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Nuove misure da prendere
COMPETENZE PERFORMANCE MANAGEMENT. Come valutare le persone in modo efficace Nuove misure da prendere Per garantire uno sviluppo individuale coerente è necessario saper intercettare le potenzialità di ciascuno e creare il contesto per la sua piena espressione di Laura Borgogni I l riconoscimento delle competenze e delle caratteristiche delle persone assume un’importanza sempre maggiore in relazione alle attuali esigenze del mercato del lavoro. L’attenzione posta sull’individuo viene enfatizzata nel tempo in ragione della crescente discrezionalità dei ruoli, che diventano sempre più flessibili e meno definiti e, al tempo stesso, sollecitano un adattamento alle mutevoli richieste del mercato, in risposta all’instabilità del contesto lavorativo più esposto a situazioni fluide, di crisi e di emergenza. Le organizzazioni, oggi più di ieri, richiedono persone che siano in grado non solo di fronteggiare i cambiamenti, ma anche di farsi promotrici e agenti esse stesse di innovazione per contribuire allo sviluppo e al successo della collettività. Serve un cambio di prospettiva Valutare significa saper riconoscere le persone su cui poter contare, cui affidare i progetti e le attività maggiormente rilevanti, cui delegare il coordinamento e la guida di altre persone, con cui condividere obiettivi specifici e strategie organizzative. Valutare significa saper cogliere le caratteristiche distintive di ognuno nell’organizzazione per poterle valorizzare e impiegare, contribuendo così al funzionamento organizzativo e alla miglior realizzazione professionale individuale. Questo passaggio risulta particolarmente rilevante, dal momento che le risorse ad alto potenziale sono ridotte rispetto alla maggior parte delle persone che ci si trova a gestire. Cruciale diviene questo aspetto nella prospettiva del capo che è chiamato a coordinare persone diverse, a integrarle, a destinarle su attività varie tra loro, a creare sinergie. Ma valutare significa anche identificare le persone capaci di contribuire attivamente allo sviluppo proprio e dell’organizzazione in un’ottica trasformazionale. Dal riconoscimento di competenze e caratteristiche individuali si passa poi a enfatizzare i processi di sviluppo, ovvero quei processi gestionali che possono assicurare la crescita personale e professionale, in un’integrazione dinamica e generativa di competenze e risorse personali ulteriori. Così il tema della valutazione oggi più di ieri si intreccia con quello dello sviluppo. Meglio un unico modello di riferimento La valutazione delle risorse umane si coniuga così con altre attività gestionali da cui viene sussunta; si parla di Performance Management più che di Performance Appraisal, per sottolineare il carattere dinamico e orientato al miglioramento continuo della valutazione, e più recentemente di Talent Management per ricomprendere tutte quelle pratiche organizzative che vanno dall’identificazione, lo sviluppo, l’engagement e il retention dei talenti, (Warren, 2005), secondo un processo integrato, che tiene conto di un medesimo modello di riferimento per valutare, sviluppare, valorizzare il talento individuale. Anche la nozione di “talento” necessita un suo approfondimento. Oltre a stabilire se con talento ci si riferisca esclusivamente agli alti potenziali o differentemente all’individuazione dei talenti individuali, ovvero ai punti di forza di ognuno, si Laura Borgogni è professore straordinario di Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni presso “La Sapienza” Università di Roma. Si occupa di ricerca applicata e intervento nell’ambito dei processi di performance management, valutazione e sviluppo del potenziale, gestione per obiettivi e motivazione delle persone L’IMPRESA N°3/2016 89 COMPETENZE tratta di stabilire se esso riguardi caratteristiche innate e immutabili o aspetti che si possono sviluppare. Di fronte a tale complessità emergente, il tema della valutazione e dello sviluppo delle persone richiede un inevitabile ripensamento nel modo di vedere e approcciare le risorse umane. Ciò comporta: una revisione delle consuete metodologie diagnostiche per arrivare più facilmente a produrre evidenze empiriche e, dunque, previsioni più accurate; un ampliamento della prospettiva di lettura della persona fatta non solo di capacità e competenze, ma anche di motivazioni, valori, emozioni, capitale psicologico individuale; una conoscenza aggiornata su ciò che orienta praticamente lo sviluppo delle persone e le leve su cui investire, ovvero un insieme di modelli di intervento capace di coniugare, meglio di ieri, le potenzialità individuali e la loro possibile espressione dentro i contesti di lavoro. Come innovare le pratiche Hr Gli ambiti su cui richiamare l’attenzio- 90 L’IMPRESA N°3/2016 ne per comprendere, analizzare e orientare pratiche Hr efficaci riguardano dunque: la costruzione e la definizione di strumenti di valutazione della prestazione validi e attendibili per ridurre gli errori e disporre di unità di misura sempre più precise; la formazione e la sensibilizzazione sui principali bias-errori di valutazione in cui i capi-valutatori possono incorrere (e questo può essere anche l’oggetto di un coaching mirato); l’attenzione alla dinamica relazionale capo-collaboratore e all’influenza esercitata dalla cultura organizzativa nel processo di valutazione e sviluppo; l’introduzione di alcune metodologie di sviluppo come il goal setting, il coaching finalizzato allo sviluppo dell’efficacia personale, l’intervista di feedforward; e, infine, l’identificazione di alcune caratteristiche psicologiche associate al potenziale proattivo, patrimonio individuale oggi più di ieri generatore di risultati di successo e di sviluppo ulteriore.