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Progetto Talenti 2020 - Federazione Italiana Nuoto
PROGETTO “GIOVANI TALENTI … DAL TRENTINO A ROMA 2020” “Avere del talento significa capire che si può fare di meglio” A. Albalat Il progetto “Valorizzare il talento nello sport di oggi - Giovani talenti ... dal Trentino a Roma 2020”, prende spunto dall’esperienza che ha legato per 5 anni il Trentino e Rovereto alle squadre nazionali della F.I.S.I., Federazione Italiana Sport Invernali. Nell’ambito del progetto “Da Rovereto a … Torino 2006” prima e “Da Rovereto a … Vancouver 2010” poi, gli atleti top level della F.I.S.I. hanno perfezionato la preparazione estiva a secco in Trentino, utilizzando gli impianti sportivi, eseguendo test e prove di valutazione presso il CeBiSM (centro interuniversitario di ricerca sulle biotecnologie e sulle scienze motorie) ed potendo usufruire delle prestazioni medico sanitarie all’ospedale S. Maria del Carmine di Rovereto o presso un altro presidio del sistema sanitario provinciale. Conclusasi al meglio quell’esperienza e costruito sulla stessa un modello di “Centro di preparazione e valutazione per le squadre nazionali”, si ritiene ora di fare un ulteriore salto di qualità, orientandosi sul supporto e sulla valorizzazione dei “talenti” delle squadre nazionali giovanili di alcune Federazioni. Un obiettivo ambizioso: costruire fin da ora un percorso organico che possa portare i giovani “talenti” di oggi ad essere i nostri “campioni” alle Olimpiadi che tutti sogniamo: “Roma 2020”. Valorizzare il talento nello sport di oggi è uno snodo critico per ogni federazione e società sportiva. “Talento sportivo” può essere considerato quell’individuo/atleta che possiede una particolare attitudine verso una specifica attività. L’identificazione dei giovani atleti che possiedono queste caratteristiche, rappresenta tuttavia solo il punto di partenza per la costruzione del futuro campione. Lo sviluppo del “talento sportivo” è un processo di lenta e progressiva modificazione che, attraverso un percorso organico e ben codificato, mira a sviluppare quelle qualità necessarie per raggiungere elevati livelli di prestazione nell’età evoluta. Tale processo può ingenerarsi solo nel momento in cui si è in grado di valorizzare appieno quelle “qualità” che si sviluppano nei diversi periodi di crescita. Il percorso di crescita del “talento sportivo” inizia solitamente con l’avviamento all’attività sportiva, passando attraverso una corretta maturazione psico-fisica, e dovrebbe terminare con il raggiungimento di risultati di rilievo. E’ facile comprendere come in tale contesto abbiano un ruolo decisivo tutti quei soggetti che fanno parte della quotidianità dell’atleta (famiglia, società sportiva, scuola, ambiente sociale). La ricerca sul “talento nello sport” è rivolta allo studio delle caratteristiche dell’individuo e dell’ambiente, seguendo sostanzialmente due direzioni: - da una parte pone l’accento sulla valutazione dei prerequisiti alla base dell’eccellenza, per identificare il talento e quindi consentire alle organizzazioni sportive di selezionare precocemente i giovani in possesso delle potenzialità per eccellere; - dall’altra enfatizza lo sviluppo del talento e quindi considera il “percorso ideale” necessario per conseguire l’expertise e quindi prestazioni di massimo livello. Nel mondo molti sono i progetti che mirano ad individuare e a far crescere i futuri campioni. In Italia i praticanti sono 17 milioni (dato Istat 2006); tale numero pone una serie di problematiche che è necessario saper affrontare con progetti originali e improntati a proposte di elevata qualità. Il processo di identificazione del talento e del suo sviluppo psicofisico non può essere frutto del caso o di improvvisazione, ma deve essere invece progettato e realizzato con estrema competenza, con azioni organiche ed in stretta collaborazione fra tutti i soggetti coinvolti: il tecnico, il medico, il ricercatore e soprattutto gli organi federali. Si arriva così a comporre una struttura ben definita che può accompagnare il giovane a partire dalle prime esperienze che esso compie. Il percorso, con cadenza almeno triennale e con step di verifica e controllo nel breve periodo, stabiliti a priori, vede lo sviluppo di un progetto che ricomprende momenti di preparazione e di allenamento, valutazioni e test da un punto di vista fisico – motorio, un continuo monitoraggio da un punto di vista medico sanitario e un affiancamento da un punto di vista psicologico. Un percorso “monitorato” in continuum, dove ogni singola tappa rimane “segnata” in una sorta di data base, dove ogni analisi ed ogni test o valutazione sono registrati puntualmente. Una serie di fotogrammi che, osservati nel loro insieme, possono dare poi un puntuale profilo dell’atleta, leggibile con chiarezza, e base per la costruzione di ogni successiva azione futura. I QUATTRO SETTORI CARDINE DEL PROGETTO 1. Ritiri, collegiali e stage di allenamento. Il Trentino … una palestra a cielo aperto. Il Trentino, e nello specifico la Vallagarina e Rovereto, sono dotati di impianti sportivi funzionali e all’avanguardia, soprattutto con riferimento a determinate discipline sportive. Impianti che per le filosofie con le quali sono stati realizzati, per lo stato manutentivo e per la piena efficienza nei quali si trovano, danno soddisfazione a gran parte delle discipline sportive proposte sul territorio, ma possono essere messi a disposizione anche a realtà di livello nazionale nell’ambito di un progetto strutturato. Impianti il cui utilizzo integrato garantisce una pronta risposta alle complesse esigenze che il progetto può mettere in evidenza. Considerando solo il basso Trentino, possiamo prendere ad esempio: - lo Stadio Quercia con le appena realizzate otto corsie e l’annessa palestra di potenziamento muscolare; - l’impianto natatorio di Rovereto con la vasca da 50 m. outdoor e la vasca da 25 m. indoor; - l’impianto di tiro con l’arco di Rovereto, dove si sono appena conclusi i Campionati europei; - il velodromo di Mori, dove si sono svolti i Campionati italiani di ciclismo su pista. Non limitandoci alle sole strutture sportive “artificiali”, il Trentino può a tutti gli effetti essere considerato una palestra “naturale”, potendo contare sulle risorse ambientali che diventano vere e proprie opportunità per la preparazione e l’allenamento: - la rete di piste ciclabili; - i percorsi permanenti di mountain bike; - i sentieri attrezzati per le attività ginniche e motorie; - la possibilità di allenamenti e compiere test di valutazione in altura. Tutte opportunità importanti che se messe a disposizione in maniera strutturata, possono dare risposte significative alle molte esigenze di una preparazione specifica di alto livello. Con questo contesto di riferimento e monitorate le esigenze proprie dell’organizzazione di ogni federazione coinvolta, sono ipotizzabili ritiri o stage di allenamento con cadenza programmata. 2. Monitoraggio medico sanitario. Nell’ambito del progetto è ipotizzabile, una volta definite con attenzione esigenze e necessità, poter interagire, in convenzione, con il sistema sanitario provinciale. Un sistema sanitario che vede l’ospedale S. Maria del Carmine di Rovereto come secondo polo di riferimento provinciale, e che può mettere a disposizione tutte le sue “eccellenze”. L’obiettivo è quello di procedere con un monitoraggio medico e sanitario, nell’ambito di protocolli codificati fra le commissioni mediche delle singole federazioni coinvolte e la direzione scientifica del progetto, dei vari atleti, registrando i relativi riscontri e restituendo una visione d’insieme. 3. Test e valutazioni funzionali. Risorsa fondamentale che opera ormai da più di un decennio sul territorio trentino è il CeBiSM, centro universitario di ricerca sulle biotecnologie e sulle scienze motorie, che fa riferimento all’Università di Verona ed è in stretta relazione con quelle di Trento, Brescia ed Udine. Grazie a tale realtà è possibile sviluppare, con una adeguata supervisione scientifica, test, prove di valutazione funzionale e ricerche, finalizzate al miglioramento della prestazione. Soprattutto in questo settore è fondamentale individuare obiettivi comuni fra singola federazione e la direzione scientifica del progetto, al fine di programmare al meglio l’attività e di ottenere risultanti utili a chi poi quotidianamente opera “sul campo”. 4. Un sostegno da un punto di vista formativo - psicologico. Come sottolineato nelle premesse, il percorso che mira a far si che il “talento” possa diventare “campione” non si può limitare alla “costruzione” fisico-motoria e tecnica del soggetto stesso. Variabile non indipendente risulta infatti essere una crescita psicologica equilibrata, soprattutto in una fase della vita delicata come quella della preadolescenza e dell’adolescenza. E’ fondamentale costruire assieme all’atleta un percorso di presa di coscienza di che cosa significa essere “talento” e poter diventare “campione”. Significa ordinare tutta una serie di elementi che mettano nelle condizioni il giovane atleta di costruirsi da un punto di vista fisico, tecnico ma anche emozionale e motivazionale. Significa operare sul contesto che agisce attorno al giovane (genitore, scuola, tecnici della società sportiva, ecc.) affinché tutti conoscano ma soprattutto contribuiscano al miglior svolgimento del percorso stesso. ALCUNE ULTERIORI POSSIBILITÀ DI SVILUPPO. Questi i quattro aspetti cardine del progetto, da sviluppare in un rapporto sinergico fra singole federazioni coinvolte e direzione scientifica del progetto. A questo percorso sono poi associabili molte altre opportunità che si possono sviluppare cogliendo soprattutto le esigenze espresse dai soggetti coinvolti. Il Trentino può garantire, ad esempio, con rapporti in convenzione: - servizi presso centri di rieducazione e riabilitazione; - servizi legati alla ricettività, specificatamente pensati per lo sport, in foresterie sportive (come quella appena inaugurata del Centro di Tiro con l’Arco in località Baldesca a Rovereto); - servizi formativi e di approfondimento tematico proposti e coordinati dalla Scuola dello Sport del CONI. QUALE LA RICADUTA DIRETTA SUL TERRITORIO? E’ evidente che un progetto di questa portata deve avere ricadute dirette sul territorio trentino. Sarà in questo senso fondamentale, nella costruzione del progetto, confrontarsi prioritariamente con quelle federazioni facenti riferimento a discipline sportive che hanno significativo bacino d’utenza nella nostra provincia e che esprimono giovani atleti di livello nazionale. Tale esperienza potrà così essere sfruttata proponendo percorsi simili agli atleti trentini e creando momenti di condivisione, incontro e crescita fra gli stessi e gli atleti delle nazionali giovanili.