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Parco naturale - Autonome Provinz Bozen
Foto di copertina Sasso della Croce Foto: Alfred Erardi Ripartizione Natura e paesaggio Nel regno degli animali (cefalopodi estintisi circa 180-145 milioni d’anni or sono). Marne cretacee grigio-rossastre e fortemente corrugate vengono tagliate dal sentiero posto sotto i Rifugi di Fanes. I più recenti strati di sedimentazione marina delle Dolomiti sono rinvenibili presso il Col Bechëi (2.794 m), sopra il Lago di Limo. Nel periodo Terziario-Oligocene, circa 230 milioni di anni fa, quando era già in atto il corrugamento dell’arco alpino, si verificò un’ultima breve invasione marina, che lasciò in questa regione brecce (rocce sedimentarie composte da materiale fratturato e a spigoli vivi, inglobato in sedimenti di materiali fini), conglomerati (rocce sedimentarie composte per almeno il 50 % di ciottoli e ghiaia a margini arrotondati), arenarie e calcari in cui si rinvengono resti di balanidi (molluschi), alghe rosse, briozoi (colonie di invertebrati acquatici) e foraminiferi (protozoi eucarioti). Come nessun’altra zona delle Dolomiti la geomorfologia di Fanes, Senes e Fosses è fortemente caratterizzata da fenomeni di carsismo. L’anidride carbonica disciolta nell’acqua ha intaccato e disgregato soprattutto i calcari del Giurassico e talvolta anche la dolomia principale. In seguito a questa erosione chimica si sono formate anche numerose grotte come ad esempio quella delle Conturines. Nel parco naturale si possono osservare quasi tutti gli elementi tipici del carso: campi carreggiati, fenditure e pozzi, doline in cui spesso si formano laghi perenni o più di frequente periodici; inghiottitoi, in cui i ruscelli spariscono nel sottosuolo per riaffiorare più a valle, in presenza di strati impermeabili all’acqua, in vivaci sorgenti carsiche. Sopra scure foreste si ergono imponenti pareti rocciose che racchiudono al loro interno gli altopiani carsici di Fanes e Senes. Gli estesi alpeggi e, sull’Armentara o a Pratopiazza, i colorati prati di montagna ricchi di specie rendono attrattivi questi paesaggi, mentre i diversi ambienti ospitano numerose specie vegetali e animali. Geologia e idrologia Parchi naturali Alto Adige Parco naturale Fanes-Senes-Braies Nel regno degli animali © 2009 Ripartizione Natura e paesaggio Ufficio Parchi naturali AUTONOME PROVINZ BOZEN - SÜDTIROL PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO - ALTO ADIGE N A T U R A 2000 Via Renon 4 I-39100 Bolzano Tel. +39 0471 417 770 Fax +39 0471 417 789 [email protected] www.provincia.bz.it/parchi.naturali Parco naturale Fanes-Senes-Braies [4] Gli altopiani di Fanes, Senes e Fosses sono delimitati da cime rocciose, che degradano bruscamente sui versanti esterni. Le rocce di questi altipiani hanno un’età che varia dai 225 ai 190 milioni di anni. Esse iniziano con la dolomia principale, che tra l’altro è anche la roccia costitutiva dei monti che fiancheggiano la Val di Rudo e il Gruppo delle Conturines, nella parte meridionale del parco. A questa roccia seguono il calcare di Dachstein e i calcari grigi che caratterizzano fortemente il paesaggio: le chiare bancate calcaree di queste formazioni costituiscono, infatti, le cime dei gruppi della Croda Rossa, della Croda del Beco, del Sasso della Croce, del La Varela e del Col Bechei. Le formazioni calcaree possono presentarsi in bancate calcaree, ordinate come i gradini di un anfiteatro, o possono aver subito numerosi corrugamenti o piegamenti in seguito alle intense compressioni tettoniche verificatesi durante le fasi orogenetiche. Spesso gli orizzonti di strati inclinati secondo la linea di massima pendenza (chinappoggio), come ad esempio sul Sasso delle Dieci, Sasso delle Nove, Cima La Stiga o la Croda del Beco, sono franati a valle, dando luogo ad estesi macereti. Intorno al Lago di Limo così come sul versante sud del crinale di Cima Parom-Sas dai Bec (Gran Fanes) affiorano gli ammonitici rossi, calcari contenenti grossi fossili spiraliformi, le ammoniti Habitat, animali e piante Nel Parco naturale Fanes-Senes-Braies troviamo diversi ambienti e paesaggi: foreste di conifere, formazioni di arbusti contorti, mughete, ghiaioni, pareti rocciose, altopiani calcarei, torbiere, laghi, torrenti e malghe ancora utilizzate. La varietà d’ambienti si riflette in una grande varietà di specie faunistiche e floristiche. I boschi Circa un quarto della superficie del parco è ricoperto da foreste. Predominano le peccete con circa il 12 % della superficie, seguite dai larici-cembreti con il 7 % e dalle formazioni di pino silvestre con il 6 %. Le formazioni d’abete rosso sono diffuse in particolare verso la Val Pusteria, nella zona di Braies e dell’Armentara. La tradizione selvicolturale e la competitività dell’abete rosso in differenti contesti ecologici hanno ulteriormente incrementato la diffusione di quest’albero. Le peccete prediligono suoli di matrice silicea o anche carbonatica, purché acidificati. Usualmente si distingue la pecceta montana, presente sui versanti freschi fino a 1.2001.400 m, che si presenta molto folta, con scarso sottobosco e con alberi che hanno perso tutti i rami basali, da quella subalpina, presente a quote più elevate, più rada, con alberi con chioma Fig. 1 Un endemismo dolomitico: la campanula del Moretti. Foto: Maurizio Bedin Fig. 2 Il Lago di Braies – una perla tra i laghi alpini dell’Alto Adige – sovrastato dalla Croda del Becco (2810 m). Foto: Archivio Ufficio Parchi naturali 2 1 In aree con suoli poco profondi e smossi da colate detritiche crescono spesso boschi di pino silvestre. I più caratteristici esempi si trovano nella Val di Rudo e nella Val di Landro. Queste foreste, spesso piuttosto luminose, presentano nello strato erbaceo-arbustivo erica, mirtillo rosso, ginepro, pero corvino, fiori profumati come la dafne striata o appariscenti come l’amor nascosto o la rara scarpetta della madonna. Nelle foreste di pino silvestre, specie se caratterizzate dalla presenza di piante molto vecchie e marcescenti si rinviene spesso il più grande dei picchi europei, il picchio nero. Esso, caratterizzato da una colorazione completamente nera ad eccezione del vertice della testa, di colore rosso acceso e del becco di colore bianco avorio, si nutre d’insetti e larve catturate nel legno. Il picchio nero scava caratteristici nidi dal foro d’accesso ovoidale. I nidi non più utilizzati svolgono un’importantissima funzione ecologica nell’ecosistema forestale. Costituiscono, infatti, importanti luoghi di nidificazione per altre specie come ad esempio la civetta capogrosso, che si riproduce quasi esclusivamente in queste cavità, per numerosi insetti come le api selvatiche o per mammiferi come la martora, che vi trova talora rifugio. Sopra le peccete subalpine si collocano quasi sempre i laricicembreti. Essi spesso costituiscono il limite altitudinale del bosco, spingendosi fin verso i 2.000-2.200 m, come ad esempio nelle zone di Gran Fanes, Pices Fanes o Pratopiazza, per poi sfumare nella fascia degli arbusti contorti. Il pino cembro si è diffuso sulle Alpi, dal suo areale di distribuzione siberiano, durante le glaciazioni. Questa specie è ottimamente adattata alla sopravivenza in climi freddi, potendo sopportare senza problemi temperature fino a 30 gradi sotto lo zero. Nel vario sottobosco di queste formazioni si possono trovare nello strato arbustivo rododendro ferrugineo e irsuto, mirtilli, pini mughi od ontani verdi, sorbi degli uccellatori e nello strato erbaceo camedri, clematidi alpine e campanule barbate. Tra gli animali che frequentano queste foreste, tipica è la nocciolaia, piccolo corvide di colore bruno, macchiato di bianco, che si nutre prevalentemente dei semi di cembro. Essa contribuisce fortemente alla diffusione di quest’albero dal momento che nasconde, come riserva di cibo per la stagione invernale, numerosi semi nel terreno, che non sempre vengono ritrovati e che quindi spesso riescono a germinare in primavera. Limite del bosco In prossimità del limite altitudinale della foresta, verso i 2.0002.200 m di quota, le aree in cui l’uomo non è intervenuto tagliando il bosco per creare pascoli si contraddistinguono per una sfumatura graduale del bosco in una fascia di arbusti nani o contorti, che salendo di quota lascia via via spazio alle praterie alpine. La fascia degli arbusti contorti, composta da rododendro, mirtillo rosso e nero, pino mugo o su substrati maggiormente acidi e umidi ontano verde, accompagnati talora da piccoli e isolati larici o cembri, ospita spesso diverse specie animali. Tra le più caratteristiche si possono ricordare il gallo forcello, i cui maschi, di colore NP_4_FanesSenesBraies_2009.indd 1 3 nero e bianco, con una vistosa caruncola rossa sopra l’occhio, presentano una caratteristica coda a forma di lira. Altra specie che frequenta le fasce ad arbusti contorti è la lepre variabile, perfettamente adattata alla vita in ambiente alpino, grazie al mantello che muta di colore nel corso dell’anno passando dal bruno-grigio dell’estate al bianco candido invernale e alla particolare conformazione delle zampe. Sono, infatti, provviste di lunghe dita, ricoperte di peli setolosi, che si allargano notevolmente e le consentono di muoversi con estrema abilità anche sulla neve. Sulle estese mughete è possibile osservare organetti e crocieri, dal curioso becco con le punta incrociate, che si muovono da un arbusto all’altro alla ricerca di semi. In questa fascia vegetazionale, nonostante le dure condizioni climatiche, sono ancora presenti alcune specie di anfibi e rettili. Tra le specie presenti si possono citare la rana temporaria, il tritone alpino, la lucertola vivipara, la salamandra alpina e il marasso. Quest’ultimo, rappresentante dei viperidi, è il serpente più frequente nel parco. È caratterizzato da colorazione che può essere grigia o bruna con strie nere a zig-zag sul dorso o anche completamente nera. Pur essendo velenoso non risulta particolarmente pericoloso per un uomo adulto in buona salute, ma in caso di morso è indispensabile il trattamento medico. 4 Fig. 3 Lo scoiattolo è ampiamente diffuso nelle fasce forestali del parco e, pur trascorrendo la maggior parte dell’inverno in uno stato di quiescenza, è talora osservabile mentre in mezzo alla neve ricerca depositi di cibi nascosti nel precedente periodo autunnale. Foto: Maurizio Bedin Fig. 4 La scarpetta di Venere è la più grande e vistosa tra le nostre orchidee e si rinviene unicamente in foreste con substrato calcareo. Foto: Renato Sascor Fig. 5 Diversamente dall’Alpe di Senes, l’Alpe di Fanes presenta maggiore ricchezza di acque superficiali, nella foto il Rü de Fanes presso Gran Fanes. Foto: Archivio Ufficio Parchi naturali molto appuntita ed un’attaccatura bassa della ramificazione. Le peccete sono foreste solitamente ombrose, caratterizzate nel sottobosco dalla presenza di specie acidofile, come mirtillo nero, mirtillo rosso, acetosella, verga d’oro. I rami e i tronchi degli abeti rossi sono spesso ricoperti di licheni come la barba di bosco. Contrariamente alla diffusa opinione non si tratta di parassiti che danneggiano il bosco, ma di organismi simbionti, composti da un’alga ed un fungo. I licheni sono molto sensibili all’inquinamento atmosferico e la loro presenza è di regola indizio di buona qualità dell’aria. In prossimità delle radure nel sottobosco è spesso possibile osservare i caratteristici nidi piramidali della formica rossa, talora alti anche quasi un metro. In questi nidi le formiche costituiscono complesse società. Esse svolgono un importante ruolo nell’ecosistema forestale contribuendo a controllare il proliferare d’altre popolazioni d’insetti e costituendo a loro volta un’importante fonte alimentare per numerose specie animali. Le cime delle abeti si caratterizzano spesso per la presenza di rumorose bande di cince more, cince dal ciuffo, cince bigie alpestri e rampichini alpestri, che si muovono da un albero all’altro alla ricerca di semi ed insetti. Sulle cime spesso è anche osservabile lo scoiattolo, che saltando agilmente da un albero all’altro si muove alla ricerca di pigne, dei cui semi si nutre. Nelle foreste tranquille e poco disturbate del parco è possibile incontrare due rari rappresentanti dei tetraonidi, una famiglia di uccelli caratteristica delle estese formazioni di conifere dell’emisfero boreale e, in seguito alle glaciazioni, diffusasi sulle Alpi, il gallo cedrone e il francolino di monte. Il gallo cedrone necessità di foreste rade e mature, caratterizzate da abbondante sottobosco, mentre il francolino di monte, pur essendo legato alla presenza di abbondante sottobosco, si rinviene frequentemente anche in boschi piuttosto giovani e folti. 5 Le praterie alpine e la regione delle rocce Sopra la fascia degli arbusti contorti, sugli estesi altopiani calcarei del parco si estendono le praterie alpine, intervallate da ghiaioni detritici e creste rocciose. Questo ampio paesaggio, che in presenza di estesi massi erratici di natura calcarea assume un aspetto quasi lunare, si rivela ricco sia di suggestioni che dal punto di vista naturalistico. Particolari rappresentanti di questo habitat sono la stella alpina, le diverse genziane, nigritelle, gli eliantemi alpestri, la silene acuale e diverse sassifraghe. Animale caratteristico di questi ambienti è la marmotta ampiamente diffusa sugli altopiani di Fanes, Senes e Pratopiazza. Essa vive in gruppi familiari e scava profonde tane ove si rifugia in caso di pericolo. Le tane vengono anche utilizzate per il periodo di letargo invernale, che dura da fine settembre a maggio. Le aree rocciose, così come i ghiaioni e macereti caratterizzano ampie porzioni del parco naturale. Qui, come in ogni ambiente caratterizzato da estreme condizioni ambientali, ovvero povertà del suolo, scarsità idrica, forte insolazione, esposizione al vento e forti escursioni termiche, riescono a sopravvivere solamente organismi molto specializzati. Sui ghiaioni possiamo così incontrare l’erba storna rotondifoglia, che, grazie al suo profondo e ramificato apparato radicale, riesce a colonizzare anche i ghiaioni più instabili, il papavero pirenaico dal colore giallo intenso, la linaria alpina, il rododendro nano, la potentilla persicina e sulle rocce 6 Fig. 6 L’aquila reale, ben diffusa nel parco, si pone ai vertici della catena alimentare. Questo rapace si nutre in estate prevalentemente di marmotte, mentre in inverno prevalgono ungulati rinvenuti morti o occasionalmente la volpe. Foto: Maurizio Bedin/ Walter Nicolussi Fig. 7 Il Parlamento delle marmotte, sull’Alpe di Fanes Piccola, testimonia la particolarità di paesaggi, ricchezza geologica e geomorfologica che caratterizza l’intero territorio del parco naturale. Foto: Archivio Ufficio Parchi naturali 7 il raponzolo di roccia, i cui fiori ricordano, come indica il nome tedesco „Teufelskralle“ (artiglio del diavolo) la forma di un artiglio. Tra gli animali più rappresentativi degli ambienti rocciosi si può ricordare il picchio muraiolo, caratterizzato da becco lungo e arcuato, volo sfarfallante, dall’abitudine di arrampicarsi sulle rocce alla ricerca d’insetti e che grazie al colore delle ali nero, bianco e rosso, sembra quasi un colibrí delle alte quote. Altrettanto legato agli ambienti rocciosi è il camoscio. A parte la stagione degli amori, all’inizio dell’inverno, i maschi vivono per lo più soli o in piccoli gruppi. I branchi, che si possono osservare in estate sulle pendici erbose, sono costituiti da femmine e piccoli. Uomo e natura Anche se il Parco Naturale Fanes-Senes-Braies presenta aspetti di grande naturalità e grandiosità di paesaggi, vi sono numerosi ambiti in cui è percepibile l’opera dell’uomo. Gli alpeggi o i prati da sfalcio sono stati ampliati nel corso dei secoli a scapito del bosco, per garantire sufficiente nutrimento al bestiame. Essi, se gestiti come per fortuna è il caso della maggior parte delle aree del parco in maniera non troppo intensiva, presentano una notevole valenza paesaggistica e ricchezza specifica. Il fascino dei prati è talora accresciuto dalla presenza dei tradizionali fienili in legno. Tra i prati da sfalcio più belli del parco naturale un posto di primo piano spetta sicuramente ai prati dell’Armentara, siti ai piedi del Sasso della Croce, in Val Badia, ad una quota compresa tra i 1.700 e i 2.000 m e contraddistinti da una notevole varietà e ricchezza floristica. Altrettanto affascinanti sono gli alpeggi posti sugli altopiani calcarei, dove, come da tradizione secolare, ancora oggi viene portato nei mesi estivi il bestiame al pascolo. A Fanes, Senes, Fodara Vedla e Fojedöra si trovano piccoli villaggi alpestri, costituiti da stalle in pietra calcarea e legname e in qualche caso dalle vecchie abitazioni dei pastori. Questi complessi insediativi, anche se hanno ormai in parte perso la loro originaria funzione, conservano ancora un certo fascino. Sono probabilmente questi, infatti, i luoghi in cui, nelle lunghe notti estive trascorse davanti al focolare, sono nate tra i pastori e si sono tramandate da padre in figlio le antiche leggende ladine, che narrano di regni ormai scomparsi e che tanto hanno caratterizzato la storia e la cultura di queste vallate. 26.06.2009 12:46:51 Uhr Parco naturale Fanes-Senes-Braies (4) MARMOLADA 3343 Superficie: 25.680 ettari, istituito nel 1980 GRUPPO DEL CIVETTA 3320 M. PELMO 3168 PUNTA NERA 2847 GRUPPO DEL SORAPISS 3205 7 Brunico Merano 4 VA L P.sso di Valparola 2192 20 CORTINA D’AMPEZZO M. CRISTALLO 3221 1 20b ND SS AV E N NA S ZE de nsw Via d eg el Pa c la CI TABURLO 11 7-12 Lech de Limo Üćia Fanes 3 3 AT AL A AR VA LL 37 RAUHE GAISL CRODA SCABRA VA 3 Rossalm 1 23-24 SEEKOFEL CRODA DEL BECCO SAS DLA PORTA 2810 lo 1 SEITENB 1 ee lds s Wi ie er ra gs di B Pra ago L HERRSTEIN SASSO DEL SIGNORE DAUM KOFEL 2259 19 20 P 28 ++ H 25 RÜ LÄR NW AL D TA + ++ CHE N TA L L VA L D I F O R E S TA 61 HOCHALMSPITZ C.MA DEI COLLI ALTI 61 S 27 T E 27 T A 19 3 ST. VIGIL S. VIGILIO AL PLAN 19 3 8 PICOLIN 8 12 DREIFINGERSPITZE PUNTA TRE DITA I TRËI DËIC 2479 PIZ DA PERES 2507 3 32 3 20 LANZW ZWISCHENWASSER LONGEGA 32 6 1 20 20 35 2a 6b BAD BERGFALL BAGNI PERVALLE B RU NS T PRAGSER BERG MONTE DI BRAIES 1 L 3 IE S E ST. VEIT S. VITO 1 AUSSERPRAGS BRAIES DI FUORI R 32 FLATSCHKOFEL COL VALLACCIA COL VALACIA MAURERKOPF M. MURO 2569 NATURPARKHAUS CENTRO VISITE CASA DL PARCH NATURAL FO J E D Ö R A Lè de Fojedöra 6 13-15 24 19 6 1 SCHMIEDEN FERRARA 15 U Hochalmhütte Ücia de Fojedöra 25 IA Rienz P IC I VA L DE I L AR 19 + 16 NEUTOBLACH DOBBIACO NUOVO 1240 AS TL IN S VA L DE CI 25 3a 16 P 3a Furkelpaß Passo di Furcia KRONPLATZ PLAN DE CORONES P 57 6a WALDE 27 Gratsch 1 TOBLACH DOBBIACO 1240 AC L TA 1 BAD ALTPRAGS BAGNI BRAIES VECCHIA 3 I ST. MARTIN IN THURN S. MARTINO IN BADIA SAN MARTIN DE TOR 23 G 1 58 3 NATURPARKHAUS CENTRO VISITE D Lè dla Crëda iti Grünwaldalm 28 3 13-15 8 15 15 16 d’A l Pl m 58 CH VA L L E D I B R A I E S V E C 16 P PEDEROA 23 Do CÔL A Vi a 28 L R TA 14 Rü 1 GSE LUNG KOFEL MONTE LUNGO SC an GROSSER ROSSKOFEL CAMPO CAVALLO PRA SARLKOFEL M. SERLA 2380 ER 24 Al ta 37 WENGEN LA VALLE LA VAL 24 28 RA 15a SPËSCIA ch SE SCHWALBENKOFEL M. DELLE RONDINI A LT 3 Dolo LD ET AM 23 nh mite FORNACIA 15b 1 37 14 weg öhen 29 14 VA ARCIARA 15 O 1 6 15a 15 a rb 30 AC A MUNTEJELA DE SENES 24 P R A D’AR M E N TAR A de A VA L L E D E L L M U NT D E S E NE S 15a 15a 13 LD IR UD 16 A 16 13-15 VA M AR 16 ES L Üćia Munt de Senes AR T EN 7 Heiligkreuz 7 Osp. di S. Croce La Crusc Ga LL i mit K A S E R B A C H TA L P Sarlriedl P.so Serla NATURLEHRPFAD SENTIERO NATURA N S CH D’ 13 7 B A O 4 3 28 R A U TA SAS DE TAMERSC 6 28 ST 18 SARLKOPF P.TA DI SERLA 2314 14 FA 13 Üćia Senes A 26 4 DI olo 14 rsee o Toblache Dobbiac Lago di AT L D Via 33 HÖ HL E N S T E I N TA L LS AL Seekofelhütte, Egererhütte Rif. Biella alla Croda del Becco ROTE WAND REMEDA ROSSA 2605 3 Brückele Ponticello I G E VA L L E T T I N A BO 7 7 26 18 a Alt VA L D I L A N D R O 3 3 MILITÄRFRIEDHOF CIM. MILIT. MONTE PIANA F LO D E OD CE U V A L P KLEINE GAISL PICCOLA CRODA ROSSA O LC HI Stollaalm Berggasthaus Plätzwiese Alb. Pratopiazza Do lom ite nh öh en 40 we g DÜRRENSTEIN PICCO DI VALLANDRO 2939 33 D SASS E Pederú VA Hotel Höhe Gaisl Hotel Croda Rossa AL L P ST LT 7-9 26 37 L HE VA 13 9 9 18 Dürrensteinhütte Rif. Vallandro PLÄTZWIESEN PRATO PIAZZA K R E U Z KO F E LG R U P P CRO CR PEDRACES L 34 1 A ELL A 13 A S 37 CE Ju de Sant Antone S DL AS SC T I CANOPI VA L D E DI E 13 1 O NEUNER SASSO DELLE NOVE SAS DALES NÙ ST. LEONHARD S. LEONARDO SAN LINERT 1371 7 R AL VA L 34 CI 7 13 Üćia Fodara Vedla CR LagDurr o d ens i La ee nd ro S L PE 6 GUMPAL SPITZEN CIME CAMPALE PO ST TA 37 P 7 15 Üćia La Varela Lech Piciodel 6 12 CIAVAL ZEHNERSPITZE SASSO DELLE DIECI SAS DALES DIESC 7 12 10-11 GR AN FANE S S 7 12 STERN LA VILLA LA ILA 1 CIADIS 18 B A D I A 12 12 12 7 HÖHE GAISL CRODA ROSSA 3146 A Lech Parom 17 A 10 DE F ANE T LÄRCHENSTEIG SENTIERO DEI LARICI TRÚ DI LERSC 12 1 R PIZES DE FU Üćia de 17 Gran Fanes VA L AM VA L C E Cap. Alpina 1 L G A D E SCHLUDERBACH CARBONIN KNAPPENFU SE PIZ D’LAVARELA 3055 PIZ PAROM 6 3 11 aP TR AL 10 10 A Schwarzsee Lago Nero A ST. KASSIAN S. CASSIANO SAN CIASCIAN 1537 11 dl COL ROSA FO BA ND AUFKIRCHEN S. MARIA RATSBERG MONTE ROTA 2a NIEDERDORF VILLABASSA 1157 Rien za 2 2a V WELSBERG MONGUELFO Dobbiaco: 3.280 abitanti, superficie 12.633 ettari, di cui 2.880 ettari nel parco Associazione turistica: tel. +39 0474 972132, www.dobbiaco.info Braies: 632 abitanti, superficie 8.926 ettari, di cui 6.920 ettari nel parco Associazione turistica: tel. +39 0474 748660, www.valledibraies.info Valdaora: 2.831 abitanti, superficie 4.895 ettari, di cui 1.570 ettari nel parco Associazione turistica: tel. +39 0474 496277, www.valdaora.info Badia: 3.080 abitanti, superficie 8.294 ettari, di cui 1.980 ettari nel parco Associazione turistica: tel. +39 0474 847037, www.altabadia.org Marebbe: 2.706 abitanti, superficie 16.134 ettari, di cui 10.950 ettari nel parco Associazione turistica: tel. +39 0474 501037, www.sanvigilio.com La Valle: 1.231 abitanti, superficie 3.903 ettari, di cui 1.380 ettari nel parco Associazione turistica: tel. +39 0471 843072, www.dolomitisuperski.com A L P 57 U 35 S T E R I A 20 Rie nz Centro visite Fanes-Senes-Braies Archivio Ufficio Parchi naturali Archivio Ufficio Parchi naturali Fr i 10 I comuni del parco naturale NP_4_FanesSenesBraies_2009.indd 2 20 L NA SC IA N PIZ DLES CONTURINES e N V LA Altissimi, quasi insormontabili muraglioni di roccia, svettanti sopra fitti boschi, delimitano il territorio del Parco naturale FanesSenes-Braies, racchiuso tra la Val Badia a ovest, la Val di Braies a nord, la Valle di Landro a est e la Val Travenanzes a sud. Dietro ai monti che tracciano i confini naturali del parco si estende un regno incantato: i vasti altipiani di Fanes, Senes, Fosses e Pratopiazza; non c’è da stupirsi se ad esso si ispira un intero ciclo di leggende ladine, che narra di regni scomparsi e di paradisi pietrificati. Le due diramazioni della Valle di Braies, San Cassiano in Badia e soprattutto la Val di Rudo, dietro a San Vigilio di Marebbe, conducono attraverso gole profonde in questo regno naturale. I visitatori entrano nel mondo dei “Monti pallidi”, come vengono chiamati le Dolomiti. Brulli altipiani carsici, scintillanti laghi alpini incastonati in conche doliniche, pallidi torrioni modellati nelle forme più disparate, giganteschi macigni e, in mezzo, inverosimilmente, il colorato mondo dei fiori. A sud-ovest del parco, ai piedi del Sasso della Croce, di La Varela, Les Conturines e Lagazuoi si trovano le località del comune di Badia: Pedraces, San Leonardo, La Villa e San Cassiano. Da San Leonardo parte una seggiovia che, passando sopra prati alpini e boschi, arriva quasi fino ai piedi del Sasso della Croce. Ai piedi di un’imponente serie di pareti si trova il modesto santuario di Santa Croce – simbolo dell’impotenza dell’uomo di fronte alle forze e ai pericoli della natura. Il Lago di Braies, annidato in una romantica conca tra le rocce, è considerato il più suggestivo lago delle Dolomiti. Come il Lago di Dobbiaco ha origine da enormi frane. Dal parcheggio di Ponticello nella Valle di Braies Vecchia una strada (con autobus di linea) si dirama per Pratopiazza: un paradiso floreale racchiuso tra le pallide scogliere di Dolomia del Picco di Vallandro e della Croda Rossa. EO SA N C IA P 17 s c VA PE I parchi naturali dell’Alto Adige Il parco naturale in breve POMAGAGNON 2435 e LP O IM G E MÄ R K C I MA BA N C H E I parchi naturali sono particolarmente importanti per la conservazione della natura e del paesaggio, la formazione e la ricerca nonché per l’esperienza di un contatto diretto con la natura. Il concetto si basa su poche e chiare direttive: 1. I parchi naturali dell’Alto Adige proteggono e mantengono la varietà del mondo alpino con i suoi habitat, piante e animali. 2. Tramite informazione, educazione ambientale e un’offerta specifica di esperienze da vivere direttamente nella natura si stimola nei visitatori una nuova comprensione per la natura e un comportamento responsabile. 3. I parchi naturali comprendono l’alta montagna, malghe e boschi; non fanno parte dell’area gli insediamenti permanenti. 4. Vengono mantenute la selvicoltura e l’agricoltura alpestre esercitate secondo i principi della sostenibilità. 5. Non è consentita alcuna attività edilizia (ad eccezione delle strutture per le attività agro-forestali), la costruzione di linee aeree, miniere, cave di ghiaia nonché l’utilizzo delle acque per scopi idroelettrici o industriali. LP AD A VA VA Scotonihütte Rif. Scotoni 17 VA L D E 20a 20 T O F A N E VECIO DEL FORAME VALL E D’AM P EZZO Parco naturale Sciliar-Catinaccio Parco naturale Gruppo di Tessa Parco naturale Puez-Odle Parco naturale Fanes-Senes-Braies Parco naturale Monte Corno Parco naturale Dolomiti di Sesto Parco naturale Vedrette di Ries-Aurina Parco Nazionale dello Stelvio MUNT DE LAGACIÒ L E 5 1 2 3 4 5 6 7 N P.sso Falzarego Z ZO Tr u Bolzano MPE 6 3 N LE D ’A e Silandro Bressanone ++ 2 a San Vigilio di Marebbe Orario di apertura: da inizio maggio fino a fine ottobre e da fine dicembre fino a fine marzo, da martedì a sabato dalle ore 9.30 sino alle 12.30 e dalle ore 16.00 sino alle 19.00; in luglio e agosto aperto anche la domenica. Ingresso libero! Tel. +39 0474 506120 [email protected] www.provincia.bz.it/parchi.naturali Olanger Stausee Legenda Confine del Parco Centro visite Strada di accesso Sentiero segnato Acque Sentiero difficile Area di parcheggio Via ferrata Chiusura della strada Impianti di risalita Rifugio Passo / forcella Posto di Ristoro Confine provinciale Segnale di soccorso alpino • Entro un minuto emettere 6 segnali acustici o ottici (a intervalli regolari di 10 secondi) • Pausa di 1 minuto • Ripetizione del segnale (fino alla risposta) • Risposta: 3 segnali entro 1 minuto Recapito telefonico per incidenti in montagna Centrale di emergenza sanitaria 118 Regolamento del parco • Niente motori, per l’accesso utilizzare possibilmente i mezzi di trasporto pubblici. • Rimanere sui sentieri. • Evitare rumori. • Non gettare via nulla, non prendere nulla con se (funghi, piante, minerali). • Tende? Campeggio? No, rispettare le attrezzature del parco. • Attenzione fuoco! Niente fuochi all’aperto, niente grigliate. Sigarette? • Non andare di fretta, ma vivere. 26.06.2009 12:47:00 Uhr