ptca nella malattia del tronco comune come lesione colpevole nei
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ptca nella malattia del tronco comune come lesione colpevole nei
PTCA NELLA MALATTIA DEL TRONCO COMUNE COME LESIONE COLPEVOLE NEI PAZIENTI CON INFARTO DEL MIOCARDIO A. Pappalardo, F. Prati, M. A. Mamas, F. Imola, V. Ramazzotti, A. Manzoli, M. El-Omar , Ospedale San Giovanni Roma, Manchester Royal Infirmary Manchester U.K. Circa il 4-7% dei pazienti con infarto acuto del miocardio hanno anche un coinvolgimento significativo del tronco comune. I pazienti che si presentano con IMA e lesione culprit sul tronco comune sono un piccolo sottogruppo in condizioni cliniche critiche, spesso in shock cardiogeno e con disturbi del ritmo, insufficienza multi organo, elevata mortalità intraospedaliera e cattiva prognosi. Lo scopo del nostro studio è quello di valutare i risultati a breve termine e ad un anno di distanza dell’angioplastica primaria con BMS o DES nell’occlusione o subocclusione del tronco comune. Abbiamo analizzato retrospettivamente 48 pazienti con STEMI e NSTEMI tra il mese di Febbraio 2005 e Dicembre 2008, tutti avevano occlusione totale o sub-totale del tronco comune non protetto (ULMCA). CARATTERISTICHE DEMOGRAFICHE E CLINICHE DEI 48 PAZIENTI ETÀ MEDIA SESSO MASCHILE IPERTENSIONE IPERCOLESTEROLEMIA DM IRC (CREAT > 1.5) FUMO STEMI SHOCK CARDIOGENO 70 ANNI 36 69% 39% 25% 16% 52% 45% 45% CARATTERISTICHE ANATOMICHE Ostial and/or body LMCA 14 23% Distal LMCA 34 71% LAD stenosis 32 66% CX stenosis 21 43% RCA stenosis 26 54% Il coinvolgimento del tronco comune è prevalentemente distale (34 pazienti 71%). La PTCA su vasi multipli è stata eseguita in 22 pazienti: coronaria DX 6, IVA 13 e CX 3. RISULTATI INTRAOSPEDALIERI Angiographic success Death total Reinfarction Stent thrombosis MACE total Repeat percutaneous target lesion revascularization By-pass surgery 44 10 2 2 14 1 1 91% 20% 4% 4% 29% 2% 2% RISULTATI AD UN ANNO 365 days Mean follow-up duration Death 4 8% Reinfarction 4 8% Stent thrombosis (possible, probable) 4 8% MACE at 1 year 7 14.5% Repeat percutaneous target lesion revascularization 0 0% By-pass surgery 3 6% La PTCA del tronco comune come lesione colpevole è una opzione ragionevole associata ad un tasso di MACE/mortalità accettabile. Nella nostra serie di pazienti abbiamo una mortalità totale intraospedaliera del 20% e ad un anno dalla dimissione del 29% Nei pazienti in schock cardiogeno invece la mortalità intraospedaliera sale al 32% e ad un anno di distanza del 36%. Nei pazienti compensati la mortalità intraospedaliera è del 6% e ad un anno di distanza del 12.5%. I pazienti che si presentano con IMA causato dall’occlusione del tronco comune sono in condizioni emodinamiche compromesse, alcuni vicino all’exitus, perciò la rapida e completa ricanalizzazione della coronaria chiusa è vitale. La stabilizzazione del quadro emodinamico/elettrico/respiratorio (IABP, PM, ventilazione assistita) è la prima cosa da fare. La PTCA è la prima modalità di rivascolarizzazione da considerare e può essere eseguita subito dopo la coronarografia. Spesso non c’è il tempo per sottoporre il paziente a CABG quando la cardiochirurgia è “on site”, il trasferimento in un altro ospedale può risultare complicato per pazienti in condizioni emodinamiche così compromesse. Nella malattia del tronco ostiale o del tratto medio la difficoltà tecnica è minore in quanto è sufficiente una guida nel vaso principale (IVA o CX) e rapida predilatazione o spesso stenting diretto sulla lesione. Diversa è la situazione nella malattia del tronco distale. Abbiamo voluto mantenere la tecnica dell’intervento il più semplice possibile per ripristinare il flusso nel vaso principale in maniera rapida. Abbiamo impiegato principalmente la tecnica del “provisional stenting” che consiste nello stentare il vaso principale dopo avere dilatato il vaso secondario e nell’aprire poi le maglie sul vaso secondario, mentre solo in 4 casi (quando l’anatomia lo permetteva) abbiamo utilizzato il V stenting, SKS o la tecnica T modificata. Una volta ricanalizzata l’IVA o la CX (a seconda dell’importanza del vaso) abbiamo lavorato sul secondo vaso tenendo a mente che la circonflessa ha la caratteristica di avere spesso una curva di 90° alla sua origine che può causare malapposizione dello stent ed è quindi meno idonea per il cross stenting La ristenosi è maggiore nelle lesioni del tronco distale e quando vengono usati stent in entrambi i vasi mentre è bassa nell’opzione del singolo stent. Con il DES La ristenosi inoltre è prevalentemente focale e coinvolge maggiormente l’ostio della circonflessa. CONCLUSIONI La rivascolarizzazione ideale in questo tipo di pazienti non è ancora nota, il nostro studio dimostra una mortalità intraospedaliera totale del 20% e ad un anno di distanza del 29%. La prognosi nei pazienti dimessi è eccellente con il 90% di sopravvivenza ad un anno.