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Blockchain, la rivoluzione è ormai giunta alle porte
Vision 24 Newsletter n° 2, giugno 2016 I risultati dell’indagine globale condotta su 50 fondi pensione i numeri dell’inchiesta/1 Per il 57% degli investitori istituzionali la blockchain sarà ampiamente adottata nel loro settore nei prossimi cinque anni 7 % 57 % Solo il 7% degli investitori ha già dato vita a iniziative basate sulla blockchain, mentre il 64% dichiara di aver bisogno di più tempo per approfondire 74 % Il 74% dei fondi pensione prevede che la blockchain raggiungerà dimensioni tali da renderne necessaria l’adozione, mentre solo il 42% dei gestori concorda con questa affermazione Costantini: “Non è soltanto un database, puntiamo sulla valenza strategica” a pag. 2 Fantacci: “Troppa pubblicità e molte incertezze” a pag. 3 Stefanelli: “Non è la panacea ma servirà molto al sistema” a pag. 4 McKinsey, tre azioni per la svolta a pag. 4 Blockchain, la rivoluzione è ormai giunta alle porte Secondo Lamanna (Country Manager Italy di State Street Global Services) la maggior parte degli investitori è consapevole che questa tecnologia emergente diventerà di uso quotidiano nel prossimo futuro S econdo la maggior parte dei fondi pensione (il 57%) verrà ampiamente utilizzata nel settore investimenti durante i prossimi cinque anni, ma solo il 7% di loro si sta attrezzando per affrontare il cambiamento epocale che potrebbe arrivare con la blockchain. Quest’ultima, come noto, è il registro decentralizzato che gestisce un elenco sempre crescente di record di dati crittografati contro possibili manomissioni e modifiche: insomma, uno scenario potenzialmente rivoluzionario che è stato oggetto di una nuova indagine realizzata lo scorso gennaio da State Street Corporation. L’inchiesta, condotta da Oxford Economics, ha coinvolto un campione rappresentato da 50 fondi pensione e altrettanti gestori, che comprendono società di asset management, fondi pensione e schemi pensionistici sia privati che pubblici. Il 40% degli intervistati è basato in Nord America, il 30% nell’area EMEA e il 30% nell’area Asia-Pacifico. La risposta di gestori e investitori istituzionali Un numero emerge su tutti: il 74% dei fondi pensione ritiene che il ‘fenomeno blockchain’ raggiungerà dimensioni tali da renderne necessaria l’adozione, una posizione condivisa tuttavia da solo il 42% dei gestori. Nonostante l’ottimismo dei fondi pensione, però, il 48% dichiara di non saperne abbastanza, mentre i gestori si sentono se possibile ancor meno sicuri: il 78% infatti riconosce di aver bisogno di una preparazione più approfondita in materia. “La maggior parte degli investitori istituzionali è ben consapevole che la blockchain, riccardo lamanna essendo una tecnologia per così dire emergente, ha le potenzialità per diventare un’applicazione di uso quotidiano nel prossimo futuro”, ha dichiarato Riccardo Lamanna, Country Manager Italy di State Street Global Services. “Quello che emerge dalla nostra indagine - ha aggiunto - è anche la mancanza di preparazione e l’incertezza su quale sia il miglior approccio per gestire questo cambiamento dirompente. In sostanza, serve un maggior livello di education in materia”. L’impatto sull’IT e il tema sicurezza Dall’indagine di State Street sono emersi anche altri elementi di rilievo. Secondo l’80% degli intervistati, per esempio, la blockchain avrà l’impatto maggiore sui dipartimenti IT, dimostrando che le istituzioni riconoscono la necessità di assumere personale con la capacità di adattarsi alle nuove esigenze tecnologiche. >> a pag. 3 24 Vision “Non è soltanto un database, puntiamo sulla valenza strategica” Mario Costantini (Intesa Sanpaolo): “Ci sono ancora problemi da risolvere. Serve tempo, ma sono fiducioso” “R itengo che ci sia ancora tanto da fare, soprattutto sul fronte delle blockchain private, in particolare su come potranno cooperare con quelle pubbliche. Il grande rischio da evitare è limitare il tutto ad un sistema di database distribuiti, che farebbe perdere la valenza innovativa e strategica dell’uso di questa tecnologia”. Ad affermarlo è Mario Costantini, responsabile Ricerca e Accelerazione dell’Innovazione Intesa Sanpaolo Innovation Center, secondo il quale, in pratica, siamo ancora troppo indietro su questo fronte. Del resto, i dati della ricerca di State Street parlano chiaro: il 64% degli investitori dichiara di avere bisogno di più tempo per approfondire questo tema. E ancora: il 57% degli investitori istituzionali si aspetta che la blockchain sarà ampiamente adottata nel loro settore nel corso dei prossimi cinque anni. Dottor Costantini, è d’accordo con questa previsione o la ritiene ottimistica? Direi che è ottimistica. Allo stato dell’arte, sul fronte delle blockchain pubbliche si stanno affrontando i problemi che riguardano innanzitutto la scalabilità dei volumi, i tempi di validazione delle transazioni, le tipologie di asset gestiti, oltre al costo complessivo delle transazioni e all’assenza di un quadro regolatorio. Sul fronte delle blockchain private, invece, siamo ancora a livello di “proof of concept”. Si sta lavorando per capirne gli effettivi ambiti di applicazione e i possibili vantaggi di utilizzo, sia in termini di efficienza sia in termini di nuovi possibili prodotti. Sono fiducioso su entrambi i fronti, ma ritengo che ci vorrà più tempo per parlare di un utilizzo ampio e diffuso della tecnologia blockchain. Secondo alcuni negli ultimi tempi si è parlato troppo di blockchain, ma stando all’indagine di State Street, il 25% degli 2 “ Nel breve periodo saranno sviluppati i primi prodotti e sono certo che saranno ampiamente comunicati, ma si tratterà ancora di un numero esiguo di attori. investitori ritiene che questa tecnologia potrebbe avere un impatto significativo in tempi brevi. Lei che ne pensa? Sicuramente nel breve periodo saranno sviluppati i primi prodotti e sono certo che saranno ampiamente comunicati, ma si tratterà ancora di un numero esiguo di attori. Mi aspetto che questo grande sforzo di comunicazione genererà comunque un impatto positivo, stimolando tutto l’ecosistema finanziario nella messa a fuoco e nella risoluzione delle inefficienze di processo già risolvibili con le tecnologie attuali. mario costantini Infine un commento sulla differenza di vedute sulle blockchain tra fondi pensione e asset manager. Ritengo che, molto semplicemente, rappresenti il gap attuale tra le aspettative di chi sta investendo sul potenziale della tecnologia e chi sta cercando di utilizzarla come strumento di evoluzione tecnologica per migliorare i processi. i numeri dell’inchiesta/2 Un quarto degli investitori istituzionali considera la blockchain troppo “pubblicizzata”, anche se la stessa percentuale ritiene che potrebbe avere un impatto sul proprio settore in tempi abbastanza brevi (da 1 a 3 anni). 25 % Il 48% dei fondi pensione dichiara di non sapere abbastanza della blockchain, mentre i gestori si sentono ancor meno sicuri: il 78% infatti riconosce di aver bisogno di una conoscenza più approfondita in materia. 48 % Il 90% degli intervistati è preoccupato che l’implementazione della sicurezza nella blockchain inciderà sui requisiti esistenti e futuri, un problema che il settore deve affrontare per l’adozione della tecnologia su larga scala. 90 % 80 % L’80% degli intervistati si aspetta che i dipartimenti IT subiranno l’impatto maggiore della blockchain; l’81% dei gestori di portafoglio ritiene che il loro lavoro all’interno dei team di investimento potrebbe essere impattato dal cambiamento. 24 Vision “Troppa pubblicità e incertezze” Secondo il professor Fantacci (Bocconi) la blockchain è ancora in fase sperimentale “ “L o sviluppo della tecnologia blockchain ha suscitato un crescente interesse anche da parte degli investitori istituzionali, poiché promette di offrire un sistema straordinariamente efficiente di registrazione e di trasferimento delle attività finanziarie. Tuttavia, nonostante cospicui investimenti, le implementazioni della blockchain in questo campo sono ancora a uno stadio sperimentale”. Questa l’opinione di Luca Fantacci, docente presso il Dipartimento di Analisi delle Politiche e Management Pubblico dell’Università Bocconi di Milano. In sostanza, “risulta difficile prefigurare i tempi di affermazione della tecnologia prima di avere messo a fuoco precisamente che cosa possa fare”. Professor Fantacci, il 90% degli intervistati è preoccupato che l’implementazione della sicurezza nella blockchain inciderà sui requisiti esistenti e futuri. è d’accordo? La tracciabilità e la irreversibilità delle operazioni registrate attraverso la blockchain rende questa tecnologia potenzialmente molto luca fantacci adatta a soddisfare i requisiti di trasparenza e di sicurezza imposti per legge agli operatori finanziari. Tuttavia, le norme si stanno adeguando solo lentamente per tenere conto delle fattispecie configurate dalle possibili implementazioni della blockchain. Il vuoto normativo crea senza dubbio ulteriori margini di incertezza che rendono ancora più difficile Dalla prima pagina - Riccardo Lamanna Lamanna: ci sono grandi opportunità, ma serve ancora molta education tra gli investitori I noltre, l’81% dei gestori ritiene che l’adozione della blockchain avrà lo stesso impatto dirompente sulle professionalità all’interno dei team dedicati agli investimenti. Allo stesso tempo se la crittografia è una componente core dell’infrastruttura della blockchain, nove intervistati su 10 sono preoccupati di come l’implementazione della sicurezza nella blockchain inciderà sui requisiti esistenti e futuri, un problema che il settore ha necessità di affrontare per l’adozione della tecnologia su larga scala. “Siamo convinti che la blockchain possa offrire molte opportunità e stiamo lavorando perché possa diventare una realtà tangibile per il nostro business, i nostri partner e i nostri clienti - conclude Lamanna - Per questo supportiamo varie iniziative ispirate a questa tecnologia, sia internamente, sia in consorzi selezionati costituiti dalle maggiori banche e società tecnologiche a livello mondiale”. La tracciabilità delle operazioni registrate attraverso la blockchain rende questa tecnologia potenzialmente adatta a soddisfare i requisiti di trasparenza e di sicurezza investire in questo settore e dunque ancor più difficile prevedere tempi e modi di affermazione della tecnologia. Un quarto degli investitori istituzionali considera la blockchain troppo “pubblicizzata”. Eppure, un numero simile di persone ritiene che potrebbe avere un impatto sul proprio settore in tempi abbastanza brevi (da 1 a 3 anni). Cosa ne pensa? Certamente il bitcoin, e più recentemente la blockchain, hanno goduto di un grado di pubblicità spropositato rispetto alle dimensioni effettive del fenomeno. Nessuna asset class con un valore di mercato tanto esiguo (ad oggi inferiore a 10 miliardi di dollari) ha mai ricevuto tanta attenzione da parte degli operatori e dei media. È chiaro che tale interesse è giustificato dalle aspettative riguardo agli sviluppi futuri della tecnologia più che dallo stato attuale delle sue sperimentazioni. Tuttavia, tali aspettative sembrano riflettere più le speranze degli sviluppatori e i timori degli incumbents che valutazioni ponderate riguardo alle prospettive concrete degli investimenti reali correnti nel settore. Il 74% dei fondi pensione crede che la blockchain possa raggiungere la dimensione necessaria per soddisfare le esigenze del settore dei servizi finanziari. Invece, solo il 42% degli asset manager condivide questa teoria. Come spiega questa differenza? Mi pare che la forte disparità di aspettative fra le diverse tipologie di operatori costituisca un ulteriore e chiaro segnale della grande incertezza che ancora domina le prospettive di sviluppo di questa nuova tecnologia. Forse, più che esercitarsi nell’assegnare gradi di probabilità a scenari alternativi, sarebbe più proficuo, a questo stadio, interrogarsi sulle possibili esigenze a cui la blockchain potrebbe contribuire a rispondere, dentro e fuori dal settore finanziario. 3 24 Vision “Non è la panacea ma servirà molto al sistema” Secondo Stefanelli (dg Cedacri) è una tecnologia con ottime potenzialità “L a blockchain va usata dove serve, non sarà certo il rimedio a tutti i mali. è una tecnologia con ottime potenzialità che permette di eliminare le riconciliazioni e avere il dato certo in tempo reale e condiviso tra le parti”. Questa la posizione di Salvatore Stefanelli, direttore generale di Cedacri, azienda leader nei servizi di outsourcing per il settore bancario, istituzioni finanziarie e concessionarie esattoriali. In questo senso, Stefanelli concorda con la previsione espressa dall’inchiesta State Street sul fatto che la blockchain sarà ampiamente adottata tra gli investitori istituzionali nei prossimi cinque anni. “Sicuramente è un argomento che gira ancora solo sui tavoli dei CIO e COO. I CFO e i commerciali non si sono ancora cimentati per sviluppare un nuovo modello di business adeguato alla potenzialità della nuova tecnologia“, aggiunge il manager. “è necessario che le persone che per anni hanno confermato la certezza del dato con la riconciliazione verifichino e si rendano conto che il sistema con la blockchain è autoconsistente”. Insomma, ci vorrà tempo ma alla fine il mercato si convincerà della bontà di questa tecnologia? Sarà anche necessario partire con alcuni processi e sottosistemi per poi estenderla a tutti i processi che potranno beneficiarne. Inoltre si dovrà dimostrare che un sistema aperto ai salvatore Stefanelli “ è giusto che se ne parli e che anche le banche centrali, tra cui Banca d’Italia, che ha organizzato un convegno che si terrà tra qualche settimana presso la sua sede, dedichino risorse per capire le potenzialità e i limiti delle blockchain clienti/fornitori sia sicuro. Per finire, gli investitori hanno comunque dei sistemi che, pur non utilizzando la blockchain, supportano adeguatamente il modello operativo esistente. Quindi ci vorrà qualche anno prima di importanti utilizzi, ma a breve il mercato finanziario inizierà a sperimentare la tecnologia su vasta scala. Secondo lei la blockchain è stata troppo pubblicizzata? Non penso, ma sicuramente si inizia a parlarne in tutti gli eventi collegati all’IT. Ma è giusto che se ne parli e che anche le banche centrali, tra cui Banca d’Italia, che ha organizzato un convegno che si terrà tra qualche settimana presso la sua sede, dedichino risorse per capirne le potenzialità e i limiti. Il 74% dei fondi pensione crede che la blockchain possa raggiungere la dimensione necessaria per soddisfare le esigenze del settore dei servizi finanziari, ma solo il 42% degli asset manager condivide questa teoria. Come spiega questa differenza? Non saprei. Forse per il modo in cui questa tecnologia può supportare le caratteristiche delle due attività. Per la sottoscrizione dei fondi sono convinto che la blockchain possa portare un grosso cambiamento, accorciare il ciclo di acquisto e vendita delle quote e dei titoli sottostanti, arrivando anche al NAV in tempo reale. Per i gestori, non penso che la gestione del portafoglio del cliente possa beneficiare particolarmente di una ledger distribuita. Il portafoglio gestito è del cliente. I sistemi di gestione patrimoniali scatenano delle operazioni di compravendita sui sistemi che interagiscono con i mercati e con la contabilità, che possono usare la blockchain. Tuttavia non penso che il sistema di gestione patrimoniale possa aver bisogno della blockchain, anche se in ogni caso vale la pena di analizzarla. McKinsey, tre azioni per la svolta I consigli a banche e istituzioni per prepararsi all’arrivo della blockchain “L’ adozione massiva della blockchain potrebbe richiedere ancora alcuni anni, ma è una tecnologia ormai sufficientemente matura e che potrebbe rappresentare un’importante opportunità per le società del settore finanziario, e soprattutto per le banche”. Alessio Botta, Partner di McKinsey, sottolinea in particolare come tale tecnologia possa essere applicata in ambito Capital Markets, riducendo i costi legati alla tecnologia e alle operation e al contempo agevolando il rispetto dei requisiti di capitale. Vision24 - Periodico trimestrale Direttore Responsabile: Lorenzo Lanfrancone Progetto editoriale, grafico e artwork: Il Sole 24 ORE Radiocor 4 alessio botta “In un recente report - continua Botta - abbiamo identificato tre principali linee d’azione che gli operatori finanziari potrebbero intraprendere fin da oggi”. In primis, va stimato il potenziale impatto della blockchain sul proprio business e adeguata la propria strategia di conseguenza. In secondo luogo, è necessario lavorare e sperimentare con concorrenti e regulator, puntando sulla cooperazione per individuare soluzioni condivise a livello di mercato. In terzo luogo, esiste la possibilità di valutare la blockchain anche per ottimizzare i processi interni, ad esempio sviluppando sistemi di contabilità in tempo reale e snellendo le attività operative nella fase di post trading. Il Sole 24 ORE Radiocor Redazione: via Monte Rosa n. 91 - 20149 Milano Tel. 02.3022.4602 - Fax: 02.3022.481