La gestione dei talenti, chiave per il successo aziendale
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La gestione dei talenti, chiave per il successo aziendale
La gestione dei talenti, chiave per il successo aziendale Il concetto di “talento”, complice la turbolenza della crisi, è cambiato nel tempo: da dote innata è sempre più percepito come potenzialità da individuare e coltivare. Ma gli strumenti di gestione e le conoscenze del mercato del lavoro degli Hr manager vanno ancora raffinati per poter collocare nelle posizioni chiave le persone giuste L di Elisabetta Bevilacqua e aziende che utilizzano il talent (33% del campione) hanno totalizzato i management hanno perfor- punteggi medi più alti per l’implementa- mance migliori delle altre. La zione di politiche di talent management correlazione fra la crescita (con un miglioramento in termini di qua- aziendale e l’attenzione ai talenti è stata lità rispetto alla rilevazione del 2011); il evidenziata da un’indagine, giunta alla 29% che afferma di essere in una fase di sua terza edizione [1]), realizzata da In- uscita dalla recessione registra punteggi foJobs, una delle più importanti realtà inferiori, mentre il 38% che mostra il italiane ed europee di recruitment online punteggio più basso nelle strategie di ge- per traffico (oltre 1,6 milioni di visitatori), stione dei talenti, riconosce di essere an- con 4,4 milioni di candidati e oltre 60mi- cora in fase recessiva. Questi dati eviden- la aziende. ziano una diretta correlazione tra gli Le aziende che dichiarano di non essere mai state toccate dalla recessione investimenti in capitale umano e l’impatto reale sui risultati dell’impresa. Un momento della tavola rotonda sul Talent Management, Forum delle Risorse Umane un progetto I.P. in partnership con www.zerounoweb.it 1 L’indagine conferma che la cultura individui eccellenti (figura 1). “Il talento della gestione dei talenti è da tempo non è più visto come dote ‘innata’ da af- uscita dal chiuso dei convegni, si sta dif- finare seguendo le scuole giuste, ma fondendo sempre più nelle imprese ita- sempre di più come qualcosa che appar- liane (il 57% dichiara di svolgerla da tem- tiene a tutti gli individui all’interno di po) e impatta in molti casi sull’intera un’azienda o di un gruppo - ha spiegato organizzazione. È infatti considerato, da Vittorio Maffei, Managing Director di In- circa la metà delle aziende intervistate, fojobs per l’Italia, intervenendo a una re- un processo integrato nelle politiche del cente tavola rotonda dedicata al talent personale. management nel corso del Forum sulle Risorse Umane – Avere talento significa Talento è….la persona giusta al posto giusto possedere una caratteristica che oggi all’interno di una specifica azienda in una Quello dei talenti è un gruppo mobile: chi oggi è un talento potrebbe non esserlo più domani e viceversa. È dunque indispensabile per le aziende avere costantemente sotto controllo le potenzialità dei propri collaboratori per allinearle alle esigenze aziendali In questo scenario risulta indispensa- specifica posizione permette di esprimersi bile analizzare come sia evoluto nel tem- al meglio”. Concorda Emilio Zampetti, - ha sottolienato - La vera sfida è valoriz- po il concetto di talento. Per il 52% delle Direttore risorse umane del Gruppo Eli- zare il talento di ognuno, a partire da un aziende coinvolte nell’indagine InfoJobs ca, una delle aziende italiane dove si la- modo di lavorare basato sulla capacità di si tratta di una caratteristica che può es- vora meglio secondo la classifica Top Em- apprendere velocemente, di sapersi adat- sere sviluppata in tutti gli individui moti- ployers Italia 2012 [2]. “Il talento in tare ai diversi contesti, di adeguarsi al vati, mentre solo il 19% lo considera una assoluto non esiste, ma è la persona giu- cambiamento”. caratteristica innata che si ritrova in pochi sta al momento giusto nel posto giusto Il concetto di “potenziale” è un dato acquisito per Pioneer Global Asset Management (UniCredit Group) come ha Definizione di Talento sintetizzato Michela Sollini, Global Head of HR Development and Projects. “Ab- Una caratteristica di alcuni nostri manager/capi legata al possesso di tutti o quasi i tratti fondamentali del leader biamo sostituito il concetto di talento con quello di potenziale, che presuppone la capacità di imparare e di adattarsi al Una caratteristica di qualsiasi dipendente in possesso delle specifiche competenze distintive utili alla nostra azienda cambiamento”, ha spiegato, ricordando che l’obiettivo dell’azienda è di individuare i futuri leader e i successori nelle Una caratteristica sviluppabile in tutti gli individui motivati posizioni chiave sui quali investire. L’azienda ha per ora selezionato all’interno Una caratteristica innata che si ritrova in pochi individui eccellenti dei 2000 dipendenti 30 potenziali futuri manager su cui lavorare, in un program0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% fonte: Indagine InfoJobs 2012, Le aziende italiane e le Politiche di Talent management 2 www.zerounoweb.it ma di due anni, per aumentare le loro capacità di cooperazione e collaborazione Martina Gianecchini Professore Associato di Gestione delle Risorse Umane, Università di Padova situazione di crisi sembrano abbondare. alla proprie competenze, difficilmente La sfida è però attrarre la persone giusta lasciano l’azienda in assenza di alternati- che ha le potenzialità per rappresentare ve. Il 40% ha dichiarato di avere accet- un talento per l’azienda; indispensabile tato lavori che non percepivano adegua- dunque comprendere come percepisco- ti alla loro preparazione professionale. no la situazione e cosa cercano i giovani Mentre il 15% ha dichiarato di aver rifiu- qualificati. Un contributo interessante tato offerte di lavoro considerate inade- nonché di specifiche competenze sull’at- viene dalla ricerca svolta dal Diparti- guate per le opportunità di crescita: “So- tività dell’azienda, inserendoli in progetti mento di Scienze Economiche e no soprattutto quelli che hanno fatto strategici aziendali e andando a verificare Aziendali dell’Università di Padova il- stage durante gli studi e hanno dunque la disponibilità ad assumere diverse posi- lustrato da Martina Gianecchini, Profes- avuto opportunità di conoscere il merca- zioni e lavorare in più paesi. sore Associato di Gestione delle Risorse to del lavoro, anche all’estero, durante il Umane presso la stessa Università. L’inda- percorso universitario”, aggiunge Gia- gine riguarda circa 4.500 giovani, laurea- necchini ricordando la grande occasione Difficili da individuare Quello dei talenti è un gruppo mobi- ti presso l’ateneo tra il 2007 e il 2008, offerta dall’Università per fare esperien- le: chi oggi è un talento potrebbe non intervistati in più riprese nel corso di tre za anche all’estero aumentando la con- esserlo più domani e viceversa. È dunque anni, con l’obiettivo di seguire l’evoluzio- sapevolezza delle opportunità. Forse è indispensabile per le aziende avere co- ne del loro percorso professionale. proprio fra questi ragazzi ‘choosy’ (schiz- stantemente sotto controllo le potenzia- A tre anni dalla laurea, gli occupati zinosi, come li ha definiti il Ministro del lità dei propri collaboratori per allinearle erano l’85% del campione, mentre era- Lavoro Elsa Fornero), ma generalmente alle esigenze aziendali e mettere in atto no il 56% a sei mesi dal conseguimento più flessibili e disponibili al cambiamen- un processo di ricerca e valorizzazione re- del titolo. Prevale l’orientamento verso il to, che le aziende dovrebbero cercare i ale delle capacità individuali ad ampio settore privato (servizi di consulenza alle potenziali talenti. raggio, ovvero in un talent scouting dif- imprese, servizi finanziari, settore mani- Ma le stesse aziende dovrebbero pre- fuso all’interno dell’azienda, orientato di fatturiero) spesso con contratti a tempo sentarsi più attraenti per essere scelte. volta in volta alle necessità più sentite. determinato oppure con collaborazioni Secondo i risultati di un’indagine realiz- “Meno assessment e più listening”, autonome. “Per molti versi il nostro zata dall’Istituto Piepoli su un campio- suggerisce però Zampetti. Fondamentale campione rappresenta bene lo stereoti- ne rappresentativo della popolazione di parlare con le persone e instaurare un po della ‘generazione mille euro’, (la re- età superiore a 18 anni, la reputazione rapporto di fiducia. tribuzione media è infatti di circa 1200 dell’azienda è infatti determinante nella Concorda con questa indicazione ol- euro mensili), spesso dipinta come irre- scelta del posto di lavoro per l’85% degli tre un terzo delle aziende esaminate quieta, incostante e poco orientata a intervistati, percentuale che sale all’88% nell’indagine InfoJobs, che considera i prendersi impegni – dice Gianecchini – fra i più giovani (18-34 anni). colloqui personali il modo migliore per Eppure emerge una diffusa soddisfazio- individuare i talenti, mentre per il 29% ne rispetto al lavoro quando si presenti [1] L’indagine si è basata su questiona- delle aziende analizzate non esiste un l’opportunità di declinare in qualcosa di ri rivolti ad aziende grandi, medie e piccole metodo formalizzato per individuare in- pratico quanto imparato all’università, che operano per l’85% nel Centro-Nord, ternamente le risorse ad alto potenziale. mentre c’è insoddisfazione quando si nel periodo ottobre-novembre 2012. Conoscere i giovani per attrarre i talenti percepisce la difficoltà di progredire in [2] Top Employers è un riconoscimen- termini di carriera e, soprattutto, per gli to internazionale rilasciato da CRF Insti- aspetti retributivi, che rendono difficile tute che certifica l’eccellenza delle azien- Valorizzare le risorse interne è indi- coniugare la vita lavorativa con quella de nella gestione delle risorse umane e spensabile ma altrettanto lo è la capacità privata”. Ma anche quando sono scon- nelle strategie di attrazione, motivazione di attirare nuove risorse, che nell’attuale tenti e considerano il lavoro inadeguato e fidelizzazione dei talenti www.zerounoweb.it 3 Nicola Uva Business Development Director di Adp Talent management: il focus è sul ‘potenziale’ Il talento non identifica il genio ma la capacità di innovazione e l’alto potenziale di crescita. Per poterlo trovare, attrarre e valorizzare serve prima di tutto una cultura aziendale che non ‘confini’ tale pratica alla mera gestione delle performance del management aziendale S ta crescendo all’interno delle aziende la cultura del talent management, soprattutto nelle grandi organizzazioni. Cosa ne pensa un’azienda il cui core business è la gestione delle risorse umane? Lo abbiamo chiesto a Nicola Uva, Business Development Director di Adp che esordisce evidenziando l’importanza di definire e identificare, prima di tutto, il concetto di ‘talento’: “L’errore più comune è confondere il talento con il genio, ossia identificare di talento solamente quella persona che presenta particolari doti, magari superiori alla media delle altre persone specifica Uva -. Il talento, al contrario, identifica una persona con capacità di innovazione e alto potenziale di crescita rispetto alle mansioni e al ruolo che ricopre, indipendentemente dal confronto con gli altri, ma in relazione al valore che può portare all’azienda. Paradossalmente, infatti, si possono anche creare situazioni in cui una persona geniale, se collo- 4 di Nicoletta Boldrini cata nel contesto sbagliato, che non gli consente di esprimere il proprio potenziale, non produce alcun valore per l’impresa”. Il concetto di talento, dunque, identifica l’attitudine delle persone rispetto a un preciso contesto quale, per esempio, l’ambiente lavorativo. “Uno dei parametri più importanti nella gestione dei talenti (intesa come insieme di attività volte al recruitment, all’attrattività, al mantenimento, alla fidelizzazione e alla crescita delle persone) è il potenziale di crescita; più è alto e più tale talento produrrà valore per l’azienda”, spiega in dettaglio Uva. “Viene da sé che più elevato è il potenziale di crescita più l’azienda deve mettere in campo tutte le possibili strategie affinché la crescita si concretizzi”. Serve una diffusione in tutta l’organizzazione Strettamente connesso al concetto di talent management, quindi, anche l’Hr performance management grazie al quale identificare e monitorare i percorsi di crescita delle persone. “Purtroppo – evidenzia Uva – parliamo di pratiche che, ancora oggi, sebbene stiano crescendo e si stiano diffondendo sempre più nelle organizzazioni, risultano essere applicate solo a piccoli nuclei di persone, a gruppi ristretti che, di consueto, interessano solo la fascia medio-alta di manager. Soprattutto per quanto riguarda la parte di gestione e monitoraggio delle performance”. Ma è bene sottolineare che quando si parla di talent management ci www.zerounoweb.it si riferisce a una disciplina molto più articolata che interessa diversi tipi di processi Hr, dalla ricerca delle persone, all’assunzione e loro inserimento all’interno dell’organizzazione, per poi passare alla gestione delle mansioni e dei percorsi di crescita rispetto alle competenze e alle esperienze maturate o al potenziale personale (sempre analizzandolo però rispetto al contesto aziendale). Una disciplina che trova nelle tecnologie odierne quali la mobility e tutto il ‘mondo’ dell’It consumerization, così come il social networking, un supporto interessante. “Alcune delle criticità maggiori oggi sono riuscire, da un lato, a identificare le persone giuste, dall’altro, a trattenerle in azienda”, spiega Uva. “I social network possono diventare validi strumenti per attrarre talenti e per ricercare le persone: la capacità dei social network di attrarre ingenti quantità di utenti ne fa uno spazio da tenere in seria considerazione per un’azienda alla ricerca di nuovi talenti”. Non solo, le web community diventano anche importanti spazi senza confini attraverso i quali promuovere il brand aziendale ‘attraendo’ così i talenti, soprattutto se l’azienda risulta presente in community specifiche e in linea con il proprio business (in modo da indirizzare i messaggi a un target già predeterminato). Quanto alla mobility e all’It consumerization, Uva evidenzia l’importanza degli strumenti tecnologici messi a disposizione dei talenti per svolgere le proprie mansioni: “Soprattutto quando si assumono nuovi talenti ‘digital native’ è fondamentale riuscire a dotarli di strumenti innovativi, quanto meno non obsoleti rispetto a quelli che già utilizzano nella vita privata. Anche queste sono considerazioni importanti nel momento in cui si intende adottare un approccio al talent management mirato a identificare ed estrapolare il valore delle persone per l’azienda”, conclude Uva. Next Editore srl via dei Martinitt, 3 - 20146 Milano www.zerounoweb.it progetto grafico Blu GraphicDesign stampa - Tipolitografia Pagani srl Lumezzane (BS)