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ALL`AMICO DANILO DOLCI Mi ricordo di averti incontrato sul

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ALL`AMICO DANILO DOLCI Mi ricordo di averti incontrato sul
ALL’AMICO DANILO DOLCI
Mi ricordo di averti incontrato sul “cammino della pace”. Ho subito il fascino del tuo pensiero
ed ora seguendo i tuoi insegnamenti, penso a costruire “ponti di pace”, sognando, come sapevi
sognare tu, un mondo migliore.
Caro Danilo, è da tanto che non dialogo con te.
Mi sento quasi in colpa di non parlare agli altri, come si conviene, di Danilo Dolci, il sociologo, il
maieuta, la voce dei senzavoce, il difensore dei deboli e di quanti, da ultimi della Terra, ieri come
oggi, subiscono il potere, anzi lo strapotere dei potenti, dei prepotenti che si sentono in diritto di
maltrattare gli indifesi, quanti sono nati per subire il potere, convinti che così è e così deve essere e
che non c’è niente da fare per cambiare il corso delle cose.
Caro Danilo, questo mondo sempre più disumano è, purtroppo, un mondo profondamente sbagliato.
L’uomo di questo inizio di Terzo Millennio, non sa amare più se stesso ed ancor meno gli altri.
L’uomo va inesorabilmente verso una forma di crescente imbarbarimento; non sa ritrovare più se
stesso; non sa essere positivo; non sa vivere nella dimensione di quella saggezza necessaria, per
costruire ponti di pace e di cercare insieme, lungo il cammino della pace, mondi nuovi, mondi
migliori, nel reciproco rispetto dell’essere prima di tutto uomini, a cui si deve il diritto alla vita, alla
libertà, partendo dalla libertà dal bisogno, per dare a ciascuno la dignità del proprio vivere terreno
che, purtroppo, è ancora un inferno per tanti.
Il mondo si compiace di manifestare la sua disumanità e di fare il più possibile male a chi è nato per
soffrire il proprio inferno terreno, per poi morire.
Caro Danilo, così non va!
Volgendo lo sguardo a questo mondo di sofferenze, soffro e grido con forza, tutta la rabbia che ho
dentro di me.
Ma, come mi hai insegnato tu, non mi arrendo, non mi tiro indietro; non rinuncio a niente del mio
mondo, dove al primo posto, c’è l’impegno per l’uomo, per l’uomo che soffre e subisce le
ingiustizie degli altri, di quanti si sentono i padroni di tutto del mondo, compreso, il possesso della
carne umana che oggi ha alimentato l’indegno mercato dell’uomo mercificato, attraverso nuove e
violente forme di moderna schiavitù.
Che sofferenza, amico Danilo, volgere lo sguardo verso questo mondo che si va imbarbarendo e
non sa più vivere insieme, confrontandosi con gli altri, rivolgendo lo sguardo all’altro e costruendo
insieme percorsi di vita solidale, basati sul principio dell’universale-umano.
L’uomo del nostro tempo non sa vivere insieme agli altri; se ne allontana; se ne isola; pensando
sempre più, solo a se stesso.
Danilo, dammi la forza di pensiero, di umanità e di condivisione dei valori d’insieme,
universalmente intesi, per continuare quel tuo entusiasmante cammino di umanità basata sulla forza
d’insieme, senza la quale l’uomo non va da nessuna parte.
Amico mio, le cose di questo mondo, sono messe proprio male; così come sono, non c’è via
d’uscita; non c’è possibilità alcuna di riprendersi per dare un nuovo corso alla vita umana.
Scusami Danilo del pessimismo che, mentre dialogo con te, scrivendoti, mi fa vedere tutto nero.
Non si tratta di pessimismo fine a se stesso; è una condizione umanamente sofferta che mi viene
guardando l’umanità-mondo, dove l’uomo non sa essere più se stesso, non sa conservare la propria
identità, i valori dell’appartenenza e quella individualità che serve a garantire il cammino d’insieme
dell’uomo sul pianeta Terra la cui storia è radicata nel DNA incancellabile di ciascuno, un solco
profondo su cui si fonda anche il futuro dell’umanità.
Che tristezza questa umanità ripiegata su se stessa.
Non sa né agire, né reagire.
Vive in un eterno presente, dove prevale l’apparire sull’essere e dove ciascuno crede di realizzarsi
attraverso il protagonismo dell’apparire, attraverso il divismo ed attraverso il possesso delle cose
terrene.
Questo è il mondo di oggi; questo mondo è ancora più ammalato e più compromesso nella sua
umanità disumana, rispetto a come lo hai lasciato tu, dieci anni orsono.
Tutto è più fragile; anche la memoria del passato si è indebolita e rende il teatro della vita, un
palcoscenico triste e disperatamente vuoto.
Caro Danilo, in un solo decennio, sono tante, ma proprio tante, le cose cambiate.
Oggi, l’umanità che, con il XXI secolo è entrata nel Terzo Millennio, è sempre più mondializzata,
sempre più globale.
Si va riducendo il ruolo della identità risorsa; il crescente meticciato culturale che riduce le distanze
umane dei popoli, riduce anche la valorizzazione di tutte le risorse locali, considerate risorse
strategiche per lo sviluppo di ciascun territorio della Terra.
Ho sempre avuto grande attenzione per lo sviluppo del territorio.
Ho sempre avuto grande attenzione ed interesse per il tuo progetto di città-territorio e per
quell’umanità protagonista solidale dello sviluppo d’insieme.
Oggi abbiamo in atto una visione globale del mondo, tutto proteso, sfidando l’impossibile, a
raggiungere l’obiettivo esaltante della società-mondo e della Terra-Stato.
La tua mancanza per il raggiungimento di questi grandi obiettivi di futuro è stata una mancanza
grave ed incolmabile.
Il tuo contributo di pensiero e di azione, sarebbe stato un valido supporto per rendere il progetto di
società-mondo e di Terra-Stato, più vicino nel tempo e più concreto e rispondente all’uomo del
mondo globale.
Danilo, mi manchi e manchi anche ai tanti tuoi amici sparsi per il mondo che ti ricordano, agendo e
“pensando dolcianamente” per il bene della gente e del mondo, stanca del seme dell’odio e tutta
protesa a cercare, per vivere bene insieme, le tante cose che uniscono, rifiutando quell’essere
contro che produce disumanità diffusa e non giova per niente alla pace, all’impegno per costruire
ponti di pace ed un cammino di pace per aiutare l’uomo del mondo a vivere bene insieme agli altri.
Grazie Danilo per tutto quello che mi hai dato ed hai dato al mondo, attraverso il tuo pensiero, le tue
idee, il tuo palpitare di nessi, tendente ad un mondo migliore, ad un uomo nuovo e vero
protagonista di pace, in un mondo di PACE.
Giuseppe Lembo
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