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le quattordici offese = = = 171
Scritti di Nichiren Daishonin
volume 5
LE QUATTORDICI OFFESE
Ho ricevuto il kan1 di monete, il carico di riso bianco e il kimono bianco che mi
hai inviato. Valli e colline si stendono a perdita d'occhio per più di cento ri2 a sud di
questa montagna; a nord si erge il monte Minobu che si congiunge poi con le cime di
Shirane; a ovest s'innalza un picco scosceso chiamato Shichimen. La neve rimane tutto
l'anno su queste cime. Non c'è una sola dimora oltre la mia. Gli unici rari visitatori
sono le scimmie che arrivano volteggiando sulle cime degli alberi, ma purtroppo
anch'esse non rimangono a lungo e se ne tornano in fretta da dove sono venute. A est
scorrono le impetuose acque del fiume Fuji, simili alle onde delle sabbie del deserto. È
veramente straordinario che tu invii di tanto in tanto delle lettere in questo luogo
inaccessibile ai visitatori.
Ho saputo che il prete Nichigen3 del tempio Jisso-ji, per essere diventato mio
discepolo, è stato allontanato dai suoi
===
1. Kan: mille monete legate insieme da una corda passante per un foro centrale.
2. Ri: unità di misura lineare, corrispondente a 3,93 km.
3. Nichigen (morto nel 1315): prete del tempio Jisso-ji della setta Tendai. Si convertì al vero
Buddismo dopo il ritiro del Daishonin a Minobu. In seguito tornò al Jisso-ji dove convertì altri preti e
costruì vari templi nelle province di Musashi e Suruga.
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discepoli e seguaci laici e ha dovuto lasciare le sue terre, così che non ha più una sua
residenza. Ciò nonostante egli continua a visitarmi e a prendersi cura dei miei
discepoli. È un sincero devoto, è un santo!
Nichigen non ha rivali nella conoscenza del Buddismo, eppure ha rinunciato
alla fama e al profitto ed è diventato mio discepolo, mettendo in pratica il principio di
"non curarsi della propria vita"4. Per esprimere la sua gratitudine al Budda, egli
insegna a tutti voi e ha ispirato te a farmi queste offerte. Questo è meraviglioso!
Il Budda ha detto che nell'ultima epoca, monaci e monache dal cuore di cane
sarebbero stati numerosi come i granelli di sabbia del Gange5. Questa frase vuol dire
che i preti e le monache dell'Ultimo giorno inseguono fama e fortuna. Poiché
indossano la tonaca, hanno l'aspetto di preti e di monache ma, benché sembrino preti,
nel loro cuore impugnano la spada dell'eresia e inventano innumerevoli calunnie per
non far avvicinare altri preti e monache alle case dei patroni che loro frequentano. Si
tengono stretti i loro patroni e impediscono ad altri preti e monache di avvicinarli, così
come il cane che per primo va in una casa e ottiene da mangiare, vedendo arrivare
dopo di lui un altro cane, abbaia e lo attacca. Tali preti e monache cadranno tutti nei
cattivi sentieri. Il discepolo Nichigen, essendo uno studioso, deve aver letto questo
brano. Apprezzo moltissimo la sua non comune premura di venire a visitarmi.
Nella tua lettera chiedi: «Dal giorno in cui ho preso fede in questo sutra, ho continuato
a leggere il Junyoze e il Jigage7 e
===
4. Sutra del Loto, cap. 13.
5. Sutra del Nirvana.
6. Junyoze: in senso stretto è la parte del capitolo Hoben che inizia con Shoho jisso e finisce con
hommatsu kukyo to. Qui presumibilmente indica anche la parte iniziale del capitolo (Niji seson. Ju
sammai.)
7. Jigage: la parte in versi del capitolo Nyorai Juryo hon che inizia con Ji ga toku burrai e finisce
con soku joju busshin.
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ho recitato Daimoku senza alcuna negligenza. Ma c'è una differenza fra i benefici del
Daimoku recitato da un saggio e i benefici del Daimoku che recitiamo noi?» Nessuno
dei due è superiore o inferiore, come non c'è differenza fra l'oro posseduto da uno
stolto e l'oro posseduto da un saggio, o fra il fuoco acceso da uno stolto e il fuoco
acceso da un saggio.
Tuttavia c'è una differenza se si recita agendo contro lo spirito di questo sutra.
Nella pratica di questo sutra si possono commettere varie offese. Riassumendo, citerò
lo Hokke mongu ki. "Illustrando i vari tipi di male, questo testo afferma concisamente:
"Predica fra i saggi, non fra gli stolti"8. Enumerando questi mali, uno studioso9dice:
"Prima elencherò le cattive cause, poi i cattivi effetti. Le cattive cause sono quattordici:
1) arroganza, 2) negligenza, 3) giudizi arbitrari, 4) conoscenza superficiale, 5)
attaccamento ai desideri, 6) mancanza di comprensione, 7) mancanza di fede, 8)
disprezzo, 9) dubbio, 10) calunnia, 11) mancanza di rispetto, 12) odio, 13) gelosia, 14)
rancore"". Queste quattordici offese si applicano sia ai monaci che ai laici, quindi devi
guardarti da esse. Nel passato il Bodhisattva Fukyo sostenne che tutti gli esseri umani
hanno la natura di Budda e che abbracciando il sutra del Loto avrebbero ottenuto la
Buddità; perciò disprezzare una persona è disprezzare un Budda. La sua pratica era di
venerare tutti. Egli venerava anche coloro che non credevano nel sutra del Loto perché
anch'essi avevano la natura di Budda e un giorno avrebbero avuto fede. A maggior
ragione devi venerare i monaci e i laici che abbracciano il sutra.
Nel quarto volume del sutra del Loto si legge: «La colpa di pronunciare una sola
parola sprezzante contro chi abbraccia e
===
8. Il capitolo Hiyu (parabole), il terzo del sutra del Loto, consiglia di non predicare questo sutra
agli stolti, per non esporli al pericolo di offenderlo.
9. Uno studioso: Tz'u-en (632-682), fondatore della scuola Hosso. Fu uno dei principali discepoli di
Hsuan-tsang.
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predica il sutra del Loto, che sia un monaco o un laico, è più grave della colpa di
insultare direttamente il Budda Shakyamuni per un intero kalpa10. Afferma anche: «[Se
uno vede una persona che abbraccia questo sutra e cerca di denunciarne le colpe, sarà
colpito in questa esistenza dalla lebbra bianca], che dica la verità o no»11. Perciò tieni a
mente queste parole e non dimenticare che coloro che abbracciano il sutra del Loto
non devono insultarsi l'un l'altro, perché chi ha fede nel sutra del Loto diventerà
sicuramente un Budda e chi insulta un Budda commette una colpa.
I benefici del Daimoku recitato da chi ha capito questo, sono uguali ai benefici
del Budda Shakyamuni. Nel Kongobei ron Miao-lo scrive: «Sia l'essere che l'ambiente
dell'inferno esistono nel cuore del Budda. Il "corpo e la terra" del Budda Vairokana non
trascendono l’ichinen dei comuni mortali». Da questa citazione puoi immaginare il
significato delle quattordici offese. Le domande che fai sul Buddismo mostrano che tu
sei un uomo che prega sinceramente per l'esistenza futura. Il sutra afferma che le
persone che ascoltano le accettano questo insegnamento saranno molto rare12. Fino a
che il vero inviato del Budda non apparirà in questo mondo, sarà molto difficile
esporre questo sutra in accordo con le vere intenzioni del Budda e, inoltre, ben pochi
faranno domande sul suo significato per risolvere i loro dubbi e avere una fede
corretta.
Se una persona, per quanto umile sia, ha una saggezza anche un poco superiore
alla tua, devi fargli domande sul significato di questo sutra. Ma in quest'epoca corrotta
gli uomini sono tanto arroganti, pieni di pregiudizi e tanto attaccati alla fama e alla
fortuna che, se divenissero discepoli di una tale persona e imparassero da lei,
avrebbero paura di essere
===
10. Sutra del Loto, cap. 10.
11. Ibidem, cap. 28.
12. Ibidem, cap. 2.
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disprezzati. Continuando in questo atteggiamento sbagliato, cadranno nei cattivi
sentieri.
Il capitolo Hosshi afferma: «I benefici ottenuti da chi fa offerte al prete che
insegna il sutra del Loto saranno maggiori di quelli di un uomo che offrisse al Budda
incalcolabili tesori per otto miliardi di eoni. E se poi ascolta l'insegnamento di questo
sutra anche un solo momento, otterrà grandi benefici e proverà gioia».
Anche un ignorante otterrà benefici servendo chi espone il sutra del Loto. Non
importa se è un demone o un animale, se spiega anche una singola frase o una singola
parola del sutra del Loto, come dice il sutra stesso, «dovete alzarvi in piedi per
accoglierlo quando è ancora lontano, dovete rispettarlo come un Budda»13. Dovete
rispettarvi l'un l'altro come dei Budda, come fecero Shakyamuni e il Budda Taho nella
cerimonia del capitolo Hoto14.
Può darsi che il prete Sammi-bo" sia una persona di umile condizione, ma
poiché può spiegare anche una piccola parte del sutra del Loto, dovete rispettarlo
come fosse un Budda e fargli domande sulla dottrina. »Dipendi dalla Legge e non dalla
persona»16, questo dovete ricordare.
Molto tempo fa c'era un giovane chiamato Sessen Doji che viveva sulle
Montagne Nevose. Cercava tranquillamente la Via e si manteneva in vita raccogliendo
frutti e felci e coprendo il suo corpo con una pelle di cervo. Osservando attentamente
il mondo, Sessen Doji comprese che, per la legge dell'impermanenza
===
13. Ibidem, cap. 28.
14. Nel capitolo Hoto (11) Shakyamuni, dopo aver radunato tutti i Budda e bodhisattva
dell'universo, apre la porta della Torre Preziosa. Il Budda Taho lo invita a sedere accanto a sé e inizia la
Cerimonia nell'aria.
15. Sammi-bo: uno dei primi discepoli del Daishonin, era molto stimato per la sua cultura e abilità
oratoria. Assisté Nikko Shonin nella propagazione nell'area del Fuji, ma poi divenne arrogante e
abbandonò la fede all'epoca della persecuzione di Atsuhara.
16. Sutra del Nirvana, vol. 6.
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della vita, tutto ciò che nasce è destinato a morire. La transitorietà di questo mondo
fuggevole è simile alla luce di un lampo, alla rugiada che svanisce al sole del mattino,
alla lampada che è spenta facilmente dal vento o alle fragili foglie del banano. Nessuno
può sfuggire a questa impermanenza: alla fine tutti faremo il viaggio alle "sorgenti
gialle" (regno dell'oltretomba). Immagina questo viaggio nel mondo dei morti: c'è una
completa oscurità, non c'è la luce del sole, della luna o delle stelle, nemmeno la
fiamma di una torcia. In una strada così oscura, non c'è nessuno che ci accompagni.
Finché siamo nel mondo di saha, siamo circondati dai genitori e dai parenti, da fratelli,
sorelle, moglie, figli e servitori; abbiamo la grande compassione del padre e il profondo
amore della madre. Marito e moglie possono essere attaccati l'uno all'altra come una
coppia di gamberi marini che, pur essendo animali, si uniscono facendo voto di
dividere la stessa buca per tutta la vita senza mai separarsi; tuttavia, benché accostino i
loro cuscini e facciano l'amore sotto la coperta con ricami di anatre mandarine17, non
possono stare insieme nel viaggio al regno dei morti. Mentre viaggi da solo nelle
tenebre, chi verrà a incoraggiarti?
Sia i giovani che i vecchi vivono nel regno dell'incertezza, ma è nell'ordine
naturale delle cose che i vecchi muoiano prima e i giovani rimangano. Perciò, anche
nel dolore si può trovare un motivo di consolazione. Ma quando capita che il giovane
muoia prima e il vecchio rimanga, nessuno si dispera di più del figlio che muore
ancora bambino prima dei genitori, e del genitore anziano che vede morire il figlio
prima di lui. Gli uomini vivono in questo mondo fuggevole ove tutto è incertezza e
impermanenza, eppure pensano soltanto ad ammassare ricchezze in questa esistenza.
Dalla mattina alla sera
===
17. Anatre mandarine: simbolo della felicità coniugale. Si dice che la coppia rimanga unita tutta la
vita.
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si concentrano solo su faccende terrene, senza venerare il Budda e senza credere nella
Legge; sprecano le loro giornate senza praticare e senza acquistare saggezza. Quando
saranno trascinati davanti al tribunale di Emma, quali provviste porteranno con sé nel
lungo viaggio attraverso il triplice mondo, cosa potranno usare come barca o zattera
per attraversare il mare della sofferenza di nascita e morte e giungere nella terra del
Budda della reale ricompensa e della luce tranquilla18? Quando siamo illusi è come se
sognassimo, quando siamo illuminati è come se ci fossimo svegliati. Deciso ad
abbandonare questo mondo illusorio e cercare la realtà dell'illuminazione, Sessen Doji
si ritirò su questa montagna e si dedicò ardentemente a ricercare la Legge buddista
immergendosi nella meditazione per spazzar via la polvere delle illusioni.
Guardando dall'alto del cielo, il dio Taishaku lo vide e pensò: «Benché nascano
molti pesciolini, sono pochi quelli che diventano pesci adulti; benché i fiori del mango
siano molti, sono pochi quelli che danno frutti. Lo stesso avviene per gli uomini:
benché in molti sorga il desiderio dell'illuminazione, sono pochi quelli che
perseverano ed entrano nella vera Strada. L'aspirazione all'illuminazione dei comuni
mortali è in molti casi ostacolata dalle cattive influenze e facilmente sviata dalle
circostanze. I guerrieri che indossano l'armatura sono molti, ma pochi quelli che
vanno in battaglia senza paura. Andiamo a mettere alla prova la fede di costui». Così
pensando, Taishaku prese l'aspetto di un demone e apparve a fianco del giovane.
Poiché a quel tempo il Budda non era ancora apparso in questo mondo, Sessen
Doji aveva ricercato ovunque il Grande
===
18. La terra della reale ricompensa è la terra in cui vivono i bodhisattva che hanno raggiunto o
superato il primo stadio di sviluppo nella pratica dell'insegnamento specifico o il primo stadio di sicurezza
nella pratica dell'insegnamento perfetto. La terra della luce tranquilla è la terra del Budda.
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Veicolo, ma non era riuscito a sapere nulla. A un tratto, udì una fievole voce che
diceva: «Tutto è mutevole, niente è costante. Questa è la legge di nascita e morte».
Sorpreso, il giovane si guardò intorno, ma non vide alcuno, eccetto un demone che
stava nei pressi. Il suo aspetto era terrificante, i capelli erano come fiamme, i denti
sporgevano dalla bocca come spade e i suoi occhi fissavano ferocemente Sessen Doji.
Vedendolo, il giovane non si spaventò ma si rallegrò di aver udito un insegnamento
buddista e non si pose domande. Era come un vitello separato dalla madre, che ode da
lontano il suo debole muggito. «Chi ha parlato? Deve esserci dell'altro!», pensò e cercò
di nuovo tutto attorno, ma non vide nessuno. Si chiese se fosse stato il demone a
pronunciare quelle parole, ma poi rifletté che il demone era nato in quella condizione
in retribuzione per qualche atto malvagio; il verso era un insegnamento buddista e
quelle parole non potevano essere uscite dalla bocca di tale spregevole demone.
Tuttavia, poiché non c'era alcun uomo in vista, chiese: «Hai pronunciato tu quelle
parole?». Il demone replicò: «Non parlarmi! Non mangio nulla da vari giorni, sono
affamato, esausto, sono fuori di me. Avrò detto qualche stupidaggine, ma nel mio
intontimento, non so nemmeno io cosa ho detto». «Per me - disse il giovane - udire
metà di un verso è come vedere solo metà della luna o ottenere mezzo gioiello.
Certamente hai parlato tu. Ti prego, insegnami l'altra metà del verso». Rispose il
demone: «Tu sei già illuminato e non ti cruccerai anche senza sentire l'altra metà. Io
ora sto morendo di fame e non ho la forza di parlare. Non dirmi più niente!». Il
giovane propose: «Potresti insegnarmelo se avessi qualcosa da mangiare?». Il demone
rispose: «Se mangiassi potrei insegnartelo». Esultante di gioia il giovane chiese: «Cosa
vorresti mangiare?» «Non me lo chiedere più - rispose il demone - se te lo dicessi,
sicuramente rimarresti terrorizzato. Inoltre tu non potresti fornirmelo».
Ma il giovane insistette ancora: «Basta che mi dica cosa
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vuoi, io cercherò di procurartelo». Il demone rispose: «Io mangio soltanto carne
umana fresca e bevo sangue umano caldo. Volo nell'aria in lungo e in largo in cerca di
cibo, ma gli uomini sono protetti dai Budda e dagli dèi e, anche se voglio ucciderli,
non posso farlo. Posso uccidere e mangiare solo quelli che i Budda e gli dèi hanno
abbandonato».
Allora Sessen Doji pensò che, se avesse dato il suo corpo per amore della Legge,
avrebbe udito quel verso e disse: «Il tuo cibo è qui, non devi cercarlo altrove. Poiché
non sono ancora morto, la mia carne è fresca e, poiché il mio corpo non si è ancora
raffreddato, il mio sangue è caldo. Ti prego di insegnarmi l'altro verso e io ti offrirò il
mio corpo». Il demone si infuriò e chiese: «Chi potrebbe credere che tu dici la verità?
Dopo aver udito il verso, chi potrò chiamare a testimone?»
Sessen Doji replicò: «Questo mio corpo deve alla fine morire: se dono la mia vita per la
Legge, gettando via questo corpo vile e sporco che altrimenti morirebbe invano, dopo
la morte otterrei sicuramente l'illuminazione, diverrei un Budda e riceverei un corpo
puro e meraviglioso. Sarebbe come dar via un recipiente di terraglia in cambio di un
recipiente prezioso. Chiamo a testimoni Bonten, Taishaku, i quattro Re Celesti e tutti i
Budda e bodhisattva dell'universo: non potrei più ingannarti».
A queste parole il demone, addolcito, disse: «Se quel che dici è vero, ti
insegnerò il verso». Al colmo della gioia, Sessen Doji si tolse la pelle di cervo che
indossava e la stese sul luogo della predicazione della Legge, chinò il capo a terra,
giunse le mani e con profondo e sincero rispetto disse: «Tutto quello che ti chiedo è di
insegnarmi il resto del verso».
Il demone sedette sul luogo della predicazione della Legge e disse:
«Estinguendo il ciclo delle nascite e delle morti, si entra nella gioia del nirvana».
Appena udì queste parole Sessen Doji fu pieno di gioia e riverenza senza limiti. Per
ricordarle anche nelle vite successive, le ripeté più volte incidendole
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profondamente nel suo cuore. Poi pensò: «Mi rallegro per il fatto che questo verso
[benché insegnato da un demone] non sia differente da un insegnamento del Budda,
ma mi rattrista il fatto che io solo l'abbia udito e non possa trasmetterlo agli altri».
Perciò scrisse questi versi sulle pietre, sulla superficie delle rocce, sugli alberi lungo la
strada, pregando che le persone che fossero in seguito passate di lì li vedessero e,
comprendendo il loro significato, entrassero nella vera Strada. Quindi salì su un alto
albero e si gettò davanti al demone. Ma prima che toccasse il suolo, il demone riprese
istantaneamente l'aspetto di Taishaku, afferrò al volo il suo corpo, lo depose su un
punto pianeggiante e, inchinatosi rispettosamente, disse: «Per metterti alla prova io ho
taciuto per un poco il sacro insegnamento del Tathagata e ho fatto soffrire un
bodhisattva. Ti prego di perdonare questa mia colpa e di salvarmi senza fallo nella
prossima esistenza».
Quindi tutti gli esseri celesti si adunarono e lodarono Sessen Doji: «Ben fatto,
ben fatto! Questo è un vero bodhisattva!». Gettando via il suo corpo per ascoltare metà
di un verso, egli si liberò per dodici kalpa dal ciclo delle rinascite. Questa storia è
raccontata nel sutra del Nirvana.
Nel passato Sessen Doji volle dare la sua vita per la metà di un verso. Quanto
maggiore sarà la grazia di poter ascoltare un capitolo o un volume di questo sutra!
Come potrà mai essere ripagata? Se ti preoccupi veramente della tua prossima vita,
devi seguire l'esempio di Sessen Doji: anche se sei molto povero e non hai tesori da
offrire, se si presenta l'occasione di offrire la tua vita per la Legge buddista, devi dare la
vita per imparare la Legge buddista.
Questo nostro corpo comunque diventerà nulla più del terreno delle colline e
dei campi; è inutile attaccarsi alla vita perché, per quanto lo desideri, non puoi
trattenerla per sempre. Anche un uomo che vive a lungo, non vive oltre i cento anni e
tutti gli eventi di una vita non sono che il sogno di un
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breve sonno. Anche chi ha avuto la rara fortuna di nascere uomo e ha abbandonato il
mondo alla ricerca della verità, se non studia il Buddismo e non refuta chi lo insulta,
ma spende vanamente le sue giornale nell'ozio e nelle chiacchiere, è un animale che
indossa l'abito del monaco. Anche se ha preso a prestito il nome di prete e come tale si
guadagna da vivere, non ha alcun diritto al nome di prete. È un ladro che ha rubato il
nome di prete. È una cosa vergognosa e terribile.
Nello shakumon è detto: «Non abbiamo care le nostre vite, per noi è
importante solo la strada suprema»19 e un passo dello honmon dice: «Essi non
risparmiano la loro vita»20. Il sutra del Nirvana afferma: «Il corpo è insignificante, la
Legge è importante. Uno deve dare la vita per propagare la Legge»21. Sia lo shakumon
che lo honmon del sutra del Loto, e anche il sutra del Nirvana, tutti dicono che
bisogna dare la vita per propagare la Legge. Benché la grave colpa di trasgredire questi
ammonimenti non sia visibile, accumulandosi porta a cadere nell'inferno. È come il
freddo e il caldo che non hanno forma e sono invisibili, ma con l'inverno il freddo
arriva attaccando erba e alberi, uomini e animali e con l'estate arriva il caldo
tormentando uomini e animali.
Per te che sei un laico, la cosa più importante è dedicarti a recitare Nammyoho-renge-kyo e sostenere i preti. Devi inoltre insegnare agli altri secondo le tue
capacità, come dice il sutra. Quando questo mondo ti fa tribolare, recita Nam- myohorenge-kyo ricordando che, se le sofferenze in questa vita sono penose, quelle nella
prossima vita possono essere molto peggiori; quando sei felice, recita Nam-myoho-
renge- kyo ricordando che la felicità in questa vita non è che un sogno dentro un
sogno, e che la vera felicità è quella che si trova
===
19. Sutra del Loto, cap. 13.
20. Ibidem, cap. 16.
21. Nehangyo sho, commento di Chang-an al sutra del Nirvana.
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nella Pura Terra del Picco dell'Aquila22. Pratica diligentemente fino all'ultimo istante
della vita e vedrai cosa accade! Quando salirai alla montagna dell'illuminazione e ti
guarderai intorno, con tua grande meraviglia vedrai che tutto l'universo è la terra della
luce tranquilla: il terreno è fatto di lapislazzuli, gli otto sentieri23 sono delimitati da
corde dorate, dal cielo piovono quattro tipi di fiori24 e una musica risuona nell'aria.
Tutti i Budda e i bodhisattva si dilettano carezzati dalle brezze di "eternità, felicità,
vero io e purezza"25. Si avvicina il tempo in cui anche noi saremo insieme a loro
godendo della stessa gioia. Ma se la nostra fede è debole, non giungeremo mai in quel
luogo meraviglioso. Fammi sapere se hai altre domande.
Rispettosamente, Nichiren
===
22. Pura Terra del Picco dell'Aquila: qui significa la terra del Budda o lo stato di Buddità. Il
Buddismo di Nichiren Daishonin insegna che si può raggiungere lo stato di Budda nel mondo presente.
Tuttavia, dato che a quei tempi era diffuso il concetto della vita in un altro mondo, come esposto dalla
setta Jodo (Pura Terra), e poiché Matsuno si preoccupava della vita dopo la morte, il Daishonin spiega in
questo modo il potere del Daimoku. "Raggiungere il Picco dell'Aquila" significa realizzare uno stato di
indistruttibile felicità che trascende le sofferenze di nascita e morte.
23. Otto sentieri: uno dei primo insegnamenti di Shakyamuni. Sono i principi da osservare per
ottenere l'emancipazione: retto pensiero, retta parola, retta azione, retta vita, retto comportamento, retta
diligenza e retta concentrazione.
24. Quattro tipi di fiori: mandara (loto bianco), mahamandara (gran de loto bianco), manjushaka
(fiore del cielo bianco) e mahamanjushaka (grande fiore del cielo bianco), fiori che secondo la tradizione
indiana fiorirebbero in cielo.
25. Eternità, felicità, vero io e purezza: le quattro virtù dello stato di Budda, esposte nel sutra del
Nirvana e in altri sutra.
182
Matsuno Dono Gohenji (Jushi hiho sho)
Gosho Zenshu, pag. 1381
Scritto il 9 dicembre 1276, a 55 anni, da Minobu
Destinato a Matsuno Dono
CENNI STORICI - È una risposta a Matsuno Rokuro Zaemon Nyudo, scritta il 9
dicembre del 1276, da Minobu. L'originale è andato perduto, ma esistono delle copie in
vari templi.
Matsuno, che viveva nella provincia di Suruga, era stato convertito dalla figlia,
moglie di Nanjo Hyoe Shichiro e madre di Nanjo Tokimitsu. Il suo secondo figlio
divenne uno dei sei preti anziani col nome di Nichiji. Degli altri numerosi figli poco si
sa. Dalle lettere a lui indirizzate risulta che mandava regolarmente offerte al
Daishonin e che lo visitava di tanto in tanto a Minobu. Sembra che avesse una buona
conoscenza del Buddismo, essendo in stretti rapporti, forse anche di parentela, con il
prete Nichigen. Dopo la sua morte avvenuta nel 1278, la moglie conservò la fede e
continuò a fare offerte al Daishonin.
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