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CLOSTRIDI: COME EVITARE CHE ARRIVINO NEL LATTE

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CLOSTRIDI: COME EVITARE CHE ARRIVINO NEL LATTE
IASMA Notizie
Stampato su carta certificata Ecolabel prodotta dalla cartiera Mondi
EU Ecolabel: AT/11/001
Notiziario tecnico del Centro Trasferimento Tecnologico della
Fondazione Edmund Mach - Istituto Agrario di S. Michele all’Adige
ZOOTECNIA
12 novembre 2014
n.
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IASMA Notizie n. 26 - Anno XIII - Taxe payée/Tassa riscossa - TN-CPO - Direttore responsabile: Michele Pontalti - San Michele all’Adige, Via E. Mach 1 - Autorizzazione Tribunale di Trento n. 1114 del 19.02.2002 - Stampa: Litotipografia Alcione, Lavis (TN)
CLOSTRIDI:
COME EVITARE CHE ARRIVINO
NEL LATTE
I batteri del genere Clostridium, detti anche clostridi,
rappresentano un problema per le aziende che producono latte destinato a formaggi a media e lunga
stagionatura. I clostridi generano infatti delle spore
resistenti alle avversità ambientali, che germinano
nel formaggio durante la stagionatura causando
gonfiori e fermentazioni indesiderate.
I clostridi si trovano normalmente nel terreno e vengono importati in azienda tramite gli alimenti,
in particolare foraggi contaminati con terra e/o fertilizzanti organici. Tali foraggi determinano un inquinamento diretto del latte per la polverosità che
li caratterizza e indiretto, ma non meno importante,
via alimentazione. Non va inoltre dimenticata la possibile contaminazione da parte di mangimi stoccati e
conservati in modo scorretto.
Una volta ingeriti dagli animali, i clostridi non vengono degradati ma si moltiplicano per poi essere espulsi con le feci. Le deiezioni rappresentano quindi il
maggiore veicolo di contaminazione dell’ambiente di stalla, e di conseguenza del latte. A loro volta,
le deiezioni utilizzate per la concimazione organica
dei prati aumentano il carico di clostridi nel terreno e
conseguentemente nel foraggio contaminato di terra. Si crea così il “ciclo aziendale dei clostridi” (fig. 1),
su cui l’allevatore ha la responsabilità di intervenire.
La stagione estiva appena trascorsa, caratterizzata
da poche e brevi finestre di bel tempo, ha impedito
a molte aziende di produrre foraggi di qualità liberi
da imbrattamenti. Ci si aspetta quindi che i fieni 2014
siano particolarmente a rischio clostridi.
La quantità di clostridi e di spore che saranno presenti nel latte in uscita dall’azienda dipende però in
maniera decisiva dalla gestione della stalla. L’allevatore ha infatti la possibilità, tramite accorgimenti gestionali e buone pratiche, di ridurre il carico
di clostridi nella stalla e limitarne la proliferazione.
A questo proposito, sono riportate nelle pagine seguenti alcune utili indicazioni pratiche.
Considerata l’eccezionale presenza di clostridi nei foraggi 2014, il livello di allerta e quindi le attenzioni dell’allevatore debbono essere particolarmente elevati.
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IASMA Notizie
12 novembre 2014
enagione
alimentazione
CICLO DEI CLOSTRIDI
IN AZIENDA
suolo
deiezioni e ambiente di stalla
concimazione organica
formaggio
mungitura
Fig. 1 Il ciclo dei clostridi in azienda
Indicazioni pratiche per ridurre la contaminazione del latte da Clostridi
ALIMENTAZIONE: minimizzare l’apporto di clostridi nella dieta •  evitare l’utilizzo di insilati sia per le vacche che per le manze (gli insilati sono comunque vietati dal Regolamento)
•  scartare partite di foraggio con presenza di terra, polvere e muffa o in fermentazione
•  nel caso di carro unifeed, rispettare rigorosamente le indicazione e le prescrizioni del Regolamento
•  ispezionare e pulire i silos dei mangimi ed i punti di stoccaggio almeno due volte all’anno
•  pulire regolarmente le mangiatoie dai residui di alimento
AMBIENTE DI STALLA: ottimizzare la pulizia degli ambienti
•  allontanare, più volte al giorno, le deiezioni dalle scoline o dalle corsie di passaggio degli animali
•  mantenere poste e cuccette in ottimali condizioni di asciutto e pulito
•  garantire un’adeguata areazione dell’ambiente
•  non movimentare foraggi e/o lettiere prima della mungitura
MUNGITURA: minimizzare l’inquinamento del latte con clostridi
•  mantenere un ottimale livello di pulizia degli animali
•  pulire accuratamente i capezzoli prima della mungitura
•  minimizzare l’entrata di aria nell’impianto durante l’attacco del gruppo
•  evitare il contatto delle attrezzature di stalla con superfici sporche di feci
•  pulire regolarmente i locali e tutte le attrezzature che possono venire a contatto con il latte
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12 novembre 2014
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REGOLAMENTO PER LA PRODUZIONE
E LA TRASFORMAZIONE DEL LATTE
Trentingrana Consorzio dei Caseifici Sociali Trentini
Estratto
Foraggi ammessi e vincoli alla loro
utilizzazione
La razione di base dei bovini allevati deve essere fornita da:
• foraggi affienati provenienti da prati permanenti, o anche da prati artificiali a base di graminacee
e/o leguminose;
• limitate quantità di erba verde impiegata appena dopo lo sfalcio proveniente da prati di cui
al punto precedente;
• utilizzazione diretta di pascoli aziendali o alpeggi
in quota.
È auspicata l’utilizzazione di fieni ottenuti con tecniche di aeroessicazione realizzate con temperature
dell’aria che non superino i 100°C.
Alimenti, foraggi e sottoprodotti
vietati
È vietata la detenzione in azienda, e l’utilizzo per tutte le categorie di animali, di alimenti insilati di qualsiasi tipo.
Devono inoltre essere esclusi dalla alimentazione:
• foraggi imbrattati di terra o polverosi, al fine
di prevenire un facile inquinamento del latte con
spore di clostridi, di cui il terreno è particolarmente ricco;
• foraggi ammuffiti o riscaldati, per evitare l’alterazione del latte con microrganismi non desiderati
e al fine di prevenire rischi sanitari a carico delle
bovine;
• foraggi contaminati da sostanze tossiche o comunque nocive.
Stoccaggio delle materie prime e
dei mangimi
Le modalità di conservazione delle materie prime e
dei mangimi complementari sono molto importanti per evitare qualsiasi tipo di alterazione alle loro caratteristiche di partenza: per questo l’allevatore deve
adottare tutti gli accorgimenti utili ad evitare ammuffimenti ed eventuali alterazioni.
In particolare, l’allevatore deve:
• verificare la qualità degli alimenti acquistati, con
particolare riferimento all’umidità, alla presenza di
muffe, di terra, di eccessiva polverulenza, di eventuali attacchi parassitari;
• conservare gli alimenti in ambiente idoneo, aerato
ed asciutto;
• utilizzare rapidamente alimenti acquistati sotto
forma di sfarinati, al fine di prevenire l’alterazione
legata ad un tempo eccessivo di stoccaggio, specialmente nei mesi più caldi;
• ogni 6 mesi svuotare i silos e le attrezzature
connesse alla distribuzione automatica dei
concentrati (silos, autoalimentatori, carri miscelatori) per eliminare eventuali residui di alimenti ammuffiti.
IL PRESENTE NOTIZIARIO È REALIZZATO
E DISTRIBUITO IN COLLABORAZIONE CON CONCAST
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12 novembre 2014
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