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Un metallo “pesante”... soprattutto per la pelle

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Un metallo “pesante”... soprattutto per la pelle
14
S
in alute
Un metallo “pesante”...
soprattutto per la pelle
Tra i molti metalli che possono provocare allergie è il nichel, seguito a ruota dal mercurio, quello che
viene più frequentemente ritenuto responsabile di reazioni cutanee sotto forma di dermatite. Pare
che addirittura il 7-10% della popolazione femminile e il 2-3% di quella maschile, nei Paesi industrializzati, sia allergica al nichel, presente in moltissimi oggetti di uso estremamente comune e in
un certo numero di alimenti. Non è facile, quindi, evitare in assoluto il contatto con questo metallo,
ma chi sa di essere allergico deve cercare di starne alla larga il più possibile per risparmiarsi noiosi
fastidi e, in qualche caso, conseguenze piuttosto gravi.
S
erata di pre-finali per il
concorso di Miss Italia:
bellissime ragazze vestite e
truccate alla perfezione
sfilano davanti alla giuria.
Molte di loro, però, smettono di
sorridere e iniziano a grattarsi; la
pelle del viso si arrossa e si gonfia
in più punti….cinque finiscono addirittura al Pronto Soccorso, terrorizzate dalle lesioni cutanee. E’ successo a S. Benedetto del Tronto, la
scorsa estate. Il colpevole di questo
increscioso episodio? A quanto pare, il nichel contenuto nelle paillettes luccicanti usate per truccare le
aspiranti Miss. Sempre più spesso
questo metallo è chiamato in causa
quando qualcuno si rivolge al medico per una dermatite di tipo eczematoso, con vescicole che si trasformano in croste e poi desquamano,
provocando un intenso prurito.
L’insidia si nasconde praticamente
ovunque.Componenti metallici
dell’abbigliamento (cerniere, ganci,
bottoni), bigiotteria e gioielleria,
chiavi, forbici, aghi, ditali, montature di occhiali, utensili da cucina,
maniglie, manici di ombrelli, e chi
più ne ha più ne metta. Per quanto
riguarda i gioielli, quelli in oro
bianco, argento, oro giallo a 14 carati e platino contengono nichel in
qualtità maggiore dell’oro giallo a
caratura più elevata e dovrebbero
quindi essere evitati dai soggetti
sensibili. Bisogna anche tener presente che la stagione estiva e i climi
caldo-umidi provocano più facil-
ALLERGIA AL NICHEL
mente la liberazione del metallo
sulla pelle, a causa dell’aumentata
sudorazione. Ma oltre che negli oggetti, il nichel è presente anche in
prodotti comunemente usati come
detersivi, cosmetici, tinture per capelli, liquidi per la permanente, per
non parlare delle sostanze impiegate in molte lavorazioni industriali e
artigianali, che sono responsabili di
dermatiti da contatto di tipo professionale. Anche il fumo di sigaretta
introduce nell’organismo una certa
quantità di nichel. L’avvento
dell’euro, poi, è stato micidiale per
le persone allergiche a questo metallo: un recente studio svedese ha
dimostrato che la quantità di nichel
contenuta nelle monete da 1 e 2 euro è più che sufficiente a scatenare
la reazione cutanea nei soggetti sensibilizzati. Ne sanno qualcosa i tanti
commessi di negozio e cassieri che
si sono ritrovati a dover fare i conti…non con il denaro, ma con la fastidiosa dermatite. Tra i giovani,
l’allergia al nichel si sta diffondendo a causa della moda del piercing.
I gioiellini metallici introdotti nella
cute contengono spesso elevate
quantità di nichel ed anche l’ago
con cui viene praticato il foro può
rilasciare particelle del metallo. Recentemente il Comitato Europeo di
Normazione ha istituito un bollino
di certificazione che garantisce un
contenuto inferiore allo 0,07 di nichel nei gioiellini da piercing: i ragazzi che intendono abbellirsi con
questo tipo di “decorazione” farebbero quindi bene a richiedere monili accompagnati dalla certificazione
europea che, oltre a descriverne la
forma, specifica il metallo utilizzato, il numero della norma UNI-CEN
di riferimento e il marchio del laboratorio che ha eseguito il test.
Chi è allergico a questo metallo deve poi fare molta attenzione quando
si siede a tavola. I cibi dovrebbero
essere cotti soltanto in pentole
smaltate in teflon o alluminio; le
stoviglie devono essere di acciaio
inossidabile o vetro. Ma soprattutto
devono essere evitati i cibi in scatola e gli alimenti ad alto contenuto
di nichel. Tra questi, soprattutto il
cacao, che ne contiene ben 10 mg.
per chilo; quindi la liquirizia (4,4
mg/Kg), le arachidi (2,9 mg/Kg), le
lenticchie (1,9 mg/Kg), le nocciole
(1,5 mg/Kg). E’ vero, però, che questi alimenti vengono generalmente
assunti in piccole quantità, mentre
di altri, apparentemente più “innocenti”, se ne introducono quantità
molto maggiori. Ecco perchè bisogna ridurre o eliminare il consumo
di pomodori, fagioli, piselli, asparagi, spinaci, cipolle, ostriche (facili
da evitare per via del costo!), pere,
prugne, thè, funghi, farina integrale.
Va sottolineato, a proposito dei cibi, che se il contatto cutaneo con il
nichel provoca in chi è allergico la
dermatite, negli stessi soggetti l’ingestione del metallo può essere responsabile di reazioni più gravi,
che in determinate condizioni ambientali possono arrivare anche
all’asma. Il rischio di reazione allergica non riguarda però soltanto la
vita quotidiana, ma anche la realtà
sanitaria. Alcune protesi usate in
ortopedia contengono nichel, così
come i dispositivi ortodontici detti
“multibrackets”. Questi ultimi sono
stati riconosciuti responsabili di
molte gengiviti allergiche, dovute al
fatto che il dispositivo, pur essendo
costituito da acciaio inossidabile,
rilascia una certa quantità di nichel
a seguito di fenomeni di corrosione.
Il primo passo della strategia difensiva è, ovviamente, la diagnosi, che
si effettua facilmente con il patchtest. Questo consiste nel mettere
della vasellina contenente nichel
solfato a contatto con una piccola
porzione di cute. Dopo 48 ore il medico, osservando la reazione cutanea, è in grado di stabilire se il nichel è effettivamente la sostanza allergizzante. In caso affermativo,
non resta che armarsi di pazienza e
cominciare a scrivere la lista di tutto ciò che va evitato.
Cora Tartini
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