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VERROCCHIO E LEONARDO LEONARDO E CREDI
©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte VERROCCHIO E LEONARDO LEONARDO E CREDI SSENDOMI oramai confessato sul conto Madonna con due Angeli alla National Gallery delle pitture che in oggi darei al Verrocchio (fig. 4 dell'articolo precedente) e poichè oggi il stesso e anche nei riguardi di quelle che attridipinto lo ritengo per opera del Verrocchio, devo considerare suoi anche i disegni. E avendo buivo a lui per il passato e che ora sono pronto ad accettare per opere del giovane Leonardo, attribuito il profilo di donna a grandezza natued avendo peraltro accertato che, ad onta della rale che è nella Biblioteca di Christ Church tradizione contraria, non il Verrocchio ma alla medesima mano che eseguì gli angeli Beckerath, ne risulta che anLeonardo stesso dev' essere ch'esso dev'essere di quelstato il maestro del Credi, spero che la mia mente l'artista (BER. già 2797 ora 2782A,VAN MARLE si sia sufficientemente affrancata dalle noXI, pago 533). E in zioni erronee così verità, data la sua particolare forda poter osservare con occhio mula chi altro potrebbe essere sereno quei disel'autore di un gni che tutt'ora si attribuiscono simile capolavoro, all'uno o all'altro espressione indei tre artisti e dubbiamente fra le più audaci e su i quali il giudizio degli stule più lspiratrici diosi differisce del disegno quatancora. trocentesco? Non importa Superfluo alperciò che io tresì sarebbe per insista sul foglio me il voler didi Beckerath per mostrare che il provare quello profilo agli Uffizi che oramai è gedi giovane donna neralmente acdagli occhi abcetto o quasi, e bassati, rivolto a cioè che è del sinistra (BER. già Verrocchio stesso 2791 ora I015 A, (BER. già 2784, fig. I I dell'artiora 2780 E) . Ho colo precedente) sempre creduto è di Leonardo. gli abbozzi per L'attribuzione è alcune teste di ovvia, perchè il angeli sul diritto disegno è certo e sul rovescio di dell'autore delquel foglio dell'Annunciazione FIG. I - LONDRA, MUSEO BRITANNICO, GABINETTO DELLE STAMPE LEONARDO: STUDIO DI DRAPPEGGIO l'autore della agli Uffizi e del E 31 ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte FIG. 2 - FIRENZE, GALLERIA DEGLI UFFIZI, GABINETTO DELLE STAMPE - LEONARDO: STUDIO DI DRAPPEGGIO Ritratto Lichtenstein (figure 12 e 13 dell'articolo precedente) pitture che oggi considero ambedue di Leonardo. Uno studio più accurato mi ha portato a riconoscere che non si tratta, come prima credevo, di una copia, bensì di un originale. Il disegno ha sofferto, ma poco, al confronto di tanti altri, e ciò che ne resta basta ampiamente al nostro scopo. Solo Leonardo poteva disegnare una testa di capelli dall'acconciatura così complicata e solo lui era capace di eseguirla con tecnica così minuziosa e con tanta estrema sottigliezza e delicatezza. Però il disegno data da un' epoca anteriore all' Annunciazione del Louvre (fig. 20 dell'articolo precedente) per la quale Bode ed altri lo ritenevano uno studio. I motivi che ci fanno attribuire questo profilo a Leonardo, sono quelli che m'inducono anche a dare a lui una testa del Louvre vista interamente di fronte (Inv. 2376, BER. 1067 B, fig. IO dell'articolo precedente). Questa testa sarebbe anche antecedente all'altra. ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte FIG. 3 - FIRENZE, GALLERIA DEGLI UFFIZI, GABINETTO DELLE STAMPE - LEONARDO: STUDIO DI DRAPPEGGIO q ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte FIG. 4 - PARIGI, LOUVRE, GABINETTO DELLE STAMPE - LEONARDO: STUDIO DI DRAPPEGGIO Fra i disegni riguardo ai quali i pareri sono tuttora discordi, c' è un gruppo di studi di drappeggio attribuiti tradizionalmente a Leonardo e che ora accetto per opere sue giovanili, eseguite prima dell'incompiuta Adorazione dei Re Magi. C'è chi li dà al Verrocchio ed altri, come facevo io all' epoca della mia ignoranza, li attribuiscono ad un allievo ignoto di quell'artista. Ci conviene perciò soffermarci un momento per considerarli meglio. Il primo è uno studio di donna inginocchiata nella Collezione Malcolm del British Museum (BER. già 2799, ora 1037 A, fig. I). Visto che oramai considero per opere proprie del Verrocchio la Madonna di Londra, quella più tarda di Berlino e quella del Metropolitan Museum (figure I, 2 e 4 dell'articolo precedente), l'analogia già da tempo osservata fra il panneggio di quelle 244 tre pitture e il getto di pieghe del disegno Malcolm tenderebbe a dimostrare che anche quello studio sarebbe del Verrocchio stesso. Ciò che resta del tipo facciale, ci porterebbe alla stessa conclusione. Particolarmente spiccate sono le somiglianze nell'ovale, nelle fattezze e nel drappeggio con la Madonna più tarda di Berlino. Però un'ombra di dubbio persiste sempre. Sarà forse un' impressione prettamente soggettiva quella che mi fa sentire nella struttura basale di questo studio di panneggio e anche nel ritmo della linea e nella qualità del chiaroscuro qualche cosa di più del Verrocchio, quale me lo sono ricostruito ora per mio conto. Ho pensato a tutti i seguaci del maestro, che potessero averla compiuta e particolarmente a Domenico Ghirlandajo, al Perugino, al Maestro dell'Annunciazione nel Gardner Museum (Boston) e ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte FIG. 5- FIRENZE, GALLERIA DEGLI UFFIZI, GABINETTO DELLE STAMPE - LEONARDO : STUDIO DI DRAPPEGGIO (Fot. Alinari) perfino a Melozzo da Forlì. Mi sono convinto che non è di nessuno di costoro, il che non toglie che possa pur'essere del Verrocchio stesso, ma confesso che mi sento fieramente tentato ad attribuirlo a Leonardo. Non c'è motivo antecedente che provi il contrario. La data, prescindendo dalla questione d'autore, non è necessariamente anteriore al I470 e forse è anche un poco più tarda. Leonardo era allora per lo meno diciottenne e capace di raggiungere quello che il suo maestro solo attraverso molti aÌmi di sforzi aveva potuto acquistare ed era in grado anche di oltrepassarlo. Con queste osservazioni potremmo abbandonare il disegno nel limbo delle cose dubbie, FIG. 6 - PARIGI, LOUVRE, GABINETTO DELLE STAMPE LEONARDO: STUDIO DI DRAPPEGGIO cullato dal cortese zeffiro dello scetticismo o scosso dalle raffiche delle polemiche turbolente, se non esistessero vari altri studi che hanno la stessa tecnica, lo stesso tipo, e più o meno la stessa qualità; studi che parrebbero dell'autore del panneggio Malcolm, il che non esclude che l'uno o l'altro di essi sia una copia fedele invece di un originale. L'esame che faremo di questi disegni ci indicherà forse la soluzione della questione d'autore per !'intero gruppo. Quello che più si accosta al disegno della ColI. Malcolm anche per grandezza, è lo studio agli Uffizi (437 E, BER. già 2793, ora IOI5 C, fig. 2), di un getto di pieghe per una figura 245 ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte seduta vista dalla SInIstra. La parte superiore le possibilità che offre dal lato del disegno. Ce è appena abbozzata mentre l'altra, dalla cintola lo dimostra il primo esempio di questo gruppo, in giù, è eseguita con la massima accuratezza. lo studio di drappeggio Ma1colm per un' AnnunSarebbe più un saggio di retorica che di critica ciazione (fig. I), che è indubbiamente anteriore voler dettagliare la somiglianza quantitativa e a questi due getti di pieghe, e quello per lo qualitativa esistente fra stesso soggetto, probai due disegni; essendo bilmente un po' più taressi però opera di un do, alla Galleria Corsini disegnatore così emia Roma (BER. 1082 B, nentemente creativo da VENTURI, Storia, IX, I, non poter mai ripetere pago IOO). se stesso o far qualunSulla pittura degli que cosa per pratica, gli Uffizi le pieghe sono studiosi la cui esperien- appositamente parza si limita ad artisti rebbe - assai più comche non sono altro che plicate e bizzarre che su stampe di gomma anii due disegni, creati, ma te, capaci di esaurirsi almeno secondo il mio ma non di variare, pomodo di vedere, da trebbero dubitare delquegli occhi e da quell'identità della mano. la mano che vide e diQuesti" Contrazionisegnò lo studio Malcolm e lo studio degli sti "' come io li chiamo, Uffizi (figure I e 2). potranno essere ancora più restii nell'ammetteLa tendenza a comre che l'autore dei due plicare anzichè a semdisegni possa aver eseplificare, a sottilizzare anzichè chiarire, che deguiti anche gli altri due che ora indicheremo. v' essere stata di LeonarL'uno è agli Uffizi (420 do fin dalla sua nascita, E, BER. già 2790, ora FIG.7 - RENNES, MUSEO - LEONARDO: STUDIO DI DRAPPEGGIO ha trovato non poco in101 4 A, fig. 3) e l'altro coraggiamento in quella predilezione per l'ultra sensitivo, l'ultra raffial Louvre (Inv. 2256, BER. già 2801, ora 1067 A, nato, l'eccezionale, l'esotico quasi, che si manifig. 4). Ambedue sono studi per il drappeggi~ di festava in Desiderio, nel Pollajuolo e supremauna figura inginocchiata verso la destra e su quelmente nel Verrocchio. Nel regno dei drappeggi, lo del Louvre il contorno del torace e del bracche per l'appunto è il nostro soggetto, Leonardo cio destro è negligentemente tracciato. Solo un pare abbia raggiunto il massimo distacco dal " Contrazionista Il per la pelle potrà dubitare senso comune nelle vesti della Vergine nel dell' identità della mano in questi due disegni. quadro dell'Annunciazione agli Uffizi; ma anLa maggior parte dei critici li considera studi dava ancora cercando, esperimentando ed oscilper l'Annunciazione degli Uffizi e tutti quelli lando forse violentemente se, come a me pare, che attribuiscono tale pittura a Leonardo, fra i è lui l'autore degli studi di drappeggio per quali ora ci sono anch' io, dànno a lui questi due statue dai torsi nudi dei quali l'uno, apstudi di drappeggio. Non sono del resto proprio convinto che siano stati eseguiti in rapporto parentemente femminile, è agli Uffizi (433 E, BER. già 2792, ora IOI5 B, fig. 5) 'e l'altro diretto con questa particolare pittura. Il soga Rennes (BER. I082 A, fig. 7). Ambedue sono getto, come quelli della Natività e dell'Epifania, relativamente più verrocchieschi ma non del deve aver interessato il giovane Leonardo per ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte FIG. 8 - PARIGI, LOUVRE, GABINETTO DELLE STAMPE - LEONARDO: STUDIO DI DRAPPEGGIO Verrocchio stesso, il che si vede confrontandoli con i drappeggi dell'una o dell'altra pittura che ammetterei per sue o con le sculture che son sue indiscutibilmente, come la Madonna in terracotta del Bargello che era a S. Maria Nuova, la Decapitazione del Battista in argento all'Opera del Duomo di Firenze, il bronzo di Tommaso dubitante ad Orsanmichele e la terracotta del S. Girolamo al Victoria and Albert Museum. I due studi (figure 5 e 7), sembrano il risultato di uno sforzo dell'artista per ritornare verso una maggiore semplicità, che sia allo stesso tempo meno angolosa, meno esplicitamente geometrica dell'abbozzo Malcolm per l'Annunciazione 247 ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte FIG. 9 - BERLINO, MUSEO FEDERI GO - DOMENICO GHIRLANDAJO: L'INCONTRO DI GESÙ BAMBINO CON S. GIOVANNINO e del suo compagno agli Uffizi (figure I e 2). Più osservo e più mi convinco che la tendenza verso un'acconciatura di pieghe meno elaborata, più razionale, più a fori che a spacchi che troviamo nei due studi ultimi esaminati (figure 5 e 7), raggiunge il suo punto culminante nell' abbozzo di drappeggio più noto in questa specie di tecnica e accetto unanimamente per essere di Leonardo. È quello del Louvre (BER. 1061, fig. 8) per la parte inferiore di una figura seduta che si trae indietro, posa che farebbe forse pensare ad un'Annunciazione. Nella piccineria dei dettagli questo disegno differisce abbastanza dagli altri studi di drappeggio fin' ora esaminati così da poter apparire ad occhio meno esperto l'opera di un altro artista. lo ci scopro però lo stesso ritmo, lo stesso slancio di linea pressochè lirico con lo stesso senso plastico formativo nella distribuzione del chiaroscuro e la stessa ampiezza e larghezza che abbiamo trovata nel disegno Ma1colm (fig. I) (non ostante la sua angolosità) e in quello Corsini. Altro esempio del medesimo tipo e della medesima classe} è lo studio di drappeggio al Louvre (R. F. 1081, BER. 1070, fig. 6) per un uomo barbuto dall'aria virile ed intellettuale che sta rivolto verso la destra con le braccia incrociate sotto al petto e le mani nascoste nelle ampie maniche. Le pieghe di questa impressionante figura sono meno razionali che nell'altro disegno, più arrotondate, più vicine allo studio degli Uffizi e a quello di Rennes (figure 5 e 7) e pare che indichino una data di poco antecedente. Quella figura maschile sembrerebbe destinata per uno dei personaggi importanti in un'Adorazione dei Re Magi e la testa dal lieve contorno già preannunzia le teste del Cenacolo come fanno altre teste su i disegni per la grande pittura incompleta degli Uffizi. Dubito però che la figura sia stata disegnata in riferimento al quadro perchè le pieghe sembrano di data anteriore e pare che Leonardo già da anni facesse all'amore con quel soggetto. Presumendo come faccio io l'unità di questo gruppo di studi di drappeggio, disegnati al ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte FIG. IO - LONDRA, COLLEZIONE WOODWARD - DOMENICO GHIRLANDAJO : NATIVITÀ 32 ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte FIG. II - FIRENZE, GALLERIA DELL'ACCADEMIA - DOMENICO GHIRLANDAJO : LA VISITAZIONE bistro col pennello su tela, presumendo, dico, tale unità anche se un disegno come quello degli Uffizi per una figura a metà drappeggiata (fig. 5) dovesse risultare una copia accuratissima invece di un originale, l'attribuzione dell'intero gruppo a Leonardo sembrerebbe logica. E benchè i critici in massima siano stati alquanto timidi nell'avvicinare questi disegni, pure ognuno di essi, o quasi, è stato accettato nel suo valore tradizionale dall'uno o dall'altro degli studiosi di fama. Noi morelliani ci siamo mantenuti all' opposizione, e pure il più dotato (Fot. Brogi) e perfezionato fra i miei compagni di trentacinque anni fa, Jens Thiis, ha accettato l'abbozzo di drappeggio degli Uffizi per una figura seduta (fig. 2) quale studio della Vergine nell'Annunciazione della stessa Galleria (fig. I2 del l'articolo precedente). Anch'io vedo in entrambi la medesima mano, pur non potendo ammettere che il disegno sia stato eseguito con riferimento diretto alla pittura. Visto che oramai il quadro lo considero opera propria di Leonardo, quella testimonianza del Thiis _ . e Thiis fra tutti i morelliani era il più severo - confermerebb~ ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte l'attribuzione a Leonardo di un abbozzo che è certamente della stessa mano che eseguì il disegno Malcolm (fi gura I) e quasi con altrettanta certezza tutti gli altri. Se non sono opere di Leonardo ai suoi primi anni di chi altro fra i seguaci del Verrocchio potrebbero essere ? Il Perugino o altri U m bri frequentatori della bottega del Verrocchio si escludono subito, e Giovan Battista Utili non sarebbe alla loro altezza. I primi e i più angolosi di questi studi di drappeggio ci ricordano indubbiamente il Ghirlandajo ed ho considerato seriamente se non possano essere SUOlo Ho deciso di no perchè Dome nico nelle sue prime pitture quale il frammento della Natività nella Collezione Woodward di Londra (fig. IO), la predella di Berlino che rappresenta FIG. 12 - CAMBRIDGE, Ml!SEO FOGG - DOMENICO GHIRLANDAJO: ANNUNCIAZIONE l'Incontro di Gesù Bammentre la parte inferiore, dalla cintola in giù, bino con S. Giovannino (fig. 9), l'altra predella è analoga alle vesti della Vergine nella precon la Visitazione nell' Accademia di Firenze della di Berlino (fig. 9) e l'insieme somiglia (86 54, fig. II) e il magnifico frammento di alle figure della Visitazione (fig. II). Ma basta una Annunciazione, affresco nel Fogg Museum, paragonare questo getto di pieghe (fig. 13) con Cambridge, U. S. A. (fig. 12), ha i drappeggi quello del disegno Malcolm (fig. I) per accorgersi più rigidamente lineari, quasi fossero fatti con che geometrizza, che cioè semplifica il modello la falsariga per evitare le curve e gli attorcidel Verrocchio, il quale si manifesta nella Ma gliamenti a cavaturacciolo. Un grande studio donna più tarda di Berlino, nella Madonna con di drappeggio al Louvre (1870, 517, BER. 886 A, fig. 13), considerato opera di Fra Filippo, è certo i due Angeli della National Gallery (figure 4 e 5 della stessa mano e nella fase che eseguì i Ghirdell'articolo precedente), e la semplifica in un modo che non ritroviamo nello studio Malcolm, landajo or ora nominati perchè nella parte supeper quanto esso sia il più angoloso di tutta la serie. riore corrisponde molto da vicino all' affresco ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte 13 4 FIG. 13 - PARIGI, LOUVRE, GABINETTO DELLE STAMPE - DOMENICO GHIRLANDAJO: STUDIO DI DRAPPEGGIO (Fot. L es Arch. Photogr. d'Art et d'Histoire, Parigi) FIG. I4 - RENNES, MUSEO - "TOMMASO II : STUDIO DI DRAPPEGGIO Per non trascurare alcuna possibilità, guardiamo ancora un momento uno studio di drappeggio a Rennes (fig. I4) che ho pubblicato sulla Rivista d'Arte del 1932 dandolo a quell'enigmatico doppio del Credi denominato per ora" Tommaso I l ' Per la tecnica e per l'aspetto generale è così vicino ad alcuni dei disegni del nostro gruppo, e in particolar modo ai due degli Uffizi (figure 2 e 3), che a prima vista lo si darebbe alla stessa mano. lo lo vedo non solo anatomicamente e plasticamente differente, benchè tanto vicino, ma anche più duro di ritmo e più tagliente di linea. Sembra un disegno che abbia la precisa identica relazione con quegli altri studi che hanno i migliori drappeggi del Rondinelli con rispetto ai drappeggi del Bellini che vorrebbero imitare. Confido che saremo d'accordo nel dire che nè il Ghirlandajo, nè "Tommaso "' gli unici Fiorentini che entrino in questione, potevano essere gli autori dei primi disegni di questo gruppo, mentre i più tardi ci conducono verso quel magnifico studio del Louvre per il drappeggio di una figura seduta vista dalla cintola in giù (fig, 8), Il disegno, accetto e ammirato da tutti i veterani della critica d'arte, è ora messo in dubbio dalle giovani reclute del mestiere. E infatti, l'occhio inesperto del principiante deve restare colpito a tal punto dalla somiglianza col Credi che facilmente gli potrebbe accadere di attribuirlo precipitosamente a lui. Si cadrebbe ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte Monaco e Leningrado. Ma per quanto queste COSl in un errore che nel caso di Giovanni pitture siano sempre state superiori al Credi di Bellini ci è voluto mezzo secolo per superare, qualità, altrettanto lo oltrepassa qui la forza di quello cioè di attribuire ad un allievo, incuranti chiaroscuro, 1'energia del ritmo e lo slancio della differenza di qualità, tutto ciò che nel maestro porta 1'impronta di fase passeggera e che della composizione. C'è in questo drappeggio un'ampiezza monumentale che ci ricorda le viceversa nel seguace assume carattere stabile e figure sedute dei timpani del Partenone nel duraturo. In materia di pomologia sarebbe lo stesso voler provare che il ramo nasce dal gerBritish Museum o almeno la figura serenamente moglio, il tronco dal ramo e che le radici nascono maestosa della Demeter in quella collezione. Paragonate con questo il migliore studio di dal tronco. E pure, per decadi intere, abbiamo continuato ad attribuire alcune delle più belle drappeggio che noi tutti accettiamo per opera del opere del Bellini ai vari seguaci, ognuno dei quali Credi, quello a punta d'argento nella Collezione poi a sua volta tendeva a persistere vita sua durante in quella fase ch' era propria del maestro al momento che 1'aveva incontrato. E 1'errore non è ancora completamente eliminato. Nei nostri studi è quasi impossibile liberarsi dalle asserzioni quando una volta hanno trovata la via della stampa e ad onta di tutti gli sforzi in contrario, ci sono sempre dei Bellini che si considerano dei Solario, dei Basaiti, dei Catena, dei Bissolo, ecc. Con la speranza di rimediare a tanta confusione, e per difendere allo stesso tempo la mia posizione, dirò qualche altra parola su questo getto di pieghe anche a rischio di rendermi noioso. Ammetto la somiglianza col Credi e la somiglianza dei tipi facciali suoi con quelli dei dipinti giovanili di Leonardo: cioè con 1'Annunciazione degli Uffizi FIG. 15 - UTRECHT, COLLEZIONE LUGT - LORENZO DI CREDI: STUDIO DI DRAPPEGGIO e con le M adonne di 253 ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte sua carriera il Credi non ha mai creato un panneggio che si distaccasse da questo canone. Se quel getto di drappeggio fosse stato inventato dal Credi, non è probabile che il Ghirlandajo, maggiore a lui di sette anni, conscio della propria forza artistica, in piena carriera e già famoso, si mettesse d' improvviso ad imitarlo nella sua pala d'altare con i due Arcangeli che è agli Uffizi (VAN MARLE, XIII, p. 53), nè che lo seguisse, quasi altrettanto da vicino, Francesco di Simone Ferrucci nelle sue figure allegoriche del Monumento Tornabuoni ora nel Museo André di Parigi (MAcKOWSKY, Verrocchio, p. 47). Leonardo invece pare che abbia stabilito fin dall' inizio la sua superiorità e che, simile a Michelangelo, a Giorgione e a Raffaello, FIG. 16 - LONDRA, MUSEO BRITANNICO, GABINETTO DELLE STAMPE abbia affascinato i più "TOMMASO ,,: STUDIO DI DRAPPEGGIO avventurosi e dotati fra i giovani artisti, anche se, come nel caso del GhirFritz Lugt (BER. 7280, fig. I5) il quale in verità è landajo, erano suoi maggiori di due o tre anni. 1) così straordinario che allorchè venne alla luce, per poco non trovò il suo posto fra i disegni di LeoGli studi di drappeggio da noi qui sopra nardo. Non è una copia esatta del getto di pieghe esaminati, non sono gli unici disegni che i critici, che stiamo esaminando, ma potrebbe essere la copia di un altro abbozzo di Leonardo o anche a seconda della loro ispirazione metafisica, un' imitazione libera. La differenza di qualità non attribuiscono al Verrocchio, a Leonardo e al è dovuta solo alla tecnica diversa. È accurato, Credi. Chè in fondo, ogni conclusione, per meticoloso, pieno di meriti, ma è stretto, lisciato quanto scrupolosamente raggiunta a mezzo di e un tantino timoroso. Tutto sommato è il lavoosservazioni coscienziose e competenti, è ispiro di uno scolaro diligente e anche ambizioso rata non solo alla psicologia e all' epistomologia, che ha creato il suo capo d'opera e rimane poi un ma alla cosmologia e anche - forse massiimitatore per il resto della vita. Durante l'intera mamente - alla teologia, che nessuno può fare 254 ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte , t I ~ \ " FIG. 17 - F1RENZE, GALLERIA DEGLI UFFIZI, GABINETTO DELLE STAMPE - DOMENICO GHIRLANDAJO (?): STUDIO (Fot. Soprint ., Firen ze) a meno di mantenere viva in se stesso. Quello che noi riteniamo un dato artista capace di fare o di non fare si basa sulla nostra indefinita e perciò indiscutibile conoscenza della natura di lui, conoscenza che a sua volta viene determinata dalla nostra individuale visione dell'universo. E se due critici di eguale competenza differiscono d'opinione sullo stesso soggetto, è a causa di questa differenza più che per ragioni di prestigio o per via di quella animale combattività dalla quale pochi solamente riescono ad affrancarsi completamente. Prendiamo per esempio il gruppo di disegni agli Uffui, eseguiti per la maggior parte al carbone leggero su carta bianca, che io, nella mia prima edizione, riunii insieme credendo fossero tutti della medesima mano, ma non quella del Verrocchio e meno ancora quella di Leonardo. Siamo tutti d'accordo sulla grazia e l'attrattiva di questi studi; ma per essere del FIG. 18 - FIRENZE, GALLERIA DEGLI UFFI ZI , GABINETTO DELLE STAMPE - DOMENICO GHIRLANDAJO (?) : STUDIO (Fot. Soprint ., Firenze) Verrocchio sembrano troppo incerti e troppo deboli. Ci sentiamo trasportati dal geniale abbozzo di bambino sul rovescio del foglio che porta la testa di giovane donna (2I2 F, BER. 2798, figure I7 e I8), però resto nell' incertezza se, data la formula e data una buona scuola, un arti sta di minor talento di Leonardo e anche del Verrocchio, non poteva essere capace di tanto. N é doveva essere necessariamente un artista superiore a quello che eseguì la testa femminile dall'altra parte dello stesso foglio . L'abbozzo del bambino ci ricorda abbastanza i disegni degli Uffizi n. 443 E e 444 E (BER. 2794, 22795, VAN MARLE, XI, pago 5I9 e 52I) per poter essere opera dello stesso autore. E l'intero gruppo di disegni culmina nel più delicato e più sottile di essi quello della Madonna che adora il Bambino sorretto da un angelo mentre S. Giovannino li rimira con occhio amorevole (BER. 2796, fig. I9). 255 ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte sapere se lo faceva. Non ne posso esser Sicuro perchè non conosco altri disegni suoi di quel tipo che risalgano a quest' epoca giovanile. Ma esistono delle pitture che quasi con certezza mi arrischierei ad attribuire a lui al principio della sua carriera e che hanno somiglianze abbastanza ragguardevoli di sentimento, di tipo, di linea e di modellatura con questi disegni e che perciò mi confermano nella mia sensazione che essi debbano essere stati eseguiti dalla medesima mano e quasi nella stessa fase. Intendo dire una Madonna al Louvre attribuita al Mainardi (fig. 20), un'altra, più verrocchiesca ancora, che era prima alla ColFIG. 19 - FIRENZE, GALLERIA DEGLI UFFIZI, GABINETTO DELLE STAMPE lezione Mumm a FranDOMENICO GHIRLANDAJO (?) : STUDIO coforte sul Meno, apNon è opera del Verrocchio e neanche di partenente ora a Mrs. Alfred G. Wilson, Detroit Leonardo, forse di un qualche scultore assi(fig. 22) e il frammento di una Natività nella stente del primo. Diciamo quello della Madonna Collezione Woodward a Londra (fig. 9). In tutti col Bambino benedicente al Bargello (VAN MARLE, questi 1'ovale della Vergine, la bocca e 1'espressione si avvicinano singolarmente all'ovale, alla XI, pago 492) o meglio ancora quello della bocca e all' espressione della testa di giovane Madonna nella Collezione Quincey Shaw con 1'Angelo sorreggente il Bambino (MACKOWSKY, donna agli Uffizi (fig. 17), e la testa di bambino pago 36). Pure un'altra idea mi torna a mente abbozzata con tanto slancio sul rovescio del ogni volta che penso a questi disegni: che potrebfoglio (fig. 18) potrebbe essere facilmente opera bero essere forse di Domenico Ghirlandajo, dell'autore del Bambino nel quadro Mumm del tempo in cui usciva fresco fresco dalla (fig. 22). Sotto ogni rapporto le somiglianze fra queste pitture sono di poco inferiori a quella che bottega del Verrocchio. La data dei disegni è esiste fra le pitture e il disegno degli Uffizi circa il 1470 e potrebbero essere approssima(fig. 19) e se questo studio è opera di un pittore tivamente del periodo della Madonna con due e non di uno scultore (chè la figura del S. GioAngeli del Verrocchio che è alla National Galvannino ci rammenta tanto il Rossellino) non lery (fig. 4 dell'articolo precedente). esiste altri fuori del Ghirlandajo che con proDomenico aveva allora ventun anno e anche a ventitrè poteva disegnare così; tutto sta a babilità ne possa essere l'autore. ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte FIG. 20 - PARIGI, LOUVRE - DOMENICO GHIRLANDAJO: MADONNA COL BAMBINO 33 (Fot. Alinari) ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte FIG. 21 - DRESDA, PINACOTECA, GABINETTO DELLE STAMPE - Lorenzo di Credi sembrerebbe aver eseguito i pochi disegni che ancora ci restano da annoverare fra quelli sui quali gli studiosi non riescono a mettersi d'accordo per attribuirli al medesimo artista, sia Lorenzo, o Leonardo, o il Verrocchio. Non occorre che io discuta nuovamente su l'abbozzo di angelo che si riferisce al Monumento Forteguerri perchè le modificazioni apportate al mio testo originale sono minime. Altrettanto dico per la pala di altare di Pistoia, ordinata al Verrocchio. Continuo a considerarla interamente dipinta dal Credi e penso suo anche l'unico studio esistente, eseguito in rapporto ad essa, quello per il Battista al Louvre. Può darsi che questo disegno rappresenti il primo frutto dell'attività del Credi, perchè se c' è in uno dei suoi lavori la minima traccia che riconfermi la tradizione dell' essere egli stato allievo del Verrocchio, è appunto qui, in questa testa di Battista dalla modellatura relativamente dura e dalla capigliatura quasi metallica. Nè mi sento in obbligo di parlare ancora del disegno di Dresda, del quale tanto è già stato detto (fig. ~n). C'è chi persiste nel darlo al Verrocchio e chi a Leonardo. lo mi attengo all'attribuzione della mia prima edizio ne ; mi sorprende vedere quanto vicino io ero già allora al mio punto di vista odierno riguardo a questi due artisti, e mi affliggo non poco pensando che pur LORENZO DI CREDI: STUDIO essendomi avvicinato tanto allora a quello che in oggi mi sembra la verità, io abbia mancato di raggiungerla. Proporrei dunque agli studiosi di leggere quello che dissi allora sul soggetto, tenendo presente, però, che ora accetto la Madonna di Monaco per un autografo di Leonardo e che ritengo probabile che la Madonna di Dresda col S. Giovannino (fig. 18 dell'articolo precedente) sia un' imitazione vicinissima o anche una copia del Credi da un originale di Leonardo. Il disegno (fig. 21) sarebbe così un'altra copia o imitazione da un Leonardo giovanile, di quel tipo di Leonardo che io solevo credere del Verrocchio, ragione per cui nel ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte FIG. 22 - DETROIT, MRS. ALFRED G. WILSON - DOMENICO GHIRLANDAJO: MADONNA COL BAMBINO ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte FIG. 23 - PARIGI, GIÀ COLLEZIONE DREYFUS LORENZO DI CREDI: MADONNA FIG. 24 - VIENNA, ALBERTINA - COPIA DI LEONARDO STUDIO passato consideravo anche il disegno copia o imitazione da un'opera di quest'ultimo. Nella qualità intrinseca il disegno di Dresda non raggiunge neanche il livello di quel gruppo di studi che, come abbiamo detto più sopra, potrebbe eventualmente risultare di Domenico Ghirlandaio. Per questa, fra le altre ragioni, sono stato più volte tentato ad attribuire al Ghirlandaio il disegno (fig. 21) e la Madonna Dreyfus (fig· 23), in rapporto alla quale quello poteva essere eseguito. Però uno studio più avanzato e più profondo mi ha riportato indietro verso la mia primaria convinzione, che cioè la pittura e il disegno sono del Credi. Il Ghirlandaio non è mai stato schiavo a tal punto di Leonardo nè per l'accento, nè per il tocco, nè per l'espressione e meno ancora per il tipo, ed io riconosco nella pupilla dell'occhio che si scorge fra le palpebre semichiuse, un trucco quasi immancabile del Credi e dei suoi imitatori. In quanto alla Madonna Dreyfus (fig. 23) mi basta guardarle i capelli per restar persuaso che è del Credi. Sono accuratamente divisi nel mezzo, semplificazione ragionevole e nitida delle capigliature affascinanti e labirintiche di Leonardo dove le ciocche attorcigliate, contorte e annodate non impediscono il corso quasi lirico di ogni singolo capello filato su su fino al diapason più acuto. Rassomiglia la Madonna con S. Giovannino del Credi che è a Dresda (fig. 18 dell'articolo precedente) e che io ritengo un' imitazione vicinissima di un Leonardo scomparso. Arriverei perfino a dire che la Madonna Dreyfus è una versione schematica di un altro Leonardo perduto e antecedente a qualunque pittura conosciuta che ora attribuiamo a lui, perchè le pieghe del manto che ricadono sul parapetto sono più verrocchiesche di tutte queste altre e devono datare press'a poco dall'epoca del disegno Corsini per una figura inginocchiata (VENTURI, IX, I, p. 100) che, per ben altre ragioni, ho piazzato avanti alla Madonna di Monaco e all'Annunciazione degli Uffizi (figure 12 e 14 dell'articolo precedente). Come risulta dai disegni e perfino da testimonianze scritte Leonardo, nei suoi primi anni, al pari di due altri grandi discendenti di Donatello (intendo dire Mantegna e Bellini), soleva studiare ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte distingue da un bel Domenico Ghirlandajo giovala posa della Madonna col Bambino, esperimennile. Ammettendo anche che questa versione sia tando con varianti l'una di poco differente dalopera di un'artista più maturo per non dire di l'altra. Deve aver eseguito più di una Madonna maggior talento, pure in complesso i due modelli col Bambino in piedi, o che si balocca con si somigliano abbastanza da poter essere due vaessa o che l'accarezza. Non conosco nessuno derianti dello stesso tipo. Prima di lasciarla, diamo gli originali, ma oltre alla Madonna Dreyfus, che per me è una copia semplificata dell'adolescente un ultimo sguardo alla pittura Dreyfus: l'espresLorenzo di Credi, eseguita forse sotto gli occhi sione attonita degli occhi rotondi del Bambino, stessi di Leonardo, ne ricordo con facilità altre spesso trova il suo parallelo nel Credi, il quale se l'è appropriata da un qualche Bambino di Leodue che riprodurrò qui e descriverò brevemente. Il più vicino alla Madonna Dreyfus è un nardo simile a quello della Madonna di Monaco, disegno che una volta era a Vienna a l'Albertina imbalordendolo e protraendolo attraverso l'intera (Sc. Ven., 31; fig. 24) attribuito a Giovanni Bellini, il che non ci sorprende perchè nell'insieme è grande la somiglianza con le celebri Madonne di quel veneziano e aumentata ancora dal copista, che deve aver fatta questa versione nel tardo Cinquecento; quando l'asprezza toscana veniva inzuccherata dalla dolcezza veneziana. Però osservate più da vicino e vedrete che le teste potrebbero bensì essere del Bellini degli ultimi anni, molto raddolcite dal restauro; ma che il corpo del Bambino corrisponde esattamente a quello della tavola Dreyfus e che il manto, la tunica e le pieghe sono consimili a quelle. Diverso è il movimento delle mani, ma se ciò basta a deviarvi, considerate il bricco sul davanzale della finestra, quanto s'assomiglia per concetto e per forma a quello sulla pittura di Leonardo a Monaco (fig. 14 dell'articolo precedente). Per il mio sentire non c' è dubbio che questo disegno mantiene vivo il ricordo di un Leonardo giovanile scomparso. La seconda fra le pitture evidentemente ispirate a Leonardo, vicinissima nel disegno al quadro Dreyfus, è la Madonna col Bambino della National Gallery di Londra attribuita convenzionalmente al Mainardi FIG. 25 - LONDRA, GALLERIA NAZIONALE - BASTIANO MAINARDI MADONNA COL BAMBINO (Fot. National Gallery, Londra) (fig· 25), che difficilmente però si ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte FIG . 2 6 - CAMBRIDGE, MUSEO FITZWILLIAM LORENZO DI CREDI : STUDIO FIG. 2 7 - LONDRA, MUSEO VICTORIA AND ALBERT GABINETTO DELLE STAMPE - STUDIO sua carriera. Anche il paesaggio è del Credi con quelle sue linee meticolosamente dipinte. Non posso fare a meno di pensare che per una volta almeno il Credi abbia fatto uno studio di Bambino che Leonardo stesso non avrebbe ripudiato. Non è escluso che si tratti di una copia degna quasi dell'originale disegnato certo da Leonardo più tardi delle pitture giovanili riconosciute ora per sue, ma sempre prima dei Bambini della Vergine delle Rocce. Intendo dire lo studio al Museo Fitzwilliam di Cambridge a punta d'argento e carbone di un Bambino che vagamente guarda in alto verso la destra (BER. 670 C, fig. 26). La modellatura ricorda forse un po' troppo l'avorio nella sua liscia perfezione simile a quella di Andrea Solario nei momenti suoi più leonardeschi. A me sembra di riconoscere il Credi negli occhi lustrati, nelle pupille e nelle palpebre, e benchè di gran lunga superiore alla sua media, non è detto che non potesse arrivare a tanto, visto che aveva già raggiunto quel livello altra volta nella figura del Battista nella pala d'altare di Pistoia (fig. 17 dell'articolo precedente); ché anche in quella tavola, come ricordiamo, la modellatura ricorda i seguaci lombardi di Leonardo. Però la testa che stiamo esaminando non è certamente lombarda, e se fiorentina, non potrebbe essere di altri che del Credi. Un altro studio suo dello stesso tipo e approssimativamente della medesima epoca, è l'abbozzo per un monumento al Victoria and Albert Museum (25I 4, BER. 699 B, fig. 27). Per qualità non doveva essere molto distante dall'abbozzo di Bambino al Museo Fitzwilliam, ma purtroppo le parti più ornamentali sono state ritoccate al bistro da una mano gretta. Ad onta dei suoi elementi prettamente quattrocenteschi, dà quasi l'impressione di un disegno barocco. Però i tipi dei bambini e delle donne, le pieghe ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte FIG. 28 - FIRENZE, GALLERIA DEGLI UFFIZI , GABINETTO DELLE STAMPE - LORENZO DI CREDI: STUDIO dei drappeggi e il tocco in quelle parti che non son rovinate mi ricordano a tal punto il Credi che non posso fare a meno di attribuire a lui anche questo studio. È indubbiamente verrocchiesco e reminiscente del progetto per il Monumento Forteguerri, con qualche cosa di più dolce tuttavia e di meno vigoroso. Da ultimo c'è il disegno degli Uffizi per una Venere rec1inata indietro mentre Cupido tutto in arme le tocca il seno nel momento di fuggire (BER. già 2788, ora 674 A, fig. 28). Difficile sarebbe arrivare più in là di quel che feci io trentacinque anni or sono nell'apprezzamento della qualità e dell' intenzione di questo disegno. Era esatta anche la mia sensazione d'allora, che cioè l'autore di esso doveva essere caduto sotto l'incantesimo del Botticelli. È uno studio tanto affascinante che il Venturi ha voluto darlo a Leonardo stesso. Ma per quanto verrocchiesco, la fragranza stessa botticelliana che lo profuma esclude Leonardo, questi infatti (pur essendo più giovane di Sandro e indubbiamente un buon amico suo come abitanti non solo nella medesima e relativamente piccola città, ma perchè facevano parte probabilmente dello stesso giro d'amici, e avevano frequentato lo stesso studio se (Fot. Alinari) anche in periodi diversi) non rivela mai il minimo indizio d'influenza botticelliana e non certo di quella sottilissima evidente nel disegno della Venereo E a parte tutto ciò, il tocco non è di Leonardo e il disegno della mano sulla ·quale Venere appoggia la testa e quello del collo di essa non dimostrano capacità di vero disegnatore e meno che mai il segno di Leonardo. Però è abbastanza buono per poter essere del Credi e infatti l'altra mano della dea e quella del Cupido sono sue e in quanto al tipo facciale la Venere t i ricorda tratto per tratto e in ogni dettaglio, e particolarmente negli occhi, la Madonna Dreyfus (fig. 23) la quale, come dicevo più sopra, ora più che mai mi sembra sua. Confido di essere riuscito, non ostante un metodo troppo girovago e troppo induttivo, a rendere chiaro quali opere di pittura e di disegno si dovrebbero oramai attribuire al Verrocchio stesso, quali al giovane Leonardo, e quali altre ancora al Credi adolescente. Se queste conclusioni sono esatte, esse ci permettono di dare uno sguardo indietro verso un Leonardo il quale fin dalla prima gioventù, e forse più precocemente nella sua carriera di Michelangelo ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte e di Raffaello nelle loro, esercitava l'influenza del genio. Lo vediamo insegnare a Lorenzo di Credi tutto quanto questi era capace d'imparare, modificare lo stile maturo del Ghirlandajo e quello più maturo ancora di Cosimo Rosselli, e troviamo la sua impronta nel giovane Piero di Cosimo. Ulteriori studi rileveranno altre tracce della sua irradiazione avanti che abbandonasse Firenze e ci domandiamo che cosa sarebbe successo se fosse rimasto là, se non avesse lasciato Michelangelo libero di dirigere le energie creative dei Fiorentini verso un canale assai più angusto di quello nel quale egli stesso doveva incanalare a Milano una sorgente molto più debole. BERNHARD BERENSON Il C'è al British Museum una copia interessante di questo getto di drappeggio (MALCOLM 23, BER. già 695, ora 2763 A, fig. 16). N ella prima edizione dei miei Fiorentine Drawings lo avevo catalogato per Credi . Nella nuova edizione sarà di I l Tommaso" perchè troppo noncurante e troppo ampio per essere del Credi e perchè il modo di trattare il chiaroscuro è quello di " Tommaso I I ' Settignano, Maggio 1933. LA MOSTRA DEL TESORO DI FIRENZE SACRA SCULTURE L TOSCANE A SCULTURA non ha avuto parte predel XII secolo e soprattutto di quello di Guglielmo ponderante in questa mostrai e ciò è natunella vicina Sarzana (II38): l'altezza della figura, rale, dato che le opere mobili di tale arte non la tipica del volto col suo ovale allungato e il sono assal numerose naso sottile, i baffi spioventi, la barba che segue nella nostra regione e di fine e corta le guancie ed rado sono agevoli a trail mento, nel loro assiesportarsi: una quarantina di pezzi, ma fra questi me quasi a semielissi. Sennonchè poi il modelalcuni ignoti o poco noti lato del torace e delle sinora che meritano una gambe rivela uno spirito pronta illustrazione. plastico ben diverso e La scultura romanica maggiore: v' è uno sbalzo è rappresentata da due e un' imponenza in queimportanti opere in legno: il Crocifisso di Pesta figura che nessuno sospetterebbe in opere trognano e la Madonna di quell' epoca. Oltre la di Cercina. Il Crocifisso di Petrometà del XII secolo ci gnano (figure 2, r) Il inoltriamo ancor più a disagio: la scultura rosembra voler farci ripamanica in Toscana da gare, colla difficoltà e l'incertezza del suo stuGuglielmo a Guido da dio, la gioia di poterlo Como ci dà forme, che qui, per merito di Carlo pur attraverso numerose G amba, esaminare a modulazioni, testimonostro agio. Come imnian sempre un senso di magine esso ci richiama, massa pesante, raccelta e alla prima, il ricordo dei raccorciata, assai sovente FIG. I - PETROGNANO, S. PIETRO - CROCIFISSO (PARTI C.) SEC. XII (Fot. Soprint., Firenze) crocifissi dipinti toscani una netta cubizzazione