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«Costretto ad avere rapporti con lui»

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«Costretto ad avere rapporti con lui»
MACERATA
I FATTI DEL GIORNO
VENERDÌ 17 LUGLIO 2009 il Resto del Carlino
9
••
«Costretto ad avere rapporti con lui»
Sentito in tribunale il bambino recanatese che accusa un commerciante
— MACERATA —
«M
I FACEVA I REGALI, altre volte mi minacciava dicendomi
che saremmo finiti tutti in carcere, anche la mamma. Io non so come ha fatto, però c’è riuscito». Così ieri il bambino recanatese ha
parlato degli abusi subiti da un
commerciante amico di famiglia.
Il piccolo, di 11 anni, è stato sentito ieri mattina in tribunale a Macerata, con un incidente probatorio
e con la massima cautela: a rivolgergli le domande erano solo la psicologa Monia Vagni e l’assistente
sociale Francesca Caldarelli; le
sue risposte venivano riprese da
una telecamera e trasmesse in
un’altra stanza, dove si trovavano
l’imputato arrivato dal carcere di
Ancona, i suoi difensori, gli avvocati Gabriele Cofanelli e Carlo
Piangerelli, i genitori con l’avvocato Giovanni Mazzei, il pm Claudio Rastrelli e il gip Enrico Pannaggi. Le sue dichiarazioni potranno essere usate al processo, senza
bisogno di richiamarlo ancora a riferire questi episodi.
Episodi che ieri il piccolo ha descritto senza tentennamenti, parlando per tre ore. Ha spiegato che
il commerciante era amico dei per minimizzare quanto accadeva
suoi genitori, e che si era avvicina- tra loro gli avrebbe fatto vedere
to a lui facendolo appassionare al- film e foto porno, per dare l’idea
la pesca. Poi avrebbe iniziato a par- che fossero cose normali. Ma dopo
largli del sesso, e
poco più di un mese
dalle parole poi sail ragazzino, sempre
ABUSI
rebbe passato ai fatpiù in difficoltà a ge«Mi faceva regali
ti, costringendolo
stire questi abusi,
o
mi
spaventava
in quattro occasioavrebbe
ceduto,
per obbligarmi
ni ad avere rapporti
avrebbe parlato con
a subire tutto»
di sesso orale. Per
un’amica della mafarlo stare zitto a
dre e avrebbe fatto
volte gli avrebbe fatto dei regali scoppiare il caso. Quanto alle foto
(una canna da pesca, una moneta del ragazzino nudo, lui ieri ha detantica, un computer), a volte lo to di essersele scattate da solo, e di
avrebbe spaventato dicendogli che essere stato lui poi a regalarle al
sarebbero stati tutti arrestati. E commerciante.
DURANTE l’audizione del ragazzino, l’indagato è rimasto quasi
sempre tranquillo. Solo in un paio
di casi ha reagito, per contestare
quello che sentiva. Ad esempio,
quando il piccolo ha detto che gli
aveva regalato un computer, il
commerciante ha precisato che
era un dono per il suo compleanno.
Ora, anche in base alle dichiarazioni registrate ieri, il sostituto procuratore Rastrelli dovrà decidere se
chiudere le indagini chiedendo
l’archiviazione o il rinvio a giudizio dell’indagato, che per il momento resta in carcere.
DONNE NEL MIRINO
DENUNCIA
Massacrata al Cityper,
faccia a faccia in aula
Aggredita
in pieno centro
da uno sconosciuto
— MACERATA —
— MACERATA —
M
AURO MARIANI e Silvia Gattari si sono rivisti ieri mattina per la prima volta
dal 14 marzo, dal giorno cioè in cui l’uomo si è presentato al Cityper, dove lei stava lavorando, e l’ha massacrata di botte. Ieri infatti si è
tenuta la prima udienza del processo per maltrattamenti, scaturito da una denuncia che la donna aveva fatto solo poco prima dell’aggressione di marzo.
Per lei, ancora comprensibilmente turbata dall’accaduto, e colpita anche dalla perdita del padre avvenuta la settimana scorsa, non è stato affatto semplice ritrovarsi a pochi passi da lui, arrivato dal carcere di Camerino dove tuttora si trova recluso.
L’udienza però è stata molto veloce. Gli avvocati
Federico Valori e Domenico Biasco hanno infatti
chiesto la riunione di questo processo a quello già
fissato per gennaio, relativo all’episodio del Cityper. A questa richiesta non si sono opposti il Pm
Andrea De Feis né i difensori di Mariani, gli avvocati Mariaelvia Valeri e Letizia Ciccarelli dello studio Scheggia. Il giudice Bonifazi ha dunque rinviato tutto a gennaio, per trattare insieme le violenze
che l’uomo — per l’accusa — avrebbe inflitto alla
ex compagna. In udienza si sono costituiti parti civili, oltre a Silvia Gattari, anche il fratello e la madre.
Nel frattempo, la famiglia di Mariani continua a
rivendicare il diritto di vedere la nipotina. Il presidente del tribunale per i minori ha fatto visita al
detenuto pochi giorni fa, forse per riesaminare il
caso. La donna però è sempre scettica sulle possibilità di questi incontri, visto l’atteggiamento di
comprensione che i genitori del suo ex compagno
hanno sempre mostrato di fronte ai problemi del
figlio.
L’IMPUTATO
Mauro Mariani,
38 anni, di
Corridonia,
ieri mattina
all’arrivo in
tribunale a
Macerata,
dove è iniziato
il processo per
maltrattamenti
IL CASO
Processato per le botte alla figlia
— APIRO —
BOTTE alla figlia adolescente. Per
questo è sotto processo V. V., 46 anni,
di Apiro, accusato di maltrattamenti
in famiglia e lesioni. I fatti sarebbero
avvenuti nel 2006. Il padre avrebbe
più volte ripreso la ragazzina in maniera violenta, arrivando al punto da
causarle, in una circostanza, contusio-
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giorni. Ieri in tribunale a Macerata però, rispondendo alle domande del Pm
(l’avv.Giuseppe Marini), la ragazzina ha ammesso che quegli eccessi erano anche una reazione alle sue intemperanze adolescenziali, e ha asserito
di avere un buon rapporto con il padre. Il processo è stato rinviato a marzo. L’imputato è difeso dall’avvocato
Natalini.
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AGGREDITA per strada
da uno sconosciuto. E’ successo a una casalinga maceratese, che ora ha paura a uscire
di casa. «L’altro giorno, alle
11 di mattina, stavo camminando in corso Matteotti —
racconta la donna — quando all’improvviso è venuto
verso di me un uomo che non
conosco, e che mi ha dato uno
schiaffone con tutta la sua forza. Io, spaventata, mi sono allontanata subito, e poi sono
andata a denunciare l’accaduto ai carabinieri. Però mi è
stato detto che in questi casi
non si può fare nulla. Da
quanto ho capito, questa persona, che non conosco ma che
avevo notato altre volte in giro in centro, è la stessa che nei
giorni scorsi ha preso insulti
altre donne, in via Cavour.
Ma è possibile che non si possa fare niente per fermarlo?».
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