01 04 16 FG arrestati 3 poliziotti Corruzione, peculato, falso
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01 04 16 FG arrestati 3 poliziotti Corruzione, peculato, falso
FOGGIA CITTÀ I V Venerdì 1 aprile 2016 BLITZ DELLA MOBILE SI CERCA UN VIGILANTE l Facevano i poliziotti ma per conto di privati e agenzie investigative, venendo pagati per intercettazioni telefoniche abusive, piazzare microspie, accedere alla banca dati delle forze dell’ordine per ottenere informazioni riservate collegate a indagini private essenzialmente per storie di infedeltà coniugale. E’ lo scenario ricostruito da Procura e squadra mobile che ieri mattina ha portato all’arresto di tre poliziotti (due in carcere, uno ai domiciliari), mentre non è stata ancora rintracciata una guardia giurata per la quale sono stati disposti i domiciliari. In carcere, su ordinanza del gip Marco Giacomo Ferrucci, è finito Angelo Savino , 44 anni di San Giovanni Rotondo, già in servizio alle «volanti» del commissariato di Manfredonia e sospesodal servizio già dall’autunno scorso per un’altra indagine relativa a presunte concussioni, corruzioni e false attestazioni di servizio in relazione a controlli di detenuti ai domiciliari. Il gip ha disposto la detenzione in carcere anche per Alfredo De Concilio, 39 anni, assistente capo napoletano, in servizio al reparto Mobile di Napoli. Arresti domiciliari per Paolo Ciccorelli, 40 anni, foggiano, pure lui assistente capo in servizio alla Polposta del capoluogo dauno. Il nome del vigilante - un foggiano non è stato reso noto. Il gip ha rigettato la richiesta del pm di arrestare un quinto indagato. Sono complessivamente 15 gli indagati dell’inchiesta di Procura e squadra mobile: 34 le imputazioni contestate per fatti avvenuti tra Foggia e Manfredonia dal 2012 al 2014. I 15 indagati sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere (contestata a 5 persone, ma sul punto il gip ha ritenuto che non ci fossero sufficienti indizi), corruzione, falso, peculato, rivelazione e/o utilizzazione di segreti d’ufficio, falso, accesso abusivo a sistema informatici. L’indagine che poggia molto su intercettazioni avrebbe svelato - dice l’accusa - un illecito giro di informazioni riservate per conto di agenzie di investigazioni e privati, interessati a scoprire eventuali infedeltà di coniugi. Secondo l’ipotesi accusatoria i poliziotti e il vigilante, in cambio di modeste somme di denaro, avrebbero avuto accesso a informazioni riservate inserite nella banca dati delle forze dell’ordine; avrebbero eseguito intercettazioni illecite; piazzato microspie; tracciato la posizione di persone da controllare; eseguito Due in carcere, uno ai domiciliari. Sono 15 gli indagati complessivi per 34 imputazioni, i fatti dal 2012 al 2014 Corruzione, peculato, falso, rivelazione di segreti d’ufficio, accesso abusivo a sistema informatici La conferenza stampa in Procura di magistrati e poliziotti . Arrestati tre poliziotti lavoravano per privati Intercettazioni e notizie riservate per storie di infedeltà Il dirigente della squadra mobile Anche intercettazioni abusive pedinamenti. I particolari dell’inchiesta li hanno resi noti nella conferenza stampa in Procura il procuratore capo Leonardo Leone de Castris; il questore Piernicola Silvis; e il dirigente della squadra mobile, il vicequestore aggiunto Roberto Pititto. «Abbiamo acclarato l’esistenza di collegamenti tra privati o agenzie investigative e i tre appartenenti alle forze dell'ordine» ha detto il capo della squadra mobile «e accertato che Savino, nel lontano 2012, utilizzando procedimenti penali già in atto, inserì l'utenza telefonica di un soggetto da monitorare per conto di una terza persona». In pratica nell’ambito di altre indagine con tanto di autorizzazioni a intercettazioni, sarebbe stato inserito anche il nome di una persona estranea all’indagine e da intercettare, abusivamente, per scopi privati legati pare a storie di infedeltà. «Naturalmente nell'ambito di quella stessa indagine venne fatto presente» ha precisato Pititto «che quell'utenza telefonica non aveva rilievo». «In altri casi più recenti risalenti al 2014» ha aggiunto il dirigente della squadra mobile «Savino e De Concilio, su mandato di un cittadino che voleva informazioni sulla fedeltà della moglie, posizionarono una microspia sull'auto della donna da pedinare. Sappiamo di certo, in quest'ultimo caso, che c'è stata una dazione di denaro di 300 euro». Quanto al presunto ruolo di Ciccorelli «era semplicissimo: l'agente in servizio alla Polizia postale» ha aggiunto il vice questore Pititto «ha una grande competenza in materia di polizia informatica, pertanto, attraverso l'accesso alle “Poste Pay” poteva monitorare la movimentazione di denaro del cliente, e quindi accendendo alle banche dati era in grado di controllare anche la posizione sul territorio». Stando a quanto riferito in conferenza stampa gli investigatori avrebbero scoperto «numerosi casi di accesso abusivo al sistema “sdi” del ministero dell'Interno, che consentivano di acquisire notizie riservate su una persona e eseguito accertamenti su targhe di auto». La guardia giurata «veniva utilizzata per pedinamenti». LE REAZIONI LE ANALISI DI QUESTORE E SEGRETARIO DEL SAP: SE HANNO SBAGLIATO, È GIUSTO CHE PAGHINO Il procuratore: «L’indagine accresce il prestigio della Ps capace di far pulizia al suo interno» l «Questa operazione dal nostro punto di vista non soltanto non sminuisce il valore ed il prestigio della Polizia, ma lo accresce». Ha esordito così nella conferenza stampa in Procura il procuratore capo Leonardo Leone de Castrisnel commentare l’indagine sfociata nell’arresto di tre poliziotti, al termine - è stato rimarcato - di accertamenti svolti dagli stessi poliziotti e in particolare dalla squadra mobile. «Credo che l'impegno in materia di pubblica istruzione, e quando parlo di pubblica istruzione mi riferisco ad apparati dello Stato, sia essenziale a maggior ragione in un posto delicato come la provincia di Foggia, esposto a forme violente di aggressione da parte della criminalità organizzata estremamente invasive. Quindi» ha aggiunto il procuratore «non si può chiedere alla popolazione, alla cittadinanza, di avere attenzione e sensibilità; di collaborare con le forze dell'ordine; di non delinquere; se poi non si assicura un controllo principalmente su se stessi. Dobbiamo cioè dare l'immagine alla popolazione che la verifica principale è quella che si applica su chi ha l'obbligo di far rispettare la legge. L’aspetto più importante resta quello di avere fiducia nella Polizia e nelle istituzioni, far capire a quelli che ricevono questo messaggio che non è un evento negativo che appartenenti alla Polizia vengano arrestati: è un dato fisiologico che in tutte le istituzioni ci siano delle mele marce, è l'indole umana.Quando l’apparato-Stato hanno la forza e il coraggio per scorgere compotamenti illeciti, vuol dire che siamo in presenza di meccanismi fi verifica che consentono all’apparato di funzionare bene. Non si potrà sconfiggere la criminalità organizzata se noi non assicureremo ai cittadini il controllo anche sulla pubblica amministrazione in tutte le sue manifestazioni e componenti». Concetti su cui è tornato anche il questore Piernicola Silvis. «Questa indagine è nata» ha detto il capo dei poliziotti foggiani nella conferenza stampa in Procura «grazie ad alcuni input provenienti dall'esterno e che ci hanno portato a doverci confrontare con nostri colleghi appartenenti alla Polizia . Sostanzialmente questi soggetti avevano creato una sorta di agenzia investigativa parallela; noi siamo qui perché abbiamo deciso di metterci la faccia, in quanto crediamo che sia fondamentale fare pulizia, in primis all'interno delle forze dell'ordine, per poter dare un segnale alla cittadinanza di spe- QUESTURA Le indagini svolte sui colleghi svolte dai poliziotti foggiani ranza nel futuro: noi ci siamo e siamo pronti a guardare al nostro interno e mettere in discussione tutte le organizzazioni pubbliche e non pubbliche». Non si sottrae alle domande del cronista il segretario provinciale del Sap (sindacato autonomo di polizia), l’ispettore capo Giuseppe Vigilanteinterpellato sul telefonino per commentare l’inchiesta. «Sicuramente sono notizie dolorose quando esponenti delle forze dell’ordine vengono coinvolti in indagini penali che sfociano nell’emissione di ordinanze di custodia cautelare. Siamo» dice Vigilante «fiduciosi nell’operato della magistratura. Come già successo in altri casi analoghi ribadisco se che i poliziotti accusati risulteranno colpevoli allora pagheranno, come è giusto che sia. Mi richiamo a quanto detto in conferenza stampa per rimarcare, ancora una volta, che se questa vicenda è venuta alla luce è grazie alle indagini svolte dalla squadra mobile coordinate dalla Procura».