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formazione per docenti neoassunti prof.ssa gris

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formazione per docenti neoassunti prof.ssa gris
Formazione per
docenti
neoassunti
Lunedì 16 maggio
Mercoledì 18 maggio
Lunedì 23 maggio
Mercoledì 25 maggio
Venerdì 27 maggio
I.T.E. «P.F.Calvi»
Ufficio IV
Ambito territoriale di
Belluno
Antonella Gris
outline
1.
2.
3.
Il profilo «mutante» dell’insegnante
specializzato (Marisa Pavone)
La relazione inclusiva per l’accoglienza
dei bisogni educativi speciali
Strumenti a disposizione
Non si può vivere di vantaggi di posizione
acquisiti una volta per sempre. La risposta
educativa speciale va dunque inventata in
ogni momento e sembra richiedere una
speciale capacità di pensare che inizia dalla
percezione globale unitaria e contestuale del
problema da elaborare.
(Ferdinando Montuschi, 2004)
 Pedagogia
e sapere medico hanno connessioni
epistemologiche e metodologiche.
 Entrambe si occupano dell’uomo e delle sue
modalità di essere nel mondo.
 Sperimentalismo scientifico ‘800; sono i medici a
dare origine alle avanguardie della pedagogia
speciale.
 Rilevanza della metafora medica nello sviluppo
del pensiero pedagogico.
Il profilo «mutante»
dell’insegnante specializzato

La progettazione dell’intervento scolastico
per l’allievo con disabilità necessita del profilo
di funzionamento dell’allievo, che interessa
sia la scienza medica sia le scienze
dell’educazione.

Inserimento nei modelli formativi per gli
specializzandi di insegnamenti sia di area
educativo-didattica sia psico-medica.
Il profilo «mutante»
dell’insegnante specializzato
Periodo Settanta-Novanta
 Programmi ministeriali del 1977
 Corsi polivalenti biennali si rivelano
inadeguati alla preparazione del
personale specializzato (non «di
sostegno»), per «interventi individualizzati
di carattere integrativo da svolgersi nella
scuola comune».
Il profilo «mutante»
dell’insegnante specializzato
Periodo Settanta-Novanta
 Programmi ministeriali del 1986/88.
 Connotazione più pedagogica e
tecnologico-didattica che medico
specialistica.
 Ridotte le discipline sanitarie.
 Sinergia tra area formativa ed informativa
 Solide competenze comunicative e
relazionali
Il profilo «mutante»
dell’insegnante specializzato
Si riconosce che l’essenziale
dell’attività dell’insegnante è di natura
educativo-didattica, anche quando la
minorazione si impone per la propria
specificità.
 Il «saper fare» dell’insegnante non deve
però prescindere dalla dimensione «biopsicologica».
Il profilo «mutante»
dell’insegnante specializzato
Periodo Settanta-Novanta
 Programmi ministeriali del 1995
Conseguenti a
Legge Quadro n.104/92
Sancisce il diritto all’integrazione in tutti gli
ordini e gradi di scuola
Leggi sull’Autonomia scolastica 1993-97-99
Avviano la riforma dell’intero sistema
scolastico.
Il profilo «mutante»
dell’insegnante specializzato
Periodo Settanta-Novanta
 Programmi ministeriali del 1995
 Curricoli con impianto unitario ma
caratterizzati in base agli ordini
 Rilievo alla funzione «di sostegno» quale risorsa
di sistema in grado di attivare ulteriori «reti» di
sostegno.
 Legge i bisogni, equilibria istruzione ed
educazione, facilita relazioni interne ed
esterne al sistema scolastico.
Il profilo «mutante»
dell’insegnante specializzato
I tre modelli in sintesi
 Caratterizzazione prevalentemente medica
(Programmi 1977)
 Qualificazione pedagogico didattica
focalizzata sull’allievo in difficoltà (Programmi
1986-88)
 Qualificazione pedagogico didattica estesa
al sistema classe/scuola (Programmi 1995)
 Biennio monte ore curricolare 1.150-1.300 ore
Il profilo «mutante»
dell’insegnante specializzato
Formazione iniziale universitaria (L.341/90,
L.104/92, DM 226/98)
 Percorsi di specializzazione per il sostegno
abilitanti nell’ambito dei corsi di laurea e delle
SISS.
 Sono previste specifiche attività didattiche
aggiuntive ai normali curricoli formativi per
«almeno 400 ore»
(Università autorizzate ad erogare corsi di
almeno «800» ore per perdenti posto.)
Il profilo «mutante»
dell’insegnante specializzato
Formazione iniziale universitaria (L.341/90, L.104/92,
DM 226/98)
La scelta è rendere responsabili tutti i docenti
curricolari sulla questione dell’integrazione.
 Forte semplificazione del progetto formativo
specializzato.
Implica che:
-- la cultura universitaria, integrata con 400 ore, sia in
grado di garantire la preparazione specialistica
-- la cultura dell’integrazione sia in grado di
autoalimentarsi

Il profilo «mutante»
dell’insegnante specializzato
Formazione iniziale universitaria (L.341/90,
L.104/92, DM 226/98)
 Questa specializzazione ad impianto
«debole» (le 400 ore), e la successiva
chiusura delle SISS alimenta nella scuola
secondaria la mancanza di formazione e
la presenza di docenti che svolgono la
funzione di sostegno senza esservi
preparati. (M.Pavone)
Il profilo «mutante»
dell’insegnante specializzato
Alcuni autori rilevano che, tale situazione,
complice la demotivazione dei docenti più
anziani all’insegna della razionalizzazione delle
risorse, porti il processo inclusivo verso un
«analfabetismo di ritorno» che sta esaurendo il
potenziale originario.
(Canevaro, D’Alonzo, Ianes, (2009), Pavone 2014,
Treellle, Caritas e Fondazione Agnelli (2014))
Il profilo «mutante»
dell’insegnante specializzato
Nuovo impianto corsi di specializzazione
DM 30/9/11 ai sensi del Decreto n. 249 del 100/08/10
artt. 5 e 13
Cambio di passo:
 Mantiene il profilo di figura di sistema al
contempo specializzato sulle diverse
disabilità
 Monte 1400 ore
 Rigore a garanzia di qualità
Il profilo «mutante»
dell’insegnante specializzato
Legge 107/2015 – La buona scuola
Delega al governo la ridefinizione del ruolo
del personale docente di sostegno
(compresa la definizione dei percorsi
formativi)
Ripresa del dibattito sul ruolo del docente
specializzato
Art. 1, comma 181, c1
[…]
la ridefinizione del ruolo del personale
docente di sostegno al fine
di favorire l’inclusione scolastica degli studenti
con disabilità, anche attraverso l’istituzione di
appositi percorsi di formazione
universitaria;
Il profilo «mutante»
dell’insegnante specializzato
Ipotesi di separazione delle carriere (dal biennio
magistrale) tra insegnanti di sostegno e curricolari con
specifico corso di laurea in Pedagogia e didattica
speciale. (Proposta di legge C.2444 FISH e FAND).
Docente super-specializzato
All’opposto, chi auspica il superamento-evoluzione
dell’insegnante di sostegno, attraverso l’evoluzione
delle competenze didattiche inclusive di tutti gli
insegnanti
Separazione delle carriere
Associazioni: causa della scarsa qualità inclusiva 
insufficiente specializzazione
Prefigurano percorso con radicale separazione delle
carriere
Progetto rischioso
 che garanzia che il docente super specializzato riesca
a mediare più di quanto ha fatto finora?
 Se non più docente «disciplinarista» diventa
«educatore» ancora più lontano dal ruolo di
insegnante, non fa parte del contesto in cui opera.
 Rischio di ulteriore aumento della delega
Il profilo «mutante»
dell’insegnante specializzato
Una terza ipotesi, strutturalmente più flessibile (Ianes),
propone il superamento del ruolo specializzato in due
direzioni:
 80% degli attuali docenti di sostegno passano agli
organici ordinari al fine di ripristinare
le buone prassi delle compresenze.

Il 20% diverrebbe consulente territoriale senza più la
titolarità in classe, some supporto tecnico ad elevata
competenza verso i colleghi curricolari.
Il profilo «mutante»
dell’insegnante specializzato
 Dopo
un 40ennio di sviluppo della figura
del docente di sostegno siamo alla vigilia
di un cambiamento.
 E’ auspicabile che il cambiamento non si
giochi solo sulla definizione delle carriere
dell’I.S. ma in un impianto formativo solido
e sul controllo del mantenimento nel
tempo dei livelli essenziali
dell’integrazione.
(Mozione finale Rimini 2015)
Cambiamento e inclusione
Le parole che fanno la
differenza


Deficit mancanze permanenti
Handicap svantaggi che si possono creare

L’espressione “portatore di handicap”, molto diffusa
anche in chi dovrebbe conoscere la tematica, è
sbagliata; non è tanto il problema di usare una parola o di
usarne un’altra quanto la possibilità reale di vivere una
logica operativa.

È spesso la spia di una confusione nelle proposte e negli
obiettivi. Il compito della scuola, attraverso
l’insegnamento, consiste nella riduzione dell’handicap.
INTEGRAZIONE INCLUSIONE








INTEGRAZIONE: «rendere completo». Dal punto di vista educativo è il
considerarsi perennemente incompleti, incompiuti; è avvertire il
rapporto con l’altro (diverso da me) necessario.
E' una situazione
MODELLO TEORICO: ha un approccio compensatorio
(assimilazione/normalizzazione)
DESTINATARI: si focalizza su ciascun alunno con disabilità o con
bisogni speciali
FOCUS: interviene prima sul soggetto, poi sul contesto
FINALITÀ: si propone il reperimento di risorse per consentire il
raggiungimento di risultati nell’ambito dell’autonomia,
socializzazione, comunicazione…..
MODELLO D’INSEGNAMENTO: avvia una risposta specialistica
CURRICULUM: soggetto a operazioni di semplificazione e di riduzione
prestando attenzione agli aspetti di contenuto [Index, 2008; Diritti
Umani (Carazzone)]

INTEGRAZIONE INCLUSIONE

INCLUSIONE: «racchiudere dentro». Dal punto di vista educativo è
l’apertura tale alla diversità che permette di trasformare, di attivare
un processo di cambiamento su tutti i soggetti coinvolti nella
comunità (classe).
E' un processo, mai realizzabile pienamente (non legato all'attualità)
FINALITÀ: si riferisce alla globalità delle aree educativa, sociale e
politica. Si pone l’obiettivo del superamento delle barriere alla
partecipazione e all’apprendimento
MODELLO TEORICO: si rivolge a tutti gli alunni e a tutte le loro
potenzialità (no paradigma della normalità)
FOCUS: interviene prima sul contesto, poi sul soggetto
MODELLO D’INSEGNAMENTO: trasforma la risposta specialistica in
ordinaria
CURRICULUM: l’attenzione è sui processi di apprendimento per
rispondere alle forme differenti con cui i bambini presentano le loro
conoscenze, le modalità di interagire e di apprendere
[ lettura de L’occhio del lupo di D. Pennac ]






Dove nasce il concetto di
inclusione

Nell’ambito degli studi sociologici come nuova
categoria interpretativa dei processi di
democratizzazione delle società occidentali,
evidenziando il rapporto tra esercizio dei diritti civili e
struttura sociale delle disuguaglianze. (Thomas
Marshall, Cittadinanza e classe sociale 1950)

Si sviluppa in relazione alla rapida trasformazione delle
società moderne, alla globalizzazione, all’apertura e
alla mobilità del sistema sociale, all’accoglienza del
nuovo e del diverso che rischia di generare aree di
marginalità e segregazione.
Politiche antidiscriminaotorie e
documenti internazionali
Il dibattito contemporaneo sul tema dei diritti e
dell’uguaglianza ha dato origine a un nuovo
corso di politiche antidiscriminatorie e
all’elaborazione di documenti e protocolli
internazionali di rilevanza storica:
 La Dichiarazione universale dei diritti
dell’uomo
 La Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti
delle persone con disabilità (2006)
Convenzione delle Nazioni
Unite sui diritti delle persone
con disabilità (2006)
Sancisce il principio al “rispetto per la
differenza e l’accettazione delle persone
con disabilità come parte della diversità
umana e dell’umanità stessa”
promuovere, proteggere
e assicurare
Articolo 8 - Accrescimento della consapevolezza
Vivere in modo indipendente ed essere inclusi nella
collettività
Articolo 24 – Educazione
"Gli Stati riconoscono il diritto all'istruzione delle
persone con disabilità. Allo scopo di realizzare tale
diritto senza discriminazioni e su base di pari
opportunità, gli Stati Parti garantiscono un sistema di
istruzione inclusivo a tutti i livelli ed un
apprendimento continuo lungo tutto l'arco della
vita". […]
Articolo 27 - Lavoro e occupazione
“Discriminazione sulla base della disabilità”
indica qualsiasi distinzione, esclusione o
restrizione sulla base della disabilità[…]
compreso il rifiuto di un accomodamento
ragionevole;
“Accomodamento ragionevole”
indica le modifiche e gli adattamenti necessari ed
appropriati
che non impongano un onere sproporzionato o
eccessivo, ove ve ne sia necessità in casi particolari,
per assicurare alle persone con disabilità
il godimento e l’esercizio, su base di eguaglianza
con gli altri, di tutti i diritti umani e libertà
fondamentali;
Le Parole
Handicap - evidenzia una situazione di penalità
e non pone nessuna attenzione alle capacità
residue (ICD ‘70 - L.517/77 – L.104/92)
Disabile - negazione di abile (dis - abile), indica
una persona che non è abile, o meglio che
manca di una determinata capacità fisica o
mentale. Evidenzia la presenza di un'invalidità
(ONU anni ’70)
Diversamente abile – evidenziare per la prima
volta che la persona con disabilità non è
totalmente incapace di fare qualsiasi cosa
(politically correct anni 90)
Persone con disabilità - da un lato non nega
l’esistenza di un'alterazione fisica, psichica,
intellettiva o sensoriale e dall’altro riconosce
che dietro ogni aggettivo c’è sempre e
comunque una persona la cui disabilità è solo
una parte delle sue caratteristiche e non l’unica
in grado di descriverla. (Convenzione ONU)
L’OMS e L’ICF 2001
Classificazione internazionale del
funzionamento della disabilità e della
salute




Propone un nuovo modello concettuale e culturale
Utilizza un approccio biopsicosociale e multidimensionale
(medico e sociale), ovvero integra le dimensioni «salute» –
«ambiente» – «disabilità» e l’oggetto della valutazione è il
funzionamento non la malattia
La disabilità è determinata dal rapporto tra le condizioni di
salute del soggetto e le condizioni ambientali e sociali in
cui si svolgono le sue attività
L’attenzione è rivolta all’ecosistema in cui l’individuo
cresce e si sviluppa e alla presenza di fattori che possono
rappresentare una barriera o una facilitazione alla sua
attività e partecipazione
L’ICF
Una situazione, e cioè il funzionamento di una
persona, vanno letti e compresi profondamente
in modo globale, sistemico e complesso, da
diverse prospettive, e in modo interconnesso e
reciprocamente causale.
ICF
termini come
disabilità e handicap,
sono stati da sostituiti da
“attività” e “partecipazione sociale”
ICF
 termini
con connotazione negativa
acquisiscono valenza positiva
 le interazioni tra i vari fattori che
costituiscono la salute o la disabilità
diventano più complesse
 si attribuisce il giusto peso ai fattori
contestuali, sia ambientali che personali.
ICF: le domande sulla salute
1. C’è una “condizione di salute”?
2. I sistemi corporei funzionano?
3. I sistemi corporei sono integri?
4. Cosa fa la persona (cosa sarebbe in
grado di fare e cosa realmente fa)?
5. Il suo ambiente influisce su quello che
fa?
6. Quali sono le caratteristiche individuali
significative?
ICF: le domande sulla salute
1. C’è una “condizione di
1. Classificazione ICD 10
salute”?
2. I sistemi corporei funzionano?
3. I sistemi corporei sono integri?
4. Cosa fa la persona (cosa
sarebbe in grado di fare e
cosa realmente fa)?
5. Il suo ambiente influisce su
quello che fa?
6. Quali sono le caratteristiche
individuali significative?
2. Classificazione ICF funzioni
corporee
3. Classificazione ICF
strutture corporee
4. Classificazione ICF attività
& partecipazione
5. Classificazione ICF fattori
ambientali
6. Non classificabili
COMPONENTI DELL’ICF
Funzioni corporee
&
Strutture
Integrità
Funzioni
Integrità
Strutture
Attività
&
Partecipazione
Fattori
ambientali
Capacità
Barriere
Performance
Facilitatori
FUNZIONI E ATTIVITÀ: Differenze
Una donna di 37 anni con un moderato deficit
visivo a seguito di un ictus, ha difficoltà gravi
nel guardare persone o paesaggi, poiché le
viene il mal di testa se guarda a lungo.
b210.2 Funzioni della vista, menomazione media
b1561.2 Percezione visiva (funzione mentale),
menomazione media
d110.3
Guardare (osservare), problema grave
Qualificatori di Attività e Partecipazione d450. 02 camminare
un bambino con problemi di equilibrio cammina
con difficoltà moderate, che scompaiono con
l’uso di un deambulatore
d450.0 camminare senza difficoltà nell’ambiente attuale
d450.2 moderata difficoltà nella capacità di
camminare
Capacità
Livello di funzionamento della persona in assenza di
sostegni e interventi da parte di persone e/o di altri
(adattamenti ambientali, ausili, facilitatori o barriere
ambientali).
E’ intesa come quello che il soggetto fa escludendo
l’influenza di tutti i fattori ambientali riconosciuti
come rilevanti per quella attività/partecipazione.
Performance 1
Livello di funzionamento della persona in assenza di
sostegni e interventi da parte di persone ma in presenza di
altri (adattamenti ambientali, ausili) facilitatori o barriere
ambientali.
E’ intesa come quello che il soggetto fa con tutti i fattori
ambientali escluso l’aiuto personale.
Performance Globale
Livello di funzionamento in presenza di sostegni e interventi da
parte di persone e/o di altri. E’ intesa come quello che il
soggetto fa con tutti i fattori ambientali compreso l’aiuto
personale.
La performance globale
può essere qualificata anche
nel caso in cui per quella
attività l’aiuto personale
sostituisce il soggetto.
Una persona - scrive Canevaro - è relativamente
handicappata, cioè l'handicap è un fatto relativo e
non un assoluto, al contrario di ciò che si può dire
per il deficit.

In altri termini, un'amputazione non può essere
negata ed è quindi assoluta; lo svantaggio
(handicap) è invece relativo alle condizioni di vita
e di lavoro, quindi alla realtà in cui l'individuo
amputato è collocato.
L'handicap è dunque un incontro fra individuo e
situazione.
FATTORI AMBIENTALI
Fattori Ambientali
… ambiente fisico e
sue caratteristiche, il
mondo fisico creato
dall’uomo, le altre
persone, atteggiamenti e valori, sistemi
sociali, servizi, politiche, regole e leggi
Barriere
… fattori che, mediante la
loro presenza o assenza,
limitano il funzionamento e
creano disabilità
Facilitatori
… fattori che, mediante la
loro presenza o assenza,
migliorano il funzionamento e
riducono la disabilità
La scuola deve
pensare soprattutto
che il suo compito,
attraverso
l’insegnamento,
consiste nella
riduzione
dell’handicap, e
quindi deve capire
che gli handicap
non sono “portati”
dall’individuo, non
sono innestati in
maniera stabile
all’individuo ma
sono relativi a una
situazione.
«La disabilità - scrive A. Canevaro - come dato
permanente non esiste: esiste una certa
disabilità ed è un processo. Così lo svantaggio
potrebbe rivelarsi più rilevante in un contesto,
meno o addirittura scomparire in un altro»
(A. Canevaro, Le logiche del confine e del sentiero – una pedagogia
dell’inclusione (per tutti, disabili inclusi), Erickson, 2006)
«L’ambiente deve essere
ricco di motivi di interesse
che si prestano ad attività
ed invitano il bambino a
condurre le proprie
esperienze» M.Montessori
Confronto fra approccio tradizionale e approccio inclusivo
Rosy Nardone Università di Chieti-Pescara
Approccio tradizionale
Educabilità degli studenti
Definizione del contesto
Risposte della scuola
Teoria della competenza
nell’insegnamento
Modello curricolare
Visione dell’intervento
Modalità di valutazione
Risultati attesi
Spiegazione dei fallimenti
educativi
Approccio inclusivo
Vi è una gerarchia di abilità cognitive
Ogni studente ha potenzialità illimitate
in cui gli studenti vanno collocati
di apprendimento
Collocazione in un programma speciale Creazione di un ambiente accogliente e
supportivo
Il sostegno all’apprendimento serve a
Il sostegno all’apprendimento viene
colmare le lacune del singolo studente effettuato revisionando il curricolo e
sviluppando l’attenzione educativa in
tutta la scuola
La competenza del docente si basa sul
La competenza del docente si basa sul
possesso della conoscenza di tematiche promuovere l’attiva partecipazione di
specifiche
tutti gli studenti al processo di
apprendimento
Ai meno capaci va offerto un curricolo A tutti gli studenti va offerto un
alternativo
curricolo comune
L’intervento è centrato sull’alunno in
L’intervento è centrato sulla classe in
funzione della classe
funzione dell’alunno
La valutazione dell’alunno è fortemente La valutazione è frutto di un esame dei
dipendente dallo specialista
fattori di insegnamento e
apprendimento non solo specialistici
Orientamento e diagnosticare e
Orientamento ad acquisire competenze
prescrivere i risultati
collaborative e diffuse
La causa delle difficoltà di
La causa delle difficoltà di
apprendimento è nelle carenti capacità apprendimento risiede in
dell’alunno
un’elaborazione del curricolo non
sufficientemente adeguata
Come fare una scuola
inclusiva?








1. Aver chiaro cos’è INCLUSIONE;
2. capire bene dove si sta andando;
3. l’inclusione riguarda il sistema;
4. l’inclusione è innanzi tutto questione di
flessibilità;
5. migliorare in ciò che già sappiamo fare;
6. prima di ricercare nuove risorse, saper
convertire quelle presenti;
7. riposizionare al centro la didattica;
8. far divenire inclusiva la didattica.
Chi è il docente inclusivo?
Il profilo di un docente inclusivo, viene
puntualizzato in quattro valori, ciascuno dei
quali declinato in un interessante elenco di
indicatori, sui quali le scuole potrebbero
aprire un’attenta riflessione, in relazione alla
stesura del PAI.
(European Agency for Development in Special Needs
Education “Profilo dei docenti inclusivi” 2012).
IL DOCENTE INCLUSIVO
I quattro valori di riferimento condivisi dai
docenti inclusivi sono:
 I.
(Saper) valutare la diversità degli
alunni – la differenza tra gli alunni è
una risorsa e una ricchezza
IL DOCENTE INCLUSIVO
 II.
Sostenere gli alunni – i docenti devono
coltivare aspettative alte sul successo
scolastico degli studenti
IL DOCENTE INCLUSIVO
 III.
Lavorare con gli altri – la collaborazione
e il lavoro di gruppo sono approcci
essenziali per tutti i docenti
IL DOCENTE INCLUSIVO
 IV.
Aggiornamento professionale continuo
– l’insegnamento è una attività di
apprendimento e i docenti hanno la
responsabilità del proprio apprendimento
permanente per tutto l’arco della vita.
Una postura inclusiva
 La
didattica inclusiva non deriva dalla sola messa
in campo di metodologie didattiche inclusive.
E’ necessario per il
docente assumere
una postura
educativa inclusiva.
Nella postura interiore è
leggibile l’intenzionalità
 Le
forme/modalità attraverso cui
l’insegnate si pone d’innanzi al suo
allievo, ovvero la specifica “postura
interiore” assunta dall’insegnante durante
l’azione didattica, costituiscono lo sfondo
psicologico entro il quale trova senso e
forza sia l’azione educativa, sia la
relazione educativa.
Un Con-tatto interiore
 Nel
contesto educativo, il
significato di postura interiore
rinvia ad uno specifico
atteggiamento dell’interiorità
del docente, inerente le
modalità (affettive,
cognitive, relazionali, etiche)
attraverso cui la sua
soggettività entra in contatto
con la soggettività del suo
allievo.
Una postura interiore
INCLUSIVA

Una postura interiore inclusiva consiste nel riuscire a
trasmettere ad ogni alunno – indipendentemente
dalle difficoltà presenti – il valore della sua persona;

Si tratta di aprire un credito di fiducia, di ottimismo, di
positività che nasce dalla propria passione per
l’educazione in generale, e entro questa per la sua
educazione.
L’inclusione è innanzi tutto
questione di flessibilità

Facendo riferimento a quello che può essere
considerato il manifesto della scuola inclusiva,
ovvero la Dichiarazione di Salamanca*,
«l’applicazione del modello dell’Inclusive education
richiede che i sistemi educativi sviluppino una
pedagogia centrata sul singolo alunno (childcentred pedagogy), rispondendo in modo flessibile
alle esigenze di ciascuno».
* UNESCO (1994), The Salamanca Statement and
Framework for Action on Special Needs Education,
Salamanca, Spagna.
Migliorare in ciò che già
sappiamo fare bene

Le Linee Guida dell’UNESCO in materia di inclusione
affermano che: «La scuola inclusiva è un processo
di fortificazione delle capacità del sistema di
istruzione di raggiungere tutti gli studenti. [...] Un
sistema scolastico ‘incluso’ può essere creato
solamente se le scuole comuni diventano più
inclusive. In altre parole, se diventano migliori
nell’educazione di tutti i bambini della loro
comunità».

UNESCO, Policy Guidelines on Inclusion in Education,
Paris 2009.
Prima di ricercare nuove risorse,
saper convertire quelle presenti
Le risorse vanno cercate
nell’ordinarietà
 Nei
compagni di classe (apprendimento
cooperativo, tutoring, ecc.);
 Negli insegnanti curriculari (aumentandone le
competenze, lavorando in squadra, ecc.);
 Negli insegnanti specializzati per il sostegno
(potenziandone il ruolo di insegnante di classe);
 Nei collaboratori scolastici (formandoli agli
atteggiamenti che meglio contraddistinguono
una scuola inclusiva).
Porre l’attenzione sui fattori che
riducono le performance degli
alunni

Saper ri-leggere il sistema d’istruzione ponendo
l’attenzione sui fattori e sulle situazioni che
concorrono a ridurre le performance degli alunni
(BARRIERE)

Imparare a sottoporre il proprio operato a procedure
di verifica riferite a indicatori di qualità, con
l’obiettivo di trasformare i contesti di apprendimento
in contesti sempre più commisurati alle necessità
educative di ciascun alunno.
Un valido riferimento è “L’Indice per l’inclusione”
Realizzato da Tony Booth e Mel Ainscow per il Centre for Studies on Inclusive
Education (CSIE, Centro Studi per l’Educazione Inclusiva), operativo a livello
scolastico dal 2000 negli USA.
Per un approfondimento si veda: Booth T., Ainscow M. (2008), L’index per
l’inclusione. Promuovere l’apprendimento e la partecipazione nella scuola,
Trento, Erickson. Angelo Lascioli - Università Verona
Riposizionare al centro la
didattica
Da un punto di vista
organizzativo:
 Nella
costruzione dell’offerta formativa
(orari degli alunni, orari degli insegnanti,
formazione delle classi, compresenze,
continuità, spazi, accessibilità delle aule,
dotazioni di base efficienti, ecc.);
Dal punto di vista del ruolo
docente






Aver cura della propria formazione;
Cercare aggiornamenti che coinvolgano in gruppo e
che abbiano ricadute sul lavoro in classe;
Prediligere il lavoro in team (fra discipline o settori
disciplinari);
Sviluppare la cultura della documentazione e della
valutazione (non importa se non tutti partecipano);
Condividere materiali, software, accesso ad archivi,
banche dati, ecc.
Cercare il confronto con altre scuole e lo scambio di
esperienze;
Far divenire inclusiva la
didattica
Orientarsi verso la «didattica
inclusiva»









Peer-tutoring;
Cooperative learning;
Didattica metacognitiva;
Problem solving;
Mappe concettuali;
Ricerca di offerte formative nel rispetto degli stili cognitivi
degli alunni/studenti;
Utilizzo di software per la didattica;
Sviluppare competenze nella costruzione dei libri di testo
(in particolare acquisendo capacità di semplificazione);
Sviluppare l’utilizzo di modalità laboratoriali nel fare
lezione
Una metodologia sequenziale
Guadagnare professionalmente il significato di inclusione
Cosa significa inclusione?
Quali ricadute sulla mia professione?
Individuare le risorse per l’inclusione
Cos’è una risorsa per l’inclusione?
Dove sono le risorse pe l’inclusione?
La didattica inclusiva
Una nuova concezione del rapporto
Insegnamento/apprendimento
Una postura
interiore
Un repertorio di
competenze
L’inclusione non riguarda gli
studenti, ma il sistema scuola

In base ai Principi Guida per promuovere la qualità
nella Scuola Inclusiva*, “l’inclusione riguarda tutti gli
studenti che rischiano di essere esclusi dalle
opportunità scolastiche, a seguito del fallimento del
sistema scuola”.
* European Agency for Development in Special Needs
Education (2009), Principi Guida per promuovere la
qualità nella Scuola Inclusiva – Raccomandazioni
Politiche, Odense, Danimarca
DOVE STA ANDANDO LA
SCUOLA?
La ricchezza • Inclusive
Education
delle diversità
BES
Integrazione
• Legge 170/2010
• Direttiva 2012 e
Circolare 2013
• L. 517/1977
• L. 104/1992
Dove sta andando la
professione docente?




Angelo Lascioli
Un sapere esperto che, per quanto si fondi sulla conoscenza
approfondita di una disciplina, si costruisce professionalmente
grazie allo sviluppo di competenze personali, di comunicazione,
di relazione, di problem-solving (strategico, organizzativo,
programmatico),
orientate all’incontro con il discente, con la sua persona, con i
suoi stili di apprendimento, il suo contesto di vita,
al fine di promuoverne lo sviluppo facendo leva sia sul
potenziale educativo della disciplina (declinata e resa
accessibile, privilegiando le modalità più vicine alle sue
caratteristiche)
sia sul potenziale educativo derivante dal gruppo classe e dal
lavoro di squadra (con gli altri docenti, con il personale della
scuola, con la famiglia, con il territorio).
APPENDICE
 Alcuni
strumenti a disposizione
INDEX FOR INCLUSION
(Booth e Ainscow per il Centro Studi Educazione
Inclusiva del Regno Unito)
 E’ il tentativo operativo di concretizzare il
concetto di inclusione nella scuola attraverso
un sistema di indicatori
 E’ un modello di full inclusion che può
orientare le istituzioni scolastiche impegnate
ad intraprendere il percorso per diventare
scuola per tutti
 Supera il concetto di bisogno educativo
speciale e sostituisce con quello di ostacoli
all’apprendimento e alla partecipazione
GLI INDICATORI PER
L’INCLUSIONE
Assolvono la funzione di descrittori delle
dinamiche che caratterizzano quella scuola,
quella classe…agendo come attivatori di
pratiche inclusive di qualità. Pongono gli attori
nelle condizioni di:
 Individuare le finalità a cui tendere
 Individuare priorità di cambiamento
 Progettare cambiamenti di prospettiva e di
pratiche
 Evidenziare le risorse
 Evidenziare le resistenze
Come procedere : Le fasi dell’
indice

Attività 1

Attività 2


Attività 3
Attività 4

Attività 5

Attività 6

Attività 7
Attività 8
Attività 9


Analizzare il Piano dell’Offerta Formativa della
scuola
Sviluppare una prima discussione sull’inclusione
Individuare barriere e risorse nella scuola
Approfondire le forme di supporto esistenti e
quelle possibili
Utilizzare gli indicatori per una prima
ricognizione delle situazioni problematiche
Discutere i dati emersi rispetto all’individuazione
degli indicatori
Scegliere le priorità e pianificare gli interventi
Creare un sommario delle priorità
Produrre una sintesi del lavoro svolto
Accordo di Programma
per l’Inclusione Scolastica e
Sociale degli studenti con disabilità
per la provincia di Belluno
CAP. 1 - TITOLARI DELL’ACCORDO
CAP. 2 - FINALITÀ
CAP. 3 - OBIETTIVI
CAP. 4 - RECIPROCI IMPEGNI PER L’INTEGRAZIONE
CAP. 5 - IL PERCORSO DELL’INCLUSIONE
• Prima conoscenza dell’alunno in difficoltà
• Conoscenza approfondita dell’alunno
• La progettazione dell’inclusione
• Fascicolo personale
CAP. 6 - CONTINUITÀ, ORIENTAMENTO, VALUTAZIONE
CAP. 7 - COORDINAMENTO TRA ISTITUZIONI E GRUPPI DI LAVORO
Uno sguardo oltre la scuola
http://icaredellalucia.jimdo.com/
Protocollo regionale di
identificazione precoce dei
casi di DSA
Centro Territoriale di Supporto
(CTS)
Centri Territoriali per
l’Inclusione
Questioni aperte
Sperimentazione del modello
di competenze e disabilità
Sperimentazione del modello
di competenze e disabilità
1.
Creare profilo personalizzato di certificazione
sulla base ICF, estendibile ad analoghi profili di
disfunzionalità.
2.
Completare la certificazione nazionale
allegando una descrizione particolareggiata di
profilo individualizzato in riferimento agli obiettivi
del PEI.
Riferimenti bibliografici
essenziali








Marisa Pavone (2016), Il profilo «mutante» dell’insegnante
specializzato, L’integrazione scolastica e sociale 15/1 Erickson
Booth T., Ainscow M., L’Index per l’inclusione, Erickson, Trento 2008;
Ianes D., Cramerotti S., Alunni con BES, Erickson, Treno 2013;
Ianes D., Bisogni Educativi Speciali e inclusione, Erickson, Trento
2005;
Lascioli A., “Dall’Integrazione all’inclusione: la scuola che cambia”,
in Orientamenti Pedagogici. Rivista internazionale di scienze
dell'educazione, Erickson, Trento 2012, vol. 59, n. 1, pp. 9-28;
Lascioli A., “Dalla scuola dell'integrazione alla scuola
dell’inclusione. Alcune importanti differenze tra il modello
dell’integrazione e il modello dell’Inclusive education”;
L’Educatore, Fabbri Editori, Annata 2011/2012, n. 2, pp. da 13 a 16
Rosy Nardone, «Verso l’educazione inclusiva», presentazione on
line;
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