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RA Volume intero - Comune di Osio Sopra
COMUNE DI OSIO SOPRA PROVINCIA DI BERGAMO PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO - DOCUMENTO DI PIANO - VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA - RAPPORTO AMBIENTALE - PROPOSTA DOCUMENTO DI PIANO - DOTT. ARCH. PIERGIORGIO TOSETTI via G. Paglia 22/a Bergamo 24100 tel/fax 035/220260 Collaboratori: Dott. Arch. Vittorio Pagetti Dott. Urb. Elisabetta Crippa Maggio 2011 INDICE INTRODUZIONE…………………………………………...……………….6 0.1. PREMESSA……………………………………………………………………………………..7 0.2. I RIFERIMENTI NORMATIVI……………………………………………………………10 0.2.1. Gli atti normativi generali di riferimento……………………………………………10 0.2.2. Il Piano di Governo del Territorio e la VAS………………………………………..11 0.3. IL PROCESSO DI VAS …………………………………………………………………….12 0.3.1. Schema operativo………………………………………………………………………….12 0.3.2. I soggetti coinvolti…………………………………………………………………………13 0.3.3. La partecipazione…………………………………………………………………………14 0.4. IL PERCORSO METODOLOGICO……….……….……………………………………15 0.4.1. I criteri per l’elaborazione del Rapporto Ambientale………………………….15 0.4.2. La redazione del Rapporto Ambientale……………………………………………16 RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo INQUADRAMENTO TERRITORIALE……………………………..…………………18 1.1. L’AMBITO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO…………………………………….19 1.1.1. Inquadramento generale………………………………………………………………..19 1.1.2. L’ “Ambito” del PTCP……………………………………………………………………..20 1.1.3. Individuazione dell’ambito di influenza del Documento di Piano………….24 2 SUOLO E SOTTOSUOLO: geomorfologia, idrologia e idraulica; difesa del suolo e delle acque…………………….…………26 2.1. 2.1.1. INQUADRAMENTO GEOLOGICO-GEOMORFOLOGICO……………………….27 Il paesaggio vegetale ….…………………………………………………………………28 2.2. INDIVIDUAZIONE DELLE CLASSI DI FATTIBILITA' GEOLOGICA…………30 2.3. IDROLOGIA E IDRAULICA ……………………………………………………………..34 2.4. CAPTAZIONE IDRICA E RETE ACQUEDOTTISTICA …………………….………36 1 2.4.1. Caratteristiche chimiche delle acque…………………………………………………38 2.5. VINCOLI……………………………………………………… …………………….…………42 2.5.1. Il fiume Brembo ………………………………………………………………………….…42 2.5.2. Vincoli derivanti dalla pianificazione di bacino (ai sensi della legge 183/89) …………………………………………………………………………………….….42 2.5.3. Limite della fascia di rispetto di 150 metri lungo il fiume Brembo ……….42 2.5.4. Vincoli di polizia idraulica relativi al reticolo idrico comunale …………..….42 2.5.5. Aree di savaguardia delle captazioni ad uso idropotabile ……………………42 2.5.6. Il Parco Locale di Interesse Sovracomunale del basso corso del Brembo..43 2.5.6.1. La valle planiziale del Brembo ………..…………..………………………………….44 2.5.6.2. La flora del Parco ………………………………………………………………………….46 2.5.6.3. La fauna del Parco ………………………………………………………………….…….48 2.5.7. Limite di Ambito Territoriale Estrattivo …………………………………………….50 2.6. LA PERICOLOSITA' SISMICA LOCALE……………….. …………………….………51 2.7. CAVE E DISCARICHE……………………………………………………………………….53 2.7.1. Cave ……………………………………………………………………………………………..53 2.7.2. Discariche ………………………………………………………………………………………55 2.8. RETE FOGNARIA…….………………………………………………………………….……56 2.9. RIFIUTI…………..…….………………………………………………………………….……57 3 PAESAGGIO E AMBIENTE………………….…………………………………...60 3.1. L’ “UNITA’ DI PAESAGGIO” DEL PTCP……………………………………………….…61 3.2. I PRINCIPALI PAESAGGI VEGETALI DELL'ALTA PIANURA BERGAMASCA...63 3.2.1. La vegetazione semi-naturale ………………………………..…………….…………63 3.2.1.1. La siepe ……………………………………………………………………….………………63 3.2.1.2. I fontanili …………………………………………………………………………….….……64 3.2.2. La vegetazine sinantropica …..………………………………..………………….……65 3.2.2.1. I tipi di associazioni vegetali delle aree urbane ………………………………….65 2 3.3. L’AREA DALMINE-ZINGONIA ……………………………………………………………67 3.3.1. Il manto vegetale naturale …………………………………………………….……….67 3.3.2. Dalla foresta al paesaggio agrario tradizionale …………………………………….67 3.3.3. Il paesaggio attuale ……….…………………………………………………….…………..69 3.4. L’AGENDA 21 LOCALE DELL'ISOLA BERGAMASCA E L'AREA DALMINE ZINGONIA …………………………………………………………………………….……….70 4 SISTEMA INSEDIATIVO E PATRIMONIO STORICO ARTISTICO……...72 4.1. DATI PRINCIPALI SULLA EVOLUZIONE DELLA POPOLAZIONE……………..73 4.2. IL TERRITORIO COMUNALE …………………………………………………………….74 4.3. VINCOLI E RILEVANZE ARCHITETTONICHE .………………………………….….75 5 MOBILITA' ……………………………………………………………………77 5.1 LA RETE VIARIA………………………………………………………………….……….….78 6 QUALITA' DELL'ARIA .……………………………………………………80 6.1. ASPETTI CLIMATICI ………………………………………………………………………81 6.2. INQUINAMENTO ATMOSFERICO …………………………………………………….85 6.2.1. 7 Campagna di rilevamento dell'inquinamento atmosferico….………….…….86 INQUINAMENTO ACUSTICO ED ELETTROMAGNETICO E RADON ……87 7.1. RUMORE …………………………………………………………………………………….…88 7.1.1. Classificazione acustica del territorio di Osio Sopra………………………….…89 7.2. ELETTROSMOG ……………………………………………………………………….…….90 7.3. RADON ……………………………………….………………………………………….…….93 7.4. ENERGIA ……………………………………….………………………………………….….95 8 RISCHI TECNOLOGICI E AMIANTO………………………………………..100 8.1. INDUSTRIE A RISCHIO D'INCIDENTE RILEVANTE (RIR) …………….……101 8.2. IMPIANTI SOGGETTI AD AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE (AIA)……………………………………………………………………………………………102 3 8.3. AREA IN VIA DI DISMISSIONE ………………………………………………………103 8.4. AMIANTO ………………..………………………………………………………………….106 9 SINTESI DELLO STATO ATTUALE E DELLE COMPONENTI AMBIENTALI …………………………………………………………………....107 9.1. QUADRO CONOSCITIVO-PROBLEMATICHE IN CORSO E INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI………………….………………………………………….…………..109 LA PROPOSTA DI DOCUMENTO DI PIANO 10 CRITERI GENERALI DI RIFERIMENTO E DI INDIRIZZO DEL DdP: obiettivi generali e specifici; azioni…………………………………………117 10.1. IL PGT DI OSIO SOPRA QUALE STRUMENTO DI VALORIZZAZIONE DELLE POTENZIALITA' DEL TERRITORIO E DI INCREMENTO DELLA QUALITA' URBANA E DELLA VITA………………..118 10.2. OBIETTIVI GENERALI E SPECIFICI DEL PGT….….…………………….……119 10.3. FONDAMENTI E PRINCIPI DI RIFERIMENTO DEL DdP……….…..……..120 10.4. LE AZIONI DI PIANO…………………………..…..…………………….…………..123 10.5. I CONTENUTI DELLE AZIONI DI PIANO…..………..…………….…………..130 VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 11 CONTENUTI ……………………………………………………………………142 11.1. 12 I CONTENUTI DELLA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA …...143 VERIFICA DI COERENZA: la coerenza esterna…………………….….144 12.1. LA COERENZA ESTERNA ……………………………………………………….……145 12.2. VERIFICA DI COMPATIBILITA' CON IL PTCP E IL PTPR …………………148 12.3. VERIFICA DEI RAPPORTI CON IL PTR ……………………………………..…152 13 VERIFICA DI COERENZA: la coerenza interna……………………....154 13.1. 13.2. VALUTAZIONI SULLA IMPOSTAZIONE GENERALE DEL DdP……………155 LA COERENZA INTERNA……………………………………………………………..157 14 LA SOSTENIBILITA’ DEGLI INTERVENTI E DELLE AZIONI DI PIANO ………………………………………………………………………….…160 4 14.1. LA VERIFICA DI SOSTENIBILITA’…………………………………………….….161 14.2. LE ALTERNATIVE………………………………………………………………….……178 14.3. ULTERIORI INTERVENTI DI MITIGAZIONE E COMPENSAZIONE….…182 14.3. GLI AMBITI DI TRASFORMAZIONE ………………………………………..……183 15 PIANO DI MONITORAGGIO……………………………………………...…201 "OLTRE IL DOCUMENTO DI PIANO"…………………………………...…209 5 6 INTRODUZIONE 0.1 PREMESSA La consapevolezza che l’origine dei mutamenti ambientali sia da ricercarsi nelle decisioni strategiche di programmazione e pianificazione (prima che nella realizzazione di nuovi progetti) era già stata delineata nel documento denominato “Agenda 21”, adottato a Rio de Janeiro nel 1992, alla Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo. Nel documento erano stati indicati i criteri strategici che i governi nazionali avrebbero dovuto tradurre in Piani di Azione per uno “sviluppo sostenibile globale” nel XXI secolo. La politica ambientale dell’ Unione Europea risale ad un documento conosciuto come “Quinto programma d’azione per l’ambiente” (più precisamente intitolato “Per uno sviluppo durevole e sostenibile) programma politico e d’azione della Comunità Europea a favore dell’ambiente e di uno sviluppo sostenibile”, adottato dal Consiglio d’Europa nell’anno 1993. Il termine «sostenibilità» in coerenza con l’indirizzo comunitario, si riferisce alle politiche e alle strategie necessarie per perseguire uno sviluppo economico e sociale che non rechi danno all’ambiente ed alle risorse naturali, dalle quali dipendono “il proseguimento delle attività umane e lo sviluppo futuro”. Nel progetto ENPLAN, sviluppato tra il 2001 e il 2004 da alcune Regioni del Nord Italia e della Spagna, vengono evidenziati i criteri operativi per il perseguimento di una “sostenibilità forte” che propone un’impostazione “biocentrica” piuttosto che “antropocentrica”. Essi in sintesi sono: • Usare le risorse rinnovabili al di sotto dei loro tassi di rigenerazione; • Usare le risorse non rinnovabili, a tassi di consumo inferiori ai tassi di sviluppo di risorse sostitutive rinnovabili; • Limitare l‘immissione nell’ambiente di agenti inquinanti al di sotto delle soglie di capacità di assorbimento e di rigenerazione da parte dell’ambiente. Ciò premesso “lo sviluppo sostenibile” non deve intendersi tanto come meta da raggiungere, ma piuttosto come un insieme di condizioni che devono essere rispettate nel “governo delle trasformazioni del pianeta”. Occorre ancora considerare la definizione di “ambiente”, cui la VAS è relazionata, rilevando come questa, nella sua accezione più completa, condivisa ed appropriata ad ogni specifica situazione territoriale, debba contemplare più che la semplice idea di un “intorno da preservare” anche quella di un’attenta “relazione tra natura e cultura” (cioè tra dotazioni naturali ed effetti antropici sulle stesse). Da tale visione, che nella cultura anglosassone ha portato a privilegiare il termine di “environment” piuttosto di quello originario di “habitat”, è stata infatti sviluppata la prospettiva dello“sviluppo sostenibile”, in cui i fattori propriamente ambientali vengono correlati anche a quelli socioeconomici. 7 Conseguentemente la valutazione ambientale, allorquando approccia una prospettiva di trasformazione territoriale consistente, non può dunque limitarsi ad una “valutazione di compatibilità”, ma deve invece strutturarsi come “valutazione di sostenibilità”: in questa ottica la VAS comporta anche la necessità di definire un’azione continuativa nel futuro, in termini di “monitoraggio” e “gestione”. Con la Direttiva 2001/42 del 27/06101 l’Unione Europea definiva in modo sintetico quanto puntuale (in 14 articoli e 2 allegati) la procedura di VAS sottolineando, all’art. 1, la finalità della stessa: “La presente direttiva ha l’obiettivo di garantire un elevato livello di proiezione dell’ambiente e di contribuire all’integrazione di considerazioni ambientali all’atto dell’elaborazione e dell’adozione di piani e programmi al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile, procurando che, ai sensi della presente direttiva, venga effettuata la valutazione ambientale di determinati piani e programmi che possono avere effetti significativi sull’ambiente”. La Direttiva Europea veniva dapprima recepita dalla normativa della Regione Lombardia (art. 4 della L.R. 12 del 11/03/2005) poi in sede di legislazione nazionale (“Codice dell’Ambiente” D.Lgs. 152 del 03/04/2006). Il Codice dell’Ambiente definisce la VAS come una “elaborazione di un rapporto concernente l’impatto sull’ambiente, conseguente all’attuazione di un determinato piano o programma da adottarsi o approvarsi, lo svolgimento delle consultazioni, la valutazione del rapporto ambientale e dei risultati delle consultazioni nell’iter decisionale di approvazione di un piano o programma e la messa a disposizione delle informazioni sulla decisione”. La D.G.R. Lombardia del 15/03/06 intitolata “Indirizzi generali per la valutazione ambientale di piani e programmi” definisce invece la VAS come: “Il processo che comprende l’elaborazione di un rapporto di impatto ambientale, lo svolgimento di consultazioni, la valutazione del rapporto ambientale e dei risultati delle consultazioni nell’iter decisionale e la messa a disposizione delle informazioni sulla decisione”. Le disposizioni contenute nel provvedimento statale rispetto a quello regionale divergono sostanzialmente circa le procedure e le modalità di approvazione, divergenza che si pone in modo ulteriormente evidente nella DGR VIII/6420/2007. A tale proposito va rilevato che la definizione di VAS contenuta nella DGR VIII/6420/2007 risulta più aderente quanto a suo tempo precisato in quello che è stato considerato il testo di primario riferimento della materia (“Manuale per la valutazione ambientale dei Piani di sviluppo regionale e dei Programmi dei fondi strutturali dell’Unione Europea” (1998)) ovvero “un processo sistematico inteso a valutare le conseguenze sul piano ambientale delle azioni proposte – politiche, piani o iniziative nell’ambito di programmi – ai fini di garantire che tali conseguenze siano incluse a tutti gli effetti e affrontate in modo adeguato fin dalle prime fasi del processo decisionale, sullo stesso piano delle considerazioni di ordine economico e sociale” 8 La VAS pertanto non può limitarsi a costituire un “corredo” o un “supporto” della pianificazione/ programmazione del territorio, ma deve piuttosto configurarsi quale “processo integrato e costitutivo della stessa”, incidendo in tutta la sequenza di decisioni ed azioni previste. Per questa ragione il processo di VAS che viene avviato operativamente con il presente documento, dovrà proporsi: - di raffrontare compatibilità e sostenibilità degli obiettivi dei piano; - relazioni e concertazioni tra soggetti / autorità preposte alla gestione di territorio e ambiente; - di individuare un sistema di indicatori significativi che consentano di riscontrare gli eventuali impatti ambientali nella fase previsionale al fine di permettere interventi preliminari tali da ridefinire, in continuità con gli stessi obiettivi, i contenuti del piano, tramite idonee azioni correttive; - di strutturare un sistema di informazioni; - di attivare criteri di monitoraggio della relazione tra processualità di attuazione del piano ed effetti ambientali. 9 0.2. I RIFERIMENTI NORMATIVI 0.2.1. Gli atti normativi generali di riferimento • Direttiva 2001/42/CEE del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’Unione Europea del 27 giugno 2001; • Attuazione della Direttiva 2001/42/CEE a cura della Commissione Europea; • Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Codice Urbani “Norme in materia ambientale”); • Decreto Legislativo 16 gennaio 2008, n. 4 (“Modifiche al D. Lgs. n.152/2006”); • Legge Regionale 11 marzo 2005, n. 12 (“Legge per il governo del territorio”); • “Indirizzi generali per la valutazione ambientale di piani e programmi, ai sensi dell’articolo 4 della L.R. 11 marzo 2005, n.12”, approvato con D.C.R. 13 marzo 2007, n. VIII/0351; • D.G.R. n. 6240 del 27 dicembre 2007, “Determinazione in merito alla procedura per la Valutazione Ambientale di Piani e Programmi”; • D.G.R. n.8/10971 del 30 dicembre 2009; • D.Lgs n. 128 del 29 giugno 2010; • D.G.R. n. 9/761 del 10 novembre 2010. In considerazione di quanto stabilito dalla DGR VIII/6420 del 27 dicembre 2007 “Valutazione ambientale di piani e programmi – VAS ulteriori adempimenti di disciplina in attuazione all’art. 4 della L.R. 11 Marzo 2005, n.12” e, più specificamente dal punto 2 del dispositivo della deliberazione medesima si da atto “che i procedimenti di formazione e di approvazione di piani/programmi già avviati alla data di pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia della presente deliberazione si concludono in conformità alle disposizioni in vigore al momento dell’avvio del procedimento stesso, ovvero secondo le disposizioni di cui all’art.4, comma 4 della L.R. 12/05”. Si da atto che il Soggetto Proponente ha avviato il procedimento di formazione del PGT anteriormente alla data di pubblicazione della citata deliberazione della Giunta Regionale, e più specificatamente prima del 27.12.2007. In tal senso le disposizioni di riferimento sono quelle di cui agli articoli 8, 9 , 10, 11 e 12 del Dlgs. 152/2006. 10 0.2.2. Il Piano di Governo del Territorio e la VAS La Legge Regionale 11 Marzo 2005 n. 12 ha ridefinito la disciplina regionale in materia pianificatoria e urbanistica, prevedendo la predisposizione, da parte di tutti i Comuni lombardi, del Piano di Governo del Territorio (P.G.T.) entro il 31 Marzo 2009 (art. 25, comma 1). Il P.G.T., che definisce l’assetto dell’intero territorio comunale, articolato in Documento di Piano (DdP), Piano dei Servizi (PdS) e Piano delle Regole (PdR) (art. 7), è soggetto a Valutazione Ambientale Strategica (VAS) ai sensi dell’art. 4, comma 2 della Legge Regionale n. 12/2005 e ai sensi della Direttiva 2001/42/CEE. Come previsto dall’allegato n. 6 del D.G.R.8/1563 del 22/12/2005 il Comune di Osio Sopra, contestualmente al Documento di Piano, ha provveduto all’avvio della Valutazione Ambientale Strategica procedendo a sviluppare quanto già annunciato dal Documento di Scoping. Integrazione della dimensione ambientale nel PGT Il PGT imposta ed individua, fin dal Documento di Piano, le componenti della “dimensione ambientale” quali elementi fondanti della lettura del territorio e come base per la definizione delle scelte e dei contenuti del DdP e degli indirizzi progettuali e normativi che saranno sviluppati anche nelle parti di territorio da assoggettare alla disciplina del Piano dei Servizi e del Piano delle Regole. 11 0.3. IL PROCESSO DI VAS 0.3.1. Schema operativo Lo schema operativo che è stato adottato per la VAS del Documento di Piano (DdP) è illustrato di seguito e si rapporta agli Indirizzi generali individuati dalla Regione Lombardia, sebbene il presente procedimento potrebbe essere definito autonomamente dal Soggetto Proponente/Procedente in quanto escluso dall’applicazione della DGR VIII/6420/2007. Gli indirizzi regionali lasciano libertà di impostazione per il percorso di valutazione e per i contenuti del Rapporto Ambientale: nella fase di elaborazione e redazione del Piano, l’ Autorità Competente per la VAS collabora con l’ Autorità Procedente nello svolgimento delle seguenti attività: • individuazione di un percorso metodologico e procedurale, stabilendo le modalità della collaborazione, le forme di consultazione da attivare, i soggetti con specifiche competenze ambientali, ove necessario anche trasfrontalieri, e il pubblico da consultare. Sono peculiari della fase di redazione del Documento di scoping i seguenti elementi: definizione dell’ambito di influenza del P/P (scoping) e definizione delle caratteristiche delle informazioni che devono essere fornite nel Rapporto Ambientale: • individuazione dello scenario di riferimento e degli indicatori ambientali; • articolazione degli obiettivi generali. Sono elementi caratterizzanti del Rapporto Ambientale: • coerenza esterna degli obiettivi generali del P/P; • definizione degli obiettivi specifici e individuazione delle azioni e delle misure necessarie a raggiungerli; • coerenza interna delle relazioni tra obiettivi e linee di azione del P/P, e confronto tra queste e lo scenario di riferimento e con le eventuali alternative su cui si è fondata la scelta del P/P; • individuazione del sistema di monitoraggio ex post. Nella Conferenza di Scoping, tenutasi presso la Sede Municipale in data …………, sono stati esposti ed illustrati: lo schema metodologico, la portata delle informazioni da includere nel Rapporto Ambientale, la definizione dell’ambito di influenza del Documento di Piano, oltre alla raccolta dei pareri di Enti e di Soggetti presenti, formalmente riportati in apposito verbale di conferenza di scoping ( pubblicato anche sul sito web del Comune). 12 0.3.2. I soggetti coinvolti La Direttiva 2001/42/CE sancisce i principi della trasparenza (artt. 6 e 9) e del coinvolgimento, sotto forma di consultazione, delle Autorità Competenti in materia ambientale (art. 6, comma 3) e del pubblico (art. 2, lettera “d”) demandando altresì agli Stati membri (art. 6, comma 5) la definizione delle specifiche modalità per l’informazione e la consultazione dei soggetti sopra elencati. In rapporto a tali principi ed in relazione alle indicazioni regionali sono stati individuati con delibera dell’Autorità Procedente, d’intesa con l’Autorità Competente, i seguenti soggetti: Autorità Proponente e Procedente (Pubblica Amministrazione che elabora lo strumento di pianificazione e ne attiva le procedure): Comune di Osio Sopra- Giunta Comunale Estensore del Documento di Piano (soggetto incaricato dalla Pubblica Amministrazione proponente di elaborare il PGT, e nella fattispecie il Documento di Piano, oggetto della VAS): Arch. Piergiorgio Tosetti Estensore del Rapporto Ambientale (incaricato dello sviluppo del processo di VAS e della redazione del Rapporto Ambientale) Arch. Piergiorgio Tosetti Autorità Competente per la VAS (Autorità con compiti di tutela e valorizzazione ambientale, individuata dalla Pubblica Amministrazione, che collabora con l’Autorità Procedente/Proponente nonché con i soggetti competenti in materia ambientale, al fine di curare l’applicazione della Direttiva e degli indirizzi regionali nell’ambito del procedimento di valutazione ambientale del Documento di Piano) Geom. Ivan Camozzi– Responsabile Ufficio Tecnico Soggetti competenti in materia ambientale (Enti pubblici competenti in materia ambientale e della salute per livello istituzionale): • ARPA Lombardia – Dipartimento di Bergamo; • ASL Bergamo; • Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici; • Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia. Enti territorialmente interessati da convocare alle Conferenze di Valutazione (Enti territorialmente limitrofi o interessati ai potenziali effetti ambientali derivanti dalle scelte di Piano): • Regione Lombardia – Sede territoriale di Bergamo – Struttura Sviluppo del Territorio; • Provincia di Bergamo – Settore Urbanistica; • Comuni confinanti: Dalmine, Levate, Osio Sotto e Filago; • Autorità di bacino del Fiume Po. 13 0.3.3. La partecipazione Oltre ai soggetti sopra indicati, la VAS prevede momenti e modalità di partecipazione estesi al Pubblico che viene individuato: Cittadini e/o associazioni riconosciute legalmente portatrici di interessi diffusi e che possano essere interessate ai sensi dell’art. 9, comma 5 del D. Lgs. 152/2006. Il processo di partecipazione integrata alla VAS del Comune di Osio Sopra sarà sviluppato utilizzando diverse tipologie comunicative al fine di raggiungere in modo efficace tutti i soggetti coinvolti e garantire la trasparenza e la ripercorribilità del processo. In particolare, si indicano gli strumenti di informazione utilizzati: • incontri pubblici con la popolazione e le associazioni di categoria e di settore; • divulgazione telematica della documentazione di supporto al processo di VAS mediante il portale internet comunale, accessibile dal sito http://www.comune.osiosopra.bg.it/info.php, periodicamente aggiornato con la nuova documentazione disponibile; • affissione presso l’Albo Pretorio degli avvisi relativi alle diverse pubblicazioni ed agli incontri in programma. 14 0.4. IL PERCORSO METODOLOGICO 0.4.1. I criteri per l’elaborazione del Rapporto Ambientale L’Autorità Procedente d’intesa con l’Autorità Competente per la VAS, elabora il Rapporto Ambientale (R.A.) Le informazioni da fornire, ai sensi dell’art. 5 della Direttiva 2001/42 CEE, sono quelle elencate nell’allegato I della citata Direttiva: a. illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali del Ddp e del rapporto con altri pertinenti P/P; b. aspetti pertinenti dello stato attuale dell’ambiente e sua evoluzione probabile senza l’attuazione del Ddp; c. caratteristiche ambientali delle aree che potrebbero essere significativamente interessate; d. qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente al Ddp, ivi compresi quelli relativi ad aree di particolare rilevanza ambientale, quali le zone designate ai sensi delle Direttive 79/409 CEE e 92/43/CEE; e. obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati membri, pertinenti al Ddp, e il modo in cui, durante la sua preparazione, si è tenuto conto di detti obiettivi e di ogni considerazione ambientale; f. possibili effetti significativi sull’ambiente, compresi aspetti quali ad esempio il suolo, l’acqua, l’arai, i fattori climatici, la flora e la fauna, la biodiversità, la popolazione, la saluta umana il patrimonio culturale, il paesaggio, ecc. e l’interrelazione tra i suddetti fattori; g. misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli eventuali effetti negativi significativi sull’ambiente dell’attuazione del Ddp; h. sintesi delle ragioni, delle scelte delle alternative individuate e una descrizione di come è stata effettuata la valutazione, nonché le eventuali difficoltà incontrate (ad esempio carenze tecniche e/o mancanza di know-how) nella raccolta delle informazioni richieste; i. descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio; j. “Sintesi non tecnica” delle informazioni di cui alle lettere precedenti. La Sintesi non tecnica, indicata alla precedente lettera j), è un documento di grande importanza in quanto costituisce il principale strumento di informazione e comunicazione con il pubblico. In tale documento devono essere sintetizzate/riassunte,semplicemente le descrizioni, questioni, valutazioni e conclusioni esposte nel Rapporto Ambientale. 15 0.4.2. La redazione del Rapporto Ambientale Secondo la Direttiva 2001/42/CE il Rapporto Ambientale (RA) è il documento che accompagna la proposta di Documento di Piano nel quale sono individuati, descritti e valutati gli effetti significativi che l’attuazione del piano potrebbe avere sull’ambiente. Il Rapporto Ambientale riveste quindi un ruolo centrale come garanzia della sostenibilità delle decisioni che motivano l’intero processo di valutazione. Il Rapporto Ambientale del DdP sarà articolato in due parti: • Parte I – Rapporto sullo Stato dell’Ambiente Quadro conoscitivo: - Inquadramento del territorio comunale di Osio Soprae definizione delle matrici ambientali al fine di fornire un quadro della situazione del territorio stesso, attraverso i dati disponibili. A tal fine sono stati raccolti ed analizzati i dati e le elaborazioni reperibili relative alle diverse matrici ambientali (suolo, sottosuolo, acque sotterranee, acque superficiali, aria, ambiti di naturalità) fornite da Enti territorialmente interessati, Autorità Competenti in materia ambientale. - Quadro della pressione antropica sull’ambiente, determinato da una serie di elementi quali il traffico, il rumore, l’inquinamento elettromagnetico, il sistema acquedottistico e fognario, la gestione dei rifiuti, le passività ambientali, gli insediamenti produttivi, ecc. - Individuazione degli elementi di criticità e sensibilità ambientale definita come fattore di problematicità ambientale per il territorio,e di ricadute sulle matrici ambientali. - Analisi degli elementi di sensibilità ambientale, intese come componenti del paesaggio naturale e antropico, delle caratteristiche del territorio che necessitano di una particolare attenzione in fase di pianificazione. - Individuazione delle eventuali dinamiche in atto e delle maggiori potenzialità deducibili dallo studio del territorio. • Parte II – Valutazione Ambientale Strategica delle Scelte di Piano Questa parte viene orientata all’analisi degli obiettivi generali e specifici, nonché delle azioni previste dal DdP, effettuando, ove opportuno, la valutazione delle alternative d’intervento eventualmente proposte dal DdP per ciascuna azione. La valutazione ambientale è finalizzata alla verifica della sostenibilità complessiva degli aspetti pertinenti delle previsioni del DdP e rappresenta il “cuore” del processo di VAS. 16 La valutazione è effettuata mediante la compilazione di schede che prenderanno in considerazione gli aspetti ambientali e urbanistici significativi alla scala delle previsioni del DdP. Le ipotesi d’intervento formulate dal documento stesso vengono valutate in relazione all’impatto e all’influenza che le scelte del DdP potrebbero avere su ciascuno di tali aspetti. Il Rapporto Ambientale sarà esaminato dalla Conferenza di Valutazione, alla quale verranno invitati gli Enti territorialmente interessati e le Autorità con specifiche competenze in materia ambientale. • Il parere motivato In relazione al Rapporto Ambientale e alle considerazioni emerse durante la Conferenza (precisate nel Verbale), l’Autorità Competente per la VAS, esprimerà un parere motivato. Tale parere motivato costituirà il presupposto per la prosecuzione del procedimento di approvazione del Documento di Piano e dovrà contenere considerazioni qualitative e/o quantitative in merito: a. alla qualità ed alla congruenza delle scelte del Piano alla luce delle alternative possibili, ove individuate, e rispetto alle informazioni ed agli obiettivi del RA; b. alla coerenza interna ed esterna del Piano; c. all’efficacia e congruenza del sistema di monitoraggio e degli indicatori selezionati. Il parere ambientale motivato potrà essere condizionato all’adozione di specifiche modifiche ed integrazioni della proposta del Documento di Piano valutato. L’Autorità Procedente, in collaborazione con l’Autorità Competente per la VAS, provvederà, ove necessario, alla revisione del Documento di Piano alla luce del relativo parere motivato espresso. 17 1 – INQUADRAMENTO TERRITORIALE 18 RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo 1.1. L’AMBITO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO 1.1.1. Inquadramento generale Il territorio di Osio Sopra appartiene alla Provincia di Bergamo, è inserito nel “Comprensorio dell’Isola Bergamasca” ed è inserito nell’ “Alta Pianura tra Brembo e Serio”. Dista circa 12 Km dal capoluogo al quale è collegato tramite la ex Strada Provinciale n. 525 che collega Bergamo al territorio milanese. Il Comune di Osio Sopra alla data del 31.12.2010, registrava una popolazione di 5.115 abitanti divisi in 1.961 nuclei famigliari. Partendo da Nord e muovendosi in senso orario, il territorio comunale confina con i seguenti comuni: • Dalmine (Nord); • Levate (Est); • Osio Sotto (Sud); • Filago (Ovest). Ortofotografia aerea a colori del territorio di Osio Sopra 19 1.1.2. L’ “Ambito” del PTCP Il Comune di Osio Sopra, nella suddivisione degli ambiti della Provincia di Bergamo, rientra nell’ “Ambito n. 19” dell’”Area Dalmine – Zingonia”, comprendente 8 Comuni. La parte di territorio considerata è delimitata ad ovest dal corso del fiume Brembo e ad est dal percorso della S.S. 42 lungo il quale si snodano gli abitati di Levate e Verdello, i cui confini est costituiscono il limite del bacino. L’elemento di riferimento del limite sud è individuato invece nel percorso della Provinciale “Francesca”, escludendo il territorio di Brembate e di Canonica d’Adda. L’ambito si caratterizza per la forte e intensa presenza di una espansione urbanistica ormai quasi continua, e da una pesante e diffusa presenza degli insediamenti del settore produttivo e delle conseguenti problematiche di tipo ambientale e paesistico, ma anche di ordine sociale ed economico, oltre che per le carenze del sistema infrastrutturale e le conseguenti difficoltà del sistema complessivo della mobilità. I comuni interni all’Ambito n.19 sono: Boltiere, Ciserano, Dal mine, Levate, Osio Sopra, Osio Sotto, Verdellino e Verdello. Gli elementi di maggiore evidenza, dal punto di vista delle trasformazioni territoriali dell’Ambito n.19, sono i forti sviluppi delle zone produttive di Dalmine e dell’ambito di Zingonia (Verdello, Verdellino, Ciserano), che trovano una propria prima consistente definizione a cavallo tra gli anni ’60 e i primi anni ’70. L’ampia espansione del territorio di Dalmine in quegli anni non interessa solo il forte sviluppo degli insediamenti produttivi in adiacenza al polo originario della Dalmine, ma una serie di incrementi diffusi anche nelle altre parti del territorio. Questo impianto trova negli anni successivi al 1975, una progressiva saturazione all’interno di tutti gli ampi spazi interstiziali che le espansioni degli anni ’60 e dei primi anni ’70 avevano lasciato ancora disponibili. Tale modello di sviluppo perdura fino alla fine degli anni ’90. Un’analoga situazione di sviluppo si configura anche con l’ambito dei tre comuni del comprensorio di Zingonia, i quali, oltre al pesantissimo insediamento della cosiddetta “nuova città” in posizione mediana tra gli abitati di Verdellino e Ciserano, subiscono anche un forte sviluppo urbanizzativo in espansione dei nuclei storici originari e delle modeste addizioni degli anni ’50. Tra gli anni ’80 e ’90 l’ampio e disordinato sviluppo trova una compattazione. Proprio in questi anni si ha un forte ampliamento degli sviluppi produttivi di Zingonia, che satura quasi completamente le aree disponibili a sud dell’abitato di Verdello, tra la SS 42 ed il tracciato della ferrovia. Parimenti il tratto meridionale della Ex S.S. 525, vede il progressivo saldarsi delle zone produttive del Comune di Osio Sopra , dell’area urbana di Osio Sotto e dell’abitato di Boltiere. 20 I primi significativi sviluppi attengono alcuni insediamenti importanti di carattere prevalentemente produttivo nel territorio di Osio Sotto negli anni ’60, uno sviluppo a “corona” intorno al centro storico di Osio Sotto e una prima serie di espansioni a macchia intorno all’abitato di Boltiere. Negli anni ’70 e nei primi anni ’80 tali espansioni si consolidano e si compattano determinando una sostanziale saldatura in senso nord-sud tra Boltiere e Osio Sotto e una continuità di espansione lungo la Ex SS 525, salvo per un breve tratto, tra Osio Sopra e Osio Sotto. L’ultimo periodo tra gli anni ’80 e ’90, vede il definitivo completarsi delle espansioni attorno ai centri e il determinarsi di un nuovo impianto di espansione ad ovest dell’abitato di Osio Sotto, a valle dell’autostrada e verso la conurbazione di Zingonia, nella zona dell’Ospedale. Osio Sotto, che ha sviluppato le proprie espansioni produttive e commerciali lungo la Ex SS 525, vede una forte espansione anche della parte residenziale del proprio territorio, posta ad ovest della autostrada A4 con un forte incremento a partire dagli anni ’60, e una progressiva espansione verso ovest negli anni ’70 e ’80, ancora oggi in fase attuativa. Gli ultimi interventi interessano anche la parte nord dell’abitato e si pongono ormai in una condizione di quasi completa saldatura con le espansioni a sud dell’abitato di Dalmine. Nella parte nord-est dell’ambito, in forma più isolata si pone l’abitato di Levate, che poggia la sua principale accessibilità sulla SS 42 e che vede uno sviluppo sostanzialmente avvolgente attorno al nucleo storico negli anni ’60, sviluppo che va completandosi negli anni successivi fino a raggiungere il limite ovest della SS 42, contemporaneamente alla formazioni delle principali aree di sviluppo produttivo che si insediano nella parte sud-ovest ampliandosi soprattutto nell’ultimo decennio. Il territorio dell’Ambito n.19 presenta caratteri di complessità e problematicità territoriale per la presenza di una serie di criticità che sono particolarmente forti e tali da definire un assetto spesso disorganico, determinando una presenza urbanizzativa strutturata ormai in un “continuum” urbano, con importanti presenze produttive, spesso prevalenti rispetto alla dimensione degli stessi abitati, e con un sistema infrastrutturale molto debole ed insufficiente, all’interno di un territorio caratterizzato da forti problematiche ambientali. Ciò determina la necessità di riconsiderare lo stesso modello di sviluppo finora perseguito dalle singole realtà locali partendo dalla consapevolezza degli elementi di maggiore problematicità e dalla conoscenza delle risorse ancora spendibili rispetto ad alcuni elementi di potenzialità che possono essere comunque individuati. Le principali problematiche infrastrutturali sono caratterizzate dalla presenza dell’Autostrada A4 che, nonostante la recente realizzazione della quarta corsia, presenta ancora problematiche sia in rapporto ai flussi del traffico pertinente che per la progressiva assunzione di funzioni più connesse con le generatrici di traffico a livello degli insediamenti locali, specie quelli del produttivo; la 21 viabilità primaria è fortemente appesantita dai traffici locali e caratterizzata dall’essere ormai viabilità di attraversamento di ambiti urbani urbanizzati; la ferrovia potrà assumere un ruolo significativo in seguito all’attuazione del raddoppio della tratta Bergamo-Treviglio e con la susseguente apertura delle stazioni di Arcene, Levate e Stezzano. Sotto il profilo insediativo il territorio è ormai giunto ad un livello altissimo di saturazione, soprattutto nel comprensorio di Zingonia, e il fenomeno dell’espansione degli insediamenti, specie produttivi, è ancora in corso di attuazione. Va tuttavia segnalato che negli ultimi anni è fortemente cresciuta una nuova sensibilità complessiva rispetto alle problematiche urbanistiche e ambientali, con la promozione da parte dei comuni interessati di un’Agenda Strategica per la promozione territoriale dei comuni dell’”Area di Zingonia”, che ha già prodotto alcuni documenti e studi che appaiono, oltrechè condivisibili, di grande utilità come riferimento per le azioni da attuare al fine di un complessivo riequilibrio della situazione globale del comparto. Per quanto concerne la presenza degli insediamenti produttivi, il Piano valuta comunque come prioritaria a livello provinciale, la necessità di riconoscere la forte criticità di alcune situazioni territoriali, e di assoggettare gli ambiti di maggiore problematicità alla definizione di un Piano Sovracomunale d’intervento, ai fini della riqualificazione dei territori interessati. Tuttociò, tenuto presente che questi insediamenti sono portatori di elementi importanti per l’economia del territorio, avendo attenzione al fatto che essi non possono più essere considerati come elementi da pianificarsi solo nella disciplina degli strumenti urbanistici locali, ma necessitano di un ragionamento complessivo e organico, da affrontare alla scala sovracomunale, in un quadro di coordinamento e di interazione con le singole realtà locali. Altrettanto essenziale è la necessità di tutela delle aree ancora libere da edificazione e condotte agli usi agricoli, in particolare di quelle che sono ancora portatrici di presenze e di valori naturalistici e paesistici. Per quanto riguarda la realizzazione delle nuove e necessarie infrastrutture, che nel territorio considerato possono essere inserite con gran difficoltà essendo quasi del tutto assenti i varchi necessari alla continuità dei corridoi per la sostanziale saldatura continua degli ambiti urbanizzati, si ritiene necessario che a tale realizzazione si accompagni una progettazione di alta qualità ambientale e paesistica capace di promuovere la formazione di “nuovi paesaggi” con un sistema di continuità del verde lungo le infrastrutture, con livelli significativi di quantità e qualità e, soprattutto se si saprà rinunciare a prevedere lungo i nuovi assi ulteriori elementi di espansione urbana. In rapporto a quest’ultima questione il PTCP impone ampi corridoi a vincolo ambientale che, avendo carattere prescrittivi ed essendo intesi come elementi di valenza paesistica, garantiranno la salvaguardia dei corridoi ambientali e la possibilità di raggiungere gli obiettivi prefissati. 22 Localizzazione del Comune di Osio Sopra all’interno dell’ “Ambito n. 19” (Fonte: PTCP Provincia di Bergamo) 23 1.1.3. Individuazione dell’ambito di influenza del Documento di Piano L’ambito di possibile influenza delle previsioni del PGT, ed in particolare il DdP, può essere individuato in funzione delle principali tematiche che attengono alla trattazione delle scelte strategiche del documento stesso in rapporto all’influenza ed alle ricadute che questi possono avere in un intorno territoriale più vasto rispetto ai confini comunali. 1. Il dimensionamento del fabbisogno abitativo e gli sviluppi residenziali. Il comune di Osio Sopra è già dotato del Piano dei Servizi, le cui indicazioni registrano sia il contenimento dell’incremento di popolazione che del fabbisogno abitativo. Le previsioni non esercitano l’influenza fuori dal confine comunale e non incidono pertanto sull’ambito territoriale né dal punto di vista della necessità dei servizi sovracomunali, né dell’implemento dei flussi di mobilità. 2. Le prospettive e l’organizzazione degli insediamenti produttivi. Si registra sul territorio la presenza significativa di attività produttive soprattutto nella parte est del territorio, ubicate a cavallo della Ex SS 525 e al confine con i Comuni di Dalmine e Levate. 3. L’organizzazione delle attività terziarie e commerciali. Sono presenti sul territorio piccole unità commerciali principalmente localizzate nella fascia perimetrale del centro storico e attività di media struttura, soprattutto lungo il percorso della Ex SS 525. 4. L’organizzazione dei servizi. Allo stato attuale il comune di Osio Sopra è già dotato del Piano dei Servizi, rispetto al quale non si prevedono modificazioni sostanziali alla situazione già prevista. 5. Il sistema della mobilità. Le problematiche fondamentali si concentrano sul sistema viario in attraversamento del territorio edificato. Il tema della separazione in due distinte porzioni del territorio comunale per effetto della presenza dell’Autostrada A4 Milano-Venezia e della Ex SS 525, determina la necessità di una particolare attenzione alla struttura dell’organizzazione del traffico esistente e alle problematiche di riqualificazione urbana ed ambientale. 24 6. Il sistema paesistico – ambientale. Il tema vede la necessità di garantire, anche attraverso un approfondimento della struttura delle reti ecologiche, la continuità della qualità dei paesaggi e dei sistemi della naturalità. La presenza del Plis del Brembo, consente di rapportare, dal punto di vista ambientale, il territorio di Osio Sopra con il più vasto territorio circostante. 7. La salvaguardia del patrimonio storico – artistico – culturale. Si tratta di un tema fortemente significativo che interessa il PGT di Osio Sopra, tale tematica tuttavia non presenta elementi di stretta connessione fisica e funzionale con i territori contermini. 8. Le scelte in ordine all’attività agricola ed alla conduzione dei territori rurali. Le aree potenzialmente destinabili all’agricoltura riguardano soprattutto il territorio ad ovest dell’abitato, verso il Brembo. 9. Problematiche specifiche a particolari condizioni del territorio: - riqualificazione dell’insediamento produttivo dismesso della “Rasica” che presenta elementi di elevato valore paesistico e presenza di significativo valore architettonico (archeologia industriale); - riqualificazione degli insediamenti e delle aree lungo il percorso della Ex SS 525; - recupero ambientale delle cave. Le situazioni sopra sinteticamente individuate consentono di definire, quali ambiti d’influenza, la complessiva porzione territoriale estesa a tutti i Comuni contermini relativamente alle questioni della mobilità e al tema della salvaguardia ambientale e delle acque nonché alla presenza degli insediamenti produttivi e commerciali nella fascia est dell’Autostrada A4 e della Ex SS 525. 25 RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo 2 - SUOLO E SOTTOSUOLO: geomorfologia, idrologia e idraulica; difesa del suolo e delle acque. 26 2.1. INQUADRAMENTO GEOLOGICO-GEOMORFOLOGICO Il Comune di Osio Sopra ha affidato al Dott. Geol. Carlo Pedrali l’incarico di acquisire la documentazione geologica, idrogeologica, geotecnica e sismica del proprio sul territorio, allo scopo di sviluppare ulteriormente la conoscenza geologica di base a supporto delle future attività di pianificazione e, adempiere così a quanto previsto dalla normativa vigente. Al momento lo studio è in fase di avanzato completamento. L’Alta Pianura compresa tra i fiumi Brembo e Serio rappresenta la porzione planiziale occidentale della provincia di Bergamo, confinante a nord con l’area metropolitana del capoluogo orobico e risultandone per ampi tratti unita dalla conurbazione sviluppatasi attorno all’Autostrada A4 e alla strada che da Bergamo conduce a Osio Sotto. Si tratta di un territorio completamente pianeggiante, ad eccezione delle deboli incisioni delle rogge Morla e Morlana e delle assai più nettamente marcate valli fluviali del Brembo e del Serio. L’Alta Pianura comprende anche una parte di pianura irrigua (Bassa Pianura), ampiamente irrigata con l’acqua emunta da rogge e da un articolato sistema di risorgive. I fiumi Brembo e Serio, dagli ultimi rilievi montuosi prospicienti la pianura, scorrono in solchi incassati, da cui sempre dipendono l’organizzazione territoriale ed il paesaggio della pianura. Entrambi i fiumi nel loro incedere attraverso il territorio hanno modellato conoidi di rilevante importanza; il Brembo, che dopo il tratto ad invaso ampio si chiude a forza nei pressi della foce e definisce ad oriente il triangolo dell’Isola, mentre il Serio, lasciata la valle, scorre in direzione nordsud in un letto tendenzialmente ampio e poco profondo. Nel quadrilatero che costituisce l’Alta Pianura si manifestano i caratteri fondamentali della fascia di transizione tra monte e piano: a oriente il Serio solca i depositi fluvio-glaciali recenti derivati dal rimaneggiamento di depositi morenici: ciottoli e ghiaia grossolana a matrice ghiaioso-sabbiosa e più o meno evidenti alla base, bancate cementate costituenti il Ceppo, una particolare tipologia di deposito fluvio-glaciale costituito da ghiaie e ciottoli fortemente cementati. Per la sua compattezza e resistenza all’erosione il Ceppo ha dato origine a forre profonde con pareti alte e dirupate (le gole del Brembo). Lo sbocco dilatato del Serio attraverso la pianura pone in evidenza il conoide di deiezione a pianta triangolare e a superficie bombata formatosi dove la velocità della corrente idrica diminuisce bruscamente; poco pronunciati ma ben visibili, i terrazzi fluviali sino all’altezza di GrassobbioCassinone. A occidente il Brembo si impone come elemento territoriale forte, definendo un invaso ben pronunciato, un letto relativamente ampio ed un terrazzamento più evidente e rilevante, anche paesaggisticamente, rispetto all’ambito seriano. 27 Per largo tratto, la pianura, costituita da depositi ciottolosi e ghiaiosi, risulta particolarmente permeabile; sovente è possibile osservare periodiche scomparse dell’acqua (più frequentemente lungo il Serio), che poi riemerge oltre la fascia dei fontanili. Lo spazio piano intermedio è segnato da un corso d’acqua più modesto e caratterizzato da un regime idraulico più irregolare, il Morla, che raccoglie le acque del Canto Alto ed attraversa la piana ciottolosa, suddividendosi in molteplici rivi minori per poi perdersi dopo uno sviluppo di pochi chilometri. Nello spazio dell’Alta Pianura bergamasca sono inoltre molto articolate le opere di canalizzazione a fini irrigui, spesso intrecciate al reticolo idrografico naturale. Oggi la pianura, caratterizzata da un’intensa urbanizzazione distribuita lungo le direttrici di sviluppo che si dipartono a raggiera dalla città di Bergamo o dai centri di maggiore importanza, si presenta con una morfologia piuttosto uniforme e con una natura litologica contraddistinta nel complesso da termini ghiaiosi, sabbiosi e limosi. Uno strato di alterazione di 20-70 cm di spessore, prevalentemente argilloso-sabbioso, non sempre ben conservato in quanto le pratiche agricole lo hanno profondamente e radicalmente rimaneggiato, mescolandolo ora con la coltre superiore di humus, ora con le sottostanti coltri di ghiaie e sabbie, è presente costantemente. Esso non consente di osservare e delimitare con continuità le associazioni litologiche che caratterizzano il “livello fondamentale” della pianura; è comunque possibile riscontrare una netta differenziazione fra il tratto di pianura settentrionale più ghiaioso e quello meridionale tendenzialmente più sabbioso con intercalazioni argillitiche. Questa distinzione si rispecchia anche nelle differenti condizioni idrogeologiche dei due ambiti, così che la fascia dei fontanili può essere visualizzata anche per segnare il passaggio tra l’Alta e la Bassa Pianura. 2.1.1. Il paesaggio vegetale Intorno all’anno Mille le fonti documentarie, costituite da pergamene sulle quali sono registrate le compravendite dei coltivi e altre variazioni nella gestione o nella proprietà dei terreni, testimoniano l’ampia diffusione dei castagneti, sia da taglio che da frutto, oggi completamente scomparsi dalla pianura. Le colture castanili erano presenti a Levate, Dalmine, Osio Sopra, Osio Sotto, Verdello, e nell’area presso il Serio giungevano fino a Cologno. Altre coltivazioni ora scomparse sono quelle della canapa, del lino e del guado. Quest’ultima tipica dei terreni fertili ed irrigui, era finalizzata alla produzione della Rubia tinctoria, una rubiacea dalle cui foglie si ricavava un colorante esportato nell’intera Europa o assorbito dalla fiorente industria laniera bergamasca, utilizzato per tingere la lana in azzurro o per la preparazione del fondo per la tintura in nero. 28 L’introduzione del gelso, inizialmente rallentata per le spese impegnative necessarie alla sua messa a dimora e per il danno provocato dall’ombra, determinò tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento il radicale cambiamento del paesaggio agrario. All’inizio venne collocato nei luoghi marginali alle coltivazioni, ma successivamente conquistò ogni spazio: ripe, orti, broli, cortili e coltivi, alternandosi con i suoi filari alla vite o alle colture erbacee. Le fronde del gelso coprivano a perdita d’occhio le campagne. Tra il Settecento e l’Ottocento la campagna si presentava così alberata come in poche altre fasi della sua storia: viti maritate a olmi e aceri campestri, filari di salici e gelsi, siepi vigorose con biancospini, querciole, ontani e pioppi. Platani, salici e ontani si trovavano lungo le rogge, a cui si alternavano macchie boscate sui terrazzi più vicini al Brembo. Oggi, l’imporsi nelle colture agrarie della cerealicoltura estensiva ha semplificato il paesaggio agricolo e vegetale. Gli elementi di pregio che permangono sono costituiti dalle ultime aree boscate dove ancora persistono elementi dei querco-carpineti originari. In tal senso, sono preziosi i boschetti “Blu” e “Astori”, le siepi e le cortine di vegetazione semi-naturale che affiancano il reticolo irriguo, naturale e artificiale, e le scarpate dei terrazzi che digradano verso il Brembo. Tra Osio Sopra e Brembate la valle del Brembo è fortemente incassata, le pareti di ceppo e il limitato irraggiamento creano condizioni consone all’insediamento di specie tipiche delle rupi alpine e dei boschi collinari e montani. Nei terrazzi alluvionali prossimi al Serio sono particolarmente diffusi, più che negli altri fiumi che tagliano la pianura, prati aridi, detti magredi, colonizzati da flora erbacea costituita da piante specializzate, a vegetare in ambienti caldo-asciutti. Un altro elemento di pregio naturalistico e paesaggistico è costituito dai rovari, parcelle rettangolari strette e lunghe che separano i campi creati per il progressivo accumulo dei sassi emersi dal coltivo con le arature. I rovari, oggi sempre più rari, sono colonizzati da boschi di essenze termo-xerofile quali orniello, roverella, bagolaro, acero campestre, pungitopo, emero ed altre ancora, adatte al substrato ghiaioso che spesso è sopraelevato rispetto all’adiacente piano di campagna. Bei rovari sono ancora presenti nelle campagne di Osio Sopra nei pressi della Cascina Capra, verso la Rasica. Le informazioni relative agli aspetti geologici e vegetali dell’Alta Pianura tra Brembo e Serio sono state estrapolate da “Caratteri del paesaggio in Provincia di Bergamo” a cura di Moris Lorenzi. 29 2.2. INDIVIDUAZIONE DELLE CLASSI DI FATTIBILITA’ GEOLOGICA La normativa regionale stabilisce quattro classi di fattibilità geologica per le azioni di Piano: 1. Fattibilità senza particolari limitazioni (colore bianco); 2. Fattibilità con modeste limitazioni (colore giallo); 3. Fattibilità con consistenti limitazioni (colore arancione); 4. Fattibilità con gravi limitazioni (colore rosso). Nello studio della componente geologica e sismica, in fase di completamento da parte del Dott. Geol. Carlo Pedrali, le classi di fattibilità risultano così definite: • Classe 1– Fattibilità senza particolari limitazioni: in questa classe, indicata in bianco sulla cartografia di seguito riportata, ricadono le aree per le quali lo studio non ha individuato specifiche problematiche di carattere geologico, di conseguenza non vi sono particolari limitazioni all’utilizzo a scopi edificatori e/o alla modifica della destinazione d’uso delle particelle. Nel caso specifico di Osio Sopra, non esistono aree che ricadono in tale classe. • Classe 2 – Fattibilità con modeste limitazioni: in questa classe, indicata in giallo sulla cartografia di seguito riportata, ricadono le aree nelle quali sono state riscontrate modeste limitazioni all’utilizzo a scopi edificatori e/o alla modifica di destinazione d’uso dei terreni; per superare le quali si rende necessario realizzare approfondimenti di carattere geologicotecnico, idraulico o idrogeologico o l’adozione di accorgimenti tecnico-costruttivi finalizzati al superamento delle problematiche senza che sia necessaria la realizzazione di opere di difesa. Sottoclasse 2Gt: aree con problematiche di tipo geologico-geotecnico. Questa sottoclasse corrisponde al settore orientale del territorio comunale di terreni che localmente possono presentare caratteristiche geotecniche mediocri a partire dalla superficie topografica sino a profondità elevate, si tratta dei terreni appartenenti all’Unità di Brembate. Sottoclasse 2 Id: aree con problematiche di tipo idraulico. In questa sottoclasse ricade l’area in Fascia C del PAI. Rientra in tale classificazione la zona nordoccidentale del territorio comunale. Per quanto riguarda le porzioni di territorio che ricadono in “Fascia C - Area di inondazione per piena catastrofica”, valgono le N.d.A. del PAI. L’Art.31 comma 4 demanda agli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica, la regolamentazione delle attività ivi consentite, i limiti e i divieti da porre su tali terreni. Occorre tenere comunque in considerazione l’ipotesi di contenere le situazioni di rischio. Sottoclasse 2Idg: aree con problematiche di tipo idrogeologico. 30 Rientra in questa classe la zona di affioramento dell’unità di Treviglio dove la vulnerabilità verticale è alta. In queste aree, dove è presente una ridotta coltre pedogenetica, gli interventi antropici quali ad esempio: insediamenti agricoli; insediamenti industriali giudicati pericolosi, la trivellazione di nuovi pozzi, la realizzazione di serbatoi interrati, etc…, dovranno tenere in considerazione tale aspetto per non alterare le condizioni chimico-fisiche delle acque presenti nel sottosuolo. • Classe 3 – Fattibilità con consistenti limitazioni: la classe 3, indicata in arancione sulla cartografia di seguito riportata, comprende le zone in cui sono state riscontrate consistenti limitazioni all’utilizzo a scopi edificatori e/o alla modifica della destinazione d’uso dei terreni, a causa delle condizioni di pericolosità/vulnerabilità individuate. Rispetto alle aree in classe due, quelle rientranti nella terza classe di fattibilità, presentano anche una maggiore diffusione ed estensione del dissesto o delle potenziali attitudini ad esso. In questa classe sono comprese generalmente: aree acclivi potenzialmente soggette all’influenza di fenomeni di dissesto, aree soggette a fenomeni alluvionali con eventuale trasporto in massa, terreni dotati di scadenti caratteristiche geotecniche, le aree molto vulnerabili dal punto di vista della qualità delle acque e le aree inquinate. Sottoclasse 3St: aree con problematiche di tipo stabilità. In questa sottoclasse ricadono tutte quelle aree di scarpata di origine antropica legate all’attività estrattiva in corso o trascorsa (in stato di abbandono). Sottoclasse 3Gt: aree con problematiche di tipo geologico-geotecnico. In questa sottoclasse ricadono tutte quelle aree che sono state oggetto in passato o lo sono attualmente, di interventi antropici quali: escavazione dei terreni naturali sino a profondità elevate e successivo riporto di rifiuti inerti. In queste aree, il progressivo compattamento di questi materiali può determinare fenomeni di assestamento anche consistenti. In tali zone in caso di prevista edificazione si dovrà tenere in considerazione i seguenti elementi: - la riduzione della capacità portante dei terreni di riporto; - la previsione di elevati cedimenti totali/cedimenti differenziali per compattazione/consolidazione dei riporti; - la caratterizzazione della natura dei terreni di riporto laddove non esistano accertamenti precedenti; - la necessità di adottare soluzioni fondazionali di tipo profondo o misto. Sottoclasse 3Id: aree con problematiche di tipo idrologico. 31 In questa sottoclasse ricadono le aree in Fascia B del PAI. In tali aree valgono le norme del PAI relative alla fascia B (vedi N.d.A. PAI, Art.30, 38, 38-bis, 38-ter, Art. 39 comma 4 e Art.41). Nel caso specifico del comune di Osio Sopra la fascia B del PAI coincide con la più restrittiva Fascia A (4 Id). Sottoclasse 3Idg: aree con problematiche di tipo idrogeologico. Rientrano in questa sottoclasse diverse tipologie di problematiche e più precisamente: - aree inquinate (vulnerate) dal punto di vista della qualità dei suoli e successivamente soggette a monitoraggio o a interventi di bonifica quali: l’area Ex-Smalterie di Osio, l’area del distributore Q8 area servizio autostrada A4 e l’area del distributore Esso area servizio autostrada A4, l’area della ditta ORP. Nel caso in cui queste zone siano interessate da un mutamento di destinazione d'uso (es: da commerciale/industriale a residenziale) che comporti l'adozione di valori limite di concentrazione accettabile (per gli inquinanti presenti) più restrittivi rispetto a quelli a cui si è fatto riferimento per gli interventi di bonifica o per le analisi di rischio, la proprietà dovrà impegnarsi a procedere alla redazione di un nuovo progetto, da autorizzarsi da parte del Comune, che preveda l'effettuazione dei nuovi interventi che si rendono necessari per il raggiungimento delle condizioni di sicurezza in relazione alla destinazione finale prevista; - aree inquinate (vulnerate) dal punto di vista della qualità delle acqua di falda (Boro) come l’area in corrispondenza e a valle delle ex-smalterie di Osio; - aree molto vulnerabili dal punto di vista della falda freatica per l’asportazione della coltre pedogenetica e dell’escavazione di ghiaia e sabbia. - aree molto vulnerabili dal punto di vista della falda freatica. Si tratta della parte più occidentale del territorio comunale (terrazzi fluviali postglaciali) dove la coltre pedogenetica è praticamente assente e la soggiacenza della falda freatica va da 24 metri fino a 0 metri in corrispondenza dell’alveo del Brembo. Classe 4 – Fattibilità con gravi limitazioni: in questa classe, indicata in rosso sulla cartografia di seguito riportata, ricadono tutte quelle aree per le quali l’elevata situazione di pericolosità/vulnerabilità comporta gravi limitazioni alla modifica di destinazione d’uso. In queste aree dovrà pertanto essere esclusa qualsiasi nuova edificazione, se non opere di consolidamento o di sistemazione idrogeologica mirate alla messa in sicurezza dei siti. Sono consentite le innovazioni necessarie per l’adeguamento alla normativa antisismica. In tali aree dovranno essere predisposti idonei piani di protezione civile e/o sistemi di monitoraggio geologico che permettano di tenere sotto controllo l’evoluzione dei fenomeni in atto. Eventuali infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico potranno essere realizzate, solo se non altrimenti localizzabili, previa verifica mediante apposita relazione geologico- 32 geotecnica che dimostri la compatibilità degli interventi previsti con la situazione di grave pericolosità esistente. Sottoclasse 4St: aree con problematiche legate a fenomeni d’instabilità. In questa sottoclasse ricadono tutte le scarpate sub verticali o aggettanti presenti in corrispondenza della forra del fiume Brembo e soggette a possibili fenomeni di crollo/ribaltamento. A titolo cautelativo, il limite esterno di tale area è stato arretrato di 10 metri rispetto al ciglio (sommità) della scarpata fluviale. Sottoclasse 4 Id: aree con problematiche di tipo idraulico. Nella sottoclasse 4Id ricadono le aree in Fascia A (Fascia di Deflusso di Piena). Queste aree sono soggette alle normativa del P.A.I. per la fascia A (cfr. Articolo 29 e Art. 39 delle NdA del P.A.I.). Carta della fattibilità geologica per le azioni di piano [Fonte: Bozza della “Componente geologia, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del territorio”, redatta dal Dott. Geol. Carlo Pedrali] 33 2.3. IDROLOGIA E IDRAULICA Il reticolo idrografico del territorio comunale è costituito oltre che dal Fiume Brembo (Reticolo Idrico Principale), dai canali d’irrigazione e dalle rogge appartenenti al Reticolo Idrico Irriguo di Bonifica. Nella tavola Idrogeologica (di bozza della Componente geologia, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del territorio”, redatta dal Dott. Geol. Carlo Pedrali) sono distinti: - il Reticolo Idrografico Principale (fiume Brembo), in colore blu; - il Reticolo Irriguo Consortile, con sponde naturali (in colore verde), con tratti intubati (in colore magenta), e il canale interrato Adda-Serio (in colore azzurro). Carta Reticolo Idrico Superficiale [Fonte: Bozza della “Componente geologia, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del territorio”, redatta dal Dott. Geol. Carlo Pedrali] 34 Il fiume Brembo rappresenta l’elemento idrografico principale del territorio comunale, un’analisi storica condotta dall’ERSAL (Carta Ambientale della Pianura, 1999) su documenti cartografici IGM, ha posto in evidenza come il corso del Brembo, all’interno dei confini comunali non abbia subito grossi spostamenti laterali a partire dal 1883-1889. Lo studio del “Reticolo Idrico Minore”, di cui il Comune è dotato, redatto dal Dott. Geol. Carlo Pedrali, ha ottenuto parere tecnico favorevole dallo STeR della Regione Lombardia - sede territoriale di Bergamo. 35 2.4. CAPTAZIONE IDRICA E RETE ACQUEDOTTISTICA Proprietario della rete è il Comune di Osio Sopra, mentre la gestione del ciclo integrato delle acque è affidata a Hidrogest S.p.A., con sede in Via Privata Bernasconi, 13 a Sotto il Monte (Bg). Il servizio prevede: - l’espletamento del pubblico servizio di fornitura e distribuzione dell’acqua potabile mediante tubazioni per usi domestici, artigianali, commerciali, zootecnici ed industriali; - la manutenzione straordinaria ed ordinaria della rete idrica e degli impianti dell’acquedotto comunali esistenti; - l’estensione della rete idrica e gli allacci d’utenza. Il sistema acquedottistico è costituito da tre pozzi di cui due ad uso idropotabile, di cui solamente uno in esercizio e il terzo in disuso. Planimetria del sistema idropotabile del Comune di Osio Sopra - 1999 [Fonte: Ufficio Tecnico Comunale] 36 37 2.4.1. Caratteristiche chimiche delle acque La rete dell’acquedotto è alimentata da un pozzo di acqua potabile situato in via Leonardo da Vinci, presso la sede degli impianti sportivi. Viene inoltre segnalata la presenza, in Viale del Santuario, di un pozzo non più in uso. Dai campionamenti effettuati (da parte dell’ASL e ARPA della Provincia di Bergamo, in data 12.08.2008) sulle acque destinate al consumo umano, l’acqua risulta essere conforme ai limiti fissati dal D.Lgs. n.31 del 02.02.2001. L’unica nota riguarda il cloro residuo libero che risulta essere inferiore al valore consigliato dal D.Lgs. 31/2001 di 0,2 mg/l; in merito, è consigliato di tenere verificato l’efficienza dell’impianto di clorazione. Stralcio del documento ufficiale inviato al Comune di Osio Sopra e alla Società Hidrogest S.p.A. da parte dell’ASL della provincia di Bergamo-dipartimento di prevenzione medico. [Fonte: Uffico Tecnico Comunale di Osio Sopra] 38 Copia dell’analisi microbiologica effettuata da personale dell’Azienda A.S.L. della provincia di Bergamo. 39 40 Elaborazione da parte di A.R.P.A. Dipartimento di Bergamo della copia dell’analisi microbiologica effettuata da personale dell’Azienda A.S.L. della provincia di Bergamo Relativamente ad episodi di inquinamento dei suoli e/o delle acque individuati sul territorio, si segnala una bonifica, completata recentemente presso la ex smalteria, lungo la Ex SS 525. 41 2.5. VINCOLI 2.5.1. Il fiume Brembo Nell’elenco del Reticolo Idrico Principale di cui alla D.G.R. n.7/7868 del 15.02.2002. Il tratto vincolato và dallo sbocco alla confluenza dal Brembo di Mezzoldo al Brembo di Branzi. 2.5.2. Vincoli derivanti dalla pianificazione di bacino (ai sensi della legge 183/89) • Fasce Fluviali dell’Autorità di Bacino fiume Po: d.c.p.m. 24 luglio 1998 “Approvazione piano stralcio fasce fluviali”; • Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico, adottato con delibera del Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino fiume Po, n.18/2001, il 26 aprile 2001. Per il PAI, in corrispondenza del fiume Brembo, sono presenti le fasce fluviali: - Fascia A del P.A.I.. (corrisponde al limite esterno della Fascia di deflusso della piena); - Fascia B del P.A.I.. (corrisponde al limite esterno della Fascia di esondazione; - Fascia C del P.A.I.. (corrisponde al limite dell’area soggetta ad inondazione per piena catastrofica). 2.5.3. Limite della fascia di rispetto di 150 metri lungo il fiume Brembo: aree soggette a protezione di fiumi, torrenti e corsi d'acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, e le relative sponde o piede degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna (ex L. 1497/39; ai sensi del d.lgs. 42 del 22/01/2004 Art 142 comma 1 lettera c). 2.5.4. Vincoli di polizia idraulica relativi al reticolo idrico comunale Sono riportate nella Carta dei Vincoli, lungo il fiume Brembo e i canali irrigui prevalentemente demaniali, le fasce di rispetto di 10 o di 5 metri (se in deroga) misurate dalla sommità della sponda o dal piede esterno degli argini esistenti. 2.5.5. Aree di salvaguardia delle captazioni ad uso idropotabile Attorno alle opere di captazione ad uso idropotabile, nel caso specifico i due pozzi di via Leonardo da Vinci e del Viale del Santuario, sono presenti le aree di salvaguardia stabilite dal DPR 236/88, confermate dal D.lgs. n.152/1999 e riprese dal D.lgs. n.258/2000, Art. 5 comma 4; integrate dalle disposizioni regionali in materia (D.G.R. n. 6/15137 del 27 giugno 1996). Zona di tutela assoluta: è costituita dall'area immediatamente circostante le captazioni o le derivazioni; essa deve avere un'estensione, in caso di acque sotterranee e ove possibile anche per le acque superficiali, di almeno dieci metri di raggio dal punto di captazione, deve essere 42 adeguatamente protetta e adibita esclusivamente a opere di captazione o presa e a infrastrutture di servizio. Zona di rispetto: è costituita dalla porzione di territorio circostante la zona di tutela assoluta. Tale zona è da sottoporre a vincoli e a destinazioni d'uso tali da tutelare qualitativamente e quantitativamente la risorsa idrica captata. Può essere suddivida in zona di rispetto ristretta e zona di rispetto allargata in relazione alla tipologia dell'opera di presa o captazione e alla situazione locale di vulnerabilità e rischio della risorsa. In assenza dell'individuazione da parte della regione della zona di rispetto, la medesima ha estensione circolare di 200 metri di raggio rispetto al punto di captazione o di derivazione. Per quanto riguarda la disciplina delle strutture o delle attività all’interno delle zone di rispetto e di tutela assoluta, occorre fare riferimento alla normativa regionale, la DGR n.7/12693 del 10 aprile 2003 “Direttive per la disciplina delle attività all’interno delle aree di rispetto, art.21 comma 6 del D.lgs.152/99 e s.m.”. Zone di protezione: devono essere delimitate secondo le indicazioni della Regione per assicurare la protezione del patrimonio idrico. In esse si possono adottare misure relative alla specifica destinazione del territorio interessato, limitazioni e prescrizioni per gli insediamenti civili, produttivi, turistici, agroforestali e zootecnici da inserirsi negli strumenti urbanistici comunali, provinciali, regionali, sia generali sia di settore. 2.5.6. Il Parco Locale di Interesse Sovracomunale del basso corso del fiume Brembo Il riconoscimento del Parco Locale di Interesse Sovracomunale (P.L.I.S.) del basso corso del fiume Brembo avvenuto con D.G.P. n. 85 del 24 febbraio 2005 dopo decenni di ipotesi, proposte e dibattiti, rappresenta un fatto di grande rilievo nella direzione di uno sviluppo territoriale equilibrato e responsabile. In un contesto densamente abitato e soggetto a intense dinamiche, delle quali siamo tutti attori e spettatori, la costruzione di un Parco rappresenta un manifesto per la qualità rivolto al territorio nel suo complesso. Esso interessa una superficie di 974 ettari, distribuiti lungo entrambe le sponde del fiume orobico, da Bonate Sotto a Filago e da Dalmine a Boltiere. Oltre ai Comuni citati, fanno parte del Parco anche Madone, Osio Sopra e Osio Sotto. Per il territorio comunale di Osio Sopra, è da ricordare l’itinerario n.1 del P.L.I.S. , lungo il terrazzo fluviale da Dalmine a Osio Sopra. Il percorso si sviluppa lungo la sponda sinistra del fiume Brembo, nel tratto settentrionale e mediano del Parco, interessando sia la scarpata morfologica più interna, con i suoi boschi e i numerosi punti panoramici, sia gli ambiti agricoli ricavati dall'uomo all'interno della valle planiziale. Gli accessi a questo percorso sono localizzati a Brembo di Dalmine in prossimità del Villino Rosa e presso lo stabilimento della Rasica a Osio Sopra. 43 2.5.6.1. La valle planiziale del Brembo Il fiume Brembo nel suo basso corso che va dagli ampi terrazzi di Bonate alla foce in Adda, rappresenta un'area di pregio sia per il quadro ambientale, così articolato in questo tratto, sia per i suoi caratteri paesaggistici, che documentano un ricco intreccio di rapporti tra uomo e natura. Nel tratto interessato dal Parco, il fiume Brembo scorre all'interno di un'ampia valle, definita da ben visibili scarpate laterali che scendono ripide verso il fondovalle. Queste scarpate sono per lunghi tratti interrotte da terrazzi morfologici, a testimonianza delle antiche fasi alluvionali, successive al termine delle glaciazioni quaternarie; la dinamica fluviale ha permesso in seguito al corso d'acqua di abbassare sempre più il proprio letto fino alle attuali quote. L'energica azione erosiva del fiume ha quindi fatto emergere sul fondo e sui lati della valle parte degli antichi depositi fluvioglaciali ed alluvionali che costituiscono una successione potente alcune centinaia di metri. Le successioni alluvionali più antiche hanno subìto un processo di cementazione ad opera delle acque in esse circolanti, dando origine ai depositi conglomeratici noti con il termine di “ceppo”. Questi affioramenti conglomeratici hanno esercitato un ruolo fondamentale nel provocare strettoie ad alta resistenza (forre di Briolo-Ponte S. Pietro e di Marne-Brembate), dove il fiume per poter defluire ha dovuto aprirsi varchi strettissimi che oggi osserviamo ed ammiriamo come forre di grande suggestione ed interesse geologico. Nei tratti compresi tra le forre, dove il ceppo non compare, il fiume invece ha potuto esprimere la sua dinamica su aree più ampie e l'attività erosiva si è svolta a scapito dei depositi alluvionali da esso precedentemente abbandonati. Nel tratto compreso tra Bonate Sopra e Treviolo la valle fluviale raggiunge la massima ampiezza; il fiume Brembo è qui caratterizzato da un alveo ciottoloso con morfologia a canali intrecciati, con isole e barre fluviali strette ed allungate. Sempre con riferimento agli aspetti morfologici della valle fluviale, in sinistra idrografica è presente un lungo terrazzo morfologico intermedio, di grande valenza paesaggistica e naturale, che da Ponte S. Pietro arriva a chiudersi all'altezza di Mariano, rilevato di circa 10 m rispetto all'alveo attuale e più basso di circa 20 m rispetto al livello fondamentale della pianura. Sulla sponda opposta si passa invece direttamente e più o meno bruscamente dalla piana alluvionale recente al livello superiore della pianura fluvioglaciale, senza la presenza di superfici alluvionali terrazzate intermedie, probabilmente erose a causa della tendenza del fiume a spostarsi progressivamente verso ovest. La sponda occidentale appare più movimentata e complessa anche per la presenza delle confluenze del torrente Lesina, a Bonate Sotto, e del torrente Dordo, a Marne. Entrambi i corsi d'acqua, secondari solo rispetto al fiume principale, ma di grande importanza per la definizione dell'assetto storico e geografico del territorio da essi attraversato, prendono origine dalle articolate pendici del Monte Albenza (la Lesina) e delle colline di Pontida (il Dordo), percorrendo poi la piana 44 fluvioglaciale del terrazzo orientale dell'Isola, passando tra vari paesi, sino a confluire nel Brembo dopo aver profondamente inciso la stessa superficie terrazzata, così da adeguare il proprio profilo con quello del fiume principale. La forra che da Marne si sviluppa, con andamento solo lievemente sinuoso, fino a Brembate, costituisce un elemento di rilievo assoluto per quanto riguarda gli aspetti geologici e morfologici. La profonda valle è completamente scavata nel duro conglomerato (ceppo) che l'azione combinata della dinamica gravitativa e dell'erosione fluviale ha modellato in ripide pareti. Particolarmente suggestivi i tratti in cui all'interno dell'alveo sono abbandonati i massi di maggiori dimensioni caduti dalle pareti laterali, talmente grossi da non poter essere facilmente rimossi dalla corrente, per quanto impetuosa. I massi più imponenti, o meglio l'affiorare del substrato conglomeratico in alveo, hanno consentito l'attraversamento del fiume con la costruzione di ponti fin dalla più remota antichità, come testimoniano i ruderi del Ponte Corvo di Marne e il Ponte di S. Vittore a Brembate. All'uscita dalla forra di Marne-Brembate, la valle del Brembo si amplia notevolmente a scapito dei terrazzi alluvionali intermedi che qui, a differenza del settore più settentrionale, assumono un'importanza e un'estensione decisamente maggiori, almeno a partire da Boltiere sulla sponda sinistra. In questo tratto, la valle fluviale si caratterizza per la presenza di una successione di terrazzi alluvionali intermedi, separati da evidenti scarpate morfologiche, che conserva, anche nell'andamento mosso della superficie topografica e, in qualche tratto, nella vegetazione, una qualità ambientale di assoluto interesse. Per quanto riguarda il reticolo idrografico artificiale, la costruzione di rogge e canali si è resa necessaria per lo sfruttamento delle acque del Brembo a scopo irriguo e per il funzionamento di fabbriche ed opifici. La costruzione di una rete idrografica artificiale dipende sia dalla quantità di acqua disponibile naturalmente, sia dalla morfologia e dalla topografia del territorio; infatti, se pure le portate del Brembo consentono l'utilizzo di una certa quantità delle acque del fiume, senza eccessive oscillazioni giornaliere di portata, la profondità dell'alveo per lungo tratto non consente di intercettarne le acque e convogliarle in alvei artificiali, se non all'altezza di Brembate, al servizio del territorio trevigliese. Le derivazioni dal fiume Brembo sono dunque limitate alla Roggia Curnino Ceresino, alla Roggia Brembilla e alle Rogge Trevigliesi, in sinistra idrografica, e alla Roggia Masnada in destra idrografica. 45 2.5.6.2. La flora del Parco Il Parco presenta una notevole varietà di paesaggi vegetali, i principali tra i quali sono: • le colture arative e i prati stabili: le colture arative sono costituite quasi esclusivamente da colture cerealicole mentre i prati polifitici sono superfici di terreno ricoperte da erbe dallo sviluppo contenuto, periodicamente soggette allo sfalcio per la produzione di foraggio. Sebbene si tratti di vegetazione antropica, i prati costituiscono un consorzio vegetale di pregio per la ricchezza floristica che li contraddistingue e per il contributo che forniscono alla varietà dell’ecomosaico locale. • le cortine arboree di corsi d'acqua minori naturali e artificiali: gli elementi del reticolo idrografico minore, sia naturale che artificiale, sono accompagnati, per ampi tratti, da cortine e filari arborei, che spesso costituiscono i corridoi verdi di maggior pregio delle aree urbane e periurbane. La dotazione vegetale è di valore soprattutto lungo i cavi delle rogge ancora attive e di maggior rilievo, in quanto accoglie una florula preziosa in senso sia quantitativo sia qualitativo. Le condizioni di umidità e di freschezza determinate dallo scorrimento delle acque favoriscono l’insediamento di specie nemorali, anche microtermiche, tipiche dei consorzi boschivi mesofili dei versanti vallivi; inoltre il piede costantemente umido delle ripe accoglie i grossi carici, tipici delle zone palustri, che non trovano idonei habitat nei ghiaieti del letto del Brembo. • le boschine e le fasce boscate a dominanza di robinia: la robinia è presente in modo più o meno marcato in tutti gli ambiti boscati dell’area del Parco, ma in alcune plaghe, interessate da interventi distruttivi della vegetazione originaria o da continuo e forte disturbo, ha preso nettamente il sopravvento diventando la specie dominante. Si concentra in particolare sul terrazzo più basso al di sotto della scarpata morfologica che si sviluppa tra gli abitati di Filago, Madone e Bonate Sotto e il fiume Brembo, in destra idrografica. Lo strato arboreo nel robinieto è pertanto molto semplificato ed è costituito, in genere, da piante di robinia coeve, fra cui s’inseriscono sporadicamente specie autoctone, acero campestre, farnie e carpini, testimoni di potenzialità vegetali e di presenze pregresse di maggior pregio. Anche lo strato arbustivo è molto povero e costituito per la quasi totalità da sambuco o da nocciolo. • i magredi: lungo l’asta del Brembo, nei territori di Bonate Sotto e nell’ampio alveo del fiume, nel tratto caratterizzato da rami intrecciati, sono presenti spazi aperti detti magredi, costituiti da formazioni erbacee insediatesi su substrati ghiaiosi e sabbiosi, molto permeabili 46 e siccitosi. Questa situazione ambientale ha selezionato nel corso del tempo una vegetazione spiccatamente termo-xerofila, rara in pianura, ricca di specie di interesse naturalistico, spesso tipiche dei versanti collinari esposti a solatìo. La copertura erbacea è costituita da specie steppiche, tipiche delle aride pianure esteuropee ed asiatiche, mediterranee, orofite a distribuzione montana discese in pianura fluitate dalla corrente del Brembo e qui insediate in tempi in cui il clima era più freddo. Alla vegetazione erbacea (la specie dominante è la graminacea forasacco eretto) si associa in alcune plaghe una vegetazione arbustiva pioniera costituita da rosa selvatica comune, rovo e dall’esotica buddleja. Importante sta divenendo anche la presenza di un’altra esotica arborea molto rustica e competitiva, l’ailanto. • le cortine arboree interpoderali a dominanza di robinia: il plurisecolare lavoro di spietramento dei campi è uno dei processi storici che hanno costituito il paesaggio agrario dell’alta pianura bergamasca. I sassi raccolti nel terreno dopo le arature, venivano accumulati ai margini dei coltivi dando origine a rilevanti depositi di ghiaie, larghi alcuni metri e lunghi diverse decine, creando a volte complessi e continui disegni geometrici sul suolo. Su questi depositi si è instaurata una vegetazione adatta a condizioni di aridità e termofilia, creando lunghi e caratteristici corridoi vegetazionali. Queste siepi, che un tempo venivano denominate “rovari” o “murari”, a seconda che si mettesse in evidenza la composizione edafica o vegetazionale, sono dominate, nello strato arboreo, da due essenze esotiche, la robinia e l’ailanto Tra le specie non autoctone, introdotte per sostenere le prime attività imprenditoriali, troviamo i gelsi (Morus nigra e Morus alba) e il gelso da carta (Broussonetia papyrifera), coltivati in passato, in gran numero, per l’allevamento del baco da seta, ma ormai ridotti a pochi esemplari. Fra le specie alloctone dominanti si rinvengono rare presenze di specie vegetali, tra cui rovere e cerro, che costituiscono le ultime vestigia del manto forestale che vegetava nella pianura prima dell’avvento delle attività agricole. • la vegetazione delle scarpate morfologiche: l’acclività delle scarpate e l’esposizione hanno favorito lo sviluppo di una vegetazione termofila tipica di suoli tendenzialmente asciutti. La copertura vegetale presenta uno strato arboreo ben sviluppato, costituito da specie autoctone fra cui domina il carpino nero, accompagnato dal bagolaro, da alcune querce e dall’acero campestre. Anche il sottobosco rivela una elevata presenza di specie autoctone nemorali, contribuendo a determinare l’elevato valore naturalistico di questa tipologia vegetale, che si raccorda ai consorzi di latifoglie eliofile dei primi versanti collinari. 47 • la vegetazione rupicola su ceppo in forra: nel tratto compreso tra Filago e Brembate il Brembo scorre in forra tra ripide pareti colonizzate da una florula ricca di specie tipiche di orizzonti vegetali montani, assai rare in ambito planiziale. Tra queste entità si ricordano, a titolo d’esempio, Globularia cordifolia. Phyteuma scheuchzeri, Sesleria varia, Erica carnea, Hinula ecc. Di notevole importanza fitogeografica è la presenza della campanula d’Insubria (Campanula elatinoides), specie esclusiva delle Prealpi Lombarde, tipica delle rupi calcareodolomitiche del piano montano e montano superiore. • i querco-carpineti: la vegetazione potenziale naturale delle aree planiziali dell’alta pianura bergamasca è costituita da consorzi di querce con carpino bianco, detti quercocarpineti. Sebbene querco-carpineti ben strutturati non siano presenti nell’area del Parco, i consorzi che più ad essi si avvicinano sono il bosco dell’Itala e le macchie boscate presenti nel parco del Castello di Marne. 2.5.6.3. La fauna del Parco Gli ambienti fluviali costituiscono spesso nella nostra pianura, ormai fortemente compromessa dalle molte attività antropiche, una zona preziosa per la fauna, dove gli animali possono trovare cibo, riparo dai predatori e ambienti adatti alla riproduzione. Naturalmente per gli animali, dotati di movimento, è poco significativo segnalare presenze puntiformi, specialmente su un territorio che non presenta grandi barriere allo spostamento. E’ quindi più interessante cercare i particolari ambienti presenti nell’area, che non sono esclusivamente quelli legati all’asta fluviale, ma anche i terreni agricoli circostanti e le rare formazioni boschive. Nella zona tra Bonate Sotto e Filago vi sono i prati aridi lungo il fiume, dove nidificano piccoli uccelli come il canapino, il pigliamosche e un abile predatore come l’averla piccola. Questa particolare tipologia ambientale, ormai rara in tutta la pianura, si ritrova in formazioni molto ridotte anche nei pressi di Osio Sopra. La vegetazione circostante i campi coltivati, ospita molte specie, tra le quali la capinera dal ricco gorgheggio, la sterpazzola, il gheppio, piccolo rapace che nella zona nidifica sui piloni dell’alta tensione. Arrivati a Marne la presenza delle forre proteggono efficacemente una ricca fauna. Qui troviamo numerosi ardeidi, tra i quali vanno segnalati l’airone cenerino, la garzetta e la nitticora; viene spesso avvistato il martin pescatore e frequente è anche la rondine montana. In questa zona è inoltre certa la presenza di due serpenti, la biscia dal collare e la natrice tassellata, entrambi innocui e fortemente legati ad ambienti acquatici. 48 La corrente impetuosa di questo tratto non impedisce un’abbondante presenza di pesci, come cavedani, vaironi, barbi, sanguinerole, mentre le trote, iridea e fario, sono legate alle immissioni per la pesca sportiva. Rare sono le aree boscate, dove è certa la presenza di un buon numero di specie interessanti: - rettili: ramarro, orbettino, saettone e biacco (agile serpente di colore scuro); - nidificanti: cincia allegra e cinciarella; - uccelli: rampichino, picchio muratore, torcicollo e picchio rosso; - mammiferi: toporagno, moscardino, ghiro dalla morbida pelliccia, riccio e volpe. Inquadramento geografico P.L.I.S. del basso corso del Brembo [Fonte: www.parcobassobrembo.it] 49 2.5.7. Limite di Ambito Territoriale Estrattivo: sul territorio comunale è localizzato un Ambito di cava, si tratta dell’Ambito ATE2g, tratto dal Piano Cave provinciale. Carta dei vincoli [Fonte: Bozza della “Componente geologia, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del territorio”, redatta dal Dott. Geol. Carlo Pedrali] All’interno del territorio comunale non sono presenti “Siti d’Importanza Comunitaria” (SIC) o “Zone di Protezione Speciale” (ZPS). 50 2.6. LA PERICOLOSITA’ SISMICA LOCALE La D.G.R. n. 8/1566 del 22 dicembre 2005 “Criteri ed indirizzi per la definizione della componente geologica, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del Territorio, in attuazione dell’art. 57 comma 1 della l.r. dell’11/03/2005 n.12” e la successiva D.G.R. 8/7374 del 28/05/2008, stabiliscono l’indispensabilità, per i Comuni, di dotarsi di uno studio geologico che affronti tutti gli aspetti legati al territorio compreso quello della valutazione della pericolosità sismica locale. La metodologia regionale prevede 3 livelli di studio a crescente grado di approfondimento. Si passa rispettivamente dal 1° livello, dove ci si limita all’individuazione delle aree potenzialmente sensibili dal punto di vista dell’aspetto sismico, al 2 e 3° livello, dove viene effettuata una valutazione dell’effetto di amplificazione sismica (risposta sismica locale) in corrispondenza delle aree sensibili individuate nella prima fase d’indagine; la valutazione del fattore di amplificazione è di tipo semiquantitativo per il secondo livello e di tipo quantitativo per il terzo. Per il Comune di Osio Sopra, l’aggiornamento dello studio della Componente Geologica e Sismica, affidato al Dott. Geol. Carlo Pedrali, è in fase di completamento. La carta di Pericolosità Sismica Locale (PSL), di seguito riportata, deve essere utilizzata congiuntamente (sovrapponendola) con la Carta di fattibilità delle azioni di Piano. Le prescrizioni relative alle zone PSL individuate sono diverse in relazione allo scenario di pericolosità sismica locale individuato e più precisamente: 1. in generale i progetti relativi a future edificazioni dovranno tenere attentamente in considerazione, oltre alle caratteristiche dell’area di edificazione, anche la situazione geologicostratigrafica-geomorfologico-idrogeologica circostante; 2. per le zone a PSL classificate Z1a la normativa prescrive analisi di 3° livello di approfondimento se queste aree non ricadono in classe di fattibilità 4. Nel caso specifico tali aree ricadono in classe 4 (aree inedificabili). 3. per le zone a PSL classificate Z2, corrispondenti alle aree dove sono presenti terreni di riporto di consistente spessore e talora di caratteristiche geotecniche scadenti, soggetti pertanto a possibili fenomeni di cedimento per compattazione in seguito ad un evento sismico, si consigliano indagini mirate a verificare la tipologia, lo spessore e le caratteristiche geotecniche di tali terreni ed una verifica di terzo livello di approfondimento sismico come indicato in normativa; 4. per le zone a PSL classificate Z3a, corrispondenti agli orli di scarpata dei terrazzi alluvionali/di erosione con altezza superiore ai 10 metri, è prevista l’analisi di secondo livello di approfondimento; 5. per le zone a PSL classificate Z4a, la normativa regionale prescrive, per i comuni in zona 4 e nel caso di edifici strategici e rilevanti, analisi di secondo livello di approfondimento da effettuarsi in fase di pianificazione; 51 6. per le zone a PSL classificate Z5, zone di contatto/affioramento del Ceppo del Brembo, la normativa regionale prescrive, per i comuni in zona 4 e nel caso di edifici strategici e rilevanti, analisi di terzo livello da effettuarsi in fase di edificazione oppure in alternativa fondare su un unico litotipo. Carta di Pericolosità Sismica Locale [Fonte: Bozza della “Componente geologia, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del territorio”, redatta dal Dott. Geol. Carlo Pedrali] 52 2.7. CAVE E DISCARICHE 2.7.1. Cave Il nuovo Piano Cave della Provincia di Bergamo individua, nel territorio comunale di Osio Sopra, un ambito territoriale estrattivo ATEg2 (sabbia e ghiaia), situata ad ovest dell’abitato. 53 54 [Fonte: Nuovo Piano Cave della Provincia di Bergamo (2008) – ATEg2 Osio Sopra] 2.6.2. Discariche Nel territorio comunale non vi sono impianti autorizzati a discarica. 55 2.8. RETE FOGNARIA Il gestore della rete fognaria nel Comune di Osio Sopra è “Consorzio R.I.A. Risanamento Idrico Ambientale S.p.A.”, con sede legale in Strada Provinciale, 121 a Lurano (Bg). L’abitato è servito dalla fognatura pubblica allacciata ai collettori intercomunali che hanno come recapito finale l’impianto di depurazione consortile di Boltiere. La rete è del tipo misto. Planimetria della rete fognaria del Comune di Osio Sopra [Fonte: Ufficio Tecnico Comunale] 56 2.9. RIFIUTI Il Comune di Osio Sopra svolge, in regime di privativa, il servizio di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti urbani su tutto il territorio. La raccolta dei rifiuti solidi urbani viene effettuata a domicilio. A cadenza settimanale viene effettuata la raccolta a domicilio della carta, cartone, plastica e vetro, umido e RSU. L’obiettivo da raggiungere è quello previsto dal D.lgs 152/06 ovvero di raggiungere il 65% della raccolta differenziata entro il 31.12.2012. Il Comune è dotato di “Isola Ecologica”, presso la quale vengono conferiti i rifiuti ingombranti, sita in Via Circonvallazione Nord e, operativa nei seguenti giorni e orari: • orario invernale: [lunedì 9.00-12.00; martedì 14.00-17.00; mercoledì 9.00-12.00; giovedì 14.00-17.00; venerdì 9.00-12.00; sabato 9.00-12.00 e 14.00-17.00]; • orario estivo: [lunedì 9.00-12.00; martedì 15.00-18.00; mercoledì 9.00-12.00; giovedì 15.00-18.00; venerdì 9.00-12.00; sabato 9.00-12.00 e 15.00-18.00]. Abitanti Pro capite (Kg/ab*giorno) RD con ing. a rec. (%) Servizi RD (N°) Rec. Compl. mat.+ en (%) Avvio a Rec. di mat. (%) Recupero di energia (%) Smalt. in discarica (%) Smalt. in disc. extraprov. (%) Pc Raee ab. 08 (Kg/ab*anno) 4.959 0,98 68,7% 14 90,1% +68,6% 21,4% 6,5% - 0,90 Costi (€/ab) 60 Comune di Osio Sopra, consumi rifiuti anno 2007 [Fonte ARPA] Il progetto per la “riduzione della produzione di rifiuti” è stato sviluppato dall’Associazione dei Comuni appartenenti all’Agenda 21 dell’area dell’Isola Bergamasca e dall’area Dalmine-Zingonia, nell’anno 2007, anche grazie ad un contributo provinciale. Il progetto è stato finalizzato ad attivare procedure di acquisto del verde coordinato in via sperimentale per gli uffici dei Comuni dell’area di Zingonia (Boltiere, Comun Nuovo, Dalmine, Levate, Osio Sopra, Stezzano, Verdello e Verdellino), con particolare attenzione alla definizione di procedure di acquisto comune per i prodotti della gamma “cartoleria ed elettronica”. A seguito della partecipazione del Forum Compraverde della scuola nazionale GPP (Green Public Procurement), tenutosi a Cremona nei giorni 10-11 maggio 2007, è stato avviato il progetto con gli Uffici Comunali. 57 Abitanti 5.034 RU ind (Kg/anno) 419.660 Spazzamento strade (Kg/anno) 65.400 Ingombranti (Kg/anno) 119.800 Tot. RD (Kg) 1.358.314 Tot. Rifiuti 1.963.174 Percentuale RD (%) 69,19 Pro capite RU ind 2008 (Kg/ab*giorno) 0,228 Variazione percentuale pro capite RU ind 2008-2007 (%) 8,46 Pro capite RSpazz. Strade 2008 (Kg/ab*giorno) 0,035 Variazione percentuale pro capite RSpazz.Strade 2008-2007 (Kg/ab*giorno) (%) 4,40 Pro capite Ring 2008 (Kg/ab*giorno) 0,065 Variazione percentuale pro capite Ring 2008-2007 (%) 3,21 Pro capite RD 2008 (Kg/ab*giorno) 0,737 Variazione percentuale pro capite RD 2008-2007 (%) 9,54 Pro capite rifiuti a smaltimento (Kg/ab*giorno) Pro capite rifiuti totali 2008 (Kg/ab*giorno) Variazione percentuale pro capite rifiuti totali (%) Percentuale RD + Ing. Rec. (Kg/ab+anno) (%) 0,328 1,066 8,73 69,19 Comune di Osio Sopra, produzione rifiuti urbani [Fonte:”Rapporto sulla produzione di rifiuti urbani e sull’andamento delle raccolte differenziate, anno 2008”, Provincia di Bergamo] 58 Abitanti 5.060 RUInd (Kg/anno) 434.100 Spazzamento strade (Kg/anno) 89.740 Ingombranti (Kg/anno) 120.460 Tot. RD (Kg) 1.354.475 Tot. Rifiuti 1.998.775 Percentuale RD (%) 67,77 Percentuale RD+ing.Rec. (%) 67,77 Pro capite annuo (Kg) 395,01 Pro capite RUInd 2009 (Kg/ab*giorno) 0,235 Variazione pro capite (%) RUInd 2009-2008 3,070 Pro capite RSpazz. Strade 2009 (Kg/ab*giorno) 0,049 Variazione pro capite (%) Pro capite RSpazz. Strade 2009-2008 (Kg/ab*giorno) 40,000 Pro capite Ring 2009 (Kg/ab*giorno) 0,065 Variazione pro capite (%) Ring 2009-2008 0,000 Pro capite RD 2009 (Kg/ab*giorno) Variazione pro capite (%) RD 2009-2008 Pro capite Rifiuti a smaltimento 2009 (Kg/ab*giorno) Variazione pro capite (%) Rifiuti a smaltimento 2009-2008 Pro capite Rifiuti totali 2009 (Kg/ab*giorno) Variazione pro capite (%) Rifiuti totali 0,733 -0,543 0,349 6,402 1,082 1,501 Comune di Osio Sopra, produzione rifiuti urbani [Fonte:”Rapporto sulla produzione di rifiuti urbani e sull’andamento delle raccolte differenziate, anno 2009”, Provincia di Bergamo] 59 3 – PAESAGGIO E AMBIENTE 60 RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo 3.1. L’ “UNITA’ DI PAESAGGIO” DEL PTCP Il PTCP individua il territorio di Osio Sopra nell’unità di paesaggio relativa alla porzione sud- occidentale del territorio bergamasco. L’unità di Paesaggio n. 24 appartiene alla “Alta Pianura asciutta tra Brembo e Serio”. L’unità ambientale rappresenta un vasto ambito che fa riferimento al paesaggio dei ripiani diluviali e dell’alta pianura asciutta bergamasca, ed al paesaggio delle valli escavate; si tratta di un vasto ambito corrispondente a livello fondamentale della pianura compreso tra il terrazzo fluviale del Brembo e il corso del fiume Serio. Il terreno è costituito da aree drenanti, prive di morfogenesi attiva, costituite da ghiaie a matrice sabbiosa, con irregolari intercalazioni di lenti sabbiose, spesso oggetto di attività estrattiva. I suoli risultano bruni, mediamente profondi e ad elevata pietrosità. “L’assetto del paesaggio agrario discende dalle bonifiche operate in epoca storica con la scomparsa delle aree boscate primigenie a favore delle coltivazioni irrigue e seccagne. Sporadici elementi di sopravvivenza del paesaggio naturale sussistono solo in coincidenza dei solchi fluviali dei maggiori fiumi. Il disegno del paesaggio agrario presenta, seguendo l’evoluzione recente, una notevole dinamica evolutiva che configura assetti agrari sempre meno caratterizzanti nel loro disegno distributivo; …a tale considerazione si aggiunge la forza eversiva del fenomeno urbano: … l’affollamento della trama infrastrutturale degli equipaggiamenti tecnologici, dell’urbanizzazione di strada o di espansione del già consistente tessuto insediativi storico delinea una situazione paesaggistica fortemente compromessa e resa emblematica dall’aspetto ormai ruderale delle molte cascine disperse nella campagna.” [Fonte: PTPR, Piano del Paesaggio Lombardo, Volume II] Infatti le principali arterie infrastrutturali della provincia solcano questo tratto di pianura alterando quella che era l’originaria dinamica evolutiva urbana “a gemmazione” e favorendo una proliferazione degli insediamenti secondo una logica “a pettine o a schiera” lungo le vie di comunicazione indipendentemente da riferimenti storici d’appoggio. “E’ dunque un paesaggio impoverito nelle sue dominanti naturali, dove lo sfoltimento delle cortine arboree, delimitanti i terreni di coltura, mette ancor più a nudo la povertà dei suoi caratteri. Singolare invece e quasi unico l’assetto paesaggistico dell’alveo del Serio, … non incassato ma compreso entro un largo greto ghiaioso”. Il settore di pianura in oggetto, risulta un ambito a prevalente connotazione insediativa e strutturale, con una limitata pausa agricola sul lato meridionale. Grossi centri urbanizzati di origine radiale, insediamenti industriali e commerciali tra i più grossi della provincia creano il tessuto connettivo principale di questo ambito. Le aree libere residue dell’agricoltura presentano i caratteri dell’alta pianura bergamasca, interessate dalle emergenze fuori scala dei grossi insediamenti produttivi che comunque caratterizzano il paesaggio. 61 La fascia parallela dell’ambito del Brembo risulta caratterizzata da una ricca dotazione arborea. Le grandi strade di attraversamento, l’autostrada Milano-Bergamo e la ferrovia Treviglio-Bergamo, convergono tutti sulla città che, assieme alla catena delle Prealpi Orobiche, viene percepita dai tratti lasciati liberi dalle numerose costruzioni quali suggestivo fondale. La porzione di territorio più centrale e che arriva fino al Serio è molto più omogenea, con ambiti aperti della Pianura, interessati da agricoltura intensiva con modeste connotazioni d’ambito. I corsi d’acqua presenti ricalcano un andamento nord-sud rimarcati dal fiume Serio. Altri elementi di impronta storico-culturale e di caratterizzazione del paesaggio sono rappresentati dal Fosso Bergamasco, ancora visibile quale segno che rappresentava il confine tra il dominio Lombardo-Veneto e quello milanese, ed il tracciato storico della Strada Francesca, che storicamente non ha mai rimarcato in maniera specifica un itinerario solo di tipo commerciale, bensì un collegamento di più vasta portata territoriale che si appoggiava ai punti di miglio guado dei corsi d’acqua che solcavano il territorio. Questa porzione di territorio è interessata per lo più da coltivazioni agricole attuate da aziende in genere di discrete dimensioni, insediate in grosse cascine che caratterizzano ancora la struttura del paesaggio. Centri urbanizzati distribuiti sul territorio hanno mantenuto uno sviluppo radiale a partire dal nucleo originario. L’impianto arboreo acquista un particolare significato nel disegno della struttura territoriale. Localizzazione del Comune di Osio Sopra all’interno dell’ “Unità di Paesaggio n.24” (Fonte: PTCP Provincia di Bergamo) 62 3.2. I PRINCIPALI PAESAGGI VEGETALI DELL’ALTA PIANURA BERGAMASCA Il paesaggio dell’Alta Pianura Bergamasca è costituito da un mosaico di ambienti: campi, siepi, giardini, parchi, margini stradali, incolti, rudereti e discariche, calpestii, prati aridi, “boschine” ed altro ancora, caratterizzati da specifiche condizioni ecologiche che hanno selezionato propri consorzi vegetazionali. Le fisionomie che interessano l’area in esame si possono suddividere in due ambiti: 1. vegetazione semi-naturale: fortemente condizionata dalla presenza e dall’opera dell’uomo, ma che presenta una composizione flogistica e una struttura più vicina al quadro naturale. Essa conserva e raccoglie le specie di maggior pregio naturalistico e quindi costituisce l’ambito vegetale più bisognoso di attenzioni sia in senso conservativo che di valorizzazione e di ampliamento; 2. vegetazione sinantropica: direttamente originata dall’azione antropica. Essa svolge un ruolo positivo nel contesto dei cicli ecologici degli elementi, l’ossigeno, ad esempio, emesso da un infestante è pari a quello prodotto da una specie autoctona. Dal punto di vista paesaggistico e naturalistico, è di minor interesse perché costituita da piante banali, distribuite in modo pressoché omogeneo nelle aree urbanizzate, della fascia temperata dei due emisferi. Il rapporto di estensione tra le aree a vegetazione semi-naturale e quelle a copertura sinantropica può essere utilizzato come indice di qualità ambientale. Le aree a vegetazione semi-naturale sono a distribuzione puntiforme e frammentarie, mentre le aree a vegetazione sinantropica interessano la maggior parte della superficie territoriale, ulteriore testimonianza del rilevante disequilibrio ecologico dei luoghi, che necessitano di appropriate ed urgenti misure di “restauro” ambientale. 3.2.1. La vegetazione semi-naturale 3.2.1.1. La siepe La siepe viene definita dall’inventario forestale francese come la “struttura boscata, lineare, irregolare, con lunghezza minima di 25 m, larghezza massima di 10 m, contenente almeno tre alberi il cui diametro a 1,30 m dal suolo sia uguale ad almeno 7,5 cm e contenente in media un albero di detta taglia ogni 10 m”. Più semplicemente una siepe, per essere tale, dev’essere formata da uno strato molto denso di cespugli bassi, da alcuni cespugli alti e da una vegetazione erbacea ai suoi lati. Le siepi sono un elemento fortemente significativo nel paesaggio rurale dell’Alta Pianura Bergamasca. Per secoli le siepi hanno caratterizzato le aree agricole e assunto un fondamentale ruolo nella vita contadina, quali fonti di materie prime: legna, foglie, strame, bacche, piante medicinali. 63 Le siepi sono la dimora di piante e animali selvatici e, per l’elevato numero di ambienti e nicchie ecologiche che accolgono, presentano una rilevante diversità biologica. La siepe dunque ha una ricchezza faunistica e floristica paragonabile a quella di un bosco, ma la raccoglie in una superficie lineare di pochi metri quadrati, un “concentrato di natura” che arricchisce la campagna. Tra le altre funzioni che le siepi svolgono, soprattutto nel territorio dell’Alta Pianura, è quella di sostenere le rive dei corsi d’acqua. Proteggendo i bordi e consolidando il fondo con il fitto apparato radicale, alberi e arbusti evitano che il letto del corso d’acqua venga eroso con conseguenti problemi di funzionalità delle reti idriche. Le alberature piantate lungo i fossi e le rogge d’irrigazione non intralciano la lavorazione dei campi e al tempo stesso sono le più produttive perché possono disporre con continuità di acqua e di sali minerali disciolti. La siepe, inoltre, ombreggia il corso d’acqua, ostacolando la crescita delle erbe acquatiche che, se troppo rigogliose, tendono ad intasarne il letto. Le siepi dell’Alta Pianura Bergamasca possono essere divise in base alla loro origine e al loro ruolo ecologico e naturalistico in tre gruppi: • le siepi originate dal ridimensionamento di un bosco originario, divenute rarissime e per il loro valore di riserve biogenetiche andrebbero salvaguardate integralmente; • le siepi dovute alla crescita spontanea su aree non sfruttate, come scarpate e terreni particolarmente sassosi, cresciute ai confini di proprietà, su pietraie, presenti soprattutto nei territori verso il Serio; • le piantagioni eseguite in funzione di nuove attività economiche, ad esempio le siepi a gelso, o a protezione del vento. 3.2.1.2. I fontanili Il confine meridionale dell’area in esame tocca la fascia di affioramento delle risorgive o fontanili. La conseguenza più evidente a livello del paesaggio vegetale, è la comparsa, a sud della Strada Francesca, di macchie boscate, assenti a settentrione del tracciato stradale. Nel territorio di Spirano, Pognano e Urgnano persistono alcune esigue superfici interessate da consorzi arbustivi e arborei che si discostano nettamente dal contiguo passaggio agrario, ormai convertito in una monotona ed omogenea steppa cerealicola. Le macchie boscate si localizzano ai margini della testa dei fontanili. Le cortine arboree seguono per tratti più o meno estesi il cavo che si diparte dalla testa e che conduce alla risorsa idrica verso i coltivi. Nell’area planiziale compresa tra i fiumi Serio e Brembo, i consorzi arborei che accompagnano i fontanili, sono i lembi di vegetazione seminaturale più ricche di relitti floristici e faunistici dell’originaria copertura forestale. 64 3.2.2. La vegetazione sinantropica La flora e la vegetazione spontanea presente in ogni città sono determinate dalla posizione geografica del centro abitato e dalle vicende storiche e culturali dei suoi abitanti. La vegetazione dell’ecosistema urbano è soggetta a continui cambiamenti sia nel numero delle specie, sia nella loro frequenza. La città infatti, è un ambiente profondamente mutevole e vario, dove la flora e la vegetazione spontanea possono subire profonde variazioni anche nell’arco di un unico periodo vegetativo. Le condizioni ecologiche dell’ecosistema urbano sono seriamente condizionate dall’azione antropica e dalla continua manomissione delle aree. Tali dinamiche determinano una diminuzione della competizione delle specie perenni, quelle tipiche del territorio in esame, a vantaggio di specie effimere a ciclo biologico breve, le terofite. Queste ultime, grazie al rapido succedersi delle loro generazioni, rappresentano la forma biologica più frequente e più concorrenziale nella riconquista dei biotopi alterati. Nelle città, inoltre, si registra un aumento dei valori della temperatura media e della nuvolosità, mentre diminuiscono l’umidità relativa e la velocità del vento. L’esistenza di molte piante sinantropiche è pertanto legata, non al territorio circostante, quanto ai fattori climatici della città. 3.2.2.1. I tipi di associazione vegetale delle aree urbane L’antropizzazione del territorio, particolarmente intensa nella fascia di pianura a sud di Bergamo, ha creato nuovi habitat ai quali corrispondono diversi tipi di associazione vegetale. I più rappresentativi e maggiormente evidenti sono: • la vegetazione dei luoghi calpestati, le cui specie si sono ben adattate al particolare habitat costituito dagli ambienti calpestati o ricoperti dall’asfalto e dal cemento (sentieri e margini di campi, marciapiedi, luoghi di passaggio di persone ed animali); • la vegetazione dei muri a secco: lungo gli angoli che i muri formano con i marciapiedi s’insediano specie particolarmente resistenti, le fessurazioni, permettono l’infiltrazione dell’acqua, proveniente dal marciapiede e da linee preferenziali di scorrimento sui muri, assicurando un sufficiente apporto idrico; • la vegetazione dei tappeti erbosi delle aiuole, dei giardini, dei parchi: queste aree verdi sono d’origine artificiale, le specie utilizzate per la costituzione di questi tappeti erbosi appartengono alla famiglia delle graminacee. A queste essenze vengono a volte aggiunte specie miglioratrici del terreno o piante ornamentali. Ogni singola specie ha evoluto caratteristiche specifiche per un particolare ambiente, perciò, secondo che si tratti di un giardino di una casa privata, di un campo da calcio, di un parco o di un’aiuola spartitraffico, vengono utilizzate essenze diverse; 65 • la vegetazione degli ambienti ruderali. L’associazione vegetale in esame comprende erbe effimere: erbe annuali, bienni e perenni che si sviluppano in prossimità degli insediamenti umani, ma anche in aperta campagna, su mucchi di terra o calcinacci e sui bordi delle strade. E’ specializzata per i terreni messi a nudo di recente, come quelli presenti presso i cantieri o nelle aiuole spartitraffico non ancora traseminate. Il suolo di queste aree rimescolato, arricchito di breccia, sabbia, rifiuti di edilizia, privo di orizzonti o con debole stratificazione presenta una reazione debolmente acida o neutra a causa della costante azione antropica, la quale frena, o addirittura impedisce, l’instaurarsi di processi pedogenici naturali; • i consorzi d’erbe annuali, bienni e perenni, delle colture sarchiate (campi di mais, orti, …), delle colture di cereali, dei prati falciabili. Le condizioni ecologiche di queste aree sono caratterizzate da un rapido e drastico cambiamento: mentre all’inizio della germinazione delle verdure negli orti e del mais nei campi sarchiati l’ambiente è aperto e luminoso, nel pieno dello sviluppo della coltura il medesimo ambiente diviene buio e umido, a causa della densa e compatta struttura delle piante coltivate. Le specie infestanti si sono bene adattate a questo mutamento ambientale, sanno resistere alle successive lavorazioni, fioriscono, fruttificano e spargono i propri semi prima della raccolta delle piante coltivate. L’uso dei diserbanti chimici non le ha eliminate, ha ridotto sì il numero delle specie, ma contemporaneamente ne ha selezionato un gruppo assai resistente che si moltiplica velocemente in gran numero. [Fonte: Paesaggio vegetale dell’alta pianura bergamasca – a cura della Banca della Bergamasca – Credito Cooperativo - Sede di Zanica] 66 3.3. L’AREA DALMINE-ZINGONIA 3.3.1. Il manto vegetale naturale La morfologia del territorio, prima degli interventi di bonifica operati dall’uomo, era più mossa di quanto oggi possiamo osservare: a zone leggermente sopraelevate e asciutte si alternavano deboli depressioni in cui era comune il ristagno delle acque. La varietà morfologica era accentuata dalla presenza dei corsi d’acqua minori e dalla valle del Brembo. L’articolazione del territorio determinava la differente composizione della foresta di latifoglie. Nelle aree più alte, con terreno ricco di ciottoli, arido e permeabile, il querceto presentava una maggior frequenza di roverella, acero campestre e altre essenze adatte a suoli caldi e asciutti, nelle bassure, con falda idrica più superficiale e suoli più sottili, erano invece più comuni la farnia, l’olmo e il carpino bianco. Nelle zone con acqua superficiale di ristagno si collocavano le alnete, consorzi formati dall’ontano nero, mentre lungo i corsi d’acqua si distribuivano le cortine argentate dei salici frammisti ai pioppi e agli ontani. La foresta di latifoglie originaria presentava rispetto ai residui querceti planiziali attuali condizioni di maggior freschezza e accoglieva specie vegetali che oggi possiamo osservare a quote maggiori, quali il faggio, il tiglio nostrano e nello strato erbaceo, il mirtillo, il ciclamino e il mezereo. Con la rivoluzione neolitica e la messa a coltura dei terreni, la foresta iniziò la sua progressiva destrutturazione: con il fuoco e il taglio si aprirono chiarie e radure, l’ambiente dominato dagli spazi chiusi della selva lasciò il passo al paesaggio aperto dei coltivi e delle piante erbacee. Il diradamento della vegetazione forestale ha determinato l’aumento dei livelli di illuminazione e di temperatura e la diminuzione dell’umidità atmosferica. Le nuove condizioni hanno favorito il diffondersi di specie arboree ed arbustive più adatte alle nuove condizioni, nocciolo, biancospino, melo, pero e altre pomoidee, e la scomparsa degli alberi più esigenti rispetto all’umidità atmosferica e la freschezza del suolo, come il faggio e il tiglio nostrano. 3.3.2. Dalla foresta al paesaggio agrario tradizionale La trasformazione dell’originaria foresta di latifoglie nell’attuale paesaggio agrario, caratterizzato dal prevalere delle colture cerealicole e foraggere su ogni altro tipo di espressione della copertura vegetale, è passata attraverso un processo lento, articolato in una serie di quadri ambientali e culturali. Intorno al Mille, il quadro è quello di un’area ormai messa per ampi tratti a coltura. Le selve, erano di limitate proporzioni e generalmente costituite da boschetti di querce e/o castagni sottoposti a periodico taglio. Erano scomparse da tempo le ampie foreste che ancora caratterizzavano la bassa pianura padana. Capillare era la presenza dei castagneti, sia da taglio che da frutto, oggi completamente scomparsi. Il loro valore era tale che negli atti viene spesso citato il numero degli 67 esemplari presenti in ogni appezzamento. La pianta, diffusa nel periodo romano, interessava nel medioevo tutta la pianura bergamasca e la sua distribuzione era così significativa che il nome di molte superfici agrarie derivava dal castagno. Tra il XIII e il XVI secolo il paesaggio agrario presentava ancora boschi cedui di querce e castagneti tra i quali si distribuivano campi coltivati, i vigneti e i prati. I cereali utilizzati erano per lo più di qualità scadente, non molto diffusoil frumento, normalmente coltivato misto alla segale, e poi il miglio, il panico, il farro, la spelta e altri ancora, il cui maggior pregio era la resistenza alle intemperie. Diffusissima era la coltivazione della vite, altra coltura, come quella dei cereali minori, ormai scomparsa nell’area in esame. La vite si collocava sulle zone più rilevate, dossi e motte, con terreni ricchi di ciottoli, asciutti, nei catasti spesso indicati con i toponimi Gera, Gerone, Gerrone, Gerra, … Altre colture, ora scomparse, erano quelle della canapa, del lino e del guado. Quest’ultima coltura, tipica dei terreni fertili ed irrigui, era finalizzata alla produzione di Rubia tinctoria, una rubiale dalle cui foglie si ricava un colorante esportato nell’intera Europa, assorbito dalla fiorente industria laniera bergamasca, utilizzato per tingere la lana in azzurro o per la preparazione del fondo per la tintura in nero. Un’altra fase di profondo cambiamento del paesaggio agrario si ebbe a partire dalla seconda metà del XVII secolo, quando, richiamando le parole dello storico Gabriele Rosa “decadde assai la pastorizia e la viticoltura, si estese alle montagne elevate la coltura della biada, andò eliminandosi la coltivazione del miglio, delle fave, delle rape, dell’orzo, e si propagò rapidamente quella del mais, melgotto, o grano turco e quella dei gelsi, e dell’uso del riso”. La tendenza a seminare sempre più granoturco determinò una rapida eliminazione della coltivazione del miglio e della melega. L’alimentazione contadina finì per mutare radicalmente e, per il progressivo impoverimento della popolazione rurale, quasi si limitò alla sola polenta, anche se diversamente cucinata, e questo portò alla diffusione di quell’autentica piaga delle nostre campagne che fu la pellagra. L’introduzione del gelso, inizialmente rallentata per le impegnative spese necessarie alla sua messa a dimora e per il danno provocato dall’ombra, determinò tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento un radicale cambiamento del paesaggio agrario. All’inizio il gelso venne collocato nei luoghi marginali alle coltivazioni, ma successivamente conquistò ogni spazio: ripe, orti, broli, cortili e i coltivi, alternandosi con i suoi filari alla vite o alle colture erbacee. Le sue fronde coprivano a perdita d’occhio le campagne. Tra Settecento e Ottocento la campagna si presentava alberata come in poche altre fasi della sua storia, viti maritate a olmi e aceri campestri, filari di salici e gelsi, siepi vigorose con biancospini, querce, platani, pioppi; rogge affiancate da ontani e salici, a cui si alternavano macchie boscate sui terrazzi più vicini al Brembo, nelle aree più umide e sui rovari, parcelle rettangolari strette e lunghe 68 che separavano i campi creati per il progressivo accumulo dei sassi emersi dal coltivo con le arature. I rovari erano colonizzati da boschine di essenze termo-xerofile, orniello, roverella, bagolaro, acero campestre, pungitopo, emero e altre ancora, adatte al substrato ghiaioso che spesso era sopraelevato rispetto all’adiacente piano di campagna.il paesaggio agricolo tradizionale si è conservato fino agli anni ’50 del secolo scorso, come documentano le foto aeree dell’Istituto Geografico Militare (IGM) scattate nel 1954. A partire dagli anni ’70 la meccanizzazione dell’agricoltura, la perdita del valore economico delle siepi e delle aree boscate, l’espansione degli aggregati urbani, degli insediamenti industriali e delle infrastrutture viarie, hanno radicalmente semplificato il paesaggio agrario che è andato sempre più assumendo l’aspetto di Kulturesteppe, steppa di cereali, utilizzato dai botanici tedeschi per descrivere le spoglie pianure centroeuropee. 3.3.3. Il paesaggio attuale Nel paesaggio attuale predominano le coltivazioni di mais, seguite dal frumento e dalla soia. In forte regressione invece i prati falciabili. Nelle ripe e nelle aree marginali a vegetazione seminaturale lo strato arboreo e arbustivo è dominato soprattutto dalla robinia, specie esotica di origine nord-americana. Meno frequenti, ma più infestanti sono l’ailanto e la buddleia, ambedue di origine cinese, e la cremasina uva-turca dell’America del Nord. Numerose altre specie esotiche risultano essere ormai comuni nelle siepi e tra i filari delle campagne. A queste specie infestanti, che nulla hanno a che fare con la vegetazione potenziale della zona, si uniscono anche essenze autoctone: sambuco, nocciolo, salici, olmo minore, pioppo nero e sanguinella. Nel paesaggio attuale della pianura, assumono un significato particolare le residue superfici boscate, le siepi e le cortine vegetali che affiancano i corsi d’acqua naturali e i canali. Valore di particolare pregio assumono i boschi Astori, Blu, e dell’Itala, che rappresentano le ultime aree boscate tra il Brembo e il Serio. Il potenziamento del patrimonio boschivo nelle aree maggiormente depauperate può contribuire ad aumentare il valore ecologico dell’area considerata. 69 3.4. L’AGENDA 21 LOCALE DELL’ISOLA BERGAMASCA E DELL’AREA DALMINE ZINGONIA Con il vertice delle Nazioni Unite sull’Ambiente e Sviluppo tenutasi a Rio De Janeiro nell’anno 1992, nasce il documento di “Agenda 21 – piano d’azione per il XXI secolo”. Tale documento si prefigge di rendere operativo il concetto di “Sviluppo Sostenibile”, attraverso strategie tese ad indirizzare lo sviluppo umano del XXI secolo secondo i principi della sostenibilità. Lo sviluppo sostenibile è un processo di cambiamento nel quale lo sfruttamento delle risorse, l’andamento degli investimenti, l’orientamento dello sviluppo tecnologico e i mutamenti istituzionali sono in reciproca armonia ed incrementano il potenziale attuale e futuro di soddisfazione dei bisogni e delle aspirazioni umane. I principali contenuti del documento sono: 1. Dichiarazione di principio: le città europee per un modello urbano sostenibile: si sottolinea la necessità di perseguire la giustizia sociale, l’equità economica, la sostenibilità ambientale anche a scala locale; 2. la Campagna delle città europee sostenibili: si invita ad essere parte attiva nella promozione della rete europea; 3. l’impegno nel processo di Agenda 21 a livello locale: piani locali d’azione per un modello urbano sostenibile, in cui si definisce come fondante la partecipazione delle comunità locali alla definizione e promozione delle iniziative. Nell’anno 2007 si sono costituiti ufficialmente nell’ ”Associazione dei Comuni per l’Agenda 21 Isola Bergamasca e dell’area Dalmine-Zingonia” i 21 Comuni che ne disegnano il territorio: - Bonate Sotto, Bottanuco, Calusco d’Adda, Carvico, Filago, Madone, Presezzo, Solza, Sotto il Monte e Villa d’Adda (10 Comuni dell’Isola Bergamasca); - Boltiere, Comun Nuovo, Levate, Osio Sopra, Osio Sotto, Stezzano, Verdellino, Verdello, Lallio, Zanica e Dalmine, che è l’ente capofila del processo di Agenda 21 (11 Comuni dell’area di Zingonia). Sempre nell’anno 2007, l’Agenda 21 ha avviato i seguenti progetti: 1. predisposizione di una serie di Integrazioni ai Regolamenti Edilizi per la sostenibilità, proposte a tutti i comuni; 2. impostazione di un bando di gara con parametri di bioedilizia per la cessione di un’area pubblica vincolata alla edificazione sostenibile nel comune di Bonate sotto; 70 3. gestione di una rete di acquisti verdi coordinati (materiale di cartoleria, elettronica, ristorazione abitualmente utilizzato dagli uffici comunali, alla cui scelta applicare criteri ecologici) nell’area Dalmine – Zingonia; 4. presentazione al bando di finanziamento “Piano dei tempi e degli orari” della Regione Lombardia di un progetto di conciliazione dei tempi dei trasporti pubblici e nuove modalità di trasporto per i comuni in area Dalmine-Zingonia a favore del genere femminile, dei giovani degli anziani e degli immigrati; 5. partecipazione del comune di Dalmine al tavolo Regione-Provincia per la definizione del Piano di Azione Locale per Kyoto e partecipazione ai tavoli regionali energia e mobilità sostenibile; 6. programmazione e affiancamento ai docenti della scuola media di Comun Nuovo per l’avvio di un processo educativo che porti a conoscenza dei ragazzi le tematiche affrontate da Agenda 21 e li coinvolga nella definizione di buone pratiche di gestione della scuola e del Comune. 71 RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo 4 – SISTEMA INSEDIATIVO E PATRIMONIO STORICO–ARTISTICO 72 4.1. DATI PRINCIPALI SULLA EVOLUZIONE DELLA POPOLAZIONE La popolazione del Comune di Osio Sopra al 31.12.2010 è pari a 5.115 unità, con un numero di famiglie pari a 1.961. Nell’anno 1991 gli abitanti erano 3.491 e le famiglie 1.172. Dal 1991 al 2008 la popolazione ha registrato un incremento del 44,20% (+ 1.543 abitanti; 2,60% annuo), mentre le famiglie hanno registrato un incremento del 66,13% (+ 775 famiglie; 3,89% annuo). Nell’anno 2001 gli abitanti erano 4.077 e le famiglie 1.503. Negli ultimi nove anni successivi al censimento del 2001 la popolazione ha avuto un incremento del 25,46% (+ 1.038 abitanti; 2,83% annuo), mentre le famiglie un incremento del 30,47% (+ 458 famiglie; 3,39% annuo). 73 4.2. IL TERRITORIO COMUNALE Il territorio di Osio Sopra appartiene alla Provincia di Bergamo ed è inserito nel “Comprensorio dell’Isola Bergamasca”. Dista circa 12 Km dal capoluogo al quale è collegato tramite la ex Strada Provinciale n. 525, che collega Bergamo al territorio milanese. Partendo da Nord e muovendosi in senso orario, il territorio comunale confina con i seguenti comuni: Dalmine (Nord); Levate (Est); Osio Sotto (Sud) e Filago (Ovest). Il territorio comunale si estende per 5,03 Kmq ed è posto ad un’altitudine media pari a 182 m s.l.m., con un livello minimo di 176 m s.l.m. ed un’altitudine massima pari a 199 m s.l.m.. L’escursione altimetrica complessiva risulta essere pari a 23 metri. Posto nella parte settentrionale della Pianura Bergamasca, tra la Ex SS 525 “del Brembo” ad est ed il Fiume Brembo ad ovest, e compreso tra i centri insediativi di Dalmine a nord e di Osio Sotto a sud, il comune è attraversato, con andamento sud-ovest/nord-est, dall’ autostrada A4 MilanoVenezia che divide il territorio in due distinte parti. Il territorio è interessato dal bacino imbrifero del Fiume Brembo e dalla presenza della Roggia Brembilla che ne segue parallelamente il corso. Osio Sopra è un centro agricolo e industriale dell’alta pianura bergamasca situata tra i fiumi Brembo e Serio. Il centro storico ha pressoché mantenuto inalterata la struttura morfologica originaria. Oltre al nucleo del centro storico di Osio Sopra, sono di importanza rilevante anche i nuclei della Cascina Capra e della Cascina Vailata. 74 4.3. VINCOLI E RILEVANZE ARCHITETTONICHE Dal punto di vista delle rilevanze architettoniche, l’ambito territoriale in esame è caratterizzato dalla presenza di diverse testimonianze del passato. Elenco delle principali rilevanze architettoniche e urbanistiche presenti nel territorio: In ordine alla presenza di beni architettonici e culturali si segnalano: • la Parrocchiale S. Zenone Vescovo e Martire, già presente nel 1155. L’attuale edificio venne edificato in sostituzione della chiesa più antica. L’opera fu realizzata in soli tre anni (dal 1774 al 1777). La facciata, insieme al sagrato, ora inesistente poiché demolito, fu ricostruita nel 1926. L’edificio racchiude opere pittoriche di buon pregio di pittori lombardi. Si racconta inoltre che questo edificio sacro venne edificato con il materiale di un antico castello, di cui ora non esistono resti; • il Santuario B.V. della Scopa (Madonna della Scopa), come per la Chiesa Parrocchiale, anche per questo Santuario, la testimonianza documentaria riporta all’anno 1155, dove si attesta la presenza di una chiesetta campestre dedicata a S.Maria e localizzata in un’area agricola sul confine con Levate e Osio Sotto. Questa chiesetta, spesso oggetto di contesa tra i Comuni di Osio Sopra e Osio Sotto, è senza dubbio sul territorio di Osio Sopra, come rilevato dai documenti del 1155 e del 1392. Inizialmente, l’edificio aveva dimensioni ridotte, per poi essere più volte ampliato, l’ultima delle quali all’inizio del XX Secolo, quando assunse l’attuale configurazione. Molto caratteristiche sono le sue pareti, completamente dipinte. La tradizione vorrebbe far risalire il nome al fatto che la Madonna dovette intervenire direttamente per pulire il vecchio edificio sacro lasciato in uno stato di abbandono. • Villa Camozzi – Andreani (detto Palazzo delle"Gigine"), la villa si presenta come un edificio isolato, sormontato da una torretta, protetta da un piccolo perimetro murario, nel cuore del paese, incorniciata dal verde di un piacevole parco. La struttura è costruita su tre piani, con un fronte porticato con colonne di arenaria, rivolto sull’ampio cortile interno accuratamente pavimentato con la tipica “rizzata lombarda”. Il Palazzo venne edificato nel XVIII secolo come sede della biblioteca. • Tra gli altri edifici e complessi architettonici si deve ricordare la Casa Raspalupo; 75 • Tra i complessi industriali si ricorda la “Filanda e filatoio G. Schroeder e C.”, ora “Jet Seta” in località Rasica, sulla roggia Brambilla. In origine si trattava di una segheria, dal 1865 al 1870 gli Schroeder vi costruirono prima una filanda, poi un filatoio, dopo la Prima Guerra passò al Conte Orsi Mangelli che fallì verso il 1970. Oggi "Jet Seta" è specializzata nella torcitura di fibre artificiali e sintetiche; • Tra i nuclei rurali a carattere permanente e cascine, che nell’ambito del territorio agricolo rivestono un significato paesistico, sono da segnalare: Casa Brolis, Casa del Gatto, Casa Noris, Cascina Bianca, Majera, Miranghetto e Selva. • Anche le santelle, i manufatti per la regolazione delle portate dei fossi irrigui e numerose altre presenze, connotano il paesaggio di questo tratto di pianura che, nonostante i massicci cambiamenti intercorsi negli ultimi anni, è ancora possibile scoprire allontanandosi per un istante dalle direttrici di traffico principali; • Tra i manufatti va ricordata la passerella sospesa sul fiume Brembo che collega le due sponde del fiume (Filago-Osio Sopra). • Si ricorda anche la presenza di un fossato che apparteneva al castello medioevale demolito nel XVIII Secolo. • Tra le presenze archeologiche rinvenute sul territorio si segnalano: - Necropoli golasecchiana (V sec. a.C.) In località Podere Casello - data e modalità di ritrovamento: 1891, fortuite per scassi agricoli; - Tombe longobarde in località Oratorio di S.Pietro - data e modalità di ritrovamento: prima del 1819,fortuite per lavori edili. 76 5 – MOBILITA’ 77 RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo 5.1 LA RETE VIARIA Posto nella parte settentrionale dell’alta pianura bergamasca, tra la SP ex SS 525 “del Brembo” ad est ed il Fiume Brembo ad ovest, e compreso tra i centri insediativi di Dalmine a nord e di Osio Sotto a sud, il Comune è attraversato, con andamento sud-ovest/nord-est, dall’ autostrada A4 Milano-Venezia che ne divide il territorio in due distinte parti. Percorsi della mobilità pesante: La S.P. ex S.S. 525 “del Brembo” è stata trasferita di competenza alla Provincia di Bergamo in data 01.10.2001, ai sensi dell’art.1, comma 2 del D.P.C.M. 21.02.2000. E’ classificata in base il Codice della Strada come “Categoria C-extraurbana secondaria”, ai sensi dell’art.3 della L.R. 9/2001, come “Strada d’interesse provinciale P1” nel tratto: dal confine del Comune di Bergamo al confine con la Provincia di Milano. Ha una lunghezza complessiva di Km 9+411. Il suo percorso interessa i Comuni di Bergamo, Lallio, Dalmine, Osio Sopra, Osio Sotto, Boltiere, Pontirolo Nuovo e Canonica d’Adda. In particolare, il territorio di Osio Sopra ne è attraversato dal Km 6,966 al Km 8,570. Il territorio comunale è inoltre attraversato dall’asse dell’Autostrada A4 Milano-Venezia che separa l’ambito urbano posto a nord da quello produttivo posto a sud della stessa. Si segnala la presenza di punti critici nelle intersezioni tra la viabilità primaria e quella urbana, in parte risolti mediante rotatorie sulla Ex SS 525, e cavalcavia sulla A4. Percorsi della mobilità dolce: Va segnalata la presenza di una pista ciclo-pedonale lungo Corso Italia, che corre parallela alla Autostrada A4 Milano-Venezia. 78 Nel riquadro giallo si può notare il territorio di Osio Sopra [Fonte: tavola n. e3_3i, PTCP della Provincia di Bergamo] 79 6 – QUALITA’ DELL’ARIA 80 RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo 6.1. ASPETTI CLIMATICI La zona di studio dal punto di vista delle caratteristiche climatiche, si colloca nella zona a “clima di tipo prealpino” (Gavazzeni, 1957); si tratta di un clima di transizione tra quello alpino e quello temperato continentale padano. Per quanto riguarda la pluviometria, dallo studio “Carta delle precipitazioni medie, minime e massime annue del territorio lombardo” di Massimo Ceriani e Massimo Carelli (Regione Lombardia, 12/1999), si può constatare che il territorio comunale rientri nella fascia con precipitazioni medie annue (riferite al periodo 1891-1990) compresa tra i 1050 e i 1100 mm con valori minimi compresi tra i 700 e i 750 mm. Per quanto riguarda invece le temperature e le precipitazioni i dati più recenti si riferiscono alla stazione meteo più vicina: bergamo (centralina Istituto Sperimentale per la Cerealicoltura di Stezzano). La stazione si trova a circa 6 Km di distanza dal centro abitato di Osio Sopra. La tabella di seguito riportata è stata prodotta grazie ai dati forniti dall’Istituto Sperimentale per la Cerealicoltura – Sezione di Bergamo, nel periodo compreso tra il 1958 e il 2008. 81 Nei cinque decenni successivi esaminati (1958-1967; 1968-1977; 1978-1987; 1998-2007), il valore medio delle precipitazioni annue tende a diminuire gradualmente dai 1228 mm/anno del primo decennio ai 1083 mm/anno dell’ultimo. Nella tabella successiva vengono invece indicati i valori puntuali delle precipitazioni medie mensili misurati nella stazione meteorologica di Bergamo, sulla base dei dati forniti dalla rete di rilevazione del Servizio Idrografico del Po nel periodo 1921-1950. Dal confronto con i dati rilevati dall’Ufficio Idrografico del Po, emerge la conferma della tendenza ad una riduzione generalizzata degli apporti meteorici annui con incrementi esclusivamente nei mesi di Agosto e Ottobre. Relativamente all’andamento delle temperature nell’arco dell’anno, si fa riferimento ai dati messi a disposizione sempre dall’Istituto Sperimentale per la Cerealicoltura – Sezione di Bergamo per il periodo compreso tra il 1951 e il 2008. Da tali valori si è stimato il valore della temperatura media mensile e quello della temperatura media annua (12,8°C); gennaio risulta il mese più freddo (media 2,4°C) ed è luglio il mese più caldo (23,0°C); l’escursione termica media annua è di 20,6°C. 82 83 [Fonte: “Bozza della Componente geologia, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del territorio”, redatta dal Dott. Geol. Carlo Pedrali] 84 6.2. INQUINAMENTO ATMOSFERICO Nel definire il grado di qualità dell’aria e conseguentemente il suo livello di inquinamento, è opportuno ricordare la distinzione fra “emissione” e “concentrazione” di sostanze inquinanti. Per emissione si intende qualsiasi sostanza, solitamente gassosa, introdotta nell’atmosfera che possa causare inquinamento atmosferico; generalmente essa viene espressa in tonnellate/anno. Per concentrazione si intende il rapporto tra massa di sostanza inquinante emessa e volume dell’effluente; generalmente essa viene espressa in mg/m3. Per la stima delle principali sorgenti emissive sul territorio comunale di Osio Sopra è stato utilizzato l’Inventario Regionale delle Emissioni “INEMAR” (Inventario Emissioni Aria) nella sua versione più aggiornata riferita all’anno 2005 - dati finali settembre 2007. Nell’ambito di tale inventario la suddivisione delle sorgenti avviene per attività emissive: la classificazione utilizzata fa riferimento ai macrosettori relativi all’inventario delle emissioni in atmosfera dell’Agenzia Europea per l’Ambiente CORINAIR (Cordination Information Air). 1. combustione per produzione di energia e trasformazione dei combustibili; 2. combustione non industriale; 3. combustione nell’industria; 4. processi produttivi; 5. estrazione e distribuzione di combustibili; 6. uso di solventi; 7. trasporto su strada; 8. altre sorgenti mobili e macchinari; 9. agricoltura; 10. altre sorgenti e assorbimenti. Per ciascun macrosettore vengono di norma presi in considerazione diversi inquinanti, sia quelli che fanno riferimento alla salute, sia quelli per i quali è posta particolare attenzione in quanto considerati gas ad effetto serra, ed in particolare: • Ossidi di Zolfo (SOx); • Ossidi di Azoto (NOx); • Composti Organici Volatili non Metanici (COVNM); • Metano (CH4); • Monossido di Carbonio (CO); • Anidride Carbonica (CO2). • Ammoniaca (NH3); • Protossido d’Azoto (N2O); • Polveri totali sospese (PTS) o polveri con diametro inferiore ai 10/2,5 µm (PM 10 /PM 2,5). 85 I dati sono stati elaborati al fine di definire i contributi delle singole sorgenti all’inquinamento atmosferico. Per i principali inquinanti sono state valutate le loro principali fonti emissive all’interno del Comune di Osio Sopra. Sul territorio comunale non vi sono centraline fisse di rilevamento della qualità dell’aria. Le centraline fisse più vicine sono quelle localizzate nei Comuni limitrofi di Damine, Osio Sotto e Filago. 6.2.1. Campagna di rilevamento dell’inquinamento atmosferico E’ stata effettuata una campagna mobile di rilevamento dell’inquinamento atmosferico, condotta dal Dipartimento Provinciale di Bergamo dell’ARPA, 3 anni fa. Scopo della campagna era di monitorare la qualità dell’aria per valutare l’inquinamento atmosferico dell’intero territorio comunale. A tale fine, in accordo con il Comune, il laboratorio mobile è stato posizionato presso le scuole e presso la zona industriale. 86 RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo 7 – INQUINAMENTO ACUSTICO ED ELETTROMAGNETICO E RADON 87 7.1. RUMORE L'inquinamento da rumore è oggi uno dei principali problemi che condizionano negativamente il benessere pubblico. Per inquinamento acustico si intende l'introduzione di rumore nell'ambiente abitativo o nell'ambiente esterno tale da provocare fastidio o disturbo al riposo e alle attività umane, pericolo per la salute umana, deterioramento degli ecosistemi, dei beni materiali, dei monumenti, dell'ambiente abitativo o dell'ambiente esterno o tale da interferire con le legittime fruizioni degli ambienti stessi. Il rumore è quindi un fenomeno che condiziona non solo il benessere umano, ma anche lo stato delle matrici ambientali. La Legge Quadro in materia (L. 447/95) assegna ai Comuni il compito di suddividere il territorio in classi acustiche in funzione della destinazione d'uso delle varie aree (residenziali, industriali, ecc.), stabilendo poi, per ciascuna classe, i limiti delle emissioni sonore tollerabili. Lo strumento di pianificazione che attua tale classificazione è il Piano di Zonizzazione Acustica, che disciplina l'uso del territorio e vincola le modalità di sviluppo delle attività su di esso svolte, al fine di armonizzare le esigenze di protezione dal rumore e gli aspetti riguardanti la pianificazione territoriale e il governo della mobilità. Le classi di destinazione acustica generalmente previste sono le seguenti: - classe I - Aree particolarmente protette - classe II - Aree destinate ad uso prevalentemente residenziale - classe III - Aree di tipo misto - classe IV - Aree di intensa attività umana - classe V - Aree prevalentemente industriali - classe VI - Aree esclusivamente industriali Il comune di Osio Sopra è dotato del Piano di Zonizzazione Acustica, redatto ai sensi del D.P.C.M. 01.03.1991, dai Dott.ri Renato Caldarelli e Sergio Morandi dello “Studio Associato Eurogeo” di Bergamo. 88 7.1.1. Classificazione acustica del territorio di Osio Sopra • la classe I (colore verde chiaro) coincide con le aree particolarmente protette, con limite massimo diurno pari a 50 dB e notturno pari a 40 dB; • la classe II (colore verde scuro) coincide con le aree prevalentemente residenziali, con limite massimo diurno pari a 55 dB e notturno pari a 45 dB; • la classe III (colore rosa) coincide con le aree di tipo misto, con limite massimo diurno pari a 60 dB e notturno pari a 50 Db; • la classe IV (colore marrone) coincide con le aree di intensa attività, con limite massimo diurno pari a 65 dB e notturno pari a 55 dB; • la classe V (colore bordò) coincide con le aree prevalentemente industriali, con limite massimo diurno pari a 70 dB e notturno pari a 60 dB; • la classe VI (colore blu) coincide con le aree esclusivamente industriali, con limite massimo diurno pari a 70 dB e notturno pari a 70 dB. [Fonte: Piano di Zonizzazione Acustica del territorio comunale di Osio Sopra, redatto dai Dott.ri Renato Caldarelli e Sergio Morandi dello “Studio Associato Eurogeo”] 89 7.2. ELETTROSMOG Con il termine elettrosmog si designa l’inquinamento derivante da radiazioni elettromagnetiche non ionizzanti, quali quelle prodotte da stazioni radio base per telefonia cellulare, emittenti radiofoniche, cavi elettrici percorsi da correnti alternate di forte intensità, come gli elettrodotti della rete di distribuzione, ecc. L’elettrosmog è una forma anomala di inquinamento ambientale, poichè non si ha una vera e propria "immissione" di sostanze nell’ambiente: gli agenti fisici implicati (campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici) sono presenti solo finchè le sorgenti che li hanno generati rimangono accese e non danno luogo a processi di accumulo nell’ambiente. Si tratta inoltre di un fenomeno localizzato in zone più o meno ampie nell’intorno delle sorgenti, senza un’effettiva diffusione su scala territoriale. Le principali sorgenti artificiali di campi elettromagnetici si distinguono in: • fonti che generano campi ad alta frequenza (100kHz - 300GHz): comprendono impianti per radiotelecomunicazione, sistemi per diffusione radio e televisiva, impianti per la telefonia cellulare o mobile o stazioni radio base, impianti di collegamento radiofonico, televisivo e per telefonia mobile e fissa (ponti radio), radar; • fonti che producono campi detti a bassa frequenza (0Hz - 100kHz): comprendono elettrodotti per la distribuzione dell’energia elettrica, costituiti da linee elettriche ad altissima, alta, media e bassa tensione, centrali di produzione di energia, stazioni e cabine di trasformazione dell’energia elettrica, ecc. Queste fonti sono caratterizzate da due elementi fondamentali: la frequenza di trasmissione e la potenza di emissione, entrambi fondamentali nel determinare le caratteristiche delle onde emesse e quindi del campo elettromagnetico generato. I campi generati dalle fonti elettromagnetiche sono il campo elettrico e il campo magnetico, si misurano rispettivamente in Volt/metro e in A/metro e variano in funzione della distanza dalla sorgente. Il DPCM 8 Luglio 2003 fissa i limiti di esposizione ai campi elettrici e magnetici: In condizioni normali [3 MHz < f<3000 MHz] Nel caso di prossimità di edifici adibiti a permanenze prolungate (maggiori di 4 ore) Intensità campo elettrico [V/m] Intensità campo magnetico [A/m] 20 0,05 6 0,016 90 In merito agli effetti di tale inquinamento sulla salute umana, è accertato solo l’effetto delle onde elettromagnetiche cosiddette ad alta frequenza (anche se non ionizzanti) che per ora sembra manifestare solo un innalzamento della temperatura dei tessuti biologici attraversati, soprattutto quelli più ricchi di acqua. Impianti radiotelevisivi nella Provincia di Bergamo (Fonte: Arpa Lombardia –Dipartimento di Bergamo) 91 Nel territorio comunale di Osio Sopra transitano quattro elettrodotti. - uno di potenza 380 kV (di proprietà Enel SpA, distretto di Treviglio-Terna SpA); - uno di potenza 130 kV (di proprietà Enel SpA, distretto di Treviglio-Terna SpA); - uno di potenza 130 kV(di proprietà Edison); - uno di potenza 220 kV(di proprietà Enel SpA, distretto di Treviglio-Terna SpA).Sono presenti tre antenne di telefonia (delle Società: 3, Vodafone e Wind), tutte sono poste sulla torre piezometrica sita sul Viale del Santuario. Inoltre, vi è la presenza di un’antenna radioamatoriale, sita in Via Maccarini. Le distanze di rispetto dagli elettrodotti sono fissati dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 23.04.1992, con riferimento alle linne elettriche aeree a 132 kV, 220 kV e 380 kV, si adottano rispetto ai fabbricati adibiti ad abitazione o ad altra attività che comporta tempi di permanenza prolungati, le seguenti distanze da qualunque conduttore della linea: linee a 132 kV < FT101 > + ≥ 10 m linee a 220 kV < FT101 > + ≥ 18 m linee a 380 kV < FT101 > + ≥ 28 m Il D.M. 29.05.2008 elenca i dati di calcolo delle distanze e stabilisce che è il proprietario/gestore della linea che deve comunicare l’ampiezza delle fasce di rispetto. 92 7.3. RADON La fonte principale d'esposizione della popolazione alle radiazioni ionizzanti è quella derivante dal fondo naturale (radionuclidi naturali presenti nell'atmosfera e sulla terra) e tra questi il contributo maggiore è dato dall’esposizione al radon negli ambienti chiusi (radon indoor). Il radon è un gas nobile e radioattivo che si forma dal decadimento del radio, generato a sua volta dal decadimento dell'uranio. E’ un gas molto pesante che a temperatura e pressione standard si presenta inodore e incolore; esso viene considerato estremamente pericoloso per la salute umana se inalato. Il radon proviene principalmente dal terreno, infatti viene generato continuamente da alcune rocce della crosta terrestre ed in particolare da lave, tufi, pozzolane, alcuni graniti, ecc. Altra importante sorgente è costituita dai materiali da costruzione: essi rivestono solitamente un ruolo di secondaria importanza rispetto al suolo, tuttavia, in alcuni casi, possono essere la causa principale di elevate concentrazioni di radon. Una terza sorgente di radon è rappresentata dall'acqua, in quanto il gas radioattivo è moderatamente solubile in essa. Tuttavia il fenomeno riguarda essenzialmente le acque termali e quelle attinte direttamente da pozzi artesiani, poichè di norma l'acqua potabile, nei trattamenti e nel processo di trasporto, viene talmente rimescolata da favorire l'allontanamento del radon per scambio con l’aria. Il radon proveniente dal suolo, mescolato all'aria, si propaga fino a risalire in superficie. Nell'atmosfera si diluisce rapidamente e la sua concentrazione in aria e pertanto molto bassa; ma quando penetra negli spazi chiusi tende ad accumularsi, raggiungendo concentrazioni dannose per la salute. La via che il radon generalmente percorre per giungere all'interno delle abitazioni è quella che passa attraverso fessure e piccoli fori delle cantine e nei piani seminterrati. L'interazione tra edificio e sito, l'uso di particolari materiali da costruzione, le tipologie edilizie sono pertanto gli elementi più rilevanti ai fini della valutazione dell'influenza del radon sulla qualità dell'aria interna delle abitazioni ed edifici in genere. La concentrazione di radon subisce considerevoli variazioni sia nell'arco della giornata che in funzione dell'avvicendarsi delle stagioni. Essa tende inoltre a diminuire rapidamente con l'aumentare della distanza dell'appartamento dal suolo. Il problema investe infatti in modo particolare cantine e locali sotterranei o seminterrati. Alcuni studi nell'ultimo decennio hanno dimostrato che l'inalazione di radon ad alte concentrazioni aumenta di molto il rischio di tumore polmonare. In Italia ancora non c'e una normativa per quanto riguarda il limite massimo di concentrazione di radon all'interno delle abitazioni private. Si può fare riferimento ai valori raccomandati dalla Comunità Europea (raccomandazione 90/143/EURATOM) di 200 Bq/m3, come obiettivo di qualità 93 per le nuove abitazioni e 400 Bq/m3, valore al di sopra del quale si suggeriscono interventi per la riduzione delle concentrazioni nelle abitazioni già esistenti. Una normativa invece esiste per gli ambienti di lavoro (D. Lgs. n° 241, del 26/05/2000) che fissa un livello di riferimento di 500 Bq/m3. Per le scuole non vi sono indicazioni ma si ritiene per il momento di poter assimilare una scuola ad un ambiente di lavoro. In ogni caso i valori medi misurati nelle regioni italiane variano da 20 a 120 Bq/m3. In particolare la Regione Lombardia ha effettuato una campagna di monitoraggio delle concentrazioni medie annuali di radon (radon prone areas) negli anni 2003-2005, realizzando una rete di monitoraggio di 3650 punti di misura. Le misure sono relative al piano terreno di edifici abitativi o uffici, preferibilmente con vespaio o cantina sottostante. La rete di monitoraggio è stata costruita realizzando delle maglie omogenee ottenute incrociando il criterio semplicemente cartografico (CTR 1:10000), con quello geologicomorfologico regionale. Ai Comuni appartenenti ad una maglia, anche se non specificatamente indagati, e stato associato il valore della maglia corrispondente, poichè come ipotesi di base si è assunto che la concentrazione di radon all’interno di una maglia fosse omogenea. I risultati delle misure effettuate, mostrano valori più elevati di concentrazione di radon indoor nelle province di Bergamo, Brescia, Lecco, Sondrio e Varese. Nella provincia di Bergamo sono stati indagati 594 punti. Concentrazioni annuali radon indoor – elaborazione dati campagna di monitoraggio radon prone area 2003-2005 Per quanto riguarda il Comune di Osio Sopra, non sono state effettuate indagini sul territorio. 94 7.4. ENERGIA Nella gestione dei bisogni e delle fonti di energia si concentrano preziose opportunità di sviluppo sostenibile e di razionalizzazione degli usi di risorse naturali. I dati relativi all’energia consumata e prodotta sul territorio di Osio Sopra, possono essere suddivisi nei seguenti macro temi: • consumo di energia termica: il Comune è servito da una rete di metanodotto, gestita dalla“Enel Gas”, dipartimento di Calcinate (Bg); • consumo di energia elettrica: l’ambito territoriale in esame è servito da una rete di elettrodotti gestiti da Enel S.p.a., dipartimento di Treviglio, inoltre, dal mese di settembre 2007, il Comune di Osio Sopra ha aderito al “Consorzio CEV – Consorzio Energia veneto”, con sede a Verona; • produzione di energia: non sono presenti nel Comune centrali per la produzione di energia. Sul territorio comunale si registra la presenza di n. 23 impianti solari/fotovoltaici installati per uso privato, secondo quanto riportato dal sito www.atlasole.gsel.it. Legenda: da 1 a 39 impianti [Fonte: www.atlasole.gsel.it] 95 [Fonte: www.atlasole.gsel.it] I consumi di energia rappresentano un utile indicatore per indirizzare le politiche amministrative in materia di ambiente al fine a: - promuovere e incentivare il risparmio energetico; - limitare le emissioni di inquinanti in atmosfera. In seguito alla liberalizzazione del mercato energetico, in base alla quale l’utente finale può decidere presso quale gestore rifornirsi, sia in termini di energia elettrica, sia di metano, i dati relativi ai consumi di energia a livello territoriale sono di difficile elaborazione, in quanto facenti capo a diversi gestori. Per tale motivo non è stato possibile recuperare dati rappresentativi relativi ai consumi di gas metano sul territorio di Osio Sopra, ma saranno fatti oggetto di opportuna integrazione, non appena saranno forniti dai gestori (Enel Gas) e costituiranno elementi da individuare quali indicatori per la fase del monitoraggio. 96 In merito ai consumi di energia elettrica, i dati relativi all’energia elettrica forniti da: “Consorzio CEV – Consorzio Energia veneto”, sono: 1. estratti dei contratti di fornitura anni 2007 e 2008, ovvero da quando il Comune di Osio Sopra ha aderito al “Consorzio CEV – Consorzio Energia veneto” (settembre 2007). In tali estratti sono riportate le condizioni di fornitura applicate a tutti i soci. 2. i consumi mensili dal mese di settembre 2007 al mese di dicembre 2008 delle utenze comunali. Estratto contratto di fornitura di energia elettrica anno 2007 [Fonte: Consorzio CEV – Consorzio Energia veneto] 97 Estratto contratto di fornitura di energia elettrica anno 2008 [Fonte: Consorzio CEV – Consorzio Energia veneto] 98 Consumi mensili dal mese di settembre 2007 al mese di dicembre 2008 delle utenze comunali di Osio Sopra. [Fonte: Consorzio CEV – Consorzio Energia veneto] 99 8 – RISCHI TECNOLOGICI E AMIANTO 100 RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo 8.1. INDUSTRIE A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE (RIR) Il sistema industriale è caratterizzato anche da un’azienda a Rischio di Incidente Rilevante (RIR) (D.Lgs. 334/99 e s.m.i.). Con questo termine si definiscono le imprese che, per la presenza nel proprio sito di determinate sostanze pericolose in quantità superiori a determinati livelli, rappresentano un pericolo potenziale per il territorio in caso di incidenti rilevanti. Sulla base del rischio potenziale, ogni azienda è tenuta ad attuare politiche di prevenzione che prevedano, a seconda del livello di rischio raggiunto, la predisposizione di una Scheda informativa per la popolazione o la realizzazione di un Rapporto di Sicurezza che garantisca la giusta informazione alla cittadinanza. Nel Comune di Osio Sopra è presente un’azienda la cui attività rientra nel campo di applicazione del D.Lgs 334/99 e successive modifiche e integrazioni. L’azienda R.I.R. in questione è la “S.I.A.D. Società Italiana Acetilene & Derivati S.p.A.” situata lungo la S.P. 525, presso la zona industriale, che conta un numero di 200 dipendenti. I dati di pericolosità delle lavorazioni, ai sensi del D.Lgs. 334/99, rientrano nell’art. 5 comma 2, art. 6 e art. 8 del medesimo decreto. La valutazione del Rapporto di Sicurezza, per il quale è in corso l’aggiornamento di valutazione, ha conseguito parere favorevole con prescrizioni dal Comitato Tecnico Regionale (prot. 7655 del 18.07.2002). L’azienda opera nell’industria chimica – settore gas tecnici. L’area coperta dell’insediamento è di mq 27.500; l’area scoperta di mq 187.000. Nell’insediamento sono presenti: • area adibita alla produzione, movimentazione e stoccaggio di ossigeno, azoto e argon, ricavati per frazionamento dell’aria; • area adibita alla produzione, movimentazione e stoccaggio di gas tecnici di vario tipo (infiammabili e/o tossici); • laboratorio chimico per analisi e campionature dei gas e delle miscele speciali; • reparti per altre attività (officina manutenzioni, magazzino, servizi generali, reparto collaudi, mensa, …). Le movimentazioni dei gas tecnici sono effettuate a mezzo autobotti, camion per trasporto bombole, carri bombolai. Esiste inoltre una movimentazione di ossigeno-gas ricavato dalla produzione di base convogliato all’esterno a mezzo gasdotti. L’attuazione del Piano di emergenza prevede procedure di intervento specifiche per reparto, con sala di controllo presidiata 24/24 ore, nonché il servizio portineria 24/24 ore, e impianto antintrusione. 101 La rete idrica antincendio è alimentata da vasca di raccolta di 500 mc di capacità; sono inoltre installati sistemi automatici di abbattimento delle fughe di gas (tossici, infiammabili, asfissianti) e di incendio. Nella tipologia di scenario incidentale i Comuni di Osio Sopra, Dalmine e Levate sono interessati dalla dispersione di sostanze tossiche e da sovrapressione da esplosione. Osio Sopra e Levate anche da irraggiamento da incendio. Non si ritengono invece credibili eventi incidentali ambientali. 8.2. IMPIANTI SOGGETTI AD AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE (AIA) La stessa azienda “S.I.A.D. Società Italiana Acetilene & Derivati S.p.A.” è soggetta all’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) ai sensi del D.Lgs. 59/2005. 102 8.3. AREA IN VIA DI DISMISSIONE Scheda descrittiva dell’area censita Codice Istat: 016152 Codice identificativo dell’area: 1615201 Riferimenti cartografici relativi all’area dismessa: Estratto del volo aerofotografico del 2003 Estratto del Mosaico Informatizzato degli strumenti Urbanistici Comunali 103 Scheda descrittiva dell’area censita LEGENDA: Profilo di accessibilità dell’area rispetto alla rete infrastrutturale 104 Scheda descrittiva dell’area censita Ultima attività economica: tessile Superficie area dismessa: 8.000 mq Dismissione: parziale Tipo area: in via di dismissione Collocazione rispetto al contesto insediativo: Profilo di accessibilità dell’area rispetto alla rete infrastrutturale: [Fonte: Ricognizione dello stato delle aree dismesse e in via di dismissione in provincia di Bergamo Dossier a schede descrittivo delle aree censite. Università degli studi di Bergamo – Centro studi sul territori - (aprile 2008) - D.A.I.S.S.I.L.] 105 8.4. AMIANTO La presenza di materiali contenenti amianto in un edificio non comporta di per se un pericolo per la salute degli occupanti. Infatti se il materiale è in buone condizioni e non viene manomesso, è improbabile che esista un pericolo apprezzabile di rilascio di fibre di amianto. Se invece il materiale viene danneggiato per interventi di manutenzione o altro motivo, si verifica un rilascio di fibre che costituisce un rischio potenziale; analogamente se il materiale è in cattive condizioni, o se è altamente friabile, le vibrazioni dell’edificio, i movimenti di persone o macchine, le correnti d’aria, possono causare il distacco di fibre legate debolmente al resto del materiale. In questi casi è necessario ricorrere ad interventi di bonifica che non consistono necessariamente nella rimozione dell’amianto o dei materiali contenenti amianto (quale ad esempio il confinamento temporaneo). Per quanto riguarda la Regione Lombardia, la maggior parte dell’amianto presente è costituito da coperture in cemento amianto. Sulla base delle informazioni fornite da un telerilevamento effettuato sul territorio di Milano nel 2005, si era potuto stimare che in Lombardia era presente un quantitativo complessivo di coperture contenenti amianto, pari a circa 22,6 kmq. Con D.G.R. n. 8/1526 del 22 dicembre 2005 è stato approvato il Piano Regionale Amianto Lombardia (PRAL), con lo scopo appunto di effettuare una mappatura e un censimento dell’amianto presente sul territorio regionale (entro il termine del 2008) in modo da poter dare avvio alla eliminazione dell’amianto dal territorio lombardo, sotto qualsiasi forma, entro il 2015. I principali strumenti utilizzati per l’attuazione del PRAL sono: - telerilevamento aereo della fascia di territorio regionale fino a 450 mt .s.l.m.; - censimento della presenza di amianto negli edifici, effettuato da ASL e ARPA in collaborazione con i Comuni e le Province. Per il Comune di Osio Sopra, non è mai stato eseguito un censimento dell’amianto. Secondo quanto comunicato dall’Ufficio Tecnico Comunale, negli immobili pubblici non risulta essere presente l’amianto. Tuttavia è possibile constatare la presenza, seppur sporadica, di alcune coperture in eternit su edifici privati. A fronte di un’indagine più approfondita, una delle scelte strategiche della Pubblica Amministrazione potrebbe essere quella di attivare un sistema di incentivazione per la rimozione delle rimanenti coperture contenenti amianto (eternit). 106 RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo 9 – SINTESI DELLO STATO ATTUALE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI 107 Nell’ambito della predisposizione del “Documento di scoping” è stata formulata una sintesi dello stato attuale dell’ambiente che non ha subito rilievi nel corso della prima conferenza di verifica e che qui di seguito si riporta unitamente all’individuazione delle problematiche e degli obiettivi. 108 9.1 QUADRO CONOSCITIVO-PROBLEMATICHE IN CORSO E INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI Il PGT dovrà mirare a: -conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche. -utilizzare e gestire correttamente, dal punto di vista ambientale, delle questioni connesse all’eventuale presenza di sostanze potenzialmente inquinanti in rapporto alle problematiche della potabilità delle acque sotterranee; -conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale; -dare massima attenzione agli interventi che possono incidere sulle problematiche ambientali, e sviluppare l’istruzione/formazione in campo ambientale; -perseguire il miglioramento della qualità delle acque superficiali e sotterranee; -monitorare le modalità di recupero degli ambiti di cava; -salvaguardare gli ambiti di valenza ambientale/vegetazionale e tutta la rete idrografica presente sul territorio; -valutare l’incidenza delle nuove previsioni in rapporto alla capacità delle reti a sostenere i nuovi carichi e/o alla necessità di implementare la dotazione. TEMATICA GEOMORFOLOGICA, IDROLOGICA E IDRAULICA INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI 1 -La situazione della tematica geomorfologica, idrologica ed idraulica presenta le seguenti problematiche: -Allo stato attuale si segnala che è in corso di compilazione lo studio geologico comunale e del Reticolo Idrico Minore, le cui predisposizioni sono state affidate al Dott. Geol. Carlo Pedrali. -Non si evidenziano, in particolare, elementi di criticità relativi agli insediamenti esistenti e agli ambiti di prossimità. -Andranno verificate le capacità dell’acquedotto in ordine alle previsioni insediative future. -Si evidenzia la necessità di interventi atti a contenere la percentuale complessiva di perdite della rete acquedottistica. -Risulta necessario mantenere il controllo della situazione dei pozzi d’acqua potabile e degli ambiti di rispetto in quanto ubicati all’interno degli ambiti edificati. -Appare di significativa importanza la verifica sulla situazione delle cave dismesse e delle cave ancora attive. SINTESI DELLO STATO ATTUALE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI: QUADRO CONOSCITIVO - PROBLEMATICHE IN CORSO 109 QUADRO CONOSCITIVO - PROBLEMATICHE IN CORSO TEMATICA DIFESA DEL SUOLO E DELLE ACQUE Il PGT dovrà mirare a: -individuare elementi migliorativi dell’organizzazione della raccolta al fine del contenimento delle problematiche derivanti dai rifiuti; -usare e gestire correttamente, dal punto di vista ambientale, le eventuali produzioni di sostanze e di reflui inquinanti; -non consentire l’inserimento sul territorio di attività con lavorazioni e produzioni di rifiuti pericolosi ed inquinanti; -conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche. 2 INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI SINTESI DELLO STATO ATTUALE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI: -Non vi sono criticità legate al fabbisogno di depurazione dei reflui. 110 QUADRO CONOSCITIVO - PROBLEMATICHE IN CORSO - La situazione della tematica paesaggistica-naturalistica problematiche: presenta le seguenti Il PGT, in generale, dovrà mirare a: -conservare e migliorare la qualità delle risorse storiche e culturali, attraverso un’opportuna normativa di conservazione e valorizzazione degli elementi storici; -conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale, attraverso il riconoscimento degli elementi che caratterizzano il territorio; -perseguire il contenimento del consumo di suolo mediante il recupero prioritario del patrimonio edilizio esistente, l’utilizzazione delle aree libere interstiziali e di frangia, l’eventuale riconversione degli elementi dismessi o non compatibili. -migliorare la qualità ambientale e la tutela del patrimonio naturale mediante l’individuazione di specifici ambiti da assoggettare a normativa di salvaguardia ambientale con particolare attenzione agli elementi atti a garantire la conservazione della biodiversità; -valorizzare il paesaggio ed il patrimonio culturale; -utilizzare in modo efficace la normativa di salvaguardia e di valorizzazione; -sensibilizzare la popolazione sulle problematiche ambientali e paesistiche, sviluppare l’istruzione e la formazione in campo ambientale. TEMATICA PAESAGGISTICA-NATURALISTICA Il DdP definirà tra i propri obiettivi gli elementi di valenza ambientale e paesistica presenti nel territorio comunale, individuando i criteri di mantenimento, valorizzazione e riqualificazione: -valorizzazione ambientale,e, per le parti compromesse e recuperabili, ricomposizione ambientale; -mantenimento/valorizzazione degli itinerari/percorsi d’interesse ecologico e fruitivo. 3 INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI SINTESI DELLO STATO ATTUALE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI: -Allo stato attuale si segnala la mancanza dello Studio Geologico comunale, già indicato nelle schede precedenti. 111 - La situazione della tematica dei sistemi insediativi e dei servizi e patrimonio storicoarchitettonico presentano le seguenti problematiche: Il PGT dovrà mirare a: -tutelare e riqualificare il centro storico; -dettare regole per la riqualificazione fisica e funzionale degli ambiti dismessi interni all’edificato; -conservare e migliorare la qualità del patrimonio storico-culturale con interventi di valorizzazione dei tessuti di antica formazione del capoluogo e dell’edificato storico delle frazioni; -conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale specie per quanto concerne gli elementi connessi con la valorizzazione degli edifici e dei contesti edificati nel quadro del sistema ambientale paesistico; -proteggere l’atmosfera perseguendo politiche di forte controllo delle emissioni delle attività produttive ma anche degli impianti civili; -contenere il consumo di suolo attraverso la limitazione di nuove previsioni insediative, ma anche mediante, l’utilizzo delle aree interstiziali libere e mirati interventi di riqualificazione di aree ed edifici dismessi limitando il più possibile interventi esterni agli ambiti urbanizzati; -contenere il consumo di risorse non rinnovabili. 4 INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI SINTESI DELLO STATO ATTUALE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI: -Necessità di potenziamento sia del nodo di centralità mediante la riorganizzazione, sia dei servizi e delle funzioni pubbliche interconnesse tra l’ambito di centro storico e l’ambito urbano. -Necessità di interventi di potenziamento di un sistema di accessibilità con interventi di riqualificazione degli spazi urbani aperti e di “mobilità dolce” che rapporti l’ambito del centro storico con il sistema degli insediamenti urbani. -Carenza delle aree e di organizzazione del sistema dei parcheggi. TEMATICA SISTEMA INSEDIATIVO E DEI SERVIZI - PATRIMONIO STORICO -ARCHITETTONICO QUADRO CONOSCITIVO - PROBLEMATICHE IN CORSO 112 QUADRO CONOSCITIVO - PROBLEMATICHE IN CORSO - La situazione della tematica mobilità presenta le seguenti problematiche: di di la di TEMATICA MOBILITA’ Il PGT dovrà mirare a: -migliorare la viabilità di distribuzione urbana e prevedere attrezzature e servizi supporto alla mobilità; -completare i percorsi ciclo-pedonali già presenti all’interno del centro urbano; -proteggere l’atmosfera attraverso lo snellimento e la razionalizzazione dei flussi mobilità, che dovranno, a loro volta, eliminare alcune non necessarie percorrenze e formazione di stazionamenti e rallentamenti con conseguenti aumenti dei carichi emissioni acustiche ed atmosferiche. 5 INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI SINTESI DELLO STATO ATTUALE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI: -Rilevante traffico sulla viabilità principale. -Necessità di dotazione di spazi di sosta in alcune parti dell’ambito urbano. 113 QUADRO CONOSCITIVO - PROBLEMATICHE IN CORSO - La situazione della tematica qualità dell’aria presenta le seguenti problematiche: TEMATICA QUALITA’ DELL’ARIA Il PGT dovrà mirare a: -contribuire a migliorare la qualità dell’ambiente favorendo il contenimento dell’inquinamento dell’aria anche in rapporto al miglioramento dell’organizzazione complessiva della mobilità; -promuovere l’utilizzazione di energie rinnovabili e/o combustibili a basso impatto; -realizzare il raccordo delle due viabilità principali al fine di alleggerire la situazione di inquinamento dell’aria sul tratto della viabilità principale in attraversamento; -conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale anche garantendo efficienza dei provvedimenti in materia di protezione dell’atmosfera; -sensibilizzare le problematiche ambientali, sviluppare l’istruzione e la formazione in campo ambientale. 6 INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI SINTESI DELLO STATO ATTUALE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI: -Rilevante traffico nelle ore di punta sulla viabilità principale. -Si rileva una forte incidenza del traffico veicolare sulla qualità dell’aria relativamente alla presenza dell’Autostrada A4 Milano-Venezia. -Nel territorio comunale non sono da segnalare problematiche odorifere, se non relative ad una ditta di verniciatura posta nella zona industriale, in Via Termini. 114 QUADRO CONOSCITIVO - PROBLEMATICHE IN CORSO -La situazione della tematica inquinamento acustico ed elettromagnetico e radon presenta le seguenti problematiche: -Non si evidenziano particolari problematiche relative al’inquinamento elettromagnetico. TEMATICA INQUINAMENTO ACUSTICO ED ELETTROMAGNETICO E RADON Il PGT dovrà mirare a: -contribuire a migliorare la qualità dell’ambiente favorendo il contenimento dell’inquinamento acustico ed elettromagnetico; -ridurre al minimo l’impiego delle risorse energetiche non rinnovabili; -conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale; -sensibilizzare le problematiche ambientali, sviluppare l’istruzione e la formazione in campo ambientale. 7 INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI SINTESI DELLO STATO ATTUALE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI: -Relativamente all’inquinamento acustico si segnala una problematica situazione dovuta ai flussi di traffico sulla viabilità di attraversamento principale e soprattutto per la presenza dell’Autostrada A4 Milano-Venezia. 115 QUADRO CONOSCITIVO - PROBLEMATICHE IN CORSO -La situazione della tematica rischi tecnologici e amianto presenta problematiche: le seguenti TEMATICA RISCHI TECNOLOGICI ED AMIANTO Il PGT dovrà mirare a: -prevedere, in termini di disciplina generale e d’indirizzo, indicazioni per il contenimento dei consumi energetici; -disciplinare e limitare l’insediamento sul territorio di attività pericolose e a rischio d’inquinamento; -ridurre al minimo l’impiego delle risorse energetiche non rinnovabili; -impiegare risorse rinnovabili nei limiti della capacità di rigenerazione; -gestire correttamente, dal punto di vista ambientale, le sostanze e i rifiuti pericolosi/inquinanti; -conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche superficiali e sotterranee; -conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale; -proteggere l’atmosfera; -ridurre l’inquinamento acustico. 8 INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI SINTESI DELLO STATO ATTUALE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI: -Presenza di impianti produttivi a rischio nell’immediata vicinanza delle aree urbanizzate. 116 LA PROPOSTA DI DOCUMENTO DI PIANO 10 – CRITERI GENERALI DI RIFERIMENTO E DI INDIRIZZO DEL DdP: obiettivi generali, obiettivi specifici, azioni di piano 117 10.1. IL PGT DI OSIO SOPRA QUALE STRUMENTO DI VALORIZZAZIONE DELLE POTENZIALITA’ DEL TERRITORIO E DI INCREMENTO DELLA QUALITA’ URBANA E DELLA VITA Il Documento di Piano del PGT costituisce l’elemento essenziale di definizione degli indirizzi delle strategie e delle scelte che l’Amministrazione di Osio Sopra intende porre alla base della propria azione politico-programmatica in materia urbanistica, in rapporto allo sviluppo delle componenti sociali ed economiche della Comunità e in funzione della quale la pianificazione urbanistica deve definire: • gli elementi di organizzazione delle funzioni insediative e da prevedere, • la struttura dei servizi e delle attrezzature necessarie a garantire gli elementi di supporto e di accessibilità, avendo riguardo al mantenimento e al potenziamento dei caratteri qualitativi del territorio, del paesaggio e della qualità della vita. In questo senso il Documento di Piano: • definisce gli obbiettivi generali e gli indirizzi strategici che vengono posti alla base delle scelte di sviluppo, • individua gli ambiti tematici che costituiscono il campo delle singole problematiche che si intendono affrontare e/o delle opportunità che si intendono cogliere; • determina le linee di indirizzo e le politiche da porre alla base delle azioni di sviluppo; • indica le necessità di organizzare e di dotazione dei servizi, delle attrezzature e delle infrastrutture necessarie a garantire la funzionalità dei sistemi, la qualità della fruizione e l’accessibilità; • determina le linee fondamentali delle relazioni spaziali e funzionali necessarie a garantire la qualità e la valorizzazione del territorio, del paesaggio e dell’ambiente. Il PGT, inoltre, propone una strategia che si colloca coerentemente con gli indirizzi sottesi al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia di Bergamo, mirando al sostegno ed alla salvaguardia delle aree esterne all’edificato non ancora urbanizzate e alla conservazione e riqualificazione delle attuali situazioni residenziali e produttive. 118 10.2. OBIETTIVI GENERALI E SPECIFICI DEL PGT Il Documento di Piano, partendo dall’analisi degli elementi di criticità e potenzialità delle componenti ambientali, sociali ed economiche emersi dal quadro conoscitivo e dalle necessità riscontrate, nonché dagli orientamenti emersi, definisce un set di obiettivi strategici sostenibili sui quali l’Amministrazione intende puntare per il miglioramento della qualità della vita dei cittadini. La proposta di Documento di Piano del Comune di Osio Sopra articola gli obiettivi generali di pianificazione attraverso Ambiti Tematici Strategici, al fine di rendere più organizzato e razionale il processo logico ed il complesso sviluppo delle strategie. Gli Ambiti Tematici Strategici ai quali si fa riferimento all’interno del Documento di Piano, sono i seguenti: • assetto Insediativo: Dimensionamento degli sviluppi demografici e del fabbisogno abitativo; • assetto economico: Settore primario, Settore secondario, Settore terziario-direzionale e commerciale; • organizzazione urbana dei servizi; • sistemi della mobilità e delle infrastrutture; • sistema del “verde fruibile”; • sistema ambientale-paesistico e reti ecologiche; • definizione del sistema percettivo della città – i sistemi paesistici e le “porte di accesso”-; • efficienza energetica degli edifici e contenimento dei carichi ambientali. A ciascun Ambito Tematico Strategico corrispondono obiettivi generali ed obiettivi di carattere specifico da perseguire attraverso le azioni pianificatorie del PGT. 119 10.3. FONDAMENTI E PRINCIPI DI RIFERIMENTO DEL DdP Il Documento di Piano, quale atto di definizione del quadro generale e strategico degli indirizzi e delle scelte del PGT, fa propri i criteri individuati dal 2° comma dell’art. 1 della Legge Regionale 12/2005 che assume quali elementi fondativi e di indirizzo della struttura e della programmazione e pianificazione urbanistica del territorio di Osio Sopra, individuandone le seguenti declinazioni: SUSSIDIARIETA’ Il PGT riconosce nella “sussidiarietà”, sia “verticale” che “orizzontale”, il principio fondamentale e il metodo per il raggiungimento dei propri obiettivi individuando nel rapporto sinergico tra le Istituzioni, – nell’ambito delle diverse responsabilità e competenze – nell’iniziativa e nell’azione dei Cittadini, delle Famiglie, delle Associazioni e delle Formazioni Sociali gli strumenti per un coordinato ed efficace svolgimento delle iniziative e delle azioni di rilevanza sociale e di attuazione degli interventi di crescita e sviluppo del territorio e della qualità ambientale. DIFFERENZIAZIONE E ADEGUATEZZA I principi di “differenziazione” e di “adeguatezza” vengono assunti come declinazione del principio di sussidiarietà “verticale” e fanno riferimento: • alla “differenziazione” quale riconoscimento dei profili di diversità e competenza dei soggetti pubblici sia sotto il profilo delle competenze, sia sotto il profilo della dimensione e della scala degli ambiti demografici ed economici di riferimento, riconoscendo i ruoli sovraordinati della programmazione e della pianificazione, rispetto ai quali lo strumento urbanistico locale costituisce elemento di maggiore dettaglio nelle materie attribuite a tali soggetti con particolare riferimento agli Organismi Comunitari, allo Stato, alla Regione, alla Provincia e agli altri Enti e Soggetti di rango sovracomunale, così come agli organismi preposti al controllo e all’attuazione di elementi di scala sottoordinata alle previsioni del PGT che dovranno contribuire, secondo le proprie peculiari competenze a garantire l’efficace attuazione della Pianificazione Locale. • alla “adeguatezza” intesa da un lato come necessità di rapportare i programmi e le previsioni del PGT alle effettive potenzialità del territorio e alla disponibilità delle risorse e dall’altro alla necessità di rendere disponibili strutture organizzative idonee a gestire i programmi e le previsioni di sviluppo che saranno formulate dallo strumento urbanistico. PARTECIPAZIONE E COLLABORAZIONE I principi di “partecipazione” e “collaborazione” vengono assunti quale principale riferimento nell’attuazione della sussidiarietà “orizzontale” e fanno riferimento principalmente alla definizione dei rapporti tra i privati e la Pubblica Amministrazione ed in particolare: • la “partecipazione” viene intesa non solo a livello formale, come previsto nelle tradizionali procedure di definizione degli strumenti urbanistici, come possibilità per i cittadini di presentare osservazioni e opposizioni agli strumenti stessi, ma come essenziale necessità di disporre, mediante l’attivazione degli strumenti possibili, del più vasto repertorio possibile di istanze, contributi e proposte che consentano di poter definire il quadro progettuale dello 120 strumento urbanistico come “risposta” organica e responsabile alle aspettative della Comunità. • la “collaborazione” viene fondamentalmente intesa come diversa modalità di approccio nei rapporti tra pubblico e privato ove i due soggetti non debbano essere considerati come antagonisti bensì come soggetti partecipi, pur con differenti funzioni e responsabilità del processo di trasformazione e costruzione della città che non può avvenire in modo adeguato se non attraverso l’azione comune e la corresponsabilità, tenuto conto anche delle nuove possibilità previste dalla riforma regionale quali gli strumenti dell’urbanistica negoziata, della perequazione, ecc. EFFICIENZA L’attuazione del principio di “efficienza” vede fin d’ora impegnata l’Amministrazione alla predisposizione di uno strumento che conduca ad ottenere risultati tendenzialmente ottimali e con il minor dispendio possibile di risorse mediante un apparato di scelte progettuali e disciplinari fortemente impegnato a garantire il rispetto degli elementi di concretezza e un rapporto equilibrato tra le esigenze sociali, quelle dell’economia e quelle ecologiche e della qualità della vita. Il principio di efficienza trova la propria declinazione negli elementi inerenti la sostenibilità, la flessibilità, la perequazione e la compensazione. SOSTENIBILITA’ Il PGT deve mirare ad una “pianificazione sostenibile” i cui presupposti necessari sono così sintetizzabili: • • • • • caratterizzazione delle specificità del territorio nelle sue connotazioni fisico-ambientali ma anche socio-economiche che aiuteranno a capire le strategie da adottare e quali scenari prevedere; programmazione di una qualità degli spazi pubblici con un’organizzazione chiara e sicura degli spazi aperti, delle piazze, dei giardini e anche delle strade per favorire vivibilità e ricchezza delle relazioni; definizione di un “sistema integrato di paesaggio” che risponda alla domanda di prestazioni urbane sempre più di qualità; “conservazione spinta” e rafforzamento del sistema ambientale anche con la creazione di nuovi luoghi urbani strutturati e con forte presenza di elementi più naturali e naturalistici, affinché la natura divenga realmente elemento di caratterizzazione degli spazi della città; utilizzo razionale delle risorse e di nuove forme di energia determinate dai fattori climatici locali. FLESSIBILITA’ Il PGT deve perseguire la definizione di un progetto capace di determinare il “governo della flessibilità” che sia in grado di gestire eventi anche difficili, da interpretare, e che consenta adeguamenti rapidi alle situazioni sociali ed economiche in continua evoluzione. Quindi una pianificazione avanzata, il cui “disegno” non può più passare attraverso la visione classica “statica” dell’urbanistica, si deve relazionare alla complessità dei fenomeni proponendo programmi e scenari adatti ad una visione dinamica e flessibile del territorio. 121 PEREQUAZIONE E COMPENSAZIONE Gli interventi dovranno mirare in ogni situazione a definire un quadro organico di possibilità e di impegni, di diritti e di doveri, per cui le necessità del “pubblico” e della collettività non vadano a gravare sui singoli ma siano distribuite secondo sistemi equitativi. ACCESSIBILITA’ Le opportunità che il territorio può offrire ai cittadini sono disponibili solo se accessibili. L’”accessibilità” è quindi la possibilità di disporre ed usufruire delle risorse presenti e disponibili sul territorio, risorse che sono costituite dalle funzioni insediate, dalle attrezzature e dai servizi, dagli elementi che caratterizzano la qualità ambientale e paesistica. IDENTITA’ L”’identità” di un territorio si definisce con il riconoscimento dei suoi valori, anche simbolici, dall’ apprezzamento degli stessi attraverso l’immaginario collettivo e si fonda sulla storia e la cultura dei luoghi e sulla partecipazione dei soggetti. Riconoscere i valori sia oggettivi che simbolici di un territorio consente di preservarli e nel contempo di poterne definire le eventuali trasformazioni pur nel rispetto delle specificità. L’ identità è modificabile nel tempo a condizione che l’identità esistente non venga negata ma sia arricchita: i nuovi luoghi, i nuovi spazi dovranno quindi diventare riconoscibili e sommarsi ai valori già strutturati. Nelle trasformazioni necessarie allo sviluppo urbano e territoriale dovrà quindi essere posta attenzione alla necessità che i nuovi interventi costituiscano un’addizione di spazi ed elementi riconoscibili, così da determinare una città nella quale ogni luogo, con la sua specificità, possa rappresentare un ulteriore elemento di qualità con caratteri propri e identificabili. QUALITA’ DELLE TRASFORMAZIONI TERRITORIALI Per troppi anni la pianificazione ha elaborato progetti prevalentemente rivolti agli ambiti esterni al tessuto urbano, come se tutte le aree libere potessero essere utilizzate indistintamente, prescindendo da qualsiasi preliminare considerazione comparativa tra il loro valore paesistico, ambientale, vocazionale e i caratteri delle trasformazioni previste . In questa ottica non sarà più possibile edificare in modo pervasivo in ambiti esterni alla città consolidata. Oggi, in accordo con le direttive della pianificazione sovraordinata e nel rispetto delle vocazioni e dei “paesaggi”, l’obiettivo deve essere quello di non consumare aree libere, con l’impegno prioritario di intervenire sugli ambiti urbani degradati o dismessi e sulle aree libere interstiziali. Questo significa che deve essere sempre garantito un bilancio ambientale favorevole nel complesso delle operazioni di intervento urbanistico ed edilizio. Tale obiettivo può comunque valorizzare innovativamente l’attività edilizia continuando a garantire possibilità edificatorie che potranno rapportarsi alle effettive necessità economiche e sociali ma che dovranno anche rapportarsi alle presenze già consolidate introducendo elementi di riqualificazione piuttosto che volgersi a nuovi interventi di ulteriore consumo di suolo per effetto di addizioni all’esterno dei perimetri dell’urbanizzato esistente e delle sue zone di frangia.. 122 10.4. LE AZIONI DI PIANO Con il termine “azioni di Piano” si intendono percorsi e metodi ben definiti che servono per guidare e determinare le decisioni presenti e future, ovvero le scelte operative previste dal Documento di Piano per risolvere una specifica problematica e/o per raggiungere un determinato obiettivo. Gli obiettivi specifici sono quindi perseguiti attraverso una serie di “azioni” che il Documento di Piano individua sulla base del contesto pianificatorio nel quale debbono essere sviluppate. Per ogni singolo obiettivo specifico vengono conseguentemente definite una o più azioni. I quadri sinottici che seguono sono composti da tre colonne che raggruppano i tre elementi costitutivi: Obiettivi Generali, Obiettivi specifici e Azioni di Piano. Essi rappresentano la sintesi dei passi percorsi al fine di illustrare in maniera esaustiva il processo logico elaborato. Ciascun quadro è riferito ad un “ambito tematico strategico” del Documento di Piano. Si sottolinea che parte delle azioni individuate dal presente documento, che muovono dagli atti della pianificazione, indirizzandosi specificamente verso le tematiche ambientali rappresentano indirizzi strategici che rimandano ad una regolamentazione di dettaglio sviluppata nel Piano delle Regole, nel Piano dei Servizi o da definirsi in fase di attuazione della progettazione urbanistica. 123 AMBITO TEMATICO STRATEGICO 1 DIMENSIONAMENTO DEGLI SVILUPPI DEMOGRAFICI E DEL FABBISOGNO ABITATIVO OBIETTIVI GENERALI Adeguare l’offerta residenziale alle previsioni di crescita della popolazione, valutata in rapporto alla “dimensione qualitativa ottimale” della Comunità. OBIETTIVI SPECIFICI AZIONE DI PIANO Opzione di crescita Il Documento di Piano prevede un residenziale contenuta dimensionamento prevalentemente riferito alle rispetto alle potenzialità che previsioni di carattere endogeno con modeste integrazioni quantitative al fine di garantire una il territorio può presentare. crescita demografica sostenibile all’interno del - Creare condizioni abitative territorio comunale, limitando quindi le in termini qualitativi e A01 previsioni di sviluppo alle quantità necessarie a quantitativi adeguate per le garantire il soddisfacimento dei fabbisogni che classi sociali presenti, in nasceranno all’interno della popolazione già modo da soddisfare la presente e ad una domanda esogena domanda determinata dalla contenuta non richiamata da fenomeni di crescita prevista di nuove marketing immobiliare. famiglie. Tutela dei “sistemi della qualità” che A02 caratterizzano il territorio comunale come “invarianti urbanistiche”. Contenere le quote di nuovi suoli da destinare a residenza. Minimizzare il consumo di suolo. Il Documento di Piano prevede il completamento dell’edificazione esistente mediante trasformazione di ambiti marginali al A03 centro edificato. Infatti prevede n. 2 Ambiti di Trasformazione Residenziale, circoscritti, in grado di intervenire sulla riorganizzazione dei bordi urbani. A04 Recuperare le volumetrie ancora disponibili nel Centro Storico. Intervenire per il recupero e la riqualificazione urbana del A05 Recuperare i sottotetti ai fini abitativi. patrimonio esistente. Recuperare le aree degradate e le aree A06 produttive dismesse interne al tessuto urbanizzato. Promuovere interventi di completamento in Utilizzare prioritariamente A07 aree libere all’interno del centro edificato. gli spazi interstiziali al gli eventuali completamenti Indirizzare tessuto già urbanizzato nelle A08 urbanizzativi mediante il completamento di zone di frangia. ambiti posti a margine del centro edificato. 124 AMBITO TEMATICO STRATEGICO 2 POLITICHE PER IL SETTORE SECONDARIO “INDUSTRIA E ARTIGIANATO” OBIETTIVI GENERALI OBIETTIVI SPECIFICI AZIONE DI PIANO -Confermare gli insediamenti esistenti salvo le aree di possibile riqualificazione relative ad ambiti di prossimità incompatibili con i tessuti residenziali. A09 -Individuare la normativa specifica per gli eventuali interventi di sostituzione delle attività produttive presenti con nuove attività produttive negli insediamenti confermati al fine di garantire la compatibilità urbanistica. Mantenere le aree a destinazione produttiva, sottraendo tali ambiti da possibili interventi di trasformazione. Monitorare le aziende rischio ambientale. - Garantire gli attuali livelli di occupazione per gli addetti/attivi nel territorio. - Minimizzare il consumo di suolo garantendo il riutilizzo a fini produttivi delle aree di eventuali oggetto dismissioni. -Prevedere interventi di riconversione per i soli insediamenti non urbanisticamente compatibili o dismessi e, anche in questo caso, solo se in situazioni di incompatibilità. -Prevedere n. 3 Ambiti di Trasformazione a fini degli Produttivi, localizzati a margine insediamenti produttivi esistenti nella porzione est del territorio comunale. -Per 2 dei 3 Ambiti la previsione è finalizzata principalmente alla utilizzazione di aree esterne A10 al piazzale necessarie alle attività produttive presenti sul territorio del Comune di Osio Sotto, con previsione minima di possibilità edificatoria. L’ATR3 non prevede possibilità edificatorie ma solo la possibilità per l’azienda (SIAD) di realizzare un’area di sosta autocisterne utilizzando l’accesso all’area aziendale realizzato contestualmente alla formazione della rotatoria sulla SP 525. Si segnala la presenza di un’industria a Rischio di Incidente Rilevante (R.I.R.), che rientra anche negli impianti soggetti ad Autorizzazione Garantire il controllo sia in Integrata Ambientale (A.I.A.), la “S.I.A.D. a merito al suo inserimento A11 Società Italiana Acetilene & Derivati S.p.A.” per la produzione/deposito di gas tecnici, situata ambientale e alla sicurezza. lungo la SP 525, presso la zona industriale. Nella disciplina del Piano delle Regole è contemplata la norma specifica. 125 AMBITO TEMATICO STRATEGICO 3 POLITICHE PER IL SETTORE TERZIARIO E DIREZIONALE E ORGANIZZAZIONE DELLE POTENZIALITA’ DEI SERVIZI E DELLE ATTREZZATURE SOVRACOMUNALI POLITICHE PER IL SETTORE COMMERCIALE OBIETTIVI GENERALI Incrementare l’attrattività del sistema distributivo di vicinato per trattenere maggiormente all’interno del territorio la domanda commerciale dei residenti, soprattutto per quanto concerne il settore alimentare e degli elementi di prima necessità e per la formazione di condizioni di maggiore attrattività ai fini della rivitalizzazione del Centro Storico. OBIETTIVI SPECIFICI AZIONE DI PIANO Riqualificare, razionalizzare ed ammodernare il sistema distributivo di vicinato esistente, Tutelare le funzioni di riconosciuto nel suo fondamentale ruolo vicinato a livello A12 urbanistico di motore delle relazioni e delle commerciale (piccola e riqualificazioni dello spazio urbano e come media distribuzione). servizio di interesse generale, soprattutto per la popolazione più anziana. Valorizzare e creare nuovi percorsi di “mobilità dolce” per una connessione delle aree esterne con il nucleo di centralità, in condizioni di A13 qualità e di sicurezza, individuando percorsi analoghi per connettere i territori dei Comuni Migliorare l’accessibilità limitrofi. all’ambito di centralità urbana dove risiede la Individuare ulteriori aree di parcheggio di maggior parte del sistema corona per il nucleo di centralità e definire distributivo di vicinato. sistemi appetibili di accessibilità ciclopedonale A14 per favorire la fruizione dell’offerta commerciale in un contesto di positiva appetibilità ambientale e a basso impatto veicolare. AMBITO TEMATICO STRATEGICO 4 POLITICHE DI ORGANIZZAZIONE URBANA DEI SERVIZI OBIETTIVI GENERALI OBIETTIVI SPECIFICI AZIONE DI PIANO Valutare la possibilità di retrocedere gli “standard impropri”, al fine di acquisire risorse A15 per il miglioramento della struttura dei servizi di effettiva utilità. Definire normative specifiche per il raggiungimento degli obiettivi strategici di A16 compensazione, perequazione, sussidiarietà e adeguatezza. Assicurare una adeguata Migliorare e/o integrare i Utilizzare ulteriori spazi all’interno della fascia dotazione, qualità ed servizi pubblici o di interesse fluviale per realizzazare attrezzature al servizio accessibilità ai servizi per A17 pubblico del tempo libero e della fruizione della “qualità tutte le tipologie di utenze. spondale”. Potenziare la rete ciclopedonale anche A18 all’interno delle aree urbanizzate per abbattere i carichi di mobilità veicolare interna. Definire un sistema di riorganizzazione della struttura della mobilità in rapporto alla A19 riorganizzazione dei flussi di attraversamento del territorio per i collegamenti “intercentro”. 126 AMBITO TEMATICO STRATEGICO 5 INTERVENTI ED ORGANIZZAZIONE DEI SISTEMI DELLA MOBILITA’ E DELLE INFRASTRUTTURE OBIETTIVI GENERALI OBIETTIVI SPECIFICI Promuovere la qualità ambientale (riduzione dell’inquinamento acustico e Migliorare il sistema della atmosferico) e la fruizione in mobilità. sicurezza dell’ambiente urbano. AZIONE DI PIANO Individuare nuove e diverse gerarchie della viabilità in grado di regolare organicamente i flussi veicolari in funzione delle capacità di traffico delle infrastrutture ed in funzione delle A20 destinazioni d’uso del territorio, per consentire la razionalizzazione dei flussi, con positiva ricaduta sulla qualità ambientale complessiva del territorio e sul sistema della viabilità locale. Effettuare interventi di ridefinizione tecnica, paesistico-ambientale e funzionale dei singoli percorsi al fine di orientare il traffico verso l’utilizzo delle sedi preordinate a ciascuna A21 specifica funzione (attraversamento, mobilità interna e/o “di destinazione”, ecc) e di rendere appetibili i percorsi destinati alla mobilità dolce interna e alla valorizzazione delle funzioni aggregative degli spazi urbani aperti. AMBITO TEMATICO STRATEGICO 6 STRUTTURA ED ARTICOLAZIONE DEL SISTEMA DEL “VERDE FRUIBILE” OBIETTIVI GENERALI OBIETTIVI SPECIFICI AZIONE DI PIANO Potenziare lo “spazio complessivo del verde pubblico attrezzato”, connettendo ove possibile con una rete pedonale e ciclabile di raccordo i A22 vari singoli spazi ed evitare la creazione di spazi verdi frazionati difficilmente gestibili e Assicurare adeguata godibili dalla cittadinanza. dotazione, qualità ed Integrare e razionalizzare il accessibilità alle aree di verde fruibile. Inserire il sistema dei verdi pubblici in un più verde pubblico. vasto sistema di “verde fruibile” costituito non A23 solo dalle aree pubbliche ma anche da una serie di percorsi interni ai grandi spazi verdi ambientali e naturalistici presenti sul territorio. 127 AMBITO TEMATICO STRATEGICO 7 POLITICHE PER IL SETTORE PRIMARIO OBIETTIVI GENERALI OBIETTIVI SPECIFICI AZIONE DI PIANO Mantenere le realtà agricole locali, favorendone lo sviluppo in forme compatibili A24 con la rilevanza ambientale e paesistica dei luoghi. Promuovere un’articolazione del “territorio rurale” che Promuovere forme anche innovative di attività individui le aree da connesse a quella agricola che possano intendersi come “ambiti contribuire al miglioramento della redditività Mantenere e valorizzare le agricoli produttivi” e quelle A25 delle aziende, rilanciando il ruolo del territorio attività agricole presenti sul alle quali assegnare una sotto il profilo dell’economia rurale compatibile territorio. preliminare funzione come e dell’innovazione. “ambito di valore Valutare la possibilità di integrare forme di paesaggistico ambientale ed supporto alle attività agricole collateralmente ecologico”. alle prospettive connesse ad una fruizione A26 ambientale e paesistica dei territori rurali anche mediante il potenziamento delle attività agri-turistiche. AMBITO TEMATICO STRATEGICO 8 ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA AMBIENTALE-PAESISTICO E DELLE RETI ECOLOGICHE OBIETTIVI GENERALI OBIETTIVI SPECIFICI AZIONE DI PIANO Tutelare e valorizzare le presenze storicoRafforzare l’identità dei siti e dei luoghi urbani e A27 paesistiche ed architettonico-ambientali (luoghi di culto, della storia e della natura). potenziare le opportunità culturali e di fruizione per gli Individuare e classificare la presenza di A28 abitanti. fabbricati connotativi dell’architettura rurale. Salvaguardare e valorizzare le componenti ambientali locali, che determinano i valori dell’identità storica e del paesaggio locale. Tutelare tutte le componenti Definire le classi di sensibilità paesistica del simboliche, morfologiche, territorio, al fine di tutelare e valorizzare la ambientali e percettive che A29 componente del paesaggio anche attraverso la contribuiscono alla tutela e la riqualificazione dei percorsi di definizione del paesaggio interesse paesaggistico. locale. Tutelare gli ambiti di elevata naturalità e gli i valori Salvaguardare ambiti da riservare a parco, anche d’interesse e A30 ambientali, biologici sovracomunale, in particolare salvaguardare e naturalistici. valorizzare il sistema delle acque superficiali. Favorire la creazione di un sistema continuo di A31 aree verdi mediante la definizione e il Riequilibrare l’ecologia del Conservare e incrementare potenziamento della rete ecologica comunale. territorio, aumentandone la la biodiversità capacità di autodepurazione. Tutelare gli ambiti di valenza paesisticoA32 ambientale. 128 AMBITO TEMATICO STRATEGICO 9 DEFINIZIONE DEL SISTEMA PERCETTIVO DELLA CITTA’ I SISTEMI PAESISTICI E LE “PORTE DI ACCESSO” OBIETTIVI GENERALI OBIETTIVI SPECIFICI AZIONE DI PIANO Riqualificazione delle fasce spazi laterali e degli Definire la possibile ricomposizione e Riconsiderare e migliorare la “residuali” e non progettati, riqualificazione degli episodi edificati già A33 viabilità territoriale dal punto ancora presenti lungo i esistenti. di vista paesaggistico. percorsi della viabilità Inoltre, è importante principale. considerare il tema delle Progettare la sistemazione e la valorizzazione “porte di accesso” come uno A34 degli spazi residuali attestati sull’asse viario dei capisaldi della della SP 525. percezione della qualità urbana e, caratterizzare in Creazione dei punti di vista possono essere A35 Riqualificare i fronti industriali ed i fronti forma innovativa l’approccio che edificati prospettanti sulla strada provinciale. paesistico al territorio percepiti e assumere ruoli significativi per l’immagine urbanizzato. Tutelare e valorizzare i coni visivi verso le A36 urbana. emergenze iconografiche. A37 Vietare la cartellonistica pubblicitaria. AMBITO TEMATICO STRATEGICO 10 PROMOZIONE E ATTUAZIONE DI INTERVENTI PER L’EFFICIENZA ENERGETICA DEGLI EDIFICI E IL CONTENIMENTO DEI CARICHI AMBIENTALI OBIETTIVI GENERALI OBIETTIVI SPECIFICI AZIONE DI PIANO Contenere i consumi Definire una regolamentazione energetica degli energetici e ridurre gli Indirizzare gli interventi di impatti ambientali degli A38 edifici nelle Norme Tecniche di Attuazione del Piano delle Regole. trasformazione edilizia ed edifici residenziali/produttivi urbanistica verso risultati di di Definire una regolamentazione reale e positiva sostenibilità. Contenere i consumi idrici e contenimento dei consumi idrici degli edifici ridurre gli impatti ambientali A39 nelle Norme Tecniche di Attuazione del Piano degli edifici residenziali e delle Regole. produttivi Eliminare i carichi indotti A40 Promuovere l’utilizzazione di energie rinnovabili e/o di combustibili a basso impatto ambientale. Promuovere il contenimento sull’ambiente esterno dei carichi ambientali sul dall’attività di costruzione Promuovere la salubrità complessiva del sito e territorio comunale. edilizia e dall’utilizzo e A41 dell’ambiente urbano nel quale è collocato gestione dei fabbricati. l’insediamento residenziale/produttivo. 129 10.5. I CONTENUTI DELLE AZIONI DI PIANO I quadri che seguono illustrano in modo più approfondito, seppur sinteticamente, i contenuti delle singole “azioni di Piano”, precedentemente esposte. AMBITO TEMATICO STRATEGICO 1 DIMENSIONAMENTO DEGLI SVILUPPI DEMOGRAFICI E DEL FABBISOGNO ABITATIVO AZIONE CONTENUTI Il Documento di Piano prevede un dimensionamento prevalentemente riferito alle previsioni di carattere endogeno con modeste integrazioni quantitative al fine di garantire una crescita demografica sostenibile all’interno del territorio comunale, A01 limitando quindi le previsioni di sviluppo alle quantità necessarie a garantire il soddisfacimento dei fabbisogni che nasceranno all’interno della popolazione già presente e ad una domanda esogena contenuta non richiamata da fenomeni di marketing immobiliare. Sotto il profilo quantitativo la verifica dell’andamento demografico della popolazione effettuata dal Documento di Piano ha l’obiettivo di definire un’ipotesi di crescita “minima” (al di sotto della quale non è possibile rimanere) ed un’ipotesi di crescita “massima” (valutando quale sia stata la crescita complessiva dovuta all’insieme dei fattori, endogeni ed esogeni, che hanno determinato gli attuali livelli di crescita). All’interno dei due dati, il Documento di Piano sceglie il riferimento quantitativo di crescita da prevedersi avendo la consapevolezza di non poter scendere sotto la soglia minima che potrebbe portare alla fuoriuscita dal territorio di parte dei nuclei famigliari che si formeranno all’interno dell’evoluzione naturale della popolazione esistente e che, per converso, ipotesi superiori a quella massima individuata, potrebbero essere attuabili solo prevedendo meccanismi di espansione ancora più imponenti rispetto a quelli verificatisi negli ultimi anni. Il Documento di Piano propone il criterio di determinazione del fabbisogno secondo quanto qui di seguito indicato: 1. definizione del “massimo sviluppo” ipotizzabile mantenendo il trend rilevato nel periodo 1991/2010 riferito all’incremento dei nuclei famigliari; 2. definizione dello “minimo sviluppo” ipotizzabile considerando il trend rilevato nel periodo 1991/2010 riferito alla crescita degli abitanti; 3. definizione di un dato medio tra le previsioni 1 e 2 valutate in rapporto al fabbisogno residuo di alloggi, considerati con volume medio di 250 mc/all. Il territorio comunale di Osio Sopra è interessato da tre ambiti di particolare significato ambientale, paesistico e storico-urbanistico: il Tutela dei “sistemi della centro storico, l’ampia fascia del bordo fluviale del Brembo, e la qualità” che caratterizzano superficie rurale che costituisce il sistema di corona dell’edificato nella A02 il territorio comunale come parte est-sud e ovest. “invarianti urbanistiche”. Questi tre “sistemi della qualità” si assumono come “invarianti urbanistiche”: non sono quindi considerabili elementi territoriali disponibili per eventuali esigenze di nuova edificazione. Il Documento di Piano prevede il completamento dell’edificazione esistente mediante trasformazione di ambiti marginali al centro edificato. A03 Infatti prevede n. 2 Ambiti di Trasformazione Residenziale, circoscritti, in grado di intervenire sulla riorganizzazione dei bordi urbani. Previsione di n.2 Ambiti di Trasformazione Residenziale di dimensioni limitate. L’ATR1 interessa aree di frangia ad ovest del tessuto edilizio posto a ridosso di via Monte Bianco. L’ATR 2 interessa aree poste al confine con il Comune di Dalmine che risultano aree di frangia all’edificazione del Comune vicino rispetto alla quale si pongono come completamento. 130 AMBITO TEMATICO STRATEGICO 1 DIMENSIONAMENTO DEGLI SVILUPPI DEMOGRAFICI E DEL FABBISOGNO ABITATIVO AZIONE CONTENUTI Nel Centro Storico una parte non secondaria del patrimonio edilizio esistente risulta ancora parzialmente degradata, e alcuni volumi sono in condizioni di degrado assoluto con presenza di funzioni non compatibili con il tessuto residenziale. Ciò mette in evidenza la possibilità di un buon margine di recupero abitativo nel tessuto di antica formazione, consentendo di non intervenire Recuperare le volumetrie sul consumo di nuovo territorio per la realizzazione di unità immobiliari e disponibili nel di non dover impegnare nuove risorse di investimento e gestione per A04 ancora Centro Storico. opere di urbanizzazione. Tale politica di recupero dovrà essere incentivata ed affiancata da agevolazioni, da politiche sulla realizzazione di parcheggi privati e pubblici e sul sistema della mobilità e viabilità. Le norme di piano dovranno consentire di individuare interventi di edilizia convenzionata nell’ambito degli interventi di riconversione e riqualificazione all’interno di meccanismi degli standard qualitativi. A05 Il Piano delle Regole dovrà individuare le zone di territorio ove sia Recuperare i sottotetti ai possibile effettuare il recupero, senza aggravi sull’assetto paesaggistico e fini abitativi. urbanistico del territorio. Recuperare le aree degradate e le aree dismesse A06 produttive interne al tessuto urbanizzato. La presenza di aree dismesse è individuata come una risorsa, capace di garantire, attraverso gli interventi del recupero, l’obbiettivo del contenimento del consumo di suolo. E tuttavia, mentre il problema del futuro di tali aree diviene un elemento fondante dell’attività di programmazione urbanistica esso deve essere considerato ancor prima un elemento fondamentale della programmazione strategica e socio economica del territorio, anche interrogandosi sulla tipologia e il ruolo degli operatori che possono intervenire per promuovere e finanziare lo sviluppo delle aree industriali dismesse, ai quali devono essere indicate, già nella formulazione normativa del PGT, le condizioni strategiche e di sostenibilità che potranno consentire gli interventi, nell’ ambito dei principi di sussidiarietà, collaborazione, compensazione ed efficienza. Il Piano delle Regole individuerà gli ambiti di riconversione delle destinazioni urbanistiche e di riqualificazione delle aree degradate e produttive dimesse. Promuovere interventi di Si prevede la possibilità di interventi di edificazione delle aree libere completamento in aree ancora presenti all’interno del territorio già urbanizzato, anche mediante A07 libere all’interno del centro eventuali interventi integrati di natura pubblico-privata. edificato. Indirizzare gli eventuali completamenti urbanizzativi mediante il A08 completamento di ambiti posti a margine del centro edificato. Compatibilmente all’assetto paesaggistico, idrogeologico e ambientale del territorio si prevede anche la possibilità di individuare aree di frangia debitamente circoscritte ed in grado di intervenire sulla riorganizzazione dei bordi urbani. 131 AMBITO TEMATICO STRATEGICO 2 POLITICHE PER IL SETTORE SECONDARIO “INDUSTRIA E ARTIGIANATO” AZIONE CONTENUTI gli -Confermare insediamenti esistenti salvo le aree di possibile riqualificazione relative ad ambiti di prossimità incompatibili con i tessuti residenziali. -Individuare la normativa A09 specifica per gli eventuali interventi di sostituzione delle attività produttive presenti con nuove attività produttive negli insediamenti confermati al garantire la fine di compatibilità urbanistica. Mantenere tutte le attività presenti in localizzazioni compatibili; mantenere e recuperare eventuali spazi per interventi di rilocalizzazione delle situazioni non compatibili con, se pur modeste, “riserve strategiche” da reperire negli eventuali interventi di riconversione. -Prevedere interventi di riconversione per i soli insediamenti non urbanisticamente compatibili o dismessi e, anche in questo caso, solo se in situazioni di incompatibilità. -Prevedere n. 3 Ambiti di Trasformazione a fini Produttivi, localizzati a degli margine insediamenti produttivi esistenti nella porzione est del territorio comunale. -Per 2 dei 3 Ambiti la previsione è finalizzata principalmente alla A10 utilizzazione di aree esterne al piazzale necessarie alle attività produttive presenti sul territorio del Comune di Osio Sotto, con previsione minima di possibilità edificatoria. L’ATR3 non prevede possibilità edificatorie ma solo la possibilità per l’azienda (SIAD) di realizzare un’area di sosta autocisterne utilizzando l’accesso all’area aziendale realizzato contestualmente alla formazione della rotatoria sulla SP 525. Limitare le riconversioni al minimo indispensabile per garantire un assetto urbano caratterizzato da mix funzionale. Il Documento di Piano prevede n. 3 ambiti per espansioni insediative di natura produttiva. Il primo ad ovest della SP 525 a completamento degli insediamenti produttivi/terziari già presenti; il secondo ad ovest della SP 525, nella parte sud del territorio comunale sul limite territoriale con il Comune di Osio Sotto. L’ATP1 perimetra al suo interno “areali della modificabilità preordinati all’ampliamento delle attività presenti” e “areali della modificabilità preordinati alla nuova edificazione”. L’accessibilità alle aree costituenti l’ambito è ottenuta mediante la previsione del prolungamento della via dei Termini. L’accessibilità alle aree costituenti l’ambito ATP2 è già soddisfatta e avviene dagli accessi ai sedimi delle unità produttive presenti. L’accessibilità all’ambito ATP3 avverrà dal “peduncolo” già predisposto in sede di realizzazione della rotatoria sulla SP 525 (prossimità RFA) completandone il tracciato e consentirà di eliminare il pericolo dell’accesso/uscita diretta delle autocisterne sulla strada, oltreché disporre di un’area all’interno dello stabilimento specifico per la sosta delle autocisterne. 132 AMBITO TEMATICO STRATEGICO 2 POLITICHE PER IL SETTORE SECONDARIO “INDUSTRIA E ARTIGIANATO” AZIONE CONTENUTI Si segnala la presenza di un’industria a Rischio di Incidente Rilevante (R.I.R.), che rientra anche negli impianti soggetti ad Autorizzazione Integrata Ambientale (A.I.A.), la “S.I.A.D. Società Italiana Acetilene & Derivati Deve essere attentamente monitorata l’attività svolta dall’azienda pur se A11 S.p.A.” per la in presenza di normativa, controllo e autorizzazioni specifiche. produzione/deposito di gas tecnici, situata lungo la SP 525, presso la zona industriale. Nella disciplina del Piano è delle Regole contemplata la norma specifica. 133 AMBITO TEMATICO STRATEGICO 3 POLITICHE PER IL SETTORE TERZIARIO E DIREZIONALE E ORGANIZZAZIONE DELLE POTENZIALITA’ DEI SERVIZI E DELLE ATTREZZATURE SOVRACOMUNALI POLITICHE PER IL SETTORE COMMERCIALE AZIONE CONTENUTI Riqualificare, razionalizzare ed ammodernare il sistema distributivo di vicinato esistente, riconosciuto nel suo fondamentale ruolo A12 urbanistico di motore delle relazioni e delle riqualificazioni dello spazio urbano e come servizio di generale, interesse soprattutto per la popolazione più anziana. Il Piano delle Regole prevederà: - la valorizzazione delle connessioni interne al tessuto urbanizzato con specifica indicazione degli elementi di qualità progettuale necessari alla definizione di un sistema di interventi finalizzato alla formazione di una “filiera di valenza ambientale” in rapporto agli elementi e alle presenze di carattere storico-architettonico-ambientaler che caratterizzano l’ambito urbano centrale; - la definizione di specifiche normative per la valorizzazione urbana dei fronti commerciali e di peculiare diciplina per l’inserimento di attività terziarie e di artigianato leggero nel Centro Storico; - l’individuazione di provvedimenti incentivanti per la realizzazione di interventi commerciali di vicinato, di terziario e artigianato di servizio nell’ambito della centralità urbana. Valorizzare e creare nuovi percorsi di “mobilità dolce” per una connessione delle aree esterne con il nucleo di centralità, in condizioni L’individuazione di tali percorsi verrà dettagliata nell’adeguamento del A13 di qualità e di sicurezza, Piano dei Servizi. individuando percorsi analoghi per connettere i territori dei Comuni limitrofi. Individuare ulteriori aree di parcheggio di corona per il nucleo di centralità e definire sistemi appetibili di accessibilità L’individuazione delle aree di parcheggio di “corona” verrà dettagliata A14 ciclopedonale per favorire nell’adeguamento del Piano dei Servizi. la fruizione dell’offerta commerciale in un contesto di positiva appetibilità ambientale e a basso impatto veicolare. 134 AMBITO TEMATICO STRATEGICO 4 POLITICHE DI ORGANIZZAZIONE URBANA DEI SERVIZI AZIONE CONTENUTI Valutare la possibilità di retrocedere gli “standard impropri”, al fine di A15 acquisire risorse per il della miglioramento struttura dei servizi di effettiva utilità. La questione degli standard urbanistici e delle strutture erogatrici di servizi, pur se di competenza del Piano dei Servizi, già trattata nel PdS vigente, deve essere considerata come questione centrale nell’intero sistema di programmazione dell’assetto territoriale. Definire normative specifiche per il raggiungimento degli obiettivi strategici di A16 compensazione, perequazione, sussidiarietà e adeguatezza. Il Piano delle Regole dovrà individuare modalità di incentivazione per la promozione di interventi improntati a forme di sussidiarietà, anche in funzione di incentivare, ove possibile, la realizzazione di attrezzature anche private, di interesse “non primario”, che possano arricchire l’offerta complessiva di servizi, in particolare per il settore socio sanitario, lo sport e il tempo libero. Utilizzare ulteriori spazi all’interno della fascia fluviale per realizzazare Il Documento di Piano indirizza il Piano delle Regole A17 attrezzature al servizio del l’individuazione e la definizione della disciplina per tali spazi. tempo libero e della fruizione della “qualità spondale”. verso Potenziare la rete ciclopedonale anche all’interno delle aree A18 urbanizzate per abbattere i carichi di mobilità veicolare interna. Il Documento di Piano individuerà tali percorsi. Il Piano delle Regole provvederà all’individuazione di una normativa specifica per la riqualificazione ambientale e paesistica degli assi della mobilità urbana e territoriale. Definire un sistema di riorganizzazione della struttura della mobilità in rapporto alla A19 riorganizzazione dei flussi di attraversamento del territorio per i collegamenti “intercentro”. Il Documento di Piano individuerà il sistema di riorganizzazione della struttura della mobilità e dei flussi di attraversamento territoriali. Il Piano delle Regole provvederà all’individuazione di una normativa specifica per la riqualificazione ambientale e paesistica degli assi della mobilità urbana e territoriale. 135 AMBITO TEMATICO STRATEGICO 5 INTERVENTI ED ORGANIZZAZIONE DEI SISTEMI DELLA MOBILITA’ E DELLE INFRASTRUTTURE AZIONE CONTENUTI Individuare nuove e diverse gerarchie della viabilità in grado di regolare organicamente i flussi veicolari in funzione delle capacità di traffico delle infrastrutture ed in funzione delle destinazioni A20 d’uso del territorio, per consentire la razionalizzazione dei flussi, con positiva ricaduta sulla qualità ambientale complessiva del territorio e sul sistema della viabilità locale. Il Documento di Piano indirizza il Piano delle Regole verso la definizione di un sistema di accessibilità al territorio e di attraversamento che interferisca il meno possibile con il sistema delle “aree di centralità urbana” (benefici connessi: viabilità interna più fluida, riduzione delle emissioni acustiche ed inquinanti). Inoltre, si ritiene opportuno riorganizzare la “mobilità urbana interna” a partire dai punti di connessione con i territori esterni, anche in accordo con i Comuni interessati, per razionalizzare l’attraversamento del territorio di Osio Sopra da parte dei flussi di carattere sovracomunale. Effettuare interventi di ridefinizione tecnica, paesistico-ambientale e funzionale dei singoli percorsi al fine di orientare il traffico verso l’utilizzo delle sedi preordinate a ciascuna specifica funzione A21 (attraversamento, mobilità interna e/o “di destinazione”, ecc) e di rendere appetibili i percorsi destinati alla mobilità dolce interna e alla valorizzazione delle funzioni aggregative degli spazi urbani aperti. Il Piano delle Regole dovrà individuare: - una specifica normativa per la riqualificazione ambientale e paesistica degli assi direttori della mobilità urbana da utilizzare per le funzioni di attraversamento; - le necessarie indicazioni progettuali per la formazione di percorsi di mobilità interna, di mobilità dolce e la riqualificazione degli spazi urbani aperti con la “messa in rete” complessiva dei vari sistemi; - strutture di accessibilità diretta alla viabilità primaria al fine di collegare le aree periferiche del territorio alle arterie principali. 136 AMBITO TEMATICO STRATEGICO 6 STRUTTURA ED ARTICOLAZIONE DEL SISTEMA DEL “VERDE FRUIBILE” AZIONE CONTENUTI Potenziare lo “spazio complessivo del verde pubblico attrezzato”, connettendo ove possibile con una rete pedonale e A22 ciclabile di raccordo i vari singoli spazi ed evitare la creazione di spazi verdi frazionati difficilmente gestibili e godibili dalla cittadinanza. Il Documento di Piano provvederà alla valorizzazione delle aree spondali del Brembo, quale sistema di percorsi fruibili, non solo ecologico– ambientali ma con funzione di connessione privilegiata dei nuclei con il sistema dell’acqua e degli ambiti della naturalità e agricola, anche mediante l’individuazione di specifica normativa, specificata nel Piano delle Regole. Inserire il sistema dei verdi pubblici in un più vasto sistema di “verde fruibile” costituito non solo Il Piano dei Servizi dovrà individuare dei meccanismi di perequazione e A23 dalle aree pubbliche ma compensazione per i nuovi verdi “fruibili” anche mediante definizione di anche da una serie di eventuali indici volumetrici compensativi. percorsi interni ai grandi spazi verdi ambientali e naturalistici. 137 AMBITO TEMATICO STRATEGICO 7 POLITICHE PER IL SETTORE PRIMARIO AZIONE CONTENUTI Mantenere le realtà agricole locali, favorendone lo sviluppo in A24 forme compatibili con la rilevanza ambientale e paesistica dei luoghi. Il Documento di Piano non indica aree da destinare all’attività agricola in senso fortemente imprenditoriale con ampi margini di modificazione del quadro paesistico (serre, capannoni ecc.) ma di consentire il mantenimento e lo sviluppo delle attività agricole presenti in modo compatibile con il territorio e i suoi valori ambientali. Promuovere forme anche innovative di attività connesse a quella agricola che possano contribuire al della Nel Piano delle Regole verranno individuati i criteri di incentivazione per miglioramento A25 redditività delle aziende, favorire interventi di imprenditorialità agricola ad elevato livello rilanciando il ruolo del tecnologico, purchè compatibili con il contesto ambientale e paesistico. territorio sotto il profilo dell’economia rurale compatibile e dell’innovazione. Valutare la possibilità di forme di integrare supporto alle attività collateralmente agricole alle prospettive connesse A26 ad una fruizione ambientale e paesistica dei territori rurali anche mediante il potenziamento delle attività agrituristiche. Nel Piano delle Regole sono previsti incentivi economici per il recupero e la ristrutturazione dei fabbricati, da parametrarsi agli oneri di urbanizzazione e/o al costo di costruzione, anche collegate all’inserimento di attività agrituristiche e del “bed & breakfast”. 138 AMBITO TEMATICO STRATEGICO 8 ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA AMBIENTALE, PAESISTICO E DELLE RETI ECOLOGICHE AZIONE CONTENUTI Tutelare e valorizzare le presenze storicopaesistiche ed A27 architettonico-ambientali (luoghi di culto, della storia e della natura). Il Piano delle Regole conterrà la regolamentazione finalizzata alla tutela e alla valorizzazione del Centro Storico e degli ambiti d’interesse storicoarchitettonico e sarà corredata da un elenco degli elementi da valorizzare. Individuare e classificare la presenza di fabbricati Il Piano delle Regole conterrà la regolamentazione finalizzata alla A28 classificazione e valorizzazione dei fabbricati dell’architettura rurale. connotativi dell’architettura rurale. Definire le classi di sensibilità paesistica del territorio, al fine di tutelare e valorizzare la A29 componente del paesaggio anche attraverso la tutela e la riqualificazione dei percorsi di interesse paesaggistico. Il PGT rappresenta uno strumento di maggiore definizione paesistica, imponendo a tutti gli interventi di trasformazione territoriali e di utilizzazione e regimazione dei suoli rurali una disciplina volta alla specifica tutela e valorizzazione del paesaggio locale. Il Piano delle Regole detterà le norme di indirizzo ai fini della tutela del paesaggio. Per tutela del paesaggio oggi si intende il governo delle sue trasformazioni dovute all’intervento dell’uomo o agli eventi naturali, ivi compreso il progressivo decadimento delle componenti antropiche e biotiche del territorio causato dal trascorrere del tempo e dall’abbandono degli usi e delle pratiche che lo avevano determinato. La tutela del paesaggio si attua non solo attraverso la tutela e la qualificazione del singolo bene, ma anche mediante la tutela e la qualificazione del suo contesto, inteso come spazio necessario alla sua “sopravvivenza”, identificabilità e leggibilità. La tutela e la qualificazione dovranno, quindi, esprimersi in forme diverse: in rapporto ai caratteri della trasformazione proposta ed in relazione al grado di sensibilità del paesaggio. I principali percorsi di valenza paesistica e/o elevata potenzialità fruitiva vengono dichiarati d’interesse pubblico ai fini della loro possibile utilizzazione, in convenzione o tramite acquisizione da parte del Comune, per la realizzazione di percorsi ecologico-ambientali, sentieri pedonali e ciclabili, da destinarsi all’uso pubblico. Tali percorsi non possono essere oggetto di modificazione né possono essere occupati da costruzioni. Le fasce prospettiche indicate dai vettori visuali devono essere mantenute libere da ostacoli visivi al fine di mantenere complessivamente visibile il sito di riferimento e gli elementi emergenti di valore paesaggistico. Le componenti morfologiche, simboliche, ambientali e percettive troveranno spazio sia nelle scelte localizzative strategiche del Documento di Piano, sia negli indirizzi per il Piano dei Servizi. Tutelare gli ambiti di elevata naturalità e gli ambiti da riservare a parco, anche d’interesse A30 sovracomunale, in particolare salvaguardare e valorizzare il sistema delle acque superficiali. Nel Piano delle Regole è prevista una specifica normativa in merito alle tipologie di interventi ammessi in queste fasce. Gli interventi dovranno comunque garantire il mantenimento e/o ripristino della vegetazione spontanea e la conservazione degli elementi della biodiversità. Lungo le fasce viene incentivata la realizzazione di percorsi ciclopedonali. 139 AMBITO TEMATICO STRATEGICO 8 ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA AMBIENTALE, PAESISTICO E DELLE RETI ECOLOGICHE AZIONE CONTENUTI Favorire la creazione di un sistema continuo di aree verdi mediante la A31 definizione e il potenziamento della rete ecologica comunale. Il Documento di Piano individua i corridoi ecologici necessari per la connessione con gli ambiti di elevata naturalità e disciplina la salvaguardia dei varchi non edificati per la realizzazione di corridoi ecologici e per il recupero degli elementi di connessione delle aree agricole attraverso l’impiego di misure agro-ambientali. Tutelare gli A32 valenza ambientale. Il Documento di piano individua delle aree di salvaguardia delle aree boscate di valenza paesistico-ambientale. ambiti di In queste aree è vietata qualsiasi trasformazione dell’assetto boschivo. paesisticoIl Piano dei Servizi punterà sia alla definizione della rete ecologica locale, che al riequilibrio ecologico e all’aumento della capacità di autodepurazione del territorio. AMBITO TEMATICO STRATEGICO 9 DEFINIZIONE DEL SISTEMA PERCETTIVO DELLA CITTA’ I SISTEMI PAESISTICI E LE “PORTE DI ACCESSO” AZIONE CONTENUTI Definire la possibile ricomposizione e Definizione dei criteri di riqualificazione dei punti di accesso al territorio A33 riqualificazione degli urbano, con particolare riferimento alle aree più prossime al Complesso già del Santuario della Madonna della Scopa. episodi edificati esistenti. Progettare la sistemazione e la valorizzazione degli Migliorare la percezione dell’asse della ex SS n.525, mediante la A34 spazi residuali attestati progettazione della riqualificazione ambientale delle aree laterali al suo sull’asse viario della SP tracciato. 525. Riqualificare i fronti industriali ed i fronti Ridefinizione dei fronti degli edifici in concomitanza con interventi A35 edificati prospettanti sulla manutentivi o di sistemazione e manutentivi. strada provinciale. Tutelare e valorizzare i Salvaguardare la presenza e la percezione del Complesso del Santuario A36 coni visivi verso le della Madonna della Scopa. emergenze iconografiche. A37 Vietare la cartellonistica pubblicitaria. Vietata per le parti delle fasce stradali non di competenza della Provincia. 140 AMBITO TEMATICO STRATEGICO 10 PROMOZIONE E ATTUAZIONE DI INTERVENTI PER L’EFFICIENZA ENERGETICA DEGLI EDIFICI E IL CONTENIMENTO DEI CARICHI AMBIENTALI AZIONE CONTENUTI Definire una regolamentazione energetica degli edifici A38 nelle Norme Tecniche di Attuazione del Piano delle Regole. Il PGT, conformemente all’attuale quadro normativo, inserisce nelle Norme Tecniche d’Attuazione del Documento di Piano e del Piano delle Regole, una regolamentazione circa il fabbisogno energetico degli edifici, legandone il rendimento ad incentivi economici e urbanistici. Definire una regolamentazione di contenimento dei consumi A39 idrici degli edifici nelle Norme Tecniche di Attuazione del Piano delle Regole. Il PGT, conformemente all’attuale quadro normativo, inserisce nelle Norme Tecniche d’Attuazione del Documento di Piano e del Piano delle Regole, una regolamentazione di contenimento e razionalizzazione dei consumi idrici. Promuovere l’utilizzazione di energie rinnovabili e/o Il Piano delle Regole prevede incentivi per favorire la diffusione delle A40 di combustibili a basso energie rinnovabili sul territorio comunale. impatto ambientale. Promuovere la salubrità complessiva del sito e dell’ambiente urbano nel A41 quale è collocato l’insediamento residenziale/produttivo. La salubrità complessiva dell’edificio, ma anche la salubrità del sito e dell’ambiente urbano, devono essere perseguiti sia mediante la limitazione delle emissioni e della formazione di situazioni inquinanti, ma anche attraverso l’uso di materiali e tecniche costruttive adeguate. Il Piano delle Regole prevede opportune prescrizioni e regolamentazioni da attuare ai fini della salvaguardia ambientale e del risparmio di risorse. Per il settore produttivo vengono previsti: sistemi di abbattimento per i fumi, trattamento delle acque reflue e loro convogliamento in fognatura, riciclo delle acque dai processi produttivi, corretta progettazione dell’inserimento paesistico dell’intervento e previsione di schermature con siepi ed alberature nelle zone più impattanti. Per i nuovi edifici di carattere residenziale il Regolamento Edilizio richiede di predisporre appositi impianti per il recupero, la raccolta ed il riuso dell’acqua piovana dei tetti per l’irrigazione dei giardini e per gli scarichi igienici. 141 11 – CONTENUTI 142 VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 11.1. I CONTENUTI DELLA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA In considerazione di quanto emerso nelle valutazioni dei precedenti capitoli e degli elementi della proposta del Documento di Piano, la presente parte del Rapporto Ambientale, comprende: • la valutazione dei sistemi ambientali e delle relative dinamiche in atto nel territorio comunale di Osio Sopra, secondo le analisi sintetizzate nella tabella di valutazione finale, in riferimento alle azioni previste dal Documento di Piano, oggetto del presente Rapporto ; • l’esame della “coerenza esterna” delle scelte del DdP in rapporto ai sistemi territoriali di riferimento ed in particolare al PTCP della Provincia di Bergamo, inteso anche quale strumento di maggior dettaglio del PTPR della Regione Lombardia, e alle linee e indirizzi del PTR della Lombardia; • l’esame della “coerenza interna” tra gli obiettivi generali e specifici individuati dal DdP e le conseguenti azioni declinate dal medesimo, in rapporto soprattutto agli aspetti inerenti le tematiche di ordine ambientale e paesistico; • la valutazione di sintesi degli effetti sull’ambiente delle azioni strategiche previste nella proposta di Documento di Piano, avendo come riferimento principale i criteri di sostenibilità individuati dalla Commissione Europea (Manuale U.E.), che si assumono come elementi fondanti della verifica di sostenibilità del DdP rispetto allo sviluppo del territorio di Osio Sopra; • l’identificazione degli elementi che si caratterizzano come alternative all’attuale quadro della programmazione urbanistica, al fine di valutarne gli elementi di positività o negatività e, quindi, di individuare la necessità/opportunità di mettere in atto eventuali politiche correttive; • la definizione di un “Piano di Monitoraggio” da attuare per garantire la corretta efficacia delle azioni di Piano, individuando opportuni indicatori mirati a definire le positività del processo di attuazione del PGT o le ripercussioni dei Programmi dei processi e azioni previste sul sistema ambientale generale. 143 VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 12 – VERIFICA DI COERENZA: la coerenza esterna 144 12.1. LA COERENZA ESTERNA Nell’ambito del processo decisionale del DdP deve essere verificata la “coerenza esterna”, che consiste nell’individuare e nel mettere in luce gli eventuali elementi contraddittori, rispetto alle politiche di altri livelli di governo e al quadro pianificatorio e programmatorio sovraordinato di riferimento. Per garantire la coerenza del PGT con la pianificazione sovraordinata sono stati analizzati i contenuti degli altri pertinenti Piani con riferimento agli obiettivi di sostenibilità ambientale, ed è stata valutata la coerenza delle strategie e delle azioni del PGT con tali contenuti, esprimendo un giudizio di coerenza esterna secondo la seguente scala: NO = contrasto - = indifferenza SI’ = coerenza La documentazione pianificatoria sovradimensionata analizzata è la seguente: • “Linee guida per la Valutazione Ambientale Strategica – Obiettivi di Sostenibilità” - Manuale U.E.; • PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) della Provincia di Bergamo quale strumento di maggior dettaglio del PTPR - Piano Territoriale Paesistico Regionale - della Regione Lombardia; • Proposta di PTR (Piano Territoriale Regionale) della Regione Lombardia. L'analisi di “coerenza esterna” è sintetizzata nei quadri sinottici seguenti, che verificano la corrispondenza tra gli obiettivi generali del DdP e gli obiettivi di sostenibilità generale della pianificazione analizzata. Dalla lettura delle tabelle, si rileva un buon livello di coerenza esterna del PGT, in termini di strategie e obiettivi di riferimento. 145 Minimizzare il consumo di suolo Mantenere le aree a destinazione produttiva, sottraendo tali ambiti da possibili interventi di trasformazione. Monitorare le aziende a rischio ambientale. Assicurare una adeguata dotazione, qualità ed accessibilità ai servizi per tutte le tipologie di utenze. Promuovere la qualità ambientale (riduzione dell’inquinamento acustico e atmosferico) e la fruizione in sicurezza dell’ambiente urbano. Assicurare adeguata dotazione, qualità ed accessibilità alle aree di verde pubblico. Mantenere e valorizzare le attività agricole presenti sul territorio. Salvaguardare e valorizzare le componenti ambientali locali, che determinano i valori dell’identità storica e del paesaggio locale. Riequilibrare l’ecologia del territorio, aumentandone la capacità diautodepurazione. Riconsiderare e migliorare la viabilità territoriale dal punto di vista paesaggistico. Inoltre, è importante considerare il tema delle “porte di accesso” come uno dei capisaldi della percezione della qualità urbana e, caratterizzare in forma innovativa l’approccio paesistico al territorio urbanizzato. Indirizzare gli interventi di trasformazione edilizia ed urbanistica verso risultati di reale e positiva sostenibilità. Promuovere il contenimento dei carichi ambientali sul territorio comunale. Obiettivi generali del Documento di Piano Criteri di sostenibilità manageriale 1. Ridurre al minimo l’impiego delle risorse energetiche non rinnovabili SI’ SI’ SI’ SI’ SI’ SI’ 2. Impiego delle risorse rinnovabili nei limiti della capacità di rigenerazione SI’ SI’ SI’ SI’ SI’ SI’ 3. Uso e gestione corretta, dal punto di vista ambientale, delle sostanze e dei rifiuti pericolosi-inquinanti 4. Conservare e migliorare lo stato della fauna e della flora selvatiche, degli habitat e dei paesaggi SI’ SI’ SI’ SI’ SI’ - 5. Conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche SI’ SI’ - Incrementare l’attrattività del sistema distributivo di vicinato per trattenere maggiormente all’interno del territorio la domanda commerciale dei residenti, soprattutto per quanto concerne il settore alimentare e degli elementi di prima necessità e per la formazione di condizioni di maggiore attrattività ai fini della rivitalizzazione del Centro Storico. Adeguare l’offerta residenziale alle previsioni di crescita della popolazione, valutata in rapporto alla “dimensione qualitativa ottimale” della Comunità. COERENZA CON I CRITERI PER LA SOSTENIBILITA’ DEL MANUALE UE 146 Minimizzare il consumo di suolo Mantenere le aree a destinazione produttiva, sottraendo tali ambiti da possibili interventi di trasformazione. Monitorare le aziende a rischio ambientale. Incrementare l’attrattività del sistema distributivo di vicinato per trattenere maggiormente all’interno del territorio la domanda commerciale dei residenti, soprattutto per quanto concerne il settore alimentare e degli elementi di prima necessità e per la formazione di condizioni di maggiore attrattività ai fini della rivitalizzazione del Centro Storico. Assicurare una adeguata dotazione, qualità ed accessibilità ai servizi per tutte le tipologie di utenze. Promuovere la qualità ambientale (riduzione dell’inquinamento acustico e atmosferico) e la fruizione in sicurezza dell’ambiente urbano. Assicurare adeguata dotazione, qualità ed accessibilità alle aree di verde pubblico. Mantenere e valorizzare le attività agricole presenti sul territorio. Salvaguardare e valorizzare le componenti ambientali locali, che determinano i valori dell’identità storica e del paesaggio locale. Riequilibrare l’ecologia del territorio, aumentandone la capacità diautodepurazione. manageriale Adeguare l’offerta residenziale alle previsioni di crescita della popolazione, valutata in rapporto alla “dimensione qualitativa ottimale” della Comunità. Riconsiderare e migliorare la viabilità territoriale dal punto di vista paesaggistico. Inoltre, è importante considerare il tema delle “porte di accesso” come uno dei capisaldi della percezione della qualità urbana e, caratterizzare in forma innovativa l’approccio paesistico al territorio urbanizzato. Indirizzare gli interventi di trasformazione edilizia ed urbanistica verso risultati di reale e positiva sostenibilità. Promuovere il contenimento dei carichi ambientali sul territorio comunale. COERENZA CON I CRITERI PER LA SOSTENIBILITA’ DEL MANUALE UE Obiettivi generali del Documento di Piano Criteri di sostenibilità 6. Conservare e migliorare la qualità delle risorse storiche e culturali SI’ SI’ - SI’ SI’ - SI’ SI’ - SI’ - 7. Conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale - SI’ SI’ - SI’ SI’ SI’ SI’ SI’ SI’ SI’ SI’ SI’ 8. Protezione dell’atmosfera - SI’ SI’ - SI’ SI’ - SI’ SI’ SI’ SI’ SI’ 9. Sensibilizzare alle problematiche ambientali, sviluppare l’istruzione e la formazione 10. Promuovere la partecipazione del pubblico alle decisioni che comportano uno sviluppo sostenibile elementi generali connessi con le iniziative di partecipazione e di informazione elementi generali connessi con le iniziative di partecipazione e di informazione 147 12.2. VERIFICA DI COMPATIBILITA’ CON IL PTCP E IL PTPR La questione del rapporto tra il “Documento di Piano” e la verifica che su tale documento – e più in generale sul PGT nel suo complesso – deve effettuarsi per l’accertamento della compatibilità con il PTCP della Provincia, viene trattata in questo Rapporto solo con riferimento alle questioni inerenti i contenuti della Valutazione Ambientale Strategica. In questo senso va affermato che la verifica di compatibilità non viene assunta dal presente Documento come momento di controllo finale degli esiti di analisi e progettuali del PGT, ma parte dalla preventiva assunzione dei contenuti e degli indirizzi del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Bergamo, e dalla necessità di verificare, non solo la coerenza del PGT con tutti gli elementi aventi valore prescrittivo e prevalente, ma anche la situazione dei contenuti del PGT che possono avere rilevanza nel disegno territoriale e che devono essere considerati come elementi coordinati con il disegno più generale dell’area vasta, verificando la coerenza con l’indirizzo del dettato dell’art. 18 della L.R. 12/2005 ove è previsto che “le valutazioni di compatibilità rispetto al PTCP…(omissis) concernono l’accertamento dell’idoneità dell’atto…(omissis) ad assicurare il conseguimento degli obiettivi fissati nel piano, salvaguardandone i limiti di sostenibilità previsti”. La verifica di compatibilità con il PTCP assicura anche la coerenza con il PTPR del quale costituisce strumento di maggiori dettagli per i contenuti in materia ambientale e paesistica. Nel prospetto che segue, sono individuati i contenuti della Relazione e/o delle Norme di Attuazione (NdA) del PTCP che riguardano le tematiche inerenti gli sviluppi insediativi e gli elementi di salvaguardia ambientale e paesistica aventi rilevanza sulla pianificazione locale. LEGENDA: • NdA Art. 00 c 00 : Norme di Attuazione del PTCP e relativo articolo e comma di riferimento • R.000 : Relazione Generale del PTCP e pagina di riferimento • A01-A02.…: Azioni di Piano di riferimento per la verifica di coerenza con il PTCP • Contenuti del PTCP che non interessano le previsioni del DdP 148 Contenuto Rif. NdA o Relazione Definizione interventi di rilevanza sovracomunale. Sottopone a PAIS e Tavoli interistituzionali preventivi i servizi con bacino doppio rispetto a capacità teorica e comunque sopra i 5.000 abitanti; insediamenti produttivi con Sf maggiore a 250.000 mq; commercio con sup. lorda vendita maggiore a 10.000 mq I piani comunali dovranno rilevare la compatibilità delle generazioni di traffico dovuta ai pesi insediativi esistenti e programmati I piani comunali danno indicazioni per il contenimento delle trasformazioni e dei consumi di suolo per espansioni e trasformazioni urbane Determinazione dei fabbisogni insediativi avendo riguardo al minor consumo di territorio possibile I comuni determinano i fabbisogni residenziali anche considerando i fenomeni migratori determinati dalla attività produttive con particolare riferimento ai soggetti di provenienza extra comunitaria Principi generali per il dimensionamento dei fabbisogni insediativi Indicazioni sul contenimento del suolo agricolo attraverso la gradazione dei “valori” Indirizzi per gli incrementi residenziali: recupero patrimonio esistente, nuovi impianti con adeguata capacità insediativa per minimizzare il consumo di suolo agricolo, priorità al recupero (quindi completamento nelle aree interstiziali e di frangia per rendere più compatto e funzionale il sistema dei centri urbani esistenti) Piano di settore sul commercio con individuazione delle aree idonee per la localizzazione di nuovi insediamenti Ambiti urbani caratterizzati da fenomeni di dissesto: criteri di ammissibilità degli interventi Criteri per l’ammissibilità di nuovi insediamenti o trasformazioni urbane per aree di particolare valore paesistico e naturalistico Localizzazione di interventi in zone collinari e montane in aree che interessino zone di completamento delle frange urbane, ambiti agrari già dismessi o aree agricole di marginalità produttiva Criteri per l’ammissibilità di nuovi insediamenti o trasformazioni urbane per le aree agricole Localizzazione di servizi nelle aree verdi della pianificazione comunale con valenza paesistica I piani comunali dovranno di norma non consentire insediamenti urbanizzativi con sviluppo parallelo ai tracciati della viabilità principale Individuazione aree logistiche intermodali per il trasporto delle merci Localizzazione di nodi interscambio (tav E3) con previsione nei piani comunali di spazi, per parcheggi e per servizi Articolazione del sistema insediativo in quattro componenti fondamentali (insediamenti di centralità, centri urbani, aggregati e nuclei, beni storico-architettonici isolati) rispetto ai quali definire interventi di carattere e valenza sovracomunale Localizzazione di attrezzature, servizi e opere di urbanizzazione secondaria nelle aree agricole Aree di primo riferimento per la pianificazione locale come indicazioni di ambiti meno problematici ai fini della trasformazione urbanistica Azioni previste dal DdP Art 79 c 4 A01 Art 92 c1 A01 Art 93 c1 A02-A03 R 158 A02-A03 R 160 A04-A05 A06-A07 A08 Artt 54 -57 A02 Art 58 c 4 A03-A06 Art 67 A17-A22 A23 149 Aree agricole oggetto di trasformazione. Il piano comunale deve dare dimostrazione che le aree non devono avere avuto aiuti comunitari per almeno dieci anni Direttive sugli insediamenti produttivi per i Piani comunali: utilizzo di aree produttive già previste, evitare disseminazione nel territorio di aree e complessi isolati, incrementare accessibilità agli impianti produttivi Localizzazione insediamenti produttivi di livello provinciale e classificazione Localizzazione dell aree produttive in modo da contenere gli spostamenti dei pendolari e di massimizzare l’utilizzo del trasporto pubblico Individuazione delle attrezzature sovracomunali e di interesse provinciale (tav.E4) Individuazione elementi di coordinamento sul territorio: 1) aree meno sensibili, più opportune per interventi insediativi 2) indirizzi per la gestione della forma urbana e l’organizzazione territoriale degli insediamenti 3) gerarchia dei valori ambientali e paesistici e della funzione delle aree inedificate 4) le invarianti che pongono limiti all’occupazione dei suoli Indirizzi per orientare i Comuni nella definizione degli ambiti di sviluppo della forma urbana Criteri favorevoli per la localizzazione degli insediamenti: accessibilità, valenze storico-culturali, adiacenza a centri e servizi interurbani, adiacenza a sistemi produttivi, ecc. Individuazione delle aree con fenomeni urbanizzativi in atto (tav E 2.2) e aree di primo riferimento per la pianificazione locale (tav E4), anche come aree atte a garantire un adeguato rapporto tra insediamenti e salvaguardia suoli agricoli Orientamento dei piani comunali verso il compattamento della forma urbana Evitare il consumo di suolo agricolo nelle zone già oggetto di investimenti pubblici di irrigazione o bonifica, in quelle con suoli di elevata qualità e/o produttività, in quelle con testimonianza delle antiche organizzazioni agricole Recupero a scopo di residenza e ricettività turistica degli agglomerati rurali esistenti di antica formazione con caratteristiche apprezzabili di edilizia spontanea Definizione della rete delle centralità in relazione ai servizi. Classificazione dei servizi in differenti livelli; creare condizioni che garantiscano un adeguato grado di equipotenzialità tra situazioni di presenza di servizi e di accessibilità agli stessi; politiche prioritarie della provincia Criteri per verifiche di compatibilità nelle aree di criticità in ambito di pianura Verifiche di congruenza in aree interessate da SIC o ZPS Indirizzi generali di inserimento ambientale e paesaggistico per gli interventi insediativi in aree di montagna e collinari. Aree con fenomeni urbanizzativi in atto o previsti. In queste aree, in immediato rapporto con i contesti urbani, orientare le trasformazioni alla riqualificazione e ricomposizione delle zone di frangia degli insediamenti. Previsione di adeguato inserimento paesistico e ambientale, anche tramite previsioni di impianti arborei e arbustivi. Creazione di reti ecologiche e di collegamento con aree verdi e reti ecologiche esistenti. Mantenimento dei varchi e degli spazi liberi interurbani per continuità dei corridoi ecologici Art 94 c 2 A09-A10 R 156 A02-A03 R157 A04-A05 A06-A07 A08 R 157 A03-A07-A08 R 160 A04 R 172-174 A16 Art 62 A02-A03A04-A06A07-A08A10-A31A33 Art 65, art 72 c 7 A22-A31 150 Ambiti di valorizzazione, riqualificazione e progettazione paesistica, nei quali realizzare un sistema di aree e ambiti di continuità del verde. Individuazione di elementi di caratterizzazione dei progetti edilizi Indicazioni per insediamenti rurali ed elementi di interesse storico Art 66 Artt 68 - 69 Percorsi di fruizione paesistica. Curare che nuove previsioni insediative non compromettano le condizioni di visibilità dai punti e dai percorsi panoramici Indicazioni rispetto a interventi nei Centri Storici, con promozione integrazione delle funzioni Espansioni e trasformazioni come elementi di riqualificazione e ricomposizione dei fronti e delle frange urbane, anche tramite riequipaggiamento arboreo e arbustivo I Comuni dovranno pianificare gli insediamenti produttivi tenendo conto di esigenze di compattezza del disegno organizzativo e insediativo e del massimo riutilizzo dei complessi esistenti disponibili o da riqualificare Indicazioni sulle mitigazioni per insediamenti commerciali, con particolare riferimento all’accessibilità, alle ricadute sulla viabilità, alle dotazioni di parcheggi e all’inquinamento e alle altre ricadute sugli abitati vicini Sintesi degli indirizzi per la compatibilità territoriale degli insediamenti commerciali: impatto territoriale, sistema viario, trasporti, ambiente e paesaggio A22-A23A27-A28A29-A30A31-A32 A02-A04A24-A25A26-A27A28-A29 Art 70 c 2 (lett c) art 72 c 2 A02-A17A18-A20 Art 91 A02-A04-A25 Art 92 c 2 (lett g) A03-A07-A08 Art 97 A09-A10 151 12.3. VERIFICA DEI RAPPORTI CON IL PTR PRINCIPALI ELEMENTI DEL PIANO TERRITORIALE REGIONALE INERENTI LA VERIFICA DI COERENZA ESTERNA DEL DdP PRINCIPALI INDIRIZZI DEL PTR Favorire, come condizione necessaria per la valorizzazione dei territori, l’innovazione, lo sviluppo della conoscenza e la sua diffusione: - in campo produttivo (agricoltura, costruzioni e industria) e per ridurre l’impatto della produzione sull’ambiente; - nella gestione e nella fornitura dei servizi (dalla mobilità ai servizi), nell’uso delle risorse e nella produzione di energia; nelle pratiche di governo del territorio, prevedendo processi partecipativi e diffondendo la cultura della prevenzione del rischio Migliorare la qualità e la vitalità dei contesti urbani e dell’abitare nella sua accezione estensiva di spazio fisico, relazionale, di movimento e identitaria (contesti multifunzionali, accessibili, ambientalmente qualificati e sostenibili, paesaggisticamente coerenti e riconoscibili) attraverso: - la promozione della qualità architettonica degli interventi - la riduzione del fabbisogno energetico degli edifici - il recupero delle aree degradate - la riqualificazione dei quartieri di ERP - l’integrazione funzionale - il riequilibrio tra aree marginali e centrali - la promozione di processi partecipativi Perseguire l’efficienza nella fornitura dei servizi pubblici e di pubblica utilità, agendo sulla pianificazione integrata delle reti, sulla riduzione degli sprechi e sulla gestione ottimale del servizio Porre le condizioni per un’offerta adeguata alla domanda di spazi per la residenza, la produzione, il commercio, lo sport e il tempo libero, agendo prioritariamente su contesti da riqualificare o da recuperare e riducendo il ricorso all’utilizzo di suolo libero Tutelare la salute del cittadino, attraverso il miglioramento della qualità dell’ambiente, la prevenzione e il contenimento dell’inquinamento delle acque, acustico, dei suoli, elettromagnetico, luminoso e atmosferico Perseguire la sicurezza dei cittadini rispetto ai rischi derivanti dai modi di utilizzo del territorio, agendo sulla prevenzione e diffusione della conoscenza del rischio (idrogeologico, sismico, industriale, tecnologico, derivante dalla mobilità, dagli usi del sottosuolo, dalla presenza di manufatti, dalle attività estrattive), sulla pianificazione e sull’utilizzo prudente e sostenibile del suolo e delle acque Assicurare l’entità nella distribuzione sul territorio dei costi e dei benefici economici, sociali ed ambientali derivanti dallo sviluppo economico, infrastrutturale ed edilizio Riequilibrare ambientalmente e valorizzare paesaggisticamente i territori della Lombardia, anche attraverso un attento utilizzo dei sistemi agricoli e forestali come elementi di ricomposizione paesaggistica di rinaturalizzazione del territorio, tenendo conto delle potenzialità degli habitat Tutelare le risorse scarse (acqua, suolo e fonti energetiche) indispensabili per il perseguimento dello sviluppo attraverso l’utilizzo razionale e responsabile delle risorse anche in termini di risparmio, l’efficienza nei processi di produzione ed erogazione, il recupero e il riutilizzo dei territori degradati e delle aree dismesse, il riutilizzo dei rifiuti Garantire la qualità delle risorse naturali e ambientali, attraverso la progettazione delle reti ecologiche, la riduzione delle emissioni climateriaranti ed inquinanti, il contenimento dell’inquinamento delle AZIONI DEL DdP A11-A20-A24-A25-A27A31-A32-A33-A34 A04-A06-A08-A09A10-A33-A40-A41 A15-A16-AA17-A18-A19 A01-A02-A03-A04-A06A08-A09-A10-A22-A23 A29-A32-A41 A11-A20-A21-A41 PRINCIPI FONDAMENTALI A24-A25-A26-A27A28-A29-A30-A31-A32 A06-A07-A08-A10-A17A22-A23-A31-A32 A02-A22-A23-A27-A28-A29A30-A31-A32-A33 152 acque, acustico, dei suoli, elettromagnetico e luminoso, la gestione idrica integrata Valorizzare, in forma integrata, il territorio e le sue risorse, anche attraverso la messa a sistema dei patrimoni paesaggistico, culturale, ambientale, naturalistico, forestale e agroalimentare e il riconoscimento del loro valore intrinseco come capitale fondamentale per l’identità della Lombardia Promuovere l’integrazione paesistica, ambientale e naturalistica degli interventi derivanti dallo sviluppo economico, infrastruttuale ed edilizio, tramite la promozione della qualità progettuale, la mitigazione degli impatti ambientali e la migliore contestualizzazione degli interventi già realizzati Realizzare la pianificazione integrata del territorio e degli interventi, con particolare attenzione alla rigorosa mitigazione degli impatti, assumendo l’agricoltura e il paesaggio come fattori di qualificazione progettuale e di valorizzazione del territorio A02-A04-A20-A21-A22-A23A24-A25-A26-A27-A28-A29A30-A32 A02-A06-A08-A22-A23-A24A27-A28-A29-A30-A31-A32A33-A36 A02-A06-A08-A22-A23-A24A25-A26-A27-A28-A29 153 VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 13 – VERIFICA DI COERENZA: la coerenza interna 154 13.1. VALUTAZIONI SULLA IMPOSTAZIONE GENERALE DEL DdP Nel Documento di Scoping si era indicato come criterio preliminare la necessità che la VAS, tenendo conto del quadro delle criticità, valutasse preliminarmente una serie di interrogativi preliminari a cui si è ritenuto necessario che il Rapporto Ambientale, nella sua componente valutativa, desse una prima generale risposta. Tali quesiti, alcuni di natura strategica, sono riferiti a considerazioni di carattere generale e a rapporti che legano il PGT con gli strumenti di pianificazione sovraordinata; altri attengono invece in modo più diretto al Piano, tanto nella sua dimensione urbana che territoriale, facendo riferimento ai temi della sostenibilità. In quanto al primo quesito, si può affermare che la strategia di sviluppo perseguita dal DdP riguarda non già uno sviluppo inteso come crescita edilizia e di espansione urbanizzativa, ma uno sviluppo considerato come crescita della qualità dell’esistente, come valorizzazione dei caratteri architettonici, urbanistici e paesistico-ambientali, come incremento della potenzialità di erogazione di servizi, e quindi complessivamente come crescita della qualità della vita. La coerenza del PGT con le strategie di sviluppo delineate dai documenti di pianificazione sovraordinati è già stata trattata nell’ambito della valutazione di “Coerenza Esterna” ed il rapporto con i piani dei Comuni contermini può considerarsi positivo in quanto le previsioni del DdP non determinano alcun tipo di ricaduta negativa o di contrasto con la pianificazione locale al contorno. Gli altri quesiti preliminari trovano risposta positiva relativamente agli aspetti sui quali il DdP, e più in generale la Disciplina Urbanistica, può oggettivamente e operativamente incidere (tali quesiti sono individuati in colore verde). Trovano altresì risposta positiva, ma nei termini dell’attenzione e dei contenuti di indirizzo agli strumenti operativi che dovranno essere definiti nella fase successiva all’approvazione del PGT (pianificazione attuativa, regolamento edilizio, discipline di settore e tecnologiche, ecc…), tutti gli altri quesiti che non attengono strettamente materie direttamente disciplinabili dal DdP e/o dalla sola Disciplina Urbanistica (tali quesiti sono individuati in colore viola). Gli interrogativi preliminari individuati nel Documento di Scoping sono qui di seguito elencati ed evidenziati: 1. Il PGT quale strategia di sviluppo e quale ruolo prefigura per il Comune? 2. Il PGT è coerente con le strategie di sviluppo delineate dagli strumenti di pianificazione sovraordinati? E in quale rapporto si pone con i piani dei Comuni contermini? 3. Il Piano considera in modo adeguato le criticità locali? 4. Il Piano tiene conto dei valori ambientali dei luoghi, della biodiversità e delle condizioni di biopermeabilità del territorio? 5. Il Piano evita lo spreco di terreno agricolo pregiato? 155 6. Il Piano tutela e valorizza le risorse agro – silvo - pastorali anche nella loro nuova funzione ambientale e paesaggistica? 7. Il Piano tutela e valorizza il paesaggio e i beni culturali? 8. Il Piano tiene conto dell’assetto idraulico e delle modificazioni del ciclo integrato delle acque? 9. Il Piano contribuisce a ridurre la pericolosità ambientale e l’esposizione al rischio? 10. Il Piano propone interventi che migliorano le condizioni di accessibilità del territorio e della sua funzione? 11. Il Piano realizza quanto gli compete per limitare il consumo di energia e di materie prime non rinnovabili? 12. Il Piano riduce il rischio (le cause) dell’inquinamento locale migliorando la salute dei cittadini? 13. Il Piano migliora le condizioni di vivibilità del tessuto edificato del capoluogo e delle frazioni? 14. Il Piano migliora l’accesso agli spazi pubblici e ai servizi di uso quotidiano? 15. Le scelte del Piano sono realisticamente realizzabili? 16. Il Piano prevede forme di “adeguamento” delle sue previsioni all’evoluzione dei fenomeni territoriali? 156 13.2. LA COERENZA INTERNA Nella fase di consolidamento delle alternative del PGT, l'analisi di coerenza interna ha lo scopo di rendere trasparente e leggibile in tutti i suoi aspetti il Documento di Piano. A tal fine, occorre che sia esplicito e riconoscibile il legame fra gli obiettivi specifici e le azioni di piano proposte con l’intento di conseguirli e soprattutto che tale relazione sia coerente. Le principali relazioni che devono essere verificate sono: • ad ogni obiettivo generale deve corrispondere almeno un obiettivo specifico (e ciò è gia stato verificato nel capitolo inerente il DdP); • per ogni obiettivo specifico deve essere identificata almeno un’azione in grado di raggiungerlo. Qualora si riscontrasse la mancanza di coerenza interna, sarebbe necessario ripercorrere alcuni passi del DdP, ristrutturando il sistema degli obiettivi e ricostruendo il legame fra le azioni costituenti le alternative di piano e gli obiettivi. La relazione fra obiettivi e azioni risulta sostanzialmente verificata, anche se alcuni degli obiettivi proposti trovano sviluppo in ambiti diversi dagli interventi di competenza specifica del Documento di Piano che è l’oggetto specifico della VAS. Come si può rilevare dall’analisi dei quadri sinottici che seguono, si osserva un positivo livello di coerenza interna al PGT. 157 Obiettivo specifico A01 A02 A03 A04 A05 A06 A07 A08 A09 A10 A11 A12 A13 A14 A15 A16 A17 Opzione di crescita residenziale contenuta rispetto alle potenzialità che il territorio può presentare. Creare condizioni abitative in termini qualitativi e quantitativi adeguate per le classi sociali presenti, in modo da soddisfare la domanda determinata dalla crescita prevista di nuove famiglie. - - - - Contenere le quote di nuovi suoli da destinare a residenza. - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - Intervenire per il recupero e la riqualificazione urbana del patrimonio esistente. - - - Utilizzare prioritariamente gli spazi interstiziali al tessuto già urbanizzato nelle zone di frangia. - - - - - - - Garantire gli attuali livelli di occupazione per gli addetti/attivi nel territorio. - Minimizzare il consumo di suolo garantendo il riutilizzo a fini produttivi delle aree oggetto di eventuali dismissioni. - - - - - - - - Garantire il controllo sia in merito al suo inserimento ambientale e alla sicurezza. - - - - - - - - - - Tutelare le funzioni di vicinato a livello commerciale (piccola e media distribuzione). - - - - - - - - - - - Migliorare l’accessibilità all’ambito di centralità urbana dove risiede la maggior parte del sistema distributivo di vicinato. - - - - - - - - - - - - Migliorare e/o integrare i servizi pubblici o di interesse pubblico - - - - - - - - - - - - - - 158 Obiettivo specifico A18 A19 A20 A21 A22 A23 A24 A25 A26 A27 A28 A29 A30 A31 A32 A33 A34 A35 A36 Integrare i servizi pubblici o di interesse pubblico - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - Promuovere un’articolazione del “territorio rurale” che individui le aree da intendersi come “ambiti agricoli produttivi” e quelle alle quali assegnare una preliminare funzione come “ambito di valore paesaggistico ambientale ed ecologico”. - - - - - - Rafforzare l’identità dei siti e dei luoghi urbani e potenziare le opportunità culturali e di fruizione per gli abitanti. - - - - - - - - - Tutelare tutte le componenti morfologiche, simboliche, ambientali e percettive che contribuiscono alla definizione del paesaggio locale. - - - - - - - - - - - Conservare e incrementare la biodiversità - - - - - - - - - - - - - Riqualificazione delle fasce laterali e degli spazi “residuali” e non progettati, ancora presenti lungo i percorsi della viabilità principale. - - - - - - - - - - - - - - - Creazione dei punti di vista che possono essere percepiti e assumere ruoli significativi per l’immagine urbana. - - - - - - - - - - - - - - - Obiettivo specifico A37 Migliorare il sistema della mobilità. Integrare e razionalizzare il verde fruibile. Salvaguardare i valori ambientali, biologici e naturalistici. Creazione dei punti di vista che possono essere percepiti e assumere ruoli significativi per l’immagine urbana. A38 A39 - - - - - - - - - Contenere i consumi energetici e ridurre gli impatti ambientali degli edifici residenziali/produttivi - Contenere i consumi idrici e ridurre gli impatti ambientali degli edifici residenziali e produttivi - - Eliminare i carichi indotti sull’ambiente esterno dall’attività di costruzione edilizia e dall’utilizzo e gestione dei fabbricati. - - - A40 A41 - 159 VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 14 – LA SOSTENIBILITA’ DEGLI INTERVENTI E DELLE AZIONI DI PIANO 160 14.1. LA VERIFICA DI SOSTENIBILITA’ Nel presente paragrafo si procede alla Valutazione Ambientale delle azioni di Piano precedentemente individuate. Per quanto riguarda il Comune di Osio Sopra, la scelta delle azioni e degli interventi di Piano si è sviluppata essenzialmente mirando al soddisfacimento delle esigenze della popolazione residente, compatibilmente con gli indirizzi politici e gli obiettivi della Pubblica Amministrazione. Durante il percorso di definizione di tali azioni sono stati presi in considerazione diversi criteri che mirano essenzialmente alla minimizzazione del consumo di suolo ed alla sostenibilità ambientale delle scelte effettuate. Le azioni previste dal Documento di Piano hanno quindi già per loro natura effetti sostanzialmente positivi rispetto ai criteri di sostenibilità presi in esame. La valutazione ambientale del Documento di Piano del Comune di Osio Sopra si basa sulla valutazione della compatibilità delle scelte previste dal DdP con criteri di sostenibilità da applicarsi al territorio comunale. Tali criteri sono stati definiti sulla base degli obiettivi di sostenibilità identificati dalla Commissione Europea (“Manuale per la valutazione ambientale dei Piani di Sviluppo Regionale e dei Programmi dei Fondi Strutturali dell’Unione Europea” - Commissione Europea, DGXI Ambiente, Sicurezza Nucleare e Protezione Civile, agosto 1998), che sono stati interpretati e contestualizzati in modo flessibile all’interno della realtà territoriale esaminata. CRITERI DI SOSTENIBILITA’ – MANUALE UE 01 Ridurre al minimo l’impiego delle risorse energetiche non rinnovabili. 02 Impiegare le risorse rinnovabili nei limiti della capacità di rigenerazione. 03 Usare e gestire in maniera corretta le sostanze e i rifiuti pericolosi ed inquinanti. 04 Conservare e migliorare lo stato della fauna e flora selvatica, degli habitat e dei paesaggi. 05 Conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche. 06 Conservare e migliorare la qualità delle risorse storiche e culturali. 07 Conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale. 08 Proteggere l’atmosfera. 09 Sensibilizzare alle problematiche ambientali e sviluppare l’istruzione e la formazione in campo ambientale. 10 Promuovere la partecipazione del pubblico alle decisioni che comportano uno sviluppo sostenibile. 161 La seguente tabella individua, con una breve descrizione, l’articolazione che si intende dare a ciascun criterio in rapporto agli obiettivi e degli indirizzi assunti rispetto alla realtà territoriale del Comune di Osio Sopra. CRITERI DI SOSTENIBILITA’ DESCRIZIONE Il criterio in esame è connesso in particolare alla compatibilità di un determinato intervento di trasformazione del territorio rispetto ad Compatibilità territoriale in elementi di qualità e/o sensibilità che caratterizzano l’area in oggetto: relazione ai vincoli ambientali e fasce di rispetto dei corsi d’acqua superficiali e delle sorgenti, aree a alla geologia del territorio. parco, presenza di zone a bosco, elementi vulnerabili particolari, presenza di elementi geologici di particolare rilevanza, ecc. Minimizzazione del consumo di suolo. Uno dei principi base dello sviluppo sostenibile è un uso ragionevole e parsimonioso del suolo, così come di tutte le risorse non rinnovabili, rispettando tassi di sfruttamento che non pregiudichino le possibilità riservate alle generazioni future. In contesti urbanizzati, il suolo rappresenta una risorsa ancora più pregiata, in considerazione della sua scarsità e dei benefici che esso arreca nelle aree urbane (disponibilità di aree libere per la fruizione e per il riequilibrio ecologico, influenza sul microclima, ecc.) L’inquinamento atmosferico è un problema che caratterizza le aree urbane, nelle quali l’intenso traffico veicolare, il riscaldamento Contenimento delle emissioni in domestico invernale e le attività industriali contribuiscono, con le loro atmosfera. emissioni, al peggioramento della qualità dell’aria. Gli effetti nocivi di determinati inquinanti sono legati ai livelli raggiunti in atmosfera e ai loro tempi di permanenza in essa. Miglioramento della qualità delle acque superficiali e contenimento dei consumi idrici. Il principio cui attenersi è la tutela delle risorse esistenti, sotto il profilo qualitativo e quantitativo, e la riqualificazione delle risorse già degradate. Le aree urbane, essendo territori fortemente antropizzati e caratterizzati da molteplici attività umane, causano numerose e diversificate pressioni sullo stato qualitativo e quantitativo delle risorse idriche (scarichi acque reflue, uso di fertilizzanti e prodotti nocivi, approvvigionamento idrico, derivazioni superficiali e sotterranee, ecc.). Maggiore efficienza nella produzione di energia e contenimento dei consumi energetici. Uno dei principi base dello sviluppo sostenibile è un uso ragionevole e parsimonioso delle risorse energetiche non rinnovabili (combustibili fossili, ecc.), rispettando tassi di sfruttamento che non pregiudichino le possibilità riservate alle generazioni future. La produzione energetica è strettamente associata alla qualità dell’aria, che subisce modificazioni di stato dalle emissioni derivanti dal traffico veicolare e dalle attività industriali. Le modalità di produzione e consumo di energia, e le conseguenti emissioni in atmosfera, rappresentano un elemento determinante della qualità ambientale delle aree urbane. 162 CRITERI DI SOSTENIBILITA’ DESCRIZIONE Tra gli obiettivi di un approccio sostenibile vi è l‘utilizzo di materie che producano l’impatto ambientale meno dannoso possibile e la minima produzione di rifiuti grazie a sistemi di progettazione dei processi, di gestione dei rifiuti e riduzione dell’inquinamento. La crescente produzione di rifiuti può essere ricondotta all’aumento dei consumi e all’utilizzo sempre più frequente di materiali con cicli di vita Contenimento della produzione brevi. Inoltre lo stile di vita del cittadino comporta modelli di consumo di rifiuti. elevato che vanno sempre più crescendo in relazione al miglioramento del tenore di vita e all’aumento del reddito. I rifiuti sono un importante fattore di carico ambientale ed un indicatore di dissipazione di risorse. La perdita di materiali ed energia associata alla produzione di rifiuti ha conseguenze non solo ambientali, ma anche economiche a causa dei costi per la raccolta, il trattamento e lo smaltimento degli stessi. Contenimento dell’inquinamento acustico. Lo scopo è quello di mantenere e aumentare la qualità dell’ambiente locale. Il rumore è uno dai fattori caratterizzanti la qualità dell’ambiente locale, insieme a qualità dell’aria, presenza di inquinamento elettromagnetico, impatto visivo, ecc. La principale sorgente risulta essere il traffico stradale, cui si aggiungono le attività artigianali e industriali. Compatibilità con le infrastrutture per la mobilità e con i servizi tecnologici. Il criterio in oggetto è connesso in particolare alla compatibilità di un determinato intervento di trasformazione del territorio rispetto alle infrastrutture per la mobilità. Si tratta di stimare l’impatto di generazione di spostamenti, di verificare l’adeguatezza delle infrastrutture presenti anche per i modi di spostamento sostenibili. Per quanto riguarda la compatibilità con i servizi tecnologici viene valutato il peso, in termini di capacità aggiuntiva, che l’intervento può avere sulle reti di acquedotto, fognatura, metano e distribuzione energia elettrica esistenti. Tutela e protezione delle aree naturalistiche e degli ambiti paesistici. La presenza di aree verdi è sicuramente un elemento di qualità, sia perché offre spazi ricreativi, educativi, per le relazioni sociali, contribuendo esteticamente, a dare della città un’immagine di maggiore vivibilità, sia perché offre benefici di carattere ecologico: miglioramento del clima urbano, assorbimento degli inquinanti atmosferici, riduzione dei livelli di rumore, attenuazione della luce eccessiva, stabilizzazione dei suoli e riduzione dell’erosione. Inoltre, il verde urbano contribuisce ad arricchire la biodiversità nelle città, in quanto fornisce l’habitat per molte specie animali e vegetali. Il principio fondamentale è mantenere ed arricchire le riserve e la qualità delle risorse del patrimonio naturale, affinché le generazioni presenti e future possano goderne e trarne beneficio. La tutela degli ambiti paesistici è connessa con l’obiettivo di tutelare il suolo libero e di valorizzare le aree libere. L’obiettivo è raggiungere un equilibrato rapporto tra aree edificate e aree libere e garantire la conservazione delle aree di maggior pregio naturalistico in modo che ne possano godere le generazioni presenti e future. Il criterio è, inoltre, correlato a mantenere e migliorare la qualità dell’ambiente locale che assume la massima importanza nelle zone e nei luoghi residenziali, localizzazioni di buona parte delle attività ricreative e lavorative. 163 CRITERI DI SOSTENIBILITA’ DESCRIZIONE I principi che ispirano lo sviluppo sostenibile prevedono che vengano preservate tutte le caratteristiche, i siti o le zone in via di rarefazione, rappresentativi di un periodo o aspetto, che forniscano un particolare Tutela e valorizzazione dei beni contributo alle tradizioni e alla cultura della zona. storici ed architettonici. L’elenco contiene edifici di valore storico, culturale, monumenti, reperti archeologici, architettura di esterni, paesaggi, parchi e giardini e tutte le strutture che contribuiscono alla vita culturale di una comunità. Protezione della salute e del benessere dei cittadini. Il benessere e la salute dei cittadini fanno riferimento ad un insieme di elementi che vanno dalla disponibilità di servizi e strutture, alla qualità ambientale complessiva di un luogo. Per quanto riguarda la disponibilità di servizi e strutture, il criterio si riferisce alla possibilità per la popolazione di accedere ai servizi sanitari, alla disponibilità di alloggi, di strutture culturali, alla libertà di movimento con diverse alternative di spostamento, alla disponibilità di lavoro e di svago, all’integrazione sociale e culturale. Per quanto riguarda invece la qualità dell’ambiente di luogo, il criterio fa riferimento a ciò che riguarda la salute umana e quindi a tutti quegli inquinanti che causano danni alla salute umana (ozono, particolato nell’aria, rumore, ecc.). Compatibilità con richieste, osservazioni ed obiettivi emersi dalla partecipazione del pubblico. Lo scopo è quello di rispondere a determinate esigenze della collettività, emerse durante i momenti partecipativi al processo decisionale del Piano, al fine di potenziare tale strumento, quale garanzia di trasparenza e condivisione. Per ciascun criterio di sostenibilità preso in considerazione vengono valutati impatto e influenza dell’alternativa di Piano, al fine di determinare l’eventuale presenza di limitazioni o la necessità di interventi di mitigazione per indirizzare l’attuazione del Piano alla sostenibilità ambientale. La valutazione si riferisce alla “compatibilità” dell’intervento in relazione al criterio ambientale in esame e viene espressa utilizzando la seguente simbologia: ● Intervento compatibile - Intervento indifferente ± Intervento non compatibile 164 Contenimento della produzione di rifiuti Contenimento dell’inquinamento acustico Compatibilità con le infrastrutture per la mobilità e con i servizi tecnologici Tutela e protezione delle aree naturalistiche e degli ambiti paesistici Tutela e valorizzazione dei beni storici ed architettonici Protezione della salute e del benessere dei cittadini Compatibilità con richieste, osservazioni ed obiettivi emersi dalla partecipazione del pubblico AZIONI DI PIANO Il Documento di Piano prevede un dimensionamento prevalentemente riferito alle previsioni di carattere endogeno con modeste integrazioni quantitative al fine di garantire una sostenibile crescita demografica all’interno del territorio comunale, A01 limitando quindi le previsioni di sviluppo alle quantità necessarie a garantire il soddisfacimento dei fabbisogni che nasceranno all’interno della popolazione già presente e ad una domanda esogena contenuta non richiamata da fenomeni di marketing immobiliare. ● ● ● Tutela dei “sistemi della qualità” che A02 caratterizzano il territorio comunale come “invarianti urbanistiche”. ● ● ● ● ● ● ● ● ● Maggiore efficienza nella produzione di energia e contenimento dei consumi energetici Miglioramento della qualità delle acque superficiali e contenimento dei consumi Contenimento emissioni in atmosfera Minimizzazione del consumo di suolo Compatibilità territoriale in relazione ai vincoli ambientali e alla geologia del territorio CRITERI DI SOSTENIBILITA’ ALTERNATIVA UNO 165 Compatibilità territoriale in relazione ai vincoli ambientali e alla geologia del territorio Minimizzazione del consumo di suolo Contenimento emissioni in atmosfera Miglioramento della qualità delle acque superficiali e contenimento dei consumi Maggiore efficienza nella produzione di energia e contenimento dei consumi energetici Contenimento della produzione di rifiuti Contenimento dell’inquinamento acustico Compatibilità con le infrastrutture per la mobilità e con i servizi tecnologici Tutela e protezione delle aree naturalistiche e degli ambiti paesistici Tutela e valorizzazione dei beni storici ed architettonici Protezione della salute e del benessere dei cittadini Compatibilità con richieste, osservazioni ed obiettivi emersi dalla partecipazione del pubblico CRITERI DI SOSTENIBILITA’ AZIONI DI PIANO Il Documento di Piano prevede il completamento dell’edificazione esistente mediante trasformazione di ambiti marginali al centro edificato. A03 Infatti prevede n. 2 Ambiti di Trasformazione Residenziale, circoscritti, in grado di intervenire sulla riorganizzazione dei bordi urbani. ● ● ● ● ● ● ● ● - A04 Recuperare le volumetrie ancora disponibili nel Centro Storico. ● - A05 Recuperare abitativi. ● - Recuperare le aree degradate e le A06 aree produttive dismesse interne al tessuto urbanizzato. ● ● - Promuovere interventi di A07 completamento in aree libere all’interno del centro edificato. ● ● - i sottotetti ai fini 166 Compatibilità territoriale in relazione ai vincoli ambientali e alla geologia del territorio Minimizzazione del consumo di suolo Contenimento emissioni in atmosfera Miglioramento della qualità delle acque superficiali e contenimento dei consumi Maggiore efficienza nella produzione di energia e contenimento dei consumi energetici Contenimento della produzione di rifiuti Contenimento dell’inquinamento acustico Compatibilità con le infrastrutture per la mobilità e con i servizi tecnologici Tutela e protezione delle aree naturalistiche e degli ambiti paesistici Tutela e valorizzazione dei beni storici ed architettonici Protezione della salute e del benessere dei cittadini Compatibilità con richieste, osservazioni ed obiettivi emersi dalla partecipazione del pubblico CRITERI DI SOSTENIBILITA’ AZIONI DI PIANO Indirizzare gli eventuali completamenti urbanizzativi A08 mediante il completamento di ambiti posti a margine del centro edificato. ● ● - -Confermare gli insediamenti esistenti salvo le aree di possibile riqualificazione relative ad ambiti di prossimità incompatibili con i tessuti residenziali. -Individuare la normativa specifica A09 per gli eventuali interventi di sostituzione delle attività produttive presenti con nuove attività insediamenti produttive negli confermati al fine di garantire la compatibilità urbanistica. ● ● ● ● ● 167 Contenimento emissioni in atmosfera Miglioramento della qualità delle acque superficiali e contenimento dei consumi Maggiore efficienza nella produzione di energia e contenimento dei consumi energetici Contenimento della produzione di rifiuti Contenimento dell’inquinamento acustico Compatibilità con le infrastrutture per la mobilità e con i servizi tecnologici Tutela e protezione delle aree naturalistiche e degli ambiti paesistici Tutela e valorizzazione dei beni storici ed architettonici Protezione della salute e del benessere dei cittadini Compatibilità con richieste, osservazioni ed obiettivi emersi dalla partecipazione del pubblico -Prevedere interventi di riconversione per i soli insediamenti non urbanisticamente compatibili o dismessi e, anche in questo caso, solo se in situazioni di incompatibilità. -Prevedere n. 3 Ambiti di Trasformazione a fini Produttivi, degli localizzati a margine insediamenti produttivi esistenti nella porzione est del territorio comunale. -Per 2 dei 3 Ambiti la previsione è finalizzata principalmente alla A10 utilizzazione di aree esterne al piazzale necessarie alle attività produttive presenti sul territorio del Comune di Osio Sotto, con previsione minima di possibilità edificatoria. L’ATR3 non prevede possibilità edificatorie ma solo la possibilità per l’azienda (SIAD) di realizzare un’area di sosta autocisterne utilizzando l’accesso all’area aziendale realizzato contestualmente alla formazione della rotatoria sulla SP 525. Minimizzazione del consumo di suolo AZIONI DI PIANO Compatibilità territoriale in relazione ai vincoli ambientali e alla geologia del territorio CRITERI DI SOSTENIBILITA’ - ● ● - - - ● ● - - ● ● 168 Compatibilità territoriale in relazione ai vincoli ambientali e alla geologia del territorio Minimizzazione del consumo di suolo Contenimento emissioni in atmosfera Miglioramento della qualità delle acque superficiali e contenimento dei consumi Maggiore efficienza nella produzione di energia e contenimento dei consumi energetici Contenimento della produzione di rifiuti Contenimento dell’inquinamento acustico Compatibilità con le infrastrutture per la mobilità e con i servizi tecnologici Tutela e protezione delle aree naturalistiche e degli ambiti paesistici Tutela e valorizzazione dei beni storici ed architettonici Protezione della salute e del benessere dei cittadini Compatibilità con richieste, osservazioni ed obiettivi emersi dalla partecipazione del pubblico Si segnala la presenza di un’industria a Rischio di Incidente Rilevante (R.I.R.), che rientra anche negli impianti soggetti ad Autorizzazione Integrata Ambientale (A.I.A.), la “S.I.A.D. Società Italiana Acetilene & A11 Derivati S.p.A.” per la produzione/deposito di gas tecnici, situata lungo la SP 525, presso la zona industriale. Nella disciplina del Piano delle Regole è contemplata la norma specifica. ● - ● - - ● ● - - - ● ● Riqualificare, razionalizzare ed ammodernare il sistema distributivo di vicinato esistente, riconosciuto nel suo fondamentale ruolo urbanistico A12 di motore delle relazioni e delle riqualificazioni dello spazio urbano e come servizio di interesse generale, soprattutto per la popolazione più anziana. - ● - - - - - - - - - ● CRITERI DI SOSTENIBILITA’ AZIONI DI PIANO 169 Compatibilità territoriale in relazione ai vincoli ambientali e alla geologia del territorio Minimizzazione del consumo di suolo Contenimento emissioni in atmosfera Miglioramento della qualità delle acque superficiali e contenimento dei consumi Maggiore efficienza nella produzione di energia e contenimento dei consumi energetici Contenimento della produzione di rifiuti Contenimento dell’inquinamento acustico Compatibilità con le infrastrutture per la mobilità e con i servizi tecnologici Tutela e protezione delle aree naturalistiche e degli ambiti paesistici Tutela e valorizzazione dei beni storici ed architettonici Protezione della salute e del benessere dei cittadini Compatibilità con richieste, osservazioni ed obiettivi emersi dalla partecipazione del pubblico Valorizzare e creare nuovi percorsi di “mobilità dolce” per una connessione delle aree esterne con il nucleo di A13 centralità, in condizioni di qualità e di sicurezza, individuando percorsi analoghi per connettere i territori dei Comuni limitrofi. ● - ● - - - ● - ● - ● ● Individuare ulteriori aree di parcheggio di corona per il nucleo di centralità e definire sistemi appetibili di accessibilità ciclopedonale per A14 favorire la fruizione dell’offerta commerciale in un contesto di positiva appetibilità ambientale e a basso impatto veicolare. - - ● - - - ● ● - - ● ● Valutare la possibilità di retrocedere gli “standard impropri”, al fine di A15 acquisire risorse per il miglioramento della struttura dei servizi di effettiva utilità. - ● - - - - - ● - - - - CRITERI DI SOSTENIBILITA’ AZIONI DI PIANO 170 Compatibilità territoriale in relazione ai vincoli ambientali e alla geologia del territorio Minimizzazione del consumo di suolo Contenimento emissioni in atmosfera Miglioramento della qualità delle acque superficiali e contenimento dei consumi Maggiore efficienza nella produzione di energia e contenimento dei consumi energetici Contenimento della produzione di rifiuti Contenimento dell’inquinamento acustico Compatibilità con le infrastrutture per la mobilità e con i servizi tecnologici Tutela e protezione delle aree naturalistiche e degli ambiti paesistici Tutela e valorizzazione dei beni storici ed architettonici Protezione della salute e del benessere dei cittadini Compatibilità con richieste, osservazioni ed obiettivi emersi dalla partecipazione del pubblico CRITERI DI SOSTENIBILITA’ AZIONI DI PIANO Definire normative specifiche per il raggiungimento degli obiettivi A16 strategici di compensazione, perequazione, sussidiarietà e adeguatezza. ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● Utilizzare ulteriori spazi all’interno della fascia fluviale per realizzazare A17 attrezzature al servizio del tempo libero e della fruizione della “qualità spondale”. ● ● ● ● Potenziare la rete ciclopedonale anche all’interno delle aree A18 urbanizzate per abbattere i carichi di mobilità veicolare interna. ● ● ● ● ● Definire un sistema di riorganizzazione della struttura della mobilità in rapporto alla A19 riorganizzazione dei flussi di attraversamento del territorio per i collegamenti “intercentro”. ● ● ● ● ● ● 171 Compatibilità territoriale in relazione ai vincoli ambientali e alla geologia del territorio Minimizzazione del consumo di suolo Contenimento emissioni in atmosfera Miglioramento della qualità delle acque superficiali e contenimento dei consumi Maggiore efficienza nella produzione di energia e contenimento dei consumi energetici Contenimento della produzione di rifiuti Contenimento dell’inquinamento acustico Compatibilità con le infrastrutture per la mobilità e con i servizi tecnologici Tutela e protezione delle aree naturalistiche e degli ambiti paesistici Tutela e valorizzazione dei beni storici ed architettonici Protezione della salute e del benessere dei cittadini Compatibilità con richieste, osservazioni ed obiettivi emersi dalla partecipazione del pubblico Individuare nuove e diverse gerarchie della viabilità in grado di regolare organicamente i flussi veicolari in funzione delle capacità di traffico delle infrastrutture ed in A20 funzione delle destinazioni d’uso del territorio, per consentire la razionalizzazione dei flussi, con positiva ricaduta sulla qualità ambientale complessiva del territorio e sul sistema della viabilità locale. ● - ● - - - ● ● ● - ● ● Effettuare interventi di ridefinizione tecnica, paesistico-ambientale e funzionale dei singoli percorsi al fine di orientare il traffico verso l’utilizzo delle sedi preordinate a ciascuna specifica funzione (attraversamento, A21 mobilità interna e/o “di destinazione”, ecc) e di rendere appetibili i percorsi destinati alla mobilità dolce interna e alla valorizzazione delle funzioni aggregative degli spazi urbani aperti. ● - ● - - - ● ● ● - ● ● CRITERI DI SOSTENIBILITA’ AZIONI DI PIANO 172 Compatibilità territoriale in relazione ai vincoli ambientali e alla geologia del territorio Minimizzazione del consumo di suolo Contenimento emissioni in atmosfera Miglioramento della qualità delle acque superficiali e contenimento dei consumi Maggiore efficienza nella produzione di energia e contenimento dei consumi energetici Contenimento della produzione di rifiuti Contenimento dell’inquinamento acustico Compatibilità con le infrastrutture per la mobilità e con i servizi tecnologici Tutela e protezione delle aree naturalistiche e degli ambiti paesistici Tutela e valorizzazione dei beni storici ed architettonici Protezione della salute e del benessere dei cittadini Compatibilità con richieste, osservazioni ed obiettivi emersi dalla partecipazione del pubblico CRITERI DI SOSTENIBILITA’ AZIONI DI PIANO Potenziare lo “spazio complessivo del verde pubblico attrezzato”, connettendo ove possibile con una rete pedonale e ciclabile di raccordo i A22 vari singoli spazi ed evitare la creazione di spazi verdi frazionati difficilmente gestibili e godibili dalla cittadinanza. ● ● ● ● Inserire il sistema dei verdi pubblici in un più vasto sistema di “verde fruibile” costituito non solo dalle aree A23 pubbliche ma anche da una serie di percorsi interni ai grandi spazi verdi ambientali e naturalistici. ● ● ● ● Mantenere le realtà agricole locali, favorendone lo sviluppo in forme A24 compatibili con la rilevanza ambientale e paesistica dei luoghi. ● ● ● ● ● ● ● - 173 Compatibilità territoriale in relazione ai vincoli ambientali e alla geologia del territorio Minimizzazione del consumo di suolo Contenimento emissioni in atmosfera Miglioramento della qualità delle acque superficiali e contenimento dei consumi Maggiore efficienza nella produzione di energia e contenimento dei consumi energetici Contenimento della produzione di rifiuti Contenimento dell’inquinamento acustico Compatibilità con le infrastrutture per la mobilità e con i servizi tecnologici Tutela e protezione delle aree naturalistiche e degli ambiti paesistici Tutela e valorizzazione dei beni storici ed architettonici Protezione della salute e del benessere dei cittadini Compatibilità con richieste, osservazioni ed obiettivi emersi dalla partecipazione del pubblico Promuovere forme anche innovative di attività connesse a quella agricola che possano contribuire al miglioramento della redditività delle A25 aziende, rilanciando il ruolo del territorio sotto il profilo dell’economia rurale compatibile e dell’innovazione. - - - - - - - - ● - - ● Valutare la possibilità di integrare forme di supporto alle attività agricole collateralmente alle prospettive connesse ad una A26 fruizione ambientale e paesistica dei territori rurali anche mediante il potenziamento delle attività agrituristiche. - - - - - - - - ● - - ● Tutelare e valorizzare le presenze storico-paesistiche ed architettonicoA27 ambientali (luoghi di culto, della storia e della natura). ● - - - - - - - ● ● - - Individuare e classificare la presenza A28 di fabbricati connotativi dell’architettura rurale. - - - - - - - - - ● - - CRITERI DI SOSTENIBILITA’ AZIONI DI PIANO 174 Compatibilità territoriale in relazione ai vincoli ambientali e alla geologia del territorio Minimizzazione del consumo di suolo Contenimento emissioni in atmosfera Miglioramento della qualità delle acque superficiali e contenimento dei consumi Maggiore efficienza nella produzione di energia e contenimento dei consumi energetici Contenimento della produzione di rifiuti Contenimento dell’inquinamento acustico Compatibilità con le infrastrutture per la mobilità e con i servizi tecnologici Tutela e protezione delle aree naturalistiche e degli ambiti paesistici Tutela e valorizzazione dei beni storici ed architettonici Protezione della salute e del benessere dei cittadini Compatibilità con richieste, osservazioni ed obiettivi emersi dalla partecipazione del pubblico Definire le classi di sensibilità paesistica del territorio, al fine di tutelare e valorizzare la componente A29 del paesaggio anche attraverso la tutela e la riqualificazione dei percorsi di interesse paesaggistico. ● - - - - - - - ● - - - Tutelare gli ambiti di elevata naturalità e gli ambiti da riservare a parco, anche d’interesse A30 sovracomunale, in particolare e valorizzare il salvaguardare sistema delle acque superficiali. ● - - - - - - - ● ● - - Favorire la creazione di un sistema continuo di aree verdi mediante la A31 definizione e il potenziamento della rete ecologica comunale. ● - - - - - - - ● - - - - - - - ● - - - - - - - ● - - - - - - - ● ● - - CRITERI DI SOSTENIBILITA’ AZIONI DI PIANO A32 Tutelare gli ambiti paesistico-ambientale. di valenza Definire la possibile ricomposizione e A33 riqualificazione degli episodi edificati già esistenti. 175 Compatibilità territoriale in relazione ai vincoli ambientali e alla geologia del territorio Minimizzazione del consumo di suolo Contenimento emissioni in atmosfera Miglioramento della qualità delle acque superficiali e contenimento dei consumi Maggiore efficienza nella produzione di energia e contenimento dei consumi energetici Contenimento della produzione di rifiuti Contenimento dell’inquinamento acustico Compatibilità con le infrastrutture per la mobilità e con i servizi tecnologici Tutela e protezione delle aree naturalistiche e degli ambiti paesistici Tutela e valorizzazione dei beni storici ed architettonici Protezione della salute e del benessere dei cittadini Compatibilità con richieste, osservazioni ed obiettivi emersi dalla partecipazione del pubblico Progettare la sistemazione e la A34 valorizzazione degli spazi residuali attestati sull’asse viario della SP 525. - - - - - - - ● - - - - Riqualificare i fronti industriali ed i A35 fronti edificati prospettanti sulla strada provinciale. - - - - - - - - - - - - Tutelare e valorizzare i coni visivi verso le emergenze iconografiche. - - - - - - - - - ● - - A37 Vietare la cartellonistica pubblicitaria. - - - - - - - - - - - - Definire una regolamentazione energetica degli edifici nelle Norme A38 Tecniche di Attuazione del Piano delle Regole. - - - ● - - - - - - - - Definire una regolamentazione di contenimento dei consumi idrici degli A39 edifici nelle Norme Tecniche di Attuazione del Piano delle Regole. - - ● - ● - - - - - ● - Promuovere l’utilizzazione di energie A40 rinnovabili e/o di combustibili a basso impatto ambientale. ● - - - - - - - ● - - - CRITERI DI SOSTENIBILITA’ AZIONI DI PIANO A36 176 Contenimento emissioni in atmosfera Miglioramento della qualità delle acque superficiali e contenimento dei consumi Maggiore efficienza nella produzione di energia e contenimento dei consumi energetici Contenimento della produzione di rifiuti Contenimento dell’inquinamento acustico Compatibilità con le infrastrutture per la mobilità e con i servizi tecnologici Tutela e protezione delle aree naturalistiche e degli ambiti paesistici Tutela e valorizzazione dei beni storici ed architettonici Protezione della salute e del benessere dei cittadini Compatibilità con richieste, osservazioni ed obiettivi emersi dalla partecipazione del pubblico Promuovere la salubrità complessiva del sito e dell’ambiente urbano nel A41 quale è collocato l’insediamento residenziale/produttivo. Minimizzazione del consumo di suolo AZIONI DI PIANO Compatibilità territoriale in relazione ai vincoli ambientali e alla geologia del territorio CRITERI DI SOSTENIBILITA’ ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● 177 14.2. LE ALTERNATIVE Dopo aver definito gli obiettivi generali e specifici del Documento di Piano ed aver individuato le azioni da mettere in atto per il raggiungimento degli stessi, è indispensabile definire le alternative. Tra le alternative possibili verrà scelta quella inerente l’intervento migliore dal punto di vista della sostenibilità ambientale, valutata tenendo conto dello scenario emerso dalla fase di analisi ambientale del territorio, dei vincoli e delle criticità presenti, degli obiettivi della pianificazione sovraordinata e delle linee strategiche del Piano, nonché delle osservazioni o delle proposte delle parti interessate, raccolte nella fase delle consultazioni preliminari. Le alternative analizzate nel presente Rapporto Ambientale sono due: • l’alternativa operativa, rappresentata dalle azioni del Documento di Piano; • l’alternativa zero, ovvero la scelta di non attuare le strategie del Documento di Piano e quindi, non intervenire sul territorio lasciando il regime urbanistico del PRG in vigore. Considerando la filosofia tendenzialmente conservativa e valorizzativa del PGT del Comune di Osio Sopra, si ritiene fondata la scelta di analizzare solo queste due alternative limitandosi, quindi, al confronto tra “intervenire” e non “intervenire”. Questa scelta deriva dalla consapevolezza di come le trasformazioni previste dal Documento di Piano siano orientate prevalentemente verso azioni di ricucitura del tessuto urbano, di completamento delle porosità presenti nei tessuti urbani non ancora edificate e del completamento di alcune aree di frangia. In aggiunta a questo si è altresì consapevoli che gli Ambiti di Trasformazione previsti (n.2 Ambiti di Trasformazione Residenziale e n.3 Ambiti di Trasformazione Produttiva) non incidono in modo rilevante sul nuovo consumo di suolo e risultano coerentemente e correttamente inseribili dal punto di vista ambientale-urbaniztico. Risulta sicuramente significativo però poter tratteggiare brevemente lo scenario rappresentato dall’ “alternativa zero”, in modo da comprendere la probabile evoluzione dei sistemi analizzati (territoriale, ambientale-paesistico, economico) senza l’attuazione del Documento di Piano. Si deve evidenziare, al proposito, che la prescrizione della L.R. 12/2005 e s.m.i., di fatto, obbliga i Comuni ad un atto pianificatorio nuovo, del PGT, entro il 31 dicembre 2012, per cui l’alternativa zero non può, se non in linea teorica, fare riferimento alle prescrizioni e norme del PRG in vigore. Partendo dal presupposto che le scelte di piano proposte, e quindi le azioni che si intendono attuare al fine di raggiungere gli obiettivi strategici del DdP, sono fondate e accomunate dalla forte intenzione di perseguire uno sviluppo sostenibile, sono stati individuati i principali elementi che si ritiene importante analizzare rispetto alla definizione dell’ “alternativa zero”. Tali elementi sono sintetizzati nella tabella riportata in seguito. 178 PROPOSTA DEL DdP EVOLUZIONE SENZA L’ATTUAZIONE DEL DOCUMENTO DI PIANO (ALTERNATIVA ZERO) Il Sistema della Residenza Le previsioni insediative mirano principalmente alla necessità di rispondere soprattutto alla domanda endogena di nuove famiglie, contenendo gli sviluppi edificativi che tendano a proporre un significativo incremento della “domanda esogena” che creerebbe una significativa crescita di abitanti e di famiglie non compatibile con la dimensione ottimale della comunità e la capacità di “tenuta e adeguamento dei servizi” . Il Piano individua due Ambiti di Trasformazione Residenziale di frangia degli insediamenti, di dimensioni limitate. L’ATR 1 interessa aree di frangia poste ad ovest del tessuto urbanizzato, a ridosso di via Monte bianco; l’ATR 2 interessa aree di frangia poste a ridosso del confine con il Comune di Dalmine. La mancata realizzazione di questa strategia, e quindi il mantenimento delle previsioni di PRG, potrebbe avere risultati futuri di criticità dal punto di vista demografico e negativi riflessi sulla “tenuta dei servizi” e sulla sostenibilità complessiva del sistema insediativo. Nuove aree a servizi o a standard Le richieste più pressanti della cittadinanza in merito ai servizi riguardano la necessità di parcheggi e di una viabilità più sostenibile e servizi/attrezzature per lo sport. Si prospetta inoltre la necessità di implementazione delle aree necessarie per gli adeguamenti/ampliamenti delle strutture scolastiche e per lo sport. La realizzazione degli obiettivi del DdP porta ad un incremento delle aree a servizi seguendo il criterio della “dotazione funzionale” (il servizio dove serve e della dimensione che serve). Il DdP inoltre prevede il criterio della sussidiarietà distinguendo tra i servizi di effettivo interesse pubblico e i servizi, pur necessari, di “interesse privato” da porre a carico degli interventi al di là e in aggiunta agli obblighi di standard e urbanizzazioni. Il mantenimento delle previsioni dell’attuale PRG, pur soddisfacendo quantitativamente le previsioni di aree a destinazione pubblica, non garantisce in molti casi la “localizzazione funzionale” degli standard ma solo una “localizzazione dotazionale”. Inoltre molti standard a parcheggio che risultano di esclusivo interesse delle singole edificazioni sarebbero nuovamente e impropriamente proposti come dotazioni d’interesse collettivo. Mobilità Il Piano prevede interventi di riqualificazione ambientale e paesistica, nonché interventi per la messa in sicurezza degli assi principali della mobilità urbana. L’attuale PRG presenta elementi di carattere più generico che non si inquadrano in specifiche e peculiari indicazioni operative. Verde fruibile Il nuovo Piano definisce una strategia di tutela e valorizzazione degli elementi in promuovendo una oggetto regolamentazione nelle NTA del Piano delle Regole, al fine di favorire e recuperare una situazione di equilibrio ambientale ed ecologico invertendo la tendenza ad un depauperamento della progressivo biodiversità. La mancata attuazione delle scelte di piano si porrebbe in scarsa sintonia con gli indirizzi di sostenibilità dei piani sovracomunali e con la necessità di un nuovo sistema integrato di promozione di strategie sostenibili locali di carattere naturalistico, ambientale e paesaggistico. TEMATICA 179 TEMATICA PROPOSTA DEL DdP EVOLUZIONE SENZA L’ATTUAZIONE DEL DOCUMENTO DI PIANO (ALTERNATIVA ZERO) Vista la caratteristica della zona industriale, a ridosso della ex SS 525, e considerando le pressioni ambientali da essa esercitata, il Documento di Piano ha deciso di puntare al mantenimento/recupero del costruito e alla riqualificazione delle aree produttive dimesse. Il DdP prevede n. 3 Ambiti di Trasformazione a fini Produttivi, localizzati a margine degli insediamenti produttivi esistenti nella porzione est del territorio comunale. Per 2 dei 3 Ambiti la previsione è finalizzata principalmente alla utilizzazione di aree esterne al piazzale necessarie alle attività produttive presenti sul territorio del Comune di Osio Sotto, con Riorganizzazione previsione minima di possibilità edificatoria. del sistema L’ATR3 non prevede possibilità edificatorie economicoma solo la possibilità per l’azienda (SIAD) produttivo di realizzare un’area di sosta autocisterne utilizzando l’accesso all’area aziendale realizzato contestualmente alla formazione della rotatoria sulla SP 525. Il Piano delle Regole definirà, inoltre, la localizzazione delle possibilità di recupero di insediamenti identificati come incompatibili da un punto di vista urbanistico e ambientale, e disciplinerà la norma specifica per la “S.I.A.D. Società Italiana Acetilene & Derivati S.p.A.” (industria R.I.R. e A.I.A.). Il Piano, infine, definirà gli strumenti per garantire la compatibilità urbanistica e ambientale degli eventuali interventi di sostituzione delle attività oggi presenti nei tessuti produttivi. La mancata attuazione delle scelte di piano impedirebbe il contenimento delle espansioni produttive e la generale riqualificazione dei comparti esistenti. Resterebbe inoltre non presente e operante la specifica normativa per gli interventi di sostituzione necessaria garantire la massima per compatibilità con il tessuto residenziale e conseguentemente, la tutela della salute pubblica. Il Piano delle Regole definirà gli strumenti per incentivare lo sviluppo del commercio di vicinato, in particolar modo all’interno del tessuto urbanizzato e del Centro Storico. Le politiche di incentivazione, anche per interventi innovativi connessi con attività terziarie e di servizio individuate dal DdP, non trovano riscontro nell’attuale PRG. Il DdP, pur nel riconoscimento della necessità di mantenere le attività agricole presenti nel territorio, individua la forte interconnessione con i sistemi ambientali e paesistici, rispetto ai quali si ritiene che le attività stesse debbano essere considerate come elementi di presidio e valorizzazione del territorio con la conseguente necessità di una specifica ed adeguata disciplina. La normativa della L.R. 93/80 (abrogata dalla L.R. 12/05), alla quale il PRG si è necessariamente attenuto, non ha consentito allo strumento stesso di agire in un quadro di maggiore efficacia ed incisività, oggi possibile alla luce della nuova riforma regionale. Il Settore Terziario e Commerciale Il Settore Primario 180 TEMATICA Il Sistema Ambientale Paesistico e delle Reti Ecologiche Consumi energetici e idrici PROPOSTA DEL DdP Il DdP, ma anche il successivo Piano delle Regole, introduce tutti gli elementi strategici, anche innovativi, oggi consentiti dalla nuova disciplina urbanistica regionale consentendo una maggiore efficacia degli interventi di tutela e valorizzazione del sistema paesisticoambientale e l’introduzione di un’efficace sistema di reti ecologiche. Il Piano si pone l’obiettivo di incentivare il risparmio di acqua ed energia attraverso una regolamentazione specifica nelle NTA del Piano delle Regole e anche mediante la limitazione alle previsioni insediative. EVOLUZIONE SENZA L’ATTUAZIONE DEL DOCUMENTO DI PIANO (ALTERNATIVA ZERO) La normativa della L.R. 51/75 (abrogata dalla L.R. n. 12/05), alla quale il PRG si è necessariamente attenuto, non ha consentito allo strumento stesso di agire in un quadro di maggiore efficacia ed incisività oggi possibile alla luce della nuova riforma regionale. La mancata attuazione di tali scelte si porrebbe in conflitto con gli indirizzi di sostenibilità generali, più volte enunciati nel presente documento. Le azioni del Documento di Piano individuate compongono l’opzione operativa che caratterizza l’intervento strategico di trasformazione del territorio e la possibilità di pervenire, al suo recupero, riqualificazione, potenziamento nonchè alla sua tutela e valorizzazione. A conclusione del processo di valutazione delle azioni di piano, è necessario esprimere un giudizio complessivo in merito alla sostenibilità globale del Piano. Quanto analizzato consente di sostenere che, in senso generale, il piano risulta ampiamente compatibile con i caratteri territoriali presenti rispetto alla componente ambientale, sociale ed economica. Il Piano, infatti, propone uno sviluppo complessivamente sostenibile del territorio, con scelte strategicamente mirate alla conservazione che non vanno a interferire negativamente con elementi di pregio ambientale o elementi di particolare sensibilità. Si può altresì sostenere che la limitata crescita degli spazi insediativi, la valorizzazione degli aspetti peculiari del territorio, e le strategie di intervento migliorativo previste sulla mobilità permetteranno di giungere ad una condizione generalmente positiva del contesto territoriale. Ancora si evidenzia che il Piano prevede, inoltre, che lo sviluppo sia orientato verso l’edilizia sostenibile e il risparmio delle risorse energetiche, prevedendo, nell’ambito del Piano delle Regole, una specifica regolamentazione in merito. 181 14.3. ULTERIORI INTERVENTI DI MITIGAZIONE E COMPENSAZIONE Il quadro generale emergente dalle valutazioni sopra esposte, mostra una sostanziale positività dei possibili effetti ambientali che potranno essere determinati dall’attuazione del Documento di Piano. Nel presente paragrafo si forniscono alcune indicazioni complementari di mitigazione o compensazione a supporto di un’attuazione sostenibile delle scelte di Piano e della minimizzazione degli effetti attesi sull’ambiente derivanti dalla realizzazione degli interventi. La normativa di Piano (nel rispetto di quanto prescritto dalle Linee Guida Regionali per l’esame paesistico dei progetti) prevede che tutti gli interventi pubblici e privati, contenuti in strumenti attuativi, debbano essere preceduti, nei modi e nelle forme previste dalla legislazione vigente, da un esame del potenziale impatto paesistico del progetto, allo scopo di determinare la sensibilità paesistica del sito interessato e il grado di incidenza paesistica del progetto. Sulla base di tale considerazione, è importante sottolineare che la tabella che segue non rappresenta un elenco completo ed esaustivo delle mitigazioni previste dal Documento di Piano, in quanto tale elenco sarà via via implementato sia in funzione delle scelte definitive sia in rapporto al successivo svilupparsi degli indirizzi di dettaglio relativi alla fase attuativa, che saranno previsti nella normativa del Piano delle Regole. INTERVENTO MITIGATIVO Realizzazione di interventi di mitigazione delle visuali paesistiche, tramite aree verdi-filtro a protezione e a difesa della riconoscibilità degli ambiti di pregio paesistico-ambientale. Realizzazione di barriere di verde-filtro al fine di promuovere il miglioramento del clima urbano, l’assorbimento di inquinanti atmosferici e la riduzione del rumore (in particolare lungo le direttrici di traffico principali e in corrispondenza di aree produttive). Generale miglioramento dell’arredo urbano. Attenzione ai criteri di risparmio energetico in relazione alle strutture ed ai materiali utilizzati: promozione di interventi legati all’uso di energie da fonti rinnovabili. Ogni nuovo intervento edilizio dovrà predisporre appositi impianti per il recupero, la raccolta ed il riuso dell’acqua piovana dei tetti per l’irrigazione dei giardini. Realizzazione di parcheggi privilegiando strutture dotate della minor superficie impermeabilizzata (autobloccanti che permettono la crescita dell’erba, ecc.) e, laddove possibile, la realizzazione di parcheggi interrati. 182 14.4. GLI AMBITI DI TRASFORMAZIONE ATR 1 criterio di sostenibilità Compatibilità territoriale in relazione ai vincoli ambientali e alla geologia del territorio giudizio compatibile commento L’area in esame è ubicata ad ovest del centro abitato, ed è un’area classificata dal PRG vigente come: - zona E agricola. L’ambito in esame rientra in un’area con classe di fattibilità geologica n. 2, con “modeste limitazioni”, individuata nella sottoclasse 2Idg (con problematiche idrogeologiche). L’ATR non è attraversato da elettrodotti. Per quanto riguarda la compatibilità con il PTCP, analizzando la tavola E4 “Organizzazione del territorio e dei sistemi insediativi”, l’ambito rientra in un’area classificata come “aree di primo riferimento per la pianificazione locale (art.93)”. Minimizzazione del consumo di suolo compatibile Uno dei principi base dello sviluppo sostenibile è un uso ragionevole e parsimonioso del suolo, così come di tutte le risorse non rinnovabili, rispettando tassi di sfruttamento che non pregiudichino le possibilità riservate alle generazioni future. L’Ambito di Trasformazione è in posizione contigua al tessuto urbanizzato consolidato e si configura come completamento di un ambito di frangia urbana, compatibile quindi con lo sviluppo insediativo. La Superficie Territoriale dell’ATR è pari a circa 33.915 mq. La Superficie Zonale è di 23.790 mq. La Volumetria massima prevista è pari a circa 19.000 mc. 183 Contenimento emissioni in atmosfera Miglioramento della qualità delle acque superficiali e contenimento dei consumi compatibile compatibile Considerando la destinazione d’uso prevalentemente residenziale, l’Ambito di Trasformazione in esame non comporta impatti negativi nei confronti della componente ambientale aria, fatta eccezione per l’’installazione dei sistemi di riscaldamento, per i quali comunque il Documento di Piano rimanda alla definizione di interventi a basso impatto, che saranno fatti oggetto di specifica disciplina nell’ambito, più proprio, del Regolamento Edilizio. In relazione alla destinazione d’uso dell’intervento previsto, l’impatto sulla matrice acqua non risulterà particolarmente significativo in quanto: -l’approvvigionamento idrico non comporterà ulteriori derivazioni di acque superficiali o sotterranee; - l’area oggetto dell’intervento verrà collegata alla rete idrica esistente, in grado di sostenere le quantità necessarie e la rete fognaria alla fognatura già presente sulla strada posta al bordo dell’ATR. Si ritiene opportuno che le NTA del Piano delle Regole e il Regolamento Edilizio prevedano che ogni nuovo intervento edilizio predisponga di appositi impianti per il recupero, la raccolta ed il riuso dell’acqua piovana per usi non potabili (ad. esempio irrigazione dei giardini e scarichi igienici). La realizzazione dell’Ambito di Trasformazione potrà comportare un leggero aumento nei consumi di energia e metano. Considerando la destinazione d’uso dell’intervento, è possibile ipotizzare che tale impatto non sia particolarmente negativo sull’attuale sistema ambientale. Maggiore efficienza nella produzione di energia e contenimento dei consumi energetici compatibile La realizzazione degli interventi, secondo gli indirizzi previsti dall’Ambito Tematico Strategico 10 del Documento di Piano (promozione e attuazione di interventi per l’efficienza energetica degli edifici ed il contenimento dei carichi ambientali) dovrà essere integrata con interventi di risparmio energetico, legati in particolare all’impiego di energia da fonti rinnovabili, incentivando l’installazione di pannelli solari e fotovoltaici. In tal senso la disciplina normativa potrà valutare la possibilità di incentivi volumetrici in funzione della classe di rendimento energetico dell’edificio. L’Amministrazione Comunale potrà riconoscere un incentivo volumetrico in presenza di realizzazione di edifici in “classe energetica A”. Contenimento della produzione dei rifiuti compatibile La realizzazione dell’Ambito di Trasformazione comporterà un leggero aumento della produzione di rifiuti. E’ possibile ipotizzare che tale impatto sia contenuto nei confronti dell’attuale sistema ambientale. 184 Contenimento inquinamento acustico compatibile Considerando la destinazione d’uso dell’intervento è possibile ipotizzare che l’Ambito di Trasformazione in esame non comporti impatti negativi che possano incrementare l’inquinamento acustico. Compatibilità per le infrastrutture della mobilità compatibile La nuova viabilità di accesso e distribuzione interna all’ATR diramerà dalla via Monte Bianco e si connetterà alla via Fontana. Tutela e protezione delle aree naturalistiche e degli ambiti paesistici Tutela e valorizzazione dei beni storici ed architettonici Protezione della salute e del benessere dei cittadini compatibile compatibile compatibile L’impatto globale sulla componente naturalistica e di paesaggio risulta modesto in quanto, come già detto, si tratta di un Ambito di Trasformazione interno ad una situazione di frangia urbana, tuttavia gli interventi dovranno essere opportunamente mitigati in fase di valutazione del P.A. Fondamentale sarà la definizione dell’impianto morfologico. Per quanto riguarda tale tematica l’Ambito di Trasformazione in oggetto non presenta un impatto significativo, in quanto si colloca in un’area esterna al nucleo di antica formazione e non comprende nessun elemento di valore storico-culturale. Considerando la destinazione d’uso residenziale e la non presenza di situazioni di criticità all’interno del Comune di Osio Sopra per ciò che concerne la salute umana (inquinamento atmosferico relativo soprattutto al traffico legato alle principali arterie viarie), è possibile affermare che l’Ambito di Trasformazione in oggetto non comporta impatti negativi significativi. 185 ATR 2 criterio di sostenibilità giudizio commento L’area in esame è ubicata a nord del territorio comunale, al confine con il Comune di Dalmine, rispetto al quale si pone in adiacenza agli insediamenti residenziali di recente formazione, ed è un’area classificata dal PRG vigente come: - zona E, agricola. Compatibilità territoriale in relazione ai vincoli ambientali e alla geologia del territorio compatibile L’ambito in esame rientra in un’area con classe di fattibilità geologica n. 2, con “modeste limitazioni”, individuata nella sottoclasse 2Idg (con problematiche idrogeologiche). L’ATR non è attraversato da un elettrodotto. Per quanto riguarda la compatibilità con il PTCP, analizzando la tavola E4 “Organizzazione del territorio e dei sistemi insediativi”, l’ambito rientra in un’area classificata come “aree agricole con finalità di protezione e conservazione (art.65)”. Minimizzazione del consumo di suolo compatibile Uno dei principi base dello sviluppo sostenibile è un uso ragionevole e parsimonioso del suolo, così come di tutte le risorse non rinnovabili, rispettando tassi di sfruttamento che non pregiudichino le possibilità riservate alle generazioni future. L’Ambito di Trasformazione è interno al tessuto urbano residenziale, se pur prospettando, a sud verso aree ancora 186 libere e che il PGT mantiene come tali, e costituisce un sostanziale completamento a dei tessuti urbanizzati consolidati e in corso di attuazione al contorno. Esso si configura quindi come intervento di frangia urbana. La Superficie Territoriale dell’ATR è pari a circa 15.100 mq. La Superficie Zonale (areale della modificabilità) è di 14.000 mq. La Volumetria massima prevista è pari a circa 11.000 mc. Contenimento emissioni in atmosfera Miglioramento della qualità delle acque superficiali e contenimento dei consumi compatibile compatibile Considerando la destinazione d’uso prevalentemente residenziale, l’Ambito di Trasformazione in esame non comporta impatti negativi nei confronti della componente ambientale aria, fatta eccezione per l’installazione dei sistemi di riscaldamento, per i quali comunque il Documento di Piano rimanda alla definizione di interventi a basso impatto, che saranno fatti oggetto di specifica disciplina nell’ambito, più proprio, del Regolamento Edilizio. In relazione alla destinazione d’uso dell’intervento previsto, l’impatto sulla matrice acqua non risulterà particolarmente significativo in quanto: -l’approvvigionamento idrico non comporterà ulteriori derivazioni di acque superficiali o sotterranee; - l’area oggetto dell’intervento verrà collegata alla rete idrica esistente in grado di sostenere le quantità necessarie, e la rete fognaria alla fognatura già presente sulla strada posta al bordo dell’ATR. Si ritiene opportuno che le NTA del Piano delle Regole e il Regolamento Edilizio prevedano che ogni nuovo intervento edilizio predisponga di appositi impianti per il recupero, la raccolta ed il riuso dell’acqua piovana per usi non potabili (ad. esempio irrigazione dei giardini e scarichi igienici). Maggiore efficienza nella produzione di energia e contenimento dei consumi energetici compatibile La realizzazione dell’Ambito di Trasformazione potrà comportare un leggero aumento nei consumi di energia e metano. Considerando la destinazione d’uso dell’intervento, è possibile ipotizzare che tale impatto non sia particolarmente negativo sull’attuale sistema ambientale. La realizzazione degli interventi, secondo gli indirizzi previsti dall’Ambito Tematico Strategico 10 del Documento di Piano (promozione e attuazione di interventi per l’efficienza energetica degli edifici ed il contenimento dei carichi ambientali) dovrà essere integrata con interventi di risparmio energetico, legati in particolare all’impiego di energia da fonti rinnovabili, incentivando l’installazione di pannelli solari e fotovoltaici. In tal senso la disciplina normativa potrà valutare la possibilità di incentivi volumetrici in funzione della classe di rendimento energetico dell’edificio. L’Amministrazione Comunale potrà riconoscere un incentivo 187 volumetrico in presenza di realizzazione di edifici in “classe energetica A”. Contenimento della produzione dei rifiuti Contenimento inquinamento acustico Compatibilità per le infrastrutture della mobilità Tutela e protezione delle aree naturalistiche e degli ambiti paesistici Tutela e valorizzazione dei beni storici ed architettonici Protezione della salute e del benessere dei cittadini compatibile La realizzazione dell’Ambito di Trasformazione potrà comportare un leggero aumento della produzione di rifiuti. E’ possibile ipotizzare che tale impatto sia contenuto nei confronti dell’attuale sistema ambientale. compatibile Considerando la destinazione d’uso dell’intervento è possibile ipotizzare che l’Ambito di Trasformazione in esame non comporti impatti negativi che possano incrementare l’inquinamento acustico. compatibile L’accesso all’ATR è realizzabile attraverso l’utilizzo della viabilità esistente presente sul territorio di Dalmine da cui diramerà la viabilità di distribuzione interna all’ambito. compatibile L’ATR in esame non rientra in ambiti caratterizzati da particolare rilevanza paesistica o naturalistica, risultando un’area di frangia al tessuto urbanizzato. L’impatto globale sulla componente naturalistica e di paesaggio sarà preso in considerazione e opportunamente mitigato in fase di valutazione del P.A.. Fondamentale sarà la definizione dell’impianto morfologico. compatibile compatibile Per quanto riguarda tale tematica l’Ambito di Trasformazione in oggetto non presenta un impatto significativo, in quanto si colloca in un’area esterna al nucleo di antica formazione e non comprende nessun elemento di valore storico-culturale. Considerando la destinazione d’uso residenziale e la non presenza di situazioni di criticità all’interno del Comune di Osio Sopra per ciò che concerne la salute umana (inquinamento atmosferico relativo soprattutto al traffico legato alle principali arterie viarie), è possibile affermare che l’Ambito di Trasformazione in oggetto non comporta impatti negativi significativi. 188 ATP 1 criterio di sostenibilità giudizio commento L’area in esame è ubicata ad ovest della SP 525, in immediata adiacenza con gli insediamenti produttivi presenti, ed è un’area classificata dal PRG vigente come: - zona E, agricola. Compatibilità territoriale in relazione ai vincoli ambientali e alla geologia del territorio compatibile L’ambito in esame rientra in un’area con classe di fattibilità geologica n. 2, con “modeste limitazioni”, individuata nella sottoclasse 2Gt (con problematiche geotecniche), inoltre, una piccolissima porzione di questo ambito ricade in classe di fattibilità geologica n.3 con “consistenti limitazioni” individuata nella sottoclasse 3Idg (con problematiche idrogeologiche) + classe di fattibilità geologica n. 2, con “modeste limitazioni”, individuata nella sottoclasse 2Gt (con problematiche geotecniche). L’ATP è interessato dal passaggio di un elettrodotto e dalla previsione del canale idrico. Per quanto riguarda la compatibilità con il PTCP, analizzando la tavola E4 “Organizzazione del territorio e dei sistemi insediativi”, l’ambito rientra in un’area classificata come “aree di primo riferimento per la pianificazione locale”. Minimizzazione del consumo di suolo compatibile Uno dei principi base dello sviluppo sostenibile è un uso ragionevole e non dispendioso del territorio, così come di tutte le risorse non rinnovabili, rispettando tassi di sfruttamento che 189 non pregiudichino le possibilità riservate alle generazioni future. In tal senso l’Ambito di Trasformazione non si pone in situazione autonoma o espansiva degli insediamenti esistenti ma come sostanziale completamento dell’ambito produttivo già sostanzialmente saturo, posto ad ovest della SP 525, inserendosi in una situazione di frangia degli insediamenti produttivi esistenti. La Superficie Territoriale dell’ATP è pari a circa 53.270 mq, di cui la Superficie Zonale (areale della modificabilità) è di 30.890 mq, sulla quale è possibile realizzare una Superficie Coperta massima di 16.000 mq. Considerando la destinazione d’uso prevalentemente produttiva, l’Ambito di Trasformazione in esame non dovrà compromettere la componente ambientale “aria”. Contenimento emissioni in atmosfera Miglioramento della qualità delle acque superficiali e contenimento dei consumi Maggiore efficienza nella produzione di energia e contenimento dei consumi energetici compatibile compatibile compatibile Elementi di compatibilità con la tematica di cui al presente punto saranno garantiti dalla disciplina degli “insediamenti vietati”, definita dalle NTA del Documento di Piano e dalla “verifica preliminare di compatibilità urbanistica” prevista obbligatoriamente dalla disciplina del Piano delle Regole secondo gli indirizzi individuati nell’ “Ambito Tematico Strategico 2 del Documento di Piano”. In relazione alla destinazione d’uso dell’intervento previsto, l’impatto sulla matrice “acqua” non dovrà essere compromessa. Inoltre, si ritiene opportuno che le NTA prevedano che ogni nuovo intervento predisponga di appositi impianti per il recupero, la raccolta ed il riuso dell’acqua piovana per usi non potabili. Elementi di compatibilità con la tematica di cui al presente punto saranno garantiti dalla disciplina degli “insediamenti vietati”, definita dalle NTA del Documento di Piano e dalla “verifica preliminare di compatibilità urbanistica” prevista obbligatoriamente dalla disciplina del Piano delle Regole secondo gli indirizzi individuati nell’ “Ambito Tematico Strategico 2 del Documento di Piano”. La realizzazione dell’Ambito di Trasformazione potrà comportare un aumento nei consumi energetici. La realizzazione dell’Ambito dovrà essere integrata con interventi di risparmio energetico, legati in particolare all’impiego di energia da fonti rinnovabili, incentivando l’installazione di pannelli solari e fotovoltaici. Tale impatto non dovrà essere particolarmente negativo sull’attuale sistema ambientale. La realizzazione degli interventi, secondo gli indirizzi previsti dall’Ambito Tematico Strategico 10 del Documento di Piano (promozione e attuazione di interventi per l’efficienza energetica degli edifici ed il contenimento dei carichi ambientali) dovrà essere integrata con interventi di risparmio energetico, legati in particolare all’impiego di energia da fonti rinnovabili, incentivando l’installazione di pannelli solari e fotovoltaici. In tal senso la disciplina normativa potrà valutare la possibilità di incentivi volumetrici in funzione della classe di rendimento energetico dell’edificio. L’attuazione degli interventi edilizi sarà rivolta alla realizzazione di edifici in “classe energetica A”. 190 Elementi di compatibilità con la tematica di cui al presente punto saranno garantiti dalla disciplina degli “insediamenti vietati”, definita dalle NTA del Documento di Piano e dalla “verifica preliminare di compatibilità urbanistica” prevista obbligatoriamente dalla disciplina del Piano delle Regole secondo gli indirizzi individuati nell’ “Ambito Tematico Strategico 2 del Documento di Piano”. Contenimento della produzione dei rifiuti Contenimento inquinamento acustico Compatibilità per le infrastrutture della mobilità Tutela e protezione delle aree naturalistiche e degli ambiti paesistici Tutela e valorizzazione dei beni storici ed architettonici compatibile E’ possibile ipotizzare che l’impatto sarà il più contenuto possibile nei confronti dell’attuale sistema ambientale. Elementi di compatibilità con la tematica di cui al presente punto saranno garantiti dalla disciplina degli “insediamenti vietati”, definita dalle NTA del Documento di Piano e dalla “verifica preliminare di compatibilità urbanistica” prevista obbligatoriamente dalla disciplina del Piano delle Regole secondo gli indirizzi individuati nell’ “Ambito Tematico Strategico 2 del Documento di Piano”. compatibile Considerando la destinazione d’uso prevalentemente produttiva, l’Ambito di Trasformazione in esame non dovrà compromettere la componente “acustica”. Elementi di compatibilità con la tematica di cui al presente punto saranno garantiti dalla disciplina degli “insediamenti vietati”, definita dalle NTA del Documento di Piano e dalla “verifica preliminare di compatibilità urbanistica” prevista obbligatoriamente dalla disciplina del Piano delle Regole secondo gli indirizzi individuati nell’ “Ambito Tematico Strategico 2 del Documento di Piano”. compatibile L’accesso all’ATP è attuabile da nuova previsione viaria di PGT da realizzare in prosecuzione della viabilità esistente (via dei Termini). Elementi di compatibilità con la tematica di cui al presente punto saranno garantiti dalla disciplina degli “insediamenti vietati”, definita dalle NTA del Documento di Piano e dalla “verifica preliminare di compatibilità urbanistica” prevista obbligatoriamente dalla disciplina del Piano delle Regole secondo gli indirizzi individuati nell’ “Ambito Tematico Strategico 2 del Documento di Piano”. compatibile compatibile L’impatto globale sulla componente naturalistica e di paesaggio sarà preso in considerazione e opportunamente mitigato in fase di progettazione edilizia, supportata dalla valutazione dell’inserimento ambientale-paesistico. Elementi di compatibilità con la tematica di cui al presente punto saranno garantiti dalla disciplina degli “insediamenti vietati”, definita dalle NTA del Documento di Piano e dalla “verifica preliminare di compatibilità urbanistica” prevista obbligatoriamente dalla disciplina del Piano delle Regole secondo gli indirizzi individuati nell’ “Ambito Tematico Strategico 2 del Documento di Piano”. Per quanto riguarda tale tematica l’Ambito di Trasformazione in oggetto non presenta un impatto significativo, in quanto si colloca in un’area lontana dai tessuti di antica formazione e non comprende nessun elemento di valore storico-culturale. 191 Protezione della salute e del benessere dei cittadini Considerando la destinazione d’uso produttiva, sarà opportuna l’attuazione del monitoraggio sulle attività per i cicli di produzione. compatibile Elementi di compatibilità con la tematica di cui al presente punto saranno garantiti dalla disciplina degli “insediamenti vietati”, definita dalle NTA del Documento di Piano e dalla “verifica preliminare di compatibilità urbanistica” prevista obbligatoriamente dalla disciplina del Piano delle Regole secondo gli indirizzi individuati nell’ “Ambito Tematico Strategico 2 del Documento di Piano”. 192 ATP 2 criterio di sostenibilità giudizio commento L’area in esame è ubicata a sud-est del territorio comunale, sul confine con il Comune di Osio Sotto, ed è un’area classificata dal PRG vigente come: - zona E, agricola. Compatibilità territoriale in relazione ai vincoli ambientali e alla geologia del territorio compatibile L’ambito in esame rientra in un’area con classe di fattibilità geologica n. 2, con “modeste limitazioni”, individuata nella sottoclasse 2Gt (con problematiche geotecniche), inoltre, una piccola porzione di questo ambito ricade in classe di fattibilità geologica n.3 con “consistenti limitazioni” individuata nella sottoclasse 3Idg (con problematiche idrogeologiche) + classe di fattibilità geologica n. 2, con “modeste limitazioni”, individuata nella sottoclasse 2Gt (con problematiche geotecniche). L’ATP non è interessato dal passaggio di elettrodotti. Per quanto riguarda la compatibilità con il PTCP, analizzando la tavola E4 “Organizzazione del territorio e dei sistemi insediativi”, l’ambito rientra in un’area classificata come “aree agricole con finalità di protezione e conservazione (art.65)” ed in parte da “aree di primo riferimento per la pianificazione locale”. Minimizzazione del consumo di suolo compatibile Uno dei principi base dello sviluppo sostenibile è un uso ragionevole e non dispendioso del territorio, così come di tutte le risorse non rinnovabili, rispettando tassi di sfruttamento che 193 non pregiudichino le possibilità riservate alle generazioni future. In tal senso l’Ambito di Trasformazione non si pone in situazione autonoma o espansiva degli insediamenti esistenti ma come sostanziale completamento dell’ambito produttivo già sostanzialmente saturo, inserendosi in una situazione di frangia degli insediamenti produttivi esistenti. La Superficie Territoriale dell’ATP è pari a circa 33.050 mq, di cui la Superficie Zonale (areale della modificabilità) è di 2.580 mq. Inoltre, è individuata una superficie utilizzabile a piazzale pari a 22.185 mq. Infine, la Superficie Coperta massima è pari a 2.000 mq. Considerando la destinazione d’uso prevalentemente produttiva, l’Ambito di Trasformazione in esame non dovrà compromettere la componente ambientale “aria”. Contenimento emissioni in atmosfera Miglioramento della qualità delle acque superficiali e contenimento dei consumi Maggiore efficienza nella produzione di energia e contenimento dei consumi energetici compatibile compatibile Elementi di compatibilità con la tematica di cui al presente punto saranno garantiti dalla disciplina degli “insediamenti vietati”, definita dalle NTA del Documento di Piano e dalla “verifica preliminare di compatibilità urbanistica” prevista obbligatoriamente dalla disciplina del Piano delle Regole secondo gli indirizzi individuati nell’ “Ambito Tematico Strategico 2 del Documento di Piano”. In relazione alla destinazione d’uso dell’intervento previsto, l’impatto sulla matrice “acqua” non dovrà essere compromessa. Inoltre, si ritiene opportuno che le NTA prevedano che ogni nuovo intervento predisponga di appositi impianti per il recupero, la raccolta ed il riuso dell’acqua piovana per usi non potabili. Elementi di compatibilità con la tematica di cui al presente punto saranno garantiti dalla disciplina degli “insediamenti vietati”, definita dalle NTA del Documento di Piano e dalla “verifica preliminare di compatibilità urbanistica” prevista obbligatoriamente dalla disciplina del Piano delle Regole secondo gli indirizzi individuati nell’ “Ambito Tematico Strategico 2 del Documento di Piano”. compatibile La realizzazione dell’Ambito di Trasformazione potrà comportare un aumento nei consumi energetici. La realizzazione dell’Ambito dovrà essere integrata con interventi di risparmio energetico, legati in particolare all’impiego di energia da fonti rinnovabili, incentivando l’installazione di pannelli solari e fotovoltaici. Tale impatto non dovrà essere particolarmente negativo sull’attuale sistema ambientale. La realizzazione degli interventi, secondo gli indirizzi previsti dall’Ambito Tematico Strategico 10 del Documento di Piano (promozione e attuazione di interventi per l’efficienza energetica degli edifici ed il contenimento dei carichi ambientali) dovrà essere integrata con interventi di risparmio energetico, legati in particolare all’impiego di energia da fonti rinnovabili, incentivando l’installazione di pannelli solari e fotovoltaici. 194 In tal senso la disciplina normativa potrà valutare la possibilità di incentivi volumetrici in funzione della classe di rendimento energetico dell’edificio. L’attuazione degli interventi edilizi sarà rivolta alla realizzazione di edifici in “classe energetica A”. Elementi di compatibilità con la tematica di cui al presente punto saranno garantiti dalla disciplina degli “insediamenti vietati”, definita dalle NTA del Documento di Piano e dalla “verifica preliminare di compatibilità urbanistica” prevista obbligatoriamente dalla disciplina del Piano delle Regole secondo gli indirizzi individuati nell’ “Ambito Tematico Strategico 2 del Documento di Piano”. E’possibile ipotizzare che l’impatto sarà il più contenuto possibile nei confronti dell’attuale sistema ambientale. Contenimento della produzione dei rifiuti compatibile Elementi di compatibilità con la tematica di cui al presente punto saranno garantiti dalla disciplina degli “insediamenti vietati”, definita dalle NTA del Documento di Piano e dalla “verifica preliminare di compatibilità urbanistica” prevista obbligatoriamente dalla disciplina del Piano delle Regole secondo gli indirizzi individuati nell’ “Ambito Tematico Strategico 2 del Documento di Piano”. Considerando la destinazione d’uso prevalentemente produttiva, l’Ambito di Trasformazione in esame non dovrà compromettere la componente “acustica”. Contenimento inquinamento acustico Compatibilità per le infrastrutture della mobilità Tutela e protezione delle aree naturalistiche e degli ambiti paesistici compatibile Elementi di compatibilità con la tematica di cui al presente punto saranno garantiti dalla disciplina degli “insediamenti vietati”, definita dalle NTA del Documento di Piano e dalla “verifica preliminare di compatibilità urbanistica” prevista obbligatoriamente dalla disciplina del Piano delle Regole secondo gli indirizzi individuati nell’ “Ambito Tematico Strategico 2 del Documento di Piano”. Il raggiungimento delle aree interne all’ATP si ottiene tramite la viabilità e gli accessi alle attività produttive esistenti rispetto alle quali l’ambito si pone in ampliamento. compatibile compatibile Elementi di compatibilità con la tematica di cui al presente punto saranno garantiti dalla disciplina degli “insediamenti vietati”, definita dalle NTA del Documento di Piano e dalla “verifica preliminare di compatibilità urbanistica” prevista obbligatoriamente dalla disciplina del Piano delle Regole secondo gli indirizzi individuati nell’ “Ambito Tematico Strategico 2 del Documento di Piano”. L’impatto globale sulla componente naturalistica e di paesaggio sarà preso in considerazione e opportunamente mitigato in fase di progettazione edilizia, supportata dalla valutazione dell’inserimento ambientale-paesistico. 195 Elementi di compatibilità con la tematica di cui al presente punto saranno garantiti dalla disciplina degli “insediamenti vietati”, definita dalle NTA del Documento di Piano e dalla “verifica preliminare di compatibilità urbanistica” prevista obbligatoriamente dalla disciplina del Piano delle Regole secondo gli indirizzi individuati nell’ “Ambito Tematico Strategico 2 del Documento di Piano”. Tutela e valorizzazione dei beni storici ed architettonici Protezione della salute e del benessere dei cittadini compatibile Per quanto riguarda tale tematica l’Ambito di Trasformazione in oggetto non presenta un impatto significativo, in quanto si colloca in un’area lontana dai tessuti di antica formazione e non comprende nessun elemento di valore storico-culturale. Considerando la destinazione d’uso produttiva, sarà opportuna l’attuazione del monitoraggio sulle attività per i cicli di produzione. compatibile Elementi di compatibilità con la tematica di cui al presente punto saranno garantiti dalla disciplina degli “insediamenti vietati”, definita dalle NTA del Documento di Piano e dalla “verifica preliminare di compatibilità urbanistica” prevista obbligatoriamente dalla disciplina del Piano delle Regole secondo gli indirizzi individuati nell’ “Ambito Tematico Strategico 2 del Documento di Piano”. 196 ATP 3 criterio di sostenibilità giudizio commento L’area in esame è ubicata ad est della SP 525, in immediata adiacenza con l’insediamento produttivo della SIAD, che ne è proprietaria, ed è un’area classificata dal PRG vigente come: - D2 produttiva; - E zona agricola (per una piccola porzione). Compatibilità territoriale in relazione ai vincoli ambientali e alla geologia del territorio compatibile L’ambito in esame rientra in un’area con classe di fattibilità geologica n. 2, con “modeste limitazioni”, individuata nella sottoclasse 2Gt (con problematiche geotecniche). L’ATP non è interessato dal passaggio di elettrodotti, ma è delimitato a monte dalla linea ENEL 132kV che ne delimita il limite nord. Per quanto riguarda la compatibilità con il PTCP, analizzando la tavola E4 “Organizzazione del territorio e dei sistemi insediativi”, l’ambito rientra in un’area classificata come “ambito definito dalla pianificazione locale vigente”. Minimizzazione del consumo di suolo compatibile Uno dei principi base dello sviluppo sostenibile è un uso ragionevole e non dispendioso del territorio. In tal senso l’Ambito di Trasformazione non si pone in situazione autonoma di espansione edilizia/strutturale dell’insediamento produttivo esistente ma risponde alle necessità dell’azienda di 197 disporre di un’area specifica di “sosta autocisterna” per poter migliorare e rendere più sicura la movimentazione veicolare all’interno dell’insediamento. E’ammessa la costruzione di servizi e attrezzature per gli autotrasportatori nel limite massimo di 100 mq di Superficie Coperta. La Superficie Territoriale dell’ATP è pari a 7.500 mq, di superficie utilizzabile a piazzale di sosta autocisterne di trasporto dei gas tecnici. Considerando la destinazione quale spazio di sosta autocisterne l’ambito di Trasformazione in esame non contribuirà a compromettere la componente ambientale “aria”. Contenimento emissioni in atmosfera Miglioramento della qualità delle acque superficiali e contenimento dei consumi Maggiore efficienza nella produzione di energia e contenimento dei consumi energetici compatibile compatibile compatibile Elementi di compatibilità con la tematica di cui al presente punto saranno garantiti dalla disciplina degli “insediamenti vietati”, definita dalle NTA del Documento di Piano e dalla “verifica preliminare di compatibilità urbanistica” prevista obbligatoriamente dalla disciplina del Piano delle Regole secondo gli indirizzi individuati nell’ “Ambito Tematico Strategico 2 del Documento di Piano”. In relazione alla destinazione dell’intervento previsto, l’impatto sulla matrice “acqua” non dovrà essere compromessa. Inoltre, si ritiene opportuno che le NTA prevedano che ogni nuovo intervento predisponga di appositi impianti per il recupero, la raccolta ed il riuso dell’acqua piovana per usi non potabili all’interno dell’insediamento. Elementi di compatibilità con la tematica di cui al presente punto saranno garantiti dalla disciplina degli “insediamenti vietati”, definita dalle NTA del Documento di Piano e dalla “verifica preliminare di compatibilità urbanistica” prevista obbligatoriamente dalla disciplina del Piano delle Regole secondo gli indirizzi individuati nell’ “Ambito Tematico Strategico 2 del Documento di Piano”. La realizzazione dell’Ambito di Trasformazione potrà comportare un aumento nei consumi energetici. La realizzazione dell’Ambito dovrà essere integrata con interventi di risparmio energetico, legati in particolare all’impiego di energia da fonti rinnovabili, incentivando l’installazione di pannelli solari e fotovoltaici. Tale impatto non dovrà essere particolarmente negativo sull’attuale sistema ambientale. La realizzazione degli interventi, secondo gli indirizzi previsti dall’Ambito Tematico Strategico 10 del Documento di Piano (promozione e attuazione di interventi per l’efficienza energetica degli edifici ed il contenimento dei carichi ambientali) dovrà essere integrata con interventi di risparmio energetico, legati in particolare all’impiego di energia da fonti rinnovabili, incentivando l’installazione di pannelli solari e fotovoltaici. In tal senso la disciplina normativa potrà valutare la possibilità di incentivi volumetrici in funzione della classe di rendimento energetico dell’edificio. Elementi di compatibilità con la tematica di cui al presente punto saranno garantiti dalla disciplina degli “insediamenti vietati”, definita dalle NTA del Documento di Piano e dalla “verifica preliminare di compatibilità urbanistica” prevista obbligatoriamente dalla disciplina 198 del Piano delle Regole secondo gli indirizzi individuati nell’ “Ambito Tematico Strategico 2 del Documento di Piano”. Contenimento della produzione dei rifiuti compatibile E’ possibile ipotizzare che l’impatto sarà il più contenuto possibile nei confronti dell’attuale sistema ambientale. Elementi di compatibilità con la tematica di cui al presente punto saranno garantiti dalla disciplina degli “insediamenti vietati”, definita dalle NTA del Documento di Piano e dalla “verifica preliminare di compatibilità urbanistica” prevista obbligatoriamente dalla disciplina del Piano delle Regole secondo gli indirizzi individuati nell’ “Ambito Tematico Strategico 2 del Documento di Piano”. Considerando la destinazione in esame, l’Ambito di Trasformazione non dovrà compromettere la componente “acustica”. Contenimento inquinamento acustico Compatibilità per le infrastrutture della mobilità Tutela e protezione delle aree naturalistiche e degli ambiti paesistici Tutela e valorizzazione dei beni storici ed architettonici compatibile Elementi di compatibilità con la tematica di cui al presente punto saranno garantiti dalla disciplina degli “insediamenti vietati”, definita dalle NTA del Documento di Piano e dalla “verifica preliminare di compatibilità urbanistica” prevista obbligatoriamente dalla disciplina del Piano delle Regole secondo gli indirizzi individuati nell’ “Ambito Tematico Strategico 2 del Documento di Piano”. L’accesso all’ATP è attuabile dal completamento del “peduncolo” di accesso (SIAD) già predisposto in fase di realizzazione sulla SP 525 della rotatoria posta a nord del complesso aziendale. compatibile Elementi di compatibilità con la tematica di cui al presente punto saranno garantiti dalla disciplina degli “insediamenti vietati”, definita dalle NTA del Documento di Piano e dalla “verifica preliminare di compatibilità urbanistica” prevista obbligatoriamente dalla disciplina del Piano delle Regole secondo gli indirizzi individuati nell’ “Ambito Tematico Strategico 2 del Documento di Piano”. L’impatto globale sulla componente naturalistica e di paesaggio sarà preso in considerazione e opportunamente mitigato in fase di progettazione edilizia, supportata dalla valutazione dell’inserimento ambientale-paesistico. compatibile compatibile Elementi di compatibilità con la tematica di cui al presente punto saranno garantiti dalla disciplina degli “insediamenti vietati”, definita dalle NTA del Documento di Piano e dalla “verifica preliminare di compatibilità urbanistica” prevista obbligatoriamente dalla disciplina del Piano delle Regole secondo gli indirizzi individuati nell’ “Ambito Tematico Strategico 2 del Documento di Piano”. Per quanto riguarda tale tematica l’Ambito di Trasformazione in oggetto non presenta un impatto significativo, in quanto si colloca in un’area lontana dai tessuti di antica formazione e non comprende nessun elemento di valore storico-culturale. 199 Protezione della salute e del benessere dei cittadini Considerando la destinazione d’uso produttiva, sarà opportuna l’attuazione del monitoraggio sulle attività per i cicli di produzione. compatibile Elementi di compatibilità con la tematica di cui al presente punto saranno garantiti dalla disciplina degli “insediamenti vietati”, definita dalle NTA del Documento di Piano e dalla “verifica preliminare di compatibilità urbanistica” prevista obbligatoriamente dalla disciplina del Piano delle Regole secondo gli indirizzi individuati nell’ “Ambito Tematico Strategico 2 del Documento di Piano”. 200 15 – PIANO DI MONITORAGGIO 201 VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA Il processo di VAS prevede, dopo l’approvazione del Piano, nella fase di attuazione e gestione dello stesso, l’implementazione di un sistema di monitoraggio dei caratteri territoriali, finalizzato ad una lettura critica ed integrata dello stato del territorio e delle dinamiche in atto. Il Piano di monitoraggio progettato per il Comune di Osio Sopra ha il duplice compito di: • fornire le informazioni necessarie a valutare gli effetti ambientali delle azioni messe in campo dal Piano, consentendo di verificare se esse siano effettivamente in grado di conseguire i traguardi di qualità ambientale che il Piano si è prefissato; • permettere di individuare tempestivamente le misure correttive che eventualmente dovessero rendersi necessarie. Lo scopo del monitoraggio è quindi quello di monitorare l’evolversi dello stato dell’ambiente, valutando l’efficacia ambientale delle misure previste dal Piano nella fase di attuazione dello stesso. In una logica di piano-processo il monitoraggio è la base informativa necessaria per un piano che deve essere in grado di anticipare e governare le trasformazioni, piuttosto che adeguarvisi a posteriori. È da sottolineare come nei piani di tipo generale, quale appunto il Documento di Piano del PGT, in molti casi non esiste un legame diretto tra le azioni di Piano e i parametri ambientali. Per questo motivo conviene intendere il Piano di monitoraggio come: • verifica periodica dello stato di avanzamento delle trasformazioni proposte dal Piano, attraverso la descrizione sintetica dell’andamento degli interventi previsti e delle misure di mitigazione/compensazione; • monitoraggio ambientale al fine di verificare nel tempo l’andamento dei parametri critici che sono emersi nella costruzione del quadro conoscitivo e che risultano importanti allo scopo di tenere sotto controllo le trasformazioni attese. Il monitoraggio non ha pertanto solo finalità tecniche, ma presenta rilevanti potenzialità per le informazioni che può fornire ai decisori e per la comunicazione ad un pubblico più vasto di non addetti ai lavori, attraverso la pubblicazione di un rapporto che contiene informazioni e considerazioni sviluppate in forma discorsiva, e basate sulla quantificazione di un sistema di indicatori. I dati raccolti nell’ambito del “Piano di Monitoraggio” sono sintetizzati attraverso la realizzazione di un report da pubblicare sul sito internet del Comune. 202 Alla luce di quanto sopra dettagliato emerge la necessità di impostare il percorso di VAS, non solo come semplice percorso lineare, ma anche e soprattutto pensando ad inserire un feed-back che ne permetta il percorso a ritroso. Il monitoraggio di un Piano ha, quindi, lo scopo di verificarne le modalità ed il livello di attuazione, di valutare gli effetti degli interventi che vengono progressivamente realizzati e di fornire indicazioni su eventuali azioni correttive da apportare. Esso va progettato in fase di elaborazione del Piano stesso e vive lungo tutto il suo ciclo di vita. La progettazione implica la definizione degli indicatori da utilizzare, l’organizzazione di modalità e tempistiche per la raccolta delle informazioni necessarie alla loro elaborazione e la definizione dei meccanismi in base ai quali correggere, se e quando necessario, obiettivi, azioni e strumenti di attuazione del Piano. Percorso di VAS lineare e Azioni di feed-back successive il monitoraggio [Fonte: Pompilio M., 2006] 203 Le principali attività che si ripetono periodicamente nell’ambito del monitoraggio del Piano sono descritte nella figura seguente: Identificazione degli indicatori Acquisizione di dati e informazioni dalle diverse fonti Popolamento dei indicatori (di stato e prestazionali) DIAGNOSI Individuazione delle cause che hanno determinato eventuali scostamenti rispetto alle previsioni del piano TERAPIA Elaborazione di indicazioni per il riorientamento È opportuno innanzitutto, identificare un nucleo di indicatori comune eventualmente anche ad altri strumenti decisionali con cui si deve interagire (RSA, Agenda 21, EMAS, ecc.), in modo da consentire alle Amministrazioni di coordinare i propri piani e programmi e di dialogare con altri livelli di governo e con realtà diverse; tale nucleo condiviso può anche essere costituito da pochi indicatori, purché significativi e facilmente popolabili. Il calcolo degli indicatori deve avvenire in modo trasparente e ripercorribile e può avvalersi di strumenti di tipo informatico. L’acquisizione dei dati e delle informazioni da parte dell’Amministrazione responsabile del piano avviene sia recuperando dati prodotti da enti diversi (banche dati e sistemi informativi territoriali di Regioni e Province, dati socio-economici dell’ISTAT, relazioni sullo stato dell’ambiente delle ARPA, informazioni dalle ASL, ecc.), sia facendosi carico di raccogliere altri dati specifici sul proprio territorio, attraverso apposite campagne di rilevamento. Tra le informazioni da acquisire devono essere comprese anche quelle relative alle modalità di attuazione del Piano, come ad esempio la tempistica degli interventi, le risorse impegnate o il numero e la qualità degli eventi di partecipazione. Sulla base dei dati e delle informazioni acquisite, si procede al popolamento e alla rappresentazione dei dati sugli indicatori. 204 Poiché gli obiettivi specifici sono definiti come traguardi da raggiungere per ciò che riguarda gli indicatori, è possibile, a questo punto, definire: • indicatori di stato; • indicatori “prestazionali” che consentano di misurare il livello di raggiungimento degli obiettivi del Piano (efficacia) e di metterlo in relazione con le risorse impiegate (efficienza). In questo modo vengono messi in evidenza gli scostamenti dalle previsioni di Piano e dalle ipotesi fatte e una valutazione in termini di risorse impiegate. Si apre quindi la fase di “diagnosi”, finalizzata a comprendere quali sono le cause che hanno fatto sì che gli obiettivi siano stati raggiunti o meno e che hanno eventualmente determinato un uso eccessivo di risorse. Infine l’attività di interpretazione dei risultati del monitoraggio e di elaborazione di indicazioni per il riorientamento è oggetto di una apposita relazione periodica, che, a partire dalla diagnosi effettuata, delinea i possibili provvedimenti volti a riorientare il piano stesso (ad esempio, modifiche degli strumenti di attuazione, delle azioni, di qualche obiettivo specifico). Le conclusioni operative della relazione di monitoraggio vanno poi sottoposte a consultazione e costituiscono la base per la “terapia” ovvero il riorientamento del Piano. Il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati è essenziale non solo per la consultazione della relazione, ma in generale in tutte le attività previste dal monitoraggio, al fine di far emergere, attraverso la percezione diretta dei diversi attori, i reali effetti del piano, di indirizzare verso l’individuazione degli indicatori maggiormente significativi e di contribuire all’interpretazione dei risultati. Dall’analisi del territorio di Osio Sopra e dalla valutazione delle scelte di Piano, nonché dalle misure di mitigazione/compensazione previste, è possibile definire il “Piano di Monitoraggio” mediante l’individuazione dei principali indicatori, degli obiettivi specifici e dei criteri di periodicità: 205 Indicatore Obiettivo specifico Unità di misura Fonte Periodicità monitoraggio ARIA Concentrazione di alcuni inquinanti atmosferici: o PM10 o NOx Minimizzare l’impatto ambientale legato al traffico veicolare, al fine di migliorare la qualità dell’ambiente urbano. Dati centralina ARPA Semestrale Eventuali campagne mobili effettuate da ARPA a Osio Sopra o nei Comuni limitrofi. In base alla disponibilità del dato. m3/ab Hidrogest S.p.A. Annuale % Hidrogest S.p.A. Annuale Classe Dati ASL e/o ARPA. Rilevamenti su iniziativa del Comune. Secondo disponibilità Comune di Osio Sopra Annuale μg/m3 ACQUA Consumo idrico potabile annuo per abitante. Contenere i consumi idrici e ridurre gli impatti ambientali Perdite nella rete di degli edifici residenziali distribuzione idrica. e produttivi. Indice SECA acque Monitorare le qualità delle acque superficiali SUOLO Coefficiente di urbanizzazione (Superficie urbanizzata / superficie totale). Minimizzare il consumo di suolo libero. % nuovi interventi/ aree già urbanizzate FLORA, FAUNA, BIODIVERSITA’ Area verde procapite. Integrazione e razionalizzazione del verde fruibile. Comune di Osio Sopra Annuale kg Quaderno Osservatorio Provinciale dei Rifiuti Annuale % Quaderno Osservatorio Provinciale dei Rifiuti Annuale ENEL S.p.A. (dip.Treviglio) Annuale m /anno Enel Gas. (dip.Calcinate) Consorzio CEV Annuale n° Comune di Osio Sopra Annuale m2/ab PRODUZIONE DI RIFIUTI Rifiuti totali prodotti sul territorio comunale. % Raccolta Differenziata. Promuovere il contenimento dei carichi ambientali sul territorio comunale. CONSUMO ENERGETICO Consumi annuali di energia elettrica totale. Consumi annuali totali di gas metano. N° di certificati energetici Contenere i consumi energetici e ridurre gli impatti ambientali degli edifici residenziali e produttivi kWh/anno 3 206 Indicatore Obiettivo specifico Fonte Periodicità monitoraggio Comune di Osio Sopra Annuale ASL Bergamo Annuale Comune di Osio Sopra Annuale ab Comune di Osio Sopra Annuale % Comune di Osio Sopra Annuale Unità di misura m2 pannelli solari Installazioni sul territorio comunale per produzione di energia da fonti rinnovabili kW installati pannelli fotovolotaici CARICO ZOOTECNICO Numero di capi allevati (bovini, ovini, caprini, equini, suini, avicoli) Promuovere una concezione di “territorio rurale” non inteso come “ambito produttivo” bensì come “ambito di valore paesaggistico, ambientale ed ecologico”. n° capi MOBILITA’ E TRASPORTI Miglioramento del sistema della mobilità Lunghezza della dolce, promuovendo rete ciclo-pedonale scelte a basso impatto rispetto alla ambientale, al fine di superficie comunale incrementare la qualità dell’ambiente urbano. km/km2 POPOLAZIONE Abitanti residenti al 31 Dicembre Variazione demografica annuale Valutare la struttura demografica del comune 207 Nell’ambito della definizione del Piano di monitoraggio sono stati scelti gli indicatori sopra riportati poiché ritenuti in grado di descrivere una condizione rappresentativa del territorio di Osio Sopra, e allo stesso tempo uno stato qualitativo delle componenti territoriali prese in esame dalla VAS ed influenzate dalle strategie del Documento di Piano e dall’evoluzione delle azioni previste per conseguirle. Infatti dalla valutazione delle azioni previste dal Piano è emersa una modificazione del territorio che prevede impatti ambientali compatibili, in taluni casi migliorativi della situazione attuale, che non comporteranno ingenti modifiche delle matrici ambientali. Inoltre gli indicatori scelti possono essere associati ad obiettivi quantitativi del Piano, alcuni dei quali misurabili, e il valore assunto durante l’attuazione del Piano può mostrare la possibilità di raggiungere l’obiettivo medesimo. Le modalità di controllo degli indicatori inseriti nel “Piano di Monitoraggio” si traducono, per la maggior parte, in richieste di dati già raccolti da altri Enti. Gli esiti dei dati raccolti verranno inclusi nel report di monitoraggio pubblicato a cura dell’Amministrazione Comunale. 208 Il presente documento, i cui contenuti sono stati rivolti alla Valutazione Ambientale Strategica del Documento di Piano del PGT, ha affrontato tutte le valutazioni inerenti gli effetti attesi rispetto all’attuazione dei contenuti del DdP stesso. Il Rapporto Ambientale ha comunque fatto riferimento anche a indicatori che, se pur non strettamente connessi con il livello e i contenuti strategici del DdP, costituiscono elementi utili ad una visione complessiva più ampia dello stato dell’ambiente e del territorio. Questi elementi, la cui trattazione ha diversi livelli di qualità informative, in funzione dei dati disponibili, verranno ulteriormente approfonditi e indagati durante il processo complessivo che condurrà all’approvazione del Piano di Governo del Territorio e saranno fatti oggetto, ove opportuno, di ulteriori documenti che saranno prodotti come “addendum” del Rapporto Ambientale, al fine di definire una progressiva ampia e maggiore conoscenza dei fenomeni e delle valenze ambientali, paesistiche e degli elementi di sostenibilità, in un contesto complessivo più ampio rispetto alla portata del Documento di Piano. Ciò consentirà di ampliare lo spettro delle conoscenze e di implementare gli elementi di tematica degli atti del PGT. “OLTRE IL DOCUMENTO DI PIANO” attenzione anche ai fini delle attività di monitoraggio che potranno coinvolgere l’intera 209