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Rurale Trento, bilancio luminoso nell`anno orribile
Economia l'Adige Banche Popolare del Trentino: la decisione deliberata ieri dal consiglio dovrà essere ratificata da un’assemblea prevista entro la fine mese mercoledì 8 gennaio 2003 9 Oltre a Gino Lunelli, l’azione riguarda tra gli altri Zobele, Rossi, Bertoli, Dusini, Pontalti, Poli, Craffonara, Ferrario, Tamanini e Scotti Camuzzi Lodi fa causa agli ex amministratori Nel mirino anche direttori e sindaci Vismara nuovo presidente, Leo nel cda di ENRICO FRANCO e ANGELO CONTE TRENTO - Un blitz, un terremoto. Lodi ha scelto di usare la mano pesante e di avviare un’azione legale contro tutti quanti abbiano rivestito il ruolo di amministratori, sindaci e direttori generali della Banca popolare del Trentino (Bpt) nella «gestione precedente l’offerta pubblica di acquisto e scambio» sull’istituto di via Trener. L’obiettivo, ovviamente, è verificare se abbiano qualche responsabilità «in relazione agli illeciti posti in essere da un funzionario infedele» (Stefano Maggioni, ndr). Il comunicato ufficiale diffuso dopo le 20 di ieri dal quartier generale lodigiano non stabilisce fino a quando si tornerà indietro nel tempo, ma pare si pensi a quattro se non cinque anni. Nel mirino, quindi, finiranno personaggi come gli ex presidenti Gino Lunelli (da poco chiamato nel cda della banca corporate di Unicredit) ed Enrico Zobele, gli ex sindaci Sergio Scotti Camuzzi e Gianfranco Tamanini (attuale vicepresidente del cda), il direttore generale in caricaAlessandro Leo (cui però ieri è stata riconfermata massima fiducia, come spieghiamo più avanti) nonché il suo predecessore Aldo Dante (oggi al timone della Banca di Trento e Bolzano) e forse perfino Franco Merzliak (che si era dimesso nel ’97 e che oggi è direttore tecnico della Federazione trentina delle cooperative). La decisione, formalmente, è stata presa ieri dal consiglio di amministrazione della Bpt che ha «determinato - come si legge nel comunicato stampa diffuso dalla Popolare di Lodi - di acclarare in sede giudiziaria le responsabilità di coloro che, nella gestione precedente l’offerta pubblica di acquisto e scambio sulle azioni Bpt, hanno rivestito la funzione di amministratori, sindaci e direttori generali». Per questa ragione, sarà convocata entro fine mese un’assemblea ordinaria «affinché deliberi l’esercizio delle azioni di responsabilità». Dalla causa di risarcimento è escluso chi è entrato ex novo nel consiglio di amministrazione nominato dopo l’8 marzo dell’anno scorso, Gino Lunelli e, a destra, il direttore Alessandro Leo che ieri ha votato a favore dell’azione di responsabilità data in cui si è completata l’Opas di Lodi. Nel mirino, invece, oltre ai personaggi già citati, finirebbero Ernesto Bertoli, Ivo Rossi, Marcello Poli, Giovanni Luchin, Italo Craffonara, Fabio Valentini, Walter Dusini, Luca Pontalti, Marco Ferrario (tutti consiglieri di amministrazione prima dell’Opas) e l’ex sindaco Silvano Pontara. Ma l’azione giudiziaria non è stato il primo punto all’ordine del giorno ed è per questo che si può parlare di blitz oltre che di terremoto. In apertura dei lavori, infatti, è stata proposta la cooptazione di tre consiglieri per sostituire Enrico Zobele, Ilaria Vescovi ed Enrico Giammar- TAMANINI: NON HO NULLA DA TEMERE «Una decisione poco fondata» TRENTO - «Tra me e la Banca popolare del Trentino qualcosa si è rotto, siamo distanti dopo la decisione di ieri. Anche se hanno deciso di far partire l’azione di responsabilità, io sono tranquillo: chi lavora non ha nulla da temere. La decisione, che non mi trova d’accordo, è stata presa sotto Natale quando, forse, si è un po’ distratti». Gianfranco Tamanini (nella foto), vicepresidente vicario, è amareggiato per la piega che ha preso la vicenda del «buco» alla Banca popolare del Trentino. Una vicenda che ora, dopo la lettera di Lodi che prospettava una richiesta di risarcimento sui soci, ricade completamente sui vecchi amministratori, sindaci e direttori generali. Prima di dire cosa ne pensa dell’azione messa in atto dal consiglio di amministrazione della Popolare, Tamanini vuole fare alcune precisazioni. «Ci tengo a dire - chiarisce il vicepresidente vicario - che né io né alcuno degli altri tre consiglieri trentini abbiamo votato l’azione di responsabilità. Le cose sono andate così: il consiglio di ieri ha prima provveduto a cooptare tre consiglieri in sostitu- zione dei dimissionari Enrico Zobele, Ilaria Vescovi ed Enrico Giammarco». Al loro posto sono entrati il direttore generale Alessandro Leo, Roberto Rho e Gino Vismara, poi nominato presidente. «Solo dopo è stato proposto di votare sull’avvio dell’iter dell’azione di responsabilità verso gli amministratori del passato. Io, Walter Dusini, Marco Ferrario e Luca Pontalti a quel punto ci siamo alzati e ce ne siamo andati. A votare a favore sono stati solamente i quattro che fanno riferimento a Lodi oltre al direttore generale». Il secondo aspetto da chiarire, secondo Tamanini, che aveva messo a disposizione la propria carica dopo il cda dello scorso 18 dicembre, riguarda gli accordi tra l’azionista di riferimento (la Banca popolare di Lodi) e la Fondazione Tridentum. «Anche se non mi riguarda personalmente - sostiene Tamanini - a quanto mi risulta ci sono dei patti parasociali tra Lodi e la Fondazione e forse andavano rispettati maggiormente anche nel consiglio di ieri. Uno dei tre membri cooptati doveva essere appannaggio della Fondazione». Detto questo, Tamanini contesta, seppure senza astio, la svolta impressa da Lodi a tutta la vicenda. «C’è stato un altro cambio di opinione», spiega Tamanini, che prima della nomina a vicepresidente vicario è stato presidente del collegio sindacale della Popolare del Trentino. «Si tratta di un’ulteriore modifica della linea - continua il consigliere di amministrazione - visto che nel consiglio precedente si era deciso di convocare un’assemblea ad hoc per nominare i sostituti dei tre dimissionari. Hanno preso una decisione sotto le feste: forse a Natale si è un po’ distratti». Il pensiero del vicepresidente, ora, è rivolto al futuro. «Una volta avviata l’azione di responsabilità, immediatamente dopo decadremo da consiglieri. Io dovrò prendermi un avvocato. Non so cosa accadrà, anche perché è la prima volta, per fortuna -aggiunge con un sorriso - che mi succede di incappare in un’azione di responsabilità. Ripeto: io sono tranquillo, dopo di che ci sarà qualcuno che dovrà decidere e vedremo in che modo lo farà». A.Con. co che si erano dimessi nei mesi scorsi. Al loro posto, con voto unanime, sono stati chiamati Gino Vismara (poi eletto presidente della banca), Roberto Rho e Alessandro Leo. Già questa, se vogliamo, è una novità non da poco, visto che finora si era parlato della convocazione di un’assemblea per reintegrare il consiglio. Ma la vera sorpresa è arrivata dopo, quando è stata posta la questione dell’azione di responsabilità. Tamanini, Pontalti, Dusini e Ferrario stupefatti hanno abbandonato i lavori in quanto coinvolti direttamente, mentre Leo è rimasto ed ha votato a favore del ricorso alle vie legali. D’altronde, nel momento in cui Lodi lo ha voluto nel cda, è chiaro che non lo ritiene responsabile di alcunché. I lombardi, dunque, finora hanno cercato in due modi di limitare i danni: prima minacciando di rivedere i conguagli per il pagamento delle azioni Bpt, adesso denunciando gli ex amministratori, direttori e sindaci dell’istituto. In questa fase delicata, la gestione del consiglio viene affidata a uomini della massima fiducia. Vismara è uno degli uomini più vicini all’a.d. Fiorani: il settantenne ragioniere, infatti, riveste molte cariche di rilievo nell’ambito del gruppo, tra cui quelle di presidente di Banca Bipielle.Net e di membro del collegio dei probiviri della Popolare di Lodi, mentre Roberto Rho, 37 anni, è manager di spicco del settore corporate. Che assieme a loro sia stato nominato Leo è dunque un fatto significativo. Che si voglia «indagare» sulle precedenti direzioni generali, peraltro, non turba Aldo Dante: «Non ho nessun commento da fare - risponde sereno al cronista che lo interpella - e mi pare plausibile che si voglia acclarare la situazione». Aperto ieri a Brunico La raccolta vola del 10%, gli impieghi del 30% e l’utile è di 4 milioni. Oltre 500 soci nuovi portano il totale oltre la soglia dei 5.000 Rurale Trento, bilancio luminoso nell’anno orribile Nuovo sportello di Uni-Caritro in Alto Adige Cambieranno le norme sulle deleghe. In scadenza il presidente Garbari e il vice Carlin Il condirettore Romano Artoni TRENTO - Dal primo gennaio sono ufficialmente operative le tre banche nazionali di Unicredit, ma l’attenzione al territorio locale non viene meno. Da ieri, infatti, è operativo a Brunico un nuovo sportello di Unicredit banca - Divisione Caritro. In Alto Adige, sottolinea il condirettore regionale Romano Artoni, salgono dunque a otto le filiali del gruppo (oltre le quattro di Bolzano, ci sono quelle di Merano, Bressanone ed Egna), mentre a breve ne sarà inaugurata una a Laives, come annunciato da tempo. Lo sportello di Brunico, in via dei Bastioni, è affidato ad Hans Jörg Huber. TRENTO - La Cassa rurale di Trento ha attraversato il 2002 felicemente, nonostante questo sia stato l’annus horribilis del settore bancario. Un risultato frutto delle precise strategie del cda (guidato da Italo Garbari) e del direttore generale Vittorio D’Angelantonio che hanno valorizzato al massimo la natura cooperativistica dell’istituto. «Nessuno di noi ha spinto su investimenti rischiosi - rivela D’Angelantonio - ed i nostri sportelli hanno venduto esclusivamente prodotti di Cassa centrale. Abbiamo allocato gestioni patrimoniali con rendimento protetto e, comunque, promosso solo prodotti privi di rischio per soci e clienti». Il primo consuntivo (illustrato ieri dal direttore affiancato dai funzionari Mario Longo e Diego Pedrotti, nonché dal vicepresidente Silvio Carlin) premia tali scelte. Le masse intermediate, infatti, sono cresciute di oltre 220 milioni di euro (+15,9%), cosicché la Cassa di Trento si conferma quale prima rurale regionale e una delle prime dieci in Italia. In particolare, colpisce non tanto la crescita della raccolta diretta (+5% a 566 milioni), ma quella dell’indiretta che, nonostante la crisi dei mercati, ha fatto un balzo del 5,72% a 548 milioni. In totale, dunque, la rac- Il vicepresidente Carlin con il direttore D’Angelantonio colta complessiva si aggira sui 1.115 milioni con un incremento pari al 10,7%. Ancor meglio, e notevolmente, gli impieghi che, con un balzo del 30%, hanno raggiunto i 484 milioni. L’esercizio dovrebbe chiudersi con un utile sui 4 milioni di euro, di gran lunga superiore alle previsioni tutt’altro che ottimistiche. Un valore che assume maggior rilievo se si tiene conto non solo degli investimenti fatti (il trasferimento di una filiale, l’apertura di due nuove, il lancio del sito Internet che rafforza l’offerta dell’on banking garantita da anni), ma anche del fatto che, a fronte di una diminuzione dei tassi di mercato dell’1,5% nell’ultimo anno e mezzo, la banca ha limato assai meno le condizioni applicate sui depositi della clientela. Questa linea non è premiata solo dal bilancio, ma anche (se non soprattutto) dall’allargamento della base sociale, ormai ampiamente oltre le cinquemila unità. Nel 2002, infatti, sono stati accolti 524 nuovi soci portando il totale a 5.158. Con tale compagine, con 24 sportelli (tut- ti nel territorio comunale) e con 900.000 euro erogati per beneficenza e sponsorizzazioni (+20%), la rurale può ben definirsi la banca della città. Una banca, tra l’altro, che dà lavoro a 203 dipendenti, dieci in più rispetto all’organico presente nel momento della fusione tra le Casse di Villazzano e Povo avvenuta nel maggio 2000. L’ampliamento della rete (quattro filiali in più dal 2000) ed il ricorso al part time per venire incontro alle esigenze di singoli lavoratori (è utilizzato da ben diciotto persone) ha consentito l’incremento del personale. Se quest’anno proseguirà la ricerca della nuova sede (servono almeno 4.500 - 5.000 metri quadrati), due sono gli appuntamenti di rilievo già fissati. Il 20 febbraio ci sarà l’assemblea straordinaria per la modifica dello Statuto, mentre in maggio l’assise ordinaria dovrà rinnovare cinque membri del consiglio di amministrazione, tra cui il presidente Garbari ed il vice Carlin. Una loro conferma è probabile, anche se non è da escludere che qualcuno cerchi di inserirsi tra i candidati. I soci, il mese prossimo, saranno chiamati in primo luogo a modificare il regolamento assembleare, in particolare per quanto riguarda le deleghe. La volontà dei vertici (come ab- biamo anticipato lunedì) è quella di fissare regole più precise per il futuro. Se un socio non intenderà o non potrà partecipare ad una riunione, per delegare una persona di fiducia, secondo la proposta che verrà messa in votazione, dovrebbe farsi autentificare la firma dalla banca o da un funzionario pubblico. Non dovrebbe essere quindi più possibile compilare il modulo senza indicare il nome del destinatario del mandato. Per preparare l’assemblea straordinaria, ma anche per confrontarsi con la propria base sociale su ogni aspetto attinente la banca, il cda ha deciso di convocare una serie di riunioni sul territorio. Per la prima volta, questi incontri informali non si terranno solo nei sobborghi di origine (Villazzano, Povo e Meano), ma in tutte le circoscrizioni. Il primo appuntamento è per lunedì 13 a Povo, poi il 16 a Mattarello, il 20 a Cognola, il 23 nella sede circoscrizionale di via Clarina, il 27 in quella di via Perini, il 30 in quella di via Abbondi; in febbraio, infine, il 3 toccherà a Villazzano, il 6 a Gardolo, il 10 a Martignano, il 13 a San Donà ed il 17 a Meano. I soci possono scegliere liberamente dove recarsi. E. Fr.