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il cappello di paglia di firenze

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il cappello di paglia di firenze
IL CAP
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DI PAG ELLO
L
DI FIR IA
ENZE
D I N IN
O ROTA
MAGGIO MUSICALE FIORENTINO
MAGGIO MUSICALE FIORENTINO
SOCI FONDATORI
Consiglio di amministrazione
Matteo Renzi
Paolo Fresco
Roberto Benedetti
Francesca Colombo
Giovanna Folonari
Antonio Marotti
Mario Primicerio
Cristina Scaletti
Sindaco di Firenze - Presidente
Vice Presidente
Consiglieri
Francesca Colombo
Sovrintendente
Paolo Arcà
Direttore artistico
Zubin Mehta
Direttore principale
Piero Monti
Maestro del Coro
Francesco Ventriglia
Direttore di MaggioDanza
Collegio dei revisori dei conti
Giovanna D’Onofrio
Fabrizio Bini
Sergio Lisi
Laura Arcangeli
Presidente
Membri effettivi
Membro supplente
COLOPHON
INDICE
Redazione a cura di Franco Manfriani
con la collaborazione di Giovanni Vitali
Programma
7
Soggetto | Synopsis | Sujet | Inhalt
8
Progetto grafico Dorado Communications
Impaginazione Luciano Toni - Studio Zack! Firenze
Traduzioni di Carl Strehlke (inglese), Rosalia Orsini (francese), Helga Marcks (tedesco)
Libretto
19
Nel magico cappello di paglia di Labiche e Rota
Dinko Fabris
94
Il cappello di paglia di Firenze nella rete
Loredana Lipperini
112
La meccanica del riso: Nino Rota e l’eredità del vaudeville
Luca Scarlini
113
Dalla tavolozza di Nino Rota
Francesca Zardini
121
Prima edizione: luglio 2011
In primo luogo, gli spettatori
Mauro Conti
130
Ristampa
6 5 4 3 2 1 0
Discografia
132
Biografie
134
Le foto alle pagine 124-129 sono di Ruth Miriam Carmeli e Marco Borrelli.
Le foto in copertina e alle pagine 8, 18 e 130 sono gentilmente fornite da
il Consorzio Cappelli di paglia di Firenze.
Coordinamento editoriale Giunti Editore S.p.A.
© 2011 Teatro del Maggio Musicale Fiorentino - Fondazione
Anno
2014 2013 2012 2011
Stampato presso Giunti Industrie Grafiche S.p.A. - Stabilimento di Prato
Nino Rota
IL CAPPELLO DI PAGLIA
DI
FIRENZE
Farsa musicale in quattro atti - Libretto di Nino Rota ed Ernesta Rinaldi Rota
Dalla commedia di Eugène Labiche e Marc Michel Un Chapeau de paille d’Italie
Edizione: Casa Ricordi, Milano
Direttore
Sergio Alapont
Regia
Andrea Cigni
Scene e costumi
Lorenzo Cutùli
Luci
Luciano Roticiani
Maestro del Coro
Piero Monti
Direttore dell’allestimento
Italo Grassi
Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino
Nuovo allestimento in collaborazione con Maggio Fiorentino Formazione
Cantanti perfezionati al “Corso di Alta Formazione per cantante lirico”
e alcuni allievi della “Scuola dell'Opera Italiana del Teatro Comunale di Bologna”
Scenografie realizzate dagli allievi del Corso “Realizzare le scenografie per il teatro lirico”
Costumi realizzati dagli allievi del Corso “Costumista realizzatore” del progetto InFArS
Partecipano gli allievi del Corso “Tecnica dell’illuminazione degli spettacoli teatrali”
Con sopratitoli a cura di Prescott Studio, Firenze
Servizio wireless multilingua a cura di OperaVoice®, Firenze
In collaborazione con il Consorzio Cappelli di paglia di Firenze
TEATRO COMUNALE
Venerdì 15 luglio 2011, ore 20.30
Sabato 16 luglio, ore 20.30
Martedì 19 luglio, ore 20.30
Mercoledì 20 luglio, ore 20.30
Bozzetto di Lorenzo Cutùli per
Il cappello di paglia di Firenze,
Firenze 2011
6
7
SOGGE
SYNOP
SI
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE
T TO
S | SU
JET | I
N
HALT
Soggetto | Synopsis | Sujet | Inhalt
Atto I.
Nel giorno delle nozze di Fadinard, il suo cameriere Felice accoglie Vézinet - lo zio
vecchio e sordo della promessa sposa - che porta in dono una cappelliera. Arriva
quindi lo stesso Fadinard, che racconta un fatto curioso: mentre tornava a casa in
calesse, il suo cavallo ha mangiato un cappello di paglia appeso al ramo di un albero. Le urla della proprietaria e dell’ufficiale che la accompagnava hanno spaventato il cavallo, che, ripartendo al galoppo, gli ha impedito di scusarsi. Vézinet,
che non ha capito nulla del racconto, si allontana. Fadinard sta pensando con
gioia alle nozze imminenti quando entrano Anaide, la proprietaria del cappello, e
il suo accompagnatore Emilio: i due esigono un risarcimento. Fadinard manda Felice alla ricerca di un cappello uguale a quello distrutto dal cavallo e si affretta a
nascondere Anaide ed Emilio, quando si accorge che sta sopraggiungendo qualcuno: è il futuro suocero Nonancourt, che accompagna la promessa sposa Elena.
Rimasti soli, Fadinard e Elena si scambiano espressioni di tenerezza. Dalla strada
intanto giungono le voci degli invitati: Fadinard manda Elena e il padre ad accoglierli e si trattiene per cercare di liberarsi di Anaide ed Emilio. Felice non ha trovato il cappello giusto e Anaide è disperata: non può rientrare a casa senza quel
cappello, con il quale il marito gelosissimo l’ha vista uscire al mattino. A nulla valgono le proteste di Fadinard, atteso per la cerimonia nuziale: Emilio minaccia di
affrontarlo in duello se non provvederà immediatamente a procurare ad Anaide un
cappello nuovo, in tutto uguale a quello distrutto dal cavallo.
8
Intermezzo
Una modista sta tentando di tenere a freno il cicaleccio delle sue apprendiste,
quando nella bottega si presenta Fadinard. La modista lo informa di aver venduto
alla Baronessa di Champigny un cappello identico a quello da lui desiderato.
Atto II.
La Baronessa ha organizzato un ricevimento in onore del violinista Minardi. Giunge
Fadinard, che nel frattempo è riuscito a condurre in porto la cerimonia nuziale. Intimidito dal tono aristocratico dell’ambiente, si chiede come potrà chiedere il cappello alla Baronessa. Accolto con tutti gli onori dalla padrona di casa, che crede
di avere di fronte a sé il grande violinista - celebre anche per la sua stravaganza
-, decide di fingere di essere il musicista: così, quando le chiede di donargli il cappello, la nobildonna non si scompone, e divertita acconsente. Fadinard si rallegra
pensando che in pochi minuti potrà raggiungere gli invitati per recarsi al banchetto nuziale, quando con orrore vede Nonancourt uscire dalla sala da pranzo: costui l’aveva seguito con gli invitati, pensando che fossero giunti al ristorante e,
entrati nella sala da pranzo attraverso le cucine, avevano abbondantemente mangiato e bevuto. Quando la Baronessa ritorna con un cappello nero, Fadinard insiste per avere non quello, ma un cappello di paglia di Firenze. La Baronessa,
sconcertata, rivela di averlo donato alla sua figlioccia, la signora Beaupertuis. La
confusione aumenta quando gli amici di Fadinard irrompono nel salone e giunge
al culmine quando fa il suo ingresso il vero maestro Minardi. Fadinard riesce a svignarsela, trascinando con sé Elena e gli invitati, prima dell’arrivo della polizia.
Atto III.
Il signor Beaupertuis è inquieto: sospetta di essere tradito dalla moglie, uscita la
mattina per rendere visita a una cugina e non ancora rientrata. Si presenta Fadinard, che chiede di parlare con la padrona di casa. Mentre entrano Nonancourt e
Vézinet, convinti che quella sia la nuova abitazione degli sposi, Beaupertuis cerca
invano di fermare Fadinard, che gira freneticamente per la casa alla ricerca del
cappello. Infine arrivano le donne del corteo nuziale, accompagnando Elena a
quello che credono il talamo nuziale. Gli equivoci si moltiplicano e Fadinard si decide a spiegare a Beaupertuis perché sia alla ricerca del cappello della signora: ma
dai particolari del racconto Beaupertuis comprende che l’amante dell’ufficiale è
sua moglie, e il cappello mangiato dal cavallo quello da lei indossato la mattina.
Nella confusione generale, Fadinard esce per correre a casa e mettere in salvo
Anaide dalla vendetta di Beaupertuis, che lo tallona armato di pistola.
Intermezzo
Il corteo degli invitati, stanco e disorientato dopo tutte le peripezie della lunga
giornata trascorsa, si trascina nella notte verso la casa di Fadinard.
9
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE
Atto IV.
I militari della ronda eseguono svogliatamente il cambio della guardia, mentre si
addensa un violento temporale. Gli invitati arrivano sotto la casa di Fadinard: Felice impedisce loro di salire, perché in casa c’è una signora. Nonancourt, su tutte
le furie, ordina al domestico di portare via dalla casa tutti i doni di nozze. Elena
tuttavia ama il marito e non intende lasciarlo. Giunge Fadinard trafelato, mentre
Nonancourt si appresta a portare via i pacchi con i regali: tenta di strappargli di
mano una cappelliera, e lo zio Vézinet si preoccupa che non ne venga danneggiato il contenuto, il suo dono di nozze - un costoso cappello di paglia di Firenze!
Mentre Fadinard, pazzo di gioia, abbraccia tutti quanti, Nonancourt sottrae il cappello dalla scatola. Fadinard sale in casa per liberare Anaide. Intanto i soldati ritornano dal loro giro di sentinella, e imbattendosi in Nonancourt e negli invitati
carichi di pacchi, li prendono per ladri e li conducono in prigione. Fadinard, uscito
di casa con Emilio e Anaide, apre la cappelliera: è esterrefatto trovandola vuota e
non vedendo più moglie, suocero e invitati. Quando un soldato spiega l’accaduto,
Emilio entra nel posto di guardia per recuperare il cappello. Ma ecco arrivare Beaupertuis: Fadinard fa indossare ad Anaide un cappotto militare e la nasconde
nella garitta, Emilio si affaccia a una finestra e lancia il cappello, che resta impigliato a un lampione. Beaupertuis si aggira furente in cerca della moglie, mentre
Emilio e Fadinard si affannano per nascondere la donna e recuperare il cappello:
ci riescono, ma fanno cadere il lampione. A tutto quel chiasso accorrono le guardie e gli inquilini delle case circostanti. Anaide, che approfittando del trambusto
ha indossato il cappello, affronta Beaupertuis ostentando un atteggiamento di dignità offesa, e lo rimprovera di bighellonare per la città trascurandola. Nonancourt, che ha saputo la verità da Felice, elogia Fadinard per la sua nobiltà d’animo.
Il caporale libera gli invitati. Beaupertuis, umiliato, chiede perdono alla moglie.
Tutti quanti si rallegrano per il lieto fine della folle giornata: ciascuno può tornare
a casa a riposare, e gli sposini - finalmente - possono ritirarsi nel loro nido d’amore.
one is coming, he quickly hides Anaide and Emilio. It is his future father-in-law
Nonancourt, who is with his fiancé Elena. Fadinard and Elena say tender things to
each other. From the street one hears the voices of the guests. Fadinard sends
Elena and her father to greet them and he then tries to get rid of Anaide and
Emilio. Felice has not found the right hat. Anaide is desperate. She cannot return
home without that hat which her very jealous husband saw her wearing when she
left the house that morning. Fadinard’s objections come to naught. He is expected
at the wedding ceremony. Emilio threatens a duel if he does not get Anaide a new
hat that is the same as the one that the horse ruined.
Soggetto | Synopsis | Sujet | Inhalt
Act I.
On the day of Fadinard’s wedding, his valet Felice greets Vézinet, the deaf, elderly
uncle of the bride-to-be. He has brought a hatbox as a gift. Fadinard also comes
in and tells a curious story. While he was coming home in his coach, the horse ate
a straw hat handing from a tree branch. The cries of its owner and of the military
officer who was accompanying her scared the horse, who galloped away and did
not give Fadinard a chance to make amends. The deaf Vézinet did not understand
anything that was said; he leaves. Fadinard is joyfully contemplating his upcoming wedding when Anaide, the owner of the hat, and he companion, Emilio, come
in. They want to be reimbursed for the damage. Fadinard sends Felice to find a hat
that is the same as the one that the horse destroyed. When he hears that some10
Intermezzo
A milliner tries to stop the gossiping of her trainees. Fadinard comes into the
workshop. The woman tells him that she sold an identical hat to the Baroness of
Champigny.
Act II.
The Baroness has organized a party in honour of the violinist Minardi. Fadinard
comes in. In the meantime he went through with his wedding ceremony. Intimidated by the aristocratic atmosphere he asks how he might ask for the baroness’s
hat. He is greeted with great respect by the hostess who in her turn thinks that
she is talking to the great violinist, who is also known for his extravagant ways.
He decides to pretend to be the musician. When he asks for her hat, she does not
bat an eyelid and much amused agrees to his request. Fadinard is pleased thinking that in a few minutes he will be able to join his own guests at the nuptial banquet. But he sees to his horror Nonancourt leave the dining room. He followed him
with the guests thinking that they had come to the restaurant. Having entered the
dining room through the kitchens they gave themselves to copious eating and
drinking. When the Baroness comes back with a black hat, Fadinard says that he
does not want that one, but a Florentine straw hat. The baffled Baroness reveals
that she gave that one to her goddaughter Madame Baupertuis. Things get even
more confused when Fadinard’s friends come into the reception room and come to
a peak when the true Maestro Minardi makes his entrance. Fadinard manages to slip
away dragging with him Elena and the guests before the arrival of the police.
Act III.
Monsieur Beaupertuis is uneasy. He thinks that his wife has betrayed him. She
went out that morning to visit a cousin and has not come back. Fadinard enters
and asks to speak to the lady of the house. Nonancourt and Vézinet come in thinking that this is the couples’ new home. Beaupertuis unsuccessfully tries to stop
Fadinard who is running about the house looking for the hat. Finally the women
of the nuptial party enter with Elena to what they think will be the bridal chamber. The misunderstandings accumulate, and Fadinard decides to explain to Baupertuis whey he is looking for his wife’s hat. But from the story, Baupertuis
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IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE
understands that the officer’s lover is his wife and that the hat that the horse ate
that morning is hers. In the general confusion, Fadinard leaves to run home to save
Anaide from the vendetta of Beaupertuis who is following him with a pistol.
Soggetto | Synopsis | Sujet | Inhalt
Intermezzo
That night the wedding guests tired and disoriented from all the day’s mishaps drag
themselves back to Fadinard’s house.
Act IV.
The changing of the guard takes place as a violent storm kicks up. The guests arrive outside Fadinard’s house. Felice does not let them in because there is a lady.
A very angry Nonancourt orders the servant to take away all the wedding gifts.
Elena, however, loves her husband and does not intend to leave him. Fadinard
comes in panting. While Nonancourt is about to take away the packages with the
gifts, Fadinard tries to take away the hatbox. Uncle Vézinet is worried that its
contents will be damaged - it is an expensive Florentine straw hat! While Fadinard,
crazy with joy, embraces everyone, Nonancourt takes the hat out of the box. Fadinard goes in to free Anaide. The soldiers come back from their rounds, and meeting Nonancourt and the guests full of packages, they take them to be thieves and
bring them to prison. Fadinard comes out of the house with Emilio and Anaide and
opens the hatbox. He is amazed to find it empty and not to see his wife, fatherin-law and the other guests. When a soldier explains what has happened, Emilio
enters in the guard’s post to recover the hat. But now Beaupertuis arrives. Fadinard has Anaide put on a military overcoat and hide in the sentry box. Emilio
throws the hat out the window, but it gets stuck on a lamppost. Beaupertuis is furiously looking for his wife, while Emilio and Fadinard do their best to hide the
woman and recover the hat. They are successful but the lamppost falls down. All
the noise attracts the guards and neighbours. Taking advantage of the upheaval
about the hat, Anaide confronts Beaupertuis with a dignified attitude that it is she
who is the offended one. She scolds him for running about town and not taking
care of her. Nonancourt, who got the truth from Felice, praises Fadinard for the nobility of his spirit. The caporal frees the guests. A humbled Beaupertuis asks his
wife’s pardon. Everyone is overjoyed about the happy end to the day: everyone can
now go home and the bride and groom - finally - can go off to their love nest.
12
Acte I.
Le jour du mariage de Fadinard, son serviteur Felice accueille Vézinet, l’oncle vieux
et sourd de la mariée; il apporte une chapelière, son cadeau de mariage. Arrive Fadinard; celui-ci raconte un événement curieux: lorsqu’il rentrait à la maison en
calèche, son cheval a mangé un chapeau de paille accroché à la branche d’un arbre.
Les cris de sa propriétaire et de l’officier l’accompagnant ont effrayé le cheval, lequel est parti au galop empêchant ainsi Fadinard de s’excuser. Vézinet, qui n’a
rien compris du récit, s’éloigne. Fadinard pense joyeux et rêveur à son mariage
quand tout à coup entrent Anaide, la propriétaire du chapeau et Emilio, l’officier
qui l’accompagne: ils exigent un dédommagement. Fadinard envoie Felice à la recherche d’un chapeau identique à celui abîmé par le cheval et s’empresse de cacher Anaide et Emilio quand il s’aperçoit que quelqu’un arrive. En effet, c’est
Nonancourt, son futur beau-père, qui accompagne sa fiancée Elena. Fadinart et
Elena, seuls, s’échangent des tendresses. Depuis la rue on entend les voix des invités: Fadinard prie Elena et son père d’aller les accueillir, alors qu’il reste pour tenter de se débarrasser d’Anaide et Emilio. Felice n’a pas trouvé le même chapeau et
Anaide est désespérée: elle ne peut pas rentrer sans son chapeau, avec lequel son
mari, très jaloux, l’a vue sortir le matin. Toute protestation de Fadinard, qui est
attendu pour la cérémonie, est inutile. Emilio menace de le provoquer en duel s’il
ne procure pas immédiatement à Anaide un nouveau chapeau, identique à celui qui
a été abîmé par le cheval.
Interlude
Une modiste cherche à calmer le bavardage de ses apprenties lorsque entre dans
l’atelier Fadinard. La modiste l’informe qu’elle a vendu à la Baronne de Champigny
un chapeau identique à celui qu’il cherche.
Acte II.
La Baronne a organisé une réception en l’honneur du violoniste Minardi. Arrive Fadinard, nouvel époux. Intimidé par l’ambiance aristocratique du milieu, il se demande comment pourrait-il demander le chapeau à la Baronne. Accueilli avec tous
les honneurs par la maîtresse de maison, qui croit recevoir le grand violoniste, célèbre aussi pour ses extravagances, Fadinard décide de faire semblant d’être le fameux musicien, ainsi quand il demande à la Baronne de lui donner son chapeau,
celle-ci va le chercher sans se montrer surprise et, amusée, le lui donne. Fadinard
s’en réjouit et envisage ainsi de rejoindre sous peu les invités au banquet, lorsqu’il
voit, effrayé, Nonancourt sortir de la salle du banquet. Celui-ci l’avait suivi avec
les invités pensant qu’ils étaient arrivés au restaurant: ils étaient entrés dans la
salle à manger en passant par les cuisines où ils avaient abondamment mangé et
bu. Quand la Baronne revient avec un chapeau noir, Fadinard insiste pour avoir un
chapeau de paille de Florence. La Baronne, embarrassée, lui dit de l’avoir donné à
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IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE
sa filleule, madame Beaupertuis. La confusion augmente quand les amis de Fadinard font irruption dans le salon et arrive à son comble quand fait son entrée le
vrai violoniste Minardi. Fadinard arrive à se faufiler en emmenant Elena et les invités, avant l’arrivée de la police.
femme et récupérer le chapeau. Ils y arrivent, mais ils heurtent le réverbère qui
tombe. Ce vacarme attire les soldats et les habitants des maisons autour. Anaide,
profitant de la confusion, a récupéré le chapeau et à présent elle affronte Beaupertuis. Elle affiche une attitude de femme vexée, mais digne et lui reproche de la
négliger pour traîner dans les rues. Nonancourt, qui a appris la vérité de Felice,
loue Fadinard pour sa noblesse d’âme. L’officier libère les invités; Beaupertuis,
honteux, demande le pardon de sa femme. Tous se réjouissent pour l’heureuse
conclusion de cette journée bien drôle, chacun peut ainsi rentrer chez soi pour se
reposer et les jeunes époux, enfin, peuvent se retirer dans leur nid d’amoureux.
Acte III.
M. Beaupertuis est inquiet: il soupçonne que sa femme le trompe: elle est sortie
le matin pour rendre visite à sa cousine et elle n’est pas encore rentrée. Arrive Fadinard qui demande à parler à la maîtresse de maison. Entrent Nonancourt et Vézinet, croyant que c’est la nouvelle maison des époux; en même temps, Beaupertuis
cherche inutilement à arrêter Fadinard, qui arpente frénétiquement la maison à la
recherche du chapeau. Arrivent aussi les dames du cortège nuptial, accompagnant
Elena vers ce qu’elles croient être la chambre nuptiale. Les quiproquos s’enchaînent et Fadinard se résout à expliquer à Beaupertuis pourquoi il est à la recherche
du chapeau de la dame, mais aux détails du récit Beaupertuis comprend que sa
femme est l’amante de l’officier et que le chapeau mangé par le cheval est celui
qu’elle avait le matin. Dans la confusion générale, Fadinard réussit à regagner rapidement sa maison et ainsi sauver Anaide de la vengeance de Beaupertuis, qui le
poursuit armé d’un pistolet.
Interlude
Le cortège des invités, fatigué et désorienté après toutes les péripéties de la
longue journée, se traîne dans la nuit vers la maison de Fadinard.
Acte IV.
Les soldats exécutent, indolents, la relève de la garde au moment où l’orage menace. Les invités arrivent en bas de la maison de Fadinard. Felice les empêche de
monter parce qu’il y a une dame. Nonancourt, furieux, ordonne à son serviteur
d’emporter tous les cadeaux de mariage. Mais Elena aime son mari et ne veut pas
le quitter. Arrive Fadinard, essoufflé, au moment même où Nonancourt s’apprête à
emporter les cadeaux. Il cherche à lui arracher une chapelière et l’oncle Vézinet
se préoccupe que le contenu ne soit pas abîmé, car c’est son cadeau de mariage un chapeau de paille de Florence, coûté très cher! Pendant que Fadinart embrasse
tout le monde, fou de joie, Nonancourt s’empare du chapeau. Fadinard court libérer Anaide. Entre temps, les soldats rentrent de leur tournée et comme ils tombent
sur Nonancourt et les invités chargés de paquets, ils croient qu’il s’agit de voleurs
et les emmènent en prison. Fadinard, qui est sorti avec Emilio et Anaide, ouvre la
chapelière. Il est très surpris devant la boîte vide et ne trouvant plus ni femme,
ni beau-père ni invités. Pendant qu’un soldat explique ce qui s’est passé, arrive
Emilio pour récupérer le chapeau. Beaupertuis aussi arrive; Fadinard fait mettre à
Anaide un manteau militaire et la cache dans la guérite. Emilio jette le chapeau
par la fenêtre, mais celui-ci reste accroché à un réverbère. Beaupertuis cherche furieux sa femme, tandis que Emilio et Fadinard se donnennt du mal pour cacher la
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Soggetto | Synopsis | Sujet | Inhalt
Erster Akt
An Fadinards Hochzeitstag trifft Vézinet, der alte und taube Onkel der Braut, bei
dessen Diener, Felice, ein und überreicht als Geschenk eine Hutschachtel. Da
kommt Fadinard herbei und erzählt eine kuriose Geschichte: Während er sich auf
dem Heimweg befand, hatte sein Kutschpferd nichts Besseres zu tun, als einen
Strohhut zu verspeisen, der an einem Baumzweig hing. Das Geschrei der Eigentümerin und des sie begleitenden Offiziers erschreckten das arme Tier dermaßen,
dass es in Galopp verfiel und Fadinard sich deswegen nicht für das Missgeschick
hatte entschuldigen können. Vézinet versteht rein gar nichts von der Erzählung und
geht weg. Fadinard bleibt voller Vorfreude auf das bevorstehende Hochzeitsfest allein zurück. In diesem Moment treten Anaide, die Eigentümerin des Hutes, und
ihr Begleiter, Emilio, ein. Sie verlangen eine Wiedergutmachung für den Schaden.
Fadinard beauftragt daraufhin Felice, nach einem Strohhut zu suchen, der genauso
aussieht, wie der von dem Pferd vernichtete. Als Fadinard die Ankunft seines
Schwiegervaters mit seiner Braut Elena bemerkt, versteckt er Anaide und Emilio
eilig im Haus. Elena und Fadinard, die nun allein sind, beginnen sogleich zu turteln. Von der Straße her hört man die Stimmen der geladenen Gäste. Fadinard
schickt Elena und ihren Vater zu deren Begrüßung hinaus. Dann versucht er, Anaide
und Emilio loszuwerden. Felice hat leider keinen derartigen Hut gefunden. Anaide
ist deshalb völlig verzweifelt. Ohne Hut kann sie nicht nach Hause gehen. Ihr eifersüchtiger Ehemann hat sie damit nämlich am Morgen aus dem Haus gehen
sehen. Umsonst versucht Fadinard den beiden zu entkommen, damit er endlich zur
Hochzeitszeremonie gehen kann. Emilio droht sogar damit, ihn zum Duell zu fordern, wenn er nicht unverzüglich einen neuen Hut auftreibt, der identisch mit
dem alten ist.
Zwischenspiel
Eine Modistin versucht das Plappern ihrer Lehrlinge zu unterbinden, als Fadinard
in den Laden eintritt. Sie unterrichtet ihn davon, dass sie der Baronin von Champigny einen derartigen Hut verkauft hat.
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IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE
Zweiter Akt
Die Baronin gibt zu Ehren des Violinisten Minardi einen Empfang. Zu den Gästen
zählt auch Fadinard, der es schließlich doch noch geschafft hat, sich zu vermählen. Etwas eingeschüchtert von der aristokratischen Atmosphäre fragt er sich, ob
er die Baronin wirklich um den Hut bitten darf. Als er von der Hausherrin überschwänglich empfangen wird, da diese glaubt, dass er der bekanntermaßen exzentrische Violinist sei, gibt er sich tatsächlich als der umschwärmte Musiker aus.
Als er sie schließlich um den Hut bittet, zögert die edle Dame keinen Augenblick,
ihm diese Bitte zu erfüllen. Fadinard wähnt sich schon am Ziel und hofft nun, endlich zu seinem Hochzeitbankett gehen zu können. Da sieht er voller Grauen Nonancourt aus dem Speisesaal herauskommen. Er war den Gästen gefolgt und durch
die Küche dorthin gelangt. Als die Baronin mit einem schwarzen Hut zurückkehrt,
besteht Fadinard darauf, nicht jenen zu bekommen, sondern einen Florentiner
Strohhut. Die etwas verblüffte Baronin enthüllt ihm daraufhin, dass sie ihn ihrem
Patenkind, der Signora Beaupertuis, geschenkt habe. Das Durcheinander wird noch
größer, als die Freunde von Fadinard in den Saal hineinströmen und schlussendlich auch noch der wahre Violinist auftaucht. Fadinard gelingt es glücklicherweise,
sich aus dem Staub zu machen. Er nimmt dabei seine Braut Elena und seine
Freunde im Schlepptau mit, bevor die Polizei eintrifft.
Vierter Akt
Die Wachsoldaten lösen sich ab, während sich am Himmel ein Unwetter zusammenbraut. Die Gäste stehen unter Fadinards Haus. Felice lässt sie nicht hinein, weil
im Haus eine Frau ist. Der wütende Nonancourt befiehlt daraufhin dem Diener, sämtliche Hochzeitsgeschenke aus dem Haus zu holen. Elena liebt ihren Bräutigam jedoch und will ihn nicht aufgeben. Der atemlose Fadinard versucht Nonancourt, eine
Hutschachtel zu entreißen, die er gerade aus dem Haus schleppen will. Der Onkel
Vézinet befürchtet, dass deren Inhalt in Mitleidenschaft gezogen wird. Schließlich
ist es sein Hochzeitsgeschenk: ein teurer Florentiner Strohhut! Während der vor
Freude fast ausrastende Fadinard alle Umstehenden umarmt, holt Nonancourt den
Hut aus der Schachtel heraus. Fadinard will jetzt Anaide aus dem Haus holen. Währenddessen kommen die Soldaten von Ihrer Runde zurück. Als sie Nonancourt und
die anderen mit den ganzen Geschenken erblicken, nehmen sie an, dass es sich um
Diebe handelt und nehmen sie fest. Fadinard kommt aus dem Haus und öffnet die
Hutschachtel. Zu seiner Verblüffung stellt er fest, dass sie leer ist! Außerdem sind
seine Frau, der Schwiegervater und die Gäste verschwunden. Als ihm ein Soldat die
Geschehnisse mitteilt, tritt Emilio in den Wachtposten ein, um an den Hut zu kommen. Da kommt jedoch Beaupertuis angelaufen. Fadinard streift Anaide einen alten
Militärmantel über und versteckt sie im Wachhäuschen. Emilio wirft den Hut aus
einem Fenster heraus, der allerdings an einer Laterne hängenbleibt. Der wutschnaubende Beaupertuis sucht derweil immer weiter nach seiner Frau. Emilio und
Fadinard versuchen, an den Hut zu kommen, stoßen dabei aber die Laterne um.
Bei diesem Lärm laufen die Soldaten und Bewohner zusammen, um nach dem Rechten zu schauen. Anaide profitiert von dem Durcheinander und setzt sich den Hut
auf. Als sie auf Beaupertuis trifft und der sie der Untreue zeiht, tut sie entrüstet.
Er treibe sich in der Stadt herum, anstatt sich um sie zu kümmern. Nonancourt hat
in der Zwischenzeit von Felice die Wahrheit erfahren. Er lobt Fadinard ob seiner
Ehrenhaftigkeit. Der Kaporal entlässt die Gefangenen in die Freiheit. Der gedemütigte Beaupertuis bittet seine Frau um Verzeihung. Alle freuen sich über den glücklichen Ausgang der Geschichte. Nun können alle heimkehren und das Brautpaar
kann sich endlich in ihr Liebesnest zurückziehen.
Dritter Akt
Herr Beaupertuis ist beunruhigt: Er befürchtet, dass seine Frau ihn mit einem anderen Mann betrügt. Heute Morgen ging sie aus dem Haus, um eine Cousine zu besuchen und jetzt ist sie immer noch nicht zu Hause. Da erscheint Fadinard und
fragt nach seiner Frau. Während Nonancourt und Vézinet davon überzeugt sind,
dass es sich um das neue Haus der Brautleute handelt, versucht Beaupertuis verzweifelt Fadinard aufzuhalten, der im ganzen Haus nach dem Strohhut sucht.
Schließlich kommen die Frauen des Hochzeitszuges in Begleitung von Elena herbei und sind ebenfalls der Überzeugung, dass es sich um das Brautgemach handelt. Die Situation wird immer verwickelter. Fadinard entschließt sich, Beaupertuis
den Grund für seine frenetische Suche zu enthüllen. Aufgrund der Details kommt
der jedoch dahinter, dass es sich um seine Frau handeln muss, dass seine Frau ein
Verhältnis mit dem Offizier hat und dass der vom Pferd aufgefressene Hut kein anderer ist, als der, den seine Frau heute Morgen beim Hinausgehen trug. In dem ganzen Durcheinander läuft Fadinard nach Hause, um Anaide vor der Rachsucht ihres
Mannes zu retten, der mit einer Pistole hinter ihr her ist.
Zwischenspiel
Die mittlerweile nach den vielen Wechselfällen ermatteten und desorientierten
Hochzeitsgäste ziehen durch die Nacht in Richtung von Fadinards Haus.
16
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE
di Nino Rota
Prima rappresentazione: Palermo, Teatro Massimo, 21 aprile 1955
Organico: ottavino, 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 2 corni,
2 trombe, 2 tromboni, basso tuba, timpani, percussioni, celesta, arpa
e archi. Sul palco: pianoforte.
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IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE
Nino Rota
IL CAPPELLO DI PAGLIA
DI FIRENZE
Farsa musicale in quattro atti e sei quadri di Ernesta e Nino Rota
Dalla commedia Un Chapeau de paille d’Italie
di Eugène Labiche e Marc Michel
Fadinard, giovane agiato
Nonancourt, agricoltore
Beaupertuis
Lo zio Vézinet, sordo
Emilio, tenente
Felice, domestico di Fadinard
Achille di Rosalba, bellimbusto
Una guardia
Un caporale delle guardie
Minardi, violinista
Elena, figlia di Nonancourt
Anaide, moglie di Beaupertuis
La baronessa di Champigny
La modista
tenore
basso
baritono-basso
tenore
baritono
tenore
tenore
tenore
baritono
recitante
soprano
soprano
contralto
soprano
Il corteo di nozze, le modiste, gli invitati della baronessa, le guardie,
abitanti di piazza Troudebí
A Parigi, nel 1850
Foto storica della lavorazione dei cappelli di paglia di Firenze
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IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
ATTO I
Sala centrale in casa di Fadinard. In fondo una porta d’ingresso a due battenti, che
dà sulle scale. Ai lati, in primo piano, due porte. Altra porta che immette nella camera nuziale. Finestra che dà sulla piazza.
Scena prima
Felice, Vézinet.
(All’alzarsi del sipario Felice sta mettendo or dine nella sala. Dalla porta di fondo
entra Vézinet con una cappelliera.)
VÉZINET
Posso entrar?
FELICE
Entrate pur.
VÉZINET
Eh?
C’è il padrone?
FELICE
Ancor non c’è.
VÉZINET
Io son Vézinet, zio della sposa.
FELICE
Ho capito, ho capito.
VÉZINET
E gl’invitati ancora non son giunti?
FELICE
Non ancora.
(Gli offre una sedia)
Vuole sedere?
VÉZINET
Molto gentile.
FELICE
Ma che babbeo!
21
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
VÉZINET
Oh, grazie tante!
(Consegna a Felice una cappelliera)
Toh, prendi questo pacco!
Adagio, fa’ attenzion!
Non prenderlo pel nastro!
Scena seconda
Fadinard, Felice, Vézinet.
(Fadinard entra dalla porta di fondo parlando verso l’interno.)
FELICE
Oh Dio, che impiastro!
Felice si avvia con la cappelliera verso la porta di sinistra.
VÉZINET
Nella stanza, nella stanza!
Con riguardo, con riguardo!
FELICE
Ho capito!
Non sono mica sordo come voi!
VÉZINET
Che cosa dici?
È il dono mio di nozze,
E costa molto.
FELICE
Quattro soldi!
Oh che piacere,
poter parlare
con quel signore
come mi pare!
Egli è più sordo
d’una campana.
Vecchio balordo!
Felice s’inchina ed esce.
VÉZINET
Molto educato
il giovanotto,
non c’è che dir.
22
FADINARD
Distaccate il cavallo dall’attacco!
(Viene avanti, posa dei pacchi, si toglie i guanti, il cappotto)
Ah, questo è proprio un fatto assai bislacco...
(Scorge la zio Vézinet)
Oh, lo zio Vézinet!
Voglio raccontargliene una bella!
VÉZINET
Nipote mio, permetti ch’io ti abbracci!
Vézinet abbraccia Fadinard.
FADINARD
(Già, quest’è una mania
dei parenti della futura mia!)
(Si abbracciano)
Dunque, stammi a sentire...
VÉZINET
La sposa dov’è?
FADINARD
Mi segue da lontano con otto carrozze.
(riprendendo il racconto)
Dunque, parto staman da Charantonneau...
VÉZINET
Ho consegnato un piccolo regalo!
FADINARD
Oh, tante grazie!
(Riprende di nuovo)
Parto alle sette dal villaggio stamani
e pianto in asso la compagnia,
salto in calesse, e via!
E per veder s’è pronto il nido d’amore
corro qui verso la città
a gran velocità.
Frusto il cavallo, frusto allegro,
23
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
nell’ansia di arrivar,
quasi mi par volar.
In piena corsa batto un ramo,
la frusta cade giù,
non me la trovo più.
FADINARD
Altro che confetti!
Io sto per far le scuse alla signora,
ma il suo bel militare sbuca allora;
m’insulta lo smargiasso e poi s’avventa.
Per evitarlo, io mi rifugio sul calessino,
il caval si spaventa...
prende la corsa e va.
Ed eccomi qua!
Fadinard mostra allo zio il pezzo della tesa di un cappello di paglia guarnito con
dei papaveri. Vézinet lo osserva con attenzione.
VÉZINET
Oh, che fortuna!
FADINARD
Un corno! (Non penso mai ch’è sordo.)
Fermo il cavallo e scendo;
poco lontano il mio frustino
luccica sotto un biancospino.
Per ripigliarlo strappo i calzoni...
VÉZINET
Io mi rallegro molto, molto...
FADINARD
Grazie!
Quando mi volto non c’è più il calesse.
Cerco nel bosco fino in fondo al viale,
e cosa trovo mai?
Il mio caval che biascica pieno d’ardor
di paglia un pezzettin
con nastri e rossi fior.
Sto per avvicinarmi, e sento
la voce di una donna dall’altro viale,
che grida: “Oh cielo! Il mio cappello!”.
Quel brandello di paglia era un cappello!
Ad un ramoscello
fresco, bello,
stava appeso là,
mentre quella
per il bosco in compagnia
con un militar
a braccetto va.
VÉZINET
La paglia è graziosa.
Per trovare un cappello
così fino, così bello
ce ne vuol! Ne so qualche cosa.
(Riconsegna il pezzo di paglia a Fadinard)
Al municipio a che ora si va?
FADINARD quasi gridando e facendo il numero con le dita
Alle undici.
VÉZINET
Allora tardi si pranzerà,
mi convien prendere una cioccolata.
FADINARD
Vattene in pace, mio caro zio.
VÉZINET
Nipote, addio!
Vézinet abbraccia e bacia il nipote.
FADINARD
Mania inveterata!
Vézinet esce dalla porta di fondo.
VÉZINET
Ti hanno chiesto i confetti?
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IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
Scena terza
Fadinard (solo).
Scena quarta
Anaide, Emilio, Fadinard, poi Felice.
(La porta di fondo si apre e compare una signora senza cappello seguita da un ufficiale.)
FADINARD
Tra un’ora sarò sposo,
avrò una mogliettina
tutta per me, sera e mattina.
E il porcospino,
suocero mio,
più grazie a Dio
non griderà:
“Tutto a monte! Tutto a monte!
Queste nozze non si fanno!”.
Egli è uno zotico ricco ortolano
del circondario di Charantonneau.
Ma nei suoi campi, per caso strano,
un delicato fiore sbocciò.
Come un piccol fior d’april,
la mia sposa è gentil.
Dell’ingenua sua beltà
il mio cuor s’innamorò.
Or dai campi alla città
forse un poco sperduta sarà;
ma le voglio tanto bene,
certo felici saremo insiem.
(Apre la porta e guarda nella stanza nuziale)
Ecco il nido che ci aspetta,
lindo e fresco come lei;
la casetta fatta apposta
per nascondere il mio amor.
Ah, se fosse questo dì
via fuggito e la notte già qui!
E noi soli, soli alfin,
soli e felici sino al mattin!
(Fadinard richiude la porta della camera e si volta in ascolto verso la porta di fondo)
Eccoli qua, salgon le scale!
È lei! È lei!...
EMILIO
Entri pure con coraggio!
ANAIDE
Niente scandali, signor, per carità!
FADINARD a parte
(La signora del cappello e il militar!)
EMILIO
Non credeva di vederci.
FADINARD
È un piacere, è un grande onore, in verità!
(E tra poco ho da sposar!)
EMILIO
Offra una sedia alla signora!
Fadinard obbedisce premurosamente.
FADINARD
Con piacer!
(Qui rimarranno almeno un’ora!)
Anaide si siede.
EMILIO
Creda a me, lei non sa l’educazione.
FADINARD
Lei m’offende!
EMILIO
E con ragione.
Ci ha piantati in mezzo al bosco,
senza dir nemmeno: “Scusi, io me ne vo!”.
FADINARD
Ma io avevo per la testa altri pensieri!
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IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
EMILIO
Il cavallo corre bene,
ma le tracce anch’io ben seguire so.
EMILIO
Un accidente!
ANAIDE
Emilio! Emilio, si fa tardi.
FADINARD
Son d’accordo con la dama;
qui si perde tempo invan.
EMILIO
Ma la fretta a me che importa?
Delle scuse noi vogliam.
FADINARD
Son desolato, creda.
Ma signorina, che ci posso far,
se ai cavalli piacciono le paglie e i fior?
Il mio cavallo dovrà scusarsi allor.
EMILIO
Badi bene come parla!
FADINARD
E poi mi dica se le pare bello
ai ramoscelli appendere il cappello,
e con dei militar
sola pei boschi andar?
È una cosa piuttosto sospetta!
EMILIO
Signore, per piacer, la smetta!
ANAIDE
Deve sapere: questo è un mio parente,
la sua carriera m’interessa molto,
perciò volevo dargli un poco ascolto...
FADINARD
A braccetto e senza cappel...
Emilio afferra una poltroncina e la rovescia per terra in un impeto di collera.
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FADINARD
Non mi rompa le poltrone!
EMILIO
Io le scaravento dal balcone!
Lei deve l’offesa riparare.
FADINARD tirando fuori di tasca il borsellino
Venti franchi... Può bastare?
EMILIO con violenza sempre maggiore
Lei è pazzo! Che si crede?
Io l’ammazzo!
ANAIDE interponendosi tra i due
Calma, Emilio, ve ne prego!
EMILIO
La signora non uscirà di qua
se non avrà un cappello eguale a quello là.
FADINARD
E ci voleva tanto a dirlo?
(chiamando)
Felice! Felice!
(Entra Felice e Fadinard gli consegna il campione della paglia; parlato)
Prendi questo campione,
corri dalla modista che sta in piazza,
compra un cappello uguale,
ma che sia tale e quale.
Guai se entro un quarto d’ora
non sei qui col cappello per la signora.
Mentre Felice esce dalla porta di fondo, si sente un rumore di carrozze e di sonagli.
ANAIDE
Oh Dio! C’è qualcuno!
FADINARD
Siamo fritti! C’è il suocero!
Se trova qua una donna, va tutto a monte!
29
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
ANAIDE
Sorpresa in casa d’uno sconosciuto!
Come fare? Ah!
Anaide si dirige verso la porta a destra. Entra nella stanza e chiude la porta. Fadinard le va dietro supplichevole.
FADINARD
(Il porcospino cresce e si sviluppa...)
FADINARD
Signora, un minuto!
(Emilio si dirige verso la porta a sinistra. Fadinard corre verso Emilio)
Signore, non abusi!
EMILIO
Mandate via quegl’intrusi!
Riprenderemo la conversazione.
Emilio si chiude nella stanza a sinistra.
Scena quinta
Fadinard, Elena, Nonancourt.
(Dalla porta di fondo entrano Nonancourt ed Elena. Elena è vestita da sposa, con
il velo, la corona e in mano un bouquet di fiori.)
NONANCOURT
Tutto a monte!
Genero mio, sei un cialtrone.
Chi t’ha insegnato l’educazione?
Villano...
ELENA
Vi prego...
NONANCOURT
Silenzio!
Otto carrozze son giù al porton,
lo sposo non c’è, chissà mai dov’è.
Tu te ne infischi perché
noi siam di Charantonneau.
Voi Parigini ci disprezzate,
dite che provinciali siam.
Ma noi paesan sappiam l’educazione
più di tutti voi.
Il matrimonio ancora non è fatto,
a monte potrà andar...
30
NONANCOURT
Ma sopra i piedi miei
che alcuno mi cammini
io non permetterò.
(Scuote il piede)
Ahi, le scarpe di vernice!
Ahi, schifose, maledette!
Mi pungon, mi son strette!
E il fior d’arancio
han portato per me...
FADINARD
Il fior d’arancio? e perché?
NONANCOURT
Perché, perché?
Esso è il fior dell’amor coniugal:
lo vo’ posar nel talamo nuzial.
Ahi!
ELENA
Papà, come sei buono!
NONANCOURT
Ahi, maledette scarpe!
Ahi, ahi, ahi, ahi!
Proprio a nozze aver le scarpe strette di coppal!
Ahi, che mal!
Tutto il giorno zoppicando dovrò andar:
alla chiesa, al municipio,
al ristorante a banchettar.
Mi voglio mettere
delle pantofole...
FADINARD
Suocero mio, non c’è tempo da perdere.
NONANCOURT avviandosi alla porta di sinistra
Delle pantofole, delle pantofole!
31
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
FADINARD impedendogli il passaggio
Qui ci son uomini che metton ordine.
ELENA
Siamo soli!
NONANCOURT dirigendosi alla porta di destra
In questa camera, vo in questa camera.
FADINARD
... è la prima volta, non lo sai?
FADINARD impedendogli il passaggio
Per carità, qui ci sono gli idraulici.
ELENA
Sì!
Trema nell’estasi d’amor
il cuor beato!
Sfugge al labbro tacito un sospiro,
non so dir s’è gioia quel ch’io sento,
tant’è nuovo al cor
quest’arcano gioir.
Così è in terra il paradiso:
palpitar d’un solo ardor con te.
Ah, così vivere, così morir!
Nell’incanto che ci unisce
in un amor divin,
vorrei che la vita trascorresse,
che l’istante beato
non avesse mai fin.
NONANCOURT
Con queste scarpe divento un idrofobo.
FADINARD
Abbiate pazienza, è questione di poco.
NONANCOURT
Più non resisto, ci ho i piedi di fuoco.
FADINARD
Questione di poco!
NONANCOURT
Non trovo sollievo
se almen per un poco
le scarpe non levo.
In camera vostra,
in camera, là,
vado le scarpe a levar.
Entra nella camera. Fadinard guarda inquieto le due porte.
Scena sesta
Fadinard, Elena.
FADINARD
Elena...
ELENA
Fadinard!
FADINARD
Elena!
Ora che siamo soli...
32
FADINARD
(E quei due che son di là!) Oh sì...
è gioia, mio dolce tesor!
Così è in terra il paradiso!
Sèguita a due con Elena.
Scena settima
Nonancourt, Fadinard, Elena.
(Nonancourt rientra.)
NONANCOURT
Ma che bella situazione!
Mentr’io sono là da solo
a soffrir...
FADINARD
Ma è mia moglie...
NONANCOURT
Non ancora!...
33
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
Senti i cavalli scalpitar,
e gli invitati
ancora ad aspettar...
Si sente di nuovo rumore di sonagli.
FELICE affannando
Dalla modista
giù nella piazza,
tutto il negozio
abbiam guardato...
FADINARD
Senti che chiasso!
Scendete voi. Io vengo subito.
NONANCOURT gridando, sulla porta
Ricorda che alle undici
andiamo al municipio.
CORTEO DI NOZZE interno
Tutta Parigi noi giriam,
lieti e felici siam.
I cari sposi festeggiam,
è un dì che si ricorderà.
Noi li abbracciam con tutto il cuor,
con tutto il cuor noi li abbracciam.
Che bello andar per la città!
Schiocchi la frusta,
cocchiere, avanti, olà!
Fadinard dà un bacio furtivo a Elena e chiude la porta dietro ai due. Poi, sospettoso, tira il paletto. Quindi va ad aprire le due porte laterali.
Scena ottava
Fadinard, Anaide, Emilio, Felice.
FADINARD
Signora, venga fuori!
Da casa mia ve ne dovete andare.
(Si sente bussare alla porta)
Oh Dio, chi è?
(Fadinard fa cenno a Emilio e alla signora di tornare nelle stanze)
Chi è?
VOCE DI FELICE
Sono io!
Fadinard apre la porta. I due amanti vedendo Felice escono dai loro rifugi.
FADINARD
E l’hai trovato?
FELICE
No!
ANAIDE
Oh Dio! Come farò a ritornar senza cappello?
Il cappello con cui m’ha visto uscire mio marito!
FADINARD
Un marito? C’è anche un marito?
ANAIDE
Ahimè!
EMILIO
Un geloso, un tipo assai brutal,
se ritornerà senza cappello...
ANAIDE
Se ritornerò senza cappello,
quell’ombroso, sospettoso,
cosa crederà?
Sono perduta! sono compromessa!
Ah, poco manca ch’io adesso mora!
FADINARD
Non qui, signora, non qui, signora!
NONANCOURT da fuori
Mio genero, mio genero!
ANAIDE
Come potrò tornar da quel brutale?
FADINARD
Oh, meno male! Ebbene, ci sei stato?
34
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IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
EMILIO
Diteci, come può?
ANAIDE
Io qui l’imploro!
FADINARD
È semplice.
Scendete zitti zitti le scale,
montate in un coupé zitti zitti,
girate i magazzini, son pieni di cappelli,
trovatene uno uguale,
poi ritornate a casa, zitti zitti.
FADINARD
No!
ANAIDE
Ma io sono moribonda!
FADINARD a Emilio
Ma lei, tenente, lei non è moribondo.
ANAIDE aggrappandosi a Emilio
No, Emilio, non andare!
EMILIO indignato a Fadinard
Posso lasciare la signora in questo stato?
Presto, presto vada lei,
il campione è questo, non c’è tempo da sprecar.
Noi qui fermi aspetterem
anche un’ora, un giorno,
un mese, un anno se ci vuol.
Noi qui fermi aspetterem
sinché la signora il suo cappello
per tornare dal marito non avrà.
FADINARD
Cari miei signor,
vi devo dire un fatto, che oggi sposerò.
Sono tutti fuor
moglie e parenti con carrozze ad aspettar.
Come posso fare ad occuparmi d’un cappel?
36
EMILIO
Lei deve andar!
FADINARD
No!
ANAIDE
Ah, crudele cuor,
in voi non c’è nemmeno un briciol di pietà.
FADINARD
Devo sposar!
ANAIDE
La vita e l’onor,
ecco depongo qui per terra ai vostri piè.
FADINARD
Devo sposar, devo sposar!
ANAIDE
Sordo siete voi
ad una donna ai vostri piè?
FADINARD
Devo sposar!
ANAIDE
Io la scongiuro!
EMILIO
E che me ne importa a me
se dovete andare a nozze
proprio in questo dì?
Noi qui fermi aspetterem
anche un’ora, un giorno,
un mese, un anno se ci vuol!
FADINARD
No!
ANAIDE
Ah, m’ucciderò, m’ucciderò!
37
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
Non resisterò al disonor!
Vada a prender... quel cappel!
FADINARD
In fretta, andiamo!
Fadinard spinge gli invitati e Nonancourt fuori della porta uscendo con loro. Quando
la porta è chiusa da Fadinard, si sente ancora il canto degli invitali che si avviano
per le scale.
FADINARD
Ma come fo? Impazzirò.
EMILIO e ANAIDE a due
Presto, presto, vada lei!
e badi bene che a casa sua
senza cappel non tornerà!
EMILIO
Oppure ci sarà un duello alla pistola!
NONANCOURT dalle scale
Mio genero! Mio genero!
Fadinard va ad aprire la porta. Emilio e Anaide si nascondono dietro ai due battenti
della porta che viene aperta.
Scena nona
Fadinard, Emilio, Anaide, Nonancourt e invitati alle nozze.
(Nonancourt appare sulla soglia della porta con un ramo di fiori di arancio in mano.)
NONANCOURT
Tutto a monte!
Nonancourt fa per entrare, ma Fadinard lo spinge indietro.
FADINARD
Andiamo, andiam...
NONANCOURT
Il fior d’arancio, il fior d’arancio...
FADINARD
Non si può, ci sono gli imbianchini...
CORTEO DI NOZZE interno vicino
Tutta Parigi noi giriam!
Lieti e felici siam!
(Dietro a Nonancourt, fuori della porta, si affacciano petulanti alcuni invitati del
corteo di nozze)
Tutta Parigi noi giriam!
Noi v’abbracciam con tutto il cuor!
38
CORTEO DI NOZZE
Noi v’abbracciam con tutto il cuor!
Noi v’abbracciam, noi v’abbracciam!
La porta viene riaperta e Fadinard si riaffaccia. Subito i due gli vanno incontro gridando:
ANAIDE
Il cappello!
EMILIO
Un duello!
Fadinard subito esce di nuovo. Emilio spara un colpo in aria. Si sente sempre più
lontano il corteo di nozze.
CORTEO DI NOZZE
Avanti, olà!
INTERMEZZO ATTO II
Un negozio di modista.
Scena prima
Le modiste, poi la Modista.
(Le modiste lavorano. La Modista va e viene sfaccendando nel negozio)
LE MODISTE
Svelto
vola vola l’ago,
nascono i cappelli
da l’ordito vago.
Nelle nostre dita
vola vola l’ago
senza mai sostar.
Da mattina a sera lavoriamo, lavoriamo,
spensierate, garrule, pettegole, ciarliere,
spensierate e gaie!
Svelto
vola vola l’ago,
39
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
tesse veli e trine per le Parigine.
Interrompe il suo lavoro e si avvicina a Fadinard.
MODISTA
Zitte, pettegole,
non chiacchierate,
è mezzodì!
Guai se vi sento ciarlare laggiù.
FADINARD
Tutta Parigi ho girato,
ma non l’ho trovato.
M’aiuti lei...
LE MODISTE
Svelto
vola vola l’ago,
nascono i cappelli
da l’ordito vago
ecc. ecc.
MODISTA
Presto, finitela
con questo chiasso!
Che fate là?
Guai chi il lavoro finito non ha!
(rivolgendosi e dando ordini ad alcune lavoranti)
Prendi il cappello, - dammelo qua;
prendi anche quello, - mettilo là;
e questo nastro - vada al suo posto;
guarda quel velo, - sta per cader.
Che confusione c’è in questo negozio!
queste ragazze mi fan disperar!
LE MODISTE
Da mattina a sera lavoriamo, lavoriamo ecc.
Si sente il rumore delle carrozze del corteo che si avvicinano.
Scena seconda
Fadinard e dette.
(Fadinard entra timidamente, ma agitato.)
FADINARD
Signora modista, ho fretta.
Non avete un cappello uguale a questo?
(Tira fuori il campione di paglia)
MODISTA
Subito, guardiamo subito.
40
MODISTA prendendo il campione
Oh! una paglia di Firenze?
Ma è proprio come quella
che ho venduto l’altro giorno
alla baronessa...
Cercando di ricordare.
FADINARD
Baronessa? quale baronessa?
MODISTA
Sì! ora ricordo...
La baronessa di Champigny:
la mia cliente più ricca e più chic.
FADINARD
E dove sta?
MODISTA
Nella sua villa vicino a Passy.
FADINARD accasciandosi scoraggiato
A Passy!
E con quel suocero alle calcagna
dovrò arrivare fino a Passy?
(con subitanea decisione)
A Passy!
Fadinard abbraccia la modista ed esce di corsa. La modista rimane sbalordita.
LE MODISTE ridendo
Guarda che bel tipo, che lunatico cliente...
Prima era impacciato, poi diventa uno sfacciato.
Ch’è venuto a fare? Dove deve andare?
Si sente il rumore delle carrozze che si allontanano. La modista, con un cenno, rimanda le ragazze al lavoro.
41
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
MODISTA
Su! lavorate!
La baronessa mostra al visconte di Rosalba una lettera.
LE MODISTE
Svelto
vola vola l’ago,
nascono i cappelli
da l’ordito vago ecc.
Cala il sipario per rialzarsi subito sull’atto seguente.
ATTO II
Sala centrale in casa della baronessa di Champigny. - In fondo due grandi porte si
aprono sulla sala da pranzo. - L’ingresso è a destra, mentre a sinistra un vasto corridoio immette negli appartamenti. Sul davanti della scena un pianoforte. All’alzarsi
del sipario le porte in fondo sono spalancate e si vede nella sala da pranzo una tavola lussuosamente apparecchiata.
Scena prima
Achille di Rosalba, Baronessa di Champigny.
(Dall’ingresso a destra entra Achille di Rosalba e si avvicina alla baronessa di Champigny che esce dalla sala da pranzo.)
ACHILLE DI ROSALBA
O mia cara baronessa,
pel concerto noi veniam,
ma qui vedo preparato
un banchetto lucullian.
Che vuol dir questo?
BARONESSA
Curioso!
Una cena ed un rinfresco
col concerto v’offrirò.
Di Parigi i più bei nomi
qui convegno si daran.
Il celebre Minardi
io aspetto più tardi;
questo gran violinista
ci vuol fare onor.
Ei viene da Firenze,
è l’idol di Parigi:
sentite che mi scrisse
staman, di sua man.
42
ACHILLE DI ROSALBA
Quest’è un autografo,
è un vero autografo!
BARONESSA leggendo
“Mia cara baronessa,
chiedete due pezzi,
io ne suonerò quattro
con grande piacer.
M’offrite mille scudi,
è troppo poco...
datemi un vostro fiore
e poi, nulla più”.
Il visconte guarda di nuovo con curiosità la lettera.
ACHILLE DI ROSALBA
È un tipo original...
BARONESSA
Un artista genial...
ACHILLE DI ROSALBA
Davvero eccezional...
BARONESSA
Davvero eccezional!
ACHILLE DI ROSALBA
Un vero original!
BARONESSA
Ah! sentitene una bella!
Dalla principessa Rambouillet,
ch’è famosa pel suo picciol piè,
giovedì cantò chiedendo per cachet...
indovinate che?
Solo una scarpina di quel picciol piè.
Ah! Ah! Ah! Ah! Ah!
A me chiede un fiore, solo un fiore...
Quant’è original questo signore!
(Si sente di fuori un rumore di carrozze.)
43
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
O cielo... i miei invitati son già qui!
un cappello di paglia a questa gente?
E il caro suocero
che ad ogni istante
domanda “dove siam? dove andiam?”.
Al ristorante del Vitel poppante
dove ci aspetta il banchetto nuziale.
E tutti i parenti
che vogliono impazienti
il brindisi e il rinfresco
dopo lo sposalizio.
(Accenna all’anello nuziale)
E in casa un energumeno
che spacca tutti i mobili,
minaccia di ammazzarmi!
(Sbuffa impaziente)
Questa baronessa che non viene!
E la mia sposina
giù che m’aspetta...
Chi l’avesse vista poco fa,
con un’aria di colomba,
pronunciare il dolce sì.
Ecco la baronessa! È lei!
Entra la baronessa, elegantissima, con un fiore sul seno.
CORTEO DI NOZZE interno
Tutta Parigi noi giriam...
BARONESSA fa cenno di chiudere le porte della sala da pranzo
Cugino mio, fate gli onor di casa, per favore...
La baronessa si dirige in fretta verso gli appartamenti.
CORTEO DI NOZZE interno
Noi v’abbracciam con tutto il cuor,
noi v’abbracciam, noi v’abbracciam...
Scena seconda
Fadinard, Achille di Rosalba.
(Fadinard entra timidamente dalla porta d’ingresso)
FADINARD
Permesso, signore?
ACHILLE DI ROSALBA
S’accomodi! Il nome per favore?
FADINARD
Oh, non importa...
Sono venuto per la baronessa.
ACHILLE DI ROSALBA con trasporto
(È lui...) È lei!
Caro signor, l’aspettavam
(ha proprio l’aria di un artista),
qui non si parla che di lei.
La baronessa? Vado subito ad avvertirla.
(presentandosi)
Il visconte Achille di Rosalba, per servirla.
Esce verso gli appartamenti.
Scena terza
Fadinard (solo).
FADINARD
Visconti, baronesse...
Come farò a chiedere
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Scena quarta
Baronessa, Fadinard, poi invitati della baronessa.
BARONESSA
Caro signore, lei mi deve scusare
s’io l’ho fatta tanto aspettare.
FADINARD
Sono ad importunare,
io che son qui per...
Tossisce imbarazzato.
BARONESSA
Tossisce?
FADINARD
Oh, non è nulla.
Baronessa, confido nella sua gentilezza...
vorrei chiederle...
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IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
Per nascondere il suo imbarazzo Fadinard ricomincia a tossire.
BARONESSA
La musica!
BARONESSA
Ma lei ha preso freddo.
FADINARD timidamente
No!
BARONESSA
Ah! le potessi dar di Firenze il caldo sole!
FADINARD
Di Firenze io soltanto vorrei...
BARONESSA interrompendolo con impeto
Oh Italia, Italia mia,
io penso a te con tanta nostalgia!
I tuoi vasti orizzonti,
i mari, i monti, i fiumi e le città!
Firenze, ah Firenze bella, col suo azzurro ciel...
FADINARD a parte
(... e con i suoi cappel!)
BARONESSA
Come?... E la musica?
la musica d’Italia,
che fuoco, che ardor!
(Prende la mano di Fadinard)
È un dono del Signor!
non è vero?
È il linguaggio del ciel...
FADINARD
La musica?
BARONESSA
La musica! è il linguaggio del ciel!
FADINARD
È il linguaggio del ciel!
FADINARD
La musica!
(Ah, mi darà il cappel!)
Mi permetta, signora... io son da lei
per chiedere un dono...
BARONESSA
Ah, delizioso!
FADINARD
Un dono... impareggiabile.
BARONESSA
Pazza che sono! Dimenticavo...
Ci tiene dunque tanto?
FADINARD
Oh! Se ci tengo!
BARONESSA
Adulatore... E lo vuol subito?
FADINARD
Sì.
BARONESSA prende dal seno il fiore e lo porge a Fadinard
Ecco!
Scena quinta
Gli invitati e detti.
(Gli invitati della baronessa entrano festosi. Saluti, inchini, baciamano. Fadinard,
trasecolato, contempla il fiore.)
FADINARD a parte
Un garofano d’inverno?
Che significa questo?
Chi glielo ha chiesto?
INVITATI
Quando la baronessa
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IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
c’invita a venire qua,
noi, cari amici suoi,
accettiam con felicità.
Essa ci accoglie sempre
con tanta cordialità
che in un balen
di gioia pien
trascorre il dì.
un grande artista,
un nobil cuor - che per un fior
venuto è qua.
Gli invitati esprimono garbatamente la loro meraviglia a Fadinard che ascolta sbalordito.
BARONESSA
Di riveder tanti amici miei, lieta son io...
BARONESSA
Vi presento il signor Minardi,
di Paganini l’impareggiabile rival.
INVITATI
Cara!
BARONESSA
Piacere mio!
INVITATI
Bene!
BARONESSA
Felice dì!
INVITATI
Grazie!
BARONESSA
E se da me vi trovate ben,
state pur qui...
INVITATI
Certo!
BARONESSA
Fino a doman...
INVITATI
Così farem!
BARONESSA
V’ho promesso un concerto
d’un insigne violinista:
48
INVITATI
Oh! Oh!
FADINARD
Che dite mai?
BARONESSA
Ho sbagliato a dir “rivale”,
dovevo dir l’”eguale”.
FADINARD
Io?
BARONESSA
Voi.
INVITATI
Voi siete di Firenze
il dolcissimo rosignol.
La fama vostra le Alpi
ha trascorso, è qui giunta a voi.
FADINARD
Io?!
Baronessa, cosa dite?
INVITATI
Troppo modesto siete, signor.
Questa è una virtù,
che i musicisti dei nostri dì
non usan più.
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IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
BARONESSA
Troppo modesto siete.
FADINARD a parte
(Se non dicevo d’essere Minardi,
mi cacciavano via senza riguardi.)
FADINARD
Qui c’è un error,
mi diletto un po’ con il violin...
INVITATI
Bravo!
FADINARD
Sono amator...
BARONESSA
Maestro, il concerto se volete
or potete incominciar.
INVITATI
Cosa?
ACHILLE DI ROSALBA
Ecco a voi lo Stradivario,
che Tartini sol suonò.
FADINARD
... non professor.
BARONESSA agli invitati
Accomodatevi!
INVITATI
Come?
FADINARD con scatto improvviso
No!
(poi, sottovoce, cercando le parole)
No, baronessa... prima
devo dirvi una cosa...
FADINARD
Quel grande artista,
che dite voi, io mai non fui.
INVITATI
Voi?!... Troppo modesto siete,
non potete negare.
BARONESSA
Ah! troppo modesto siete!
FADINARD arrendendosi
Ebbene sì, lo devo confessare:
io sono colui che dite.
INVITATI
Maestro!
Gli invitati si inchinano a Fadinard che risponde all’ossequio inchinandosi a sua
volta.
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Scena sesta
Achille di Rosalba e detti.
(Achille di Rosalba avanza verso Fadinard portando un violino.)
BARONESSA
A me?
FADINARD galante
In segreto!
BARONESSA ridendo fa cenno agli invitati di allontanarsi
Ah! Ah! Ah!
BARONESSA
Parli! Tutto è concesso
al gran Minardi.
FADINARD
Sapete voi perché?
per quale mia follia
io son venuto qua?
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IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
BARONESSA
Perché?
BARONESSA
Ah, ah, ah, ah!
(ride)
La voglio accontentare.
Un cappello... che idea originale!
Esce verso gli appartamenti, ridendo ancora.
FADINARD
Oh baronessa, come siete bella!
BARONESSA
Signore, cosa dite?
FADINARD
Da quando v’ho veduta
la prima volta...
BARONESSA
Dove?
FADINARD
Non importa.
Io v’amo in segreto
e ora voglio, voglio da voi...
FADINARD
Tra cinque minuti me la svigno col cappello,
e torno dal suocero che aspetta ed è impaziente,
e morde il freno, gli vien la bile,
nella carrozza giù nel cortile.
Nonancourt entra socchiudendo una delle porte da pranzo. Ha un tovagliolo al collo
e barcolla.
NONANCOURT
Tutto a monte!
BARONESSA
Oh Dio, che cosa?
FADINARD con un grido soffocato
Il suocero!
FADINARD
Indovini...
NONANCOURT
Mio genero cialtrone,
lasciar tua moglie sola
al banchetto di nozze!
BARONESSA
Lei mi spaventa...
FADINARD
Io voglio quel cappello,
dolcissimo pegno d’amor,
perché soltanto quello
potrà salvarmi ancor.
Fu sotto l’ala sua
che voi m’appariste un mattin.
Io vidi in quell’istante
segnato il mio destin.
Datemi quel cappello!
Se subito non l’avrò,
ah, io non so che farò!
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Scena settima
Fadinard, Nonancourt, poi corteo di nozze.
FADINARD
E gli altri? Dove sono?
Dalla sala da pranzo giungono le voci del corteo di nozze.
CORTEO DI NOZZE interno
Tutta Parigi noi giriam,
lieti e felici siam!
I cari sposi festeggiam!
È un dì che si ricorderà!
FADINARD
O ciel! da dove son venuti?
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IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
NONANCOURT
Siamo entrati dal cortile,
poi attraverso le cucine
siam saliti fino qua.
Sia benedetto
il Vitel poppante,
è un ristorante
da rispettar!
BARONESSA
Caro signor, ecco per voi!
tutto per voi! Siete contento?
CORTEO DI NOZZE interno
Evviva, evviva, noi brindiam!
BARONESSA
Questo signore?
NONANCOURT
Hanno mangiato
a più non posso,
sono un po’ brilli,
lo sono anch’io.
I convitati si fanno più chiassosi. Alcuni di essi compaiono sulla soglia della sala
da pranzo. Fadinard agitatissimo accorre a rinviarli indietro.
FADINARD
Ma quest’è il mio accompagnatore.
CORTEO DI NOZZE
Il caro sposo noi vogliam
deve brindare insieme a noi!
FADINARD
Ma state zitti, smettetela!
Riesce a rimandare gli invitati nella sala da pranzo e chiude la porta. Poi torna verso
Nonancourt e cerca di trascinare anche lui verso la sala da pranzo. Ma questi, barcollante per il piede indolenzito, si accascia su un divano.
E voi, andate dentro, fate presto!
NONANCOURT
Ahi! Non posso stare in piedi.
Ahi! Mi fa di nuovo male! Ahi! ahi!
Scena ottava
Fadinard, Baronessa, Nonancourt.
(La baronessa entra portando un grande scatolone.)
FADINARD
La baronessa!
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FADINARD
Tanto!
(La baronessa porge lo scatolone a Fadinard che lo prende con entusiasmo.
Intanto la baronessa ha veduto Nonancourt)
BARONESSA stringendo la mano a Nonancourt
Molto piacere!
NONANCOURT a parte
Che bell’ostessa al Vitel poppante.
È un ristorante da rispettar.
Ci tornerò!
BARONESSA
Ora il concerto può incominciare,
i miei invitati vado a chiamar.
La baronessa si avvia per richiamare gl’invitati.
Scena nona
Fadinard, Baronessa, Nonancourt, invitati della Baronessa, poi corteo di nozze ed
Elena.
(Fadinard, fremente di impazienza, apre la scatola. Ne tira fuori un cappello nero
guarnito di piume.)
FADINARD
Un cappello nero?! Nero, nero, nero!
(Esasperato Fadinard raggiunge la baronessa e la afferra violentemente per un braccio riportandola in mezzo alla scena)
Baronessa, ma questo è nero!
BARONESSA
Sì, è nero...
55
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
FADINARD
L’altro! l’altro! io voglio l’altro!
INVITATI DELLA BARONESSA
E diventato matto!
È diventato matto!
È in un momento d’estro!
Ma quest’è un’aggressione!
Forse è l’ispirazione!
È un pazzo!
È un genio!
È un pazzo! È un genio!
BARONESSA
Ma cosa dite? Mi fate male.
INVITATI DELLA BARONESSA entrando
Cos’è questo baccano?
È un tipo alquanto strano.
Ma sembra un esaltato!
È proprio un forsennato!
FADINARD
Voglio il cappello di paglia di Firenze!
BARONESSA
Che cosa? Ma quale?
56
FADINARD
Chi è?
BARONESSA
La mia figlioccia.
FADINARD
E dove sta?
FADINARD
Di paglia di Firenze!
Coi nastri e coi papaveri!
BARONESSA
In rue Vivienne.
BARONESSA
Ma io non l’ho più!
FADINARD
A quale numero?
FADINARD
E dov’è? Chi ce l’ha?
BARONESSA
Non mi ricordo.
BARONESSA
L’ho dato l’altro giorno...
FADINARD
Lo troverò.
FADINARD
A chi?
BARONESSA
Come? Come?
BARONESSA sempre più spaventata
Oh Dio!
FADINARD
Ci vado subito.
FADINARD gridando
Mi dica a chi!
BARONESSA
Ma cosa dice?
BARONESSA
A Madame Beaupertuis.
FADINARD
Non posso aspettare.
57
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
BARONESSA agitatissima
E il mio concerto?
Fadinard si è avviato a uscire ma è trattenuto dagli invitati.
BARONESSA a Fadinard, costernata
Maestro, io son confusa,
non so come scusarmi.
INVITATI DELLA BARONESSA
No, no, deve restare!
Ma lei deve suonare!
NONANCOURT
Sono un po’ brilli, lo sono anch’io.
FADINARD
Io debbo andare
senza aspettare.
INVITATI DELLA BARONESSA
No, no, deve restare, deve suonare...
Le porte della stanza da pranzo si aprono e tutto il corteo di nozze fa il suo rumoroso ingresso.
CORTEO DI NOZZE
Tutta Parigi noi giriam,
è un giorno di felicità.
Ai cari sposi noi brindiam...
è un dì che si ricorderà!
INVITATI DELLA BARONESSA
E chi son questi?
Che fanno qui?
BARONESSA
Ma questa è un’invasione!
INVITATI ALLE NOZZE
Che meraviglia, che splendor,
quest’è una festa da signor!
BARONESSA vedendo la stanza da pranzo in disordine
Han mangiato la mia cena!
ELENA viene avanti porgendo a Fadinard un bicchiere di spumante
Ah! Caro sposo, al nostro amor
bevi, bevi anche tu.
Sempre sii felice
come ora in questo dì.
58
INVITATI DELLA BARONESSA
Ma quest’è un’invasione
di zotici cafoni.
Da dove son venuti?
Chi sono?
Chi è?
Scena decima
Minardi, Baronessa, Achille di Rosalba, Fadinard, Nonancourt, Elena, corteo di
nozze, invitati della baronessa.
(Dall’ingresso entra Minardi, quasi correndo e suonando il violino.)
MINARDI
Io son Minardi.
Spero che non sia tardi.
Il violinista si inchina cerimoniosamente alla baronessa.
BARONESSA, ACHILLE DI ROSALBA e INVITATI
Minardi!
Minardi si mette a suonare. Gli uomini del corteo di nozze prendono con irruenza
alcune signore invitate dalla baronessa e le fanno ballare a viva forza. Nonancourt
cerca di imbracciare la baronessa. Elena segue Fadinard col bicchiere.
CORTEO DI NOZZE
La musica! Si balla!
ELENA
Caro sposo, al nostro amor
bevi, bevi anche tu!
NONANCOURT
Che bell’ostessa al Vitel poppante,
è un ristorante da rispettar!
BARONESSA
Mi sento male!
59
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
ACHILLE DI ROSALBA
Cugina mia! Cugina mia!
Forse sarà dalla cugina Amalia?
Anche domenica andò da lei
e a casa ritornò ch’era già buio,
tutto il giorno passò dalla cugina.
Dalla cugina!...
(Beaupertuis rimane assorto, riflettendo)
Un sospetto repente si desta in me,
mi tormenta, mi tien, mi tortura;
è un’idea che così di soppiatto entrò,
ma nel cuor oramai s’annidò.
Tutto il dì per trovar la cugina,
tutto il dì fuor di casa così...
uscir sola di prima mattina,
col cappello più bello che ha!
Il cappello di paglia,
per la cugina Amalia...
Quella donna m’inganna,
ha mentito con me.
C’è qualcuno nell’ombra;
oh, sapessi chi è!
Che abbia forse un amante?
Dubbio atroce per me.
Io ci perdo la pace,
io ci perdo l’onor...
Son tradito! son tradito!
Sento il sangue salirmi al cervello!
Impazzisco! Donna infame!
Con la vita, con la vita pagherai!
Io t’uccido!
(Ansimando si appoggia sfinito allo schienale della sedia)
Oh cielo! sto male!
son finito! son finito!
Un sospetto repente si desta in me,
mi tormenta, mi tien, mi tortura!
Ah il marito, il marito!
ingrato mestiere,
tacere e patire, patire e tacer...
FADINARD ai suoi, facendosi largo
Si salvi chi può, fuggite come me!
BARONESSA
Mi sento male!
La baronessa mezza svenuta viene sostenuta da Achille e da alcuni invitati. Fadinard prende Elena per la mano e la trascina verso l’uscita. Nonancourt, zoppicando,
li segue con tutto il corteo di nozze.
INVITATI DELLA BARONESSA
La polizia! La polizia!
INVITATI ALLE NOZZE
Andiamo via!
ATTO III
Una stanza in casa di Beaupertuis. Una porta d’ingresso. Una porta che comunica
con la camera da letto, altra porta che immette nel resto dell’appartamento. In
primo piano, sul davanti della scena un paravento aperto. Un’alcova chiusa da una
tenda. Un camino acceso con una pentola che bolle.
Scena prima
Beaupertuis (solo).
(Beaupertuis in vestaglia è seduto davanti al paravento con i piedi immersi in un
catino di acqua calda. I calzoni e la giacca sono posati sul paravento. Le scarpe a
poca distanza dalla sedia.)
BEAUPERTUIS
È una cosa incredibile.
Stamattina mia moglie dice uscendo:
“Vado a comprar dei guanti,
mio caro Beaupertuis”.
Son le nove passate, e ancora non è qui!
A forza di pensar “dov’è mia moglie?”
qui alla testa m’han preso certe doglie!
Speriam che questo pediluvio
me le faccia passare.
Anche la cameriera è andata in cerca, ahimè,
e ancor non torna a dir dov’è.
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IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
Scena seconda
Fadinard, Beaupertuis.
(Si sente suonare il campanello.)
FADINARD
Sì.
BEAUPERTUIS
Eccola finalmente! Entra, avanti!
Son qui coi piedi dentro l’acqua.
Non hai che da girare la maniglia,
cara... avanti!
Fadinard entra dalla porta di fondo.
FADINARD
Il signor Beaupertuis, per piacere?
BEAUPERTUIS
Un estraneo? Chi è? Non ci sono!
FADINARD
Benissimo! È lei...
BEAUPERTUIS
Vada presto via di qua!
FADINARD prende una sedia e si siede vicino a Beaupertuis
Grazie tante... quante scale
per venire su da lei!
BEAUPERTUIS
Non ricevo! ho mal di testa!
62
BEAUPERTUIS
La conosce?
FADINARD
Niente affatto!
Ma so bene che ha un oggetto
che mi occorre immantinente.
Lo voglio.
BEAUPERTUIS
Come?
FADINARD
Lo voglio, lo voglio, lo voglio.
Sente questa parola?
Lo voglio, lo voglio!
Gliela ripeto ancora:
lo voglio, lo voglio!
Quell’esecrato oggetto,
lo voglio, lo voglio!
Se ancora non l’ho detto,
lo voglio, e l’avrò.
Venderlo vuole? Lo comprerò.
Tutto in contanti lo pagherò.
Me lo rifiuta? Lo ruberò.
Lei mi ha capito bene?
Mi dica, signore?
FADINARD
Un po’ d’acqua, calda, calda...
Prende la brocca e versa un po’ d’acqua bollente nel catino.
BEAUPERTUIS
No, non capisco niente!
BEAUPERTUIS
Lei mi brucia. Lasci stare!
Ma cosa vuol?
FADINARD
Qui non c’è via di scampo:
ne va del mio onore.
FADINARD
Vorrei dire due parole alla signora.
BEAUPERTUIS
E a me che me ne importa?
BEAUPERTUIS
Mia moglie!?
FADINARD
Sia l’ultima parola:
63
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
lo voglio, lo voglio!
Ah... se non lo troverò,
qualche pazzia commetterò!
blico. Poi esce di corsa.
BEAUPERTUIS a parte
Quest’è un ladro in libertà.
FADINARD
Dov’è dunque la signora?
BEAUPERTUIS
Non è in casa.
FADINARD
A quest’ora?
BEAUPERTUIS esasperato
Non c’è, non c’è, non c’è!
FADINARD
Se per caso è andata a letto,
chiudo gli occhi.
BEAUPERTUIS
Lei è pazzo da legare.
FADINARD
La sua stanza, per favore.
BEAUPERTUIS
Ma lei è pazzo.
64
Scena terza
Nonancourt, Vézinet e detto.
(Dalla porta di fondo entra zoppicando Nonancourt con lo zio Vézinet.)
NONANCOURT
Chi mai ha avuto
un genero più villanzon?
Sale sopra a casa sua,
e ci lascia giù al porton.
(guardandosi attorno)
Sono ancor brillo? O mentre eravam via
hanno cambiato la tappezzeria?
VÉZINET vedendo l’alcova
Oh gioia! là c’è un letto:
vado a riposare.
Vézinet entra nell’alcova e tira la tenda.
NONANCOURT
Oh! finalmente qui
in casa di mio genero
le scarpe cambierò.
BEAUPERTUIS dietro il paravento
Accidenti alle bretelle!
Maledette!
FADINARD
Sì, sono pazzo.
NONANCOURT
Se non sbaglio è là dietro che si spoglia.
Toh! le sue scarpe,
(Si sfila le scarpe e mette quelle di Beaupertuis)
e grandi, meno male!
BEAUPERTUIS
Io le cervella le brucerò!
BEAUPERTUIS
Dove sono le mie scarpe?
FADINARD
Qualche pazzia commetterò!
Beaupertuis si alza in piedi dentro il catino e tenta di trattenere Fadinard che si
avvia verso la camera da letto. Fadinard si volta di scatto, obbliga con violenza Beaupertuis a risedersi e gli mette davanti il paravento, nascondendolo così al pub-
NONANCOURT finendo di allacciarsi le scarpe
Oh! sto meglio. Eccole qua!
Posa le sue scarpe al posto di quelle di Beaupertuis. Beaupertuis scosta un poco il
paravento e prende le scarpe.
65
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
NONANCOURT saltellando soddisfatto
Or mi sento un altro,
ho quasi voglia di ballar;
che felicità - questo mi dà!
Scena quinta
Nonancourt, Elena, le donne del corteo.
(Nonancourt entra precedendo le donne del corteo che vengono avanti con Elena.
Una di esse porta il fior d’arancio.)
BEAUPERTUIS a parte
Diavolo! Sono strette!
LE DONNE DEL CORTEO
Signora, orsù, - dovete entrar,
per gli sposini il nido pronto è già.
Cupido là - sopra il guancial
sorride e appresta già d’amor lo stral.
Nasconderà - il vostro amor
la notte con la sua complicità.
Entrate pur - senza timor,
là non v’aspetta che felicità.
NONANCOURT
La mia cara figlia
e gli invitati vo a chiamar,
tutti a celebrar
accanto al talamo nuzial
il rito coniugal.
Esce.
BEAUPERTUIS che ha finito di rivestirsi, si alza e fa qualche passo con fatica
Mi son cresciuti i piedi.
(Si sente dalla camera da letto il rumore di un mobile che cade)
Maledetto!
Scena quarta
Beaupertuis, Fadinard.
(Beaupertuis corre verso la camera da letto.)
BEAUPERTUIS
Che cosa fa di là?
Fadinard esce con violenza con alcuni indumenti femminili e urta Beaupertuis.
FADINARD
Il guardaroba... dov’è?
Fadinard attraversa la scena ed entra in una porta dalla parte opposta. Beaupertuis intanto si è affacciato a guardare nella camera da letto che evidentemente è
in disordine.
BEAUPERTUIS
O cielo!
(Viene verso il centro della scena)
Ma è proprio pazzo. Ahi, ahi!
(Esce correndo e zoppicando dietro a Fadinard)
Mi fanno male le scarpe!
66
ELENA
No, non voglio, no, non oso.
NONANCOURT
Entra pur senza timor.
ELENA
Mio marito dov’è andato?
NONANCOURT indicando il paravento
E là dietro, è ancora là,
sta spogliandosi di già.
ELENA
Tremo tutta, tremo tutta,
me ne vado via di qua.
Elena cerca di scappare. Alcune donne la trattengono.
NONANCOURT
Ti capisco, ti capisco.
Ma, figliuoli, a questo punto
il discorso devo far.
Genero mio, rimetti la vestaglia
e vieni accanto a me.
ELENA
Oh papà, io ci ho paura,
non lo voglio ancor veder.
67
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
NONANCOURT rivolto al paravento
Nel paravento allor puoi rimaner,
con devozione state ad ascoltare.
(Nonancourt fa sedere Elena e prende il fiore d’arancio da una donna)
Con gioia ed emozion - in questo dì
la mia benedizion - vi do di cuor.
Sarete il mio baston...
Sternutisce e soffia.
ELENA
Mi trema il cuor!
Vo’ tornare a casa mia,
vo’ tornar dal mio papà!
LE DONNE
La commozion ci prende già,
senza parole tutte rimaniam.
NONANCOURT
La mia figliuola a te - così, io do.
ELENA
Papà, non mi lasciar,
papà, non mi lasciar!
Torniam, torniam laggiù,
dov’io accanto a te
felice un giorno fui.
NONANCOURT
Ragiona, o mio tesor!
ELENA
Papà, mi trema tanto il cuor
ed ho timor.
Mi trema il cuor, - mi manca il piè,
ho un batticuore che non so cos’è.
LE DONNE
Entrate pur - senza timor,
là c’è l’amor.
ELENA
Ho un batticuor, - non so cos’è...
LE DONNE
È sol l’amore che ti chiama a sé.
68
LE DONNE
Che sciocchina, che timore,
il tuo amore aspetta là!
Le donne spingono Elena nella camera da letto ed entrano in fretta. Anche Nonancourt si avvia.
Scena sesta
Fadinard, Nonancourt.
(Fadinard rientra di corsa, vede Nonancourt e si ferma.)
FADINARD
Mio suocero!!!
Va a nascondersi dietro il paravento.
NONANCOURT fermandosi e voltandosi
E lo sposo dov’è?
(Torna indietro e scosta il paravento scoprendo Fadinard)
In questo momento,
in tale situazione,
ti trovi ancora in questa condizione?!
Su, spogliati!
Nonancourt va nella camera da letto.
FADINARD
Spogliarmi?
È ancora in preda al vino.
(con disperazione)
E intanto quel cappello non si trova.
Scena settima
Fadinard e Beaupertuis.
(Entra Beaupertuis e si lancia verso Fadinard afferrandolo.)
BEAUPERTUIS
Eccolo! L’ho trovato finalmente!
(Fadinard si libera ma Beaupertuis estrae una pistola e la punta)
Fermo, in alto le mani!
Fadinard si lancia in avanti. Breve colluttazione. Fadinard strappa la pistola a Be69
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
aupertuis e la butta lontano.
FADINARD
Ma però gli faremo uno scherzo insiem...
FADINARD costringendo Beaupertuis a sedersi
Si sieda là!
BEAUPERTUIS con voce soffocata
Ma insomma,
lei, che vuole?
FADINARD parlando in modo precipitoso, camminando avanti ed indietro
È una tragedia,
lei non sa...
Un cappello di paglia
divorato dal mio cavallo...
al bosco di Vincennes...
mentre la signora
passeggiava col suo amante...
un militare
che m’ha sfidato a duello.
BEAUPERTUIS
E a me che me ne importa?
FADINARD sempre agitatissimo
Non capisce?...
... si sono chiusi dentro casa mia,
e non mi riesce metterli alla porta.
BEAUPERTUIS
E perché questa bella vedovella
non se ne torna a casa?
FADINARD
Vedovella? C’è un marito!
Un geloso, un tipo assai brutale,
in allarme sempre a sospettar;
anche solo per un dubbio
ucciderla potrà.
BEAUPERTUIS
Lo capisco bene.
70
BEAUPERTUIS
Come faccio a prestarmi a un tal gioco?
FADINARD
Se troviam da portarle un cappel.
(Tira fuori un pezzo di paglia e lo mostra)
Guardi qui, c’è un campione di paglia.
BEAUPERTUIS trasalendo
Santo cielo!
FADINARD
È grazioso, nevvero?
BEAUPERTUIS
È il cappello che ha messo stamani
per uscir!...
FADINARD
Bello scherzo davver!
BEAUPERTUIS deciso e minaccioso, a Fadinard
Mia moglie è quella donna
che sta là con l’amante.
Andiamo a casa sua!
Subito!
DONNE interno
Che sciocchina, che timore,
il tuo amore aspetta là...
ELENA interno
Ah! ah!
BEAUPERTUIS sottovoce
Silenzio!
Sento rumore in camera di mia moglie.
È ritornata!
Beaupertuis corre dentro la camera. Si sente un urlo di Elena.
71
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
FADINARD
La moglie è ritornata,
quel mostro l’ha ammazzata!
BEAUPERTUIS, NONANCOURT, FADINARD, ELENA e DONNE DEL CORTEO
Io casco dalle nuvole,
io casco, casco giù.
Scena ottava
Donne, Fadinard, Elena, Beaupertuis, Nonancourt, donne del corteo, poi Vézinet.
(Dalla camera da letto escono in grande subbuglio le donne del corteo con Elena,
senza il velo e un poco discinta. Seguono Beaupertuis e Nonancourt.)
BEAUPERTUIS
Si può saper che diavolo
voi facevate dentro
a casa mia?
DONNE
Aiuto, aiuto!
NONANCOURT
A casa sua?
FADINARD
Elena!
ELENA e DONNE
O ciel...
ELENA
Papà, papà!
NONANCOURT
A casa sua?
e non a casa tua?
FADINARD
Elena, che fai qui?
BEAUPERTUIS
Chi è tutta questa gente,
nella stanza di mia moglie?
NONANCOURT
Ma voi chi siete?
DONNE DEL CORTEO
Dove siam? Che facciam?
BEAUPERTUIS
Ancora gente?
È un’invasione!
FADINARD
Tutta la banda!
Che bella festa!
DONNE
Che facciamo? Dove siamo?
72
FADINARD
Basta!
NONANCOURT
Tutto a monte!
FADINARD
Basta!
(a Beaupertuis, con cortesia)
E lei scusi, signore,
questo piccolo errore.
Ce ne andiamo subito.
Le donne rimettono il velo a Elena e si riassestano per uscire.
BEAUPERTUIS minaccioso, in disparte a Fadinard
Vengo con voi: mia moglie è a casa vostra!
FADINARD
La donna... a casa mia
non è una donna...
BEAUPERTUIS violento
Come?
73
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
FADINARD spaventato
È una negra!
NONANCOURT gridando
Piazza Troudebí numero sette.
BEAUPERTUIS
Signore, basta chiacchiere,
Io voglio il suo indirizzo.
BEAUPERTUIS
Numero sette.
FADINARD
Io casa più non ho...
NONANCOURT intervenendo
Che dici, contafrottole?
Allora io lo dirò!
LE DONNE vedendo lo zio Vézinet
Lo zio!
VÉZINET uscendo dall’alcova in camicia da notte
Io casco dalle nuvole,
io casco, casco giù.
BEAUPERTUIS gridando
L’indirizzo!
NONANCOURT
Piazza Troudebí...
FADINARD interrompendolo
Tacete!
ELENA e DONNE
Io casco dalle nuvole.
BEAUPERTUIS
L’indirizzo!
NONANCOURT
Io lo dico, io lo dirò.
FADINARD
Tacete! Io casa più non ho!
74
TUTTI
Andiam!
BEAUPERTUIS
Io l’uccido!
FADINARD
È una negra!
TUTTI
Presto andiamo via di qua!
Io casco, io casco, io casco giù!
Escono tutti di fretta. Beaupertuis raccoglie la pistola buttata da Fadinard e segue
gli altri a fatica zoppicando.
INTERMEZZO ATTO IV
Una strada. Tarda sera.
Scena unica
Elena, Nonancourt e corteo di nozze.
(Entrano tutti con passo stanco e cadenzato.)
CORTEO DI NOZZE
Tutta Parigi noi giriam,
stanchi, sfiniti, morti siam.
I cari sposi festeggiam,
è questo un dì che si ricorderà.
Ma dove andiam? Si può saper?
Che bella festa, che piacer!
Ma quando finirà?
(Tutti si fermano e guardano in alto)
Una goccia...
Un’altra goccia...
La pioggia!
75
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
NONANCOURT
Figlioli,
qui tra poco pioverà a catinelle;
apriamo i nostri ombrelli.
Tutti aprono gli ombrelli e riprendono a camminare più stanchi e accasciati.
LE GUARDIE
Dorme già - la città ma il soldà - veglia e va’ Attenzion, - o ladron, la pattuglia all’erta sta.
Escono dal fondo.
CORTEO DI NOZZE
Tutta Parigi noi giriam...
Attacca subito l’Atto quarto.
ATTO IV
È notte. Una piazza illuminata da un lampione appeso a una corda che attraversa
in diagonale la scena partendo dal primo piano a sinistra per terminare al terzo a
destra. Nella piazza sfociano parecchie strade. In primo piano a sinistra c’è un
posto di guardia riconoscibile dalla garitta. A destra, pure in primo piano, la casa
di Fadinard. Nel fondo un’osteria.
Scena prima
La guardia, il caporale, le guardie.
(All’alzarsi del sipario si vede una sentinella in servizio. Suonano le ore 11.
Un drappello di guardie esce dal posto.)
LE GUARDIE interno, allontanandosi
Dorme già - la città ma il soldà - veglia e va. Attenzion, - o ladron, la pattuglia all’erta sta.
Attenzion!
Scena seconda
La guardia (sola).
LE GUARDIE
Ecco son le ventitré,
or la guardia cambierà;
capoposto, ferma qua,
questo posto tocca a te!
LA GUARDIA
S’avvicina il temporale.
Che notte!
Si avvicina un temporale. La guardia si rifugia nella garitta. Il temporale aumenta.
Tuoni, fulmini, pioggia.
UNA GUARDIA
Son malato, raffreddato,
cinque notti ho fatto già.
Scena terza
Nonancourt, Elena, Vézinet, il corteo di nozze e la guardia.
(Mentre il temporale si sta calmando, il corteo di nozze, Nonancourt, Elena e Vézinet entrano da sinistra. Si riparano tutti con degli ombrelli.)
LE GUARDIE
Taci e fai la guardia là!
La sentinella dà il cambio alla guardia, e rientra nel posto.
IL CAPORALE
Armi in spalla, avanti, marsc,
ronda va’, hop - duè,
fianco destr’, avanti marsc!
Le guardie si mettono in colonna e si avviano.
76
UNA GUARDIA
Qui mi busco una bronchite
tra correnti e umidità.
Sento l’ossa indolenzite
e fra poco pioverà.
CORTEO DI NOZZE
Ah giornata tremenda infernale,
ci voleva pure il temporale!
Da due ore giriamo sperduti,
avviliti e bagnati.
NONANCOURT
Che nozze, che nozze!
77
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
ELENA
Papà, e mio marito?
Io non ne posso più!
FELICE
Signore, avete visto il mio padrone?
NONANCOURT
Chissà dov’è sparito...
CORTEO DI NOZZE
Non ne possiamo più.
In quale luogo siamo giunti mai?
NONANCOURT
Il diavolo lo sa...
Quel porco di mio genero!
Sarà questa piazza Troudebí?
(Si avvicina alla garitta)
Ehi, sentinella!
Per favore, signora sentinella,
potete dirmi...
SENTINELLA
Passate largo!
NONANCOURT rivolto al corteo
È in servizio; non può rispondere.
CORTEO DI NOZZE si volta verso le case gridando a tutta forza:
Chi ci vorrà dunque dir,
piazza Troudebí dov’è?
Un inquilino affacciandosi butta dalla finestra un secchio d’acqua che bagna alcuni
del corteo.
NONANCOURT
Villani! Scostumati!
Scena quarta
Felice e detti.
(Felice entra da destra dirigendosi alla casa di Fadinard.)
NONANCOURT chiamando Felice
Psst! ohi tu, briccone!
78
NONANCOURT
Al diavolo quel genero canaglia!
Apri la porta,
entriamo in casa sua.
FELICE
Non si può,
me l’ha proibito:
c’è di sopra la signora...
CORTEO DI NOZZE e NONANCOURT trasecolati
Una signora?
FELICE
È da noi senza cappello
da stamani di buon’ora...
NONANCOURT
Basta!
Un’amante... in questo giorno...
che profana il focolare...
e noi con la sua sposa,
da quindici ore in giro
per tutta la città!
Turpitudine!
Amici, torniamo a Charanton!
CORTEO DI NOZZE
Torniamo a Charanton!
NONANCOURT
E tu, corri di sopra a casa sua
e porta qui corredo, regali di nozze,
se non vuoi che ti pigliamo a botte!
Nonancourt spinge Felice nella casa di Fadinard.
CORTEO DI NOZZE
A botte, a botte!
Entra nella casa con Felice.
79
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
Scena quinta
Elena, Nonancourt, poi Fadinard.
NONANCOURT
Cosa dice?
ELENA
Papà, gli voglio bene,
lasciarlo non potrò.
Malgrado le mie pene
io qui lo aspetterò.
Anch’egli m’ama già...
e certo tornerà...
Ah vien, ah vien, ah vien,
mio caro ben!
FADINARD
Il marito ha il mio indirizzo
e m’insegue e mi vien dietro,
vuol uccidere la moglie.
Qui bisogna sull’istante
far scappare la signora...
NONANCOURT
Povera figlia mia,
non ci pensare più!
Ed io che t’ho sposata a un Barbablù!
ELENA
La signora!
ELENA
Ah vien!
Scena sesta
Fadinard e detti.
NONANCOURT
Ah, tu confessi, Sardanapalo!
ELENA
Cosa succede?
FADINARD entra da sinistra, affannato, estenuato
Ah la milza! la milza!
Scena settima
Felice, corteo di nozze e detti.
(Felice esce dalla casa di Fadinard col corteo di nozze. Tutti portano pacchi, scatole e una cappelliera.)
CORTEO DI NOZZE
Fadinard!
FELICE
Ecco i regali!
NONANCOURT
Mio genero: tutto a monte!
FADINARD
Che vuol dir questo?
Nonancourt e il corteo di nozze raccolgono i doni di nozze.
FADINARD mettendosi in ascolto
Silenzio!
(rassicurato)
Non è lui!
Ha perduto le mie tracce.
Presto, presto se no qua
una strage ci sarà.
ELENA
Una strage?
80
NONANCOURT indignato
La signora!
NONANCOURT
Amici, presto!
Prendiamo armi e bagagli,
portiamo tutto quanto
laggiù a Charantonneau!
FADINARD
Ah, ma mia moglie no!
(a Elena)
81
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
Elena, io tutto spiegherò.
evviva l’Italia, lo zio,
mia moglie, il suocero e il cappello!
Tutti v’abbraccio!
Mentre Fadinard, pazzo di gioia, abbraccia tutti, Nonancourt tira fuori il cappello
dalla cappelliera e la richiude col coperchio.
ELENA
Ti credo, amore mio,
ma non ne posso più.
FADINARD a Nonancourt
Non toccate il suo corredo!
Fadinard cerca di strappare una grossa cappelliera dalle mani di Nonancourt. Il coperchio rimane in mano a Fadinard. Vézinet accorre e prende il cappello dalla cappelliera.
VÉZINET
Pian pian: abbiate un poco di riguardo:
quest’è un cappel di paglia di Firenze.
FADINARD gridando esterrefatto
Di Firenze?
VÉZINET
È il mio regalo di nozze...
L’ho ordinato dall’Italia...
Costa cinquecento lire...
FADINARD tirando fuori di tasca il campione
Dall’Italia? È mai possibile?
Ed io che da stamani....
(Prende il cappello da Vézinet e lo confronta col campione)
Ma sì, è tale quale...
di paglia... di paglia...
Viva l’Italia!
Rimette il cappello nella cappelliera.
CORTEO DI NOZZE
È matto da legar...
FADINARD
Evviva l’Italia,
evviva lo zio,
evviva mio suocero,
evviva mia moglie!
Non so più cosa fare,
ho voglia di gridare,
82
NONANCOURT a parte, nascondendo il cappello
Un cappello da cinquecento lire!
Farabutto, non l’avrai!
FADINARD che non ha visto nulla, prende la cappelliera per il cordone e la infila al
braccio
Un momento!
Glielo metto bene in testa,
poi la caccio sulla via:
rientreremo a casa mia.
Entra in casa come un pazzo.
Scena ottava
Detti, meno Fadinard, poi il caporale e le guardie.
NONANCOURT
È pazzo da legare,
annullo il matrimonio.
Partiamo, partiamo,
portiamoci via tutto!
Tutti si avviano ad uscire.
GUARDIE internamente
Dorme già - la città ma il soldà - veglia e va. (Le guardie entrano in scena e si incontrano col corteo di nozze.)
Alto là! Chi va là?
Con quei pacchi che si fa?
Alto là!
NONANCOURT
Sgomberiamo di nascosto.
CAPORALE
Documenti, miei signor.
83
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
NONANCOURT
Siamo onesti cittadini.
Scena nona
La guardia, poi Fadinard, Anaide, Emilio. (Fadinard esce dalla casa con la cappelliera seguito da Anaide e da Emilio.)
CAPORALE
Fuori lesti i documenti.
CORO
Documenti!
VÉZINET
Siamo onesti!
NONANCOURT
Ascoltate le ragion.
CAPORALE
Le direte là in prigion.
ANAIDE, FADINARD ed EMILIO con un grido
Ah, vuota! vuota! vuota!
FADINARD
E mio suocero dov’è?
Dov’è mia moglie?
Dove sono tutti quanti?
CORTEO DI NOZZE
In prigion? - Ma perché?
Non vogliami - Protestiam!
In prigion - non andiam!
LA GUARDIA
In prigione li han portati.
La guardia entra nell’osteria.
NONANCOURT
Siamo onesti cittadini.
Ascoltate le ragioni.
FADINARD
In prigione? gli invitati?
col cappello?
GUARDIE
Zitti là senza fiatar!
In prigion!
Le guardie spingono tutto il corteo dentro il posto. Nonancourt tiene sempre il cappello. Anche Felice, che si dibatte, è portato dentro.
ANAIDE
Son perduta!
LA GUARDIA
La pattuglia già passò;
un quartino vado a ber,
poi di corsa tornerò.
Durante la scena che segue, la guardia si toglie il cappotto e lo appende al fucile.
84
FADINARD
Presto presto, mia signora:
c’è il cappello, è dentro qua.
Se lo metta e scappi via:
suo marito arriva già.
Aprono frettolosamente la cappelliera.
EMILIO
Io ci vado! Ci vado io!
conosco il maresciallo.
Emilio entra nel posto di guardia.
FADINARD
Conosce il maresciallo,
allor siamo a cavallo.
85
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
Scena decima
Detti, poi Beaupertuis.
(Si sente un rumore di carrozza a sinistra.)
EMILIO
Ehi, ehi, ecco il cappello!
BEAUPERTUIS dall’interno, gridando
Fermati, cocchiere!
ANAIDE
Mio marito!
Torno di sopra a casa vostra.
FADINARD
No! No!
È proprio là che va a frugare.
Venga qui!
(Fa indossare ad Anaide il cappotto e il cheppí della guardia, poi la spinge nella
garitta e le mette in mano il fucile.)
Faccia la guardia!
Beaupertuis entra in una carrozza con cavallo e scende zoppicando.
BEAUPERTUIS
Ah! V’ho trovato, signore!
FADINARD cerimonioso
Buona sera.
BEAUPERTUIS
M’apra il portone.
Ah se la piglio!...
FADINARD indicando la sua casa a Beaupertuis
Terzo piano,
seconda porta.
BEAUPERTUIS
Mi sento i piedi gonfi!
Entra nella casa di Fadinard.
ANAIDE
Son morta di paura!
Dove nascondermi?
Dove scappare?
Si apre una finestra del posto di guardia e si affaccia Emilio.
86
FADINARD
Siamo salvi!
Il marito è su in casa...
Butti!... Butti!...
Emilio lancia il cappello, che rimane impigliato alla corda, vicino al lampione.
ANAIDE gridando
Ah!
FADINARD
Corpo di mille bombe!
Fadinard fa un salto con l’ombrello per cercare di sganciare il cappello.
BEAUPERTUIS dalla finestra della casa di Fadinard, furibondo
Dov’è andata?
ANAIDE spaventata
Oh Dio!
FADINARD spingendo Anaide nella garitta
Torni dentro!
ANAIDE
Il cappello... ora lo vede!
Fadinard corre incontro a Beaupertuis che esce e lo ripara con l’ombrello per impedirgli di vedere il cappello che sta appeso sulla sua testa.
FADINARD
Stia attento!
Stia attento che si bagna!
Emilio esce dal posto di guardia.
EMILIO a Fadinard, sottovoce
Tenga a bada il marito!
Emilio va verso il fondo a destra, sale sopra un rialzo e comincia a segare la corda
con la spada.
BEAUPERTUIS
Cosa fa?
L’acquazzone è finito.
87
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
FADINARD
Non si sa...
Fadinard alza l’ombrello molto in alto, e salta cercando di raggiungere il cappello,
e fa saltare con sé anche Beaupertuis.
BEAUPERTUIS
Dove?
Beaupertuis scosta l’ombrello e alza la testa. Allora Fadinard gli tira giù il cappello
fino a coprirgli il viso.
BEAUPERTUIS
Voglio qui saper la verità:
dove fuggì?
FADINARD
Niente!
FADINARD
Non lo so, non lo so!
Si ripari ben!
Fadinard fa un altro movimento con l’ombrello.
BEAUPERTUIS
Cosa fa con quest’ombrello?
FADINARD
Si ripari!
ANAIDE affacciandosi alla garitta
(Il mio cappello...)
BEAUPERTUIS
Lo chiedo a quella guardia là.
FADINARD trattenendo bruscamente Beaupertuis
Per carità!
La sentinella non risponderà.
BEAUPERTUIS cercando di liberarsi
Mi lasci andare!
FADINARD
La voglio riparare!
Fadinard copre ancora di più Beaupertuis con l’ombrello, e salta. Rientra la guardia fischiettando e si dirige un poco barcollante verso la garitta.
LA GUARDIA con stupore, vede Anaide nella garitta
Un’altra sentinella al posto mio?
(La guardia vede il cappello)
Cosa succede là?
88
BEAUPERTUIS con voce soffocata dal cappello
Aiuto!
La corda è tagliata e il lampione cade. La scena rimane quasi nell’oscurità.
LA GUARDIA gridando
All’armi, all’armi!
LE GUARDIE interno
All’armi!
Scena undicesima
Inquilini, le guardie, Anaide, Beaupertuis, Fadinard, il caporale, corteo di nozze,
Elena, Coro, Nonancourt.
(Le guardie escono dal posto di guardia. Della gente appare alle finestre e sulla
piazza in veste da notte con dei lumi. Durante il coro Fadinard sgancia il cappello
e lo porge ad Anaide che se lo mette in testa.)
INQUILINI e GUARDIE
Qual rombazzo - infernale!
Quest’è un pazzo - baccanale!
È indecente, - è un eccesso!
Quest’è gente - da processo!
Beaupertuis è riuscito finalmente a togliersi il cappello dal viso. Anaide, col cappello
di paglia in testa, viene avanti verso il marito, le braccia incrociate, con dignità.
ANAIDE
Finalmente ti trovo, marito!
BEAUPERTUIS annichilito
(È mia moglie!)
ANAIDE
Ah, così tu con me ti comporti?
89
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
BEAUPERTUIS
Ha il cappello!
se chiedo i miei invitati?
ANAIDE
Per le strade a quest’ora girar?!
BEAUPERTUIS
Proprio quello...
FADINARD
Proprio quello...
ANAIDE
Mentre io aspetto da mia cugina Amalia...
BEAUPERTUIS minaccioso
Da tua cugina Amalia...
FADINARD
È di paglia!
BEAUPERTUIS con veemenza
Uscita all’alba per dei guanti di Svezia...
quattordici ore per una tale inezia...
casa e marito lasciare ti pare bello?
CORTEO DI NOZZE
Ah finalmente fuori siam
dall’esecrabile prigion!
Il caro sposo ringraziam:
noi l’abbracciam con tutto il cuor!
LE GUARDIE
O miei signor,
venite fuor,
voi siete già
in libertà.
Il corteo di nozze circonda Fadinard e tutti cercano di abbracciarlo. Nonancourt ed
Elena escono dal posto di guardia e vanno incontro a Fadinard.
NONANCOURT
Genero mio, t’abbraccio!
FADINARD e CORO
Ha il cappello!
FADINARD
Elena!
Scena ultima
Nonancourt e detti, poi corteo di nozze, Vézinet, Felice.
ELENA
Fadinard!
Elena e Fadinard si abbracciano.
NONANCOURT appare alla finestra del posto di guardia
Tutto... a posto!
Tutto ho saputo dal tuo lacchè:
o genero mio, sono fiero di te.
Sei stato un bel cavalier,
galante e nobile inver.
Ma un altro gesto tu devi fare:
dalla prigione tirarci fuor.
FADINARD rivolgendosi al caporale
Signor, sono indiscreto
90
CAPORALE
Ma le pare?
(gridando)
Gl’invitati in libertà!
Le guardie fanno uscire dal posto di guardia il corteo di nozze, con Vézinet e Felice, che porta i pacchi con i doni di nozze.
VÉZINET riconoscendo il cappello in testa ad Anaide
O ciel! ma questa signora...
FADINARD
Stia zitto! Vada alla malora!
BEAUPERTUIS
Lasciatelo parlare.
(a Vézinet)
Come diceva?
91
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO
VÉZINET
Ha il cappello!
CORO e SOLI
Finita è l’avventura,
andate a letto a riposar,
la notte dolce e pura
al vostro amor sorriderà.
Andate a riposar!
Andiamo a riposar!
Beaupertuis e Anaide escono in carrozza, seguiti da Emilio e salutati da tutti. - Gli
inquilini, le guardie e il corteo di nozze escono a poco a poco. - Fadinard ed Elena
entrano in casa, seguiti da Felice coi pacchi e i regali. - Nonancourt, commosso, rimane qualche tempo a guardare gli sposi. - Nella casa di Fadinard si illumina una
finestra.
BEAUPERTUIS
Sì, avete ben ragion: ho torto.
Ha il cappello.
Beaupertuis bacia la mano ad Anaide.
TUTTI
Ha il cappello,
ha il cappello!
Il cavallo addenta il cappello di Anaide. Tutti gettano un grido. Alcuni accorrono a
rimettere il cappello in testa ad Anaide. - Elena va vicino a Fadinard che la prende
fra le braccia.
FADINARD ed ELENA
Finita è l’avventura,
andiamo a letto a riposar,
la notte dolce e pura
al nostro amor sorriderà.
Lasciamo che gli amici
venga il sonno a ristorar:
il nuovo dì felici
svegli ancor ci troverà.
CORO internamente
Andiamo a riposar!
ELENA e FADINARD idem
Ah!
CORO
Andate!
ELENA, FADINARD, ANAIDE e BEAUPERTUIS
Andiamo!
NONANCOURT a Elena
Va’, figlia, va’,
l’amor ti consolerà,
e noi ritorniamo
a Charantonneau.
ELENA, FADINARD, ANAIDE e BEAUPERTUIS
Andiamo!
BEAUPERTUIS
Tu che sei la mia croce e il mio bene,
vien con me, torna al tuo focolar!
92
93
NEL M
DI PAGAGICO CAP
E ROTALIA DI LA PELLO
BICHE
Dinko
Fabris
E se non fosse solo la comicità il segreto di questa “farsa musicale” considerata,
a seconda dei tempi e dei critici, il capolavoro o, anche, il capolavoro mancato
di Nino Rota? Certo, il risultato è che da mezzo secolo il pubblico, alquanto annoiato, dei teatri lirici italiani ed europei ha riscoperto con Il cappello di paglia
di Firenze l’effetto terapeutico del ridere garbato e leggero, mai sopratono, della
commedia musicale e dell’operetta, generi musicali passati alla dimensione sacrale
dei reperti del passato e goduti con composta serietà in serissimi festival e rassegne. Di quest’opera esistono documentazioni ricche che possono sembrare esaustive, dalla musica a stampa ai libretti delle tante riprese, dall’incisione
discografica alla ripresa video. Quando però si approfondisce il livello di analisi
si scopre che non esistono studi di riferimento, che tutta la conoscenza sull’opera
è affidata a un riassunto di rassegna stampa che parte dalla “prima” di Palermo
del 1955 e sembra ripetersi ipnoticamente uguale a se stessa fino alla ripresa a
Reggio Emilia e Parma del 1986, per non aggiungere poi più nulla, se non autocitazioni. Questo è in generale il destino di Rota compositore: nell’assoluta assenza di un percorso analitico, la nostra conoscenza è basata sugli aneddoti,
sulle interviste, sui ricordi e qualche recensione. Non entra più in questa discussione il fatto che Nino Rota sia noto principalmente per le sue tante colonne sonore cinematografiche: la produzione non filmica del compositore s’intreccia così
fortemente e volutamente con quella produzione da impedire ogni rigida categorizzazione. Ma anche così, non si avanza di molto nelle nostre conoscenze.
Una ragione di questa assenza di studi può derivare dal timore da parte degli studiosi di impaludarsi nelle più insidiose sabbie mobili: il miraggio di poter orga94
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / NEL MAGICO CAPPELLO
nizzare in maniera sistematica la struttura musicale delle composizioni di Rota seguendone stili, modelli, plagi, autoplagi e citazioni, senza poterne spiegare i
comportamenti se non come ironia e dissacrazione.
Il nostro cannocchiale aristotelico, puntato sul Cappello di paglia di Firenze, si
propone di interpretarne alcuni segni come indizi di un eventuale metodo compositivo o, più azzardatamente, di possibili motivazioni e aspettative dell’autore
e di chi gli era intorno. Sulle origini del Cappello di paglia di Firenze, infatti, sappiamo pochissimo e anche la consueta aneddotica è stranamente assente: eppure
si tratta della composizione non filmica più famosa e più spesso rappresentata di
Nino Rota. Cominciamo a riassumere quel che si conosce.
Verso il 1945, secondo quanto raccontato dallo stesso Rota a Guido Vergani, il
compositore aveva già completato la partitura del Cappello di paglia di Firenze,
avendola fatta ascoltare al pianoforte al maestro Cuccia: quando questi, dieci
anni dopo, divenne sovrintendente del Teatro Massimo di Palermo, si ricordò di
quell’ascolto che evidentemente lo aveva colpito favorevolmente e inserì l’opera
nel cartellone del teatro, ricorda il compositore, “senza avvisarmi”1. La stesura
originale, secondo De Santi, deve essere avvenuta nelle due estati del 1944 e del
1945, a Torre a Mare (placido borgo marinaro a sud di Bari, sede estiva prediletta
da Rota e dalla cerchia dei suoi più intimi amici baresi)2. Ma ancora non è chiaro
a quale scopo Nino Rota, con l’aiuto della madre Ernesta Rinaldi, abbia deciso di
tradurre e adattare il testo di un vaudeville ottocentesco reso assai celebre da una
trasposizione nel cinema muto di René Clair (1927), trasformandolo nel libretto
di un’opera comica per la quale non risulta alcuna committenza. Si può comprendere la scelta del soggetto fantastico di Ariodante per il Teatro Regio di Parma
nel 1942 e di quello tragico di Torquemada, opera scritta nel 1943 e non eseguita:
in entrambi i casi si era nel culmine della tragedia bellica in Italia, alla quale Rota
reagiva con due strade antitetiche, la fuga nel sogno ariostesco nel primo caso,
l’asfissiante oppressione del dramma dell’Inquisizione nell’altro. Forse Il cappello
di paglia di Firenze potrebbe aver risentito dei benefici effetti dell’uscita della Puglia dalla linea di guerra, nel 1943, con l’occupazione alleata che, peraltro, aveva
trasformato i teatri di Bari in sale di avanspettacolo per il divertimento delle
truppe. In tutti i casi la scelta del testo di Eugène-Marin Labiche, presentato con
la collaborazione di Marc-Antoine-Amédée Michel a Parigi nel 1851, non fu casuale
e non restò isolata: nel 1950 Rota tornò a rielaborare un soggetto di Labiche, Les
Deux timides del 1860, che divenne l’atto unico I due timidi su libretto di Suso
Cecchi D’Amico3. Chi era Labiche?
In una autobiografia di poche decine di righe, inviata a un quotidiano parigino
poco prima della morte avvenuta nel 1888, Eugène Labiche, nato a Parigi nel
1815, riassumeva la sua fortunata carriera teatrale in poche frasi: aveva debuttato nel 1838 al Palais-Royal dove era stato allestito anche il suo ultimo spettacolo, nel 1877. Un Chapeau de paille d’Italie, rappresentato per la prima volta a
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IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / NEL MAGICO CAPPELLO
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / NEL MAGICO CAPPELLO
Parigi nel 1851, fu definito da Sarcey “una rivoluzione nel vaudeville”, per il suo
ritmo indiavolato e la freschezza delle situazioni narrate. Autore di centinaia di
lavori teatrali (“plus de 300” secondo Thibaudet), Labiche aveva sviluppato una
forma di mancanza di sicurezza e autostima per cui si avvaleva quasi sempre di
collaboratori che in realtà svolgevano un ruolo marginale nella elaborazione di un
testo, quello di correggere ed eventualmente adattare una pièce (abitudine quasi
maniacale che richiama fortemente quella di Nino Rota di comporre sempre con
qualcuno al suo fianco, pronto a giudicare le sue improvvisazioni). A Marc Michel
(1812-1868) toccò l’incarico di supervisionare Un Chapeau de paille d’Italie, uno
dei più fortunati e più rappresentati vaudevilles di Labiche. Ottenuta una posizione agiata grazie a un conveniente matrimonio, Eugène Labiche si dedicò nei
successivi quarant’anni alla ironica e spesso impietosa descrizione della vita quotidiana della borghesia del suo tempo. Un Chapeau de paille d’Italie fu il suo primo
grande successo, attribuito dai contemporanei alla novità assoluta del parossismo
ritmico del succedersi degli avvenimenti in una sola ‘folle giornata’. Divenuto
ricco e famoso, negli anni successivi continuò a produrre decine di commedie e
vaudevilles di successo, mentre personalmente concentrava i suoi interessi sulla
campagna e la letteratura: divenuto sindaco di Sauvigny, resistette all’occupazione prussiana del 1870 e dieci anni più tardi fu nominato Accademico di Francia. Il successo delle pièces teatrali di Labiche, sopravvissute alla morte dell’autore
fin addentro al Novecento, e presentate ripetutamente anche in Italia da diverse
compagnie perfino dopo la seconda guerra mondiale, non può spiegare l’interesse
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IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / NEL MAGICO CAPPELLO
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / NEL MAGICO CAPPELLO
di Rota per questo testo. Forse è più plausibile che il tramite sia stato offerto
dalla celebre versione cinematografica di uno dei più grandi registi del cinema,
René Clair (pseudonimo di René-Lucien Chomette, nato a Parigi nel 1898). Questi realizzò a sua volta il suo primo grande successo professionale proprio con Un
Chapeau de palle d’Italie, nel 1927, e l’anno immediatamente successivo adattò
una seconda pièce di Labiche, Les Deux timides, che anche Rota avrebbe poi utilizzato. Se negli anni Cinquanta del Novecento, al momento della “prima” dell’opera rotiana, la notorietà del Chapeau di Clair era ancora elevata, come si rileva
in tutte le prime recensioni del Cappello, lo era molto di più nel momento in cui
il compositore si accingeva a musicare il testo di Labiche. E in quegli anni intorno
al 1945 Nino Rota vantava già nel suo curriculum una dozzina d’anni di esperienza nella composizione di colonne sonore. Questa attività era infatti iniziata,
quasi per caso, nel 1933 con la sonorizzazione di Treno popolare di Raffaello Matarazzo. Chiamato dopo alcuni anni a collaborare stabilmente con la Lux Film, su
invito esplicito dei musicologi Fedele D’Amico e Guido Gatti, per lo stesso regista realizzò poi le colonne sonore di Giorno di nozze (1942) e Il birichino di papà
(1944), mentre avviava la sua stabile collaborazione con Renato Castellani (da
Zazà del 1942 a Sotto il sole di Roma del 1951) e con Mario Soldati (da Le miserie del signor Travet del 1946 ai tanti documentari e sceneggiati televisivi)4. Qualche critico si è stupito della capacità di René Clair di esprimere in un film muto
i ritmi vorticosi della pièce di Labiche (peraltro carica di riferimenti espliciti agli
interventi musicali); considerando nel contempo la partitura di Rota - a metà
degli anni Quaranta - quasi profetica della futura vocazione del compositore di celebri colonne sonore5. In realtà non sappiamo quanto la partitura originale, composta dieci anni prima dell’allestimento di Palermo, come più volte dichiarato
dallo stesso compositore, corrispondesse alla versione definitiva stampata da Ricordi nel 1956. Tra le molte testimonianze dirette più volte citate nella scarna bibliografia critica esistente sul Cappello di paglia di Firenze, riportiamo qui di
seguito il meno noto testo di una intervista a Nino Rota pubblicata in occasione
della ripresa al Teatro Verdi di Trieste del Cappello nel 19606:
Tra la composizione, nell’oasi di Torre a Mare, dell’opera Torquemada e la stesura
del Cappello di paglia, Rota si era trovato bloccato con la madre a Roma nel momento più tragico che precedette la liberazione alleata, tanto da allarmare i suoi
colleghi al Liceo Musicale di Bari (dove Rota insegnava armonia dal 1939). In
quel periodo di forzato isolamento a Roma, Rota ebbe comunque la possibilità
di lavorare con intensa energia alla musica di un film e di uno spettacolo teatrale. Il film era il già citato Birichino di papà di Matarazzo, dalla trama esile e
convenzionale e destinato a un immediato oblio; lo spettacolo invece era una
rivista di avanspettacolo intitolata Il suo cavallo, concepita con grande coraggio e intelligenza dalla coppia Castellani e Steno con un cast di prim’ordine e le
coreografie di Milloss, che si trasformò in un clamoroso fiasco. Deluso dall’accoglienza di questi lavori e anticipando un procedimento che fu poi costante
nella sua produzione artistica, Rota decise di riutilizzare in veste a lui più congeniale e per propria soddisfazione la maggior parte delle melodie che aveva
profuso nelle rispettive colonne sonore ed è forse per questo motivo che nacque
Il cappello di paglia di Firenze. Sappiamo infatti che nel 1947 il compositore riutilizzò ancora una sua partitura per un film del 1943, La donna della montagna
di Castellani, nel primo tempo della sua Sinfonia sopra una canzone d’amore e
poco dopo, con una disinvoltura degna di un compositore barocco, uno dei temi
principali confluì ancora in una colonna sonora cinematografica, quella di The
Glass Mountain di Henry Cass (1950), suo primo successo internazionale10. Ricordiamo infine che dalla Sinfonia sopra una canzone d’amore sono tratti anche
i temi principali del Gattopardo di Visconti. La serie di rimandi è intricata, e
coinvolge la delicata questione dei confini tra autoimprestiti, citazioni e palesi
quanto involontari plagi11.
Tutti questi elementi devono essere tenuti presenti per inquadrare il caso del Cappello di paglia. Alcuni indizi ci inducono a credere che il manoscritto composto
a Torre a Mare subito dopo la guerra abbia subito numerose e importanti modifiche prima di essere presentato al pubblico di Palermo nell’aprile 1955. Lo prova,
ad esempio, l’inserimento nello stretto finale del Cappello di paglia del tema dello
Sceicco bianco, prima colonna sonora per Fellini, composta ben dopo il 1945 (il
film è del 1952). Ma soprattutto è interessante il processo di graduale trasformazione della struttura del testo originale di Labiche in libretto d’opera, testimoniato da documenti finora mai collezionati conservati nel Fondo Rota presso
la Fondazione Cini di Venezia12. Tra le numerose versioni della partitura del Cappello di paglia di Firenze e del materiale connesso alle varie rappresentazioni italiane e straniere (libretti, recensioni, appunti), i seguenti documenti si presentano
particolarmente significativi per la genesi e le successive trasformazioni del testospettacolo:
Per quest’opera - ci diceva il maestro - mi sono valso anche della valente collaborazione di mia madre (la compianta signora Ernesta)7. Non avevamo altro in mente
che portare una nota di colore, una nota allegra nel teatro lirico, senza trascendere
nel grottesco, o invadere il campo dell’operetta. Volevamo divertire, commentando
la farsa con melodie orecchiabili e infondendovi uno spirito di sapore ottocentesco
con un tantino di spregiudicatezza ‘boulevardière’, e ossigenare con l’operettistica
del nostro tempo. La trama stessa è divertentissima: ha tutti gli ingredienti ‘éclatants’ di sicuro effetto comico.
Quest’opera [...] la scrissi nel ‘45 e nel ‘54 [sic! aprile 1955] venne lanciata dal Massimo di Palermo. Alla Piccola Scala di Milano venne presentata per due anni di seguito, poi alla Fenice di Venezia, a Bari e in altri massimi teatri...
98
1. Correzioni, espunzioni e aggiunte manoscritte autografe di Nino Rota apposte
su libretti editi da Ricordi, Milano 1955.
2. Fogli aggiunti o separati contenenti varie e differenti versioni intermedie, per99
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / NEL MAGICO CAPPELLO
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / NEL MAGICO CAPPELLO
lopiù successivamente espunte, di alcune scene chiave dell’opera: in particolare
la scena delle Modiste e la scena in casa di Beaupertuis.
3. Libretto con il nome “Strehler” sul frontespizio, probabilmente utilizzato dal
regista per una delle due edizioni del Cappello da lui curate alla Piccola Scala di
Milano nel 1958 e nel 1959.
4. Indicazioni registiche in forma di disegni e abbozzi, con lettera di accompagnamento non firmata in francese, inviata da Parigi (a Rota?) da un regista poi
sostituito da altri: insieme con il materiale preparato fino ad allora, c’è l’augurio
di portare un giorno Il cappello di paglia di Firenze a Parigi.
numerose trasformazioni non soltanto in occasione della prima rappresentazione
di Palermo, ma anche dopo che il testo e lo spartito per canto e pianoforte vennero pubblicati da Ricordi, rispettivamente nel 1955 e nel 1956. Tra i fogli in cui
si rimaneggiano le citate scene delle Modiste (Intermezzo prima di Atto II, poi
primo quadro dell’atto) e di casa Beaupertuis (Atto III, prime scene) si riconoscono proposte autografe di Rota, proposte probabilmente di mano di Ernesta
Rota e infine una serie di integrazioni e soluzioni alternative proposte dalla sceneggiatrice Suso Cecchi D’Amico13. L’impressione che si ricava dall’esame di questi rimaneggiamenti è che in un primo momento il libretto rispettasse molto più
da vicino le situazioni e le soluzioni del vaudeville originale di Labiche, forse seguendo una delle traduzioni italiane da poco stampate (conosciamo le edizioni
Dall’esame di questo materiale risulta evidente che il libretto del Cappello ebbe
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IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / NEL MAGICO CAPPELLO
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / NEL MAGICO CAPPELLO
apparse a Torino nel 1951, a cura di V. Guerriero e a Roma nel 1953, a cura di F.
Savio, ma è possibile che i Rota ne avessero utilizzato anche una più antica o
forse una edizione in francese). I fogli aggiunti di mano di Nino Rota, per esempio, riportano l’inizio dell’Atto II ancora come esso è presentato da Labiche: il
promesso sposo Fadinard, nella sua ricerca affannosa del cappello di paglia italiano, entra trafelato in un ‘salon de modiste’ e qui s’imbatte in Clara, sua recente fidanzata abbandonata senza spiegazioni, che gli chiede ragioni e, con
ipocrisia tutta borghese, l’antieroe le promette prima di portarla a cena (nella
serata delle sue nozze con Elena!) e poi addirittura di sposarla in cambio del sospirato cappello. Questa situazione in Labiche si protrae per diverse scene dell’Atto II, con intervento di altri personaggi e addirittura irruzione del corteo
nuziale nel negozio. Nell’abbozzo di Rota invece la scena si conclude in due pagine dopo un breve dialogo con le parole di Fadinard: “A Passy? A Passy! Amore!
(bacia Clara)”. Questa situazione pesantemente immorale, sia pur in chiave comica, forse non piacque alla madre di Nino, Ernesta Rota o non fu ritenuta idonea al nuovo spirito dell’opera da presentare a Palermo14. Nella versione
definitiva tutto viene riportato a un informale dialogo tra Fadinard e un’anonima
Modista a lui ignota, concludendosi con le parole: “A Passy... a Passy! Angelo!
(Fadinard abbraccia la Modista ed esce di corsa)”. Addirittura l’intera sezione è
divenuta un Intermezzo tra gli Atti I e II, anche per non interrompere la sfrenata corsa per Parigi del corteo nuziale, momentaneamente rimasto fuori campo.
Varianti significative intervengono soprattutto nelle due scene più comiche dell’opera, l’esibizione musicale per la Baronessa di Champigny e la casa di Beaupertuis con l’episodio dei piedi nella tinozza e dello scambio di scarpe effettuato
dal suocero di Fadinard. Nel primo caso, dovremo ricordare che nell’originale
francese di Labiche, già ricolmo di situazioni musicali esplicite, questo episodio
costituisce un condensato di tutto quel che rappresentava a Parigi la musica
italiana nel 1851 (Atto III, scene 1-6): Fadinard è scambiato per il cantante di
moda, “le fameux Nisnardi de Bologne”, un tenore appena giunto a Parigi e già
celebre. Il cugino della Baronessa, che ha non per caso il nome italiano di Achille
de Rosalba, si entusiasma nel ricevere ‘un confrère’, essendo anch’egli dilettante
di musica. Nel grossolano equivoco Fadinard dapprima si stupisce di essere considerato un musicista e per di più italiano, poi cerca di stare al gioco mentre la
Baronessa esalta la musica italiana:
gnato al pianoforte dal suocero Nonancourt, che crede di strimpellare per il matrimonio, con il coro rozzo di tutto il corteo nuziale. Non compare il vero cantante
italiano atteso dalla Baronessa, che è dunque tutta invenzione efficacissirna dei
Rota. Nel libretto Ricordi del 1955, conservato nel Fondo Rota, il nome del musicista atteso dalla Baronessa - pur trasformato già in violinista e non più tenore
- è ancora Nisnardi, ma la mano di Nino Rota lo corregge in Minardi, nome che
resterà poi nella versione definitiva della partitura e che si presta assai più al
suono dei versi chiave di questo episodio:
BARONESSA
FADINARD
BARONESSA
Convenez que c’est une belle chose que la musique!...
Ne m’en parlez pas! La musique! La musique! La musique!...
Pourquoi ne faites vous pas travailler Rossini, vous?...
Qu’est ce que vous pensez d’Alboni?...
Saluez, voici, le fameux Nisnardi...
Rival do grand Rubini... le rossignol de Bologne
E nel finale assurdo della scena, Labiche fa cantare davvero ‘Fadinardi’ accompa102
FADINARD
MINARDI
(a parte) (Se non dicevo d’esser Minardi /
mi cacciavano via senza riguardi) (II, 5)
(si mette a suonare) Io son Minardi / spero che non sia tardi (II, 10)
Il libretto del Cappello di paglia di Firenze sacrifica molti altri momenti sguaiatamente comici e numerose situazioni apertamente musicali del vaudeville di Labiche, ma soprattutto le pesanti allusioni erotiche che pervadono tutta la folle
giornata di Fadinard e dei suoi invitati. Il testo di Nino ed Ernesta Rota è una ulteriore riprova della predilezione per il candore infantile dell’atmosfera di sogno
delicato che pervade un Ottocento idealizzato. Ricordiamo rapidamente quali
siano le principali caratteristiche di ispirazione stilistica nella struttura generale
dell’opera:
0uverture
Di sole 66 battute, ‘provocatoriamente’ nella tonalità di do maggiore e Allegro,
contiene i temi conduttori dei punti principali dell’opera. Il primo è la scala vorticosa di crome e semicrome ricavata dalla Cavatina di Rosina nel Barbiere di Siviglia di Rossini. Poi accordi ritmicamente incalzanti. Infine tema del corteo
nuziale (“Tutta Parigi noi giriam”).
Atto I
1. In casa di Fadinard, il dialogo tra Felice (cameriere) e Vézinet (zio sordo), riproduce la serie di equivoci tipici della commedia dell’arte filtrata attraverso
l’opera comica settecentesca. L’atmosfera sonora evoca l’Ottocento francese e in
particolare Offenbach. In Labiche compare anche la cameriera di Beaupertuis che
in Rota manca anche nell’Atto III.
2. Fa il suo ingresso il protagonista, Fadinard (in Labiche è descritto come un giovane borghese di 25 anni) che manifesta emozioni contrastanti per l’imminente
matrimonio e per il curioso episodio del cappello di paglia mangiato dal suo cavallo, che innesca tutta la vicenda.
3. L’aria di Fadinard sulle gioie del matrimonio è a metà strada tra lo stile comico di
Rossini e i picchi lirici e sognanti di Puccini. Da notare il ricorrere di un vocabolario ingenuo e infantile, tipico rotiano: “mogliettina”, “mia sposa gentil/ quasi april”,
“porcospino, suocero mio”, “nido... lindo e fresco come lei”, “amor... mattin”.
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IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / NEL MAGICO CAPPELLO
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / NEL MAGICO CAPPELLO
4. Il triangolo comico composto da Fadinard con la coppia degli amanti Emilio e
Anaide, sopraggiunta alla ricerca del distruttore del cappello, da cui esigono la
risoluzione della faccenda, è una tipica situazione musicale rossiniana.
5. Il suocero Nonancourt si presenta con le stesse parole di Labiche: “Tutto a
monte!” e con il realismo-nonsense della comicità rossiniana: le scarpe di vernice
sono strette e lui le toglie continuamente.
6. Il primo incontro da soli dei promessi sposi, Fadinard ed Elena, è caratterizzato con frasi tipo “estasi d’amore” e atmosfere musicali alla Walt Disney (Cenerentola, Biancaneve)15, ma anche vicine al duetto d’amore nel finale dell’Atto I
dell’Otello di Verdi (si vedano, per esempio, le battute prima di 560, con cromatismi e modulazioni a catena).
7. Fa la sua prima apparizione il chiassoso corteo nuziale che accompagnerà il protagonista per tutta la folle giornata sul tema, anticipato dalla Ouverture, “Tutta
Parigi noi giriam”.
8. Anaide, personaggio ambiguo perché fortemente indiziata di tradire il marito
Beaupertuis col militare Emilio, canta nello stile di Desdemona come se difendesse la sua onestà.
Intermezzo (in realtà Atto II, scene 1-2)
Il coro delle modiste che intonano virtuosisticamente la stessa scala vorticosa
della Ouverture, ricavata dalla Cavatina di Rosina del Barbiere rossiniano, crea
uno straordinario effetto sincopato nel passaggio da una all’altra voce. Manca del
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IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / NEL MAGICO CAPPELLO
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / NEL MAGICO CAPPELLO
tutto il personaggio della modista Clara che, nell’originale di Labiche, si svela
come ex amante di Fadinard e da questi ancora corteggiata per ottenere il cappello. Manca anche un personaggio secondario, Tardiveau, militare e ragioniere,
commilitone del clarinettista Trouillebert, che alludono già alla scena finale della
gendarmeria.
nale rossiniano (Italiana in Algeri), è snocciolato da tutti i protagonisti e si mischia poi col tema del corteo.
Atto II
1-6. Il fondamentale episodio della Baronessa di Champigny con lo scambio di Fadinard per il violinista italiano Minardi (in Labiche il tenore bolognese Misnardi,
nome rimasto in versioni intermedie del testo di Rota). Situazioni sonore allusive
all’Italia da cartolina, evocata dalla Baronessa e dalle risposte comiche di Fadinard (terra di cappelli fatti per alimentare i cavalli). Valzer della Baronessa (anticipa quello celebre del Gattopardo). Preparazione del concerto: “Ecco a voi lo
Stradivario che Tartini sol sonò” e richiesta del cappello da parte di Fadinard. Atmosfera sonora giocata ironicamente sul riferimento ai drammi di Puccini.
7. Atmosfera improvvisamente cambiata per l’ingresso del suocero Nonancourt
con tutto il corteo nuziale che si abbuffa nella sala preparata dalla Baronessa per
gli ospiti del concerto.
8-9. Consegna del cappello sbagliato a Fadinard, crescita parossistica di tensione
ed equivoci fino all’arrivo a sorpresa del vero Minardi che, a eliminare ogni equivoco, si presenta suonando da virtuoso il violino. Da più parti si invoca l’intervento della polizia. In Labiche non compare il vero musicista (Misnardi) ma
Fadinard e il suocero si esibiscono in un pietoso recital con il coro del corteo
unito in maniera chiassosa ai veri invitati della Baronessa.
Atto III
1-6. Episodio in casa Beaupertuis, introdotto da 10 battute affidate ai soli fiati
dell’orchestra (fagotti, clarinetti e altri strumenti in tessitura bassa, situazione
tipicamente felliniana). Il padrone di casa con i piedi in una bacinella, mentre
entra Fadinard, crea un effetto comico irrefrenabile. Mentre in Labiche compare
la cameriera con un nome, Virginia, che dialoga con il padrone, in Rota manca
come la sua padrona. Grottesco contrasto con la musica dal ritmo quasi di marcia funebre da paese, che accompagna la curva psicologica di Beaupertuis, come
Otello, sospeso tra sospetti, gelosia e illusioni. Fadinard, affannato per le scale,
canta il tema sincopato della Ouverture iniziale sulle parole staccate: “Gra-zie
tan-to un po’ d’a-cqua”. Equivoco delle scarpe scambiate dal suocero Nonancourt.
Le donne del corteo nuziale si presentano con corone di fiori cantando porzioni
del tema. Elena, credendosi nella nuova casa, si prepara per la notte ma esita a
distaccarsi dal padre: abbellimenti vocali come per le protagoniste rossiniane
(Rosina, Cenerentola).
7-8. Equivoco del racconto della signora col militare e il cappello mangiato dal
cavallo, che convince Beaupertuis che la moglie lo tradisce. Tutti escono dalla
casa rendendosi conto che non è quella giusta: “Io casco dalle nuvole”, tipico fi106
Intermezzo tra gli Atti III e IV
Una introduzione strumentale di sole 8 battute descrive, lenta e asmatica, la
stanchezza dei protagonisti che si avviano verso la vera casa degli sposi. Cadono
le prime gocce di pioggia del prossimo temporale e tutti aprono gli ombrelli.
Atto IV
1. Situazione di attesa con guardie e drappelli, e perfino l’indicazione in partitura di “campane di orologio”.
2. Temporale, esattamente come in un’opera di Rossini e nella stessa posizione
strategica, pur essendo piuttosto verdiano nel risultato sonoro. Il tema del corteo è esposto dalla tromba e mostra inaspettate anticipazioni del futuro tema
principale di La strada.
3-5. Situazione di attesa e in lenta progressione. Elena è ancora dubbiosa ma decide di affidarsi allo sposo Fadinard che però tarda a comparire: il suo canto “Mio
caro ben” è specularmente opposto al canto di Orfeo che cerca Euridice.
6. Tutti stupiti all’ingresso di Fadinard e a sua volta questi sbalordito nel riconoscere nel regalo dello zio Vézinet proprio il cappello di paglia che aveva cercato per tutta Parigi (“viva l’Italia!”).
7-10. Quando sembra che tutto possa risolversi per il meglio, le guardie portano
tutti in prigione: il coro maschile delle guardie è modellato sul Barbiere di Rossini. Si cerca una soluzione per salvare Anaide, poiché il marito si presenta a casa
di Fadinard. Ancora frasi ingenue, da operetta (Emilio: “conosco il maresciallo”;
Fadinard: “allor siamo a cavallo”).
11. Confusione generale tra corteo incarcerato e guardie. Torna il tema sincopato, per accordi, della Ouverture iniziale. Anaide, ottenuto avventurosamente il
cappello da Fadinard, può affrontare il marito ed umiliarlo per i suoi sospetti infondati.
12. Il suocero, appresa la vera storia, si compiace con Fadinard e per la prima
volta inverte la sua frase ricorrente in “tutto a posto”. Il corteo liberato si esprime
con un testo davvero inelegante: “fuori siam dell’esecrabile prigione”. A questo
punto i due sposi possono allontanarsi dagli altri (Sposi: “andiamo”; Corteo: “andate”) e concedersi un duetto amoroso, ancora in stile Walt Disney. Bella vocalità di Elena, sempre con abbellimenti e ghirigori come Biancaneve.
Il duetto conclude in maniera leggera e con toni smorzati la vicenda16.
Quando l’opera andò in scena a Palermo per la prima volta, la madre Ernesta era
morta da poco e a lei, ‘musa ispiratrice’, Nino dedica la rappresentazione. La partitura stampata da Ricordi è invece dedicata “a Guido M. Gatti”, uno degli ‘angeli
custodi’ di cui Rota cercava di circondarsi costantemente. Non siamo d’accordo
con chi ha visto nel Cappello di paglia di Firenze una struttura profeticamente ‘ci107
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / NEL MAGICO CAPPELLO
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / NEL MAGICO CAPPELLO
nematografica’ di Rota, anche perché la sua coautrice e dedicataria, la madre Ernesta, non avrebbe tollerato alcuno scadimento in quella che allora considerava
una occupazione necessaria dal punto di vista economico, ma non onorifica17.
Del resto lo stesso Níno Rota dichiarava a Trieste in occasione della ripresa del
Cappello nel 196018:
NOTE
1. Guido Vergani, Intervista a Nino Rota (1978), inedito parzialmente cit. in Pier Marco De
Santi, La musica di Nino Rota, Laterza, Bari 1983, p. 58.
2. Ibid.: secondo questo autore l’opera fu composta “per divertimento - come diceva Rota
- e per il gusto di cimentarsi in ‘un’opera buffa, comica, quasi operettistica’”. Sul rifugio
di Torre a Mare si veda Dinko Fabris (a cura di), Nino Rota compositore del nostro tempo,
Istituzione Concertistica Orchestrale della Provincia di Bari, Bari 1987, pp. 21-23.
3. Molto ci sarebbe da dire sulle affinità o le complementarità del testo dei Due timidi
(1950) rispetto al Cappello di paglia di Firenze. Non può sfuggire la circostanza per cui entrambi sono vaudevilles di Labiche trasformati in capolavori cinematografici senza sonoro
da René Clair, e poi recuperati a distanza di pochi anni l’uno dall’altro da Nino Rota. In-
... Abbiamo avuto spontanea l’idea di chiedergli quali dei due lavori preferisce: teatro o cinerna. È naturale - ci ha risposto il maestro - che la mia predilezione vada
all’opera lirica. Nei film bisogna ascoltare i registi, nell’opera solo se stessi...
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IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / NEL MAGICO CAPPELLO
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / NEL MAGICO CAPPELLO
fine il libretto dei Due timidi di Rota fu approntato da Suso Cecchi D’Amico, che come indichiamo in questo saggio contribuì anche alla stesura del libretto del Cappello di paglia
di Firenze.
4. De Santi, La musica di Nino Rota cit., pp. 33-47.
5. “... Questo cappello da cui sortono uno dietro l’altro i casi straordinari a sì serrato ritmo
da meravigliare che il cinema prima della musica abbia pensato a farlo proprio. Nel 1927
René Clair ne trasse infatti un film muto. E chi ancora ricordi questo per averlo visto allora o in qualche retrospettiva, meglio misurerà il nuovo della versione lirica. Com’è noto,
Nino Rota è anche uno dei migliori fra i nostri compositori cinematografici: esperienza o
meglio vocazione (giacché l’opera fu concepita tra il 1945 e il 1946, quando pochi erano
i suoi film) di cui è avvertibile la traccia nel dosaggio delle scene, nell’accortezza di adeguare il passo della musica a quello della vicenda senza cadere in squilibri”. Testo di Emilia Zanetti nel programma di sala della “prima” di Palermo, Teatro Massimo, stagione lirica
1954-1955.
6. Aldo Priore, Il maestro Nino Rota a Trieste per la prima volta, in “II Piccolo sera”, 9 febbraio 1960.
7. Possiamo seguire la lunga gestazione del Cappello di paglia grazie alle lettere e ai frammenti del diario di Ernesta Rota pubblicati recentemente dall’Archivio Nino Rota: Francesco Lombardi (a cura di), Fra Cinema e Musica del Novecento: il caso Nino Rota dai
documenti, 0lschki, Firenze 2000. La prima citazione è in una lettera di Nino Rota alla cugina Titina Rota del novembre 1945 da Torre a Mare: “... Il cappello di paglia è ancora allo
stesso punto. Spero di dargli una spinta qui, così come ad altre mie cose... sempre senza
scopo pratico, perché mi sembra tutto così caotico in questi tempi” (p. 24); dal diario di
Ernesta: “Ieri, con Nino, abbiamo ripreso Il cappello di paglia di Firenze con indicibile
compiacimento. Qualche paginetta l’abbiamo messa giù...” (Roma, 22 gennaio 1946; “...
Nino non mi molla mai con questa sua Opera...” (Roma, 1° febbraio 1946); “... Dopo, volammo a casa [D’Amico] per ponzare un po’ sul nostro Cappello di paglia di Firenze, pel
quale sono benemerita, perché non c’è parola e nota che non sia stata vagliata da me.
Viene carino e gustoso all’estremo” (2 febbraio 1946); “Continuiamo con Nino l’allegra fatica del Cappello di paglia, che viene un capolavoro di festività e di letizia” (Torre a Mare,
4 marzo 1946); “... ci mettemmo al piano e tirammo giù una scenetta del Cappello, che procede più lieto e festoso che mai... Prudenzina [Giannelli], sempre intelligente, proponeva
ieri che Il cappello di paglia di Firenze fosse dato per il cinema: non è un’idea malvagia,
perché oggi è il film che si impone e i mezzi di cui dispone il cinema sono superiori alle
possibilità del Teatro Lirico: è vero che il soggetto è già stato filmato in America e altrove,
ma che importa?” (Torre a Mare, 5 aprile 1946); “... Dopo andai da Nino, dove finalmente,
abbiamo apposto la parola - Fine - all’ultima nota de Il cappello di paglia di Firenze. Data
memorabile: 27 aprile 1946, da incidere a caratteri indelebili nella storia della produzione
musicale di Nino...” (Torre a Mare, 28 aprile 1946, pp. 32-33). L’ultima testimonianza della
madre, scomparsa prima di vedere allestita la loro creatura, è un’annotazione da Bari del
6 febbraio 1947: “Finalmente ho potuto avere l’eccelsa carta da musica atta a copiare Il
cappello di paglia di Firenze. Ottimo papiro, di cui occorrono sessanta fogli pari a L. 1200”
(p. 34). Questa copia era da mettere in relazione con un tentativo finora sconosciuto di
Rota di far rappresentare Il cappello di paglia in Svezia già nel 1946: “[Ninoj Fa copiare il
Cappello per spedirlo a un direttore d’orchestra a Stoccolma. Gli costerà un patrimonio”
(Milano, 17 luglio 1946, p. 34).
8. Fabris (a cura di), Nino Rota compositore del nostro tempo, cit., p. 23, lettera del direttore del Liceo Musicale “Piccinni” di Bari, Pasquale La Rotella, “Al Maestro Nino Rota,
Albergo Dragoni, Roma” in data 12 luglio 1944: “Caro Rota, non puoi credere quanto gradita mi sia giunta la tua lettera da Roma, dopo essere stato per lungo tempo non poco
preoccupato per la tua sorte, privo com’ero di qualsiasi tua notizia. Noi tutti del Liceo abbiamo molto spesso pensato a te, e dopo la liberazione di Roma si sperava di vederti da
un momento all’altro ritornato fra noi [...] finalmente abbiamo potuto apprendere le
prime notizie buone di te e della tua cara mamma. Quanti sacrifici, vero? Che tragedia!
Ma sapremo certamente riprenderci, e intanto, possiamo ringraziare il Signore che ci ha
serbati in vita [...]”.
9. De Santi, La musica di Nino Rota, cit., pp. 41-46.
10. La trama del film si presta particolarmente al gioco di rimandi col mondo della musica
classica cui appartiene Rota: il protagonista, un ex soldato inglese, compone un’opera intitolata The Glass Mountain come ricordo della felicità conosciuta nelle montagne italiane
durante la guerra, ma quando l’opera sta per essere rappresentata alla Fenice di Venezia,
l’aereo dove viaggia per raggiungerlo la sua compagna da Londra si schianta proprio sulla
Montagna di cristallo.
11. Nino Rota fu spesso accusato dai critici di utilizzare con troppa nonchalance citazioni
letterali dai suoi ‘modelli’ ottocenteschi. e in alcuni casi di avere effettuato plagi che furono provati come assolutamente involontari. Si pensi alla dolorosa vicenda della musica
per Il padrino (1972) che fu esclusa dall’Oscar perché ricavata da un’altra colonna sonora
dello stesso Rota, Fortunella, e subì anche un processo per plagio, del tutto infondato; la
consolazione venne dal Padrino - parte II (1974), che valse a Rota il Premio Oscar (cfr.
Paolo Fragapane, Un preteso plagio di Nino Rota, in La musica allo specchio dell’oratione.
Saggi intorno alla musica e alla lingua, Suvini Zerboní, Milano 1988, pp. 9-16). Sul metodo
compositivo ‘onnivoro’ di Níno Rota si veda Dinko Fabris, La musica non filmica di Nino
Rota: ipotesi di catalogo, in Musica senza aggettivi. Studi per Fedele D’Amico, a cura di
Agostino Ziino, Olschki, Firenze 1991, II, p. 717 (e nota 31); inoltre Giordano Montecchi,
“Rota, Nino”, voce in The New Grove Dictionary of Music and Musicians, seconda ed. riveduta ed ampliata, a cura di S. Sadie, MacMillan, London 2001, XXI, p. 778.
12. Il Fondo Nino Rota, voluto dalla famiglia Rota-Blanchacrt, è affidato alle cure di Francesco Lombardi con la collaborazione, tra gli altri, di Nicola Scardicchio per la parte musicale. Ringrazio calorosamente i curatori per i tanti suggerimenti e in particolare il
professor Giovanni Morelli, responsabile della sezione musica della Fondazione Cini, per
avermi consentito di ottenere la riproduzione dei documenti e delle recensioni riguardanti
Il cappello di paglia di Firenze.
13. Su uno dei fogli scritti da questa terza mano, infatti, si legge un messaggio personale:
“Caro Pampero [?] io sarei per questa costruzione. Si concentri e ci pensi prima di bocciarla.
Mi sembra necessario che avvenga sulla scena qualcosa e qualcosa di comico. Saluti Suso”.
Nella scena in oggetto (Atto II, scena 8, palazzo della Baronessa di Champigny) si sug111
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geriscono integrazioni per nulla consone al ritmo dei versi del libretto, con introduzione
addirittura di un personaggio in più, la cameriera Clotilde. Nonostante la mano di Nino
Rota abbia ritoccato qua e là questa proposta di Suso Cecchi D’Amico, non resta alcuna
traccia di tale suggerimento nel testo definitivo stampato da Ricordi del Cappello.
14. In realtà esiste una versione differente della stessa scena di Fadinard e Clara di mano
probabilmente di Ernesta Rota, che proverebbe una serie di tentativi di adattare questo
personaggio all’opera musicale, prima di abbandonarlo.
15. Tra gli appunti autografi di Nino Rota per la verifica degli inserimenti musicali nel
primo rullo di pellicola del film di Fellini Lo sceicco bianco (1952), troviamo ricorrente
l’esplicito riferimento “Coro di bambini. Walt Disney”, “Coro di ragazzi. Walt Disney”, ecc.
per indicare appunto atmosfere musicali sognanti e infantili. Cfr. riproduzione del manoscritto in De Santi, La musica di Nino Rota, cit., p. 75.
16. Rota ha recuperato per il duetto “Finita è l’avventura” la melodia “A lume di candela”
dalla rivista Il suo cavallo (1944), che Mario Soldati aveva definito “la più bella melodia
d’amore di Rota” (De Santi, La musica di Nino Rota, cit., p. 47).
17. Nonostante l’apparente apertura a un’eventuale destinazione cinematografica del Cappello di paglia, ma per soli fini commerciali, suggerita da Prudenzina Giannelli, cit. alla
nota 7, nell’aprile 1946.
18. Priore, Il maestro Nino Rota a Trieste, cit.
LA ME
C
C
DEL RI ANICA
SO
LU CA
SCARL
IN I
BARONESSA DI CHAMPIGNY
“Il celebre Minardi, io aspetto più tardi...”
(Il cappello di paglia di Firenze, Atto II)
Per gentile concessione dell’Autore e del Teatro Regio di Torino
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE NELLA RETE
Loredana Lipperini
Naturalmente l’opera di Nino Rota è presente in diverse versioni su YouTube. Per
esempio in quella, rappresentata alla Scala, con Giovanni Furlanetto ed
Elizabeth Norbert-Schulz: http://www.youtube.com/watch?v=D0dVelNhDcc.
Più variegato il percorso della farsa di Eugène Labiche e Marc-Michel da cui
l’opera è tratta, Un chapeau de paille d’Italie, che entrò rapidamente nel
repertorio italiano e venne assai corteggiata dal cinema.
Nel 1928 il regista René Clair ne trasse un film muto, che a gennaio 2011 è stato
dotato di nuovo accompagnamento musicale ed è visibile on line:
http://www.youtube.com/watch?v=0CzQgBwD6bU. Del film esiste anche un
remake del 1944 diretto da Maurice Cammage, protagonista Fernandel.
Qui un frammento: http://www.youtube.com/watch?v=OSRLT57aF6s.
Per gli appassionati di Nino Rota e di cinema, impossibile, infine, tralasciare la
visione on line del finale di 8½ di Federico Fellini: http://www.youtube.com
/watch?v=SdGrOjAQ_gs
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Il vaudeville, che vive della commistione complessa di cronaca e ironia, è una
delle forme della spettacolarità più irriducibilmente françaises ed ebbe forse la
personalità più interessante proprio in Eugène Labiche, maestro di intrecci che
fustigavano ridendo la scimunita arroganza della borghesia rampante. È una vexata quaestio tentare di stabilire se, come voleva Philippe Soupault1, testimone
delle avanguardie storiche e pioniere degli studi moderni sull’autore francese,
egli fosse consapevole delle potenzialità eversive della propria opera o invece se
fosse completamente ed esclusivamente avvinto, insieme ai suoi numerosi e intercambiabili collaboratori, alle ferree necessità della cucina teatrale. Ovviamente,
nessun lavoro, per quanto astratto e legato a convenzioni, sta fuori dal ritmo del
proprio tempo, se esso ha un qualche valore, e il repertorio dell’autore del Chapeau de paille d’Italie dimostra fin da una prima lettura pungenti qualità di osservazione. Difficile infatti scordarsi di certi incisi malvagi del Viaggio del signor
Perrichon (che suona più o meno come “Pignatta” in antiche versioni italiane),
scriteriato turista alpino che si espone a rischi impossibili e che annuncia cosí
la decisione su chi tra i corteggiatori dovrà impalmare la figlia:
Badi che non cerco di sdebitarmi con lei... desidero rimanerle obbligato... perché
solo gli imbecilli non possono sopportare quel peso schiacciante che si chiama riconoscenza2.
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IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LA MECCANICA DEL RISO
Lo stesso vale per La Cagnotte, esilarante saga di un gruppo di provinciali che rompono il loro salvadanaio per una gita a Parigi di cui nessuno vuole confessare il vero
motivo e che diventa occasione di una vera e propria epica della sfortuna, tra un rovescio e l’altro, fino all’esilarante multipla agnizione finale. Gian Renzo Morteo, nella
prefazione all’edizione italiana, puntualizza efficacemente una delle principali caratteristiche di questo repertorio parlando di: “maschere borghesi, complesse, ma assolutamente non personaggi o spunti di personaggi realistici”3.
Vi è quindi in queste opere una vera passione per la meccanica del comico, eseguita
con inappuntabile precisione, secondo quanto Henri Bergson indagò con grande sottigliezza in Il riso; si tratta, in primo luogo, di una macchina che sfugge le lusinghe
del sentimento, per celarlo nelle pieghe di uno scambio indemoniato di comunicazioni spesso difettose (l’equivoco è elemento primario) e che, peraltro, spesso baratta allegramente la verosimiglianza con il ritmo. Basti in tal senso prendere in
esame proprio Un Chapeau de paille d’Italie, in cui il manesco Émile determina di
forza la caccia al cappello mangiato dal cavallo, creando un pretesto che risulta infine difficilmente credibile fuori dall’indemoniata sequenza di gags. In sintesi,
quindi, introducendo un parallelo visivo, il teatro di Labiche ha a che vedere non con
le coeve vivide immagini di cortigiane di Costantin Guys, né con il vigoroso realismo di Honoré Daumier, ma piuttosto con l’inquietante gusto del dettaglio di Grandville, che trattava intrighi sociali e atti del mondo animale con la stessa pungente
disinvoltura. La ferrea osservanza delle regole di palcoscenico fa pensare quasi alla
costruzione di un crescendo rossiniano, anche se Labiche non amava l’opera, che
aveva subíto in dosi massicce nel corso del suo giovanile Grand Tour e che sbertucciava sovente, preferendo di gran lunga la musica popolare (e non disdegnando, all’occasione, di danzare una tarantella). Nei suoi Carnets de route italiani del 1834,
egli parla più volte con ammirazione del San Carlo, ma liquida cosí l’esperienza melodrammatica: “danno I Normanni a Parigi [di Mercadante], è un’opera. Io dormo,
malgrado le numerose pulci” e in seguito, in occasione di un nuovo itinerario nel
1840, afferma, ancora più precisamente: “sono andato al San Carlo. Davvero un bellissimo teatro. Non credo che a Parigi abbiamo niente di paragonabile. Davano La
sposa fidanzata, musica di Pacini, ci hanno detto che era bella e abbiamo pensato
di andarci ad annoiare un po’. Mi ritrovo accanto a un appassionato italiano che mi
costringe ad ogni istante a esprimere la mia ammirazione dandomi colpi nelle costole, dicendomi Bello o Bella, a cui io rispondo con un Bellissima, Bellissimo. Vorrei trovare un altro vicino meno fanatico per dormicchiare un po’, se mi viene la
voglia”4. Di questo atteggiamento fa fede proprio nel Cappello la macchietta dell’esageratissimo tenore Nisnardi, talmente esagitato che possono tranquillamente appartenergli le richieste isteriche del cappello da parte di Fadinard, che viene d’altra
parte interrogato più volte sugli esiti del mondo operistico dalla squinternata Baronessa, che conclude la sua allegra disamina con un civettuolo: “perché non convince Rossini a tornare al lavoro?”5. Ciò non toglie, ovviamente, che, secondo
tradizione, tra una scena e l’altra compaiano anche qui i regolamentari couplets intesi a sottolineare e riassumere gli snodi della situazione. Peraltro, Labiche ebbe
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sempre interesse verso l’operetta e lavorò in questo ambito firmando titoli talvolta
fortunati, in genere presentati ai Bouffes Parisiens, come L’Omelette à la Follembuche (1859) su musica di Léo Delibes o Le Voyage en Chine firmato da François Emmanuel e Victor Bazin (1865). L’affinità con Jacques Offenbach, d’altra parte, era
ovvia e tra i due esisté effettivamente un bizzarro legame, in cui, peraltro, il compositore alsaziano si trovò talvolta perfino a fare da ‘agente’ per il drammaturgo, in
merito a certe traduzioni in tedesco; eppure il progetto più articolato, che avrebbe
dovuto siglare una collaborazione importante tra i due, tenacemente voluto dal direttore del Théâtre de Varietés, si trasformò a poco a poco in una pièce tout court
escludendo la musica e divenne Les Trente millions de Gladiator. I lavori di Labiche
hanno comunque goduto di una continuativa tradizione in musica e lo dimostrano,
ad esempio, Le nozze in prigione, che Emilio Usiglio trasse dal lavoro omonimo su
libretto di Zanardini (1881) o le operette (che hanno avuto una certa popolarità in
Francia) che Guy Lafarge ha tratto da Il cappello (1966) e da La Cagnotte (1983) o
ancora Le Roi Amatibou di Hervé (1968). In tutto il dorato quanto effimero mondo
del vaudeville, Labiche fu tra i pochi a non essere rapidamente accantonato e gli
toccò perfino l’onore di vedere raccolte tutte le sue numerose opere per i tipi di
Calmann Lévy e nel 1880 di essere infine nominato, per volontà di due insospettabili come Ernest Renan e Hyppolite Taine, accademico di Francia, ‘mestiere’ che
svolse con l’ironia sua solita. Di fatto la sua ricezione, con alti e bassi, non si è mai
interrotta; d’altra parte Dada e Surrealismo potevano ben trovare in queste pièces
elementi di loro interesse: un mondo sottosopra, una lingua ridotta sovente a sberleffo o infine in certi casi a mero rumore, un modo di agire automatico, tutti quegli elementi, in una parola, che faranno parte dei propositi e degli interessi principali
delle avanguardie storiche e che da noi determinarono l’adozione ammirata della furibonda comicità petroliniana da parte dei futuristi. Un vento che fa ridiventare Labiche di stretta attualità è quindi senz’altro da individuarsi nel dittico Un Chapeau
de paille d’Italie - Les Deux timides, firmati da un René Clair in stato di grazia, rispettivamente nel 1927 e nel 1928. Il primo film nacque da un suggerimento di
Marcel L’Herbier ed è segnato da una scelta decisamente marionettistica, con cinque teatrini (casa della sposa, casa dello sposo, strada davanti alla casa dello sposo,
luogo della cerimonia, casa di Beaupertuis) che collassano progressivamente gli uni
negli altri, mentre il secondo (accusato curiosamente da alcuni critici di “eccesso di
psicologia”), rivisita ancor più liberamente il canovaccio labichiano, con esiti notevolissimi (e potendo contare, come nel primo titolo, su uno strepitoso cast di attori). Il successo di questi lavori è enorme e l’effetto che si produce è a catena: a
New York, nel fulcro delle attività genialmente innovative del Federal Theatre Project, sepolto rapidamente dalle brucianti accuse di ‘antiamericanismo’ (ovvero in
più chiare parole di ‘comunismo’), trionfò Horse eats Hat, revisione sintetica del
testo labichiano presentata nel 1936 su adattamento di Orson Welles (anche in scena
con Joseph Cotten) ed Edwin Denby, decisamente ispirata al film di Clair, con una
scenografia in cui l’immaginario americano su Parigi veniva passato a fil di spada,
tra un couplet surreale e l’altro, sullo sfondo delle incantevoli ‘musiche d’uso’ al115
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IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LA MECCANICA DEL RISO
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LA MECCANICA DEL RISO
trettanto ironiche e straniate di Paul Bowles. L’esito della produzione fu così felice
da determinare lo stesso anno perfino una derivazione nella sezione per ragazzi del
progetto, l’incantevole Horse Play di Dorothy Hailparn, realizzata dalla Negro Unit.
Dalla prima alla seconda avanguardia il passo è breve e, quindi, nel clima del teatro di anticivilizzazione esploso negli anni Cinquanta, che vedrà il trionfo di Eugène
Ionesco e della sua Cantatrice Labiche torna di nuovo in azione e le sue pièces sono
proposte come quelle di un antenato di riguardo, citato sovente anche quando esploderanno, alla metà degli anni Sessanta, gli spettacolari e crudelissimi fuochi di artificio del repertorio di Witold Gombrowicz (e basti pensare in tal senso al
programmatico Operetta).
In Italia la dinamica è senz’altro più ristretta: Labiche non è mai entrato stabilmente a far parte del repertorio corrente, anche se ci sono state varie edizioni dei
testi maggiori, che restano sempre gettonati in ambito filodrammatico. Eppure i
nomi coinvolti sono interessanti e, limitandoci solo al Cappello, tra di essi vanno citati almeno Virgilio Talli, tra i fondatori della regia in Italia (1913), Antonio Gandusio (1923), insieme a Ettore Giannini che nel 1942 firmò una fortunata versione
con Luigi Cimara ed Evi Maltagliati. Nel dopoguerra sono da citare la celebre edizione
in chiave ‘chagalliana’ del Teatro Stabile di Torino nel 1959 per la regia di Gianfranco De Bosio, con le scene di Raymond Peynet e protagonisti Giustino Durano e
Laura Solari e più recentemente le versioni in forma di saggio della Civica Scuola
d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano (1981) per la regia di Massimo Navone,
quelle tradizionali di Nucci Ladogana (1981) e di Carlo Alighiero (1987) e infine
Voilà Labiche, adattamento musicale di Filippo Crivelli per il Teatro della Tosse
(1995), cui vanno aggiunte sporadiche presenze di compagnie francesi in tournée.
L’intervento rotiano è quindi il contributo originale maggiore alla ricezione labichiana in Italia e il compositore, seguendo da vicino Clair, musicò nel 1950 anche I
due timidi, un progetto originariamente concepito per la radio su libretto di Suso
Cecchi D’Amico, ribadendo un’evidente consanguineità con l’autore francese. Anche
troppo nota è la genesi del Cappello, scritto insieme alla madre Ernesta, lasciato e
ripreso più volte fino alla “prima” a Palermo del 1955 e alla seguente trionfante
versione strehleriana alla Piccola Scala nel 1958. La ricezione rotiana, anche nel
momento attuale di ampio e analitico recupero delle pagine non cinematografiche,
ha teso comunque ad avallare un’immagine ‘disimpegnata’ del musicista, in cui il
lemma definitorio principalmente utilizzato è ‘candore’6, a significare, secondo le parole di Paolo Isotta che si trattava di un genio ‘naturale’ capitato fuori tempo massimo, per cui “questo musicienissime cadde in un mondo che gli poneva innanzi un
linguaggio musicale usurato per interna lisi”7. Senz’altro l’angelismo non è una categoria critica troppo convincente, e anzi qualche volta sembra quasi indurre il sospetto di una volontà liquidatoria, più calzante risulta quindi l’opzione ‘mercuriale’
avanzata da Quirino Principe, che mutua un concetto caro a Giannotto Bastianelli,
per indicare, semplicemente, “una materia non classicamente marmorea o aerea e comunque a proprio agio nel proprio spazio, né tragica né messa a nudo, ma insieme
raffinata, ironica e malinconica, non senza venature di perfido sarcasmo”8. E anzi,
come notava Marzio Pieri, “naturale che non si tratta di operazione ingenuissima.
Per più esperti palati si può eccepire, semmai, che ingenua, alla fine, risulta la non
ingenuità dell’operazione”9. Finora peraltro, venendo meno lo ‘scandalo’ per la melodia scattato in altri tempi nelle analisi del Cappello di paglia, titolo ormai indiscusso e che va incontro a una fortuna sempre più ampia in tutta Europa, è mancata
una verifica del know-how drammaturgico rotiano, ad eccezione del conteggio delle
citazioni e degli autoimprestiti in partitura. È evidente, infatti, nella sua produzione
un’esplicita e sorprendente consapevolezza delle regole del vaudeville, che deriva da
una lunga frequentazione, in differenti forme, del palcoscenico. Vale la pena di ricordare, in primo luogo, che nel notevole entourage familiare in cui il musicista
crebbe, era presente una delle maggiori personalità della scenografia tra le due
guerre in Italia, la cugina Titina Rota, artefice di un immaginario squisitamente
déco, che collaborò con alcuni dei maggiori artefici della regia: tra cui Nemirovič
Dancenko (Il giardino dei ciliegi) e soprattutto Max Reinhardt, di cui firmò i magnifici Sogno di una notte di mezza estate (Firenze, 1933) e nel 1934 lo spettacolare
Mercante di Venezia, messo in scena nella città lagunare a Campo San Trovaso. Peraltro la collaborazione di Rota con la madre Ernesta, che dà vita a un libretto dal
taglio sicuro, in cui non poche sono le varianti rispetto all’originale di Labiche, riporta la genesi di questo felice lavoro a quella consuetudine di ‘cultura di casa’,
ormai scomparsa da gran tempo, di cui ci ha dato forse la più chiara illustrazione
Natalia Ginzburg in Lessico famigliare. Il cappello è quindi, in primo luogo, frutto di
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un sentire condiviso che si scontra, ovviamente, con un sistema delle arti che nel
momento in cui il lavoro venne presentato, puntava decisamente altrove, facendo
sì che alcuni lo vedessero solo come uno squisito quanto arretrato gioco citazionistico. Madre e figlio furono infatti insieme a Parigi nel 1923 per un viaggio, seguente alla clamorosa esecuzione dell’oratorio L’infanzia di San Giovanni Battista a
Turcoing, che ha importanza nella biografia del compositore e in cui avvenne tra l’altro anche il profetico incontro con la musica circense al Medrano, con tanto di rendez-vous con i celebri clown Fratellini10. Questa precoce relazione con la cultura
d’Oltralpe suscitò senz’altro un interesse continuativo, di cui sono prova tra l’altro
il balletto-commedia Le Molière imaginaire (1976) concepito per Maurice Béjart e la
suite Rabelaisiana (1977) per canto e pianoforte. Rota non ha lasciato dichiarazioni
programmatiche, né facevano intuire un percorso preciso le uniche due colonne sonore realizzate per il teatro prima del Cappello, quelle per Bonaventura nell’isola dei
pappagalli di Sergio Tofano e per la rivista Il suo cavallo di Castellani, Steno e Lon-
ganesi, rispettivamente nel 1936 e nel 1944, ma senz’altro la pertinenza del suo intervento in questo ambito trova una spiegazione ovvia proprio nella prima fase della
sua straordinaria carriera cinematografica, in cui si trovano i semi di un solidissimo
sapere drammaturgico. In un modo o nell’altro, i suoi esordi si dettero infatti sotto
l’egida della pièce bien faite, trionfante ancora nel cinema italiano tra le due guerre,
in varie possibili accezioni. Ciò vale certamente per la smagliante partitura d’esordio per Treno popolare di Raffaello Matarazzo (1933), in cui il regista, sceneggiatore
insieme a Gastone Bosio, accortissimo conoscitore di meccanismi teatrali, costruiva
una moderna pochade intorno a una gita domenicale, ma ancora più precisi sono poi
i riferimenti al repertorio francese e italiano fin de siècle e valga, in tal senso, ma
anche con maggiore precisione, il lavoro su Zazà di Renato Castellani (1942), pieno
di riferimenti alla tradizione operettistica, come anche Il birichino di papà (1943),
di nuovo firmato da Matarazzo e, sia pure con elementi di maggiore drammaticità,
Le miserie del signor Travet, che Mario Soldati (1946) aveva tratto dalla longeva
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commedia omonima di Vittorio Bersezio e da cui proviene non a caso, in chiave di
autoparodia, l’aria di Beaupertuis all’inizio dell’Atto III. Al di là delle consuete leggende sulla ‘angelica svagatezza’ del compositore, in realtà proprio qui si trova esattamente il frutto di una consapevolezza scenica precisa, che va di pari passo alla
consumata abilità della scrittura musicale. Questo è il motivo primario per cui al Cappello rotiano è arriso (e in specie dopo la fortunata e longeva versione di Pier Luigi
Pizzi presentata per la prima volta a Reggio Emilia nel 1987) l’onore di unico titolo
comico ‘d’autore’ del Novecento italiano a essere entrato stabilmente in repertorio,
in subordine al meraviglioso Gianni Schicchi pucciniano (mentre diverso è il discorso,
ovviamente, per La rondine). Proprio la consapevolezza sofisticata delle strutture,
permette di superare l’impasse della relazione col moderno, che rimane d’ostacolo in
Sí di Pietro Mascagni, che resta una curiosità d’epoca come accade ai lavori in questo ambito di Ruggero Leoncavallo (ma alcuni titoli, come il fulminante La candidata del 1915, dedicato a complesse problematiche di gender, riproposto per
frammenti anni fa in modo esilarante da Michael Aspinall, forse meriterebbero un riesame). Il copricapo rotiano è infatti tessuto di paglia postmoderna e si presta quindi
a interpretazioni di tipo diverso, conservando intatto, sia pure con le evidenti differenze (e in primo luogo quelle che concernono una più evidente propensione da
parte del musicista agli aspetti sentimentali della vicenda, di cui si fa portavoce Fadinard nelle pause della sua ‘folle giornata’), il grano di pepe che Labiche inserisce
nel micidiale disegno ‘chirurgico’ delle sue maschere sociali.
NOTE
Un ringraziamento per le informazioni e i materiali fornitimi a: Luca Berni, Martina Lombardi
Vergani, Paolo Maier, Anna Peyron - Centro Studi Teatro Stabile di Torino e, in particolare, Silvia Rota Blanchaert, cui debbo informazioni preziose.
1. Philippe Soupault, Eugène Labiche. Sa vie, son oeuvre, Mercure de France, Paris 1964.
2. Eugène-Marin Labiche, Il viaggio del signor Perrichon, Rizzoli, Milano 1963, p. 93.
3. Gian Renzo Morteo, Labiche e le sue maschere, in Eugène Labiche, La Cagnotte, Einaudi,
Torino 1989, p. XVI.
4. Eugène Labiche, Labiche en Italie. D’après ses carnets de route, a cura di Jean Lambert, Librairie José Corti, Paris 1988, le citazioni si trovano rispettivamente alle pp. 90 e 161.
5. Eugène Labiche e Marc Michel, Un Chapeau de paille d’Italie, Flammarion, Paris 1979, p. 79.
6. Basti citare il programmatico volume: Aa.Vv., Storia del candore. Studi in memoria di Nino
Rota nel ventesimo della scomparsa, a cura di Giovanni Morelli, Leo S. Olschki, Firenze 2001.
7. Paolo Isotta, L’angelo spiritoso di Rota porta un cappello magico, in “Corriere della Sera“,
17 gennaio 1998.
8. Quirino Principe, Unicità di Nino Rota, in Nino Rota, La notte di un nevrastenico - Nonetto,
La Bottega Discantica, Milano 1996, p. 6.
9. Marzio Pieri, Per la discografia del “Cappello di paglia di Firenze”, in Aa.Vv., Il cappello di
paglia di Firenze. programma di sala, Grafiche Step Editrice, Parma 1987, p. 25.
10. Cfr. Pier Marco De Santi, La musica di Nino Rota, Laterza, Bari 1983, pp. 17-18.
Per gentile concessione dell’Autore e del Teatro Regio di Torino
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DALLA
TAVOL
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DI NIN ZZA
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In un programma di sala del 2009 così scrivevo: “scomparso il 10 aprile 1979 la data di questo concerto non è casuale -, Nino Rota rimane ancora oggi una figura enigmatica, associata sovente al cinema italiano, degna di un’attenta ermeneutica, non ancora praticata, o almeno non ancora lapalissiana”.
Nel luglio 2011, ed ancora una volta la data non è casuale, a ricordare il centenario della nascita (avvenuta a Milano il 3 dicembre 1911), Firenze ed il Teatro
del Maggio Musicale Fiorentino, in collaborazione con Maggio Formazione, propongono uno dei titoli operistici più noti, ovvero Il cappello di paglia di Firenze,
tratto da un soggetto ottocentesco - la commedia Un chapeau de paille d’Italie
del drammaturgo francese Eugène Labiche e di Marc Michel del 1851 -, che il
Rota rielaborò con l’aiuto della madre, la celebre pianista Ernesta Rinaldi, co-autrice del libretto.
Sulla genesi di questa composizione poco si sa, e parrebbe persino mancare un
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IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / DALLA TAVOLOZZA DI NINO ROTA
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / DALLA TAVOLOZZA DI NINO ROTA
abituale e ricco repertorio aneddotico tanto caro ai melomani, cui attingono sovente anche i critici o gli storici.
Appare chiaro però che la scrittura avvenne per diletto, per il gusto di cimentarsi in un divertissement disimpegnato, almeno per trama ed argomento. Il risultato di questo lavoro a quattro mani e amabilmente ‘arrangiato in famiglia’,
andato in scena per la prima volta il 21 aprile 1955 al Teatro Massimo di Palermo,
è comunque una scrittura musicale e testuale ricca di citazioni ed alquanto sofisticata, decisamente meno semplice e meno tormentata, più rassicurante e
meno incline alla vena melanconica e struggente, che emerge in molte colonne
sonore: un sigillo, il marchio della solitudine, che caratterizza tante musiche di
Nino Rota.
Era il 1971, e dalla penna di Leonardo Pinzauti emergevano pochi tratti essenziali, più che mai autentici: “è rimasto il più strano e ostinato miscuglio di bravura e semplicità fra i musicisti italiani fra i sessant’anni, e soprattutto il più
cordiale e solitario”.
Il clima borghese e spensierato della trama, che emerge dall’agitazione e dalla nevrosi dei protagonisti (Fadinard, giovane agitato; Nonacourt, ricco campagnolo;
La baronessa Champigny; Elena, figlia di Nonancourt; Beaupertuis, marito di
Anaide: il tenente Emilio; lo zio Vézinet; la modista, il bellimbusto, il violinista,
etc.), dischiude ancor più la flessibilità e l’ampio ventaglio di situazioni ed umane
emozioni, cui l’autore poliedrico sa attingere: una tavolozza di colori e nuances
che si estende dai drammi più foschi e sublimi, più tristi e struggenti di tanti
clown felliniani, alla sensualità di Anita Ekberg in La dolce vita, e arriva a delineare e caratterizzare nei minimi dettagli e con tratti incisivi caricature e macchiette ne Il cappello di paglia, senza ignorare la vena ironica di Oscar Wilde.
I richiami a L’importanza di chiamarsi Ernesto sono forse il frutto di una suggestione, più che di una reale somiglianza, eppure il decoro descritto è simile come simile potrebbe apparire la morale ne L’Importanza d’essere onesto -, sintomo comunque di un milieu affine fra Labiche (1815 - 1888) e Wilde (1854 1900), poco adatto ad essere rappresentato nel 1945, nei mesi che seguirono la
fine del secondo conflitto mondiale.
Nel 1955 lo scenario italiano era mutato, il genere dell’evasione già sdoganato
dal cinema e dalla televisione; la guerra pareva lontana ed il fermento degli anni
‘50 poteva accogliere, accettare ed applaudire, come fece senza riserve, Il cappello di paglia.
Rota poté dunque osare e proporlo a distanza di una decade dalla composizione,
reduce nel 1954 da un Leone d’argento al Festival del Cinema di Venezia per le
musiche de La Strada.
Il cappello di paglia di Firenze non presenta questo tratto distintivo, anzi, ogni
possibile spiraglio che avrebbe potuto ricondurre a quella matrice ben nota, è
stato coperto, occultato abilmente da un horror vacui, caricato di ritmi serrati e
concitati, e dalla frenesia che anima tutti i personaggi, ansiosi e nevrastenici, alla
ricerca di un semplice cappello di paglia, ciascuno per scopi o fini diversi.
La trama, inconsistente, è l’occasione frivola per cimentarsi in quello che lo stesso
testo denuncia come una ‘farsa musicale in quattro atti’. Non siamo dunque di
fronte ad un grand-opéra, neppure ad un’operetta, sicuramente non ad un musical, né tantomeno ad un recitar cantando, lontani dalle opere buffe di rossiniana
memoria o da altri stereotipi del mondo del melodramma.
Il genere è noto, ma è un’opera sui generis, rielaborata, secondo la pratica consolidata di Nino Rota, che reinventa e sperimenta. Il risultato è originale e non
riconducibile a nessuna delle fonti tanto amate da Rota, dal Parsifal di Wagner,
che vide diretto da Arturo Toscanini (che frequentò a Filadelfia dal 1930 al 1932),
alle opere dell’amico e compagno di viaggi Igor Stravinskij, da Verdi, al quale si
ispirò per Il Gattopardo di Luchino Visconti (1963), all’amato Puccini.
Anomalo, per il periodo storico nel quale scrive, è il ricorso alla tonalità, giudicata da taluni démodée, ma in realtà di grande attualità, soprattutto fattore imprescindibile che decretò il successo dell’opera, ripresa successivamente nel 1956,
nel 1957 e nel 1958 alla Piccola Scala di Milano, con la regia di Giorgio Strehler
ed ancora nel 1987 a Reggio Emilia con Pier Luigi Pizzi ed in numerose produzioni in Italia e all’estero.
Undici sono i titoli operistici pervenuti: il primo, composto nel 1926 - Nino Rota
aveva appena quindici anni -, è un’operina di appena quarantacinque minuti per
bambini, Il Principe Porcaro, l’ultimo è Napoli milionaria, composta dal 1973 al
1977; fra queste undici composizioni, scritte in un arco di tempo che supera i cinquant’anni, Il cappello di paglia di Firenze è giudicato il vero capolavoro e l’opera
senza dubbio più completa ed intrigante, dalla scrittura composita ed articolata,
ma allo stesso tempo piacevole e popolare.
Fra gli altri melodrammi, in gran parte dimenticati (dall’Ariodante composto dal
1938 al 1940 a Torquemada del 1943, a I due timidi del 1950, a La scuola di
guida del 1950, ed ancora Lo scoiattolo in gamba del 1959 o Aladino e la lampada magica del 1963-65, fino a La visita meravigliosa del 1965-1969), l’altro ad
essere talvolta rappresentato è La notte di un nevrastenico del 1959, che però
non godette della stessa fortuna, anzi scomparve al paragone con il capolavoro
del 1945.
Nino Rota è colto, ma non copia e neppure si lascia influenzare, trae ispirazioni,
in continuazione ed in ogni dove, le fa sue per poi comporre qualcosa di diverso, come diverse sono fra loro le più di trecento composizioni classiche che
ci ha lasciato.
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I docenti e gli allievi dei Corsi di Maggio Fiorentino Formazione lavorano
all’allestimento de Il cappello di paglia di Firenze, Firenze 2011
IN PRI
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GLI SP O LUOGO
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IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / IN PRIMO LUOGO, GLI SPETTATORI
guistica fra la monumentale opera di Wagner e il pubblico italiano senza tradurre
il testo originale. I sopratitoli costituivano dunque una sorta di bussola per navigare, nell’arco di oltre cinque ore, attraverso le vicende narrate dalla musica e
dal canto.
A 25 anni da quel primo esperimento, che segnò in modo indelebile la prassi
della fruizione teatrale nel nostro Paese e non solo, si può dire che il coraggio
di quanti promossero strumenti allora innovativi, propri del linguaggio audiovisivo, sia stato ampiamente premiato da un incontrastato (e crescente) successo.
E nessuno ricorda più quel clima di sospetto che accompagnò il collaudo di uno
strumento che il pubblico ormai non solo accetta bensì pretende.
Oggi il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino si mette di nuovo in gioco, promuovendo per la prima volta un progetto della start-up OperaVoice attraverso il
quale intende approfondire ulteriormente la comprensione degli aspetti testuali
del teatro musicale. Questa produzione del Cappello di paglia vedrà infatti integrata, al consueto servizio di sopratitoli monolingua, anche la possibilità di ricevere via wireless, attraverso dispositivi mobili di ultima generazione, una
versione multilingua di tali testi (limitata per ora all’italiano e all’inglese).
MAURO
C
ONTI
Dai “sopratitoli” di ieri ai “titoli” di oggi:
il primato del Teatro del Maggio nella comunicazione
25 anni fa, esattamente il 1° giugno 1986, il Maggio Musicale Fiorentino, in occasione della messinscena dei Maestri cantori di Norimberga diretti da Zubin
Mehta, sperimentava per la prima volta in Europa un sistema di mediazione linguistica che si ispirava alla consolidata esperienza audiovisiva dei “sottotitoli”
(nati col cinema muto), ma che, nell’inedito contesto ambientale dello spettacolo dal vivo, prese forma attraverso la formula tecnica dei “sopratitoli” (nati in
Canada tre anni prima, nel 1983).
Si tratta di un servizio altamente innovativo che, sfruttando le risorse delle più
recenti tecnologie della comunicazione, consente di raggiungere l’utenza in modo
sempre più differenziato: si pensi al pubblico internazionale (certo non a proprio
agio con la consueta versione monolingua dei sopratitoli), a chi occupa posti visivamente svantaggiati (lontani dal palcoscenico o laterali) oppure a chi è portatore di imparità sensoriali (come nel caso degli ipoudenti e degli ipovedenti).
Non sappiamo ancora quali saranno gli esiti di questa nuova forma di “titolazione” per lo spettacolo dal vivo (non più identificabile ormai con la definizione
di “sopratitolazione”): siamo all’inizio di un percorso che necessita di costanti
monitoraggi, inevitabili adeguamenti tecnici e collaborazione da parte dei fruitori. Ma le nuove scommesse di oggi confermano che una delle priorità del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino e dei suoi tradizionali partners nel campo
della mediazione linguistica è quella di continuare a sostenere i propri spettatori
con soluzioni aggiornate e competitive.
Quella sfida, promossa con lungimiranza dallo stesso Zubin Mehta e realizzata
dal punto di vista letterario da Sergio Sablich, aveva obiettivi nobilmente divulgativi: avvicinare spettatori e palcoscenico, provando a superare la barriera lin130
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IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / DISCOGRAFIA
1998 Bruno Campanella. Juan Diego Flórez - Giovanni Furlanetto - Francesca Franci
Elizabeth Norberg-Schulz - Alfonso Antoniozzi - Adelina Scarabelli - Anna Zoroberto
Alfonso Antoniozzi - Ernesto Gavazzi - Giuseppe De Luca - Aldo Bottion
Jorio Zennaro - Sergio Tedesco - Orchestra e Coro del Teatro alla Scala
Encore, House of Opera DVD.
DISCO
GRAFI
GIUSE
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NINO ROTA
Il cappello di paglia di Firenze
Le incisioni più significative sono sono elencate facendo seguire alla data della registrazione i nomi del direttore e degli interpreti dei seguenti personaggi: Fadinard,
Nonancourt, Baronessa di Champigny, Elena, Beaupertuis, Anaide, La modista, Emilio, Zio Vézinet, Caporale della guardia, Guardia, Felice, Visconte di Rosalba:
1975 Nino Rota. Ugo Benelli - Alfredo Mariotti - Viorica Cortez - Daniela Mazzucato
Mario Basiola - Edith Martelli - Edith Martelli - Giorgio Zancanaro - Mario Carlin
Enrico Campi - Angelo Mercuriali - Pier Francesco Poli - Sergio Tedesco
Orchestra Sinfonica e Coro di Roma - RCA LP / BMG Ricordi-Agorà CD
1976 Elio Boncompagni. Edoardo Giménez - Gianni Socci - Magda Olivero
Mariella Devia - Federico Davià - Dolores Crivellari - Katarina Moesen
Manuel Gonzales - Augusto Pedroni - Hartmut Schmiedner - Jean-Jacques Schreurs
Jean-Jacques Schreurs - Hartmut Schmiedner
Orchestra e Coro del Théâtre Royal de la Monnaie di Bruxelles - Gala, Opera D’Oro CD
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Riversata in cd da Ricordi nel 1999 la splendida incisione diretta dall’autore fu registrata negli studi della Rai a Roma come colonna sonora di un’edizione televisiva
altrettanto pregevole con regia di Ugo Gregoretti. Il video purtroppo non è mai stato
messo in commercio ma la versione solo audio testimonia il livello altissimo di
un’esecuzione insieme elegante e vivacissima, animata da un infallibile senso del teatro e attenta ad evidenziare le tante divertenti parodie di autori e linguaggi diversi.
Esemplare è d’altra parte l’apporto di tutta la compagnia di canto nel tratteggiare
minuziosamente i caratteri dei personaggi con punte di grande spicco nel Fadinard
brillante e fantasioso di Ugo Benelli, nella dolcissima Elena di Daniela Mazzucato,
all’occorrenza anche disinvolta nei picchettati e nei gorgheggi belcantistici, come
nella verve comica irresistibile di Mariotti e di Basiola e nel fascinoso colore vocale
della baronessa di Viorica Cortez.
Meno felice sotto l’aspetto delle condizioni tecniche (si tratta di una registrazione
“pirata” punteggiata da rumori di sala e di scena) è l’edizione registrata dal vivo al
Théâtre Royal de la Monnaie di Bruxelles nel 1976 alla quale il direttore Elio Boncompagni imprime un taglio indubbiamente solido e brioso ma privo del sottile umorismo che impreziosiva l’esecuzione di Rota. L’ascolto offre comunque spunti
interessanti fra gli interpreti vocali con una Magda Olivero sessantaseienne davvero
sorprendente in un ruolo comico e le prove impeccabili di Gimenez e della Devia. Gli
altri cantanti sono però assai meno raffinati e divertenti dei loro colleghi presenti
nell’incisione in studio.
Segnalo per dovere di completezza anche il video dello spettacolo filmato nel gennaio 1998 alla Scala che è stato distribuito piratescamente sulla base della ripresa
televisiva Rai. Un’esecuzione se possibile anche migliore di quella diretta da Rota,
con una compagnia di pari livello e una regia di Pier Luigi Pizzi, nata nel 1987 nell’ambito del circuito regionale emiliano, che resta fra le sue più felici in assoluto.
Mirabili sono la leggerezza e il ritmo vorticoso impressi dal direttore Bruno Campanella ai complessi milanesi con una gioiosa luminosità e insieme una morbidezza sensuale piuttosto diverse dal taglio asciutto dell’autore. Il giovane Juan Diego Flórez
è un perfetto Fadinard per bellezza timbrica e vivacità di recitazione, Giovanni Furlanetto assolutamente impagabile nel ruolo del suocero cafone, la Norberg-Schulz e
la Scarabelli assicurano verve teatrale e abilità vocale ai loro ruoli e Alfonso Antoniozzi è un Beaupertuis irresistibile nel solco della migliore tradizione del teatro comico italiano. C’è solo la speranza che la Scala e la Rai si accordino per mettere
ufficialmente in commercio un’edizione così perfetta che non pare azzardato definire come definitiva per il capolavoro teatrale di Rota.
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IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / BIOGRAFIE
1930-37 Grazie all’interessamento di Arturo Toscanini ottiene una borsa di studio che gli consente di soggiornare dal ‘30 al ‘32 al Curtis Institute di Filadelfia,
dove segue i corsi di composizione di R. Scalero, quelli di direzione d’orchestra
di Fritz Reiner e quelli di storia della musica di J. B. Beck; conseguita anche la
laurea in lettere presso l’Università di Milano con una tesi su G. Zarlino, dal ‘37
inizia un’intensa attività didattica.
1939-43 Dal ‘39 insegna al Liceo Musicale di Bari. Scrive per il teatro Ariodante
(Parma, ‘42) e Torquemada (‘43) e inizia a dedicarsi con successo anche alle colonne sonore cinematografiche (Zazà di R. Castellani, ‘43), alle musiche di scena
e ad una ricca produzione sinfonica e cameristica.
B IO G R
A F IE
NINO ROTA
1911 Nasce a Milano il 3 dicembre in una famiglia di grandi tradizioni musicali:
la madre è la pianista Ernestina Rinaldi, figlia a sua volta del compositore e pianista Giovanni Rinaldi.
1919-23 Iniziati gli studi musicali - teoria e solfeggio - all’età di otto anni con
A. Perlasca, nel ‘22 entra al Conservatorio di Milano, dove è allievo di G. Orefice
per la composizione. Nel ‘23 viene eseguito a Milano l’oratorio per soli, coro e orchestra L’infanzia di San Giovanni Battista.
1950-60 Nel ‘50 viene nominato direttore del Conservatorio di Bari, incarico che
manterrà fino al ‘77. Variazioni e fuga sul nome BACH (‘50). Ricca produzione teatrale: I due timidi (Rai, ‘50; Londra, ‘53); Il cappello di paglia di Firenze (Palermo,
‘55), La notte di un nevrastenico (libretto di R. Bacchelli; Premio Italia ‘59); Lo
scoiattolo in gamba (Venezia, ‘59). Intensa attività sul fronte della musica da
film; collabora soprattutto con Federico Fellini (Lo sceicco bianco, ‘52; I vitelloni,
‘53; La strada, ‘54; Il bidone, ‘55; Le notti di Cabiria, ‘57; La dolce vita, ‘60), Luchino Visconti (Le notti bianche, ‘57; Rocco e i suoi fratelli, ‘60) ed Eduardo De
Filippo (Napoli milionaria, ‘50; Filomena Marturano, ‘51).
1960-70 Concerto per pianoforte (‘60); Concerto Soirée per pianoforte (‘61-62);
Concerto per archi (‘64); colonne sonore per Il Gattopardo di Visconti (‘63), Otto
e mezzo (‘63), Giulietta degli spiriti (‘65), Satyricon (‘69) e I clowns (‘70) di Fellini, La bisbetica domata (‘66) e Romeo e Giulietta (‘68; Nastro d’argento) di Zeffirelli. Per il teatro: Aladino e la lampada magica (Napoli, ‘64), La visita
meravigliosa (Palermo, ‘70). Grande successo ottiene alla Scala nel ‘64 il balletto
La strada, tratto dall’omonimo film di Fellini. Compone anche gli oratori Mysterium (Assisi, ‘62) e La vita di Maria (Perugia, ‘70).
1972-79 Musiche per i film Roma (‘72), Amarcord (‘73), Il Casanova (‘76) e Prova
d’orchestra (‘79) di Fellini, Il padrino (‘71) e Il padrino parte II (‘74; Premio Oscar)
di Francis Ford Coppola. Fa rappresentare al Festival di Spoleto la sua ultima
opera, Napoli milionaria (‘78).
1979 Muore a Roma il 10 aprile.
1925-29 Dal ‘25 al ‘26 prosegue gli studi con I. Pizzetti, successivamente si perfeziona con A. Casella a Roma, dove nel ‘29 si diploma presso l’Accademia di Santa
Cecilia. Inizia precocemente a comporre per il teatro: fra il ‘25 e il ‘26 compone la
commedia lirica Il principe porcaro, tratta da una commedia di Andersen.
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IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / BIOGRAFIE
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / BIOGRAFIE
SERGIO ALAPONT
Nato a Benicassím (Spagna), ha studiato a Valencia, Madrid e Monaco.
Successivamente ha seguito corsi di
perfezionamento di direzione d’orchestra con Jorma Panula (SibeliusAkademie di Helsinki), Helmuth
Rilling (Bachakademie di Stoccarda)
e Masaaki Suzuki (Bach Collegium
Japan), nonché alla Scuola Superiore
di Musica di Pescara con Donato Renzetti. Vincitore del Concorso Internazionale per direttori d’orchestra di
Granada nel 2005, Sergio Alapont è
Direttore Artistico e Direttore Principale dell’Orquesta Simfónica de Castellón, e Direttore Musicale del Benicassím
Opera Festival. In campo operistico è stato assistente di Marco Armiliato in numerose produzioni del Metropolitan, fra le quali Madama Butterfly, La bohème e
Sly. Nel 2007 ha lavorato come assistente alla Wiener Staatsoper per Tosca e alla
Bayerische Staatsoper per La traviata. Ha collaborato con varie importanti orchestre, fra le quali: Vetusta Symphony Orchestra, Barcelona Symphony Orchestra, Vigo Sinfonietta Orchestra, Bilbao Symphony Orchestra, Bach Collegium di
Spagna, Silesian Philharmonic Orchestra, Bach-Collegium di Stoccarda, City of
Granada Orchestra, Danish National Symphony Orchestra (DNSO). Ha preso parte
a numerosi festivals, fra i quali il Quincena Musical Donostiarra di San Sebastián
(2005), l’Euro Music Festival di Lispia (2006) e il Varna Summer Festival (2007).
È reduce da un acclamato concerto al Musikverein di Vienna sul podio dell’Orquesta Simfónica de Castellón. Ha diretto inoltre Una cosa rara a Valencia e a
Valladolid, un concerto con musiche di Mahler al Teatro San Carlo di Napoli, un
concerto sinfonico con l’Orquesta Sinfónica del Principado de Asturias ad Oviedo
e Il barbiere di Siviglia a Sassari. Fra i suoi prossimi impegni annovera le direzioni
di Norma al Teatro Verdi di Sassari e Don Pasquale a Treviso, a Ferrara e con l’Orquesta Sinfonica de Baleares “Ciutat de Palma”. Salirà inoltre sul podio di numerose orchestre, fra le quali l’Orchestra della Rai di Torino, l’Orchestra della
Fondazione Arturo Toscanini di Parma, la Radio Kiev Orchestra, l’Orquestra Simfònica de Balears “Ciutat de Palma”, l’Orquesta de Cámara de Bellas Artes in Messico, l’Orquesta Sinfonica Nacional de Galicia e l’Orchestra della Scottish Opera.
Ha inciso la Sinfonia in re minore di Franck, la Prima e la Quinta Sinfonia di
Mahler, l’Uccello di fuoco Stravinskij e la Quinta Sinfonia di Čajkovskij per le etichette EGT e VERSO. Ha registrato anche per la radio televisione italiana e spagnola.
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ANDREA CIGNI
Toscano, si è laureato al Dams di Bologna con una tesi sui linguaggi comunicativi di teatro, televisione ed
opera, ispirata dal lavoro di Luca
Ronconi e si è formato grazie a numerose esperienze di recitazione, mimica, dizione, danza ed espressività
corporea: è stato infatti attore e
mimo prendendo parte a molti celebri allestimenti e collaborando con
registi di fama internazionale. Dopo
alcune esperienze nel teatro di prosa,
debutta nel 2006 al Teatro Ponchielli
di Cremona con la mise en éspace di una performance di danza e musica dal titolo Buenos Aires Madrigals, subito seguita dalla regia dell'opera Andromeda liberata di Antonio Vivaldi in prima rappresentazione assoluta in tempi moderni,
con la Venice Baroque Orchestra. Nel maggio 2007 ha curato la regia de L’Orfeo
di Monteverdi diretto da Andrea Marcon, in occasione del IV Centenario dalla
prima rappresentazione dell’opera: l’allestimento ha inaugurato con grande successo il Festival Claudio Monteverdi di Cremona ed ha ottenuto la copertina del
prestigioso mensile italiano L’Opera. Nel 2008 ha curato la regia di Paride ed Elena
di Gluck, per il Circuito Lirico Toscano (Teatri di Pisa, Livorno e Lucca) co-prodotto
dall’Opera Royal de Wallonie di Liegi, riscuotendo grandi consensi di critica e di
pubblico; nello stesso anno il prestigioso magazine inglese Opera Now indica Cigni
come uno dei migliori giovani registi nel panorama del teatro d’opera. Sempre nel
2008 ha realizzato, per l’inaugurazione della Stagione Lirica del Circuito Lirico
Lombardo e il 150° anniversario dalla nascita di Giacomo Puccini, un fortunato
dittico con La medium di Giancarlo Menotti e Gianni Schicchi di Puccini. Nel 2009
mette in scena Aida di Verdi per il Festival Opera al Giardino di Boboli a Firenze,
con le scene ed i costumi dello scultore Igor Mitoraj e La figlia del reggimento di
Donizetti per il Circuito Lirico Lombardo, il Festival Donizetti di Bergamo e il Teatro Alighieri di Ravenna, firmando anche scene e costumi. Nel 2010 ha realizzato
un nuovo ed importante allestimento de La traviata per i teatri della Lombardia
e di Roméo et Juliette di Gounod (firmando regia e scene) per i Teatri di Pisa, Ravenna e Trento. Tra gli impegni del 2011 Madama Butterfly e Tosca di Puccini per
il Teatro Politeama di Palermo, Roméo et Juliette per il Circuito Lirico Lombardo
ed un nuovo allestimento di Norma per il Teatro Verdi di Sassari nel prossimo
mese di ottobre. È docente di Storia del Teatro, Drammaturgia Musicale, Recitazione, Diritto e Legislazione dello Spettacolo e Tecniche della Comunicazione
presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali di Cremona “Claudio Monteverdi”.
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IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / BIOGRAFIE
LORENZO CUTÙLI
Nato a Ferrara, si è diplomato a pieni
voti in Scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, studiando inoltre Storia dell’Arte alla
Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Ferrara. Nel campo
teatrale ed artistico, numerose sono
state le sue collaborazioni a produzioni teatrali e liriche di prestigio,
con artisti quali: Claudio Abbado,
Jonathan Miller, Emanuele Luzzati,
Hugo De Ana, Pier Luigi Pizzi, Luca
Ronconi, Roland Petit, Robert Wilson, Peter Greenaway, Lev Dodin,
Lindsay Kemp, Mario Martone, sia come scenografo che come costumista collaboratore. Ha insegnato nel 2008 Allestimento e Scenografia presso il Corso di
Laurea “Comunicazione Pubblica, della Cultura e delle Arti”, presso la Facoltà di
Lettere e Filosofia dell’Università di Ferrara. Inoltre, come pittore e scultore, ha
esposto in varie mostre personali sia in Italia che all’estero, partecipando a numerose ed importanti manifestazioni artistiche a livello nazionale e internazionale. Debutta come scenografo nel 1990 nel Combattimento di Tancredi e Clorinda
di Monteverdi e nel Don Chisciotte di Martini per i Teatri di Ferrara e Cesena.
Prosegue la sua carriera di scenografo, costumista e videomaker, realizzando fra
l’altro: Il matrimonio segreto di Cimarosa (scene, Bologna 1993); La tigre di Schisgal (scene, Bologna 1993); Simon Boccanegra (scene e costumi, Comunale di
Ferrara, Regio di Parma (Festival Verdiano), Nuovo di Bolzano 2001, direttore
Claudio Abbado; Teatro di San Carlo di Napoli 2003, direttore Gary Bertini); Carmen (scene, Mègaron Theatre Concert Hall di Thessaloniky 2001); The Fairy Queen
di Purcell (scene e videoproiezioni, regia di Lindsay Kemp, direttore Christophe
Rousset, in coproduzione tra Teatro dell’Arriaga di Bilbao e Teatro Liceo di Salamanca, nell’ambito delle manifestazioni per Salamanca Città della Cultura Europea 2002 e al Teatro Cervantes di Màlaga, maggio 2006); El Amor Brujo di Falla
(videoproiezioni e luci, all’Hemisferìc della Città delle Scienze e delle Arti di Valencia, nell’ambito della II edizione del Festival “Eclectìc 2003”); ideazione e
realizzazione del video The Light of Dreams (un omaggio a Roma e al Cinema
Italiano), nell’ambito del Gala Mondiale de L’Oréal di Parigi, presso Villa Aldobrandini in Frascati (2004); Acis and Galatea di Händel (scene e videoproiezioni,
Verdi di Pisa, Goldoni di Livorno, Giglio di Lucca e Marrucino di Chieti 20042005); Elizabeth I - the Last Dance (scene e videoproiezioni, per la Lindsay Kemp
Company; ideazione e regia di Lindsay Kemp, Palacio de Festivales di Santander
nell’ambito del Festival del Teatro 2005 e in tournée in Spagna); I Lombardi alla
prima Crociata (scene e videoproiezioni, Teatro Colón di Buenos Aires 2005); Se138
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / BIOGRAFIE
miramide di Rossini (scene, Verdi di Pisa, Sociale di Trento, Goldoni di Livorno,
Sociale di Rovigo 2005); Andromeda liberata di Vivaldi (scene e costumi, Festival Monteverdi di Cremona 2006); Motezuma di Vivaldi (scene, Teatro Nacional
de São Carlos di Lisbona, in coproduzione con Comunale di Ferrara, Municipale
di Piacenza, Comunale di Modena e Maifestpiele-Staatstheater, Wiesbaden, Teatro Arriaga di Bilbao 2007); L’Orfeo di Monteverdi (scene e costumi, Festival
Monteverdi di Cremona, Teatro Ponchielli 2007); Paride ed Elena di Gluck (scene
e costumi, Verdi di Pisa, Goldoni di Livorno, Giglio di Lucca, Opéra Royal de Wallonie, Liegi 2008); The Medium e Gianni Schicchi (scene e costumi, Ponchielli di
Cremona, Grande di Brescia, Sociale di Como, Fraschini di Pavia 2008); Gran Varietà Brachetti di e con Arturo Brachetti (scene, Teatro Alfieri di Torino e quindi
in tour italiano a Firenze, Roma, Napoli, Messina, Palermo, Trieste, Bologna, Milano, Padova, Assisi, Rimini, Livorno, Genova 2008); Une éducation manquée di
Chabrier e La cambiale di matrimonio di Rossini (scene, 58° Wexford Festival
Opera 2009); La bella e la bestia, regia di Roberto Anglisani (costumi, Compagnia “il baule volante”-Accademia Perduta, Romagna Teatri, 53° Festival dei Due
Mondi di Spoleto 2010); Brachetti & Friends di e con Arturo Brachetti (scene, tour
italiano estivo 2010). Inoltre ha collaborato con Le Ballet du Théâtre du Capitole de Toulouse, il Ballet Nacional de Cuba A. Alonso, il Maly Drama TheatreSan Pietroburgo, l’Adventure in Motion Picture - M. Bourne - London, per la
produzione di Swan Lake (tournée italiana); con il Festival del Cinema “Terra di
Siena”, (Siena-2002), dove ha ideato e realizzato per il Festival un’installazioneesposizione multimediale dal titolo Salomè&Salomè, 100 frammenti immaginari
per un Mito, all’interno del Teatro dei Rinnovati. Ha realizzato numerosi e prestigiosi allestimenti per esposizioni, fra cui ricordiamo la personale Ex-Cursus, Lorenzo Cutùli set &costume designer, alle Gallerie dell’Istituto Statale d’Arte “Dosso
Dossi” di Ferrara, in collaborazione con il Teatro Comunale di Ferrara e la Facoltà
di Architettura di Ferrara (aprile 2004).
139
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / ORCHESTRA
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / ORCHESTRA
ORCHESTRA DEL MAGGIO MUSICALE FIORENTINO
Violini primi
Yehezkel Yerushalmi
(violino di spalla)
Domenico Pierini*
(violino di spalla)
Ladislao Horváth
(concertino con
obbligo di spalla)
Gianrico Righele (II)
Fabrizio Falasca
Luigi Cozzolino
Fabio Montini
Anna Noferini
Laura Mariannelli
Emilio Di Stefano
Nicola Grassi
Mircea Finata
Lorenzo Fuoco
Angel Andrea Tavani
Boriana Nakeva
Annalisa Garzia
Simone Ferrari
Leonardo Matucci
Fondata nel 1928 da Vittorio Gui come Stabile Orchestrale Fiorentina, è impegnata
fin dagli esordi in un’intensa attività concertistica e nelle stagioni liriche del Teatro Comunale di Firenze. Nel 1933 contribuisce alla nascita del più antico e prestigioso festival musicale europeo dopo quello di Salisburgo, il Maggio Musicale
Fiorentino, di cui prende il nome. A Gui subentrano come direttori stabili Mario
Rossi, Piero Bellugi e Bruno Bartoletti. Capitoli fondamentali nella storia dell’Orchestra sono la direzione stabile di Riccardo Muti (1969-’81) e quella di Zubin
Mehta, Direttore principale dall’85, che firma da allora in ogni stagione importanti
produzioni sinfoniche e operistiche e le più significative tournées. Successivamente
l’Orchestra stabilisce un rapporto privilegiato con Myung-Whun Chung e con Semyon Bychkov, Direttori ospiti principali rispettivamente dall’87 e dal ‘92. Apprezzatissima nel mondo musicale internazionale, nel corso della sua storia è stata
guidata da alcuni fra i massimi direttori quali: De Sabata, Guarnieri, Marinuzzi,
Gavazzeni, Serafin, Furtwängler, Walter, Klemperer, Dobrowen, Perlea, Erich Kleiber, Rodzinski, Mitropoulos, Karajan, Bernstein, Schippers, Claudio Abbado, Maazel, Giulini, Prêtre, Sawallisch, Carlos Kleiber, Solti, Chailly, Sinopoli, Ozawa. Illustri compositori come Richard Strauss, Pietro Mascagni, Ildebrando Pizzetti, Paul
Hindemith, Igor Stravinskij, Goffredo Petrassi, Luigi Dallapiccola, Krzysztof Penderecki e Luciano Berio hanno diretto loro lavori, spesso in prima esecuzione. L’Orchestra realizza fin dagli anni Cinquanta numerose incisioni discografiche insignite
di prestigiosi riconoscimenti fra i quali il Grammy Award, radiofoniche e televisive. Dopo i successi riportati dalla terza tournée in Giappone con Zubin Mehta
sul podio, che del Maggio Musicale Fiorentino è anche Direttore onorario a vita,
compie un’applaudita tournée a Varsavia, al Musikverein di Vienna, a Francoforte
e a Baden-Baden. Riceve, nell’80° anniversario della fondazione e per i suoi altissimi meriti artistici, il Fiorino d’Oro della Città di Firenze. Recente una nuova
tournée con Zubin Mehta in Francia, Lussemburgo, Spagna e Germania, cui fa seguito la quarta tournée in Giappone, sempre con Mehta, dove esegue Tosca e La
forza del destino, e quindi una serie di concerti a Shanghai, Suzhou, Tainan, Taipei, Mumbai, Budapest, Mosca e San Pietroburgo.
Violini secondi
Marco Zurlo (I)
Alessandro Alinari (I)
Alberto Boccacci (II)
Luigi Papagni (II)
Giacomo Rafanelli
Rita Ruffolo
Orietta Bacci
Rossella Pieri
Mihai Chendimenu
Eva Erna Szabó
Sergio Rizzelli
Laura Bologna
Cosetta Michelagnoli
Francesca Sgobba
Luisa Bellitto
Tommaso Vannucci
Viole
Igor Polesitzky (I)
Jörg Winkler (I)
Lia Previtali (II)
Dezi Herber (II)
Andrea Pani
Stefano Rizzelli
Anne Lokken
Flavio Flaminio
Antonio Pavani
Naomi Yanagawa
Cristiana Buralli
Donatella Ballo
Michela Bernacchi
Violoncelli
Marco Severi (I)
Patrizio Serino (I)
Michele Tazzari (II)
Elida Pali (II)
Fabiana Arrighini
Fernando Pellegrino
Beatrice Guarducci
Anna Pegoretti
Renato Insinna
Ilaria Sarchini
Contrabbassi
Riccardo Donati (I)
Alberto Bocini (I)
Renato Pegoraro (II)
Fabrizio Petrucci (II)
Stefano Cerri
Romeo Pegoraro
Mario Rotunda
Nicola Domeniconi
Arpe
Susanna Bertuccioli (I)
Patrizia Bini (II)
Flauti
Gregorio Tuninetti (I)
Marta Misuri
Alessia Sordini
Ottavino
Nicola Mazzanti
Oboi
Alberto Negroni (I)
Marco Salvatori (I)
Matteo Trentin
Alessandro Potenza
Corno inglese
Massimiliano Salmi
Clarinetti
Riccardo Crocilla (I)
Giovanni Riccucci (I)
Leonardo Cremonini
Clarinetto piccolo
Paolo Pistolesi
Clarinetto basso
Giovanni Piquè
Fagotti
Dante Vicari (I)
Stefano Vicentini (I)
Gianluca Saccomani
Francesco Furlanich
Controfagotto
Stefano Laccu
Corni
Luca Benucci (I)
Andrea Cesari (I)
Gianfranco Dini (I)
Mario Bruno
Alberto Simonelli
Adriano Orlandi
Stefano Mangini
Trombe
Andrea Dell’Ira (I)
Stefano Benedetti (I)
Marco Crusca
Claudio Quintavalla
Emanuele Antoniucci
Tromboni
Eitan Bezalel (I)
Fabiano Fiorenzani (I)
Andrea G. D’Amico
Massimo Castagnino
Trombone basso
Gabriele Malloggi
Basso tuba
Mario Barsotti
Timpani
Fausto Cesare
Bombardieri (I)
Gregory Lecoeur (I)
Percussioni
Lorenzo D’Attoma
José Espí Vicente
Causera
Pianoforte
Andrea Severi
Celesta
Giovanni Verona
Segretario
organizzativo
Orchestra
Milko Pineschi
Tecnici addetti
ai complessi artistici
Antonio Carrara
Luca Mannucci
* Domenico Pierini suona un Giovan Battista Guadagnini (1767) appartenuto a Joseph Joachim,
concesso dalla Fondazione Peterlongo.
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IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / CORO
PIERO MONTI
Nato a Faenza nel 1957, parallelamente agli studi
scientifici compie quelli musicali al Conservatorio
“Luigi Cherubini” di Firenze, dove si diploma in Musica
corale e Direzione di coro nel settembre 1979. Nel novembre 1979 vince il concorso al Teatro Comunale di
Bologna per Maestro collaboratore di sala e di palcoscenico, ruolo che ricopre dal ‘79 all’83, passando poi
a quello di Direttore musicale di palcoscenico (‘83-88).
Nell’aprile ‘88 assume la Direzione del Coro, collaborando con i Direttori stabili
del Teatro, Riccardo Chailly fino al ‘93 e Daniele Gatti dal ‘97 al 2002, nella realizzazione degli spettacoli e dei concerti delle Stagioni, delle produzioni discografiche e delle tournées. All’inizio del 2003 è invitato alla Direzione del Coro del
Teatro La Fenice di Venezia, con il quale partecipa alla riapertura del Teatro restaurato. Ha collaborato con illustri maestri quali Abbado, Bertini, Bychkov,
Chailly, Conlon, Delman, Gardiner, Gatti, Gavazzeni, Gergiev, Inbal, Jurowski, Marriner, Muti, Mehta, Ozawa, Pappano, Sinopoli, Solti, Thielemann e Viotti. Fra i numerosi brani da lui diretti, ricordiamo la Petite Messe Solennelle di Rossini con i
pianoforti rossiniani del Conservatorio di Bologna, i Carmina Burana (nella versione con pianoforti e percussioni) ed i Catulli Carmina di Orff, Les Noces di Stravinskij, la Messa in re maggiore op. 86 di Dvořák ed i Quattro pezzi sacri di Verdi.
Dal novembre 2004 assume la Direzione del Coro del Maggio Musicale Fiorentino
che ha guidato nel concerto conclusivo dell’”Anno dell’Italia in Cina” a Pechino,
partecipando inoltre alle tournées in Italia e all’estero con la Symphonica Toscanini diretta da Lorin Maazel. Sempre con il Coro del Maggio, oltre a prendere parte
agli spettacoli delle Stagioni e del Festival, dirige più volte la Petite Messe Solennelle di Rossini e Carmina Burana di Orff, nonché musiche corali del Novecento
per Settembre Musica (2007) e un concerto cherubiniano al Maggio Musicale 2010.
Recentemente dirige la Deutsche Messe di Schubert e la Messa di Gloria di Puccini
con il Coro del Maggio e l’Orchestra Regionale della Toscana nel Concerto di Natale 2010. Partecipa con il Coro alla recentissima tournée del Maggio in Giappone.
142
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / CORO
CORO DEL MAGGIO MUSICALE FIORENTINO
Formatosi nel 1933 (anno di nascita dell’omonimo Festival) sotto la guida di Andrea Morosini, si qualifica come uno dei più prestigiosi complessi vocali italiani
nell’ambito sia dell’attività lirica che di quella sinfonica. A Morosini subentrano
Adolfo Fanfani, Roberto Gabbiani, Vittorio Sicuri, Marco Balderi e José Luis Basso.
Dal novembre 2004 Maestro del Coro è Piero Monti. L’attività del Coro si è sviluppata anche nel settore della vocalità da camera e della musica contemporanea,
con importanti prime esecuzioni di compositori del nostro tempo quali Penderecki, Dallapiccola, Petrassi, Nono, Bussotti. Particolarmente significativa la collaborazione con grandi direttori quali Mehta, Muti, Claudio Abbado, Giulini,
Bartoletti, Gavazzeni, Sawallisch, Prêtre, Chung, Ozawa, Bychkov, Sinopoli. Negli
ultimi anni il Coro amplia il proprio repertorio alle maggiori composizioni sinfonico-corali classiche e moderne, eseguendo fra l’altro, in lingua originale, Moses
und Aron di Schönberg. Partecipa alle più importanti tournées sia con l’Orchestra
del Maggio che come complesso autonomo e canta Turandot in forma di concerto,
con grandi elogi della critica, con la Israel Philharmonic a Tel-Aviv e Haifa con
Mehta: la stessa opera viene eseguita a Pechino nella Città Proibita nel ‘98, insieme alla Messa da Requiem di Verdi. La disponibilità e la capacità di interpretare lavori di epoche e stili diversi in lingua originale sono caratteristiche che
hanno reso il Coro del Maggio fra le compagini più duttili e apprezzate dai direttori d’orchestra e dalla critica nel panorama internazionale, e fra i protagonisti anche di particolari ed importanti ricorrenze artistiche e civili. Nel 2003 vince
con Renée Fleming il Grammy Award per il cd Belcanto. Nel settembre 2006 è
stato protagonista della terza, applauditissima tournée in Giappone del Maggio
Musicale Fiorentino, e nel 2007 ha chiuso con un memorabile concerto dedicato
ad operisti italiani l’“Anno dell’Italia in Cina”. Ha avviato una virtuosa ed intensa
collaborazione con Lorin Maazel e la Symphonica Toscanini, eseguendo la Messa
da Requiem di Verdi a Busseto, in Marocco, a Venezia e a Gerusalemme, Aida in
forma di concerto in tournée in Sud America e sul Lago Maggiore, nell’ambito
delle celebrazioni toscaniniane e la Nona di Beethoven a Roma e al Parlamento
europeo a Bruxelles. Negli ultimi anni ha sviluppato un’intensa collaborazione
con Ravenna Festival e Riccardo Muti prendendo parte alle Vie dell’amicizia con
concerti in Tunisia, Marocco, Spagna, Roma, Atene e Sarajevo, nonché con l’Orchestra Regionale Toscana e la Camerata Strumentale di Prato, incrementando
così la sua presenza anche sul territorio toscano. Partecipa alla quarta tournée del
Maggio in Giappone, dove esegue Tosca e La forza del destino.
143
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / CORO
Soprani
Stefania Carmen Andrei
Sabrina Baldini
Antonella Bandelli
Tiziana Bellavista
Maria Cristina Bisogni
Silvia Capra
Gabriella Cecchi
Elizabeth Chard
Giovanna Costa
Ruth Anna Crabb
Eloisa Deriu
Elisabetta Ermini
Rosa Galassetti
Silvia Giovannini
Laura Lensi
Daniela Losi
Barbara Marcacci
Monica Marzini
Marina Mior
Maria Pace
Cristina Pagliai
Sarina Rausa
Giulia Tamarri
Ottavia Vegini
Ginko Yamada
Mezzosoprani
Gisele Alberto
Consuelo Cellai
Sabrina D’Errico
Maria Eugenia Leonardi
Simonetta Lungonelli
Maria Laura Prete
Stefania Renieri
Livia Sponton
Nadia Sturlese
Barbara Zingerle
Katja De Sarlo
144
Contralti
Silvia Barberi
Teodolinda De Giovanni
Cristiana Fogli
Patrizia Parnasi
Margherita Puliga
Maria Rosaria Rossini
Maria Assunta Sicolo
Patrizia Tangolo
Elena Cavini
Baritoni
Nicolò Ayroldi
Lisandro Guinis
Bernardo Romano Martinuzzi
Giovanni Mazzei
Antonio Menicucci
Egidio Naccarato
Vito Roberti
Enrico Rotoli
Alberto Scaltriti
Tenori
Jorge Ansorena
Fabio Bertella
István Bogati
Riccardo Caruso
Davide Cusumano
Massimiliano Esposito
Fabrizio Falli
Saulo Diepa Garcia
Grant Richards
Leonardo Melani
Carlo Messeri
Enrico Nenci
Giovanni Pentasuglia
Raimondo Ponticelli
Leonardo Sgroi
Davide Siega
Valerio Sirotti
Riccardo Sorelli
Mauro Virgini
Hiroki Watanabe
Bassi
Diego Barretta
Maurizio Di Benedetto
Nicola Lisanti
Salvatore Massei
Roberto Miniati
Antonio Montesi
Marco Perrella
Alessandro Peruzzi
Pietro Simone
Marcello Vargetto
Altro Maestro coro
Andrea Secchi
Segretario
organizzativo coro
Alessandra Vestita
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / MAGGIO FIORENTINO FORMAZIONE
MAGGIO FIORENTINO FORMAZIONE
Presidente e direttore
Coordinatore artistico
Coordinatore dei corsi
Segreteria organizzativa
Comunicazione e marketing
Organizzazione
Giovan Battista Varoli
Paolo Bellocci
Federico Bardazzi
Cinzia Scali
Carla Giovanna Zanin
Marta Bassetti
Maggio Fiorentino Formazione è l’Accademia di alta formazione del Teatro del
Maggio Musicale Fiorentino, nata con l’obiettivo di perfezionare e completare la
preparazione di giovani talenti e professionisti al termine del loro percorso di
studi tradizionali. Da sempre attivo nell’ambito dello spettacolo dal vivo, offre
l’opportunità unica di fare esperienza concreta sul palcoscenico di uno dei più
prestigiosi teatri lirici del mondo, con la docenza da parte di artisti di chiara
fama, a partire da Zubin Mehta che ha sostenuto l’iniziativa fin dai suoi esordi,
e si avvale delle risorse artistiche, tecniche, logistiche e sceniche del Teatro del
Maggio. Presidente e direttore di Maggio Fiorentino Formazione è il M° Giovan
Battista Varoli.
Soci di Maggio Fiorentino Formazione sono, oltre alla stessa Fondazione del Maggio Musicale Fiorentino, la Camera di Commercio di Firenze e Co.Se.Fi. di Confindustria Firenze, consapevoli del valore e dell’importanza strategica che ha per
Firenze la presenza di un centro di eccellenza internazionale nella formazione
non solo delle professioni musicali ma di tutti i “mestieri dello spettacolo” e in
particolare del teatro lirico, quali cantanti, strumentisti, scenografi, scenografi
virtuali, costumisti, sarti teatrali, truccatori, realizzatori di parrucche per il teatro, attrezzisti, macchinisti, tecnici del suono, lighting designer, manager del
teatro, registi, cameramen per il teatro.
I percorsi formativi di MFF si realizzano soprattutto attraverso progetti finanziati
dal Fondo Sociale Europeo dalla Regione Toscana e dalla Provincia di Firenze.
Nella primavera 2011 sono stati avviati due importanti progetti: “Opera Futura”,
progetto finanziato dalla Regione Toscana di cui MFF è promotore e capofila in
associazione con il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, il Teatro Verdi di Pisa,
il Teatro Goldoni di Livorno, la Fondazione Festival Pucciniano di Torre del Lago,
e “InFArS” (Industrie Formative Arti Sceniche) progetto in collaborazione con Pegaso e Teatro Studio – Compagnia Krypton e finanziato dalla Provincia di Firenze.
Entrambi i progetti hanno il sostegno del Comune di Firenze.
Maggio Fiorentino Formazione mira a fornire competenze altamente specialisti145
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / MAGGIO FIORENTINO FORMAZIONE
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / MAGGIO FIORENTINO FORMAZIONE
che e innovative mantenendo al contempo uno stretto legame con la tradizione
del teatro musicale. I suoi progetti si distinguono per una forte integrazione tra
il momento formativo e la pratica artistica e per una forte interazione tra i vari
profili professionali. Strumento d’eccellenza di questo modus operandi è l’“Opera
Studio”, nell’ambito della quale, così come in una bottega d’arte, i giovani allievi
e i loro maestri collaborano e lavorano alla realizzazione dell’opera, in un ideale
percorso didattico-formativo che prevede una fase iniziale di aula e una significativa esperienza di palcoscenico sotto la guida di artisti e professionisti di
grande esperienza e del personale tecnico e artistico del Teatro; un’esperienza
che offre agli allievi l’opportunità di misurarsi con le complesse dinamiche dell’allestimento di un’opera lirica e di verificare nell’immediato i risultati raggiunti. Esempi di Opera Studio realizzati da Maggio Fiorentino Formazione in
collaborazione con il Teatro sono: Il Campanello di Donizetti nel Dicembre 2009,
Il Barbiere di Siviglia di Rossini nel Luglio 2010, La Serva Padrona di Pergolesi nel
Febbraio 2011 e Il Cappello di Paglia di Firenze di Rota.
Questo ultimo allestimento ha visto la partecipazione degli allievi del corso di
“Costumista Realizzatore” del progetto InFArS (Industrie Formative Arti Sceniche) finanziato FSE tramite la provincia di Firenze in attuazione del POR Toscana
Ob.2 2007-2013 e degli allievi dei corsi “Realizzare le scenografie per il teatro lirico” e “Tecnica dell’illuminazione degli spettacoli teatrali” finanziati con voucher
formativi individuali della Provincia di Firenze in attuazione del POR Ob.2 20072013, CFT Firenze Centro 2, capofila CESCOT.
Le scene e i costumi de Il Cappello di Paglia di Firenze sono stati realizzati in
collaborazione con gli allievi dei corsi:
Docenti dei corsi: Lorenzo Cutùli, Italo Grassi, Franco Venturi, Alfredo Magnanelli, Gianna Poli, Massimo Poli, Adnan Alzubadi, Roberto Cosi, Simone Sgobbi,
Luciano Roticiani, Marco Faustini, Piero Buzzichelli, Alberto Mariani, Lucilla Baroni, Roberto Brancati, Lorena Vallieri, Annamaria Biagini.
Per lo svolgimento dei corsi si ringraziano: Sartoria Teatrale Fiorentina diretta da
Massimo Poli, Laboratorio sartoriale del Teatro del Maggio diretto da Gianna Poli
e Laboratorio Scenografico del Teatro del Maggio diretto da Franco Venturi.
Un particolare ringraziamento alla direzione degli allestimenti, a Italo Grassi e Alfredo Magnanelli, e a tutto il personale del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino.
Inoltre alcuni dei ruoli principali de Il Cappello di Paglia di Firenze sono interpretati da giovani cantanti che si sono perfezionati ai corsi di Alta Formazione
per Cantante Lirico di Maggio Formazione: Filippo Adami, Salvatore Salvaggio,
Romina Tomasoni, Mauro Bonfanti, Francesco Verna, Roberto Jachini Virgili,
Irene Favro.
146
Realizzare le scenografie per il teatro lirico
Cinzia Aggio
Veronica Pattuelli
Federica Bartalini
Camilla Pazzagli
Aurora Damanti
Sara Porporato
Fanny Fabbri
Serena Sarti
Silvia Falcioni
Alessandro Smorlesi
Alessandra Francolini
Irene Ucciero
Serena Laborante
Elisa Vanzini
Costumista Realizzatore
Francesco Pergolizzi
Veronica Pattuelli
Rachele Tondini
Veronica Spadaro
Anna Garosi
Sara Cuomo
Camilla Becattini
Giada Cassigoli
Giulia Scaletti
Deephty Ciappi
Erica Cancelliere
Michela Caccioppoli
Elena Zalunardo
Cristina Di Carlo
Rosanna Coverini
Hanno collaborato agli allestimenti gli allievi del corso:
Tecnica dell’illuminazione degli spettacoli teatrali
Francesco Andriola
Clara Carusi
Lorenzo Ciciliani
Giovanni Devescovi
Jerry Okojie
Silvio Simonetti
Luigi Ventura
Le cantanti Lavinia Bini e Anna Maria Sarra si sono perfezionate presso la Scuola
dell’Opera Italiana del Teatro Comunale di Bologna.
147
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / FIGURANTI
Figuranti speciali
Jacopo Bardi
Francesco Gherardi
Enrico L’Abbate
Davide Livornese
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / COLLABORATORI
Andrea Severi, Giovanni Verona (maestri collaboratori di sala)
Luigi Baccianti (maestro suggeritore)
Andrea Secchi (altro maestro del coro)
Alberto Alinari, Andrea Baggio (maestri collaboratori di palcoscenico)
Paolo Bellocci (maestro collaboratore alle luci)
Barbara Maranini (assistente regista)
Andrea De Micheli (assistente scenografo)
Marco Zane (direttore di produzione)
Ferdinando Massarelli (direttore di scena)
Franco Venturi (responsabile del servizio di scenografia e del reparto laboratori
di costruzioni)
Lucio Bonucci (capo servizio macchineria e attrezzeria)
Gabriele Vanzini (assistente tecnico dell’allestimento)
Roberto Cosi (capo reparto costruzioni)
Adnan Alzubadi (scenografo realizzatore)
Marco Raspanti, Mauro Mariti (capi reparto macchinisti)
Gianni Paolo Mirenda, Luciano Roticiani (capi reparto elettricisti - assistenti datore
luci)
Gianni Pagliai (capo reparto elettricisti)
Silvio Brambilla (capo reparto fonica)
Francesco Cipriani (capo reparto attrezzeria e calzoleria)
Gianna Poli (capo reparto sartoria)
Lucia Pazzagli (capo reparto trucco e parrucche)
Allestimento scenico
Laboratorio scenografico del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino
Costumi
Sartoria Fiorentina, Firenze; Sartoria Brancato, Milano; Nori, Roma;
Allievi del Corso per “Costumista realizzatore” di Maggio Fiorentino Formazione
Sartoria del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino
Attrezzeria
Teatro del Maggio Musicale Fiorentino
Calzature
Sacchi, Firenze
Il cappello di paglia utilizzato nello spettacolo è prodotto
dal Consorzio Cappelli di paglia di Firenze
148
149
SOSTIENI IL TEATRO
SOSTIENI IL TEATRO
Il Teatro ringrazia per il 2011 / The Theatre is grateful to
Soci benemeriti | Benefactors
Donatori | Contributors
Corporate Supporters
Pitti Immagine
Sace
Soci donatori | Contributors
Ferruccio Balducci
Sandra Belluomini Sabatini
John Treacy Beyer
Alberto Bianchi
Romano Donnini
Elisabetta Fabri
Vieri Fiori
Giovanna Folonari Cornaro
Antonella Giachetti
Giovanni Gentile
Lionardo Ginori Lisci
Francesco Micheli
Lorenzo Pinzauti
Cristina Pucci
Mario Razzanelli
Gianni Ristori
Piero Luigi Siliani
Cinzia Scanu
150
Luigi Andronio
Paolo Asso
Silvia Asso Bufalini
Mirella Barucci Barone
Mario Bigazzi
Armando Bonechi
Carla Borchi
Riccardo Bordoni
Serafino Brunelli
Philippa Calnan
Silvia Camici Grossi
Carlo Cangioli
Anna Cardini Marino
Laetitia Carrega d'Ormesson
Alessandro Cecchi
Larisa Chevtchouk Colzi
Carla Ciulli
Maria Teresa Colonna
Patrizia Colzi
Armando Conti
Rossano Contini
Renza Curti
Marco Del Panta Ridolfi
Antonio Della Valle
Marco e Allegra Fichi
Piera Fontana
Franca Forconi
Laura Fossi
Giovanni Franciolini
Cristiana Frescobaldi Bargagli
Antonino Fucile
Sepp Harald Fuchs
Emanuela Fumagalli
Raoul Giannelli
Shlomo e Rita Gimel
Giuseppe Guarducci
Donald Leone
Madeleine Leone
Bernard and Phillis Leventhal
Massimo l’Hermite de Nordis
Anna Marchi Mazzini
Giacinta Masi
Piero Mocali
Fabrizio Moretti
Livia Pansolli Montel
Alberto Pecci
Rosanna Pestelli
Ginevra Pilo Boyl
Mario Primicerio
Maria Vittoria Rimbotti
Ildegarde Roccabianca
Presidente Rotary Club Firenze
Silvano Rotoli
Silvano Sanesi
Enrico Santarelli
Vittorio Sassorossi
Alfonso Scarpa
Aldo Speirani
Guido Tadini Boninsegni
Lidia Taverna Calamari
Maria Adelaide Tettamanti Bianchini
Ala Torrigiani Malaspina
Clotilde Trentinaglia Corsini
Raffaele Tresca
Paolo Zuffanelli
Soci | Associates
Niccolò Balducci
Linda Balducci
Enrico Bartolommei
Marco Castagnoli
Margherita Dolfi
Gaia Dolfi
Michele Fezzi
Clarissa Fraschetti
Giuditta Gallucci
Allegra Giudici
Lapo Gondi
Helmut Graf
Valentina Martelli
151
COME SOSTENERE | HOW TO SUPPORT
COME SOSTENERE | HOW TO SUPPORT
Mecenati | Patrons
• agevolazioni dedicate con i Partner del Teatro che saranno pubblicate alla pagina Soci
del sito www.maggiofiorentino.com.
€ 15.000
• membership di un (nascente) Comitato di Mecenati, riferimento etico/istituzionale
per il Teatro;
• invito al Ballo del 29 aprile in onore del 75° compleanno del Maestro Zubin Mehta;
• invito ad un appuntamento conviviale privato con il Maestro Zubin Mehta durante il corso
dell’anno;
• invito riservato ad incontri periodici con la Direzione Artistica;
• invito (per sé o per ospite) alle conferenze stampa di presentazione degli spettacoli;
• servizio esclusivo di prenotazione dei biglietti a domicilio, in prelazione ad inizio stagione;
• accesso a tutti i benefit riservati alla categoria di Donatori di seguito riportati.
• membership of a Board of Patrons, set up on an ethical basis;
• invitation to the Ball on April 29th 2011 in honour of Maestro Zubin Mehta;
• invitation to a private lunch or dinner at the presence of Maestro Zubin Mehta;
• exclusive invitation during the year to meet with the Artistic Director;
• invitation (personal or guest) to every press conference of the performances;
• advanced ticket booking home service under appointment;
• access to all benefits listed under Contributors.
Donatori | Contributors
€ 3.000
Club & Associazioni | Clubs & Associations
€ 6.000*
• biglietto di ingresso riservato alla prima prova generale del nuovo Teatro, in occasione
del concerto di inaugurazione del 21 dicembre 2011;
• invito all’ evento conviviale organizzato al termine di una delle prime in onore dei cast;
• accesso alla nuova “lounge riservata” (in corso di realizzazione);
• omaggio del programma di sala per ogni spettacolo;
• recapito a domicilio (su richiesta) di biglietti e abbonamenti;
• opportunità di organizzare concerti privati con musicisti del Teatro a condizioni
privilegiate;
• assistenza per prenotazioni di biglietteria presso teatri internazionali;
• invito per due persone alle prove generali;
• accesso a formule speciali di partecipazione alle tournée del Teatro;
• invito a visite personalizzate agli spazi e ai laboratori del Teatro Comunale e al cantiere
del nuovo Teatro;
• presentazione dedicata in anteprima della programmazione del Teatro;
• opportunità di incontro con gli artisti ospiti in Teatro;
• numero dedicato per la prenotazione diretta di quick dinner al Bar di platea del Teatro;
• invito agli eventi speciali del Teatro;
• pubblicazione del nome sui programmi di sala e sul sito web;
• agevolazioni per l’acquisto di biglietti alle mostre di Palazzo Strozzi;
• riduzione del 10% a Firenze per acquisti presso il negozio di Dischi Fenice;
• possibilità di accreditare nuovi soci (contestualmente alla sottoscrizione) con la riduzione
della quota di € 250;
152
Inoltre l’accesso riservato all’area soci di www.maggiofiorentino.com garantirà:
• prelazione per l’acquisto di biglietti per la Stagione con riduzione del 10%;
• riduzione del 20 % per ogni spettacolo su 2 biglietti;
• la possibilità di stampare direttamente dal proprio pc l’invito alle prove generali aperte
ai soci;
• l’opportunità di leggere in anteprima alcuni saggi dei programma di sala;
• consultare recensioni ed rassegne stampa degli spettacoli più interessanti.
• free entrance ticket to the rehearsal of the gala concert in occasion of the opening
of the new Theatre on December 21th 2011;
• invitation to a dinner with the cast after one of the premieres;
• access to the new “reserved lounge” (to be completed);
• complementary programme each performance attended;
• home delivery (if requested) of tickets and subscriptions;
• special conditions for private concerts performed by musicians of the Theatre;
• booking assistance for international ticket reservation;
• invitation to dress rehearsals (2 persons);
• special offers to travel on tour around the world with the Orchestra;
• private visits to labs and backstage and the building site of the new Theatre;
• private presentation of the programme of the upcoming season;
• possibility to meet up with the Artists;
• direct phone number for food and beverage reservations at the Bar of the Theatre;
• invitation to special events run by the Theatre;
• name listed on programme booklets and on website;
• special ticket offers for exhibitions at the Palazzo Strozzi;
• 10% discount at Fenice Record Shop in Florence;
• reduction of € 300 on annual fee for new members introduction;
• special offers in shops, partners of the Theatre.
Through the ‘Area Soci’ on www.maggiofiorentino.com you will receive:
• advanced booking with 10% discount;
• 20% discount on each performance purchase of 2 tickets;
• download dress rehearsal invitations;
• previews of essays from programme booklet;
• read previews and reviews on some of the most important performances.
[*] per le Associazioni i benefits si intendono riferiti ad un max di 4 membri ad evento
[*] for Associations benefits are given up to 4 persons for each event
153
COME SOSTENERE | HOW TO SUPPORT
COME SOSTENERE | HOW TO SUPPORT
Benemeriti | Benefactors
Soci fino a 30 anni | Associates under 30
€ 1.000
• invito per due persone alle prove generali;
• accesso a formule speciali di partecipazione alle tournée del Teatro;
• invito a visite personalizzate agli spazi e ai laboratori del Teatro Comunale e al cantiere del
nuovo Teatro;
• presentazione dedicata in anteprima della programmazione del Teatro;
• opportunità di incontro con gli artisti ospiti in Teatro;
• numero dedicato per la prenotazione diretta di food & beverages al Bar di platea del Teatro;
• invito agli eventi speciali del Teatro;
• pubblicazione del nome sui programmi di sala e sul sito web;
• agevolazioni per l’acquisto di biglietti per le mostre di Palazzo Strozzi;
• riduzione del 10% a Firenze per acquisti presso il negozio di Dischi Fenice;
• possibilità di accreditare nuovi soci (contestualmente alla sottoscrizione) con riduzione della
quota di € 100;
• agevolazioni dedicate con i Partner del Teatro che saranno pubblicate alla pagina Soci del sito
www.maggiofiorentino.com.
Inoltre l’accesso riservato all’area soci di www.maggiofiorentino.com garantirà:
• prelazione per l’ acquisto di biglietti per la Stagione con riduzione del 10%;
• riduzione del 20% per ogni spettacolo su 2 biglietti;
• possibilità di stampare direttamente dal proprio pc l’invito alle prove generali aperte ai soci.
€ 200
• possibilità esclusiva di partecipare a eventi “a tema” con formule speciali dedicate al pubblico
giovane;
• fruizione dei vantaggi garantiti dalla Maggiocard con possibilità di acquisto biglietti in platea
a € 15 e in galleria a € 10.
• aggiornamento tramite newsletter delle novità e delle promozioni speciali riservate;
• pubblicazione del nome sui programmi e sul sito web;
• presentazione dedicata in anteprima della programmazione del Teatro;
• invito agli eventi speciali del Teatro;
• possibilità di accreditare nuovi soci (contestualmente alla sottoscrizione) con riduzione della
quota di € 20;
• agevolazioni dedicate con i Partner del Teatro che saranno pubblicate alla pagina Soci del sito
www.maggiofiorentino.com.
• exclusive access to special events on themes dedicated especially to young people;
• holders of Maggiocard receive special ticket price: € 15 orchestra seats and € 10 first gallery;
• newsletter update on special offers;
• name listed on programme booklets and on website;
• private presentation of the programme of the upcoming season;
• invitation to special events run by the Theatre;
• reduction of € 20 on annual fee for new members introduction
• special offers in shops, partners of the Theatre
Modalità di pagamento | Methods of payment
1. Bonifico bancario al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, presso: | Wire transfer to:
Banca CR Firenze S.p.A. - IT 58 A 06160 02808 0000 19000 C00
Banca del Chianti Fiorentino e di Monteriggioni - IT 84 Q 08802 02803 0000 00130 042
2. Richiesta di addebito su carta di credito via email o fax | Request of credit card charge by
email or fax
3. Contanti o carta di credito presso Biglietteria | Cash or credit card at box office
4. Telefonando al + 39 055 2779 350 dalle 10 alle 13 e dalle 14.30 alle 16.30 dal martedì
al venerdì. Il pagamento dovrà avvenire con carta di credito | Calling + 39 055 2779 350
from Tuesday to Friday, 10 AM to 1 PM and 2.30 PM to 4.30 PM. Credit card payments only
Corso Italia 16, Firenze - tel: +39 055 2779309 - fax: +39 055 287222 [email protected]
Dal martedì al venerdì 10 - 16.30 - sabato 10 - 13 | Tuesday - Friday, 10 AM to 4.30 PM Saturday, 10 AM to 1 PM
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COME SOSTENERE | HOW TO SUPPORT
L’Associazione
Amici del Teatro del Maggio
Musicale Fiorentino
Detrazioni fiscali | US tax payers - Fiscal deduction
è presente dal 1987
I privati che effettuano la donazione possono godere dell’agevolazione fiscale di cui all’art.
15 1/i del D.P.R. 22/12/1986 n° 917 e specificatamente di una detrazione d’imposta del
19% dell’onere sostenuto fino al 2% del reddito complessivo dichiarato.
PER IL TEATRO
E PER LA CITTÀ
If you pay US tax and need a deduction, please contact us before making your check
payable to The American Fund for Charity (The American Fund is a 501(c)(3) and a public
charity in Washington DC). Gifts to The American Fund are tax deductible to the extent
amount by law.
con un intenso programma
di iniziative e la pubblicazione
del periodico
Un pensiero rivolto al futuro | A thought for the future
Se desidera pensare al futuro del Teatro del Maggio e alle generazioni che verranno,
consideri l’opportunità di lasciare un legato testamentario alla Fondazione del Teatro.
Molti ritengono che quanto si possiede, un giorno, andrà alle persone più care, ma non
succede sempre così. Infatti, secondo la legge, i nostri beni possono essere assegnati
anche a lontani parenti. Per ovviare a ciò, è necessario provvedere a regolare la successione
con un testamento. Un lascito testamentario può consistere in qualunque bene del
patrimonio (anche immobili) e può concretarsi nella disposizione di un proprio diritto o
nell’assunzione di un’obbligazione ad esempio: una proprietà, un diritto su un bene, un
diritto di credito. Ci sottoponga le sue considerazioni prendendo un appuntamento
telefonando al 055 2779 245 oppure mandando una mail a [email protected]
distribuito gratuitamente
nelle serate inaugurali
delle stagioni del Teatro
If you have the future of the Teatro del Maggio and of the coming generations in mind,
consider writing a bequest in your will for the Fondazione del Teatro. Many of us think that
what we own will one day go to those closest to us. But it does not always happen. In
fact, the law allows our property to go to even distant relatives. In order to prevent this
from happening, it is necessary to draw up a will.
A bequest can be made of any part of our patrimony (including real estate), and can reflect
our wishes about property that we own or can consist in giving the Teatro the right to a
piece or percentage of it or obligations that are due us. If this interests you, details can be
discussed by making an appointment at +39 055 2779 245 or [email protected]
Gli Amici del Teatro
del Maggio Musicale Fiorentino
sono membri della
Con il 5 per mille è tutta un’altra musica!
Con la dichiarazione dei redditi può destinare il 5 per mille delle sue imposte al Teatro del
Maggio Musicale Fiorentino. Non costa nulla, non ci sono spese aggiuntive ma è un modo
per utilizzare una quota delle imposte. Non sostituisce l’otto per mille ed è possibile aderire
ad entrambe le forme di utilizzo. Nell’apposito spazio sui modelli per la dichiarazione dei
redditi, deve firmare e indicare il codice fiscale del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino:
00427750484.
In questo modo contribuirà a sostenere la musica e la cultura.
156
e di
Sede e Segreteria
Via degli Alfani, 49
50121 Firenze
Tel. 055 290838
Fax 055 280517
www.amicidelmaggio.it
[email protected]
Federazione Europea
delle Associazioni e Fondazioni
che sostengono gli Enti Lirici
LOSCAFFALE
DELMAGGIO
ALLEOBLATE
Cataloghi, cd, dvd e
programmi di sala del Festival
Dove le parole finiscono,
inizia la musica (H. Heine)
La Biblioteca delle Oblate e il Teatro del Maggio insieme,
per guidarti in un percorso di parole e suoni alla
scoperta di autori, musicisti, compositori, interpreti.
Inoltre la Biblioteca delle Oblate mette a tua
disposizione più di 2500 documenti fra CD, DVD e libri
dedicati alla musica che potrai consultare, ascoltare e
avere in prestito liberamente.
www.bibliotecadelleoblate.it
Biblioteca
delle Oblate
Via dell’Oriuolo 26
50122 Firenze
INFO 055 261 6512
per scoprire le parole
ed i suoni della musica
maggio
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prima. dopo. durante.
libri di argomento musicale / libri per bambini / libri rari ed esauriti
cd e libri a metà prezzo / i gadget del Maggio / cd & dvd
aperto al Teatro Comunale un’ora prima,
negli intervalli e al termine di ogni spettacolo
foyer di platea, ingresso libero
da ogni ordine di posti
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AZIENDE PARTECIPANTI
Grevi Mode sas di Giuseppe Grevi
via della Manifattura n. 4/d - 50058 Signa - tel. 055-8734081
www.grevi.com
Marzi srl
via Buozzi n. 149 - 50013 Campi Bisenzio - tel. 055-8962619
[email protected] - www.marzi.com
Angiolo Frasconi srl
Via Torricella n. 69 - 50013 Campi Bisenzio - tel. 055-8952445
[email protected] - www.frasconi.it
Inverni srl
Via Amendola n.57 - 50058 Signa - tel. 055-8792402
www.inverni.it
Trendintex srl
via del Lazzaretto n. 168 - 59100 Prato - tel. 0574-643577
[email protected] - www.trendintex.it
ME.MAR srl
via della Casella n. 51 - 50142 Firenze - tel.055-7877261
[email protected]
Facopel produzioni srl
via della Lama n. 15/a - 51013 Chiesina Uzzanese(PT) - tel. 0572-48702
[email protected] - www.facopel.it
Cristianini srl
Via Cavalcanti n. 18 - 50058 Signa - tel. 055-876604
[email protected] - www.cristianinisrl.com
Soprattutto…Cappelli srl
Via Giotto n. 33 - 59016 Poggio a Caiano - tel. 0558798592
[email protected] - www.soprattuttocappelli.com
Alessandra Bacci
via Indicatore n. 71 - 50058 Signa - tel. 055-8790160
[email protected] - www.amatiamati.it
N. Mazzanti snc
Via R. Giuliani n. 144 - 50141 Firenze - tel. 055-431742
[email protected] - www.mazzantipiume.it
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