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Copione I Promessi Sposinovità!

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Copione I Promessi Sposinovità!
I PROMESSI SPOSI
Personaggi
Giornalaio______
Presentatrice______
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Manzoni____
Tre Bravi 1=Griso (Braccio destro di Don Rodrigo)
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Bravo 2
Bravo 3 ______
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Don Abbondio___
Lucia___
Agnese______
Fra’ Cristoforo_____
Nibbio (braccio destro dell’Innominato________
Egidio________
Camilla dama di compagnia di Donna Prassede____
Dottore:___
2 Monatti _____
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Cinque Monache_____
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Tre Amiche di Lucia_____
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Donna Prassede_____
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Suor Gertrude______
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L’Innominato_______
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Don Rodrigo
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Renzo_____
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Perpetua___
Giornalaio: Edizione straordinaria!
Bravi minacciano don Abbondio!
La monaca di Monza implicata nel rapimento di Lucia Mondella
Ultimissime notizie …
Conversione dell’Innominato!
Milano invasa dalla Peste!
Tutto questo ed altro ancora sul nostro quotidiano “Kattivi Ragazzi”
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VIDEO 2 (STUDIO DI MANZONI)
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Presentatrice: Un tiepido pomeriggio della primavera del 1827 Alessandro Manzoni, assiso alla scrivania,
completava il suo romanzo storico senza mai immaginare l’importanza, il valore, il successo che avrebbe
riscosso e l’impronta indelebile che avrebbe lasciato non solo nella letteratura, ma soprattutto nella lingua
italiana….
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Manzoni: (ha terminato di scrivere, poggia la penna sulla scrivania)
Quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno tra due catene non interrotte da monti… , tutto a seni
e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a restringersi, e a prender
corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un'ampia costiera dall'altra parte; e il ponte, che ivi
congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all'occhio questa trasformazione, e segni il punto in
cui il lago cessa, e l'Adda rincomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo,
lascian l'acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni. Dall'una all'altra di quelle terre,
dall'alture alla riva, da un poggio all'altro, correvano, e corrono tuttavia', strade e stradette, più o men ripide,
o piane. Per una di queste stradicciole tornava bel bello dalla solita passeggiata verso casa sulla sera del 7
novembre dell’anno 1628, Don Abbondio, curato del paese. Diceva tranquillamente il suo uffizio quando…
vide una cosa che non s’aspettava e che non avrebbe voluto vedere…Due loschi figuri lo stavano
aspettando…
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VIDEO 3 (INCONTRO CON I BRAVI)
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1 Bravo: Buongiorno messere!
2 Bravo: (ripetendo) buongiorno messere!
1 bravo: Vuoi sapere chi siamo noi? noi siamo i bravi !
2 bravo: oh, no, il nostro padrone don Rodrigo ha detto che noi siamo cattivi!
1 bravo: sss… non nominare don Rodrigo, qualcuno potrebbe ascoltarci. Noi siamo cattivi, ma ci chiamano
bravi!
2 bravo: ma perché se siamo cattivi ci chiamano bravi? Forse che allora i bravi si chiamano cattivi?
1 bravo: oh!… non confondiamo, noi siamo bravi e basta! Gli altri invece li chiamano bravi!
2 bravo: i cattivi?
1 bravo: bravo!
2 bravo: me lo hai detto perché sono cattivo?
1 bravo: oh…non farmi perdere il filo del discorso! (rivolto a don Abbondio ) Don Abbondio…!
Curato: Cosa comanda?
1 bravo: È vero che lei ha intenzione, domani di sposare Renzo Tramaglino e Lucia Mondella?
Curato: No, io no... io veramente…Lor signori sono uomini di mondo, e sanno benissimo come vanno
queste faccende. Il povero curato non c’entra , noi siamo i servitori del comune.
1 bravo: Or bene, questo matrimonio non s’ha da fare né domani né mai!
Curato: Se lor signori volessero fornirmi qualche spiegazione…
1 Bravo: Noi non ne sappiamo , né vogliamo saperne di più. Uomo avvertito….lei c’intende … Non s’ha da
fare e basta !...
2 bravo: Se non ubbidisci, noi lo diciamo al nostro padrone don Rodrigo e lui…zac… ti stacca il capino.
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1 bravo: Zitto, zitto, il signor curato è un uomo che sa il viver del mondo,e noi siamo galantuomini, che non
vogliamo fargli del male purché abbia giudizio. Signor curato, l’illustrissimo signor Rodrigo, nostro padrone la
riverisce caramente!
Bravi: ora può andare messere, e si ricordi, se non ubbidisce….zac (fa segno di tagliar la gola)
Curato: Non s’ha da fare… non s’ha da fare…(mentre va via) E chi osa contraddire questi diavoli!
1 Canzone e Balletto I bravi (I Watussi)
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Manzoni: Il povero curato, che non era nato con un cuor di leone, cominciò a correre verso casa, mettendo
a stento una gamba dopo l’altra che parevano aggranchiate… Non nobile, non ricco, coraggioso ancor
meno… in quella società era come un vaso di terracotta costretto a viaggiare in compagnia di molti vasi di
ferro… Lo spavento di quei visacci e di quelle parolacce… ronzavano tumultuariamente nel capo basso di
Don Abbondio.
Ad attenderlo a casa v’era la Perpetua, era ella la serva di Don Abbondio, serva fedele e affezionata, che
sapeva obbedire e comandare secondo l’occasione.
VIDEO 4 INTERNO (CASA DI DON ABBONDIO)
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Perpetua: Ma don Abbondio dove si sarà cacciato?
(prende il cellulare dalla tasca del grembiule, compone il numero)
Pronto, carabinieri? Hanno visto don Abbondio per caso? Chi è don Abbondio? Il nostro curato! No?…Non è
stato segnalato da nessuna volante?
Pronto! ospedale! c’è da voi don Abbondio? Uno vestito da prete, con la tonaca? …(pausa) Nemmeno voi lo
avete visto?
(digita un numero) Pronto, chi l’ha visto? Avete visto per caso il curato Don Abbondio? È uscito da casa
alcune ore fa e non è ancora rientrato.…. non era mai successo prima e sono preoccupata, qualcuno lo ha
visto? Se qualcuno lo avvista lo segnali a questo numero: 0123 – 456789
(si sente suonare alla porta: è don Abbondio, tutto trafelato, impaurito….)
Curato: (urlando) Perpetua! Perpetua! Sto male! Sto male!
Perpetua: Cosa avete don Abbondio?
Curato: Niente! Niente!
Perpetua: Come niente! come niente! cosa vi è successo? Avete una faccia!
Curato: Oh, Perpetua,quando dico niente o è niente o è qualcosa che non posso dire!
Perpetua: Non potete dire nemmeno a me? la vostra Perpetua, la vostra serva fedele?
Curato: Voi siete una serva fedele, una serva onesta, una serva obbediente, ma pur sempre una serva e
parlereste in giro. No, no, per carità! Non posso parlare, ne va della vita!
Perpetua: La vita? Dite, dite! Raccontatemi tutto! Me possino cecamme se m’esce una parola dalla bocca,
sor Curato mio!
Curato: No, Perpetua, per l’amor del cielo, non insistete!
Perpetua: Eh via, via, via sor curato, via e via ditemelo, anche pe’ na parolina bona, per darvi un consiglio,
via sì?
Curato: sì, sì, e sia! vi racconterò tutto da principio, ma mi raccomando… non una parola! (inizia a
raccontare) Ritornavo bel bello dalla mia passeggiata nel bosco, quando all’improvviso incontro due losche
figure che si parano davanti a me e con fare minaccioso mi dicono: questo matrimonio non s’ha da fare!
Hanno detto che se non obbedisco mi ammazzano!
Perpetua: Chi vi ammazza?
Curato: Non posso dirvelo!
Perpetua: Chi vi ammazza?
Curato: Don….don Rodrigo!
Perpetua: Che birbone! Che prepotente! Che uomo senza timor di Dio! Che se la piglia con un povero
curato come voi…. Io dico che se lo si andasse a dire una cosa di questo tipo a quelli che contano ad
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esempio ai “fatti vostri”, a “c’è posta per te”, a “porta a porta”…a “ballarò”… a “tribuna politica”..alla
televisione insomma ….
Curato: No! No!… Perpetua no… alla televisione no!! Vi avevo comandato di stare zitta e venite a farmi certi
discorsi… Alla televisione!… Non sapete che oggi per parlare in televisione bisogna chiedere il permesso a
…..Vabbè…..lasciamo stare… altro che Don Rodrigo …ma basta ! per carità!…voi mi rovi..ne..re..te!!!!
Perpetua: Sì… sì…e ancora sì, bisogna raccontare l’accaduto alla te-le-vi-sio-ne! Posso dirvelo centomila
volte che non mi darete retta, perché voi cocciuto siete e cocciuto ri..ma…ne..te!
Curato: Basta! Basta! Per carità! Stai zitta! stai zitta! Cosa dirò domani a quel povero figliolo di Renzo ?
(Esce di scena borbottando) Povero me! povero me! (si gira e rivolto a Perpetua, mette un dito sulla bocca
e…) sss!!! Per amor del cielo! Ssss!!!!
2- Canzone: (Renato -Mina) Curato
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Manzoni: L’indomani era il giorno convenuto per le nozze e appena gli parve ora di poter presentarsi al
curato, v’andò con la lieta furia d’un uomo di vent’anni che deve in quel giorno sposare quella che ama...
Lorenzo o come dicevan tutti Renzo…. era un giovane dall’aspetto schietto, di modi cortesi, ma al tempo
stesso risoluti .…
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Renzo: Buon giorno don Abbondio!
Curato: Buon giorno Renzo!
Renzo: Sono venuto per sapere a che ora le comoda che ci troviamo in chiesa.
Curato: Di che giorno volete parlare?
Renzo: Come di che giorno? Non si ricorda che è fissato per oggi?
Curato: Oggi, oggi…Abbiate pazienza Renzo , ma oggi non posso.
Renzo: Come non potete?
Renzo: Non possiamo sposarci? E perché?
Curato: … perché … perché … mancano ancora un sacco di documenti!
Renzo: Ma se ho sistemato tutte le carte!
Curato: Ma che ne sai tu? Tu sei ignorante, io sono colto, io ho studiato e so anche il latino e, perciò, se
dico che mancano dei documenti, vuol dire che mancano dei documenti! Per esempio, manca il bollo per la
coniugazione!
Renzo: Ma che siamo verbi?
Curato: Ti devo proprio spiegare tutto! Volete diventare coniugi? Ci vuole il bollo per la coniugazione!
Coniugi-coniugazione! Chiaro? Poi ci vuole il bollo per l’autorizzazione a mettere i barattoli dietro la carrozza
degli sposi. Vuoi sapere altro? Ci vuole il bollo per mettere il bollo. E poi … ci vogliono ancora bolli e bolli e
bolli e bolli …
Renzo: Ma quando sono state emanate queste leggi?
Curato: Hem! Proprio ieri!
Renzo: Ma ieri il Parlamento non si è riunito!
Curato: Allora l’altro ieri!
Renzo: Ma l’altro ieri era domenica e, figurati, dove erano i nostri Deputati e Senatori!
Curato: Oh, senti! Io non lo so! Forse una settimana fa, o un mese fa, o un anno fa. Una cosa è certa! Non
vi potete sposare! E ora, via, via! Ho altro da fare io che pensare al vostro matrimonio!
(arriva Perpetua)
Perpetua: Allora.. don Abbondio… glielo avete detto a Renzo? Glielo avete detto o non glielo avete detto?...
Non glielo avete detto?
Renzo: Che cosa dovevate dirmi?
Perpetua: Che non vi sposate!
Don Abbondio: Gli ho detto che ci sono …ci sono degli impedimenti.
Renzo: Già, mi ha impastrocchiato su certe ragioni che non ho capito!
Perpetua: So’ tutte scuse, poverino il mio Renzo!
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Don Abbondio: Perpetua volete smetterla!
Perpetua: Ascolta Renzo, mettiti a sedere perché oggi mi sa che è una giornataccia! Mala cosa nascer
povero, senza santi in paradiso, a ogni cosa far buon viso e ogni cosa sopportare. Mala cosa quel momento
quando incontri…un prepotente… oddio che ho detto!
Don Abbondio: Perpetua tacete!
Perpetua: Io non mi permetterei mai, io non so niente… ma c’è al mondo certi prepotenti!….
Renzo: Prepotenti! ma che vuoi dire? Chi ha incontrato un prepotente?
Don Abbondio: Perpetua tacete!
Perpetua: Cosa ho detto? Io non mi permetterei mai di parlare… io sto a servizio da sto prete da tanto
tempo….sono fedele al mio curato, ma devo… devo dirvi una cosa…no… no… non posso dirvelo, me
posseno cecamme se vi dirò mai che don Rodrigo ha mandato dei bravi a dire a sto povero curato che lo
ammazza se vi sposa. A me cosa importa di dirvi sta cosa? Io non posso parlare perché non so niente…
perché il signor curato mi ha fatto promettere di non dirvi sta cosa e io non vi dico niente e quando dico
niente è come se avessi giurato di tacere.
Renzo: Dunque… è don Rodrigo! Ah, cane!.. E come ha fatto?.. cosa le ha detto? Che dirò a Lucia? Cosa le
dirò? (va via)
Curato e Perpetua: (mentre escono) Aspetta Renzo! Aspetta! Calmati! Ascolta!
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3- CANZONE: O’ Tramaglino (O Sarracino)
VIDEO 5 (CASA DI LUCIA)
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Manzoni: Renzo camminava a passi infuriati verso casa, senza aver determinato quel che dovesse fare…
Lucia usciva in quel momento tutta attillata dalle mani della madre. Le amiche si rubavano la sposa e le
facevan forza perché si lasciasse vedere…
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Amica 1: (parla sottovoce ad una amica)Viva l’amor! Viva l’amor! Viva l’amor! Insomma… ti piace com’è
vestita la sposa?
Amica 2: Guardala com’ è emozionata! Com’è bella!
Amica 3: Quando la vedrà Renzo chissà cosa dirà!
Lucia: Amiche non so esprimevi quello che porto in cuore. Questa felicità che iddio mi regalò, vorrei
dividerla con tutto il mondo.
Amica 1: Ecco viene Renzo! Ma nascondiamo la sposa! non deve vederla prima della cerimonia! (tutte
fanno corona intorno a Lucia)
Renzo: (Si avvicina a Lucia) Lucia, per oggi tutto è a monte! Il matrimonio non si fa! Il buon curato è
ammalato … Si deve rimandare.
Amica 3: Malato il prete? Ma come così?
Amica 2: Così all’improvviso? è un fatto strano …
Lucia: Come a monte… cosa è accaduto! Io già me lo sentivo. Qualcosa mi turbava…
Amica 1: c’è qualcosa di strano …. , ma la verità presto la sapremo… andiamo da Perpetua, lei ci dirà tutto!
(escono)
Renzo: (rimasto solo con Lucia e Agnese) Purtroppo vi sono degli impedimenti al matrimonio, bisogna
rimandare le nozze! Don Rodrigo ha mandato due bravi per minacciare il curato!
Lucia: Dunque Don Rodrigo è arrivato fino a questo punto!
Renzo: Ah, dannato! ah assassino! Parola mia … questa è l’ultima cosa che fa!
Agnese: Fermati, per pietà, cosa vuoi fare!
Lucia: Se ci fosse Fra Cristoforo. Lui sì che saprebbe consigliarci ed aiutarci! lui non è un frate qualunque, è
una persona stupenda, non è il solito frate con le sue idee ,con i paraocchi, lui è uno diverso, alternativo.
(giunge frate Cristoforo)
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Fra Cristoforo: La pace regni sempre in questa casa!
Agnese: Padre Cristoforo! Arrivate al momento giusto! Solo voi potete aiutarci! Don Rodrigo ha impedito al
nostro curato di celebrare il matrimonio di Renzo e di Lucia .
Fra Cristoforo: Confidate in me figlioli! Che dico confidate in me, Confidate in Dio egli vi assisterà, egli vede
tutto e può anche servirsi di un pover’uomo come me per aiutarvi, abbiate fiducia! vedrete che qualche
rimedio… qualche rimedio lo troveremo e le cose volgeranno al bene… abbiate fiducia… Il passato mi ha
insegnato che tante e tante cose possono cambiare!
Agnese: Allora non ci abbandonerete padre!
Fra Cristoforo: Abbandonarvi! E con che faccia potrei pregare Dio quando vi avessi abbandonato.
Vediamo, vediamo… pensiamo a quel che si possa fare perché don Rodrigo receda dal suo… dal suo
infame proposito, pensiamoci! … Mi recherò io stesso da don Rodrigo, sperando di ammansire con le buone
il cuore feroce del prepotente signore.
(Fra Cristoforo va via)
Agnese: Non preoccupatevi, vedrete che la provvidenza vi aiuterà, Fra Cristoforo è un sant’uomo e saprà
convincere Don Rodrigo!
Renzo: Vigliacco… infame… pagherà per l’oltraggio, pagherà col sangue… ed io l’ammazzerò!
Lucia: Renzo tacete, non parlate così… mi fate paura!
Renzo: Se sapeste quanti pensieri assillano la mia mente…
(si odono dei passi….Renzo e Lucia si nascondono… È fra Cristoforo)
Fra Cristoforo: Figlioli ci siete? La pace ritorni in questa casa!
Renzo: Padre allora?
Lucia: Padre siete stato da don Rodrigo? Cosa vi ha detto?
Fra Cristoforo: Figlioli, voi correte un grave pericolo! Dopo ciò che è successo, questo borgo ormai non è
più un luogo sicuro per voi. Dovete abbandonare il paese.
Lucia: Padre… padre… e dove andremo?
Fra Cristoforo: Dio provvederà per il vostro meglio! (rivolto a Lucia) io mi studierò di trovare un rifugio per
voi …. Se la provvidenza ci aiuterà vi troverò un luogo tranquillo!
Ho bisogno di riflettere… lasciatemi pensare … (prende il telefono) Pronto viatur avrei bisogno di sistemare
una coppia per una quindicina di giorni, hai qualcosa di disponibile…. A Cuneo? … no a Cuneo cosa li
mando a fare? Non hai qualcosa a Monza? Due singole con bagno ad esempio? Non avete singole? Non
puoi chiedere al convento? Il convento non affitta niente quest’anno? m…m… sì, al convento… bene …
allora mi fissi due singole con bagno …a partire da questa sera… va bene! …. Ti ringrazio! ciao… ciao…
(Posa la cornetta) Figlioli, abbiamo trovato fuori di Monza un luogo sicuro per voi, il sindaco del paese vi
accoglierà a braccia aperte… andate! andate in quel paese!
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Manzoni: I nostri fuggiaschi camminarono un pezzo di buon trotto, in silenzio, voltandosi, ora l’uno, ora
l’altro, a guardare se nessuno li inseguiva… Le donne innanzi e Renzo dietro come per guardia.
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PROSA: Addio, monti sorgenti dall'acque ed elevati al cielo; cime inuguali, note
a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l'aspetto de' suoi più familiari;
torrenti, de' quali distingue lo scroscio, come il suono delle voci domestiche; ville sparse e biancheggianti sul
pendìo, come branchi di pecore pascenti; addio! Quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne
allontana!
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Manzoni: dopo ore e ore di viaggio… giunse la notizia che al convento non c’era posto e, sebbene a
malincuore, Renzo fu costretto ad abbandonare Lucia. Ella sarebbe stata ospitata a Monza, mentre Renzo
sarebbe dovuto andare a Milano.
VIDEO 6 (CONVENTO)
Manzoni: Allorché al levar del sole, la nostra Lucia scorse il portone del convento si sentì risollevare poiché
pensò in cuor suo che avrebbe potuto trovare tra le monache un ricovero più che sicuro e che la porta della
provvidenza si sarebbe dischiusa a lei.
Monaca 1: Tu non sei certo fatta per la vita monacale, sei ricca sei bella, come mai sei rinchiusa qui dentro?
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Geltrude: È una lunga storia. Fin dalla nascita mi hanno destinata a diventare suora.
Monaca 2: Come, ti hanno destinata! spiegati meglio. Per diventare suora occorre vocazione!
Geltrude: Per me è stato diverso. Sono l’ultima figlia di un principe milanese che, per lasciare le sue ricchezze al
primogenito, ha destinato in convento tutti gli altri cadetti, sia maschi che femmine.
Monaca 3: Cadetti ? cosa vuol dire?
Geltrude: Tutti gli altri figli, dal secondogenito all’ultimo.
Monaca 4: Veramente? Poverina! e tu hai accettato di diventare suora anche senza avere la vocazione?
Geltrude: Io non ho potuto decidere. Pensa, fin da piccola i miei giocattoli erano bambole vestite da suora. Tutti i parenti
mi ripetevano sempre “Che bella suora! Che brava suora!” e quando mio padre, mi vedeva ridere e scherzare, mi
rimproverava dicendomi “Ehi! Ehi! non è così che si comporta una suora come te!
Monaca 5: E tu non ti ribellavi?
Geltrude: Non potevo, non mi era permesso ribellarmi.
Monaca 1: E quando sei entrata in convento?
Geltrude: Già a sei anni mi portarono in convento per ricevere un’educazione adatta alla mia classe sociale, almeno
così mi dissero. Al momento di prendere i voti non ho avuto il coraggio di ribellarmi alla volontà di mio padre ed ora
eccomi qua, sono come mi chiamano tutti “la monaca di Monza”.
(entrano Lucia ed Agnese)
Lucia: (si rivolge ad una suora) Mi scusi, è lei la monaca di Monza?
Monaca 1: No, io sono la monaca di Ponza!
Monaca2: È vero, lei è la monaca di Ponza!
Monaca 1: Sì, lo so che è una battuta banale, ma purtroppo vengo da lì, sono nativa di Ponza, proprio dell’isola. È lei la
gran Signora (indicando Suor Gertrude)
Monaca 3: (avvicinandosi alla monaca di Monza) Suor Geltrude, queste due donne cercano te… Non sei tu la Monaca
di Monza?
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Geltrude: Accostatevi , sono io colei che cercate, sono la monaca di Monza.
Agnese: Noi siamo qui per chiedere aiuto. Ci manda fra Cristoforo. C’è un uomo dabbene, molto dabbene
che insidia la mia Lucia è un uomo sleale e prepotente.
Geltrude: Tacete voi! (rivolta a Lucia)Le madri parlano troppo. Parlate voi Lucia, raccontatemi ogni cosa.
Lucia: Reverendissima madre…Signora illustrissima, fra Cristoforo mi ha inviata da voi per ottenere asilo e
protezione.
Geltrude: Raccontatemi più particolarmente il vostro caso, perché io possa fare qualcosa per voi!
Lucia: Sì, come vi ha scritto il buon Fra Cristoforo, io fui costretta a fuggire dal mio paese, perché
perseguitata dalle angherie di un signore sleale e potente: Don Rodrigo.
Geltrude: Avete fatto bene a rifugiarvi qui, sarete affidata alle cure di suor Guendalina, lei si occuperà di voi.
Monaca 3: Vieni cara figliola, ti porterò nella tua stanza così potrai riposare. Certamente sarai stanca e
affamata.(Lucia e Agnese vanno via con Suor Guendalina)
Monaca 1: Ma chi è quella giovine? una novizia? oppure è una amica della Signora?
Monaca 2: È una che vuole farsi suora? Oppure è stata costretta a rifugiarsi nel convento?
Monaca di Monza: Sorelle carissime ascoltatemi, è giunta in convento una pecorella smarrita: Lucia
Mondella. Accogliamola come una sorella.
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4 Canzone Sono bugiarda (C. Caselli) e BALLETTO
Manzoni: Don Rodrigo, falliti i tentativi di trovare Lucia, si risolvette di ricercare il soccorso di un terribile
uomo, un tale Innominato, appaltatore di delitti, conosciuto come il tiranno più temuto del luogo. Si arrischiò
dunque di recarsi al suo castello, dove nessuno ardiva metter piede: Si raccontavano, infatti, storie tragiche
degli ultimi che avevano tentato di introdursi nel castello.
VIDEO 7 INTERNO (STUDIO DELL’ INNOMINATO)
(Sulla scena in un angolo i bravi stanno giocando a carte, dall’altra parte l’innominato seduto alla sua
scrivania … Giunge Don Rodrigo con due suoi bravi)
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Bravo 3: (rivolto al Nibbio) Il mio padrone Don Rodrigo desidera parlare con il tuo padrone .
Nibbio: Accomodatevi, vi accompagno (accompagna Don Rodrigo dall’ Innominato che sta conversando
con Egidio)
Nibbio: Signor Innominato, c’è una visita per voi.
Innominato: Nibbio, sei il mio bravo più bravo da tanti anni ormai e ancora non hai capito che non voglio
essere disturbato mentre sono impegnato in una conversazione. Ti farò frustare per questo.
Nibbio: (inchinandosi)Scusate, scusate, non lo farò più.
Innominato: Chi mi cerca?
Nibbio:Un certo signorotto di campagna, Don … Intrigo, Rodrigo…
Innominato: E chi è costui? Mai conosciuto! Comunque, fallo passare!
Nibbio:Don Rodrigo, presto, venite, ché il padrone non ha tempo da perdere.
(Entra in scena Don Rodrigo. Fa un profondo inchino all’Innominato)
Don Rodrigo: Signore, i miei rispetti.
Innominato: Non so che farmene dei vostri rispetti. Ditemi che volete e fate presto, perché ho mille cose da
fare.
Don Rodrigo: Sono don Rodrigo, duca de Mendoza e di Castiglia…. Mi prometteste che se un giorno avessi
avuto bisogno, avrei potuto contare su di voi. Vengo per un aiuto. Sono impegnato sulla parola e alla parola
mancar non so.
Innominato: Che c’è, cosa succede? Vi siete cacciato in qualche guaio? Parlate!
Don Rodrigo: C’è una donna che mi piace… una tale Lucia Mondella, Ma c’è un frate che vorrebbe sottrarla
a me. Io la voglio e lei mi spetta: è roba mia. Nessun frate, nessun prete potrà impedirlo.
Innominato: E dove si trova adesso?
Don Rodrigo: si trova nel convento di clausura di Monza. Io devo far rapire quella Lucia Mondella, per
portarla a casa mia. Ma come faccio, se nel convento gli uomini non possono entrare?
Innominato: Voi credete! Tu ne sai qualcosa, vero Egidio? Chi è l’abatessa del convento di Monza?
Egidio: È Suor Gertrude. La conosco bene. Io e lei … (e unisce gli indici per far capire che sono amanti). Se
volete, signor Innominato, questa questione ve la sbrigo io. Non c’è problema! Gertrude farebbe qualunque
cosa per me.
Innominato: Sì, sì, d’accordo, pensaci tu. (Rivolto poi a Don Rodrigo) Bene, potete andare. Siete stato
accontentato, Don Rodrigo, ma, ricordatevi, che ora avete un debito con me …
Don Rodrigo: Sempre ai vostri ordini
.
(Innominato Egidio e Don Rodrigo escono di scena)
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5 Canzone : Ho visto un uomo (Dieci ragazze per me- Battisti)
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Manzoni: Se per rendere l’orribile servizio che gli era stato chiesto, Egidio avesse dovuto contare solo sui
suoi mezzi, non avrebbe certamente promesso… Noi abbiamo riferito come la sciagurata signora desse una
volta retta alle sue parole;…La proposta riuscì spaventosa a Gertrude,… ma ubbidì
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VIDEO CONVENTO 6 bis
(In scena Egidio che parla sottovoce con Suor Gertrude. Lei più volte dà cenni di assenso. Poi Egidio va
via.)
Suor Gertrude: Lucia, Lucia. Vieni qua.
(Entra Lucia)
Lucia: Eccomi, madre. Cosa posso fare per voi?
Suor Gertrude: Ho bisogno di te. Sai, noi, monache di clausura, purtroppo, non possiamo uscire dal
convento. Tu sì (rivolta al pubblico) Mi fa una rabbia. Sono così invidiosa di lei che … quasi quasi … bene le
sta il rapimento! così non la vedo più e non mi innervosisco di più! (rivolta a Lucia)Ho bisogno di
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confessarmi. Mi vai a chiamare il prete? Si trova nella chiesa di Santa Lucia, vicolo Santa Lucia, vicino al bar
di donna Lucia.
Lucia: Non ho capito bene il nome della Santa.
Suor Gertrude: (in modo spazientito)Ma, Santa Lucia!!!!
Lucia: Sì, sì, ora lo ricordo. Si chiama come me. Sapete spesso ho dei vuoti di memoria. Che devo fare?
Dove devo andare?
Suor Gertrude: Devi uscire dal convento ed andare a chiamarmi il prete per la confessione.
Lucia: Ma io ho paura
Suor Gertrude: Di che cosa?
Lucia: Ho paura di fare brutti incontri. Quando ero piccola la mamma mi raccontava la fiaba di Cappuccetto
Rosso che incontra il Lupo cattivo e poi finisce nella pancia del lupo, ed io ho paura. Se incontro il Lupo
cattivo?
Suor Gertrude: Mi avevano detto che sei un’ochetta, ma fino a questo punto … (rivolta al pubblico) Stavolta,
però, ha ragione. Non sa quanti lupi cattivi l’aspettano (a Lucia)Dai, vai, rischia un po’ e non ti preoccupare.
Lucia: Vado e torno.
(Suor Gertrude esce di scena. Lucia scende dal palco. In fondo agli scalini incontra un bravo)
Lucia: Scusate. Vorrei un’informazione. Mi sapete indicare dov’è la Chiesa di S. Lucia?
Bravo: Sì, certo. È molto semplice. Andate sempre dritto. Al primo semaforo, se è rosso, girate a destra, se
è verde girate a sinistra., fino ad una piazzetta con la fontanella al centro. Girate attorno alla fontana e
prendete la strada sulla vostra destra e poi sulla vostra sinistra. Ancora dritto, a destra e a sinistra.
Camminate per circa 1 Km., fino ad una gelateria. Approfittate: compratevi un bel gelato al cioccolato con
panna. Lì chiedete a qualche passante dov’è la chiesa di Santa Lucia. Si trova in quei paraggi.
Lucia: Come mi sento confusa! Non ho capito niente, non ricordo più niente. Ho la memoria corta. Non c’è
un modo più semplice?
Bravo: Certo. La chiesa di Santa Lucia è (indicando in lontananza con il dito) quella là.
(Lucia si volta. Improvvisamente il bravole tappa la bocca, mentre altri due bravi giungono dai lati, la
sollevano e la portano via. Lucia cerca di gridare e di divincolarsi, ma inutilmente)
(Entra l’Innominato con il suo seguito)
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L’innominato: (Rivolto al Nibbio) Ebbene? Tutto a posto?
Nibbio: Tutto a puntino!…l’avviso a tempo, la donna a tempo, nessuno sul luogo!… un solo urlo!… nessuno
comparso… il cocchiere pronto… i cavalli bravi… nessun incontro ma…
Innominato: Ma che?
Nibbio: ma… dico il vero, che avrei avuto più piacere che l’ordine fosse stato di darle una schioppettata
nella schiena, senza sentirla parlare, senza vederla in viso.
Innominato: Cosa? cosa vuoi dire?
Nibbio: Voglio dire che m’ha fatto una compassione!!!
Innominato: Compassione? Che sai tu di compassione cos’è la compassione?
Nibbio: Non l’ho mai capito così bene come questa volta: è una storia la compassione.. un poco come la
paura: se uno le lascia prender possesso, non è più un uomo!
Innominato: “Un qualche demonio ha costei dalla sua … o un qualche angelo che la protegge…
Compassione al Nibbio! Domattina di buon’ ora, fuori di qui costei! al suo destino!.. e non se ne parli più!.
Quell’animale di don Rodrigo non mi venga a rompere la testa con ringraziamenti, che non voglio più sentir
parlar di costei!…. Ma intanto…voglio vederla …”(rivolto al Bravo) Fatemi portare la ragazza! (la donna si
avvicina portando Lucia)
Lucia: (inginocchiandosi e con le mani giunte) Son qui: m’ammazzi!
Innominato: Io non voglio farvi del male!
Lucia: E perché allora mi fa patire le pene dell’inferno? Cosa vi ho fatto io?
Innominato: V’ hanno forse maltrattata? parlate!
Lucia: Oh… maltrattata! M’hanno presa a tradimento…per forza! Perché?… Perché m’hanno presa?…
Perché son qui?…Dove sono?… Sono una povera creatura!… cosa le ho fatto?… In nome di Dio!…
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Innominato: Dio…Dio… Sempre Dio!… coloro che non possono difendersi da sé, che non hanno la
forza…sempre han questo Dio da mettere in campo, come se gli avessero parlato. Cosa pretendete con
codesta vostra parola di farmi….?
Lucia: Oh, signore!… Pretendere!… Cosa posso pretendere io meschina se non che lei mi usi
misericordia!…Mi lasci andare!… “Dio perdona tante cose per un’opera di misericordia!“.
Innominato: Domattina…domattina si vedrà…Via… intanto fatevi coraggio! (rivolto alla donna) Falle
coraggio!…dalle da mangiare… tienila allegra!... E che non abbia a lamentarsi di te! (poi va via)
Lucia: (singhiozzando)Oh povera me… chi pregherò ora?
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6 Canzone: Pregherò (Celentano)
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Manzoni: Intanto l’innominato quella notte non potè dormire. Le parole di Lucia l’avevano scosso
profondamente nell’animo “Dio perdona tante cose per un’opera di misericordia”.Decise allora che l’indomani
si sarebbe recato da sua santità il Cardinale Borromeo per chiedere perdono dei suoi misfatti.
La preghiera di Lucia fu esaudita, liberata dall’innominato, fu portata a Milano a casa di donna Prassede. Era
costei una gentildonna molto inclinata a fare del bene che, venuta a conoscenza del caso di Lucia, l’accolse
nella sua casa con l’affetto e la tenerezza di una seconda madre.
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VIDEO 8 CASA DI DONNA PRASSEDE
(Sulla Scena Donna Prassede con un ventaglio si sta sventolando)
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Camilla: Venite, venite! Donna Prassede, c’è qui Lucia Mondella.
Lucia: Buona sera, Signora illustrissima!
Prassede: Benvenuta nella mia casa Lucia! Io sono donna Prassede, accomodatevi!
Camilla: Accomodatevi!
Agnese: Vi ringrazio, donna Prassede, per averci dato ospitalità! Siete una santa!
Prassede: Mi dispiace, ma io posso ospitare soltanto Lucia, vostra figlia.
Agnese: Non preoccupatevi, tornerò a casa! (abbracciando Lucia) Senza di te che farò? Povera la mia
Lucia!
Lucia: E io senza di voi madre? E in casa di forestieri?
Agnese: Ma il signore ci farà tornare insieme.. La provvidenza ci aiuterà!
Prassede: Cara figliola, confido che vi troviate nella mia casa più che sicura.
Camilla: Più che sicura…
Prassede: Starete con me finché Iddio non vi abbia provveduto a meglio. Consideratemi, se ciò vi consola,
una seconda mamma.
Camilla: Una mamma!…
Lucia: Donna Prassede, il Signore ha toccato il cuore di chi mi aveva fatta rapire ed egli stesso mi ha
raccomandata a voi come a una santa.
Camilla: Già…. Come una santa!
Prassede: Sì, conosco la storia mia piccola.
Camilla: Conosce la storia. Donna Prassede sa tutto …
Lucia: Conoscete l’Innominato?
Prasssede: Sì, lo conosco!
Camilla: Certo che lo conosce!
Prassede: In questa casa e fuori di essa io so tutto e conosco tutto. E quando dico tutto è proprio tutto!
vero? (si rivolge alla donna, la donna si nasconde dietro donna Prassede)
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Manzoni: Intanto a Milano era scoppiata la peste… Morti a quell’ora forse i due terzi de’ cittadini, andati via
o ammalati una buona parte del resto…Era ben raro che quel silenzio di morte fosse rotto da altro che da
rumor di carri funebri, da lamenti di poveri, da grida di monatti…
VIDEO 9 INTERNO CASA DON RODRIGO
(Sul palco una sedia e un pagliericcio. Don Rodrigo entra in scena barcollando)
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Don Rodrigo: Che bella festa! Hic! Mi sono divertito un sacco. Hic! Quante belle donne … e tutte per me …
hic … forse ho bevuto un po’ troppo … Griso! Griso! Dove sei? Mi sento come una pera marcia, viemme a
regge?, accompagname a letto.
(Entra il Griso)
Don Rodrigo: Ah, eccote qua! Ma siete due ... Hai un gemello, Griso?
Griso: Ehm … è solo che ci vedete doppio, ma non vi preoccupate. C’è qui il vostro Grisetto che vi aiuterà a
star bene. Però non dovevate bere tanto, lo sapete che poi vi gira la testa.
Don Rodrigo: Taci, essere insignificante … hic ... non ti permettere più … hic … di dirmi quello che devo o
non devo fare … hic ... Appena mi avrai accompagnato a letto … ti licenzierò ... anzi … hic … lo farò domani
mattina … hic … adesso sono troppo ubriaco.
(Il Griso aiuta Don Rodrigo a stendersi sul pagliericcio)
Griso: Dormite, padrone. Domani la sbronza sarà passata e starete meglio. Me ne posso andare?
Don Rodrigo: Vattene, vattene via … hic …
(Don Rodrigo si gira e rigira, lamentandosi)
Don Rodrigo: Griso! Griso! Vieni qua!
(Ritorna il Griso)
Griso: Che c’è? Cosa succede?
Don Rodrigo: Mi gira la panza e mi fa male la ciocca, … ehm … mi gira la ciocca e mi fa male la panza …
insomma … portami un bicchiere d’acqua…
Griso: Subito, padrone!
Don Rodrigo: Griso … aspetta … spegneme la luce … che m’acceca gli occhi … ci vedo male …
Griso: Subito, padrone! (esce e ritorna con un bicchiere d’acqua)Ecco l’acqua!
Don Rodrigo: (continua ad agitarsi, finché la mano destra gli finisce sull’ascella sinistra. Di colpo si alza in
mezzo al letto)
Maronna … Un bubbone … e quant’è grosso ... sembra na palla da biliardo. Griso! Griso! Guarda anche tu,
Tocca!
(Il Griso arretra, guardandolo sospettoso)
Beh, che c’è da guardare? Mica ho la peste! Ho solo un bubbone. Va’ a chiamare un dottore, portalo subito
qua.
(Il Griso tira fuori il suo cellulare e fa un numero)
Voce fuori campo: Tim. Informazione gratuita. Il cliente da lei chiamato non è al momento raggiungibile. La
preghiamo di richiamare più tardi. Grazie.
Griso: La signorina Telecom! Sempre così, quando hai bisogno. Faccio prima ad andarci di persona.
Padrone, vado e torno. (Esce)
(Don Rodrigo continua ad agitarsi e a lamentarsi fino al ritorno del Griso)
Griso: State buono, padrone, ma lontano da me. Il dottore viene subito.
(Entra il dottore con una grossa siringa. Invece di andare da Don Rodrigo, si dirige verso il Griso)
Griso: No, state sbagliando, non sono io l’appestato, è lui, idiota!
Dottore: Dite tutti così. Avete paura di una iniezioncina. Dai, vieni qua. Non ti farò male, faccio piano piano.
(Il Griso cerca di evitarlo, si rincorrono a vicenda, finché si scontrano e cadono entrambi a terra)
Don Rodrigo: Povero me! Ora chi mi aiuta? (e perde i sensi)
(Passano in quel momento nel proscenio due monatti)
1 monatto: Oggi non c’è lavoro, non c’è nessuno da prendere. Le case sono già tutte vuote. Sono tutti al
camposanto o al lazzaretto. Possiamo riposarci
2 monatto: Guarda! Il palazzotto di Don Rodrigo ha il portone socchiuso. Entriamo!
(I due salgono sul palco, vedono i tre stesi a terra)
1 monatto: Mi pareva! Altro che riposo! Qui ce ne sono tre.
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2 monatto: Dai, al lavoro! Portiamoli tutti e tre al lazzaretto!
(Trascinano dietro le quinte i tre corpi, mentre si chiude il sipario)
Manzoni: Renzo andò a cercare la sua amata Lucia al Lazzaretto, sperando in cuor suo di trovarla viva.
Quand’ecco con sua grande consolazione vide davanti a sé Padre Cristoforo.
VIDEO 10: LAZZARETTO
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Renzo: Padre Cristoforo!
Padre Cristoforo: Renzo come stai? so che eri ricercato per dei pasticci che combinasti coi rivoltosi di
Milano.
Renzo: Sì, vedo che sa quello che mi è successo! Padre, però ora io mi pento e se dovessi dire di aver
avuto giudizio beh, mentirei. Ma visto che la provvidenza vi ha messo sulla mia strada, io mi pento di tutto
quello che ho fatto. Padre, desidero confessarmi e ottenere la vostra benedizione!
Padre Cristoforo: Inginocchiatevi dunque (fra Cristoforo è immerso in pensieri…)
Renzo: Padre! padre vi ho chiesto di confessarmi!
Padre Cristoforo: eh, sì, da quanto tempo non mi confesso!
Renzo: No, padre…. Voi a me… da quanto tempo non vi confessate?
Padre Cristoforo: eh !… sai che non me lo ricordo…. saranno passati più di venti….o….trenta anni !
Renzo: Padre …padre voi mi dovete chiedere :che cosa hai fatto? …voi a me!
Padre Cristoforo: Io a voi ?… Niente….niente … per l’amor del cielo … non avrei mai osato farvi del male
… per carità!
Renzo: Padre.. io …io ho chiesto di confessarmi e voi mi dovete chiedere “che peccati hai fatto?”
Padre Cristoforo: Oh Renzo, avete ragione devo confessarmi assolutamente! Ascoltatemi…
Renzo: Ma no, fra Cristoforo, io devo confessarmi. ascoltatemi io….(e racconta all’orecchio di fra Cristoforo
…. Infine ridono….poi improvvisamente Renzo diventa serio) Povero me! Come farò, io non posso vivere
senza Lucia…
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Renzo: Lucia! Lucia! siete voi, vi ho ritrovata finalmente!
Lucia: Benedetto il Signore, siete voi Renzo!
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7 Canzone: (Renzo e Lucia) Io che non vivo
VIDEO 11 STUDIO MANZONI
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Manzoni: Padre Cristoforo, con l’autorità conferitagli dalla Chiesa, dichiarò sciolta Lucia dal voto di verginità.
Venne finalmente il dì delle nozze. Quante disgrazie! Quanti imbrogli! Concludendo possiamo dire che i guai
vengono bensì spesso, ma quando vengono o per colpa o senza colpa, la fiducia in Dio li raddolcisce e li
rende utili per una vita migliore!
Manzoni: Veramente non ricordo di aver scritto proprio così….
Presentatrice: Ci siamo serviti del più famoso romanzo storico italiano per trasferire anche a voi i valori di
fratellanza, solidarietà, libertà, amicizia, umiltà, amore, pace da noi fortemente interiorizzati in questi cinque
anni di scuola.
Questa storia l’abbiamo dedicata a tutti voi e, in questa serata magica abbiamo pensato di rivedere insieme
alcuni dei bei momenti vissuti nello splendido viaggio durato sì cinque anni, ma che ci accompagnerà tutta la
vita.
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