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Analisi del mercato del lavoro - Istruzione Formazione e Lavoro

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Analisi del mercato del lavoro - Istruzione Formazione e Lavoro
Analisi del Mercato
del lavoro
FORMAZIONE PERSONALE CPI
Marco Pompili
[email protected]
Ismeri Europa
1
Obiettivo e contenuti della giornata
Fornire un “modello” di riferimento per l’analisi del mercato del
lavoro e gli strumenti principali per una autonoma lettura ed
interpretazione (offrire le competenze di base):
• Le componenti del mercato del lavoro;
• principali indicatori generalmente usati nelle analisi dei
mercato del lavoro;
• approfondimento sul tema dei lavoratori Atipici;
• ricognizione delle principali fonti informative sul
mercato del lavoro;
• esercitazione: il mercato del lavoro marchigiano
2
Modalità di svolgimento
Mattinata:
- Illustrazione dei principali indicatori del mercato del lavoro, in grado
di cogliere fatti stilizzati e tendenze
- Lavoratori Atipici: chi sono e quanti sono
- Le fonti
“Sarete chiamati ad una partecipazione attiva…intervenite,
chiedete, ponete questioni ! ”
Pomeriggio:
- Esercitazione in gruppi sul mercato del lavoro nella Regione Marche
(alcuni dati sulla provincia)
“Discussione in aula sui risultati emersi ”
3
Il mercato del lavoro nel quadro
socio-economico generale
P rin c ip a li re la z io n i tra s tru ttu ra d e m o g ra fic a e s v ilu p p o lo c a le
FATTORI LOCALI
FATTO RI ESTERNI
• R is o rs e L o c a li (n a tu ra li,
p ro d u ttiv e )
• C o m p e titiv ità e c a p a c ità d i
in n o v a z io n e
•C a p ita le s o c ia le e s is te m a
d i r e la z io n i is titu z io n a li
M e r c a to
d e l la v o r o
• D o m a n d a d i e s p o rta z io n i
• C o n c o r re n z a in te rn a z io n a le
(c o s to /p ro d o tto )
• T ra sfe rim e n to d i
conoscenza
S v ilu p p o
lo c a le
V a lo riz z a z io n e
r is o rs e u m a n e
D om anda
d i la v o r o
D om anda di
is tr u z io n e
O ffe rta d i
la v o ro
O ffe rta d i b e n i
e s e r v iz i
D om anda
in te r n a
M erca to d ei
b e n i e s e r v iz i
S tru ttu ra p e r e tà
S tr u t tu r a
D e m o g r a fic a
I m m ig ra z io n e
E m ig ra z io n e
T a s s o d i F e rtilità
4
Le componenti del mercato del
lavoro
Popolazione
In età lavorativa
15-64
In età non
lavorativa
Forze di Lavoro
Occupati
Non Forze lavoro
Non Occupati
Tempo indeterminato
Tempo determinato
Part time
Disoccupati in
senso stretto;
In cerca di prima
occupazione;
Altre persone in
cerca
5
Le componenti del mercato del
lavoro
6
Definizioni
Occupati : persone di oltre 15 anni che nella settimana di riferimento hanno
svolto almeno un’ora di lavoro (retribuito o con compenso in natura oppure
non retribuito nella ditta di un familiare nella quale collaborano abitualmente)
oppure che sono assenti dal lavoro per ferie o malattia o altri motivi (ma si
dichiarano occupati).
Persone in cerca di occupazione: non occupati tra 15 e 64 anni che
* hanno ricercato attivamente lavoro nei 30 giorni precedenti l’intervista e
sono disponibili a lavorare (o avviare attività autonoma) entro le due
settimana successive all’intervista
* inizieranno un lavoro entro 3 mesi dall’intervista e sono disponibili a
lavorare (o avviare attività autonoma) entro le due settimane successive
all’intervista (qualora fosse possibile anticipare l’inizio del lavoro)
Inattivi: persone che non fanno parte delle forze di lavoro, ovvero che non
sono classificate come occupate o in cerca di lavoro
7
L’analisi del Mercato del lavoro
Gli strumenti principali per semplici analisi socio-economiche sono:
-Tassi di crescita di una variabile e indice a base 100;
-Composizioni percentuali;
-Uso dei principali Indicatori.
Quando possibile è sempre usare l’andamento nel tempo, in quanto
serve a relativizzare le dimensioni del fenomeno;
Procedere a comparazioni con altri territori, utile ad evidenziare
divergenze/convergenze meritevoli di attenzione
I dati possono essere riclassificati, a seconda delle esigenze, per:
genere/età/livello di istruzione/settore/tipologia del rapporto di
lavoro
8
L’offerta di lavoro
L’offerta di lavoro è influenzata:
-popolazione in età di lavoro (dinamiche demografiche);
-propensione degli individui ad entrare nella forza di lavoro (da inattivi ad attivi)
FATTORI DEMOGRAFICI RILEVANTI NEI PAESI INDUSTRIALIZZATI
1)
Aumento della vita media (Migliori condizioni sanitarie Regimi di sicurezza sociale)
2)
Bassa fertilità (Posticipazione e programmazione procreazione, Modelli di vita,
comportamenti, Scolarità accresciuta, Effetto reddito)
INVECCHIAMENTO DELLA POPOLAZIONE, con i seguenti effetti sul mercato del lavoro:
1)
Diminuzione FORZA LAVORO
2)
Aumento età degli occupati
3)
AUMENTO DEL COSTO DEL LAVORO
4)
Necessità crescente di politiche nuove (ricorso immigrazione, invecchiamento attivo,
rimodulazione spesa pubblica, nuove regole previdenziali)
9
Indicatori per l’offerta di lavoro
Indicatori:
-Tasso di crescita della popolazione;
-Saldo naturale e migratorio della popolazione
-Composizione della popolazione per classi di età (piramide
d’età)
-Ind. di vecchiaia
P>65/P<15*100
-Ind. di dipendenza
(P>65+P<15)/P15-64*100
-Composizione della popolazione per titolo di studio
-Tasso di attività
FL/P15-64 *100
10
Crescita popolazione Italia
Andamento della popolazione per classi di età
130,0
Nel tempo le classi giovanili di età
diminuiscono
120,0
110,0
100,0
90,0
80,0
70,0
60,0
1993
<15
1996
15-24
1999
25-34
2002
35-54
2004
55-64
> 65
11
Popolazione per età
Composizione della popolazione per classe di età
>65
55-64
35-54
2004
25-34
1993
15-24
<15
0,0
5,0
10,0
15,0
20,0
25,0
30,0
35,0
12
Bilancio demografico
Bilancio demografico 2003-2004
Crescita della popolazione sempre più dipendente
dalla componente immigrata
13
Vecchiaia e dipendenza
ANNI
Indice di
vecchiaia
Indice di
dipendenza
1971
46,13
55,53
1981
61,72
53,09
1991
96,57
45,33
2001
131,38
49,02
14
Livello di istruzione
Popolazione per titolo di studio (sesso, classi di età, Area Geografica)
Laurea e Post Laurea Diploma Maturità
Qualifica prof.
Licenza media Elementari o nessuno
•Cresce
il livello di istruzione della
popolazione;
1993
2003
1993
2003
1993
2003
1993
2003
1993
2003
Per sesso •Riguarda entrambi i sessi (maggiormente le donne) e le diverse
Maschi
20,0
27,8
3,6
5,0
37,3
36,3
33,2
22,8
classi 5,9
di età 8,1
Femmine
4,2
7,3
17,3
24,9
4,4
5,2
30,6
30,0
43,5
32,5
•Maggiore nel Centro-Nord
Per Classe di età
15-24
25-34
35-64
>65
0,5
7,1
6,8
2,8
0,9
12,7
9,6
3,3
28,7
30,8
15,2
5,0
40,2
41,6
25,0
7,5
5,1
6,9
3,6
1,1
4,8
7,0
6,1
1,5
60,1
46,4
27,9
10,4
50,7
34,2
35,4
15,8
5,6
8,8
46,5
80,7
3,4
4,5
24,0
71,9
Per area geografica
Nord
Centro
Sud
ITALIA
6,3
8,5
6,7
5,0
7,9
9,0
6,7
7,7
18,5
23,6
19,1
18,6
24,9
29,3
26,4
26,3
6,3
4,3
2,5
4,0
7,2
4,4
2,9
5,1
34,2
31,3
33,0
33,8
32,7
30,6
34,7
33,0
34,8
32,3
38,7
38,5
27,3
26,6
29,3
15
27,9
Tassi di attività
Tassi di Attività
75
70
65
60
55
50
1997
1998
1999
Europa 15
2000
2001
Germania
2002
Francia
2003
Italia
2004
16
Tassi di attività per sesso
UE 15
Germania
Francia
Italia
1997 2004
Maschi
78,0 78,6
79,2 79,2
75,1 75,3
73,2 74,9
1997 2004
Femmine
57,9 62,6
61,8 65,8
61,2 63,9
43,5 50,6
17
Tassi di attività e titoli di studio
Tasso di attività
per titolo di studio e classe di età
Licenza
Licenza
Diploma 2-3 Diploma 4-5 Laurea breve,
CLASSI DI ETÀ
elementare
media
anni
anni
laurea,
Totale
15-24 anni
42,5
27,0
73,6
41,9
49,6
25-34
57,6
76,4
87,8
78,2
81,5
35-44
56,0
76,9
83,6
86,1
93,5
45-54
50,7
70,1
75,9
84,6
94,3
55-64
22,4
30,2
32,5
46,9
65,2
Totale 15-64
36,0
58,5
75,2
71,0
84,9
Maschi
15-24 anni
51,0
32,8
76,0
43,6
41,1
25-34
77,6
92,2
95,8
85,6
85,1
35-44
82,7
94,7
96,8
97,2
98,5
45-54
80,8
87,5
91,7
94,5
98,6
55-64
37,1
38,3
38,8
53,5
74,5
Totale 15-64
56,8
71,8
85,2
78,6
89,7
Femmine
15-24 anni
28,9
20,2
70,4
40,5
54,2
25-34
34,8
56,3
79,1
71,3
79,0
35-44
32,9
56,4
72,5
75,5
89,0
45-54
31,5
50,7
62,8
72,6
90,0
55-64
12,4
20,4
26,2
37,6
52,5
Totale 15-64
21,1
42,7
65,7
63,2
80,6
Totale
35,6
77,9
80,9
72,7
31,8
62,5
39,3
88,3
95,3
89,9
44,0
74,5
31,7
67,5
66,5
55,9
20,4
50,6
18
Dati Province marchigiane 2004
Tassi di attività
68,5
68,3
68
67,5
67,4
67,4
67,2
67
66,5
66,5
66
65,5
Marche
Pesaro-Urbino
Ancona
Macerata
Ascoli Piceno
19
In definitiva
Rispetto all’Europa l’Italia rimane piuttosto distante in
termini di tassi di attività
Questo nonostante il progressivo processo di
femminilizzazione della forza lavoro Æ dovuto a
cambianti socio-culturali (minore fertilità, maggiori
famiglie monoparentali, diversa cultura della famiglia)
Si nota una sempre più correlazione tra tasso di attività e
titolo di studio (l’istruzione favorisce sia l’occupazione
che la fiducia nell’entrare nel mercato del lavoro)
Tassi di attività fortemente differenziati tra Nord e Sud
20
(con divario crescente nel tempo)
Negli ultimi due anni crescono
anche gli inattivi
Effetto scoraggiamento ?
21
La domanda di lavoro
22
Indicatori per la domanda di
lavoro
La domanda di lavoro è espressa da:
-Occupazione;
-fabbisogni occupazionali delle imprese (Es. Indagini Excelsior)
Indicatori:
-Tasso di occupazione
Occ/P15-64
-Variazione occupati;
-Composizione occupazione (per tipologia di occupazione, per sesso, età,
livelli di studio, per settore, per mansioni)
-Indice di specializzazione settoriale
-Intensità tecnologica dell’occupazione (Classificazione PAVITT)
-Produttività
23
Andamento occupazione negli
ultimi anni
Andamento Occupati
25.000
20.000
Crescita sostenuta dal 1997, soprattutto
femminile. Perché ?
15.000
10.000
5.000
0
1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004
Maschi
Femmine
Totale
24
Possibili Ragioni
•Riforme del Pacchetto TREU (facilitazione inserimento
con contratti flessibili, soprattutto crescita del Part-time
per le donne)
•Regolarizzazioni immigrati (questo è vero per gli ultimi
anni, quando dopo le regolarizzazioni la popolazione
immigrata è entrata nel conteggio delle RFL)
•Crescita del settore terziario (anche se meno del livello
europeo)
Quindi: crescita dovuta più a razionalizzazione del mercato
del lavoro che alla crescita del PIL
25
Variazione occupazione per settori
26
Peso settori
27
Peso settori province marchigiane
(2004)
Occupati per settore nelle province marchigiane
100,0
90,0
80,0
70,0
56,8
62,5
52,4
53,9
45,1
41,5
60,0
50,0
40,0
30,0
20,0
39,3
34,1
10,0
0,0
3,9
3,4
2,4
4,6
Pesaro-Urbino
Ancona
Macerata
Ascoli Piceno
Agricoltura
Industria
Servizi
28
Le ragioni della crescita dei servizi
Diverse cause spiegano il crescente peso dei servizi:
-Domanda di consumo
-Produttività del lavoro più lenta
-Esternalizzazione delle imprese (servizi alle imprese)
-Mutamenti dinamiche sociali (servizi finali, soprattutto sociali)
Il peso dei servizi, in termini occupazionali, distingue l’Italia da altri paesi
quali Francia e Germania per una scarsa occupazione nei servizi intermedi
(sostanzialmente servizi alle imprese) e per una elevata quota di addetti ai
servizi finali (commercio, pubblici esercizi, turismo, lavoro domestico…). Da
notare:
-Nei servizi alle imprese è presenta un’occupazione maggiormente qualificata;
-Elevata occupazione si associa a elevati tassi di disoccupazione: infatti…
29
Quanto pesa il fattore tecnologico
(Classificazione Pavitt)
30
Quanto pesa il fattore tecnologico
(Classificazione Pavitt)
31
Quali competenze
32
Tassi di occupazione
Tassi di
occupazione
2003
Italia
Ue 15
Francia Germania Inghilterra
Totale
56,1
64,3
62,8
64,8
71,8
Maschi 15-24
29,7
42,5
33,3
45,3
57,3
Maschi 25-54
86,5
86,5
86,9
84
87,6
Maschi 55-64
42,8
51,6
41
47,5
64,8
Donne 15-64
42,7
56
58,8
58,8
65,3
33
Tassi occupazione province
Tasso di occupazione per età
90
80
70
60
50
40
30
20
10
15 - 24
anni
25 - 34
anni
35 - 44
anni
Pesaro
Ancona
45 - 54
anni
Macerata
55 anni
e oltre
AScoli
Totale 15-64 anni
34
La disoccupazione
Secondo Laytard, Nickell e Jackman i fattori che incidono sulla
disoccupazione e spiegano le differenze tra diversi contesti sono:
-Durata di sussidi
-Livello dei sussidi rispetto al reddito
-Andamento dell’inflazione
-Spese in politiche attive del lavoro
-Grado di estensione della contrattazione collettiva
-Coordinamento dell’azione dei sindacati
Inoltre:
Teoria del Capitale umano
Insiders/Outsiders
Segmentazione del Mercato del lavoro
35
La disoccupazione
Ancora:
•SCARSA TRASPARENZA DELL’INFORMAZIONE PER L’OFFERTA E LA DOMANDA DI
LAVORO (ruolo chiave dei servizi pubblici e privati dell’impiego)
•OFFERTA DI LAVORO CON INSUFFICIENTE PREPARAZIONE (programmazione
formativa non in linea con la domanda di competenze del sistema produttivo, deficit di politiche atti
•MANCATO CHIARIMENTO DEI FABBISOGNI DI COMPETENZE E DI FORMAZIONE A
BREVE E A MEDIO TERMINE DA PARTE DELLE IMPRESE
•IMMAGINE E ATTRATTIVITA’ DEI LAVORI (deficit di comunicazione e orientamento,
condizioni di lavoro e livelli retributivi)
•CARENZE DI PROGETTAZIONE, FLESSIBILITA’ DELL’ OFFERTA FORMATIVA :
a)durata dei corsi; b)collocazione oraria; c)modalità off / on the job/ a distanza; d)tempi di
risposta dell’offerta formativa alla domanda; e) mix tra formazione a catalogo e formazione a
sportello; f) costo ivi compresi i sistemi di incentivazione se esistenti
•QUALITA’ DEI SOGETTI ATTUATORI (SISTEMA DI ACCREDITAMENTO,
FUNZIONAMENTO DEL MERCATO DELLA FORMAZIONE)
•ALTRI FATTORI Æ sistema delle tutele sul posto di lavoro e sul mercato del lavoro (passive vs.
proattive in caso di disoccupazione), presenza / assenza di incentivi, aiuti alla mobilità territoriale
36
Indicatori per la disoccupazione
Indicatori:
Variazione disoccupati
•Composizione disoccupati per sesso, età, titolo di
studio, posizione sul mercato del lavoro (disoccupati in
senso stretto o in cerca di prima occupazione)
•Tasso di disoccupazione
Dis/FL
•Indice di discriminazione di genere (Tdisf-Tdism)/Tdis
•Tasso di disoccupazione di lunga durata (in condizione
di disoccupazione da più di 12 mesi)
37
Andamento disoccupazione
Andamento disoccupati per sesso
3.000
2.500
2.000
1.500
1.000
500
1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004
Maschi
Femmine
Totale
38
Tassi di disoccupazione
Tassi di disoccupazione per sesso
20
15
10
5
0
1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005
Totale
Maschi
Femmine
39
Tassi per genere
Tassi disoccupazione 2004 per genere e indice di discriminazione
Europa 15
Germania
Francia
Italia
Tot
8,1
9,5
9,6
8
M
7,2
8,7
8,7
6,4
F
9,3
10,5
10,5
10,5
Ind.
0,26
0,19
0,19
0,51
40
Tassi per genere nelle province
Tassi di disoccupazione
9
8
7
6
5
4
3
2
1
0
Pesaro-Urbino
Ancona
Maschi
Macerata
Femmine
Totale
Ascoli Piceno
41
Disoccupazione per età
Tassi disoccupazione per età. 2004
50,0
40,0
30,0
20,0
10,0
0,0
15-19 20-24 25-29 30-34 35-39 40-44 45-49 50-54 55-59 60-64
Maschi
Femmine
Totale
42
Disoccupazione giovanile nelle
province
Tassi disoccupazione giovanile
35
30
25
20
15
10
5
0
Pesaro-Urbino
Ancona
Maschi
Macerata
Femmine
Totale
Ascoli Piceno
43
Modelli di disoccupazione in
Europa
Modelli di disoccupazione in Europa
Peso maggiore di
Giovani
Adulti
Adulti e Anziani
Danimarca
Donne Italia, Spagna, Grecia Francia, Olanda
Peso
Belgio, Portogallo,
Maggiore Euguale
Finlandia
di
Svezia, Austria,
Uomini
Gran Bretagna, Irlanda Germania 44
Disoccupazione di lunga durata
Nel 2002 il tasso di disoccupazione di lunga durata per l’Italia è pari al
5,5%, quello marchigiano l’1,4%.
Nelle Marche la disoccupazione di lunga durata colpisce in maniera
rilevante i possessori di titolo di studio elevati (su 100 disoccupati 56 hanno
almeno il diploma, contro il 39 della media nazionale)
Il fenomeno colpisce in maniera particolare la fascia di età compresa tra 2544 anni (7 su 10 disoccupati di lunga durata)
Dipende soprattutto dalla perdita di un precedente lavoro (su 100
disoccupati di lunga durata 60, contro il 38 delle altre regioni)
Il 73% dei disoccupati di lunga durata preferiscono “accettare” un lavoro a
tempo indeterminato, contro un valore pari al 55% del resto d’Italia. Solo il
12% è disposto a lavorare fuori il comune di residenza, contro il 22%.
45
Il mercato del lavoro italiano
IERI
OCCUPAZIONE IN LARGA PARTE A TEMPO INDET. E SCARSA DIFFUSIONE DEL LAVORO A TEMPO PARZIALE
BASSO TASSO DI ATTIVITA’ FEMMINILE
DISOCCUPAZIONE GIOVANILE
DISOCCUPAZIONE ADULTA GENERATA DAL PROGRESSO TECNICO
MEZZOGIORNO COME AREA PROBLEMATICA
FENOMENI DI DELOCALIZZAZIONE
LIMITATA PRESENZA DI LAVORATORI EXTRACOMUNITARI
OGGI
MOLTEPLICITA’ DEI RAPPORTI CONTRATTUALI, NASTRI LAVORATIVI RICCHI / POVERI
RISTRUTTURAZIONI AZIENDALI E RICAMBIO DI MANODOPERA
PROLUNGAMENTO DELLA VITA ATTIVA
OFFERTA DI LAVORO + SCOLARIZZATA
MEZZOGIORNO COME RISORSA ?
ACCENTUAZIONE DEI FENOMENI DIDELOCALIZZAZIONE, GLOBALIZZAZIONE
DOMANDA DI MANODOPERA INSODDISFATTA (BOTTLENECKS)
CALO DELLA DISOCCUPAZIONE GIOVANILE
DIFFICOLTA’ AD ELEVARE I TASSI DI ATTIVITA’ DEGLI ANZIANI
46
Il mercato del lavoro italiano
Complessivamente si rileva che l’Italia presenta:
9tassi di partecipazione e di occupazione inferiori alla media
europea, soprattutto per quanto concerne le donne
9bassi tassi di partecipazione femminile si accompagnano a
ridotti tassi di natalità…modello mediterraneo
9tassi di disoccupazione superiori alla media europea (anche se
il gap si è ridotto e quasi annullato negli anni 1998-2002)
9una quota di occupazione indipendente superiore alla media
europea
9una quota di occupati nei servizi inferiore alla media europea
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Il Lavoro “Atipico”
Quale definizione di lavori atipici ?
Forme di impiego prive di una o più delle seguenti
caratteristiche:
Subordinazione ad un solo imprenditore
-
Integrazione in un’organizzazione produttiva
-
Contratto a tempo indeterminato
-
Contratto a tempo pieno
-
Protezione legislativa o contrattuale contro il rischio di perdere
il lavoro
-
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Le diverse forme di lavoro atipico
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Le diverse forme di lavoro atipico
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Le diverse forme di lavoro atipico
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Le diverse forme di lavoro atipico
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Le diverse forme di lavoro atipico
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I dati
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Alcune caratteristiche
Dal 2000 al 2003 su 25.000 nuovi occupati nelle Marche la metà circa
sono atipici (percentuale ancora maggiore per il solo settore dei
dipendenti);
Le figure più in espansione sono state Co.co.co, interinale e lavoro a
tempo determinato
Sono per lo più di genere femminile e giovani. I collaboratori hanno
in genere una buona istruzione, meno i part timers a tempo
indeterminato e i lavoratori a termine (45 e 36 per cento di questi
hanno al più licenza media o elementare)
Il 60% degli atipici hanno un percorso lavorativo di 10 anni e il 30%
di 5 anni (l’atipicità come carattere strutturale, a parte il contratto di
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apprendistato)
Alcune caratteristiche
Sono in genere monocommittenti, con contratti di max un anno
e per mansioni medio basse (operai/apprendisti 52%, impiegati
29%)
Il 60% degli atipici è occupato nel settore terziario, il 36,5%
nell’industria e il restante nell’agricoltura
I part-time si concentrano per lo più nei settori del commercio,
alberghi e ristoranti, gli apprendisti nel settore industriali e i
collaboratori in quello dei servizi extra commerciali (banche,
assicurazioni, servizi alle imprese); CFL e Interinali sono
concentrati per lo più in grandi imprese e nel settore industriale
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Le ragioni di insoddisfazione
Tre su quattro si dichiarano “molto” o “Abbastanza” soddisfatti: sono
soprattutto apprendisti e CFL, part-timers a tempo indeterminato,
soprattutto donne con bassa scolarizzazione. I meno soddisfatti sono
lavoratori delle classi centrali, con percorsi lavorativi ormai di un certo
periodo e con elevati livelli di istruzione.
Le principali ragioni di insoddisfazione:
Scarse opportunità di carriera;
Inadeguate prospettive professionali;
Sicurezza del posto del lavoro (interinali, collaboratori e a tempo
determinato)
Non sufficienti tutele contrattuali (collaboratori)
Retribuzione non adeguata (collaboratori)
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L’ottica delle imprese
Il 66% delle imprese dichiara di fare uso del lavoro atipico e il 14% dichiara di fare solo
uso di lavoro atipico;
Un terzo è collocato nella Provincia di Ascoli Piceno;
Gli atipici caratterizzano fortemente il settore alberghiero, meno quello manufatturiero;
Vengono preferite le figure atipiche più tradizionali (nel senso di non introdotte dalla
Legge Biagi), in linea anche con quanto rilevato dalla indagine nazionale della
Confindustria
Le principali ragioni per farvi ricorso sono:
-Carattere si stagionalità del lavoro
-Convenienza economica;
-Affrontare i picchi di lavoro (interinali)
-Provare i lavoratori (questo nelle medio-grandi imprese)
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L’ottica delle imprese
I contratti flessibili che hanno maggiori
possibilità di essere trasformati in contratto
di natura stabile sono gli apprendisti e il
tempo determinato (per il part-time si
verifica un preferenza soggettiva del
lavoratore, per i collaboratori o gli interinali
il “rischio” è che il grado di flessibilità sia
una scelta subita)
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Indice di precarizzazione
Indice= Avviamenti tempo det/tot avv.
DATI CPI
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Indice di precarizzazione (per età e
sesso)
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Indice di precarizzazione (per
settore)
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Fonti Statistiche
Limiti delle fonti statistiche ufficiali italiani:
1) Mancano informazioni sui posti vacanti, utili per
l’analisi della domanda;
2) Scarsi dati sui flussi in entrata ed uscita
3) Informazioni non esaustive sui soggetti beneficiari
delle politiche del lavoro
4) Mancano rilievi sulla condizione dei soggetti deboli
(diversamente abili, immigrati, esclusi sociali…);
5) Scarsa disponibilità di informazioni a livello territoriale
sub-regionale
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Fonti Statistiche
Fonti statistiche ufficiali
• ISTAT (Censimenti, Contabilità nazionali (ULA)
Indagine RFL, Occupazione grandi imprese…)
• Unioncamere (Sistema informativo excelsior sui
fabbisogni delle imprese)
• Banca d’Italia
Fonti Amministrative
• INPS
• INAIL
Fonti da indagini dirette
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Fonti Statistiche
Fonte
ISTAT
Tipologia
Censimento
Popolazione
ISTAT
Censimento Industria
ISTAT
Conti Economici
ISTAT
Rilevazione forze di
lavoro
CAMERE DI
Excelsior
COMMERCIO
INPS
INPS
INAIL
BANCA
D'ITALIA
EUROSTAT
CPI
Informazioni
Caratteristiche popolazione (attiva, non attiva) e posizione
professionale
Caratteristiche delle imprese e della loro occupazione (utile per
comprendere la domanda di lavoro)
Dati sul casto del lavoro dipendente e sulle unità di lavoro, per
posizione professionale, settore di attività e regione
Popolazione attiva e forze di lavoro; Occupazione (ore lavorate,
occupati per tipologia, posizione nella professione, ramo di attività)
; Disoccupazione; rapporti di lavoro
Informazioni sui fabbisogni occupazionali delle imprese
Osservatorio sui lavoratori dipendenti, autonomi, domestici e
parasubordinati .
Osservatorio sulle imprese: Stock e variazioni di occupati ed
Osservatorio sulle impres imprese, imprese in attività e retribuzioni medie annue e
coefficienti di dispersione.
Dati su aziende assicurate e infortuni (eventi denunciati e
Archivio Inail
indennizati e rischio) per settore di attività
economica
Indagine Famiglie
Reddito annuo da lavoro dipendente al netto di imposte e
italiane
contributi
Popolazione attiva e forze di lavoro; Occupazione (ore lavorate,
Indagine forze di lavoro occupati per tipologia, posizione nella professione, ramo di attività)
; Disoccupazione; rapporti di lavoro
Archivi CPI
??
Osservatorio lavoratori
Ciclicità
Decennali
Livello
territoriale
Comune (alcune
variabili)
Decennali
Provincia
Annuali (con
ritardo)
Regione
Trismestrali e
Annuali
Provincia (con
alcuni caveat)
Annuale
Provincia
Annuale
Provincia
Annuale
Provincia
Annuale
(mensile)
Provincia
Italia (Regioni)
Annuale
Stati, Regioni
NUTS
Variabile
Circoscrizioni
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Fonti Statistiche – Dati CPI
Tipo di dati
Iscrizioni, avviamenti e cessazioni (per sesso, mansione, settore, età, qualifica, tipologia
contrattuale). Inoltre: dati su apprendisti, CFL, liste di mobilità, dati sulle categorie protette.
Vantaggi
Dato territoriale fine e cadenza frequente (utili per analisi congiunturali)
Limiti
Raccolti per fini amministrativi e sottoposti a modifiche legislative
L’iscrizione non corrisponde sempre alla disoccupazione; spesso si rimane iscritti anche se si
fanno lavori precari…
Misurano il numero di avviamenti, non gli individui avviati (analisi di coorte)
Affidabilità variabile (copertura delle variabili, pulizia dei dati…)
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Fonti Statistiche – per atipici
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La RFL ISTAT: caratteristiche
Obiettivo
stima dei principali aggregati dell’offerta di lavoro con garanzia di stime trimestrali a
livello regionale e stime provinciali in media d’anno (le stime trimestrali
rappresentano lo stato del mercato del lavoro nell’intero trimestre)
Rilevazione campionaria
popolazione di riferimento = tutti i componenti delle famiglie residenti in Italia,
anche se temporaneamente all’estero campione due stadi, rispettivamente comuni e
famiglie, con stratificazione delle unità di primo stadio.
campione = per ciascun trimestre 175 mila individui residenti in 1.246 comuni di
tutte le province italiane
unità di rilevazione = la famiglia di fatto (insieme di persone coabitanti, legate da
vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o da vincoli affettivi)
Rilevazione continua
informazioni rilevate con riferimento a tutte le settimane dell’anno (a differenze della
precedente Rtfl)
Domande sull’effettivo comportamento precedenti alle domande sull’autocollocazione
Dati prodotti:
trimestrali e annuali (medie)
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Indicazioni Bibliografiche
Libri
• E. Reyneri “Sociologia del Mercato del lavoro”, Il mulino
• P. Sestito “Il mercato del lavoro italiano”, Laterza
• M. Samek Lodovici, “La disoccupazione”, Carocci
Rapporti Istituzionali
• Rapporto Monitoraggio delle politiche del lavoro – Ministero del
lavoro
• Rapporto Annuale Istat
• Rapporto annuale ISFOL
• Rapporto sul Mercato del lavoro CNEL
• Rapporto annuale DPS
• Relazione Generale Banca d’Italia
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