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Vi darò Pastori secondo il mio cuore
✠ Andrea Bruno Mazzocato Vescovo “Vi darò Pastori secondo il mio cuore” Per sostenere i chiamati al presbiterato nella Chiesa di Adria - Rovigo Rovigo 2001 INTRODUZIONE 1. Fin dall’inizio del mio ministero pastorale nella Chiesa di Adria-Rovigo ho avvertito come uno dei miei doveri primari quello di sostenere i ragazzi e i giovani che Gesù oggi chiama ad essere preti. Tutte le vocazioni di speciale consacrazione attendono in Diocesi particolare attenzione e aiuti adeguati. Non possiamo, però, non riconoscere tra noi una sofferta preoccupazione a causa del numero esiguo dei giovani presenti attualmente nel seminario diocesano. Alla sofferenza si unisce la speranza di una pronta ripresa di vocazioni sacerdotali. Con questa lettera - la prima che rivolgo alla Diocesi faccio mio il diffuso desiderio di superare una certa rassegnazione che forse ristagnava (dopo tanti lodevoli tentativi fatti) e di ravvivare una convinta disponibilità allo Spirito Santo che certamente sta facendo nascere nel cuore di nostri ragazzi e giovani la volontà di donarsi come preti. Ci invita a ciò anche il Santo Padre nella sua lettera programmatica Novo Millennio Ineunte: “Certamente un impegno generoso va posto per la promozione delle vocazioni al sacerdozio e di quelle di speciale consacrazione. E’ questo un problema di grande rilevanza per la vita della Chiesa in ogni parte del mondo”1. La speranza che aumenterà il numero di ragazzi e giovani pronti a seguire il Vangelo nella vocazione al sacerdozio sosterrà il nostro impegno. La ripresa delle vocazioni sarà un segno di rinnovata vitalità spirituale nella nostra cara Chiesa. 2. Dopo essermi consultato con i sacerdoti che operano oggi in seminario, offro alcune riflessioni e indicazioni per un programma di animazione vocazionale, che potrà poi essere completato e migliorato alla luce dell’esperienza che faremo. Concretamente toccherò questi punti: I. Alcune riflessioni iniziali sulla situazione delle vocazioni oggi II. La necessità della preghiera per le vocazioni III. L’annuncio IV. La proposta V. L’accompagnamento 3. Metto questa lettera con fiducia in mano ai sacerdoti, ai consacrati e alle consacrate, ai genitori, ai catechisti, agli animatori ed educatori, agli insegnanti di religione, ai membri delle associazioni e dei movimenti, ad ogni fedele. Chiedo che sia letta attentamente. Ed ognuno offra poi la collaborazione che è a lui possibile affinché alla nostra Chiesa diocesana siano assicurati i pastori necessari e preparati. Come Vescovo mi impegnerò in prima persona. L’ospitalità in vescovado dei nostri seminaristi con il loro rettore, che comincerà dal prossimo anno scolastico, è un segno di questa mia volontà. Nella giusta autonomia formativa, essi potranno condividere la spiritualità del Vescovo e vivere un’esperienza comunitaria di fede assieme anche alle suore che saranno col Vescovo. I. LA VOCAZIONE OGGI “Mi scelse fin dal seno di mia madre e mi chiamò con la sua grazia” (Gal 1,15) 4. Prima di offrire delle indicazioni concrete per un’animazione vocazionale nella nostra Diocesi, credo sia utile qualche breve riflessione sulla realtà della vocazione nella vita del cristiano e sulla situazione nella quale oggi la Chiesa si trova ad operare per sostenere le vocazioni. Probabilmente ribadisco convinzioni che tutti abbiamo presenti. E’ bene, però, non darle per scontate e dedicare ad esse un po’ di tempo e di attenzione. Sono infatti i punti di riferimento che sostengono e motivano ogni cristiano, sia nella realizzazione della propria vocazione sia nell’impegno per aiutare le giovani generazioni a scoprire la loro vocazione. Dalla vocazione battesimale alla vocazione personale 5. La grande “chiamata divina” che ha trasformato la vita del cristiano è il battesimo. Nel battesimo Gesù ci ha fatto passare dalla morte alla vita vera. In altre parole, ci ha fatto passare dall’egoismo, che - come triste forza di peccato e di morte - ci rende schiavi della paura di perdere noi stessi quando ci doniamo, alla gioia di donare la nostra vita a Gesù e ai fratelli, di donarci come Lui, in Lui e per Lui. Questa è la grande “vocazione” battesimale: essere chiamati a vivere come Gesù, che si è fatto obbediente alla Volontà del Padre fino a morire per la salvezza dei suoi fratelli. In che modo, però, possiamo seguire l’esempio di Gesù? Egli chiama ogni battezzato a donare se stesso non in modo vago e generico, ma in un modo preciso: secondo una specifica vocazione. Formare una famiglia cristiana, diventare prete, andare missionario, consacrarsi nella verginità: sono tutti modi concreti per fare dono totale della propria vita ai fratelli dentro la Chiesa. Sono le “vocazioni” personali nelle quali si realizza la “vocazione” battesimale. Nel cristiano che non cerca di conoscere la vocazione personale che Gesù ha scelto per lui e non l’accoglie con generosità, il battesimo non ha portato i suoi frutti migliori. Il frutto maturo del battesimo è l’impegno di tutta l’esistenza secondo la propria vocazione. Per questo motivo, il tema della vocazione deve essere normalmente presente nel catechismo, nelle proposte di formazione rivolte ai ragazzi e ai giovani, nella predicazione. Il più grande servizio che possiamo offrire ad un ragazzo o ad una ragazza cristiani è quello di aiutarli a seguire con generosità la propria vocazione, grazie alla quale possono obbedire alla Volontà del Padre e donare se stessi totalmente. Le vocazioni di speciale consacrazione 6. La maggioranza dei battezzati è chiamata alla vocazione del matrimonio cristiano. Anche questa vocazione è da annunciare nel suo vero valore e significato evangelico. Si sono, infatti, diffusi modi di pensare il rapporto di coppia e di convivenza che sono lontani dal senso del sacramento del matrimonio. Tra tutti i ragazzi e le ragazze, però, Gesù chiama alcuni ad una diversa voca- zione, che chiamiamo “di speciale consacrazione”. Chiede loro di realizzare la propria vita non nella coppia e formando una famiglia, ma donando se stessi nella verginità e nel celibato. Sono i preti, i missionari, i monaci, i religiosi e le religiose, i consacrati che vivono in comunità fraterne o in mezzo alla società. Gesù, col suo Spirito, allarga il loro cuore e fa nascere la gioia e il desiderio di dedicarsi con tutte le loro forze e con tutti i loro sentimenti alla Chiesa e ai fratelli, specialmente ai più poveri. Queste vocazioni sono una grande ricchezza dentro la Chiesa. Sono una forte testimonianza del Vangelo. Hanno fatto e fanno tanto del bene proprio a chi più ha bisogno. Anche la nostra Diocesi si è arricchita grazie all’opera di tanti sacerdoti, religiosi, suore, monaci, missionari, consacrati esemplari e di grande fede. Dobbiamo continuare a sostenere e favorire queste vocazioni. I preti: una vocazione necessaria per la Chiesa 7. Con questa lettera desidero attirare in modo particolare l’attenzione su una delle vocazioni di speciale consacrazione: la vocazione al sacerdozio o ministero presbiterale. Mi spinge a ciò la preoccupante carenza di giovani che si avviano a diventare preti diocesani, carenza che da anni stiamo soffrendo. C’è, però, un motivo più profondo. Il ministero del Vescovo e dei preti, in comunione con lui, è essenziale per la vita di una Chiesa diocesana. Non c’è Chiesa senza i ministri ordinati che assicurano quei mezzi attraverso i quali Gesù risorto comunica la sua Vita divina ai singoli cristiani e a tutta la comunità. Mi riferisco all’annuncio della Parola di Dio, alla celebrazione dell’Eucaristia, al sacramento del Perdono. Data l’importanza vitale che ha il ministero presbiterale, la Chiesa ha sempre accordato un’attenzione particolare all’accompagnamento e alla formazione dei giovani chiamati a tale ministero. Ha creato a questo scopo i seminari e in essi ha investito le forze migliori. Anche la nostra Diocesi ha il dovere di pensare al suo futuro e rinnovare, quindi, il proprio impegno a favore dei chiamati al sacerdozio. Siamo certi che Gesù, col suo Santo Spirito, ama la nostra Chiesa di Adria-Rovigo e non fa mancare ragazzi a giovani nel cuore dei quali fa sorgere il desiderio di donare se stessi come preti diocesani. Noi tutti dobbiamo collaborare con disponibilità e fantasia. Le vicende del nostro seminario e i tentativi fatti senza apprezzabili risultati possono aver ingenerato nel nostro cuore una certa delusione e conseguente rassegnazione. Preghiamo lo Spirito del Signore perché ci aiuti a superare tali stati d’animo negativi e a rinnovare convinzioni ed entusiasmo pensando ai ragazzi e ai giovani chiamati da Gesù che attendono il nostro sostegno e il nostro aiuto. La situazione che incontra un chiamato al sacerdozio 8. Diamo uno sguardo - pur breve - alla situazione nella quale si trova oggi un giovane che avverte in sé il desiderio di diventare prete. Egli si scontra con una mentalità che frappone, purtroppo, nuovi ostacoli al suo cammino. La nostra opera di animazione vocazionale è un fraterno aiuto per superare le difficoltà e seguire con generosità Gesù. Elenchiamo appena le principali difficoltà presenti anche nel nostro ambiente. a. La cultura Il Documento finale del Congresso sulle Vocazioni al Sacerdozio e alla Vita Consacrata in Europa denuncia: “Il modello antropologico prevalente sembra essere quello dell’uomo senza vocazione”2. Non si crede che la persona giunga a questo mondo con un progetto da realizzare, con una chiamata grande a cui rispondere. Si è eclissata la prospettiva vocazionale. Di conseguenza, la vita perde senso; mancano ideali grandi a cui tendere. “I giovani sembrano sentirsi superflui nel gioco o nel dramma della vita, quasi dimissionari nei confronti di essa, smarriti lungo sentieri interrotti e appiattiti sui livelli minimi della tensione vitale”3. Da questa preoccupante constatazione nasce l’urgenza di diffondere una “cultura vocazionale”, una visione della vita aperta ai grandi ideali e alla vocazione di Dio su ciascuno. Il tema della vocazione non può restare argomento marginale nella predicazione, nella catechesi, nella nostra pastorale. Anzi, il cuore stesso della nuova evangelizzazione sarà l’annuncio della vocazione come senso della vita. Nel battesimo il credente scopre che la vita è “risposta alla vocazione”, al progetto di santità che Dio ha per ogni suo figlio4. b. La famiglia Le famiglie oggi sono quasi tutte mononucleari e con uno o due figli al massimo. Questa situazione crea un senso di solitudine e di insicurezza affettiva e sociale. I membri della famiglia tendono a sostenersi l’uno con l’altro, per cui i figli diventano indispensabili per le dinamiche dei rapporti familiari. La mentalità “senza vocazione” che abbiamo appena ricordato, porta poi i genitori a farsi protagonisti e controllori del futuro dei figli. All’interno di tali equilibri, un figlio che decide di abbandonare la famiglia per entrare in seminario e farsi prete crea normalmente grande disorientamento nei genitori e parenti, che fanno resistenza. L’animazione vocazionale, quindi, deve saper sostenere non solo i giovani chiamati ma anche i loro genitori. Essi hanno bisogno di essere aiutati nel loro delicato compito di rispettare e sostenere la vocazione dei figli. c. La parrocchia Constatiamo che le iniziative delle nostre parrocchie aggregano adolescenti e giovani con più difficoltà che in passato. Conosciamo il diffuso problema chiamato “dopo-cresima”. Diminuiscono, di conseguenza, le occasioni di contatto diretto con il mondo giovanile e le possibilità anche di una proposta vocazionale. La pastorale giovanile dovrà affrontare con coraggio questa situazione. Contemporaneamente siamo chiamati ad avere uno sguardo sempre attento al mondo giovanile. Possiamo, infatti, incontrare nelle più diverse occasioni dei ragazzi e dei giovani che mostrano segni vocazionali e che hanno la disponibilità a cercare la volontà di Dio sul loro futuro. d. Il seminario La situazione della nostra Diocesi chiede anche al seminario di rinnovare la sua opera. Resta fondamentale che ci sia una comunità nella quale vivano i giovani che hanno scelto di incamminarsi nella formazio- ne al sacerdozio. Il seminario, però, dovrà anche rendersi presente nel territorio della Diocesi con proposte, iniziative, esperienze a cui possano fare riferimento i ragazzi e i giovani disponibili ad iniziare una ricerca vocazionale. Due obiettivi dell’animazione vocazionale 9. Di fronte alla situazione appena descritta, ci chiediamo: in che modo possiamo impegnarci a favorire le vocazioni presbiterali? Quali sono gli obiettivi a cui tendere? Due sono i principali obiettivi: a. “Creare una cultura della vocazione” Il tema della vocazione deve ritrovare un’attenzione prioritaria nella catechesi, nella predicazione, nelle iniziative di formazione. La vita cristiana non ha senso se non è vissuta come risposta alla propria vocazione. C’è necessità, poi, che cresca la stima per le vocazioni di speciale consacrazione, presentate come esempi di sequela coraggiosa di Gesù e del Vangelo. Va dato, infine, un rilievo particolare all’importanza vitale che hanno la presenza e l’azione dei preti nella Chiesa e alla grandezza della loro vocazione. b. “Sostenere coloro che Gesù chiama al sacerdozio” Un ragazzo e un giovane che avverte dentro di sé l’interesse per la vita del prete si trova circondato da un clima di indifferenza e di sospetto: a volte anche in famiglia, spesso a scuola e tra gli amici. Non trova facilmente qualcuno a cui confidare il suo intimo interrogativo vocazionale. E’ necessario che troviamo le strade per raggiungere questi ragazzi e giovani, per ascoltare con stima e attenzione il loro cuore, per offrire gli aiuti necessari a chiarire la loro vocazione. Un programma concreto 10. Per raggiungere i due obiettivi di “creare una cultura della vocazione” e di “sostenere coloro che Gesù chiama al sacerdozio”, propongo ai sacerdoti e a tutta la Diocesi un programma di iniziative concrete. Si tratta di un programma iniziale che, con l’esperienza, miglioreremo e modificheremo. Lo riassumo in quattro parole che esprimono i quattro impegni che ci assumiamo: a. LA PREGHIERA b. L’ANNUNCIO c. LA PROPOSTA d. L’ACCOMPAGNAMENTO. II. LA PREGHIERA “Pregate il Padrone della messe...” (Mt 9,38) L ‘importanza della preghiera per le vocazioni al presbiterato 11. La parola stessa di Gesù ci indica la preghiera come primo impegno per sostenere coloro che sono chiamati ad essere pastori nella Chiesa; una preghiera che si deve fare più insistente quando c’è penuria di pastori: “La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il Padrone della messe che mandi operai nella sua messe” (Mt 9,37-38). Nella nostra Chiesa gli operai sono pochi. Per questo abbiamo bisogno di innalzare una preghiera insistente: “chiedete e vi sarà dato... bussate e vi sarà aperto” (Mt 7,7). Vari sono i motivi che sostengono questa instancabile preghiera: a. I sacerdoti sono un dono da invocare. “La Chiesa, pregando per le vocazioni, ne avverte tutta l’urgenza per la sua vita e per la sua missione e riconosce che esse sono un dono di Dio e, come tali, sono da invocarsi con una supplica incessante e fiduciosa”5. Le nostre comunità vivono grazie all’ascolto della Parola di Dio, alla comunione con il Corpo di Gesù che mangiano nell’Eucaristia, al Perdono dei peccati, ad un cammino comune di fraternità e solidarietà. Sono i pastori che assicurano questi Doni divini. Per questo invochiamo con fede il Padre perché non faccia mancare pastori nelle parrocchie e in Diocesi. b. La preghiera è un sostegno fraterno a coloro che sono chiamati. Ai giovani che Gesù oggi chiama ad essere preti è chiesta una forte fede e una grande generosità di cuore. Devono inevitabilmente affrontare tempi di prova, di dubbio, di solitudine per la loro scelta. Sono momenti nei quali essi, soli con la loro coscienza davanti al Signore, dicono i loro “sì” decisivi. Ma proprio in quei momenti, il Tentatore usa le sue armi per intiepidire il cuore, per aumentare le paure, per confondere la coscienza. Accanto a quei giovani possiamo esserci anche noi, con la nostra preghiera per loro. Non li conosciamo e su questa terra mai sapremo l’efficacia della nostra preghiera. Ma nella comunione dei santi possiamo veramente amarli e sostenerli invocando per loro lo Spirito Santo. In questo modo ci “meritiamo” i sacerdoti. c. La preghiera tiene viva la sensibilità spirituale per le vocazioni. Una parrocchia che prega regolarmente per le vocazioni al sacerdozio tiene viva la sensibilità sul valore di questa chiamata. Tiene vivo anche il desiderio che tra i suoi giovani ci sia qualcuno chiamato da Gesù. Lo stesso possiamo dire per le famiglie, per i gruppi, per le associazioni, per i movimenti. d. La preghiera “è lo spazio ideale perché il giovane possa scoprire il progetto di vita che il Padre gli affida”6. I momenti di silenzio, di ascolto della Parola di Dio e di preghiera creano il clima favorevole perché un ragazzo e un giovane possano porsi l’interrogativo vocazionale con disponibilità, senza resistenze. Mentre tacciono altre voci e attrattive, lo Spirito Santo può far risuonare nel cuore la voce di Gesù; può accendere un’intuizione luminosa, che resta poi scritta nella coscienza. Indicazioni concrete 12. Offro ora delle indicazioni concrete perché dalla nostra Diocesi si innalzi al Padre una preghiera intensa per i chiamati ad sacerdozio. a. Le parrocchie che già hanno momenti di preghiera per le vocazioni si impegnino a sostenerli ed intensificarli. Quelle parrocchie in cui non c’è questa vitale tradizione li organizzino. Invito in particolare a riprendere l’appuntamento tradizionale dell’adorazione mensile al giovedì per le vocazioni. b. Nella celebrazione dell’Eucaristia domenicale si inserisca periodicamente una preghiera per le vocazioni al sacerdozio, o al momento della preghiera dei fedeli o dopo la comunione. c. All’interno delle associazioni, dei movimenti ecclesiali, dei gruppi vari ci sia con fedeltà la preghiera per i chiamati al presbiterato. Là dove si riuniscono battezzati che coltivano una più intensa vita spirituale ed hanno più vivo il senso della Chiesa, attendiamo anche una più forte supplica al Padre per avere numerosi e santi sacerdoti. d. Particolare attenzione va data ai giovani sposi e ai genitori. Si inviti nelle famiglie a pregare per le vocazioni al presbiterato, offrendo anche dei testi o dei sussidi. e. Sollecitate alla preghiera per i chiamati al sacerdozio possono essere le persone che sono maggiormente sensibili e che sono in grado di condividere col Vescovo e i sacerdoti la preoccupazione vocazionale. f. Si coinvolgano in modo particolare gli anziani e gli ammalati: essi possono essere educati ad offrire per i futuri preti le loro preghiere e le sofferenze. In questo modo esprimono il loro amore per la Chiesa e danno un grande significato al loro dolore. g. Vanno programmate e curate con particolare attenzione occasioni di ritiro e di preghiera per ragazzi e giovani. Invito i sacerdoti ad insegnare loro a pregare, senza dare per scontato che siano già stati educati al rapporto col Signore. Il clima di fede e di ascolto che si crea è favorevole ad un annuncio vocazionale. I sussidi 13. La preghiera per le vocazioni può essere facilitata e sostenuta da sussidi adeguati: schemi di preghiera, di adorazione eucaristica, proposte di lectio divina, immaginette con testi di preghiera per le vocazioni al presbiterato. Gli animatori vocazionali e il seminario si incaricano di preparare periodicamente tali sussidi. III. L’ANNUNCIO “Come potranno sentirne parlare, senza uno che lo annunzi?” (Rom 10,14) L’importanza dell’ANNUNCIO 14. Quanto Paolo dice del Vangelo di Gesù, possiamo estenderlo anche alla vocazione. L’argomento della vocazione e della vocazione al presbiterato non è più spontaneamente presente nella coscienza dei cristiani, nei progetti dei genitori sui figli, nell’attività pastorale delle parrocchie. Nasce da qui la necessità di un annuncio: “Possiamo dire che la vocazione è il cuore stesso della nuova evangelizzazione alle soglie del terzo millennio”7. La vocazione cristiana deve diventare di più argomento della catechesi e dell’annuncio. In questo contesto vanno periodicamente presentati il senso e la bellezza della chiamata al sacerdozio. Si tratta di una proposta che sarà efficace se curata bene, tenendo conto della mentalità delle persone che ascoltano, delle loro obiezioni e punti di vista. Non dobbiamo mai dimenticare che viviamo dentro una cultura che congiura a cancellare velocemente la prospettiva vocazionale. A quali persone fare oggi un periodico annuncio della vocazione presbiterale? Le indico brevemente in successione. L’ANNUNCIO nelle parrocchie 15. La comunità cristiana è il grembo dal quale nascono, con la potenza dello Spirito, le diverse vocazioni. Anche i chiamati al sacerdozio sorgono grazie alla fecondità spirituale della loro parrocchia. Ci sono state parrocchie con molte vocazioni. Erano i frutti del clima di fede e della costante sensibilità vocazionale. Si creava come una tradizione favorevole. Invito perciò ogni parrocchia a prevedere nel programma pastorale dell’anno delle occasioni nelle quali si ritorna a sensibilizzare alla vocazione presbiterale. Valorizziamo in particolare: • i momenti periodici di preghiera; • la giornata annuale del seminario e la giornata mondiale delle vocazioni; • qualche giornata dedicata in modo particolare all’annuncio della vocazione presbiterale, coinvolgendo per una testimonianza il seminario. La testimonianza dei preti 16. Il Vescovo e i preti, per il grande dono dell’Ordine sacro ricevuto, sono i primi responsabili dell’annuncio della vocazione al presbiterato. E’ certamente una gioia molto profonda poter incontrare e sostenere ragazzi e giovani che Gesù chiama al proprio stesso ministero. E’ doveroso da parte mia ricordare che il primo annuncio viene dalla testimonianza di vita. Il giovane che sente in sé il desiderio di farsi prete, guarda spontaneamente ai preti che conosce. Non gli interessa tanto la loro età. Cerca piuttosto in essi persone serene, di fede profonda, dedite con generosità e ottimismo al servizio dei fratelli. I catechisti e gli insegnanti di religione 17. I catechisti sono coloro che più da vicino accompagnano i ragazzi e i preadolescenti nel cammino di iniziazione cristiana e di formazione. Possono avere, perciò, occasioni preziose per inserire il tema della vocazione nell’educazione cristiana delle nuove generazioni e per presentare il valore delle diverse vocazioni, con particolare attenzione a quella presbiterale. Invito, allora, tutti i catechisti e coloro che curano la loro preparazione a formarsi una vera cultura della vocazione e ad accrescere conoscenza e stima delle varie vocazioni. Con il contributo dell’Ufficio catechistico diocesano offriremo occasioni per approfondire il tema della vocazione e dell’opera del seminario diocesano. Invito anche a prevedere incontri vicariali e parrocchiali per catechisti, nei quali venga ripresa questa mia lettera e discusso il tema della vocazione al sacerdozio e dell’animazione vocazionale. Un’altra grande risorsa sono gli insegnanti di religione, che hanno rapporti settimanali con tanti ragazzi e giovani. In qualche incontro curato dall’Ufficio Scuola, essi potranno approfondire il tema della vocazione presbiterale e cercare le modalità per introdurlo nelle lezioni di religione. Le associazioni e i movimenti 18. Il tema della vocazione dovrebbe essere uno dei fili conduttori dell’azione educativa che l’Azione Cattolica e gli Scout propongono ai ragazzi e agli adolescenti. La loro opera educativa sarà giunta a successo se condurrà il ragazzo a riconoscere e realizzare la vocazione a cui il Signore lo chiama. Invito perciò sia gli animatori dell’AC che i capi scout ad un dialogo con il seminario diocesano per una rinnovata collaborazione. Abbiamo in Diocesi anche la presenza vivace di alcuni movimenti ecclesiali. Essi costituiscono certamente un ambiente spiritualmente ricco, che favorisce lo sbocciare e il manifestarsi di vocazioni di consacrazione e sacerdotali. Chiedo ai responsabili e ai membri dei movimenti ecclesiali di condividere l’impegno del Vescovo volto a sostenere i giovani chiamati ad essere preti per la nostra Chiesa. Attendo da essi sia una collaborazione viva col seminario, sia nuove vocazioni sacerdotali per la Diocesi. Le religiose, i religiosi e i consacrati 19. I fratelli di fede che nella nostra Diocesi vivono una vocazione di speciale consacrazione sono impegnati a testimoniare e favorire la loro vocazione, che costituisce una grande ricchezza evangelica in mezzo a noi. Sappiamo però che le vocazioni di consacrazione nascono dal grembo di una Chiesa spiritualmente feconda. Per questo è necessaria l’opera di pastori numerosi e santi. Chiedo perciò fraternamente alle comunità e agli istituti di vita consacrata di condividere attivamente lo sforzo della Diocesi per una rinascita delle vocazioni al sacerdozio. L’ANNUNCIO ai fanciulli e ai ragazzi 20. Contro la mentalità del tempo, Gesù ha riservato un’attenzione particolare ai fanciulli e ai ragazzi, chiamandoli attorno a sé. La Chiesa, sull’esempio del Maestro, ha sempre accordato loro grande fiducia guidandoli, con la catechesi, a vivere un rapporto pieno con Gesù nei sacramenti del battesimo, della cresima, dell’eucaristia e della penitenza. Essi sono capaci di profonda vita spirituale e di desideri veri e forti di seguire il Vangelo. Sono in grado di appassionare il loro giovane cuore a scelte vocazionali impegnative come quella del sacerdozio. L’itinerario catechistico deve saper dialogare con loro, guidandoli a scoprire il progetto che Dio ha sulla loro vita e a conoscere le diverse vocazioni, tra le quali quella al presbiterato. In concreto: • i sacerdoti e i catechisti possono valorizzare quelle parti dei catechismi che toccano il tema della vocazione. • Hanno sempre particolare efficacia le testimonianze vive di coloro che stanno realizzando la loro vocazione. • Ci sono alcune tappe dell’itinerario catechistico più favorevoli ad un annuncio vocazionale: la prima comunione e la cresima in particolare. Gli adolescenti e i giovani 21. L’adolescenza e la giovinezza sono gli anni nei quali la persona prende gli orientamenti definitivi per la sua vita. E’ il tempo nel quale lo Spirito Santo può far affiorare nell’animo l’attrattiva per una scelta totale per il Vangelo, come è quella del sacerdozio. Questo desiderio, però, rimane spesso confuso ed oscuro dentro il cuore del giovane. Sono provvidenziali delle proposte vocazionali che illuminino e portino alla coscienza quanto il giovane porta nel suo intimo. Le condizioni più favorevoli ad una proposta vocazionale sono le esperienze spiritualmente intense, nelle quali si creano le condizioni per guardare in profondità nel proprio cuore ed avere la disponibilità ad accogliere la volontà di Gesù. Invito, per questo, ad organizzare per gli adolescenti e i giovani delle esperienze di fede e di preghiera esigenti. Penso ad esercizi spirituali, giornate di ritiro, itinerari di preghiera e di ascolto della Parola di Dio. All’interno di questi momenti ci crea il clima propizio per far scoprire come la risposta alla propria vocazione sia il punto di arrivo di un’esistenza cristiana veramente realizzata. I chierichetti 22. Molto spesso tra i chierichetti sono maturate le vocazioni al sacerdozio. L’interesse per il servizio all’altare nelle celebrazioni è a volte uno dei segni dell’orientamento del ragazzo verso la vita e il ministero del prete. E’ importante curare con attenzione i chierichetti e saper fare loro l’annuncio vocazionale. IV. LA PROPOSTA “Lo chiamò e gli disse: Seguimi!” (Mt 9, 9) L’importanza della PROPOSTA 23. Per avere giovani che si orientano verso il sacerdozio non è sufficiente parlare di questa vocazione in parrocchia, nei gruppi, a catechismo. Non basta, cioè, fare l’annuncio. Normalmente il ragazzo e il giovane chiamati hanno bisogno anche di un altro aiuto. Hanno bisogno - come fece Eli con Samuele che un fratello dica loro: “forse il Signore ti chiama” e indichi loro il modo per riconoscere la Voce del Signore (1Sam 3). Quasi tutti i sacerdoti, nella storia della loro vocazione, hanno incontrato un altro sacerdote o una suora o una catechista che hanno saputo fare loro la proposta: “hai mai pensato di farti prete? Ti sei mai chiesto che cosa Gesù vuole dalla tua vita?”. Non è facile fare la proposta ad un ragazzo o ad un giovane. Spesso si è frenati dalla paura di sbagliare o di avere una reazione negativa da parte dell’interessato o dei suoi genitori. Ci deve sostenere la convinzione che aiutare un ragazzo a scoprire e seguire la propria vocazione è il più squisito gesto di carità che possiamo fare nei suoi confronti. Lo aiutiamo a raggiungere quella pienezza di vita che lo renderà felice per sempre. I segni per un discernimento 24. Ma a chi rivolgere la proposta di rendersi disponibile per una ricerca vocazionale verso il presbiterato? A quei ragazzi e giovani che mostrano delle qualità e delle caratteristiche che possono essere considerate come dei segni di una possibile vocazione. Indicativamente ne elenchiamo alcuni: • l’attrattiva più o meno esplicita verso la figura e il ministero del prete; • una sensibilità spirituale più spiccata dei coetanei; sensibilità che si rivela nella preghiera, nella vita sacramentale, nel servizio al sacerdote nelle celebrazioni; • uno spirito di servizio alla parrocchia con un attaccamento alla propria comunità cristiana e col desiderio di offrire il proprio contributo; • una personalità che mostra generosità d’animo, sensibilità verso le persone e i loro bisogni, senso di responsabilità, spirito di sacrificio. Naturalmente questi segni vocazionali devono essere rapportati all’età e ai diversi modi di esprimersi che essa comporta. Momenti favorevoli per la PROPOSTA 25. Quando desideriamo fare ad un ragazzo o ad un giovane la proposta di interrogarsi sulla sua vocazione, è importante scegliere anche i momenti e le condizioni più favorevoli: • se egli ha manifestato - anche in modo indiretto - un interesse per la vita e il ministero del prete, questo è da tenere sempre presente per arrivare ad un dialogo. • E’ importante che si crei un atteggiamento di confidenza e di fiducia tra il giovane e chi gli fa la proposta di una ricerca vocazionale. • Occasioni privilegiate sono la confessione e la direzione spirituale. Sarà importante che i preti si rendano disponibili per la confessione e anche per un accompagnamento personale dei giovani che lo richiedono. Sta aumentando il numero di queste richieste. Nel contesto di un accompagnamento spirituale è possibile fare la proposta al momento opportuno, far venire a galla un interesse a volte rimosso, aiutare a leggere i segni della volontà di Dio. • Come dicevo sopra, momenti spesso provvidenziali sono le esperienze spirituali forti di ritiro o di esercizi spirituali. Chi li guida tenga presente la possibilità di fare la proposta a qualche partecipante. • I sacerdoti e i catechisti prestino attenzione ogni anno ai ragazzi che partecipano al catechismo e alle associazioni; come pure ai giovani inseriti nei gruppi parrocchiali, disponibili ad un cammino spirituale, impegnati come animatori o capi. Uno sguardo ampio 26. Sono relativamente pochi i giovani che partecipa- no alle iniziative organizzate dalla parrocchia. Per questo è importate avere uno sguardo più ampio e sempre attento. Oggi i giovani chiamati possono giungere da diverse provenienze ed esperienze. Possiamo incontrarli sporadicamente in una confessione o alla Santa Messa o in altre occasioni. Sta a noi tenerli presente, restare vicino a loro, creare le occasioni per un dialogo, giungere con delicatezza ad entrare più in profondità nel loro intimo. Come fare la PROPOSTA ai fanciulli e ai ragazzi? 27. E’ facile sentire se hanno mai avuto il desiderio di farsi preti o se sono attirati da questa figura. Nel caso di una risposta affermativa si può proporre loro di partecipare agli incontri organizzati dal seminario e di cui parlerò più avanti. Sarà più facile che si inseriscano a questi incontri se vi partecipano in più di uno della stessa parrocchia. Sarà poi necessario presentare anche ai genitori il senso e gli obiettivi degli incontri organizzati dal seminario. I ragazzi che si avviano per questo cammino devono essere seguiti da chi ha fatto loro la proposta e dal loro parroco, verificando se partecipano agli incontri, se ci sono degli ostacoli a parteciparvi (trasporti, altri impegni...), quali difficoltà o paure subentrano. Come fare la PROPOSTA ad un adolescente e ad un giovane? 28. La proposta dev’essere personale, cogliendo i momenti favorevoli e motivata dai segni che il giovane mostra con il suo comportamento. La domanda non dev’essere per forza: “vuoi farti prete?”. E’ sufficiente chiedere se il giovane è disponibile a prendere più sul serio la ricerca della propria vocazione; se si sente disposto ad aderire alla vocazione che il Signore ha pensato per lui; se accetta di entrare in un itinerario animato dal seminario per giovani in ricerca vocazionale. Da parte di chi fa la proposta sono necessari coraggio e pazienza. Ci vuole il coraggio di esporsi facendo la proposta. Insieme ci vuole anche delicatezza e pazienza, sapendo rispettare i tempi della risposta. C’è un tempo per fare la proposta, un tempo per attendere pazientemente, un tempo per tornare sul discorso e stimolare una risposta. Tocca al parroco o a chi ha fatto al giovane la proposta presentarlo all’animatore vocazionale del seminario perché possa inserirsi nel cammino di discernimento seguito dal seminario. E’ importante poi tenere contatti frequenti con il giovane per sostenerlo, per verificare se partecipa agli incontri e come li vive. V. L’ACCOMPAGNAMENTO “Gesù in persona si accostò e camminava con loro” (Lc 24,15) L’ACCOMPAGNAMENTO: compito del seminario 29. I ragazzi, gli adolescenti, i giovani che accetteranno la proposta di iniziare una ricerca vocazionale nella loro vita, come possono essere aiutati? Il prete, la religiosa, il catechista (e altre persone) che hanno fatto ad un giovane la proposta di interrogarsi su quale sia la volontà di Gesù sulla sua vita e hanno ricevuto una risposta positiva, cosa possono fare per quel giovane? A chi possono rivolgersi? Qui entra l’opera propria del seminario: l’opera di accompagnamento. Tocca principalmente al seminario accogliere i ragazzi e i giovani disponibili a chiarire la loro vocazione e offrire loro l’aiuto necessario. Un seminario presente nel territorio 30. Per realizzare oggi un servizio di accompagnamento, il nostro seminario deve modificare - almeno in parte - la sua fisionomia. Non può più essere identificato solo in un edificio (che per ora neppure abbiamo) e in un gruppo di giovani che vivono dentro l’edificio per prepararsi al sacerdozio. Sarà sempre importante che ci sia anche un edificio di riferimento e che ci sia una comunità formata dai preti educatori e dai giovani che si sono ormai orientati verso il sacerdozio e che si formano al ministero. Dobbiamo anche dire che oggi un tale seminario non è più sufficiente. Molti ragazzi, adolescenti e giovani possono essere disponibili ad un cammino di ricerca vocazionale. La loro ricerca è, però, ancora aperta. Non escludono la prospettiva di farsi preti, ma non se la sentono ancora di orientarsi prevalentemente su di essa. Ad essi il seminario deve offrire un prezioso ed organizzato servizio di accompagnamento. Per fare questo deve modificare la sua impostazione. Deve farsi più presente nel territorio della Diocesi, essere più facilmente accostabile dai ragazzi e dai giovani in ricerca vocazionale e da coloro che hanno fatto loro la proposta. Gruppi vocazionali 31. La forma concreta di accompagnamento che organizzerà il seminario già dal prossimo settembre sarà quella dei gruppi vocazionali. Gli educatori e i seminaristi, coadiuvati dai giovani preti, creeranno dei gruppi a cui possano fare riferimento i ragazzi e i giovani disponibili ad una ricerca vocazionale. Essi, in questo modo, potranno essere raggiunti e guidati dal seminario per vivere nel modo migliore la scelta della loro vocazione. Gli educatori avvieranno con loro un dialogo, aperto anche ai parroci, alle fami- glie e ad altre persone che li stanno seguendo. I gruppi avranno incontri periodici, diventando così un riferimento comunitario per coloro che vi partecipano. I gruppi che proponiamo sono: a. Gruppo SAMUEL per ragazzi di 10-11 anni con cinque incontri da ottobre a maggio; b. Gruppo DAVID per ragazzi di 12-13 anni con cinque incontri da ottobre a maggio; c. Gruppo GIONA per adolescenti di 14-16 anni con sei incontri annuali; d. Gruppo SILOE per giovani e adulti da 17 anni in su con incontri mensili e altri momenti di spiritualità. I luoghi di incontro: • per il gruppo Samuel e il gruppo David proponiamo incontri a Rovigo, ad Adria e a Badia; • per il gruppo Giona e il gruppo Siloe gli incontri saranno a Rovigo. Nel periodo estivo i gruppi potranno vivere esperienze di condivisione di vita e di formazione più prolungate in montagna. Itinerari vocazionali 32. Gli incontri dei gruppi, oltre che momenti di amicizia e di dialogo con gli educatori, saranno anche momenti di formazione seguendo degli itinerari adatti all’età. Questi itinerari avranno l’obiettivo di aiutare il ragazzo e il giovane a crescere nella sua personalità e nella sua fede. All’interno di tale crescita sarà anche aiutato a chiarire la chiamata che Gesù gli rivolge personalmente e a rispondere. Coloro che partecipano a queste esperienza saranno comunque arricchiti nella loro formazione personale e cristiana, qualunque sia la loro vocazione. Per coloro che hanno nel cuore la chiamata a farsi preti, questo cammino li guiderà alla decisione di entrare nella comunità del seminario. Come partecipare ai gruppi vocazionali? 33. I passi concreti per partecipare ai gruppi possono essere questi: a. i sacerdoti, i catechisti e tutti coloro che hanno contatto con il mondo giovanile vedono a quali ragazzi, adolescenti, giovani potrebbero fare la proposta di partecipare ad un gruppo vocazionale. E fanno la proposta personale. b. Se l’interessato dà la propria disponibilità, si mettono subito in contatto con i sacerdoti del seminario per presentare loro il ragazzo. c. Informano anche i genitori della proposta fatta al loro figlio, per evitare malintesi e per coinvolgere anche loro. d. Cercano di facilitare la partecipazione al gruppo vocazionale aiutando i ragazzi nei trasporti, ricordando loro le date degli incontri, tenendo un dialogo aperto con loro. Le condizioni per partecipare ai gruppi vocazionali 34. Il livello di motivazione per partecipare ai gruppi vocazionali può essere diverso. Si tratta infatti sempre di occasioni ben organizzate di formazione che aiutano ad esplicitare la ricerca della propria vocazione, tenendo aperta la prospettiva del presbiterato. Esemplifico diverse motivazioni: • sentire l’inclinazione esplicita a farsi prete; • aver sentito qualche volta questo desiderio, disponibili a restare aperti nella prospettiva; • avere una sensibilità spirituale che fa apprezzare gli itinerari di crescita offerti nei gruppi; • avere della caratteristiche e doti che potrebbero essere proprie della personalità del pastore, anche se non appare alla coscienza questa prospettiva per la propria vita; • partecipare volentieri agli incontri dei gruppi perché in essi ci si trova bene. Per i ragazzi delle elementari e delle medie le motivazioni possono essere più generali. Per questo possono essere invitati più ragazzi della parrocchia anche se hanno posizioni personali diverse. Partecipando assieme possono sostenersi. Agli adolescenti e ai giovani la proposta va fatta in modo più personale e approfondito. Anche se pure ad essi il gruppo va presentato come un cammino di formazione e di ricerca che non chiede nessun impegno previo se non l’interesse per l’esperienza stessa. CONCLUSIONE Una responsabilità e un compito per tutti 35. Consegno con tanta fiducia questa lettera a tutta la Diocesi. La consegno in particolare ai sacerdoti, alle religiose e religiosi, ai genitori, ai catechisti, agli animatori e capi scout, ai movimenti e a tutte le persone a cui sta a cuore il futuro della nostra Chiesa di AdriaRovigo. Spero che essa sia diffusa e sia letta personalmente e comunitariamente, in modo che cresca la sensibilità e la cultura vocazionale e l’attenzione per le vocazioni al presbiterato. Invito poi tutti a prendersi quell’impegno che è loro possibile. La lettera offre tante indicazioni. Nessuna persona e nessuna parrocchia potrà seguirle tutte. Sarà sufficiente che ognuno personalmente e ogni parrocchia si impegnino in qualcuna di esse e godremo di frutti copiosi. Affido questo rinnovato impegno per le vocazioni al presbiterato all’intercessione di S. Bellino e di S. Maria Chiara Nanetti. Essi amano e proteggono la loro e nostra Diocesi e intercederanno per ottenere la grazia di numerosi e santi preti. ✠ Andrea Bruno Mazzocato Vescovo di Adria-Rovigo Rovigo, 13 giugno 2001 Memoria di S. Antonio da Padova NOTE 1 Giovanni Paolo II, Novo Millennio Ineunte, Roma, 2001, n. 46. 2 Pontificia opera per le vocazioni ecclesiastiche: Nuove vocazioni per una nuova Europa, Roma, 1997, n. 11. 3 Id. n. 11. 4 Id. n. 12. 5 Giovanni Paolo II, Pastores dabo vobis, Roma, 1992, n. 38. 6 Id. n. 38. 7 Nuove vocazioni..., n. 12.