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Intersoggettività - Comune di Reggio Emilia

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Intersoggettività - Comune di Reggio Emilia
DIP.TO SALUTE MENTALE E DIPENDENZE PATOLOGICHE
PROGRAMMA AUTISMO
SPOKE REGGIO EMILIA
HUB AREA VASTA EMILIA NORD
Responsabile: Dott.ssa Maria Linda Gallo
Viale Umberto I°, 50 - 42100 Reggio Emilia
Segreteria: Tel. 0522/339038
INTERSOGGETTI
VITA’
Log. Reverberi Elisabetta
“I bambini normali vengono al mondo con la
motivazione e la capacità per cominciare a
stabilire un’immediata relazione sociale con chi
li cura”
(Volkmar et al.,1997)
“Il bambino è predisposto per emettere
comportamenti e rispondere a stimoli in modo
da attivare scambi interattivi diadici, è
predisposto per sintonizzarsi con la realtà che lo
circonda e inoltre ha la capacità di autoregolarsi
e padroneggiare le situazioni in modo da creare
una coerenza ad una organizzazione percettivoesperienziale”
(Emde,1989)
Prerequisiti della comunicazione
Intersoggettività: la capacità di riconoscere sé e l’altro
come soggetti di una interazione (imitazione,
attenzione congiunta, sincronia delle espressioni
facciali, scambio dei turni, sguardo appropriato e
flessibile, la prossimità sociale)
Abilità sociali: consentono al bambino di
comprendere e risolvere i problemi posti dai contatti
sociali.
INTERSOGGETTIVITA'
INTERSOGGETTIVITA
La capacità spontanea di riferirsi a un’altra persona
L’insieme coordinato di atti motori, cognitivi ed emotivi che
costituiscono le prime abilità di relazione sociale.
Le capacità intersoggettive sono alla base delle abilità
sociali e della comunicazione
Sono abilità che si sviluppano e si apprendono nei primi
mesi di vita e hanno fortissime componenti innate
Sono carenti nei soggetti con disturbi dello spettro
autistico,
autistico in tutte le età, anche in soggetti che hanno
buone competenze linguistiche
Esistono due tipi fondamentali di “intersoggettività”
INTERSOGGETTIVITÀ PRIMARIA
nella diade genitore-bambino si instaura il primo esempio di “relazione
sociale” (dalla nascita ai 7-9 mesi)
INTERSOGGETTIVITÀ SECONDARIA
quando il bambino “scopre” il
mondo degli oggetti include nella
relazione con il genitore un terzo elemento di comune interesse
(9-18 mesi)
I bambini con Disturbi dello Spettro Autistico presentano difficoltà
caratteristiche nello sviluppo delle abilità di intersoggettività (es.
contatto oculare poco modulato, difficoltà nell’attenzione, emozione,
intenzione congiunte, difficoltà nel considerare l’altro come un
partner da imitare o con cui condividere e scambiare…).
INTERSOGGETTIVITA’ PRIMARIA
Abilità di base:
• Interesse per il viso umano:
umano capacità di riconoscimento dei visi e della
loro espressione
• Orientamento:
Orientamento capacità di reagire ad uno stimolo nuovo, di distinguere
ciò che è nuovo e rilevante
• Attivazione : capacità di attivarsi sia fisicamente che emotivamente
• Attenzione : capacità di orientarsi a lungo nei confronti di uno stimolo,
in modo da percepirne le caratteristiche
• Capacità di alternanza di turni : la “conversazione” nello scambio
alternato con la mamma di sorrisi, sguardi, suoni
• Integrazione di diverse modalità sensoriali in nuove configurazioni
incrociate
Questi scambi diadici (madre-bambino) possono essere
definiti “protoconversazioni”
protoconversazioni perché hanno
caratteristiche comportamentali dinamiche e
paralinguistiche (tono, volume e ritmo)
INTERSOGGETTIVITA’ SECONDARIA
Dalle interazioni diadiche
(madre-bambino)
alle interazioni a tre
(madre-bambino-oggetto)
Il passaggio a questa fase è testimoniato dall’emergere di importanti
fenomeni
ATTENZIONE CONGIUNTA
EMOZIONE CONGIUNTA
INTENZIONE CONGIUNTA
ATTENZIONE CONGIUNTA
Forma di attenzione COORDINATA e PARECIPATA tra due
persone su uno stesso oggetto che ha luogo in un contesto
sociale
Due modalità
Rispondere all’orientamento dell’attenzione mostrato dall’adulto
Iniziare una condivisione cercando di dirigere l’attenzione altrui su un
oggetto
ATTENZIONE CONGIUNTA
Correlati comportamentali
SVILUPPO TIPICO
Alternare il proprio sguardo fra l’oggetto che si sta
osservando e l’altra persona,
Seguire con lo sguardo l’indicazione dell’altro,
Controllare dove l’altro sta guardando e guardare nella
stessa direzione,
Indicare per mostrare o per chiedere: “cos’è?”
Portare una cosa all’altro per fargliela vedere
ATTENZIONE CONGIUNTA
Correlati comportamentali
SVILUPPO ATIPICO
Difficile trovare questi comportamenti in un bambino con difficoltà
di tipo autistico
Riscontro unanime in letteratura di un deficit, un ritardo, una
peculiarità anomala nello sviluppo del comportamenti legati
all’attenzione congiunta
La mancanza o il ritardo nella comparsa di tali comportamenti
potrebbero essere segni assolutamente caratterizzanti dell’autismo e
dei disturbi generalizzati dello sviluppo.
(Baron-Cohen et al.,1992)
EMOZIONE CONGIUNTA
“Condivisione tra l’io e l’altro delle emozioni provocate da qualche
situazione”
(Micheli,
Micheli, Xaiz,2001)
Xaiz,2001)
Si riferisce all’utilizzo da parte del bambino della reazione emotiva
dell’adulto come indicazione e commento sulla valenza emotiva di
un oggetto o di un’altra persona presente nell’ambiente.
EMOZIONE CONGIUNTA
Correlati comportamentali
SVILUPPO TIPICO
Ridere e sorridere insieme, in risposta alla stessa situazione
Rispondere con la manifestazione di un’emozione (es. mimica
facciale significativa) al comportamento dell’altro (solletico, una
canzoncina, una battuta)
Cogliere l’emozione dell’altro ed adattarsi ad essa,
Sincronia delle espressioni facciali (utilizzare l’espressione delle
emozioni come strumento di scambio sociale)
EMOZIONE CONGIUNTA
Correlati comportamentali
SVILUPPO ATIPICO
L’espressione dell’emozione congiunta è sempre un ambito
problematico, anche se presenta un’estrema variabilità individuale
L’assenza di emozione congiunta non permette di costituire quella
modalità comune di esprimersi che rende leggibili le nostre
emozioni all’altro
INTENZIONE CONGIUNTA
Consiste nel riconoscimento:
del volere che è condiviso o riconosciuto come presente tra i
soggetti;
del proprio volere che è uguale o diverso da quello dell’altro;
della propria intenzione a cui il volere dell’altro può o meno
aderire.
(es. “mettiamo le scarpe”)
INTENZIONE CONGIUNTA
Correlati comportamentali
SVILUPPO TIPICO
Risposta alla proposta
Fare accanto
Fare insieme
Dare una risposta agli inviti (“salta”, “vieni qui”)
INTENZIONE CONGIUNTA
Correlati comportamentali
SVILUPPO ATIPICO
Queste difficoltà hanno forti ripercussioni negative sulla vita
quotidiana e sulla possibilità di insegnare abilità essenziali allo
sviluppo.
Ogni insegnamento si basa su un incontro di voleri e sulla risposta a una
proposta.
Deriva da un disturbo di sviluppo dell’intenzione congiunta e
dall’incapacità ci capire che un messaggio è stato lanciato, e di poterlo
quindi decodificare.
Le abilità intersoggettive possono essere sviluppate,
incrementate, rinforzate attraverso attività di gioco
create sulle caratteristiche, sulle difficoltà e sulle
potenzialità del bambino
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