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MARZO 2015 NOTIZIARIO DELLA SEZIONE SILCEA DI UNISIN Via Cristoforo Colombo. 181 Roma - www.silcea.org - Tel.: 06 51 26 765 -06 51 60 58 28 Fax. 06 51 40 464 e-mail: [email protected] 2° CONGRESSO NAZIONALE UNITA’ SINDACALE FALCRI SILCEA Riccione (RN) 15 e 16 APRILE 2015 Ai sensi di quanto disposto dal vigente Statuto Nazionale (art. 6), è convocato il 2° CONGRESSO NAZIONALE di UNITA’ SINDACALE FALCRI SILCEA, alle ore 15.30 di mercoledì 15 APRILE 2015 con il seguente ordine del giorno: 1) APERTURA DEI LAVORI; 2) RELAZIONE DELLA SEGRETERIA NAZIONALE; 3) SALUTO OSPITI; 4) DIBATTITO; 5) ADEMPIMENTI AI SENSI ART. 6.6 STATUTO; 6) PROPOSTE DI MODIFICA STATUTARIA. ILLUSTRAZIONE, DIBATTITO E VOTAZIONI; 7) CONCLUSIONI. Il Congresso Nazionale di UNISIN terminerà alle ore 13.30 di giovedì 16 aprile e si svolgerà presso il PALAZZO DEL TURISMO DI RICCIONE Piazzale Ceccarini, 11 – 47838 Riccione. LA SEGRETERIA NAZIONALE A CURA DEGLI UFFICI DELLA SEZIONE SILCEA Pagina1 NOTIZIE SILCEA PER L’ 8 MARZO In questo numero di marzo vogliamo celebrare la festa della Donna, con uno sguardo retrospettivo alla festa dell’Amore, appena trascorsa, grazie ai magici versi di Rabindranath TAGORE, il più grande poeta indiano moderno (1861-1941), Nobel nel 1913. DONNA Donna, non sei soltanto l’opera di Dio, ma anche degli uomini, che sempre ti fanno bella con i loro cuori. I poeti ti tessono una rete con fili di dorate fantasie; i pittori danno alla tua forma sempre nuova immortalità. Il mare dona le sue perle, le miniere il loro oro, i giardini d’estate i loro fiori per adornarti, per coprirti, per renderti sempre più preziosa. CASSAZIONE: TELECAMERE PER CONTROLLARE I DIPENDENTI? LEGITTIME SE INSTALLATE PER DIFENDERE IL PATRIMONIO AZIENDALE. IN ALLEGATO I PRECEDENTI GIURISPRUDENZIALI CITATI DALLA CORTE La Cassazione, con la recente sentenza 16-22 gennaio 2015, n. 2890 (vedi: Appropriazione indebita: legittime le telecamere nascoste per “beccare” i prelievi della cassiera - con allegato il testo della sentenza), è tornata ad esprimersi circa la legittimità dell’uso delle telecamere da parte del datore di lavoro per il controllo dei propri dipendenti. Nel caso in esame la cassiera di un supermercato è ricorsa per Cassazione, per il tramite del suo difensore di fiducia, avverso la sentenza della Corte d’Appello di Ancona che, riformando parzialmente la sentenza del giudice di primo grado, riqualificava in appropriazione indebita aggravata il reato di furto per cui era stata condannata dal Tribunale di Ancona. La prova della condotta criminosa imputata alla cassiera è stata fornita dal proprietario del supermercato che, attraverso le riprese video di telecamere fatte installare all’interno del negozio a seguito del rilievo di alcuni ammanchi, è riuscito Il desiderio del cuore degli uomini ha steso la sua gloria sulla tua giovinezza. Per metà sei donna, e per metà sei sogno. Non andartene, amore, senza avvertirmi. Ho vegliato tutta la notte, e ora i miei occhi sono pesanti di sonno. Ho paura di perderti mentre dormo. Non andartene, amore, senza avvertirmi. Mi sveglio e stendo la mano per toccarti. Ti sento e mi domando :”E’ forse un sogno?” Oh, se potessi stringere i tuoi piedi con il mio cuore e tenerli stretti al mio petto! Non andartene, amore, senza avvertirmi. E’ L’AMORE Tutto il cielo tu sei, sei il mio nido. Nel nido v’è il tuo amore che l’anima incatena coi suoni, coi profumi, coi colori. Il mattino vi viene con il suo cesto d’oro e reca nella destra la ghirlanda della bellezza, a incoronare il mondo. E la sera vi viene per pratora deserte d’animali, e reca nella destra l’urna d’oro della pace, onde il mondo abbeverare. Ma qui, dove si stende l’infinito, v’è solo luce candida, splendore, dove l’anima s’apre come un’ala. Qui la notte ed il giorno più non sono, nessuna voce suona. Ed è l’Amore. a riprendere chiaramente la dipendente mentre prelevava indebitamente delle somme dalla cassa. La dipendente ha sollevato un unico motivo di gravame nel suo ricorso davanti alla S.C., adducendo l’inutilizzabilità delle riprese video effettuate per violazione degli artt. 4 e 38 dello Statuto dei diritti dei lavoratori. In particolare la ricorrente ha sostenuto che le registrazioni effettuate violassero il divieto imposto ai datori di lavoro di sorvegliare i propri dipendenti a distanza. La S.C., al riguardo, ha confermato i propri precedenti indirizzi in materia (Cass., Sez. 5, Sentenza n. 20722 del 18/03/2010 e Sentenza n. 34842 del 12/07/2011) ovvero ribadendo l’utilizzabilità nel processo penale delle videoriprese effettuate con telecamere installate sui luoghi di lavoro per accertare comportamenti delittuosi. Ciò in quanto le norme dello Statuto dei lavoratori, poste a presidio della loro riservatezza, non prevedono alcun divieto dei cd. controlli difensivi del patrimonio aziendale e non giustificano pertanto l’esistenza di un divieto probatorio. Secondo il giudice di legittimità, dunque, dai fatti emerge chiaramente che le videoriprese sono state finalizzate non al controllo dei lavoratori a distanza A CURA DEGLI UFFICI DELLA SEZIONE SILCEA Pagina2 (pratica vietata dallo Statuto dei lavoratori) bensì alla difesa del patrimonio aziendale attraverso la documentazione di attività potenzialmente criminose. Per i motivi di cui sopra la S.C. ha dunque rigettato il ricorso sostenendo che i video utilizzati nel procedimento penale in questione non possono essere considerati illegittimi o illegali, ex art. 191 c.p.p., ma devono essere inquadrati quali prove documentali legittimamente acquisibili ex art. 234 c.p.p. Daniele Profili – [email protected] Ecco i precedenti citati dalla corte: Cassazione penale, sentenza n. 20722 del 18/03/2010 Le prove di reato acquisite, nei confronti di un dipendente, mediante videoriprese effettuate con telecamere installate sul luogo di lavoro sono utilizzabili nel procedimento penale, non rientrandosi nella fattispecie del "controllo a distanza" dell'attività dei lavoratori, vietato, in assenza di autorizzazione sindacale o amministrativa, dagli art. 4 e 38 st. lav., bensì in quella dei controlli c.d. difensivi, legittimi in quanto finalizzati alla tutela del patrimonio aziendale da condotte illecite esulanti dallo svolgimento di attività lavorativa. Cassazione penale, sentenza n. 34842 del 12/07/2011 Sono utilizzabili nel processo penale, ancorché imputato sia il lavoratore subordinato, i risultati delle videoriprese effettuate con telecamere installate all'interno dei luoghi di lavoro ad opera del datore di lavoro per esercitare un controllo a beneficio del patrimonio aziendale messo a rischio da possibili comportamenti infedeli dei lavoratori, in quanto le norme dello statuto dei lavoratori poste a presidio della loro riservatezza non fanno divieto dei c.d. controlli difensivi del patrimonio aziendale e non giustificano pertanto l'esistenza di un divieto probatorio. Vedi inoltre per altre fattispecie sempre in materia di videosorveglianza dei lavoratori: Cassazione penale, sentenza 22611 del 17 aprile 2012 Non integra il reato previsto dall'art. 4 dello Statuto dei lavoratori (legge 20 maggio 1970, n. 300) l'installazione di un sistema di videosorveglianza potenzialmente in grado di controllare a distanza l'attività dei lavoratori, la cui attivazione, anche in mancanza di accordo con le rappresentanze sindacali aziendali, sia stata preventivamente autorizzata per iscritto da tutti i dipendenti. Cassazione civile, sentenza n. 2117 del 28/01/2011 Non costituisce violazione del divieto di videosorveglianza collocare telecamere, per finalità difensive, in un ufficio che non fa parte della struttura organizzativa della società per cui lavora chi contesta tale violazione, anche se ha accesso allo stesso per lo svolgimento di un appalto di servizi (nella fattispecie è stata confermata la legittimità di alcuni vigilantes che, durante l'orario di lavoro, si erano introdotti nei locali di una ditta per cui prestavano servizio di sorveglianza, senza autorizzazione e senza motivi d'urgenza. Fonte: Cassazione: telecamere per controllare i dipendenti? Legittime se installate per difendere il patrimonio aziendale. In allegato i precedenti giurisprudenziali citati dalla Corte (www.StudioCataldi.it) E' di pochi giorni fa la notizia secondo cui, per la Cassazione (sent. n. 5633/2015), dare dell'incompetente l’amministratore nel corso di un’assemblea condominiale può rappresentare un legittimo esercizio del diritto di critica e per questo può non costituire reato (v. Cassazione: non è reato dare dell'incompetente all'amministratore di condominio) A quanto pare il contesto in cui sono pronunciate determinate parole diventa determinante per stabilire se si è commesso o meno un reato. Già lo scorso mese di novembre la Cassazione aveva escluso la sussistenza del reato nel fatto di aver dato dell'esaurita alla dirimpettaia (v: Cassazione: Non bastano le parole per fare un ingiuria. Assolto uomo che ha dato dell'esaurita alla vicina). Secondo la Corte infatti (sentenza 11 novembre 2014, n. 46488 ) non può configurarsi il reato di ingiuria nel semplice fatto che sono state proferite le parole "sta esaurita" nel corso di un'accesa discussione. E ancora Secondo la Corte di Cassazione (sentenza n. 7594 del 18.02.2014) si può dare del "fuori di testa all'avvocato": chi pronuncia questa espressione non risponde del reato di ingiuria perché, nonostante la frase sia rozza ed inelegante, se pronunciata in un contesto di scambio di opinioni, non lede l'onore e il decoro del destinatario (v. Non commette reato di ingiuria chi apostrofa un avvocato dandogli del ' fuori di testa') È sempre la corte infine a precisare che non tutte le espressioni in educate si traducono in un'ingiuria. Lo scorso mese di settembre la quinta sezione penale della Corte (sentenza n. 51093/2014) aveva escluso infatti la configurabilità del reato nella condotta di chi rivolgendosi a un collega durante una discussione animata in ambito lavorativo aveva detto "Lei stia zitto… La smetta di rompere i c...". in quel caso secondo la cassazione pur in presenza di espressioni verbali scorrette e ineducate non si può dire che le stesse si traducano in un oggettivo giudizio di disvalore sulle qualità personali della persona offesa. Tornando alla sentenza 5633/2015 la Cassazione penale ha escluso la configurabilità del reato di cui all'articolo 594 del codice penale nell'aver dato dell'incompetente all'amministratrice di un condominio durante una discussione condominiale. L'imputata aveva in sostanza criticato l'operato del professionista in merito alla mancata giustificazione di spese nel rendiconto consuntivo e all’esecuzione di lavori nell’edificio. Tali ragioni, per la S.C., escludono, infatti, il contenuto offensivo dell’espressione e rendono ravvisabile la scriminante del legittimo diritto di critica nei confronti del professionista, giacchè utilizzate nel contesto della discussione condominiale e non dirette alla persona dell’amministratore ma soltanto agli atti dallo stesso compiuti nel compimento del proprio incarico. Né può valere a far cambiare idea ai giudici della S.C., che hanno annullato la sentenza perché il fatto non costituisce reato, la circostanza lamentata dalla ricorrente del biglietto con cui l’imputata le aveva dato della “mentecatta” affiggendolo alla bacheca condominiale, poiché estraneo ai fatti specificamente contestati esauritisi nell’ambito della discussione nell’assemblea del condominio. Tratto da: Cassazione, quando l'insulto non è reato. Anche il contesto può escludere l'ingiuria Fonte: www.studiocataldi.it CASSAZIONE, QUANDO L'INSULTO NON È REATO. ANCHE IL CONTESTO PUÒ ESCLUDERE L'INGIURIA 0 6/02/2015 RIFORMA CATASTO: COSÌ CAMBIANO LE RENDITE DEGLI IMMOBILI L'AGENZIA POTRÀ INVIARE QUESTIONARI VIA INTERNET: VALORI RIDOTTI DEL 20% Francesca Nicci La riforma del catasto è pronta. Le anticipazioni del decreto sui criteri di stima prevedono la ricostruzione a tavolino della superficie delle unità senza planimetria. Una mossa questa che chiama in causa anche l'Agenzia delle Entrate che potrà inviare questionari via internet per individuare la stima. La riforma del catasto ha diverse novità. Per gli immobili a destinazione ordinaria il valore patrimoniale e la rendita saranno determinanti utilizzando funzioni statistiche che partiranno dai dati medi di mercato per quella tipologia di immobile e li "correggeranno" tenendo conto delle caratteristiche relative alla posizione e alla struttura delle unità immobiliari. Per i magazzini, ad esempio saranno considerati la posizione commerciale, il tipo di locale (chiuso o aperto) e l'accessibilità carrabile. Per quanto riguarda invece il gruppo "s" vedranno la propria rendita e il valore patrimoniale ricostruito mediante un procedimento di stima diretta. In pratica, sarà un tecnico a fare una valutazione caso per caso. Il criterio terrà conto dei valori di mercato, ma si userà il criterio del costo o il criterio reddituale. Infine anche nel nuovo catasto saranno inventariati i fabbricati privi di rendita e di valore patrimoniale per le loro caratteristiche, come già avviene oggi con le unità del gruppo F. Finiranno nel nuovo gruppo "I" gli immobili ancora in corso di costruzione o di definizione, le costruzioni degradate non più utilizzabili, i beni comuni a più unità immobiliari che non siano utilizzabili a fini di reddito e i lastrici solari. 6 febbraio 2015 CASSA DEPOSITI, DUBBI DI CORTE DEI CONTI: “BANCA O LONGA MANUS DEL GOVERNO?” I magistrati contabili, nella delibera che analizza i risultati 2013, rilevano che l'ente che gestisce il risparmio postale degli italiani è "allo stesso tempo soggetto alla vigilanza dello Stato e attore di molte delle sue operazioni finanziarie". Occorre quindi chiarire se sia "un'entità del mondo bancario o un organismo pubblico" Fiorina Capozzi La Cassa Depositi e Prestiti è sempre più government agency. Agisce cioè come vero e proprio braccio finanziario dell’esecutivo a sostegno dell’economia. Proprio per questo, mentre si delinea il salvataggio dell’Ilva con la Cdp in prima linea, la Corte dei Conti chiede di “chiarire i regimi applicabili e le relative responsabilità” del gruppo presieduto da Franco Bassanini. Nella delibera A CURA DEGLI UFFICI DELLA SEZIONE SILCEA Pagina3 che analizza i risultati 2013, i magistrati evidenziano infatti che il gruppo non è più solo collettore del risparmio postale e finanziatore degli enti locali. Ma è ormai “un soggetto che oggi spazia dal pubblico al privato, essendo allo stesso tempo soggetto alla vigilanza dello Stato e longa manus di molte delle sue operazioni finanziarie”. Questo punto, secondo la Corte, “non può che suscitare qualche interrogativo” sulla struttura della società che è controllata dal Tesoro (80%) e dalle fondazioni bancarie (18,4%). In pratica la Corte si domanda se Cdp, che “senza far parte del bilancio pubblico (e quindi libera dai vincoli degli accordi europei) può svolgere un ampio ventaglio di mission al servizio del pubblico interesse”, sia un’entità del mondo bancario o un organismo pubblico. Il tema, che si aggiunge al dibattito sul conflitto d’interesse delle banche socie, non è solo squisitamente giuridico, ma ha un risvolto concreto per le tasche degli italiani: la Cassa Depositi e Prestiti custodisce infatti 242 miliardi di risparmi postali che investe in vario modo a patto di ricavarne “adeguate prospettive di redditività”. Redditività che però nel 2013 ha segnato un deciso rallentamento. A fronte di un incremento del 4% della raccolta postale, la Cassa ha infatti registrato una flessione dell’utile netto del 17,66% a 2,34 miliardi. Il dato, come spiega la Corte, è figlio della flessione del margine di interesse (-27,9%) che è stato solo in parte compensato dall’incremento dei dividendi e utili delle partecipate (+21% a più di due miliardi). Proprio le controllate inoltre hanno richiesto nel 2013 nuovi sforzi alla Cdp: “Il riassetto delle partecipazioni azionarie (…) – spiega la Corte – ha determinato la concentrazione nella Cassa di altre società pubbliche impegnate sul fronte del sostegno industriale”, ma ha anche determinato un “ incremento dei costi di struttura, comprendenti sia le spese per il personale che quelle amministrative”. Nel dettaglio le spese per il personale della Cdp, composto da 563 unità di cui poco meno della metà sono quadri direttivi, sono infatti lievitate nel 2013 del 15% a 62 milioni nel 2013, mentre quelle consolidate hanno segnato un boom del 343% a 1,17 milioni per via proprio dell’espansione del perimetro operativo. Alla luce della delibera della Corte dei Conti e dell’evoluzione registrata dal bilancio 2013, non resta che chiedersi quali possano essere i futuri sviluppi dei conti della Cdp in virtù della “nuova mission industriale”. A guardare i numeri dello scorso anno, si direbbe che il cambiamento “strategico” della Cdp non sia indolore: nel 2014 gli utili netti si sono ridotti a 2,1 miliardi mentre il margine di interesse si è più che dimezzato attestandosi a 1,2 miliardi. Segno insomma che già oggi la capacità di produrre reddito della Cdp si è assottigliata. E non certo per via di cospicue cedole staccate ai risparmiatori postali. 14 febbraio 2015 BANCARI, RIPARTE LA TRATTATIVA Cristina Casadei Il 20 febbraio, a Roma, Abi incontrerà i sindacati per riprendere le trattative sul rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro di 309mila bancari. La decisione è arrivata alla fine del Comitato per gli affari sindacali e del lavoro del 10 febbraio. L’incontro avverrà subito dopo l’esecutivo del 18 febbraio: un momento in cui si NOTE INFORMATIVE TESSERE AMICA CARD A seguito di numerose richieste di chiarimento e di nuova emissione delle tessere, riteniamo utile richiamare la Vostra attenzione su alcuni aspetti riguardanti il rilascio delle Amica Card. L’invio delle tessere viene effettuato periodicamente (ogni tre/quattro mesi) a cura della Segreteria Nazionale sulla base dei dati ricavati dalla procedura di gestione dei contributi (GQSNet). Vi ricordiamo che, ad oggi, è stata effettuata una sola spedizione: iscritti attivi presenti in GQSNet al 30 Settembre 2014; Attualmente, è in corso di stampa e di spedizione il secondo ed ultimo invio per l’anno 2014, contenente i nuovi iscritti presenti in GQSNet nel periodo Ottobre/Dicembre. A CURA DEL COMITATO TECNICO SILCEA perfezionerà la linea anche alla luce delle ultime evoluzioni che hanno interessato il settore. Di nuovo c’è che i tavoli non saranno più due, con sollievo di qualcuno che ha sempre considerato una inutile dispersione di energie i doppi incontri. La convocazione partita da Palazzo Altieri è unica: Fabi, Fiba, Fisac, Uilca, Dircredito, Sinfub, Ugl credito siederanno al tavolo insieme all’Unisin con cui hanno convocato e organizzato lo sciopero del 30 gennaio a cui ha aderito oltre il 90% dei bancari e che ha costretto le banche a chiudere il 95% degli sportelli. Finisce così la storia dei due tavoli che ha caratterizzato gli ultimi anni dei negoziati in Abi. Buon segno, vorrà dire che le energie saranno tutte concentrate in un unico negoziato con tutti i sindacati schierati insieme. E con l’auspicio che questo contratto si possa rinnovare. Nei piani, presentati o in fase di presentazione, alcuni istituti hanno già considerato anche gli oneri del contratto, tenendo conto della sola previsione inflattiva. Questo fa immaginare che almeno le banche stiano mettendo in conto che ci sarà un rinnovo del contratto. Sostenibilità però dovrà essere la parola d’ordine. E di questo il sindacato dovrà in qualche modo tenere conto. La prima convocazione arriverà per il 20 febbraio, ma in Abi c’è già un calendario serrato che prevede, oltre a quello del prossimo venerdì, altri tre incontri, di qui alla metà di marzo. «La riapertura della trattativa è un fatto positivo, ma ci aspettiamo che venga svolto un confronto leale e approfondito su numeri non taroccati, che tengano conto del recupero dell’inflazione», dichiara Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi. «Non ci sono piaciuti alcuni atteggiamenti di certi esponenti dei gruppi bancari, che, all’interno del Comitato sindacale di Abi, nella riunione del 10 febbraio hanno continuato a esasperare i toni. Non ci spaventa né la possibilità di andare dal Governo né il ricatto della disapplicazione del contratto nazionale, che renderebbe il settore una jungla. Sappiamo chi sono i killer della contrattazione nazionale e chi, all’interno di Abi, rema contro per far saltare tutto. In Abi c’è chi è più interessato a fare politica che a difendere le banche che rappresenta». Agostino Megale, segretario generale della Fisac Cgil, considera la convocazione «un primo risultato, frutto della grande riuscita della mobilitazione e dello sciopero del 30 gennaio. Ora ci attendiamo che il 20 Abi si presenti superando le pregiudiziali di interventi su scatti e Tfr che avevano determinato la rottura precedente, dichiarando l’eplicita volontà di rinnovare il contratto entro il 31 marzo. In ogni caso, a chi nei gruppi immagina di ostacolare, complicare per evitare il decollo di una vera trattativa sappia che sta commettendo un errore madornale. Vedremo dagli sviluppi del 20 e sulla base di quanto emergerà valuteremo come proseguire». Giulio Romani, segretario generale della Fiba, è molto cauto e parte dal presupposto che «i sindacati vanno in Abi per verificare se siano state rimosse le pregiudiziali che hanno causato la rottura. Dopo di che se non ci saranno più potremo fare una trattativa e ci confronteremo nel merito sui temi». Per il segretario generale della Uilca, Massimo Masi, «è un buon segnale per una fattiva ripresa delle trattative dopo la rottura di fine novembre 2014 e dopo il riuscitissimo sciopero. Il grado di responsabilità dimostrato dal sindacato, in questi anni difficili e di crisi, dovrà essere ora ripetuto da Abi» Al fine dell’emissione delle tessere si considerano nuovi iscritti i nominativi censiti per la prima volta nella procedura GQSNet, al netto di quelli che, nel periodo esaminato, si sono iscritti e successivamente cancellati. Ad oggi non sono state emesse card per i nominativi che, sebbene si siano nuovamente iscritti dopo il 30 Settembre 2014, in tale data risultavano già presenti in procedura come cancellati. Vi informiamo, a tal proposito, che stiamo lavorando con la società che gestisce la procedura contributi (Pegaso2000 S.r.l.), al fine di ottenere un dettaglio dei nominativi in modo da emettere in loro favore le tessere Amica Card. Per quanto sopra, è ammessa la richiesta di tessere da parte dei referenti, inoltrando un’ e-mail all’indirizzo [email protected] esclusivamente per uno dei seguenti motivi: smarrimento/deterioramento; errore di stampa; pensionati. Richieste pervenute in altra forma, ovvero per altri motivi, non verranno prese in considerazione. Cordiali saluti. LA SEGRETERIA NAZIONALE Pagina4 A CURA DEL COMITATO TECNICO SILCEA Pagina5