazione: onnivora, si ciba principalmente di semi di piante acquatiche e piccoli invertebrati (soprattutto insetti). Fenologia: migratrice regolare e parzialmente svernante. Possibili minacce e fattori di rischio Modificazione-contrazione degli habitat idonei alla specie: bonifica delle aree palustri, periodica bruciatura dei canneti, cementificazione degli argini di corsi d’acqua ed aree lacustri con rimozione della vegetazione ripariale, inquinamento delle acque. Collisione 304 06 Uccelli 1-12-2006 12:06 Pagina 305 notturna con cavi aerei. Disturbo antropico: attività venatoria nelle aree umide sede di svernamento, birdwatching, pesca sportiva. Interventi gestionali utili per conservare o migliorare lo status delle popolazioni locali Mantenere o incrementare/ricreare gli habitat idonei alla sosta in periodo migratorio ed allo svernamento. Tutelare detti ambienti dalle varie forme di disturbo antropico mediante una mirata regolamentazione delle attività/presenze umane negli stessi (es. interdizione alla caccia mediante l’allestimento di oasi ai sensi della L.R. 29/94).Vigilare sul rispetto delle norme per la salvaguardia degli habitat e delle specie ad essi legate. Individuare misure di mitigazione dell’inquinamento degli ambienti utilizzati per il reperimento di risorse trofiche. Metodi di monitoraggio Specie scarsamente presente in occasione dei passi non suscettibile di monitoraggio. Segnalazione di individui svernanti in habitat idonei. Bibliografia BRICHETTI P. & FRACASSO G., 2004 – Ornitologia italiana. Vol. 2. Tetraonidae-Scolopacidae. Alberto Perdisa Editore, Bologna. CRAMP S. (Ed.), 1980 – The Birds of the Western Palearctic. Vol. II. Oxford University Press, Oxford (UK). CAUSA A., 1997 - Schiribilla Porzana parva (Scopoli, 1769). In Spano’ S., Truffi G. & Burlando B. (cur). Atlante degli uccelli svernanti in Liguria. Regione Liguria, Genova: 91. GALLI L. & SPANÒ S., 2004 – Uccelli e Mammiferi di Liguria. Regione Liguria, Grafiche Amadeo, Imperia. SPANO’ S. & TRUFFI G., 1987 – Gli uccelli della Liguria occidentale. Regione Liguria, Genova. Autore Loris Galli, Silvio Spanò 305 06 Uccelli 1-12-2006 12:06 Pagina 306 Nome scientifico Himantopus himantopus (Linnaeus, 1758) (Charadriiformes Recurvirostridae) Nome comune Cavaliere d’Italia Livello di protezione La specie è inserita nell’allegato I della Direttiva “Uccelli” (79/409/CEE). Non-SPEC – stato di conservazione S. Identificazione Caratteristico ed inconfondibile limicolo di medie dimensioni (lunghezza 35-40 cm, apertura alare 67-83 cm, peso 160 g). Si distingue immediatamente per le straordinariamente lunghe zampe rosso-rosate, il becco nero diritto e la livrea bianca e nera contrastante. In volo (che appare diritto e veloce) è riconoscibile per le ali scure, appuntite lunghe e strette, e per tenere il collo e le zampe distesi. Il maschio in abito invernale ha fronte e testa interamente bianche, nuca e vertice grigi o grigio scuro; la regione dorsale, dal mantello alle scapolari, le remiganti e le copritrici alari sono nero lucente, con riflessi verdastri, il resto del corpo è bianco. D’estate la nuca ed il vertice si rivestono di nero e le parti inferiori assumono una tinta bianco-rosata. La femmina è simile al maschio in abito invernale, ma non presenta tracce di penne nere sulla nuca e le parti superiori scure sono brunastre opache. I giovani sono simili agli adulti in abito invernale, ma hanno il capo con vertice, lati e nuca brunastri, con penne ad apice fulvo; ali nerastre, ma a colorazione smorta sfumata di fulvo; remiganti primarie e secondarie brune con apici bianchi. Distribuzione Praticamente cosmopolita è presente con popolazioni stanziali lungo le coste pacifiche dell’America settentrionale, nell’area del Golfo del Messico, in Centro e Sud America, nelle zone umide della regione biogeografica Paleotropicale, nel Golfo Persico, e nelle regioni Orientale ed Australiana. Nelle aree palustri settentrionali e centrali del Nord-America e nella regione Paleartica il cavaliere d’Italia è esclusivamente nidificante e le relative popolazioni migratrici svernano rispettivamente nelle regioni Neotropicale e Paleotropicale. In Italia nidifica in Valle Padana, nelle zone lagunari del litorale tosco-laziale, in alcuni siti della costa adriatica centrale e 306 06 Uccelli 1-12-2006 12:06 Pagina 307 meridionale, in Sardegna ed in Sicilia. In Liguria è rilevabile nel corso del periodo migratorio nelle principali aree umide delle quattro province. Cenni sulla biologia della specie Habitat: lagune salmastre, prati umidi, marcite, foci dei fiumi e corsi d’acqua. Alimentazione: principalmente entomofaga; si ciba in prevalenza d’invertebrati acquatici, soprattutto insetti e loro larve, ma anche di anellidi, molluschi, piccoli pesci, uova e larve di anfibi. Fenologia: migratore regolare. Possibili minacce e fattori di rischio Modificazione-contrazione degli habitat idonei alla specie: bonifica delle aree palustri, cementificazione degli argini di corsi d’acqua ed aree lacustri con rimozione della vegetazione ripariale, inquinamento delle acque, uso di pesticidi organoclorurati, variazioni improvvise del livello delle acque (fino al 10-20% nelle regioni settentrionali), cessazione delle attività in saline e zuccherifici. Siccità estiva nei quartieri di nidificazione. Piogge persistenti nel periodo delle schiuse. Problemi ambientali nelle aree africane di svernamento. Predazione di uova e pulli da parte di cani vaganti, ricci, ratti, gabbiani reali e corvidi. Disturbo antropico: attività venatoria nelle aree umide sede di svernamento, birdwatching, pesca sportiva. Interventi gestionali utili per conservare o migliorare lo status delle popolazioni locali Mantenere o incrementare/ricreare gli habitat idonei alla sosta in periodo migratorio. Tutelare detti ambienti dalle varie forme di disturbo antropico mediante una mirata regolamentazione delle attività/presenze umane negli stessi. Vigilare sul rispetto delle norme per la salvaguardia degli habitat e delle specie ad essi legate. Individuare misure di mitigazione dell’inquinamento degli ambienti utilizzati per il reperimento di risorse trofiche. Metodi di monitoraggio Censimento primaverile (aprile-maggio) degli individui presenti negli habitat idonei alla sosta, mediante conteggio per osservazione diretta. Indicatori di presenza Presenza di habitat idonei alla sosta della specie in periodo migratorio. 307 06 Uccelli 1-12-2006 12:06 Pagina 308 Bibliografia BRICHETTI P. & FRACASSO G., 2004 – Ornitologia italiana. Vol. 2. Tetraonidae-Scolopacidae. Alberto Perdisa Editore, Bologna. CRAMP S. (Ed.), 1983 – The Birds of the Western Palearctic. Vol. III. Oxford University Press, Oxford (UK). MARANINI N. & TRUFFI G., 1983 – Passaggio precoce di Cavalieri d’Italia Himantopus himantopus in Liguria. Avifauna, 6: 276-277. GALLI L. & SPANÒ S., 2004 – Uccelli e Mammiferi di Liguria. Regione Liguria, Grafiche Amadeo, Imperia. SPANO’ S. & TRUFFI G., 1987 – Gli uccelli della Liguria occidentale. Regione Liguria, Genova. SPANO’ S. & TRUFFI G., 1997 - Cavaliere d’Italia Himantopus himantopus (Linnaeus, 1758). In Spano’ S., Truffi G. & Burlando B. (cur). Atlante degli uccelli svernanti in Liguria. Regione Liguria, Genova: 94. TINARELLI R., 1990 – Risultati dell’indagine sul Cavaliere d’Italia Himantopus himantopus (Linnaeus, 1758). Ric. Biol. Selvaggina, 87: 1-102. Autore Loris Galli, Silvio Spanò 308 06 Uccelli 1-12-2006 12:06 Pagina 309 Nome scientifico Recurvirostra avosetta Linnaeus, 1758 (Charadriiformes Recurvirostridae) Nome comune Avocetta Livello di protezione La specie è inserita nell’allegato I della Direttiva “Uccelli” (79/409/CEE). SPEC 4/3 W – stato di conservazione L W. Identificazione Limicolo di medio-grandi dimensioni (lunghezza totale 42-46 cm, apertura alare 77-80 cm, peso 320-400 g), appare inconfondibile per la livrea bianca e nera contrastante ed il lungo becco nero, appiattito e ricurvo verso l’alto. In volo (lento e rettilineo) tiene le zampe completamente distese oltre l’estremità della coda, il collo leggermente raccolto e, vista dall’alto, è evidente la colorazione nera delle scapolari, delle copritrici superiori primarie e delle remiganti primarie (che formano un triangolo nero alla punta dell’ala); dal basso è completamente bianca, salvo la punta delle ali nera. Il piumaggio è bianco candido, con una calottina nera che interessa fronte, vertice, nuca e si estende alla parte posteriore del collo. La femmina è quasi uguale al maschio, ma con tinte meno brillanti, in cui le parti nere tendono al brunastro; le aree bianche dorsali, in inverno, acquistano sfumature grigiastre. I giovani, che assumono l’abito definitivo a circa due anni d’età, hanno le ali a tinte nere sfumate di bruno, mentre la fronte, il vertice e la nuca sono grigi; il piumaggio inferiore è bianco, con la parte anteriore del collo ed il petto grigio-cenerino. Distribuzione Nidifica, con areale molto frammentato in tutta la regione Paleartica nella fascia tra i 35° ed i 55° nord e sverna lungo le coste dell’Africa a sud del Sahara, Golfo Persico, Pakistan ed India nord-occidentale, Cina sud-orientale. Nella regione Afrotropicale si trovano localizzate aree di nidificazione in cui la specie è stanziale. In Italia nidifica in Valle Padana, in alcuni siti della costa adriatica centrale e meridionale, in Sardegna ed in Sicilia. In Liguria è rilevabile nel corso del periodo migratorio nelle principali aree umide delle quattro province. 309 06 Uccelli 1-12-2006 12:06 Pagina 310 Cenni sulla biologia della specie Habitat: lagune salmastre, prati umidi, marcite, litorali limo-sabbiosi, foci dei fiumi e corsi d’acqua. Alimentazione: carnivora, si ciba d’invertebrati acquatici, ed in particolare d’insetti, crostacei ed anellidi. Fenologia: migratrice regolare. Possibili minacce e fattori di rischio Modificazione-contrazione degli habitat idonei alla specie: bonifica delle aree palustri, cementificazione degli argini di corsi d’acqua ed aree lacustri con rimozione della vegetazione ripariale, inquinamento delle acque. Innalzamento del livello delle acque in periodo riproduttivo. Cessazione dell’attività estrattiva in saline. Saturnismo e contaminazione da pesticidi organoclorurati. Predazione di uova e pulli da parte di ratti, cani e gatti randagi, gabbiani reali e corvidi. Collisione con cavi aerei delle linee elettriche. Disturbo antropico: attività venatoria nelle zone umide sede di svernamento, birdwatching, pesca sportiva. Interventi gestionali utili per conservare o migliorare lo status delle popolazioni locali Mantenere o incrementare/ricreare gli habitat idonei alla sosta in periodo migratorio. Tutelare detti ambienti dal disturbo antropico mediante una mirata regolamentazione delle attività/presenze umane negli stessi. Vigilare sul rispetto delle norme per la salvaguardia degli habitat e delle specie ad essi legate. Individuare misure di mitigazione dell’inquinamento degli ambienti utilizzati per il reperimento di risorse trofiche. Metodi di monitoraggio Censimento primaverile (aprile-maggio) degli individui presenti negli habitat idonei alla sosta, mediante conteggio per osservazione diretta. Indicatori di presenza Presenza di habitat idonei alla sosta della specie in periodo migratorio. 310 06 Uccelli 1-12-2006 12:06 Pagina 311 Bibliografia BRICHETTI P. & FRACASSO G., 2004 – Ornitologia italiana. Vol. 2. Tetraonidae-Scolopacidae. Alberto Perdisa Editore, Bologna. CRAMP S. (Ed.), 1983 – The Birds of the Western Palearctic. Vol. III. Oxford University Press, Oxford (UK). GALLI L. & SPANÒ S., 2004 – Uccelli e Mammiferi di Liguria. Regione Liguria, Grafiche Amadeo, Imperia. SPANO’ S. & TRUFFI G., 1987 – Gli uccelli della Liguria occidentale. Regione Liguria, Genova. TRUFFI G., 1998 – Specie riscontrate in periodo invernale in anni precedenti l’inchiesta e attualmente non confermate. In: Spano’ S., Truffi G. & Burlando B. (cur). Atlante degli uccelli svernanti in Liguria. Regione Liguria, Genova: 225-229. Autore Loris Galli, Silvio Spanò 311 06 Uccelli 1-12-2006 12:06 Pagina 312 Nome scientifico Burhinus oedicnemus (Linnaeus, 1758) (Charadriiformes Burhinidae) Nome comune Occhione Livello di protezione La specie è inserita nell’allegato I della Direttiva “Uccelli” (79/409/CEE). SPEC 3 – stato di conservazione V. Identificazione È un grosso trampoliere (lunghezza totale 40-42 cm, peso 430-480 g) a struttura massiccia. Il capo è arrotondato; le zampe, giallo-pallido, con una grossa giuntura e con tre sole dita; il piumaggio è brunastro, tendente allo smorto; gli occhi molto grandi, hanno l’iride gialla, mentre il becco è nero nella parte apicale e giallo in quella basale. La testa presenta il vertice e la nuca fulvi a striature scure, le redini e le guance fulvo chiaro, il sopracciglio bianco, una stria color seppia sotto l’occhio ed un’altra stria nella zona auricolare e nei mustacchi che presentano screziature seppia. Le parti superiori del mantello (nelle ultime penne) e le scapolari sono bruno-nerastre, ad orli fulvastri. Il groppone ed il sopraccoda sono grigio-brunastri a striature nerastre e margini fulvi. La coda presenta le timoniere complessivamente bruno-cenerine ad apici neri; nella parte sub-apicale è presente una barratura bianca a tacche irregolari scure, mentre le timoniere esterne sono per la maggior parte bianche ad apici neri. Il mento, la gola, il ventre e l’addome sono bianchi, mentre il petto e la parte inferiore della gola sono chiari a striature brune. Il giovane è simile agli adulti, ma presenta striature delle parti dorsali più strette e più smorte; le copritrici primarie delle ali sono bianche nella parte apicale; la gola ed il petto hanno striature bruno-grigie più strette, l’iride giallo-ambrata. Distribuzione L’occhione è distribuito con varie sottospecie nidificanti in Europa centrale e meridionale, nell’Asia sud-occidentale e meridionale e in Africa settentrionale. Nel nostro Paese questa specie ormai è presente come nidificante sempre più scarsamente, ed è sempre più localizzata (Pianura Padana, Toscana, Puglia, Sardegna e Sicilia), a causa della graduale trasformazione delle zone adatte. In Liguria è avvistabile ai passi, seppur raramente, in tutte le zone idonee. 312 06 Uccelli 1-12-2006 12:06 Pagina 313 Cenni sulla biologia della specie Habitat: zone costiere aride, aree aperte pietrose, zone sabbiose ed argillose, steppe. Alimentazione: carnivora, si ciba principalmente d’invertebrati (insetti, gasteropodi) e piccoli vertebrati terrestri (lacertidi, anfibi, uova e piccoli uccelli). Fenologia: migratore regolare ed eccezionalmente svernante. Possibili minacce e fattori di rischio Contrazione-trasformazione delle aree idonee: trasformazioni nei sistemi colturali (uso dei pesticidi e meccanizzazione), messa a coltura di zone costiere originariamente aride ed incolte (ricche di superfici a vegetazione pioniera o steppica), bonifica delle zone marginali delle paludi e delle lagune salmastre, cementificazione dell’alveo dei corsi d’acqua, distruzione degli ultimi “magredi” (terreni alluvionali grossolani e permeabili, con rada vegetazione erbacea) e delle estese “grave” dei fiumi delle regioni padane orientali, estrazione di ghiaia e inerti dai greti. Disturbo antropico: fuoristrada, escursionismo a piedi ed a cavallo, addestramento cani, etc. Uccisioni illegali e saccheggio-distruzione dei nidi. Interventi gestionali utili per conservare o migliorare lo status delle popolazioni locali Mantenere o incrementare/ricreare gli habitat idonei alla sosta in periodo migratorio ed allo svernamento. Tutelare detti ambienti dalle possibili forme di disturbo antropico mediante una mirata regolamentazione delle attività/presenze umane negli stessi (es. interdizione dell’attività venatoria). Vigilare sul rispetto delle norme per la salvaguardia degli habitat e delle specie ad essi legate. Individuare misure di mitigazione dell’inquinamento degli ambienti utilizzati per il reperimento di risorse trofiche. Metodi di monitoraggio Censimento primaverile (marzo-aprile) degli individui presenti negli habitat idonei alla sosta, mediante conteggio per osservazione diretta. Eventuale segnalazione di casi di svernamento. Indicatori di presenza Presenza di habitat idonei alla sosta della specie in periodo migratorio (ed eventualmente allo svernamento). 313 06 Uccelli 1-12-2006 12:06 Pagina 314 Bibliografia BRICHETTI P. & FRACASSO G., 2004 – Ornitologia italiana. Vol. 2. Tetraonidae-Scolopacidae. Alberto Perdisa Editore, Bologna. CRAMP S. (Ed.), 1983 – The Birds of the Western Palearctic. Vol. III. Oxford University Press, Oxford (UK). GALLI L. & SPANÒ S., 2004 – Uccelli e Mammiferi di Liguria. Regione Liguria, Grafiche Amadeo, Imperia. SPANO’ S. & TRUFFI G., 1987 – Gli uccelli della Liguria occidentale. Regione Liguria, Genova. TRUFFI G., 1989 – Nidificazioni liguri note in letteratura ma non confermate. In: Aa. Vv. Atlante degli uccelli nidificanti in Liguria. Regione Liguria, Genova: 189-194. TRUFFI G., 1998 – Specie riscontrate in periodo invernale in anni precedenti l’inchiesta e attualmente non confermate. In: Spano’ S., Truffi G. & Burlando B. (cur). Atlante degli uccelli svernanti in Liguria. Regione Liguria, Genova: 225-229. Autore Loris Galli, Silvio Spanò 314 06 Uccelli 1-12-2006 12:07 Pagina 315 Nome scientifico Glareola pratincola (Linnaeus, 1766) (Charadriiformes Glareolidae) Nome comune Pernice di mare Livello di protezione La specie è inserita nell’allegato I della Direttiva “Uccelli” (79/409/CEE). SPEC 3 – stato di conservazione E. Identificazione Uccello di aspetto “insolito”, che ricorda nella struttura sia le rondini (più che altro in volo), sia le sterne, pur differenziandosene nettamente. Parti superiori bruno-oliva, parti inferiori fulvastre: ventre bianco, macchia crema alla gola, sottilmente ma nettamente bordata di nero, che in inverno perde detto bordo così ben distinto. Zampe nere e corte. Becco corto, leggermente curvato all’ingiù, nero per la maggior parte e rosso alla base. Il giovane ha le penne delle parti superiori miste di fulvo e bruno, il collaretto pettorale formato da penne brunastre, timoniere con macchie subterminali nerastre e basi bianche più larghe. Lunghezza totale 22 cm. Distribuzione Nidifica in aree localizzate dell’Eurasia, dalla Penisola Iberica fino agli 80° di longitudine est in Russia e nella fascia latitudinale compresa tra i 30° ed i 50° nord. Sverna in Africa centrale e meridionale ove sono presenti anche numerosi, sparsi siti di nidificazione. Nel nostro Paese questa specie è in declino come nidificante, ed appare sempre più localizzata (Laguna di Comacchio, Lago di Massaciuccoli, Saline di Margherita di Savoia, principali sistemi palustri della Sardegna, Saline di Trapani e Biviere di Gela in Sicilia) a causa della graduale trasformazione delle zone adatte. In Liguria è avvistabile ai passi, seppur raramente, in tutte le zone idonee. Cenni sulla biologia della specie Habitat: praterie, steppe a salicornie, lagune salmastre, paludi, spiagge, rive di fiumi e laghi. Alimentazione: entomofaga: si ciba soprattutto d’insetti ed in particolare coleotteri ed ortotteri. Fenologia: migratrice regolare. 315 06 Uccelli 1-12-2006 12:07 Pagina 316 Possibili minacce e fattori di rischio Fattori di rischio per la specie sono: contrazione-trasformazione degli habitat nelle aree di nidificazione, uso di pesticidi, meccanizzazione in agricoltura, variazioni del livello delle acque, pascolo ovino e bovino, abbattimenti illegali, atti di vandalismo nelle colonie, problemi ambientali nei quartieri africani di svernamento. Interventi gestionali utili per conservare o migliorare lo status delle popolazioni locali Mantenere o incrementare/ricreare gli habitat idonei alla sosta in periodo migratorio. Tutelare detti ambienti dal disturbo antropico mediante una mirata regolamentazione delle attività/presenze umane negli stessi. Vigilare sul rispetto delle norme per la salvaguardia degli habitat e delle specie ad essi legate. Individuare misure di mitigazione dell’inquinamento degli ambienti utilizzati per il reperimento di risorse trofiche. Metodi di monitoraggio Specie scarsamente presente in occasione della migrazione primaverile (marzo-maggio) non suscettibile di monitoraggio. Bibliografia BRICHETTI P. & FRACASSO G., 2004 – Ornitologia italiana. Vol. 2. Tetraonidae-Scolopacidae. Alberto Perdisa Editore, Bologna. CRAMP S. (Ed.), 1983 – The Birds of the Western Palearctic. Vol. III. Oxford University Press, Oxford (UK). GALLI L. & SPANÒ S., 2004 – Uccelli e Mammiferi di Liguria. Regione Liguria, Grafiche Amadeo, Imperia. SPANO’ S. & TRUFFI G., 1987 – Gli uccelli della Liguria occidentale. Regione Liguria, Genova. Autore Loris Galli, Silvio Spanò 316