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serve un piano casa che tenga conto dello sviluppo dell
Pubblicazione mensile Poste Italiane SpA Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB - Roma Mensile di informazione dell’AGCI Associazione Generale delle Cooperative Italiane Maggio 2014 © Michele Spera GA HE TEN PO C A S A ILUP NO C UN PIA NTO DELLO SVA IN UN E V R E S TIV CO A ABITAE PRESENTA I Z I L I D E H DELL’ PAESE CORTE DISAGIOI F AT FORTUN O N E ETI M PER I C www.agci.it Capitale e Lavoro nelle stesse mani Giuseppe Mazzini A.G.C.I. ASSOCIAZIONE GENERALE DELLE COOPERATIVE ITALIANE L’AGCI, Associazione Generale delle Cooperative Italiane, nasce a Roma nell’ottobre 1952 ed ottiene, ai sensi e per gli effetti del D.L.C.P.S. n. 1577 del 14/12/1947, ufficiale riconoscimento giuridico con Decreto del Ministro per il Lavoro e la Previdenza sociale del 14/12/1961, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 22 febbraio 1962, n. 48. L’AGCI è frutto dell’iniziativa di un gruppo di sodalizi di ispirazione repubblicana, liberale e socialdemocratica, che si distacca dalla Lega Nazionale delle Cooperative e Mutue, per dar vita, così come era precedentemente avvenuto per i cooperatori cattolici, ad una nuova Centrale cooperativa. A riprova degli ideali che sono alla base delle sue origini, l’AGCI può vantare, quale suo primo Presidente, una delle espressioni più alte dei valori laici e libertari: Meuccio Ruini. L’AGCI è, quindi, per storia, ma anche per consistenza, una delle tre maggiori Associazioni Nazionali di rappresentanza, assistenza, tutela e revisione del Movimento cooperativo: si tratta di un’Organizzazione senza fini di lucro, libera ed indipendente che, fedele agli ideali mazziniani ed in armonia con i valori fondanti individuati dall’International Co-operative Alliance (ICA), promuove la diffusione, il consolidamento, l’integrazione e lo sviluppo del Movimento stesso, nel rispetto dei princìpi di democrazia e di mutualità, nonché nell’interesse generale dell’economia del Paese. ★★★ LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA L’AGCI ha la propria sede centrale in Roma ed una organizzazione articolata, sull’intero territorio nazionale, in 19 rappresentanze regionali, 8 provinciali, 5 interprovinciali ed in 35 delegazioni territoriali. Vi sono, inoltre, 8 Associazioni settoriali di categoria, di cui fanno parte tutti gli enti che, indipendentemente dall’area geografica di appartenenza, esercitano la medesima attività economica o attività connesse ed affini: AGCI Abitazione è l’organismo di settore al quale aderiscono tutte le cooperative di abitazione e/o loro Consorzi iscritti all’Associazione. AGCI Agr.It.Al. opera su tutto il territorio nazionale attraverso due Dipartimenti - specializzati nel comparto della pesca e dell’agricoltura – e riunisce anche le cooperative aderenti attive nel settore del consumo. AGCI Credito e Finanza raggruppa Banca AGCI S.p.A., le Banche di Credito Cooperativo, le Banche Popolari, General Fond SpA, le cooperative ed i Consorzi Garanzia fidi, G.F.C. – Gruppo Finanza Cooperativa, Cifap ed altre imprese che esercitano attività finanziaria, come le Società di Mutuo Soccorso. AGCI Culturalia è l’organizzazione di rappresentanza delle cooperative aderenti all’Associazione operanti nei settori della cultura e dello spettacolo, del turismo e dei beni culturali ed ambientali, dello sport e del tempo libero. AGCI Editoria è l’associazione nazionale delle cooperative editoriali, giornalistiche e della comunicazione. AGCI Produzione e Lavoro è l’organismo di settore che riunisce le cooperative dei settori manifatturiero, costruzioni (edilizia abitativa, industriale e stradale), impiantistica, opifici metalmeccanici e tutto quanto sia riconducibile alla produzione di beni. AGCI Servizi di Lavoro è l’associazione di settore cui fanno capo le cooperative di movimentazione merci, logistica e facchinaggio; autotrasporto di cose e persone, taxi ed autonoleggio; globalservice, manutenzione, pulizia, igiene e sanificazione; servizi socio-sanitari; servizi di consulenza e progettazione per imprese; vigilanza e portierato; turismo e ristorazione. AGCI Solidarietà è l’associazione di settore che si occupa della promozione, della rappresentanza e dell’assistenza nei confronti delle cooperative sociali aderenti. Nel 2010, l’AGCI ha ottenuto l’iscrizione alla prima classe dell’Albo nazionale degli enti di Servizio civile, con la conseguente abilitazione a presentare, in corrispondenza della pubblicazione degli appositi bandi da parte dell’UNSC, progetti da realizzare presso le proprie sedi di attuazione accreditate, distribuite sull’intero territorio del Paese. L’Associazione aderisce inoltre ad importanti Organismi europei ed internazionali di rappresentanza della Cooperazione (Cecop, Cogeca, Cecodhas, Cicopa, Cooperatives Europe, ICA), nei quali contribuisce, con propri esponenti, alla tutela ed alla promozione delle società cooperative nei diversi ambiti territoriali e settoriali, attraverso programmi e progetti di sviluppo, iniziative di studio e di approfondimento, di assistenza e consultazione, di concorso all’elaborazione degli indirizzi legislativi, economici e sociali che interessano il Movimento cooperativo. In particolare, nel Board dell’International Co-operative Alliance, è stato eletto un dirigente AGCI, che vi rappresenta la Cooperazione italiana. Attualmente sono associate ad AGCI oltre 8.000 cooperative, con circa 470.000 soci, 105.000 occupati ed un fatturato pari a più di 8 miliardi di euro. ★★★ COMPITI E FINALITÀ Nell’ambito delle sue finalità generali e dei suoi compiti istituzionali, l’Associazione – svincolata da condizionamenti partitici ed animata dall’intento di valorizzare il lavoro e l’impegno civile dei cooperatori – si occupa, per conto delle cooperative aderenti, della gestione di attività di informazione, di consulenza sulle problematiche fiscali, legislative e del lavoro, di tutela e di scambio, di collegamento strategico tra le imprese, di servizio, di coordinamento politico/organizzativo, di diffusione della coscienza e della conoscenza cooperativa, di formazione tecnica e professionale dei cooperatori: tutto ciò, anche attraverso la costruzione di proficui rapporti con gli omologhi settori delle altre Organizzazioni, con le rappresentanze sindacali, con le Istituzioni e con le strutture amministrative pubbliche. L’AGCI è firmataria di 14 CCNL, di 1 Accordo per la gestione dei servizi ai beni culturali e di 1 Protocollo sul facchinaggio. L’Associazione segue costantemente gli sviluppi delle normative italiane, europee ed internazionali di interesse per le imprese in generale e per le società cooperative in particolare; svolge un’azione di informazione e di aggiornamento nei confronti dei soci, prevalentemente tramite gli strumenti della rassegna stampa quotidiana e delle circolari elaborate dall’Ufficio studi/legislativo e relazioni industriali; fornisce consulenze sulle problematiche afferenti alla vita societaria degli iscritti; assume funzioni di interlocuzione e stimolo nei confronti delle competenti Autorità, specie con riferimento alla Direzione generale per le Piccole e Medie Imprese e gli Enti cooperativi presso il Ministero dello Sviluppo Economico. L’AGCI è inoltre competente ad espletare la vigilanza sulle cooperative aderenti, finalizzata a verificare, in particolare, attraverso la revisione, annuale o biennale, il possesso dei requisiti mutualistici. L’Associazione assiste altresì le proprie associate anche negli ambiti delle relazioni industriali, della promozione di nuove cooperative, della tutela della privacy, della sicurezza sul lavoro e della formazione. L’AGCI è cofondatore e gestore di strumenti di bilateralità attraverso i quali, nel rispetto delle norme contrattuali stipulate con i rinnovi dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro, eroga servizi alle imprese aderenti ad essa ed ai richiamati enti bilaterali. Infine, l’Associazione fornisce alle imprese iscritte servizi nell’ambito del credito, della formazione e della progettazione. Nel 2011, l’AGCI ha dato vita, insieme a Confcooperative e Legacoop, all’Alleanza delle Cooperative Italiane, coordinamento stabile tra le tre maggiori Organizzazioni cooperative del Paese. ★★★ STRUTTURE COLLEGATE L’AGCI Nazionale dispone di specifiche strutture collegate, costituite al fine di fornire alle imprese associate un supporto qualificato e professionalmente valido negli ambiti di particolare rilevanza per lo sviluppo di una sana ed efficiente imprenditorialità cooperativa. Tra queste ricordiamo: BANCA AGCI S.p.A. Autorizzata all’esercizio dell’attività creditizia con provvedimento dell’Autorità di vigilanza del 28 marzo 2007, Banca AGCI SpA è un Istituto di credito che opera prevalentemente con le piccole e medie imprese, quale strumento per il supporto, il consolidamento e lo sviluppo delle cooperative aderenti all’Associazione, nonché dei soci e dipendenti delle stesse. CONSEF Costituito nel 2009, il Consorzio Nazionale Servizi Finanziari si propone di mettere in rete e far funzionare in modo sinergico le strutture, operanti nel settore del credito, di cui AGCI dispone, al fine di: offrire servizi finanziari efficienti, efficaci e di qualità alle cooperative aderenti all’Associazione; indirizzare le stesse verso la capitalizzazione e la costruzione di idonei strumenti di finanza di sistema; consentire il superamento delle difficoltà di accesso al mercato del credito, l’accelerazione dei processi di concentrazione ed integrazione, il rafforzamento delle capacità imprenditoriali e manageriali. GENERAL FOND S.p.A. Costituita nel 1993, la società gestisce, senza scopo di lucro, il Fondo mutualistico per la promozione e lo sviluppo della cooperazione, alimentato dal 3% degli utili annuali di tutte le cooperative aderenti all’Associazione e dai patrimoni residui di quelle poste in liquidazione. La Società opera nella promozione e nel finanziamento di nuove imprese ed iniziative di sviluppo della cooperazione, con preferenza per i programmi diretti all’innovazione tecnologica, all’incremento dell’occupazione ed allo sviluppo del Mezzogiorno. GFC – GRUPPO FINANZA COOPERATIVA Costituito nel 2012 per l’erogazione del credito alle cooperative dell’AGCI, GFC opera a livello nazionale e svolge attività finanziaria sia nei confronti della cooperazione, sia delle Piccole e Medie Imprese (PMI). CONSORZIO NAZIONALE MEUCCIO RUINI Costituito in forma di società cooperativa consortile nel 2009, quale Ente di emanazione dell’AGCI, doverosamente intitolato al primo Presidente dell’Associazione, vero e proprio Padre della Patria, il Consorzio Nazionale Meuccio Ruini per la formazione, i servizi al lavoro e l’innovazione tecnologica si propone, in via prioritaria, di: partecipare, direttamente o attraverso le imprese associate, alle opportunità di finanziamento, in tema di formazione, provenienti da risorse pubbliche regionali, nazionali, comunitarie ed internazionali; promuovere forme innovative di progettazione della formazione e dei servizi al lavoro; favorire la crescita qualitativa, professionale e delle competenze, per l’adeguamento strutturale e la modernizzazione del tessuto di imprese associate aderenti all’AGCI. ★★★ Via Angelo Bargoni, 78 - 00153 Roma Tel. 06/58327.1 Fax 06/58327.210 [email protected] - www.agci.it Mensile di informazione dell’AGCI Associazione Generale delle Cooperative Italiane Maggio 2014 Libera Cooperazione Anno XVI - Nuova serie N. 124 Maggio 2014 Editoriale ❖ Buoni segnali dal DEF, ma vigiliamo affinché la politica degli annunci non venga disattesa dai fatti di Rosario Altieri Registrazione n. 227/1997 del 24.04.1997 Pubblicazione mensile Poste Italiane SpA Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004 n. 46) Art. 1 comma 1 DCB - Roma Contiene I:P: Attualità Editore Associazione Generale Cooperative Italiane Via Angelo Bargoni 78 00153 Roma Direttore Rosario Altieri Direttore responsabile Raffaella De Rosa Concept grafico Michele Spera Collaboratori Raffaella De Rosa, Filippo Turi Hanno collaborato a questo numero Raffaella De Rosa, Antonella Greco, Agostino La Rana, Giulia Novelli, Silvia Rimondi, Consuelo Vecchio Segreteria di redazione Stefano Pasqualini Tel. 06.58327214 Stampa I.F. Chitarrini Sas Centro Stampa - Roma Redazione e Amministrazione Via Angelo Bargoni 78 00153 Roma Tel. 06.58328347 - Fax 06.58328350 [email protected] www.agci.it Finito di stampare Maggio 2014 In copertina: Serve un Piano casa che tenga conto dello sviluppo dell’edilizia abitativa in un Paese che presenta forte disagio per i ceti meno fortunati ❖ Dalla liquidazione alla ristrutturazione aziendale di Silvia Rimondi ❖ Le nuove direttive UE su appalti pubblici e concessioni ❖ Al più presto una riforma del sistema fiscale di Rosario Altieri ❖ "Teatro Mediterraneo": un progetto interculturale, modello di buona integrazione dei migranti di Raffaella De Rosa Associazione ❖ Congresso AGCI Lombardia. La centralità delle cooperative associate e dei loro cooperatori e soci ❖ Congresso AGCI Puglia. La Cooperazione modello attuale di crescita e sviluppo Solidarietà ❖ Le proposte della cooperazione sociale nella modifica della legge 155/2006 di Antonella Greco Pari Opportunità ❖ Protagoniste per cambiare di Raffaella De Rosa Alleanza ❖ Umbria. Fare Rete e creare occupazione di Antonella Greco Dalle Regioni ❖ Il progetto "Penisola in credito" per l'accesso al credito nella penisola sorrentina di Agostino La Rana ❖ AGCI Veneto. Trasparenza e legalità in sanità Formazione ❖ Il Progetto di internazionalizzazio Inter.Com del Consorzio Meuccio Ruini di Consuelo Vecchio ❖ Il progetto europeo Bricks e l'Avviso 23 di Fon.Coop su nuovi piani standard BUONI SEGNALI DAL DEF MA VIGILIAMO AFFINCHÉ LA POLITICA DEGLI ANNUNCI NON VENGA DISATTESA DAI FATTI Rosario Altieri Editoriale S SERVE UNO SNELLIMENTO SERIO DELLE PROCEDURE ALLE QUALI LE IMPRESE SONO ASSOGGETTATE; SERVE UNA GIUSTIZIA GIUSTA, CELERE ED ACCESSIBILE A COSTI RAGIONEVOLI E CON MODALITÀ SEMPLIFICATE; SERVE UN PIANO CASA CHE TENGA CONTO DELLA LIMITAZIONE CHE LO SVILUPPO DELL’EDILIZIA ABITATIVA PUÒ AVERE IN UN PAESE IN CUI È ALTISSIMA e dovessimo esprimere un giudizio sul Documento di Economia e Finanza (DEF), recentemente presentato dal Governo, dovremmo dire che esso viene incontro alle aspettative dei cittadini, delle famiglie e delle imprese, che da tempo attendono una politica economica in grado di affrontare le questioni vere di un sistema ormai al collasso in ragione delle troppe titubanze e delle altrettanto numerose occasioni perse per garantire alle realtà produttive italiane una capacità di competere sui mercati al pari dei nostri partner occidentali e per favorire una più equa distribuzione della ricchezza. Molte sono, infatti le misure che si annunciano nel citato DEF e tutte sembrano indirizzarsi nella giusta direzione; resta da capire se, anche in questa circostanza, ci si trovi di fronte ad una politica di annunci che vengono, successivamente, disattesi dai fatti. Con l’augurio di verificare un puntuale rispetto degli impegni assunti in Consiglio dei Ministri, reputo opportuna qualche riflessione su alcuni punti dei provvedimenti predisposti al fine di evidenziare ciò che, comunque, andrebbe corretto. Parto dal capitolo riguardante l’impresa e la competitività per porre l’accento sulla necessità di adeguare le risorse previste che, mentre risultano sufficientemente congrue per quel che concerne il rifinanziamento del Fondo Centrale di Garanzia, appaiono inadeguate per la parte riferita all’ACE, la cui istituzione è stata, tra l’altro, condivisa dall’intera rappresentanza del mondo imprenditoriale. Sui pagamenti dei debiti della Pubblica Amministrazione ho già scritto in diverse circostanze ed anche molto di recente: si tratta di riparare ad una situazione di insopportabile gravità. Che Stato è quello che disattende l’impegno a pagare la fornitura di beni e servizi alle imprese condannandole, così come è avvenuto in molti casi, al fallimento? Quale autorevolezza può avere una P.A. che viene meno ai suoi impegni? E come le Istituzioni centrali, territoriali, settoriali potranno mai sanzionare analoghi comportamenti dei privati senza provocare reazioni poco lusinghiere nei loro confronti? In più, vi è da considerare che i tempi in un primo momento immaginati si stanno allungando oltre ogni ragionevole misura e che la circostanza di assicurare il pagamento di detti debiti non attraverso nuove risorse ma ricorrendo alla dotazione della Cassa Depositi e Prestiti introduce un ulteriore inquietante pericolo, rappresentato dall’utilizzo dei risparmi privati per far fronte ad una insolvibilità dell’apparato pubblico. Rimane, infine, da capire come il Governo intenda garantire, nei termini contrattuali, il corrispettivo di tutte le forniture che da oggi in avanti continuerà a richiedere alle imprese, senza generare ulteriori accumuli di debiti. Per quanto riguarda il Mezzogiorno ed i Fondi Strutturali che in queste aeree del Paese sono maggiormente consistenti, si tratta di cambiare radical- AGCI / Maggio 2014 / 4 SERVE UNA POLITICA AGRICOLA ED AGROALIMENTARE CHE ESALTI LA VARIETÀ E LA QUALITÀ DELLE PRODUZIONI NAZIONALI; SERVE UNA POLITICA PER LA PESCA CHE GARANTISCA CONTROLLI EFFICIENTI E RIGOROSI MA LI PRETENDA ANCHE PER QUEI PRODOTTI PROVENIENTI DA ALTRI PAESI; SERVE UN VERO, CONCRETO ED EFFICACE PIANO DI SVILUPPO DEL TURISMO CHE, DA SOLO, PUÒ RAPPRESENTARE UN VOLANO DI CRESCITA IN GRADO DI RISOLLEVARE L’ECONOMIA NAZIONALE; SERVE UN PIANO PER LO SFRUTTAMENTO DELLE NUMEROSE ECCELLENZE CULTURALI; SERVE UNA RIORGANIZZAZIONE PROFONDA E STRUTTURALE DEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI, CHE LI SOTTRAGGA A SOCIETÀ MISTE E CHE VEDANO COINVOLTI GLI ENTI LOCALI, IL PIÙ DELLE VOLTE RESPONSABILI DI DILATAZIONI DELLA SPESA E DI INEFFICIENZA mente l’approccio. Per la prima questione, occorre partire da una politica di infrastrutture, materiali ed immateriali, che si ponga l’obiettivo di un riequilibrio su scala nazionale delle dotazioni, al fine di determinare le condizioni di uno sviluppo del Sud tale da avvicinarlo alle aree maggiormente avanzate. Per quanto, viceversa, concerne l’utilizzo dei Fondi Strutturali, devono essere posti due obiettivi irrinunciabili: una recuperata capacità di spesa delle risorse messe a disposizione delle Regioni, evitando la vergognosa e puntuale restituzione di quanto non impiegato, che viene ogni volta consegnato direttamente ai nostri diretti concorrenti europei; una qualità della spesa che, finanziando progetti di sviluppo, avvii l’economia dei territori meridionali in particolare verso una crescita da troppo tempo assente e per altrettanto tempo vanamente attesa. Di fronte alla incapacità di molte Regioni di approntare programmi seri e realizzabili o di fronte ad altri tipi di responsabilità anche più gravi, il Governo centrale deve allestire una Cabina di regia che stimoli, affianchi e, se necessario, intervenga in regime di sussidiarietà per sostituirsi agli Enti inadempienti. Altrettante attenzione e decisione devono essere rivolte all’internazionalizzazione, tenuto soprattutto conto dell’attrazione riscossa nel mondo dal Made in Italy. In molti settori, i prodotti italiani sono ricercati e godono di un mercato molto più ampio della capacità di esportazione che il sistema dimostra di avere. Ciò è dovuto, anche, alla caratteristica particolare del tessuto produttivo del nostro Paese, formato per la stragrande maggioranza da imprese piccole e medie, talora non in grado, proprio per problemi dimensionali, di occupare fette di mercato altrimenti abbordabili. Occorrono pertanto politiche di sviluppo che risultino fruibili dai tanti piccoli e medi imprenditori, anche cooperativi, insieme a misure che incentivino forme di aggregazione – come le reti di impresa e, per quanto concerne la Cooperazione, anche i gruppi cooperativi paritetici – che permettano di acquisire, per massa critica e per abbattimento dei costi, una più agevole competitività. Venendo al capitolo del lavoro, è necessario mostrare un maggiore coraggio per spezzare i legacci che da troppo tempo impediscono al nostro Paese di poter contare su un rapporto imprese-sindacati meno rigido e penalizzante di quello con il quale siamo costretti a fare i conti. Le misure proposte, in un primo momento, dal Governo Renzi ed annunciate dal Ministro del Lavoro Giuliano Poletti, ci hanno fatto sperare che questa volta si volesse fare sul serio e che le scelte non sarebbero state subordinate esclusivamente all’approvazione di una delle parti in campo. Sembrava ci si volesse avviare verso una stagione nella quale alcune forme di flessibilità, in entrata ed in uscita, non dovessero più essere considerate un tabù e si potesse immaginare una dinamica contrattuale che, pur salvaguardando i diritti dei lavoratori, non comportasse per le imprese legami rigidi, tali da impedire la necessaria modulazione rapportata alle condizioni di mercato. Ci eravamo illusi! Le misure che hanno visto la luce dopo una anomala fase di consultazione hanno smentito tutte le premesse originarie; sono state reintrodotti elementi di rigidità preesistenti anche per quegli istituti che, per la loro natura formativa, richiedono maggiori flessibilità, in particolare l’apprendistato. Un ulteriore motivo che induce a qualche perplessità è da ricercarsi nella marginalità che il DEF riserva alla ricerca di forme di autoimpiego e di autoimprenditorialità, le quali, viceversa, dovrebbero rappresentare la vera scommessa per perseguire l’obiettivo di uno sviluppo che coinvolga il territorio e si apra a tutte le opportunità che la Cooperazione di comunità può cogliere per esaltare le potenzialità dei diversi territori, per garantire, a condizioni sostenibili, servizi efficienti per la collettività e per recuperare economie di nicchia che presentano potenzialità insospettabili. Tutto questo ed altro ancora serve; tuttavia, per esigenze di spazio, mi limito ad una elencazione di interventi che non possono né devono essere considerati meno importanti per determinare le condizioni di crescita del Paese. Serve, infatti, uno snellimento serio delle procedure alle quali le imprese AGCI / Maggio 2014 / 5 Editoriale LA PERCENTUALE DI POSSESSORI DI PRIME CASE, MA CHE PRESENTA CRESCENTI FASCE DI BISOGNO E DI DISAGIO ABITATIVO PER I CETI MENO FORTUNATI DELLA SOCIETÀ; OPERATIVA, PER SOSTITUIRLE CON FORME DI GESTIONE CHE UTILIZZINO ED ESALTINO LE GIÀ CITATE ESPERIENZE DI COOPERAZIONE DI COMUNITÀ; Editoriale SERVE UNA POLITICA SANITARIA CHE RECUPERI OMOGENEITÀ NELLA QUALITÀ DEL SERVIZIO ASSICURATO SUL TERRITORIO NAZIONALE ED UNIFORMI I COSTI; SERVE UNA RIFORMA FISCALE CHE SIA VERAMENTE EQUA, SOSTENIBILE, CAPACE DI COLPIRE LE ANCORA NUMEROSE E CONSISTENTI AREE DI EVASIONE E NON SI ACCANISCA SEMPRE SUI SOGGETTI PIÙ DEBOLI; SERVE INTERVENIRE SU ALCUNE TIPOLOGIE DI RENDITE FINANZIARIE E SUI PATRIMONI, SALVAGUARDANDO QUELLI RIVENIENTI DA ATTIVITÀ DI LAVORO E COLPENDO INVECE QUELLI FRUTTO DI ATTIVITÀ SPECULATIVE sono assoggettate; serve una giustizia giusta, celere ed accessibile a costi ragionevoli e con modalità semplificate; serve un Piano casa che tenga conto della limitazione che lo sviluppo dell’edilizia abitativa può avere in un Paese in cui è altissima la percentuale di possessori di prime case, ma che presenta, quasi a sancire una delle tante nostre contraddizioni, crescenti fasce di bisogno e di disagio abitativo per i ceti meno fortunati della società, ai quali deve essere assicurata una opportunità che non li emargini e non li confini entro ambiti di assoluta precarietà; una politica agricola ed agroalimentare in genere, che esalti la varietà e la qualità delle produzioni nazionali; una politica per la pesca che garantisca controlli efficienti e rigorosi ma li pretenda anche per quei prodotti provenienti da altri Paesi, siano essi comunitari o extracomunitari; un vero, concreto ed efficace piano di sviluppo del turismo che, da solo, può rappresentare un volano di crescita in grado di risollevare l’economia nazionale; analogo risultato è lecito attendersi dallo sfruttamento delle numerose eccellenze culturali; è, in più, necessaria una riorganizzazione profonda e strutturale dei servizi pubblici locali, che li sottragga a società miste o in qualsiasi altra forma costituite e che vedano coinvolti gli enti locali, il più delle volte responsabili di dilatazioni della spesa e di inefficienza operativa, per sostituirle con forme di gestione che utilizzino ed esaltino le già citate esperienze di cooperazione di comunità; una politica sanitaria che recuperi omogeneità nella qualità del servizio assicurato sull’intero territorio nazionale ed uniformi i costi attraverso il superamento della cultura dei costi storici e l’affermazione del criterio dei costi standard; una riforma fiscale che sia veramente equa, sostenibile, capace di colpire le ancora numerose e consistenti aree di evasione e non si accanisca sempre sui soggetti più deboli (a tale proposito sarà necessario intervenire su alcune tipologie di rendite finanziarie e sui patrimoni, salvaguardando quelli rivenienti da attività di lavoro e colpendo invece quelli frutto di attività speculative). Infine, ma non meno importante, appare la necessità di mettere mano, finalmente, ad una revisione della spesa pubblica che la faccia finita con i tagli lineari, che per troppo tempo sono stati praticati, per pervenire ad una sua selezione tesa alla eliminazione delle tante sacche di spreco ancora oggi presenti in molte articolazioni della macchina pubblica. Ci aspettiamo che, pur con la inevitabile gradualità, si predispongano programmi di intervento coerenti con gli obiettivi sbandierati e che, con la stessa coerenza, si prosegua a prescindere dagli interessi che si rappresentano e dalla impopolarità che molte delle misure necessarie potranno produrre. I Governi devono avere quale unica stella polare gli interessi della collettività che rappresentano e non il livello di gradimento immediato che le loro scelte hanno sui propri potenziali elettori. AGCI / Maggio 2014 / 6 DALLA LIQUIDAZIONE ALLA RISTRUTTURAZIONE AZIENDALE IL NUOVO APPROCCIO EUROPEO AL FALLIMENTO E ALL’INSOLVENZA DELLE IMPRESE U n nuovo quadro regolamentare destinato a ridefinire le procedure da attivare nei casi di insolvenza delle imprese: questo è il percorso tracciato dalla Commissione Europea nella Raccomandazione n. 2014/135/UE, che fa seguito alla consultazione pubblica svoltasi lo scorso anno ed alla proposta di revisione delle disposizioni in materia recentemente approvata dal Parlamento Europeo. In particolare, il menzionato provvedimento persegue il duplice obiettivo di incoraggiare gli Stati membri ad istituire un impianto giuridico che agevoli l’efficace e precoce ristrutturazione delle aziende sane in temporanea difficoltà finanziaria e di concedere una seconda opportunità agli imprenditori onesti, favorendo l’avvio, da parte degli stessi, di un’altra attività dopo un fallimento non fraudolento attraverso una riduzione dei tempi di “riabilitazione” che, in molti ordinamenti, si traducono di fatto in una sorta di condanna a vita. Gli Stati membri sono quindi invitati ad adottare, a livello nazionale, entro il 14 marzo 2015, misure volte ad adeguarsi a questo nuovo approccio, secondo il quale è opportuno spostare l’attenzione dalla liquidazione delle imprese alla loro ristrutturazione e dunque alla sopravvivenza sul mercato. Ciò consentirà di preservare le realtà produttive che, al di là di IL MECCANISMO IMMAGINATO DALLA RACCOMANDAZIONE N. 2014/135/UE È MIRATO A DIFFONDERE UNA CULTURA DEL SALVATAGGIO E DEL RECUPERO DEI SOGGETTI IN DIFFICOLTÀ, A CREARE UN AMBIENTE PIÙ FAVOREVOLE ALL’ATTIVITÀ DI IMPRESA SOPRATTUTTO NELL’ATTUALE CONTESTO CARATTERIZZATO DAL PERDURARE DELLA CRISI, NONCHÉ A NON ABBANDONARE A SE STESSI GLI IMPRENDITORI DOTATI DI SPIRITO D’INIZIATIVA, DI COMPROVATE CAPACITÀ E PORTATORI DI PROGETTI INNOVATIVI soffocanti inciampi passeggeri, risultano essere fondamentalmente solide e strutturate, con basi economiche sufficientemente robuste, capaci di innovare e di garantire posti di lavoro, ma permetterà nel contempo anche di tutelare maggiormente i creditori, con la prospettiva di poter recuperare, ancorché in tempi probabilmente non brevissimi, almeno parte delle proprie spettanze. A tale proposito, tra le proposte contenute nel richiamato testo, particolarmente interessante è la possibilità di risanamento del- AGCI / Maggio 2014 / 7 l’azienda senza ricorrere all’apertura di procedure giudiziarie, con la previsione di un periodo-finestra di quattro mesi al massimo, rinnovabile fino ad un anno, prima che i creditori stessi possano adire le vie legali. Il meccanismo immaginato dalla Commissione è quindi mirato a diffondere una cultura del salvataggio e del recupero dei soggetti in difficoltà, a creare un ambiente più favorevole all’attività di impresa soprattutto nell’attuale contesto caratterizzato dal perdurare della crisi, nonché a non abbandonare a se stessi gli imprenditori dotati di spirito d’iniziativa, di comprovate capacità e portatori di progetti innovativi. Alla luce delle nuove indicazioni provenienti dall’Europa, il fallimento dovrebbe configurarsi pertanto come una ipotesi estrema, alla quale ricorrere soltanto nei casi in cui il salvataggio sia effettivamente impossibile, tentando invece tutte le vie percorribili per recuperare le situazioni di impasse legate ad impedimenti del momento ma caratterizzate da operatività, idee propositive ed energie affioranti. Giova precisare che la citata Raccomandazione si colloca in un contesto nel quale ogni anno le imprese insolventi, nell’intera UE, sono quantificabili in 200.000 unità (ovvero circa 600 al giorno) – il doppio del 2008 – ed i posti di lavoro persi in ragione dei fallimenti si attestano a quota 1,7 milioni. Si tratta di dati senza dubbio Attualità Silvia Rimondi Attualità allarmanti, che ci permettono di comprendere forse meglio le motivazioni dell’intervento dell’Unione Europea e, insieme, la necessità di introdurre regole più flessibili per pervenire ad un quadro normativo efficace ed efficiente di salvaguardia delle esperienze valide e meritevoli di supporto. Partendo dalla constatazione delle innumerevoli e significative differenze esistenti tra i diritti fallimentari dei singoli Stati membri, spesso all’origine di incertezze giuridiche e di un “clima” ostile nei confronti delle imprese, la Commissione tenta così di gettare le basi per una graduale armonizzazione delle discipline nazionali sull’insolvenza, stabilendo alcuni principi comuni in materia, ovvero chiamando i diversi Paesi a: ❖ Agevolare la ristrutturazione delle aziende in difficoltà finanziaria in uno stadio iniziale, prima dell’inizio della procedura formale di insolvenza, senza incorrere in iter lunghi e costosi che terminano con la liquidazione; ❖ Consentire ai debitori di ristrutturare la propria impresa senza dover ricorrere al giudice; ❖ Dare la possibilità alle imprese in difficoltà di richiedere una sospensione temporanea delle procedure di insolvenza e delle singole azioni di esecuzione; ❖ Facilitare il processo di adozione di un piano di ristrutturazione; ❖ Limitare gli effetti negativi di una bancarotta sulle future possibilità di un imprenditore di riprovare con l’avvio di una nuova attività, in particolare tramite la cancellazione del debito entro tre anni. Per concludere, dal nuovo approccio sopra descritto, laddove gli Stati membri intendano accoglierlo ponendo l’accento sulle modalità di risanamento delle imprese sane anziché sulla fase di uscita dal mercato, ci si attende l’innesco di un processo che permetta di invertire la tendenza in atto e di pervenire in tempi brevi ad una maggiore stabilità del tessuto imprenditoriale europeo, con un impatto positivo in termini sia di produttività che di occupazione ed innovazione. LE NUOVE DIRETTIVE UE SU APPALTI PUBBLICI E CONCESSIONI L e nuove direttive UE sugli appalti pubblici nei settori ordinari e speciali e nel settore delle concessioni sono state pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea del 28 marzo 2014 L 94 e sono entrate in vigore dal 17 aprile scorso. Si tratta di un pacchetto di norme che punta a modernizzare gli appalti pubblici in Europa. In due casi, le nuove norme sostituiscono disposizioni vigenti: la direttiva 2014/24/UE sugli appalti pubblici che abroga la direttiva 2004/18/CE e la direttiva 2014/25/UE sulle procedure d’appalto degli enti erogatori nei settori dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali che abroga la direttiva 2004/17/CE. Innovativa, invece, è la direttiva 2014/23/UE sull’aggiudicazione dei contratti di concessione. L’iniziativa, una delle 12 azioni prioritarie per migliorare il funzionamento del mercato unico, è un importante passo in avanti nella riforma degli appalti pubblici nell’UE, che dovrebbe portare benefici in molti settori relativi alla fornitura di beni, opere e servizi. Queste nuove direttive garantiranno una qualità e un rapporto qualità – prezzo migliori. Le nuove direttive modificano le norme attuali sugli appalti pubblici comunitari e per la prima volta, sono stabilite norme comuni UE in materia di contratti di concessione. La procedura di gara per le imprese sarà più semplice, grazie a un “documento unico europeo di gara” standard, basato sull’autocertificazione. Solo il vincitore dovrà fornire la documentazione originale. La Commissione stima che l’onere amministrativo per le imprese sarà ridotto di oltre l’80%. Per facilitare l’accesso delle piccole e medie imprese agli appalti pubblici, le nuove norme incoraggiano anche la suddivisione dei contratti in lotti. Per combattere il dumping sociale e garantire che i diritti dei lavoratori siano rispettati, le nuove leggi comprenderanno norme per il subappalto e disposizioni più severe sulle “offerte anormalmente basse”. I contraenti che non rispettano la normativa UE sul lavoro possono essere esclusi dalla presentazione di offerte. Infine l’accordo sulle nuove norme UE per le concessioni ricorda che gli Stati membri restano liberi di decidere come desiderino siano eseguiti i lavori pubblici o erogati i servizi. - in-house o esternalizzandoli a società private, la nuova direttiva “non impone la privatizzazione delle imprese pubbliche che forniscono servizi al pubblico. Inoltre, i deputati hanno riconosciuto la particolare natura dell’acqua come un bene pubblico, accettandone l’esclusione dal campo di applicazione delle nuove regole. AGCI / Maggio 2014 / 8 Antonella Greco ’’I mpresa sociale: presente e futuro. Le proposte della Cooperazione Sociale nel percorso di modifica della legge 155/ 2006”. Questo il tema del seminario che si è svolto lo scorso 10 aprile a Roma e promosso dalle tre organizzazioni di ACI Sociale AGCI Solidarietà, Federsolidarietà e Legacoopsociali. Gli esponenti della cooperazione sociale hanno presentato all’On. Luigi Bobba, sottosegretario al Lavoro, Politiche Sociali e Terzo Settore e al sen. Stefano Lepri presentatore DdL di modifica della legge sull’impresa sociale, le proposte della cooperazione nel percorso di modifica della legge 155/2006 sull’impresa sociale. Ad introdurre i lavori del seminario è stato Giuseppe Guerini, portavoce ACI Cooperazione Sociale e presidente di Federsolidarietà che, nel suo intervento, ha dichiarato “La disciplina dell’impresa sociale deve essere un tassello di un progetto ampio per creare un ‘Ecosistema’ per le imprese sociali. Le politiche per la promozione dell’impresa sociale in Italia devono nascere da una lettura di scenario e dagli obiettivi da raggiungere: c’è bisogno di un disegno per una politica dei beni comuni, del welfare, dell’ambiente, della cultura”. ”C’è bisogno di un ‘ecosistema’ basato sull’applicazione del principio di sussidiarietà che è come l’ossigeno nell’aria che respirano le imprese sociali – continua Guerini - La promozione delle imprese sociali deve essere incardinata in tutti i cantieri aperti: il Job Act e la Garanzia Giovani, la delega per la riforma fiscale, il recepimento delle nuove direttive appalti e concessioni, la nuova programmazione dei fondi europei 2014 – 2020, gli strumenti per attrarre finanziamenti privati da investire nel welfare attraverso strumenti finanziari dedicati (finanza d’impatto, social bond etc.)”. A seguire sono intervenuti il Senatore Stefano Lepri, l’On. Luigi Bobba, Paola Menetti, Presidente Legacoopsociali ed Eugenio De Crescenzo, presidente di AGCI Solidarietà. Eugenio De Crescenzo, in particolare, ha posto l’accento sugli strumenti di finanza etica, patrimonializzazione e specificità delle cooperative sociali “Una cooperativa non si vende e non si compra” e Paola Minetti ha sottolineato l’importanza di confrontarsi con soggetti che fino agli anni scorsi erano distratti sul tema dell’impresa sociale a partire dai mondi della finanza e del profit. Ricordiamo che sono circa 12.000 le cooperative sociali e i loro consorzi in Italia con oltre 365.000 occupati e più di 40.000 soci volontari, oltre il 90% aderisce alle organizzazioni dell’Alleanza. La cooperazione sociale è stata la prima e più diffusa impresa sociale a livello europeo. E, in questi anni, proprio alla legge 381 del 1991, si sono rifatti ricercatori e legislatori di altri Paesi dell’UE e la stessa Commissione Europea. AGCI / Maggio 2014 / 9 La cooperazione sociale pulisce a Roma l’Isola Tiberina La cooperazione sociale ha regalato a Roma Capitale e ai suoi cittadini tre giorni di lavoro intenso per ripulire gli argini dell’Isola Tiberina. Un’operazione dal valore stimato di circa 80.000 euro. Ottanta operatori di venti cooperative sociali del Lazio aderenti a Legacoop Sociali, Federsolidarietà e AGCI Solidarietà si sono alternati ai lavori, dandosi il turno per ripulire le scritte dei writers, per eliminare sporcizia, fango, rifiuti e detriti. Un dono molto gradito, consegnato lo scorso 25 marzo al sindaco Ignazio Marino, durante l’evento “Roma pulita e solidale: si può fare”. “Sono particolarmente soddisfatto del progetto che avete ideato e di questo regalo – ha detto il sindaco Marino. Le recenti alluvioni hanno creato molti problemi e io sono certo di esprimere la gratitudine di tutti i romani e le romane per quello che fate ogni giorno per la Capitale”. Inoltre il primo cittadino ha affermato che “le imprese cooperative forniscono servizi importanti anche in momenti importanti. Saranno cooperative sociali quelle che ripuliranno l’area intorno a San Pietro in occasione della santificazione dei due Papi”. “Non è facile fare un regalo ad una città come Roma, con la sua storia importante - ha detto Eugenio De Crescenzo, presidente AGCI Solidarietà Lazio. L’Isola Tiberina è l’ombelico della città. La chiamavano ‘la nave di pietra’. È un luogo ospitale, che si trova al centro del fiume che attraversa Roma. Per questo l’Alleanza delle Cooperative Italiane ha scelto questo luogo simbolico per offrire all’amministrazione comunale e a tutti i cittadini un servizio totalmente gratuito di manutenzione e pulizia”. “Vogliamo far conoscere meglio alla città la forza, il ruolo e il valore della cooperazione sociale – ha spiegato Pino Bongiorno, presidente Legacoop Sociali Lazio. Roma può essere più pulita e solidale. La cooperazione sociale da anni svolge servizi di manutenzione urbana – ha sottolineato – e nello stesso tempo offre lavoro a persone svantaggiate”. “Le cooperative sociali di tipo B accolgono al loro interno per il 30% anche soggetti svantaggiati quali gli invalidi fisici, psichici e sensoriali, ex degenti di istituti psichiatrici, tossicodipendenti, alcolisti, minori in età lavorativa con difficoltà familiari. L’inserimento lavorativo di persone svantaggiate è un bene comune che arricchisce le comunità locali, aumenta la sicurezza e la coesione sociale, nonché la qualità della vita della comunità” ha aggiunto Ciro De Geronimo, presidente Federsolidarietà Lazio. Le 180 cooperative aderenti alle tre centrali nel solo Lazio fatturano ben 210 milioni di euro l’anno e danno lavoro a 2.200 operatori diversamente abili. Solidarietà ACI SOCIALE LE PROPOSTE DELLA COOPERAZIONE SOCIALE NEL PERCORSO DI MODIFICA DELLA LEGGE 155/2006 PROTAGONISTE PER CAMBIARE Un cambiamento culturale per la diffusione delle Pari Opportunità trasversalmente a tutto il sistema cooperativo. Presentato a Roma il ‘Progetto Fon.Coop per la diffusione delle Pari Opportunità nelle cooperative’, promosso dall’Alleanza delle Cooperative Italiane e da Cgil, Cisl, Uil Pari Opportunità Raffaella De Rosa D iffondere la cultura delle Pari Opportunità e della conciliazione e definire modelli di intervento che possano essere valorizzati sia direttamente all’interno delle imprese cooperative, sia attraverso l’azione di Fon.Coop, Fondo paritetico nazionale interprofessionale per la formazione continua delle cooperative. Con questi obiettivi fondamentali è stato presentato, il 27 marzo scorso a Roma, il progetto Fon.Coop “Protagoniste per cambiare. Modelli per la diffusione delle Pari Opportunità nelle cooperative”, promosso dall’Alleanza delle Cooperative Italiane, AGCI, Confcooperative, Legacoop e da Cgil, Cisl, Uil, per la crescita dell’occupazione femminile, per il miglioramento della qualità del lavoro, per lo sviluppo professionale e la valorizzazione delle donne nel mondo della cooperazione. Al seminario di presentazione sono intervenuti Carlo Scarzanella, presidente Fon.Coop, Dora Iacobelli, vicepresidente Legacoop e presidente Commissione Pari Opportunità Legacoop, che è intervenuta a nome dei tre organismi di parità dell’Alleanza, Liliana Ocmin, segretario confederale Cisl, Orietta Antonini, presidente Cooperativa Itaca-Legacoop, Carla Bartolucci, presidente cooperativa Eureka-AGCI, Gabriella Galli funzionario dipartimento Salute e Sicurezza-Uil, Claudia Gatta presidente cooperativa RicercAzione-Confcooperative, Salvo Leonardi, Associazione Bruno Trentin-Cgil, Valentina Peraboni delegata Fisascat-Cisl. Diversi gli ambiti specifici dell’intervento: conoscenza delle problematiche di genere; diffusione delle buone prassi realizzate; nuovi strumenti di conciliazione dei tempi di vita e tempi di lavoro; miglioramento nella gestione delle risorse umane; promozione e incentivazione dei percorsi di carriera nelle imprese cooperative; salute e sicurezza in ottica di genere. Il percorso progettuale si svilupperà attraverso un set integrato di azioni (ricerca, focus group, workshop tematici, sperimentazione di modelli e piani di Pari Opportunità) con il coinvolgimento delle componenti degli Organismi di parità dell’Alleanza e rappresentanti dei sindacati. L’obiettivo auspicato dalle Organizzazioni promotrici è che da tale progetto possano emergere elementi di innovazione, culturale ed organizzativa utili al pieno riconoscimento e alla valorizzazione del potenziale femminile, a AGCI / Maggio 2014 / 10 tutti i livelli delle imprese cooperative, e al rafforzamento delle positive relazioni sindacali e negoziali tra le Parti, di cui l’organismo bilaterale Fon.Coop rappresenta uno strumento strategico e qualificato. “Questo è un progetto in cui il Fondo ha creduto fin da subito ha dichiarato il Presidente Fon.Coop, Carlo Scarrzanella - e i risultati che otterremo, sono sicuro, potranno essere spesi non solo in ambito cooperativo. L’obiettivo principale del progetto - ha spiegato Scarzanella - è la promozione e l’incentivazione dei percorsi di carriera nelle imprese cooperative perseguito attraverso la realizzazione di un programma organico di azioni di analisi dei fabbisogni, di ricerca e modellizzazione, secondo la logica del mainstreaming, dell’empowerment e, complessivamente, del miglioramento della qualità del lavoro. In particolare verranno analizzate le problematiche di genere presenti all’interno del movimento cooperativo e diffuse le buone prassi di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Oltre alla promozione della cultura delle Pari Opportunità nelle impre- mostrano una maggiore dinamicità rispetto alle altre cooperative. Gli ultimi dati dell’Osservatorio sull’imprenditoria femminile di Unioncamere evidenziano la nascita di circa 1000 nuove cooperative femminili nel 2013 rispetto al 2012 con un incremento rispetto al numero preesistente del 3,1%. In valori assoluti il segmento cooperativo ha fatto registrare dal 2009 al 2012 un incremento del 7,7%, maggiore rispetto a quello di imprese femminili costituite in altra forma giuridica. E rappresenta il 21,9% del totale delle imprese cooperative. Molto apprezzati anche gli interventi delle rappresentanti di alcune Cooperative delle tre Centrali dell’Alleanza, che hanno presentato esempi concreti e tangibili delle buone pratiche in materia di Pari Opportunità, tra queste Carla Bartolucci, Presidente della Cooperativa Eureka AGCI di Servizi socio-sanitari educativi “Quello che oggi dobbiamo tenere bene in mente – ha sottolineato la Bartolucci – è che il Welfare non è un lusso, ma una necessità. Ma la crisi ci sta strangolando soprattutto in termini di mancata programmazione e stabilizzazione: ci troviamo, infatti, a lavorare con bandi che hanno una durata, al massimo, di sette mesi e con contratti necessariamente part-time. E questo è un problema culturale. Anche per la formazione, non ci sono corsi gratuiti, ma solo a pagamento. Senza sottovalutare un altro, rilevante, ostacolo: la resistenza alle donne nelle cariche apicali. Dobbiamo mettere in campo azioni correttive per accedere ai finanziamenti: per esempio Flex security, software di gestione per ottimizzare modelli di conciliazione vita lavoro, servizi per le donne, centri ricreativi per figli di soci e socie, software di gestione per spesa on-line”. AGCI / Maggio 2014 / 11 Il progetto Vediamo da vicino il Progetto Fon.Coop, promosso dall’Alleanza delle Cooperative Italiane, AGCI, Confcooperative, Legacoop e dalle OO.SS. confederali, CGIL, CISL, UIL, per la crescita dell’occupazione femminile, per il miglioramento della qualità del lavoro, per lo sviluppo professionale e la valorizzazione delle donne nel mondo della cooperazione. Ambiti specifici dell’intervento sono: – conoscenza delle problematiche di genere; – diffusione delle buone prassi realizzate; – conciliazione dei tempi di vita e tempi di lavoro; – salute e sicurezza in ottica di genere; – miglioramento nella gestione delle risorse umane; – promozione e incentivazione dei percorsi di carriera nelle imprese cooperative. Il percorso progettuale si svilupperà attraverso un set integrato di azioni (ricerca, focus group, workshop tematici, sperimentazione di modelli e piani di Pari Opportunità) con il coinvolgimento di tutte le componenti degli Organismi di parità delle organizzazioni promotrici del progetto. L’obiettivo auspicato dalle Organizzazioni promotrici è che da tale progetto possano emergere elementi di innovazione, culturale ed organizzativa utili al pieno riconoscimento e alla valorizzazione del potenziale femminile, a tutti i livelli delle imprese cooperative, e al rafforzamento delle positive relazioni sindacali e negoziali tra le Parti, di cui l’organismo bilaterale Fon.Coop rappresenta uno strumento strategico e qualificato. Pari Opportunità se cooperative, attraverso lo sviluppo di processi efficaci di contrattazione di II livello, si cercherà di favorire l’adozione di modelli di sviluppo e miglioramento nella gestione delle Risorse Umane che valorizzino le differenze di genere nel contesto aziendale”. “I tre organismi di parità negli ultimi tre anni, da quando è cominciato il percorso dell’Alleanza delle Cooperative Italiane ha sottolineato Dora Iacobelli hanno condiviso obiettivi e progettualità che hanno prodotto già importanti risultati, tra l’altro, in tema di presenza femminile negli organi di direzione dell’Alleanza, di sviluppo di strumenti di supporto, in primo luogo per quanto riguarda il credito, alle cooperative femminili e anche di sintonia rispetto al progetto che oggi presentiamo, insieme alle organizzazioni sindacali”. Le tre centrali cooperative e i tre sindacati confederali ritengono opportuno intraprendere un percorso comune per dare maggior peso al tema delle Pari Opportunità nell’agenda politica del sistema cooperativo italiano e di promuovere e sostenere la parità di genere all’interno delle cooperative italiane. In questo senso è stata sviluppata con Fon.Coop la possibilità di portare avanti un’azione congiunta di sistema che consenta di perseguire questi obiettivi. Un universo femminile, quello presente nel sistema cooperativo, decisamente significativo. Rispetto al quadro italiano, l’incidenza dell’occupazione femminile è rilevante, 52% in media ma con settori che si collocano molto al di sopra, in particolare il settore sociale, quello dei servizi in generale (pulizie, ristorazione ecc.) e la grande distribuzione. Questa occupazione, come tutta quella nel sistema cooperativo, è stata difesa e consolidata anche nel periodo di crisi a differenza di quanto successo in altre aree del sistema produttivo italiano. Alla rilevanza dell’occupazione femminile si aggiunge l’esistenza di un numero rilevante di cooperative con una base sociale prevalentemente femminile (9.622 censite dall’Alleanza), le quali Trentino Alto Adige Valle d'Aosta Lombardia AGCI LOMBARDIA CONGRESSO REGIONALE Friuli Venezia Giulia Veneto Piemonte Liguria Emilia Romagna Toscana Marche Umbria Abruzzo Lazio Molise Puglia Campania Basilicata Sardegna Calabria Associazione Sicilia ‘‘F issare lo sguardo sul presente per progettare il futuro dell’Associazione che tenga in massima considerazione la centralità delle cooperative associate e dei loro cooperatori e soci nella consapevolezza che il patrimonio vero del movimento cooperativo è costituito dalle persone che ogni giorno si battono sul mercato per lo sviluppo della cooperazione attraverso il lavoro a favore delle proprie cooperative”. Su questo messaggio profondo si è dipanata la relazione di saluto di Giuseppe Di Giugno, Presidente uscente di AGCI Lombardia, durante il Congresso dell’Associazione regionale, svoltosi a Milano, presso Andreola Central Hotel, il 4 aprile scorso e presieduto dal vice Presidente di AGCI nazionale, Carlo Scarzanella. Il Consiglio regionale neo eletto che si è riunito al termine dell’assise congressuale ha eletto alla carica di Presidente di AGCI Lombardia Massimo Ramerino e, su sua proposta, alla carica di Vice Presidenti Giovanni Gianesini e Franco Ottolini “Certo, contano i bilanci, gli utili, i patrimoni netti, i fatturati – ha detto Di Giugno – ma, se ci si dimentica della centralità di tutte quelle donne e uomini che ogni giorno vivono la realtà in un mondo che tende a privilegiare il capitale (i soldi) piuttosto che il lavoro, si rischia il fallimento della nostra missione. La massima La centralità delle cooperative associate e dei loro cooperatori e soci nella relazione del Presidente uscente Giuseppe Di Giugno all’Assemblea pre-congressuale nazionale (Milano, 4 aprile 2014). Massimo Ramerino neo Presidente. che guida l’Associazione “Capitale e lavoro nelle stesse mani” significa consapevolezza, attaccamento a quei valori che i padri fondatori del movimento hanno lasciato in eredità: questa è la guida dalla quale non ci si deve mai allontanare se non si vuole correre il rischio di una deriva che farebbe perdere di vista i valori cooperativi”. AGCI Lombardia e l’Alleanza delle Cooperative Italiane Prima di affrontare i temi stringenti relativi alla crisi economica e finanziaria, il Presidente uscente ha ricordato la vera novità che ha caratterizzato questo ultimo triennio: l’Alleanza delle Cooperative Italiane. Con l’Assemblea del 29 gennaio 2011 fra AGCI, Confcooperative e Legacoop è stata costituita l’Alleanza delle Cooperative Italiane con l’obiettivo di avviare un processo di unificazione delle tre Centrali cooperative. Le tre Centrali lombarde sono state tra le prime ad intraprendere questa strada e infatti l’11 settembre 2013 è stata costituita l’Alleanza lombarda eleggendo Maurizio Ottolini, Presidente di Confcooperative Lombardia, alla carica di Presidente di ACI Lombardia. L’obiettivo condiviso dalle tre Centrali lombarde è quello di costituire una Associazione diversa dalle attuali Associazioni: più moderna e proiettata sul futuro nella consapevolezza che non si esce dalla crisi con le stesse logiche gestionali con le quali ci si è entrati; c’è necessità di cambiare AGCI / Maggio 2014 / 12 CON L’ASSEMBLEA DEL 29 GENNAIO 2011 FRA AGCI, CONFCOOPERATIVE E LEGACOOP È STATA COSTITUITA L’ALLEANZA DELLE COOPERATIVE ITALIANE CON L’OBIETTIVO DI AVVIARE UN PROCESSO DI UNIFICAZIONE DELLE TRE CENTRALI COOPERATIVE. LE TRE CENTRALI LOMBARDE SONO STATE TRA LE PRIME AD INTRAPRENDERE QUESTA STRADA EMERGE CON EVIDENTE PREPOTENZA LA NECESSITÀ DI RIBADIRE LA NECESSITÀ DI UNIRE GLI SFORZI FACENDO RETE PER QUANTO POSSIBILE E PERCORRENDO CON ANCOR MAGGIORE CONVINZIONE LA STRADA DELL’ALLEANZA CHE, CON TUTTA EVIDENZA, NON PUÒ ESSERE ARCHIVIATA FRA LE PIE ILLUSIONI DI QUALCHE DIRIGENTE MA DEVE ESSERE PERSEGUITA CON PERVICACIA E CONVINZIONE molto: bisogna prendere atto che il mondo è cambiato e che non si possono affrontare i problemi nuovi con strutture e mentalità vecchie. In sostanza servono nuovi comportamenti, nuove forme di rappresentanza, una cultura aziendale ed imprenditoriale diversa. “Certo, è un processo difficile, Associazione Giuseppe Di Giugno, Presidente uscente Massimo Ramerino, nuovo Presidente Trentino Alto Adige Valle d'Aosta Lombardia Veneto Piemonte Liguria Emilia Romagna T AGCI / Maggio 2014 / 13 Friuli Venezia Giulia Associazione irto di ostacoli ed è una novità nel panorama italiano: abbiamo però la consapevolezza di fare qualcosa di utile e positivo per il movimento cooperativo e per il nostro Paese e, per questo, occorre un grande impegno ed una grande collaborazione da parte di tutti. Per creare le condizioni di questo salto di qualità di ACI, che vada ben oltre alla mera somma delle risorse e dei patrimoni che ogni impresa o organizzazione può vantare – ha sottolineato Di Giugno –, AGCI deve apportare una sua speciale dote: lanciare un nuovo modo di fare cooperazione, attraverso una teoria e una pratica quotidiana che dica a tutti (giovani e meno giovani) che è bello ed entusiasmante fare impresa con la cooperazione. Noi diciamo e dobbiamo costruire la cultura e le strutture che dimostrino giorno dopo giorno che si può essere imprenditori di un’idea mettendosi insieme ad altri, con altre competenze, ma con il medesimo sogno, confrontandosi sul modo di prendere decisioni e di attuarle. AGCI oggi deve porsi sulla strada di una nuova frontiera della cooperazione, attraverso l’impegno a costruire cooperatori ed esperti della cooperazione con l’idea che una nuova etica possa vincere: appunto quella di una cooperazione giusta, equilibrata, ricca di strumenti di crescita, che rifugga dalle maschere con cui spesso vengono coperte abitudini all’egoismo, allo sfruttamento, all’individualismo scevro da ogni impegno di legalità”. AGCI Lombardia e la crisi La relazione di Di Giugno si è poi concentrata sul tema della crisi economica che si trascina dal 2007, analizzata attraverso le lenti della Associazione regionale o, meglio, degli associati che stanno vivendo la crisi sulla propria pelle. In questi anni, naturalmente, anche in Lombardia si sono sofferti tutti i problemi che si stanno producendo a livello di imprese ed associativo. Ed infatti al 31 marzo scorso il numero delle associate ad AGCI Lombardia è pari a 401 cooperative ma questo dato deve essere ricalibrato tenendo conto che di queste, ben 59 sono in liqui- dazione. In sostanza circa il 15% delle associate è in fase di chiusura. Il numero dei soci al 31 dicembre 2012 (ultimo bilancio depositato) è pari a 32.406 mentre il numero degli occupati è pari 15.319 ed il valore della produzione a 1,29 miliardi. I numeri, soprattutto quelli relativi al patrimonio netto ed al risultato d’esercizio, parlano con crudezza e restituiscono un’immagine che deve indurre a confermare che bisogna fare uno sforzo per unire le forze di fronte a una crisi molto pesante. Dire che si è retto in questi anni è dire una mezza verità perché se non vi sarà una decisa inversione di tendenza difficilmente se ne uscirà: si è retto come numero di soci, occupati, valore della produzione ma il dato complessivo delle cooperative in perdita ed il valore stesso delle perdite, che è triplicato, non può essere sottovalutato perché è segno di un malessere diffuso e pervasivo. Da questi numeri crudi emerge con evidente prepotenza la necessità di ribadire la necessità di unire gli sforzi facendo rete per quanto possibile e percorrendo con ancor maggiore convinzione la strada dell’Alleanza che, con tutta evidenza, non può essere archiviata fra le pie illusioni di qualche dirigente ma deve essere perseguita con pervicacia e convinzione. Il Presidente uscente Di Giugno, prima di concludere la sua relazione con alcune indicazioni di tipo programmatico che sono poi state riprese nella mozione congressuale unitaria, ha sottolineato come il ruolo di rappresentanza politico-sindacale svolto dal Presidente Rosario Altieri, al quale AGCI Lombardia continua a dimostrare tutta la sua stima ed il pieno sostegno per una sua riconferma nella carica, è sempre stato di altissimo livello. La sua serietà, la sua professionalità, la sua integrità morale sono sempre state apprezzate da tutti ed hanno dato lustro e credibilità all’immagine di AGCI in tutte le sedi. Prima di aprire il dibattito congressuale, il presidente uscente Giuseppe Di Giugno, dà lettura della lettera pervenuta dal Presi- AGCI / Maggio 2014 / 14 dente nazionale Altieri che non ha potuto essere presente al congresso in quanto ha dovuto rappresentare l’Alleanza delle Cooperative Italiane ad un evento di rilevanza nazionale in un momento particolare per l’Alleanza stessa che ha visto un importante riconoscimento con la nomina di Giuliano Poletti a Ministro del Lavoro. Dopo la relazione del Presidente uscente, è intervenuto il Presidente dell’Alleanza delle Cooperative Lombardia, Maurizio Ottolini che ha rivolto un saluto ed un augurio di buon lavoro all’assise congressuale. A conclusione del dibattito congressuale che si è concentrato in particolare sul tema della infinita crisi economica che sta opprimendo il mondo produttivo e quello della cooperazione, il Presidente dell’Assemblea congressuale Scarzanella, nel rispetto delle norme statutarie, ha dato il via all’elezione dei responsabili regionali di settore prendendo atto delle risultanze delle assemblee delle cooperative di ogni settore che si sono tenute nelle precedenti settimane e, a questo proposito, ha dato lettura delle proposte pervenute: – per il settore Abitazione: Alfredo Viganò – per il settore Servizi lavoro: Giovanni Gianesini – per il settore Produzione lavoro: Bruno Greco – per il settore Solidarietà: Massimo Ramerino – per il settore Culturalia: Pierluigi Zuffada – per il dipartimento Agricoltura: Marcello Saottini – per il dipartimento Pesca: Valter Corti. Infine il Presidente dell’Assemblea ha dato la parola a Giovanni Gianesini che, nella sua qualità di componente della Commissione mozione, ha dato lettura dell’unica mozione congressuale presentata con la lista per l’elezione del Consiglio regionale contenente i seguenti nove nominativi: Ettore Anghileri, Enzo Erra, Giuseppe Di Giugno, Giovanni Grieco, Giampietro Gortanutti, Diego Modugno, Franco Ottolini, Francesco Scavino. Cinzia Sirtoli. L’ AGCI Puglia, lo scorso 11 aprile, si è riunita in Congresso regionale presso l’hotel Majestic di Bari facendo convenire nel capoluogo pugliese i delegati delle cooperative della provincia di Foggia, Bari, Bat, Taranto, Brindisi e Lecce. I lavori, presieduti dal Presidente nazionale AGCI Rosario Altieri, si sono aperti con la relazione introduttiva della coordinatrice uscente Antonella Sciacovelli la quale, nel dare il saluto di AGCI PUGLIA LA COOPERAZIONE MODELLO ATTUALE DI CRESCITA E SVILUPPO benvenuto a tutti i presenti in sala, ha evidenziato i risultati positivi della cooperazione in Puglia nonostante le difficoltà derivanti da tante situazioni oggettive non ultima la crisi economica che ha coinvolto tutti i settori produttivi. “A fronte di difficoltà obiettive delle aziende - ha dichiarato Antonella Sciacovelli – il settore cooperativo pur se con grande difficoltà è riuscito a mantenere dei buoni risultati e buoni livelli occupazionali. Proprio in virtù di questo, compito della nostra Associazione e da ora in poi anche dell’Alleanza delle Cooperative, è di continuare a spingere le nostre cooperative a credere in questo mondo e a non arrendersi alle dif- Associazione A FRONTE DI DIFFICOLTÀ OBIETTIVE DELLE AZIENDE IL SETTORE COOPERATIVO PUR SE CON GRANDE DIFFICOLTÀ È RIUSCITO A MANTENERE DEI BUONI RISULTATI E BUONI LIVELLI OCCUPAZIONALI. PROPRIO IN VIRTÙ DI QUESTO, COMPITO DELLA NOSTRA ASSOCIAZIONE, E DA ORA IN POI ANCHE DELL’ALLEANZA DELLE COOPERATIVE, È DI CONTINUARE A SPINGERE LE NOSTRE COOPERATIVE A CREDERE IN QUESTO MONDO E A NON ARRENDERSI ALLE DIFFICOLTÀ REALI CHE OGNI GIORNO SONO COSTRETTE AD AFFRONTARE ficoltà reali che ogni giorno sono costrette ad affrontare”. A seguire è intervenuto Giovanni Schiavone referente di AGCI Puglia per l’Alleanza delle Cooperative Italiane nonché responsabile regionale di AGCI Agrital - Dipartimento Pesca. Nel suo intervento, Schiavone ha sottolineato l’importanza economica in Italia della cooperazione le cui stime, attraverso le analisi condotte da Euricse, evidenziano che il contributo del settore cooperativo sia mediamente del 10% del Pil nazionale. Durante il suo intervento ha altresì ringraziato il presidente di Legacoop Puglia Carmelo Rollo e il presidente di Con- AGCI / Maggio 2014 / 15 fcooperative Puglia Marco Pagano, per la loro presenza riconoscendo sia il loro impegno e il lavoro svolto per la costituzione dell’Alleanza delle Cooperative Puglia, sia l’importanza del Congresso pugliese di AGCI la cui Assemblea è anche chiamata ad approvare l’accordo istitutivo dell’Alleanza pugliese. “L’Assemblea di oggi assume un significato e un’importanza straordinaria rappresentata dall’evento di costituzione dell’Alleanza delle Cooperative a livello territoriale quindi dell’Alleanza delle Cooperative Italiane Puglia – ha affermato Schiavone -. Costituzione che dovrà avvenire nel giro di pochissime settimane e l’accordo rag- Associazione giunto è ispirato a principi ed a elementi di massima parità e dignità tra le tre Associazioni che conpongono l’Alleanza. Il percorso che abbiamo davanti è lungo, irto, difficile e faticoso ma si potrà realizzare se si avrà la capacità di rispettare tutti”. A loro volta sono intervenuti Carmelo Rollo e Marco Pagano per portare i saluti delle loro Associazioni e per ribadire la volontà e l’impegno a costituire l’Alleanza delle Cooperative Puglia in breve termine riconoscendo la validità e il contenuto del documento maturato dopo vari incontri, frutto dell’impegno e del contributo di tutte e tre le Associazioni. Infine, ha preso la parola il Presidente nazionale di AGCI Rosario Altieri che ha rivolto al gruppo dirigente locale il sentito ringraziamento suo e dell’intera AGCI per il brillante lavoro svolto al fine di superare le difficoltà nelle quali è venuta a trovarsi l’Associazione regionale, oltre che per essere riuscito ad avviare il suo rilancio: un grazie, in particolare, Altieri lo ha rivolto a Giovanni Schiavone, che da molti anni rappresenta un punto di riferimento di AGCI in Puglia. Entrando nel merito dei problemi del Paese e delle sfide che attendono tutti i soggetti a qualsiasi titolo impegnati nel tentativo di lasciarci alle spalle la lunga e disastrosa crisi, Altieri ha affermato che sarebbe pericoloso pensare che, una volta superate le difficoltà presenti e riavviata l’economia con la ripresa della produzione e dei consumi, tutto possa tornare come prima e che l’assetto economico-sociale preesistente possa essere ripristinato nella sua originaria configurazione. Ciò non potrà avvenire per una serie di ragioni: prima di tutto, perché si sono modificati i rapporti tra le diverse componenti del sistema, con il venir meno dell’equilibrio tra il capitale ed il lavoro, che una volta rappresentava il punto di stabilità della macchina economica; poi, perché la presenza di una finanza sempre più arrembante ed attenta più a ricercare le occasioni di maggiore redditività dei capitali investiti rispetto all’attenzione da accordare necessariamente alla remunerabilità delle attività produttive, ha generato una triangolarità pericolosa per i sistemi occidentali, favorendo una distribuzione sempre più iniqua della ricchezza a tutto svantaggio delle imprese e dei lavoratori. C’è, quindi da aspettarsi che, pur quando e se anche l’Italia uscirà dalla recessione per riprendere il cammino della crescita del PIL, ciò non darà vita automaticamente a nuova, buona e stabile occupazione. L’ordinamento stesso della società, su scala continentale ed extracontinentale, deve essere ripensato: occorre costruire una società che ambisca alla realizzazione del bene comune e non a moltiplicare pericolose competizioni e contrapposizioni tra le sue diverse componenti; occorre determinare le condizioni idonee a favorire un significativo aumento della produttività e della produzione, insieme a regole certe con le quali pretendere che ognuno ottemperi ai propri doveri; occorre garantire il rispetto, da parte di tutti, dei diritti della totalità degli attori del sistema, dei cittadini, delle famiglie, dei lavoratori e delle imprese; occorre che la ricchezza prodotta venga distribuita con una equità maggiore rispetto a quanto, ormai da troppo tempo, non accada. A proposito di quest’ultimo aspetto, ha proseguito il Presidente Altieri, va rivisto l’intero sistema fiscale del Paese per evitare che si realizzino due condizioni disastrose che, combinate, sarebbero deflagranti per la coesione sociale: da un lato, il permanere di aree di evasione di dimensioni patologiche, che sottraggono risorse allo stato sociale e ne compromettono l’attività ordinaria; dall’altro, un dominio incontrollato della grande finanza, che imperversa a suo piacimento dettando la propria legge, incurante dei bisogni della gente e dei territori. In tutto ciò si apre, per la Cooperazione, una opportunità eccezionale, resa possibile dal radica- AGCI / Maggio 2014 / 16 mento che l’impresa cooperativa ha naturalmente sul territorio nel quale opera, dal ruolo importante che in essa svolge il capitale umano, dalla sua caratteristica di crescere insieme alle comunità interessate. Il nostro dovere è quello di vigilare per tutto quanto nelle nostre responsabilità e di attivare tutti gli strumenti utili, opportuni e necessari per cogliere, fino in fondo, le occasioni di crescita e di sviluppo. Durante l’Assemblea, sono state presentate, dai loro presidenti, le esperienze di alcune realtà cooperative come quelle della cooperativa Hydra, la cooperativa Geodimensioni e la cooperativa Rè Manfredi. Proficuo e interessante è stato anche il confronto e il dibattito che si è sviluppato tra i cooperatori che si sono alternati al microfono: Antonio Basile di AGCI di Foggia, Pasquale Pappalardo di Manfredonia, Angelo Candita di Brindisi, Aldo Sammarelli di Bari, Giuseppe De Matteis di Vernole e Francesco Crisogianni di Gallipoli. A fine Congresso, l’Assemblea regionale ha nominato Antonio Basile presidente onorario di AGCI Puglia ed ha eletto il Consiglio Generale regionale composto da: Giovanni Schiavone, Pasquale Pappalardo, Mario Coccia, Giovanni Totta, Bartolomeo Caggiano, Fabio Carità, Antonella Sciacovelli, Anna Semeraro, Franco Minervini, Aldo Sammarelli, Emilio Palombo, Angelo Candita, Guglielmo Corallo, Giuseppe De Matteis, Francesco Crisogianni, Corrado Cisotti, Caterina Bagnardi. Il Collegio dei Revisori è composto da: Gaetano Rinaldi, Pietro De Martinis, Michele Ponziano, quali revisori effettivi e Vito Delauro e Nicola Picicco quali supplenti. Il Consiglio Generale, su proposta del presidente onorario Antonio Basile, ha eletto Giovanni Schiavone Coordinatore regionale di AGCI Puglia rinviando ad una successiva riunione, che convocherà poi il Coordinatore, l’elezione dell’Ufficio di Coordinamento regionale e del vice Coordinatore regionale. AL PIÙ PRESTO UNA RIFORMA DEL SISTEMA FISCALE Rallentare la pressione tributaria e far confluire il gettito erariale su interventi finalizzati allo sviluppo. L’intervento del Presidente Altieri al 52° Congresso UNGDCEC (Lecce, 3-5 aprile 2014) Attualità ’’N el nostro Paese, secondo i dati diffusi da Banca d’Italia, World Bank ed Istat, l’imposizione tributaria ha ormai raggiunto livelli insostenibili, attestandosi al 44% sul PIL – percentuale che corrisponde al quarto posto nella classifica relativa all’area euro ed al sesto in quella comprendente tutta l’UE – e al 68% sui profitti aziendali, cifra che ci consegna il primato assoluto nel contesto comunitario”. Così il Presidente AGCI, Rosario Altieri – intervenendo anche a nome dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, di cui è Copresidente, alla tavola rotonda organizzata a Lecce nell’ambito del 52° Congresso dell’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili (UNGDCEC) – ha richiamato l’attenzione sulla questione della crescente pressione fiscale sui cittadini e sulle imprese. “Ma il dato è ancora più allarmante – ha proseguito Altieri - se lo si legge unitamente a quello concernente la qualità dei servizi pubblici a livello sia centrale (principalmente, istruzione e giustizia), sia regionale (si veda la sanità), sia locale (dai trasporti agli asili nido, dalla raccolta allo smaltimento dei rifiuti, etc.). Qui i ritardi dell’Italia nel confronto internazionale e di alcune aree rispetto al resto del Paese sono manifesti e, a seconda dei casi, riconducibili prevalentemente alla incongruità dei modelli organizzativi adottati e ad una inadeguata allocazione dei fondi: soltanto una razionalizzazione dell’offerta potrà permettere un recupero di efficienza, soprattutto nel Mezzogiorno, ove il sistema è frammentato, ancorato a gestioni fallimentari e poco aperto alle sollecitazioni del mercato. Ne discende – conclude Altieri – che ad un prelievo pesantissimo dalle casse dei privati e degli imprenditori, non corrisponde un efficace utilizzo delle risorse disponibili, il che rende urgente ed imprescindibile una riforma del sistema fiscale che possa, contemporaneamente, dare luogo ad un significativo allentamento della pressione tributaria e far confluire il gettito erariale su interventi finalizzati allo sviluppo, senza tuttavia trascurare le fasce di bisogno della popolazione, sempre più ampie e costrette a vivere in situazioni di vera emergenza”. Il Congresso Nazionale UNGDCEC “Cooperative ed enti non profit: strumenti per la crescita, opportunità per il professionista”, tenutosi a Lecce il 3 e 4 aprile 2014, ha offerto una panoramica approfondita sul mondo cooperativo e non profit, affrontando, con il supporto degli autorevoli esponenti del movimento cooperativo e del non-profit a livello nazionale, argomenti di estrema attualità e delicatezza quali il superamento della crisi attraverso il terzo settore ed i casi, ormai dif- AGCI / Maggio 2014 / 17 fusi, di workers buy out. Sono state organizzate numerose sessioni di workshop in cui sono stati esaminati dei case history e durante le quali i professionisti di tutta Italia hanno potuto confrontarsi su temi a volte sconosciuti. È stato quindi affrontato ed esaminato un settore che può aprire nuove opportunità per i professionisti sia in termini di mercato sia in termini di proposta nei confronti dei loro clienti. Non è stato tralasciato l’aspetto sindacale e di categoria, con la disamina delle società tra professionisti e l’utilizzo del modello cooperativo, che rappresenta uno dei tipi societari migliori per le nuove STP. Spesso – come è stato più volte, giustamente, sottolineato – si ignorano i benefici che potrebbero derivare dall’adozione di questa particolare forma societaria che è la società cooperativa. Attualità U n segnale positivo, mentre il Paese si trova di fronte ad una nuova emergenza sbarchi in Sicilia, arriva dal territorio siciliano del Calatino che, oltre ad essere riuscito a organizzare stabilmente l’accoglienza con il CARA (Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo) più grande di Europa e una qualificata rete di centri SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati), sostiene iniziative per una integrazione effettiva e valida dei migranti. Proprio in questo senso sono stati presentati, il 29 aprile scorso a Roma, il progetto “Teatro Mediterraneo-Un progetto di teatro interculturale nel cuore della Sicilia” e lo spettacolo di lancio “I Meneni”, scritto da Massimiliano Perrotta e diretto da Walter Manfrè, rappresentato al Teatro di Documenti di Testaccio, con la partecipazione di attori professionisti e dei migranti ospiti del CARA di Mineo. L’idea del progetto, come è stato spiegato nel corso dell’incontro di presentazione svoltosi nella mattinata del 29 aprile nella Sala della Mercede di Palazzo Marini, sede della Camera dei Deputati, è quello di mettere in scena culture diverse, in nome dell’integrazione come valore fondamentale. Il “Teatro Mediterraneo”, infatti, si propone di trasporre in campo teatrale e culturale la tradizione multietnica propria della terra siciliana facendo del Mineo e dell’intera area del Calatino Sud-Simeto una “capitale interculturale mediterranea”, un polo di incontro-confronto per i popoli delle sponde del Mediterraneo. Il progetto mira a realizzare un teatro aperto alla multiculturalità, che intenda il dialogo interculturale non come appiattimento ai dogmi della globalizzazione, ma come confronto delle differenze nel rispetto dell’orgoglio di ogni cultura e di ogni storia e come presupposto indispensabile per la pacifica convivenza in una società sempre più multiculturale. All’incontro, moderato da Stefano Folli, firma de “Il Sole-24 Ore”, sono intervenuti: Anna Aloi- “TEATRO MEDITERRANEO” UN PROGETTO INTERCULTURALE E UN MODELLO DI BUONA INTEGRAZIONE DEI MIGRANTI A cura di Raffaella De Rosa si, Presidente del Consorzio “Calatino Terra d’Accoglienza” e Sindaco di Mineo; Paolo Ragusa, Presidente del Consorzio Sol.Calatino S.C.S.; Massimiliano Perrotta, Direttore artistico del “Teatro Mediterraneo”; Rosario Altieri, Copresidente ACI e Presidente di AGCI (Associazione Generale Cooperative Italiane); Gianfranco Marocchi, Presidente del Consorzio Nazionale “Idee in Rete”; Eugenio De Crescenzo, Presidente nazionale di “AGCI Solidarietà”; il drammaturgo e critico teatrale Maricla Boggio; il regista Walter Manfrè; Matteo Orfini, membro della Commissione Cultura della Camera dei Deputati; Giuseppe Castiglione, Sottosegretario di Stato. Erano presenti inoltre gli attori della pièce andata in scena la sera stessa, Orazio Alba, Salvino Calatabiano, Federica Gumina, Matilde Masaracchio, Roberto Pensa, Enrico Sortino, Sergio Spada, Fabrizio Spedale, Luana Toscano, e Ketty Volpe; e i migranti ospiti del CARA di Mineo che parteciperanno allo spettacolo, Alagie, Anifa, Bhuiyan, Bubacarr, Fadera, Nasimul, e Luchy. Il progetto è stato insignito da un riconoscimento al merito dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il quale ha fatto pervenire una medaglia agli organizzatori. “Il progetto ‘Teatro Mediterraneo’ valorizza l’esperienza del CARA di Mineo quale grande centro di promozione della persona umana. Inoltre questa iniziativa è coerente con l’obiettivo di fare di AGCI / Maggio 2014 / 18 Mineo e del Calatino la capitale dell’incontro multietnico nel bacino del Mediterraneo” ha sottolineato Paolo Ragusa, Presidente del Consorzio Sol.Calatino. Il progetto, lo ricordiamo, è stato promosso dal Consorzio sociale Sol.Calatino e dal Consorzio pubblico costituito dai comuni del comprensorio, “Calatino Terra d’Accoglienza”, in collaborazione con il CARA di Mineo, con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, della SIAD (Società Italiana Autori Drammatici) e da La Cascina Global Service. Lo spettacolo “I Meneni” messo in scena la sera del 29 aprile al Teatro di Documenti di Testaccio a Roma racconta gli abitanti di Mineo, i meneni appunto, una comunità dalle radici antiche oggi in trasformazione, con un filo di mistero che lega le diverse situazioni. Trasformazioni legate anche, e soprattutto, alla presenza di quelli che Anna Aloisi, Sindaco di Mineo e Presidente del Consorzio pubblico “Calatino Terra d’Accoglienza” ha definito «miei concittadini», riferendosi ai migranti ospiti del Centro di Accoglienza che continua «il progetto “Teatro Mediterraneo” si propone di valorizzare ulteriormente l’esperienza del CARA, trasponendo in campo teatrale e culturale quella tradizione multietnica propria della terra siciliana e facendo di Mineo e dell’intera area del Calatino Sud-Simeto un polo di incontro-confronto per i popoli delle sponde del Mediterraneo, attraverso la partecipazione attiva degli ospiti del CARA» un’Europa che sembra non avvertire il peso di tali ingombranti responsabilità, che ritiene di non avere nessun dovere, né giuridico né umano, verso intere comunità nazionali e continentali distrutte dalla fame, da malattie epidemiche e da una organizzazione sociale ai limiti della sopravvivenza. Il problema dei flussi migratori dal Sud del mondo verso i Paesi più avanzati interessa tutti, a partire da quelli che in passato hanno ritenuto loro diritto sfruttare interi territori ricchi di risorse per poi lasciarli nella più assoluta povertà, ovvero a partire da quelli che hanno assoggettato, in una logica colonialistica, le popolazioni residenti in tali aree. Questo problema non può, né deve riguardare solo quei Paesi di frontiera nel Mediterraneo, come la Spagna, la Grecia e l’Italia, quest’ultima particolarmente aggredita dai tanti disperati che cercano nel mondo occidentale qualche prospettiva meno infausta per la loro AGCI / Maggio 2014 / 19 vita e per quella dei propri figli. È, viceversa, una questione che interessa tutta l’Europa, una Europa che deve ritrovare la capacità di ripensare alla Sua definitiva organizzazione di Stato Federale, un’Europa che, come già prospettato da Giuseppe Mazzini, si costituisca negli “Stati Uniti d’Europa”. I confini europei, come previsto dai trattati vigenti, devono essere continentali e ciò che avviene lungo il perimetro delineato è cosa che riguarda tutti i componenti. Sbagliano – ha concluso il Presidente Altieri - quanti teorizzano un sostanziale disimpegno delle nostre Istituzioni rispetto ai progetti umanitari posti in essere dalla Marina Italiana e da tutte le autorità interessate alla difesa dei confini marittimi, al fine di evitare tragedie tremende come quelle verificatesi negli ultimi tempi. La risposta di un Paese civile non può essere quella di ignorare i drammi dell’umanità”. Attualità L’intervento del Presidente AGCI, Rosario Altieri, ha sottolineato la validità del progetto analizzando il contesto socioeconomico nel quale viene sviluppato. “Il Mediterraneo rappresenta oggi un teatro emblematico dei rapporti tra il Nord ed il Sud del mondo e contiene tutte le contraddizioni che gli stessi determinano. Esso, infatti, oltre ad essere la frontiera ideale tra queste due aree del Pianeta, segna anche quella reale tra l’Europa e l’Africa: un’Africa per troppo tempo occupata, colonizzata e sfruttata indegnamente dalla civiltà occidentale; un’Africa alla quale non sono state risparmiate oppressioni, angherie e schiavizzazioni inimmaginabili ed inaccettabili, tanto più se perpetrate da Paesi cosiddetti evoluti. Basti pensare, in proposito, ai sentimenti che decenni di colonizzazioni hanno lasciato nelle popolazioni interessate nei confronti dei Paesi protagonisti di queste vere e proprie politiche espansionistiche. Ciò a fronte di PENISOLA IN CREDITO Il problema dell’accesso al credito bancario da parte di imprese e famiglie nella Penisola sorrentina Dalle Regioni Agostino La Rana S i è conclusa positivamente la prima fase del progetto “Penisola in credito”, promosso dalla cooperativa CAT-CENTRO SERVIZI CAMPANIA e dall’associazione Mutua Consumatori. Il progetto, patrocinato e finanziato dalla Camera di commercio di Napoli, ha analizzato il problema dell’accesso al credito bancario da parte di imprese e famiglie nella Penisola sorrentina. Soci della cooperativa e dell’associazione, insieme ad altri soggetti del partenariato, hanno intervistato, in forma anonima e nelle sei stazioni ferroviarie presenti sul territorio, i passeggeri in attesa dei treni e residenti in zona; parallelamente, si sono svolti incontri riservati con operatori economici. Sono emersi marcati elementi d’insoddisfazione, soprattutto a causa dell’assenza di società radicate sul territorio, a cominciare da una banca di credito cooperativo. La circostanza che le banche presenti sul territorio abbiano sedi legali e direzioni generali in località lontane molte centinaia di chilometri e, nel caso di una banca con quattro agenzie, addirittura all’estero, penalizza non poco la “conoscibilità” del territorio e ciò si riflette negativamente sulle istruttorie relative all’apertura di linee di credito per imprese e all’erogazione di mutui per le famiglie. L’assenza di significative misure in favore delle imprese in fase di start-up costituisce un ulteriore elemento negativo rispetto a un territorio con una spiccata vocazione al lavoro autonomo a all’impresa, particolarmente nei settori del turismo, dell’agroalimentare, dell’artigianato e della marineria. Nello specifico settore dell’artigianato ha collaborato anche l’associazione Confasca, diretta da Luciano Rezzuto e collegata all’AGCI. La seconda fase del progetto punterà, d’intesa con le amministrazioni locali, alla ricerca di soluzioni soddisfacenti e al radicamento sul territorio della cooperativa e di Mutua Consumatori. Vivo interesse per l’attività di tali organizzazioni è stato manifestato non solo dai cittadini intervistati ma anche dalle autorità locali, bisognose di qualificati supporti tecnici esteri per lo svolgimento dell’ordinaria attività amministrativa. AGCI / Maggio 2014 / 20 La società cooperativa CAT-CENTRO SERVIZI CAMPANIA, costituita come società di servizio di AGCI Campania, è stato il primo Centro di Assistenza Tecnica alle imprese riconosciuto in Campania (delibera della Giunta Regionale 31 gennaio 2003, n. 347). Svolge attività di consulenza a favore delle imprese, delle amministrazioni locali e dei consumatori, così come previsto da leggi nazionali e regionali. Rosario Altieri ne è il Presidente, Agostino La Rana il consigliere d’amministrazione delegato. L’ampio spettro delle attività svolte, si è recentemente incrementato con l’ingresso nella consulenza assicurativa e nelle conciliazioni telefoniche. L’associazione Mutua Consumatori è stata costituita per atto pubblico il 29 gennaio 2013; il 20 maggio 2013 è stata costituita Mutua Consumatori Campania, in forma di federazione regionale. E’ la prima e unica associazione di consumatori costituita dai cooperatori italiani e, benché sia stata promossa da soci di cooperative (prevalentemente di produzione e lavoro) aderenti ad AGCI, ambisce a rappresentare tutti i cooperatori che si riconoscono nel progetto di Alleanza delle Cooperative Italiane. Presidente nazionale è Rosario Altieri, Presidente per la Campania è Benedetto Di Meglio. Prossime tappe: il riconoscimento quale associazione di promozione sociale e l’apertura di delegazioni territoriali, affidate soprattutto a cooperatori e commercialisti. Andare oltre le chiacchiere e gli slogan L o scorso 31 marzo presso il Centro Congressi dell’Hotel Crystal a Preganziol (TV) si è svolto il convegno dal tema “Trasparenza & Legalità in Sanità. Andare oltre le chiacchiere e gli slogan”. L’evento è stato organizzato dal gruppo cooperativo Castel Monte di Montebelluna associato ad AGCI Veneto in collaborazione con Sanitanova (società di formazione e management sanitario), Cittadinanzattiva (associazione di partecipazione civica per la tutela dei diritti dei cittadini e dei consumatori) e Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie. L’argomento sanità è un argomento molto delicato, con implicazioni e ricadute sociali molto forti, sia dal punto di vista umano (il rispetto dei diritti delle persone), sia da quello sociale ed economico. Dal rapporto “PIT Salute 2013” di Cittadinanzattiva/Tribunale per i Diritti del Malato, è emerso, tramite le denunce dirette dei cittadini, che una delle problematiche più diffuse della sanità di oggi è la difficoltà di accesso alle cure. AGCI / Maggio 2014 / 21 Numerosi sono i pretesti e gli intralci specie quelli di carattere burocratico e di chiarezza nelle prestazioni. Una confusione, che diverse associazioni di malati e di consumatori pensano che sia voluta e strutturata per impedire l’accesso alle cure e quindi alla spesa. La prima conseguenza di tutto ciò, oltre al disagio sociale e alla più grande negazione del diritto alla salute, è un calo notevole di tutte le prestazioni, sia di medicina preventiva che curativa. Ai lavori, presieduti da Italo Improta coordinatore del Comitato Territoriale di Treviso della cooperativa Castel Monte, hanno preso parte: Remo Sernagiotto assessore ai servizi sociali della regione Veneto, Bruno Pigozzo V° commissione regionale Veneto – assistenza, igiene, sanità e sicurezza sociale, Giuseppe Possagnolo presidente della cooperativa sociale Castel Monte, Anna Mancini presidente associazione ADVAR di Treviso, Francesca Moccia vice segretario nazionale Cittadinanzattiva, Gabriella Stramaccioni direzione nazionale di Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, Giacomo Vendrame segretario provinciale CGIL Treviso. Dalle Regioni AGCI VENETO TRASPARENZA E LEGALITÀ IN SANITÀ PROGETTO INTER.COM Prosegue il progetto formativo sul tema dell’Internazionalizzazione, organizzato dal Consorzio Meuccio Ruini Formazione Consuelo Vecchio C ontinua il progetto per la formazione INTER.COM organizzato dal Consorzio Nazionale Meuccio Ruini. Dopo una prima parte dedicata ai temi della comunicazione, che ha coinvolto per tre mesi tutti i dipendenti dell’AGCI Nazionale, AGRITAL, GENERAL FOND E CIFAP, il 26 marzo 2014 ha preso il via la seconda parte del corso che fornirà le conoscenze base ed avanzate su tutto ciò che concerne il tema dell’internazionalizzazione. L’appuntamento settimanale con i docenti dell’Università di Roma la Sapienza verterà sugli argomenti fondamentali della materia ed è articolato in cinque moduli da 16 ore ciascuno. ❖❖❖ Il primo modulo, dal titolo “Globalizzazione ed Internazionalizzazione” , ha fornito un’ analisi puntuale delle diverse caratteristiche di questi nuovi processi evidenziando i fattori che hanno maggiormente influito sulle loro dinamiche evolutive, a partire dal grado di apertura dei territori, dallo sviluppo degli investimenti diretti esteri, dalla diffusione delle tecnologie informatiche, dal ruolo delle innovazioni di prodotto e di processo. ❖❖❖ Il secondo modulo, dedicato in particolare al “Ruolo del commercio estero e degli IDE” è stato finalizzato alla comprensione della politica dei processi di integrazione internazionale. Attraverso case studies sono stati analizzati obiettivi, strumenti ed effetti delle politiche economiche nazionali. ❖❖❖ Nei primi giorni di maggio si sono svolte le lezioni del terzo e quarto modulo. “Il ruolo della finanza internazionale” ha studiato il funzionamento dei sistemi economici nazionali ed internazionali nel mercato finanziario globale, con attenzione agli effetti delle politiche monetarie, fiscali e finanziarie, così da cogliere le cause e le conseguenze delle crisi. “L’evoluzione dei sistemi produttivi ed il processo di internazionalizzazione” studierà invece il funzionamento dei sistemi produttivi nazionali in un’ottica di crescente apertura delle imprese verso i mercati esteri, analizzando i fattori di competitività ed i livelli di specializzazione settoriale e geografica delle imprese italiane. ❖❖❖ L’ultimo modulo in programma, “Il territorio e le condizioni di attrattività”, fornirà gli strumenti utili a definire il ruolo del territorio nell’ambito dei processi di apertura internazionale dei sistemi economici, recuperando il concetto di competitività non riferito solo al sistema produttivo, o alla singola impresa, ma come contesto in cui operano modelli cognitivi, competenze, conoscenze, sistemi amministrativi ed organizzativi che definiscono percorsi endogeni e sostenibili di competitività internazionale. AGCI / Maggio 2014 / 22 PROGETTI EUROPEI: B.R.I.C.K.S. - IEE CALL FOR PROPOSAL 2013 BUILD UP SKILLS PILLAR II È stato approvato il progetto europeo B.R.I.C.K.S. (Building Refurbishment with Increased Competences, Knowledge and Skills) coordinato da ENEA e di cui l’AGCI. è partner. Il progetto prevede lo sviluppo di strumenti e di metodologie per realizzare un sistema di formazione che porti a migliorare le conoscenze, le abilità e le competenze dei lavoratori impegnati nella riqualificazione energetica degli edifici e nell’uso di fonti rinnovabili di energia al fine di avere entro il 2020 un parco edilizio ad energia quasi zero. Il Consorzio Nazionale Meuccio Ruini, ente di formazione dell’AGCI. Nazionale, seguirà tutte le attività relative alla formazione e alla comunicazione. FON.COOP: AVVISO N°23 APPROVATI NUOVI PIANI STANDARD Nella riunione del 26 marzo 2014, il CdA di Fon.Coop ha approvato le graduatorie dei nuovi piani standard presentati a valere sull’Avviso n°23 del 14 ottobre 2013. Due sono i progetti che verranno implementati dal Consorzio Nazionale Meuccio Ruini, “INNOVA” nella regione Abruzzo e “CISFOOD – Comunicare l’Innovazione nel Settore del Food” nella regione Lazio. Il primo progetto vede protagonisti i dipendenti di 4 realtà cooperative che verranno formati in particolare sui seguenti temi: “Comunicazione e gestione utente”, “Igienificazione e sanificazione degli ambienti”, “Qualità ed igiene degli alimenti”. Il secondo progetto coinvolgerà invece il personale di una società di fama nazionale che opera nel settore del food nella città di Roma ed è finalizzato a migliorare le conoscenze e competenze relativamente alla comunicazione aziendale, relazione con il cliente, marketing e innovazione. Dopo un lungo lavoro di studio e sviluppo realizzato in collaborazione con la società Maia srl di Roma, aderente ad AGCI Agrital, è nato “d’Amore &diMare” il primo portale di ecommerce italiano dedicato alla vendita del pescato freschissimo locale. Senza intermediari né commercianti, ciò che il nostro mare dona viene offerto direttamente dai pescatori: I pescatori pescano. I pescatori compongono le cassette di pesce freschissimo di stagione. I pescatori vendono direttamente alle famiglie e alle imprese di ristorazione. L’offerta prevede la composizione di assortimenti da 2 kg che integrano le specie più note con quelle meno diffuse, una soluzione efficace per favorire il consumo sostenibile dei prodotti del nostro mare. A questi si aggiungono le cassette mono-prodotto da 3 kg, pensate per i piccoli ristoranti di qualità e le famiglie numerose. Il valore di questa iniziativa risiede nel fatto che l’intera filiera produttiva è affidata alle cooperative di pescatori, che finalmente possono arrivare direttamente al mercato del consumo recuperando per intero il valore della ACI Umbria Fare rete e creare occupazione Si è svolto lo scorso marzo, il primo Comitato Esecutivo dell’Alleanza delle Cooperative dell’Umbria, l’organismo promosso dalle tre maggiori centrali cooperative AGCI, Confcooperative e Legacoop che ha visto lo scorso 21 febbraio il momento costitutivo ufficiale. Molti sono stati i temi oggetto di discussione in parte dettati dalle urgenze ed emergenze ed in altra parte da politiche di più ampio respiro. Tra le prime cose discusse vi è stata la programmazione delle risorse comunitarie che la regione Umbria si sta accingendo a varare. “È questa una fase cruciale – ha esordito il presidente di ACI Umbria Dino Ricci – nella quale la cooperazione unita intende far valere le proprie prerogative quale strumento imprenditoriale aggregante. La cooperazione è capace di fare rete e di creare occupazione come pochi altri strumenti imprenditoriali ed è indispensabile per la tenuta di comparti strategici come quello agricolo e il welfare. Abbiamo messo in cantiere una iniziativa da organizzare a breve nella quale intendiamo confrontarci con la presidente Marini e con gli assessori e i dirigenti regionali di competenza sulle nostre proposte”. Questo periodo intercorso dalla costituzione dell’Alleanza, è stato fitto di incontri istituzionali più o meno informali: “C’era in ballo la partita del bilancio della regione, che per il mondo della cooperazione sociale significa prioritariamente IRAP” ha proseguito il copresidente Andrea Fora. “Strategico sarà il percorso che l’Alleanza sarà in grado di costruire sul fronte dei servizi e della formazione per le cooperative associate e per i loro amministratori e soci – ha rilanciato Gabriele Nardini, AGCI Lazio– sul quale le nostre Associazioni dovranno confrontarsi nei prossimi mesi”. Comunicare bene, spendere meglio Lo scorso 10 Aprile si è svolto a Roma, presso Villa Malta, un convegno promosso da FORUM PA e Avaya, multinazionale leader nelle soluzioni di comunicazione, tra video, AGCI / Maggio 2014 / 23 AGCI Attualità AGCI Iniziative AGCI Notizie AGCI Appuntamenti D’Amore&diMare Il primo portale di e-commerce italiano dedicato alla vendita del pescato freschissimo locale produzione. Alle famiglie sono offerte tutte le garanzie dell’acquisto a km zero, grazie ad un sistema per la tracciabilità dei prodotti che consente di conoscere, per ogni cassetta di pesce, chi è il produttore e chi il consumatore. Per informazioni www.damoredimare.it dati, unified communications e contact centre. La PA italiana è al centro di un importante processo di ripensamento per essere in grado di assumere un ruolo attivo nel superamento dei grandi problemi del Paese. Affinché questo avvenga, è necessario vincere due battaglie di sistema: scongelare l’Amministrazione e saper cogliere le opportunità della programmazione 2014-2020. Questo è quanto emerso dai lavori introdotti e coordinati da Carlo Mochi Sismondi, presidente FORUM PA. Tra gli intervenuti ricordiamo: Patrizio Di Carlo, direttore commerciale Avaya Italia, Pasquale La Vacca, dirigente generale per l’Informatica e le Comunicazioni, Ministero degli Affari Esteri, Enzo Chinelli, direttore generale Federsanità Anci, Luigi Ferrari, direttore centrale per l’Informatica e le Comunicazioni, Ministero degli Affari Esteri, Armando Capone, Responsabile Engineering Avaya Italia. I relatori, nei loro interventi, si sono soffermati sulle esperienze e sulle soluzioni in grado di ridurre i costi della spesa di comunicazione tra Amministrazione e Amministrazioni e cittadini. Le nuove soluzioni consentono, infatti, il miglioramento dell’efficienza delle comunicazioni, senza penalizzare né la qualità né la sicurezza delle stesse, in un contesto di miglioramento generale del servizio al cittadino. Le conclusioni sono state svolte da Francesco Tortorelli, dell’Agenzia per l’Italia Digitale. (Giulia Novelli)